SULLE TRACCE DI
IDANHA-A-VELHA Maria Elena Perrotta a.a.2019/20
DIPARTIMENTO DI ARCHITETTURA CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN ARCHITETTURA
Tesi di Laurea magistrale in Restauro
Sulle tracce di Idanha-a-Velha nel Portogallo centrale Progetto di restauro e valorizzazione della Torre e della Murazione Sud
Relatore: Prof. arch. Renata Picone
Correlatore:
Candidata:
Prof. arch. Paulo J. ProvidĂŞncia
Maria Elena Perrotta N14002596
Anno Accademico 2019-2020
“Ci fu un tempo, antichissimo, in cui queste montagne di scisto dovevano essere irte e spaventose rocce, riarse dal sole dell’estate, o spazzate dai rovesci d’acqua dei grandi temporali, immense solitudini minerali inadatte persino per l’esilio. Poi venne l’uomo e si mise a fabbricare terra. Smembrò, percosse e tornò a percuotere, come se sbriciolasse le pietre fra le robuste palme delle mani, usò il maglio e il piccone, ammonticchiò, costruì i muri, chilometri di muri, e dire chilometri è dir poco, migliaia di chilometri se contiamo quanti ne sono stati costruiti in terra portoghese per sostenere la vigna, l’orto, l’uliveto.”
Viaggio in Portogallo J. Saramago
INDICE
Introduzione
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Capitolo 1: Archeologia e Paesaggio nel Portogallo Centrale 1.1 La Lusitania romana e la civitas igaeditanorum
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1.2 Le vie di comunicazione, paesaggio di materiali
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1.3 aldeias historicas portugueses
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Capitolo 2: Il Villaggio di Idanha-a-Velha come sintesi di storia nazionale
2.1 inquadramento
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2.2 Da Igaedis ad Idanha-a-Velha
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2.3 Da città’ dominatrice a villaggio in declino
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2.4 interesse archeologico
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2.5 rilievo
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Capitolo 3: Riflessioni sulla Contemporaneità 3.1 La tutela del patrimonio e restauro in portogallo
50
3.2 i restauri di f.de almeida
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3.3 l’intervento di Atelier 15
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Capitolo 4: Nuovi Panorami per Idanha-a-Velha 4.1 Limiti, vocazioni e prospettive future
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4.2 Spolia e Reimpiego
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4.3 Strategie urbane
66
4.4 Azioni progettuali
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4.5 Il progetto di conservazione
78
Conclusioni: il nuovo Villaggio Archeologico
92
Bibliografia Ringraziamenti
8
Abstract This master thesis is the result of an Erasmus+ collaboration between
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the University of Naples “Federico II” and the University of Coimbra,
Fig. 1
on the subjects of architectural renovation and design, based on a dissertion on the archeaological landscape of central Portugal and
Il sito di Idanha-a-Velha in una disegno di José Luis Madeira, 1994
how to develope a conservative design on Archeaology, landscape and architecture. Based on the theme of the intervention on the ruins of the roman augustian age, the Village of Idanha-a-Velha has been selected, representing one of the most significant sites of Lusitania, the roman iberian region between the I century b.C. and the V century a.C. The approach is to reconcile the concepts of village and acheological site through the visible and invisible heritage of this complex space, in which the confluence of times and civilizations could provide enchantment and curiosity. The aim is to expose the complexity and the richness of materials now forgetten inside the village, as a serie of spolia that changed the landscape from roman to visigoth and templar times, in order to improve the musealization of the archeaological emergencies of the Tower and the southern wall and the connections between Idanha-a-Velha and the other villages of the Aldeias Históricas de Portugal network.
Introduzione Questa tesi è il risultato di una ricerca iniziata nella disciplina del restauro architettonico archeologico, sviluppata nel contesto del corso del master internazionale Erasmus+ “Architecture, Landscape and Archeaology” avente sede all’Università di Coimbra durante l’anno accademico 2019/20. Partendo dall’intervento sulla rovina, è stato sviluppato un progetto di valorizzazione del Villaggio di Idanha-a-Velha che va ad integrarsi a quello precedentemente eseguito dal gruppo Atelier 15, formato dai due architetti spagnoli Alexandre Alves Costa e Sergio Fernandez, intervenuti nel sito a partire dagli anni ‘90, dopo il suo inserimento nel network dei Aldeias Históricas de Portugal. Si intende innanzitutto esporre la ricchezza e l’importanza della città di fondazione del I sec. a.C., capitale della Civitas Igaeditanorum, e di
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Fig. 2
quei frammenti romani che ancora perdurano, dei regni svevi e visigoti,
Idanha-a-Velha in una foto
della conquista islamica, della riconquista e della trasformazione
aerea scattata da sud-ovest
pagina a fronte Fig. 3
tardo medievale, con la finalità di destare interesse e curiosità per un paesaggio oggi dimenticato, ma con un passato di fondamentale rilevanza per ipotizzare un intervento contemporaneo. Un ragionamento
La Torre Templare dalla
critico sulla storia nazionale della tutela e sugli interventi pregressi
piattaforma del foro,
forniscono la duplice lettura dell’intervento di Restauro in territorio
Febbraio 2020
portoghese,
dove
le
tendenze
conservative
istituzionali
e
gli
interventi dei maestri contemporanei si scontrano da oltre 30 anni. Fig. 4 Il tratto di murazione sud
Il recente inserimento di Idanha nella categoria di Aldeias históricas de Portugal ha fatto emergere un nuovo interesse turistico ed accademico,
nel quale è stata ritrovata
tanto che i finanziamenti stanziati prevedono campagne di scavo
una porta di accesso del I
archeologico fino al 2023 ed hanno già riportato interessanti scoperte sul
sec, Febbraio 2020
lato sud del villaggio. Il lavoro di ricerca, quindi, si pone in una posizione di connessione tra i progetti di valorizzazione del lato Nord e le possibili nuove interpretazioni apertesi dopo i recenti ritrovamenti sul lato Sud. Il fulcro di questo progetto è rappresentato da un’operazione palesemente evidente in tutte le fasi storiche del villaggio: il processo di spoliazione dei materiali, che vivono nel loro mutar di funzione e di locazione nel tempo. Il riposizionamento del materiale nel tempo è evidente in Idanha, dove le spoglie prevalentemente romane sono state utilizzate e riutilizzate più e più volte, spostando spazialmente antichi manufatti da un luogo all’altro, a volte con specifica selezione consapevole,o , in altre occasioni, come materiale di riempimento senza considerazioni estetiche. Il progetto si va ad immettere in una posizione intermedia tra il restauro urbano per l’assetto dell’intero villaggio e le sue relazioni con gli altri villaggi storici ed il restauro archeologico dei manufatti romani della Torre e della Murazione Sud, i quali saranno valorizzati nella loro materialità e relazioni interne.
