abstract
Questo lavoro nasce dall’interesse verso il tema della riqualicazionedelleAreeInterne. Questo tema è stato molto sentito nell’ultimo decennio, in particolar modo ci siamo resi conto che per prossimità geograca l’area del Cilento non è riuscita a sfrutt meglio questi processi messi in campo dalle politiche nazionali ed internazionali, a differenza dell dell’Irpinia nella quale si sono già attivate una processidiriqualicazione. Il Cilento Interno, per la sua complessa accessibil per le ampie distanze, può essere considerato l’ “at della Campania che con i suoi paesaggi unici narra antiche culture e di una natura incontaminata e rispettata nel corso dei secoli dagli abitanti del luogo. Il Ci internoèabitatodachicivivedasempre,dachihadec ostinatamente di restare e da chi non si è mai rassegnato a vivere coniugando la conservazione della bellezz lo sviluppo e ha deciso di tornare prediligendo lo living”. Nonostante ciò, sono molte di più le persone ch hannosceltodiabbandonarequestiluoghi. IlCilentorientrainfatti,inquel60%delterritorioi che si classica come Area interna, vale a dire que territorimarginali,fragiliepocopopolati. L’obiettivogeneraledellatesiè,dunque,quellodiar e invertire il processo di spopolamento sperimentando una strategia innovativa che attraverso il patrimonio delle architetture rurali coadiuvato alla cooperazi attori coinvolti, introduce nuove azioni favorev ripresa e allo sviluppo del territorio; generando una rete produttiva che mira al coinvolgimento di tutti i comuni dell’areaeall’interazionetraessi. Frenare lo spopolamento signica, dunque, contrasta tale abbandono creando opportunità lavorative all’uso sostenibile dell’enorme patrimonio n dell’area, valorizzando e interpretando in ma innovativa le pratiche di una cultura materiale che, nella suastoriamillenaria,ha“costruito”paesaggi,cult divita,riconosciutioggipatrimoniodell’umanità.
IL PARCO NAZIONALE DEL Ù CILENTO, VALLO DI DIANO E ALBURNI
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IL CILENTO: ORIGINI E STORIA
Sebbene queste teorie siano state accreditate studiosi del secolo scorso, per ragioni storiche sar da escludere, in quanto il Cilento non si è mai spinto alla piana del Sele, eccezion fatta per le sproposi dimensioniconcuioggièinteso. Adesempio,leggendola“definizione territoriale ”diCilento, ne “L’istorica descrizione del Regno di Napoli”di Giuseppe Maria Alfano:- Cilento è una regione tra i umi Sele , e Alento […] Comprende la maggior parte de’ Luoghi dell Dioc. di Capaccio. […] È rinomata nell’antichità per l celebridistruttecittàdiPestoeVelia.
Origini etimologiche
Nuovi scenari etimologici IlCilentoèunaterradalleoriginianticheelesuevicende Neitempimoderni,tuttavia,nonsièfermatoilfenome plurisecolarisonodocumentabilindallapreistoria. della ricerca etimologicadeltoponimoCilento.Difat Il nome Cilento appare, nel senso più ristretto, per la studioso contemporaneo lo considera un termine gr primavoltainundocumentodel94. attribuendoneda“Cyr-Alyntos”,probabilme Sono tante le teorie sulla nascita del nomebizantino Cilento, ma adindicare ”. quella univoca e più accreditata è certamente quella il“Signore (Cyr) dell’Alento (Alyntos) Non meno interessante è la teoria di chi propone che pone le origini nella formulazione linguistica “Cisanteriorizzare l’etimologiadeltermine,riconduce Alentum” che indica le terre poste ad est del bacino del sir- anteposto alla formante un radicale preindoeuropeo ume dell’Alento, la cui coniazione è attribuita ai monaci 1 -ento,teoria, dove sir-, relitto del sostrato mediterraneo, oscillato benedettini. Secondo i presupposti di questa in cil-, assume signicatodi“monte”,edèunito -ento, che ad il toponimo trae origine dall’antico Hales, in seguito il secondo elemento di relitti toponomastici latinizzato Alentum, in confermandolostrettolegamecostituisce con del sostrato. idronimoAlento. Internamente a tale teoria, si è nel tempo materializzata un’ulteriore accezione, che identica il Cilento nell’etimologia “Circum”, la Alentum quale indicherebbe ia destra: Donne intrecciano le libbane di Marina di Camerota, collezione privata di A. Caiazzo. territori circostanti al bacino dell’Alento, limitatamente allapartealtaecentrale. Altra teoria elaborata dal famoso economista e docente universitario Nicola Acocella, prende vita dall’espressione “Inter Silarum et Alentum” che include il ume Sele e concentra l’attenzione sui due corsi d’acqua. Tale espressione indica il Cilento come la terra compresa fra il Sele e l’Alento, ovvero non oltre il ume Sele e non oltre l’Alento. Acocella sostiene inoltre che l’etimologia del Cilento derivi più dal Sele che dall’Alento, difatti egli 1. fenomeno linguistico che risale a un periodo precedente alla manifestazione sostiene che il termine”,“Cilentum possa avere origine da storica di una lingua indoeuropea, prima della diffusione del celtico, del latino e “Silentum ”(asuavoltaderivatoda). Silarum del greco. 4
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Cenni di Storia del Cilento
Come già accennato, l’area del Cilento ha una storia antichissima testimoniata da alcuni ritrovamenti risalenti alpaleolitico. La presenza dell’uomo primitivo è ancora oggi tangibile attraversolapresenzadeisuoi“strumenti”disseminatisia lungolegrottecostieretraPalinuroeScario,siainquelle interne dislocate lungo gli antichi percorsi di crinale dei massicci montuosi, come le Grotte di Castelcivita e nel Vallo di Diano Grotte ( dell’Angelo, Pertosa), che, senza soluzioni di continuità, per migliaia di anni, stabilirono contatti e relazioni tra i Popoli del mare e quelli dell’Appennino. I ritrovamenti di utensili e manufatti provenienti dal Tavoliere Pugliese, narrano che nel corso Capo Palinuro in un tavola cinquecentesca dell’Ordine di Malta dei secoli, il Cilento fu un luogo di scambi, attraverso le vie di transumanza e antichi tratturi che attraversavano Nel periodo storico che va dal 53 al 53, con la guerra l’Appennino, mentre dal mare lo avvicinava alle civiltà goticobizantinael’insediamentodeiLongobardi,vif nuragiche,egeeemediterranee. totale abbandono del territorio costiero, che eb Il territorio ospitò popolazioni di vario genere già a solo nel secolo successivo con l’avvento prima ripresa partire dal IX secolo a.C. con testimonianze di deiepoca monaci greci i quali, riuscirono a determinare una protoetrusca, ma certamente l’insediamento più effettivadelleattivitàeconomichesu rinascita signicativo avvenne tra il VII e VI secolo a.C. daiLe Greci. dei terreni, attività principali furono il dissodamento 2 Difatti, i Sibariti discendenti ( degli Achei), verso la metà e l’accoglienza ai profughi dando loro la possibili del VII secolo a.C. cominicarono a fondare una serie di coltivare leterre.Ciòportòall’iniziodiimportant sub-colonielungolacostatirrenicaetraqueste crearono di commercio sfruttando i vecchi approdi, no alla met Posidonia, quella che diventerà in epoca romana la città di del IX secolo, quando a causa delle conquista di Agropo Paistom, l’attuale Paestum. Nello stesso periodo, un altro e Licosa da parte dei Saraceni, costrinse nuovamente gli insediamento proveniente dall’Asia minoreabitanti fondò Elea, della costa ad una migrazione verso l’i ovveroVeliainepocaromana.ProprioElea,inquell’epoca portando ancora una volta ad una mescolanza di civ fu fulcro di cultura losoca e scientica ospitando diverse,la in cui coesisterono il rito greco e quello la Scuola Eleatica di losoa e quella medica da cuiTutte trarrà la aree costiere furono brutalmente sacch origine l’importante Scuola Medica Salernitana, punto di no alla distruzione della fortezza di Lucania sull’a partenzaperlamodernamedicinaoccidentale. MonteStelladapprima ( MonteCilento). Nel III secolo a.C. i Romani ne fecero una provinciaSuccessivamente, per con la caduta dei Longobardi, e l’allevamentoelacoltivazione,concentrando gliinteressi dei Normanni, che predilessero i mo l’insediamento verso le zone collinari, trascurando fortemente la zona benedettini a quelli greci, si ebbe una nuova rip costiera che divenne un’area depressa e paludosa. Ciò economica graziealleistituzioniecclesiastiche. portò ad una migrazione della popolazione dalla Concosta il dominio svevo invece, si ebbe una vera e propri versol’interno. riorganizzazione amministrativa. Il territorio ci 6
visse in uno stato di benessere no al 1302, quando con schieradiaudacineltentò 1857, un’impresarivoluzionar la guerra del Vespro tra Angioini ed Aragonesi portò conloun scopodiliberareilRegnodaldominioBorbonico nuovo periodo di violenza e decadenza nel territorio Alla guida dei suoi compagni e 30 detenuti che aveva che colpì in particolare i paesi di Pioppi, Perdifumo, San dalle carceri, contrariamente alle aspet liberato Mango Cilento, Santa Luci, Acquavella, Casalvelino, San non trovarono altri sostenitori bensì l Pisacane, MauroCilento,Serramezzana,S.Giorgio. contadini che erano stati messi in guardia dalle autorità Dall’inizio del XVI secolo, cominicarono le invasioni borboniche dello sbarco di una banda di ergastola dai pirati barbareschi che saccheggiavano i paesi e delinquenti comunievasidall’isoladiPonza. riducevano in schiavitù la popolazione. Per questo, nel aPadulavennerocircondatiedi Il1ºluglio, 25 lorofurono il 1537, VicerèDonPedroÁlvarezdeToledo,perarginare massacrati dai contadini, gli altri, per un totale questi fenomeni, riattivò il sistema delle vecchie torri di vennero catturati e consegnati ai gendarmi, processati e avvistamento potenziandolo con la costruzione di altre condannati amorte. torri in punti strategici come spiagge, rupi Ad e foci dei ogni modo, agli inizi del ‘90, rimasero solo gli umi, andando a creare una rete di comunicazione che strascichi el’odiosuscitatodallarepressiones permettevaagliabitantidimettersiinsalvo. moti indipendentisti, mentre invece erano ancora vivi i Nonostante il potenziamento, le invasioni continuarono problemicheavevanocaratterizzatoilsecoloprece anchedapartedeipiratiTurchipergranpartedel 160. Ilproblema dell’emigrazionegiàall’epocaeradeterm Le sorti del Cilento accennarono a migliorare nel instabilità economica, infatti il 60% del dasolo una grande 1805conGiuseppeBonaparteeGioacchinoMurat. popolazionecilentanasispostavaversoaltripaes Dopo i moti costituzionali del 1820 e la decisione del Re fascista,ilregimeeffettuòlebonichedelume Inepoca Ferdinando I di concedere una costituzione efmera per edellapianadelSeleesulfronteeconomicoi Alento poiripristinareilregimeassolutistico,nelRegno cifurono “battagliadelgrano”alloscopodipe lacosiddetta diverse rivoluzioni. Nel si182, sperò di rinnovare con l’autosufcienzaproduttivadifrumentoinItaliama miglior successo le gesta del 1820 con una rivoluzione, ascapitodellealtrecolturedanneggiandoifragil preparata dalla società dei Filadel, ad opera d’un portandoamovimentidiribellione,chefur economici manipolo di audaci, intellettuali e possidenti, con a capo repressisulnascere. A. M. De Luca. Il piano era di correre dal Cilento sulla Da allora la situazione del Cilento, abbandonato capitaleeimporrelacostituzionealsovranostesso, ma,scoperti non mutò mai, no agli anni ’90, con l’istituzione ipiani,lasollevazionefuspentasulnascere,quando nelle del Parco Nazionale del Cilento che rappresenta la p borgate, in mezzo al delirio del popolo, s’incominciava ad vera occasione di riscatto di questo territorio inalberareilvessillocostituzionale. dirsi ricco di manifestazioni di cultura, arti, tradi Megliopreparataparve,invece,larivoluzioneche esplose storie daraccontare. nel gennaio del’48 e fu diretta da Constabile Carducci. Fu proprio questa rivoluzione che strappò a Ferdinando II la costituzione e in sua difesa essa tornò a divampare nel luglio dello stesso anno. Il moto però fallì, per tutto quel complesso di cause che fecero naufragare gli altri tentativi rivoluzionari del’48 nel Mezzogiorno, le plebi contadinesche non assecondavano gli sforzi dei liberali e 2. da dissodare v. tr. : lavorare, rompere un terreno incolto per prepararlo alla patrioti.QuandoCarloPisacanesbarcòaSapricon lasua coltura; 7
I DIALETTI CILENTANI
cilentani abbiamo avuto con l’italiano lo stesso che abbiamo con l’inglese, una lingua acquisita. Al stesso modo l’italiano per noi era una lingua str Poi l’isolazionismo, dovuto alla mancanza di strume circolazione, di strade, di rapporti umani, ha fatto s la nostra parlata si conservasse integra. Ora ci si facilmente di paese in paese, prima era impensabil anche comunicare tra frazione e frazione, tant’è vero esistevanorivalitàanchetralecontradediunostes Certamente, una forte inuenza linguistica vi dai dialetti campani e lucani, entrambi apparte al gruppo dei dialetti italiani meridionali Il territorio del Cilento ha dunque tantissime pagine zona centromeridionale del Cilento si incont di storia, come tantissimi sono stati i domini che inoltre, si incontrano molte caratteristiche del possono essere identicati come “agenti linguistici”. siciliano, del salentino e della Calabria meri Difatti, le differenti culture hanno portato alla Pertanto nascita della “parlata” che in parte accomuna si possono identicare due macro-grupp - I dialetti cilentani appartenenti al g le comunità locali dal punto di vista linguistico. italiano meridionale, afni al lucano e al campa Alcune teorie sostengono che in primis l’antico celtico I dialetti cilentani di tipo siciliano avrebbe reso la sua lingua dapprima nella topograa presentano caratteristiche linguistiche arcaiche locale, a partire dal ume che scorre lungo il territorio Un aspetto esclusivo e distintivo del dialetto cilentano, segnandone i conni, l’etimologia e la storia: l’Alento. è certamente quello di essersi conservato intatto da I dialetti Cilentani celendani ( o cilindani) sono il suggestioni e risultato delle molteplici inuenze, ognuna delle commistioni esterne provenienti dalle grandiareeurbane,precipuamenteperlalontananzad quali ha lasciato le proprie tracce nella lessicologia città, dove le diverse parlate si mescolano e si fon locale, denendo così un idioma ricco e variegato. Il Cilentano è l’unico dialetto riconosciuto A tal proposito, uno dei maggiori esperti dei dialetti del provincia di Salerno ed è lontanissimo dalla territorio è certamente Giuseppe Liuccio3 , cultore e napoletana (riconosciuta dall'UNESCO rafnato cantore del dialetto di chi è nato elingua cresciuto come Lingua in Pericolo di Estinzione). in questi luoghi, nelle sue interviste riferendosi al suo Un esempio manoscrittodichiara:“Chesta èlaterramia”nasce daunaconcreto linguistico è il passaggio dalla doppia ‘ caratterizza l’intero convinzione mia: per noi Cilentani la lingua italiana‘ll’ è unadel latino a dd’, ed è considerabile un fenomeno generalizzato; tutt lingua straniera, come il francese, l’inglese, lo spagnolo. in alcuni centri è adoperato in modo più ricorrent Quando ho voluto scrivere cose che riguardassero la mia pronome chiddu‘ ‘ appartiene solo alla fascia del Cil terra ho preferito farlo nella lingua che meglio la potesse oltre ‘ i conni storici’ (adesempioaRofrano,Alfano,ecc.), rappresentare: nel cilentano ci sono tracce di latino, mentre è chiro‘ ‘ chero/ ( cher) nellapre-fasciadelIlCilent spagnolo, greco… questo lo eleva alla dignità di lingua!Tale E ancora: -Noi parliamo latino, greco, normanno, arabo e esempioloritroviamogiàinunaepistolaintitol Cilento 20 che 1869, non ce ne rendiamo conto. I nostri conquistatori hannoedelsuodialetto”datataNovembre Federico Piantieri indirizza ad Ernesto Palumbo “Ofci lasciatosegnidelloropassaggio,sicimaanchelinguistici, dellaCi Biblioteca Nazionale di Napoli”, considerat strade,monumentimaanchetraccedellorolinguaggio. subito il primo effettivo studio su questa parl sono moltissime espressioni nella parlata cilentana che 4 meglio sull’insieme dei dialetti dell’area in q sanno di lucano, latino, greco, arabo, francese. Il nostro dialettoèun’abitudine,qualcosacheabbiamodentro.Noi 8
Anziani di Roccadaspide parlano , foto storica dell’archivio Crescella.
3. Giuseppe Liuccio si definisce un Cilentano DOC: Nato a Trentinara, classe 1934, ha insegnato latino e greco nei licei classici di Salerno e Provincia e poi ha abbandonato la scuola per seguire la sua autentica vocazione che è stata quella del giornalista. Ha fatto il giornalista per RAI TV per venti anni e più, fino al 2001 ha continuato a fare il giornalista della carta stampata, occupandomi quasi esclusivamente del territorio della sua provincia: Cilento e Costiera Amalfitana. Nel Cilento è nato, mentre definisce la Costiera sua patria d’adozione. È un cultore del dialetto cilentano, nonché autore di molti libri tra cui il succitato “Chesta è la terra mia!” edito da Galzerano editore nel 1981. 4. (Bologna, Tipi Fava Studi Filologici, Storici
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e e
Garagnani, 1870, Estratto del Biblicografici “Il Propugnatore”,
Periodico: vol. II),
LA PATRIA DELLA DIETA MEDITERRANEA
una ricaduta economicamente vantaggiosa sul turismo naturalistico ed eno-gastronomico del terr Ad oggi, difatti, sono moltissime le attività ruotano attorno a questo inestimabile patr - Associazionisvolgono che tour eno-gastronomici - Aziende agricole e cooperative che valorizzano i prodotti tipici loc - Aperturadell’Eco-museodellaDietaMediterran Il “Museo Vivente della Dieta Mediterranea” di Pio QuestoèsituatoalprimopianodiPalazzoVinciprovae gestito,insiemealMuseoVivodelMare,daLegambiente,e faparte dellaretedell’Eco-museodellaDietamedite Il Cilento è culla della Dieta Mediterranea, grazie anche Ed è il principale tributo di Pioppi ad Ancel Keys alla riscoperta dei valori alimentari dell’americano Ancel L‘Eco-Museo Keys 3 , il biologo e siologo statunitense che trovò in della Dieta Mediterranea presenta 5 sale Pioppi la culla della Dieta Mediterranea. Keys insiemeespositive, con pannelli descrittivi e video, tra cui quella dedicata ai sensi, con ad un gruppo di studiosi (Martti Karvonen, Flaminio installazioni per il gusto, il tatto e l’o Fidanza,AlbertoFidanza,eJeremiahStamler),studiando La salalocale per la pasta fatta in casa, con video del accuratamente l’alimentazione della popolazione massaie ed i suoi beneci, giunse alla conclusione che la dietacilentane; la biblioteca personale di Keys, donata mediterranea apportava giovamenti alla salute. Nel dalla famiglia al Comune di Pollica Nel Museo siorganizzanolaboratorididattici,corsidi 194, il noto siologo americano, affascinato dalle cilentana evisiteguidateasentieri,ortiemulinide abitudini alimentari della popolazione del Cilento, Un modo concreto di tramandare l’eredità lasciata da decise di approfondire i suoi studi trasferendosi in un AncelKeys,dallamoglieMargarethedailorocolleghi,pe piccolo paese chiamato Pollica al ne di individuare promuovere uno eventuali rapporti tra l’alimentazione meridionale e lestiledivitaispiratoallasanaalime al rispetto dell’ambiente e della cultura malattie moderne. Il lavoro di Keys permise di rilevare che la bassa incidenza di malattie cardiovascolari fosse dovuta alle abitudini alimentari adottate da queste popolazioni. La suddetta dieta , intesa come stile di a destra: Foto dell’ecomuseo della Dieta Mediterranea. vita, si basava sul consumo di amidi (pane e pasta), cibi vegetali (frutta, cereali, ortaggi di stagione, legumi) , olio di oliva e qualche variazione verso pesce e carne. Ancora oggi, l’alimentazione consumata sulle nostre tavole 3. È stato un biologo e fisiologo statunitense, noto soprattutto per i suoi studi sull’epidemiologia ricalca gli usi alimentari del mezzogiorno di un tempo. delle malattie cardiovascolari, che lo condussero a formulare le ipotesi sull’influenza dell’alimentazione su tali patologie e sui benefici Conlarmadella“DichiarazionediChefchaouen”la Dieta apportati dall’adozione della cosiddetta dieta mediterranea, polirematica Mediterranea fu candidata a patrimonio immateriale da lui coniata. Nato a Colorado Springs nel 1904 e morto a Minneapolis nel 2004 a 100 anni che rappresentano la migliore testimonianza della sua dell’umanitàeil16novembre201,aNairobi,l’UNESCO teoria del benessere legato all’alimentazione. Ancel Keys acquistò una casa ha sancito l’inserimento della Dieta Mediterranea in una località di Pioppi che battezzerà Minnelea, in omaggio alla città di e alla vicina Elea, la Polis di Parmenide e Zenone. Keys è stato 28 nella Lista Rappresentativa del PatrimonioMinneapolis Culturale anni nel Cilento per studiare le abitudini alimentari della popolazione locale. Immateriale dell’Umanità fornendo l’ opportunità Erano gli anni ’70 e il turismo di massa non appariva nel vocabolario di queste di attivare un programma di azioni volte a tutelare parti. Ancel Keysepubblicò anche tre libri divulgativi: nel 1959 Eat well & stay well nel oltre 1972 The Benevolent Bean, nel 2009 è stata pubblicata l’edizione valorizzare questo tesoro. La dieta mediterranea, italiana del best seller Mangiar bene e stare bene (con la dieta mediterranea). ad incidere favorevolmente sul nostro organismo, ha 10
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IL PARCO NAZIONALE DEL CILENTO, VALLO DI DIANO E ALBURNI
Mappa dei Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni
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Il Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano, come semplice contenitore di singole risorse naturali o secondo Parco in Italia per dimensioni, si estende dalla biotopi o monumenti pur individualmen culturali, costa tirrenica no ai piedi dell’appenninoeccezionale campanovalore, ma come sistema complesso di ter lucano e conserva numerose tracce dell’antica presenza caratterizzato dall’equilibrata ed a un paesaggio dell’uomo. Il Parco comprende le cime degli Alburni, del antropico-naturaleprodottanelcorsodel fusione Cervati e del Gelbison, nonché i contrafforti costieri secondo un ‘progetto implicito’ di lunghissimo per del Monte Bulgheria e del Monte Stella. Il popolamento che pare sovraordinato rispetto alle dinamiche di corto oristico del Parco è costituito da circa 180 specie raggiodelnostrotempo. diverse di piante autoctone spontanee, ma anche la fauna è estremamente diversicata in virtù dell’ampia varietà di ambienti presenti sul territorio. Aree costiere emontanecostituisconol’habitatdialtrettantecomunità faunistiche dove spesso emerge la presenza di specie di altovalorenaturalistico.Allestraordinariecaratteristiche naturalistiche, dovute alla notevole eterogeneità del territorio, si afancano il carattere mitico e misterioso di questa terra ricca di storia e cultura. Nel territorio del Parco sono infatti inclusi i siti archeologici di Paestum e Velia e la Certosa di Padula, che si presentano come il magnico risultato dell’opera combinata della natura e dell’uomo. Oggi il Cilento è costituito da un paesaggio che cerca di mantenere un ruolo attivo nella società contemporanea conservando i caratteri tradizionali che lo hanno generato, nell’organizzazione del territorio. La trama dei percorsi, la struttura delle coltivazioni e il sistema degli insediamenti. L’eccezionale biodiversità degli habitat naturali è stata, ed è tutt’oggi, tutelata paradossalmente proprio dalla presenza dell’uomo. Tale complessità di patrimonio, sintesi perfetta fra cultura e natura, ha trovato inserimento nella World Heritage List dell’UNESCO, nella categoria del “Sito Misto”, proprio in virtùdellasoddisfazione,dapartedelsito,delladenizione tanto di Patrimonio Culturale quanto di Patrimonio Naturalesancitidagliart.e 1 della 2 ConvenzionediParigi del 1972 (attraverso cui è sancita la costituzione della WHL UNESCO). Il prestigioso riconoscimento ottenuto dall’Unesco, ha rappresentato un riferimento obbligato e prioritario per le politiche di gestione del Parco e per i piani che dovevano guidarle. Il riconoscimento ottenuto implica inoltre una concezione del Parco non
IL QUADRO LEGISLATIVO ED AMMINISTRATIVO
IlParconazionaledelCilentoeVallodiDiano(PNCVD)è stato istituito con la L.394/1, e con DPR 5/619 è statoistituitol’EnteParco. LenalitàdelParco,comedaDPR,consistonoin: a)Conservazione di specie animali o vegetali, di associazioni vegetali o forestali, di singolarità geologiche, di formazioni paleontologiche, di comunità biologiche, di biotopi, di valori scenici e panoramici, di processinaturali,diequilibriidraulicieidrogeologici,di equilibriecologici; b)Applicazione di metodi di gestione o di restauro ambientale idonei a realizzare una integrazione tra uomo e ambiente naturale, anche mediante la salvaguardia dei valori antropologici, archeologici, storici e architettonici e delle attività agro-silvopastoralietradizionali; c)Promozione di attività di educazione, di formazione e diricercascientica,ancheinterdisciplinare,nonchédi attivitàricreativecompatibili; d)Difesaericostituzionedegliequilibri. Per perseguire le suddette nalità il Parco si dota, come prescrive la L.394/1, del Piano per il Parco (PP), che completalastrumentazioneprevistadallaleggeassiemeal Pianopluriennaleeconomicoesocialeperlapromozione delle attività compatibili (PPES) e al Regolamento del Parco(RP). 14
in foto, San Severino di Centola
Allalucedelleprecedenticonsiderazionigli3. obiettivi Reti ed identità locali. delPPpossonoesseresintetizzatiin: IlPianoperseguelavalorizzazionedelleidentitàlo delle risorse, dei sistemi ambientali,dei paesaggi 1. Ruolo internazionale del Parco culturelocali. Le strategie di gestione e valorizzazione del Parco tendono a consolidarne l’immagine a livello mondiale, a 4. Manutenzione e gestione rafforzare il ruolo che esso è chiamato a svolgere nelle Il Piano del Parco, tende a migliorare la funzionalit reti ecologiche interregionali ed europee e nei sistemi di sistemi ambientali mediante una “gestione cosc relazioni economiche e socioculturali riguardanti l’arco delle risorse, fondata sulla conoscenza scientic mediterraneo; problemiesulriconoscimentodeimodellisiciebiol di riferimento, attuando una manutenzione efcace d 2. Conservazione e sviluppo co-evolutivo patrimoniopaesistico-ambientale. Il Piano del Parco individua le forme di regolazione •Ilrigoroso contenimentodeiconsumidisuoloediriso e di incentivazione delle attività tradizionali e delle idriche; attività di fruizione più opportune al ne di assicurare congiuntamente:
•Ilcontrolloaccuratodeiprocessiditrasformazione silvoLa • pienaefcienzafunzionale,strutturaleedinamica deicolturaleed’abbandonoagricoloeforestal sistemi ambientali, la difesa attiva della loro resilienza, •La forte riduzione degli interventi trasformati la conservazione della diversità biologica e paesistica a possano accentuare la frammentazione degli habit scale spaziali e temporali diverse, la mitigazione degli degli ecosistemi; squilibriidrauliciedidrogeologici; •Il contenimento dei processi d’espansione e diffus • La salvaguardia e l’arricchimento del patrimonio di valori urbanistica storici, antropologici, sociali e culturali e del signicato ed edilizia, soprattutto in pres risorse inutilizzate o sottoutilizzate, esc del paesaggio per le culture locali; comunque sviluppi additivi o trasformativi che po •La più appropriata fruizione sociale delle compromettere risorse la riconoscibilità, delle str del Parco, in termini educativi, formativi e di ricerca storiche insediative e dei relativi contesti paesistici; scientica,nonchéricreativieturistici; •La limitazione delle infrastrutture non stret •Il consolidamento duraturo dei sistemi locali economici indispensabili ad imprescindibili esigenze coll e sociali, delle capacità ed attitudini auto-organizzative soprattutto in presenza di risorse infrastr delle comunità locali e delle loro prospettive di sviluppo sottoutilizzateoabbandonate. endogenoedauto-centrato.
