Fabbrica Diffusa 4.0 e Social Media Production Planning: una nuova organizzazione della produzione

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La Fabbrica Diffusa 4.0 e il Social Media Production Planning: un nuovo modello di organizzazione della produzione 5

Claudio Morelli(1), Paolo Santinello(2) (1)

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Apuana Corporate; (2) Klink Srl

Social Media Production Planning (SMPP) è un metodo e un processo inventato da Claudio Morelli e descritto da Claudio Morelli, Greta Morgantini e Paolo Santinello. Social Media Production Planning è stato creato per realizzare il concetto di Fabbrica Diffusa 4.0 (introdotto da Claudio Morelli che unisce i concetti di "fabbrica diffusa" e "fabbrica 4.0") e attualmente in sperimentazione nell’ambito della rete informale di imprese Apuana Corporate (registrazione del marchio in corso). Parte integrante dello schema è il Certificato di Autenticità Artigianale (Claudio Morelli, 2015) che il modello SMPP introduce, aumentando la credibilità della Fabbrica Diffusa 4.0 che mette in opera il processo. Il SMPP rappresenta il tentativo di introdurre in una rete di aziende artigiane i concetti della LEAN MANUFACTURING, preservando l’autonomia decisionale e l’identità aziendale delle stesse, con il preciso intento, non di ottimizzare i flussi quantitativi di produzione, ma di andare a sfruttare la potenzialità produttiva latente di alta qualità, giocando sull’organizzazione del flusso tra il momento dell’ordine e il momento della spedizione. L’esigenza di un modello organizzativo nasce dalla necessità di rispettare i misuratori di performance adottati dal canale e-commerce AMAZON, allorchè la violazione dei parametri indicati causerebbero la sospensione dell’account venditore. I parametri monitorati sono di tre tipi: quantitativi, che misurano percentualmente il numero degli ordini annullati da parte del venditore; qualitativi, che misurano i resi per merce difettosa e gli scostamenti da quanto espressamente dichiarato nelle schede prodotto; e temporali, che misurano lo sforamento dei tempi di consegna, fissati dal sistema in 30 gg effettivi. Obiettivo di questa prima fase non è pertanto la “semplice” commercializzazione dei prodotti, ma l’affinamento della metodologia produttiva volta alla permanenza nei canali distributivi; il modello imposto da AMAZON (dichiaratamente e giustamente sbilanciato verso la tutela del compratore, giocandosi AMAZON stessa la propria credibilità) ci ha obbligato a perseguire il concetto di qualità totale a discapito del prezzo, rendendo più difficoltosa, ma allo stesso tempo più stimolante la scelta di tutte quelle strategie che comporranno poi il marketing mix dei prodotti realizzati dalla rete di APUANA CORPORATE; per contenere comunque i ricarichi commerciali, mantenendo una struttura snella, priva di magazzini, verrà adottato come strumento cardine dell’operazione la metodologia produttiva denominata Just in time – Made for you, dove JIT ottimizza le risorse di tipo finanziario e MFY ottimizza le risorse di materie prime non rinnovabili come il marmo bianco, mandando di fatto in produzione un bene solo successivamente al suo acquisto. This work is licensed under the Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International License. To view a copy of this license, visit http://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0/ or send a letter to Creative Commons, PO Box 1866, Mountain View, CA 94042, USA.


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A questo punto risultano molteplici gli aspetti a cui rispondere con l’affinamento del modello organizzativo, e la complessità delle tematiche trattate richiede un approccio simultaneo su più fronti, in grado di soddisfare le varie condizioni imposte dalla particolare situazione.

1 I tempi di Amazon 50

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per tenere il LEAD TIME dei vari prodotti nei tempi imposti (30 gg), a fronte di ordini reperiti on line, per cui per loro natura frammentati e a piccoli lotti, senza avere alle spalle nessuna scorta (JIT-MFY), la prima scelta è stata quella di parcellizzare il tempo di attraversamento in quattro sottounità, ognuna composta da una settimana lavorativa, e di indirizzare la produzione su due filiere parallele sfalsate con una settimana di ritardo una dall’altra; così facendo il sistema ci permette di accorpare gli ordini giornalieri di una settimana in un unico ordine riepilogativo, che raccolga le comunicazioni dal lunedì alla domenica sera, vediamo come: •

