Nave Viittorio Veneto - Storia per immagini

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Nave Vittorio Veneto

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uesta pubblicazione, nelle intenzioni iniziali, avrebbe dovuto accogliere testi, di taglio premi-

nentemente scientifico-divulgativo, redatti da studiosi di rilievo dell’industria navale e militare, per esaltare, illustrandole, le tecnologie di una nave che per anni ha rappresentato il vanto e l’orgoglio dell’industria nazionale della difesa. Tuttavia la ricca documentazione disponibile ci ha indirizzato verso una storia per immagini, che più che con le parole, arrivasse al cuore di chi ama il mare e la nave e di quanti questa nave hanno amato per averla vissuta. Abbiamo privilegiato la semplicità e l’efficacia delle immagini per mantenere nel tempo il ricordo di una nave che ha rappresentato un patrimonio importante della navigazione, dell’ingegneria e dell’industria della nostra Nazione e si è inserita nella storia umana della marineria diventando un simbolo di pace e di solidarietà. Una storia per immagini che promuova l’educazione alla convivenza civile, il senso di responsabilità e del dovere, il valore della patria e l’italianità di cui andare orgogliosi.

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ingrazio quanti hanno reso possibile questa pubblicazione:

l’Amm. Sirio Pianigiani, Direttore della Rivista Marittima, per averci consentito di accedere al ricco patrimonio di immagini della Rivista; l’Amm. Franco Papili per averci concesso le foto del suo archivio personale, testimonianza di una lunga vita operativa sul Vittorio Veneto; il C.F. Giuseppe Barbera per le immagini dell’ultimo ammaina bandiera, immortalato dal Laboratorio Fotografico di Maridipart Taranto; il S.T.V. Valerio Caffio per aver contribuito alla attenta selezione delle immagini; il C.F. Gianfranco Bartolacci per aver tessuto la storia per immagini; il C.V. Vincenzo Popio e l’ing. Gino De Marzo per l’attenta revisione e il prezioso contributo d’idee, il dott. Pasquale Bondanese per l’impostazione grafica e l’impaginazione. Il Direttore Generale Ing. Salvatore Mellea

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Sommario UN NUOVO INCROCIATORE Vittorio Veneto:Incrociatore come implementazione di un concetto operativo

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LA COSTRUZIONEDELLA NAVE Il requisito operativo L’impostazione nei cantieri di Castellammare Il varo L’allestimento Al termine dell’allestimento La visita del Capo di Stato Maggiore alla nuova Unità Gli Ufficiali della Nave Vittorio Veneto

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LA CONSEGNA La cerimonia della consegna della nave La consegna della bandiera di combattimento

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La prima crocieraaddestrativa La Crociera in Nordamerica La sosta alle Azzorre a Norfolk a Yorktown a Mayport La sosta a New York a Quebec In Europa a Londra a Brest Sosta a Cadice ad Algeri l’arrivo ad Augusta

32 32 33 35 36 38 39 40 41 42 43 44

Nave Ammiraglia La Rassegna Navale Nuovi momenti addestrativi La Campagna Navale in Sudamerica nelle Canarie, a Las Palmas in Venezuela, a La Guaira in Brasile, a Rio de Janeiro in Brasile, a Santos in Argentina a Puerto Belgrano e Buenos Aires in Senegal, a Dakar finalmente a Taranto

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Nave Vittorio Veneto

la vita operativa Durante la navigazione Il rifornimento combustibile in mare La manutenzione di bordo Le esercitazioni

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La nave si fa bella Le manutenzioni in bacino Un lungo anno addestrativo dopo la manutenzione

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Eventi particolari Un incontro speciale Il gemellaggio

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La vita di bordo Spazi e alloggi per soggiornare Centrali e Sistemi per l’attività operativa La coperta Il tempo libero a bordo

82 86 89 90

Le Missioni Umanitarie Missione di soccorso in Vietnam Verso Singapore e l’Italia Arrivo in Italia Le altre missioni di soccorso Soccorso alla popolazione tunisina colpita dall’alluvione Operazione Libano 2 Missione Somalia Cronaca di un soccorso in mare

94 102 106 111 111 112 114 115

L’ultima missione L’ultima missione

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L’ultimo Ammaina bandiera “Ammaina bandiera” Taranto, 29 giugno 2006 ore 2027

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Pagina a fronte: Incrociatore lanciamissili portaelicotteri Vittorio Veneto 4


UN NUOVO INCROCIATORE

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ella storia delle marine militari, nessun’ altra nave ha subito tante evoluzioni quante l’Incrociatore, e per nessun’altra é tanto difficile darne la definizione esatta e pertinente. Il termine, durante il periodo velico, ebbe significato generico di “nave che incrocia”: piccola unità da guerra autonoma, impiegata in operazioni di pattugliamento individuale, per proteggere le navi mercantili dai corsari. Oggi l’incrociatore è una unità navale capace di contrastare la minaccia aerea e subacquea, con caratteristiche di armamento polivalente.