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IL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE
Roccadaspidecomecentrodiriferimento,incui,oltr rafforzamento del centro, si propone la valorizzazi delle risorse naturalistico-ambientali e sto una offerta di servizi turistici ed il potenziamen produzioniartigianali;
Aree • di potenziale connessione tra ambito costie montano(fasciacollinareabassadensitàinsediat il Vallo di Diano ed il bacino dell’Alento, necessit miglioramentodellaviabilitàesistenteeconpot diriutilizzodelpatrimonioedilizioesistentein alle offertedallapresenzadelParco); Le indicazioni strategiche, del PTCP, condividono conpossibilità il PreliminaredelPianodelParcoinlargamisuragliobiettivi •Le aree costiere, caratterizzate da nuclei di rec di valorizzazione del patrimonio naturalistico e culturale, formazione slegati dal proprio entroterra, pe assumendo tra gli obiettivi prioritari la realizzazione di quali si deve pensare ad uno sviluppo che renda eque opportunità di accesso ai beni sociali da parte di compatibile la qualicazione delle attività tu tuttalapopolazionedelterritorioprovinciale,ricercando con la conservazione delle qualità ambientali e s “formenuovedisviluppoeconomicoediriassettosofce culturali. del sistema insediativo”, centrate sulla valorizzazione dellepotenzialitàlegateallerisorselocali. Questa strategia è stata articolata in riferimento ai caratteri delle diverse zone del territorio cilentano, Grande rilevanza è assegnata alla tutela delle portando ad individuare tre livelli di sistemi centrali di naturali ed agronomiche presenti nell’area del riferimento per la promozione di nuove centralità di comunque compatibile un incremento d ritenendo interesseprevalentementelocale,relativi a: turismo connesso anche alla valorizzazione dei
storico-culturali, delle colture tipiche e dell’ •L’areadelVallodiDiano,dovegiàsonopresentifunzioni locale. urbane superiori, e collegamenti sovra-locali, con rinforzodiunadirettriceinternadiriequilibrio,connessa NelPTCP lelineeguidasonoorganizzatepersettori: a nord con l’alto Sele e l’Irpinia, ad est con l’asse MelPotenza e a sud con quello Sapri-Lagonegro-Maratea, •Laprevenzioneelatutela,cheriguardanoprogrammid agganciataalladirettricedell’autostrada A3; difesa, attività previsionali e di monitoraggio, az
tutela del suolo •Ilbacinodell’Alento,gravitantesuVallodella Lucania, in e delle acque; cui oltre ad incrementare l’offerta di funzioni superioridei sistemi agro-forestali (relativ •La gestione sipuòcongurareun’areadiconnessionefunzionale per programmazione ed incentivazione delle forme d le zone del Parco, promuovendo un sistema di servizi utilizzo,sostegnosocio-economicodelleproduzioni al turismo diffuso sul territorio e il miglioramento di •La tutela e riqualicazione estetico-funzionale collegamenti,soprattuttotrainternoefascia costiera; paesaggio che ( attengono alla promozione di interve L’area • dicernieratralapianadelSele,lezonepiùeinterne implementazione di programmi di manutenzione e aimarginidegliAlburniel’areadelCervati-Gelbison, con . ripristino) 16
I PIANI PAESISTICI DEL CILENTO COSTIERO E INTERNO IPianisonostatiredatticonnettaprevalenzadegliaspetti di tutela e di prescrizione normativa rispetto a quelli di promozioneevalorizzazione.Inessisidistinguono: Ambiti • di conservazione: quella integrale coincidente circa con le zone identicate nell’ambito della legge costitutiva del Parco, e quella che comprende la qualicazioneambientaleconridottiinterventiantropici (ammettendocomunqueimpiantiricettiviall’ariaaperta, strutture sportive e ricreative e la ristrutturazione edilizia); Ambiti • diconservazioneintegratadelpaesaggioagricolo, normati per difendere le aree di interesse paesaggistico dallariduzionedellesuperciagrarie; Ambiti • urbani, distinti tra quelli “rurali infrastrutturati”, quelli di “recupero urbanistico e restauro paesistico” (per i quali si rimanda a piani particolareggiati), e quelli di valorizzazione turistico sportiva (su ridotte aree di modesto interesse paesistico, in espansione di centri turistici); Ambiti • portuali,dovesonoammissibilil’adeguamentoed ilpotenziamentodeiportiedelleattrezzatureconnesse. La tutela dei sistemi e delle singolarità geograche, geomorfologiche e vegetazionali, comprende in primo luogoilitoralimarini,periqualisonovietatil’edicazione sulla spiaggia con materiali diversi dal legno e canne, le piattaforme di cemento armato, gli scarichi in fogna. D’altra parte è richiesta la valutazione di impatto per cantieri navali, pubblici esercizi, circoli nautici, impianti turistici.Sonotutelatiicorsid’acqua,lesorgentiedibacini idrograci,consentendosolooperedirinaturalizzazione . In tutte le zone è vietata l’apertura di cave, miniere, discariche; l’installazione di nuove antenne per le telecomunicazioni radiotelevisive (senza condizionare l’esistente); l’apposizione di cartelli pubblicitari lungo le strade panoramiche; la piantumazione di essenze non compresenellavegetazionepotenziale. 17
I PIANI DI GESTIONE DEI SIC E DELLE ZPS
I piani di gestione sono strumenti, previsti dalla Direttiva Habitat e dalla normativa nazionale di riferimento, che hannoloscopodivalutarelostatodiconservazionedeisiti eidenticarelemodalitàpergarantireilmantenimentoin uno stato di conservazione soddisfacente degli habitat e delle specie di importanza comunitaria per i quali i siti sono stati identicati. Per realizzare questo obiettivo in un’areatantovastacomeilParcoNazionaledelCilentoe Vallo di Diano è stato adottato un approccio innovativo, quello di accorpare i diversi siti interessati in base ad una caratterizzazione di grandi sistemi ambientali. Sono così state individuate tre tipologie principali di siti, quelli a carattere collinare e montano, quelli uviali, e quelli costieri e marini. Per i 28 siti presenti (alcuni SIC e ZPS si sovrappongono parzialmente o totalmente), sono stati così elaborati 16 piani di gestione, accorpando in un piano unico alcuni siti appartenenti alla stessa tipologia, geogracamenteviciniochepresentanoproblematichedi gestione tutela analoghe. Questo approccio ha permesso di considerare i siti della Rete Natura 20 del Parco realmente in un’ottica complessiva di rete ecologica. Le ricerche effettuate hanno permesso di individuare le minacce e criticità e di analizzare le attività umane in corso nei siti valutando le possibilità di ottimizzare il rapportotrauomoeambiente,garantendodaunaparteil mantenimento e lo sviluppo delle attività economiche che utilizzano le risorse naturali dalla ( gestione forestale, al pascolo, al turismo, ecc.) e dall’altra la conservazione dei Area SIC fluviale - Alta valle de fiume Bussento [cod. IT8050001] valorinaturalistici. 18
Habitat dell’allegato 1 della Direttiva Habitat 92/43/CEE -120*PrateriediPosidonie(Posidonion oceanicae); -130Estuari; -170Scogliere; Scogliere -1240 convegetazionedellecostemediterranee con Limoniumspp.endemici; -240 Dune con prati dei annua;
Brachypodietalia e vegetazione
-250*DunecostiereconJuniperus
spp.;
-260 Dune con vegetazione di sclerolle dei CistoLavenduletalia; -3250 Fiumi mediterranei a usso permanente con Glaucium flavum; -5230*MatorralarborescentidiLaurus nobilis ; -530Arbustetitermo-mediterraneiepre-steppici; -6210* Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (FestucoBrometalia)(*stupendaorituradiorchidee); Percorsi -620* substeppicidigraminaceeepianteannue dei Thero-Brachypodietea; -720 Sorgenti petricanti con formazione di travertino (Cratoneurion ); -8210 Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmotica; -8310Grottenonancorasfruttatealivelloturistico; -9210*FaggetidegliAppenniniconTaxus e Ilex; -9260ForestediCastaneasativa; -9320ForestediOleaeCeratonia; -9340ForestediQuercus ilex e Quercus rotundifolia
;
-9510*Forestesud-appenninichediAbies alba; -9540Pinetemediterraneedipinimesogeniendemici; -92A0ForesteagalleriadiSalix albaePopulus alba ; 19
Mappa dei Siti di Interesse Comunitario SIC
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Mappa delle Zone di Protezione Speciale
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LE FRAGILITÀ DEL TERRITORIO
sono state “sapientemente” pensate per aggirare paesi piuttosto che collegarli, hanno contribuit origineanuovipaesifantasma,dettatedall’assen di visione e prospettiva, sperperando il patrimonio per cause,spesso,efmere. Le condizioni strutturali che portano al disagio non sono date solo da una debolezza insediativa d popolazione residente, ma anche da un impoveriment delle potenzialità produttive e di depotenziame propri talenti. La scarsa attrazione per queste poco vitali dal punto di vista produttivo, annulla spesso Esiste un’Italia minore, con realtà spesso dimenticate o la capacità di attrarre e accogliere nuovi cittadini, nuovi lasciate nel loro stato di abbandono, che lottano per non abitanti, nuove famiglie ed imprese. A volte sono luo scomparire. che non riescono neanche a promuovere una propria È un’Italia costellata di tanti piccoli comuni che spesso identità turistica. sorano le poche decine di abitanti e che rischiano di Numeri caderenell’oblio. Il fenomeno dello spopolamento è presente e I piccoli comuni italiani coinvolti, ovvero quell apparentemente inarrestabile, lo provano popolazione i numeri e compresa entro i 5.0 abitanti residenti i nostri stessi occhi quando percorriamo le stradine sono 5.627 e rappresentano il 70% delle realtà di un vecchio borgo e scrutiamo gli edici logorati amministrative presenti nel territorio nazion dall’inesorabile passare del tempo, tra crepe superciali, maggiormente nelle regioni del Piemon concentrano muriparzialmentecrollati. Lombardia, Calabria e Campania. Tra questi comuni, La motivazione è sempre la stessa, ci sono molti più 2.814 si trovano nel Mezzogiorno e più della metà hanno decessi che nascite e i pochi giovani scappano, verso le unapopolazioneinferiorea1.0abitanti. città,versolacostaod’ovunquecisianonuovepossibilità, Dissesto idrogeologico doveèpiùfaciletrovareunpostodilavoroesenza nuove Il dissesto idrogeologico deriva dall’azione comb famiglie, chiudono prima scuole e poi, una dopo l’altra, le di più fattori naturali: un territorio con una st attivitàcommercialieartigianali. geomorfologica giovane e instabile, la presenza di ro Secondo una recente rilevazione ISTAT, i paesi italiani friabili e impermeabili, che favoriscono lo scorrimen “fantasma”sonocircaseimila,sparsidanordasud. supercie di acqua piovana e un clima in cui si alterna Dalla metà del ‘90 l’Italia ha subito un’improvvisa lunghi periodi di siccità a precipitazioni inte deruralizzazione,unabbandonodeicentrirurali, complice 5 . Da quel periodo sono concentrateneltempo. il fenomeno dell’urbanesimo entratiinattounaseriediprocessi,ditrasformazioniche Rischio sismico hanno radicalmente inciso sull’andamento demograco, In Italia il 10,6% dei piccoli comuni è classicato ad insensonegativo. alto rischio Le scelte politiche fatte durante i decenni passati, la di evento sismico, formato soprattut paesi che si trovano sulla dorsale appenninica ce mancanzadiserviziprimariedessenziali,qualil’istruzione, meridionale, mentre il 25,% è classicato come medio la sanità e il trasporto, basato sul “sistema circolatorio 6 rischio . italiano”, dove addirittura in alcune zone appenniniche 22
in alto: Mappa dei comuni sotto i 5.000 abitanti in Italia a sinistra: Mappa dei comuni del Cilento sotto i 5.000 abitanti
5. processo che consiste nella migrazione di grandi masse di popolazione dalle campagne alla città; 6. tratto da “Riabitare l’Italia”, Antonio De Rossi,2018.
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LE AREE INTERNE
congrandirisorsenaturali,ambientaliecultural fortecaricapotenzialeperlosviluppo. I territori delle aree interne subiscono una prog diminuzione dell’occupazione, dell’uso delle r territoriali e quindi del decadimento della qualità e della quantitàdeiservizioffertisiapubblicicheprivat La cattiva gestione di questi territori ha portato ad un calo dei beneci da essi derivati; tutto questo a ca unapoliticaterritorialeincapacedigestireinan messi a disposizione dalle disposizioni comunit Esistono tuttavia Aree interne ambito di una b Tra il 201 e il 2014, il Dipartimento per le Politiche politica locale, in cui si è registrato un leggero aumento di Sviluppo, lavorò alla costruzione di una mappadella che popolazione, in questi territori le amminis superasse la tradizionale bipartizione cittàcampagna, comunali hanno saputo cooperare per garantire se mettendo in primo piano la distanza dai servizi primari, primari e per tutelare le risorse ambientali e cu simbolo di una mancanza strutturale del Nasce territorio da questa situazione l’idea del potenzia Nazionale.NacquecosìlamappadelleAreeInterne. sviluppo presente nelle aree denite marginali: gra Icomuniclassicaticome“interni”sonoquelliche distano una buona politica, si possono presentare fenomen almeno venti minuti dai “poli di attrazione” deniti crescita economica e coesione sociale dei territ centri di offerta di servizi. I poli sono quei comuni o in 201, occasione delseminariotecnico“Leareeinterne aggregazioni di municipalità capaci di garantire servizi nuove strategie per la programmazione 2014- della in termini di istruzione, con offerta completapolitica compresedi coesione territoriale” , viene lanciata un’idea 6 scuole secondarie superiori, in termini di sanità, con chesibasasuiconcettidescrittidicooperaziones strutture sanitarie sedi di Dipartimentoriattivazione di emergenza economica. e accettazione (Dea) di I livello e in termini di trasporto VienecostituitalaStrategiaNazionaleperleAree . ferroviario,constazioniditipoalmeno silver(SNAI),ipotizzandochelacostituzionediunastrategia 6 I restanti comuni sono classicati come tipo “perinazionalepossaavviareunprocessodisviluppo urbani”(20-4 minuti), “periferici”(40-75 minuti) e “ultra- areemarginalibasandosidirettamentesulloropot periferici”(piùdiminuti) 75 in , basealledistanzemisurate Dalla conferenza si evince come non possa esiste intempidipercorrenzadaipoli. sviluppo economico senza un adeguamento sociale de Quasi 4.20 comuni, su 5.627 in esame, ricadono nelle zona:serviziesviluppodevonosvilupparsidiparipas aree interne e coprono il 60% della supercie nazionale conmilioni 13 diresidenti.Lamaggiorpartedegliabitanti delle aree interne vive nei comuni intermedi o periurbani, distanti 20-4 minuti dal polo più vicino, mentre la restante parte vive in aree ultra-periferiche distanti almeno75minutidalcentropiùvicino. Le aree interne sono quindi contraddistinte da caratteristichecomuni:sonoscarsamenteabitate,distanti dai centri urbani, poco dotate di servizi essenziali riferiti alla salute istruzione e mobilità. Sono tuttavia territori 24
Gli obiettivi principali della strategia sono interconnessi del contributo che da sempre l’architettura for traloroalnediraggiungerlicontestualmente. miglioramento della qualità della vita in termini sociali culturaliedeconomici. - Tutela delterritoriodapartedelleamministrazionilocali emessainsicurezzadegliabitanti(rischioidrogeologico) - Promozione delle diversità in campo naturale, culturale e del paesaggio - Riorganizzazione della gestione delle risorse ai ni di unosviluppoeconomico. Con la politica delle Aree Interne si intende migliorare la qualità e la quantità dei servizi pubblici con risorse nazionali. Dalpuntodivistaeconomicol’obiettivoèlarinascitadelle liere produttive dei prodotti locali, spesso eccellenze riconosciutealivellointernazionale. L’individuazione delle aree denominate interne è stato avviatodalleamministrazionicentraliedalleregioni;viene richiestaaicomunilagestioneassociatadeiserviziedelle funzioni essenziali per la popolazione residente come condizioneessenzialeperl’attuazionedellastrategia. E’ quindi compito delle regioni, in seguito alla prima fase, l’individuazionedelleareeprogettoedell’areapilota. Quest’ultima è la prima su cui viene sperimentato il metododellastrategia,attraversol’applicazionedeifondi SIE. Inoltre tra le aree pilota è identicata a sua volta un’Areaprototipo,ovveroquellachedeniscelastrategia d’area. Grazie a questo sistema si possono redigere le linee guida che, partendo dalle risorse presenti sul territorio prevedono interventi di sviluppo e valorizzazione, Aree selezionate dalla SNAI, da “Riabitare l’Italia”, Antonio De Rossi,2018. seguendo attentamente le esperienze in corso sull’area prototipo. L’area pilota è assoggettata ad un impegno progettuale innovativo: sono di notevole importanza una forte coesione territoriale ed un’ elevata qualità delle amministrazionilocali. E’ obiettivo di questo lavoro di ricerca l’individuazione di ulteriori aree pilota con potenzialità di risanamento e sviluppo delle condizioni socio economiche, avvalendosi 6. seminario tecnico tenuto a Roma a cura di Fabrizio Barca, ministro per la coesione territoriale.
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La questione delle aree interne del Cilento
nuovi; In secondo luogo la strategia punta a rafforz La conformazione stessa del territorio cilentano, ha il sistema economico locale in particolare le attività fatto si che si preservasse negli anni, nei secoli, la qualità agricole e paesaggistiche valorizza delle risorse ambientali e culturali, ma alloturistiche stesso tempo eccezionali risorsepresenti. l’isolamento infrastrutturale se non supportato da una La strategia e il metodo applicato punta quindi ad un gestioneopportunadeiserviziconduceaduninesorabile miglioramento sul lungo periodo,più equilibrato ris disagioabitativo. alle puntualiedepisodicheregistraten’or Oltre alla carenza di infrastrutture siche, il azioni divario digitalefraleareeinterneelelocalitàurbanizzatemarca ancoradipiùlamarginalitàdellamaggiorpartedeiborghi interni. Per quanto riguarda l’ambito lavorativo, il forte sviluppo turistico delle aree costiere si contrappone ad un indice estremamente negativo delle condizioni economiche delle aree interne, che subiscono, praticamente inermi, la perdita della principale fonte di reddito, da sempre individuata nell’agricoltura. Le nuove forme di turismo e di promozione territoriale non sfruttano le potenzialità di queste aree, ancora incontaminate che potrebbero recuperare il valore economico perso con la riduzione A-POLO dell’impegnoagricolo,spostandol’attenzionesulleunicità culturaliepaesaggistiche. B-POLOINTERCOMUNALE La situazione descritta è indice di una forte marginalità comune ad un territorio purtroppo molto esteso e lasciato C-CINTURA a se stesso. La perdita di attrattività economica e sociale costituisceunfenomenoespulsivosignicante. D-INTERMEDI Irisultatiattesidaquestolavoroinsinergiaconlestrategie messe in atto dalla SNAI si basano su DUE OBIETTIVI E-PERIFERICO PRINCIPALI di trasformazione: innanzitutto si rende necessario il miglioramento dei servizi utili al cittadino Mappa Classificazione Aree Interne SNAI - Provincia di Salerno per la permanenza degli abitanti e per l’insediamento di Cilento Interno e Vallo di Diano 26
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IL FENOMENO DELLO SPOPOLAMENTO
desiderio del cilentano del ritorno in patria. Si e per necessità di natura economica, ma il legame con il microcosmo paesano era all’epoca estremamente sentito, sirimanevaancoratialletradizioni,alleradici;ilr moltospessointesocomeundovere.Gliemigrantiqui con i guadagni spesso favoriti dai boom economici de paesi di destinazione hanno consentito al migliora economicodelleterrediorigine.Ilbenessereportat era d’altronde solo di tipo economico, ma anche sociale, favoritodalcontattoconaltrecultureestilidi necessità di riscoprirsi magari imprenditori in paesi dove Attraverso uno studio approfondito, sulla base dei dati averne la possibilità. Si congura quin era possibile Istat, dagli inizi del ‘90 al 2019 sono state riscontrate le periodounmomentodibenessereeconomicope questo principali caratteristiche demograche ed occupazionali la popolazione cilentana, che però favorì il progres delCilento. abbandono della vita rurale che la caratterizzav La curva della popolazione è cambiata in fatto modo che l’economia non era più sostenuta dall’a considerevole nel corso del ventesimo secolo e se ne agricola e pastorale ma dalle rimesse frutto del distinguonotrefasi: all’estero. •L’emigrazionetemporanea SECONDA FASE: L’emigrazione permanente •L’emigrazionepermanente •Laprogressivaperditadeiservizielospopolamento Dalsecondodopoguerrainpoilemetedimigrazionedel
popolazione cilentana si congurano prevalenteme nei Paesi del Nord Europa. Inizialmente lo stesso st Italiano La prima metà del ventesimo secolo è caratterizzata da favorì questo tipo di spostamento con ac che cercavano di bilanciare l’esu rilevanti migrazioni della popolazione versointernazionali Nord e Sud manodopera in Italia con la carenza di materie prim America. L’inizio di questo usso migratorio corrisponde prodotti industriali. Gli emigranti quindi si spo al periodo di massima concentrazione demograca, verso Belgio, Germania, Francia per lavorare nel gli ultimi decenni del 180. La situazione di atavica miniere e nelle fabbriche. Il progresso tecnologico d arretratezza delle zone cilentane fu ulteriormente vie dile comunicazione in qualche modo favoriva il rito aggravatadaglieventibellici.Inparticolareerano realtà periodico presso le zone di origine e questo fattor rurali a soffrire maggiormente. Il mondo contadino, che probabilmentecontribuitoallacaratteristicap costituiva la quasi totalità dell’apporto economico, non migrazione; si poteva tornare più comodamente vedeva spiragli di luce per la presenza di duedella elementi patriaagricola perlefeste,perlericorrenzeoperilperiodoe negativi: la ridotta estensione della proprietà e quindi il lavoro all’estero poteva proseguire individuale e l’eccessivo frazionamento della proprietà. peso del ritorno denitivo, desiderato più intensa Le guerre contribuirono a questo impoverimento chi negli anni precedenti era emigrato verso Paes poiché le campagne erano state abbandonate ada seguito lontani. Inoltre l’obbligo scolastico istituito i dell’arruolamento, e successivamente i reduci si imponeva per la maggior parte degli emigrati una maggiore .7 laterra riutavanodilavorare integrazione nei paesi di destinazione, facilita In questa prima fase l’emigrazione fu caratterizzata dal PRIMA FASE: L’emigrazione temporanea
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permanenzaall’esteroperlagenerazionesuccessiva. di Camerota e Moio della Civitella che contribuir modo sostanziale a far uscire il paese dall’arret TERZA FASE: La progressiva perdita dei servizi e lo fornendo sia braccia che conoscenze nonchè strumen spopolamento perlalavorazione.