il sistema viene avviato un giorno qualsiasi della prima settimana e materialmente prende inizio con la seconda settimana;

il lunedì mattina della seconda settimana viene inoltrato il primo ordine di servizio (dopo vedremo come) sulla filiera A, che ha due settimane di tempo per evadere l’ordine;

il lunedì mattina della terza settimana viene inoltrato il secondo ordine di servizio sulla filera B, che, a sua volta, ha due settimane di tempo per evaderlo;

il lunedì mattina della quarta settimana la filiera A consegnerà al punto di raccolta/assemblaggio/controllo qualità/logistica i semilavorati dell’ordine di servizio ricevuto all’inizio della seconda settimana;

contestualmente alla consegna dei semilavorati, il lunedì mattina della quarta settimana, la filiera A, riceverà il nuovo ordine di servizio, che dovrà a questo punto consegnare due lunedì dopo (il lunedì della sesta settimana)

il venerdì della quarta settimana, il reparto assemblaggio/controllo qualità/logistica provvederà ad evadere completamente l’ordine n°1 della filiera A, in modo da tracciare inequivocabilmente il lotto in uscita, essendo di fatto esclusa ogni sorta di sovrapposizione dei cicli operativi; in quanto l’ordine n° 1 della filiera B verrà consegnato nel punto di raccolta/assemblaggio/controllo qualità/logistica solo il lunedì successivo.

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2 Tracciabilità 80

Ogni ordine di servizio inoltrato alle due (o più) filiere produttive viene codificato secondo un sistema alfanumerico interno (SMPP code) volto a tracciare il lotto di cui ogni singolo prodotto fà parte, es. A001 5415 0009 dove: This work is licensed under the Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International License. To view a copy of this license, visit http://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0/ or send a letter to Creative Commons, PO Box 1866, Mountain View, CA 94042, USA.


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A, il primo carattere indica, secondo un database interno, il nome del designer a cui fà capo la proprietà intellettuale dell’oggetto prodotto;

001, le tre cifre seguenti indicano il numero di progetto di quel designer, per cui ogni designer ha nel sistema 999 codici a disposizione, per la messa in produzione contemporanea di 999 differenti progetti;

5415, le quattro cifre centrali indicano settimana e anno di messa in produzione, questo dato è estremamente importante visto che testimonia la messa in produzione successivamente alla data di ricevimento dell’ordine (MFY);

0009, le ultime quattro cifre indicano il numero di pezzi che compongono un dato lotto produttivo, andato in produzione nella settimana indicata dai quattro numeri precedenti;

in caso di ordini superiori alle 9999 unità, la lunghezza di questa stringa può variare rimanando invariato il suo significato;

in casi particolari il codice può chiudersi con un altro valore alfabetico, il quale indica, che per il solito prodotto (A001), nella solita settimana dell’anno (5415), indipendentemente dalle quantità realizzate da ogni singola filiera (nel caso citato 0009), la commessa può essere scorporata in più filiere parallele, ognuna delle quali sarà indicata dall’ultima lettera che compone il codice; in questo caso comunque, come vedremo dopo, la variazione dovrà essere ampiamente documentata nel documento che accompagna la commessa nel suo percorso all’interno del circuito della Fabbrica Diffusa 4.0.

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3 Il sistema dei cartellini kanban nel TPS

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Lo strumento dei cartellini kanban del TPS risulta essere uno dei più semplici ed immediati sistemi di monitoraggio della produzione fra quelli implementabili in un percorso di DISCRETE MANUFACTURING; nel sistema originale lo spostamento dei semilavorati da un reparto all’altro per consentire le lavorazioni in sequenza, avviene in una stazione fisica di scambio denominata “supermarket”, centrale rispetto ai vari reparti, in cui i vari componenti sono costantemente accompagnati da dei cartellini identificativi, denominati appunto kan ban, sui quali viene volta per volta indicato lo stato di avanzamento delle lavorazioni e comunque sempre riportata l’intera sequenza delle lavorazioni a cui ogni singolo componente deve venire sottoposto, per andare a completare il prodotto finale.

