Provincia di Perugia
Festival
dell’
Teatro del Pavone
Umbria
Prima edizione
Perugia Teatro
del
dedicato a musica, liuteria e cultura della chitarra classica
Pavone
ÂĄGuitarra!
Stagione
di concerti la chitarra e i suoi interpreti
Sabato 26 novembre 2011, ore 18.00 Stefano Grondona Sabato 3 dicembre 2011, ore 18.00 Paul Galbraith Sabato 14 gennaio 2012, ore 18.00 Carles Trepat Sabato 28 gennaio 2012, ore 18.00 Stefano Grondona & Laura Mondiello Guitar Duo Direzione Artistica M° Stefano Grondona
ÂĄGuitarra!
Introduzione
Fra i molti meriti che il Festival ¡Guitarra! può vantare già solo per il suo semplice proporsi all’attenzione della platea umbra c’è quello della dimostrazione d’affetto per eccellenza verso la terra che ospita i concerti: il suo scriversi, nel titolo e in tutti i corredi d’impaginazione, in lingua italiana. L’unica contaminazione linguistica, inoltre, è di rigore se si pensa che, anche nella mentalità corrente, l’associazione fra lo strumento e la terra spagnola è immediata e costante fra le generazioni: ¡Guitarra! è subito sinonimo di corde tese su una cassa armonica da cui si sprigiona un motivo dominante, esistenziale, di lento abbandono e di intellettuale nostalgia verso ciò che siamo stati, nelle nostre azioni, nei sentimenti, negli affetti. E la Spagna, i suoi compositori novecenteschi, i suoi maestri, sono stati particolarmente efficaci nel dare al suono della chitarra l’ombrosità splendente della loro terra, nell’imprimere a quel suono la marca mediterranea per eccellenza, con la quale la stessa cultura italiana si è a lungo confrontata senza perdere le sue peculiari caratteristiche quanto a pratica e ad uso dello strumento cordofono. Da questa atmosfera di sensazioni e di rimandi emozionali che albergano in ognuno di noi nasce il Festival ¡Guitarra! Esso fa parte di una trama di legami con il territorio che con le Stagioni di danza e, su un altro piano, con il Festival dell’operetta abbiamo potuto creare grazie a collaboratori geniali e professionalmente molto validi. Il M° Stefano Grondona, che ci ha fatto l’onore di mettere il suo sigillo artistico sul Festival ¡Guitarra!, ha condiviso con la committenza le ragioni profonde dell’apertura di senso, da parte della Provincia di Perugia, verso lo spazio proprio della chitarra classica.Insieme, e insieme ai concertisti che lo accompagnano nello svolgimento del Festival, è stato possibile proporre un programma nel quale la chitarra fa da “medium” fra la propria sonorità e la vocalità alla quale, nel suo nome, siamo sempre un po’ rimandati. L’importante sottotitolo della rassegna, infatti, è “La voce del sublime”, ad indicare, con evidenza complementare se non pari a quella del titolo, la ricerca di una interiorità tale del suono dello strumento da rasentare i territori di quella vocalità che fa letteralmente parlare lo strumento con corde molto simili alla “passione” che ogni uomo, tra impegno e disincanto, mette nel proprio vivere. Tutto questo passa attraverso quattro concerti di altissimo livello, incentrati su composizioni di autori classici, con una formula spettacolare tratta, ancora una volta, “dalle piume del Pavone”, cioè da quel meraviglioso teatro perugino nel quale ogni migliore evento culturale assume un tono e un’efficacia raramente esperibili altrove. Altrove, però, il Festival guarda in ogni caso, perché ha di fronte a sé l’intera platea umbra, le sonorità di un territorio unico al mondo, la vocalità antica di un popolo che, a distanza di millenni, sa ancora come parlare, nell’interiorità di ciascuno di noi, alla vita di oggi. Allora, la “voce del sublime” della chitarra ha una sua eco in tutto il territorio e in essa si effonde sentendosi corda dell’universo spirituale nel quale in Umbria si continua a vivere. Donatella Porzi Assessore alle Attività culturali
Marco Vinicio Guasticchi Presidente della Provincia di Perugia
Presentazione