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Capitolo 1: Archeologia e Paesaggio nel Portogallo Centrale Fig. 5
Il termine “paesaggio” in è frutto di una complessa stratificazione tra
Il paesaggio della Valle
uomo e natura, dove quest’ultima accoglie la cultura e l’ingegno umano,
del rio Douro, con i suoi caratteristici vigneti.
che la ripaga con rapporti di forze che tendono all’equilibrio. Grazie al suo rapporto quasi esclusivo con l’oceano, l’immagine del Portogallo è strettamente legata a quella del paesaggio. Quando si vista il paese è possibile riconoscere aspetti che fanno parte della cultura e della personalità portoghese. Nelle città si trovano monumenti che raccontano i poteri e le epoche della nazione, ma anche elementi e vedute che fanno riemergere episodi storici e l’indole di un popolo che si è esteso nel resto del mondo e ha saputo adattare le diverse culture al suo modo d’essere e al suo territorio. Tra i 17 siti UNESCO riconosciuti nel paese si distinguono, oltre e numerosi edifici e centri storici, alcuni paesaggi divenuti famosi in tutto il mondo: la valle del Douro che con i suoi vigneti caratterizza la zona in cui viene prodotto il tipico vinho do Porto, o le enormi foreste verdi dell’Isola di Madeira, scenario ancora poco noto e incontaminato. Questo paese, che vanta le frontiere più antiche di tutta Europa, offre una grande varietà di paesaggi marini e rurali che si susseguono senza sosta, e un patrimonio culturale unico, dalla preistoria al rinascimento, dove modernità e tradizione convivono in perfetta armonia. La vastità dell’impero romano e le sue influenze sono evidenti in tutto il continente europeo, così come nel territorio più occidentale. Il rapporto tra archeologia e territorio è percepibile soprattutto nel Sud della nazione, ma è nella parte centrale che gli insediamenti risultano più ricchi e significativi . Anche le comunità locali rivelano
una buona comprensione della
disciplina, interpretata correttamente come un’attività scientifica. Il ruolo dell’archeologia è chiaramente associato alla comprensione del passato e alla trasmissione di questa conoscenza alle giovani generazioni, ma la sua connessione con la museografia termina nel noto sito di Conimbriga, nei pressi di Coexa Velha.
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1.1 La Lusitania romana e la Civitas Igaeditanorum Il nome del Portogallo, terra dei lusitani, deriva da Portus Cale, nome dell’antico insediamento situato alle foci del fiume Douro. Attorno al 200 a.C. i romani cominciarono a conquistare la parte più occidentate della
Fig. 6 Mappa dei centri urbani della Lusitania tra il I sec a.C. e il IV sec. d.C.
Iberia. La Lusitania è una provincia istituita all’inizio dell’Impero, i cui limiti
secondo Vasco Gil Mantas e
esatti non sono ancora del tutto determinati.
Tomas Cordero Ruiz
Anche il popolo dei Lusitani non ha una origine certa. Sicuramente occupava parte della penisola iberica insieme ai Celti e i Vettoni, ma con l’arrivo delle offensive romane si è assestato in un’area che corrisponde all’odierno Portogallo e parte della Spagna centro occidentale. Non esistono molte fonti scritte che alludono alla distribuzione delle città romane nel territorio portoghese, pertanto è essenziale fare riferimento allo studio archeologico dell’urbanizzazione romana. Nel XX secolo la conoscenza dell’ambiente fisico delle città ha fatto molti progressi e sono presenti diversi siti aperti sul territorio, ma i dubbi ed i problemi irrisolti sono ancora molti.
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Nel caso di São Salvador de Aramenha (Ammaia) e di Idanha-a-Velha (Igaedis) il lavoro di ricerca è stato portato avanti più agevolmente rispetto a siti urbani più complessi come Coimbra (Aeminium) o Olisipo (Lisbona), in
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Fig. 7 L'archeologo Dr. Fernando de Almeida in una conferenza sui
cui è possibile ottenere solo conoscenze puntuali difficilmente riconoscibili. E’ certo che in tutta la regione, le città non occupavano grandi territori,
ritrovamenti epigrafici
come accadeva in Gallia o in altre province occidentali, ma avevano
Fonte: archivio digitale RTP,
dimensioni inferiori a quelle di alcuni villaggi indigeni. La popolazione
1970
media era inferiore ai 4000 abitanti, poiché la funzione principale degli
Fig. 8
insediamenti romani era quella di amministrare il territorio circostante.
