EVENTO DI ASCOLTO DELLE COMUNITÀ LOCALI
Tap o notap.
Quali valori e quali problemi?
INSTANT REPORT del 29 novembre 2013 OST 29 • 30 novembre 2013 partecipazione.regione.puglia.it
Oratorio S. Antonio BORGAGNE - fraz. di Melendugno
OST // evento di ascolto delle comunità locali // 29 • 30 novembre 2013 // Borgagne - LE
Open Space Technology
1 IL GASDOTTO TAP E LA PUGLIA
IL GASDOTTO TAP E LA PUGLIA
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OST // instant report
La realizzazione delle opere pubbliche e delle infrastrutture non può essere considerata, come in passato, un’azione neutra; impatta infatti sulla visione di futuro e di sviluppo delle comunità.
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La partecipazione è un processo euristico che consente di far incontrare conoscenza specialistica e sapere locale, di valorizzare le interazioni tra istituzioni e cittadini, di favorire la gestione creativa dei conflitti.
3 IL GASDOTTO TAP E LA PUGLIA
Si sbaglia quando si pensa che si è più veloci nella decisione evitando le “lungaggini” della consultazione del territorio; il governo di un processo complesso senza democrazia produce un corto circuito!
OST // instant report
Il gasdotto TAP e la Puglia
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Con delibera n. 1976 del 22-102013 “Dichiarazione d’intenti sui processi partecipativi per l’elaborazione condivisa di interventi di trasformazione del territorio nella Regione”, la Giunta regionale ha stabilito di dare priorità al processo partecipativo sul progetto TAP – Trans Adriatic Pipeline.
Si tratta di un rilevante intervento infrastrutturale di interesse internazionale, sul quale è già maturato un importante dibattito pubblico e per il quale l’Amministrazione regionale è tenuta a formulare un parere obbligatorio ma non vincolante, considerato che le politiche di approvvigionamento energetico sono in capo allo Stato.
Si è ritenuto di far precedere l’adempimento tecnicoamministrativo da un percorso di ascolto e confronto, a tutti i livelli, coinvolgente Comuni, Associazioni, Organismi, singoli cittadini e l’azienda incaricata di costruire il gasdotto.
Fase 1: accreditamento e Informazione Tutti gli interessati possono accreditarsi per prendere parte al processo. Sul sito web partecipazione. regione.puglia.it è possibile consultare la documentazione prodotta dall’impresa, dal dibattito locale, dalla Regione, dai Comuni e si può prendere parte ai forum di discussione, contribuendo così a migliorare la raccolta di conoscenze e di informazioni disponibili.
Dicembre 2013
Fase 2: ascolto
Fase 3: confronto
Si sviluppano incontri preparatori con le varie categorie di soggetti interessati e si attua un Open Space Technology: un evento di ascolto delle comunità locali aperto a tutti, per individuare in maniera sistematica tutti i nodi problematici relativi alla realizzazione dell’infrastruttura. I risultati dell’OST sono narrati da un istant report; la sintesi dei nodi è tradotta in una tabella delle criticità, per l’organizzazione del confronto successivo.
Si svolge il confronto pubblico sulle criticità emerse, che può concludersi con la constatazione della convergenza sulle singole criticità oppure con la ratifica delle divergenze. In questo caso, è valutata la possibilità di avvalersi di un ulteriore contributo terzo da parte di esperti di elevato livello scientifico.
5 Fase 4: Sintesi finale I risultati del processo partecipativo confluiscono in un documento di sintesi che viene trasmesso agli uffici regionali preposti alla stesura del parere e al competente Ministero.
IL GASDOTTO TAP E LA PUGLIA
Novembre 2013
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Le fasi del processo partecipativo
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Ascolto. TAP o noTap. Quali valori e quali problemi?
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L’evento di ascolto delle comunità locali risponde a questa domanda, venerdì 29 e sabato 30 novembre 2013 a Melendugno, negli spazi dell’Oratorio S. Antonio di Borgagne, con un Open Space Technology. Si tratta di un’iniziativa che rientra fra le attività di partecipazione che la Regione Puglia ha avviato da ottobre con lo scopo di animare una fase di ascolto e confronto, a tutti i livelli, sulla proposta d’installare il gasdotto TAP (Trans-Adriatic Pipeline) nel Salento.
L’OST è una metodologia di partecipazione che si basa sull’autorganizzazione e permette di far lavorare più persone su un tema complesso. Non ci sono relatori. I partecipanti si dividono in gruppi di lavoro, per approfondire i diversi aspetti connessi ad una domanda generale. I lavori si svolgono in due giornate: si parte venerdì pomeriggio, con la costruzione del programma di discussione e
i lavori dei gruppi. Ognuno di questi ha il compito di elaborare una sintesi del confronto generato tra i partecipanti. Sabato mattina si condividono i singoli rapporti, confluenti all’interno di un documento organico istantaneo. L’OST serve ad individuare i nodi problematici relativi alla realizzazione dell’infrastruttura. La partecipazione è libera. Chiunque viene, è la persona giusta.
IL GASDOTTO TAP E LA PUGLIA
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Buona sera a tutti. Confesso che è un po’ difficile parlare con una platea circolare; cercherò di essere breve per lasciare spazio a questi lavori. Io, come sindaco di Melendugno, voglio portare un saluto a tutti i cittadini che hanno voluto prendere parte a questa iniziativa, ringrazio tutti i presenti e ringrazio e saluto l’assessore regionale alla partecipazione attiva l’assessore Minervini che è qui con noi per seguire l’evento di ascolto della cittadinanza. E’ da circa un anno e mezzo che io sono sindaco di questa comunità ed è da un anno e mezzo che ci occupiamo di questo argomento.
Quando l’assessore Minervini mi ha parlato in regione di questa iniziativa, ho detto che per me andava bene sentire i cittadini perché, come dice l’assessore, questo tipo di infrastrutture non sono mai neutre rispetto alle popolazioni e ai territori in cui si realizzano; sentire la volontà, gli umori della cittadinanza è un fatto doveroso, è una pratica che dovrebbe essere sempre eseguita. La Regione Puglia ha inteso introdurre questa pratica innovativa e sperimentale, ma io ho detto che, per questo tipo di infrastrutture, non so se si riuscirà ad ascoltare e a raccogliere tutte le opinioni dei nostri cittadini, a sentire gli umori e le
valutazioni; non so se e fattibile questa iniziativa in un giorno feriale, alle 14,30 in un paese del sud Italia. Sapete che la partecipazione potrebbe non essere massiccia. Io spero che col passare delle ore altre persone possano venire a far sentire la propria opinione. Poi ho chiesto all’assessore: ma questa attività a cosa serve, è utile non è utile, serve soltanto per fare una ulteriore manifestazione sulla TAP o può servire alla nostra causa? L’abbiamo detto tre volte nel nostro Consiglio Comunale, il Comune di Melendugno è contrario a questo tipo di infrastruttura, la ritiene incompatibile con il proprio territorio. Noi abbiamo fatto un bel lavoro:
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Sindaco di Melendugno.
9 IL GASDOTTO TAP E LA PUGLIA
Ing. Marco Potì,
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il giorno 10 novembre, insieme ad una Commissione di esperti, di persone che io voglio ringraziare per il loro impegno, abnegazione e passione, abbiamo raccolto e presentato le osservazioni a questo progetto all’interno di un contro rapporto di VIA, che abbiamo approvato nell’ultimo Consiglio Comunale e che io pongo da subito all’attenzione di questa iniziativa.
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Sono stati dati degli apporti da persone validissime : professionisti, professori universitari, semplici cittadini, associazioni. Questo lavoro ha un valore scientifico e tecnico molto alto, tant’è che la settimana scorsa alcuni rappresentanti di questa Commissione sono stati sentiti alla Camera dei Deputati, in sede di Commissione Esteri e Ambiente e Sviluppo Economico in seduta congiunta. Hanno spiegato perché questo contro rapporto e perché quest’opera è incompatibile con il nostro
territorio. Io pongo qui sul tavolo un altro documento che è la delibera del Consiglio Comunale di Melendugno del 14 ottobre, che conferma ancora una volta la contrarietà a questa opera e fa un passo successivo, chiede alla Regione Puglia, che è la nostra regione, che è l’Ente sovra comunale per questo territorio, di prendere posizione anch’essa rispetto a questa infrastruttura, sia da un punto di vista tecnico, chiedendo al Ministero dell’ambiente una proroga dei tempi per presentare il parere, sia da un punto di vista politico: chiediamo al Consiglio Regionale, alla Giunta regionale e al Presidente della Regione Puglia di prendere posizione rispetto a questo progetto e di esprimere dissenso. L’articolo 52 quinques del Testo Unico sugli Espropri commi 5 e 6, oltre al parere obbligatorio non vincolante del Comitato VIA, dà alla
Regione un potere concorrente con lo Stato, quello di negare o accettare l’intesa con il Ministero dello Sviluppo Economico. Io mi permetto di dire che l’attività di ascolto la stiamo facendo da tempo. Abbiamo ascoltato i cittadini, abbiamo avuto dibattiti, abbiamo avuto anche campagne elettorali su questo argomento. Abbiamo incontrato i cittadini il 10 novembre scorso nel nostro cinema a Melendugno in un’assemblea partecipatissima. Noi non facciamo altro che confermare questa volontà a nome dei 10.000 abitanti del mio comune e dei turisti e delle persone che frequentano le nostre marine. Lo faccio anche a nome dei 120.000 abitanti che sono rappresentati dai consigli comunali di circa 20 comuni, che stanno crescendo ogni giorno e che hanno approvato lo stesso nostro ordine del giorno e la nostra stessa richiesta alla Regione Puglia.
Consegno quindi questa documentazione all’OST e chiudo soltanto con delle considerazioni: Abbiamo discusso se doveva partecipare l’azienda TAP a questo incontro; la nostra opinione è che TAP è controparte, è il proponente; noi non vogliamo avere un confronto con TAP, ma con la Regione Puglia e con le istituzioni. Ho visto una pubblicità a pagamento di TAP sui giornali locali chiamata “gestione dei reclami”con la quale TAP invita i cittadini, che si sentono danneggiati da questa infrastruttura, a contattarla perché è disponibile a compensare il loro disagio. Questo atteggiamento deve essere denunciato perché è al limite della legalità: non si compra il consenso delle popolazioni, non si gioca con la dignità delle persone. Da ultimo voglio fare una consi-
derazione: le notizie viaggiano quotidianamente, ogni giorno c’è una novità, la commissione ambiente della Camera ieri ha dato parere favorevole alla ratifica dell’accordo trilaterale tra Albania, Grecia e Italia per la realizzazione del TAP; ha fornito delle osservazioni che forse sono frutto del nostro lavoro, delle nostre pressioni, dell’audizione dei tecnici presso le commissioni parlamentari e ha detto che per l’approdo, per l’individuazione di questo sito, la commissione tecnica VIA nazionale presso il Ministero dell’Ambiente deve fare delle valutazioni molto serrate perché non tutti i siti sono uguali e questo progetto rischierebbe di compromettere la bellissima costa della Regione Puglia. C’è una cosa in più’ che io non sapevo, la commissione dice di scegliere bene questo sito perché, se ci saranno in futuro ulteriori gasdotti internazionali,
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più’ belle del mondo.
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E’ una fetta importante del Salento, di questa terra che ha una chiara vocazione che abbiamo dichiarato in tutti i modi: il nostro gas, il nostro petrolio sono il turismo, l’agricoltura di qualità, la cultura. Questa infrastruttura ha un approdo a pochi chilometri dall’oasi naturale delle Cesine, nel Comune di Vernole, a pochi km dall’area archeologica di Rocca Vecchia, dove ci sono tantissimi vincoli paesaggistici e ambientali tutelati dal piano regionale per il paesaggio ultimamente adottato dalla Regione Puglia. Questo territorio ha avuto negli anni tanti riconoscimenti: 4 volte consecutivamente bandiera blu, 2 anni consecutivi 5 vele Legambiente ultimamente siamo stati riconosciuti come il terzo paese ppiù “green”d’Italia per l’attenzione alle politiche ambientali. Oggi leggevo l’ultima su internet : la grotta della poesia, una delle 10 piscine naturali
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dovranno approdare nello stesso sito. Questo è un altro argomento che io metto all’attenzione: io pensavo di parlare di un progetto di un gasdotto, qua invece si aprono le porte anche a ulteriori gasdotti, a ulteriori apporti di gas.
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La Regione Puglia e l’Assessore Minervini con il quale noi stiamo dialogando ha voluto intraprendere questa iniziativa. Ho qui la delibera della giunta regionale da cui si evince che questo è il primo procedimento, non c’è ancora una legge regionale sulla partecipazione. Non sappiamo questa iniziativa a cosa porterà; magari i risultati verranno fatti propri dal Consiglio Regionale come io auspico, specialmente se le conclusioni saranno quelle che io ho tratto oppure se sarà soltanto uno strumento utile alla commissione VIA regionale per trarre le sue conclusioni. Mi dispiace che il parlamento
nazionale stia procedendo con un’altra velocità, con un’altra scaletta; sta andando per la sua strada; quello che succede nei territori interessa relativamente. Ratificano anche delle opere su cui noi abbiamo dei dubbi rispetto all’utilità e alla strategicità. Vanno avanti e non ascoltano le opinioni dei Comuni. Io non so se la Provincia di Lecce oggi ha deliberato anch’essa delle osservazioni che pongono dei dubbi su questa infrastruttura; mi dicono che ha respinto il progetto. Non so se a livello centrale stanno aspettando le valutazioni della Regione Puglia e se non aspetteranno neanche noi. La settimana prossima ratificheranno questo accordo. Non so se si farà in tempo. Con questa attività, con questo impegno con i Comuni, con i Sindaci del circondario, ce la stiamo mettendo tutta. Per concludere volevo citare 2 principi che ispirano questa
buona iniziativa della Regione Puglia e che ci hanno convinto a dare fiducia: l’art. 41 della Costituzione italiana dice: “l’iniziativa economica privata è libera, ma non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana”. Ragionate bene su queste parole. Così come l’art. 2 comma 2 dello statuto della Regione Puglia dice “il territorio della Regione Puglia è un bene da proteggere e da valorizzare in ciascuna delle sue componenti ambientale, paesaggistica, architettonica, storico-culturale e rurale”. Ebbene, io ritengo che quest’opera contrasti con tutte queste cose che lo statuto della Regione Puglia invece intende difendere; contrasta con la vocazione del nostro territorio, con la nostra volontà e con la nostra determinazione. Grazie e buon lavoro a tutti.
IL GASDOTTO TAP E LA PUGLIA
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Buonasera a tutti e grazie di aver vinto le difficoltà legate all’orario, come diceva poc’anzi il Sindaco. La situazione è abbastanza impegnativa: venire qui comporta degli oneri in termini di tempo, di sforzo, di difficoltà, di sacrificio. Ma immagino che bisogna ringraziarvi anche per un’altra ragione, forse la più importante, che se siete qui avete vinto una certa diffidenza che so aleggia su questo processo. Se siete qui vuol dire che c’è ancora un margine di fiducia che mantiene aperto questo filo di dialogo, questo filo di comunicazione, e di questo voglio in modo particolare ringraziarvi. Vorrei cioè utilizzare queste poche
parole per dirvi che in merito a tale investimento di fiducia, per quanto mi riguarda, il mio unico impegno è fare in modo che non sia tradito, che non sia utilizzato male. Vorrei fare in modo che ciascuno di noi alla fine di questo percorso, non solo oggi, ma proprio alla fine di questo percorso possa dire: ‘Bè, insomma quel venerdì pomeriggio, quel sabato mattina li ho investiti bene, sono serviti’, comunque vada a finire. Perché questo investimento di fiducia non sia tradito, però, dobbiamo calibrare bene il senso di questo percorso: non bisogna né sovraccaricarlo di attese né sottodimensionarlo in termini anche di aspirazioni.
Vedete questa, non devo dirlo io a voi, è una partita complicata, molto complicata nella quale entrano cioè una molteplicità di attori: c’è l’Europa, l’Unione Europea, il Governo Nazionale, il Parlamento che sta esprimendosi proprio in queste giornate, c’è un ente intermedio come la Regione, ci stanno tante comunità locali, tanti Enti Locali coinvolti. Quindi è una partita nella quale ci sono molti protagonisti. Io penso che un modo per non sovraccaricare di attese questo evento, è pensare che possa essere utilizzato per riequilibrare i rapporti di forza politici e istituzionali tra questi attori. Non è questo. Non è che
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Assessore alla Cittadinanza Sociale della Regione Puglia.