Il presente ciclo di quattro concerti riunisce le essenziali energie per comunicare nel modo più concentrato ed efficace un integro messaggio che renda una completa effigie della chitarra classica del nostro tempo, tramite il coinvolgimento di alcuni dei più autorevoli concertisti internazionali di questo strumento. Il repertorio proposto celebra dai più significativi simboli di quella cultura iberica alla quale tanto si lega l’immagine dello strumento (Albéniz, Granados, Falla) quanto alle espressioni linguistiche verso le quali la duttilità della chitarra ha stimolato tanto l’ispirazione di compositori del nostro tempo, che le hanno dedicato importanti pagine (come il giapponese Takemitsu) quanto la fantasia e la capacità degli strumentisti a muovere passi verso opere in origine destinate ad altri strumenti, che nella loro trasduzione alla chitarra hanno determinato pagine musicali di rilevanza espressiva epocale. Di queste ultime saranno qui prova innanzi tutto le storiche trascrizioni per chitarra sola e per duo di chitarre del chitarrista catalano Miguel Llobet (1878-1938), al quale la stagione rende un implicito omaggio. Ma così saranno anche tutti gli arrangiamenti dal barocco, ed altri lavori offerti per l’opera di arrangiamento degli stessi interpreti. I concerti saranno tenuti su rari strumenti d’epoca (Torres, Manuel Ramirez, Santos Hernandez) così come, nel caso di Paul Galbraith, con un innovativo strumento ad otto corde, nel quale si vuole leggere una eccezionale variante evolutiva dello strumento più tradizionale. Ma questa stagione di concerti di chitarra non si esaurisce nel suo proprio confine temporale. Altresì essa vuole essere l’incipit per una nuova iniziativa musicale perusina, volta a concentrare nella ispirativa cornice dell’Umbria, tanto imbastita di mistico arcaismo, quello che vorrà diventare un evento di internazionale riferimento, una cadenzale ricorrenza che focalizzi l’attenzione e la sensibilità sulla cultura della chitarra classica. Siamo quindi solo al preludio di un poliedrico progetto che nelle sue edizioni esplori le molteplici sfaccettature della chitarra, dell’evoluzione della musica di questo fascinoso strumento nel corso dei secoli, delle sue varianti organologiche. Sempre presente nel comune immaginario è l’atavica simbologia che unisce in una icona la chitarra alla Spagna. Di questa tematica si svilupperà sempre più un colto riferimento. Progressivamente approfondito alla luce delle proiezioni mitteleuropee della cultura dello strumento, lo stimolo derivante da questo archetipo ideologico si proporrà al pubblico attraverso manifestazioni che ne evincano consonanze e contrasti. Mostre di liuteria storica e contemporanea, conferenze, simposi e, naturalmente, la musica, nelle convenzionali e meno convenzionali circostanze concertistiche. Questi saranno i veicoli della nostra offerta nel progressivo divenire dell’evento perugino. Un messaggio per un pubblico eterogeneo che, specialistico o meno, professionale o amatoriale, nella chitarra vorrà incontrare a proprio intimo riferimento quel simbolo che per ognuno di noi questo strumento ha in qualche modo sicuramente rappresentato con la sua carismatica immediatezza. Stefano Grondona
La Chitarra Interiore di
Laura Albiero
N
el variegato panorama chitarristico italiano, prima ancora che internazionale, la chitarra ha assunto una posizione che, a dispetto della situazione di qualche decennio fa, la vede enormemente rivalutata, riproposta nell’interità del suo repertorio, affidata ai maestri che di Segovia conservano ancora un ricordo vivido come anche a giovani e giovanissimi cultori dello strumento, affascinati dalle molteplici sfaccettature che le sei corde propongono. Eppure c’è da dire che troppo spesso l’immagine ‘rinnovata’ della chitarra – chitarra classica, certo, ma pur sempre chitarra moderna – passa attraverso i canali di un atletismo spasmodico, volto alla ricerca della cosiddetta ‘perfezione sonora’, a torto identificata con il suono meramente ‘privo di rumori’, e dell’imprescindibile incremento della velocità, assunta come elemento dirimente a stabilire la bravura di un interprete. Si tratta di parametri che affondano le proprie radici culturali negli ideali della modernità, il cui raggiugimento è di per sé lodevole, ma il cui culto ha portato ad una situazione paradossale – non solo nell’ambito della chitarra, ma della musica in generale – nella quale si perde di vista proprio il primo elemento cui il musicista dovrebbe rivolgere l’attenzione: il suono. Non il suono inteso semplicemente e scolasticamente come altezza e durata, ma il suono in tutte le sue caratteristiche, come qualità, timbro, direzione, profondità, peso, relazione. In questo contesto il Festival perusino è una graditissima sorpresa, perché, attraverso la presenza di personalità artistiche di altissimo rilievo, si pone