Iscrizione che testimonia l'atto
Tra i vari reperti ritrovati nei vari siti, le informazioni più certe non provengono
di donazione dell'Orarium
da fonti scritte, difficilmente reperibili, ma da quelle epigrafiche,
Fonte:" Ammaia e Civitas Igaeditanorum" V.In Mantas 2009
abbondantemente presenti sul sito. L’epigrafia permette di ricostituire, entro certi limiti, la struttura sociale delle città, il tipo di popolazione, il suo grado di cultura e di latinizzazione, senza dimenticare gli aspetti economici,
Fig. 9 Incisione dedicata a Caio César, figlio di Augusto, 3-4 d.C.
politici e amministrativi1. Solamente alcuni insediamenti vantavano lo status di città, definito soprattutto dalla presenza di monumenti pubblici anche esterni all’insediamento, come accade in Igaedis.2
Fonte: "O forum dos igaeditani
La Civitas Igaeditanorum si insedia in questa regione sotto l’impero di
e os primeiros tempos da
Augusto intorno al 35 a.C. dopo la fondazione di Colonia Norba Caesarina,
civitas igaeditanorum" P.Carvalho 2009
in una posizione favorevole per le campagne aurifere e per ottimizzare le comunicazioni interne alla regione. Tra le fonti epigrafiche, la più antica incisione riguardante l’offerta di un Orarium al popolo igaeditanense da parte di un cittadino di Emerita augusta (fig), rivela l’esistenza di uno spazio pubblico appartenente alla città. In questo spazio erano presenti quattro Magistri3 che avevano il compito di rappresentare e governare i cittadini in modo da tenere salda la relazione con la provincia più importante. Le dimensioni dell’area governata da Igaedis dovevano essere notevoli, ma non sono ancora state ritrovate tracce sufficienti a stabilirne i limiti. La città mantenne il suo dominio anche dopo la caduta dell’impero, diventando uno dei primi siti favorevoli alla diffusione della cristianità all’interno delle mura cittadine, incarnando un ruolo di riferimento per tutto il periodo compreso tra il I sec.a.C. e il XII sec. d.C.
1. Per città romana si intendono tutti gli insediamenti successivi all’età del ferro, divisi in colonie, comuni e oppida latini. Vengono escluse dalla trattazione le città edificate allo stile romano. 2. Sia l’anfiteatro che le antiche terme si trovano nell’area di Tapas dal Poldras, esterna al nucleo urbano. 3. Igaedis_Pedro Carvalho, 2016
14
2.1 Le vie di comunicazione, paesaggio di materiali La capitale della Civitas Igaeditanorum sembra aver occupato una
Fig. 10
posizione rilevante nel contesto della Lusitania romana, sicuramente il sito
Il ponte e la città di Alcantara
più rilevante della parte nordorientale della provincia. La sua posizione a
1835, ignoto
ridosso della principale via di comunicazione dell’area, quella che metteva in connessione Emerita, a Sud, con Bracara Augusta a nord, nella vicina provincia di Galizia. La sua importanza è attestata non solo dall’enorme collezione epigrafica, ma anche della iscrizione sul Ponte di Alcantara, tra
Fig. 11
i finanziatori della costruzione, insieme ad altri municipia. Durante tutto
Mappa geologica del
il periodo Romano, lo spazio si articolava con un fitto sistema di strade
Portogallo moderno.
e piccoli centri urbani controllati dalla capitale, oltre a numerose ville isolate e piccoli insediamenti. Tra il Tago e il fiume Ponsul erano presenti diverse aree ricche di materiale aurifero, la cui presenza ha determinato la costruzione di un sistema di miniere di estrazione4. Oltre ai metalli, l’area presentava una componente geologica varia, con miniere di granito e scisto nei siti collinari, da cui i romani estrassero i principali materiali da costruzione della città. La prossimità con il rio Ponsul consentiva anche il trasporto di suddetti materiali verso Nord e Sud.
4 F. Henrique e altr., Vi simpósio sobre Mineração e Metalurgia históricas no Sudoeste Europeu,2011
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2.3 aldeias historicas portugueses All’interno dell’area centrale del Paese, al limite con il confine spagnolo, si trovano alcuni villaggi storici che, a partire dal 2007, sono stati inseriti in una rete denominata “Aldeias Históricas de Portugal”. Con questa denominazione si intende una associazione di sviluppo turistico creata per promuovere lo sviluppo turistico dei villaggi portoghesi meno valorizzati per la loro posizione lontana dalle rotte turistiche del paese. La rete comprende i villaggi di Almeida, Belmonte, Castelo Mendo, Castelo Novo, Castelo Rodrigo, Idanha-a-Velha, Linhares da Beira, Marialva, Monsanto, Piódão, Sortelha e Trancoso, distribuiti su dieci comuni divisi tra le regioni di Castelo Branco a Sud, Guarda a Nord e Coimbra ad ovest. L’associazione ha il compito di promuovere una strategia di sviluppo dei prodotti turistici dei villaggi, investire in una politica di incentivazione per investitori pronti a scommettere su questa regione e incentivare iniziative di divulgazione e animazione del patrimonio storico archeologico, contribuendo al contempo, al miglioramento della qualità della vita delle Fig. 12
16
comunità locali, garantendo assistenza e comunicazione sul territorio.
Mappa Aldeias Históricas de
Il villaggio di Idanha-a-Velha è inserito nella rete degli Aldeias per le sue
Portugal
caratteristiche storico-architettoniche. Un sito costituito da costruzioni in
Fonte: AHP.com
scisto e granito, ma soprattutto dalle aree archeologiche scoperte durante
le campagne di scavo dell’archeologo F.De Almeida tra gli anni ‘50 e ‘70, attualmente considerate tra le più importanti della nazione. La sua storica murazione racchiude il sito con 745 m di lunghezza, interrotta solamente in prossimità degli accessi principali in corrispondenza della Porta Nord e dei lati est-ovest del decumano massimo, ancora oggi visibile. Lungo questo percorso si incontrano diverse torri difensive costruite a partire dal III sec. d.C. e continuamente modificate anche nelle epoche successive. Le recenti campagne di scavo hanno portato alla luce un’ ulteriore apertura nella murazione, un accesso nel punto più a Sud, che porterà nuovo interesse verso la parte meno visitata dell’antica capitale romana. La ricchezza del sito è testimoniata dalla sua sopravvivenza alle dinastie ed invasioni subite nel corso dei secoli, trovando il massimo splendore tra il I sec. a.C. e il XII d.C. Oltre al forte carattere archeologico del villaggio più
Fig. 13
meridionale del network, il sito si è guadagnato l’accesso alla categoria
Pannelli informativi presenti
di Aldeias Historicas anche grazia alla componente naturalistica. Tra tutti i notevoli alberi in Idanha, si distingue l’Azinheira Grande5, un massiccio
nel villaggio di Idanha-a-Velha. Maggio 2020
leccio ( quercus rotundifolia lam.) radicato da diversi secoli al di sopra della murazione sud a pochi metri dalla Porta Sud. Un altro caso è quello
Fig. 14
del più noto esempio del frassino di Re Wamba (fraxinus angustifolia
Il percorso turistico all'interno
Vahl) sul lato nord del villaggio, a cui la leggenda popolare ha associato
del villaggio
l’incoronazione del re visigota.