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Guglielmo Minervini,
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questo evento ha l’obiettivo di decidere al posto di coloro che hanno la responsabilità di farlo. Perché se ci riproponiamo questo obiettivo inevitabilmente ci condanniamo ad una sorta di delusione, non abbiamo il potere di sostituirci al potere di chi dovrà decidere. Questo lo dico per onestà e lo dico perché ci tengo a non tradire il vostro investimento di fiducia. Noi stiamo facendo un’altra cosa, intendiamoci, quella partita va giocata su altri canali, in altri luoghi, con altri metodi. E penso che l’attività di mobilitazione che state portando avanti, che sta portando avanti il Comune, che stanno portando avanti tanti Comuni, serve appunto a far capire che c’è una comunità locale che intende dire la sua, che ha le idee molto chiare su quale è il destino di questo territorio, su qual è il progetto di sviluppo di questo territorio, e
che a questo progetto non intende rinunciarvi solo perché qualche altro soggetto istituzionale ha deciso diversamente. Quella partita va giocata, la dovete giocare, la dobbiamo giocare, ad un certo punto è inevitabile che ci sia anche il ruolo forte, politico e istituzionale, della Regione. Va giocata su altri canali paralleli, quelli appunto della mobilitazione diffusa, quelli della relazione istituzionale. Io mi permetto solo di annotare una cosa: questa mobilitazione un qualche effetto già lo sta sortendo; azzardo una mia percezione che probabilmente non è fedele; la mia sensazione è che i giochi siano molto più aperti di quanto si possa pensare, che le cose possano concludersi cioè in molti esiti possibili e non in uno solo che è già segnato. Che cos’è allora l’appuntamento di oggi, a che cosa serve? Secondo me serve
fondamentalmente ad una cosa: a dimostrare che ci sono ragioni di merito forti per nutrire profonde perplessità sul progetto. Questo è uno spazio che può essere riempito di contenuti, di idee e di pensieri. Più elevata è la qualità di questi pensieri, più forti saranno le argomentazioni - la scommessa è tutta qui - più le idee si candidano a condizionare le decisioni. Io vorrei che tarassimo su questo terreno l’attesa di questo evento. Più contenuti di merito e di qualità inseriamo dentro le argomentazioni che verranno fuori tra oggi pomeriggio e domani mattina, e più sarà inevitabile che le istituzioni preposte, cui compete la decisione, ne debbano tener conto. È il gioco della democrazia che non può essere fondato solo sulla delega, sempre più oggi vien chiesto che sia fondato su un
destino di questa terra, è il sintomo di una cultura civica, di una democrazia vissuta, condivisa, partecipata e di comunità. È tardi? Io penso che non sia tardi. È chiaro che siamo in corsa. Dobbiamo dimostrare che la discussione e la partecipazione, non è una perdita di tempo, non è un processo che inizia e non sai quando finisce, dobbiamo dimostrare che la discussione e la partecipazione pubblica, ha un inizio e una fine e può concludersi in modo certo, definito, chiaro. A questo serve la sperimentazione, a dimostrare che funziona. Noi, prima di partire, ci siamo posti la domanda se questo percorso potesse essere incastonato all’interno dei procedimenti amministrativi che conducono alla decisione, non volevamo che fosse un percorso di discussione generica assolutamente scollegato
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istituzioni, per evitare che i conflitti esplodano quando è troppo tardi. È troppo tardi ora? Uno dei motivi della vostra diffidenza è questa domanda. Tra l’altro la poneva poc’anzi anche il Sindaco. È troppo tardi? Io adesso non è che sto a ricostruire la cronologia delle date, in fondo il progetto nella versione che oggi è oggetto di valutazione è stato presentato il 13 di settembre. Noi quella delibera che citava il Sindaco l’abbiamo presa qualche settimana dopo, nel mese di ottobre, e oggi siamo qui. Abbiamo provato a stare sul pezzo proprio perché eravamo consapevoli che attorno a quest’opera pubblica, a questa infrastruttura, c’è una incandescente attenzione da parte della comunità locale, che secondo me è assolutamente positiva. È, dal mio punto di vista, il sintomo di una partecipazione collettiva al
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dialogo diretto, su una interazione diretta. Noi stiamo costruendo un pezzo di questa interazione in maniera molto sperimentale. Ma perché questo? Perché ormai sono decenni che stiamo capendo che in Italia le cose non vanno avanti proprio perché c’è questo filo che si è interrotto, tra che decide e chi vive. È la storia delle grandi opere pubbliche nel nostro Paese, per cui ad un certo punto ci si accorge che magari una progettazione è completamente scollata rispetto ai bisogni reali di un territorio, e che quindi quei bisogni reali è importante ascoltarli in fase di elaborazione del bisogno, della infrastruttura e dell’opera pubblica, e non a valle quando ormai i giochi sono fatti e quindi i conflitti esplodono. Ecco, quello che noi stiamo sperimentando è un modo per ristabilire quel filo di comunicazione tra cittadini e
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rispetto ai procedimenti in corso. I procedimenti in corso sono: la valutazione di impatto ambientale che compete per parere obbligatorio ma non vincolante alla Regione, la valutazione di impatto ambientale che compete al Comitato VIA nazionale, poi la fase finale del procedimento che è la decisione del Ministero, quindi l’intesa con la Regione e poi là si apre uno scenario a seconda se c’è l’intesa oppure no. Allora noi ci troviamo esattamente qui: le due valutazioni di impatto ambientale, quella nazionale e quella regionale, non sono state ancora formulate. Anzi, Regione Puglia ha fatto questa scelta di avviare la valutazione di impatto ambientale regionale, a valle di questo processo. Con questo gesto dice Regione Puglia, noi apriremo la discussione su quello che ci compete solo dopo che avremo le risultanze
di questo processo. La cosa è dal mio punto di vista molto importante perché noi ci siamo posti il problema se questi tempi fossero compatibili con quelli della norma. Voi sapete che stiamo parlando di una normativa molto stringente anche dal punto di vista dei passaggi e dei tempi. Abbiamo chiesto al Ministero dell’Ambiente se anche il Comitato VIA nazionale era disposto ad attendere questo percorso. Ieri è giunta la lettera del dirigente del Ministero dell’Ambiente nella quale ci dicono che, compatibilmente con le norme, ascoltiamo questo itinerario di ascolto con i cittadini. Quindi i tempi per rispondere a quella domanda in termini positivi ci sono. Non è troppo tardi. Se stiamo sui tempi e sulla qualità di quello che diremo oggi e domattina, le condizioni per incidere e influenzare la decisione finale ci
sono anche sul piano giuridico, normativo e amministrativo. In questi giorni mi sono visto oscillare tra quanti dicevano che questo processo partecipativo non serve a nulla e quanti, invece, ritengono che processo conduce ad una decisione e che quindi serve a tutto. Noi ci stiamo muovendo in mezzo. Nel senso che avete una istituzione che ha un pezzo della responsabilità della decisione finale. Io sto qui come espressione del governo regionale che ha formulato un atto amministrativo formale. Mi sento anche investito di una funzione politica che è stata validata anche da un dibattito in Consiglio Regionale che, all’unanimità, ha rinviato le conclusioni proprio a valle del processo partecipativo. La Regione sta dicendo “io mi vincolo agli esiti della partecipazione”: questo non significa obbedire, ma alzare il
essere la persona che incide sul senso delle cose. In questo investimento di fiducia mi sento impegnato e di questo investimento di fiducia vi ringrazio. Starò con voi sia oggi che domattina proprio perché anche io sono curioso di capire come finisce questa storia.
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censite le criticità ne faremo oggetto di un confronto regolato. Io vorrei che la vivessimo come sperimentazione di autentica democrazia, nella quale cioè le idee provano a fecondare le scelte: dimostriamo che le idee, indipendentemente dal peso della rappresentanza, hanno una loro forza intrinseca che soprattutto nelle decisioni della comunità incidono. Siamo tutti cavie, se funziona questa cosa ne vorremmo fare oggetto di una legge regionale. Siamo tutti cavie di un bell’esperimento del quale un giorno vorremmo poter dire: ecco, abbiamo consentito alla nostra democrazia di fare un bel passo in avanti. E’ una bella storia quella che possiamo scrivere insieme. La regola numero uno di questo gioco che ora Fedele vi spiegherà è che chiunque venga è la persona giusta, chiunque stia qui dentro può
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costo politico di una eventuale divergenza. Dobbiamo dire ai cittadini perché si e perché no. A questo processo ha associato la propria disponibilità il governo nazionale, per bocca del sottosegretario De Vincenti che ha detto che il governo è molto interessato a ciò che verrà fuori dal processo partecipativo. E’ interessato ad un percorso che possa condurre ad una soluzione diversa, di non contrasto. Oggi censiamo le criticità, così come avete fatto voi in questi mesi. Fra qualche giorno si aprirà un’altra fase di confronto pubblico in cui devono essere presenti tutte le parti: sia privati sia gli interlocutori istituzionali, le nostre strutture tecniche come anche quelle del governo nazionale. Ho raccolto la disponibilità del sottosegretario De Vincenti ad essere presente egli stesso nella fase del confronto pubblico, quando
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Come nasce Harrison Owen, pioniere dell’Open Space Technology, notò negli anni ’80, nel corso della
sua esperienza di organizzatore di conferenze, come le persone si confrontassero con molto più entusiasmo durante i coffee break che non nelle fasi di lavoro. Giunse quindi a considerare l’ipotesi di un’intera conferenza con i partecipanti liberi di proporre gli argomenti e di discuterli perchè realmente interessati ad essi. Da quel momento, Open Space si diffuse in tutto il mondo.
Come funziona Se il gruppo di partecipanti è unito da passione e interesse, è in grado di auto-organizzarsi e di raggiungere il suo scopo. Il metodo di lavoro è libero, ma
si basa su quattro “principi” ed una “legge”
I quattro principi: #1. Chiunque venga è la persona giusta. Le considerazioni che si fanno durante il lavoro sono opera di coloro che sono presenti. Non serve pensare a chi sarebbe potuto intervenire o chi avremmo dovuto invitare, è molto più utile concentrarsi su quelli che ci sono. La partecipazione all’Open Space Technology è sempre volontaria: solo chi ha davvero a cuore il tema in discussione si impegnerà a fondo.
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L’Open Space Technology è stato sperimentato negli ultimi vent’anni in molti paesi del mondo, con gruppi composti da un minimo di 5 a un massimo di 2000 persone, in conferenze della durata di una, due o anche tre giornate. Si tratta di una metodologia innovativa, perché in tempi relativamente brevi, le persone coinvolte producono un documento riassuntivo di tutte le proposte e di tutti i ragionamenti elaborati dal gruppo: l’instant report.
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L’OST: uno spazio aperto di discussione
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#2. Qualsiasi cosa accada è l’unica che possiamo avere.
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In una particolare situazione, con determinate persone e discutendo di un certo tema, il risultato che si ottiene è l’unico risultato possibile. Le sinergie e gli effetti che possono nascere dall’incontro di quelle persone sono imprevedibili ed irripetibili. Per questo, chi conduce un Open Space Technology rinuncia ad avere il controllo della situazione: tentare di imporre un risultato o un programma di lavoro è controproducente. Chi facilita un convegno Open Space ha totale fiducia nelle capacità del gruppo. #3. Quando comincia, è il momento giusto. Dovranno esserci un inizio ed una fine, ma i processi di apprendimento creativo che avvengono all’interno del gruppo non possono seguire uno schema temporale predefinito.
#4. Quando è finita, è finita.
Quando funziona
Se certe volte serve più tempo di quello previsto, altre volte accade il contrario. Se la discussione si esaurisce più velocemente del previsto, è molto meglio dedicare il nostro tempo ad altro.
L’Open Space Technology può essere uno strumento efficace, ma funziona solo in una situazione che comporta:
L’unica legge: la Legge dei due piedi. Tutti hanno due piedi e devono essere pronti ad usarli. Se una persona si trova a conversare di un argomento e non ritiene di poter essere utile, oppure non è interessata, è molto meglio che si alzi e si sposti, su due piedi, in un altro gruppo dove può essere più utile. Questo è un modo per migliorare la qualità del lavoro.
Presentazione di Fedele Congedo
• un serio e reale problema su
cui lavorare • un’elevata complessità • molteplici punti di vista • una conflittualità diffusa • la necessità di trovare una
soluzione nell’immediato
Cosa produce Ogni gruppo di lavoro sviluppa un report e alla fine della giornata i singoli report vengono uniti in un unico documento: l’instant report destinato a tutti, come quello che state leggendo. Ora. www.openspaceworld.org
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Spazio Uno:
Spazio Tre:
Spazio Sei:
“Sostenibilità del territorio, tutti i possibili detrattori del progetto TAP – Quanti impatti da valutare?”
“Visione, Libertà e Amore”
“Impatto Storico - Archeologico”
Spazio Quattro:
Spazio Sette:
“L’opera è pianificata correttamente e realmente strategica?”
“Emergenza sociale sanitaria dello stato di salute nella Provincia di Lecce – La salute prima di tutto”
Spazio Cinque:
Spazio Otto:
“Le idee precedono i progetti”
“Speculazioni e tensioni sociali”
Spazio Due: “Processi decisionali: etica, credibilità, efficacia, tempistica e alternative”
SECONDA SESSIONE (19:00 / 20:00) Spazio Tre (bis): “Impatto del progetto TAP sulle prospettive di sviluppo territoriali – futuro di Melendugno postindustriale – la speranza non va”
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(16:45 / 19:00)
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PRIMA SESSIONE
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Spazio Nr. 1 Tema: Sostenibilità del territorio, tutti i possibili detrattori del progetto TAP – Quanti impatti da valutare?
Il Gruppo:
Proposto da: Angelo Corlianò Nahi, Gianfranco Maggiore
• Alberto Basset, prof. Ecologia Università del Salento
• Anna Floriello, architetto gruppo
• Sonia Petrati, imprenditrice -
contro rapporto Politecnico di Bari
PD Melendugno
• Giuseppe Campanile, citta-
• Anita Greco, cittadina
• Damiano Potì, ingegnare - dirigen-
dino pugliese - esperto diritto amministrativo
• Marcella Greco, cittadina
te politico direzione nazionale PSI
• Massimo Mascialino, cittadino
• Donato Santoro, cittadino
commissione consiliare comunale NO TAP
• Lavinia Mascialino, cittadina
• Paola Tagliente, Ass.ne Na-
• Flavia Casciaro, Ass.re Comu-
cheologa
• Petrachi Lilia Lucia
ne di Melendugno – avvocato
• Gianluca Maggiore, portavo-
• Corrado Vecchio, avvocato e
• Lucio Conversano
ce Comitato NOTAP
• Niceta Conte, architetto – cittadino
• Giuseppe Mancarella, Asso-
• Luigi Candido, geologo -
• Antonella Corciulo • Angelo Corlianò Nahi, ingegnere • Vito D’Onghia, ingegnere
– autore contro rapporto del Politecnico di Bari • Alfredo Fasiello
• Simona Mastrogiovanni, ar-
zionale Archeologi – ANA
commissione consiliare comunale NO TAP
balneare Salento
Il Facilitatore: Luigi Antonazzo
• Salvatore Mininanni, architetto
Il Rapporteur: Wanda Lograno
- contro rapporto commissione consiliare NO TAP
Di cosa abbiamo parlato:
• Giuseppe Papadia, cittadino • Salvatore Petrarchi, architetto
DAMIANO POTÌ> Leggendo la rassegna stampa non si evince chiaramente il risvolto di questa vicenda ed auspico che se
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Prima Sessione – ore 16,45 – 19,30
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SPAZIO UNO
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proprio si deciderà di realizzare questo gasdotto è importante valutare la necessità di averne due a soli venti chilometri di distanza (vedi il gasdotto con approdo ad Otranto). È opportuno anche verificare la vicinanza dell’approdo alla centrale; a tal fine è necessario legare questa vicenda a Cerano, prima meta scelta per l’approdo. Valutare le necessità energetiche e riconvertire la centrale di Ceranoal netto di spese e risparmi; considerare anche che il gasdotto porterà ad un notevole risparmio rispetto all’energia prodotta a carbone. Sulla questione dell’approdo, pare che anche il governo nazionale stia rivalutando Cerano: occorre valutare anche quale sarà l’opera di collegamento tra San Foca e Mesagne. Si rende necessaria una nuova valutazione dei danni creati
dai fumi prodotti da Cerano, riconvertendo la centrale a spese del consorzio TAP. Il luogo dell’approdo individuato è vincolato dall’UNESCO: siamo uno dei territori più antichi dal punto di vista archeologico. È necessario blindare. GIANLUCA MAGGIORE> Lo spostamento di approdo è a mio parere fuori luogo perché si parla di impatti. Ritengo sia necessario discutere sul progetto effettivo presentato. In un rapporto VIA presentato a Vienna nel 2006, si chiarisce il punto d’arrivo di IGL e poi TAP che punta solo il al profitto e non allo sviluppo dei territori. In seguito sono intervenuti dei cambiamenti nella presentazione del progetto evidenziando la validità ed utilizzando finanziamenti europei, quindi soldi dei cittadini. Il punto focale del Nel
rapporto 2006 si prevedevano consumi di gas maggiorati rispetto a quelli fatti di recente. Infatti IGL ha rimodulato la sua presenza in TAP diminuendo la quota di partecipazione. La sostenibilità di questo progetto non è più la necessità di energia ma l’accesso ai fondi europei, soldi dei cittadini. Non ci sarà una diminuzione del prezzo del gas. Come ha già anticipato l’on. Potì, occorre valutare di spostare l’approdo, ma è anche necessario stabilire le necessità del territorio e da chi verrà gestita la vendita di questo gas. Questo gas è nella maggior parte destinato al Nord Europa, verrà raddoppiato il gasdotto lungo l’asse Adriatico. Al fine di abbassare il prezzo del gas è necessario capire con esattezza la necessità delle infrastrutture che noi cittadini paghiamo. Al momento lo stato
Una lettera della TAVP dichiara che stavano per iniziare la valutazione archeologica, architettonica e paesaggistica. PAOLA TAGLIENTE> Provenendo dal tarantino voglio sottolineare che è impensabile condannare anche il Salento. L’impatto archeologico, legato alla salvaguardia ambientale, sarà fortissimo. E’ necessario valutare anche l’eventuale risarcimento in considerazione dell’indotto dei beni culturali e la visione del territorio. Si invita a considerare anche
Infatti il valore archeologico di un territorio non può essere risarcito, una volta distrutto è irrecuperabile. Esistono sistemi di valutazione matematica dell’impatto.
fatte nel contro rapporto. Se questi incontri, seppur sperimentali, possono essere utili che ben vengano per ascoltare i territori, cerchiamo quindi di far emergere l’unanimità di “NO motivati”. Pareri favorevoli alla TAP questa sera non sono emersi, quindi la Regione deve tener conto del nostro dissenso.