nel solco del recupero della sostanza stessa della musica, appropriatamente presentata nel suo polimorfismo: di musica, e non solo di corde, tasti, dita e note, si può a buon diritto parlare per Paul Galbraith, che ha fatto della ricerca sperimentale un argomento originale e personale, spinto ad invadere il campo dell’organologia con la progettazione di uno strumento innovativo. La chitarra di Galbraith, pensata assieme al liutaio inglese David Rubio, amplia l’estensione attraverso l’aggiunta di due corde – un cantino e un basso – e si dota di un puntale in modo da essere tenuta a guisa di violoncello: tali cambiamenti, che determinano uno stravolgimento sostanziale nell’assetto posturale e tecnico, hanno richiesto altresì il ricorso ad un repertorio specifico, trascritto appositamente da Galbraith per questo strumento, allargatosi fino a comprendere le Sonate di Haydn e le Suites per violoncello di Bach. Nell’interpretazione di Galbraith della sesta di queste Suites, i movimenti di danza, dall’Allemanda alla Giga, rinunciano all’alone vago e baroccheggiante per lasciar spazio alla solidità della costruzione contrappuntistica, entro una caratterizzazione formale impeccabile. Il repertorio di Galbraith arriva a comprendere una trascrizione della Sonata per arpa di Paul Hindemith, incentrata su strutture modali e sulle particolari sonorità dell’arpa, che possono trovare interessanti soluzioni una volta che sia la chitarra ad interpretarne l’essenza sonora. Altrettanto impegnativo si presenta il noto Arabesque di Robert Schumann, dove l’ornato si fa struttura, l’arpeggio identifica zone armonicamente definite in un sapore evocativo ed esotico. Lo strumento di Galbraith, innovato nelle sue caratteristiche costruttive, non si pone al di fuori dell’evoluzione della chitarra ma mantiene il contatto con quello che è la storia dello strumento: ne è una prova il richiamo percepibile nelle trascrizioni delle celebri danze di Albéniz e Granados, un invito ad entrare nel passionale e nostalgico territorio che alla chitarra, così come la vediamo oggi, ha donato i natali. Da quello stesso ambiente, prima spirituale che geografico, proviene Carles Trepat, interprete raffinato e brillante, la cui musicalità, che traspare tanto dalle Sonate di Scarlatti sapientemente arrangiate quanto dalla meditata armonia dei pezzi di Fernando Sor, è resa ancora più comunicativa dal gesto consapevole, dal respiro ampio, dalla forte intenzionalità: l’intimità cantabile del Minuetto di Miguel García, noto come padre Basilio, si sposa con la sonorità antica della Sonata de Elami. La spontanea poeticità di Trepat si riverbera negli elementi fondanti dell’architettura musicale, pervicacemente evidenziati nell’interpretazione dei brani di Granados, e con i quali Trepat si avvicina a zone inesplorate; come anche nella Sonata, inedita, di Eduardo López-Chavarri, dedicata al compositore catalano Miguel Llobet. La figura di Llobet, sovente relegata come ‘il lato oscuro del fenomeno Segovia’, ha riacquistato solo recentemente il posto di preminenza che le spetta attraverso un’opera di ricerca e recupero del patrimonio culturale e musicale catalano dovuta a Stefano Grondona. Parlare di Stefano Grondona significa in qualche modo tracciare una linea di congiunzione tra i diversi ambiti che interessano e intersecano la chitarra; perché oltre che musicista di straordinario