5 Al giorno d’oggi i lecci sono considerati una grande risorsa economica: il legno viene impiegato per la produzione di energia o per il consumo nei riscaldamenti domestici. Quando l’esemplare risulta notevole per età e dimensioni gli viene assegnato un appellativo simbolico ed entra nella lista degli esemplari arborei tutelati.
17
18
capitolo 2: Il villaggio di Idanha-a-Velha come sintesi di storia nazionale Attualmente risulta complesso assegnare una categoria urbana al sito
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di Idanha-a-Velha, in una posizione indefinita tra villaggio fortificato, sito
Proposta di disvelamento
archeologico o municipio rurale semi abbandonato. Allo stesso tempo, però, “Idanha-a-Velha è uno dei principali scenari della storia del Centro della
delle qualità storicoarchitettoniche presenti nel sito
Beira Baixa in Portogallo. È stata una delle principali tappe dell’incontro tra le culture nel corso dei secoli: era una capitale distrettuale in epoca romana, era la sede vescovile in epoca Sueva-visigota e ha continuato a rivelare la sua centralità fino all’epoca dei Templari e al trasferimento della sede vescovile a Guarda”.6 Per quasi 1200 anni è stato forse anche il luogo più importante tra il Tago e il Douro nell’odierno Portogallo centrale. E di quei tempi importanti testimonianze sono ancora oggi conservate nell’attuale Borgo Storico. Proprio dove è situata parte del villaggio, lungo la curva descritta dal Fiume Ponsul, un tempo sorgeva la città romana di Igaedis; più tardi venne rinominata Egitânia dai visigoti e ancora Exitânia durante la conquista musulmana, fino all’attuale Idanha, appellativo portoghese che rimanda alle diverse dominazioni. L’aggettivo “Velha” che significa “antica” ed è attaccato al nome di Idanha, fu aggiunto in seguito alla fondazione di Idanha-a-Nova, la Nuova Idanha, nel 1187, dal maestro dell’ordine dei Templari.7 Idanha-a-Velha fu una grande città, di cui sono rimasti numerosi frammenti archeologici. A causa della sua prossimità con il confine e i numerosi attacchi e distruzioni, nel corso dei secoli fu progressivamente abbandonato, diventando oggi un villaggio storico dimenticato. In Idanha-a-velha è quindi chiaro che la sovrapposizione dei diversi strati storici definisce un palinsesto di ardua lettura. Romani, Visigoti, Musulmani e Templari cattolici e così via fino ad oggi hanno lasciato tracce, adattando e cambiando la forma della città in un processo costante e ininterrotto, caratterizzando anche la vita urbana e la comunità locale. 6 Patrícia Dias, dell’Ufficio di Archeologia, Conservazione e Restauro del Comune di Idanha-aNova. 7 D. F. De Almeida, Ruinas de Idanha-a-Velha 1977
19
2.1 inquadramento Nazione: Portogallo
Idanha a Velha è un piccolo villaggio fortificato situato al centro del vasto “Concelho” di Idanha-a-Nova, a ridosso del confine spagnolo. L’area fa parte della Beira baixas che confina con Serra da Estrela (a nord), regione di Médio Tejo e Coimbra (a ovest) e con la Regione spagnola dell’Estremadura (a est e a sud). Per la sua capacità di attrarre visitatori, con un carattere eminentemente turistico è classificata come “Centri urbani con caratteristiche speciali”, dove sono previsti alti tassi di occupazione
Regione: Castelo Branco
stagionale.
Municipalità: Idanha-a-Nova
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20
5
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Comune: Monsanto/Idanha
Il Villaggio sottende un’area di circa 18 kmq e dista 14 km da monsanto,
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100 da guarda e 300 da Lisbona. Situata nel distretto di Castelo Branco,
Fig. 15
l’ex città romana sorge sulla riva destra del rio Ponsul, un affluente del fiume Tago. Il comune è delimitato geograficamente dalla Serra de Penha Garcia ad est e dalla Serra de Malcata a Nord. Inoltre si trova nelle vicinanze delle più alta catena montuosa del paese, serra de Estrela. La zona è segnata dal passaggio del Rio Ponsul, che attraversa la freguesia egitaniense diagonalmente.
Posizione di Idanha-a-Velha nel contesto della municipalità di Idanha-a-Nova, regione di Castelo Branco. Fig. 16-17 Inquadramento territoriale Scala 1_2000
21
22
2.2 Da Igaedis ad Idanha-a-Velha Si sa molto poco della sua fondazione e dell’epoca dell’insediamento, tanto
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che esistono diversi studi contraddittori pubblicati nel corso degli anni.
