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La timeline
Nella prima sede di Piazza Colonna a Roma è fondato l’Ospedale Santa Maria della Pietà.
L’Ospedale di Santa Maria della Consolazione, a Roma, nasce dall’unione dei beni di tre opere di assistenza. Folco Portinari, padre della Beatrice amata da Dante, fonda l’Ospedale di Santa Maria Nuova a Firenze.
Viene completato il sanatorio di Paimio, in Finlandia, progettato da Alvar Aalto.
A Londra, apre il St. Bartholomew’s hospital. Viene costruito l’Hôtel-Dieu di Parigi.
L’opera riformatrice del granduca Leopoldo promuove il primo regolamento ospedaliero della Toscana. Ettore Vernazza fonda a Genova l’ospedale degli incurabili, detto anche ospedale dei cronici. Roger van der Weiden dipinge la pala d’altare per l’Hôtel-Dieu di Beaune.
1288 1184 1456 1445 ca. 1499 1783
Fondazione della Schola, il nosocomio sul quale sorgerà l’Arcispedale Santo Spirito in Sassia a Roma.
Viene eretto l’Hôtel-Dieu di Lione dove Rabelais scriverà Gargantua et Pantagruel nella prima metà del ‘500. Ospedale Ca’ Granda, il primo costruito a Milano. Luigi XIV converte la fabbrica di armi della Salpêtrière in un ricovero per donne povere o con disagio psichico. L’ospedale psichiatrico di Aversa Santa Maria Maddalena è fondato da Gioacchino Murat.
Inizia la progettazione di ospedali a padiglioni – Galliera a Genova, Mauriziano a Torino –o con percorsi protetti come il Policlinico di Roma.
Nasce il
Johns Hopkins hospital a Baltimora, negli Stati Uniti. La legge Crispi conduce le opere pie sotto il controllo statale.
1790 ca.
1813
Il chirurgo
Dominique-Jean Larrey crea le “ambulanze da campo” per assistere i soldati nelle campagne napoleoniche. William Worrall Mayo apre a Rochester un ambulatorio medico “aperto giorno e notte”.
Gli spazi della cura in giro per la città
Prima missione di Medici senza frontiere a Managua, capitale del Nicaragua distrutta da un terremoto.
2020 1994 1978 1975 1972 1968 1967 1950 2007 2013
Nella guerra di Corea nascono i mobile army surgical hospital che garantirono una sopravvivenza del 97 per cento ai soldati feriti. Cicely Saunders fonda il primo hospice moderno, il St Christopher’s hospice, in Gran Bretagna. L’ospedale psichiatrico di Colorno viene occupato. La legge 405 istituisce i consultori familiari. Approvata la legge 180 di riforma psichiatrica.
Nasce Partners health care, a Boston: Brigham and women’s hospital e Massachusetts general hospital si mettono in rete.
La pandemia Covid-19 impone il ripensamento degli spazi della cura in situazioni di emergenza.
Chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari. Inizia l’attività il centro di cardiochirurgia Salaam di Emergency in Sudan.
Per restituire dignità ai luoghi e valorizzare le cure primarie
Dietro una libreria della Biblioteca lancisiana, nel complesso monumentale del Santo Spirito a Roma, una fi nestrella permetteva ai commendatori di guardare cosa accadeva nel grandissimo salone al piano terra, dov’erano allineati i malati accolti in uno dei più antichi ospedali della città. A poche centinaia di metri, il ponte Cestio collega il lungotevere e l’isola Tiberina con le due arcate laterali discendenti: qualcuno dice fossero state pensate per il trasporto dei malati verso l’ospedale. I carri erano portati fi no alla sommità dell’arco centrale e poi lasciati andare verso la chiesa di San Bartolomeo per limitare il rischio di contagio. Ancora due passi lungo il fi ume e si arriva al San Giacomo degli Incurabili, ospedale nel centro della città chiuso nel 2008 con una decisione che sollevò mille polemiche. Prosegui e prosegui lungo il fi ume, ti lasci sulla riva opposta l’architettura fascista dell’Istituto di medicina dello sport fi no a uscire dalla città, fi n quando la Flaminia e poi una strada nel verde circondata da papaveri ti portano al Sant’Andrea che dal 2001 è il simbolo romano di ospedale universitario monoblocco. Si pensava fosse la soluzione, ma l’ultima emergenza ha creato diffi coltà in molti contesti anche per la complessità di separare le zone “sporche” dalle pulite.
Andare in giro per la città traccia la timeline degli spazi della cura. Ma dietro ai nomi – van der Weiden, Luigi XIV, Leopoldo di Toscana, gli Hopkins o i Mayo – si nascondono precise visioni del mondo e della cura/malattia. Il ricovero nel basso medioevo era già un congedo dal mondo e le pale dei grandi fi amminghi, come gli affreschi di Santa Maria della Scala a Siena, accompagnavano le ultime ore dei moribondi. Gli esordi del metodo scientifi co stimolavano a fi ne ottocento i lasciti dei primi grandi fi lantropi statunitensi.
Cosa ci dice, oggi, un attraversamento cittadino riguardo ai luoghi della cura? Alle cattedrali della terapia lungo il grande raccordo anulare corrisponde l’invisibilità dei consultori, la precarietà delle sale d’attesa dei centri vaccinali, la riconoscibilità dei servizi per le tossicodipendenze segnati dai writer, la distanza dei camper delle ong che assistono i senza dimora allontanati dalle zone di passaggio fi no a nasconderli, la discrezione delle serrande socchiuse delle fi - nestre degli hospice.
C’è una cura diffusa ma sotto traccia, nelle città, nel territorio, nelle dimenticate aree interne. Restituirle dignità e valorizzare le cure primarie può essere un modo giusto per ripartire. F