Negliannisuccessiviallasecondametàdelsi ‘90 registra Nei primi decenni del ‘90 si raggiunse la punta massima ancora uno spopolamento ingente, meno forte di quello dell’emigrazione cilentana, cosi signicativa che in degli anni precedenti, ma con conseguenze più gravi. A rimaserosolodonne,vecchi,bambiniedinvalidi paesi causa della perdita di popolazione infatti, molti comuni LA PERDITA DEL PATRIMONIO sono costretti a chiudere le scuole, i principali luoghi di aggregazione e i servizi cadono in disuso, cosi come Perdere questi territori vuol dire rinunciare logicamentetuttigliedicielecostruzionilegateaquelle proprie città storiche, con la loro complessità e ric che prima erano le attività economiche locali. Si arriva distraticazioni.Sirinunciainquestomodoalvalore ad un punto di non ritorno, gli anni precedenti hanno diversitàculturalecollegataallabiodiversità progressivamente trasformato le aree più interne del appiattendo il panorama culturale all’urbani Cilentoinzonepocoocompletamentedisabitate,dovela crescentedeicentrimaggiori. mancanza di servizi porta i restanti abitanti a trasferirsi Il valore economico del paesaggio è ampiamente nei centri abitati costieri o nelle aree metropolitane riconosciuto dal PIANO STRATEGICO NAZIONALE per della regione. Questo spostamento è presente no ai lo sviluppo rurale, che considera la tutela dei paesaggi giorni nostri, causato principalmente dalla difcoltà rurali un fattore di importante competitivit occupazionale e dalla sempre più presente richiesta di settore agricolo e forestale, in quanto non riprod istruzione avanzata. A causa del disuso dei collegamenti dalla concorrenza, nonchè strumento di difesa de stradali sono peggiorate le condizioni di isolamento e il biodiversità e della qualità ambientale. Il patr rischio idrogeologico, soprattutto nelle aree del Cilento rurale non rappresenta solo valori paesaggistici e artistici interno. Dopo l’Unità d’Italia, a partire dal 1870, ebbe ma anche sociali ed economici. La terra delle aree ru iniziouna“lagrandeemigrazione”durantelaqualemilioni èpervasadaculturecentenariericcheditradizion di italiani, da nord a sud, lasciarono le proprie case e le diversetraloro. propriefamigliepercercarefortunaall’estero. Non a caso nelle denominazioni certicate tra i paesi Inizialmente il popolo cilentano, sognando laUnione proprietà Europea, l’Italia è prima in Europa per prodot terriera, si diresse soprattutto verso il Sud America, in agroalimentari DOP e IGP, con 19’202 aziende con particolare in Brasile, Uruguay e Argentina, terre che in crescita del 2,45% rispetto al 205. La fatturato favorivano la colonizzazione degli immensi territori conservazione di questo patrimonio culturale, na disponibili nati in seguito all’abolizione denitiva della e funzionale giustica lo sforzo necessario a manten schiavitù,trail1850eil18. in vita i borghi delle aree rurali, generando un re da impiegare ipoteticamente in azioni manutentiv Ilpaesecheaccolseilmaggiornumerodimigrantiitaliani consentano il conseguente autosostentamento ful’Argentinache,perlenotevoliestensionidelterritorio, dellecondizionisociali. era fortemente bisognoso di mano d’opera in campo agricolo. 7. A conferma di questo fenomeno il sindaco di Trentinara scriveva: “I reduci appena
tornati preferiscono lasciare il paese pur di non tornare a lavorare la terra”, L’emigrazionedelCilentoversoilVenezuelainiziò apartire (Archivio Comunale, Trentinara, Categoria XI, Classe I, Corrispondenza, nota 39 dalla seconda metà dell’80, principalmente dai territori del 3 febbraio 1944);
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LE GHOST TOWN
temporanee di pascolo e alpeggio con ( i quali il numer salirebbeadati 60( LINKIESTA). Si tratta principalmente di piccoli agglomerati erettiinzoneimpervie,mainseriticongrandearmoni paesaggio circostante. Fra i più conosciuti sul terr italiano ricordiamo Valle Piola in provincia di Te disabitato dal 197, il caratteristico borgo di Craco Basilicata abbandonato a causa dei terremoti colpirono;Il fenomeno è diffuso in modo omogeneo su tutto il territorio, al nord in provincia di Lecco troviamo Consonno, un paese abitato da una sola person A causa del fenomeno dell’abbandono il territorio abbandonatoprogressivamentedaldopoguerra,inLigu cilentano è costellato di tanti piccoli spot che si stanno a causa del terremoto del 187 sono stati abbandonati lentamente spegnendo ma esistono dei luoghi che borghidiUnoeBalestrinoinprovinciadiSavona. proiettano nel futuro questo scenario, borghi che si sono appunto effettivamente spenti, che sono diventati a tutti glieffettidellevereeproprieghosttown. Si tratta di centri abbandonati e deserti, senza abitanti e spesso immersi nella natura o sommersi da essa. Luoghi che conservano ormai solo l’eco della loro storia e che per causeormainotesonoscomparsi. Il fenomaneo dell’urbanizzazione ha spazzato via i legami di questi borghi, trascinando via persone alla ricerca di fortuna, occupazione, servizi, ignare del fardello che avrebbero lasciato sui loro luoghi di origine. L’elementopiùcriticocheappareevidentenonèsolodato dall’aumento del numero di comuni che da qui a qualche anno presenteranno condizioni di disagio insediativo, ma dal fatto che per alcuni di essi si prospetta la particolare criticità che ne congura un futuro da “ghost town”. É evidente che al di sotto di determinate soglie degli indicatorisocioeconomicilocalinoncisonolecondizioni minime per garantire aspettative di lavoro e di conseguenza adeguate condizioni di vita. Nel 196 il disagio riguardava 2830 comuni italiani, imponendo una migrazione prospettica alle nuove generazioni della popolazioneresidenteparia5milioni.Nel201icomuni diventano 329, nel 206 sono 356, nel 201 sono già 395, no ad arrivare alla cifra record di 4395 del 2016 1 Secondo l’ultima rilevazione dell’istat, i paesi fantasma in alto: Mappa delle Ghost Town, da Wikipedia e www.paesifantasma.it; a destra: Balestrino in provincia di Savona. in Italia sono circa un migliaio, se si escludono le dimore 30
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Le Ghost-Town del Cilento
costituivano, probabilmente, le fondamenta di un pi nucleoabitativo.Lecausedell’abbandono,inquesto nonsonocerte,masecondoletestimonianzelocali,fr diversemotivazioni,siipotizzaunapestilenzachede lapopolazione. Dirigendosi verso la costa, all’estremo lembo del C costiero si trova San Severino di Centola, situato sul crinale roccioso che sovrasta la gola del ume Mingar Importante centro di epoca longobarda, la sua posizi strategicalarendevaunafortezzainespugnabile.Pr per questo, gli edici più importanti sono strutt Il Cilento è l’area della Campania che custodisce la gran militari, una torre e un castello forticato, è pre parte dei borghi disabitati, nati all’ombraanche di roccaforti una cattedrale edicata nel 160, che avrebbe medioevaliodiantichimonasteri,perfettamente integrati dovuto proteggerelapopolazionedallapeste,erest nelpaesaggionaturale. casedeicontadinisuiqualisibasaval’economiadel L’ esempio più rilevante è rappresentato dalDopo borgo unadi lunghissima storia densa di vicende militari il Roscigno Vecchia, dichiarato patrimonio dell’UNESCO borgo viene progressivamente abbandonato a part nel198.Lacittadinanacqueversolanedell’annomille dalla ne del 180, per cause prettamente economiche, neipressidiunconventobenedettino.Acausadei nocontinui alla costruzione nel 18 della linea ferroviari smottamenti del terreno il borgo si è progressivamente Pisciotta-Castrocucco, la quale accelerò il trasfer svuotato e l’insediamento abitativo è stato spostato ad avallelungoiltracciatodellas della popolazione unaquotapiùelevata. Nonostante Roscigno vecchia sia abitata attualmente da unsoloabitante,gliedicirisultanoancoraperlamaggior parte intatti e conservati. Mura di pietra, intonacate con maltaesabbia,balconcinienestreinferrobattuto,archi eportalisonoglielementicaratterizzantidell’architettura delborgo. La congurazione urbanistica è quella tipica medioevale deipaesicilentaniconunapiazzacentralesucuiinsistono due monumenti, la chiesa di San Nicola, con facciata settecentesca, una fontana a pianta circolare e numerosi palazziecappellesignoriliaiqualisiafancanolecasedei contadini. A soli pochi chilometri da Roscigno si trova già un’altra ghost town, Sacco Vecchia. Situata in una zona quasi inaccessibile,astrapiombosullavalledelumeSammaro è costituita dai resti di un conglomerato urbano di origini alto-medievali. Gli edici che caratterizzano il centro, sono due strutture religiose forticate risalenti al XIII secolo e numerose basi in muratura a secco che Resti della chiesa di San Nicola (VI sec.)- Sacco Vecchia 32
Borgo di Roscigno Vecchia
Vista aerea di San Severino di Centola
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ARCHITETTURA E INSEDIAMENTI
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LE EMERGENZE ARCHITETTONICHE
rispettare precisi paramentri” Crocamo ( C. - Le tipolo diarchitetturaruralenelpncvd). Per comprendere l’attualità dell’architettu tradizionale,bisognaconsiderarlainrelazionepro prassiadottatenellarealizzazionedegliedicimod In questa prospettiva l’architettura rurale p spunto per comprendere e approfondire il rappor uomo-ambiente anche rispetto ai problemi del mond attuale.
LA FENOMENOLOGIA DELLE COSTRUZIONI IN CAMPAGNA E IL RAPPORTO CON LA GESTIONE L’ architettura rurale costituisce il tessuto reale, lo scenario DELLE TERRE delviveredell’uomointotalesinergiaconl’ambiente,per L’organizzazione del territorio rurale è modellat questo è espressione coerente della collettività che l’ha base della composizione sociale delle comunità, in prodotta. E’ un’architettura essenziale, come del resto la famiglia era elemento ordinatore, pianicatore era lo stile di vita che conduceva chi le ha dato origine, gestione. composta da elementi edilizi ricorrenti, ma sempre Lafamiglia assumevaquindiilruolodiunitàdimisura diversi tra loro, perchè realizzati seguendo modelli simili, agrario. In base alla tipologia, alle partico ma utilizzando i materiali da costruzione chepaesaggio la natura costruttive e al livello delle niture di un singol delsingololuogomettevaadisposizione,evidenziando in puòcome desumere lo stato sociale della famiglia a questo modo delle variabili in base alla zona.si Cosi appartenevaelerelazioniconilrestodellacomuni per l’architettura rurale non esisteva un progetto teorico Agli degli anni cinquanta D. Chieffallo scrive alla base, neppure per l’assetto urbanistico deiinizi borghi e “Nell’immediato secondo dopoguerra il Cilento appariva delle strade; Lo spazio costruito rietteva la vita vissuta ancoraesigenze una realtà tipicamente rurale, della quale conservava dallecomunitàcontadine,erafruttoquindidelle inalterate strutture in umane, sociali e materiali. Per l’assenza dettate dalle circostanze e dall’ambiente naturale di una città sul territorio non aveva potuto fruire dei benefici cui veniva realizzata. Il paesaggio antropizzato è quindi che tale presenza produce sia a livello economico, il risultato delle necessità legate allainflussi sopravvivenze sottoesprime forma di interscambi commerciali, sia a livello culturale, delle piccole comunità, delle popolazioni rurali, per quel quindi un atteggiamento culturale rispettoso deiconfronto luoghi. di idee che sempre determina nuove acquisizioni delle conoscenze e del sapere. Parimenti, le Oggi, al contrario, le trasformazioni del territorio hanno sue contrade non erano state neppure sfiorate dal profondo scavalcatolasferad’azionedeisingoli,diventando sempre processo di più competenza specica della volontà pubblica, che siinnovativo che scienza e tecnologia avevano innescato. Con la conseguenza che borghesia imprenditrice, sostituiscequasicompletamenteallacoscienza collettiva. capitalismo e industrializzazione erano concetti pressochè L’architettura pensata in questo modo non è quasi mai in estranei alla propria dimensione socio-economica. funzionedelterritoriocircostante,nédichine usufruisce. la stratificazione sociale era ancora “I luoghi odierni, cosi uguali e ripetitivi perDi le conseguenza ricorrenti determinata, per la gran parte, dal possesso della terra, architetture seriali, sono sempre più inospitali. Essi sono che veniva considerato infattiilrisultatodisemplicicalcoliaritmetici che devono -il criterio più importante di L’ARCHITETTURA RURALE NEL CILENTO
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L’EREDITA’ DEI MANUFATTI RURALI
differenziazione sociale-, pertanto l’appartenenza ad uno degli strati sociali era data dalla consistenza dei terreni posseduti nonchè dal reddito che da ognuno di essi era possibile ricavare e si strutturava secondo una scala gerarchica che vedeva all’apice pochi soggetti che disponevano delle più grandi estensioni e alla base una moltitudine che possedeva appena un fazzoletto di terra o che non ne possedeva affatto”
Tutte le strutture legate alla vita e alle attività delle popolazioni rurali rappresentano l’eredità piu l e signicativa di un territorio. In particolare, nel Nazionale del Cilento, Alburni e Vallo di Diano, cas coloniche, masserie, cappelle, torri, eremi, ponti in pietra, selciati, canali, rivelano la complessità dei processi Chieffallo ( D.Il - tramontodellaculturacontadina, edizioni secolari, frutto del lavoro delle popolazioni che del centro di promozione culturale del Cilento, Acciaroli, abitato l’areandalpaleolitico. 205). Sono segni di una civiltà contadina che strutturano la forma del paesaggio del parco che vediamo oggi. L’UNESCO dichiara infatti patrimonio mondial dell’umanitàilterritoriocilentanoanchegrazie eall’integrazionedell’azioneumanaconiprocessin Quest’eredità costituisce un patrimonio di rilevante valore che va conservato e valorizzato e deve es sempre tenuto in considerazione nella pianicazi dellosviluppodelterritorio. probabilmente per le sue Il territorio del PNCVDA 1 caratteristiche geomorche e la conseguente car di infrastrutture di collegamento con i terri sviluppati della regione, ha in qualche modo resistito allo stravolgimento degli equilibri uomo-natura avv a partire dagli anni cinquanta, in termini archite Esistono infatti aree del territorio, marginali r centri urbani o rispetto alle aree costiere, che n state interessate dai processi di espansione per cui è stato possibile conservare, in alcuni anche integralmente, il contesto paesistico ambi tramandatodallegenerazionipassate. Le linee guida del Parco, indirizzano verso la tutela preservazionediquestearee,vincolandoleelimita le trasformazioni, ma suggeriscono anche che vengan messe a sistema per impedirne l’abbandono e realizz progetti virtuosi che valorizzino e promuovan patrimoniourbanoarchitettonicoenaturalisti Nella pagina precedente: Vista del Borgo di San Severino di Centola a sinistra: interni di un edificio rurale abbandonato a destra: Roscigno Vecchia
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1. PNCVDA: acronimo di “Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni”.
LE TIPOLOGIE EDILIZIE
LE DIMORE NEI PAESI
Le case testimoniano con le loro forme e tipologie da erano abitate. La casa dei contadini, così come quelle semplici artigiani, erano costituite da uno o più amb sufcienti ad assolvere ai bisogni più elementari, qu riposo, il ricovero e il pasto e rappresentavano la maggior partedegliaggregatiedilizideipaesi. A queste, si contrapponevano, edici ben più articola come i palazzi signorili, le case e i palazzi Gentilizi, ch sviluppavano su più livelli, con una scala interna e ambienti, ciascuno adibito ad una funzione specic I SISTEMI INSEDIATIVI Al piano terra si trovano i depositi, stalle, magaz Le tipologie edilizie nel Parco si dividono in due sistemi cantine mentre, al piano superiore diverse camere per il principali, il primo è rappresentato dagli abitati storici,eisuoifamiliari. proprietario organizzatiinformeunitarieecompattesuirilievicollinari, La casa unifamiliare il secondo è dato dalle costruzioni rurali sparse nella era composta da uno o più ambienti sovrapposti campagna. Il sistema insediativo conserva ancora oggi, al rustico, l’unico accesso dall’esterno era dalla cucina, dove si svolgevano tutte le attività domestiche, quasi inalterata, la sua matrice medievale, costituita da una la quale era provvista di focolare (fucagna) e da essa si trama di tanti piccoli paesi, all’interno dei quali, si rilevano accedevaallacameradaletto. solo pochi centri di riferimento di maggiori dimensioni. Distribuiti su tutto il territorio del Parco, prevalenza Lacon casa del nullatenente katuoio) ( era costituita da in zona collinare, in generale essi non superano i 0 2 un unico vano posto allo stesso livello della strada o abitanti. Alcuni villaggi sorsero intorno ai presidi militari seminterrato, invicolistrettieperiferici.Lacasa posti sul territorio a difesa e a guardia delle principali vie di nestre, l’unica fonte di luce era dovuta alla po di penetrazione dell’area, altri intorno ai cenobi fondati ingresso sulvicolo. daipadriitalo-greciprovenientidall’Oriente.Laretedegli Il palazzo baronale rappresentava il potere dei nobi insediamentichesiècreatainquestocontesto geograco nei loro feudi e sovrastava le piccole case delle è stata dettata principalmente dalle tipologie edilizie nei meno ricche. Esso si trovava nella zona più alta del pa centriabitatieledimoredeipaesi. in posizione dominante e privilegiata dove risi LE TIPOLOGIE EDILIZIE NEI CENTRI ABITATI normalmentel’amministratoredelleterreeilbar risiedevaincittà,soloraramentevisirecava. Le dimore dei paesi, in base alla loro conformazione, L’ediciosisviluppava intornoadun’ampiacortealla posizione e affaccio rispetto alle strade, distinguono le accedeva con i cavalli e con più scale che conduceva componenti socio-economiche delle comunità si che le piani superiori e agli interrati. Spesso muniti abitavano.I blocchi edilizi formati da una solaai abitazione elato torrette appartenevano ai ceti più agiati ed avevano il lungo angolari, di forma circolari o quadrango piani interrati o seminterrati ospitavano le st sulla via principale con una migliore esposizione al sole e cisterne per la raccolta di acque piovane, ai piani terra mentre, i quelli formati da più unità abitative, invece, erano i frantoi (trappito ), gli alloggi della servitù, le erano abitati dai cittadini meno facoltosi. vi Questi erano dispense e la stalla per i cavalli. Il piano nobile ave predisposti con il lato corto sulla via principale con il lato funzione residenziale concucina,ampiestanzeesalon lungocheseguivailvicololaterale,doveviera laporta . 40
Il palazzo signorile è il palazzo del ricco borghese e proprietario terriero che, non appena aveva accumulato un sostanziale patrimonio, realizzava la propria dimora come segno del benessere raggiunto. Queste costruzioni risalgono alla seconda metà del XVII secolo, periodo rappresentante lo stato sociale raggiunto dalla prima borghesia terriera. Questo tipo di edicio, staccato dal restante tessuto insediativo, occupava sempre una posizione privilegiata. Sviluppata, generalmente, a pianta quadrata o rettangolare, presentava i prospetti delle facciateregolariconunarigidacomposizionesimmetrica tra porte e nestre. Presentava spesso una corte interna con al centro un pozzo-cisterna e un’ampia scala aperta cheservivaivarilivelli.Ilpianoterraeraadibitoaiservizi quali deposito, cantina, stalla e la cappella di famiglia alla quale si poteva accedere anche dalla strada pubblica. Al primopianositrovavalacucina,saladapranzo,lagalleria, salotto, biblioteca, armeria e servizi igienici. Il secondo piano,invece,eraadibitoallasolafunzioneabitativaenel sottotettositrovavanogliambientidiservizio,dispensee localiperlaservitù.
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Il palazzetto gentilizio (borghese) era la dimora del ricco commerciante o professionista. Costruito a partire dalla seconda metà del XIX secolo, era situato lungo le vie principali o nelle piazze del paese, in bella evidenza, a rappresentare lo stato raggiunto dal proprietario. A differenza del palazzo signorile, che si imponeva per vastitàecomplessitàdiambientiefunzioniperlopiùlegati alla terra e alle attività connesse, il palazzo gentilizio rappresentava nuovi criteri di funzionalità, efcienza e modernità grazie al ceto borghese, portatore di nuovi modelli socio-economici e diversi stili di vita. Si trattava di una costruzione che si inseriva nei blocchi edilizi già esistentinell’abitatourbanoesisviluppavaquasisempre in altezza. La pianta era rettangolare, con androne d’ingressoescalainternacheservivaivarilivelli. Iprospettieranocaratterizzatidaunarigidacomposizione simmetrica scanditi da porte e nestre al piano terra, nestre al primo e balconi al secondo. Il piano interrato era destinato alla legnaia e al deposito di provviste, il piano terra presentava ampi locali con accesso diretto dalla strada. Il primo piano ospitava cucina, la stanza da pranzo, il salotto e lo studio mentre, il secondo piano era adibito alla sola funzione abitativa con camere da letto e servizi igienici con acqua calda e al terzo piano c’erano i localiperlaservitùconunacucinarustica. La casa gentilizia nasce dalla fusione di due o più unità abitative,risultatodicontinueaggregazioniplanimetriche e altimetriche che conferivano un aspetto irregolare alla copertura composta da più falde. La facciata principale, sulla via pubblica, era costituito da balconi e nestre non sempre disposti in ordine simmetrico. I piani erano collegati da varie scale interne ed esterne che collegavano i diversi livelli, spesso, anche a piani sfalsati. Al piano terra c’erano i locali adibiti a deposito e a volte un frantoio (trappito ), al piano primo si trovava la residenza vera e propria, composta da numerose stanze intercomunicanti tra loro quali cucina, stanze da letto, salotto,studioeserviziigienici.Ailivellisfalsatitrovavano posto le dispense, esposte a nord e ben ventilate mentre ilsottotettoera ) (suppigno utilizzatoperlaconservazione. 42
I FABBRICATI RURALI Ifabbricatirurali,costruitiinapertacampagna,chesitratti di dimore o stalle, disponendo di molto spazio, non erano soggetti ai vincoli edilizi dei centri abitati. Essi assumono sempre forme geometriche regolari, indipendentemente dellaloroposizionegeogracaecontestomorfologico. Il modulo elementare, alla base delle tipologie edilizie, è costituitodalla“cellulamuraria”,formatadaquattromuri portanti,quasisempresimili(4x4m)attraverso , laqualesi davaorigineaicorpisemplici,complessiecompositi.
Corpi semplici, costituiti da uno, due o massimo tre moduli assemblati fra loro, afancati o sovrapposti, davano vita, a corpi edilizi semplici come la casa colonica, la casa contadina,ilcasino,ilcasieddoeilpagliaio.
Corpi complessi, costituiti da più di tre moduli su più livelli, poiché erano legati alla necessità di disporre all’interno del fabbricato di diverse funzioni. Le diverse funzioni e i diversi livelli determinavano un’articolazione planimetricacomplessatipicadiorganismiedilizicomele masserie,lecasecolonicheelacasafattoriale.
Corpi compositi, nascevano in seguito all’unione di corpi edilizi semplici e complessi. Tipica delle masserie, questa tipologia, è costituita da più corpi di fabbrica regolari, ognunodeiqualihalapropriaautonomiastrutturale. 44
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TECNICHE COSTRUTTIVE Le maestranze addette all’edicazione delle case rurali erano le stesse che operavano nei paesi per cui le costruzioni riproponevano, in forma semplicata, le stesse soluzioni tecniche e formali dell’edilizia civile dell’epoca. Gli ambienti non sembravano riettere nessuna destinazione d’uso dei locali poiché realizzate con estrema semplicità e con medesima volumetria a prescindere della funzione. Le riniture, ove presenti, si limitavanoall’intonacaturagrezzadellafacciataprincipale oadunafasciadiintonacocheincorniciavanolebucature. Ledimoreruralisicaratterizzavanodallapresenzadiuna seriediluoghiespazi,ancheseparatidalcorpodifabbrica principale, i quali servivano allo svolgimento delle attività quotidiane: La stalla, formata dai vani del piano terra, con un’altezza massima di tre metri e prive di intonaco, era destinata a diverse razze di animali quali bovini, pecore e capre separate da rudimentali staccionate interne di legno e pietra; Il letamaio, era una ampia vasca in muratura posta all’esterno,diancoallastallaecopertaunarudimentale tettoia, nella quale si raccoglievano gli escrementi degli animali e si depositava il letame necessario alla concimazionedeicampi; La latrina,piccolacostruzioneinlegno,dipertinenzadella stalla,oveprevista,comunicanteconilletamaio.
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LE DIMORE TEMPORANEE
TIPI DI FABBRICATI RURALI
loro volta le dimore temporanee, a seconda del tem NellecampagnesidistinguevanodueprincipaliAcategorie, e del periodo in cui erano utilizzate, si suddivido le dimore permanenti, case funzionali alle consuzioni dei fondi agricoli e l’allevamento degli animali, stagionali, e le dimore periodicheesaltuarie. temporanee, le quali erano destinate ad essere abitate e Le dimore stagionali erano utilizzate dai contadini o da sfruttatesoloperperiodiditempobrevi. pastori, con tutta la famiglia, per una sola stagion coltivare e per allevare animali. Gli edici, compost uno o due livelli, erano costruite dagli stessi contadini che, non avendo disponibilità di terreno coltivabile avevano scelto di edicare la propria dimora sui te demanialiinmontagna.
Le dimore periodiche erano abitazioni aperte per brevi periodi dell’anno, in occasione delle attività agricole quali aratura, potatura, mietitura, vendemmia, ecc erano costruite distanti dal centro abitato, in t non richiedevano per la loro coltivazione, la pres continuativadapartedeicontadini.
Le dimore saltuarie erano quelle strutture utilizzat contadini solo durante le ore diurne, lungo l’arco di una LE DIMORE PERMANENTI giornatalavorativa. Nelle case rurali a schema semplice il rapporto tra corpo rustico e corpo abitativo era sempre molto equilibrato, Le Dimore Temporanee Stagionali come si evince ad esempio dalla tipologia della casa colonica e da quella contadina. Viceversa nelle case Le dimore temporanee stagionali, costruite sui versanti complesse la necessità di disporre di maggiore spazio in montuosi diedero vita ad una maglia insediativa che uno dei due elementi era motivata dalle diversa esigenze copriva e caratterizzava l’intero paesaggio co di lavoro. Per quanto riguarda quelle ad indirizzo agrocreazione di piccoli villaggi collegati tra loro da p zootecnico (masserie) o quelle in cui si svolgeva la tratturiinterrabattuta. trasformazionedeiprodotticasa ( fattoriale)le , dimensioni delrusticoprevalgonosullaparteabitativa. • IL CASINO • LA CASA COLONICA
• LA PASSULARA
• LA MASSERIA
• IL CASIEDDO
• LA CASA FATTORIALE
• IL PAGLIARO
• LA CASA CONTADINA
• IL CAPRILE O CRAPARIZZO
• LA CASA PADRONALE IN CAMPAGNA
• GLI STAZZI O JAZZI 47
LA CASA CONTADINA
Dal momento che la famiglia di contadini che risiede in paese era costretta a camminare per oltre un’ora per raggiungere i campi da lavorare, si ebbe la necessi di avere una casa anche in campagna, con servizi essenziali, sufciente ad accogliere la famiglia, dot di una stalla e zone di pertinenza quali forno, colomb l’aia e pollaio. Era una casa molto modesta, costru quasi sempre dal contadino. Presentava una pian rettangolare non sempre regolare spesso costituita da due corpi di fabbrica diseguali, sormontati da un te due falde realizzato con coppi tradizionali. L’abita si sviluppava su uno o più livelli, al piano terra vi i depositi e il ricovero degli animali e al piano superiore l’abitazione, alla quale si accedeva tramite una esternainlegnoomuraturapostasullatocorto.Il abitativo era, solitamente, composto da due ambie collegati,lacucinaconfocolareelastanzadaletto
LA MASSERIA
LA CASA PADRONALE IN CAMPAGNA
con funzioni di difesa o colombaie. Erano costruite i Strutture edilizie articolate su più livelli cui nucleo zona prossimità dei corsi d’acqua per p Cominciò a diffondersi agli inizi del X secolo nei centri più importanti e al si collinare trattava della in dimora dove soggiornava originale, potevano aggiungersi nuovi corpi di fabbrica. provvedere esigenze idriche delle coltivazi l’erede di una famiglia benestante che gestiva la proprietà indirettamente graziealle ai contadini. Presentava una pianta Venivano costruite nelle proprietà un tempo feudali conduzione della masseria era afdata alcolono,assis quadrangolare a più livelli con le stesse tecniche costruttive, caratteristiche e comodità del palazzo gentilizio in paese, o ecclesiastiche. Le caratteristiche tipologiche che le contadini laIl abitavano stabilmente. Era q confacciatesimmetriche,scanditedanestreedai balconi aivariche piani. carattere signorileera sot contraddistinguono sono: pianta quadrata o rettangolare, come una comunità rurale autosufciente e veniv bugnati, dalle decorazioni e dall’uso frequente di blocchi monolitici lavorati e squadrati.Al piano terra erano previsti i struttura imponente e compatta, sormontata da un tetto dal la proprietario che impartiva ordini dall’interno locali per la conservazione e la lavoraz ione dei prodotti agricoli e lediretta stanze per servitù. Un’ampia scala interna portava ai a quattro falde o a padiglione. Torri quadrate, rettangolari del palazzo di paese. ampie stalle, depositi, locali pe pianisuperioridotatedinumerosecamereeservizi.Laproprietà,inne,erarecintataconalti muriin ocilindriche,eranoposteailatioalcentrodel fabbricato, lavorazioneedeiprodottie,inalcunicasi,unfranto
LA CASA PADRONALE IN CAMPAGNA
LA CASA PADRONALE IN CAMPAGNA
diffondersi delpiùXXimportanti secolosignorile nei dagli intonaci bugna C Cominciò o minciò a diffoa ndersi agli inizi del Xagli secoloinizi nei centri e si trattavaera dellasottolineato dimora dove soggiornava centri più importanti e si trattava della dimora dove decorazioni e dall’uso frequente di blocchi monol l’erede di una famiglia benestante che gestiva la proprietà indirettamente grazie ai contadini. Presentava una pianta soggiornava l’erede distesse unatecniche famiglia benestante che eecomodità lavorati squadrati. Alzopiano erano previst quadrangolare a più livelli con le costruttive, caratteristiche del palaz gentiliziterra o in paese, gestiva la proprietà indirettamente grazie ai contadini. per la conservazione e la lavorazione dei prodotti a confacciatesimmetriche,scanditedanestreebalconiaivaripiani.Ilcaratteresignorile erasot una pianta quadrangolare più livelli con leperlaAl servitù. ele stanze scala internapor buPresentava gnati, dalle decoraz ioni e dall’uso frequente di blocchi a monolitici lavorati e squadrati. piano terraUn’ampia erano previsti i stesse tecniche costruttive, caratteristiche e comodità ai piani superiori dotate di numerose camere eservi locali per la conservazione e la lavorazione dei prodotti agricoli e le stanze per la servitù. Un’ampia scala interna portava ai delpalazzo gentilizio indi paese, confacciate proprietà, inne,era recintata conalti muri inmuri pietr piani superiori dotate numerose cameresimmetriche, eservizi. Laproprietà, inne, erarecintata con alti in scandite da nestre e balconi ai vari piani. Il carattere unampioingressopadronaleecancelloinferroolegn
LA CASA FATTORIALE
e fungeva da punto di raccolta dei prodotti proven dalle terre del proprietario per poi essere spediti in città Si sviluppano nell’area del Parco verso laattraverso seconda la ferrovia. Dal punto di vista archite metà dell’Ottocento, in concomitanza alla costruzione era un complesso edilizio dove, oltre alla resid della ferrovia Salerno-Reggio Calabria. Essa aveva una padronale e ai locali riservati al fattore e alla s nuova organizzazione economica delle terre dal punto erano magazzini per lo stoccaggio dei prodotti riser di vista amministrativo e produttivo volta a superare alla vendita, bottai, locali per la vinicazione o d i limiti sella conduzione colonica. Divenne di il frantoi. fulcro La casa si presentava come una costruzio di un nuovo sistema di gestione delle terreforticata, poiché si compatta sormontata da torri ed e pianicava il coordinamento amministrativo dei poderi secondoimodellidiediliziaurbana. realizzata
LA CASA COLONICA
Era la casa in cui viveva il colono (parzonaro) sorgeva unasuperciecompresatraidueeitreettariesibas generalmente al di fuori dell’abitato, in un fondo irriguo su un sistema di coltura promiscua, caratteriz (vignale)raggiungibileapiedi.Sipresentava,solitamente, dalla compresenza di piante di ulivo, viti, alber a pianta rettangolare e si articolava su due livelli, la stalla frutta, seminative e colture ortive. Quasi sempre alpianoterrael’abitazionealprimolivellocon copertura dellaterrasiunival’allevamentod coltivazione a due o quattro falde. Il lato lungo era orientato sud e maialiedianimalidacortileperassicu capoabovino, su di essa addossata la scala esterna per raggiungere il al colono e alla sua famiglia la continuità del lavo primo piano. Il podere si estendeva, normalmente, su sicuro. tetto
GLI STAZZI O JAZZI
Funzionali per l’allevamento allo stato semi-bra ovini, caprini e mucche. Si tratta di particolari ri per animali, costruiti direttamente tra i pasco sitermineia maggiorpartedell’areacilentanaconil 2 intende il giaciglio dove dormono gli animali, domestici e selvatici. Erano solitamente costruiti nell scoscese e rocciose, si mimetizzavano perfettamen con il contesto, assumendone le stesse cromie tanto da confonderli con il paesaggio.Il tipo più comune è realizzato tra i pascoli scoscesi e accidentali e pr una pianta rettangolare con il tetto a una falda i verso valle. Nelle aree dove la pendenza è più liev invece, sono costituiti da due corpi di fabbrica co stalla rettangolare allungata, a una o due falde quale si innesta il ricovero per il pastore, organizz duelivelli,eunrecintoesternoperilbestiame.
