Book Patrizia Rizzo

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2012/ 2013

STUDENTESSA

Patrizia Rizzo



INDICE

1_Laboratorio: “Spazio pubblico/spazio comune/spazio condiviso”

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1.1. In-Between: Il disegno dei frammenti urbani Docente Michael Van Gessel

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1.2. On Site/ Light Volumes: arte e paesaggio. Docenti Lisa Diedrich, Monika Gora

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1.3. Paesaggi dello sport: progetto e fruizione. Docente Enric Battle

35

2_Seminario internazionale di progetto

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2.1. Rifare Paesaggi: Lisbon Waterfront Docenti: Laura Zampieri, Paolo Ceccon, Giorgio Peghin

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3_Laboratorio: “Energie rinnovabili e paesaggio: il progetto dei sistemi d’acqua”

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3.1. Bilancio Energetico e Paesaggio Docente: João Gomes Da Silva

69

3.2. Energia Idroelettrica e paesaggio Docente: Jeppe Aagaard Andersen

85

3.3. Energia solare e paesaggio Docente: Barbara Aronson

103

4_Laboratorio: “Nuovi usi per antichi territori: il Turismo”

119

4.1. Temporary Garden: tra spazio pubblico e dimensione domestica. Docente: Anouk Vogel

129

4.2. Ruralità Urbana: nuovi modelli agricoli per la metropoli contemporanea. Docente: Maria Goula

133

4.3. Lungolago Como, La Dolce Vita: il piacere di vivere il paesaggio. Docente: Gilles Vexlard

149

5_Curso intensivo internacional - Rehacer Paisajes

163

5.1. Landscape Morphing Docente: Catherine Mosbach

165

5.2. Performance Docente: Martin Rein-Cano

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Spazio pubblico/ spazio comune/ spazio condiviso 1. Laboratorio il progetto dello spazio pubblico milano, marzo - maggio 2012

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1. Laboratorio Spazio Pubblico

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1.1. In-Between: Il disegno dei frammenti urbani Docente: Michael Van Gessel milano, 28 marzo - 1 aprile 2012

Quante storie racchiude il quartiere di Lambrate? Storie sovrapposte che raccontano di un territorio per molti decenni ai limiti della città, luogo di frontiera e di passeggiate domenicali; storie di resistenza e di partigiani; storie di trasformazioni urbane, di industrie che hanno portato il made in Italy nel mondo(l’Innocenti, la Lambretta); storie di realtà emarginate e di solidarietà. Il quartiere di Lambrate racchiude nelle sue piazze, nei suoi edifici più rappresentativi, nella sua maglia urbana, tutti i segni di queste trasformazioni, ma oggi ci pone di fronte le dismesse cattedrali industriali e le corti abbandonate, nonostante resistano ancora piccole e medie realtà artigianali. Questo territorio ricco di contrasti e di vestigia industriali altro non poteva che ospitare parte del Fuorisalone, promuovendo progetti di design innovativi. Obiettivo del progetto di architettura del paesaggio è quello di continuare la trasformazione rilegando tutte queste storie e dando spazio a tutti quei frammenti urbani che stanno nel mezzo delle diverse realtà raccontate. Concentrarsi sullo spazio pubblico e soprattutto definire un luogo nuovo di incontro, di scambio, dove è possibile riappropriarsi delle ferite lasciate dalla dismissione industriale e rinforzare un distretto flessibile, giovane, creativo: Oltre Ventura.

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_Sopralluogo Lambrate

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Oltre Ventura

Gruppo di lavoro: Cecilia Danieli, Pamela Del Pianta, Annalisa Garlaschi, Patrizia Rizzo, Leila Zeggio Alcuni dei caratteri dell’area di progetto sono la marginalità rispetto al nucleo storico di Lambrate, l’assenza di servizi e di spazio pubblico e le numerose aree abbandonate, confinante ad ovest con via Sbodio, a nord da via Folli, a est con il fiume Lambro (comprendendo anche la vecchia industria farmaceutica sulla sponda sinistra), infine a sud con via Caduti di Marcinelle. La risposta progettuale a questo carattere residuale sta nel predisporre un sistema di connessioni tra ambiti di tessuto naturale e antropico (lineari e trasversali) e strutturare uno spazio pubblico per la nuova collettività. Le azioni di progetto si dividono in aree di interesse: la prima si concentra in una dorsale interna a servizio di un comparto per l’implemento delle attività presenti in Zona Ventura, con spazi dedicati all’esposizione e alla sperimentazione delle arti; la seconda va a riqualificare il tessuto produttivo artigianale esistente aumentando l’accesso al pubblico e la sua visibilità; la terza azione è a carattere residenziale e punta a servire la domanda diversificata di tipologie abitative (diversi tagli di metrature, loft, social-housing); l’ultima azione riguarda i servizi, dei link che punteggiano le strade, la piazza, il lungofiume, con il funzionamento a diverse ore del giorno per dare mixitè alle pratiche del progetto. Affinché questa trasformazione risulti fruibile da tutti alla base c’è il cambiamento della viabilità interna carrabile a servizio delle nuove attività e l’introduzione di vie ciclopedonali. Il cuore dell’area di progetto fa da contrappeso al nucleo storico di Lambrate (Largo delle Rimembranze) e allo stesso tempo diventa un polmone per la compressa Zona Ventura. Le nuove connessioni sfruttano corti industriali e passaggi, un tempo usate per carico/scarico delle merci, per aprire questa corte post-artigianale alla città. Il nuovo polo residenziale/artigianale di Lambrate emerge dalle spoglie degli impianti industriali presenti. Piccole operazioni iniziali come l’abbattimento di recinti e l’apertura di strade private danno la possibilità di attraversare l’area fino ad arrivare alla nuova Piazza Oltre Ventura. Il vecchio arenile di cemento che serviva ad ammassare le merci diventa il centro della trasformazione. L’attenzione viene catturata dall’unico affaccio al Fiume Lambro che vuole ricreare un luogo intimo di contemplazione e scoperta dell’acqua. I nuovi edifici attrezzano i piano terreno a commercio e i restanti piani a uso residenze e terziario. Il letto e le pareti del fiume vengono rinaturalizzate e in alcuni punti viene allargata la sezione per permettere in caso di innalzamento delle acque la fuoriuscita controllata in vasche di laminazione. Inoltre la vecchia industria farmaceutica dismessa viene per alcune parti demolita in modo da permettere dei corridoi ecologici verso est. La piazza in quanto regina dello spazio pubblico è pensata per essere accessibile a tutti i livelli, e per essere usata nelle diverse stagioni con aree ombreggiate con sedute fisse e una parte libera e soleggiata più flessibile. Al contrario delle piazze rinascimentali l’affaccio al fiume è puntuale ed intimo e da accesso al lungofiume e poi al suo attraversamento pedonale. L’importanza di Oltre Ventura risiede nell’attenzione alla lettura del luogo, fatte proprie le relazioni passate e attuali, si è data una risposta che si concretizza con il disegno dello spazio pubblico per incrementare l’uso del quartiere e continuare a scrivere una nuova storia: un distretto artistico/ artigianale di riuso.

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Obiettivo: rispondere al carattere residuale e periferico dell’area di progetto con un sistema di connessioni trasversali con gli altri quartieri della città. CONNESSIONE NORD-SUD PARCO Lambro

FELTRE

CONNESSIONE AREE URBANE

CONNESSIONE EST-OVEST

CONNESSIONE AMBIENTALE

Cascina

Zona Ventura

Cascina

Viale delle Rimembranze

RUBATTINO

PARCO Maserati

AMBITO URBANO

AMBITO RURALE

Il cuore dell’area di progetto fa da contrappeso al nucleo storico di lambrate (Largo delle Rimembranze) e allo stesso tempo diventa un polmone per la compressa Zona Ventura. Le nuove connessioni (linee rosse) sfruttano corti industriali e passaggi, oggi usate a carico/scarico delle merci, per aprire questa corte post-artigianale alla città.

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Tessitura urbana / Tessitura agricola

condizioni di appartenenza dell’area:

paesaggio

urbano

assenza

/

di

servizi

MANCANZA

viabilità locale disconnessa / canali

e

fontanili

degradato DI rete

SPAZIO idrica

/

attività

PUBBLICO marginale

dismessi

ed

area di progetto

pieni

8

/

/

produttivo

paesaggio FIUME

adibiti

-

artigianali

rurale

trascurato

LAMBRO ad

INACCESSIBILE usi

impropri

vuoti


_Relazioni spaziali/progettuali

spazio privato

corridoio ecologico

spazio pubblico attuale progetto

fiu me ro

mb

La

spazio pubblico e privato

Funzioni: artigianale, produttivo, servizi, residenziale

Percorsi: carrabile, carrabile a traffico limitato,ciclopedonale.

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sacche di laminazione


_ Masterplan

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_ Sviluppo della piazza al centro dell’area di trasformazione Il nuovo polo residenziale/artigianale di Lambrate emerge dalle spoglie degli impianti industriali presenti. Piccole operazioni iniziali come l’abbattimento di recinti e l’apertura di strade private danno la possibilità di attraversare l’area fino ad arrivare alla nuova Piazza Oltre Ventura. Il vecchio arenile di cemento che serviva ad ammassare le merci diventa il centro della trasformazione. L’attenzione viene catturata da un timido affaccio al Fiume Lambro che vuole ricreare un luogo intimo di contemplazione e scoperta dell’acqua. I nuovi edifici attrazzano i piano terreno a commercio e i restanti piani a uso residenze e terziario. Il letto e le pareti del fiume vengono rinaturalizzate e viene allargata la sezione per permettere in caso di innalzamento delle acque la fuoriuscita controllata in vasche di laminazione. Inoltre la vecchia industria farmaceutoca dismessa viene per alcune parti demolita in modo da permettere dei corridoi ecologici verso est.