MININANNI> I materiali messi a disposizione, anche on line, da TAP sono solo descrittivi, non è mai sottolineato il forte impatto dell’opera sul territorio.
DINO BORRI> La procedura di VIA è regolata per legge, nel termine che gli Enti interessati devono rispettare (Regione, provincia e Comune).
Ringrazio l’architetto Tagliente per la disponibilità perché in effetti nella velocità di stesura del contro rapporto è mancata la valutazione del profilo archeologico.
Regione e Provincia di Lecce non hanno risposto, solo il Comune di Melendugno ha inviato il rapporto.
Questo incontro è fuori procedimento VIA, però l’iniziativa della regione può essere utile per sottolineare nuovamente le osservazioni
Quindi, formalmente è anche possibile che la Regione abbia chiesto al Ministero una proroga dei tempi di consegna del parere sulla variante ma potrebbe non essere più titolata a dire niente, non avendo
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Pare che la TAP non abbia fatto una valutazione archeologica.
gli archeologi oltre che ingegneri, questo perché gli archeologi entrano in tutti i tavoli di valutazione di impatto archeologico.
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italiano paga infrastrutture che non vengono utilizzate o che sono utilizzate solo in parte. Quindi va valutato non solo l’impatto ambientale e sociale ma anche economico. Valutare la strategicità dell’opera e la tutela della nostra terra salentina.
rispettato il termine formale scaduto il 20 novembre.
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VINCENZO MORETTI, Funzionario Regione Puglia> Confermo che sono scaduti i termini, tuttavia fintanto che il Ministero non chiude la vicenda è possibile per la Regione Puglia esprimere il parere.
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In realtà, la Regione ha già inviato il suo parere contrario che rimarrà valido laddove non dovesse inviare il nuovo parere sulla variante secondo l’articolo 25 del D.lgs. n.152/2006.
per tempo la loro azione di partecipazione attraverso l’invio del parere redatto dalla commissione del Comune di Melendugno al Ministero ed alla Regione. GABRIELLA DEGIORGI, Comitato controrapporto> Oggi svolgiamo una procedura di ascolto, diversa da quella formale delle osservazioni.
L’ufficio infatti ha chiesto al Ministero di poter attendere le risultanze del presente processo partecipativo prima dell’espressione del proprio parere.
Si chiarisce che il primo parere non può essere valido anche per il progetto di variante, quindi da questa procedura informale deve emergere l’impegno regionale a produrre il nuovo rapporto di valutazione sulla variante, prendendo a base il lavoro del Comune di Melendugno.
DINO BORRI> È curioso che questo richiamo alla cultura della partecipazione venga rivolto a chi entro i termini ha risposto partecipando, infatti, i cittadini hanno espresso
Quindi la regione deve esprimere anche se in ritardo un parere chiaro che esprima la volontà del territorio, esprimendosi prima che il Ministero chiuda la procedura,
salvando il momento partecipativo e quello formale. DAMIANO POTÌ> Non è pensabile che l’approdo sia in prossimità di una zona riconosciuta dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità, nel caso specifico si parla degli scogli in località Casciulara. DINO BORRI> Durante l’ultima fase del lavoro al contro rapporto al Comune e quindi alla commissione VIA del Comune di Melendugno è pervenuta una lettera della TAP che conferma l’assenza dello studio geologico, rinviando alla prossima primavera il completamento delle prospezioni. Questo è motivo di irricevibilità della valutazione ambientale sulla TAP da parte del Ministero. La lettera succitata viene allegata al presente report e verrà consegnata dal Sindaco Potì nei prossimi giorni.
GIANFRANCO MAGGIORE> Arpa Puglia nel febbraio 2012 ha inviato una informativa a Procura e Provincia, nella quale si contesta la validità di tutte le prospezioni in mare da dicembre 2012 a febbraio 2013, in quanto nessun tecnico dell’Arpa era presente alle perforazioni effettuate: non sono legali. Come mai TAP ha inserito questi campioni nel rapporto di VIA presentato al Ministero? MARCELLA GRECO> Il Prof. Assennato intervistato ha definito una vera e propria presa in giro da parte della TAP la presentazione di campioni
LUIGI CANDIDO> Ricollegandomi a Dino Borri, chiarisco che nel rapporto TAP si prendono impegni futuri ma la parte progettuale sviluppata è decisamente esigua e poco chiara. Il gasdotto proveniente dall’Albania passa dal da una delle aree di maggior sismicità. Non esiste nessuna indagine geologica sul tratto a terra, in un territorio con noti problemi di carsismo e criticità idrogeologico. Manca la viabilità in merito al progetto visto che mancano le strade percorribili da camion necessari per il cantiere. La valutazione del tratto a terra non viene trattata, non sappiamo di preciso cosa accadrà per il funzionamento, il progetto appare spacchettato e quindi difficile da valutare nell nel suo intero complesso.
DONATO SANTORO> Faccio parte dei cittadini con cultura media (ossia la terza media) ed ho piacere di vedere tanti professionisti che si stanno prodigando con il loro lavoro per la comunità. Volevo segnalare che il percorso individuato è sbagliato anche dal punto di vista economico per la stessa azienda privata. Il tragitto scelto passa in pieno nella zona archeologica quindi sarà difficile per loro riuscire a terminare l’opera. Se proprio si deve fare l’opera che si scelga un percorso che non abbia un impatto devastante come quello passante da Melendugno. Lecce è la città della cultura e nessun governo al mondo potrà toglierci questo diritto. CORRADO VECCHIO> Manca chiarezza sui partecipanti al consorzio, manca una programmazione nazionale e
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Inoltre, si sottolinea che la valutazione archeologica rientra obbligatoriamente come componente culturale nella valutazione del paesaggio.
di non certa provenienza e prelevati in assenza dell’ARPA.
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Quindi c’è una situazione surreale, si può agire forse segnalando al Ministero che la valutazione è incompleta.
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regionale, quindi si rischia di approvare un progetto senza conoscere la compatibilità con tutti i progetti della pianificazione generale.
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GUGLIELMO MINERVINI> Molto interessanti tutte le questioni di merito che stanno emergendo. Mi preme chiarire la procedura della valutazione obbligatoria ma non vincolante, prima dell’agosto 2012 sul primo progetto, che è stata assolutamente ignorata dal Ministero. Quello che si cerca di fare stasera con una procedura anomala, in accordo con il Ministero, cercando di dare massimo peso possibile in modo tale da cercare di evitare che venga ignorata la valutazione della Regione e la volontà del territorio. Dovrebbe essere così più difficile per il Ministero ignorare il nostro parere.
Le osservazioni concordate con il Ministero, andando oltre il piano formale. Con questa attività cerchiamo di dare maggior sostanza al parere formale. Si allegano agli atti la lettera di TAP che informa il Comune di non aver effettuato tutte le indagini geologiche e geofisiche, mancanti quindi nel progetto. Anche il contro rapporto è depositato agli atti e spedito nei termini alla Regione ed al Ministero. Chiediamo che la La Regione si esprima esprimerà dal punto di vista tecnico, riponendo anche fiducia in questa attività partecipata per caricare integrare le valutazioni tecniche di con un valore sociale e politico. Quindi in attesa del permesso che dovrà essere dato di intesa tra il Ministero e la Regione
interessata, l’attività di oggi servirà per dar maggior peso alla contrattazione Regione – Ministero. Anche la Provincia di Lecce oggi ha deliberato con un parere negativo la realizzazione dell’opera. SINDACO POTI’> Noi chiediamo che la Regione si esprima in Comitato VIA anche sui contenuti del nostro contro rapporto, ripongo quindi fiducia nell’attività partecipativa che stiamo portando avanti questa sera, perché come sostiene Guglielmo Minervini, dobbiamo caricare tutte le nostre valutazioni tecniche di un valore sociale e politico. In quanto al parere, segue la fase di concessione dei permessi, esiste infatti l’autorizzazione unica che viene rilasciata dal Ministero dello Sviluppo Economico d’intesa con la regione di competenza.
Si chiede che i risultati di questo processo partecipato vengano assunti e fatti propri dal Consiglio Regionale.
ANGELO CORLIANÒ> Il mio intervento è basato sia sulla VIA che sul contro rapporto da dove emerge chiaro che è impensabile realizzare un tale progetto in un territorio come il nostro, dove vi sono tantissimi vincoli. Questo progetto non avrà vantaggio alcuno per il territorio, si rileva invece una forte presenza di detrattori ambientali. Un progetto del genere in un territorio con vocazione turistica ha poco senso.
FLAVIA CASCIARO> La negatività dell’opera è evidente anche solo in funzione del ritorno negativo sulla vocazione naturale del territorio che è turistica. Questa vocazione che possiamo definire primaria merita considerazione che va rispettato e supportata. ENRICO TORTELLI> L’esperimento che stiamo vivendo oggi ci dimostra che esistono strumenti di democrazia partecipata che sostengono l’attività istituzionale e politica. Chiedo alla Regione di proporre questa modalità
Consideriamo l’incidenza che avrà il progetto sulle nostre attività turistiche ed agricole. Addirittura la centrale di depressurizzazione è prevista a 700 metri dal centro abitato. Emerge anche dal
progetto definitivo l’assenza di discussione sul detrattore salute. Un impianto molto più piccolo, quello di Panigallia (Sardegna), molto più piccolo di quello previsto qui, emette in atmosfera gas equivalenti ad una centrale termoelettrica in grado di servire 70-80 mila famiglie Un altro impianto nell’area del casaranese, molto più piccolo di quello previsto da TAP è stato giudicato dall’Arpa negativamente in una zona già inquinata. MININANNI> IIl contro rapporto è sintesi di un’ampia discussione ed è stato reso pubblico in assemblea pubblica. Questo gruppo faccia propri i punti affrontati nel contro rapporto, che viene allegato, chiarendo i motivi che rendono il progetto TAP incompatibile con il nostro territorio.
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partecipativa anche nei passaggi successivi, che il confronto con le istanze del territorio anche qualificate possa essere parte integrante del procedimento.
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Le nostre opinioni dovranno servire da supporto alle attività di contrattazione della Regione con il Ministero, la quale rimarrà nel processo fino alla fine del procedimento.
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DINO BORRI> Il controrapporto è un documento con valore di partecipazione seppur trattasi di documento formale che risponde ai termini di legge, inviato alla Regione ed al Ministero.
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MARCO RUPERTO (contributo scritto)> Si tratta di un progetto pericoloso in quanto si sono verificati incidenti devastanti in seguito all’esplosione di condutture di gasdotti. Il 4 giugno 1989 in Russia èesplose la condotta di un gasdotto con 645 morti – il 30 luglio 2004 a Ghislenghien in Belgio esplose un gasdotto con 23 morti e centinaia di feriti. Il 18 gennaio 2012 è esploso un tratto di gasdotto a Nel nel Comune di Tresana, l’esplosione del metanodotto ha provocato un morto e una decina di feriti. NO TAP perché la realizzazione di questo ecomostro devasterebbe il paesaggio,
in quanto comporterebbe lo sradicamento di 1900 ulivi nel solo Comune di Melendugno (che detiene il 4% della produzione di olio a livello regionale).
Il progetto è incompatibile con il turismo e la sua programmazione strategica è in conflitto con la promozione territoriale e con il sostegno all’agricoltura e alla pesca.
NO TAP contro il deturpamento della costa e per la cementificazione di 12 etteri di campagna per l’edificazione della mega centrale di depressurizzazione del gas.
In sintesi, le questioni chiave sono queste:
NO TAP perché la mega centrale di depressurizzazione è una minaccia per l’ambiente poiché avrebbe un impatto notevole per la salute emettendo sostanze, altamente nocive per l’uomo CO2 e PM24.
Prospezioni in mare effettuate senza la presenza dell’Arpa Puglia.
Tali sostanze oltre ad essere inalate, si depositano sulle piantagione dei terreni limitrofi come a Cerano.
Impatto archeologico non approfondito
Solo criticità per il territorio già martoriato dalle industrie presenti nel Salento con tassi di alta mortalità tumorale.
Assenza di vantaggi per il territorio. Aumento detrattori ambientali
Assenza di studio geologico ed archeologico. Manca lo studio di impatto sulle falde.
Forte impatto sull’ecosistema marino. Progetto svincolato da una pianificazione generale ed ambientale.
Valutazione del vincolo UNESCO Scogli Casciulare Conversione di Ceranoda carbone a gas. Delocalizzazione TAP. Acquisizione nel report OST delle osservazioni del Comune di Melendugno. Valore sociale e politico dell’ascolto dei territori (OST). Sottoporre all’approvazione del Consiglio Regionale i risultati dell’OST.
Chi dovrebbe essere coinvolto sulle questioni che abbiamo trattato: Il Consiglio Regionale per l’approvazione dei risultati dell’OST Il territorio Le istituzioni locali e regionali
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Negazione della vocazione turistica ed agricola del territorio.
Chi dovrebbe essere coinvolto sulle questioni che abbiamo trattato:
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Progetto sovradimensionato
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Spazio Nr. 2 Tema: Processi decisionali: etica, credibilità, efficacia, tempistica e alternative
Il Gruppo: • Antonella Lifonso, architetto, commissione paesaggio Comune di Melendugno: • Leandro Candido, ingegnere, PD Melendugno e Borgagne: • Alberto Santoro, Associazione Tramontana • Dario Cretì, geometra • Leo Dima, edile • Mauro Chirenti, geometra e vigile del fuoco, ass. Reazione • Lucio Serino, cittadino • Roberto Felline, consigliere Melendugno, ex sindaco • Enrico Tortelli • ENRICO MELISSANO, Ass. Fiab
Proposto da:Antonella Lifonso, Mauro Chirenti, Alberto Santoro Di cosa abbiamo parlato: ANTONELLA LIFONSO, architetto, Commissione paesaggio Comune di Melendugno> Il progetto non è stato presentato alla commissione, tranne che per questioni amministrative. Ho proposto il tema dell’etica della decisione perché è importante comprendere se le decisioni siano state inquinate dagli interessi privati o da pressioni di altro tipo.
Il Facilitatore: Antonio Massari
LEANDRO CANDIDO, ingegnere, PD Melendugno e Borgagne>
Il Rapporteur: Mariagiovanna Turturo
Occorre affrontare anche questioni politiche, fare analisi
• Marco Ruperto
delle alternative possibili. L’esperimento sociale del processo partecipato è interessante. ALBERTO SANTORO, Associazione Tramontana> La prima Associazione interessata alla Tap; stakeholder del settore agrituristico. DARIO CRETÌ, geometra> La TAP non è congrua rispetto allo sviluppo urbanistico ed economico; l’incontro è fondamentale, anche se tardivo. LEO DIMA, edile> C’è incongruenza nel comportamento delle istituzioni: da un lato si danno le bandiere blu, dall’altra si autorizza il gasdotto.
