Guida Pompei

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Pompei



Cultura



Le origini Pompei ha origini antiche quanto quelle di , infatti la discendeva da uno dei primi popoli italici, gli . Solo dopo la metĂ 'e0 del VII secolo a.C., un primitivo insediamento si dovette stabilire sul luogo della futura Pompei: forse non un abitato vero e proprio, ma piĂš probabilmente un piccolo agglomerato intorno al nodo commerciale che vedeva l'incrocio di tre importanti strade, ricalcate in piena epoca storica dalle vie provenienti da Nola, da Cuma e da Stabia. In quanto luogo di passaggio obbligatorio tra nord e sud, presto Pompei divenne una preda per i potenti stati confinanti, data la sua importanza come nodo viario e portuale. Venne conquistata una prima volta dalla colonia greca di tra il e il riporta che Pompei fu conquistata dagli , notizia che alla luce dei recenti scavi diventa sempre piĂš attendibile.



Nell'area del tempio d' e presso le Terme Stabiane sono state rinvenuti numerosi frammenti di bucchero, alcuni addirittura con iscrizioni etrusche graffite; sempre nella zona delle Terme, inoltre, è venuta alla luce una necropoli del VI secolo a.C. Le prime tracce di un abitato d'una certa importanza risalgono, a Pompei, al VI secolo a.C., anche se in questo periodo la città , ancora piuttosto piccola, non rivela l'esigenza di servirsi d'un piano regolatore e sembra il risultato di un aggregarsi d'edifici piuttosto disordinato e spontaneo.



La battaglia persa dagli Etruschi nelle acque di fronte a Cuma contro Cumani e Siracusani (metà del V secolo a.C.), portò Pompei sotto l'egemonia greca. Probabilmente a questo periodo risale la fortificazione dell'intero altopiano con mura di tufo che racchiudevano oltre sessanta ettari, anche se la città vera e propria non raggiungeva nemmeno i dieci ettari d'estensione. Nel II secolo a.C. la coltivazione intensiva della terra e la conseguente massiccia esportazione di vino e olio portarono nella città grande agiatezza ed un alto tenore di vita: basterebbe ricordare la ricchezza di alcune case ed il loro lussuoso arredamento. La Casa del Fauno, ad esempio, può rivaleggiare in ampiezza (quasi 3000 m²) persino con le più famose dimore reali ellenistiche.



Allo scoppio della guerra sociale (91 a.C.) Pompei fu alleata contro Roma, insieme ad altre città della Campania, nel tentativo d'ottenere la piena cittadinanza romana. Ma era impossibile resistere alla superiore forza militare di Roma: nell'89 a.C. Silla, dopo aver fatto capitolare Stabia, partì alla volta di Pompei, che tentò una strenua difesa rinforzando le mura cittadine ed avvalendosi dell'aiuto dei Celti capitanati da L. Clutentius. Ogni tentativo di resistenza risultò vano e ben presto la città cadde. Nell'80 a.C. entrava completamente e definitivamente nell'orbita di Roma e Silla vi trasferì una colonia di veterani che prese il nome di Colonia Venerea Pompeianorum Sillana. L'assegnazione di terre ai veterani avvenne certo a danno della gentes che avevano più aspramente avversato Silla. Ciononostante, le vicende politiche e militari non influirono in maniera determinante sul benessere e sull'intraprendenza commerciale dei Pompeiani (volta soprattutto all'esportazione dei vini campani) che interessava zone anche molto remote. Per la salubrità del clima e l'amenità del paesaggio, la città ed i suoi dintorni costituirono anche un piacevole luogo di villeggiatura per alcuni ricchi Romani, compreso Cicerone che vi possedeva un fondo.



Le fonti sono piuttosto avare di notizie riguardo alla vita di Pompei nella prima etĂ imperiale. Solo ricorda come un fatto clamoroso la nel nell', che spinse a proibirvi, per dieci anni, ogni spettacolo gladiatorio. Nel 62 la cittĂ fu scossa da un terremoto: al momento dell'eruzione del 79 molti edifici erano ancora in ricostruzione.