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Costruzione dello spazio pubblico _ Piazza La piazza è stata disegnata pensando al suo uso finale: spazio pubblico quindi la divisione della circolazione pedonale e viaria; la predilizione di un punto di affaccio al Lambro e un punto per il suo attraversamento; l’utilizzo di materiali diversi che sottolineano percorsi e punti di sosta e ristoro. _struttura piazza

ingressi

l’affaccio sul fiume

distrubuzione interna

_materiali legno

pietra

alberi

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sedute

punti luce


_Piazza Oltre Ventura

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tessuto urbano

betulle listelli legno grunge lastre squadrate porfido piazza

riqualificazione delle sponde

riqualificazione delle sponde fiume Lambro

new housing

tessuto riqualificato

Vista Fiume Lambro con la riqualificazione delle sponde e l’inserimento della nuova passerella pedonale

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_Sezione Longitudinale di Piazza Oltre Ventura

_Sezione Trasversale da Piazza Oltre Ventura e Fiume Lambro

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1. Laboratorio Spazio Pubblico

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1.2. On Site/ Light Volumes: arte e paesaggio. Docenti: Lisa Diedrich, Monika Gora milano, 09-13 maggio 2012

Il progetto per il Parco Monluè si è reso necessario a causa della successione di pesanti trasformazioni territoriali: infrastrutture urbane che hanno di fatto intercluso il parco e ne hanno soffocato gli accessi e la visibilità, relegandolo ad un contesto periferico. Il rilancio del Monluè rientra in una riqualificazione più ampia che interessa un’area più vasta a est di Milano, basti ricordare il concorso per la riqualificazione del Parco Forlanini vinta nel 2002 dai portoghesi Gonçalo Byrne e Joao Nunes-PROAP. La proposta per il nuovo parco si chiama Slow Routes e sviluppa e ristruttura nuove connessioni tra ambiti di tessuto naturale e antropico per dare forma a uno spazio pubblico per la nuova collettività, aprendo nuovi percorsi e riscoprendo vecchi tracciati storici. La lettura del luogo è stata impostata su cinque parole chiave: strutture/ materiali/ processi naturali/ pratiche/ atmosfera del luogo. Dal sopralluogo sono emersi vari temi centrali per affrontare il progetto: il tema dell’acqua; il paesaggio della salute; il tema morfologico dell’arcipelago; il paesaggio dinamico; infine, il tema dei tracciati. Quest’ultimo è stato scelto e sviluppato per il progetto Slow Routes, ha messo al centro i percorsi, i sentieri per creare connessioni tra le pratiche esistenti e quelle introdotte, dall’agricoltura allo sport e si struttura con la distribuzione di link tra gli spazi aperti, collegati attraverso l’uso della linea. In parco urbano é in stretta relazione alla rete viaria periferica, tangenziale e trasporto pubblico, e ai punti di accesso pedonale, in modo da garantire una continuità funzionale con la città. In particolare sono stati selezionati tre percorsi specifici a caratteri diversi: il percorso verde, il percorso metropolitano, il percorso agricolo che hanno tempi accessibili in bici o a piedi a partire dal centro città.

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_Sopralluogo Parco Monluè

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Slow Routes

Gruppo di lavoro: Ilaria Congia, Annalisa Garlaschi, Matteo Furian, Katia Montenegro, Patrizia Rizzo Green Route: Duomo/ Parco Forlanini. Il primo percorso è stato estratto dal progetto esistente dello studio Land per la città di Milano: Raggi Verdi, un insieme di passeggiate urbane che uniscono il centro città ai grandi parchi metropolitani attraverso corridoi verdi ricavati in spazi pubblici di diverso tipo. Nel caso del progetto Slow Routes il raggio verde è stato prolungato dal Parco Forlanini continuando a Sud lungo il fiume Lambro. La distanza totale è di 7 Km e il tempo medio di percorrenza a piedi è di un’ora e venti minuti. Metropolitan Route: Duomo/ Parco Monluè. Il percorso metropolitano sfrutta quello che oggi è considerato l’accesso pedonale, il sottopasso dal quartiere Mecenate, ma ripensato attraverso delle rampe e/o delle scale mobili per poter consentire il passaggio a disabili, carrozzine e skaters. Arriva al cuore del Monluè nella grande piazza di entrata, dove sono presenti attività ricreative: una piattaforma su cui insistono strutture di ristorazione, l’antico borgo dove risiedono un centro accoglienza e la chiesa con vestigia archeologiche. Il percorso continua verso sud dove si intercettano funzioni nuove e ausiliarie alla fruizione del paesaggio poi si estende fino ad arrivare a costeggiare il fiume Lambro e attraversarlo. Tre aree indicano usi propri come la coltivazione di orti urbani, una torre belvedere che guarda al vicino aeroporto di Linate, una radura (il chiaro nel bosco) dove poter concentrare un pubblico per concerti ed eventi all’aperto. I cortili delle cascine, la Cascina Monluè e la Cascina Grande, sono i luoghi per i servizi igienici, la ristorazione, l’affitto di bici e parcheggi. Il tracciato, lungo 7.5Km, riconoscibile dalla pavimentazione, è interamente percorribile in meno di due ore e prevede punti di interesse anche vedutistico. Agro Route: Duomo/ Viale Vittorini. Il percorso agricolo recupera uno dei tracciati storici di Milano, la via Emilia, principale porta di accesso alla città di Milano e riprende i temi della campagna lombarda nella sua connotazione agricola con una scelta botanica che riprende le specie tipiche della pianura padana in particolare il Pioppo Cipressino. Tale elemento vegetale, ha caratterizzato il paesaggio agricolo circostante marcando i margini dei campi e le strade di ingresso alle cascine, ed è riproposto in filare lungo il percorso creando una quinta visiva. Lungo il sentiero la ripetizione sul cemento di segni grafici e di totem in cor-ten evidenzia puntualmente degli aspetti tipici della campagna: un fontanile, una roggia, una cascina attrezzata e riqualificata, servizio di bike sharing. Vedere l’idea finale all’orizzonte ma lavorare su un’idea puntuale attuabile nell’immediato, questo è stato il punto di partenza che ha motivato le scelte progettuali. Ripensare il limite come occasione per ridistribuire accessi e funzioni, opportunità per una nuova definizione dello spazio. L’obiettivo generale del progetto è quello di essere radicato nel luogo e di dare un’atmosfera diversa in base alla scelta di percorrenza. Le condizioni di turbolenza economica attuali hanno obbligato a fare scelte fattibili e sostenibili: linee che collegano piccoli interventi puntuali con strutture leggere a quello che già offre il luogo. L’unica regola è l’introduzione di un’accessibilità di chiara lettura del luogo riconoscibile da segni che si ripetono con maniacalità. Tali interventi possono dare l’inizio, se legati ad una chiara strategia, alla rigenerazione della “ragnatela” infrastrutturale della rete periferica dell’area milanese. 22


Obiettivo: attrezzare l’area con sistemi di connessione e arricchirla di funzioni a sostegno di attività ludiche ricreative. Il sopralluogo ha sottolineato chiaramente l’esistenza del limite tra la città e il parco agricolo a sud. L’elemento caratterizzante è la differenza di quota tra la città che avanza e la campagna a sud. Questa fascia di confine non pianificata contiene usi sportivi e ricreativi che punteggiano l’area di progetto e che sono il punto di partenza potenziale per predisporre una struttura chiara e riconoscibile che li connetta.

Area militare Zona industriale/CAMM Zona residenziale Borgo Monluè Green Route Agro Ruote Sottopassaggio tangenziale

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_Milano progetto raggi verdi_2010

Quanto tempo ?

_Green Route Duomo/ Parco Forlanini 5.5 Km/1h6min + 1.5Km/18min = 7Km/1h24min

_Metropolitan Route Duomo/Parco Monluè 5.5 Km/1h6min + 1.5Km/18min = 7Km/1h24min

_Historical Route Duomo / V.le Vittorini 5.5 Km/1h6min + 1.5Km/18min = 7Km/1h24min 24


_Rapporti e usi Il progetto si struttura a seconda della densità urbana del luogo. Nell’area prettamente urbana la struttura vegetale più fitta accoglierà piccole attrezzature sportive a quote diverse da quelle della viabilità. Allontanandoci dal centro abitato fino ad arrivare alla campagna la struttura vegetale si dirada cambiando specie arboree e usi sportivi più liberi.

Percorsi

Sistema

Elementi

Lo schema di progetto fa riferimento a: Agence Ter_A geological structure to create a green metropolis_ D-B-NL

Percorso Metropolitano Percorso Agricolo

Gli elementi si dividono in aree, punti di intersezione e nodi. Le aree verdi si sviluppano lungo il percorso metropolitano all’interno dell’area di progetto. Le aree grigie invece sono una successione di agglomerati urbani sviluppati in tempi diversi lungo il percoso agricolo. I nodi, disseminati lungo i percorsi, indicano delle aree di servizio che rafforzano la fruibilità dello spazio e contribuiscono all’accessibilità di tipologie diverse di fruitori. L’intersezione tra i due percorsi è il nodo più importante di interscambio con la città. 25


_Masterplan

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_Percorso metropolitano Il percorso metropolitano è stato sviluppato a partire dal sopralluogo effettuato sull’area. Sfrutta quello che oggi è consideranto l’accesso pedonale (il sottopasso dal quartiere Mecenate) ma ripensa il sottopasso attraverso delle rampe e o delle scale mobili per poter consentire il passaggio a disabili, carrozzine e skaters. Il percorso si estende fino ad arrivare a consteggiare il fiume Lambro e attraversarso. All’interno del parco tre aree inidicano usi propri come la coltivazione di orti urbani, una torre belvedere che guarda al vicino aeroporto di Linate, una radura (il chiaro nel bosco) dove poter concentrare un pubblico per concerti ed eventi all’aperto. I cortili delle cascine: la Cascina Monluè e la Cascina Grande sono i luoghi per i servizi igienici, la ristorazione, l’affitto di bici e parcheggi.

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Piazza di entrata al Parco Monluè. Sono presenti attivitĂ ricreative: una piattaforma su cui insistono strutture di ristorazione, l’antico borgo dove risiedono un centro accoglienza e la chiesa con vestigia archeologiche.

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Radura per l’accoglienza di eventi (concerti/ spettacoli) e possibilità di accampamento.

Nuove aree puntuali per funzioni ausiliarie alla fruizione del paesaggio (coltivazione di orti urbani / torre belvedere che guarda al vicino aeroporto di Linate)

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_Percorso agricolo

Il progetto si struttura a seconda della densità urbana del luogo. Nell’area prettamente urbana la struttura vegetale più fitta accoglierà piccole attrezzature sportive a quote diverse da quelle della viabilità. Allontanandoci dal centro abitato fino ad arrivare alla campagna.