talento e conoscitore profondo della musica, Grondona si rivela per la sua incontenibile dedizione, incanalando le proprie energie in tutto ciò che fa parte della storia, passata e presente, della chitarra: dalle mostre di liuteria rese vive da confronti, discussioni, prove sui legni e sulle corde, alle incisioni discografiche, anche queste seguite con estrema attenzione, dall’indagine sul repertorio catalano, che gli è valsa numerosi riconoscimenti internazionali, alla ricerca delle chitarre storiche - di Torres, Simplicio, Hernandez, Ramirez - e, all’interno di esse, delle ragioni costruttive che stanno alla base di un’ispirazione. La sua ricerca va al di là degli stessi limiti imposti dallo strumento, e ne trascende il repertorio proponendo autori come Froberger, e soprattutto Bach, a cui ha dedicato il suo ultimo cd. Nel contempo è lo Stefano Grondona interprete che si distingue, fenomeno unico nell’ambito internazionale, per l’attenzione al suono, sentita come necessità imprescindibile, non solo nel suo aspetto di ‘materia sonora’, ma anche - e soprattutto - nel suo significato più profondo, nella spinta interna che in esso è contenuta, nel suo ‘farsi senso’ all’interno di un discorso musicalmente e concettualmente strutturato. In questa visione le pulsioni crepuscolari di All in Twilight, del giapponese Toru Takemitsu, non vengono mai demandate ad un vago ‘ambientismo’, ma sono ricondotte alla funzionalità che i singoli suoni detengono all’interno del discorso musicale. Non è un caso che per il concerto in duo Grondona sieda a fianco di Laura Mondiello, artista di rara sensibilità musicale, capace di offrire sempre un’interpretazione originalissima e assolutamente anticonvenzionale, coscientemente meditata e estremamente intensa. Il repertorio per duo di chitarre rimonta ad arrangiamenti storici approntati da Miguel Llobet, e da lui medesimo eseguiti con l’allieva prediletta Maria Luisa Anido: per un curioso ricorso della storia, Laura Mondiello è stata allieva di Grondona. Ma tralasciando le coincidenze, vale la pena sottolineare come le trascrizioni di Llobet di brani di Albéniz, Granados e Falla, ma anche di Mozart e Mendelssohn, rivelino una conoscenza non solo della musica in sé ma anche delle potenzialità espressive della chitarra: chitarra che ora si fa violoncello, ora clarinetto, ora orchestra, nella sua versatile realtà, e che il Grondona & Mondiello Guitar Duo ha saputo cogliere nella sua autentica essenza. Se il Festival di Perugia inaugura una tradizione, e auspichiamo vivamente che lo sia, questa si identifica già con una visione poliedrica della chitarra, in continua evoluzione, come del resto ci viene raccontato dalle stesse vicende organologiche dello strumento, in movimento tra tradizione e innovazione sperimentale, e dalla musica che per questo strumento è stata scritta. Quello che non manca – che non dovrebbe mancare mai in un festival di alto livello artistico – è appunto il fulcro attorno al quale si snodano le vite degli strumenti, dei compositori, degli interpreti, dei liutai, che è appunto quel suono che diventa ora veicolo di emozione, ora fonte ispirativa, ora percorso incessante di ricerca.
¡Guitarra!
Concerto di Inaugurazione
26 novembre 2011, ore 18.00 Stefano grondona
Dedicato alla memoria dell’amico Vittorio Monticelli
PROGRAMMA
1 a Parte
2 a Parte
Johann Jakob Froberger Tombeau pour Monsieur de Blancheroche
Isaac Albéniz - Miguel Llobet Oriental
Domenico Scarlatti Sonata in Re m K213
Isaac Albéniz - Andrés Segovia Leyenda
Toru Takemitsu All in twilight (four pieces for guitar)
Isaac Albéniz - Francisco Tárrega Cadiz
Enrique Granados - Miguel Llobet Dedicatoria La Maya de Goya Danza española n. 5
Isaac Albéniz - Miguel Llobet Torre bermeja
¡Guitarra!
3 dicembre 2011, ore 18.00 Paul Galbraith
PROGRAMMA
1 a Parte
2 a Parte
Sylvius Leopold Weiss Passacaglia
Robert Schumann Arabesque
Franz Joseph Haydn Paul Hindemith Sonata Hob. XVI 29 in F (trans. G) Harp Sonata Mäßig schnell, Lebhaft, Lied: sehr langsam Moderato, Adagio, Tempo di Minuetto Johann Sebastian Bach 6th Cello Suite BWV 1012 in D Prélude, Allemande, Courante, Sarabande, Gavotte 1&2, Gigue
¡Guitarra!
14 gennaio 2012, ore 18.00 Carles Trepat
PROGRAMMA
1 a Parte
2 a Parte
Domenico Scarlatti Sonata L 352 Sonata L 413 Pastorale
Eduardo López-Chavarri Sonata I (dedicada a M. Llobet) Allegro Andante Finale. Vivo
Fernando Sor Siciliana op. 2 n. 6 Minueto op. 23 n. 5 Andante largo op. 5 n. 5 Miguel García (Padre Basilio) Minueto Sonata de Elami
Enrique Granados Cuentos de la juventud, op. 1 n. 2 Capricho español, op. 39 Zapateado
¡Guitarra!
28 gennaio 2012, ore 18.00 Stefano Grondona & Laura Mondiello Guitar Duo
PROGRAMMA
Tutte le opere che costituiscono questo programma sono arrangiamenti storici degli anni ’20 del Novecento dell’insigne chitarrista catalano Miguel Llobet (1878-1938).