Gli elementi romani
Non è possibile affermare se l’area fu urbanizzata in epoca preromana, durante l’età del ferro8, oppure occupata dalle popolazioni
riconoscibili nel villaggio attuale
indigene locali, ma l’ipotesi più riconosciuta è quella della fondazione
Fig. 18
romana ex nihilo. In questo contesto, non è certo se la sua origine
Il podio del tempio romano
sia stata a carattere militare o se l’insediamento fu motivato dalla
Febbraio 2020
necessità di creare un centro amministrativo per il controllo territoriale,
Fig. 19
essendo stato fondata intorno al 35 a.C. da Norbanus Flaccus.9
L'angolo del Foro in granito
Secondo l’archeologo J. Baptista, nella carta archeologica del comune
Febbraio 2020
di Idanha-a-Velha, “furono ritrovati secondo alcuni autori strumenti del paleolitico inferiore, nei terrazzamenti in prossimità del rio Ponsul”, ma la scarsa presenza di materiale non consente di ipotizzare una occupazione
Fig. 20 La porta Nord Febbraio 2020
umana o accampamenti preistorici. Qualunque sia stata la sua effettiva data di fondazione, tra i motivi che hanno potuto influenzare la scelta di questo luogo, entrano in gioco le vie di comunicazione verso Serra de Estrela, ma soprattutto l’eccellente comunicazione fluviale e terrestre tra la capitale della regione a Nord, Bracara Augusta e quella a sud di Emerita Augusta. I reperti più antichi ritrovati sul sito dopo le campagne di scavo del prof. Pedro Carvalho, sono probabilmente appartenenti ad un periodo romano tardo-repubblicano, a cui appartengono tracce di un edificio la cui funzione risulta ancora sconosciuta, costruito in taipa e adobe, tecniche murarie in terra cruda. In epoca augustea quest’ultimo dev’essere stato espropriato e demolito per dar inizio all’edificazione del foro della Civitas Igaeditanorum. L’edificazione del Foro di Igaedis rappresenta il punto di inizio dello splendore della civitas ed è testimoniato dalla presenza di una incisione su un quadrante del 16 a.C. che Q. Iallius Sex Papi(ria) Augu(rinus)10 , cittadino di Emerita Augusta, donò alla comunità insieme ad un orologio meridiano, dimostrando uno stretto contatto tra la civitas e l’allora capitale di provincia. Questo atto solenne ha evidenziato la crescente notorietà di Igaedis, come principale occupazione romana della Lusitania centrale. L’importanza è testimoniata anche dalle rovine di questa epoca e dall’abbondante patrimonio epigrafico ritrovato sul sito, considerato uno dei più vasti e significativi del paese. L’epigrafia locale faceva riferimento soprattutto al coinvolgimento di Idanha nelle esplorazioni minerarie e aurifere. Dell’impianto romano oggi persistono le spoglie del Foro e l’intero podio (FIG18) del suo tempio principale. L’edificio, consacrato a Giove o a Venere conserva nella parte est delle piccole scale laterali di accesso 8 Si è dimostrata l’esistenza di una occupazione precedente alla II età del ferro attraverso la campagna di scavo di Pedro Carvalho nel 2008, che con alcuni sondaggi intorno al centro civico, ha rinvenuto paramenti murari in terra cruda. 9 Pedro Salvado ,“Elementos para a Cronologia e para a Bibliografia de Idanha-a-Velha” 10. Quinto Iallius Sex Papiria Augu(rinus) da Guido Migliorati, “Iscrizioni per la ricostruzione storica dell’impero romano”, 2011, pag 280.
23
Fig. 21
e un tratto della piattaforma frontale del podio dove doveva esserci
Il Ponte Romano sul
la scalinata principale. Ai giorni nostri, il foro è riconoscibile solo da un
lato Sud-Est Maggio 2020
tratto di piattaforma dell’angolo nord-ovest. Di tutto il complesso romano, sopravvivono solamente la murazione tardo-imperiale (FIG20) e le tracce
Fig. 22
del foro con la piattaforma, che configurava i suoi limiti geometrici in
La porta sud in fase di scavo
corrispondenza del tracciato urbano, il quale offriva accesso diretto da
durante il progetto IGAEDIS Fonte: Camera Municipal
Nord e probabilmente da est. Il tempio era stato edificato sicuramente
de Idanha-a-Nova
nella parte occidentale della piattaforma, essendo parzialmente visibile ed
2018
era probabilmente circondato da un ampio portico. L’ipotesi di datazione propone come anno di inizio della costruzione della piattaforma11 di 76 m per 34, in un intervallo tra il 4 e il 6 d.C., in una fase di delimitazione tra il territorio della civitas da quello di Lancia e Lancia Oppidum. 12 Un elemente fondamentale per la comprensione della struttura urbana in epoca romana è il Ponte Velha (FIG21), ponte che univa l’antica città all’altra riva del Ponsul, datato fine del I sec. Da qui sarebbe dovuta passare la strada di comunicazione per Cáceres e Viseu. Il passaggio, costruito su 4 archi romani, fu ricostruito più volte ed oggi presenta degli archi a sesto acuto che assomigliano più a costruzioni medievali che romane, ma la sua posizione lascia intuire come il lato sud avesse una maggiore rilevanza, dato confermato anche dal ritrovamento della porta Sud da parte di Pedro Carvalho e il team di archeologi della municipalità di Idanha-a-Nova. (FIG22) In questa fase di splendore, la città comprendeva un’area di circa 10 ettari, sviluppata su un impianto ortogonale definito da Cardi e Decumani, ancora oggi riconoscibili nelle attuali Ruas do Castelo e Rua da Sé e da Igreja13 Altre tracce della città imperiale si trovano al di fuori dell’attuale cinta 11 P.Carvalho, “O forum dos Igaeditani e os Primeiros Tempos da CIvitas Igaeditanorum (Idanhaa-Velha, Portugal), p116 12 F.De Almeida,”As ruinas romanas e Visigóticas de Idanha-a-Velha”, 1976 13 Queste si presentano come i tracciati più evidenti della città, nonostante le modifiche dovute alla realizzazione del battistero nord e della piazza del Pelourinho
24
muraria: l’impianto termale di Tapada das Poldras a Sud del centro civico e due necropoli a nord del villaggio. Sebbene non ci siano tracce di una sostituzione del Foro tra età augustea e flavia, è possibile che il portico sia stato riconfigurato sul finire del I sec, con la costruzione di uno o più edifici basilicali. Tracce dell’architettura domestica della città alto-imperiale sono state ritrovate nel Quintal do Lagar, l’antico frantoio, al cui interno sono visibili stucchi e la pavimentazione a mosaico di una domus del I sec d.C., di pianta rettangolare con un impluvium in parte riconoscibile. Anche nella Quelha da Lameira sono presenti alcune strutture associabili all’occupazione residenziale di fine I sec, mentre sulla riva sinistra del rio Ponsul, in alto Fig. 23 Ricostruzione del tempio e del Foro nel I sec. a.C.