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_percorso in via vittorini elio

sezione longitudinale e planimetria di progetto

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_Prospettive future Reti metropolitane Reti storico-agricole

_To be continued ... 33


1. Laboratorio Spazio Pubblico

z

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1.3. Paesaggi dello sport: progetto e fruizione. Docente: Enric Battle milano, 23 - 27 maggio 2012

Milano nonostante l’immagine di città poliedrica e contemporanea racchiude emergenze legate legate in primo luogo allo spazio pubblico, alla mobilità e non meno importante alla carenza di impianti sportivi. Nel luglio 2012 il Coni ha stimato che in Italia lo sport vale l’1,6% del Pil nazionale, cifra molto elevata che si stima continuerà a crescere. Questi dati sottolineano la necessità di attuare un sistema pianificato a scala territoriale con la ristrutturazione delle strutture esistenti e l’implementazione di poli sportivi con spazi per attività all’aria aperta. Lo sport è inoltre legato al paesaggio perché può essere usato per relazionarsi con i luoghi grazie all’inserimento di nuovi usi in un territorio ampliandone i rapporti. A Milano, il luogo più adatto per ripensare questa commistione di pratiche è il Parco Agricolo Sud, già con una forte vocazione sportiva, deposito di luoghi molto interessanti ma difficili da scoprire perché ad oggi poco accessibili e scarsamente comunicanti. Per questo territorio le politiche urbanistiche si sono dotate di Piani di Cintura Urbana, che interessano aree comprese fra i margini meridionali della periferia urbana milanese e il tracciato delle tangenziali autostradali, in generale inedificate, per lo più impegnate da usi agricoli ma interessate da frequenti ed estesi fenomeni di erosione prodotti dalla presenza di attività marginali e di usi impropri. Inoltre, contengono, come nel caso dell’area di progetto, alcuni grandi servizi di scala metropolitana (depuratore di Nosedo) o luoghi di interesse storico monumentale (abbazia di Chiaravalle). Nonostante i Piani di Cintura abbiano come obiettivo un progetto complessivo per il riassetto di tali ambiti i risultati non sono ancora visibili o comunque sono deboli, soprattutto se si guarda all’aspetto delle pratiche sportive introdotte. 35


_Sopralluogo Parco della Vettabbia

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Star Tracks

Gruppo di lavoro: Enrico Gorrea, Juan Pablo Martinez, Gioacchino Riusi, Patrizia Rizzo , Giulia Sperandio Riassumendo, i temi, con cui si è rapportato il progetto di architettura di paesaggio, sono il fenomeno della città diffusa; le nuove alleanze tra città e campagna; l’introduzione di nuove funzioni non agricole nella campagna (servizi, risorse, tempo libero, didattica, abitare). La risposta è stata quella di usare lo sport per superare i problemi tra città e campagna introducendo sistemi locali di integrazione tra contesti urbani e rurali in chiave multifunzionale dove si sviluppano sinergie concrete facendo uso dei rispettivi potenziali (urbano/ rurale) tenendo ovviamente conto delle caratteristiche morfologiche proprie. Star Tracks all’interno dell’ambiente rurale mette in rete e preserva la funzionalità degli spazi, dove la funzione agricola si connette e si integra in quella ambientale, ecologica e paesaggistica attraverso la costruzione di “reti”, “trame” e “sistemi”. I nodi, disseminati lungo i percorsi, indicano delle aree di servizio che rafforzano la fruibilità dello spazio e contribuiscono all’accessibilità di tipologie diverse di fruitori. Il sopralluogo ha sottolineato chiaramente che l’elemento morfologico caratterizzante dell’area di progetto è la differenza di quota tra la città che avanza e la campagna a sud. La lettura delle cartografie ha dato la possibilità di strutturare per il progetto una strategia di intervento basata su tre azioni a scale diverse con azioni progettuali specifiche: Ri-naturalizzare la città / Relazionare città e campagna nel bordo/ Rafforzare il sistema agricolo. Nell’area prettamente urbana la struttura vegetale più fitta accoglierà piccole attrezzature sportive a quote diverse da quelle della viabilità mentre allontanandoci dal centro abitato fino ad arrivare alla campagna la struttura vegetale si dirada cambiando specie arboree e usi sportivi più liberi. Il progetto Star Tracks organizza così aree di carattere ricreativo e sportivo, (ippica, golf, minigolf, tennis, piscine) o con attività di carattere ambientale o culturale (orti, garden festival, cinema all’aperto, aree gioco). Prevede diversi programmi di recupero delle cascine, da convertire in centri di carattere culturale e con funzioni alberghiere. L’acqua rappresenta un elemento importante, infatti in città i percorsi progettati seguono corsi d’acqua e hanno la funzione di ri-naturalizzare il tessuto urbano arricchendolo con spazi intimi per lo sport mentre in campagna vengono ristrutturati gli argini del cavo Vettabbia, la riapertura delle rogge e la riqualificazione della cava di Tecchione. Nella fascia filtro (città/parco sud) si accentua una fitta vegetazione che circonda e protegge vecchie e nuove attrezzature sportive e gli orti urbani, situati lungo via San Dionigi, delineano il confine tra il parco ed il territorio cittadino. L’arrivo in campagna permette di aprire lo sguardo sul paesaggio agrario fino a raggiungere i simboli della presenza storica (Campanile di Chiaravalle) e contemporanea (Depuratore di Nosedo). Nella campagna la trama agricola è entrata nello sviluppo della struttura del progetto per i collegamenti trasversali tra i percorsi d’acqua. Il carattere dei tracciati è riconoscibile attraverso i cambiamenti della topografia: vengono collocate piattaforme rialzate per lo sport a una quota maggiore, le stesse sono sempre attestate lungo i corsi d’acqua permettendo alla rete sociale di fruire pienamente del paesaggio. La struttura del progetto rende dinamica la fruizione dei cittadini nell’uso delle pratiche per lo sport e per il paesaggio. Tali interventi, legati ad una chiara strategia, possono dare inizio ad una più ampia rigenerazione della rete periferica dell’area milanese. 38


Obiettivo: attrezzare l’area con sistemi di connessione e arricchirla di funzioni a sostegno di attività sportive. Il sopralluogo ha sottolineato chiaramente l’esistenza del limite tra la città e il parco agricolo a sud. L’elemento caratterizzante è la differenza di quota tra la città che avanza e la campagna a sud. Questa fascia di confine non pianificata contiene usi sportivi e ricreativi che punteggiano l’area di progetto e che sono il punto di partenza potenziale per predisporre una struttura chiara e riconoscibile che li connetta. attrezzature sportive spazi pubblici parchi e giardini aree residuali / dismesse La lettura delle cartografie, dello stato attuale dell’area di progetto, ha dato la possibilità di strutturare una strategia di intervento basata su quattro azioni a scale diverse. I frammenti sono delle situazioni puntuali che verranno integrate con nuove attrezzature per l’aumento dei servizi, la forza di questa scelta sta nell’incremento dei livelli di connessione sia ambientali che urbane. frammenti

connessioni d’acqua

connessioni trasversali

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nuove attrezzature


_connessioni d’acqua rogge (roggia vettabbia) fontanili aree umide

_connessioni trasversali percorsi agricoli percorsi urbani

_rapporto tra gli usi

_frammenti attrezzature sportive spazi pubblici parchi e giardini cascine

_vegetazione attrezzature sportive aree produttive spazi pubblici

vegetazione in ambito umido vegetazione in ambito asciutto

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_ Masterplan

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_Rapporti e usi Il progetto si struttura a seconda della densità urbana del luogo. Nell’area prettamente urbana la struttura vegetale più fitta accoglierà piccole attrezzature sportive a quote diverse da quelle della viabilità. Allontanandoci dal centro abitato fino ad arrivare alla campagna la struttura vegetale si dirada cambiando specie arboree e usi sportivi più liberi.

città

fascia di transizione

cittàcittà

fascia di transizionecampagna campagna fascia fascia di transizione città di transizione

struttura vegetale

struttura vegetale

struttura vegetale

topografia

topografia

topografia

attrezzature sportive

attrezzature sportive

attrezzature sportive

struttura vegetale

topografia

attrezzature sportive

Populus alba Populus piramidalis Betula pendula

Betula pendula Fraxinus ornus

Fraxinus ornus Corylus avellana

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campagna

campagna


_Rinaturalizzare la cittĂ

_cittĂ

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_Relazionare cittĂ e campagna nel bordo

_cittĂ - campagna

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_Relazionare cittĂ e campagna nel bordo

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_Rafforzare il sistema agricolo

_campagna

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_Rafforzare il sistema agricolo

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_Rafforzare il sistema agricolo

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Rifare paesaggi/ Lisbon Waterfront 2. Seminario internazionale di progettazione lisboa, luglio 2012

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2. Seminario Internazionale Di Progetto

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2.1. Rifare Paesaggi: Lisbon Waterfront Docenti: Laura Zampieri, Paolo Ceccon, Giorgio Peghin lisbona, 23 luglio - 1 agosto 2012

La scelta dell’area di progetto ricade nella zona compressa tra la Baixa (quartiere centrale di Lisbona) e l’Expo (polo commerciale e residenziale sorto a fine anni novanta) lungo il fiume Tejo. Quest’area si trova alle spalle del porto ed è in attesa di trasformazione, occupata da complessi industriali dismessi, darsene militari in disuso, un fronte urbano composto da preesistenze monumentali affiancate a palazzi abbandonati, officine di riparazioni in attività e aree residuali non ben definite. L’area di progetto ha ampliato nel tempo la sua sezione trasversale per favorire gli insediamenti portuali; questo ha causato una rottura nella continuità spaziale e il progressivo affermarsi, nella percezione pubblica, della zona portuale come di un ente esogeno rispetto alla città storica, costituendosi come limite tra il fronte urbano e l’acqua. Il tema della riconversione urbana del waterfront pone alla ribalta alcune delle questioni più significative dell’architettura della città contemporanea, che si incrociano con i problemi ambientali, con il riuso dei vuoti, con l’organizzazione degli spazi pubblici e il ridisegno del paesaggio. Temi, questi, che sono stati affrontati ponendo la priorità sull’indagine e la ricostruzione delle relazioni tra la città e il fiume. L’obiettivo è stato quello di rivolgersi agli elementi che storicamente si sono palesati come i più durevoli della città, le tracce e le preesistenze. Questi elementi sono rappresentati dallo spazio pubblico molto più che dall’edificato e dalle relazioni che si stabiliscono tra due stati: quello solido della città e quello liquido del fiume. Ripensare quindi agli spazi aperti di uso collettivo, aperti ad usi plurali e diversificati nel tempo.

