The magazine of Perini Navi
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MEGATRENDS Uomini e isole VISION Da Pisa al mare, una notte sul fiume Arno LIVING Foster&Partners e John Pawson GOOD THINGS La vela come terapia e rinascita PERFORMANCE Il Palmares vittorioso di P2 EVENT Perini Navi Cup 2009
08MEGATREND intervista ad Ahmet Kocabiyik, CEO della multinazionale turca Borusan Holding
Ahmet Kocabiyik
Adesso che la grande kermesse del calcio è finita, ed è scomparsa dalle pagine dei giornali di tutto il mondo, gli sponsor contaNO i loro Euro, Dollari, Sterline o Yen. Qualcuno sarà felice, altri lo saranno meno, se la squadra da loro scelta non avrà raccolto i risultati sperati
L'influenza del Borusan sulla vita artistica e musicale di Istanbul è infinita, ed è in continua espansione da vent'anni.
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el frattempo, a più di novemila chilometri dal Sudafrica, si è celebrata una sponsorizzazione diametralmente opposta: Ahmet Kocabiyik, CEO della multinazionale turca Borusan Holdings, aveva appena assistito alla prima performance salisburghese, nel glorioso scenario del festival mozartiano, della Borusan Istanbul Philharmonic Orchestra. Borusan è uno dei più influenti sostenitori di arte e cultura in tutto il Mediterraneo. La società ha cominciato con l’Orchestra da Camera Borusan. Poi la filarmonica Borusan. C’è una collezione d’arte contemporanea Borusan. L’Accademia Borusan per giovani artisti. La Casa della Musica e Galleria d’Arte Borusan. Borusan sta scavando nel sito archeologico di Efeso. Pubblica libri d’arte sotto il nome Ertuğ e Kocabiyik. “Siamo convinti che una parte dei nostri guadagni debba essere restituita alla comunità”, dice Ahmet Kocabiyik. “Potevamo investire nello sport, nel calcio o nel basket. Ma prendiamo molto seriamente il valore dell’arte, della cultura, e dell’educazione. Mio padre è stato uno dei fondatori del Festival di Istanbul. Pensavamo che l’arte non fosse qui sufficientemente apprezzata. E negli ultimi 17 anni abbiamo dato un contributo significativo”. Quest’anno, che ha visto per la prima volta Istanbul vestire i panni della Capitale Europea della Cultura, un anno nel quale la perla del Bosforo è stata sommersa di turisti, il nome Borusan sembra essere dappertutto. Basta visitare Ayasofya, o Hagia Sophia, per usare il suo nome internazionale: nella galleria c’è una mostra di immagini di Ahmet Ertuğ che celebra la pubblicazione di un volume di Ertuğ e Kocabiyik sui mosaici di questo antichissimo monumento. Passeggiando nel quartiere mondano e cosmopolita di Beyoğlu, non si possono non notare i sei piani della Casa della Musica e dell’Arte di Borusan, dove si sta svolgendo una mostra internazionale chiamata Madde-Isk, Materia-Luce.
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La BORUSAN MUSIC HOUSE è anche una galleria d'ARTe
La mostra occupa tutti i sei piani di questo antico edificio sapientemente restaurato, con alcune installazioni di grande potenza audiovisiva: una performance di Ulf Langheinrich e Granular Synthesis, una Turchia interattiva che il pubblico può navigare a bordo di un vero e proprio ponte di comando, creata da Sarah Kenderdine e Jeffrey Shaw, una stanza buia popolata da migliaia di piccoli led di Erwin Redl, un esperimento con onde sonore ed effetti visivi chiamato “Undulation”, di Thomas McIntosh, Emmanuel Madan e Miko Hynninen. Tre creazioni di Christian Partos. Non siete ancora convinti? Provate a viaggiare verso Sud. Dopo un paio d’ore incontrerete le rovine romane di Efeso (Efes). Qui, Borusan è stata co-fondatrice di un’associazione privata che assiste nelle operazioni di scavo di uno dei più importanti monumenti del mondo, una città romana della quale soltanto il 15 per cento è stato scoperto finora. Ma non basta. Oltre a partecipare all’Associazione, Borusan interviene anche direttamente finanziando l’Istituto Archeologico Austriaco che dirige i lavori a Efeso. La mostra Materia-Luce alla Borusan Music House riunisce artisti concettuali di tutto il mondo richiamando l'unanime plauso della critica. La mostra, durata tre mesi, era allestita su sei piani della Music House nel quartiere trendy Beyoglu. Tra gli artisti Ulf Langheinrich e Granular Synthesis, Sarah Kenderdine e Jeffrey Shaw, Erwin Redl, Thomas McIntosh, Emmanuel Madan, Mikko Hynninen e Christian Partos.