Nella storia delle marine militari, nessun’altra nave ha subito tante evoluzioni quante l’Incrociatore, e per nessun’altra é tanto difficile darne la definizione esatta e pertinente. Il termine ebbe, durante il periodo velico, significato generico di “nave che incrocia”. Era in genere una piccola unità da guerra autonoma, impiegata in operazioni di pattugliamento individuale, allo scopo di proteggere le navi mercantili contro le unità da corsa e da guerra nemiche. Oggi l’incrociatore è una unità navale capace di contrastare la minaccia aerea e subacquea, con caratteristiche di armamento polivalente, destinata a costituire il nucleo più importante della Squadra Navale. Nel 1870, nasce l’Incrociatore Corazzato e, subito dopo nel 1878 l’ incrociatore Protetto, che affida la propria protezione al solo ponte corazzato e che si presta a missioni esplorative, di vigilanza, protezione e attacco al traffico. È da qui che nasce e si sviluppa la nave da battaglia nota come corazzata, con un dislocamento superiore alle 45.000

Incrociatore corazzato italiano “Pisa”

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tonnellate, corazza verticale e ponte corazzato. Varato nel 1937 e consegnato alla Regia Marina nel 1940, la corazzata Vittorio Veneto precede l’unità che circa trent’anni dopo sarà l’ammiraglia della nostra Marina Militare. Con un equipaggio di circa 1800 uomini e una velocità massima di 30 nodi, partecipò ad un totale di 56 operazioni navali, con importanti scontri a fuoco con la Royal Navy, percorrendo 18.000 miglia in guerra. In seguito all’armistizio del 1943, la Regia Corazzata VITTORIO VENETO fu internata per tre anni nel “Lago Amaro” al centro circa del Canale di Suez, inutile pegno per il duro prezzo della guerra perduta. Con trecento marinai liberi sulla corazzata prigioniera, nessun servizio era trascurato, nessuna tradizione era abbandonata, perché a quell’esilio, gli uomini opponevano la loro profonda disciplina e il loro amore per il Paese, la Marina e la loro nave. La bella nave, restituita all’Italia alla fine del conflitto, con l’obbligo di demolizione, fu radiata il primo febbraio del 1948 dopo appena otto anni di vita operativa.


Varo della corazzata V. Veneto nel 1937 La corazzata V. Veneto uscĂŹ per la prima volta in operazioni di guerra il 31 agosto ‘40

La corazzata V. Veneto in navigazione con la mimetizzazione da guerra

La corazzata V. Veneto internata sul Gran Lago Amaro in seguito all’armistizio del 1943

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Vittorio Veneto: Incrociatore come implementazione di un concetto operativo

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opo la conclusione del secondo conflitto mondiale, con l’inizio della Guerra Fredda, si contrappongono nello scacchiere internazionale due grandi blocchi politici. Nel conflitto strategico tra USA ed URSS un importante elemento è la supremazia sui mari che per gli USA si basa soprattutto sulla disponibilità di portaerei di unità anfibie e di basi navali in diverse aree geografiche, fra cui il Mediterraneo. Mosca cercò di bilanciare questa potenza navale sviluppando un programma di nuove costruzioni subacquee e di una componente aereo tattica di contrasto concepita per colpire il flusso dei traffici marittimi.