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_Sopralluogo Vale Do Fondao/ Marvila/ Poco Do Bispo

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Resistere alla trasformazione

Gruppo di lavoro: Cecilia Danieli, Paolo Dentoni, Patrizia Rizzo, Manuel Soddu, Giovanni Zoccheddu Il quartiere di Marvila è uno dei più tipici della città orientale di Lisbona. Fino al XIX secolo, era una delle zonne con più quinte della città con terreni fertili bagnati dal fiume Tago. Fino alla metà del secolo scorso conservava un carattere in gran parte rurale, dove proliferavano fattorie e giardini. Ancora oggi, facilmente riconoscibili: la Quinta Goldsmith, la Rosa, i fiori dei mandorli, la Leal, il Marques de Abrantes Ma da zona rurale Marvila si è trasformata con il passare degli anni in un quartiere manifatturiero e artigianale. Tuttavia, ancora oggi vedere le tracce di una grande attività orticola. Anche i monumenti di carattere religioso abbondavano, come l’ex Monastero di Marvila, il convento di Beato, ecc. Ma è nel XX sec. che avviene la rottura tra uso del suolo e abitanti con l’edificazione di impianti industriali lungo da rua do Açúcar fino a Braço de Prata. Sono di questo periodo la tonneria di Via Capitano Pimpi e i magazzini del vino di Abel Pereira da Fonseca. L’intervento connette la parte alta del fuso racchiuso tra la Rua de Marvila e la parte bassa, più vicina alle sponde del fiume Tago, all’altezza di Rua Real. In particolare nell’area attualmente occupata dall’autorità portuale la strategia proposta prevede di alleggerire il carico del porto e restituire al quartiere che vi si erge al di sopra, un nuovo spazio che si affaccia sul fiume. Il patrimonio testimoniale, che in questo caso coincide con gli ex padiglioni del porto industriale, trova una nuova configurazione e viene recuperato per dare spazio a nuove aree pubbliche, fungendo da elementi di connessione fra altre strutture e ridando maggior respiro a ciò che in passato veniva chiamata la ‘via d’oro’ della città. L’area della valle, puntualmente colpita da allagamenti, affronta questo problema attraverso un nuovo ridisegno dei rilievi, collaborando insieme ad un conplesso di orti urbani per strutturare un nuovo sistema di drenaggio che rallenti il deflusso dell’acqua verso il fiume. Il ridisegno dei nuovi assi proposti ricuciono le parti che hanno avuto della ferrovia un ostacolo, ritrovando un nuovo rapporto fra ciò che è la città lineare e il centro, attraverso una nuova organizzazione viaria, e rafforzando il rapporto, che si era andato perso, fra la città alta e la città portuale. Tali interventi possono diventare l’inizio di una rigenerazione della “ragnatela” infrastrutturale dell’area lisbonese.

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Obiettivo: esorcizzare le pressioni speculative e di trasformazione dei quartieri vicini attraverso piccole azioni progettuali che consolidano gli usi attuali, comunicano la formazione a carattere storico-monumentale dell’area e introducono nuove forme di produzione. Expo

piano particolareggiato Matinha

area d’intervento

nuovo terminal crociere nucleo storico / Baixa Estratto carta 1911

Gli elementi usati nel progetto fontanili

aree dedicate al coltivo aree di pertinenza del Palacio do Mitra percorsi di risalita

Caratteri contemporanei / Funzioni prevalenti Vale Do Fundao > appropriazione di suolo per orti spontani / residenze Marvila > Piccole attività produttive / vendita al dettaglio / associazioni culturali Poco do Bispo > Attività portuali / pesca amatoriale 57

Area d’intervento. CTC 2010


_Analisi progettuale _Lettura topografica che identifica i temi di progetto Vale do Fundao Patrimonio Doca do Poço do Bispo Barriere e infrastrutture principali

_Lettura morfologica della Vale do Fundao e sintesi idrografica Sistema umido Effetto mare diretto VulnerabilitĂ delle informazioni _elevata

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_Rua Marvila / Rua Real. Strategia d-intervento Strade: Rua Real, Rua Marvila, Rua da cintura do Porto de Lisboa Patrimonio Linea di architettonico costa Marvila

Approfondimento progettuale Linee ferroviarie

Sezioni diagrammatiche con intenzioni progettuali in rosso

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Progetto Parco Matinha Piano Particolareggiato Matinha


_Recupero della Quinta do Palacio do Mitra Sviluppo planimetrico e sezione

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_Rua marvila / rua real Sviluppo assonometrico

Collegamento verticale

Doca do Poรงo do Bispo

Ristorazione Spazio pubblico attrezzato Produzione - orto

Passerella sospesa

Produzione - Agrumeto Percorso museale do Mitra

Giardino esistente Patrimonio industriale

Fermata stazione Terrazza

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_Vale do Fundao

Strategia d’intervento vulnerabilità alle inondazioni

VULNERABILITA’ ALLE INONDAZIONI MODERATA

ELEVATA

Progetto Paque Vale do Fundao tipo di suolo / permeabilità

TIPO DI SUOLO / PERMEABILITA’ ALLUVIONALE / ALTA

ARENARIO / MEDIO ALTA

CALCAREO / MEDIA

Aree della Camera Municipal

ARGILLOSO / BASSA

esposizione

Aree produzione cibo 62


_Azioni progettuali

per il rallentamento e la gestione delle acque

1_drenaggio delle acque

2_struttura vegatale

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_Vale do Fundao

Strategia d’intervento. Planimetria

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_Schizzi e schemi di funzionamento azione 1. vasca raccolta acqua / percorso perpendicolari alla pendenza della valle

azione 2. cunetta raccolta acqua. perpendicolare alla pendenza della valle.

azione 3. sistema rallentamento delle acque piovane. perpendicolare alla pendenza dei pendii.

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Energie Rinnovabili e Paesaggio 3. Laboratorio il progetto dei sistemi d’acqua milano, settembre - ottobre 2012

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3. Laboratorio Energie Rinnovabili e Paesaggio

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3.1. Bilancio Energetico e Paesaggio Docente: João Gomes Da Silva milano, 19 - 23 settembre 2012

Lo sviluppo delle fonti rinnovabili, in Europa, ma soprattutto in Italia è avvenuto senza una programmazione strutturale, questo ha determinato uno squilibrio nelle politiche di incentivazione delle diverse tecnologie, con il risultato di vedere destinate maggiori risorse alle fonti più costose e meno efficienti sotto il profilo economico e ambientale. Inoltre, lo sviluppo delle fonti rinnovabili, con particolare riferimento al fotovoltaico, non ha favorito, nonostante gli elevati incentivi, la crescita dell’industria nazionale di settore per il fatto di avere importato le tecnologie e materiali scadenti da paesi extra UE. E’ necessario, pertanto, che il perseguimento degli obiettivi al 2020 sia basato su un’attenta valutazione tecnologica, in prospettiva della loro sostenibilità economica e di gestione a lungo termine. In questo contesto senza una visione globale e con delle regole stabilite è importante evitare squilibri, spesso scaturiti solo a fini di lucro , purtroppo già sono accaduti in questi ultimi tempi come il consumo di suolo a scopo energetico, la costruzione di serre fotovoltaiche senza coltivazioni all’interno, o ancora la sostituzione di coltivi a favore della produzione di biocarburanti. L’obiettivo del workshop è stato quello di sperimentare le FER per il rinnovo della gestione del fabbisogno energetico di una cascina del Parco Agricolo Sud. La sfida è stata quella di sperientare l’uso di queste energie rinnovabili per il supporto dell’azienda senza però penalizzare l’agricoltura, mettendo al primo posto il paesaggio cercando di evitare squilibri ambientali e rischi idrogeologici.

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_Sopralluogo Cascina Vaianello e Cascina Floriana

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Bio Cycle

Gruppo di lavoro: Pamela Del Pianta, Sanja Grujic Marconi, Patrizia Rizzo, Diego Santoro Obiettivo: Autosufficienza energetica del caso studio attraverso la razionalizzazione degli spazi e l’impiego di fonti di energie rinnovabili (FER), la massificazione del ciclo produttivo per la conservazione e la possibile crescita dell’azienda agricola. /Risparmio energetico /Aumento produzione latte / Riconversione e nuovi usi del territorio Il progetto ripensa la disposizione spaziale della produzione del latte con l’accorpamento nella Cascina Floriana. Tra le due proprietà sono pensati dei percorsi che rispettano la trama agricola della Pianura Padana e che differenziano i fruitori: percorsi dedicati alla coltivazione del fieno e altri dedicati all’uso ludico/sportivo dei cittadini dell’area metropolitana milanese. Questa struttura a vari livelli organizza il paesaggio agricolo per l’economia di spazi e di trasporti mentre il vero risparmio sta nel progetto della conversione delle fonti fossili con l’uso delle FER (Fonti Energia Rinnovabile). Il progetto si basa su dati annuali dei consumi reali dell’azienda, questo studio è servito per la scelta degli impianti da installare. Valutare i bisogni differenziandoli per i mesi e dimensionare la potenza degli impianti per poter assorbile i picchi di consumo. Il progetto copre l’intero fabbisogno energetico dell’azienda attraverso l’uso di fonti FER differenti: biomassa per la produzione di calore ed energia elettrica, l’impiego di fotovoltaico per l’energia elettrica e il solare termico e il termocamino per la produzione di acqua calda e riscaldamento invernale. Oltre all’uso di FER sono stati usati accorgimenti riguardanti la disposizione spaziale delle stalle per il miglioramento della confort delle stesse, l’uso di ventilazione naturale e la climatizzazione con impianti a parete per l’abbattimento dei picchi estivi e invernali e il conseguente aumento di produzione di latte. Le fonti di energia rinnovabile utilizzate possono assorbire i costi energetici per la produzione e una volta ammortizzato l’investimento introdurre nuove fonti di reddito per l’azienda. L’accorpamento territoriale dell’azienda nell’area della Cascina Floriana ha prodotto la diversificazione di attività produttive non agricole nella Cascina Vaianello.

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Il progetto ha come obiettivo l’autosufficienza energetica dell’azienda agricola attraverso la razionalizzazione degli spazi e la sostituzione delle fonti fossili con l’impiego di fonti energetiche rinnovabili (FER).

_Lettura del territorio

Cascine Floriana/ Vaianello e limitrofe

Centri urbani

Rete idricagrafica

Rete stradale

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_ Struttura territorio

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_Schema d’internvento

Agriturismo Cascina Vaianello

Polo sportivo/ ricreativo Cava di Mercugnano Sviluppare due assi distinti: - l’asse giallo è a servizio della gestione dei terreni per la coltivazione del foraggio e la connessione diretta tra le cascine. - l’asse blu è a servizio degli utenti e mette in relazione le cascine, i percorsi naturalistici e le attrezzature sportive.

