Differenze lino ramie

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DIFFERENZE RILEVANTI FRA PRODOTTI IN LINO ED IN RAMIE’ (Bozza di documento per comunicazione al consumatore)

Si tratta di due fibre di origine vegetale: -

LINO, fibra proveniente dal libro del lino (linum usitatissimum); RAMIE’, fibra proveniente dal libro della Boehmeria, nivea o tenacissima (piante della famiglia Urticacee).

Le caratteristiche e le qualità del lino risultano largamente conosciute da tecnici e consumatori; quelle del ramié godono di scarsa letteratura, sono poco conosciute dai tecnici e totalmente sconosciute ai consumatori. 1. Grado di morbidezza del tessuto Le fibre del lino sono molto più fini di quelle del ramié (Allegato A – visione longitudinale delle fibre). La maggior morbidezza dei confezionati in lino rispetto a quelli in ramié deriva anche da questa caratteristica. Gli assiemi fibrosi del lino sono costituiti da gruppi di cellule poligonali che presentano strie concentriche ed un canale interno o lumen. Nel corso della lavorazione del lino ci si trova a gestire non le fibre elementari, ma un elemento fibroso, detto fibra tecnica: insieme di fibre legate fra di loro. La maggior grossolanità della fibra, il ridotto assorbimento dell’umidità (8,5% contro 12%), la presenza del lumen più piccolo nelle fibre del ramié, la cementazione più fragile per le fibre stesse (Allegato A – sezione trasversale) sono elementi che condizionano negativamente il comfort delle confezioni in ramié rispetto a quelle in lino. In alcuni tessuti, l’effetto poco naturale del ramié può arrivare fino alla sgradevolezza nel contatto: freddo, sintetico, rigido. 2. Pelosità del ramié Il principale difetto del tessuto di ramié è costituito dalla facilità di uscita delle fibre dal filato (Allegato B), fino a produrre una vera e propria “barba”, per effetto dello sfregamento nei punti più vulnerabili del capo (gomiti e ginocchia), oppure anche solo per lo sfregamento della barba, nel caso delle camicie da uomo, o ancora, semplicemente, dopo pochi lavaggi (Allegato C). 1


Questa debolezza e difettosità deriva da un insieme di fattori che riassumiamo: -

nel ramié, i cementi naturali sono molto più labili, per cui le singole fibre si presentano libere,

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le fibre di ramié sono più grossolane di quelle del lino al termine del processo di filatura. Le fibre del lino presentano un diametro che va da 14 ÷ 24 µm, mentre le fibre di ramiè presentano diametri che vanno da 25÷75 µm circa (Allegato A),

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il lino “macera” progressivamente con la dissoluzione dei cementi naturali mantenendo una lunghezza di fibra che consente la filatura pettinata “ad umido”, mentre il ramié, che possiede cementi più labili, non può che essere filato “a secco” (la filatura “ad umido” consente prestazioni dinamometriche, di aspetto, lucentezza e scarsa pelosità nettamente superiori ai filati “a secco”),

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per effetto di una più razionale macerazione, le fibre di lino sono più resistenti e si adattano meglio ai processi chimico-fisici di trasformazione che indeboliscono strutturalmente le fibre di ramié.

Queste caratteristiche (minor numero di fibre contenute nel filato, tecnologia di filatura “a secco” e minor resistenza delle fibre ai trattamenti) sono le condizioni che favoriscono la pelosità progressiva inaccettabile del tessuto come conseguenza degli sfregamenti. 3. Resistenza dei colori ai lavaggi In comune con il lino, il ramié possiede una spiccata predisposizione alla ricezione dei coloranti. Il difetto del ramié consiste nel fatto che, pur se i coloranti penetrano più velocemente nel tessuto rispetto al lino, si viene a determinare l’effetto negativo di un’altrettanto facile fuori uscita dalla fibra, con danni spesso gravi sui valori di solidità e di stingimento. Inoltre i finissaggi meccanici e chimici violenti, ben sopportati dal tessuto di lino con effetti positivi sul look finale, rovinano il tessuto di ramié. Il ramié, per le sue caratteristiche, è considerato un succedaneo economico del lino. I confezionisti utilizzano il ramié perché l’aspetto esteriore del tessuto, ad un esame non professionale, è simile a quello del lino (Allegato D), mentre il suo costo, per la tecnologia di trasformazione, è inferiore alla pari qualità in lino del 40-50%. Frequentemente l’etichettatura è falsa (confezione in ramié, etichettata puro lino), mentre altre volte si approfitta dell’ignoranza del consumatore sulle caratteristiche negative dei prodotti in ramié.

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Come scoprire la differenza? Il consumatore può avvertirlo toccando il tessuto, perché la mano del tessuto di ramié è più vetrosa, più sintetica, più rigida. L’aspetto del filato è più regolare con presenza di poche delle fiamme che caratterizzano invece un tessuto di lino. Normalmente il tessuto di lino è più naturale, più vissuto. In laboratorio, la differenza si identifica al microscopio, in base alle caratteristiche morfologiche delle fibre, che nel ramié si presentano in sezione con forma ellittica schiacciata spesso fratturata in piu’ punti e con un lumen centrale allungato rispetto a quelle del lino. Il ramié, inoltre, è solubile in acido solforico al 75%, a freddo.

Per informazioni: Consorzio Centro Lino Italiano – tel. 02/66103838 – fax 02/66103863-65 E-mail: centrolinoitaliano@ascontex.com Sito: www.centrolinoitaliano.it

Milano, novembre 2004

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