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"l'arte contemporanea cambia il rapporto delle persone con il mondo del lavoro"
In particolare, Borusan sta pagando di tasca propria la ricostruzione della sala di marmo della casa del Console, considerato il puzzle più grande del mondo, con oltre 120 mila pezzi di marmo da rimettere insieme. E così: che siate a Istanbul o a Efeso, che si tratti di musica, di arte o di storia, non potrete non accorgervi dall’influenza di Ahmet Kocabiyik e della sua Borusan. “Non si tratta solo di sponsorizzazioni, e del riconoscimento che portano”, dice Kocabiyik. “Il nostro investimento nell’arte contemporanea, e l’esposizione permanente che abbiamo nei nostri uffici, ha contribuito anche a cambiare la percezione della nostra gente. Ha creato un atteggiamento diverso. L’arte contemporanea esige che ci si ponga delle domande. E queste domande poi vengono traslate anche sul proprio lavoro. Si impara a sfidare le convenzioni, ad allargare la propria visuale. L’arte è innovazione e le imprese devono innovare, oggi, altrimenti non possono avere successo”. Adesso che Istanbul è la Capitale Europea della Cultura, l’investimento di Borusan nell’arte e nella musica sembra la scelta più logica per una impresa con forti legami internazionali. Borusan opera in molti campi diversi: è un’industria di tubi in metallo (Borusan, in turco, significa proprio azienda di tubi), in partnership con la tedesca Mannesmann. È un’acciaieria, in collaborazione con il gigante europeo Arcelor (oggi parte di Mittal). È l’importatrice ufficiale di BMW e Land Rover in Turchia. Distribuisce Caterpillar in Turchia, Kazakistan, Azerbaigian, Georgia e Iran. Possiede un gruppo logistico importante, che gestisce immense aree di stoccaggio e dispone anche delle proprie banchine portuali. “Il nostro business più recente”, spiega Kocabiyik, “è l’energia. Stiamo investendo nelle energie rinnovabili, in particolare vento e acqua: generazione eolica e dighe idroelettriche”. Ancora una volta, è stata scelta la via della partnership, con la tedesca EnBW. Borusan impiega circa 5.200 persone, per un fatturato di oltre 3,2 miliardi di dollari. Ahmet Kocabiyik è salito alla guida del gruppo quando si è ritirato suo padre, il fondatore. E questo significa che i risultati ottenuti sono venuti in sole due generazioni. “Ci piace condividere la crescita con i nostri partner”, dice Kocabiyik. E forse questo spiega tutto.
La navigazione interattiva dei monumenti e dei paesaggi turchi di Sarah Kenderdine e Jeffrew Shaw è un tributo all'impegno del Borusan per l'eredità culturale e artistica del paese. Gli investimenti Borusan non sono solo nel campo dell'arte contemporanea, ma anche in musica, fotografia e archeologia. Attualmente la multinazionale sta finanziando la ricostruzione della Sala di Marmo della Casa del Console di Efeso.
Sull’argomento partner, anche il mondo di Borusan non può sfuggire all’eterno dilemma della crescita turca: con l’Unione Europea, o senza? “Io credo che un giorno la Turchia sarà nell’Unione Europea, ma ci vorrà del tempo. Se l’Unione Europea vuole diventare una potenza mondiale, dovrà esserci una componente Islamica. E la Turchia è il candidato ideale. Sfortunatamente, non vedo leader in Europa con la necessaria lungimiranza. E l’Europa ha già tanti problemi suoi, questa non è una priorità”. Ma: la Turchia è la 147° economia del mondo. Il governo attuale ha promesso di raggiungere il decimo posto entro il 2020. “Io ci credo. Abbiamo il potenziale per farlo. Significa crescere del 7,8% l’anno. Ed è possibile. Se mi chiede qual è la mia visione del futuro, ecco, dovrei dirle senza esitazione: la Turchia come decima potenza economica del mondo. Tra dieci anni”. E così se siete tra coloro che stanno contando i propri Euro, Dollari, Sterline o Yen dopo la Coppa del Mondo di calcio, provate a ricontarli. Potrebbero esserci modi migliori per investire. E assicurarsi anche un posto nei libri di storia.