1 a Parte
2 a Parte
Wolfgang Amadeus Mozart Minuetto
Manuel De Falla Cubana e Danza del Molinero
Isaac Albéniz Bajo la palmera y Rumores de la Caleta
Enrique Granados Danza Española n.11
Felix Mendelssohn Romanze senza parole n. 25 e n. 20
Manuel De Falla Pantomima e Danza ritual del Fuego
Isaac Albéniz Evocación y Castilla
Stefano Grondona Nato a Genova nel 1958, con la sua attività concertistica, discografica e radiofonica Grondona si è affermato come una figura di punta nel panorama chitarristico internazionale. Si è imposto giovanissimo alla critica come vincitore dei più prestigiosi concorsi internazionali (Parma, Alessandria, Gargnano, Palma de Mallorca, Città del Messico, Leeds Castle, Monaco), distinguendosi per la chiarezza espositiva e per l’autenticità interpretativa. In una intervista del 1985, Andrés Segoviaa menzionò Stefano Grondona come uno dei suoi allievi preferiti, assieme a John Williams, Oscar Ghiglia ed Alirio Diaz. L’attività di Stefano Grondona abbraccia i molteplici ambiti connessi con la storia e l’evoluzione della chitarra: il suo particolare interesse verso la liuteria per chitarra e la sua storia lo ha condotto in una ricerca profonda dell’interazione tra strumento e suono, che ha visto la realizzazione di diverse mostre di liuteria (Vicenza 1994, 1995 e 1997) nonché diversi incontri e festivals dedicati alle figure di liutai (Ponte in Valtellina 2002, dedicato a David Rubio e 2005 sulla chitarra spagnola, Vicenza 2003 su García e Simplicio e 2005 su Vicente Arias), imprescindibili punti di incontro tra costruttori e strumentisti. Il culmine di tale percorso si definisce nella pubblicazione del libro La Chitarra di Liuteria-Masterpieces of Guitar Making (2001), del quale è coautore con il liutaio Luca Waldner, e in una serie di registrazioni discografiche su strumenti storici che sono state
considerate dalla critica un riferimento epocale. Per questo speciale rapporto che ha instaurato con strumenti del passato, Grondona è stato invitato a tenere recitals sulle chitarre Torres che si trovano al Museu de la Música (Barcellona, 2001, 2003, 2005, 2009), al Palacio de la Guitarra (Ibaraki, 2000, 2001), ed a partecipare a concerti in memoria dei grandi liutai quali Antonio de Torres (Almeria 2006, Cordoba 2007), Robert Bouchet (Tokyo 1998) e David Rubio (Cambridge 2001): con quest’ultimo Grondona aveva collaborato tra il 1992 ed il 1999. Attualmente docente presso il Conservatorio di Vicenza, Grondona ha tenuto numerose Masterclasses in tutto il mondo per autorevoli istituzioni, tra cui le londinesi Royal Academy of Music e Guildhall School; la sua attività didattica, e in particolar modo i corsi di alto perfezionamento tenuti a Riva del Garda e a Ponte in Valtellina tra gli anni ‘80 e ’90, lasciano un determinante segno con la formazione di una nuova, densa generazione di affermati concertisti. La promozione culturale del repertorio chitarristico da lui condotta con genuina dedizione ha avuto il merito di coinvolgere il mondo chitarristico contemporaneo, facendo luce su autori e opere inesplorati e realizzando progetti concertistici di vasto respiro: è così che giunge alla fondazione dell’ensemble di chitarre Nova Lira Orfeo, con il quale ha proposto le composizioni catalane approntate da Miguel Llobet per il suo storico
gruppo Lira Orfeo, e alla formazione di un duo con la chitarrista Laura Mondiello, con cui ha ripercorso e riscoperto il repertorio che Llobet aveva dedicato al proprio duo con la chitarrista María Luisa Anido. Le sue interpretazioni rivelano una straordinaria musicalità, percepibile attraverso la cristallina chiarezza con cui porge il discorso musicale, l’immediatezza espressiva offerta con una disarmante genuinità, sempre scaturita da una profonda e meditata concentrazione. Non a caso, nelle sue nove tournée tenute in Giappone dal 1998, Grondona è stato salutato con un favore pari a quello che ricevettero a loro volta lo stesso Segovia e Julian Bream. Particolarmente prolifico si rivela il settore discografico, con raffinate e intense interpretazioni, divenute un punto ineludibile di riferimento, che gli sono valse premi di notevole prestigio: il CD La Guitarra de Torres ha ricevuto nel 1999 vari riconoscimenti internazionali, tra cui la “Chitarra d’oro” per il “miglior CD dell’anno” al IV convegno nazionale della chitarra di Alessandria, ed è stato segnalato tra i migliori CD del 1999 dalla rivista tedesca Klassik Heute. Nel 2002 ha nuovamente ricevuto la “Chitarra d’oro” per Lo Cant dels Aucells, mentre il CD Respuesta ha ottenuto il prestigioso “Editor’s Choice” della rivista inglese Gramophone: nel 2008 lo stesso CD è stato incluso da La Vanguardia nella collezione di dischi dedicati ai compositori catalani prodotta in occasione della celebrazione dei
