Asl Berlino

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Liceo Statale «G.Guacci» Benevento a.s.2016/2017

Berlino: il mio viaggio virtuale

«La metropoli e il desiderio»

Progetto a cura di Francesca Liguori, IV AL Docente tutor: prof.ssa Alfonsina Marucci


“Berlin ist mehr ein Weltteil als eine Stadt� Jean Paul (1763-1825)


Berlino è la capitale della Repubblica Federale di Germania e sede del suo governo, ma allo stesso tempo è anche uno dei centri politici, culturali, artistici e scientifici più importanti d’Europa.

La città è situata nella parte orientale della Germania ed è una metropoli che conta più di 6 milioni di abitanti, sempre in continuo movimento ed in continua evoluzione.


Das Brandenburger Tor

La Porta di Brandeburgo è uno dei monumenti più importanti di Berlino, simbolo della città e della Germania unita. Fu realizzata tra il 1778 e il 1789 dall’architetto Carl Gothard Langhans, per volere del re di Prussia Federico Guglielmo II, per valorizzare il percorso Unter den Linden. La porta si ispira ai Propilei di Atene e rappresenta una delle creazioni più belle del classicismo tedesco.


La Quadriga venne realizzata nel 1794 da Johann Gottfried Shadow e in origine era guidata dalla dea della pace. Tuttavia, nel corso degli anni ha subito diversi spostamenti e nel 1806, Napoleone la requisì come bottino di guerra e la portò a Parigi. In seguito, dopo la battaglia di Waterloo, la Quadriga venne riportata a Berlino e qui fu rinominata “Victoria”, in onore della dea della vittoria.


Nel 1993, con l’avvento del nazionalsocialismo, la Porta ne divenne il simbolo, simbolo della completa fiducia del popolo nel fßhrer. Vi si tennero numerose parate naziste e discorsi di Hitler, mentre dall’edificio sventolavano bandiere raffiguranti la svastica.

In seguito, nel corso della Seconda Guerra Mondiale, la Porta venne gravemente danneggiata dai bombardamenti.


Nel corso della Guerra Fredda tra USA e URSS, Berlino venne divisa in due dal muro, proprio nei pressi della Porta di Brandeburgo, che divenne il simbolo della libertà rubata. Tuttavia, nel novembre dell’87, il presidente americano Raegan vi tenne il famoso discorso “Tear down this wall”, nel quale incitava il segretario generale Gorbachov ad abbattere il muro. Nel novembre del 1989 il muro venne finalmente abbattuto e gli abitanti poterono finalmente attraversare la Porta e sentirsi liberi. Dal 1990 ad oggi, la Porta è divenuta simbolo della Germania riunita, ma anche, e soprattutto, simbolo di pace.


Palazzo del Reichstag

Il palazzo del Reichstag è dove si riunisce il Bundestag, ovvero il Parlamento tedesco. Fu costruito per ospitare la Dieta Imperiale dell’Impero tedesco, ossia il Secondo Reich, che durò dal 1871 al 1918. L’edificio aprì le sue porte nel 1894 e rimase in funzione fino al 1933, anno in cui fu dato alle fiamme. Dopo la Seconda Guerra Mondiale cadde in disuso e a parte pochi interventi volti ad evitarne il crollo, non venne mai restaurato fino alla riunificazione della Germania, quando l’architetto di fama internazionale Norman Foster ne guidò i lavori di recupero, che finirono nel 1999.


Caratteristica del Reichstag è la sua magnifica cupola in vetro, costruita sul tetto dell’edificio e anch’essa progettata da Norman Foster, con l’intento di simboleggiare la riunificazione della Germania. Dalla cupola si ammira un panorama a 360 gradi di Berlino mozzafiato, mentre sotto si può osservare la Camera del parlamento tedesco. Nel cuore della cupola è presente una sorta di cono rovesciato ricoperto di specchi, che, al di là del fine estetico, serve a illuminare la stanza sottostante di luce solare, mentre lungo la sua superficie interna vi è l’accesso alla cima tramite un percorso a spirale.


Gendarmenmarkt


Il Gendarmenmarkt, letteralmente mercato dei gendarmi, è una delle piazze più grandi di tutta Berlino. Essa risale al 1700 e fu voluta dal Principe elettore di Brandeburgo Federico III. Qui erano stati accolti gli ugonotti cui era stato garantito asilo, con l’editto di Potsdam del 1685, dopo la loro espulsione dalla Francia. La piazza prende infatti il nome dal termine francese “gens d’armes” (gendarmi), un reggimento prussiano formato da soldati ugonotti.


