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NON VEDO MA CREDO

Infosfera e Vangelo

Marco Sanavio m.sanavio@iusve.it

Il 2023 è un anno in cui si rileva un’incredibile accelerazione per le applicazioni di intelligenza artificiale. Alcune di esse sono in grado di generare avatar molto sofisticati come, ad esempio, l’utilissimo Algho (alghoncloud.com), che permette di comunicare con le persone sorde, o i vocaloid, che calcano i palchi dei Paesi asiatici, come Violet o Hatsune Miku. Nati come sintetizzatori vocali, prodotti da Yamaha, si sono tramutati in veri e propri personaggi tridimensionali a cui le persone scrivono, chiedono consigli, inviano regali. L’utilizzo di simulacri per rappresentare le persone ci ricorda che le immagini possono rimandare ad altro, come nel caso di opere realizzate da grandi artisti del passato, ma anche prodotte con la più moderna arte digitale: esse ci aiutano a imma ginare persone o entità che sono lontane nel tempo, nello spazio o che alimentano la nostra sfera spi rituale.

Stimoliamo la riflessione su questo tema.

LABORATORIO L’IMMAGINE DI DIO

Scopo. Rilevare alcune caratteristiche dell’immagine di Dio che ogni ragazzo custodisce.

SVOLGIMENTO. L’attività laboratoriale è da declinare a seconda dell’età dei ragazzi

Sino ai 13 anni si chiederà la realizzazione di un disegno che rappresenti ciò che ciascuno immagina quando fa riferimento a Dio. L’opera potrà essere composta anche da più elementi, che devono spiegare e collegare nella fase di esposizione del proprio artefatto. Tra i 14 e i 16 anni si proporrà, in alternativa, la stesura di un testo dove si indicano almeno dieci caratteristiche che ciascuno immagina attribuite a Dio: cinque inerenti l’aspetto con cui lo si rappresenta e cinque relative a caratteristiche della persona.

Condivisione. Ciascuno espone il risultato del proprio lavoro, spiegando, in maniera più estesa possibile, le motivazioni e le eventuali origini delle proprie scelte artistiche o letterarie.

È opportuno, poi, avviare una riflessione su come noi riusciamo a rivolgerci a Dio pur non avendolo mai visto, partendo dal Vangelo secondo Giovanni 1,18: «Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato» e su come ci venga spontaneo immaginare il Padre con caratteristiche antropomorfe. Si conclude prendendo in considerazione il termine sanscrito » che significa, secondo il dizionario Treccani, «incarnazione umana della divinità». L’«avatar» del Padre, quindi, si potrebbe considerare Gesù, il Figlio di Dio che lo ha rivelato; il paragone è valido solo a livello lessicale. È molto distante, infatti, da questa similitudine la realtà del «Verbo che si fa uomo» e abita fra noi.

Sarà interessante anche approfondire le parole pronunciate da Dio in Genesi 1,26: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza», per riflettere come noi portiamo nel nostro corpo i riflessi del Creatore.

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