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Prima Sessione – ore 17.00- 20.00
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SPAZIO DUE
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MAURO CHIRENTI, geometra e vigile del fuoco, Associazione Reazione> È un processo tardivo rispetto al percorso decisionale TAP; la vocazione del territorio non è stata ascoltata prima; la strategicità non è veritiera, né per il territorio, né per l’interesse nazionale.
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LUCIO SERINO, cittadino> L’iniziativa è utile solo in teoria; ho timore che la Regione voglia solo lavarsi la faccia.
la partecipazione è stata attivata dai comitati, che hanno coinvolto comuni e Regione, ma manca lo Stato.
Alternativa Squinzano propone di accettare l’approdo della Tapa Tap a Cerano, a fronte della riconversione del sito.
La Regione deve riagganciare lo Stato al processo, che non è ancora tardivo, ma potrebbe diventarlo a breve se non si monitorizza e se non si riesce a incidere sulla calendarizzazione parlamentare.
Discussione:
ROBERTO FELLINE, consigliere di Melendugno, ex sindaco> il ruolo della Regione, nel processo decisionale, è importante.
Questo gruppo dovrebbe produrre una richiesta di slittamento di un mese della ratifica da parte della Camera dei Deputati (forzatamente prevista per la prossima settimana), all’accordo intergovernativo GreciaAlbania-Italia, sino alla fine di questo processo partecipato; il ragionamento di questo gruppo dovrebbe, pertanto, essere propositivo.
ENRICO TORTELLI> Il procedimento, sino ad adesso, ha avuto dei limiti;
ENRICO MELISSANO, Associazione Fiab> La questione è geopolitica;
La questione etica del processo: la distanza tra società civile e politica: la responsabilità è soprattutto della società civile.
sugli interessi (Enichem) e sul ruolo della politica MARCO RUPERTO> il progetto è incompatibile, ecologicamente ed economicamente, per la sicurezza e per la salute. LEANDRO CANDIDO> perché non c’è stato coinvolgimento della popolazione a monte, già nella decisione del sito? Occorre individuare le mancanze del processo per metterne in discussione la validità, al fine di trarne prospettive future. ANTONELLA LIFONSO> La decisione avrebbe dovuto tenere conto della vocazione del territorio. In una regione come la Puglia che ha adottato un Piano Paesaggistico con
Nel concreto, è opportuno contestare le analisi TAP e i riferimenti alla Posidonia, risultata prevalente rispetto alla realtà economica e sociale del territorio. Il processo
LUCIO SERINO> Le controdeduzioni del Comitato sono già a conoscenza della Regione; noi non abbiamo la possibilità di dire molto altro rispetto a quanto già rilevato da studi scientifici e tecnici, ma possiamo evidenziare l’incongruenza del processo decisionale rispetto alle analisi in campo. ALBERTO SANTORO> La strategicità dell’opera si decide a livello centrale. Lo Stato deve giustificare perché l’opera è strategica. Sempre secondo le controdeduzioni del Comitato, esiste una flessione nel mercato del gas a livello europeo, che rende ingiustificabile la necessità del gasdotto. All’obiezione che la TAP sia
un’impresa privata, occorre rispondere che il progetto si ferma all’approdo; lo Stato deve sostenere i costi della tratta successiva. Questo non si può considerare un investimento privato, ma fatto attuato con soldi pubblici. Le previsioni d’investimento sono falsate. Eticamente, in un mondo dove si impone la flessibilità a tutti, si è pensato di pianificare a cinquant’anni, sbagliando le proiezioni economiche, sia di breve, sia di lungo termine. A livello regionale, oltremodo, l’intervento non è giustificato da alcun miglioramento per il territorio. È sbagliato tutto il modello economico di riferimento, basato su un’idea obsoleta di industrializzazione. ROBERTO FELLINE> Bisogna tenere anche conto delle questione del lavoro, oltre che delle proiezioni economiche; in questo momento il territorio è già in perdita.
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decisionale fa acqua da tutte le parti: esistono argomentazioni per rivedere il processo e la decisione; l’Arpa ha detto che va rifatta l’indagine, perché sono errate le procedure.
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una forte filosofia strategica, sembra invece contrastare con le reali necessità e opportunità. Per questo, bisogna rileggere le relazioni tra la strategicità nazionale e le vocazioni territoriali; per farlo, dobbiamo lavorare a più livelli e incrociare i diversi ecosistemi (TAP prima ha detto che per la presenza della Poseidonia non si poteva realizzare a Brindisi, poi anche a San Foca hanno proposto la realizzazione di micro tunnel). Si parte da un modo distorto di decidere, ma dobbiamo invertire eticamente il modello decisionale: dalla rilevanza degli impatti devono nascere opportunità (spostamento a Casalabate e riconversione Cerano).
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ENRICO MELISSANO> Faccio una proposta di lavoro Glocal, per il gruppo e per tutto l’OST. Le grandi reti infrastrutturali sono pubbliche per definizione; poi vengono gestite anche dai privati, pur permanendo l’interesse pubblico.
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Questo OST deve fare un passo avanti sulla relazione pubblico/ privato. Se noi riusciamo a dimostrare la funzionalità di una discussione regolata e qualificata, allora possiamo anche chiedere di essere ascoltati dal decisore finale (cioè passare dalla Regione allo Stato): quello che conta sono i contenuti, che diventano penicillina sociale, un fattore d’innovazione. Concretamente c’è un problema di riequilibrare i poteri: se TAP può essere ascoltata dal Governo, perché noi no? Solo allora ci sarebbe pari opportunità tra le comunità e i grossi interessi privati. Voglio la
“ricevuta di ritorno” dallo Stato, rispetto all’ascolto di ciò che sta succedendo in questa sede. LEANDRO CANDIDO> Sul piano politico, non entrerei in merito alla strategicità dell’opera, che è ancora responsabilità dei decisori finali (l’Europa l’ha già definita tale), anche perché ci devia dalle reali possibilità dei lavori di questo gruppo; proposta: partiamo dal presupposto che tutti noi riconosciamo l’incoerenza dell’opera con la vocazione del territorio, da cui deriva la quasi unanime opposizione delle comunità; ENRICO MELISSANO> La Comunità Europea non è il Vangelo, quindi la sua decisione di strategicità può essere messa in discussione: per esempio, l’Europa ha valutato come strategici ben due gasdotti paralleli che partono entrambi da Komotini e terminano uno a San Foca e
l’altro a Otranto, facendo finta che ci sia un reale fabbisogno, senza giustificare la doppia realizzazione (per altro Otranto ha già autorizzato). Ciò dimostra che i criteri di strategicità adottati in sede europea sono quantomeno discutibili. Una proposta: produciamo osservazioni per la comunità europea. ROBERTO FELLINE> quando si parla di strategia si dimentica il tema dell’etica. In Italia la relazione tra etica e procedimento è difficile. La strategicità dell’opera è una parola vuota se la decisione in merito viene persa in centri di potere lontani; si usa la parola “strategia” per giustificare posizione etiche ambigue. Nessuno si è preso la briga di spiegare perché l’opera è strategica. Non è l’accordo Italia-GreciaAlbania che va contestato, è
I referenti di TAP hanno attribuito alla tutela della Poseidonia la scelta del nuovo sito, utilizzando valutazioni vecchie e false. E’ un procedimento inquinato da argomentazioni false. TAP va avanti con le bugie e le relative compensazioni. La Regione non deve sottrarsi alle responsabilità con la scusa delle competenze, perché la normativa che disciplina il procedimento ne prevede l’intervento: un formidabile potere di interdizione sul procedimento, in quanto può esprimere il dissenso motivato al progetto. Una
ANTONELLA LIFONSO> La TAP da problema deve diventare opportunità, per esempio, potremmo immaginare la riconversione di Cerano. Risposta di Giulio: non possiamo parlarne, perché non c’è la controparte di Casalabate; oltre all’impatto visivo, le sostanze nocive emesse hanno lo stesso raggio di azione. LUCIO SERINO> La Tap, come le altre grandi opere, sono bugie con le gambe lunghe. Dovremmo ragionare di un’etica generale più che di processo: la questione è il rapporto tra amministrato e amministratore: un’occasione del genere può essere propedeutica per una metodologia di partecipazione della società civile alle decisioni della politica, anche se non dovesse essere utile alla procedura sul gasdotto.
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Il meglio è nemico del bene nella gestione del pubblico: San Foca è meglio di Casalabate?
volta espresso il dissenso, vi è l’obbligo di creare un tavolo tecnico paritetico e di trovare la giusta alternativa al progetto, nel rispetto dei principi di sussidiarietà e di leale collaborazione. Il momento è giusto per ridare dignità alla politica. Come Consiglio Comunale di Melendugno, abbiamo proposto che il Consiglio Regionale approvasse una mozione all’unanimità, per impegnare la Presidenza a esprimere il dissenso nel procedimento – art. 52 quinquies T.U. Decreto Esproprio”. Così si può stoppare il processo e recuperare potere di contrattazione. Questa delibera comunale è già stata inviata al Consiglio Regionale e mi auguro che l’assessore Minervini faccia la sua proposta di inserimento all’ODG del Consiglio.
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proprio la posizione all’interno della rete dei gasdotti: si è scelta questa dorsale, perché questi sono i tre soggetti più deboli e dunque più corruttibili.
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ALBERTO SANTORO> Perché il progetto è stato deciso per intero dalla società privata essendo in gioco l’interesse collettivo? La comunità deve essere interpellata a monte, per decidere l’opportunità di un’opera, e in itinere, per gestirne le modalità. Inoltre l’opera deve portare progresso nel territorio dove interviene.
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ROBERTO FELLINE> La società avrebbe dovuto proporre più ipotesi progettuali sui diversi punti di approdo (4 Brindisi e 1 San Foca), tutte allo stesso livello di progettazione – come affermato dalla stessa Barbanente, in Consiglio Regionale. LEANDRO CANDIDO> Ci sono state differenze di comportamento delle istituzioni sul sito di Otranto. La posizione del PD provinciale: visto che questo territorio ha già dato (Otranto ha già ottenuto
l’autorizzazione per la variante), prendiamo in considerazione l’ipotesi che non serva un’ulteriore infrastruttura.
ora previsto per la settimana prossima.
In sintesi, le questioni chiave sono queste:
Capigruppo del Consiglio Regionale. Presidenza Regionale, creando un reale ed efficace momento di confronto tra decisore finale e comunità locali.
Conflitto di competenze tra di vari livelli dove si decide della strategicità degli interventi, nel quale si disperde la vocazione del territorio, laddove non vi sia una reale e trasparente sussidiarietà verticale. È possibile bloccare il procedimento in atto, tramite un prese di posizione formale della Presidenza della Regione, sostenuta dall’intero Consiglio, al fine di rivalutare le questioni strategiche, con il coinvolgimento attivo delle comunità locali. A tal fine, bisogna spingere per uno slittamento della calendarizzazione della ratifica del protocollo intergovernativo,
Chi dovrebbe essere coinvolto sulle questioni che abbiamo trattato:
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Spazio Nr.3 Tema: Visione e Libertà e Amore. Proposto da: Sabrina Sansonetti – Gino Buizza
Il Gruppo: • Dario Castrignanò • Enzo Gabrieli • Nadia Dima • Sabrina Sansonetti • Gino Buizza
Il Facilitatore: Livianna Curri Il Rapporteur: Stefania Trippetti Di cosa abbiamo parlato: GINO BUIZZA> Faccio quello che posso fare, magari mi passeranno sopra, ma almeno farò la mia parte. DARIO CASTRIGNANÒ> Libertà! Dobbiamo decidere se siamo liberi oppure no. L’impatto sul territorio, considerato Melendugno,
il Paese Italia, possiamo deciderlo noi? Perché sono gli altri a decidere. “Contiamo qualche cosa”? DARIO CASTRIGNANÒ> Questo territorio non vuole quest’opera, per tutte le ragioni precedentemente esposte in plenaria. Essa ha un impatto notevole e per noi il territorio è il turismo. Il senso comune lo suggerisce: questo territorio ha una vocazione turistica, così come Taranto, che ha subito altra destinazione e vocazione. Il punto è: noi contiamo? Altrimenti ce lo dicessero e allora troviamo altri modi. Ci devono rispondere e devono metterci la faccia.
ENZO GABRIELI> Basta pensare alle affermazioni di Giovanardi. SABRINA SANSONETTI> Pensate a quello che ha detto D’Alema: è assurdo che abbia dichiarato “ma non vi preoccupate, tanto è un semplice tubo e non si vedrà”. Ci trattano da sciocchi. Si ritiene che il Sud non sia un patrimonio di cultura, di bellezza, di tradizioni e che le nostre intelligenze non valgano nulla. E’ importante che le nostre comunità facciano sentire la loro voce. Che cos’è l’amore? L’amore è appartenenza ad un territorio che mi emoziona. Tutto si
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Prima Sessione – ore 17:20
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SPAZIO TRE
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collega all’amore, il contesto nel quale viviamo: è dove il calore del sole e la luce della luna si incontrano. Questa è una terra in cui la bellezza viene esaltata in tutte le sue forme. Tant’è che le riviste internazionali, come National Geographic, la vedono come una tra le prime dieci bellezze naturali del mondo. Pensare ad un gasdotto in questa terra, vicino a parchi naturali, come le Cesine… pensare al nostro mare che ottiene da anni le bandiere blu, dove ci sono i nostri ricordi, dove siamo cresciuti e dove vorremmo che i nostri figli possano crescere. Questo territorio va protetto e tutelato. Le controdeduzioni presentate dai Comuni aderenti, queste controdeduzioni, dovevano essere fatte dalle Istituzioni, invece sono state fatte dai cittadini, dalle associazioni. Controdeduzioni scientifiche,
dove l’atteggiamento della TAP è di tipo mafioso, perché tende a sminuire quelle stesse controdeduzioni. Da un punto di vista economico, l’Italia non sa nemmeno qual è la compatibilità economica, cioè non sa quante somme servirebbero. La parte economica è folle. Richiamiamo l’intervento del 21.11.2013 di Elena Gerebizza (tecnico per le controdeduzioni): il documento è stato consegnato alle Istituzioni. E’ assurdo iniziare questo intervento che non ha compatibilità né economica né di nessuna altra natura. Dicono che si abbasserà la bolletta, quando lo stesso documento dimostra che ciò non avverrà. L’anomalia folle è che in genere le Istituzioni sono a supporto dei cittadini, mentre sono stati i liberi cittadini,
da liberi professionisti, ad impegnarsi per elaborare le controdeduzioni. Siamo stati noi ad appoggiare le Istituzioni e non è avvenuto il contrario. DARIO CASTRIGNANÒ> Noi non siamo rappresentati. GINO BUIZZA> Quando dico “noi”, io voglio intendere che il nostro futuro è nel passato, che il fruttivendolo ha trovato, ad esempio, la sua collocazione: riesce a lavorare perché utilizza i prodotti locali tipici, che sono apprezzati dai turisti. Il supermercato di Torre dell’Orso, qui nel Salento, ha motivo di esistere perché ha prodotti i locali che fanno ricco il Salento. Il Salento è ricco perché ci siamo noi, le persone, con le cose nostre, dai prodotti all’educazione. E gli altri se le sognano. Io quando vado fuori, il bicchiere d’acqua me lo fanno pagare, mentre quando vengono da noi gli offriamo la
Quando si gestiscono risorse pubbliche, è necessario considerare le ricadute; il Governo e l’Europa hanno ritenuto che questa sia un’opera strategica. Se è così, deve essere considerato il suo impatto sulla spesa pubblica. Noi riteniamo che non ci sia una visione economica compatibile con questo territorio, che ha una vocazione turistica. Le ricadute non ci sono. Questo territorio è patrimonio dell’umanità, pertanto non
NADIA DIMA> Io lavoro stagionalmente in estate in un lido a Torre dell’Orso. Si sa che nel Salento e nel Sud Italia, non c’è lavoro. Con questa opera penso che sarà ancora più difficile trovare lavoro e l’impatto di quest’opera tocca soprattutto il turismo: incide sul lavoro di questo settore, oltre che sull’amore per la mia terra, sulle tradizioni e sulle origini che questo progetto distrugge. GINO BUIZZA> Dobbiamo considerare San Foca e il Salento patrimonio dell’umanità: in effetti sotto certi aspetti lo sono. Infatti la legislazione attuale non ci consente di spostare nulla, neanche un metro di sabbia. E viene il TAP a fare quel che vuole? Mi si dice che ci sono dei tunnel sotterranei e Nadia sa benissimo che basta una mareggiata e la spiaggia
sparisce. Figuriamoci le navi che devono lavorare per un tale progetto! Le stesse correnti influiscono nel modificare naturalmente la costa. Quando Sabrina parla di amore, parla dell’amore per questa terra che è amore per il mare e che non si tocca. Parla dell’amore verso gli ulivi, che non si toccano. Parla dell’amore per il cibo, per le “frise”. Che non si toccano. Questo è il patrimonio dell’umanità. L’equilibrio tra ambiente, persone e prodotti. Grazie al senso di grande ospitalità, grazie al patrimonio marino in cui viviamo , si è creato un equilibrio naturale. I turisti che vengono da tutto il nord Italia, arrivano per imparare non solo la pizzica. Con orgoglio imparano a dire la “pagghiara” e altri nomi tipici, nostri. Vengono qui e si innamorano anche della lingua, del leccese. E adesso viene
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SABRINA SANSONETTI> Se si ritiene che noi dobbiamo dare un piccolo contributo sulla parte economica, vi deve anche essere la capacità degli investimenti di generare meccanismi virtuosi e ricadute sul territorio. Queste cose non ci sono.
vogliamo essere comprati da qualsivoglia benefit economico.