l’archeologo Fernando de Almeida ha rilevato la presenza di una piccola villa, residenza agricola esterna alla città, dotata di un pozzo e un patio privati. La presenza di questi edifici al di fuori della cinta rafforza l’ipotesi di un forte riduzione dello spazio cittadino, costrutto nel perimetro urbano di 700 metri tra la fine del III sec e l’inizio del IV. Questo impoverimento fu determinato dalla necessaria preparazione alle invasioni barbariche. E’ certo che il pattern urbano è stato modificato, sostituito e adattato al nuovo assetto difensivo. La murazione originale, parzialmente conservata, ha subito ricostruzioni lungo i secoli che hanno determinato diversi possibili accessi alla città. Prima della campagna di scavo di P. Carvalho, si riconoscevano due porte principali, cinque torri semi cilindriche e due torri rettangolari. Di questi due accessi, la Porta Norte, o di Monsanto, era circondata da due torri semicircolari ritrovate negli anni ‘70 quasi intatte, mentre la Porta do Sol, nel lato ovest, è ancora oggetto di interpretazione, essendo stata costruita in un momento indefinito, ma in corrispondenza di 25
26
un accesso secondario.14 La murazione segna un cambiamento drastico non solo nelle dimensioni cittadine, ma anche nella considerazione del valore costruttivo degli edifici esistenti. Nella compagine muraria, infatti, sono evidenti elementi architettonici decorativi e strutturali appartenenti a costruzioni del primo secolo, riutilizzati come materiale di riempimento nell’intenzione di rafforzare l’opera e concluderle in minor tempo. Il rilievo della murazione bassa-imperiale, ne evidenzia il carattere militare e territoriale, per la difesa e il controllo dell’area circostante, risultando in una struttura complessa e indefinita, specialmente nel lato Sud, meno modificato nel tempo. Il riutilizzo di materiali del I sec. non è visibile solamente nella murazione, ma anche in molti edifici residenziali e soprattutto nella costruzione della Sé, la cattedrale intitolata a Santa Maria, edificata come nuovo centro
pagina precedente Fig. 24
autoritario e sede della futura diocesi di Egitânia.
L'area della Sé-Catedral con le
La prima notizia concreta della Diocesi di Egitania, inclusa nel regno svevo,
rovine del palazzo episcopale e
è data dal Concilio di Lugo del 569, in cui viene ufficializzato l’insediamento del Vescovo Adorius15 Qualche anno prima, nel Concilio di Braga del 561, il
il battistero sud. Maggio 2020
re svevo Teodorico aveva annunciato la sua conversione al cattolicesimo, introducendo all’interno della città un edificio religioso. A partire dal 585, la diocesi viene assorbita nel regno visigota.16 In questa nuova fase l’istituzione ecclesiastica giocava un ruolo essenziale, sa per motivi socio-economici, sia per l’abilità nel mantenere il dominio territoriale acquisito dell’impero romano. Proprio in continuità con il dominio romano, si andava a definire un insieme di relazioni tra la città e le aree periferiche caratterizzate dalla frammentazione delle proprietà imperiali, sotto il controllo della nuova chiesa cattolica. A questo periodo risale il primo battistero rettangolare, localizzato sul lato Nord dell’attuale cattedrale, il quale doveva far parte di un più grande complesso religioso caratterizzato dalla pavimentazione in opus signinum (fig). Risulta oggi molto complesso ipotizzare la configurazione originaria dello spazio religioso destinato alla cattedrale17, ma una serie di strutture sono state identificate a partire dalla loro scoperta negli anni ‘50, di cui si evidenziano i resti del palazzo episcopale situato tra le mura e l’attuale cattedrale. L’area della cattedrale è attualmente la più complessa da interpretare, ma anche quella su cui sono stati attuati più interventi archeologici ed architettonici, che hanno portato l’attenzione sull’aspetto visigota dell’edificio. La basilica, in realtà, con un asse orientato verso est, è un contenitore di diverse tecniche costruttive:, tra cui il particolare bugnato proveniente dal reimpiego dei materiali romani, così come le 14 Isabel Sanchez Ramos Idanha-a-Velha (Portugal) durante La Antiguedad Tardia, 2013 15 L.Hass, Intervençao arquitectonica em contexto arqueologico, O atelier 15 em Idanha-aVelha,2017 16 Fernando de Almeida “Egitania, Historia e Arqueologia” p.39 17 I.S.Ramos, Paço dos Bispos de Idanha-a-Velha, Campaña de escavação 2014
27
Fig. 25
colonne e l’abside interno probabilmente appartenenti all’antico tempio
Il dominio della diocesi di
sul foro.18 Al di fuori della facciata sud della cattedrale è presente anche
Egitania sulla stampa di moneta nel territorio Lusitano. Tomas Cordero Ruiz, 2016
un ulteriore vasca battesimale cruciforme che doveva appartenere ad un più amplio complesso architettonico identificato come seconda basilica ed edificato dopo la costruzione della chiesa. La notorietà di Egitania
pagina successiva Confronto tra le basiliche paleocristiane della Lusitania
si diffonde con la nascita del re visigota Wamba all’interno delle mura cittadine. Durante tutto il VI secolo ci fu una diminuzione del territorio
del Nord, dall'alto: Basilica do
controllato dalla sede episcopale, legato all’arrivo di nuove popolazioni,
Padro; Conimbriga; San Pedro
che portarono alla configurazione di Egitania, Monsanto e Penha Garcia
de Balsamão, Egitánia.