IL CAPRILE O CRAPARIZZO
Consiste in una struttura semplice, senza corti pianta rettangolare organizzata su uno o due livel coperturaaunaoduefaldeecostituitadaunamura inpietragrossolanamentelavorata. Destinato al ricovero di almeno 50/6 capi di bestiame tra pecore e capre, all’interno sono disposte varie staccionate in legno o muratura a secco che dividono gli ambienti.
LA PASSULARA
larghe aperture per consentire, comodamente, l’ingresso dei graticci la sera o in caso di temporali improv Nel corso del XIX secolo, la forte richiesta di chi i muri perimetrali, a circa un metro da terra, Lungo del Cilento, portò le famiglie benestanti a realizzare erano ricavate delle caratteristiche feritoie v vasti impianti produttivi specici per l’essiccazione di circolazione dell’aria. Il corpo di fabb una migliore chi direttamente nelle campagne. La passulara più era, alto, appositamente sfalsato, consentiva quindi, una costruzione in muratura di pietra,costante a pianta ventilazione dell’aria garantendo una rettangolare allungata, composta da uno o due corpi di essiccazionedeichi.L’internoeradotatodifornimo fabbrica sfalsati verticalmente, con copertura a una o capienti e impalcature di legno organizzate su più li due falde inclinate. I locali al piano terra erano di suidotati qualivenivano posizionatiigraticci.
IL CASIEDDO Sitrattadiunmanufattomoltosempliceperdimensioni e consistenza, costruito per offrire riparo al contadino, oltre che il deposito di attrezzi agricoli e gli animali, che trascorreva tutta la giornata nei campi di lavoro. Era realizzato in muratura di pietra senza intonaco, a pianta rettangolare e costituito da uno o due ambienti sovrapposti o giustapposti, con tetto a capanna e manto acoppi.
IL CASINO
Nondistantedalcentroabitato,eraunastruttura nataa pianta quadrata, essenziale, costi costruzione per essere utilizzata periodicamente e solo durante il di due ambienti sovrapposti, entrambi con focolar giorno,postoalcentrodelleproprietà.Lapresenza era che formavano una sorte di torre coperta da un tet funzionaleallaconduzionedelfondocheeraesercitata aquattrofalde.Leriniturearchitettonicheel’i indirettamente dal proprietario il quale controllava di determinati materiali da costruzione erano dall’altodelsuocasino,attraversolenestre eibalconi, indizi dellostatosocialedellafamigliapropriet l’attivitàdeicontadininellacampagna.Sitrattavadiuna
LE TECNICHE COSTRUTTIVE
La cultura del costruire attinge dall’ambiente ci i materiali necessari all’edicazione limitando i di lavorazione che non siano direttamente coll all’approvvigionamentoealtrasporto. L’impiego esclusivo di materiali locali, costituis unadelleprincipalipeculiaritàdell’ediliziatra Il processo costruttivo infatti, inizia proprio con del sito che è sempre subordinata alla disponibil materialiinloco(pietra,legno). L’insediamento locale è sempre guidato dalla ricerca di sintesi dei processi e delle pratiche indi LA CULTURA COSTRUTTIVA TRADIZIONALE all’eliminazione del superuo: non può essere concepi niente che non sia strettamente necessario all’ Nel territorio cilentano l’architettura tradizionale, al lavoro. attraverso il rapporto fra forme essenziali e tecnichePer di questo motivo le costruzioni rurali nelle loro costruzione, spesso elementari e arcaiche, esprime il caratteristiche, fortemente legate a cui si trovano. legame inscindibile fra le comunità e il territorio in cui Inmodoanalogo,ancheperlemaestranze si faceva ricorso agli stessi lavoratori delle t sonoinsediate. siimprovvisavanomuratori. Questo legame ha dato vita ad una millenariaall’occorrenza, relazione Da questo un livello di esecuzione e di rini fondata sull’equilibrio fra le esigenze dell’uomo e deriva la ridotto all’essenziale che conferisce al costr capacitàdelterritoriodisoddisfarle. carattere estremamente arcaico e vernacolare1. In basso: Dettaglio fotografico di un’architrave in legno a destra: Nodo trave in legno
Da un’analisi approfondita, la cultura costrutt Cilento, si evidenzia che, pur mantenendo il marca carattere locale che lo contraddistingue, presenta numerosi episodi di convergenza culturale con altr dell’area mediterranea, nonostante la continuità con cui per secoli gli artigiani si sono tramandati le tecniche costruttiveemalgradolostoricoisolamentodell Alcuni caratteri costruttivi si ripetono senza s variazioni e con una casistica limitata a poche sol di riferimento: ad esempio le coperture dei solai e inssi.Altriaspetti,invece,comelemurature,leaper le soluzioni di gronda, variano in ragione dei mate impiegatiedelletecnichecostruttiveutilizzate
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2. riferimento all’architettura vernacolare, uno stile architettonico progettato in base alle esigenze locali, alla disponibilità di materiali da costruzione e alle tradizioni locali riflettenti
LE RISORSE
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LE RISERVE NATURALI
Sulla fascia costiera ogni anno sono present riconoscimenti di Bandiere Blu d’Europa, ad ogg nel 20 sono 14 le spiagge riconosciute dalla FEE (Foundation for Environmental Education) lungo ben 10 Km di costa e due aree marine protette di prestigio internazionale Tutto ciò ha orientato il sistema economico produt basato sull’impresa di tipo agricolo biolo integrandola alle risorse marittime, dando vita al primo Biodistretto d’Italia. Tale strategia, mira all’i Il vasto territorio cilentano, meglio identicato nel dei vari progetti attuati e previsti, coinvolgendo Parco Nazionale del Cilento, ha conseguito quattro dei i comuni di piccole dimensioni valorizzandone più importanti riconoscimenti mondiali, per laanche ricchezza ricchissimo patrimonio culturale e naturale che rende il dellerisorsechelocaratterizzano. ParcoNazionaledelCilentouniconelmondo. Il Parco Nazionale del Cilento è il secondoIl parco Cilento costituisce tutt’ora un vero e p nazionale in Italia per estensione, istituito con la Leggevivente”, svolgendo un ruolo attivo n “paesaggio quadro delle aree protette n.394 del 6/129 art.34 società contemporanea, ma conservando molti caratteri comma 1 lettera a) e denitivamente perimetrato con tradizionali quali: il D.M. 05/8193. È riconosciuto come Riserva della •organizzazionedelterritorio Biosfera dal 197 (MAB Man and Biosphere Program) perl’elevatolivellodibio-diversitàcorrelata alla • trama deiviabilità, percorsi alclima,allalitologiaegeomorfologiadelterritorio. •strutturadellecoltivazioni Dal 1998 è riconosciuto dall’UNESCO come PatrimonioMondialedell’Umanità-Paesaggio-Culturale •sistemadegliinsediamenti. per il suo straordinario valore paesaggistico e le testimonianze archeologiche di insediamenti a Ilrisalenti ParcoNazionale delCilentoeVallodiDianoèilrisul piùdi250.annifa. dell’opera combinata della natura e dell’uomo. Es Dal 1999 è nella categoria dei Developing Landscapes, oggi un paesaggio vivente che mantiene un ruolo attivo ed è il primo parco in Italia a far parte dell’European nella società contemporanea ma conserva i caratteri and Global Geopark Network (EGN) e dal 201 è stato tradizionali che lo hanno generato, nell’organizza riconosciuto come GeoParco UNESCO. del territorio, la trama dei percorsi, la struttura delle È inoltre Capitale Mondiale della Dieta Mediterranea. coltivazionieilsistemadegliinsediamenti.Comele Difatti, Il Comitato intergovernativo dell’UNESCO ha egliambientigeogracicosìlepopolazionil naturali ufcialmente sancito il 16 novembre 201, a Nairobi, hanno trovato in questi luoghi il punto di contatto, la l’inserimento della Dieta Mediterranea nella Lista contaminazioneelafusione.IlCilentorealizzal’inc Rappresentativa del Patrimonio Culturale tra Immateriale mareemontagna,fondepopolieciviltàeneconserv dell’Umanità fornendo l’ opportunità di attivare le tracceun evidenti nei suoi caratteri distintiv programma di azioni volte a tutelare e valorizzare l’archeologia , le tradizioni.Nel territorio sono p questo tesoro. La dieta mediterranea, oltre ad incidere emergenze di valore naturalistico pressoché un favorevolmente sul nostro organismo, ha una ricaduta endemismi di vario genere che hanno valso al territorio economicamente vantaggiosa sul turismo naturalistico il riconoscimento di Patrimonio Mondiale dell’Uma edenogastronomicodelterritorio. conl’inserimentonel198delParcotraiSitiUNESCO. 68
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OASI DEL WWF GROTTE DEL BUSSENTO
OASI DEI CAPELLI DI VENERE
L’Oasi “Grotte del Bussento”, istituita nel 1985, è il La cascata più famosa del Cilento la ritroviamo, qui progettodiconservazionepiùimportantedelWWF Italia all’interno dell’Oasi Capello. La cascata dei Ca edèinseritanellalistadeiGeoparchimondiali. Pariaè607 formata dall’afuente del ume Bussento, i Venere ettari, l’Oasi si trova all’interno di un Sito d’Importanza Bussentino. I Capelli di Venere sono uno spettacolo Comunitaria (SIC IT80516) ed è valorizzata dal Parco natura che ha visto l’unione di 3 elementi, l’acqu del Cilento nell’ambito dell’itinerario n°Bussentino 15. Patrimonioscorre sopra la pianta Capelvenere ch preziosissimo di biodiversità e baluardo a attaccata difesa del allaroccia.LacascatadelleacquedaiCa territorio, l’area protetta di Morigerati richiama ogni creato delle vasche naturali nel letto del ume. Olt anno migliaia di turisti. È un canyon ricoperto da una cascate troviamo sentieri naturalistici per gli amanti del lussureggiante vegetazione da visitare percorrendo un trekking, ponti e strutture. Tra queste ultime abbi sentiero che si snoda dal centro storico lungo un ruscello vecchio mulino ad acqua riportato agli antichi splendori con sorgenti, cascate, un antico mulino no alla grotta che è possibile visitare. Sono presenti nell’oasi dovesiassisteallarisorgenzadelumecarsicodei Bussento. ponti in legno, questi costruiti per raggiungere la cascata.Oltreaquelliinlegnoèpresenteancheunpo normannoinpietrachesovrastalacascata. in basso: Le Cascate dei Capelli di Venere- Casaletto Spartano a destra: L’Oasi del WWF - Morigerati
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Grava di Vesalo
FIUMI GROTTE ED INGHIOTTITOI
Scavalcando un bel ponte medievale ad arco, a val del centro storico di Laurino, si raggiunge la chiesa di Sant’Elena, Felitto custodisce gelosamente uno dei paesaggi più in località Gorgonero, dove una sorgen getta le sue acque nel ume Calore. Ed è proprio qui che incantevolichesipossonoammirareinCampania:sitratta la risalita della solitaria e selvaggia Val dell’area protetta delle “Gole del Calore”.inizia Incastonate in tra le guglie rocciose dello Scanno del Tesoro, tra vecchi unaprofondavallataapiccosulume,LeGoledelCalore casolari e splendidi boschidifaggio.Alculminedella costituiscono un paesaggio ancora integro nella sua in una piccola conca erbosa circondata da faggi, si ap selvaggiabellezza.Inquestiettari 120 diterrenoprotetto, unaprofonda dal ponte medioevale situato a valle di Felitto no ai espettacolarevoragine,laGravadiVes l’inghiottittoio entrocuisigettailtorrenteMi conni con il territorio di Magliano, regna un silenzio dei tanti fenomeni carsici prodotti sulle rocce ca irrealeoveemergonosensazioniormaidimenticate. presentinell’interaarea.Inalternativaaquest una strada al disotto dell’abitato di Laurino e Affondatore di Villanova sull’ultimo tratto, permette di giungere a pochi metri dalla grava Uno dei fenomeni carsici più importanti del meridione d’Italia, si trova sul versante sud occidentale del monte Cervati ad una quota di 10 m/sm. Era una grotta diGrotte di Castelcivita attraversamento che raccoglieva le acque d’alta quota che, Legrotte scorrendo sul ysh miocenico presente, raggiungevano il mostranounincantevolepaesaggiosotter La forza dell’erosione carsica sui calcari del Cre portale nel quale si inabissavano per riaforare a Varco superiore (periodo coincidente con la scomparsa la Peta e Montemenzano. Questo corso d’acqua era in dinosauri) è qui in tutta la sua maestosa realtàl’altaviadelBussentochehalasciatotracciadeldocumentata suo potenza. Reperti fossili testimoniano che le gr percorsoneicondottifossilipostialdisopradiquelliattivi. costituiscono un primo e sicuro rifugio per l’uomo Negli anni ’70 vengono costruiti una diga ed una galleria Paleolitico superiore circa ( 40. anni fa). Esse sono un articialelungacircam, 20 perdrenarneleacque,edalla susseguirsi di gallerie, saloni, strettoie e pozzi ch qualesiaccedeall’area. vitaaformeunichenellorogenere:laSaladelCaste Sala del Coccodrillo, la Sala degli Ortaggi, la Pagoda s Forra dell’Emmisi soloalcuniesempi. Alle porte dell’abitato di Rofrano, il Fiume Mingardo ha scavatonelcorsodimilionidianniunaforralunga circa 50 Grotte di PertosaAuletta mt. Qui il corso del ume scorre incassato tra pareti alte Un sistema carsico sotterraneo ricchissimo di amb no a 30 metri e i raggi del sole non riescono a penetrare e L’accesso concrezioni di tipologie differenti, ed attraver la cortina formata dalle chiome degli alberi. parte dalumeNegro.Ilcomplessospeleologicosiesten è garantito da un comodo sentiero escursionistico che per circa tremila metri nel massiccio dei Monti Alb prende origine in prossimità del ponte sul Fiume Faraone, Geosito focaledelsitoUNESCOParcoNazionale“Cilent ad un chilometro dal centro abitato. Il sentiero, lungo Vallo di Diano e Alburni” Global Geopark. La visita iniz circa 1,5 km, è attrezzato con panche e tavoli per poter con la navigazione del ume sotterraneo, per circa 40 gustareilfrescodelumeoperunarilassantepasseggiata mt, seguita da un percorso guidato a piedi, accessibil immersinelsalubreambienteuviale. disabiliedilluminato. Gole del fiume Calore
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Inghiottitoio del Bussento L’Inghiottitoio del Bussento è raggiungibile tramite un sentiero turistico che conduce nell’alveo del ume omonimoequindi,dopopochedecinedimetri,allagrotta. L’ingresso si presenta con un portale alto circa 25 metri e largo 12, posto alla base di una parete strapiombante alta circa 10 metri, nota come “La Rupe”. Prima della costruzione della diga Sabetta, posta sul corso del ume circakm 2,5 amontedell’inghiottitoio,leacqueentravano impetuose trasportando con sé detriti, tronchi d’albero e tutto ciò che strappavano durante le piene impetuose, materiale che talvolta ostruiva alcuni tratti del percorso sotterraneo, provocando l’innalzamento del livello del umealpuntodaprovocarelasommersionedell’ingresso e di parte della vallata, con formazione di un vasto lago, dacuiiltoponimolocaledi“Utimàre”,ossia“comeilmare”. in basso: Le Grotte del Bussento- Oasi WWF Morigerati a destra: Le Gole del Fiume Calore-Magliano Vetere
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LE AREE MARINE PROTETTE
davveromoltoparticolariecaratteristici.Lasua antichissima, risale infatti all’epoca preistori formati grazie all’azione dell’erosione delle mo in formazione che sono emerse dal mare, i cui detrit sono niti poi nelle adiacenze dei bacini marini. Le roc ben visibili in supercie a ridosso delle coste imm nella macchia mediterranea, degradano lentamente nel mare, estendendosi anche per oltre cinque miglia verso il largo. Nei fondali questa particolare conformaz rocciosasedimentariaèformatadanumerosissimeca e spaccature che vengono utilizzate come rifugio numerose specie di fauna e ora marina come Posidonie AREA MARINA PROTETTA: Oceaniche,alcionacei,cernie,saraghi,mureneearagost SANTA MARIA DI CASTELLABATE I resti di un approdo greco-romano aforano dalle acque Licosa, l’isola del mito, rappresenta il sito di naturale San Marcopiù in prossimità della struttura portuale caratteristico del territorio è( un Sito di Importanza moderna, costruita nel 1954. Il primo nucleo abitativo Comunitaria)Nelle . sueacquesonovisibiliiresti del sommersi paese si è costituito proprio intorno a questa dell’omonima città greco-romana, specialmentestruttura. quelli di Il porto di San Marco, identicata con l’a una villa romana e di una vasca per l’allevamento delle città romana di Erculea, veniva considerato il prin murene (risalente ad un periodo che va dal I secolo a.C. di approvvigionamento per le imbarcazio scalo al I secolo d.C.). Sull’isola, dove svetta il faro edirette il rudere al porto di Miseno nonché base militare o della casa del guardiano del faro, sono stati dirinvenuti appoggio per la otta imperiale. Il territorio pres diversi reperti di epoca greco-romana. Si crede che il una ricchezza oristica e faunistica non indiffere nome di Licosa derivi dalla sirena Leucosia, che, secondo sono presenti, infatti, alcune specie animali e ve autori come Licofrone, Strabone e Plinio il Vecchio, quial mondo e perciò soggette a particolari forme uniche abitò e qui fu sepolta dopo che si gettò in mare. Anche tutela. Nei fondali marini si incontrano praterie Omero, nell’Odissea, accenna all’isola delledi sirene dal Oceanica,al cui interno si proteggon Posidonia cantoammaliatore,beffatedaUlisseedalsuoequipaggio. si cibano numerose specie di pesci e crostacei, alc Aristotele narra della presenza sull’isola di unmolto tempio anche rare come quella del Pesce pappagall dedicato a Leucotea, identicata con Leucosia. Altri mediterraneo e della Siriella Castellabatensis, ma anche autori, come Dionigi di Alicarnasso e Sesto Pompeo bellissimemadrepore,gorgonie,briozoiespugne.Spesso Festo, sostengono che il nome Licosa sia dovuto ad una nella Baia Arena di Ogliastro Marina si assiste cugina o una nipote di Enea sepolta sull’isoletta. L’Isola alla deposizione di numerose uova di tartaruga de ospital’habitatnaturalediunparticolareCaretta. tipodilucertola Tipica del luogo è la “rossa di Licosa”, come endemica dalla livrea verde e azzurra, la Podarcis sicula chiamano i pescatori locali, una triglia di scoglio che klemmeri.DipassaggioilGabbianocorso(Larus audouinii ), vive nello specchio d’acqua tra Ogliastro Marina e P unaspecieendemicadell’areadelMediterraneo. Licosa. La triglia rossa, recentemente inserita nel Il territorio di Castellabate, soprattutto nella zona deiProdotti AgroalimentariTradizionali(PAT)ha , prop costiera di Licosa ed Ogliastro Marina, è caratterizzato qui il suo ambiente favorevole da cui derivano le qu dalla presenza“Flysch del del Cilento”, una rarissima dalsaporeunico.Neiterritorichenoncosteggianoil tipologia di roccia composta da diverse straticazioni prevalgono gli alberi simbolo del Cilento: l’ulivo e costituite ( tipicamente da alternanze cicliche E poi di illivelli giglio didi mare (Pancratium maritimum ), un ore arenaria, di argilla o marna, di calcare) che assumono colori selvaticochecrescespontaneamentesuilitorali 74
AREA MARINA PROTETTA COSTA DEGLI INFRESCHI E DELLA MASSETA
Ilterritoriodell’areavadallaTorredelloZancale,di MarinadiCamerota,aScarionelGolfodiPolicastro. Dal 209 Area Marina Protetta della Campania 13,80 km di costa in cui si concentrano insenature, grotte, spiaggette, rade, sorgenti d’acqua sottomarine: Grotta Azzurra, Grotta del Noglio, Cala Bianca, Grotta degli Infreschi, la Piscina degli Iscolelli, la Sorgente di Santa Caterina, la Cappella di San Lazzaro, le spiaggette della Masseta, l’orto botanico naturale del Marcellino, sono alcunedelletappedanonperdere. L’Area Marina Protetta è suddivisadiverso in zone a grado di tutela (A - B - C), regolata da divieti e permessi per assicurare al meglio le esigenze di conservazione dell’ambiente naturale con l’uso sostenibile delle risorse Nella pagina precendete: Spiaggia dei Francesi-Scario offertedalterritorio. sopra: Cala Bianca - Marina di Camerota La costa è caratterizzata da alte falesie calcaree a destra: Area marina protetta Costa Infreschi della Masseta interessate da intensi fenomeni di carsismo e, quindi, LE 14 BANDIERE BLU 2020 dalla presenza di molte grotte sottomarine. Un aspetto Centola–Palinuro (Porto/DuneeSaline,Marinella); davvero singolare di quest’area è la roccia carbonatica che poggia su strati vulcanici più profondi. DelCastellabate resto, a (Lago Tresino, Marina Piccola, Pozzillo/San circamiglia 40 dallacosta,lungola“lineadeivulcani” -PuntaInferno,BaiaOgliastro); Marco,che congiungel’EtnaalVesuvio,passandoperleisoleEolieeil Agropoli Cilento -sorge il monte Palinuro, che è uno dei più grandi(Spiaggia Libera Porto, Lungomare San Marco, Torrebacino San Marco, Trentova); edici vulcanici sottomarini ancora attivi nel del Tirreno,altopiùdiduemilametri,lacuicimaèadAscea( appena PianadiVelia,TorredelTelegrafo,MarinadiAscea); 65 m sotto la supercie del mare. Le biocostruzioni Vibonaticosta, (SantaMariaLePiane,TorreVillammare); del coralligeno, presenti lungo le falesie della Pollica Pioppi); costituiscono l’analogo mediterraneo delle più (Acciaroli, note scogliere coralline tropicali coral ( reef) e sono popolate Montecorice (Baia Arena, Spiaggia Capitello, Spiaggia da una grandissima varietà di organismi con strutture e Agnone,SanNicola); gusci calcarei (melobesie, spugne, madrepore, gorgonie, San Mauro Cilento(Mezzatorre); serpule,briozoi,ascidie,ecc.che ) ospitanocernie,corvine, Capaccio-Paestum (Licinella, Varolato, Laura, Casina saraghi,dentici,astici,aragoste,gamberi. Torre Un’altra particolarità di quest’area è laD’Amato, presenza didiMare,FoceAcquadeiRanci); numerose polle e risorgive marine di acqua dolce, alcune IspaniOrtoconte/ ( Capitello); delle quali hanno una temperatura molto bassa da ( cui Sapri(SanGiorgio,Cammarelle); il nome “infreschi”), mentre altre sono a temperatura elevata, per gli effetti del vulcanesimo degli strati più Pisciotta (Ficaiola/ Torraca/Gabella, Pietracciaio/Fosso profondi. dellaMarina/MarinaAcquabianca); 76
Casal Velino(Dominella/Torre,Lungomare/Isola).