cento anni del Palau de la Música. La ricerca sulla cultura musicale catalana, ed in particolare sull’opera di Miguel Llobet, trova compimento in due ambiziosi progetti, attualmente in corso di completamento: la prima opera omnia discografica, in sette CD, e un progetto editoriale per una rinnovata edizione integrale delle opere di Llobet, in quindici volumi, pubblicata da Chanterelle. Nel Novembre del 2005 Stefano Grondona ha ritirato a Barcellona il prestigioso premio IPECC, che gli è stato assegnato a riconoscimento della sua attività volta alla ricerca e diffusione della cultura e musica catalana. Il 27 aprile 2011 la Generalitat de Catalunya ha conferito a Stefano Grondona la Creu de Sant Jordi, la più alta onorificenza culturale catalana, con la seguente motivazione: per la sua attività concertistica e docente, che lo ha consacrato nel panorama internazionale. Vincolato alla Catalogna dalla fine degli anni Settanta, si è dedicato alla ricerca storica sulla chitarra ed ha diffuso ovunque le opere di compositori catalani per questo strumento. La sua opera discografica ed i suoi saggi definiscono una immagine innovativa della chitarra catalana nell’epoca del Modernismo e recuperano la figura del compositore-chitarrista Miguel Llobet.
Paul Galbraith Nato in Scozia e allievo del direttore d’orchestra, pianista e filosofo greco George Hadjinikos, Paul Galbraith si rivela precocemente a soli 17 anni, quando viene premiato con la Medaglia d’Argento al Segovia International Guitar Competition: lo stesso Segovia, che era presente, definì ‘magnifica’ la sua esecuzione, inaugurando la brillante carriera del giovane Galbraith. L’episodio costituì infatti l’inizio di una intensa attività concertistica, che lo portò ad esibirsi accanto alle maggiori orchestre britanniche ed europee, tra cui la Royal Philarmonic, la Chamber Orchestra of Europe, la BBC Philarmonic, la Scottish Symphony Orchestra, la English Chamber Orchestra, la BBC Scottish Orchestra, la Scottish Baroque Orchestra, l’Ulster Orchestra, la Hallé Orchestra e la Scottish Chamber Orchestra. Ha tenuto concerti nelle sale più prestigiose, negli Stati Uniti con la Moscow Chamber Orchestra, a Praga con la National Chamber Orchestra of Chile, e in numerosi paesi europei (Italia, Grecia, Spagna, Norvegia, Ungheria), in Cina, Brasile, India e Canada. Inoltre è stato protagonista di trasmissioni radiofoniche per la National Public Radio e ha ricevuto recensioni lusinghiere dalla critica specialistica, tra cui un memorabile elogio sul New York Times. Negli ultimi anni è stato invitato negli Stati Uniti e in Europa, sia in veste di solista che con orchestra: nel marzo 2003 con il St. Petersburg String Quartet ha presentato la prima esecuzione assoluta della Rhapsody for Guitar and String Quartet, commissionata appositamente al
Carles Trepat compositore georgiano Zurab Nadarejshvili. La particolarità del suo approccio allo strumento prende forma per la prima volta nel 1989, al Festival di Edinburgh: Galbraith adotta sulla chitarra, progettata in collaborazione con il liutaio inglese David Rubio, un puntale metallico simile a quello utilizzato nel violoncello, e provvede all’aggiunta di due corde supplementari, l’una all’acuto e l’altra al grave, ampliando enormemente le possibilità dello strumento e ponendosi come un’avanguardia di primissimo piano nell’esplorazione di nuove sonorità, distinguendosi altresì per uno stile del tutto originale. L’incisione dell’edizione completa delle Sonate e Partite per violino, effettuata da Galbraith nel 1998, gli è valsa la nomination al Grammy Awards per il miglior album solista: l’edizione, in 2 cd, è stata scelta dalla Gramophone Magazine come una delle migliori realizzazioni dell’anno, definita ‘pietra miliare’ dell’interpretazione chitarristica, ed è stata recensita con quattro stelle nella rivista Stereo Review. Paul Galbraith ha vissuto in Malawi, in Grecia, a Londra e per 13 anni in Brasile, dove ha fondato il Brazilian Guitar Quartet, nel quale si è esibito fino al 2003.