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4 Il kanban nel Social Media Production Planning (SMPP) 120

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Nell’applicazione del sistema SMPP alla sperimentazione di Fabbrica Diffusa 4.0 “Apuana Corporate”, la stazione fisica di scambio (supermarket) è stata abolita, i semilavorati passano a cascata da un laboratorio artigiano all’altro, e la sequenza delle lavorazioni è monitorata virtualmente mediante un sistema di notifiche on line, che nell’obiettivo del contenimento dei costi nella fase di start up, avviene su delle pagine “gruppo segreto” di facebook (una per ogni prodotto in assortimento), con la possibilità di migrare su di un sistema proprietario nel momento in cui questa soluzione fosse ritenuta necessaria. Vediamo assieme il contenuto del kanban nel SMPP

130 Fig 1: Contenuto del kanban nel SMPP Esaminando Fig. 1: •

in alto a sinistra, il codice del prodotto, settimana e anno di produzione, e alla voce “unità” le quantità da mettere in produzione;

sotto, un riquadro dove poter riportare ogni variazione o problema riscontrato nel ciclo produttivo, nell’ottica del monitoraggio e miglioramento continuo dei processi (keizen);

il alto a destra, il codice a barre del prodotto, per il suo riconoscimento mediante lettori automatici, ed un immagine dello stesso per un suo riconoscimento immediato;

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5 Il gruppo segreto facebook la modalità “gruppo segreto” delle pagine di facebook è risultata idonea a supportare, almeno in un primo momento, l’implemetazione del sistema messo a punto per la rete di artigiani. Quella di facebook è stata quasi una scelta obbligata, vista la capillare diffusione dei profili social già attivi anche fra i singoli artigiani, che avrebbero considerato forse troppo “complicata” l’acquisizione di competenze volte all’utilizzo di una piattaforma alternativa; il profilo molto user friendly di FB, a nostro avviso non ne compromette comunque la funzionalità e forse ci aiuta ad abbassare quelle istintive barriere psicologiche che ogni artigiano, solitamente abituato a problemi di natura pratica, alza quando gli parli di tecnologie sconosciute. Ma vediamo come funziona: •

la pagina “gruppo segreto” è una pagina ad invito, ad esclusivo uso di servizio, gestita da due amministratori;

nella pagina sono invitati solamente il designer, intestatario della proprietà intelletuale, e i vari artigiani che compongono le varie filiere produttive;

le pagine “gruppo segreto” prevedono una serie di sotto-menù interni: DISCUSSIONE, la parte pubblica della pagina; MEMBRI, la lista dei profili abilitati a prendere parte alla pagina; EVENTI, dove sarà caricata un accurata descrizione del ciclo produttivo riportante le varie lavorazioni in sequenza da mettere in atto; FOTO, dove è possibile caricare una galleria fotografica alla quale fare riferimento nelle fasi di produzione; FILE, dove saranno caricati tutti i file esecutivi del progetto, dai disegni quotati ai file grafici per il packaging, ai programmi per le macchine a controllo numerico; questa sezione risulta essere una tra le più importanti, ove nel caso di progetti complessi, il continuo aggiornamento e la disponibilità simultanea di tutti gli esecutivi aiuta a diminuire la quantità degli errori;

ogni messaggio di servizio o variazione dei contenuti della pagina deve essere autorizzata da uno degli amministratori, per impedire che la pagina si trasformi, da uno strumento al servizio della produzione, in una piazza di discussione.

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sotto, la sequenza delle imprese che compongono la filiera produttiva, che si apre sempre con il nome del designer, e si chiude sempre con la spunta dell’addetto al controllo qualità.

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6 Trasmissione degli ordini, compiti e funzionamento 180

Solo con un esempio si può capire la semplicità del sistema, che pur essendo complesso nel suo insieme, non presenta particolari criticità nè nel processo di comprensione, tantomeno in quello di adozione da parte delle aziende artigiane: •

parte il sistema, ogni prodotto ha la sua pagina FB, ogni artigiano/designer ha il suo profilo FB, a priori sono stabilite, per ogni prodotto, la composizione delle varie filiere produttive, con la sequenza delle operazioni da mettere in atto per la produzione;

passa la prima settimana e si procede al riepilogo degli ordini ricevuti;

off line viene predisposto il cartellino kan ban, uno per ogni pagina prodotto, degli articoli ordinati che andranno in produzione;

le immagini dei vari cartellini vengono postate dall’amministratore sulle relative pagine prodotto, e l’ordine di servizio viene notificato secondo il sistema di notifiche FB ai vari partecipanti alla pagina;