:: Dopo l'eruzione Dei reperti bizantini forniscono la prova che esisteva anche un insediamento piccolo nel Medioevo. Il Pompei moderno fu fondato dopo la costruzione del Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei.Il Santuario fu consacrato nel 1891. Personaggio di assoluto rilievo fu Bartolo Longo, proclamato beato il 26 ottobre 1980 da papa Giovanni Paolo II. Per volontà sua fu eretto il Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei, ora Basilica Pontificia, ricca di ex voto, la quale costituisce una delle mete italiane più frequentate "per grazia ricevuta", in esso è conservata la tela seicentesca della scuola di Luca Giordano raffigurante la Madonna di Pompei.



Un intenso pellegrinaggio si verifica in occasione delle due suppliche alla Madonna l'8 di maggio e la prima domenica di ottobre. Si devono a lui altre due opere a favore di persone bisognose, due strutture destinate all'accoglienza dei figli e figlie di persone carcerate. Per decreto, firmato il 9 gennaio 2004, dall'allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, Pompei è stata elevata al rango di città. Sono almeno otto milioni all’anno i turisti di Pompei: circa quattro milioni vi giungono per visitare gli Scavi ed oltre quattro per visitare il 7 molto Santuario (stima prudente: infatti è più attendibile una tra cinque e sei milioni per il solo Santuario).





:: Il Vesuvio e la valle del Sarno Pompei ha due elementi fortemente caratterizzanti:il Vesuvio e il fiume Sarno. IL VESUVIO. L’alta mole del Vesuvio(m 1186) è l’unico vulcano ancora attivo in tutta l’Europa continentale. Oltre al Vesuvio formatosi a seguito dell’eruzione del79 a.c., un altro e più antico cratere,il Monte Somma (m 1132). Dagli attuali abitanti della regione,pur, conoscendo pienamente il rischio vulcanico, la occupano stabilmente e con densità fittissima. I pompeiani, mostrano di aver considerato piuttosto il Vesuvio, un gigante buono. IL FIUME SARNO. Altro elemento contraddistintivo della regione pompeiana è il fiume Sarno, che dà alla terra resa straordinariamente fertile dalle ceneri vesuviane la necessaria irrigazione,fornendo inoltre alla popolazione la principale risorsa d’acqua. Il fiume Sarno da dieci distinte sorgenti,esse danno origine a tre corsi d’acqua (Foce,Palazzo e San Marino)che si uniscono in successione all’Affrontata. Dopo un percorso di 24Km lungo la valle che da esso prende il nome, il Sarno sfocia a mare in prossimità dell’isolotto di Rovigliano. Prima dell’eruzione del 79’ il suo corso doveva essere quindi ad andamento molto più lineare e posto leggermente più a nord dell’attuale. In località Foce, a Sarno sono stati messi a vista i resti del teatro con marcate analogie architettoniche con l’Odeion di Pompei e con il teatro di Pietrabbondante. Tale santuario,doveva essere il luogo sacro delle città che facevano capo alla confederazione osca di Nocera, che considerava il fiume una divinità.



Il Sarno nel suo corso riceve attualmente due affluenti di sinistra,a carattere torrentizio:il Solfrana e il Cavaiola. Il primo,detto anche Saltera e poi fino all’ottocento Torrente dei corvi,roviene dalle montagne di Serino,nell’apparato appenninico,il secondo dalla gola di Cava. Quest’ultimo chiamato Fluminario nelle carte medievali,doveva passare in antico all’interno stesso della città di Nocera per pi spagliare nelle campagne. Il Solofrana è invece nelle carte medievali indicato direttamente con lo stesso nome del Sarno,ossia Drago,Dragone,Dragon izio,Dragoncello,utilizza to per alimentare mulini nell’alto Medioevo,in età antica venisse assimilato direttamente dal Sarno. Il Sarno,attualmente è il fiume più inquinato d’Europa,perché convergono in esso gli scarichi delle concerie di Solofra e che dipinge in estate il mare in cui sfocia di un acceso e maleodorante color rosso,dovuto ai residui della trasformazione conserviera del pomodoro.



:: La valle del Sarno L’abbondanza e il numero dei raccolti (anche cinque all’anno)consentono la polverizzazione della proprietà fondiaria,permettendo l’agiato vivere di famiglie che coltivano anche estinzioni minori ad un ettaro. Le fonti antiche fanno menzione di alcuni prodotti quali il cavolo e le cipolle.