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bottiglia d’acqua, perché siamo fatti così. Questo è l’amore che abbiamo e che caratterizza questa terra.
una TAP a distruggere tutto. Mi fa male il cuore.
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SABRINA SANSONETTI> Mi sento una “chianca sullu core”, la pietra messa per costruire le strade e noi ci sentiamo così. Ci stanno rendendo il cuore di pietra.
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In questo periodo si parla di città SMART, per considerare le persone e i territori come un valore, assieme a qualsiasi cosa si muova grazie all’energia. Le stesse idee nascono dalla compatibilità del cuore con il proprio territorio. Questo intervento mira a bloccare energie e intelligenze. Non è solo un danno economico, è un danno di territorio. È tutto coordinato, un ecosistema dove la cultura è un catalizzatore di più elementi, un contenitore dove c’è tutto: la bellezza del territorio, le persone.
Le più grandi idee sono nate sotto l’ombra degli alberi: la natura è un valore, come dice Platone. Quando vai a Sant’Andrea trovi questa sfinge…con la luna si crea una bellezza unica. La luce della luna esalta la bellezza naturale del nostro territorio e genera ispirazione, per la mente e per l’anima. Qui in Salento nascono le più belle arti, le più belle menti, perché viviamo in un contesto di bellezza. GINO BUIZZA> I bisogni del Salento: noi vogliamo TAPS, “Trans Adriatic Pulizia Spiagge”. SABRINA SANSONETTI> Il valore del contesto nel quale i cittadini vivono è rappresentato in modo specifico dalla bellezza del territorio, dall’armonia, dall’autenticità, dalla tradizione della memoria, delle radici. Qui, i sogni, le sensibilità, le energie,
le idee trovano lo spazio per esprimersi. È necessario e possibile avere consapevolezza della visione del pianeta, quando tu puoi stabilire una strategia che esalti, valorizzi, tuteli l’equilibrio perfetto tra natura e umano. Sedersi su uno scoglio, godere della natura, crea un’ambientazione perfetta per generare nuove idee. Non a caso, nel Salento, in qualsiasi campo, nell’arte, nella ricerca, nel turismo, si raggiunge spesso l’eccellenza. I luoghi e gli spazi sono luoghi di opportunità, di ancoraggio, con il proprio essere, con il proprio sapere, con la visione delle cose. All’interno di una Comunità, il Capitale Sociale è importantissimo: determina la fiducia che i cittadini ripongono nelle Istituzioni; è elemento fondamentale per
Il Salento come patrimonio dell’umanità. Equilibrio tra persone, tradizioni e ambiente. Il territorio come bene comune e come valore. Equilibrio perfetto, tra natura e umano. L’amore come naturale fonte d’ispirazione e fonte di generazione di nuove idee. Il Capitale Sociale. Il valore della cultura e della memoria.
Chi dovrebbe essere coinvolto sulle questioni che abbiamo trattato: Le Istituzioni regionali, nazionali ed europee. Beni culturali. Ministero dell’Ambiente. Ministero della Salute.
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In questo momento e su più fronti, i cittadini sono completamente sfiduciati.
In sintesi, le questioni chiave sono queste:
L’abbandono delle Istituzioni. Il Sud come terra di conquista e non come valore.
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La valutazione dell’impatto dell’opera a livello economico e ambientale.
IL GASDOTTO TAP E LA PUGLIA
creare un contesto organico e consapevole tra Comunità e Istituzioni.
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• Luigi Degaetani, cittadino • Doretto Marinazzo, Legambiente Puglia • Francesco Magno, Legambiente Puglia • Alessandro Manuelli, ingegnere ricercatore • Luigi Montinaro, cittadino • Lilia Lucia Petrarchi, avvocato • Salvatore Petrarchi, Ufficio Tecnico Comunale • Giampaolo Potì, cittadino
Il Facilitatore: Lea Sodano Il Rapporteur: Graziana Basile Di cosa abbiamo parlato: GIOVANNI DE CARLO> L’opera non è strategica per le argomentazioni che seguono.
Spazio Nr. 4 Tema: L’opera è pianificata correttamente e realmente strategica? Proposto da: Antonio De Giorgi, Giovanni De Carlo (Associazione Tramontana, Comitato NO TAP ) Competitività: il prezzo dell’energia. L’Europa ha un prezzo maggiore dell’energia rispetto a quello degli Stati Uniti, perché è costretta ad importare un grosso quantitativo di fonti fossili. Anche TAP si inserisce in una politica d’ importazione. Il prezzo del gas dell’Italia è allineato a quello dell’Europa. Il gasdotto TAP non consente un abbassamento del prezzo del gas, in quanto le importazioni di gas assicurato sarebbero pari solo al 2% - 4% del fabbisogno europeo (10 miliardi metri cubi espandibili a 20, su un consumo europeo di 500 miliardi di metri cubi).
Il gasdotto TAP non incide sulla diversificazione degli approvvigionamenti, in quanto esistono già 5 gasdotti di importazione provenienti da diversi paesi (Russia, Algeria, Tunisia, Libia, e paesi del Nord Europa) e 2 rigassificatori, che consentono l’approvvigionamento flessibile e senza vincoli di acquisto. Inoltre, dal punto di vista geopolitico, l’Azerbaijan non ha una situazione politica e democratica più stabile rispetto agli altri Paesi da cui importiamo il gas. Impatto ambientale: al fine di ridurre l’impatto ambientale dovuto alla produzione di energia, è necessario
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Il Gruppo:
Prima Sessione – ore 17.15
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SPAZIO QUATTRO
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procedere alla riduzione dell’utilizzo delle fonti fossili. In particolare, la fonte fossile più inquinante, il carbone, potrebbe già essere sostituita dal gas nella produzione di energia elettrica, in quanto quest’ultima fonte è presente in quantità tali da garantire la decarbonizzazione.
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LEGAMBIENTE PUGLIA> L’opera non è strategica, perché ci sono delle divergenze tra livello nazionale e livello europeo dal punto di vista della pianificazione energetica; il riferimento legislativo europeo è la road map. Esiste un calo dei consumi energetici a livello nazionale. C’è contraddizione tra strategia e azione concreta: si guardi la preferenza verso le fonti fossili rispetto alle rinnovabili. Un’opera è strategica se l’impronta ecologica viene preventivamente valutata
dalle istituzioni, assieme allo studio dell’impatto ambientale, attraverso uno studio di fattibilità (relazione di scoping); non deve essere elaborata da una società privata (soggetto proponente). Il Decreto Legislativo n.340 del 2000 prevede che la strategicità dell’opera può ritenersi tale solo dopo l’analisi della compatibilità ambientale; inoltre, è preferibile cantierizzare l’opera in aree industriali dismesse. ALESSANDRO MANUELLI> L’opera non è strategica, perché non esiste una strategia in Italia. Si è lasciato tutto nelle mani delle aziende private, in violazione dell’Art. 42 della Costituzione. È necessaria una strategia di medio e lungo termine: una strategia di medio termine, per la sostituzione delle fonti inquinanti (carbone) con quelle meno inquinanti (gas). C’è
abbondanza di gas e gasdotti e non sussiste la necessità di crearne altri. La strategia di lungo termine è eliminare le fonti fossili. L’opera ha impatti ambientali su un territorio che non ha vocazione industriale. Il PRT espandendo il gas e contemporaneamente lo raffredda. TAP ha previsto un sistema di riscaldamento (ciò comporta un’ulteriore opera) attraverso due caldaie, che “dicono” funzioneranno solo per il 2%. Solo questa percentuale produrrà 2000 t. di fumi di combustione. In realtà le due caldaie funzioneranno maggiormente, in quanto dovranno garantire l’attività per l’intero anno. Questo comporta grandi rischi di natura ambientale. NICOLINI STICCHI> Nel 2011 si diceva che c’era mancanza di gas: una dichiarazione non fondata. Vista la grossa quantità
LUIGI DEGAETANI> La questione finanziaria del gasdotto: non si conoscono gli azionisti: la sede legale della società è in Svizzera. Gli utili conseguiti verranno tassati in stati considerati come “paradisi fiscali”. La società è finanziata da fondi europei, nonostante sia un’opera che dovrebbe essere a totale carico dei privati proponenti. L’opera è stata ideata 25 anni fa, quando in Europa c’era una crescita del 2-3% annuo; attualmente la crisi economica richiede meno energia e
L’opera depauperizza l’ambiente dal punto di vista ambientale, sociale, culturale, andando ad inficiare tutti i valori che caratterizzano questo territorio. In sintesi, le questioni chiave sono queste: il gruppo considera l’opera non strategica perché: non abbassa il prezzo del gas; il gas importato in Italia ed in Europa è ampiamente sufficiente a soddisfare il fabbisogno; il gas importato in Italia e in Europa è ampiamente sufficiente a realizzare la decarbonizzazione degli impianti di produzione di energia elettrica; non esiste un Piano Energetico Nazionale; inoltre, l’opera
è in contrasto con il Piano Energetico Europeo, che ha l’obiettivo di ridurre la produzione di energia da fonti fossili; il gasdotto TAP non incide sulla diversificazione degli approvvigionamenti, in quanto esistono già 5 gasdotti d’importazione provenienti da diversi Paesi (Russia, Algeria, Tunisia, Libia, e i Paesi del Nord Europa) e 2 rigassificatori che consentono l’approvvigionamento flessibile e senza vincoli di acquisto; un’opera è strategica se l’impronta ecologica e lo studio d’impatto ambientale vengono preventivamente valutati dalle Istituzioni, attraverso uno studio di fattibilità (relazione di scoping) non elaborato da una società privata che è soggetto proponente.
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L’Italia è priva di un Piano Energetico Nazionale. Ci sono già infrastrutture sufficienti. Il prezzo del gas non si abbassa con un’infrastruttura. Se questa è in mano a società private, il prezzo non si abbasserà.
diffusione delle fonti rinnovabili, con minore domanda di fonti tradizionali.
57 IL GASDOTTO TAP E LA PUGLIA
di gas disponibile, questo timore si supera con impianti di stoccaggio e non con la realizzazione di altri gasdotti.
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Chi dovrebbe essere coinvolto sulle questioni che abbiamo trattato:
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Istituzioni nazionali e regionali. Associazioni. Forze politiche. Purtroppo, fino ad ora, esse non hanno sufficientemente approfondito questo tema, dando per scontata la strategicità dell’opera che invece, per le ragioni esplicitate, non è per nulla strategica. Allegati: Audizione alla Commissione Esteri della Camera dei Deputati dell’Ing. Antonio De Giorgi, Energy Manager. TAP e programmazione economica. Audizione Commissione Esteri Camera dei Deputati del 19.11.2013 – Presentazione.
IL GASDOTTO TAP E LA PUGLIA
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Spazio Nr. 5 Tema: Le idee precedono i progetti Proposto da: Angela Perulli (Movimento 5 Stelle), Andrea Stella (Comitato NO TAP ), Mauro Chirenti(Associazione Reazione)
Il Gruppo: • Antonio Todisco • Anna Elisa Prete (Assessore alla Cultura e Turismo del Comune di Melendugno) • Angela Perulli (Movimento 5 Stelle) • Andrea Stella (Comitato NO TAP ) • Davide Penza • Mauro Chirenti • Paola Tarantino Il Facilitatore: Fabio Dell’Erba Il Rapporteur: Giuseppe Graziani Di cosa abbiamo parlato: Le idee precedono i progetti.
Oggi, dopo il progetto, ci chiedono idee. È una presa in giro? Open Space: processo partecipato con reale ascolto della popolazione. Investimento in fiducia. In sintesi, le questioni chiave sono queste: ANGELA PERULLI > Le idee precedono i progetti. Produrre idee. Ci sono accordi, progetti, perché chiederle a posteriori, dopo che i giochi sono stati fatti? Oltre il danno la beffa? Non c’è un percorso di democrazia. E’ necessario l’ascolto, prima di ogni scelta. Siamo stati trattati
come schiavi, schiavi di giochi, non così occulti, ormai. Dopo l’intervento dell’Assessore al Turismo e alla Cultura del Comune di Melendugno, sottolineo il suo coraggio nel contrastare il Presidente Vendola, nonostante l’appartenenza alla medesima corrente politica. Si gioca con la nostra salute e con la nostra economia. La devono smettere di trattarci come persone che non sanno ragionare. Siamo la culla della civiltà. L’uomo è l’ambiente. La nostra terra è in coma. Se negate la vita a questa terra, è come toglierci il respiro.
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Prima Sessione – ore 17.20
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SPAZIO CINQUE
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Qualsiasi cosa diciamo in questa sede, i giochi sono fatti. Un OST realizzato un anno fa avrebbe avuto più efficacia e senso.
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Il vero poeta prevede il problema, guarda ad oltranza, perché ha uno sguardo che va oltre certi limiti, prevede le problematiche e si apre all’ascolto attivo, affinché il suo sguardo, da punto di vista, diventi orizzonte visivo. La politica sottovaluta la capacità di pensare e di agire delle comunità. La politica non riesce a guardare oltre. Non possono distruggere la poesia del nostro territorio e della nostra gente. ANDREA STELLA (Comitato NO TAP )> La popolazione non conosceva questa scelta. Nessuno ci ha chiesto nulla. L’OST ha una sua funzionalità, ma tardiva. Un’occasione per una passerella, per riprendere fiducia e consenso popolare.
I dirigenti della TAP non hanno mai illustrato il progetto e non hanno mai concesso un confronto. Le tesi a sostegno della TAP non sono valide in alcun modo. La società TAP non è trasparente. ANNA ELISA PRETE (Assessore al turismo di Melendugno)> Ritengo questo procedimento inutile e tardivo. Non ci coinvolgono. Il Comune di Melendugno e le associazioni stanno prendendo voce. La Regione dovrebbe pronunciarsi in Consiglio Regionale. Questo incontro è una perdita di tempo, tardiva. Sembra un modo per prendere ancora tempo. Ci sono già osservazioni tecniche, presentate da esperti. E’ un progetto da contrastare, dal punto di vista tecnico. Le idee devono precedere i progetti. Abbiamo già abbondantemente parlato di questo, anche con persone esperte. Questo è uno dei gruppi più importanti. Siamo convinti della contrarietà,
dell’inefficacia di questo progetto. Più il livello politico è alto, più è distante dalle esigenze dei cittadini. Questo procedimento inibisce le persone: è inopportuno. ANTONIO TODISCO> Questo è un incontro politico, stiamo facendo politica. Una Regione Puglia assente è quasi complice del progetto. Questa è un’americanata. Occorre prendere le distanze da queste nuove frontiere, da questi nuovi processi, che non si confrontano con il reale. Ho la percezione della presa in giro e ho apprezzato l’intervento di Dino Borri. Un aspetto positivo di questa iniziativa è sicuramente la possibilità che ho avuto di conoscere gran belle persone. DAVIDE PENZA> IIl territorio non deve essere inteso come “casa mia”, come un tubo dentro la pancia del mio territorio. Non lo voglio vedere, in nessun posto.
Chi dovrebbe essere coinvolto sulle questioni che abbiamo trattato: Cittadini consapevoli, non più servi della gleba. Tecnici esterni istituzionalizzati onesti (università, ecc.) Un politica onesta, non più asservita al dio denaro.