Carles Trepat nasce nel 1960 a Lleida (Spagna), dove inizia lo studio della chitarra sotto la guida di Jordi Montagut; nel 1976 partecipa all’ultimo corso di chitarra tenuto dal grande maestro Emilio Pujol a Cervera. Ha studiato con Eduardo Sainz de la Maza e Eulogio Dávalos a Barcellona, con José Tomás al Conservatorio Superior “Oscar Esplá” di Alicante e con Rafael Andía e Alberto Ponce a l’École Normale de Musique di Parigi. L’attività concertistica, iniziata a soli 17 anni, lo vede ben presto debuttare al Teatro Real di Madrid quale vincitore del Primo Concorso per Giovani Interpreti; è stato inoltre premiato nei più prestigiosi concorsi (Francisco Tarrega a Benicasim, Concorso di La Habana e V Concorso Internazionale di Toronto). Ha tenuto concerti in Spagna, Francia, Russia, Austria, Inghilterra, Cile, Canada, esibendosi nelle sale da concerto più ambite come la Wigmore Hall e la Queen Elisabeth Hall a Londres, il Palau de la Música di Barcelona, il Conservatorio Chaikovsky di Mosca, il Teatro de La Maestranza di Siviglia; è stato inoltre invitato al festival Radio France di Montpellier e al festival Musica y Danza di Siviglia. Ha intrapreso fin da giovanissimo l’attività didattica, avendo il privilegio di essere per oltre 10 anni assistente di José Thomas nei corsi di Denia e Vilaseca; ha inoltre tenuto corsi di perfezionamento a Zaragoza, La Coruña, Jaén, Alicante, Cartagena, Badajoz, Bilbao, Alkmaar (Olanda), Volos e Tessalonica (Grecia). Ha collaborato in qualità di solista con l’Orchestra
Città di Granada, I Solisti di Zagabria, l’Orchestre Philarmonique de Montpellier, la English Chamber Orchestra, l’Orchestra dell’Opera di Lyon, la London Festival Orchestra, l’Orchestra St. John’s Smith Square, I Musici, I Solisti Veneti, accanto a direttori d’orchestra di fama internazionale. Il suo interesse per la musica popolare lo ha portato ad interpretare alcune canzoni del maestro Quiroga e a collaborare con i migliori artisti di flamenco. Trepat ha pubblicato non solo pezzi originali per chitarra ma anche trascrizioni: la sua opera Homenaje a Baden Powell fu premiata all’Incontro Internazionale di Martinica nel 1994. Al suo attivo conta diverse incisioni discografiche con opere di Mompou e Quiroga, e una prima incisione assoluta di un brano tratto da Iberia di Albéniz. Carles Trepat suona su strumenti d’epoca, dei liutai Antonio De Torres, Santos Hernández e José Romanillos.
