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Nel 1960 [>I "Società Cantieri NllVali Spa", ex Tosi, dopo essere stata posta in liquidazione speciale, passava alla Fincanticri, gruppo Ici, rrasformandosi nella nuova Società "Stabilimenti Navali tli Taranto.
Officine di Costruzioni e Rip>lr~zioni Navali", addetta non l'iii alla costruzione m~ esclusivamente alla riparnzione navale , e alla carpenteria metallica, l'ordendo de-
Il bile;,," ga/kggitlltlt da .JO.()(){) to""dlut di JjJ;1t!tl, milntlìo " T nntt, m iro in Alar
Pi«('I)ro arrnltmo if Gmalt Nmigabilt dtrmo ai Canflài Nm-a/i. TanJ1l/o. 191Q.
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fj.\itivamcntc la sua originaria caratterizzazione. L'esercizio si mantenne in :nuvità per oltre un \'cnrcnnio c \'cnnc radicalmente riorganizzato con la dotazione di due grandi bacini galleggiami di 28.000 e 40.000 tonnellate. Purtroppo pero nel quinquennio 1960·'65 le maestranze pllSsarono da 1.506 a 796. Nel 1970 l'organico dei cantieri era di 664 unità, nel 1975 era ridono a 585 unirà. Nel 1978 giunse la Cassa Jntegra;:ione Guadagni, sospeSll con la ripresa Jei lavori su pianaforme per ricercbe petrolifere. Nell'onobre del 1983 i la"ori di allungamento della portllcontainer "Comandante Revello", tes timoniavano ancora la peri;:ia professionale delle ffilleSU-.lOze. L'imeryento dell'IRI non fu risolutivo. Nel 1984, con l'organico ormai ridotto a 460 unità, il Cantiere finiva sempre più relegato in posi;:ione marginale, tanto da giustificare la rincantieri nella scelta Jj smamellare gli stabilimemi di Taranto nel 1990, ritenendo non sussistenti le condizioni della loro sopnlvvivenzll.
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,l'o!omm Corona Australe 1-a'"IIri di ripam~jon(. . F= di ù"banv dd/a prora prefabbrica!a. 5",ùlà 51a-
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