come siti fortificati. La nuova situazione politica non significa la scomparsa del sistema amministrativo romano, quanto più la comparsa di un nuovo sistema economico legato al controllo frammentario della provincia e alla distribuzione di moneta. Il passaggio di Egitania a sede episcopale con il regno svevo e poi visigota, implicava l’importanza della comunità cristiana e della città stessa che stava raggiungendo una posizione di autorità nella struttura geopolitica della Lusitania del VI secolo. E’ plausibile che durante il regno Svevo-visigota, ci sia stata una notevole riduzione degli insediamenti 18 Tomás Cordero Ruiz, At the Center and the Periphery of Lusitania: The Evolution of the City of Egitania and its Territory (4th -8th centuries), Visigothic Symposia 3 (2018)
0
28
20
40
60
80
B ASILICA DO P RADO
B ASILICA DE E GITANI
rurali, di cui rimanevano le tracce romane. Quelli che venivano eretti a siti fortificati, come nel caso di Egitania, andavano a configurarsi come le residenze dell’aristocrazia del tempo19, in cui era possibile esercitare il potere sul governo del territorio. Ad ogni modo il congiunto episcopale di Egitania evidenzia la prosperità economica, sociale e politica di questa B ASILICA DE E GITANIA P RADO area duranteB ASILICA tutto DO il dominio germanico.
B ASILICA DE S. P EDRO DE B ALSEMÃO
B ASILICA DE C ONIMBRIGA
Non sono disponibili fonti certe per la datazione della Sé di Idanha, ma
generalmente viene fatto riferimento ai secoli VI e VII.20 Sostenendo la possibilità che la cattedrale sia stata eretta sulle fondazioni di un precedente
III CENTURY
IV-VI CENTURY
edificio di culto orientato verso Nord, è ipotizzabile un adeguamento dell’edificio per accogliere la sede episcopale, con la comparsa del secondo battistero a Sud. Fernando Bde Almeida che nell’area ASILICA DE E GITANIA ASILICA DO P RADOannunciò B della Sé di Idanha-a-Velha, doveva esistere un tempio romano dedicato a
B ASILICA DE S. P EDRO DE B ALSEMÃO
B ASILICA
Marte, facente parte del successivo gruppo episcopale, mentre Sanchez Ramos e Jorge de Pablos definiscono il perimetro della cattedrale fondato III CENTURY
IV-VI CENTURY
IV CENTURY
su edificio romano a tre navate orientato verso est. Il monumento oggi non
V-VI CENTURY
consente una lettura univoca, poiché un ulteriore problema interpretativo risiede nell’orientamento stesso dell’edificio. Il monumento oggi non consente una lettura univoca, poichè un ulteriore problema interpretativo risiede nell’orientamento stesso dell’edificio. Secondo João L. Inês Vaz21, l’identità della struttura è quella di una III CENTURY
IV-VI CENTURY
basilica paleocristiana edificata all’interno del tessuto urbano della città
IV CENTURY
V-VI
romana poi trasformata in sede episcopale, come nel caso di Conimbriga, Mértola, Tongobriga, Viseu e Santo Amaro de Beja. Tutte queste basiliche localizzate a nord del Tago, conservano caratteristiche comuni derivanti dalla presenza di insediamenti romani occupati dalle civitas del I sec a.C. La prima pianta della cattedrale di Idanha (fig sanchez ramos) fu pubblicata dal D.Fernando de Almeida, evidenziando una struttura poco comune: un rettangolo con due grandi aperture nei lati più corti, con una particolare riduzione nell’angolo sud-est, non allineata con il resto della costruzione. L’ingresso ovest e la cappella sul lato est lasciavano intendere un asse privilegiato est-ovest, ma la conformazione delle navate predilige l’orientamento Nord-sud in conformità con la struttura urbana romana. Secondo Fernando de Almeida l’accesso era praticato da sud fino al XIV sec, ma recenti studi si sono orientati sul riconoscimento dell’orientamento nordovest-sudest con sette navate e tre cappelle, la cui navata centrale ospitava l’iconostasi del santo e le colonne appartenenti all’edificio paleocristiano, mentre le navate laterali mostrano diverse esitazioni costruttive. Con la conquista islamica del 713, i musulmani 19 Ibidem 20 Secondo Josè Cristovão nel IV sec doveva già essere presente un edificio paleocristiano destinato al culto, collegato alla vasca battesimale Nord, segnando una tradizione sacra nella stessa area. 21 João L. Inês Vaz, A arquitectura paleocristã da Lusitânia norte, 2011
29
30
trasformarono la cattedrale in moschea, ufficializzando l’asse orientale in
pagina precedente
direzione de La Mecca. Per questo motivo, la conclusione più accreditata
Fig. 26
sulla tipologia dell’edificio è quella di Claudio Torres e Manuel Real che ne 1992, individuano in Idanha una tipologia mista di Mosquita-Catedral,
La piattaforma del Foro vista dall'area della cattedrale. Maggio 2020
stilisticamente in ambiguità tra le caratteristiche architettoniche e decorative cristiane e quelle strutturali arabe. Il battistero cruciforme servì la diocesi di Egitania fin quando questa non fu trasferita a Guarda. Nell’edificio sono presenti diverse pietre romane, incise con iscrizioni del
Fig. 27 Facciata Nord della Torre templare Maggio 2020
tempo. Sul lato est è ancora visibile l’iscrizione di Caius Cantius Modestinus, che costruì i templi di Venere, Marte e Giove in Egitânia e Bobadela. L’antica cattedrale fu consacrata a Santa Maria dopo la re-conquista cristiana. Questo periodo, con l’allontanamento della diocesi a Guarda e la definizione dei nuovi confini nazionali portoghesi, mette fine all’egemonia egitaniense. Dopo la conquista della città da parte di Sancho II, alla metà del XIII sec, la Sé si configurava già come una rovina, recuperata dai templari dopo la sua donazione all’ordine insieme al “foral” di idanha Sul finire del XII secolo venne eretta la Torre de Menagem, ufficializzando il passaggio della città all’ordine dei Templari. La torre venne edificata sul podio del tempio forense, con una pianta rettangolare, forma insolita per un edificio di questo tipo. Le diverse fasi costruttive sono evidenti ed esplicite attraverso i tipi di apparecchi murari utilizzati: la base del podio in grossi blocchi di granito posti in ortostati è usata come appoggio per un apparecchio rettangolare costituito da appropriazioni di elementi costruttivi appartenenti ad altri manufatti, coronata da una serie di pietre drenanti ed irregolari. L’accesso originale avveniva dalla porta al secondo livello22 attraverso una scala mobile in legno.