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MAURO CHIRENTI> Qual è il prezzo da pagare nei confronti dell’Europa? È un discorso estremamente ampio. TAP e la politica ci spieghino la strategicità di questa opera. Il processo partecipativo si sposi con il principio di autodeterminazione delle comunità. La politica dovrebbe tempestivamente informare la comunità. L’OST è tardivo, è fuori scala; occorre coinvolgere più comunità, no-
nostante la possibilità offerta di incontrarci e dire la nostra. La votazione è alla Camera, prevede una clausola: una penale nel caso si decida di rinunciare alla Tap. Si è chiesto l’intervento della politica, ma ha risposto solo quella locale. Non si è avuta risposta dal Governatore della Puglia. Perché non è stato fatto l’OST anche a Brindisi? Perché la Regione non ha interessato altre comunità vicine? C’è una volontà politica forte, nazionale e non, di realizzare il gasdotto. La politica dovrebbe ripensare la strategia di approvvigionamento dell’energia. Negli ultimi due anni, un processo veramente partecipato è stato portato avanti dai comitati e dalle associazioni, a cui si deve dare considerazione. La partecipazione attiva della gente è fondamentale. Le amministrazioni locali non sono state tempestive nell’informare le comunità locali.
63 IL GASDOTTO TAP E LA PUGLIA
Mi piacerebbe vedere il Sindaco, così appassionato al tema. Il territorio è di tutti. Ogni intervento in un sito ha ripercussioni su tutto il territorio. L’Ingegnere Russo della TAP ha affermato in commissione che non c’era un ritorno per l’intero territorio. A chi stiamo dando la possibilità di arricchirsi? La politica locale eviti lo scontro violento e le barricate. Il Governatore della Puglia ha una responsabilità politica. L’evento è tardivo.
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Spazio Nr.6 Tema: Impatto Storico - Archeologico Proposto da: Alfredo Fasiello
Il Gruppo: • Stefania Bruno • Antonella Corciulo • Alfredo Fasiello • Simona Mastrogiovanni • Paola Tagliente
Il Facilitatore: Maritè Cuonzo Il Rapporteur: Nicola Recchia Di cosa abbiamo parlato: Il gruppo in maniera unanime decide di rinominare, per completezza, il focus del gruppo su “impatto storico – archeologico”. ALFREDO FASIELLO, ufficiale giudiziario e cittadino con interesse legittimo, nonché
presidente del Comitato NoTAP Salento si è chiesto come mai una procedura coatta di intervento come quella della TAP non abbia preso in considerazione gli aspetti degli impatti archeologici, senza che vi sia stata la partecipazione della Sovrintendenza ai Beni Archeologici e dell’Arpa, attraverso un sondaggio archeologico del percorso. Ciò è illegittimo perché occorreva presentare la procedura entro settembre scorso. Attraverso il documento “metodologie di classificazione” dell’Università del Salento, che viene allegato al presente intervento, si evince la mancanza
di tutti i sondaggi archeologici sulla strada Vecchia San Niceta ed nei relativi siti di notevole interesse che interferiscono con la TAP. Non è considerato il paesaggio rurale (i muretti a secco, le grotte, le masserie), di notevole valore storico-archeologico. SIMONA MASTROGIOVANNI, archeologa, sottolinea il notevole danno immenso sul piano storico e archeologico, nonostante le asserzioni raccolte, in difesa del paesaggio archeologico. Dovrà essere abbattuta una parte consistente della pineta San Basilio (800 metri quadrati), ai fini della costituzione
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Prima Sessione – ore 16.45
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SPAZIO SEI
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del cantiere, per una superficie superiore a 2500 metri quadrati, contigua alla omonima masseria e ad un ulteriore agro privato con essenze floro-vivaistiche di notevole interesse e pregio.
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Tutto ciò comporta chiaramente una serie di effetti negativi con ripercussioni sfavorevoli, anche sull’ambito turistico e sui flussi qui attivi. Oltre al percorso detto, è impattata parte di Roca Vecchia, parte del Castello di Acaya e l’ecomuseo di Acquarica di Lecce. ANTONELLA CORCIULO, laureata in beni culturali, ha fatto una tesi sulle trasformazioni antropiche del territorio di Melendugno e sottolinea come i singoli enti locali, oltre al piano della programmazione, abbiano una serie di strumenti rilevanti per la pianificazione degli interventi sul territorio, tuttavia obsoleti e non riguardanti gli aspetti relativi all’ambito archelogico. Il Comune di Melendugno non
ha considerato il lavoro che è stato svolto in merito agli impatti territoriali; non ha pienamente valorizzato le opportunità che gli strumenti di pianificazione strategica pongono a disposizione dell’Ente. Per quanto riguarda il Piano Paesaggistico, San Niceta, ricca di dolmen e menhir, oltre alla villa rustica romana, rappresenta una delle strade più antiche del territorio; la più importante, perché ricalca la divisione agraria dell’epoca romana. Oltre a ciò, non sono stati presi in considerazione gli insediamenti rupestri della zona. Questo è esposto, è edito ed è di evidenza pubblica. Non è stato fatto alcun tipo di approfondimento; non è stato quasi riconosciuto il problema. L’utilizzo del territorio non è cambiato nel corso del tempo. E’ rimasto a vocazione agricola, con la testimonianza delle ville rustiche romane, trasformate nel corso dei secoli in masse-
rie fortificate. Esse rivestono ancora oggi un ruolo rilevante. Lo stesso Piano Paesaggistico non è partito da una forte lettura e da una pervasiva ricerca sul campo, ma è stata di carattere desk. Non è entrato in contatto con la popolazione residente, in grado di offrire una più completa ed esaustiva lettura della storia del territorio. ALFREDO FASIELLO fa presente che vi è stata la volontà politica di non attivare il SIC nelle zone relative alla Palude di Punta Cassano, riconosciuta solo come SIR. STEFANIA BRUNO, laureata in beni culturali, ha messo in evidenza la mancata attenzione anche a tutti gli aspetti relativi all’archeologia marina e alla ricerca in mare. PAOLA TAGLIENTE, rappresentante dell’Associazione Nazionale Archeologi, in accordo con il gruppo, fa ri-
Le mancate indagini archeologiche in terra e in mare. Il valore storico archeologico dei luoghi. La responsabilità degli amministratori, a vari livelli. La legittimità della valutazione di impatto archeologico preliminare. Chi dovrebbe essere coinvolto sulle questioni che abbiamo trattato: Comune di Melendugno
Allegati: Comitato NO TAP Salento Acquarica Vernole, Procedura VIA-VAS TAP – Osservazioni. Marzano, Nannarelli, Scarafino, Documentata riproduzione di Caretta Caretta sul litorale leccese. Elenco dei siti archeologici interessati dal percorso TAP.
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Il nostro motto è: ciò che si conosce e che non si distrugge, sia la nostra forza. Storia e archeologia sono la nostra forza!
In sintesi, le questioni chiave sono queste:
Sovrintendenza ai Beni Archeologici
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ARPA
IL GASDOTTO TAP E LA PUGLIA
chiesta di verificare modalità e contenuti di carattere tecnico della VIARC, la valutazione di impatto archeologico preliminare, compiuta dalla TAP. Si tratta di una componente importante del progetto preliminare dell’intervento, che deve essere realizzata a partire dalla stazione appaltante, secondo i requisiti previsti, e fatta dai professionisti indicati dalla legislazione, secondo il nuovo codice degli appalti.
Regione Puglia Università del Salento Operatori turistici Associazione Uniroca
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Prima Sessione – ore 17.10 – 19.00 Spazio Nr. 7 Tema: Emergenza sociale sanitaria dello stato di salute nella Provincia di Lecce – La salute prima di tutto Proposto da: dott. Giuseppe Serravezza; Felice Di Scioscio.
• Federico Cafone
• Pantalea Di Donfrancesco
• Luigi Petrachi
• Rosanna Candido
• Franco Durante
• Teresa Petrachi
• Luca Genis Camarra
• Valeria Durante
• Francesco Sciurti
• Dario Castrignano
• Alessandro Fersini
• Giuseppe Serravezza
• Carmelo Catalano
• Marino Giausa
• Elisa Sindaco
• Vito Cavone
• Petrina Greco
• Valentina Spada
• Antonella Cazzato
• Gaetano Marino De Giorgi
Il Facilitatore: Rino Carluccio
• Giulio Ciccarese
• Silvana Marino de Giorgi
Il Rapporteur: Marilena Martino
• Annarita Cisternino
• Ilenia Maruccia
Di cosa abbiamo parlato:
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• Salvatore Cosi
• Lavinia Mascialino
• Antonio Curlante
• Massimo Mascialino
• Serena Curlante
• Simona Mastrogiovanni
• Tiziana Delcoco
• Rossella Pennetta
• Beatrice De Rinaldis
• Raffaele Rollo
• Luigi De Rinaldis
• Gianluca Occhilupo
Il signor FELICE DI SCIOSCIO ha proposto il tema, già di interesse personale (Felice è un farmacista) e la salute è un tema generale, fondamentale, non legato solo alla TAP. Inoltre, c’è il desiderio di proporre alla Regione la promulgazione
IL GASDOTTO TAP E LA PUGLIA
Il Gruppo:
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SPAZIO SETTE
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di una legge regionale sulla salute. Nel territorio c’è già una emergenza sanitaria: Ecolio e rifiuti tossici interrati, molto probabili.
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Il signor ANTONIO, residente a 500 metri dal luogo dove dovrebbe realizzarsi la centrale PRT, nelle cui vicinanze è già presente Ecolio (uno stabilimento per lo smaltimento dei rifiuti speciali pericolosi), legge parte della sintesi redatta dalla TAP. “In generale gli impatti residui sulla salute e la sicurezza sono stati valutati di bassa significatività, ad eccezione degli impatti sull’ambiente e sulla qualità di vita per quelle famiglie situate in prossimità (500 m) delle principali aree di cantiere (come il punto di ingresso del micro tunnel e il PRT) o delle strutture permanenti. In questi specifici casi, l’impatto è stato valutato medio/alto”.
Racconta successivamente le discussioni avute nei mesi precedenti con un ingegnere della TAP, parlando dei rischi sulla sicurezza della centrale PRT. Pone l’attenzione su tali criticità. Affronta poi un secondo tema: il tasso di mortalità nel territorio di Lecce. ANTONELLA CAZZATO evidenzia il grave tasso di mortalità per patologie tumorali, perché il Salento è quel territorio in cui ricadono agenti inquinanti prodotti, sia da strutture industriali presenti in altri territori limitrofi, sia da imprese operanti nel territorio stesso. Esprime parere negativo nei confronti della TAP, anche per questo motivo. Oltre all’impatto generale sul territorio, che pregiudica lo sviluppo turistico e agroalimentare, il processo di trasformazione del gas emette fumi nocivi per la salute. La
salute è un bene che non può essere monetizzato. Ritiene che ci sarà un carico inquinante notevole che attualmente non viene evidenziato. MARINO GIAUSA afferma che in una situazione in cui è già così forte l’esigenza di lavoro, la popolazione può cadere nel ricatto occupazionale; si è portati ad abbassare l’assicella di guardia, in quanto l’azienda potrebbe presentare la creazione della struttura come possibilità di nuovi posti di lavoro. In realtà, attualmente si parla di circa 30 posti di lavoro. ELISA SINDACO continua il discorso, evidenziando come gli eventuali posti di lavoro, che potrebbe offrire l’azienda TAP, sottraggono la possibilità di alternativi e maggiori occupazioni nel settore turistico, penalizzato con la costruzione del gasdotto. In realtà, si dice che la realizzazione dell’opera sia già
ALESSANDRO FERSINI pone la discussione intorno al tema dell’impatto per la salute; sostiene che sarebbe opportuno affidare ad un ente pubblico la certificazione delle emissioni: una funzione che necessariamente non può essere svolta dall’azienda TAP (proposta di legge futura). Il dato fornito da TAP sulle emissioni di PRT, che sarebbero pari allo 0,6 di Melendugno, è generico e non quantificabile con certezza.
ENRICO MELISSANO,membro dell’Associazione di mobilità sostenibile FIAB, ricorda un articolo apparso su il Quotidiano riguardo a una proposta del Sindaco di Squinzano: il gasdotto nel
territorio di Squinzano, con lo spostamento del punto di approdo, a condizione che vi sia la riconversione della Centrale di Cerano, da carbone a gas. Vari componenti del gruppo di lavoro ritengono che in ogni caso resti il problema della salute. Si affronta così il tema della riconversione della Centrale di Cerano, da carbone a gas, che ridurrebbe i rischi per la salute nel territorio delle province di Lecce e Brindisi. Resta imprescindibile la valutazione dei rischi per la salute. Occorre capire se la decisione della trasformazione della centrale di Cerano abbia effetti realmente positivi sulla salute. ANTONELLA CAZZATO sottolinea comunque l’insostenibilità dei costi sociali, in termini di perdita di benessere e di aumento delle malattie. Fra i costi sociali va
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MARIANNA prende la parola affermando che a prescindere da qualsiasi vantaggio, occorre prima di tutto capire e valutare i rischi per la salute. Ritiene che sia la tematica più importante dell’OST.
CARMELO CATALANO sostiene un netto rifiuto alla realizzazione del progetto, perché secondo i dati emersi da una ricerca effettuata da esperti del territorio le emissioni sono fortemente nocive per la salute. Attualmente, riguardo ai dati pubblicati, c’è confusione. Non ci sono dati affidabili e certi. Il gruppo di cui fa parte ha presentato la controproposta al Consiglio Comunale, mostrando come i dati delle emissioni siano diversi rispetto a quanto presentato dalla TAP, che parla di un tasso di di PRT intorno allo 0,6. Le emissioni comportano dei danni seri alla salute, come anche risulta in base ad uno studio della LILT.
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stata affidata a professionalità esterne, non residenti nel territorio leccese: non si può nemmeno parlare di ricatto occupazionale. Si parla di soli 32 posti di lavoro.
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necessariamente considerato il costo in termini di salute. Ribadisce come il diritto alla salute sia già sancito dalla Costituzione. La struttura del gasdotto potrebbe portare un aumento del tasso di malattie ed una riduzione in termini occupazionali (perché non permette lo sviluppo di altri settori come quello turistico).
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MIRANO GIAUSA ricorda il D.Lgs 4/2008, che parla di sviluppo sostenibile. Il signor FELICE, ribadendo la necessità che la responsabilità debba essere di tutti. Propone nella sintesi di chiedere l’appoggio di altre regioni, di turisti, di vari partiti politici, facendo sì che il progetto TAP sia di interesse nazionale e che coinvolga l’Italia in generale. LUCA GENIS propone un confronto pubblico tra Comune e TAP, per ampliare l’informazione e coinvolgere maggiormente la popolazione.
Nasce una discussione intorno alla possibilità di realizzare un referendum sulla volontà di realizzare o meno l’opera. Isabella Cazzato propone di considerare anche la ricaduta in termini di inquinamento visivo, che abbassa la qualità della vita. In sintesi, le questioni chiave sono queste: Proposta di legge sulla salute per innalzare i limiti di soglia. Rischio collegato al PRT. Localizzazione in una area geografica già a rischio (presenza di Ecolio). Il territorio è già inquinato, vi è alto il tasso di incidenza tumorale. Le emissioni del PRT sono pericolose, va capito come calcolarle. Inquinamento acustico PRT. Bonifica degli impianti dopo la dismissione. Opere di cantiere per la
realizzazione dell’opera. Certificazione attraverso enti terzi altamente qualificati, pubblici o non, che vadano a valutare l’impatto ambientale. Relazione tra salute e occupazione: il problema del ricatto occupazionale? Costi sociali (alto tasso di incidenza tumorale). Eventuale alternativa per il punto di approdo (proposta Comune di Squinzano). Come valutare il bilancio dei danni sociali? Chi dovrebbe essere coinvolto sulle questioni che abbiamo trattato: Esperti universitari (soggetti altamente qualificati) Tecnici del Ministero della Salute Presidio pubblico ARPA ASL Comunità Europea
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Spazio Nr. 8 Tema: speculazioni e tensioni sociali Proposto da: Ferdinando Elia
Il Gruppo: • Ferdinando Elia, operatore turistico, componente Associazione Tramontana Melendugno, Comitato NO TAP • Ilenia Maruccia, avvocata, componente Associazione Tramontana Melendugno, Comitato NO TAP • Giulio Ciccarese, architetto, componente Associazione Tramontana Melendugno, Comitato NO TAP
l Facilitatore: Giuliana La Spada Il Rapporteur: Ilaria Florio Di cosa abbiamo parlato: FERDINANDO, che ha proposto il tema del gruppo, ha introdotto la discussione
parlando della speculazione messa in atto con la realizzazione della TAP. Essa non avrà dei benefici sul territorio, né a livello turistico, né tantomeno economico. Provocherà invece danni alle popolazioni locali, indipendentemente dal luogo in cui verrà localizzata. Basti pensare al fatto che verrà realizzata da un consorzio estero con sede in Svizzera, che il gas non servirà all’Italia e che l’impianto causerà danni economici. Tutto ciò è stato illustrato alla Camera dei Deputati anche da una giornalista di “Re:common”,
che ha spiegato come queste opere privatizzino i profitti, socializzando i costi. Alla popolazione di Melendugno, l’aspetto speculativo è apparso evidente già con l’inchiesta giornalistica dell’ottimo Danilo Lupo, che ha fatto emergere il risvolto affaristico del gasdotto. Dalle intercettazioni dell’inchiesta sulle escort, legata a Tarantini e De Santis, emergono forti interessi dietro quest’opera. GIULIANA interviene chiedendo cosa cambierebbe se il consorzio di costruzione dell’impianto coinvolgesse imprese del territorio.