il designer revisiona i disegni stoccati nello storage cloud e sblocca fisicamente la produzione, fino all’OK del designer nessuno può partire con la produzione; l’OK viene dato con un ulteriore post (avvallato da uno degli amministratori) che verrà anch’esso notificato;

a questo punto ogni artigiano è avvisato che i disegni on line sono corretti, li SCARICA e parte con la produzione;

simultaneamente ogni artigiano stampa il cartellino kan ban, barra la sua casella di pertinenza, e usa il cartellino kan ban per le varie annotazioni;

ogni volta che un artigiano ultima una lavorazione posta il fine lavoro su FB, mettendo un commento al kan ban originale (accettato il post da parte dell’amministratore, ogni fine lavoro suonerà come un sollecito per chi è rimasto indietro);

dopo due lunedì, tutti i kan ban accompagneranno i semilavorati nel reparto di assemblaggio/controllo qualità/logistica, non prima, per non accavallarsi con i prodotti della settimana precedente che dovranno uscire il venerdì;

anche gli imballaggi, seguiranno la logica del JIT

entro il venerdì della stessa settimana tutti i prodotti dovranno essere spediti.

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7 Il certificato, la tracciabilità, la trasparenza Al momento della spedizione ogni prodotto sarà accompagnato da un certificato di garanzia che riporta il SMPP code del kanban, sul certificato stesso sarà indicato un QR CODE, attraverso il quale accedere direttamente ad una pagina interna del sito This work is licensed under the Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International License. To view a copy of this license, visit http://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0/ or send a letter to Creative Commons, PO Box 1866, Mountain View, CA 94042, USA.


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internet di AC, nella pagina saranno indicate le modalità di codifica e scrivendo una mail ad AC sarà possibile per il cliente ricevere copia del cartellino kan ban che ha accompagnato il prodotto in produzione, sempre dentro il sito saranno presenti, per ogni impresa/designer che fa parte della rete di imprese di AC, una scheda personala, dove ogni attività coinvolta avrà modo di promuovere le sue peculiarità. La scelta di non allegare subito il kan ban al prodotto è stata fatta per usare i prodotti stessi al fine di creare traffico sul sito internet e di favorire lo scambio di clienti fra le varie imprese e designer coinvolti nell’operazione.

Fig 2: Certificato di Autenticità Artigianale di Apuana Corporate

8 Le reti fra imprese, Fabbrica Diffusa 4.0 e il SMPP: riflessioni 230

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Il modello organizzativo sopra riportato, non può ritenersi indipendente dalla filosofia aggregativa che sta alla base del modello di business della Fabbrica Diffusa 4.0; nel modello di AC la rete è considerata essa stessa come un’impresa, dove in un meccanismo simbiotico le varie parti in causa condividono funzioni, investimenti, rischi e ritorni dalle varie iniziative portate avanti; in carico all’azienda capofila, proprietaria del marchio, si concentrano la maggior parte degli oneri per il funzionamento dell’intera struttura, che comprendono la messa a punto di una precisa strategia commerciale comune (mission, vision, obiettivi), la ricerca dei potenziali

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utenti, e l’espansione del marchio sui mercati internazionali (insomma il rischio di impresa legato alla riuscita o meno dell’operazione di rete). I valori che stanno dietro la rete sono costantemente condivisi attraverso una serie di incontri durante i quali le varie funzioni delle singole imprese prendono forma e si modifcano volta per volta in base alle differenti esigenze; il modello non è stringente, e la condivisione continua degli intenti ne determina la sua riuscita. Particolarmente complessa si è rivelata l’individuazione del mercato target, cioè il target obiettivo delle proposte di AC in genere, e della comunicazione verso l’esterno; le riflessioni in questo senso sono state fondamentali per la scelta dei contenuti e del template per la costruzione del sito internet. Il concetto applicato è il concetto “prosumer” dove i potenziali utenti sono considerati al tempo stesso produttori/consumatori, clienti/fornitori, spettatori/attori di AC; gli artigiani ottengono dalla rete visibilità e per la rete producono dei semilavorati che compongono i prodoti complessi; allo stesso modo i designer autoproduttori intrattengono con AC un rapporto a doppia mandata dove percepiscono o riconoscono da/ad AC delle royalties a seconda di chi delle due parti conclude la vendita; allo stesso modo con il pubblico “social” vengono condivisi obiettivi di interesse collettivo al cui raggiungimento gli stessi clienti possono contribuire attraverso l’acquisto dei prodotti. Per le ragioni riporate sopra, il sito internet non è un sito di prodotti, ma i prodotti servono solo a rappresentare la funzione più tangibile dell’aggregazione in rete, e sono usati per giusticare la navigazione da parte dei potenziali acquirenti; di fatto il sito è costituito da una ramificazione di schede di cui i prodotti rappresentano l’asse portante utile alla classificazione secondo tre indici:

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CLASSIFICAZIONE PER PRODOTTO, ogni prodotto ha una scheda dove vengono riportate linkate, oltre alle descrizioni di prodotto, designer e artigiani che hanno preso parte alla produzione;

CLASSIFICAZIONE PER ARTIGIANO, ogni artigiano, all’interno del sito, dispone gratuitamente di una pagina attraverso la quale promuovere la propria attività, o i propri prodotti in genere, indipendentemente dai prodotti fatti per la rete;

CLASSIFICAZIONE PER DESIGNER, come per gli artigiani, anche in questo caso i vari designer potranno usare la pagina per publicizzare i popri prodotti, indipendentemente che gli stessi siano stati disegnati per AC.

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La ramificazione interna e verso l’esterno generata dai vari link dovrebbe contribuire all’indicizzazione del sito e allo scambio di informazioni tra i vari visitatori. Per ogni decisione presa sono state accuratamente considerate le ricadute strategiche, ed ognuna di esse è analizzata e filtrata da conoscenze di natura economica, sociale, psicologica e di marketing, tutto questo è possibile solo formando delle figure dirigenziali in grado di analizzare preventivamente (per quanto possibile) gli effetti a cascata delle varie opzioni individuate, che devono comunque sempre avvenire in prospettiva futura e per il bene comune, più che per il ritorno immediato di un This work is licensed under the Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International License. To view a copy of this license, visit http://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0/ or send a letter to Creative Commons, PO Box 1866, Mountain View, CA 94042, USA.


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singolo; di fondamentale importanza a questo scopo è il documento che segue, che è un foglio di calcolo (qui in excel) usato per la determinazione del prezzo di vendita dei prodotti; la parte più delicata dell’intera operazione è la condivisione in trasparenza delle dinamiche per la “valorizzazione delle risorse naturali non rinnovabili” che si ottiene solamente attraverso un controllo del prezzo di vendita tenendo conto simultaneamente del “Paradosso di Javons” e del “Principio del Porcellino”, integrando i costi variabili legati alla produzione con i costi di natura immateriale … dando valore sia al know how, che all’ambiente naturale!

9 Il sistema di pricing in Apuana Corporate 290

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Il foglio di calcolo denominato “Sistema di pricing di AC” è un documento riepilogativo che serve per raccogliere contemporaneamente tutte le informazioni di caratttere descrittivo per poter compilare le varie piattaforme di e-commerce (ItaliaEuropa-USA), e calcolare autonomamente secondo uno schema predefinito il prezzo di vendita dei prodotti realizzati, senza lasciare autonomia decisionale alle parti. Il foglio di calcolo è composto da quattro pagine, una pagina GENERALE che contiene principalmente informazioni di carattere economico, e tre pagine, una per ogni area geografica, che riporta quasi esclusivamente le informazioni descrittive dei vari prodotti; l’unica eccezione è rappresentata dalle spese di trasporto che sono caricate sulle tre pagine “geografiche”. La compilazione con i dati di natura economica, si limita esclusivamente a poche colonne per foglio, e può essere facilmente eseguita seguendo le istruzioni riportate nelle varie intestazioni. Riportiamo sotto la lista delle colonne con gli approfondimenti più importanti: •

A – Codice SKU, sigla del designer, seguita dal numero di progetto (secondo i sistema di codifica SMPP);

B – Codice EAN, detto codice a barre, serve per il trattamento automatizzato degli articoli con lettori ottici, ed identifica inequivocabilmente i prodotti se immessi nella grande distribuzione;

C, D, E – Colonne descrittive di identificazione del prodotto;