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Gijon, la città natale del Comandante Oria
, che conta il maggior numero di abitanti del Principato delle Asturie, ha un carattere forte e indipendente. Pelayo, il fondatore visigoto del Principato vissuto nell’VIII secolo, fu il primo a ribellarsi al governo musulmano nella penisola iberica. Nel 722 Pelayo e le sue truppe sconfissero gli arabi capeggiati dal governatore Munuza sulle montagne chiamate Picos de Europa.
E Adolfo Oria, da buon asturiano, inaugura un nuovo modo di navigare: è il comandante del primo motor yacht del gruppo Perini Navi: Exuma, un PicchiottiVitruvius di 50 metri, varato lo scorso 3 luglio. Gijon è una città sulla costa atlantica della Spagna, piuttosto isolata dal resto del paese, tra l’Oceano Atlantico e la catena montuosa Picos de Europa che supera nei punti più alti 2500 metri. “Sono cresciuto andando spesso con la mia famiglia sia al mare che in montagna, solo all’università ho iniziato a navigare. Ho una carriera poco ortodossa per un comandante!”. Quando finalmente a diciotto anni sale a bordo Adolfo si innamora della vita in mare, e vive su una barca a vela per sei anni, per passione, continuando gli studi universitari. Dopo la laurea parte alla scoperta del Mediterraneo su un 35 piedi e naviga fino ai Caraibi “A quel tempo non pensavo che avrei fatto questa professione, mio padre voleva che entrassi nella scuola per intraprendere la carriera diplomatica. Parlavo bene l’inglese, ma non entrai”. Così torna in mare e si imbarca su una nave della marina mercantile, capisce subito che non è ancora quello che vuole fare, ma rimane un anno. Dopo altre esperienze di navigazione, nel 1989 Adolfo Oria è primo comandante di uno yacht a motore di 36 metri. “Una delle meraviglie dello yachting è che una persona di una città di provincia ha l’occasione di incontrare persone importanti in posti meravigliosi. La vita a bordo è un microcosmo complesso, di grande responsabilità per tutto ciò che riguarda gli aspetti tecnici della barca e la sicurezza e il benessere di equipaggio e ospiti: il gioco è trovare il giusto compromesso”. L’armatore di Exuma rimane subito colpito dalla carriera di Oria, comandante e rappresentante dello stesso armatore per 14 anni. Aveva già seguito la costruzione di due yacht e ora iniziava una nuova avventura con il primo Vitruvius. “Essere il rappresentante di un armatore è un compito molto delicato, sei in mezzo a due mondi e devi trovare il punto di accordo tra le esigenze del proprietario e le soluzioni del cantiere. Nel 2007 ho iniziato a venire in cantiere per seguire i lavori tutte le settimane. Inizialmente mi guardavano come uno sconosciuto, il cantiere è come una grande famiglia, ci vuole un po’ di tempo per entrare a fare parte della squadra”. Exuma è il primo Vitruvius Explorer della serie. “L’armatore aveva le idee molto chiare, sapeva esattamente che requisiti doveva avere questa barca. Aveva già fatto il giro del mondo con il suo precedente yacht e aveva in mente un altro giro, quello che ha determinato le caratteristiche di Exuma”. Custom è la parola chiave di questo super yacht: dallo spazio e la progettazione per gli spazi adibiti a toys fuori dal comune per esplorare luoghi a terra come in mare, alla posizione della cabina armatoriale, alla quantità di frigoriferi nascosti in tutta la barca: ogni piano e ogni dettaglio è stato progettato per realizzare questo sogno. Il programma del giro del mondo per il quale è stata ideata Exuma prevede la partenza dal Mediterraneo durante l’estate, per attraversare lo stretto di Panama a gennaio e arrivare in Polinesia verso giugno 2011. La tappa successiva è la Nuova Zelanda e il Pacifico attraverso la Micronesia.“Questo è il viaggio che ho sempre sognato per tutta la mia vita. Passeremo diverse settimane in navigazione, si spiega così il numero extra di frigoriferi per la conservazione delle provviste per lunghi periodi, questo è Ultimate Explorer per l’armatore”. Il Comandante Oria sorride guidando la visita a bordo: ha seguito ogni fase della costruzione della barca e ogni soluzione ai numerosi ostacoli, che ci racconta come fossero magie.