Incrociatore Giuseppe Garibaldi dopo la modifica in lanciamissili

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Nello sviluppo della Marina Militare degli anni Sessanta si dà dunque un forte impulso allo studio e realizzazione Negli anni ‘60 la Marina Militare inizia dunque un’operazione di «chirurgia navale» con la trasformazione in lanciamissili del vecchio incrociatore Giuseppe Garibaldi, preludio alla costruzione di nuove unità di ammodernamento della flotta navale. La soluzione fu quella di associare ai sistemi antisom di bordo una componente elicotteristica, organica all’unità navale, e una componente missilistica atta a contrastare il livello della minaccia aerea senza dover ricorrere a una prote-


Nave Vittorio Veneto

zione di caccia basata su unità portaerei che non potevamo permetterci. I missili consentivano, infatti, di poter svolgere efficacemente compiti di scorta antiaerea, svincolandosi altresì dal limitato raggio d’azione dei velivoli intercettori basati a terra, e potevano essere usati come armamento principale contro unità di superficie e contro il naviglio subacqueo. L’evoluzione di queste tecnologie impiegabili a bordo delle unità navali aveva conseguentemente un impatto sulle caratteristiche delle navi, in particolare sugli scafi, sempre più marini e robusti, e sui sistemi propulsivi, di assoluta e prolungata sicurezza di funzionamento. L’incremento della portata delle armi e dei sistemi di scoperta rendeva meno pressanti e prioritarie le esigenze in materia di potenza e velocità massima raggiungibili.

Incrociatore lanciamissili portaelicotteri Andrea Doria

Vengono così costruiti due cacciatorpediniere lanciamissili classe «Intrepido» e due incrociatori lanciamissili portaelicotteri classe “Doria “, seguite poi dal Vittorio Veneto.

Cacciatorpediniere lanciamissili Impavido

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LA COSTRUZIONE DELLA NAVE

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a costruzione di una nuova unità navale è opera di grande impegno progettistico, tecnologico, sistemistico e marinaresco. Una sfida che le industrie navali affrontano con passione e orgoglio nazionali. La costruzione del Vittorio Veneto ha rappresentato la soluzione italiana al problema dell’integrazione su un’unica piattaforma delle componenti destinate a fronteggiare le minacce subacquea ed aerea e nello stesso tempo quella di Comando e Controllo.


Il requisito operativo

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a situazione geostrategica del Mediterraneo negli anni ‘50 richiedeva dunque alla Marina Militare Italiana, inserita nelle marine NATO, di dare priorità allo sviluppo di unità polivalenti con una componente elicotteristica antisommergibile imbarcata e un sistema missilistico di difesa antiaerea.

A sinistra: sezione centrale A destra: sezione prodiera

A sinistra: vista laterale prodiera A destra: vista laterale poppiera

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Così, mentre si concretizzava l’operazione di chirurgia navale del vecchio incrociatore Giuseppe Garibaldi, si dava il via allo studio per la costruzione di una nave con capacità elicotteristiche e missilistiche che potesse svolgere anche funzioni di Comando e Controllo di gruppi operativi complessi: il Vittorio Veneto.


Nave Vittorio Veneto

L’impostazione nei cantieri di Castellammare

L’

impostazione del Veneto avviene nel 1965, il giorno della festa della Marina Militare, presso i Cantieri Navalmeccanica di Castellamare di Stabia. Erano presenti alla cerimonia oltre al presidente della Fincantieri gli onorevoli Moro, Tupini ed Andreotti.

Dopo la benedizione impartita dall’Ordinario Militare Monsignor Arrigo Pintonello, il primo pannello prefabbricato della chiglia del V. Veneto viene calato sullo scalo e la fiamma ossidrica effettua la prima saldatura.

Messa in opera del primo pannello prefabbricato sullo scalo

La benedizione dell’inizio lavori della nave

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Il varo

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l 5 febbraio 1967 alle ore 10,30, il Capo dello Stato, Giuseppe Saragat, accompagnato dalla figlia Ernestina Santacaterina Saragat, madrina della nuova unità, viene accolto nei Cantieri Le maestranze, che hanno costruito la nave, presenti sul luogo della cerimonia

A sinistra: il V. Veneto sullo scalo del cantiere A destra: La maestosa prora, che ancora non conosce il mare, pochi momenti prima del varo 14

Navali della Navalmeccanica di Castellammare di Stabia salutato dalle salve di 21 colpi di cannone sparate dalle artiglierie dell’incrociatore missilistico portaelicotteri Duilio e da altre unità della Marina Militare presenti alla cerimonia del varo della nuova unità. Nasce il terzo incrociatore lanciamissili e portaelicotteri dotato di sofisticati apparati di Comando, Controllo e Comunicazione interamente costruiti in Italia. Il Vittorio Veneto è espressione della capacità dei settori più progrediti dell’Industria Nazionale della difesa, particolarmente quello elettronico ed elicotteristico.