:: La linea costiera Pompei era posta quasi al centro dell’arco costiero del golfo di Napoli,che per il suo profilo fortemente rotondeggiante era indicato dagli antichi come “Cratere”.La terrazza vulcanica sulla quale Pompei era fondata ,si spingeva più in avanti sul mare. Pompei celebre città della Campania,verso la quale convergono da un lato il litorale stabiano e sorrentino,dall’altro quello ercolanse. Essa ce la raffigura come su un promontorio lambito su un lato dal mare aperto,dal’altro da una baia. Si noti che la vista che si poteva abbracciare da Pompei sul mare è una delle più amene,spaziando dalla penisola sorrentina e dal capo Ateneo,(promontori um Menervae) all’isola di Capri e ancora a quelle di Ischia e Procida,e poi al capo Miseno e al litorale napoletano,fino a rivolgersi all’insenatura aplontina,dietro la quale si vede stagliarsi maestosa la sagoma inconfondibile del Vesuvio.



::Monti Lattari La catena montuosa che chiude a sud valle del Sarno è quella dei monti Lattari,si protende nel mare a dividere il golfo di Napoli da quello di Salerno originando così la penisola sorrentina,chiamata,sul golfo di Salerno costiera amalfitana. E’ formata da numerose vette che superano i metri,tra cui ben visibili da Pompei il monte Faito,proprio a ridosso di Stabia,il monte Cerreto,il più alto gruppo,a ridosso di Angri,e il monte Albino,più prossimo a Pagani e Nocera Inferiore,sul quale si apre il valico di Chiunzi,principale via di comunicazione tra la valle e il versante amalfitano.




:: Il contrafforte preappenninico Verso est e sud-est la valle è chiuso,a dalla dorsale preappenninica. Essa si staglia sulla pianura del Sarno in corrispondenza dell’abitato di Canello,lasciando un largo passaggio tra sé e il Vesuvio,a controllo del quale sembra appunto creata a controllo del più stretto passaggio formato dalla gola che separa i due gruppi montuosi.

:: Caratteristiche di antropizzazione All’interno di tale sistema geografico è possibile riconoscerne l’origine precipua delle diversità insediate riscontrabili nella zona in età antica. L’area urbanizzata di Pompei,rispondente a precise ragioni strategiche di controllo del territorio come abbiamo visto,veniva ad interrelarsi con altre realtà ben delineate di occupazione del suolo.

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::Il borgo marinaro Là avvenivano le attività connesse alla pesca,importanti nell’economia pompeiana,dl momento che la produzione locale del garum,la salsa ottenuta dalla salamoia del pesce azzurro,era molto apprezzata e costituiva una voce all’attivo della bilancia commerciale.

:: Il pugus augustus suburbanus Sono una costante topica della letteratura scientifica tendeva a collocare geograficamente tale pagus nell’area dell’attuale Boscoreale,a nord di Pompei. Se si osserva allora ilo nome del pagus si noterà che esso reca in equivoco all’appellativo Felix,propriodi Silla,e ciò dà pertanto una indicazione molto chiara circa la sua costituzione amministrativa effettuata al momento della colonizzazione sillana. L’appellativo Augustus rimanda invece ad un successivo momento,verosimile quando il nuovo potere imperiale che si andava formando su basi costituzionalmente non certo impeccabilmente definite suggerirono ad Ottaviano piuttosto un suo consolidamento attraverso una politica attenta a controllare e legare a sé come supporto basilare innanzitutto le città.

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:: Le villae marittimae Più propriamente legate a quella visione che i Romani ebbero della Campania Felix,come luogo di soggiorni irreperibili,tra esplosione di bellezze naturali,salubrità climatica,dovizia e prelibatezza di cibi al cospetto di paesaggi variegati assolutamente unici,appaiono quelle ville dichiaratamente di lusso sfarzoso,costruite lungo tutto l’arco del golfo di Napoli,divenuto sul finire della repubblica il luogo più ricercato dall’aristocrazia.

:: L'utilizzo del territorio Le analisi dei pollini,dei semi,dei legni,dei solchi di vegetazione,delle porche,dei fori lasciati dalle radici di alberi e di piante,di tutte le risultanze,cioè,che le caratteristiche eccezionali di seppellimento della zona hanno permesso di recuperare,unite alla letture dei brani degli autori antichi e delle iscrizioni,hanno permesso di tracciare un quadro non del tutto approssimativo delle forme di utilizzo del territorio. In particolare,per ricostruire non solo la geomorfologia dei luoghi,ma anche il loro uso,valido strumento di indagine si sono rivelate le centinaia e centinaia di saggi esplorativi.