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Prima – ore 16.45
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SPAZIO OTTO
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FERDINANDO ribatte che i benefici non ci sono a prescindere. Il consorzio estero è infatti un’aggravante: non subisce tassazione in Italia; per i cittadini ci saranno solo costi, sebbene la gente creda che ci saranno sconti sulla bolletta.
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In sostanza, il progetto è irricevibile. La condotta è lunga 58 km fino al ricongiungimento alla rete nazionale SNAM, da Melendugno fino a Mesagne. Una grande opera pubblica pagata da noi. GIULIANA lancia la provocazione: anche la costruzione di una scuola è una grande opera pubblica. FERDINANDO isponde che questa in argomento non ha benefici per la comunità: è una spesa che grava sulla comunità stessa. Non solo non c’è lo sconto sulla bolletta, ma ci sarà un lieve aumento su di essa. GIULIANA chiede se la
posizione è quella che la TAP non venga costruita o che ne venga valutato meglio l’impatto. FERDINANDO afferma che sarebbe meglio che non venisse costruita: ci sono impatti che non sono mitigabili. È una grande opera industriale che segna la storia di un territorio. Molto tempo fa venivamo accusati di catastrofismo, ma una volta tracciata la condotta, si apre la porta ad altri impianti. Questa valutazione è stata confermata anche dal Parlamento italiano, secondo cui ci sarà un unico approdo per tutti i gasdotti della Puglia, sancendo di fatto lo sviluppo industriale dell’area. GIULIO riprendendo la preoccupazione di Ferdinando sull’effetto “finestra rotta”, sostiene che la stessa TAP prevede un raddoppio della fornitura di gas e di conseguenza anche dell’impianto industriale
che vorrebbe realizzare. Rifacendosi agli studi condotti dall’ing. De Giorgi (che ha realizzato il contro rapporto sulla TAP), appare evidente come la quantità di gas trasportato da TAP sia irrisoria rispetto al fabbisogno complessivo e dunque inefficacie ad abbassare i costi di approvvigionamento europeo. La cittadinanza ha fatto proprie queste cose: nei bar si parla di politica internazionale. Chi ha fatto da calmiere in questa situazione non è detto che possa garantire che questa situazione di calmo confronto continui. Spiega ancora come ci siano tanti aspetti poco chiari tra l’utilità dell’opera e il beneficio per il cittadino che invece il privato prospetta. L’ attaccamento al proprio territorio è stato il primo
GIULIANA chiede chi potrebbe fornire ulteriori spiegazioni rispetto al progetto, per calmare le tensioni sociali o i dubbi ancora aperti. FERDINANDO dice che si è arrivati ad un punto consolidato;
ILENIA si inserisce criticando la non chiarezza della politica che ha amplificato l’opposizione alla TAP.
GIULIO dice che bisogna fare attenzione ad una questione fondamentale: ci sono famiglie che nella crisi mondiale riescono a sopravvivere grazie alla piccola sussistenza della casa al mare affittata o alla raccolta delle olive portate alla cooperative di zona o alla pesca locale. Situazioni che fanno da calmiere rispetto ad una situazione più grave. Non siamo contro sviluppo e progresso, ma contro una procedura poco chiara che non stabilisce vantaggi e svantaggi per il territorio. Chi ha progettato la TAP non ha idea che l’indotto del territorio è fatto di economia di sussistenza. È stata fatta una valutazione economica sbagliata rispetto al territorio. GIULIANA chiede se la realizzazione dell’impianto potrebbe essere a loro parere attuata convertendo impianti già esistenti o impattando su
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si è di fronte ad un punto di non ritorno dell’espressione di volontà popolare. Non è un giudizio espresso in maniera frettolosa: sono tre anni di lavoro, 5.000 firme raccolte, 20 delibere comunali contro la realizzazione dell’opera (che rappresentano 120.000 persone). La popolazione segue la vicenda dall’inizio, gioca in anticipo, viene informata e di conseguenza si fa una propria idea. Se in prima istanza la gente diceva no per il legame con la propria terra, dopo ha sviluppato una vera competenza sull’argomento. Siamo arrivati all’OST con la rabbia, ma una rabbia consolidata. Se si dovesse comunque realizzare l’impianto, non so come reagirebbe la gente, perché è incattivita.
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interesse manifestato dalla popolazione, non appena la stessa ha cominciato ad approfondire la questione, a prescindere da quale sia il punto di approdo dell’impianto (anche se dovesse essere Brindisi o un altro territorio). L’aria non ha confini amministrativi o territoriali. La tensione è palpabile, perché non si capisce con chi rapportarsi. Ci si chiede qual è il ruolo della politica in queste fasi. Questa procedura d’ascolto è tardiva, anche se meritevole. Potrebbe rivelarsi non sufficiente a dare le spiegazioni che la gente avrebbe desiderato in fase di progettazione.
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territori già compromessi a livello ambientale.
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FERDINANDO dice di no. La realizzazione non porta benefici, né qui né altrove. L’area del Salento si è già spesa con pale eoliche, pannelli e centrali biomasse. Non vi sarebbero benefici anche se si usassero infrastrutture preesistenti. Bisognerebbe comunque coinvolgere le popolazioni locali. Quest’area diventa sempre più appetibile per questo tipo di investimenti, ma non si vede una ricaduta economica per il territorio. La popolazione ha già scelto i suoi settori di sviluppo: turismo, agroalimentare, artigianato. Nel primo documento ESIA presentato da TAP, tra le minacce previste nell’analisi SWOT ci sono le tensioni sociali sul territorio a causa delle disattese aspettative lavorative
della popolazione locale. La TAP ora parla di posti di lavoro sul territorio ma in realtà non è così. Solo adesso l’azienda si impegna ad offrire opportunità di lavoro per le popolazioni locali anche se per lavori ad alta qualificazione, come quelli che andrà a fare TAP nella fase di cantiere, non saranno selezionabili operatori locali. GIULIO dice che secondo il Quotidiano di Lecce nella sola stagione estiva 2013 (tre mesi) il settore turistico ha prodotto oltre 3.000 posti di lavoro, a fonte di 2.050 posti di lavoro ipotizzati dagli studi della TAP in 50 anni. FERDINANDO specifica che bisogna distinguere le opportunità lavorative in due fasi distinte: la fase di cantiere che dura tre anni ed la fase di esercizio della durata di 50 anni. Le migliaia
di opportunità lavorative fanno riferimento ai soli tre anni della fase di cantiere e comunque interesseranno principalmente ditte non locali, in quanto saranno realizzate opere che richiedono competenze molto specialistiche, non presenti sul territorio. Nella fase di esercizio in 50 anni, la TAP promette 30 posti di lavoro diretti: dal punto di vista occupazionale porta benefici paragonabili a quelli di un unico villaggio turistico, aspetto che potrebbe alimentare ulteriormente le tensioni sociali, già emerse durante le fasi di sopralluogo dell’azienda (un piccolo esempio di militarizzazione e un sintomo di tensione sociale percepita, per la presenza di blindati della polizia). FERDINANDO dice il Salento non può permettersi tensioni sociali, che avrebbero una ricaduta negativa sull’economia turistica. Il Salento è identificato
Chiede quindi quali alternative sarebbero auspicabili per uscire da questa situazione. ILENIA sostiene è la politica che deve assumersi le proprie responsabilità, prendere atto delle richieste della popolazione che in più occasioni ha espresso motivazioni ben precise, sostenendo che il territorio ha una forte vocazione turistica e non industriale. GIULIANA osserva come emergano due aspetti importanti: il primo, legato al territorio che non vuole la TAP, l’altro, proprio di un territorio turistico che non può
ILENIA sostiene che la politica deve assumersi le proprie responsabilità; deve prendere atto delle richieste della popolazione. Questa in più occasioni ha espresso motivazioni precise, sostenendo che il territorio ha una forte vocazione turistica e non industriale. GIULIO pensa che se la politica avesse stabilito per tempo un piano energetico, non ci saremmo trovati in questa situazione. La popolazione si è già espressa contro la TAP. Si è dotata dei migliori esperti in campo nazionale che in altre occasioni hanno permesso alla Regione di riprendersi spazi importanti come Punta Perotti.
GIULIANA ribadisce che se i decisori hanno creato condizioni per un confronto come l’OST odierno, c’è ancora spazio per la discussione. Quali aspetti della questione potrebbero essere approfonditi per uscire dai lavori con una proposta? FERDINANDO dice che la politica si deve assumere la responsabilità affermando la supremazia sui poteri economici e negando la realizzazione dell’opera. GIULIO dice che l’altra tensione importante che comincia a manifestarsi è quella riguardante la salute dei cittadini e del territorio. La popolazione vive sulla propria pelle le conseguenze dell’inquinamento. L’Arpa ha già evidenziato come il territorio salentino sia saturo a livello di emissioni. Sarebbe necessario ripartire con una strategia energetica.
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GIULIANA dice che a questo punto emergono due aspetti importanti: il primo legato al territorio che non vuole la TAP e l’ altro di un territorio che non può permettersi da un punto di vista turistico tensioni sociali.
permettersi tensioni sociali. Chiede quindi quali alternative sarebbero auspicabili per uscire da questa situazione.
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come terra di accoglienza: è il Salento d’amare.
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FERDINANDO dice che scegliendo lo sviluppo industriale per un territorio, in futuro non si dovrà valutare solo l’impatto di TAP, ma bisognerà considerare gli impatti secondari e collaterali che la scelta di un cambio di destinazione, da agricola e turistica a industriale, può portare, com’è stato già accennato in Parlamento, per la possibilità di arrivo di altri gasdotti sullo stesso punto di approdo.
In sintesi, le questioni chiave sono queste: Mancanza di benefici reali per il territorio. Assenza d’impatto occupazionale. Cambiamento dell’assetto economico e produttivo del territorio.
Chi dovrebbe essere coinvolto sulle questioni che abbiamo trattato: Un esperto di finanza che spieghi il meccanismo di finanziamento dell’opera e le ricadute per i cittadini. La Procura, con l’apertura di un’indagine, per approfondire le perplessità rilevate nelle intercettazioni rese pubbliche dall’inchiesta “Affari e intercettazioni” di Daniele Lupo.
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Seconda Sessione – ore 19.00 Spazio Nr. 3 Tema: Impatto del progetto TAP sulle prospettive di sviluppo territoriali – futuro di Melendugno post-industriale – la speranza non va a gas. Proposto da: Alessandro Manuelli, Alessandro Fersini.
• Alessandro Manuelli – Ingegnere ricercatore • Alessandro Fersini - Cgil • Antonella Cazzato – Cgil Lecce • Marino Giausa – Consiglio Comunale Melendugno • Felice Di Scioscio – APS Ngracalati • Andrea Stella • Mauro Chirenti
Il Facilitatore: Stefania Trippetti Il Rapporteur: Livianna Curri Di cosa abbiamo parlato: ALESSANDRO FERSINI> Ho proposto il tema “Impatto del progetto TAP sulle prospettive di sviluppo
territoriali” perché la nostra volontà è quella di valutare le ricadute occupazionali e in questo vorremmo si inserisse una riflessione sulle prospettive di sviluppo. Ci sembra di capire che il territorio punti verso il turismo e l’agricoltura. Iniziative di questo tipo devono rispettare le leggi e le normative; anche dal punto di vista economico scegliere come sede legale di TAP la Svizzera è a mio parere un tentativo di elusione fiscale. Il progetto di gasdotto TAP è impattante sull’ambiente e sui settori occupazionali del territorio. Ad esempio, è previsto l’espianto
di 1.900 alberi di ulivo. Ci sono impatti sulla pesca: nel porto di San Foca la pesca è l’economia di molte famiglie. C’è impatto anche a livello turistico. Se si dovessero presentare volontà edificatorie a scopo turistico, dopo la presa di coscienza che sul territorio si sta realizzando un intervento di questo tipo, gli investitori potrebbero fare un passo indietro.
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ANTONELLA CAZZATO> Il Salento è un terra dall’alta vocazione turistica e agricola. Questi comparti sono quelli su cui puntare per restituire prospettive di sviluppo all’intero territorio.
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Il Gruppo:
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SPAZIO TRE BIS
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Il territorio è in forte sofferenza economica. C’è allarme sulla coesione sociale, che viene meno in una situazione di grande disagio come quella che in generale il nostro Paese sta vivendo. Forti di una vocazione di questo genere, dobbiamo fare dell’agricoltura e del turismo il volano per lo sviluppo locale. La realizzazione del progetto TAP pregiudica la possibilità di sviluppo in questi due settori trainanti.
settore agricolo e in quello alberghiero. Si costruisce un polo industriale nel Sud Salento. Si costruirà un elettrodotto affiancato al sistema. A livello agricolo, i contadini dovranno adattarsi a vivere una dimensione lavorativa differente anche dal punto di vista percettivo: l’ambiente circostante risulterà modificato in maniera irreversibile.
Non è solo la bellezza del mare che viene danneggiata dall’impianto: bisogna pensare anche agli impatti sull’economia locale. C’è già la possibilità di sfruttare le risorse locali investendo sulla diversificazione dell’offerta turistica. Il turismo religioso ancora ci vede esclusi a livello nazionale.
FELICE DI SCIOSCIO> Va considerato anche l’impatto psicologico e culturale sulla popolazione, perché tale intervento comporterà un cambio radicale nello stile di vita delle popolazioni locali, con un forte disagio psicologico.
FELICE DI SCIOSCIO> Con il progetto TAP vengono meno le prospettive di sviluppo nel
ANTONELLA CAZZATO> Com’è accaduto per il fotovoltaico
MARINO GIAUSA> Nelle Istituzioni esiste una carenza di pianificazione energetica e territoriale. “I politici dovrebbero
guardare alto”. Guardare in prospettiva, per lo sviluppo del territorio, ma ciò non sembra accadere nella questione Tap. Le istituzioni dovrebbero valutare le vocazioni dei territori per meglio pianificarne lo sviluppo. Per i cittadini è difficile comprendere la schizofrenia politica tra le opere di costruzione di due gasdotti ad una distanza minima tra Otranto Melendugno. Hanno cercato di convincermi che l’intervento non va a costituire un impianto industriale. A mio parere l’opera TAP risulta incompatibile rispetto all’ambiente circostante. ALESSANDRO MANUELLI> Melendugno, come l’intero territorio salentino, è sopravvissuto allo sviluppo industriale; oggi nel periodo post-industriale, avere un’area che presenta ancora caratteristiche fortemente legate alla tradizione locale, alla
Nell’approdo giungeranno diversi gasdotti di provenienza differente. È un cambio epocale per il territorio; non è da considerare la singola opera, ma l’unione delle azioni successive alla stessa.
Dal punto di vista psicologico, i cittadini di questi territori sono già in una situazione di sconforto, che porta al deprezzamento delle proprietà immobiliari (56-65%, da quando è stata presentata la possibilità di realizzare l’opera). Chi pensava di acquistare, non lo farà più.
“Stiamo parlando di cambio di destinazione d’uso del territorio”.
ANDREA STELLA> Quando abbiamo richiesto dei dati sugli effetti che l’opera avrebbe prodotto sul territorio, non sono stati forniti ulteriori elementi esplicativi.
Per quanto riguarda il primo punto, dalla documentazione prodotta è chiaro che l’opera è privata e che sarà realizzata da TAP fino a Melendugno. Snam dovrebbe realizzare il collegamento tra Melendugno e Mesagne, quindi non ci dovrebbero essere variazioni di prezzo per la fornitura del gas.
FERDINANDO> Il territorio ha scelto la sua linea di sviluppo. Il TAP segna un punto di non ritorno, rappresenta l’inizio di una linea di sviluppo preoccupante.
Non ci sono vantaggi. Le due cose che la gente non comprende e su cui vorrebbe informazioni sono: il costo della bolletta della fornitura del gas ed il numero dei posti di lavoro per la popolazione locale.
Per quanto concerne il secondo
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farlo convogliare alla centrale di Mesagne. Già con le loro stime irrealistiche (2% per anno), parliamo di 2.000 tonnellate/ anno di fumi: zolfo, azoto (che nell’aria si trasformano in piogge acide) e particelle sottili.