Cascina Conobbio

Azienda agricola Cascina Floriana

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_Progetto ampliamento cascina floriana con un nuovo modello economico

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_Schema planimetrico dei cicli

Ciclo di alimentazione Ciclo di produzione Ciclo di crescita Ciclo di produzione energetica Residenza/ Infermieria/ Servizi

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_Bilancio Energetico - Azienda Agricola Cascina Floriana: Impianto biomassa

Spese energia: totali date da elettricità, gas e gasolio 289517euro M aggiore incidenza: TOT energia derivante dal consumo di gas: 257377 mc = 2445081 Kwh termici/anno Consumo TOT energia per essiccatore: consumo gas tot. 231640 mc = 2200580 kWh termici/anno DIMESIONAMENTO IMPIANTO: Picco del mese di maggio: 356045 kWth = usati per l’individuazione della potenza utile installata dell’impianto di Biomassa IMPIANTO BIOMASSA PROGETTATO: Potenza termica nominale 720 kW 3760 ore di funzionamento anno Energia termica erogata: 648 x 3760 = 2436480 kWth/anno Energia elettrica erogata: 198 x 3760 = 744480 kWhe/anno Energia elettrica immessa in rete: 744480 - 45637 = 698843 kWhe Quantità biomassa necessaria: per 2436480 kWt = 600 Tonnellate di cippato di legna 78


Cascina Floriana - Planimetria ampliamento

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Scelte Progettuali - Schema delle nuove stalle

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Progetto ampliamento Cascina Floriana: Orientamento e visione delle nuove stalle

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_Bilancio Energetico - Agriturismo Cascina Vaianello: Ristorante + strutture ricettive 2200 mq (indicativo)

SPESE ENERGIA: ES. Ristorante per 30 coperti consumi elettrici: 20000 kwhe/anno consumi termici: 40000 kwht/anno Es. strutture ricettive per 30 posti letto: 30000 kwhe/anno 45000 kwht/anno (riscaldamento + acqua) Consumo TOT energia stimato: consumi elettrici anno: 50000 kwhe/anno consumi termici anno: 85000 kwht/anno DIMESIONAMENTO IMPIANTO FOTOVOLTAICO stima: 8 mq = 1000 kwhe 50000/1000x8=400 mq dimensione impianto = 400 mq pannelli SOLARE TERMICO: acqua calda = 10 pannelli (1,5x1 m + bollitore 1500 lt) TERMOCAMICO: riscaldamento invernale. 82


_Schema Distributivo Energetico: _Cascina Floriana

_Cascina Vaianello

Consumi energia tradizionale Cascina Vaianello

Cascina Floriana

Totale consumi energia Vaianello+Floriana

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Consumi da fonti FER


3. Laboratorio Energie Rinnovabili e Paesaggio

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3.2. Energia Idroelettrica e paesaggio Docente: Jeppe Aagaard Andersen milano, 2 - 6 ottobre 2012

Il tema del secondo workshop relativo all’uso delle fonti FER in ambito di architettura del paesaggio, approfondisce in particolare l’uso dell’idroelettrico, già molto sviluppato in Italia e che pone l’attenzione, soprattutto negli ultimi anni, dell’esigenza di affrontare in modo più razionale la questione dell’uso plurimo delle acque. Questo tema è diventato di fondamentale importanza perchè sono avvenuti e stanno avvenendo una serie di eventi che hanno modificato gli equilibri del sistema acqua del bacino del Po, che per tanti anni aveva assicurato un buona efficienza per tutte le necessità, dall’idroelettrico all’irriguo, dal potabile all’industriale. Il risultato è che negli ultimi 40 anni, l’alveo di magra del Po si è abbassato di circa 4 metri con gravi conseguenze per la stabilità delle strutture di difesa, per la navigazione, per le prese irrigue, per la manutenzione delle falde acquifere, per l’habitat della fauna ittica e l’ambiente. L’obiettivo del progetto sarà quello di sfruttare l’energia potenziale ancora disponibile come leva per migliorare la rete idrogeologica, evitando i fenomeni di erosione e di dilavamento ma sopratutto pensando a sistemi per la raccolta delle acque nei periodi di emergenza alluvionale.

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_Sopralluogo Canale Addetta

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IN BETWEEN -Shadow and Light - a true love story Gruppo di lavoro: Andrea Caspoli, Gonçalo Mártires, Patrizia Rizzo

/Sviluppo del concetto di dualità all’interno del paesaggio /Uso di FER (Fonti Energetiche Rinnovabili) microidroelettrico/ Atmosfera L’obiettivo del progetto è stato quello di far emergere attraverso azioni progettuali la dualità di alcuni punti specifici lungo il Colatore Addetta. Strutturare le funzioni spontanee e aggiungere nuovi usi per una fruizione continua del luogo a diverse ore del giorno e della notte. Il tema del workshop mirava ad inglobare all’interno del progetto soluzioni che tenessero conto del problema energetico attuale e quindi a sfruttare vista la presenza del moto cinetico del Canale Addetta l’energia idroelettrica attraverso dei micro impianti idroelettrici nei punti di salto utili. Raccontare la storia di un luogo a partire dalla sintesi della sua struttura: la matrice della pianura lodigiana, contrapposizione di radure e boschi, il reticolo dei canali; il dinamismo delle sue acque, il Colatore Addetta con il continuo cambiamento regolato della sua portata contribuisce all’atmosfera del luogo creando specchi d’acqua perfetti contrapposti alla spuma bianca e al fragore sonoro dovuto al suo salto; la permeabilità lungo i cambiamenti di stato, i bordi del fiume, i limiti delle parcelle agricole, i percorsi stretti che si aprono su ampie radure fertili. Questa descrizione è il punto di partenza per l’obiettivo del progetto che vuole far vedere agli occhi di tutti il dualismo intrinseco del luogo. L’obiettivo è rafforzare questa antitesi, a partire da linee che si tendono nello spazio in filari di Populus nigra e che danno origine a tensioni visive nel paesaggio puntando alle trasformazioni. In particolare, tre sono i luoghi sensibili dove il progetto è rivelato: la cascata di Borgonovo, un volume immerso nell’acqua consente la didattica e rende possibile la conoscenza degli abitanti del fiume e del suo ecosistema. Inoltre l’istallazione di un micro impianto idrico potrebbe coprirne il fabbisogno elettrico; l’ansa dei pontili, leggere strutture in legno si tendono sull’acqua e creano delle stanze per il tempo libero; la piana di Balbiano, dove trovano spazio attività per il grande pubblico, concerti, spettacoli, cinema all’aperto ma che in caso di piene eccezionali accoglie le acque del Colatore Addetta rallentandone il corso. Istallazioni luminose sfrutteranno quando possibile l’energia generata dal’idrodinamica dell’acqua. L’uso della luce nelle ore notturne diffonde e crea atmosfere inaspettate, scie luminose scorreranno lungo la corrente accogliendo il nuovo pubblico.

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Il progetto vuol far emergere attraverso azioni progettuali la dualità di alcuni punti specifici lungo il Colatore Addetta. Strutturare le funzioni spontanee e aggiungere nuovi usi per una fruizione continua del luogo a diverse ore del giorno e della notte. Il dualismo intrinseco del luogo emerge nell’uso notturno ad oggi inesistente. L’impiego della luce nelle ore notturne diffonde e crea atmosfere inaspettate, scie luminose scorreranno lungo la corrente accogliendo il nuovo pubblico.

_Matrix

Struttura: la matrice della pianura lodigiana, contrapposizione di radure e boschi, il reticolo dei canali

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_Relazioni spaziali/progettuali

_Dynamic

Struttura: il dinamismo delle sue acque Colatore Addetta con il continuo cambiamento regolato della sua portata contribuisce all’atmosfera del luogo creando specchi d’acqua perfetti contrapposti alla spuma bianca e al fragore sonoro dovuto al suo salto.

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_Relazioni spaziali/progettuali

_Permeability

Struttura: la permeabilitĂ della pianura lodigiana, con le sue bocche che regolano e gestiscono le acque evitando carichi critici nei canali principali.

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_Relazioni spaziali/progettuali

_Duality

Il dualismo intrinseco del luogo emerge nell’uso notturno ad oggi inesistente. L’impiego della luce nelle ore notturne diffonde e crea atmosfere inaspettate, scie luminose scorreranno lungo la corrente accogliendo il nuovo pubblico.

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_Shadow and Light - contrast and simplicity Istallazioni luminose sfrutteranno quando possibile l’energia generata dal’idrodinamica dell’acqua. L’uso della luce nelle ore notturne diffonde e crea atmosfere inaspettate, scie luminose scorreranno lungo la corrente accogliendo il nuovo pubblico.

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_ Analisi del contesto locale Sistema delle acque La chiusa di Paullo, serve per regolare l’afflusso costante del Canale Muzza, l’acqua in eccesso viene scaricata tramite una chiusa di scarico e battentamento nel Colatore Addetta, antico ramo naturale del Fiume Adda che scolma l’acqua in eccesso fino al Fiume Lambro.

Struttura parcelle agricole La pianura lodigiana è particolarmente fertile grazie alla sapiente gestione delle acque. Infatti, nella pianura lodigiana l'interscambio tra acque superficiali e di falda è il fattore che consente, nel fiume Adda e nella fascia di corsi d'acqua a carattere sorgivo (fontanili), il mantenimento di acque relativamente fresche anche nei mesi estivi mentre a temperature relativamente miti nei mesi invernali.

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_Masterplan_struttura del progetto e funzioni principali

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_La cascata di Borgonovo

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_La cascata di Borgonovo

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_La piana di Balbiano

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_La piana di Balbiano

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_L’ansa dei pontili

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_L’ansa dei pontili

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3. Laboratorio Energie Rinnovabili e Paesaggio

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3.3. Energia solare e paesaggio Docente: Barbara Aronson milano, 17 - 21 ottobre 2012

Per ragioni ambientali ed economiche dobbiamo riuscire a liberarci dalla dipendenza dalle fonti energetiche fossili senza però creare un deficit di produzione agricola. Ovvio che il futuro energetico sarà fondato dalle fonti rinnovabili ma ad oggi l’Italia è ancora molto lontana dal raggiungimento di tale obiettivo anche se si stanno facendo grandi passi avanti soprattutto nell’impiego del fotovoltaico. Infatti, il fotovoltaico è al primo posto come fonte FER utilizzato in Italia, ma un uso di pannelli in campi un tempo adibiti alla produzione di cibo porterebbe ad avere due problemi: il degrado del territorio e la creazione di un’altra pericolosa dipendenza, quella alimentare. E’ importante capire allora dove e in che estensioni installare i campi di pannelli fotovoltaici. L’area di progetto, è a cavallo tra due situazioni distinte entrambe inglobate all’interno del Parco Agricolo Sud. La prima è la zona industriale di Civesio, ben 250 ettari, estesa senza un programma pianificatore è la chiara estrusione delle precedenti parcelle egricole. La seconda è la Tangenziale Est, una sovrapposizione esogena, indifferente al territorio con all’interno grandi inclusioni di terreno. Al fondo di questa realtà geografica il borgo agricolo di di antica origine di Viboldone. Come integrare a questo territorio l’uso di pannelli fotovoltaici senza continuare la frammentazione e il consumo di suolo avvenuti in questi anni?