::La fascia costiera I luoghi cordoni dunali posti in prossimità del mare erano orlati di pinete in cui allignavano soprattutto la Pinus pinea e la Pinus halepensis,mentre i larghi meandri che il Sarno formava in prossimità della foce vedevano la presenza la presenza di estesi canneti,che fornivano la materia prima per le “incannucciate” largamente utilizzate in edilizia nelle controsoffittature dei tetti o per leggere pareti divisorie o anche come recinzione delle aiuole. Via via che si risaliva il corso del fiume,invece,si incontravano boschi dominati dalla presenza dell’Anlus cordata.

:: L'agro pompeiano La distesa pianeggiante solcata dal Sarno era coltivata prevalentemente ad ortaggi che si alternavano a vigneti disposti ad alberata,ossia legati ad olmi e pioppi che mantenevano alte le viti rispetto al suolo fortemente umido. Le fonti antiche espressamente ricordano alcuni prodotti che gli agricolae coltivano nell’agro pompeiano. Come particolarmente meritevoli di citazione. Innanzitutto i cavoli ,coltivati nella “deliziosa palude di Pompei,vicina alle salinedi Ercolano”.



:: La fascia pedemontana Lungo le prime pendici del Vesuvio i terreni seminativi orticoli cedevano il passo a quelli cerealicoli,che si alternavano ai pascoli. Tra le colture cerealicole sono documentate quella dell’orzo,del farro,dell’avena,del miglio,oltre a quella del frumento vero e proprio,sia duro tenero,impiegato nelle numerose panetterie per la confezione di pani,anch’essi rinvenuti in un discreto numero,o per la produzione di focacce e dolci,presupposti dal rinvenimento di numerosi stampi di pasticceria.



Arte



:: L'anfiteatro Posto all’estrema periferia della città, è il più imponente degli edifici pompeiani. L’edificio venne costruito da magistrati che alcuni anni prima si preoccuparono dell’edificazione dell’Odeion su suolo donato dalla colonia.Esso è uno dei più antichi edifici del genere che ci siano conservati. Capace di oltre ventimila posti, poggiava sull’angolo sudorientale delle mura, e su un terrapieno ricavato scavando nell’area dell’arena. Il terrapieno supportava la tribuna ed era sostenuto da un muro a scarpa con contrafforti raggiera, sui quali erano impostati degli archi ciechi a sorreggere l’ambulacro d’accesso alla summa cavea. Alla media e ima cavea si accedeva da alcune gallerie voltate, collegate ad un corridoio anulare coperto, dal quale, attraverso i vomitoria, si saliva all’aperto ai posti a sedere. Nell’ ima cavea erano ricavati veri e proprio palchetti separati, destinati ai maggiorenti cittadini. Due porte si aprivano sull’asse maggiore dell’arena. Da quella Triumphalis entrava la pompa, dalla Libitinensis venivano portati via i gladiatori e gli animali morti.



:: Teatro grande Di pura impronta ellenistica venne ricavato sullo scoscendimento della collinetta formata da una colata lavica di età preistorica sulla quale era stata impiantata Pompei e venne successivamente ampliato e abbellito in età augustea. La cavea era collegata alla scena mediante le parodoi, i due ingressi laterali in opera incerta con ammorsature in laterizio, che immettevano nell’orchestra, lo spazio originariamente riservato al coro e ai movimenti coreutici nel quale era stato sistemato un bacino per raccogliere le spansiones, spruzzi di acqua profumata che adduttori provvedevano a far cadere da un serbatoio posto sulla sommità dell’edificio. Dall’orchestra mediante tre scalette si saliva sul proscenio, dov’era la canaletta nella quale si faceva scendere il sipario all’inizio dello spettacolo. La scaenae frons era articolata in una nicchia absidata centrale e due nicchie rettangolari laterali ornate di colonne e statue. Su di essa si aprivano tre porte dalle quali avveniva l’ingresso e l uscita degli attori dal postscaenium. La cavea aveva nella sua parte inferiore, l’ima cavea, quattro gradini molto larghi a bassi sui quali trovavano posto i bisellia, i sedili riservati ai magistrati , ecc..