Diplomatico
Intervista con il Comandante di Exuma Adolfo Oria
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Comandante
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XIVBiennale Internazionale di Scultura di Carrara
Il 26 giugno è stata inaugurata la XIV Biennale Internazionale di Scultura di Carrara, curata da Fabio Cavallucci, dal titolo Postmonument. Filo conduttore di quest’edizione, aperta fino al 31
ottobre 2010, è il tema del monumento: “quel radicale processo di de-monumentalizzazione - spiega il curatore - che nell’ultimo secolo ha svincolato la scultura dalle finalità celebrative ed encomiastiche. Emblema del potere forte, strumento di controllo e omologazione delle masse, ma anche catalizzatore dei valori dei popoli e tassello insostituibile nella costruzione della memoria collettiva, il monumento diviene bersaglio principale di rivolte e rivoluzioni, per poi essere spazzato via dall’imporsi degli ideali di democrazia e libertà del nostro tempo. Tuttavia, in uno scenario mobile e mutevole come quello attuale, in un clima di fine d’epoca e di riscrittura della storia, accanto alla predominante iconoclastia contemporanea si registra il progressivo riemergere di codici e valori dal passato. Torneremo a riconoscerci in nuovi monumenti?”. Le sedi espositive sono state volutamente scelte tra vecchi laboratori di scultura e altri edifici dismessi del centro in linea con il leitmotiv della mostra: la ricerca di un nuovo concetto di monumentalismo. La parte centrale dell’esposizione è costituita dalle opere di più di trenta artisti contemporanei provenienti da tutto il mondo, tra i cui nomi internazionali come Paul McCarthy, Antony Gormley, Yona Friedman, Santiago Serra e Monica Bonvicini, affiancati da giovanissime promesse come Kristina Norman, presente al Padiglione Estone della Biennale di Venezia 2009, Cyprien Gaillard, candidato tra i finalisti del Premio Marcel Duchamp 2010, o Rossella Biscotti, vincitrice del Premio Fico ad Artissima 16. Ventisei artisti da tutto il mondo sono stati invitati per presentare nuove produzioni, concepite dopo sopralluoghi a Carrara e nella maggior parte dei casi realizzate nei laboratori della città. Operazioni performative, come quella concepita da Sam Durant, si alternano a percorsi della memoria, come la serie di fotografie di famiglia della coppia kazaka Yerbossyn Meldibekov e Nurbossyn Oris, che evidenzia come il tessuto urbano e i monumenti del loro Paese, punti di riferimento storico-culturale imprescindibili, siano cambiati negli ultimi decenni dopo la trasformazione del mondo sovietico. Una parte della Biennale è riservata all’architettura, con l’esposizione di modelli dagli studi Asymptote e Daniel Libeskind di New York, Norman Foster + Partners e Zaha Hadi di Londra, Fuksas di Roma, Frank O.Gehry di Los Angeles, Jean Nouvel di Parigi e MVRDV+ADEPT dall’Olanda.
testi Federica Bertolli, foto Tille bortolotti
I romani lo chiamavano "il marmo di Luni". Il marmo estratto dalle cave nelle Alpi Apuane, alle spalle della Versilia, è considerato ancora oggi uno dei più prestigiosi, dopo secoli di storia, arte e scienza. Gli artisti come Michelangelo e Canova trascorrevano lunghi periodi in Verisilia per selezionare il marmo per le loro opere.