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_Sopralluogo Parco Agricolo Sud

LocalitĂ Vibaldone e svincoli tangenziale ovest

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Renewable Soil

Gruppo di lavoro: Cecilia Danieli, Patrizia Rizzo, Giulia Sperandio La riduzione dei consumi e la sostituzione delle fonti fossili per la produzione di energia con fonti rinnovabili sono condizioni necessarie per ridurre l’impatto delle nostre azioni sul territorio in cui viviamo. Il rischio legato alle condizioni di necessità e urgenza è di ripetere gli stessi errori compiuti in passato, come l’occupazione incontrollata del suolo senza una riflessione responsabile sugli effetti nel tempo. E’ nostro dovere riflettere sugli effetti dello sfruttamento del suolo, che nell’immediato sottrae superfici disponibili per la produzione alimentare e nel futuro comporta ingenti costi per il suo recupero. E’ necessario comprendere anche che l’inserimento di nuovi impianti fotovoltaici necessita grandi superfici per poter essere economicamente vantaggiosio per l’investimento. La mappatura dei residui generati dalle principali infrastrutture viabilistiche e dall’attività estrattiva evidenzia la diponibiltà di superfici già compromesse che potrebbero soddisfare la produzione di energia senza sottrarre suolo all’agricoltura e senza frammentare ulteriormente il territorio con conseguenze dirette sul paesaggio culturale della pianura milanese. I laghi di cava sono aree non più significative sia dal punto di vista naturalistico, per la loro conformazione, sia dal punto di vista produttivo. Sono per questo sono potenziali superfici disponibili per l’inserimento di strutture galleggianti atte all’installazione di impianti fotovoltaici. Questo tipo di impianti sono di alta qualità e di facile manutenzione, in quanto hanno un miglior rendimento grazie al riverbero dell’acqua e alla minore temperatura di esercizio dei pannelli grazie alla vicinanza dell’acqua. Sono strutture modulari e flessibili, inseribili nel bacino con effetti pressochè nulli sull’area, non necessitando di strutture di ancoraggio in cemento. Gli svincoli autostradali sono aree che per la particolare topografia sono prive di collegamenti con il territorio circostante e non possono essere significatiche sia dal punto di vista ambientale e che dal punto di vista produttivo. La localizzazione di impianti fotovoltaici in queste aree può essere vantaggiosa in quanto la conformazione dell’infrastruttura offre una protezione all’impianto e può essere associata a bacini per la raccolta e la depurazione delle acque reflue stradali, riutilizzabili per la pulizia e il raffreddamnento dei pannelli fotovoltaici. La ripetizione degli impianti nel territorio negli svincoli e nelle aree estrattive disponibili permetterebbe la costruzione di una rete energetica contribuendo alla costruzione di un nuovo paesaggio produttivo energetico che si andrebbe a sovrapporre alle strutture esistenti senza ulteriore spreco di suolo.

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Obiettivo: rispondere al carattere residuale e periferico dell’area di progetto con un sistema di connessioni trasversali con gli altri quartieri della città.

USO DEL SUOLO

aree rimanenti tra le infrastrutture esistenti ABBIAMO BISOGNO DI ENERGIE RINNOVABILI

+

aree inutilizzabili a causa dallo sfruttamento del suolo

COSA SUCCEDE DOPO?

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L’uso dei pannelli fotovoltaici impoveriscono il suolo


_Criticità uso intensivo pannelli fotovoltaici Cosa: L’uso dei pannelli fotovoltaici, ha delle criticità legate al consumo di suolo. Nonostante alla fine della loro vita produttiva, i parchi fotovoltaici, vengano rimossi, la loro permanenza di lunga durata genera un impoverimento del suolo dovuto all’ombreggiamento subito.

suolo coperto

suolo degradato

suolo coperto

suolo degradato

COSA? 108


_Residui generati dalle principali infrastrutture viabilistiche Infrastrutture

PERCHÈ

DOVE

_Residui generati dalle attività estrattive Estrazione

PERCHÈ

DOVE

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_ Dove: Parco Agricolo Sud

_Parco Agricolo Sud

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_Impianti fotovoltaici galleggianti DOVE_cave COME_ Impianti fotovoltaici galleggianti

_Schemi diagrammatici

modulare riciclabile adatto ad ogni livello d’acqua

facile da muovere per manutenzione delle celle

nessuna struttura in cemento nell’acqua

Pannelli Fotovoltaici - 13 % di performance in piĂš - usato per ogni tipo di pannello - abbassa le temperature di uso

installazione possibile anche in bacini d’acqua dolce

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_Impianti fotovoltaici galleggianti DOVE_cave COME_ Impianti fotovoltaici galleggianti

_Sezione schematica

_Schema planimetrico

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_Impianti fotovoltaici al suolo DOVE_lungo i pendii delle tangenziali COME_ Impianti fotovoltaici al suolo

_Schemi diagrammatici

tetti e superfici degli agglomerati industriali OTTIMIZZAZIONE dare un uso al suolo generato dai ritagli delle infrastrutture uso delle isole per l’incanalamento del traffico

suolo improduttivo

prossimitĂ con rete dei tralicci

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_Impianti fotovoltaici al suolo DOVE_lungo i pendii delle tangenziali COME_ Impianti fotovoltaici al suolo

_Sezione schematica

_Schema planimetrico

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_Sviluppo delle aree fotovoltaiche nel parco agricolo sud

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4. Laboratorio: “Nuovi usi per antichi territori: il Turismo� milano, marzo - giugno 2013

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4. Laboratorio Turismo

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4.1. Temporary Garden: tra spazio pubblico e dimensione domestica. Docente: Anuok Vogel milano, 20 - 24 marzo 2013

Il sito d’interesse su cui si sviluppa il nostro lavoro progettuale è costituito da un edificio industriale, oggetto di parziale dismissione, Grafica Bazzi, localizzata nel tessuto industriale consolidato caratterizzante il quartiere Lambrate-Ventura. La lettura del sito identifica alcune qualità del luogo, riassumibili nelle seguenti osservazioni: - Eterogeneità di relazioni tra spazi interni e spazi esterni; - Frammentarietà e susseguirsi di differenti sequenze; spaziali (chiuso - filtro - aperto/ vuoto - pieno) - Contrasto di luci e ombre. A partire dal riconoscimento di una questione centrale, il rischio dell’abbandono di questo spazio e la necessità di definirne un processo di trasformazione, si identificano tre questioni chiave che costituiscono la base della successiva ipotesi progettuale: - Attribuzione di una identità transitoria allo spazio, nella fase di mutazione d’uso; - Riuso e riconversione dello spazio; - Coinvolgimento degli abitanti del quartiere nella presa di coscienza della questione della dismissione e del tentativo di una sua risoluzione, attraverso un processo controllato di trasformazione di questo spazio.

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_Sopralluogo Arti Grafiche Bazzi, quartiere LAmbrate, Milano

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Leave it to nature

Gruppo di lavoro: Patrizia Giannattasio, Patrizia Rizzo, Alessandra Vai In fase concettuale/progettuale la nostra attenzione si focalizza su uno specifico frammento di questo sito, identificato nel lungo cortile interno, racchiuso tra due corpi di fabbrica, l’edificio vuoto/dismesso e l’edificio che ospita le attività lavorative rimaste. Questo spazio è emblematico, perché evidenzia l’ambiguità di questo sito, compresso tra una dimensione attiva (l’ambiente di lavoro) ed una dimensione passiva (lo spazio dismesso). Il muro è il confine del cambiamento. Lo spazio trasmette una sensazione di oppressione, caratterizzata dalla promiscuità dell’utilizzo dello spazio stesso, che è allo stesso tempo spazio di sosta, di attraversamento, di attività lavorativa all’aperto. La nostra strategia progettuale è volta, quindi, a lavorare su questa superficie per attribuire ad essa ed allo spazio che delimita, una nuova percezione, una dimensione onirica, protettiva, piacevole. La strategia prevede di utilizzare l’evento del Fuori Salone e della Design Week, come l’opportunità di ripensare uno spazio privato rendendolo temporaneamente pubblico. Si crea un coinvolgimento degli abitanti, attraverso un’azione culturale, nel processo di metamorfosi di questo spazio interno dismesso: la performance prevede l’incontro tra abitanti e visitatori sul terreno comune del muro. Il progetto propone la realizzazione di un giardino verticale in evoluzione. Si prevede di intervenire con gesti forti sulla superficie della parete, scavandola in alcuni punti secondo un disegno, una griglia, regolare. Questi fori, saranno riempiti di terra, all’interno della quale verrà riposto il seme di una pianta. Il seme sarà piantato dai visitatori che fruiranno dello spazio, con un processo partecipativo attivo. I visitatori potranno, infatti, scegliere e acquistare il seme da macchinette automatiche predisposte all’ingresso del cortile. Il distributore di semi, oltre ad una funzione ludica, avrà un ruolo anche economico importante. I soldi in esso raccolti potranno, infatti, essere utilizzati come fondi per la riqualificazione del cortile. Lo sviluppo eventuale delle specie seminate e l’appropriazione della superficie da parte della vegetazione sono lasciati alla natura, chiamata a fare spontaneamente la sua parte nel processo di cambiamento del cortile. La performance costituisce, quindi, la proiezione del futuro scenario dello spazio aperto.

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Quartiere di Lambrate, paradigma della dismissione industriale.

Progettazione di un’azione culturale proposta per il recupero temporaneo d’edificio aabbandonato ex Grafica Bazzi

officina grafica Bazzi in attivitĂ

edifici relazionati al cortile/ giardino

edificio e cortili dismessi

area sviluppo progetto/istallazione

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_Qualità spaziali relazione con la strada

superfice di progetto

edificio dismesso

relazione con l’azienda attiva- posto di lavoro

qualità spaziali dell’area di rpogetto: relazioni dinamiche interno/ esterno

contrasto luce/ ombra

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filtro di accesso ai due cortili


_Riflessione

[...] For most of us, there is only the unattended Moment, the moment in and out of time, The distraction fit [...] T.S. Eliot , Four Quartets - The Dry Salvages

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_ Il giardino interattivo

semina del giardino/ muro libera

semina del giardino/ muro controllata

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_ Il giardino interattivo

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1_scava

2_prepara

3_semina

4_cresce


_Pianta il tuo seme!

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_Leave it to nature

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4. Laboratorio Turismo

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4.2. Ruralità Urbana: nuovi modelli agricoli per la metropoli contemporanea Docente: Maria Goula milano, 17 - 21 aprile 2013

Il tema della ruralità urbana è ampliamente esplorato e continua ad esserlo nel Parco Agricolo Sud, infatti, questo rientra all’interno degli studi europei della COST Action Urban Agriculture Europe, che svolge un ruolo chiave in due sfide globali: l’urbanizzazione e la sicurezza alimentare. La ricerca mette a sistema le attività europee nell’ambito dell’agricoltura, provando a definire gli attori, i modelli imprenditoriali, gli strumenti per la gestione e svilupo delle politiche agricole comuni (PAC). Questo sforzo comune può fornire un importante contributo allo sviluppo urbano sostenibile e alla creazione e manutenzione dei paesaggi urbani multifunzionali. La situazione attuale dell’area milanese presenta un territorio che conserva un paesaggio agrario periurbano con la presenza delle cascine. Le cascine hanno da sempre avuto un ruolo centrale perchè servivano alla gestione e al controllo del territorio. Ad oggi abbiamo tre situazioni presenti: - cascine in abbandono - cascine in constesto rurale con funzioni produttive attive - cascine in contesto urbano che hanno attivato funzioni per la città I temi di studio riguardano, tre cascine - la cscina Litterno, la cascina Caldera, la cascina Campi - e mira a sviluppare questioni che riguardano l’organizzazione tra gli attori; la difesa dell’agricoltura produttiva a scapito di quella didattica o intensiva; la relazione - interazione con il contesto urbano.