:: Teatro piccolo Ad un altro genere di spettacoli ,quelli lirici,era invece consacrato l’odeion,teatro piu’ piccolo e raccolto , che, a differenza del primo, era anche coperto. La presenza del tetto condiziono’ la forma cavea, ma con i filari alti interroti ai laterali per permettere la caduta del doppio spiovente . La costruzione venne realizzata in opera quasi reticolata, con ammorsatura in laterizi. L’odeion non differisce di molto dal teatro grande nella struttura,presentando ugualmente le paragoi laterali sormontate dai tribunalia e la cavea a settori con la proedia,lo spazio riservato ai maggiorenni, con i gradini bassi e larghi,ma l’orchestra molto piccola,che qui’ come detto e’ un perfetto emiciclo. Dai laterali della proedia,quattro gradini semicircolari,con andamento contrapposto quello della cavia in maniera da formare un piacevole effetto sinuoso, permettevano di salire al corridoio di passaggio ai posti superiori, munito di balaustra che lo divideva dalla proedia e che ai terminali recava scolpita una zampa ferina alata. In frontescenio era rettilineo aveva tre larghe porte al centro, mentre due altre porte laterali erano state murate.



:: Il quadriportico dei teatri Il grande spazio porticato posto alle spalle del teatro grande, è uno dei più belli e antichi esempi di porticus post scaenam su suolo italico. Costruito nel I secolo a.C.,verosimilmente in concomitanza con la realizzazione dell’odion, dovette avere tuttavia un completamento considerevole dopo il 62 a.C., quando lungo il suo perimetro venne costruita su due piani una serie di ambienti, in larga misura collette poste una accanto all’altra. Venne utilizzato come punto d’acquartieramento delle famiglie di gladiatori che venivano in città, dal momento che sono state rinvenute in alcune cellette armi e stoffe da parata.

:: Il foro triangolare Il foro triangolare aveva il suo ingresso monumentale sul lato nord, dove erano stati eretti i propilei con colonne ioniche. Il foro triangolare essendo come si è detto il teatro giustificato in origine dalla mentalità romana solo come luogo connesso con le celebrazioni religiose e quindi in stretta connessione con un santuario, si protendeva fisicamente con uno scalone ad est giù verso la porticus post scaenam, il “foyer” dei teatri, e si apriva direttamente con un vestibolo laterale sull’accesso superiore del teatro grande.



:: Suddivisione delle terme :: Terme Stabiane :: Terme del foro :: Terme centrali :: Terme del Sarno :: Terme suburbane :: Terme di Giulia Felice



:: Le terme Altro consueto luogo di incontro dei cittadini erano gli edifici termali, di proprietà sia pubblica che privata, nei quali si consumava uno dei più tradizionali riti della società romana, quello del bagno caldo e freddo, pausa di relax pomeridiano al termine dei negotia della giornata. A differenza dei greci, i romani ebbero una vera e propria predilezione per i bagni, che consumavano come un rito collettivo, destinando ad essi appositi impianti, spesso di impiego architettonico veramente straordinario. L’aria calda veniva incanalata sotto il pavimento dell’ambiente, in modo da riscaldare dei blocchetti di terracotta, le suspensurae, impilati uno sull’altro e intervallati in maniera regolare sì da poter sorreggere il pavimento soprastante. L’aria calda, salendo verso l’alto, si veniva ad insinuare in un’ intercapedine lasciata nelle pareti inserendo tra murature e stucco delle tegole cosiddette mammatae, cioè forniture di peduncoli sporgenti come mammelle. Questi, costituendo gli unici loro punti di contatto con la muratura stessa, creavano una vera e propria cavità nelle pareti. L’ambiente tutto finiva per essere una sorta di immenso termosifone.



Religion



:: Il Santuario Il Santuario di Pompei è costituito da una peculiare identità giuridica e pastorale: in un modesto spazio di territorio convivono la Prelatura Territoriale e la Delegazione Pontificia per il Santuario e le Opere di carità. Due realtà, che conservano una intrinseca autonomia. Ma che operano insieme nella pastorale per il territorio, nel servizio di carità a favore delle Opere sociali e nell’accoglienza ai pellegrini che ogni giorno accorrono nella città di Maria. Presiede la comunità l'ArcivescovoPrelato e Delegato Pontificio, Mons. Carlo Liberati, originario di Matelica (MC).