La piazza è dominata da tre edifici storici: la Konzerthaus, la Cattedrale Francese e il Berliner Dom. La Konzerthaus, costruita nel 1821 sul sito di un più antico teatro, è di gran lunga uno dei teatri più importanti a Berlino ed è famosa per il suo splendore architetturale.

Il Berliner Dom è una cattedrale in stile nuovo barocco ed è la più grande chiesa della città. Nella cripta della cattedrale vi sono le spoglie di quasi 100 uomini illustri, fra cui il Grande Elettore e Federico I. La Cattedrale Francese o Franzosischer Dom, fu costruita nel 1705 per ospitare la comunità degli ugonotti berlinesi. Dalla sua torre di 70 metri si gode di un’ottima vista su tutta la città.


Museuminsel Il Museuminsel (isola dei musei) è un insieme di cinque musei: l’Altes Museum , il Neues Museum, la Galleria Nazionale, il Bode Museum costruiti e il Pergamon. Costruiti tra il 1824 e il 1930 su una piccola isola dello Sprea, il fiume cittadino, sono un luogo di grande valore culturale e architettonico e sono stati dichiarati Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco nel 1999. Questa “acropoli dell’arte” abbraccia l’evoluzione della concezione museale del 20° secolo e raccoglie opere e reperti che raccontano di seimila anni di arte. Molte provengono dalle collezioni private della famiglia reale prussiana e dal 1918 sono amministrate dalla fondazione Stiftung Preusschiscer Kulturbesitz (la fondazione responsabile del patrimonio culturale degli Hohenzollern).


Altes Museum

L’Altes Museum (1830) è il più antico museo tedesco, realizzato in stile neoclassico da Karl Friedrich Schinkel, per ospitare la collezione d’arte della famiglia reale di Prussia e per questo era conosciuto come “Königliches Museum”(Museo Reale) .

Oggi ospita le Antikensammlung (collezioni delle antichità) dei Musei statali di Berlino e il reperto più antico qui custodito è una scultura di bronzo proveniente da Rodi e risalente al 300 avanti Cristo, denominata “Il ragazzo che prega“. L’Altes Museum è uno degli edifici neoclassici più importanti di Berlino. Sulla facciata trovano posto 18 colonne ioniche, mentre all’interno vi sono due grossi cortili rettangolari e una stanza circolare a due piani, ispirata al Pantheon di Roma, al cui interno si trovano sculture di Dei dell’antichità.


Neues Museum Nel 1859, dopo la costruzione dell’Altes Museum, Federico Guglielmo IV di Prussia ordinò la realizzazione del Neues Museum, che avrebbe dovuto ospitare le collezioni egizie e preistoriche. Esso ospita il Museo Egizio di Berlino, con collezioni risalenti al 4000 a.C. e al periodo della dominazione romana. Il pezzo più importante è il busto della regina Nefertiti, eccezionalmente ben conservato e dai colori vivaci. Il busto è diventato rapidamente un’icona di fama mondiale per la capacità della scultura di esaltare la bellezza femminile.


Bode Museum

Satiro e Pantera, Bernini

Ballerina, Canova

Il museo è stato progettato dall’architetto Ernst von Ihne e completato nel 1904. Originariamente chiamato Kaiser-Friedrich-Museum in onore dell’imperatore Federico III, venne poi rinominato nel 1956 con il nome del suo primo curatore, Wilhelm von Bode. Il museo è contemporaneamente una collezione di sculture, di arte bizantina, gotica, barocca e rinascimentale, di monete e medaglie. Sono in mostra anche alcune sculture di importanti artisti italiani, tra cui opere dei Bernini e di Canova.


Pergamon Museum

Situato all’interno dell’Isola dei musei, comprende tre diverse realtà: la Collezione delle antichità classiche, il Museo delle antichità del vicino Oriente e il Museo di arte islamica. Il museo colpisce soprattutto per la monumentalità delle opere esposte al suo interno. Della Collezione delle antichità classiche fa parte l’altare di Pergamo o altare di Zeus, risalente al II secolo avanti Cristo e considerato uno dei principali capolavori di epoca ellenistica. Il fregio raffigura la Gigantomachia, la battaglia tra dei dell’Olimpo e giganti. Ciò che colpisce di quest’opera è la resa realistica della tensione e del movimento dei personaggi, i loro volti e le espressioni sempre di intensa partecipazione psicologica e di sofferenza, che accentuano il pathos della scena.