Laura Mondiello Ha conseguito il diploma di Chitarra presso il Conservatorio di Benevento, la Laurea con conferimento straordinario del titolo di Solista alla MusikAkademie di Basilea - Scuola di Alto Perfezionamento, e la Laurea magistrale in Chitarra con il massimo dei voti, lode e menzione speciale al Conservatorio di Vicenza. Ha frequentato numerose Masterclasses tenute da Julian Bream, Oscar Ghiglia, Angelo Gilardino, José Tomás, Stefano Grondona, Hopkinsons Smith, Manuel Barrueco, Paul Galbraith, distinguendosi per la solidità e la maturità tecnica e musicale: per i risultati raggiunti nei corsi di perfezionamento presso la prestigiosa Accademia Musicale Chigiana di Siena, riceve per tre anni consecutivi il Diploma di Merito con assegnazione di Borsa di studio Straordinaria “Emma Contestabile” e “Saverio Boccardi”; successivamente viene invitata dalla medesima istituzione a collaborare con l’Orchestra Città lirica di Pisa, diretta da Alessandro Pinzauti, e con l’Orchestra da Camera di Siena nell’ambito dei corsi di direzione d’orchestra tenuti da Gianluigi Gelmetti. Viene premiata al concorso internazionale “Palma d’oro” di Finale Ligure e al XXV concorso internazionale “Incontri chitarristici di Gargnano”. L’attività concertistica e discografica la porta a realizzare una prima incisione per la Dynamic, in collaborazione con il percussionista Guido Facchin, nell’ambito di un progetto dedicato all’opera integrale del compositore americano Lou Harrison. Dal 2002 collabora con Stefano Grondona al progetto di recupero e divulgazione del repertorio
Stefano Grondona & Laura Mondiello Guitar Duo dello storico duo Miguel Llobet - Maria Luisa Anido, che trova una prima realizzazione nel Cd “Homenaje”, comprendente la raccolta di inedite trascrizioni di Llobet, eseguite su strumenti originali d’epoca, per duo e per ensemble di chitarre, il Nova Lira Orfeo. Successivamente esce il secondo Cd, “Humoresque”, interamente dedicato al repertorio per duo, incentrato su composizioni di Isaac Albéniz e Enrique Granados. Con la coreografa e danzatrice Emanuela Mondiello concerta la realizzazione del Nocturnal Dance Project, lavoro ispirato alla rappresentazione musicale e coreutica dell’opera Nocturnal, per chitarra sola, di Benjamin Britten. Una parte della sua attività di ricerca è dedicata agli studi della fenomenologia della musica, che segue dal 2001, sotto la guida di Konrad von Abel, presso l’Association des musiciens pour la pérennité et l’héritage musical de Sergiu Celibidache, in Francia e in Germania. Affianca l’attività concertistica a quella didattica: già docente presso l’Istituto Musicale di Bolzano in lingua tedesca e le Scuole Medie ad indirizzo musicale di Roma, Laura Mondiello insegna in seguito nei Conservatori di Brescia, L’Aquila, Alessandria, Palermo, Adria, e contemporaneamente tiene numerose Master Classes a Venezia, Brescia, Roma, Montebelluna, Vicenza, Ponte in Valtellina. Recentemente è stata invitata dal Conservatorio di Vicenza a tenere un corso di Prassi del repertorio per allievi, già in attività come docenti, che frequentano Biennio di didattica. Attualmente è docente di ruolo presso il Conservatorio di Adria (Rovigo).
Fondata nel 2002, questa formazione di duo è nata per favorire la riscoperta e la diffusione del repertorio dello storico duo, suo antecessore, Miguel Llobet–María Luisa Anido. Nella concentrata parabola esistenziale di quest’ultimo duo, definitasi tra il 1925 ed il 1929, il chitarrista Llobet aveva steso la totalità di un nuovo repertorio per due chitarre, fondato su opere trascritte sia dai grandi classici (Daquin, Mozart, Brahms, Mendelssohn, Tchaikovsky) che dai più rinomati compositori di matrice iberica (Albéniz, Granados, Falla). L’innovazione e lo sperimentalismo che si esprimono in queste pagine costituiscono il prodotto più geniale di Llobet, la profondità del cui operato è al giorno d’oggi conosciuta ai più solamente in parte. Il lavoro del duo Grondona-Mondiello ha così riportato alla luce pagine inedite ed offerto nuovi spunti di interesse sia per quelle più note che per le altre cadute in oblio, grazie ad una intensa attività concertistica, rigorosamente attuata su strumenti storici del grande liutaio andaluso Antonio de Torres. Il duo ha viaggiato in diversi paesi, arrivando a partecipare al Festival di Tatuí in Brasile nel 2007, al Festival di Cordoba nel 2007, dedicato per l’appunto a Torres, nonché a Ginevra nel 2008. L’intero repertorio del duo Llobet-Anido è stato registrato recentemente da Grondona-Mondiello nei CD Homenaje e Humoresque, entrambi pubblicati da Stradivarius.
La rivelazione costituita dall’esordio artistico di questo duo di chitarre e della sua proposta musicale è stata esaltata dalla critica quale passo successivo alle più consolidate ed emblematiche formazioni storiche, come quella del succitato duo Llobet-Anido, quella del duo Presti-Lagoya e quella dei fratelli Sergio ed Eduardo Abreu.
Perugia
Teatro del Pavone
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BARCELONA, LA GUITARRA EN CATALUNYA Le
García - Simplicio - Fleta radici di una cultura moderna della chitarra
Concerti, Esposizione storica, Conferenze, Presentazione libri, Liuteria moderna
Ingresso libero
E’ gradita la prenotazione: 335 1992770