Un reparto di marinai in armi schierato in prossimità delle tribune, gremite di pubblico, è pronto a rendere gli onori

L’Ordinario Militare Mons. Maffeo impartisce la benedizione

La Madrina, Signora Ernestina Santacaterina Saragat, recide il cavetto che trattiene la bottiglia di spumante

Il Presidente della Repubblica, on. Saragat accompagnato dal Ministro della Difesa, on. Tremelloni è presente assieme ad alte autorità militari. Sulla destra, il Capo di Stato Maggiore della Marina Amm. Michelagnoli a cui è dedicata la Fondazione omonima.

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Il Vittorio Veneto inizia la lenta discesa verso il suo primo appuntamento con il mare mentre le sirene delle navi in porto salutano il battesimo della nuova unitĂ .

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L’allestimento

L’

allestimento di una unità della Marina Militare rappresenta uno sforzo industriale, tecnologico e marinaro di grande impegno che mette a dura prova ingegneri e maestranze dei cantieri, tecnici e specialisti di sistemi e apparati e il personale militare che sarà poi l’utente finale del prodotto finito. A destra: L’istallazione della cuffia del moderno ecogoniometro sul bulbo di prora A sinistra: Lo scafo ancora privo di infrastrutture

La nave con le prime infrastrutture 18


L’allestimento, più che la costruzione è una fase delicata e molto impegnativa che consolida le caratteristiche operative della nave

Giorno dopo giorno il nuovo incrociatore prende forma

Primo appontaggio del nuovo elicottero SH3D sul ponte del Veneto I lavori di allestimento, le prove e la messa a punto dei sistemi di propulsione, sicurezza, armi, comunicazioni, comando e controllo e l’addestramento del personale, iniziano il giorno del varo, 5 febbraio 1967, e durano fino alla consegna dell’Unità il 12 luglio 1969

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Al termine dell’allestimento La visita del Capo di Stato Maggiore alla nuova Unità

E’

già pronta a solcare i mari la nuova Unità. Ancora gli ultimi collaudi e la messa a punto finale, prima della consegna definitiva alla Marina Militare. E intanto si susseguono le visite. Il 2 marzo 1969 il Capo di Stato

Maggiore della Marina, Amm. Spigai ed il Capo del Dipartimento Militare Marittimo dell’Alto Tirreno, Amm. Barbera, visitano la nuova Unità non ancora consegnata alla Marina Militare.

I Sottufficiali dell’Unità sono presentati al Capo di Stato Maggiore Amm. Spigai

Visita alla plancia

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Visitatori, Autorità e Giornalisti a bordo del Veneto


Gli Ufficiali della Nave Vittorio Veneto

Ufficiali Capi Servizio imbarcati sul Vittorio Veneto prima della consegna Capi Reparto e Ufficiali sottordine imbarcati sul Vittorio Veneto prima della consegna

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LA CONSEGNA

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omento significativo della vita della nave è la sua consegna, vissuta con grande solennità. Il passaggio della nave dai Cantieri alla Marina Militare e la consegna alla nave della bandiera di Combattimento costituiscono due aspetti di un unico rito: il battesimo operativo dell’unità. Da questo momento in poi la nave è un insieme pulsante di vita e tecnologia, un organismo complicato con sofisticati strumenti di lavoro e soprattutto con un buon equipaggio.


La cerimonia della consegna della nave

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a “cerimonia della consegna” dell’Incrociatore lanciamissili e portaelicotteri Vittorio Veneto ha luogo il 12 luglio 1969 nel Cantiere Navale di Castellammare di Stabia della Italcantieri.

Il Vittorio Veneto, con i suoi 179,60 metri di lunghezza e le sue quasi diecimila tonnellate di stazza, è la più grande e bella nave in dotazione della nostra Marina, dal dopoguerra. Il motto dell’Unità sarà per tutta la sua vita, e per sempre,“Victoria Nobis Vita”.