Porta di Ishtar

Il Museo dell’antichità del vicino Oriente è dominato, invece, dall’imponente ricostruzione della Porta di Ishtar, il grandioso portale interamente ricoperto con tasselli di ceramica blu, che nel VI secolo a.C. dava accesso alla città di Babilonia. Le mura sono decorate con leoni, draghi e tori, i simboli delle principali divinità babilonesi. Sul fondo, attraverso una parete trasparente, i visitatori possono comprendere come è stato possibile ricostruire la grande struttura a partire da piccoli frammenti.


La Gedächtniskirche (Chiesa della Rimembranza) è una chiesa di Berlino, situata nel quartiere di Charlottenburg. La chiesa originale venne costruita nel 1890, per volere di Guglielmo II, in onore del nonno Guglielmo I. Purtroppo, l’edificio venne gravemente danneggiato in un bombardamento nel 1943 e non è più stato ricostruito, ma è stato affiancato da architetture moderne costruite tra il 1959 e il 1963: il contrasto tra la rovine antiche e la parte moderna è una testimonianza degli orrori della seconda guerra mondiale.


Il Kurfürstendamm (spesso abbreviato in Ku'damm) è un viale di Berlino. Esso esisteva già nel 1500 e collegava la residenza dei regnanti con il castello di caccia di Grunewald. Successivamente, il cancelliere Bismarck decise di trasformarlo in un grande viale, elegante e lussuoso, che potesse fungere da vetrina per il paese. Di lì in poi, fino al ‘900, sulle strade laterali del Ku’damm furono costruite nuove abitazioni per la ricca borghesia tedesca. Con l’avvento del Nazionalsocialismo, il Ku’damm divenne la strada elegante della città, luogo di shopping, svago e incontri. Tutt’oggi, esso ospita negozi e caffè alla moda ed è divenuto un centro di mondanità e vita notturna.


Potsdamer Platz Potsdamer Platz è un'importante piazza berlinese, posta nel quartiere Tiergarten, al confine con Mitte. Dall'inizio del Novecento fino alla fine della II guerra mondiale, la Potsdamer Platz fu una delle piazze più trafficate e più vivaci dell'Europa. Durante il giorno era affollata di impiegati e segretarie, uomini d'affari e turisti da tutto il mondo. Di notte , diventava il centro del divertimento: c'erano cinema, teatri, bar, café e, per il traffico intenso fu installato qui, nel 1924, il primo semaforo di Berlino. Tuttavia, durante la II guerra mondiale la Potsdamer Platz fu bombardata pesantemente e, soprattutto dopo la costruzione del Muro di Berlino, divenne una zona sempre più deserta e abbandonata. Ciò nonostante, dopo la riunificazione della Germania nel 1990, questa zona si trasformò in pochi anni in un gigantesco cantiere, il più grande d'Europa, dove, sotto la guida dei più importanti architetti del mondo nacquero un nuovo centro finanziario, amministrativo e commerciale con le sedi della Daimler AG, della Sony, della Bahn AG (le ferrovie tedesche) e di altre multinazionali. In più cinema, teatri, un grande centro commerciale, un albergo di lusso, diversi bar e ristoranti.


Il grattacielo della sede berlinese dell'agenzia di rating "PricewaterhouseCoopers", ideato dall'architetto italiano Renzo Piano.

Il "Kollhoff-Tower", alto 103 metri con 25 piani, in stile newyorchese, ideato all'architetto tedesco Hans Kollhoff.

Il "Bahn-Tower" sede delle ferrovie tedesche, alto 103 metri con 26 piani, ideato dall'architetto tedesco Helmut Jahn.


Sony Center


Gemäldegalerie

La Gemäldegalerie (galleria della pittura), nota anche come “museo degli antichi maestri”, è una delle principali collezioni di pittura europee, con opere che spaziano dal Duecento al Settecento, di artisti come Botticelli, Dürer, Rembrandt, Rubens e Tiziano.

Nelle 53 sale del nuovo Kulturforum di Potsdamer Platz, progettato nel 1997, oltre 3000 opere sono esposte in ordine cronologico e suddivise per epoca, genere e scuola. In totale il museo vanta 7000 mq di spazio espositivo e nella sola galleria principale sono esposti oltre 900 capolavori. Il museo custodisce una delle raccolte più significative a livello mondiale, con opere di artisti europei dal XIII al XVIII secolo, quali Botticelli, Raffaello, Mantegna, Lippi, Tiziano, Caravaggio, Antonello da Messina, Van Eyck, Petrus Christus, Dürer, Rubens, Vermeer e Rembrandt.


