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QUEI VOLTI IMPOLVERATI DEI BAMBINI, CI RACCONTANO IL DOLORE DEL MONDO

Da sotto le macerie risorge la speranza. Del terribile sisma che ha colpito Turchia e Siria pensiamo a chi ce l’ha fatta, soprattutto ai più piccoli: che avranno un’altra possibilità di vivere

Gentile Direttore, le scrivo queste poche righe sotto la spinta delle terribili immagini che ci giungono dalla Turchia e dalla Siria, martirizzate da un devastante terremoto.

Io stessa ho vissuto un’esperienza analoga nel lontano 1980, quando il piccolo paese in provincia di Avellino, dove allora abitavo, venne spazzato via da un terribile sisma. Mi ritrovai, senza sapere come, sepolta da una montagna di detriti provenienti dal palazzo in cui abitavo, sbriciolatosi come fosse di carta. Un mobile del soggiorno mi cadde addosso, però fortuna volle che mi riparò dagli altri crolli ed ebbi lo spazio sufficiente per respirare finché non fui tirata fuori dalle macerie. Quelle ore che passai sepolta furono le più lunghe della mia vita e riportai ferite profonde anche a livello psichico, tanto che tuttora soffro di una forma di claustrofobia che non riesco a debellare, nonostante siano trascorsi più di 40 anni da allora. Per questo non posso che soffrire come soffre la popolazione turca e siriana, e nello stesso tempo gioisco quando giunge la notizia del salvataggio di persone anche dopo tante ore dal sisma. Una gioia che diventa felicità vera, se chi viene salvato è un bambino, speranza di un futuro che ci si augura sempre migliore.

Adriana Zuppoli

Una testimonianza molto toccante la sua, signora Adriana, che ci ricorda quanto volatile sia questa nostra esistenza. Ma anche quante belle sorprese ci può riservare. Al momento in cui andiamo in stampa, risulta che tra Turchia e Siria sono 8mila le persone estratte vive dalle macerie, e tantissime di queste sono bambini. Tutti abbiamo negli occhi l’immagine struggente del piccolo Omran, il bambino siriano coperto di polvere e sangue estratto qualche anno fa dalle macerie causate da un bombardamento avvenuto durante la guerra civile in Siria. Oggi, per fortuna, i volti dei bambini coperti di polvere sono quelli dei piccoli estratti vivi dalle macerie del terremoto, e seppur dolorose sono comunque immagini che regalano gioia e speranza, come ha detto lei, signora Adriana. Due facce della stessa medaglia, una medaglia che, in ogni caso, faremmo volentieri a meno di possedere.

PARLIAMONE...

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