La comunità si intitolò al SS. mo Salvatore, nell’ambito della Diocesi di Nola e, crescendo, divenne Parrocchia assai fiorente, arricchita con Bolla Pontificia del privilegio del Patronato dei Capi di Famiglia. Attualmente, tale privilegio è cessato per rinuncia da parte del popolo, in data 10 ottobre 1966. Lo splendore della comunità cristiana e del Casale detto di Valle (così si chiamò la rinata cittadina) si eclissò, nel secolo XVII, a seguito di inondazioni del Sarno, provocate dalla cattiva amministrazione feudale. L’epidemia della peste spazzò via ogni superstite segno di vita tra la popolazione.



Nel 1840, avendo la popolazione raggiunto il numero di 300 e più unità, Mons. Gennaro Pasca, Vescovo di Nola, per venire incontro alle esigenze pastorali della nuova comunità, chiese ed ottenne con Decreto Regio di Ferdinando II (18/3/1840) la piena reintegrazione della Parrocchia nella sua specifica missione della cura d’anime. Nel 1843, con voto popolare, veniva eletto il primo Parroco della rinata Valle di Pompei: don Giovanni Cirillo. Nel 1872 Bartolo Longo è a Pompei. Qui, in località Arpaia, all’inizio di ottobre, in una straordinaria esperienza spirituale sente la sua chiamata all’apostolato del Rosario.

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Curiosit



:: Pompei in età arcaica Il primo nucleo concentrato di abitazioni sorse in quella che noi avremmo chiamato la regione VII, intorno ad un’area pubblica destinata a luogo di scambi, di commercio, di attività civili religiose, nel Foro. Il centro storico della città mantenne anche in epoca posteriore il proprio originario impianto, fatto di viuzze strettissime e ad andamento tortuoso. Scavi moderni effettuati nella regione VI, nella Casa della Colonia Etrusca ed in aree limitrofe, hanno mostrato anche lì l’esistenza di un santuario campestre d’età arcaica, in zona ossia non ancora urbanizzata.

:: Pompei in età Sannitica Misteriose restano ancora le successive fasi di sviluppo avute da Pompei in età sannitica. Anche se non è possibile delineare con precisione le epoche e gli avvenimenti che hanno condizionato, si è riusciti tuttavia ad individuare almeno tre diversi momenti di evidente espansione dell’abitato, effettuati secondo logiche diverse e con piani regolatori differenziati.



::L'organizzazione urbanistica Al termine del suo processo secolare di sviluppo, Pompei appare come una città strutturata su basi razionali di organizzazione urbanistica che, sia pure in vari momenti e con progetti diversi, inglobano il precedente centro storico, dalla formazione prevalentemente spontanea, all’interno di una maglia rigidamente ortogonale.

:: L'estensione del territorio Dalle porte urbiche si dispartivano le vie di collegamento con le altre città , con il pago marittimo e con gli altri pagi del con contado, lungo le quali erano le necropoli. All’esterno delle mura civiche, infatti, si apriva il territorio extraurbano delle città , costellato da numerosissime fattorie o da vere e proprie ville.



:: Villa dei Misteri A circa duecento metri dalla porta Ercolano, lungo la strada che da li si dirigeva verso Oplontis, si erge la villa che un salone dipinto con scene del rito dionisiaco ha reso universalmente famosa con il nome di Villa dei Misteri. La villa aveva il quartiere abitativo principale dalla parte rivolta verso il mare, su cui si affacciavano gli ambienti padronali, nonché due stanze d’angolo a un solo letto, con finestre anche verso il giardino, che vennero aggiunte alla costruzione in età augustea. Al centro degli appartamenti che costituivano la pars urbana della villa, ossia la zona residenziale, era l’atrio, la cui decorazione, in pregiatissimo rosso cinabro, ora anneritosi creava l’effetto di lastre marmoree, su cui erano riprodotti anche paesaggi nilotici.



Seconda Universita degli Studi di Napoli Facolta di Architettura "Luigi Vanvitelli" Corso di Laurea in Disegno Industriale per la Moda "Design Multimediale" Progettazione di una guida turistica per la citta di Pompei A.a. 2009/10 Prof.ssa L. Carlomagno Prof.ssa C. Imperati

Studente Lucia Angela Testino Matr. 803000547


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