Scuola italiana alla Gemäldegalerie

Adorazione dei Magi, Masaccio

Amor vincit omnia, Caravaggio

Crocifissione, Giotto


Un tuffo nella memoria…


Holocaust-Denkmal

Il Memoriale per gli ebrei assassinati d'Europa conosciuto anche come Memoriale dell'Olocausto è un memoriale situato nel quartiere Mitte di Berlino, progettato per commemorare le vittime della Shoah. Esso è composto da un campo di 2.711 stele, dalla forma simile a delle sepolture e leggermente inclinata, per disorientare e l'intero complesso intende rappresentare un sistema teoricamente ordinato, che fa perdere il contatto con la ragione umana in un'angosciante solitudine. Al suo interno vi è il Centro d'Informazione dove è raccolta tutta la documentazione riguardante persone e famiglie vittime dell’olocausto - con testimonianze autentiche – e dati che permettono di comprendere meglio la vastità del genocidio, non solo in Germania ma in tutta Europa. Il Centro vuole rappresentare un punto di riferimento centrale per tutti i luoghi della memoria che si trovano sul territorio tedesco.


Stolpersteine – Pietre d’inciampo


Le Stolpersteine sono targhe commemorative d’ottone, poste sul selciato di fronte alle case dove vivevano gli ebrei che furono poi deportati nei campi di concentramento e di sterminio tra il 1940 e il 1945, e che ne ricordano nome, cognome, data di nascita e di morte.

La maggior parte delle pietre d’inciampo è posta a ricordo di ebrei, ma non mancano rom, omosessuali, neri, testimoni di Geova, disabili fisici e mentali, oppositori politici o disertori, in un percorso che dà vita al più grande memoriale sull’Olocausto al mondo. Il termine non vuole intendere che si possa inciampare realmente in queste pietre, che sono anzi inserite nel normale selciato, ma piuttosto vuole indicare un inciampo metaforico dello sguardo e dei pensieri durante una passeggiata cittadina, spostando la memoria dell’Olocausto da giorni e luoghi specifici alla vita quotidiana degli abitanti delle città.


. Memoriale di Plötzensee

Il Memoriale di Plötzensee è un luogo di commemorazione nel silenzio; qui, infatti, tra il 1933 e il 1945, furono giustiziate quasi 3.000 persone sulla base di sentenze ingiuste da parte del sistema giudiziario del regime nazionalsocialista. La stanza nella quale ebbero luogo le esecuzioni capitali, è oggi un luogo di commemorazione. Qui vennero eseguite 2891 condanne a morte, condanne che colpirono anche i membri della Rote Kapelle (Orchestra Rossa),, coloro che avevano preso parte al colpo di stato fallito del 20 luglio 1944 e i membri del gruppo di resistenza "Kreisauer Kreis". Tra le vittime ci furono anche più di 300 donne che, per l'esecuzione capitale, vennero portate dal carcere femminile Barnimstraße a Plötzensee.


Jüdisches Museum Lo spettacolare Jüdisches Museum (Museo ebraico) di Daniel Libeskind è considerato un monumento alla storia sociale, politica e culturale degli ebrei in Germania . Esso rappresenta una sintesi architettonica dell’identità culturale di questo popolo, ma è anche, e soprattutto, un invito alla riconciliazione – fisica e spirituale – della città di Berlino con l’Olocausto. La mostra permanente, inaugurata nel 2001, descrive oltre 2000 anni di storia ebraica, dall’epoca Romana a oggi, suddividendo l’esposizione in 14 sezioni, che documentano lo sviluppo della vita degli ebrei in Germania nel corso dei secoli, dal punto di vista artistico, culturale e scientifico. Al momento dell’apertura l’edificio era vuoto, in modo da consentire ai visitatori di apprezzare prima di tutto il simbolismo estetico dell’edificio. Il nome del progetto era “Between the lines” (tra le righe). L’idea di partenza, infatti, era quella di due linee: la prima composta di sezioni frammentate; la seconda, invece, tortuosa ma continua, senza fratture. In questo modo Libeskind rappresentava visivamente la coesistenza di due elementi: da una parte la frammentazione, dall’altra la continuità, la speranza; gli ebrei e i tedeschi; l’est e l’ovest; la tradizione e il presente.


Le installazioni d’arte arricchiscono il museo. La più toccante è forse quella dell’israeliano Menashe Kadishmar che prende il titolo di “Shalechet”, foglie cadute. Sono cerchi di ferro arrugginito lavorate a forma di facce. Ce ne sono più di diecimila e, gettate a terra alla rinfusa, simulano un enorme fiume di grida silenziose. Il silenzio viene proprio interrotto dai visitatori che camminando sopra questa distesa di facce dalla bocca urlante producono un suono metallico, cupo, freddo.