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_Sopralluogo: Cascina campi - Cascina Caldera - Cascina Litterno

Cascina Campi

Cascina Litterno 134


Cascina Caldera

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Agro Living Labs

Gruppo di lavoro: Cecilia Bonavia, Patrizia Rizzo, Giulia Sperandio Il continuo sviluppo della città sulla campagna con l’inarrestabile perdita di suolo agricolo e l’avanzamento del fenomeno di città-continua si scontra con le varie attività di conservazione e protezione del territorio che nella metropoli contemporanea sono volute sia a livelli amministrativi/ politici che con raggruppamenti dal basso. Milano ha una conformazione di tessuto denso e compatto con aree periferiche dedicate ai parchi urbani sviluppati dagli anni ‘70 in poi. Queste grandi aree si situano a sud della città dove si concentra una forte riserva idrogeologica del sottosuolo. Questo territorio tra il 700 e l’800 era organizzato e gestito da una rete di cascine che oggi invece hanno perso i rapporti con il territorio agricolo e che a volte sono stati completamente inglobate in contesti urbani. L’area di studio rispecchia tutte queste tematiche e pone quesiti specifici circa un nuovo modello per l’organizzazione tra le cascine e i nuovi attori inoltre introduce il tema dell’agricoltura produttiva attiva e/o didattica. Come innovare i rapporti e le relazioni tra le cascine, i campi e la città contemporanea? Il sopralluogo e la ri-lettura della cartografia sottolineano come l’emergenza sia nel limite che si struttura sugli elementi che caratterizzano il territorio: la struttura idrografica. E’ nel limite che riconosciamo il luogo dello scambio che nel suo spessore variabile viene reinterpretato come una membrana flessibile. Questa fascia a dimensioni variabili assume la metafora di “ecotono” infatti i sistemi omogenei che definiscono il limite attraverso la loro ibridazione si intersecano e attivano nuovi modelli si scambio. A Living Lab è un sistema innovativo dove si introduce una piattaforma di scambio, infatti, nella contemporaneità la mossa vincente è la condivisione delle risorse che vengono messe a disposizione dagli attori coinvolti nel processo. Il progetto individua tre azioni di ibridazione e scambio che si attuano nella trasformazione fisica del suolo: _residenza/ agricoltura _industria/ agricoltura _tempo libero/ agricoltura Attraverso la sottrazione di suolo e la sua sostituzione fisica si introducono nuove pratiche dell’urbano che legano questi sistemi legati all’abitare in tutte le sue forme.

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// 01 LIMITE significato SPESSORE | costituito di frammenti

MEMBRANA | luogo di scambio

// 02 LIMITE ecotono

ECOTONO è un ambiente di transizione tra due ecosistemi, e più in generale tra due

Un ambienti omogenei.

Gli ecotoni contengono specie proprie delle comunità confinanti e specie esclusive dell’area ecotonale stessa, e quindi possiedono un’elevata biodiversità e ricchezza. Queste sue peculiarità rendono l’ecotono indispensabile poiché proprio attraverso queste strutture avviene il collegamento fra ambienti molto diversi tra loro (boschi-prati, laghi-foreste, acque dolci-acque salate). Uno degli ecotoni più importanti per l’uomo è quello dei margini forestali. Dovunque l’uomo si insedi, tende a conservare in vicinanza delle abitazioni, le comunità dei margini della foresta. Infatti se si insidia in una foresta, la riduce in tante piccole aree disperse ed inframezzate con zone erbose, coltivazioni e altri tipi di habitat aperti. Se l’uomo si insedia in pianura, pianta alberi, creando una situazione simile alla precedente. Il limite delle foreste può ben essere considerato l’habitat preferenziale dell’Homo sapiens, dato che questa specie trova riparo tra gli alberi e negli arbusti ma ottiene il suo cibo dai prati e dalle coltivazioni. Gli ecotoni possono essere prodotti e mantenuti tanto da processi spontanei quanto da processi antropici, possono variare fra loro per forma, dimensione, etrogeneità e densità, ma soprattutto per la loro diversità biologica. È proprio quest’ultima caratteristica che influenza il numero di anelli della catena alimentare: la presenza di un numero maggiore di specie diverse favorisce infatti lo scambio di flussi di energia e in generale una stabilità alta dell’ecosistema.

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// 03 IBRIDAZIONE nuovi modi di vivere il territorio

// 03 AGRO LIVING LAB user-centered, open-innovation ecosystem

“

LIVING LAB

A is a research concept. A living lab is a user-centred, open-innovation ecosystem,[1][2] often operating in a territorial context (e.g. city, agglomeration, region), integrating concurrent research and innovation processes[3] within a public-private-people partnership. [4] The concept is based on a systematic user co-creation approach integrating research and innovation processes. These are integrated through the co-creation, exploration, experimentation and evaluation of innovative ideas, scenarios, concepts and related technological artefacts in real life use cases. Such use cases involve user communities, not only as observed subjects but also as a source of creation. This approach allows all involved stakeholders to concurrently consider both the global performance of a product or service and its potential adoption by users. This consideration may be made at the earlier stage of research and development and through all elements of the product lifecycle, from design up to recycling.[5] See also: Concurrent engineering User centred research methods,[6] such as action research, community informatics, contextual design,[7] user-centered design, participatory design,[8] empathic design, emotional design,[9][10] [11] and other usability methods, already exist but fail to sufficiently empower users for co-creating into open development environments. More recently, the Web 2.0 has demonstrated the positive impact of involving user communities in new product development (NPD) such as mass collaboration projects (e.g. Wikipedia, crowdsourcing, Wisdom of Crowds) in collectively creating new contents and applications. Living labs could also be used by policy makers and users/citizens for designing, exploring, experiencing and refining new policies and regulations in real-life scenarios for evaluating their potential impacts before their implementations.

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�


// 4 PATRONES del territorio

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// 5 FASCE ECOTONALI Le fasce di contatto (fasce ecotonali) tra due habitat adiacenti (caratterizzati da condizioni diverse), sono aree in cui convivono non solo gli organismi tipici della fascia ecotonale, ma anche quelli appartenenti agli habitat confinanti. In questa situazione si verifica un aumento nel numero di specie e nella densitĂ delle popolazioni (effetto margine).

// 6 IBRIDAZIONE trasformazione del suolo

Il progetto lavora con il salto di quota tra città e campagna. Questa differenza di quota permette di progettare sul margine e di sperimentare nuove forme del vivere. E’ nella topografia che si leggittima il progetto.

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// MASTERPLAN

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// IBRIDAZIONE residenza - agricoltura

Hagen Island MVRDV

CASCINA servizi comuni (asilo...) vendita prodotti gestione coltivazioni RESIDENZA

AGRICOLTURA orti e frutteti urbani produzione agricola propria serre 142


// IBRIDAZIONE residenza - agricoltura

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// IBRIDAZIONE industria - agricoltura

A table! ATELIER LE BALTO

INDUSTRIA produzione vendita diretta prodotti agricoli attrezzature commerciali

CASCINA gestione e manutenzione coltivazioni

AGRICOLTURA frutteti urbani produzione agricola pascolo attrezzature per il tempo libero luoghi per il riposo 144


// IBRIDAZIONE industria - agricoltura

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// IBRIDAZIONE tempo libero - agricoltura

Shenyang University TURENSCAPE

CASCINA gestione e manutenzione coltivazioni

AGRICOLTURA frutteti urbani produzione agricola attrezzature per il tempo libero attrezzature sportive

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// IBRIDAZIONE tempo libero - agricoltura

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4. Laboratorio Turismo

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4.3. Lungolago Como, La Dolce Vita: il piacere di vivere il paesaggio. Docente: Gilles Vexlard milano, 29 maggio - 2 giugno 2012

Il lago di Como è stato da sempre meta di un turismo nobile o d’alta borghesia grazie al rapporto strategico definito principalmente con Milano, vale a dire con la grande città quale principale serbatoio di “alimentazione” turistica. Indubbiamente il Lario ha avuto tanto successo per le condizioni climatiche e paesaggistiche, per il suo andamento mosso e articolato, per la bellezza e varietà delle vedute. La sua prestigiosità è evidente nei paesaggi, nei giardini, ma sopratutto nella presenza delle ville lungo le rive o sui pendii a mezza altezza che continuano a costituire del resto uno tra i più sicuri indici di gradimento del luogo. A fine Ottocento, il turismo, fino a quel momento destinato solo ad una piccola élite, si aprea a nuovi utenti che inducono rinnovate prospettive e apportarono ad un uso intensificato del territorio e del paesaggio. Un alto valore, ormai destrutturato, erano le infrastrutture locali (linee ferroviarie, da tram a vapore, filovie elettriche, funicolari) che aggiungevano nuovi percorsi lungo le valli trasversali al lago e di fatto conquistavano nuovi territori al progetto e alla frequentazione turistica, materializzarono un concetto di continuità territoriale, di paesaggio aperto alla trasformazione, dove gli itinerari del turismo trovano sempre meno impedimenti e si svolgono fluidi, in sintonia con il senso di una rete dinamica di concatenazioni e di flussi. Il workshop vuole innescare nuove immagini per la città, cercando risposte non solo alla scala locale. Provocare uno stravolgimento dell’immagine retrò in cui la città oggi si vede impantanata.

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_Sopralluogo Lago di Como e Brunate

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La dolce Quota

Gruppo di lavoro: Bonavia Cecilia, Danieli Cecilia, Marguerie Alexandros, Patrizia Rizzo. La città di Como cresciuta a partire dal ‘700 grazie all’industria tessile ed in particolare alla produzione della seta, è stata meta fin dai tempi del Grand Tour di visita da parte di artisti e letterati. Nonostante le sue dimensioni di città medio-piccola la sua localizzazione geografica le ha dato un’importanza strategica che l’hanno resa transnazionale ponte di scambio tra l’Italia, la Francia, la Svizzera quindi la Germania. Questo carattere di internazionalizzazione ha permesso di sviluppare un carattere non solo legato all’immagine classica di loisir lacustre ma è il simbolo del razionalismo architettonico italiano. L’Italia del dopoguerra, quella della dolce vita, cerca i luoghi del relax, dove villeggiare e godere di un panorama piacevole e prezioso, Como, diventa crocevia del turismo di lusso, è sviluppa un carattere estetico molto forte che attrae turisti e villeggianti. Questa patina dorata, oggi mostra un carattere vintage e retrò che non riuscendo a trovare una spinta nei nuovi mercati del turismo contemporaneo. Il rapporto con il lago meramente visivo non trova legami con i residenti mentre la città è vissuta solo come passaggio per altre parti del lago. Il progetto vuole dare forma alla Como del futuro, una nuova costruzione del paesaggio che vuole prima di tutto restituire una percezione dimensionale alla città. In primo luogo lo sguardo alla scala territoriale innesca la visione per superare il cul de sac del litorale dando continuità e facendo entrare il lago in città. Questa strategia permette di introdurre un nuovo fronte urbano che guarda il canale e la collina e innesca nuovi usi residenziali e di servizi. Anche il porto spostato nella nuova darsena viene riqualificato e libera l’affaccio attuale della piazza centrale della città. Ritornando alla scala territoriale l’orologia del suolo abbraccia la città e i pendi ricchi di vegetazione sono oggi impenetrabili, il progetto dimensiona una nuova passeggiata, a media quota, circa 150m di dislivello rispetto alla riva della città sul pendio est che porta a Brunate. Il tema del promenade, rimanda agli usi classici della riviera: godere del paesaggio, della sua esposizione, sei suoi pregi ambientali, della brezza dell’acqua. Questa cornice nel paesaggio permette di godere in pieno della vista e attraverso escamotage di far scoprire il nuovo paesaggio lacustre.

