Periodico italiano magazine n. 57

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politica

Il ‘populismo all’italiana’ è una forma di antipolitica priva di riferimenti teor ........................................................................................

Fiorenza Taricone:

“L’immagine ha preso il sopravvento sui contenuti” Secondo la docente di Storia delle dottrine politiche dell’Università di Cassino, le piattaforme ‘social’ hanno reso evidente un propagandismo politico narcisista puramente strumentale, perennemente alla ricerca di consenso elettorale, scarsamente efficace nell’affrontare e risolvere i probemi concreti La degenerazione e il basso ‘tasso qualitativo’ della classe politica italiana è sotto gli occhi di tutti. Eppure, sondaggi e ricerche statistiche continuano a certificare la fiducia degli italiani verso forze politiche culturalmente confuse e poco preparate, in cui scarseggia ogni cultura di governo nei confronti di quei fenomeni di irriducibilismo protestatario ideologicamente ‘allergico’ a ogni forma di compromesso. L’Italia è ormai un Paese incapace di riformare se stesso. E la propaganda politica di oggi è totalmente priva di visione, di progetti di trasformazione, ci-

vile e sociale, più adatti ai nostri tempi. Al contrario, spesso s’incontrano stridenti contraddizioni tra alcune rigidità ideologiche del passato, contrapposte a una superficialità totalmente disarmante. Tutto questo accade perché il crollo del muro di Berlino non ha trascinato con sé solamente il socialismo ‘coattivo’ dell’Urss, ma tutte le culture e le dottrine più nobili della politica, intesa in quanto scienza. In buona sostanza, la nostra impressione rimane quella di un popolo italiano che ha gettato via l’acqua ‘sporca’ con tutto il ‘bambino’. I vari leader politici che sorgono all’orizzonte rappresentano solo e unicamente se stessi, generando addirittura nuove compagini assolutamente inconsistenti. Scissioni ed errori di semplicismo, che finiscono col sommarsi ai numerosi sbagli del passato. Nel resto d’Europa, le forze politiche di maggior peso e incidenza rimangono quelle socialiste, quelle popolari, quelle ambientaliste e quelle liberali. Formazioni che stanno cercando di arginare quella demagogia populista e quelle nostalgie eversive che conoscono solamente la protesta distruttiva. Qui da noi, in particolare, si è te-

orizzato un ‘nuovismo’ totalmente privo di riferimenti teorici credibili, che tradisce palesemente la propria astrattezza e scarsa concretezza. Parlare di popolarismo, liberalismo o socialismo è ormai sinonimo di ‘schematismo’ obsoleto, superato dalla Storia. E si lascia ‘mano libera’ a un personale politico il quale, ben che vada, può solamente alimentare una perenne guerra tra ‘bande’, trascinando il Paese verso un narcisismo puramente autoreferenziale, privo di valori o visioni politiche coerenti. Quanti errori servono agli italiani per comprendere la necessità di un ritorno alle ‘vecchie scuole’? Bisogna per forza andare incontro al disastro più totale e devastante - come già accaduto con il fascismo - per comprendere che il Paese ha imboccato, ormai da tempo, una direzione sbagliata? Ne abbiamo parlato con Fiorenza Taricone, docente di Storia delle dottrine politiche presso l’Università di Cassino, recentemente in libreria con un saggio dal titolo: ‘Politica e cittadinanza: donne socialiste tra Ottocento e Novecento’ (Franco Angeli Editore). Professoressa Taricone, la re-

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