Tre diversi assi, ognuno espressione di un tema, connettono il punto di arrivo con altrettante parti del complesso: c’è l’asse dell’Esilio il cui fulcro è un’area composta da 49 colonne di cemento che disorientano volutamente il visitatore. L’esilio è infatti lo sradicamento continuo di certezze, luoghi e non solo. 48 rappresentano il 1948, anno di nascita dello stato di Israele, mentre la 49esima è Berlino. Sulla sommità delle colonne piantine d’ulivo sorgono come richiamo alla speranza e alla pace.


La Torre dell'Olocausto è posta alla fine dell'asse della morte e vi si accede aprendo una porta spessa e molto pesante. Ăˆ una struttura completamente vuota, buia, non climatizzata (dunque fredda d'inverno e calda d'estate), che viene illuminata solo dalla luce indiretta del giorno che penetra da una stretta feritoia posta in alto. Lo spazio diventa claustrofobico, generando sofferenza e inquietudine Impossibile vedere fuori e capire dove si è, tutto fa pensare di trovarsi in una gigantesca tomba o in una prigione simile a quella di un campo di concentramento, per non pensare addirittura ad una camera crematoria. Simbolica una scaletta metallica a circa due metri e mezzo dal pavimento usata per la manutenzione della copertura (mezzo di salvezza ma irraggiungibile come lo è stata per molti) e i fori nella parete per far entrare l'aria.


Infine il percorso prosegue lungo l’asse della Continuità che rappresenta il presente e il futuro; grazie ad una scala che consente di raggiungere i livelli superiori ha inizio la mostra vera e propria oltre alla simbolica rinascita del popolo ebraico dopo il secondo conflitto mondiale. Una strada in salita, ma in ogni caso densa di fiducia e buone aspettative. Qui è esposta una moltitudine di oggetti appartenenti agli ebrei tedeschi, foto, diari, lettere e altro. Strette e lunghe gallerie che curvano bruscamente tra continui zig zag trasmettono come sempre perdita e smarrimento; intorno ad esse prendono forma spazi vuoti come consapevole riflessione di ciò che rimane dalla distruzione della vita ebraica. Il vuoto tenta, suo malgrado, di spiegare l’impossibilità di colmare decenni di dolore e sofferenze.


Il muro..

In seguito allo scoppio della Guerra Fredda tra Stati Uniti e Unione Sovietica, le due potenze decisero di dividere la Germania in due stati:. a est la Repubblica Democratica, un regime comunista controllato dall’URSS; a ovest la Repubblica Federale, un paese Democratico alleato delle potenze occidentali. Tuttavia, la città oltre ad essere geograficamente divisa in due, si presentava sotto due realtà economiche, sociali e culturali completamente differenti e contrastanti. In particolare, mentre la parte orientale si trovava a vivere il periodo del “miracolo economico”, la parte orientale riversava in condizioni di vita critiche, con una conseguente fuga di migliaia di giovani verso la parte occidentale.


Per questo motivo, nel 1961 i dirigenti della Germania comunista decisero di erigere un Muro che divideva la parte orientale da quella occidentale. Filo spinato, corrente ad alta tensione, cemento armato e torrette di controllo comparvero improvvisamente nel centro di Berlino, dividendo a metĂ scuole, palazzi, persino cimiteri. Da quel momento nessuno potĂŠ piĂš passare a Ovest senza un regolare permesso. I soldati ricevettero, inoltre, l'ordine di sparare su tutti quelli che cercavano di attraversare la zona di confine che con gli anni fu attrezzata con dei macchinari sempre piĂš terrificanti, mine anti-uomo, filo spinato alimentato con corrente ad alta tensione, e addirittura con degli impianti che sparavano automaticamente su tutto quello che si muoveva nella cosiddetta "striscia della morte".


Tuttavia, nel novembre del 1989, in seguito al crollo dei regimi comunist, migliaia di abitanti scesero in piazza per protestare in favore dell’abbattimento del muro. Nel tardo pomeriggio di giovedì 9 novembre gli abitanti della città iniziarono la conquista e l’abbattimento del Muro: da Est e da Ovest migliaia di persone si arrampicarono sul Muro per abbracciarsi, ballare, festeggiare. Preso a picconate, raschiato, martellato, il Muro mostrò i primi squarci e nel giro di alcune settimane si era trasformato in un cumulo di macerie.


9 novembre 1989


Il muro oggi



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