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arrara, la sorgente del marmo apprezzato e esportato in tutto il mondo, ospita fino alla fine di ottobre la XIV edizione della Biennale Internazionale di Scultura. Le sedi espositive, come le tappe di una caccia al tesoro, partono dalla spiaggia di Marina di Carrara con l’accecante bambino rannicchiato su un parallelepipedo dello stesso marmo bianco, raffigurante il tratti somatici dell’autore Terence Koh, alle location in ex segherie e laboratori disseminati dentro e fuori la città di Carrara. Il protagonista candido iniziò a viaggiare oltre mare già al tempo dei romani, che lo esportavano attraverso il porto di Luni. L’attività estrattiva si fermò poi durante il periodo delle invasioni barbariche, per esplodere nel Rinascimento. Michelangelo e i più importanti artisti di allora, come ancora oggi, trascorse diversi mesi in Versilia per selezionare nelle cave i blocchi di marmo che sarebbero diventati le opere tra le più celebri al mondo. Dalle montagne al mare, dai laboratori al porto fino a monumenti, palazzi pubblici e privati per celebrare personaggi e periodi che hanno segnato la storia, la roccia di carbonato di calcio che fu nominata dagli antichi greci mármaron “pietra splendente”, è ancora al centro dell’interesse artistico e culturale. E il David di Michelangelo è il modello per eccellenza all’Accademia delle Benne Arti di tutto il globo, anche per gli studenti di Pechino. Sono proprio questi che Cai Guo-Qiang ha voluto riprendere in un filmato durante una lezione di figura, mentre disegnano una riproduzione del David. Il filmato è stato proiettato sullo schermo naturale delle Cave Michelangelo, all’inaugurazione della Biennale “Post Monumentum”. Dopo aver attraversato i secoli ed essere stato declinato in milioni di accezioni, la scultura per eccellenza di Michelangelo torna alla montagna che lo concepì. “A febbraio venni in Italia per una viaggio personale e andai a visitare le Cave Michelangelo. Immerse nelle Alpi Apuane, generose madri della materia ispiratrice dall’antichità, le cave sono il passaggio intermedio visibile tra l’immensità e la magìa della natura e la creatività dell’uomo. Pensai che sarebbe stato interessante riportare il David alla fonte, attraverso le molteplici versioni degli studenti dell’Accademia di Pechino”.
Il David di Michelangelo torna alle origini L'artista cinese Cai Guo-Qiang, ha portato alla Biennale di Carrara l'opera "One Thousand Youngsters Drawing David". L'arte di Michelangelo torna alla materia prima: un blocco di marmo di 620x200x140 cm sul quale viene proiettato un video degli studenti all'Accademia di Pechino che disegnano un David di gesso.
Cai Guo-Qiang è un artista cinese nato a Quanzhou, la città da dove partì Marco Polo nel 1291 per tornare a Venezia, dopo diciassette anni passati in Cina. L’esploratore veneziano aveva ricevuto il compito dal Gran Khan Kublai di scortare la principessa Kökechin nel viaggio fino al promesso sposo, il nipote Arghun Khan di Persia. Marco Polo e la principessa Kökechin lasciarono il porto di Quanzhou con un convoglio di quattordici imbarcazioni, navigarono attraverso Sumatra, Sri Lanka e arrivarono in Persia circa due anni dopo. E proprio da Quanzhou Cai Guo-Qiang partì nel 1995 per la Biennale di Venezia con la sua opera Bringing to Venice What Marco Polo Forgot: un’antica “giunca” di 9 metri, una barca di legno con una vela steccata, originariamente costruita con il legno di giunco, carica di medicamenti cinesi. Cai Guo-Qiang celebra così il rapporto tra oriente e occidente, con in un messaggio di rinnovato legame e scambio tra filosofia cinese e arte italiana.
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comfortably
fast Designed by Perini Navi’s in-house naval architects together with Ron Holland, this project will boast high performance in all wind conditions with her light weight aluminium hull and superstructure. The design development for this 40m fast cruiser has included a relatively long waterline due to a more upright bow profile; this incorporates hull lines with fine forward waterline angles to minimise sailing resistance and improve motion in rough sailing conditions. Firm mid ship sections leading to low resistance stern lines and a wide transom to ensure improved off wind speed. This epitomised hull shape combined with a high aspect ratio centreboard maximises windward performance and all round stability. Taking advantage of Perini Navi's mast and rigging research program, this new project will incorporate a sail plan that reflects the latest thinking of performance oriented cruising yacht rigs. These features are not only designed to improve speed and close winded ability under sail, but also intended to create a
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40m cruiser
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comfortable yacht for all aboard. The main deck arrangement includes a double level cockpit where the pilot station is on raised position. The main cockpit will be protected by a rigid awning and provides spacious al-fresco dining and relaxing areas. A wide sliding door leads to an open space where are located the upper living area and the wheel house. Forward, four stairs separate this level from the inner formal dining room with an additional wide living zone. The area is served by a day-head.
Technical Specification Overall length
39.4m
Total sail area
Approx. 1164 m²
Waterline length
34.1m
Maximum Engine
CAT C18 500 Kw
Maximum beam
9.13m
Fuel Capacity
12000 Lt
Maximum draught centreboard up
3.50m
Fresh Water Capacity
5000 Lt
Maximum draught centreboard down
9.00m
Maximum continuous speed.
12 Knots
Max displacement
Approx. 220T
Classification
ABS + MCA