F – Misure degli imballaggi, importanti per calcolare i costi di trasporto;

G – Peso effettivo degli oggetti spediti, da verificare con una bilancia o da calcolare prima di procedere alla quantificazione dei costi di trasporto;

H – Peso volumetrico, questo valore, che si calcola moltiplicando tra loro la lunghezza dei tre lati e dividendo il risultato per 5000, serve per ricavare, comparandolo con il peso effettivo riportato nella colonna G, il valore da usare per calcolare i costi di trasporto, scegliendo il valore più alto fra i due;

I, J – In queste due colonne, che posso essere anche di più, a secdonda del grado di dettaglio che si vuole nella determinazione delle componenti del

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prezzo, sono riportati i costi da riconoscere ai vari artigiani per le lavorazioni effettuate, considerando anche “chi” deve fare “cosa”;

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K – La colonna K, con una prima formula matematica, ci consegna il rpimo valore calcolato autonomamente dal nostro foglio di calcolo, che è il prezzo che ci dovrà riconoscere il designer in caso di autoproduzione, ciò nel caso in cui la struttura di AC funga solamente come centro di prototipazione/produzione, salvo accordarsi preventivamente fra le parti, per determinare il costo di eventuali prototipi o campionature preliminari;

L – La compilazione della colonna L, significa che il designer ed AC hanno deciso di collaborare secondo il modello organizzativo della Fabbrica Diffusa 4.0, per cui, una volta compilati i valori relativi ai costi del packaging e logistica JIT, passare alla compilazione della sola colonna I nei tre fogli “geografici”, per completare il pricing del prodotto.

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I valori da inserire nella colonna “I” dei tre fogli “geografici” e le formule iriportate nelle colonne successive, dipendono dai costi di trasporto e dalle condizioni applicate dal corriere al momento della stipula del contratto in convenzione, per cui potrebbero leggermente differire caso per caso. Le colonne successive (sempre dei fogli “geografici”) sono esclusivamente di natura descrittiva; ma torniamo al foglio GENERALE : a questo punto, mediante un sistema di formule prestabilite, risulteranno automaticamente compilate tutte le caselle, i cui valori saranno facilmente interpretabili mediante le descrizioni riportate come titolo di ogni colonna. Con questi valori si potranno andare a compilare i vari campi del portale di ecommerce di AMAZON e si potrà cominciare a far funzionare La Fabbrica Diffusa 4.0, senza dimenticare che i numeri non sono niente se non coadiuvati da una precisa strategia funzionale a tutto il meccanismo, che dovrà per forza di cose far riferimento alle nuove tecnologie, in primis quelle on line.

10 Conclusioni 350

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L’intera operazione ruoterà attorno al sito internet di AC e al portale di e-commerce di AMAZON; AC diventerà un marchio commerciale, La Fabbrica Diffusa 4.0 diventerà un’associazione che gestirà un centro privato di trasferimento tecnologico sui materiali lapidei e un blog di implementazione del sistema organizzativo; SMPP diventerà una risorsa Open Source con una pagina sull’enciclopedia mondiale on line Wikipedia. Attraverso il blog “La Fabbrica Diffusa 4.0”, APUANA COROPORATE promuoverà pertanto: • il passaggio di economia artigianale locale da un’economia di risposta ad un’economia di proposta, da attuarsi mediante il rapporto tra designer autoproduttori e piccoli artigiani;

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l’integrazione tra le lavorazioni tradizionali e i processi produttivi innovativi frutto di ricerche portate avanti con i suoi partner tecnologici;

l’adozione di strumenti avanzati per l’organizzazione della produzione (come il SMPP);

l’uso del suo marchio (APUANA CORPORATE), attraverso il quale garantire il mercato sulla sostenibilità etica/ambientale delle soluzioni adottate

la diffusione della cultura tecnologica e di impresa fra le aziende del gruppo;

lo sviluppo territoriale, prima del proprio interesse economico, visto che il secondo è ritenuto strettamente dipendente dal primo.

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In un secondo momento, al raggiungimento di sufficienti economie di scala, AC potrebbe trasformarsi in un mero supervisore dei cicli produttivi impiegati e fungere esclusivamente da ente certificatore del marchio dietro corresponsione di un piccolo contributo percentuale, e da sviluppatore di nuove tecnologie con i propri partner tecnologici.

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