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Obiettivo: ripensare al territorio a scala territoriale e rimette Como al centro di una visione sovranazionale. 01_Contesto territoriale

02_Segni rilevanti

_Ricalcando antichi tracciati nella cartografia è presente un antico corso d’acqua che immetteva acqua e detriti nel lago, un altro fattore importante da considerare sono le mura romane della cittĂ e le parcelle agricole che arrivavano fino ai pendii vicini.

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_ Proposta progettuale _Azioni progettuali: 01 superare il cul de sac e far entrare l’acqua in città 02 strutturare un sistema in quota che lega diversi comuni ristrutturando percorsi aabandonati su scala sovranazionale

_sezioni schematiche pongono l’attenzione sulla ricerca di una quota a mezza altezza tra la città di Como e Brunate per lo sviluppo progettuale del nuovo percorso.

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_ masterplan: La quota media: + 400 msl

_la planimetria vuole suggerire il percoso sulle orme di vecchie tracce mette in collegamento la cittĂ bassa e i comuni sul pendio. Il percorso assume sezioni diverse, allargandosi e restringendosi a seconda dei servizi e delle attrezzature.

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_Sezione

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_Sezione

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_Il progetto per la linea di costa. La nuova darsena entra nella città dando un nuovo fronte d’acqua e generando nuove relazioni spaziali e funzionali.

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_Percorsi in quota

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5. Curso intensivo internacional - Rehacer Paisajes barcellona, giugno 2013

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5. Curso Intensivo

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5.1. Landscape morphing Docente: Catherine Mosbach barcellona, 17 - 21 luglio 2013

Cloroplasti L’uso del programmi informatici come mezzo di rappresentazione; il tempo sempre più scarso per elaborare il concetto e lo sviluppo di progetti per concorsi e lavori professionali; la comunicazione di immagini-progetto di facile portata. Tutti questi fattori incidono sul risultato dell’immagine finale dei progetti di architettura e di paesaggio, facendoli ricadere spesso in immaginari comuni privi di significati site-specific. Landscape morphing è un esercizio che a prima vista sembrerebbe essenzialmente formale invece è un lavoro di ricerca. Esplorare in un’immagine il suo funzionamento, fisico ed intrinseco. Come si susseguono le linee, le superficii, gli spessori, il ritmo, le sequenze, la ripetizione e i volumi che rappresentano l’immagine. Studiare la riproduzione dell’immagine in tre fasi: 1.meccanica (fotocopia) 2.manuale (ricalcatura) 3.informatica (disegno ad autocad). L’obiettivo dell’esercizio è quello di capire i meccanismi e i funzionamenti dell’immagine e tradurli per la costruzione del progetto del parco: un rettangolo astratto delle dimensioni di 2650m x 300m (un quarto di Central Park) dove confluiscono le acque piovane e di scolo del nuovo quartiere residenziale che lo circonda.

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DAY I: choose one or several visual / large scale / athmospheric scale /microscopic scale /biologic feature. The visual has to have a range of signification,not only one, it is helpful to use something coming from geography and or biology

Cloroplasti: organuli presenti nelle cellule delle piante. All’interno di questi organuli si svolge il processo della fotosintesi: l’energia luminosa viene catturata dai pigmenti di clorofilla. Ruggine: presenta colore bruno-rossiccio. da origine al fenomeno di corrosione dei materiali ferrosi, laddove l’ossidazione del ferro è favorita dalla presenza di ossigeno e acqua.

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DAY2/ test different way to draw that visual. Means to understand what you see/ Or to show what is hidden/ In the different way to expose the visual This is a grammatical exercise used to show the power of the drawing that is never finished always in evolution

FLUIDITA’ - Cloroplasti: ridisegnare questi filamenti evidenziando i percorsi e facendo attenzione agli accostamenti tra le linee e gli ispessimenti che si formano. SVUOTAMENTO Ruggine: ridisegnare facendo attenzione a evidenziare l’andamento della corrosione, il vuoto che provoca o il materile che si solleva.

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DAY 3 The rectangle is a static limited shape / Use what you discover DAY 1 to transform the rectangle in a porous membrane with a range of threshold / Strangely different / Mainly to manage the rain water from a whole district on same time as to organise recreational area. Your drawing has to be test as Container and or Transformer (transformateur) and or everything you can.

Obiettivo: serimentare i disegni a diverse scale senza dimenticare come funzionano.

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DAY 4 Forgot every thing and draw different layout of yours schemes. Come back to DAY1 Forgot everything /Use micro scale / Use macro scale /representing: movement / appropriation / morphing / water stages.

Cos’è il bordo? A partire dai filamenti dei cloroplasti interrogarsi sugli spazi interstiziali tra loro. La traduzione in percosi oppure in bordi vegetali. Obiettivo: evidenziarli per rendere leggibile la superficie fluida del parco e i percorsi d’acqua.

Cos’è la superficie? L’interno dei filamenti funziona come un sistema fluido, interconnesso e dipendente dai suoi bordi. Questi spazi possono trasformarsi in vasche per la raccolta e il rallentamento delle acque piovane, vasche di fitodepurazione per le acque di scolo, al negativo funzionano come percorsi e terrazze. Conseguenza fisiche della dinamica dei fluidi. La sezione del terreno, la sua inclinazione, la portata delle acque cambiano la topografia e producono fenomeni di allagamento e corrossione. Obiettivo, sfruttare queste condizioni per gestire le acque e disegnare la morfologia del suolo del parco.

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_Gestione delle acque

Come tradurre i filamenti dei cloroplasti nell’immagine morfologica del parco. Il suolo riceve l’acqua piovana e le acque degli scarichi del nuovo quartiere. Il terreno viene rimodellato per accogliere le acque in modo graduale, rallentarne il flusso, incanalarne in vasche e filamenti. Questa morfologia genera livelli di suolo con umidità diverse e zone umide dove la vegetazione si svilupperà più in fretta creando delle zone d’ombra e delle aree per la ricreazione degli utenti.

_Gestione delle acque

A livello generale la morfologia del progetto segue la tendenza naturale della topografia dell’area di studio. Le parti scavate dalle vasche per la raccolta delle acque disegnano il parco con aree di fitta vegetazione, in più i bordi dei filamenti funzionano per l’irrigazione oppure per i collegamenti ad una quota più alta. I percosi e i luoghi di sosta scorrono fluidi tra i filamenti e hanno pendenze diverse.

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_Scelta direzione filamenti

2_Disegno parco con terrazzamenti e vasche longitudinali alle curve di livello

1_Studio pendenze e quote

0_Area di progetto

Per la progettazione del parco il primo passo è stato lo studio dell’orografia esistente, dei salti di quota, dei punti di ingresso delle acque. Il secondo passo è stato quello di calcolare le pendenze esistenti per sfruttarle per la raccolta e la gestione delle acque. Poi le varie prove grafiche per scegliere l’andamento dei percorsi se trasversali o longidudinali alle curve di livello.

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5_Schizzo planimetrico con l’aggiunta della vegetazione e delle aree umide

4_Sviluppo della planimetria di progetto

3_Disegno parco con canali, percorsi e vasche trasversali alle curve di livello


5. Curso Intensivo

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5.2. Performance Docente: Martin Rein-Cano barcellona, 25 - 28 luglio 2013

Rocking-chaise chair

Gruppo di lavoro: Evangelos Gkoumas, Claudia Landi, Patrizia Rizzo, Alexandra Rodriguez. Quattro giorni per elaborare, sviluppare e produrre un prototipo di seduta pensata per lo spazio pubblico. Tutto a partire da tre parole chiave tedesche: besitzen: mi appartiene ma letteralmente sedersi sopra sitzen: sedersi besetzen: occupare Questo gioco di parole suggerisce l’idea che per sentirsi padroni del luogo bisogna non solo visitarlo e/o attraversarlo ma sostarci. Attrezzare lo spazio pubblico con panchine, banchi e sedie è tradizione antica e ha assunto forme e visioni innumerevoli. Ancora una volta l’esercizio può portare a risultati inaspettati, la chiave sta nel’innovazione del materiale usato, che questa volta è economico, riciclato, non duraturo: il cartone ondulato.

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_Obiettivo: ideare/ realizzare/ costruire/ seduta per spazi pubblici _materiale

1 mÂł

cartone ondulato 150 fogli da

1 m²

_Brainstorming L’oggetto deve

_poter essere usato liberamente nello spazio pubblico _cambiare il modo di fruire dello spazio _essere trasformabile nell’uso e nella forma _essere usato in modulo singolo o accostato ad altri _evitare lo spreco di materiale

_idea progettuale: chaise longue + sedia a dondolo

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=


_Sviluppo idea progettuale _Obiettivo: riuscire ad ottenere dallo stesso foglio due sedute complementari

1 m²

1 1 2

2

Usare le parti di foglio in modo specchiato per farle funzionare come due tipi di sedute diverse

1+2 = chaise longue

1 = rocking chair

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_Costruzione modellino in scala 1:5

Prove di composizione per la seduta di tipo chaise longue. Una volta decise le dimensioni finali del progetto si è sviluppata la parte relativa al montaggio per facilitarne il trasporto e l’installazione in loco.

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_Modellino finito/ Realizzazione in scala 1:1 / Collaudo

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_Opening

A conclusione del workshop, le sedute realizzate sono state trasportate nel cuore di Barcellona: Plaça Nova, crocevia di turisti e luogo dove si incontrano due simboli della cultura architettonica spagnola: la Cattedrale de la Santa Creu i Santa Eulàlia e il COAC, l’ordine degli architetti catalani.

Le sedute disposte liberamente nello spazio hanno subito attirato l’attenzione dei passanti che anche hanno iniziato ad usarle in modo spontaneo: come panchine, come souvenir fotografici della città, come giochi per i bambini, ecc.

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_Rocking-CHAISE chair

rocking chair

chaise longue

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