I BENI PAESAGGISTICI
tra la Soprintendenza competente e l’Ente Parco permesso non solo di risolvere in tempi brevi l’an vicenda dei Piani Paesistici del Cilento ma anch avviare un rapporto istituzionale ed amministra grandevalenzaterritorialeattraversol’istit sportello unico al cittadino” che non solo ha perm di dare risposte più rapide ai cittadini di ( fatto autorizzativisisonoridottidigiorni) 90 madiavvicin rispettiveistituzionialleesigenzedelterritor la costituzione di un apposito ufcio presso la s dell’Ente Parco dotato di apparecchiature inform collegate al Sistema Informativo Territoriale de I beni paesaggistici costituiscono l’espressione dei che ha una postazione suognicomuneepressolesedide valori storici, culturali, naturali, morfologici ed estetici CTA Coordinamento ( aree di Territoriale Ambientale del C del territorio, ed in particolare gli immobili e le alle dipendenze funzionali dell’EnteParco. notevoleinteressepubblico.Rientranocertamentetratali Agli importanti ed ormai deniti interventi attu beni i Centri Storici, i borghi, le chiese, i castelli, i palazzi, Soprintendenza nell’area del Cilento, si aggiun le torri, le riserve naturali, i sentieri, i punti panoramici nuovedel proposte e tutto ciò che costituisce quei caratteri tipici Parco operative del Parco che ha avvia un’azione NazionaledelCilentodelVallodiDianoedegliAlburni. di patrimonializzazione di edici di rilev interesse Dalla Terrazza del Castello Angioino, riconoscibile dallaarchitettonico e storico - culturale p si prevedono nalizzazioni di valori pianta quadrata delle sue torri di Castelnuovo Cilentoaltrettanti si culturale del territorio. gode di una vista privilegiata: dal Monte Stella con tutta
la piana dell’Alento, il Monte Gelbison o ( Monte Sacro) Tra questi si ricordano: ed inne il mare. Il Cilento presenta una pluralità di tipi paesaggistici rappresentativi di un patrimonio naturale Palazzo Ducale di Laurino destinato a centro visita e molto vasto. Vi è una prevalenza di sistemi montuosi e documentazione storico culturale delle aree int sistemi collinari; pianure alluvionali e alvei uviali che Parco; dannoluogoasistemiminori,l’AlentoedilVallodiDiano, Palazzo Coppola di Valle di Sessa Cilento destinato ad conrilevanteimportanzapaesaggistica. delParco; Crinali, gole, rupi e falesie costiere, paretiEcomuseo verticali e Palazzo Vinciprova sub-verticali costituiscono solo alcuni degli elementidi Pioppi di Pollica destinato a Museo delMaredelParco; caratterizzantiipaesaggicilentani. Possiamodistinguereicentriabitatiincostieri, Palazzocollinari Mainenti di e Vallo della Lucania destinato e Sed montani.centri I costieri sono connotati dalle dimensioni dell’EnteParco; di borgo marinaro con una prevalente attività basata Palazzo baronalediTeggianodestinatoaCentrovisitad sulla pesca e sul turismo. I centri collinari e montani Parco; invece, sono caratterizzati da una disposizione edilizia Villa Matarazzo a Santa Maria di Castellabate destin adattataall’orograaeallecondizioniclimatiche,seppure a Centro Studi per il Paesaggio culturale sotto collocati in prossimità della costa ma ad una quota dell’UNESCO; altimetrica maggiore la cui economia si sviluppa per lo Castello dei Sanseverino a Rocca Cilento destinato a sede più grazie all’agricoltura ed al pascolo e alla produzione degli ufci delparco. agroalimentare. SulfrontedeiBeniArchitettonici,lastrettacollaborazione 78
a destra: Lentiscosa
IL PATRIMONIO STORICO E ARCHEOLOGICO
SITI ARCHEOLOGICI •SitiarcheologicidiPaestum •AreaarcheologicadiElea-VeliaAscea •AntiquariumdelCastellodiCastellabate •AreaarcheologicalungoillitoralediCamerota •AreaarcheologicaMontePruno-Roscigno •AreaarcheologicadiMoiodellaCivitella
•Areaarcheologica“CittàdiLeo”inRoccagloriosa Nel paesaggio cilentano, si collocano numerose •CertosadiPadula emergenze storico-architettoniche come torri, castelli, chiese, palazzi, interi borghi caratterizzati da vicoli e Inparticolare, tracciati intricati. Talvolta, tali emergenze, erano posteisitiarcheologicidiPaestumediElea costituiscono il ore all’occhiello del Parco Nazion a dominio di rocche e colli, costituendo un sistema di Cilento, con centinaia di migliaia di turisti prove difesa e di avvistamento che ha impedito le incursioni ilmondo. dellepopolazionicheanelavanoquestaterra.tutto Ilterritorio Paestum ci consente di ammirare i monumenti meglio cilentano, è sicuramente risultante delle culture che per conservati della Magna Grecia, se non di tutto il mondo millenni lo hanno abitato; dagli agricoltori del Neolitico, classico conitretemplidoricidiHera,CerereeNett allecomunitàdell’EtàdelBronzoedelFerro,gliEtruschi, i Greci, i Lucani ed i Romani. Nel Medio Evo inoltre,Foro si è conl’Agorà,l’erario,letabernaeeilcomitium,qui lala piscina, l’anteatroedilsacelloipogeico. avuta la rinascita dei centri abitati . È proprio capacità La visita al Museo Archeologico Nazionale, permett dell’elemento morfologico e antropizzato che lo rende inoltre, di ammirare la famosa Tomba del Tuffatore, un rilevante, un punto di riferimento del preciso contesto deirarissimiaffreschitramandatidallapitturag territoriale che lo rende riconoscibile all’osservatore. Distante La presenza di oggetti, manufatti, beni e tradizioni che solo 40 Km da Paestum, vi è l’area archeologica di Velia. I resti di un’antica città greca che si trov appartengono a momenti storici differenti, mettono nel territorio di Ascea Marina che, seppur ampiamen in risalto l’alta complessità dei luoghi e ne sostiene la riconoscibilitàelapropriaidentitàlocale. modicati durante il Medioevo con diverse aggiunt conservanoancoranumerosestruttureantiche. Il Parco Nazionale del Cilento del Vallo di Diano e degli Al suo interno troviamo un tempio, un edicio con Alburni è dunque il contenitore di un immenso patrimonio fronte porticata, dibeniculturali,sitiarcheologicipreistorici, italici egreci, funzionale alle esigenze religio teatro. Gli nonché medioevali e rinascimentali oltre che moderni e scavi di Velia sono situati in una pos centrale rispetto alle principali località turistiche del contemporanei. Lamaggiorpartedelleopereantropiche Cilento, arricchendone l’offerta culturale. All si rifà alle tecnologie rurali e alle tradizioni costruttive del sito archeologico numerosi sono gli edici degn localiarcaichechecaratterizzanoilrapportospazialeele nota tra tutti, i celebri templi dorici, in ottimo nituredell’ediliziaruraledelCilento. conservazione, Il Territorio del Cilento pertanto si identica in un il foro, la cinta muraria, le abitazio l’anteatro. L’antiquarium di Castellabate oggi ospita paesaggio evocativo caratterizzato sia dalle peculiarità numerosi reperti di età romana rinvenuti, alla ne d naturali che culturali, in cui sono evidenti le valenze del anni ’60, all’interno di relitti sommersi nel tratt carattere plurimo di ogni luogo e ne dettano i contorni compresotraSanMarcoePuntaLicosa. paesaggistici. 80
Acropoli di Elea-Velia sotto: Tempio di Hera - Parco Archeologico di Paestum
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Si possono distinguere diverse tipologie di torri, marittime, torri di allarme o cavallare, torri di Tra i borghi medioevali, spiccano senza alcun dubbio i guardiole. La diversa tipologia caratterizza lo sco numerosi castelli, risalenti a vari periodi storici, sempre il quale venivano edicate e ne determinava dimens costruiti su colline o punti strategici per favorirne lo ecomposizione deglispazi.Letorrivenivanocostruit scopodiforticazionedelterritorio. colline o rocce in posizioni tali da poter comunicar loroattraversosegnalivisivi. •IlCastelloAngioino-AragonesediAgropoli Furonoinoltreutilizzatecomerifugiperlapestile •IlCastellodell’Abate 165 negli anni della Repubblica Partenopea e poi nel 182 probabilmente come nascondigli dei cospiratori. •RoccaCilento Molti di queste forticazioni sono state spogliat •CastelloGiusso popolazioni locali dalle pietre che ne costitui pareti, per edicare nei loro pressi strutture s •CastelloMacchiarolidiTeggiano temporanee destinate allo svolgimento dell’attività •CastellodiRoccadaspide agricolaodellapesca. •CastellodiSalaConsilina in basso: La Torre “Petrosa”-Villammare CASTELLI E TORRI
•CastellodiCamerota
a destra: Il Castello di Montelmo-Licusati
Percorrendo poi la costiera Cilentana è possibile incontrare una serie di torri di guardia, che rappresentano un enorme patrimonio storico-culturale ma soprattutto architettonico di costruzioni risalenti alla seconda metà del ‘50. Le torri di avvistamento avevano lo scopo di proteggere il territorio dalle incursioni dei Saraceni. Difatti, in tutto il regno furono edicate 379 torri, di cui 93solonelPrincipatodiCitra. Moltetorrifuronocostruiteoriadattateintornoal1570, su tutto il territorio Cilentano: Agropoli (San Marco, San Francesco, Trentova); Castellabate (Tresino, Pagliarulo); Punta e Montagna della Licosa; Ogliastro Cannetiello, ( Montagna, Punta, Ripe Rosse); Agnone (San Nicola ed Agnone);FiumaroladiSanMauro;CollinadiCannicchio; Acciaroli (Porto e Caleo); Pioppi (Punta, Capo Grosso); Casalicchio (Dominella); Pisciotta (Acquabianca, Fiumicello,Marina);AsceaCapo, ( SantaBarbara,Marina diAscea);Caprioli;Palinuro(Spartivento,CapoPalinuro, Bibliograa Torri: A. Guzzo, “Sulla rotta dei Saraceni. La Porto); Infreschi (Frontone, Punta); Foce del Mingardo; difesaanticorsarasullacostadelCilento”,Pallad Camerota (Zancale, Calabianca, Fenosa, Isola, Poggio) ; “Il Cilento nel secolo XVII”, Edizioni Scientiche F. Volpe, Scario Cala ( Moresca, Rocca del Morice, Spinosa, Porto Italiane 19, 104. Cfr.: M. Vassalluzzo, “Castelli, torri dell’Oliva, Garagliano); Punta Capitello; Villammare e borghi della costa cilentana”, Ed. Econ 1975, 50; V. (Petrosa); Sapri (Buondormire, Foce del torrente Aversano, “Le torri costiere del Cilento”, in Confro Rubertino,Scialandro). Salerno1976,402. 82
LE TRADIZIONI
Diseguitoalcunideiprodottidellatradizionecil FORMAGGI •CaciocavalloPodolico; •CacioricottadelCilento; •MozzarelladiBufalaCampanaDOP; •Pecorino; •Muzzarellaco’amurtedda:
La “Muzzarella co’ a murtedda” nasce, tradizionalmen nel territorio del basso Cilento, dalla trasforma Il Parco Nazionale del Cilento del Vallo di latte Diano edi vacca. L’uso antico di conservare la mozzar degli Alburni è un raccoglitore di saperi, tradizioni, in rametti di “mortedda” o “mortella”, denominaz credenze, diversità. Ad oggi, il mondo rurale cilentano è dialettale del mirto (Myrtus commmunis ), deriva in un momento di forte cambiamento e compromissione. probabilmentedallanecessitàdiconservarlaetra Difatti,sonosemprepiùpenalizzaticolorochenon hanno dai pascolidovevenivaprodottaalleabitazionide saputoinnovareleproprieproduzioni. L’arbusto largamente diffuso sia nel sottobosco Le colture tradizionali del territorio sono senza che alcun faggete nella macchia mediterranea, tipiche d dubbiol’olivocoltura,lachicolturaelecolture ortive. zonadiproduzione,conferiscealformaggiouninimitabi Sono fortemente connesse alla vita quotidiana le aroma. E’ un prodotto a pasta lata fatto esclusivam tradizionieilfolkloredelluogo.Lemanifestazioni tipiche con latte bovino. Le mozzarelle sono “confezionat del sentire popolare sono senza dubbio le feste di tipoa rametti di mirto legati alle estremità con alternandole religioso, in particolar modo quelle legate al Santo patrono germogli di ginestra o di altre essenze spontane che custodiscono e rappresentano l’eterogeneità della presentanodiformaellissoidaleosferica,dicolore cultura Mediterranea tra il sacro e profano. porcellana con una supercie liscia e lucente. La pas L’intera comunità si impegna non solo nella venerazione compatta, ha un sapore dolce leggermente acidulo con un delSanto,masoprattuttoafarconosceregliusi ecostumi aroma delicatodaimputarealmirto. delpaeseconesibizionifolkloristiche,culturalieculinarie. Il tutto accompagnato da attrazioni di luminarie, bande musicali,spettacolipirotecniciemercatini. FRUTTI Le tradizioni più importanti, sono senza dubbio, quelle • Fico Monnato legate agli aspetti culinari e alla dieta mediterranea. Dal •MarronediRoccadaspideIGP mare alle montagne sono tante le specialità ed i prodotti locali:Oliopregiato,vinoDOC,formaggieinsaccati. •Castagne È dunque una terra ricca di tradizione agricola e •FicobiancodelCilentoDOP artigianale,chevienesvoltaconmetodologietradizionali enonintensivedandovitaaprodottidisingolare bellezza, Il Fico Bianco ha caratteristiche esclusive: una bu genuinaqualitàemaestriaassoluta. colore giallo-verde, una polpa abbondante e un gust Sono moltissimi i prodotti che nel corso del tempo hanno molto dolce. Se ne producono mediamente 8000 circa guadagnato marchi di qualità del tipo PAT, DOC, DOP, tonnellateall’anno.Puòesseremangiatofresco,essiccat IGP,BIO,PresidioSlowFoodetc. o trasformato in sciroppo. Il co secco è una produzione 84
sistemasecca. biologico. Gli olivi per lo più di cultivar st sicuramente aristocratica nel campo della frutta supendiiavoltemoltoscoscesiper Viene preparato in vari modi: con ripieno di sono nociposizionati e agronomicherisultanoparticolarmented mandorle,oricopertodicioccolataoinlatiinpratiche unastecca degli Alburni e della Valle del Calore è per lo di legno come gli spiedini. La coltivazione delL’area co nel più montagnosa, le coltivazioni dell’olio sono pre Cilento ha origini antichissime e forse risale al IV secolo soprattutto nella valle del ume calore salern a. C. La pianta fu considerata sacra a Mercurio dai Greci clima è, rispetto alle altre aree, freddo e piovoso p ed è legata a episodi biblici e leggende. In passato i chi lontananza dal mare e per la presenza di alte monta erano usati per preparare tisane. Oggi i chi, grazie alle L’area conserva il proprio patrimonio varietale, i nuovi loro qualità terapeutiche, sono generalmente usati nei impianti utilizzano per lo più cultivar storiche. L’ preparatidieteticieinerboristeria.Importante èanche il oliva extravergineprodottoconlenuovevarietàin ruolochel’alberorivestenellasalvaguardia dell’ambiente. poco le caratteristiche peculiari di quello prodotto con varietàstoriche. OLI •OliextraverginidiolivaDOP Gli olivicoltori del Parco non sono rimasti insensibili nel 192 al varo della legge 169 sulle Denominazioni di Origine, infatti si avviarono subito le procedure per il riconoscimento di due denominazioni: Cilento e Colline Salernitane, queste dopo un lungo iter sono state riconosciute come D.O.P. dalla Unione Europea ed operative dalla campagna olivicola 98/. La D.O.P. Cilento abbraccia l’area sud e ovest del Parco, mentre la D.O.P.CollineSalernitanel’areanorddelParco. I sistemi di coltivazione, da sempre, non prevedono l’uso intensivo di prodotti antiparassitari per la produzione delle olive da olio. A tal proposito molte sono le aziende certicateperlacoltivazioneconsistemiditipobiologico che con le nuove tecniche sperimentate nel Parco hanno elevato notevolmente le caratteristiche qualitative dell’oliodiolivaextravergineprodotto. Il territorio del Parco può essere suddiviso in tre aree omogenee: L’area del monte Gelbison e Bulgheria è il regno incontrastato della cultivar Pisciottana, enorme pianta di olivolacuichiomapuòsuperareimetri 12 didiametroper unaaltezzadi18metri. L’area del Monte Stella, con i suoi versanti, separa le produzionichevolgonoversoilmaredaquellechevolgono versolavalledelumeAlento.Laprimahaunclimapoco piovoso mentre l’altra un clima decisamente più freddo e piovoso. In quest’area vi sono molte coltivazioni con 85
Le piantine che spuntano rimangono molto basse, sim a quelle dei ceci, producendo un piccolo baccello, co •CarciofoTondodiPaestumIGP all’interno semi sfaccettati con dimensioni somi piselli madial formairregolareesquadrataconcolorid Le radici della sua coltivazione vengono fatte risalire al rossastro e dal gusto un po’ amarognol tempo dei Borboni, il cui ufcio statistico già dal nel verde 18 giugno si estirpano le piantine, si adagiano su di segnalava la presenza di carcio nella zona. Lene prime telo, si battono facendo uscire i semi. Dai semi essic coltivazionispecializzatedicarciofosonostate realizzate se ne produce da agricoltori del Napoletano che impiantarono loro farina che viene consumata sotto forma polenta miscelataconaltritipidifarina.Lapropor ecotipi proprio nelle zone adiacenti ai famosi Templi di ditrepartidifarinadimaracuoccioeunadifarinadig Paestum. Ma la vera e propria diffusione del carciofo La maracucciata nell’area cilentana risale agli anni ’30, a seguito delleviene considerato un piatto esclusivo di questoterritorio. opere di bonica e di profonda trasformazione agraria apportatedallariformafondiaria. PESCE L’aspetto rotondeggiante dei suoi capolini, la loro elevata compattezza, l’assenza di spine sono i principali requisiti dimenaica qualitativi e peculiari che conferiscono al•Alici Carciofo di Le alici di menaica vengono pescate nelle giornate di PaestumlacerticazioneI.G.P. mare calmo quando, di sera, i pescatori escono con le loroimbarcazioniarete,le“Menaidi”o“Menaiche”,dac •CarciofoBiancodiPertosa derivailnomedelprodotto.Questotipodiretesel Le particolarità del Bianco di Pertosa sono numerose, solo le alici più grandi che si agitano perdendo in br ma su tutte vanno segnalate la resistenza alle basse tempo gran parte del sangue. I pescatori ritirano a ma temperature, la colorazione tenue (un verdolino chiaro, la rete in supercie ed estraggono ad uno ad uno i pesc quasi bianco), la dolcezza e la straordinaria delicatezza ripulendoli direttamente delle interiora e della testa, e delle brattee interne. Caratteristiche che lo rendono un sistemandoliincassette.Nonvieneusatoperiltr ottimo carciofo da mangiare crudo, magari in pinzimonio arivaalcuntipodirefrigeranteoghiaccio.Lealiciven conl’olioextraverginediolivadellazona. immediatamente lavorate, prima lavandole nella salamoia, e poi sistemate nei tradizionali vasetti di te •CecidiCicerale alternate con strati di sale marino artigianale •CipolladiVatolla La stagionatura avviene nei cosiddetti magazzeni, l •FagiolidiCasalbuono freschieumidi,edhaunaduratadialmenotremesi. LEGUMI E ORTAGGI
•FagiolidiControne
GRANO
• Maracuoccio di Lentiscosa
•GranoCaroselladiPruno Il“Maracuoccio”èunlegume,similealpisello,èconsiderato Nella valle è stato recuperato un antico seme di g un antenato delle cicerchie, ed è un’espressione della locale, anno la carusedda carosella) ( di Pruno, ed è sta biodiversità del territorio di Camerota. Da qualche avviato un progetto partecipato per la valorizzazi si sta incentivando la produzione di tale leguminosa, cerealeedituttalaculturaconnessaallasuacol attraverso il recupero delle sementi antiche; attualmente E’ prevista l’installazione di un mulino a pietra i produttori sono circa una decina e tutti concentrati ma di fattura contemporanea, in modo nella frazione di Lentiscosa, frazione alta deltradizionale Comune di poter chiudere la liera sul posto; sono in via di recu Camerota,inprovinciadiSalerno.Unaproduzioneantica diunlegume,lacuiseminaèprevistaadottobre.altricinquesemidiantichigranilocali. 86
•GranoRussuliddaeIanculidda
VINI
In entrambi i casi si tratta di frumenti teneri un tempo •DOCCastel SanLorenzo molto utilizzati nell’Italia meridionale per la produzione II suggestivo e incontaminato territorio del di farina. Il primo è caratterizzato da una spiga di colore Nazionale del Cilento e Vallo di Diano include b giallo-rossa; il secondo invece ha spighe di colore due delle paglierino tenue, aristate e di buone dimensioni. Le denominazioni enologiche dell’intere panorama vitivinicolo campano. Le denominazion piante sono molto resistenti alle malattie e possiedono sono relativamente recenti, ma certamente destinate a buone capacità di adattamento a vari tipi di terreno connotare e raggiungono un’altezza considerevole per cui sonoprogressivamente il paesaggio rurale e a creare una tendenza soggette all’allettamento, fastidioso fenomeno che di sviluppo molto signicativa. Quelle ricadono inquestoarealeproduttivosono:laDOCCa ha portato all’abbandono della loro coltivazione negli San Lorenzo elaDOCCilento.Ledenominazionitutelano anni ‘70. Per fare fronte a questo inconveniente si sta lecaratteristiche produttivediquestezone,esp sperimentando un’antica tecnica di consociazione con il uve presenti da decenni equindiconsiderabilitrad lupino, che funge da sostegno per il grano. Con la farina come: Barbera, Sangiovese, Trebbiano e Malvasia. A ottenuta si producono pane, zeppole, dolci tradizionali e queste si associano uve locali come: Aglianico, Greco alcunitipidipastafresca. Fiano,giàlocalmentedenominatoSantaSoa. Le uve raccomandate a produrre tali vini sono tra quelle INSACCATI a bacca nera: Aglianico, Barbera, Casanese, Piediross Sangiovese, Sciascinoso. E per quelle a bacca bianca • Soppressata di Gioi Moscato, Fiano, Greco, Biancolella, Malvasia bianca e Tra la produzione di salumi spicca la Soppressata TrebbianoToscano. di Gioi, unico salame campano lardellato, prodotto esclusivamente nel paese di Gioi n dal XI secolo, •DOCCilento che sfrutta le parti pregiate e magre del suino con un Ilcarni “Cilento” è uno dei vini più importanti della re condimentoabasedinocchiettoepeperoncino.Le Campania e ha ricevuto la sua certicazione D.O.C. sono tagliate a mano a punta di coltello, condite con sale (Denominazione di origine controllata) nel 198. I suoi espezieeripassateamanopiùvolteperfareamalgamare vinivengonoprodottiapartiredavitigniFiano,Agli benegliingredientisecondolatradizione. Piedirosso, Primitivo, Sangiovese, Trebbiano tosca Greco e Malvasia bianca. Le tipologie del Cilento D.O.C., •SoppressataesalsicciadelVallodiDiano così, si distinguono in “Cilento” rosso, rosato, bi La tradizione norcina nel Vallo di Diano è attestata AglianicoeFiano. da secoli e affonda le sue radici nelle attività agricole dell’area, da sempre dedite all’allevamento e alla IGT pastorizia. La caratteristica di salsiccia e •Paestum soppressata è poi la laboriosa selezione e lavorazione della carni che I.G.T. ha ricevuto la sua certicazione ne Il “Paestum” avviene manualmente tagliando a punta di coltello le 201. Anche questo vino viene prodotto a partire da partimagreegrassedainsaccare:spalla,pancetta, lombo vitigni,traiqualitroviamol’Aglianico,il numerosi e prosciutto per la salsiccia e pari magre e lardo del dorso il Montepulciano, il Sangiovese, la Coda di volpe e perlasoppressata.Dopol’asciugaturaeunastagionatura Primitivo,esidivideinbianco,rossoerosato. successiva di 30-4 giorni, l’eventuale conservazione del prodotto avviene tradizionalmente sotto olio o sotto grasso,inbarattolidivetrooterracotta. 87
L’ECONOMIA DEL TERRITORIO
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AGRICOLTURA E ALLEVAMENTO
rispetto a tutte le imprese di ogni settore (map si nota come i comuni appartenenti alle fasce int siano quelli con maggiore propensione agricola. Risu inoltre evidente che i comuni delle “aree cin ed “aree intermedie”, invece, abbiano una maggior quantità di imprese totali, ma la percentuale relativa alla tipologia agricola si abbassa proporzional (mappa 3). Le motivazioni che conducono a questo tipo di distribuzione, probabilmente, risiedono nella s delleinfrastrutturetecnologiche,necessarieal dei settori terziari sul territorio dei comuni app Le mappe descrivono in modo sintetico la distribuzione alleareeperifericheeultra-periferiche. delleimpresedelsettoreagricolosulterritorio delCilento. Un esempio pratico è dato, infatti, dalla fascia cost Se si considera la supercie comunale occupata dalle a nordest formata dai comuni di Capaccio, Agropoli aziende agricole, rispetto all’intero territorio (mappa 1), Montecorice,laquale,nonostanteab Castellabate, si nota come siano principalmente i comuni della fascia elevato numero di imprese agricole, rappresenta meno interna(perifericaedultra-periferica)adavere un’attività del 20% delle imprese totali; discorso inverso, invece, n più intensa; fa eccezione il territorio del comuni comunedi di Valledell’Angelo,camporaeFelitto,nellafa Camerota,appartenenteallafasciadicollinaultracostiera, nel periferica del Cilento interno, che hanno u qualesirilevaun’occupazionedelsuolosuperiore al . % 0 7 percentuale di imprese agricole su quelle totali ma conta Sesiconsideralaquantitàdiaziendeagricolepoche percomune aziendeagricole. MAPPA 1 Superficie occupata da aziende agricole in rapporto alla superficie totale comunale.
Elaborazione dell’autore dati ASC - Istat relativi al 2010
>70% 60/7% 50/6% 40/5% 30/4% 20/3% <20%
90
MAPPA 2 Distribuzione delle imprese del settore agricolo nei comuni del Cilento con percentuali calcolate in riferimento al totale delle imprese di tutti i settori presenti sul territorio. Elaborazione dell’autore dati ASC - Istat relativi al 2010
>70% 60/7% 50/6% 40/5% 30/4% 20/3% <20%
MAPPA 3 Distribuzione della quantità di imprese agricole sul territorio del Cilento.
Elaborazione dell’autore dati ASC - Istat relativi al 2010
>30 20/3 10-2 50/1 10/5 <10
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ARTIGIANATO E COMMERCIO
Le mappe descrivono la distribuzione delle imprese dei settoridiartigianatoecommerciosulterritoriocilentano. Considerando le imprese di artigianato e commercio in ogni comune, sul totale delle aziende di settore, si può notare come i comuni con un’economia maggiormente inserita in questi settori siano i comuni di Agropoli e Capaccio,lecuieconomiesonodaannifortementelegate alla produzione casearia, in particolare al commercio della mozzarella di bufala campana DOP. Quest’area rappresenta , infatti, il 28,6 % della produzione totale campana. I restanti comuni con elevate percentuali di imprese del settore artigianato e commercio, sono situate principalmente sulla fascia costiera Castellabate, ( Casalvelino, Ascea, Pisciotta, Centola, Camerota e San Giovanni a Piro) nei quali sono presenti attività relative alla produzione e trasformazione di prodotti ittici e produzione di oli vegetali (ATECO C10). I comuni di Buonabitacolo, Sanza, Teggiano e Sassano, favoriti dalla presenza di vie di comunicazione rapide (Autostrada A2 del Mediterraneo), presentano un consistente numero di imprese, principalmente costituito da aziende impegnate nella trasformazione del legno e nella produzione di mobili (ATECO C16, C31). Per quanto riguarda i comuni dellefasciainterna,perifericiedultra-periferici,ilnumero delle imprese è generalmente basso, ma sono presenti territori in cui la produzione di tipicità locali del settore alimentare arriva a raggiungere anche oltre il 10% delle imprese in relazione al totale delle imprese di tutti i settori,nonostantegliormainotiproblemidiaccessibilità causatidallamancanzadicollegamentieinfrastrutture. 92
MAPPA 1 Distribuzione delle imprese del settore artigianato e commercio nei comuni, con percentuali calcolate in relazione al totale delle imprese totali sull’intero territorio del Cilento. Elaborazione dell’autore dati ASC - Istat relativi al 2010
>10% 6/10% 4/6% 2/4% 1/2% <1%
MAPPA 2 Distribuzione della quantità di imprese dei settori artigianato e commercio sul territorio del Cilento.
Elaborazione dell’autore dati ASC - Istat relativi al 2010
>40 20/4 10/2 5/10 <5
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TURISMO
perdita di quel patrimonio ambientale, paesaggis architettonico, sociale e culturale, che dovrebbe rappresentare la principale occasione e risorsa di sviluppo di un territorio costantemente minacciato da fe di abbandono. L’offerta turistica della maggior part comunidelleareeinterneperifericheedultra-peri attualmente è rappresentata esclusivamente da attività di visita ai siti di interesse paesaggistico ed alle sporadiche festepatronaliosagre. Si tratta quindi di un usso turistico incostante comunque alla stagionalità delle strutture ricettive costiere,del concentrando la maggior parte degli eventi Le mappe descrivono una distribuzione delle imprese e delle visite nei mesi estivi, precludento le pos settoreturisticosulterritoriostudiato. offerte dalladestagionalizzazioneequindidall’es Risultaestremamenteevidentecomeiterritori eicomuni del mercato delle aree collinari e montane del Cilento interno,turisticoversopaesiesteri. Le carenze strutturali del turismo nel Cilento, c nonostante la presenza di un consistente patrimonio di causa del mancato sviluppo economico del settore, sono beni paesaggistici e culturali, soffrano di un insuffciente sicuramente dovute a fattori interni, come le dis sviluppo sotto il punto di vista del turismo, considerando capacità di gestione da parte dei privati, ancora legati comeparametrolapresenzadistrutturericettive(mappa ad un turismo individualista incapace di mettersi in rete, 2). La maggior parte delle imprese di settore è presente, manei anche a fattori esterni ovvero una totale asse infatti, nel Cilento costiero in particolare comuni di politiche appositamente studiateperfavorirel’e Capaccio, Agropoli, Castellabate, Pollica, Ascea, Centola turistica di comuni ad elevato potenziale. Sono com e Camerota, nei quali sono presenti quasi la totalità delle tutto il territorio idisagirelativiaiservizipub strutturericettivedelCilento. macanza di parcheggi, carenza di risorse idriche potab Le attività legate al turismo nei comuni non costieri scarsità di impianti di depurazione ma sopratt rappresentanoaddiritturamenodell’1%inrelazione alle mancanza di pianicazione a medio e lungo termine di imprese degli altri settori, individuando in queste aree, un’offerta turistica diversicata, rivolta ad un deipotenzialiambitidisviluppo. più qualicato, fondata su nuoviprodottienuoveriso Lecausediquestosquilibriosonomolteplici;sicuramente le difcoltà relative all’accessibilità alle infrastrutture rivestono un ruolo importante, ma ad oggi si rileva una scarsa conoscenza di queste aree da parte dei potenziali turistichepotrebberoessereospitati. La congurazione di ultra-perifericità di alcune zone, rispetto ai comuni in cui il turista ha effettivamente la possibilità di soggiornare, rappresenta uno dei principali svantaggidelleareeruraliinterne. In queste aree persiste una difcoltà nella nascita di nuove imprese le quali non sono al momento supportate dasufcientiservizipubblici,servizitecnologici,adeguati collegamentiinfrastrutturaliepromozioneterritoriale. La drastica percentuale di nuovi insediamenti imprenditoriali contribuisce inesorabilmente alla 94
MAPPA 1 Distribuzione delle imprese del settore turistico nei comuni, con percentuali calcolate in relazione al totale delle imprese di tutti i settori sul territorio del Cilento.