Cerimonia della consegna del Vittorio Veneto alla Marina Militare

I A J V - Nominativo internazionale dell’Incrociatore Vittorio Veneto 24


L’equipaggio schierato sul ponte di volo durante la cerimonia

Il Capo di Stato Maggiore della Marina viene accolto dagli onori militari

Gli Ufficiali del V. Veneto sono presentati al Capo di Stato Maggiore

L’Ordinario Militare per l’Italia Mons. Maffeo, impartisce la benedizione alla nuova unità

L’Amm. Virgilio Spigai, l’Amm. Horacio Rivero USN, il Gen. Giovanni De Gennaro e l’Amm. Giovanni Cantù presenziano alla cerimonia 25


L’equipaggio schierato al momento della cerimonia Il Capo di Stato Maggiore della marina, Amm. Spigai, s’intrattiene con il Presidente dell’Italcantieri dott. Cortesi e con il Presidente Nazionale dell’ANMI, AMM. De Angioy

Il momento solenne del cambio bandiera. Viene ammainata la bandiera della Marina Mercantile e alzata quella della Marina Militare Il Capo di Stato Maggiore lascia il luogo della cerimonia e saluta i vessilli delle Associazioni Combattentistiche presenti alla cerimonia 26


Nave Vittorio Veneto

La consegna della bandiera di combattimento

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a Bandiera di Combattimento accompagna la Nave in tutta la sua vita operativa. E’ il simbolo dell’onore, delle tradizioni e della storia della Nave e della Patria e va difesa fino all’estremo sacrificio. Viene consegnata alla Nave con una solenne cerimonia e custodita a bordo, con particolare cura, in una teca di pregio. Il 4 novembre 1969 a Trieste, nella ricorrenza della Giornata delle Forze Armate e del Combattente, ha luogo la consegna della Bandiera di Combattimento all’Incrociatore Lanciamissili Portaelicotteri Vittorio Veneto. La Bandiera viene offerta dalla Contessa Maria Pecori Giraldi, vedova dell’Ammiraglio di Squadra Corso

Pecori Giraldi che fu comandante dell’incrociatore da battaglia Vittorio Veneto in guerra. Il cofano, in cui sarà conservata la bandiera, viene offerto dalla città di Vittorio Veneto. Il luogo della cerimonia, la riva del Mandracchio, è nel cuore di Trieste, di fronte alla suggestiva piazza della Libertà d’Italia. Il V. Veneto è affiancato dall’incrociatore Garibardi, dai cacciatorpediniere San Giorgio e Impetuoso e dalle fregate Margottini e Rizzo parate a festa con il gran pavese a riva. Il Vicario Generale mons. Corazza, assistito dal cappellano militare della Squadra Navale mons. Castelli e dal capellano di Maridipart Ancona don Monti, benedice la Bandiera.

A sinistra: Il Veneto, attorniato dalle altre navi, ormeggiato a riva Mandracchio per la cerimonia

A destra: La tribuna per le autorità, in piazza dell’Unità d’Italia, di fronte alla nave 27


Il Capo di Stato Maggiore della marina Militare Amm. Spigai mentre passa in rassegna il picchetto d’onore

L’ammiraglio Spigai accompagna la signora Ernestina Santacaterina Saragat madrina del varo della nave

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La contessa Pecori Giraldi consegna al Comandante Marulli la Bandiera di Combattimento


Il momento della benedizione del cofano e della bandiera

L’Amm. Fioravanzo, la contessa Maria Pecori Giraldi, il sindaco di Vittorio Veneto ed il Comandante Marulli Un gruppo di Ufficiali e Sottufficiali che furono imbarcati sul vecchio Veneto durante la Guerra presenziano alla cerimonia

Il palco delle AutoritĂ presenti

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Il momento culminante della cerimonia: la Bandiera di Combattimento viene alzata sul picco più alto della nave

Il Vittorio Veneto con il “Gran Pavese”

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Nave Vittorio Veneto

L’ultimo Ammaina bandiera

L

a bandiera che per tanti anni ha sventolato su tanti mari, lentamente viene ammainata e amorosamente ripiegata per essere custodita ad imperitura memoria della nave. E’ l’evento che sancisce la fine della vita di una nave, il suo abbandono, lo smantellamento e il riciclaggio. Ma il Vittorio Veneto non muore. “Passa in disarmo. Resta Unità della Marina Militare e resta iscritta al Quadro del naviglio militare”. L’ultimo ammaina bandiera per il Veneto è solo “un omaggio, affettuoso e riconoscente, un saluto, non un addio, perché possa continuare ad essere fruibile, quale prezioso scrigno e documento di una storia che è la nostra storia”.

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“Ammaina bandiera” Taranto, 29 giugno 2006 ore 2027

La cerimonia si è tenuta nel Mar Piccolo di Taranto alla presenza delle alte Autorità civili e militari

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I parenti dei militari assistono alla cerimonia sulla banchina torpediniere dell’Arsenale Militare I Reparti si schierano per la solenne cerimonia

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