85 IL GASDOTTO TAP E LA PUGLIA
mobilità lenta, è un elemento di grande vantaggio, rispetto ad altre località nelle quali si tenta faticosamente di ritornare ad un’economia e ad uno sviluppo del territorio sostenibili. In Italia non esiste una pianificazione energetica; si potrebbe sperimentare la generazione di un sistema a basso impatto ambientale: ad esempio, realizzare un’economia all’idrogeno. Ci propongono invece di prendere un territorio che si trova avvantaggiato rispetto ad altri e di portarlo ad un livello di sviluppo industriale ottocentesco. Senza considerare le peculiarità naturalistiche locali, ci propongono di sbancare, tagliare, senza nessuna valutazione degli effetti sulle falesie. Il progetto non tiene conto inoltre della pericolosità di 12.000.000 metri cubi di gas e della presenza di due caldaie sul territorio, che servono a scaldare il gas per
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quesito, a livello lavorativo non è assicurato l’impiego di risorse umane locali. C’è da fare una distinzione tra fase di cantiere e fase di esercizio. Per la prima fase, non sarà richiesta manodopera locale; per la seconda fase, dalla durata minima di circa 50 anni, i posti diretti sono pari a circa 30 unità
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ANTONELLA CAZZATO> In un territorio soggetto a forti flussi inquinanti per emissioni provenienti da altre aree o sistemi produttivi locali, la realizzazione dell’intervento non può essere giustificata dall’aumento di occupazione sul territorio. Gli effetti ambientali sono così impattanti, da non rendere l’azione giustificabile solo con motivazioni di tipo lavorativo. Siamo preoccupati di ciò che è stato già fatto a livello ambientale sul territorio, dal punto di vista energetico, ad esempio nell’utilizzo di fotovoltaico ed eolico.
ALESSANDRO MANUELLI> Sono da considerare gli effetti a lungo termine dell’impianto. L’Unione Europea suggerisce di arrivare all’utilizzo di circa l’80% dell’energia prodotta attraverso fonti rinnovabili, per svincolarci dalla dipendenza da fonti fossili ANTONELLA CAZZATO> Riteniamo di non voler essere un paese in vendita. MARINO GIAUSA> Mi hanno presentato l’intervento come un’opera strategica, ma non comprendo la strategia a lungo termine. Esistono fenomeni di dipendenza energetica dell’Europa nei confronti di altri Paesi. È questa la motivazione per cui il TAP è strategico? MAURO CHIRENTI> Una delle scelte strategiche del TAP è l’eco-colonialismo. ALESSANDRO MANUELLI> Nella condizione attuale potremmo convertire a gas tutte le centrali a carbone in Italia
e avremmo gas per altri 30 anni. La strategicità dell’opera è inesistente. I paesi dell’Est avrebbero bisogno invece di un adeguamento strutturale degli impianti; forse ha più senso allora la via del gas a nord-est: il Nabucco. L’obiettivo a lungo termine è quello di ridurre l’impatto ambientale, sostituendo fonti di energia non rinnovabili con fonti più green. Il finanziamento dell’opera non risulta essere completamente privato; molto probabilmente interverranno i bond europei, quindi un finanziamento del pubblico. ALESSANDRO FERSINI> Il TAP nella fase di esercizio propone di aumentare il livello occupazionale territoriale di circa 30 unità lavorative nei 50 anni. In un periodo di forte crisi occupazionale, il TAP viene visto come una speranza di sviluppo per il territorio. Dovremmo dissuadere il
In sintesi, le questioni chiave sono queste: Impatto occupazionale negativo. Impatto e tensioni sociali. Danni ambientali irreversibili, sia in fase di cantiere, sia di esercizio. Cambio di destinazione d’uso e di vocazione del territorio. Conseguenze dannose per la salute. Compromissione dei comparti trainanti dell’economia locale: agricoltura, turismo e pesca.
Danno culturale al patrimonio archeologico. Opera privata finanziata dal pubblico. Carenza di pianificazione territoriale ed energetica. Danni non compensabili e impatti non mitigabili sotto ogni punto di vista. Chi dovrebbe essere coinvolto sulle questioni che abbiamo trattato: Organizzazioni rappresentative di interessi generali.
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ALESSANDRO MANUELLI> Noi vivremo in una zona a pericolo di esplosioni per circa 50 anni; l’area potrebbe essere soggetta ad attentati terroristici e, in seguito, ad una militarizzazione del territorio.
Calo del mercato immobiliare.
Associazioni di categoria. Sovrintendenza. Imprese del territorio.
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cittadino medio dal pensare che esistano prospettive occupazionale a breve e medio termine.
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Mario Bensanti, Melendugno
Luigi Candido, Melendugno
Fabio Chiriatti, Martano
Arianna Acierno
Luperto Brizio, Calimera
Claudio Candido, Melendugno
Stefania Bruno, Strudà
Carmen Candido, Melendugno
Giulio Ciccarese, Tramontana, Melendugno
Massimiliano Bufalo, Melendugno
Francesco Cappello, melendugno.net, Borgagne
Andrea Alba Associazione Ruotando, Lecce Maria Carla Andeia Emanuele Antonaci, Soleto Gabriele Apollonio, Borgagne Marcello Apollonio, Borgagne Elena Armenise ,Gazzetta Del Mezzogiorno Salvatore Arnesano, Cgil Lecce, Salice Salentino Giorgio Baldassare, Bagnolo Antonio Balducci, parrocchia, Melendugno Alberto Basset
Ada Bufano Damiana Bufano Luigi Buizza Lecce Marcella Calcagnile, Melendugno Adelaide Camassa, Melendugno Davide Cambiaso, Borgagne Giuseppe Campanile, Bari Cosimo Campobasso, Regione Puglia, Conversano Leandro Candido, Pd, Melendugno
Luigi Cioffi, Melendugno Vito Cisternino, Melendugno
Modestina Carilli, Melendugno
Anna Rita Cisternino, Melendugno
Fabio Carrozzo, Melendugno
Arturo Claudio Girardi
Flavia Casciaro, Borgagne
Fabio Conca, peschereccio, Melendugno
Dario Castrignano, Melendugno Biagio Castrignano, Borgagne Carmelo Catalano, Lilt, San Donato Vito Cavone , Melendugno Antonella Cazzato, Cgil Lecce, Lecce
Anna Cosi, San Foca Dario Cretì, Pd, Melendugno Antonio Curlante, Melendugno Claudia Curlante, San Foca Vincenza D’Alba, Borgagne Anna Maria D’Alba, Borgagne Giuseppe D’Amico, Melendugno Francesca D’Aprile, Melendugno
Giordano Conte, Melendugno
Annamaria D’Aprile, Vernole
Niceta Contè, Melendugno
Giovanni D’Aprile, Vercelli
Lucio Conversano
Paolo D’Aprile, Melendugno
Antonella Corciulo, ditt. La Torre Nel Borgo, Borgagne Salvarore Cosi, Melendugno
Carmelo D’Aprile, Melendugno Rosanna D’Autilia, Melendugno
Patrizio Danese, Poggiardo Bruno De Carlo, Borgagne Paolo De Carlo, Vernole Mauro De Carlo, Vernole Giovanni De Carlo Associazione Tramontana, Melendugno Vincenzo De Gaetani Comune di Melendugno, Borgagne Antonio De Giorgi, Studio Progres, Galatone Antonia De Giorgi, Melendugno Francesca De Giorgi, Lecce Gabriele De Giorgi, Lecce Prima Quotidiano on line, Lecce
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Antonio Montinaro Calimera
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I protagonisti dell’OST
Daniele De Giorgi, Comune di Melendugno, Borgagne Andrea De Pascali, Castrì Angelo De Pascali, Vernole Michele De Pascalis, Melendugno Anna De Pascoli, Melendugno
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Luigi Degaetani, Borgagne
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Bruno Del Monte, Comitato il mio Salento, Lecce Antonio Dell’Anna, Melendugno Annarella Della Monaca, Melendugno
Massimo Doria, Melendugno
Califati Ferdinando Antonio, Borgagne
Giusy Doria, Melendugno
Alessandro Fersini
Chiara Durante, Leverano Antonio Durante, Melendugno
Michele Fiugi, Caprarica
Franco Durante, Melendugno
Anna Floriello, Politecnico Di Bari, Bitonto
Valeria Durante, Melendugno
Federica Francioso, Acmelab Copertino
Elena Durante, Melendugno
Maria Funiati, architetto, San Pancrazio Salentino
Ferdinando Elia Maria Vittoria Elia, Borgagne Nicomede Fasiello, Melendugno Alfredo Fasiello, Vernole
Luperto Demetrio, Lecce
Abbondanza Fasiello Melendugno
Alfonso Di Liddo, Archingegno, Andria Felice Di Scioscio, Borgagne
Maria Grazia Fasiello, Nuovo Quotidiano Di Puglia, Vernole
Nadia Dima, Melendugno
Maria Fasiello, Melendugno
Simone Dima, Comune di Melendugno, Borgagne
Roberto Felline, Consigliere Comunale Melendugno, Melendugno
Fernando Dima, Melendugno
Antonello Fiore, Sigea, Bari
Giuseppe Graziani, Siamo Tutti Tufi, Gravina Vincenzo Greco, Arci, San Donaci Pietrina Greco, Melendugno Maddalena Greco, Torre Dell’orso Annarita Greco Pubblica Istruzione, Melendugno Valerio Greco, Borgagne Marianna Greco
Enzo Gabrieli, Melendugno
Eliana Greco, Melendugno
Caterina Ghiselli, Tap, Milano
Fulvio Greco, Melendugno
Salvatore Giannetta, Lecce
Vera Guelfi, Uil, Bari
Mariano Giausa, Melendugno Martina Giovanni, Melendugno Arturo Claudio Girardi, Associazione di volontariato, Foggia Giuseppa Grande, Melendugno Ivana Grande Pubblica Istruzione, Melendugno
Paolo Gull, Università del Salento, Lecce Stefano Ingrosso, Comitato Salento per l’ambiente, Soleto Anna Liliana Ingrosso, Vernole Chilla Irene, Assessore Bagnolo, Maglie Vito Larini, Comune ci Galatina, Galatina Giuseppe Latino, Piante e fiori, Melendugno
Michele Lepore, Borgagne
Teresa Manca, Borgagne
Fernando Lerone, Melendugno
Giuseppe Mancarella, Sindacato, Monteroni di Lecce
Cinzia Licci, Borgagne Antonella Lifonso, Zollino Barbara Longo, Acquarica
Carmen Mancarella, Rivista di turismo spiagge, 73020 Cavallino
Gianlcua Lovagnini, Rai
Francesca Mandese, Corriere del Mezzogiorno
Antonio Luceri, Borgagne
Annamaria Mangì, Melendugno
Lecci Luigi, Borgagne
Alessandro Manuelli
Pasquale Luisi, La Mia, Bari Pasquale Luisi Paride Luperto, Melendugno Antonio Luperto Miceta, Contrada Barole di Muro, Melendugno
Maria Grazia Margiotta, Comune di Vernole, Vernole Pietro Marra, Melendugno Maria Grazia Marsilio, Melendugno Ilenia Maruccia, Trevisano
Vinicio Maggi, Melendugno
Lavania Mascialino, Borgagne
Pierpaolo Maggi, Melendugno
Massimo Mascialino, Melendugno
Salvatore Maggi, Melendugno
Giovanni Mastrogiovanni, Borgagne
Gianluca Maggiore, Biocontestiamo, Calimera
Enrico Melissano, Fiab, Arnesano
Leonardo Palmisano, Locorotondo
Salvatore Mininanni, Lecce
Dina Pantaleo, Melendugno
Guglielmo Minervini, Assessore alla Cittadinanza Sociale della Regione Puglia
Giuseppe Papadia, Pubblica Istruzione, Melendugno
Cosimo Salvatore Montefusco, Coordinamento Nazionale Agende 21, Salice Salentino
Rita Pascoli, Melendugno Matteo Pascoli, San Pietro Vernotico
Graziano Petrachi, Ministero Pubblica Istruzione, Melendugno Niceta Petrachi, Melendugno Sonia Petrachi Carmelo Petrachi, Melendugno Angelica Petrachi, Melendugno Marcella Petragai, Melendugno
Thomas Pedone
Antonio Piccinno, Vernole
Antonio Montinaro, Melendugno
Antonio Pedone, Melendugno
Maurizio Piconese, Melendugno
Caterina Montinaro, Melendugno
Fulvio Leo Pedone, Melendugno
Luigi Montinaro, Melendugno
Giuseppe Pellegrino, Az.Agricola Piccapane, Cutrofiano
Antonio Pinto, Confconsumatori, Bari
Donato Moramarco, Legambiente Puglia, Brindisi Paolo Morelli, Cavallino Angelo Murrone, Lecce
Rossella Pennetta, Melendugno Antonio Penza, M5s Lequile Santino Perrone
Luigi Murrone, Caprarica
Angela Perulli, M5s Lequile
Antonio Necito
Salvatore Petracchi, Comune di Melendugno, Melendugno
Patrizia Negro, Melendugno
Alberto Potenza Sandro Potenza, Melendugno Pantaleo Poti, Melendugno Damiano Poti, Melendugno Giorgio Potì, Melendugno Giampaolo Potì
Marco Potì, Sindaco di Melendugno
Luigi Sbocchi, Calimera
Giuseppe Potù, Melendugno
Elena Schirinzi, Tap, Lecce
Michela Presta Nardò
Oronzo Scinti, Melendugno
Andrea Pulli Squinzano
Francesco Sciurti, Galatina
Cosimo Alessandro Quarta, Ecoscape, Lecce
Gilberto Scordari, Martano
Oronzo Ricchiuto, Pro Loco Beach Gemini,Torre San Giovanni, Ugento Maria Giovanna Rollo, Vernole Alesandro Rugge, Acaya Sabrina Sansonetti Alberto Santoro, San Pietro Vernotico Donato Santoro, Melendugno Mario Santoro, Melendugno Danilo Santoro, Melendugno Vito Sarcinella, Segretario Psi Taurisano
Antonio Scotti Giorgio Serafini, Melendugno Antonio Sergio, Melendugno Fabio Serino, Fotografo Corriere Della Sera, Lecce Lucio Serino, Miur, Melendugno Sandra Sivilli, Arké, Roma Valentina Spada, Melendugno Maria Stanca, Melendugno Francesco Stella, Melendugno Andrea Stella, Melendugno
Italo Potì, Melendugno
Antonio Sberti, Maglie
Andrea Stella, Melendugno
Giorgio Potì, Melendugno
Giuseppe Sblano, Altair Bari, Bari
Federico Stella, Galatina
Paola Tagliente Paola Tarantino, Corsano Pierpaolo Tarantino, Melendugno Antonio Todisco, M5s Lecce Antonia Tommasi, Melendugno Vincenzo Tommasi, San Foca Enrico Tortelli, Lecce Raffaele Trenta, ImpTAP Giuliana Trorè, Melendugno na Turco, Inpdap, Vernole Maurizio Turi, Borgagne Anne Van Den Troost, Università del Salento, Vernole Corrado Vecchio, Melendugno Patrizia Veri, Melendugno Oronzo Verri, Caprarica Marchello Vittoria, Melendugno
OST // evento di ascolto delle comunità locali // 29 • 30 novembre 2013 // Borgagne - LE
Antonio Micaletto, Consigliere Taurisano
Tiziano Nestola, Hotel Belvedere, Calimera
91 IL GASDOTTO TAP E LA PUGLIA
Patrizia Miano, Miur, Brindisi
92 OST // instant report
Angela Mandes Andrea Marino Margherita Pepe Maria Sasso Antonio Scotti
Progettazione, conduzione, facilitazione:
Facilitatori:
Rapporteur:
Fedele Congedo
Luigi Antonazzo
Graziana Basile
Andrea Gelao
Rino Carluccio
Ilaria Florio
Germana Pignatelli
Maritè Cuonzo
Giuseppe Graziani
Livianna Curri
Wanda Lograno
Fabio Dell’Erba
Marilena Martino
Giuliana La Spada
Nicola Recchia
Antonio Massari
Stefania Trippetti
Lea Sodano
Mariagiovanna Turturo
Si ringrazia l’Oratorio Sant’Antonio in Borgagne,
Fotoreporting:
il Comune di Melendugno e tutti i partecipanti
Francesco Baccaro, Nodo4
che hanno costruito il senso di questo Open Space.
Progetto grafico Instant: Borgagne in Melendugno (LE), 29 • 30 Novembre 2013
Maria Donata Bologna
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Staff Regione Puglia
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CREDITI
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ARCHIVIO FOTOGRAFICO
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INSTANT REPORT del 29 novembre 2013 OST 29 • 30 novembre 2013 partecipazione.regione.puglia.it
Oratorio S. Antonio BORGAGNE - fraz. di Melendugno