Elaborazione dell’autore dati ASC - Istat relativi al 2010
>10% 6/10% 3/6% 2/3% 1/2% <1%
MAPPA 2 Distribuzione della quantità di imprese turistiche sul territorio del Cilento.
Elaborazione dell’autore dati ASC - Istat relativi al 2010 >70 60/7 40/6 30/4 20/3 10/2 1/0 0
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POLITICHE E PIANI
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POLITICHE E INVESTIMENTI PUBBLICI
AMBITO INTERNAZIONALE IL PROGRAMMA INTERREG EUROPE 2014-2020
La politica di coesione dell’Unione Europea present obiettivi, tra cui la Cooperazione Territoriale CTE) ( , denominata INTERREG. Lo scopo dell’operazione è quello di attivare delle procedure comuni capaci di favorire uno sviluppo economico della società e territorio,omogeneopergliStatiEuropei,basandosi collaborazione politica degli enti Nazionali, Regio localideivariStatimembri. Per l’attivazione delle politiche della CTE, il Par Per dare una soddisfacente descrizione delle politiche Europeo il Consiglio dell’Unione Europea, approva di tutela e valorizzazione applicabili all’area deleParco attraverso il Regolamento UE numero 129/03 Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano, bisogna l’utilizzo dei fondi FESR per l’adempimento dei proget prendere innanzitutto in considerazione le politiche Questo oltre a normalizzare gli ambiti europee. L’Europa gestisce i fondi Strutturali e regolamento di coperturageograca,deinanziamenti,delletematich Investimento Europei (fondi SIE) al ne di conseguire delleprioritàdegliinterventi,regolaanchelava nuovi posti di lavoro, una competitività attiva tra imprese, dellagestionenanziaria. una crescita economica consistente, uno sviluppo di tipo sostenibileeunamigliorequalitàdellavita.Il FEASR è un Fondo Europeo con programmazione settennale costituito per lo sviluppo rurale degli Stati Membri allo scopo di incentivare le attività agri donalapossibilitàdiagevolarelecategoriespecic lavoratori
STRATEGIA NAZIONALE PER LE AREE INTERNE
In Italia, lo sviluppo rurale appoggiato da questo fo è programmato nei PSR, programmi di sviluppo rurale, anch’essi con durata settennale. Di notevole impo per l’area del Cilento è la politica nazionale a dello sviluppo dei territori periferici, ovvero la Nazionale per le Aree Interne (SNAI) che individua le aree maggiormente critiche per investire a favore d sviluppointegratosostenibile. Le Regioni si fanno carico della “Strategia Euro 20” sostenendo una crescita intelligente, valutan i fabbisogni di sviluppo e le azioni da compiere. Quest strategia, insieme all’agenda territoriale 20, crea quadrodiriferimentonellepolitichedicoesionee 98
Tali politiche comprendono la Cooperazione Territoriale Una delle principali criticità del Cilento, rigu spopolamentodelleareeinterne.Èundatodifattoc Europea CTE) ( il cui obiettivo principale è la promozione popolazionedalad 1960 oggiècalatadelQuesto 30-4%. di uno sviluppo armonico dell’economia, della società e calo demograco e sociale è probabilmente dovuto ad delterritorio. una carenza di servizi ed infrastrutture a favore popolazione e delle imprese, comportando una ridot vitalità economico-produttiva e conseguentement disponibilitàlimitatadipostidilavoro. La Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI), si collocaall’internodelProgrammadiSviluppoRurale Regione Campania, ha l’obiettivo di adeguare quant e qualità dei servizi pubblici sanitari, d’istruzi mobilità delle cosiddette “aree deboli” e di promu progettidisviluppochevalorizzanoilpatrimoniona e culturale delle stesse. Il ne per l’appunto è que una ripresa demograca delle aree interne, puntan sull’attivazione di liere produttive locali a l’individuazione di criticità e potenzialità di territoriale” inutilizzato. Ciò consentirebbe un delbenesseredellapopolazionelocale,unpotenziam dei servizi di base, l’aumento di posti di lavoro e du la riduzione dei costi sociali di spopolamento rafforzamentodeifattoridisviluppolocale. Il PSR Campania 2014- insieme ad altri fondi attivati e attivabili concorre al perseguimen obiettivi della SNAI attraverso il punto 16.7 “Sostegn a strategie di sviluppo locale di tipo non parte per ben quattro zone della Campania, due delle qu ricomprese nel territorio della nostra tesi: Vall eCilentointerno. Questo intervento si struttura in due azioni (azi azione B) ed ha l’obiettivo di incoraggiare gli oper alla cooperazione attraverso accordi di “pater pubblico-privato” nalizzati all’elaborazione di strategiadisviluppolocalecondivisaedallareal di programmi di investimento per l’attuazione strategiedisviluppoconcertate.
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Mappa delle 71 aree selezionate nell’ambito della SNAI, in grassetto le aree che hanno già definito una strategia.
Il PSR come intervento diretto è rappresentato “Progetto Collettivo” di Sviluppo Rurale che si attraverso le tipologie di intervento AZIONE 7.61B1 –Recupero dei borghi rurali e la T.1.642–Creazione e sviluppodiattivitàextraagricolenelleareerura Questo progetto è già in fase attuativa e ha l’obie di riqualicare il patrimonio storico-cultura architettonico dei borghi rurali, allo scopo di svi nuovi poli di attrazione turistica e di incent fondazione di nuove imprese nel settore del tur dell’artigianato e dei servizi socio-sanitari, a impedire l’ulteriore spopolamento ed assicurare un tenore di vita paragonabile a quello delle aree svantaggiate. Il PSR 2014/ ha messo in campo moltissime altre azioni che saranno ulteriormente potenziate dal s Agricoltura della Regione Campania attravers risorse del nuovo programma 201/7 per arginare le dinamichedidecrementodemogracodellaareeinter Tali azioni riguardano prevalentemente le temat accoglienzacomeadesempiolarealizzazionedi alberg diffusi;l’afdamentoacooperativegiovanilidiareef perlacoltivazionedivarietàtradizionali; ilrilanciodellapastoriziaedellazootecnica;laris di qualità; la cultura e l’arte tipica come strumenti di riscatto; la bio-economia, l’economia circolare e la economynelleareerurali. Nel PSR i Gruppi di Azione Locale (GAL) sono stati individuati come beneciari nell’ambito delle A (Misura19). La Regione Campania ha predisposto e nanziato 15 GAL, ciascuno dei quali ha predisposto la propria “Strategia di sviluppo”, individuando di debolezza e di forza e le minacce ed opportunità de territorio su cui basano le proprie azioni di svilu particolarenell’areacilentanasonopresenti:GA Regeneratios.r.l. Il punto di partenza irrinunciabile su cui inve per contrastare i fenomeni di spopolamento marginalizzazionesocio-economicadelleareeintern
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In particolare, nell’ambito della Misura 19 sono state REGIONALE PER EUROPA 2020 IL CONTESTO individuateduetipologiediInterventochemaggiormente possonoavereimpattosulcontrastoalladeserticazione Al ne di contribuire alla realizzazione della Str sociale. 20 la Regione Campania individua undici obiettivi tematici, sostenuti dal fondo SIE, per la denizione de Tipologia 19.2.1chehasviluppatoleseguentiazioni: prioritàdiinvestimentoapartiredagliobiettiv specicistabilitidall’UnioneEuropea.Ilquadrostr •Investimentiinimmobilizzazionimateriali; comune è stato sviluppato per individuare i principi guida •Sviluppodelleaziendeagricoleedelleimprese; perl’applicazionedellaStrategiaEuropa20. Gli obiettivi tematici sono stati tradotti i •Servizidibaseerinnovamentodellezonerurali; speciche per ciascun fondo SIE e sono stabiliti nel •Cooperazione. norme speciche riferite all’art.9 del Regolamento n.130/2. Le priorità di investimento per l’applicazione di strumentisono: Tipologia 19.3.1 con otto progetti di cooperazione, interterritorialiotransnazionali,cheprestanoparticolare •Innovazioneericerca; attenzionealcapitaleumanocaratterizzanteiterritoridi Agenda • digitale; progetto,conspeciciobiettivi: •Sostegnosui delle piccole e medie imprese; •Incrementare la conoscenza delle risorse presenti territori – imprenditorialità innovativa; •Economiaabasseemissionidicarbonio.
•Ripopolareleareesottoutilizzateinnescandodinamiche Si riserva inoltre particolare attenzione alle disviluppoconparticolareattenzioneaigiovani; territoriali. Le azioni mirano a ridurre i prob •Favorireloscambioalivellointernazionaledellebuone economici, ambientali e sociali che afiggono le are prassi attivate a livello locale nelle diverse forme urbane e peri-urbane, investendo principalmente n documentali(video,documenti,interviste); svilupposostenibile.Leareepiùperifericheinfatti Attivare • nuovi servizi ed esperienze su scala locale,aiuti economici per far fronte agli svant di specici per stimolare nuove forme d’impresa o rinnovare le derivanti dalle condizioni di lontananza. La Regi presenti attivando supporti ai vari operatori ( corsi di quindi, si è impegnata a sviluppare Programmi Operati formazione, sportelli di aiuto, strutture Regionali cooperative) (POR)che , traduconoleprioritàdiinvestimen nell’otticadirafforzareleretilocaliesistenti; inazioniconcrete. •Stimolare la creatività e l’identità territoriale del mondo del lavoro favorendo percorsi intersettoriali come turismorurale,produzioniagricole,serviziallapersona, basati su soluzioni innovative ed economicamente sostenibili.
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STRATEGIA DI VALORIZZAZIONE INTEGRATA
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LE AZIONI SUL TERRITORIO ITALIANO ANALISI DI ESEMPI VIRTUOSI
prodottipregiaticomel’olio,lecastagne,ilvinoelen Calabrittohasubitounlentodeclinodemogracoch portatoadessereunodeitantiborghiinviad’abba AseguitodiunDecretodeldella 207 RegioneCampania volto al recupero dei piccoli comuni, Calabritto ve possibilitàdirinascita.Inparticolaresièpotutar una nuova rete legata al turismo, in cui sono stati coinvolti altri borghi quali Castelvetere sul Calore, Ta Volturara Irpina. Attraverso i fondi regionali sono realizzate nuove aree turistiche e sono state res i beni ambientali e naturalistici della zona, in mo accogliere ed incanalare nell’indotto del paese nuovi ussituristici,chehannoconsentitodilimitarelo deldeclinodemograco.
In Italia esistono diversi esempi concreti di recupero dei borghi storici nelle aree rurali. Grazie ad interventi di trasformazionedellepolitichesocialiedeconomicheecon il contributo dell’architettura diverse realtà allontanate dalrischiodell’abbandonodemograco. L’analisi di un ampio ventaglio di esperienze ci dà la possibilitàdicapirelestruttureeledinamichechesisono susseguite in ogni progetto, in modo da poter strutturare uno strumento che permetta di avere sotto controllo i diversipossibiliinterventieleazionidamettereincampo in relazione alle possibilità ed alle caratteristiche dei luoghi.
in foto: Calabritto ed il Borgo di Quaglietta.
BAJARDO - LIGURIA (provincia di Imperia) CASTELFALFI - TOSCANA (provincia di Firenze) Il Paese nel 205 viene trasformato in un borgoBorgoriccodistoriamillenariacheapartiredalla albergo, riqualicando il centro storico chemetà era dell’Ottocento stato haassistitoaduninesorabil completamente abbandonato attraverso la realizzazione dispopolamentocheloharidottoall’abbandonoper di un complesso residenziale e di un albergoun diffuso, secolo no all’intervento del colosso interna inserito perfettamente nel contesto di grande valore delturismo, TUIAG,multinazionaletedesca. paesaggistico. Grazie alle nuove tecnologie nel campo Acquistato nel 207, viene presentato ufcialmente energetico e della bio-edilizia l’albergo diffuso godeil completamento dell’intervento d nel 2014 con di autosufcienza energetica, utilizzando ristrutturazione l’energia e riqualicazione. Il borgo di Cast . fotovoltaica si ricongura da villaggio abbandonato a modern
resort, preservando il suo fascino senza tempo. Oggi i CALABRITTO - CAMPANIA (provincia di Avellino) borgo offre un’attrattiva sia turistica che imm L’economia locale si regge sul patrimonio boschivo con la e possibilità di acquistare appartamenti sull’agricoltura di sussistenza che basa lacasali sua qualità oppure disu soggiornare nelle esistenti strutture 104
ricettive che valorizzano le tipicità eno-gastronomiche OSTANA - PIEMONTE (provincia di Cuneo) locali e i paesaggi della campagna toscana. L’aspetto PaesesituatosulleAlpipiemontesidellaVallePo,p della sostenibilità è stato risolto utilizzando tecniche da 120 abitanti nel 192 a 5 residenti ssi a ne secolo. costruttive,tecnologieadimpattozeroefonti rinnovabili insieme all’innovazione a base cu L’architettura per la produzione di energia, in particolarestata quella a decisiva per costruire un’infrastruttur biomassa. L’iniziativa di TUI ha prodotto anche effetti welfare,servizienuovemicroeconomie,chehasostenu positivi sull’economia del luogo perchè le attività sono il processo di reinsediamento. Oggi Ostana ha più di 50 gestite dai locali, cosi come sono state le maestranze che abitanti, giovaniconunaltolivellodiscolarizzazio hannolavoratoalrecuperodegliimmobili. gli. PESCOMAGGIORE - ABRUZZO (provincia di L’Aquila) Esempiovirtuosodiricostruzionenatodallavolontàdegli abitanti stessi, che non hanno trovato aiuto negli enti pubblicioininvestitoriprivati. Nel 209 il terremoto distrusse buona parte delle abitazioni e del patrimonio storico-culturale. I tempi lunghissimi della ricostruzione rischiarono di lasciare il paese, già spopolato nell’oblio. Nacque quindi il progetto EVA, un ecovillaggio autocostruito con strutture portanti in legno e tamponature in balle di paglia; leggere tecnologiche e sicure, realizzate dai proprietaricostruttorisenzacontributipubblici. L’obiettivo è stato quello di bypassare le questioni burocratiche permettendo progetti di ricostruzione nel rispetto dell’ambiente. Il progetto EVA è stato quindi una risposta repentina ed intelligente ad una catastrofe naturale riscontrando successo e attenzione da parte di nanziatorichecontinuanoasostenerel’opera. CALCATA - LAZIO (provincia di Viterbo) Situato su una montagna di tufo, domina l’intera valle del ume Treja. Negli anni 30 la parte più vecchia del paese è stata ritenuta poco sicura, costringendo gli abitanti ad allontanarsidallepropriecase.Neglianniperò 60 Calcata iniziaavedereunanuovalucegrazieadalcuneperizieche hanno attestato la sicurezza della rupe, diventando meta Mappa dei Borghi riattivati , esempi virtuosi a cura dell’autore. di artisti ed intellettuali internazionali, trasformandosi cosiinunvillaggiobohemienne.Glistessiartistisonostati responsabilidialcuneristrutturazionidicaseggiatiecase abbandonateperdestinarlianegozieebottegheartigiane. Il paese ospita anche uno spazio espositivo all’aperto di artecontemporanea,totalmenteimmersonelverde. 105
SANTO STEFANO DI SESSANIO: Un turismo lento e consapevole
creare nuovi posti di lavoro, con 25 dipendenti ed oltre
30 persone nell’indotto. Ora si contano 23 locande e B&B. Nel paese ora si trovano botteghe artigiane in si possono acquistare prodotti locali, stanze dell diffuso,escorciurbanidigrandepregioarchitetton Nelrecuperodelborgosonostatiusatimaterialip sul luogo stesso, secondo un dialogo con l’identità del territorio, mantenendo all’interno delle a destinate ad albergo diffuso gli arredi originali d agropastorale. Ed ancora in linea con un restauro di conservativo nelle stanze dell’albergo e nelle b gli impianti ed il riscaldamento scorrono completamente nascosti sotto i pavimenti originali in sassi, cott L’operazione effettuata da Kihlgren è stata descrit lasiglaR.A.R.O.“Restauro,Autenticità,Rispetto,Onest Piccolo comune di soli 10 abitanti, rappresenta un LA LEVA TURISTICA esempiovincentedirigenerazionediunborgoripartendo “Ildi turismo responsabile riconosce la centrali dalle peculiarità del territorio. Si tratta un gioiello comunità locale ospitante ed il suo diritto ad essere medioevale, perfettamente conservato nel Parco protagonista nello sviluppo turistico soste NazionaledelGranSassoedeiMontidellaLaga(Abruzzo). socialmente responsabile del proprio territori Il borgo possiede un intrinseco fascino architettonico; le favorendo lapositivainterazionetraindustriade caseinpietracalcareabianca,scalinate,stradine eselciati comunità locali eviaggiatori”(AITR)N congelati dal tempo, o ancora la torre cilindrica medicea e Un intervento come quello di Santo Stefano cent le numerose chiese. Santo Stefano è stato pesantemente perfettamente gli obiettivi del turismo respo travolto dal sisma del 209 e dalle successive lentezze tenendo in considerazione l’inuenza del usso turi amministrative e burocratiche della ricostruzione, sulla popolazione locale e sullo sviluppo economic destinandolo ad essere etichettato come paese “vecchio” territorio, spingendo allo stesso tempo l’uomo viaggiatore e desolato, costringendo gli abitanti al progressivo ad uscire dalla sua realtà per esplorarne un’altra alla abbandono.Larinascitadelborgosideveallalungimiranza scoperta di un imprenditore italo-svedese Daniel Kihlgren che di nuove culture e tradizioni, in questo perfettamente preservate. decide di comprare il borgo al ne di ristrutturarlo e Ildiffuso turismodiSantoStefanogarantisceunsistemapr renderlo nuovamente vivo, creando un albergo fenomeni di iniquità sociale ed economica. Chi parte nell’ottica di un turismo lento e consapevole. Il progetto a questa esperienza è consapevole di essere par si declina nel rapporto di reciproca integrità tra territorio integrante di un sistema paritario in cui nessuno sovrasta e centro storico, qualità caratteristiche dell’Italia l’altro appenninica. Santo Stefano è stato quindi oggetto dichesiasoggettoospitanteoospitato. un restauro conservativo che rappresenta un esempio emblematico, perchè senza costruire niente di nuovo è riuscito ad attivare un nuovo modello di sviluppo, basatosull’interesseculturaleepaesaggistico,ribaltando completamente la condizione di abbandono e rendendo procua l’intera area della valle. Sextantio La società
fondata dall’imprenditore Kihlgren è riuscita a 106
2,40%Coltureintensive 7,05%Coltureestensive 1,90%Vegetazioneinevoluzione 2,30%Bosco 6,70%RocceNude 5,0%VegetazioneRada 7,2%Malghe
in alto: Uso del Suolo, dati dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale in basso: Andamento demografico di Santo Stefano Sassanio, dati ISTAT.
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TERRAVECCHIA: Una culla di artisti
FESR della regione Campania, con lo scopo di dotare la località delle infrastrutture essenziali e edicidisignicativointeresseperfarneunnuovocen per la formazione tecnica sul cinema, con aule e allo inseriti in un albergo diffuso. Il borgo, dopo l’interv è diventato un perfetto connubio tra arti, mes enogastronomia, didattica e turismo. L’ organizzazion facaricodellagestioneditutteleattivitàfracu di formazione sulle tradizioni locali, per non perder memoria. Il turismo è incentrato quindi principalme sull’organizzazione di eventi fra cui l’Olivewood manifestazione per la formazione su pittura, fotogr Il comune di Giffoni Valle Piana, in provincia di Salerno teatro ed antichi mestieri e il FEST (Festival Europ custodisce il borgo di Terravecchia, in cui vivono circa Student 70abitanti.Uncomplessoforticatocheracchiude arte Theatre), opportunità per moltissimi studenti di potersi incontrareecimentarsiinlaboratoriart cultura e storia, dominato dal castello risalente all’anno stati inoltre progettati dei percorsi turistic mille,nelqualeFedericoIIdiSveviastabilìlasuaresidenza per far conoscere gli edici architettonici, l’ambien personale di caccia. Terravecchia si struttura come la usi e le tipicità locali. In questo caso la vera chiav maggior parte dei borghi coevi con un susseguirsi di riqualicazione è stata la capacità dell’associaz vicoletti racchiusi nel sistema difensivo delle mura. Molti promuovere costantemente il territorio entrando cosi nei edici sono stati ristrutturati nel tempo, ma i segni del principali medioevononsonoandatideltuttoperduti.Sonoancora circuitituristici.
presenti le mura di cinta merlate, le torri e le strade in LA LEVA CULTURALE ciottolato. Le case di Terravecchia hanno per la maggior Il secondo borgo dile Terravecchia è riuscito a reinvent parte le stesse caratteristiche; edicate globalizzando esigenze abitative dell’epoca: le famiglie vivevano la gran la cultura locale, preservando allo tempo il territorio, attraverso l’utilizzo della parte della giornata a valle per coltivare terre e pascolare e dell’avanguardia telematica. La cultura ed i valo animali,ritornavanoalleabitazionisoloperriposare. trasmettonosonolocalimalalorocondivisioneègl Terravecchia ha un legame particolare con la lavorazione tema della cultura, è quindi alla base di un proge delle olive, la cui coltivazione ha inuenzatoIl l’economia che allavalorizzazionedelborgoedellesueeno e di conseguenza l’architettura del luogo, sonomira infatti capacità insite nellepiccoleopereartigianali. presenti numerosi trappiti: dei tipici frantoi ipogei. Il trappitopiùanticopresentenelborgorisalealXVIIsecolo e deve la sua origine a monaci trappisti, che dedicavano la loro vita alla preghiera ed alla produzione di olio d’oliva e vino. Non mancano monumenti e chiese storiche: La chiesa di San Leone e San Egidio risalenti al XI secolo in cui sono conservati affreschi del tardo 30, o le dimore storichecomequelladiFedericoIIolaCasaAngioina. Anche il borgo di Terravecchia ha rischiato di essere destinato all’abbandono. Grazie all’associazione “Borgo di Terravecchia, ha invece recuperato parte del suo antico splendore. L’intervento di riqualica del borgo è nanziatodall’UnioneEuropea,graziealprogrammaPOR 108
tessutourbanodiscontinuo oliveti colture intensive colture annuali associate a colture permanenti sistemi colturali e particellari complessi aree prevalentemente occupate da colture agrarie conpresenzadispazinaturaliimportanti prevalenzadipinimediterranei latifoglieaprevalenzadipinimediterranei malgheedicio ( eannessi) pascolidipertinenzadimalga macchia alta vegetazioneinevoluzione spiaggie,dune,sabbie
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in alto: Uso del Suolo, dati dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale in basso: Andamento demografico di Terravecchia, dati ISTAT.
URI: La birra sarda
bar, associazioni, comitati per i festeggiamenti è riu a promuovere una grande iniziativa, L’Urifest, il festival dellebirreartigianalilocali,ilcuiobiettivoèfar adunvastopubblicoiprodottiedivulgarnelacult LA LEVA PRODUTTIVA
Grazieadunaefcientepianicazioneterritoriale,ad attività artigianale consapevole e ad un buon la marketingèpossibileincrementarelacapacitàecon diunluogo. Investire in un borgo equivale anche ad investire s Situato in provincia di Sassari fra colline territorio, ricoperte disui suoi prodotti. Il particolare è sem ricercato oggi,ele persone sono invogliate ad acquistare macchia mediterranea, coltivazioni di cereali, vigneti prodotti provenienti da luoghi deniti. Dun oliveti Uri si distingue per la produzione di ottimi vinispecici un investire sui prodotti locali è il motore per rigenerare eccellente olio e carcio, prodotto di eccellenza a cui è l’economia instaurando nuove realtà lavorative, dedicataunasagrafralepiùimportantidellaSardegna. ingranaggio fondamentale per riqualicare un bor Il territorio circostante è ricco di bellezze, tra cui il lago morente. di Cuga, che presenta sul suo fondo i resti di un villaggio sommerso, visibili nei periodi di secca e sulle sue sponde dieciruderidinuraghidatatiapartiredall’etàdelBronzo. L’ eredità nuragica sicuramente più rilevante si trova però nel cuore del paese: Il complesso di Santa Caterina costituito da nuraghe e villaggio è infatti un raro caso di testimonianzanuragicadentrol’abitato. Oltreallespecicitàenogastronomichedellatradizione,è nato in tempi recenti un nuovo settore commerciale, quello della birra artigianale che sta offrendo nuove possibilità di reddito per molte famiglie. Nel 205 si contavano due birrici, oggi ne sono presenti dieci in tutta l’isola. Il birricio “Dolmen” di Uri è stato fra i primi, il titolare Fabio Scarpa ha avuto infatti una visione lungimirante e i numeri lo confermano perchè attualmente la Dolmen è inserita nei mercati regionali e nazionali. Nel 205 nasce comebirraallaspinamaèdalche 201 inzialaproduzione in bottiglia di diverse qualità di bevanda. In questo caso il successo non è stato puntare alla tipicità del territorio, ma inserire un elemento diverso dal contesto reinventato nellostesso.E’statosicuramenteindispensabileilgrande lavoro di divulgazione e marketing che vede la Dolmen come promotrice delle sue birre e di quelle di tutta la Sardegna sul territorio regionale e nazionale. Non si tratta però solo di business privato: il birricio è fonte di ricchezza per tutto il territorio, collaborando con piccoli 10
2,40%Coltureintensive 7,05%Coltureestensive 1,90%Vegetazioneinevoluzione 2,30%Bosco 6,70%RocceNude 5,0%VegetazioneRada 7,2%Malghe
in alto: Uso del Suolo, dati dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale in basso: Andamento demografico di Uri, dati ISTAT.
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MORIGERATI: Paese Ambiente
e ciclo passeggiate organizzate dall’ ente turisti L’attivazione della riserva protetta e dell’alb hanno fatto registrare un notevole incremento de turistico registrando anche in periodi di notevole crisi del settore oltre 30 presenze al giorno. La realtà d Morigerati è ancora una volta dimostrazione di come p le piccole comunità, la mancanza di industrie, le perif rurali, la sopravvivenza di pratiche e valori del contadino, possano essere la forza per speriment efcaciricetteanticrisi.
LA LEVA NATURALISTICA In provincia di Salerno, con i suoi 60 abitanti è il L’oasi primo del WWF, creata nel 195, ha un estensione di 607 ed è inserita nella lista mondiale dei Geoparchi paese ad offrire ospitalità diffusa nel Parcoettari Nazionale poichècustodisceunrilevantefenomenocarsico.Ilu del Cilento e Vallo di Diano. É un borgo immerso nella Bussento, che nasce dal versante meridionale del M natura, tra ulivi e macchia mediterranea, l’unica strada Cervati,inprossimitàdiCaselleinPittarisiinab per raggiungerlo è isolata e tortuosa ma regala scenari colossale molto suggestivi. Morigerati offre un perfetto scorcio Inghiottitoio, per riapparire, pochi chil più a sud, sotto l’abitato di Morigerati. Il fondo dell del Cilento rurale, con la tipica fusione di natura cultura delBussento,offreunhabitatidealeperlaoraelaf e storia di queste aree. Non mancano edici di pregio uvialefracuinumerosespecierareeprotette. storico e architettonico, come la chiesa di San Demetrio Laforte inuenzarappresentatadallapresenzadiqu MartirecheaffacciasullavallatadelBussento oilpalazzo specicità BaronalecostruitonelXVsecolodallafamiglia DiStefano.naturalielasempremaggioreattenzionev sostenibilità e il rispetto dell’ambiente han Il vero motore della rinascita di Morigerati èla stata senza risposta e concretezza nel sistema di accoglienza dubbiol’OasidelWWF“GrottedelBussento”,considerata propone Morigerati. L’accoglienza è rappresentata in una delle riserve protette più importanti d’Italia. Grazie dall’interaha comunità che accoglie i turisti nelle vecchie alla promozione di quest’area, il borgo medioevale case naturale del borgo o in campagna, sottratte all’inuti potutopuntaresuunturismolegatoall’ambiente valorizzate, risolvendo i problemi legati alla ric come occasione di sviluppo. Nasce cosi il progetto turistica MorigeratiPaeseAmbiente,conl’intentodisoddisfare due senza la realizzazione di nuove costruzi ottica di una completa valorizzazione del terr esigenze:laprimalegataallasalvaguardiadelun patrimonio Paese Ambiente è un’ esperienza che unisce gli elemen storico architettonico del borgo, la seconda è quella strategici del territorio, un sistema che continua a di accompagnare gli ospiti di Morigerati alla scoperta incessantemente, per migliorare le sue proposte delle bellezze del territorio per viverle elavorare farle proprie. e per permettere la sopravvivenza e la crescita Le porte delle case del centro storico sono state aperte piccole realtà, recuperando tutti gli elementi della storia ai turisti per offrire un’ accoglienza familiare autentica, e dellaIn natura, mettendo in rete tutte le risorse umane con un unico centro informazioni e prenotazioni. disponibili. Fondamentale il ruolo ricoperto dai g questo modo Morigerati e la sua frazione Sicilì offrono ai qualilocali è stata data la possibilità di continuare un’esperienza culturale in armonia con le tradizioni l’esperienza del borgo: molti dopo gli studi “fuori ed i ritmi lenti della natura. Sono stati attivati progetti sono tornati a Morigerati, investendo sul territorio, dando e laboratori didattici per riscoprire la vita del borgo, un senso concreto i mestieri artigianali e la gastronomia tradizionale, è all’accrescimento culturale lontano dal borgo. possibilefareescursioniconl’asino,trekking naturalistico 112
2,40%Coltureintensive 7,05%Coltureestensive 1,90%Vegetazioneinevoluzione 2,30%Bosco 6,70%RocceNude 5,0%VegetazioneRada 7,2%Malghe
in alto: Uso del Suolo, dati dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale in basso: Andamento demografico di Morigerati, dati ISTAT.
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RIGENERAZIONE TERRITORIALE E SVILUPPO LOCALE
CORLETO MONFORTE
TORCHIARA
Investire su un singolo Borgo, su un singolo edicio, spessononèsufcienteperdareluogoadunprocesso di innovazione sociale ed economica. Molti borghi hanno delle potenzialità che sono solo inespresse: PRIGNANO CILENTO mura storiche, castelli, aree naturalistiche, prodotti tipici.Nonèsbagliatofarelevasuquestopotenziale, ma potrebbe non essere la giusta prospettiva per un futuro in cui si prevede di dare importanza alle aree interne perchè spesso anche possedere un grande patrimonio di base non è abbastanza. Molti comuni che stanno scomparendo travolti dalla crisi demograca non possiedono patrimoni pronti MONTEFORTE CILENTO da sfruttare. É necessario capire come lavorare su questi Borghi, studiare le possibilità di creare reti, delle maglie più o meno tte di interscambio fra territori. Si possono comprendere le difcoltà delle amministrazioni locali ad intraprendere rischi imprenditoriali, soprattutto dal punto di vista economico,vistelesituzionigiàprecarieincuispesso versano i piccoli centri. Per questo bisogna trovare CASTELCIVITA una base che dia ducia, un appiglio, delle risorse a cui puntare, e se non ci sono nello specico comune, approttare del sistema rete per fare comunità. É necessario quindi creare un sistema che mantenga la possibilità di essere adattato ogni volta alle diverse specicitàdeiluoghiincuivieneapplicato. 114
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ABACO DELLE AZIONI
RECUPERO DEGLI SPAZI PUBBLICI
Unborgohatendenzialmenteallespallesecolidist quali non viene data giustizia a causa delle conseg dell’abbandonoodiunamancatamanutenzione,rende ciò che era vecchio ancora più obsoleto. Il recupero d vecchie strade o alcune piazze è essenziale per la vi unpiccolocomunecheritrovainquestispaziilluogod convivialità.
Analizzare un ampio ventaglio di esperienze ci dà la possibilità di capire la struttura dei diversi progetti e le dinamiche che si sono susseguite nella rinascita economica e sociale delle realtà rurali. Possiamo racchiudere i diversi dispositivi progettuali in un abaco delleazionichepermettediavereunavisioneprospettica dei diversi interventi funzionali al recupero della ducia nelleareeinterne.
SPAZI ESPOSITIVI ALL’ APERTO
MANUTENZIONE/RECUPERO DI EDIFICI STORICI
Il fascino del Borgo è insito nella sua urbanistica, nei sui IBorghi custodiscono spessoedicistoricidigrandev vicoletti, saliscendi e scorci pittoreschi. L’edicato puòun valore che deve essere preservato architettonico, essere una naturale scenograa per eventi culturali. La ed attenzionato. Per questo una delle azioni prin scelta di coniugare turismo e cultura si traduce in molteplici è quella di recuperare il patrimonio architettonico e possibilità di riattivazione economica, comerestituirne l’apertura il potenziale. Il restauro di palazzi di botteghe artigiane per creare un insediamento stabile monumenti, architetture forticate può essere un m di artisti, che possono usare le vie del borgoper come una restituire spazi alle comunità sia sotto il p suggestiva galleria a cielo aperto da attivare un specicamente usso vista culturale, ma anche ricetti turisticostabile. infrastrutturale.
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UTILIZZO DI RISORSE TERRITORIALI
ORGANIZZAZIONE DI EVENTI
Un borgo visto come attrattiva giova all’economia Quando locale. un borgo possiede delle qualità produtt Un espediente che è possibile replicare pressochè strettamente legate al territorio è facilmente ovunque è quello dell’organizzazione di eventi utilizzarle come pergestireunarinascita.Laricercadel sagre, matrimoni, concerti, manifestazioni sportive, etipicitaèsemprepiùunacaratteristicadelturi artistiche e culturali. Anche la presenza di edspecicita èunforteattrattoreperiussieconomici.Riorganiz enogastronomiche locali può essere il volanoun rinnovare territoriosullabasediunaspecicitàlocaleèun l’economia di un borgo attraverso la divulgazione moltodella efcace da cui partire per ripristinare le econ culturacircalasualavorazioneeproduzione. indifcoltà.
AIUTI E INTEGRAZIONE
CREAZIONE DI PERCORSI NATURALISTICI
La leva sociale è uno dei motori per far rivivere IlBorgo unhaspessolapeculiaritàdidialogareconl’i borgo, lo dimostra il paese di Riccia, che ha basato in la perfetta sua simbiosi, i luoghi che circondano i pic losoa di recupero su un turismo sociale, in particolare comunidelleareeinternesonotipicamentecaratt su quello parasanitario. Riccia offre ospitalità da una diffusa natura nel incontaminata. La creazione di perco paese, afancato ad un sistema di accoglienza dedicato naturalisticiamobilitàlenta,percorsiditrekkin all’assistenzaedallariabilitazione. rappresenta un’opportunità sicuramente da valutare, in unrapportotrascopertaeconoscenzadelluogo.
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REALIZZAZIONE DI BOTTEGHE ARTIGIANE CREAZIONE/MANUTENZIONE DI ZONE NATURALI LaculturadiunBorgoèspessoassociataallesue La manutenzione antiche del Borgo non riguarda solo il cent tradizioni, di natura agroalimentare ma anche abitato, legatema aiancheciocheconcernelezonenaturali,co vecchimestierichetendonoascomparire. piccole soste verdi o parchi. La riqualicazione di que Ripristinare queste attività lavorative zone impreziosisce porta non solo ad un miglioramento della qual l’economiadelposto,recuperarelestrutturedell’ambiente inabbandono circostante,maanchenuoveopportu e farne delle botteghe artigiane, è una strategia lavoro. che può riattivareleeconomieprecariedeiborghi,spessodistanti daicentriabitatipiùattrezzati. Un intervento di rigenerazione di questo tipo è spesso facilmente riproducibile a causa del grande numero di localiabbandonatiedèdaconsiderarsifondamentaleper ilripristinodeiborghiincrisi.
CREAZIONE DI ITINERARI STORICO-CULTURALI Il turismo slow, è una fonte di economia perfettament adattabile ai borghi. I percorsi “lenti” si delin seconda delle specicità e della vocazione dei luog RIPRISTINARE SERVIZI PRIMARI possono dare vita ad offerte diversicate, dai perc In un intervento di rigenerazione è fondamentale la enogastronomici a quelli storico-architetto disponibilità di servizi di prima necessità.naturalistici, L’occasione musicali e religiosi, rivolti ai turisti che da cogliere è quella di ripensare questi servizi in modo preferiscono tour non standardizzati alla scope innovativo sulle possibilità che offrono i borghi. Spesso nuove realtà,conilcoinvolgimentodituttelefasce è possibile associare questi servizi al recupero diabitanti edici degli deiborghi. storici, mantenendo i simboli del luogo e dandogli un nuovoscopodiutilitàpubblica.
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MANUTENZIONE DEL TERRITORIO REALIZZAZIONE DI AREE MUSEALI IN RETE Ogni Borgo ha le sue tradizioni, da quelle di natu Le aree interne sono caratterizzate da zone fragili, agricola spesso soggette a inondazioni e frane. É necessario un a quelle artigianali. Rendere giustizia a m e attività programma di attenta manutenzione del territorio, come dimenticate è un occasione per pubblic scala, sfruttando i luoghi che il borgo st la raccolta delle acque piovane, l’utilizzosu di vasta tecniche Spesso oltre ai luoghi storici è possibile sfru controladeserticazioneelasiccità,mettereoffre. insicurezza costruzioni moderne ormai dismesse, come edici i versanti franosi. La gestione del patrimonioanche ambientale pubblicinoncompletationonpiùutilizzati. è occasione per creare smart communities, basate sulla sensibilizzazione del territorio, innescando nuovi processi nell’ambito occupazionale. Ci sono diversi esempi di azioni dirette sul campo: L’associazione Borghi Autentici, ha lanciato un progetto strategico chiamato “Uranos” il cui scopo è quello di aprire una riessione che coinvolga amministrazioni e cittadini dei borghi per sviluppare progetti sui temi della tutela e valorizzazione del paesaggio in relazione al cambiamento climatico ed allaresilienzadeiluoghi. Loscopoèquellodipromuovere,neipiccoliemediborghi una sperimentazione sostenibile con idee e progetti su unmodellodiusodelsuoloaridottoimpattoambientale, afnchè il paesaggio venga considerato sempre di più un benecomune,perfarfronteinmodoefcaceaifenomeni didissestoedaglieventiclimaticiestremi. ACCOGLIENZA E INTEGRAZIONE DEI MIGRANTI Il disagio insediativo dei borghi è caratterizzato da un decremento della popolazione. Portare un nuo ussobasatosull’accoglienzaesull’integrazionepo in alcuni casi ribaltare il trend negativo. Alcuni hanno saputo cogliere quest’opportunità, emancipandosi daluoghidipassaggioperimigrantieoffrendooccasio distabilitàinnescandounsistemaconvenientean gliabitantilocali.
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PRODOTTI TIPICI COME CENTRALITÀ PRODUTTIVA E Le abitazioni sono costituite dal recupero di case a TURISTICA o da più moderne costruzioni in lamellare di leg coibentato. L’Italia interna conserva al suo interno la maggior parteL’ecovillaggio è dunque una sorta di cent sperimentazione, in cui si testano pratiche di agric dellaproduzionediprodottiDOPeIGP.Unintervento che cucina, sistemi di riscaldamento, tecniche architettoniche, mira a valorizzare la produzione agricola locale ottiene nuove economie e quindi nuove formesociali sempre i suoi vantaggi, considerando che il turista oggi miracontinuamentealprodottodieccellenzaedinicchia. Esistononumerosiesempidilocalitàchehannofattodella loro produzione locale il vero motore dell’economia del borgo,citiamoilprogetto“IVIllaggidellaTradizione”dicui fanno parte Calabritto, Castelvetere sul Calore, Taurasi, Cerquelle,SanVitaleRocchettaeUri.L’obiettivoèquello di aumentare i ussi turistici, mirando ad un pubblico specializzato, legato al settore enogastronomico. Sono staticreatifralealtrestrutturedegliagriturismididattici, che integrano le conoscenze con esperienze a contatto con l’ambiente, educando sulla sensibilizzazione verso il biologicoesull’innovazionedelletecnicheproduttive.
EDIFICI REMOVIBILI Si può intervenire nei Borghi con l’utilizzo di str removibili o semi removibili, collocate lungo le vi paese o nelle piazze. In Piemonte nel borgo di Paraloup la Fondazione Nuto Revelli ha incentivato il prog di recupero di una doppia memoria basata sulla guer partigianaesullavitacontadina.Ilprogettoconsi ricostruzione di alcune abitazioni con un’archi innovativa, armonicamente inserita nel paesaggio, secondolalogicadellareversibilitàdiogniinterv
AUTOSUFFICIENZA ENERGETICA Gliecovillaggisonodellecomunitàbasateesplicitamente sullasostenibilitàambientaleebiologica,incuigliabitanti vivono secondo modelli che riducono al minimo l’impatto ambientale. In questi luoghi si vive secondo uno stile alternativo ai comuni modelli socio-economici. É essenziale l’uso di energie rinnovabili e di soluzioni a zero impatto ambientale, come ad esempio l’alimentazione basata su permaculturaoaltreformediagricolturabiologica. 120
SMARTWORKING SENSIBILITÀ VERSO FAMIGLIE MENO ABBIENTI L’ideadilavoraredacasanascegianegliannima ‘70, come Un modo per rigenerare un borgo nel campo sociale abbiamoavutomododicapirenell’ultimoannositra è quello di pensarlo in modo solidale. Il co-housing una risorsa estremamente utile e funzionale alla sfruttando le spesso numerose abitazioni abbandonate moderna. Non avere più la necessità di migrare vers deiborghipuòessereunasoluzioneingradodirisollevare città La per motivi di lavoro, ed avere quindi l’occasione laqualitàdellavitasiadellepersonechedeile paesi. scelta di rimanere o ritornare nei luoghi di nascita è un valore dellacondivisionedialcunispazièunmodoperconcedersi imperdibile per impedire l’abbandono demograco de possibilità che non tutti potrebbero permettersi, o anche borghi.É possibile utilizzare edici in disuso come luo un modo per vincere la solitudine di anziani e persone in dico-workingequindiassociareallapossibilitàdir difcoltàeconomica. l’emigrazione il ripristino e la manutenzione degli antichi. Ovviamente per permettere una situzion questo tipo sarà necessario dotare delle necessarie infrastrutture tecnologiche luoghi che attu versanoincondizionidiarretratezzacriticheperi contemporaneo.
RECUPERO DI INFRASTRUTTURE Ildisagioinsediativodeipiccolicomuniècondizionatoda elementi ben precisi come la distanza dai servizi primari. Il sistema delle infrastrutture in Italia spesso taglia letteralmente fuori queste realtà, precludendole dalle relazioni con gli altri centri. Spesso sono state dismesse intere linee ferroviarie, che oggi potrebbero essere ripristinate e inserite in un circuito diverso a sostegno dell’economiadellepiccolerealtà.
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ANALISI DEGLI STAKEHOLDERS
INDIVIDUAZIONE DEGLLI STAKEHOLDERS
La prima parte dell’analisi degli stakeholders c nella stesura di un elenco completo di tutti i gruppi di persone,enti,nanziatori,associazionieimpresecoinv nell’area di interesse. Successivamente i dati v raccoltiinunatabella,incuivengonoindividuatii coinvolgimentonelprogettogliobiettiviegliinte ogni gruppo di stakeholder, si evidenzieranno inolt dimensionedell’inuenzanelprogetto,elerisorsem 2 adisposizione . Gli stakeholders, come descritto in precedenza, s raggruppati secondo il coinvolgimento nel progett suddivisionecomprendeiseguentigruppi:
STAKEHOLDER ANALYSIS
Questa metodologia è un processo atto a determinare gli interessi principali di una progettazione, utilizzata nelle • Interesse Politico: comprendeattoricherappresentano fasiembrionalidellapianicazionedellavoro.Per capirne i cittadini. Hanno la possibilità di accettare o b lafunzionenelcontestodell’analisichesista effettuando progetti in corso e il compito di gestire i fondi a fa bisogna tenere in considerazione la denizione di dello sviluppo economico dell’area; stakeholder:“detentore di interesse”. • Interesse Burocratico: il loro compito è la gestione legale dei processi, che concede un potere decisionale sugli interventi. All’attore burocratico s le procedure di approvazione dei contenuti de proposte; Il termine stakeholder letteralmente tradotto
come “detendore di interesse”, indica qualsiasi soggetto, organizzatore o ente coinvolto in un processo progettuale. A differenza degli attori, vale a dire i soggetti che influenzano il progetto in modo tangibile (enti politici, finanziatori, progettisti), lo stakeholder è compreso in un insieme più grande, e si definiscono tali sia gli attori che tutti coloro che sono influenzati dal processo ma non possono variarne la forma o prendere decisioni.1
• Interessi Speciali:Rientrainquestacategoriachiunque sia inuenzato direttamente dal processo, ovver puòtrarnebenecispecici,percuinepuòinuenzare l’esito. Rientrano in questa categoria ind organizzazioni rappresentanti e gruppi specici persone;
• Interessi Generali:Inquestocaso,glistakeholdersnon hannopoteripoliticiolegali.Sonoinuenzatidall del processo ma non possono agire in prima persona percambiareledecisioni;
• Interesse Culturale: La tipologia comprende le categorie di persone che possiedono le conoscen necessarie riguardo i problemi collettivi e po trovaresoluzioniappropriateperrisolverli. Gli interessi di ogni stakeholder permettono di Considerando lo sviluppo delle aree interne cilentane una visione chiara degli obiettivi di ciascuno di es comelosviluppodiunprogetto,sipossonoevidenziaregli spiegazione delle scelte da essi effettuate nei pro stakeholders coinvolti, per avere un quadro complessivo sviluppo. degliinteressiedellenecessità. 122
La dimensione dell’interesse è suddivisibile a seconda dell’inuenzadellostakeholdernellasuaareadiinuenza, Locale, Nazionale ed Internazionale. Le risorse messe a disposizione da ciascuno stakeholder sonoalorovoltasuddivisibiliinquattrocategorie,inbase aicompitiedaipoteridiognitipologiadistakeholder. Diseguitosiriportanolerisorsescambiateneiprocessi: • Risorse Politiche:L’insiemedelconsensodeglielettori el’inuenzadegliattoripolitici; • Risorse Economiche: Consistono nell’abilità di mobilitare denaro in forme di benessere al ne di modicareicomportamentideglialtriattori; • Risorse Legali: La concessione di vantaggi a soggetti speciciconregolazionilegislative; • Risorse Cognitive: Comprendono tutti gli scambi di informazioni tra i diversi stakeholders, al ne di incrementareleconoscenzesulledecisioniprogettuali; • Risorse Sociali: Considerate per l’importanza del fattoresocialenelprocessodisviluppoterritoriale.
1. fonte: Dende Bruno, 2014, “Understanding policy decisions”, PoliMi SpringerBriefs, p.29; 2. Yang R.J., “An investigation of stakeholder analysis in urban development projects: Empirical or rationalistic perspectives, International Journal of Project Management”, Volume 32, pp. 2-3;
123
Stakeholders
Obiettivi
Interesse
Dimensione
Risorse
Abitanti del territorio
Miglioramento dell’area e della qualità della vita, Interessegenerale aumento dei servizi sul territorio, incremento Interessespeciale postidilavoro.
Locale
Economiche Cognitive Sociali
Aziende agricole e locali
Sponsorizzazione dei prodotti locali, possibilità di espansione del mercato, mantenimento ed incremento del mercato locale, possibilità di usufruire di nuovi terreni coltivabili, Interessespeciale mantenimento ed incremento delle reti di collegamento, accesso a politiche di sviluppo ed incentivi, mantenimento della qualità ambientale.
Locale
Economiche Cognitive
Industrie locali
Mantenimento dei livelli di lavoro e di Locale infrastrutture adeguate, possibilità Interessedi generale Economiche Nazionale espansionecommerciale,aumentodelfatturato, Interessespeciale Cognitive Internazionale accessoapolitichedisviluppoedincentivi.
Locali commerciali
Sponsorizzazione dei prodotti locali, possibilità Interessespeciale diespansionedelmercato.
Locale
Economiche Cognitive Sociali
Strutture ricettive
Mantenimento ed evoluzione dello sviluppo economico locale, incremento del mercato Interessespeciale del lavoro, aumento dei servizi sul territorio, incrementopostidilavoro.
Locale
Economiche Cognitive Sociali
Tutelare e valorizzare l’integrità territoriale ed ambientale, ottimizzare e riorganizzare attività economiche, promuovere la ricerca scientica Parco Nazionale Interessespeciale e l’educazione ambientale. Individuare forme di del Cilento Interessepolitico agevolazione a favore di privati o associazioni che intendano realizzare iniziative produttive compatibilitàconlenalitàistitutivedelParco.
Locale
Economiche Cognitive Sociali
Edilizia e costruzioni
Incremento delle strutture esistenti, valorizzazione della qualità di vita, generale Interesse mantenimento dello sviluppo economico locale, Interessegenerale regolarizzazionedellepoliticheurbanistiche.
Locale
Economiche Cognitive
Aziende di servizio
Incremento dei servizi e delle reti di collegamento, espansione del bacino di Interesse utenza, generale incrementodellosviluppoeconomicodell’area.
Locale
Economiche
Trasporti pubblici e privati
Incremento dei servizi e delle reti di collegamento, espansione del bacino di Interesse utenza, generale incrementodellosviluppoeconomicodell’area.
Locale
Economiche Cognitive Sociali
124
Stakeholders
Obiettivi
Interesse
Dimensione
Risorse
Future generazioni di abitanti
Possibilitàdipostidilavoro,serviziallafamiglia, luoghi di abitazione di qualità, servizi Interesse allaspeciale persona.
Locale
Cognitive Sociali
Scuola e strutture formative
Aumento del bacino di utenza, fornitura di migliori servizi, espansione dei programmi Interessespeciale educativi
Locale
Economiche Cognitive
Mantenimento delle condizioni ambientali, Interessepolitico Politiche miglioramento della qualità della vita, Interesse InternazionaleEconomiche Unione Europea incremento del mercato del lavoro, utilizzo burocratico Cognitive procuodeinanziamenti. Locale
Politiche Economiche Cognitive legali
Locale
Politiche Economiche Cognitive legali
Locale
Politiche Economiche Cognitive Legali
Miglioramento sociale dell’area, aumento dei Interessepolitico Unioni Montane servizi alla popolazione, miglioramentoInteresse delle locali condizionidivitaedilavoro,postidilavoro burocratico
Locale
Politiche Economiche Cognitive Legali
Associazioni Culturali
Cura e preservazione delle tradizioni locali, miglioramento dell’attenzione al patrimonio Esperti culturale locale, sensibilizzazione della cultura Interesse generale localeconl’organizzazionedieventi.
Locale
Economiche Cognitive Sociali
Enti Culturali
Cura e preservazione delle tradizioni locali, miglioramento dell’attenzione del patrimonio Esperti culturalelocaleesalvaguardiadellostesso.
Associazioni turistiche
Cura e preservazione dell’ambiente del territorio, miglioramento dell’attenzione Espertial patrimonio ambientale locale, sensibilizzazione Interessegenerale deituristiallerisorsedelterritorio.
Regione Campania
Mantenimento dello sviluppo economico locale Interessepolitico miglioramento della qualità di vita, incremento Interesse del mercato del lavoro, utilizzo procuo dei burocratico nanziamenti.
Provincia di Salerno
Mantenimento dello sviluppo economico locale, miglioramento della qualità della vita, incrementodelmercatodellavoro.
Comuni dell’area
Mantenimento delle condizioni ambientali, Interesse miglioramento sociale dell’area,creazione dipolitico Interesse posti di lavoro, miglioramento della qualità della vita,incrementodelmercatodellavoro,burocratico utilizzo procuodeinanziamenti.
125
Interessepolitico Interesse burocratico
Locale Nazionale
Locale
Economiche Cognitive Sociali Economiche Cognitive Sociali
Le metodologie di analisi
LA MATRICE POTERE/INTERESSE
La Matrice di Mendelow o Matrice Potere/Interesse nasce per studiare il contesto dinamico in cui agiscono gli stakeholders, al ne di ottenere informazioni dett sul potere relativo degli stakeholders e sul loro interesse. La procedura di costruzione della mat prevede una classicazione dei soggetti a seconda potereedell’interessediognunoinunatabellaco da quattro quadranti, dove per potere si intende l’impatto effettivocheognistakeholderdetienesulprocess Dallatabellanasceunraggruppamentodeglistakeho Dopo la classicazione degli stakeholders, il passo utile a rendere comprensibili le comunicazioni successivo è l’analisi degli stessi, utile alla comprensione relazioni che intercorrono tra i vari soggetti e delruolodiognunonelmeccanismogeneraledelprogetto. queste inuenzino l’andamento del processo. Ques Le metodologie di analisi sono numerose, tra le principali si tipologia di analisi è utilizzata per comprende individuanolematricipotere/interesse,potere/ inuenza, le priorità ai soggetti coinvolti e pe distribuire inuenza/impatto, il modello di salienza, la Stakeholder i ruoli effettivi svolti da qualsiasi ente, organi CircleMethodologyelaSocialNetworkAnalysis.gruppo di persone, istituzione o associazione coinv nellosviluppoeconomicoterritorialedell’areai Perl’elaborazione,sarannoutilizzate: -LamatricePotere/Interesse -IlmodelloSocialNetworkAnalysis(SNA)
- Analisi Multicriteria con Metodo di valutazione multicriterialeNAIADE - Stakeholders marginaliBasso potereebassointeresse, sono inuenzati solo marginalmente dal processo, han basse necessità di essere informati sull’andamen decisioni
- Stakeholders operativi - Basso potere e alto interesse, hanno necessità di essere informati sull’andamen processi. Non possono inuenzare le decisioni in prim persona,masudiessiricadonoleconseguenze.
- Stakeholders istituzionaliAlto potere,bassointeresse. Fra questi si trovano gli stakeholders politici decisionisonosalientiainidell’andamentodelpr mal’interessesulterritorioinquestioneèminim
126
- Stakeholders chiave - Alto potere e alto interesse. Questa tipologia risulta chiaramente la più import soggetti in questione rappresentano un elevato interesse allatematicaealprogetto,sonoresponsabilidiuna riuscitaepossonoeffettuareledecisioniinprimap
127
fondamentali gli indici di complessità di densità e di centralità. Lacomprensioneanaliticadeglistakeholdersappartenenti al potenziale sviluppo economico delle aree interne cilentane passa attraverso la costruzione analisi di un’ • L’indice di complessità, denisce l’esistenza di più delle reti sociali, allo scopo di mettere a nudo i modelli di punti di vista nella costruzione di un process relazionetraisoggettiimplicatiperottenereun’ideadella misurare quest’indice si costruisce una matrice nella retedicollaborazionechesipuòstabilire. quale si specicano le dimensioni dell’interes ogni stakeholders, suddivisi nelle tipologie d in precedenza. L’indice è calcolato con il rappor tra numero di stakeholders e il totale delle c questo caso l’indice è pari a 0,80 che su una scala che va da 0 a 1 rappresenta una complessità alta, per cui i soggetti presenti nella rete possono avere punti di vistaaltamentedisomogenei. SNA: SOCIAL NETWORK ANALYSIS
“La network analysis è un ramo della scienza delle reti che si occupa dello studio delle reti complesse. Al fine di investigare le relazioni complesse la SNA adotta teorie e metodi della meccanica statistica, della fisica, del data mining, e include la modellazione inferenziale delle scienze statistiche [...] Un Network nella sua forma più semplice è una raccota di punti uniti tra loro in coppie di linee”3
• L’indice di densità - denisce l’intensità delle relazi esistenti tra i diversi stakeholders all’i processo decisionale. Si misura come la proporzion tralerelazionicheleganoisoggettiedilnumerot di possibili relazioni (per il calcolo viene util software UCINET). Anche in questo caso la densità della rete risulta abbastanza alta essendo 0,73 su un indice da 0 a 1. Questo indica un elevato numero di rapporti tra gli stakeholders, e quindi un inu notevoleinambitodecisionale;
• l’indice di centralità - è diverso per ogni soggetto della rete. Questo indicatore è importante per c se ci troviamo davanti ad una rete formata da al attori principali ed altri secondari oppure se tutti gli Stakeholders sono inuenti allo stesso modo. L’in Lo scopo dell’analisi è ottenere una mappatura degli si calcola sulla base delle relazioni scambiate stakeholders riferita alle risorse da essi singolo scambiate e soggetto rispetto al totale delle r dalle relazioni che intercorrono fra gli stessi. I soggetti scambiate all’internodellarete.Unindicedice vengono rappresentati da nodi e le relazioni con linee di alto corrisponde ad un ruolo leader, al contrario un collegamento. indicebassodescriveunabassainuenzadecisiona
Per
comprendere
analiticamente
la sono rete 3. fonte: Giammetti R., 2018, “Introduzione alla network analysis”, Università Politecnica delle Marche.
128
1. tabella 1 - Tabella Indice di complessità (a destra); 2. tabella 2 - Tabella con indice di Centralità e coefficiente di densità. (in basso).
n° legami in uscita
Stakeholders
19 Abitantidelterritorio 15 Aziendeagricolelocali 14 Industrielocali Locali commerciali 18 18 Strutture ricettive 16 Ediliziaecostruzioni 19 Aziendediservizio 15 Trasportipubblicieprivati Utenti(turisti,escursionisti) 13 18 Futuregenerazioni Scuoleestruttureformative 17 19 Comunitàmontane 17 RegioneCampania 17 UnioneEuropea 19 ProvinciadiSalerno 19 Comunidell’area 16 EntiCulturali 17 AssociazioniCulturali 17 AssociazioniTuristiche 17 ParcoNazionaledelCilento
TOTALE
Coefficiente di centralità 0,56 0,41 0,41 0,529 0,529 0,47 0,56 0,41 0,382 0,529 0,5 0,56 0,5 0,5 0,56 0,56 0,47 0,5 0,5 0,5
340
Coefficiente di densità = 0,73 (0,729)
Politici Interesse Internazionale
Interesse Nazionale
Interesse Locale
UnioneEuropea
Burocratici
Esperti
UnioneEuropea
EntiCulturali
Interessi speciali
Interessi generali
IndustrieLocali
Utenti(turisti, escursionisti) Industrielocali
Industrielocali
Utenti(turisti, escursionisti) Industrielocali
AsociazioniCulturali EntiCulturali Abitantidelterritorio RegioneCampania, RegioneCampania, Aziendeagricolelocali Associazionituristiche Unioni montane locali Unioni montane locali AssociazioniCulturali ProvinciadiSalerno ProvinciadiSalerno Associazionituristiche Industrielocali Abitantidelterritorio Aziendediservizio Comunidell’area Comunidell’area Locali commerciali Aziendesanitarie Ediliziaecostruzioni EdiliziaecostruzioniTrasportipubblicieprivati Futuregenerazioni Utenti(turisti, escursionisti) Strutture ricettive Scuole e strutture Industrielocali formative COMPLESSITÀ = 0,80
129
La matrice delle relazioni sociali La matrice rappresentata nella pagina seguente mette in relazione gli stakeholders tra di loro, denendone i livelli di relazione con una gradazione dicolorecheva’dalbiancoalgrigiopiùscuro. Lamatriceèstatarealizzataconilsoftwaredicalcolo UCINET 6, per la sua costruzione ad ogni rapporto è stato dato un valore ponderato da 0 (nessuna relazione) a 3 (relazione forte). I valori della matrice sonostatidicotomizzaticonunvaloredicutoffparia per 3 ottenereunrapportobinariosemplicatoaini del calcolo degli indici di densità e centralità. (vedi matricepag.seguente). Nella pagina seguente è rappresentato il graco della rete sociometrica che descrive le relazioni esistenti fra i diversi stakeholders, la grandezza dei nodi si riferisce all’indice di inuenza mentre le lineedicollegamentosiriferisconoallerelazioniche intercorrono. Innenelgracoapag142,il “ventaglio”descrivele risorse, le tipologie di interesse e l’area di inuenza delle principali associazioni ed enti privati presenti sulterritorioanalizzato.
Density (matrix average) = 0.7289 Standard deviation = 0.4445
LEGENDA
130
0
1
2 3
ParcoNazionaledelCilento
Associazionituristiche
Associazioniculturali
Enticulturali
Comunidell’area
ProvinciadiSalerno
UnioneEuropea
RegioneCampania
Comunitàmontane
Scuoleestruttureformative
Futuregenerazioni
Utenti(turisti,escursionisti)
Trasportipubblicieprivati
Aziendediservizio
Ediliziaecostruzioni
Strutture ricettive
Locali commerciali
Industrielocali
Aziendeagricolelocali
Abitantidelterritorio
Abitantidelterritorio Aziendeagricolelocali Industrielocali Locali commerciali Strutture ricettive Ediliziaecostruzioni Aziendediservizio Trasportipubblicieprivati Utenti(turisti,escursionisti) Futuregenerazioni Scuoleestruttureformative Comunitàmontane RegioneCampania UnioneEuropea ProvinciadiSalerno Comunidell’area Enticulturali Associazioniculturali Associazionituristiche ParcoNazionaledelCilento
Matrice di relazione per il calcolo degli indici di centralità e densità, a cura dell’autore
13
132
13
Social
Network
Analysis,
a
cura
dell’autore
134
135
“Ventaglio” dell’ambito d’interesse, delle risorse e dell’area di influenza, a cura dell’autore
COSTRUIRE LA FIDUCIA
7
COSTRUIRE FIDUCIA: La chiave del cambiamento 138
Queste esperienze dimostrano come la chiave pe l’effettiva riattivazione sociale delle aree i un radicale cambiamento culturale incentrato specicità dei territori. La riqualicazione merame tecnica di edici e centri storici si è sempre rive inefcace poichè non consente quasi ( mai) di riattiva il tessuto sociale delle aree soggette all’abban crisi demograca. E’ importante ridenire le politic dedicate a questi territori, allontanandosi dal paradigma della patrimonializzazione delle risorse e la valorizzazione turistica, stigmatizzare l’idea che
funzionali ma diventare protagoniste trainant marginali debbano essere meri luoghi di consumo per gli abitanti dei centri, ma ricostruire la rete sociale processi per rigenerativi far si ascalarurale.L’innovazione chediventinoterritoridiproduzione.E’necessaria culturale, quindi nuoveformediagricolturaediwelfar,att una nuova visione fondata sull’indipendenza tecnorurali dei diversi e turismo slow possono essere le matr sistemi territoriali. Alla base è sicuramente questi necessario percorsi di riattivazione, consentendo un prevedere un progetto di reinfrastrutturizzazione e spontanea ripopolazione delle aree interne. Un’a del Paese alle diverse scale, che assicuri illeva diritto importante alla per il cambiamento è sicurament mobilità, alla salute, all’educazione, scongiurando l’attenzione o alle politiche relative ai giovani, i almeno contenendo l’emigrazione forzata verso i ragazzi i centri a restare, aiutarli ad avere entusia urbani. In un progetto di riattivazione di nell’abitare successo, iluoghidiorigine. le architetture, non devono essere soltanto E’necessario istanzefarmigrareladuciaversoipiccolicent 139
APPLICAZIONE DEL METODO
LA RETE
Lachiaveperunefcacerivitalizzazionedelleareeint è la realizzazione di una rete nella quale si intre infrastrutture, architetture, conoscenze ru geomorfologiche,paesaggio,tenendosempressiicrite del riuso, del riciclo, e dell’innovazione socio-cult economica. Bisogna quindi uscire dalle retoriche e dagli auto utilizzati n ora, non è sufciente spingere su uno solo questipunti,lariuscitadiunbuonprogettodiriatt è strettamente legata alla nascita di una comunità produttiva, legata al territorio, duciosa nelle po Assodato il concetto di rivalutazione delofferte patrimonio daluoghicomunementeconsideratiniti. storicoeculturaledelleareeinterne,ènecessario Capirestabilire quindi chi sono i soggetti preposti a conform una metodologia di progetto per non perdere di vista questi nuovi territori, andare oltre le amminis l’obiettivo della questione del riabitare, che deve andare pubbliche, coinvolgerecooperative,cittadini,assoc oltre la visione dello spazio come semplice contenitore imprenditori, individuare obiettivi e temi più ampi di risorse da valorizzare. Bisogna puntare a stabilire un la solidarietà l’accoglienza la cura del territo insiemedipratichechefavoriscanolanascitadelle dicomunità connessionichegenerinoeconomiecircolari. attive, andare quindi contro l’istanza comune di dover Si devono delineare quindi una serie di strategie, applicate semplicementeindividuarepotenzialitàarchitettoniche o conpiccoliinterventi,chesianop inmodopuntiforme paesaggistiche. partediunavisioned’insieme.
“Proprio le attuali iniziative di rigenerazione e riattivazione, con il loro portato di pratiche di riterritorializzazione, mostrano quanto la spazializzazione fisica delle risorse, dei bisogni, delle progettualità, il corpo a corpo con la matericità dei luoghi, possano risultare decisivi nella costruzione di istanze di futuro capaci al contempo di intrecciarsi con le molte dimensioni temporali, storiche, culturali, simboliche iscritte in questi spazi”
VIttorioCogliatiDezza,Allascopertadellagreensociet 140
IL POTENZIALE DEI RESIDUI RURALI
DEFINIZIONE DEI NUOVI SCENARI
La conformazione del territorio Cilentano, ciIlpermette Territorio Cilentano è custode di un patrim di poter individuare delle ARCHITETTURE-FOCUS, potenzialecostituitodacentristorici,insediam intorno alle quali formare un tessuto economico, strutturazioni agro-silvo-pastorali, testimoni rifunzionalizzare le moltissime costruzioni ruralidi inculture differenti che se venisse incr passaggio abbandono, per dare vita a ecomusei, strutture per la conla volontà didareopportunitàallegenerazionif cultura, per l’accoglienza, luoghi che possonorestituirebbe ospitare una tta maglia di spot in grado di r attività produttive, reti artigianali. Creare degli vitaquindi al grande dispositivo costiuito dalle aree elementi che siano attrattori e propulsori di un sistema Sostenibile e contemporaneo in base all’incomb ingradodiattivarenuoviprocessidisviluppo economico. di invertire la tendenza migratoria v necessità Le vecchie architetture rimesse in gioco contribuiscono megacittà. all’attivazione di piccole realtà economiche, che possono dialogare con tipologie analoghe realizzateIdentichiamo nei diversi quindi due scenari di supporto a ques comuni del territorio. Non agire in modo isolato, teoria, ma uno di tipo turistico-culturale ed uno di tipo entrare in una strategia di sviluppo per tutta l’area, sociale-produttivo, che rispondono e sono adattabili ad creando legami solidi di interscambio, di persone di unastrategia territorialebasatasullavaloriz conoscenzeedicultura. speciche risorse locali, concepiti secondo una lo Promuovere la qualità della vita di questi luoghi, facendo sinergica in grado di sviluppare nuovi processi di sviluppo levasullenuoveopportunità,sullaBibl.:M.Schipa, Storia economico. del principato Longobardo di Salerno, Napoli 187; G. MODELLO DI VALUTAZIONE MULTICRITERIALE Volpe, Notizie storiche delle antiche città e dei principali NAIADE luoghi del Cilento, Roma 189; P. Del Giudice, Gli Statuti Il NAIADE costituisce un metodo di valutazione ineditidelCilento,Napoli190; multicriteriale in grado di gestire dati qualitativi e M. Mazziotti, La baronia del Cilento, Roma 1904; id., La quantitativi. È uno strumento adatto alla pianic rivolta del Cilento del 182, Roma 1906; id., Constabile di problemi caratterizzati da una grande incerte Carducci ed i moti del Cilento del 184, voll. 2, Roma complessità riguardo a esistenti strutture territoriali, 190; id., Appunti storici sul decennio dell’occupazione sociali ed economiche e alle loro interrelazioni. francese in provincia di Salerno, in Arch. stor. d. prov. di di base è costituito da una serie di scenari alte Salerno,III(1923); da analizzare, diversi criteri decisionali per la P.E. Bilotti, La spedizione di Sapri, Salerno 1908; C. valutazione e diversi stakeholder che esprimono Carucci, La provincia di Salerno dai tempi più remoti in merito agli scenari in questione. Sulla base di al tramonto della fortuna normanna, Salerno 1923; G. metodo, possono essere conodotti due tipi di anal Guillaume,Essaihistoriquesurl’AbbaiedeCave,Cavadei Un’ analisi multicriteriale, che sulla base dell Tirreni187; di Impatto, conduce alla denizione delle priorit M.Rosi F. Jannuzzi, Le Coste Napoletane,Osservatorio scenari alternativi relativamente a determinati criteri Internazionale sulle Coste del Mediterraneo, Onlusdecisionali; - Un’ analisi di equità, che, sulla base d GianniniEditore,Napoli203 matrice di equità, analizza possibili “alleanze” o “co reinfrastrutturizzazione tecnologica, sul miglioramento tra diversi interessi in relazione agli scenari in q deiservizilocali. Tali informazioni risultano fondamentali per i pl per raggiungere un livello più alto di consenso tr SMART RURAL DEVELOPMENT stakeholder, assicurando, così, un’attuazione più e deirispettivipiani. 141
Scenario turistico-culturale
un turismo consapevole della sostenib ambientale, e dell’importanza di non snaturar caratteristiche di queste aree. Il turista ti in grado di prendere in considerazione perco storici a carattere religioso o sentieri naturalistici, di soggiornare in edici che preservano e tutel il carattere rurale di queste aree e di godere della caratteristica più importante del Cilento, o stile di vita slow.
Un territorio costellato da inniti spot di interesse storico culturale e naturalistico, con la capacità di RANKING SCENARIO mettere in moto un turismo responsabile diverso e non meno importante del turismo di massa generato dai grandi attrattori costieri; caratterizzato da un usso di viaggiatori che desiderano conoscere profondamenteiluoghilecultureelecomunità. Il territorio in esame ha la potenzialità di attrarre
Il dendrogramma risultante dall’analisi ci restituisce prima di tutto la preferenza principale verso questo scenario, e conferma le coalizioni fra i vari attori.
142
143
Scenario sociale-produttivo
locale, una cultura di liera che rafforzi il tes produttivo locale attraverso la cooper l’integrazione sistemica e l’innovazione. In favorisce un’intensa collaborazione fra i var coinvolti che possono aiutare ad avviare una linea di interventi a servizio dell’economia agric artigianale.
In questo caso, sono moltissimi gli spot di interesse produttivo e sociale, con la capacità di mettere in moto azionisulterritorio miratealrecuperodelleantiche tradizioni e degli antichi mestieri, combinandoli con lenuovetecnologiealnedimigliorarelepossibilità RANKING SCENARIO futuredeigiovanieridurrelospopolamento. Lo stile di vita slow è ancora una volta la caratteristica piùimportantedelCilento. Questo tipo di scenario promuove la produzione
144
145
INQUADRAMENTO
Manutenzionedelterritorio Recuperodelleinfrastrutture RecuperodeiServiziprimari Connessioneinrete Inclusionesociale Promozionedelterritorio Introduzionedinuoveattività Nuoviinvestimentieconomici Utilizzodirisorseterritoriali Recuperodispazipubblici Attivazionedipercorsinaturalistici Realizzazioneareemuseali
Prodottitipicicomecentralitàprodutt
146
Organizzazionedieventi
148
STRATEGIE DI PROGETTO
8
MONTI ALBURNI E CALORE SALERNITANO scenario socio-produttivo
150
A - 1,05
B - 1,05
C - 1,20
D - 1,20
E - 1,33
F - 1,33
G - 1,45
H - 1,45
A - 1,05 UTILIZZODIRISORSETERRITORIALI B - 1,05 ORGANIZZAZIONEDIEVENTI C - 1,20 PRODOTTITIPICICOMECENTRALITÀPRODUTTIVA D - 1,20 CREAZIONEDIITINERARISTORICO-CULTURALI E - 1,33 REALIZZAZIONEDIAREEMUSEALI F - 1,33 REALIZZAZIONEDIBOTTEGHEARTIGIANE G - 1,45 CREAZIONEDIPERCORSINATURALISTICI H - 1,45 RECUPERODEGLISPAZIPUBBLICI
151
1
CASTELCIVITA A Castellùccë
40°30’N15°14’E 487m.s.m. 157 abitanti 26,3ab/km² Andamentodemograco
SituatoallependicimeridionalidegliAlburnieanord-est del territorio cilentano, sorge su uno sperone naturale, con case a cascata, a 487 m sul livello del mare, come scenogracamente aggrappate ai anchi occidentali degliAlburni.Castelcivitasembral’avampostodelgrande ParcoNazionaledelCilentoeVallodiDianoperchiviene danord:uncentroabitatopostosuunosperonediroccia, con suggestive strade ancheggiate da pittoresche case ches’inseguonotrarampediscaleeviuzzeparallele.Sorta in epoca medievale (XII secolo) come borgo forticato, Castelcivita fu feudo dei Fasanella, dei Sanseverino, dei Capaccio,deiPignatelliedegliSpinelli,venendocoinvolta nelle congiure e nelle guerre tra le famiglie dei potentati noall’eversionedelfeudalesimonel1806. IlComunediCastelcivitafapartedi: • ComunitàMontanaZonadegliAlburni • RegioneAgrarian.3-MonteAlburno Sebbeneilborgosiariccodimonumenti,laveraattrazione sono le Grotte di Castelcivita, principale meta turistica. Nonostante ciò, Castelcivita ha una vocazione perlopiù produttiva:Olio,vino,formaggiedortaggidivariogenere. Le architetture rilevate, si collocano in un’area distaccata dalcentrourbanoma,facilmenteraggiungibilesiainauto cheapiedi.L’applicazionedellastrategiasiponel’obiettivo di realizzare un nuovo polo produttivo messo in rete con ilcircondario. 152
153
155
EDIFICIO FOCUS CO02
TIPOLOGIA-CasaContadina
156
157
158
159
MONTEFORTE CILENTO Monti Forti 40°22’N15°12’E 60m.s.l.m. 526 abitanti 23,7ab/km² Andamentodemograco
Situato in una posizione dominante la valle dell’Alento, alla base del monte Chianiello, dall’alto dei suoi 60 m.s.l.m, Monteforte Cilento domina l’alta valle del ume Alento,sucuis’affacciafraasprerocce,pascolieboschidi castagniequerce;superbeimmaginidiunanaturapiùche maiincontaminata. L’abitato iniziò a spopolarsi già nel Medioevo inoltrato, quando il prevalere dell’importanza delle zone costiere, comportò una diminuzione della popolazione di molti centridell’interno. Uncertoisolamentodalleprincipaliviedicomunicazione dell’area ha determinato un elevato livello di conservazione ambientale. Il percorso, conosciuto anche come il Sentiero delle Dee di Roccia, per la presenza delle numerose rocce calcare che come imponenti statue sembrano accompagnarci lungo parte dell’itinerario, ci porta dal paese no alla cima del monte Chianiello a ben 134mdialtezza. L’edicio rilevato si trova in un’area limitrofa al centro urbano, nei pressi di un campo sportivo e di un’area recentemente riqualicata dalla Comunità Montana ma, giàinstatodiabbandono.Lastrategiasiponel’obiettivodi progettare un nuovo polo produttivo e sociale che invogli igiovanidelpostoarestareedinvestiresullepotenzialità delterritorio. 162
163
165
EDIFICIO FOCUS CC06
TIPOLOGIA-CasaColonica
16
167
168
169
CILENTO CENTRALE scenario socio-produttivo
172
A - 1,06
B - 1,06
C - 1,22
D - 1,22
E - 1,22
F - 1,36
G - 1,48
H - 1,60
A - 1,06 ORGANIZZAZIONEDIEVENTI B - 1,06 PRODOTTITIPICICOMECENTRALITÀPRODUTTIVA C - 1,22 UTILIZZODIRISORSETERRITORIALI D - 1,22 MANUTENZIONEDIZONENATURALI E - 1,22 REALIZZAZIONEDIBOTTEGHEARTIGIANE F - 1,36 RECUPERODEGLISPAZIPUBBLICI G - 1,48 AIUTIEINTEGRAZIONE H - 1,60 ACCOGLIENZAMIGRANTI
173
CERASO Cirasu
40°12’N15°15’E 325m.s.l.m. 28 abitanti 49,12ab/km²
Andamentodemograco
Ceraso è un paese collinare, il cui centro antico collegava lestradecheportavanoalVallodiDianoconl’areadiNovi, CivitellaeGioi.Iboschivenivanoutilizzatiperl’estrazione del legno pregiato utilizzato per la costruzione delle navi della otta velina. Lo sviluppo urbanistico del centro storico di Ceraso è stato determinato da un elemento predominante,rappresentatodallaChiesaParrocchialedi SanNicola,chebenrappresentalanobilestoriadiquesto piccolocentrourbanodelCilento. Il posto era noto per i suoi terreni fertili ricchi di calcare, silici e argilla che permettevano la produzione di vini generosi tra cui la “vinaccia”. Ancora oggi è molto apprezzata la coltura di ulivi e viti, mele annurche e castagne. IlComunediCerasofapartedi: •ComunitàMontanaZonadelGelbisoneCervati •RegioneAgrarian.1-CollinedelCilentoorientale •AssociazioneNazionaleCittàdell’Olio Ceraso,sitrovaneipressidiistitutiagrarieedalberghieri. Gli edici rilevati, si collocano nelle varie frazioni del Comune. In particolare, l’edicio scelto per l’applicazione della strategia, detto “Casa della Petrosa” dalla ( frazione in cui si trova), rappresenta uno degli esempi più belli di abitazione rurale del Cilento. In questo caso, la strategia è al servizio delle scuole circostanti, con l’attivazione di HUBelaboratoriproduttivi. 174
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EDIFICIO FOCUS MA02
TIPOLOGIA-Masseria
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ASCEA Ascia
40°09’N15°11’E 293m.s.l.m. 580 abitanti 15,09ab/km²
Andamentodemograco
Asceasorgesuunacollinaaridossodellapropria“Marina”, a 293 m s.l.m. Il paese è diviso dal comune di Pisciotta, tramiteunordopercorsodallaSSTale 47. ordo,dalcui lato“asceoto”sorgeunatorreborbonica,distacirca2km dall’abitato. Il comune asceoto, ed in particolare Marina di Ascea, è una delle località cilentane più frequentate per il turismo estivo, grazie alla presenza della stazione ferroviaria. Ascea inoltre, gode della vicinanza con gli scaviarcheologicidiVelia,chetestimonianounadellepiù anticheciviltàgreche. Ascea,nellasuapartepiùinternaèriccadisentieri. •ComunitàMontanaZonadelLambroeMingardo •RegioneAgrarian.14-CollinelitoraneedelCilento Associazione • NazionaleCittàdell’Olio Nonostantelosviluppodelturismosullatocostiero,il paese di Ascea e le sue frazioni interne, hanno una forte vocazioneproduttiva. Lo scopo della strategia è quello di conciliare lo sviluppo economico e produttivo con quello turistico della costa, progettandounveroeproprio“polodiinterscambiodelle tradizioni”. Dalla tradizione agricola a quella artigiana, attraverso l’organizzazione di eventi che coinvolgono sia i turisti del litorale costiero che gli abitanti delle frazioni piùinterne. 184
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EDIFICIO FOCUS MA01
TIPOLOGIA-Masseria
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BASSO CILENTO scenario turistico - culturale
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A - 0,93
B - 1,41
C - 1,41
D - 1,41
E - 1,54
F - 1,54
G - 1,66
H - 1,77
A - 0,93 ORGANIZZAZIONEDIEVENTI B - 1,41 MANUTENZIONEDELTERRITORIO C - 1,41 REALIZZAZIONEDIPERCORSINATURALISTICI D - 1,41 REALIZZAZIONEITINERARISTORICO-CULTURALI E - 1,54 AUTOSUFFICIENZAENERGETICA F - 1,54 UTILIZZODIRISORSETERRITORIALI G - 1,66 PRODOTTITIPICICOMECENTRALITA’PRODUTTIVA H - 1,77 REALIZZAZIONEDIAREEMUSEALI
195
INSEDIAMENTI DEL MONTE BULGHERIA • Camerota - Cammarota • Celle di Bulgheria - Celle • San Giovanni a Piro - San Giuanni Andamentodemograco
Il monte Bulgheria è un monte situato nella parte meridionale del Cilento, nella provincia di Salerno, la cui vettapiùaltaraggiungei125metri. La sua denominazione deriva dai coloni bulgari, che qui si stanziarono prima dell’anno 50. Dal monte prende il nome il comune di Celle di Bulgheria, che sorge alle sue pendici,allatoest. Pur essendo lungo e pur toccando numerosi paesi del circondario, esso colpisce per il suo isolamento, dato che nonesistonoaltremontagnenelleimmediatevicinanze. Ilmassiccioècostituitointeramentedaroccecarbonatiche di origine marina relative, prevalentemente, al periodo Giurassico,edinmisuraminorealTriassicoealCretaceo. Sebbenegliedicirilevatirientrinonelterritoriocomunale di Camerota, essi sono più facilmente raggiungibili, come piùfacilmenteraggiungibileèlavettadelmonte,daipaesi diCellediBulgheriaeSanGiovanniaPiro. Essendo un’area molto vasta e di difcile accesibilità, la strategia prevede la messa in rete degli edici rilevati, attraverso la costruzione di un percorso naturalistico e culturale che unisce sentieri di trekking ad esperienze relativeallaconoscenzadelleantichetradizionipastorali. 196
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EDIFICIO FOCUS JA02 TIPOLOGIA-Jazzo
20
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EDIFICIO FOCUS JA03 TIPOLOGIA-Jazzo
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EDIFICIO FOCUS CO01
TIPOLOGIA-CasaContadina
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APPENDICE: LE TIPOLOGIE ARCHITETTONICHE
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APPENDICE: LE TIPOLOGIE TECNOLOGICHE
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BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA
BIBLIOGRAFIA SITOGRAFIA
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REPORT FOTOGRAFICO
Casa Contadina nel Comune di Castelcivita.
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Casa Contadina nel Comune di Castelcivita.
281
Casa Colonica nel Comune di Monteforte Cilento.
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Casa Colonica nel Comune di Monteforte Cilento.
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Masseria nel Comune di Ceraso.
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Masseria nel Comune di Ceraso.
285
Masseria nel Comune di Ascea.
286
Masseria nel Comune di Ascea.
287
Casa Contadina nel Comune di Camerota.
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Casa Contadina nel Comune di Camerota.
289
Jazzo nel Comune di Camerota.
290
Jazzo nel Comune di Camerota.
291
Gli insediamenti del Monte Bulgheria- Jazzo JA02.
292
Gli insediamenti del Monte Bulgheria.
293
Il Monte Bulgheria.
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