23
Successivamente un
nuovo accesso è stato aperto al piano inferiore per facilitare le operazioni di carico e scarico di materiali, ma nessun elemento di pavimentazione o di collegamento verticale è attualmente riconoscibile. 22 Su questa porta è incisa la data di costruzione della torre, tra il 1171 e il 1245 23 Sanchez Ramos e altri, La torre dos Templarios, 2016 pag 10
31
2.3 Da citta’ dominatrice a villaggio in declino pagina successiva Fig. 28 La piazza del Pelourinho,
I tentativi di ripopolare e riabilitare lo spazio urbano di Idanha-a-Velha e di riportare la città alla sua antica dignità, terminarono con l’istituzione del nuovo Foral, concesso dal nuovo re Manuel I nel 1510. A questa epoca
principale centro di
risalgono gli spazi che definiranno l’assetto urbano del luogo, ormai non
aggregazione
più classificabile come città, ma come villaggio storico, con la tipica
Maggio 2020
architettura residenziale in scisto e granito e alcune decorazioni dello stile
Fig. 29
manuelino, la più importante corrente architettonica portoghese, ispirata
Il complesso residenziale
al revival gotico. Il re Manuel fece installare in tutti i borghi riconquistati e
Marroco
riconvertiti al cristianesimo un elemento simbolico, il Pelourinho (FIG28),
Febbraio 2020
piccolo obelisco o pilastro sormontato dal simbolo reale ed una croce.
Fig. 30 Il limite ovest del decumano e la
In Idanha, quest’ultimo venne edificato in corrispondenza dell’incrocio tra il Cardo e il Decumano massimo, dimostrando ancora una volta come
cappella di São Damãso
l’impianto romano sia rimasto un riferimento durante i secoli. La nuova
Febbraio 2020
centralità è evidenziata anche dalla costruzione della Cappella della Misericordia, l’attuale Igreja Matriz24, costruita tra la fine del XVI secolo e l’inizio del XVII. Il portale di ingresso è inserito in una volta decorata con bassi-rilievi, al centro della facciata principale, al cui fianco si erge il campanile postero. La popolazione del villaggio decresce notevolmente durante i secoli successivi, non avendo più il dominio sul territorio, né attività produttive, ma la comunità religiosa rimane stabilmente coinvolta. Nel XVII secolo viene costruita la Capela do Espirito Santo, nel largo con lo stesso nome, mentre al di fuori delle mura viene consacrata la capela de São Sebastião, che all’inizio del XX secolo è stata restaurata per ospitare il Museo Lapidario Igaeditanense. L’attuale stato di semi abbandono di Idanha-a-Velha ha origine in questa epoca, con l’ufficiale declassamento del sito da città ad Aldeia25 e da Aldeia a Freguesia, dovuta soprattutto all’espansione di Idanha-a-Nova in una posizione più vantaggiosa e protetta. A partire da questo momento, avvennero pochi cambiamenti nella struttura urbana, con la costruzione di pochi edifici residenziali. Sul finire del XIX secolo si stabilì nel villaggio la famiglia Marrocos, un nucleo di proprietari terrieri che demolirono diverse aree con l’intenzione di stabilire nuove attività agricole. Tra queste, il Lagar de Varas, oggi restaurato e musealizzato, rappresenta la costruzione tipica del frantoio locale, Oltre ad edifici agricoli, i Marrocco costruirono un grande complesso residenziale per i dipendenti, occupando tutta l’area compresa tra Rua da Sé e Rua da Palma con un recinto accessibile da nord, ma anche questo complesso venne abbandonato alla metà del XX secolo quando i proprietari spagnoli si trasferirono nel Nord del paese. L’attuale aspetto decadente del villaggio è il frutto di una serie di trasformazioni ininterrotte nei secoli, di cui restano solamente frammenti sparsi a testimonianza di un passato glorioso e di un presente incerto. 24 Dopo lo spostamento del centro politico dal foro alla cattedrale, il centro storico cambia nuovamente per stabilirsi in prossimità del Pelourinho e della Igreja Matriz, 25 Nelle amministrazioni portoghesi indica un comune con una popolazione inferiore ai 500 abitanti
32
33
2.4 interesse archeologico Fig. 31
Nel sito di Idanha-a-Velha, l’ininterrotta trasformazione e l’occupazione
La porta Nord prima del
di diversi popoli e culture ha come risultato un vasto patrimonio storico-
restauro del 1995 Archivio Sipa 1994
culturale ed archeologico. La ricchezza di reperti di ancora difficile interpretazione ha aperto la strada ad un interesse notevole verso lo
Fig. 32
studio della disciplina e del caso di Idanha. La città è stata interessata da
La cattedrale durante la prima
lunghe campagne di scavo a partire dalla metà dello scorso secolo, ma già
campagna di scavi Archivio digitale portoghese 1955
alla fine del XIX secolo erano state pubblicati i primi studi monografici di carattere scientifico riguardo l’occupazione di epoca romana e la raccolta epigrafica esistente, paragonando l’antica Igaedis ad una versione iberica della ben più nota Pompei..26 La maggior parte degli studi del XX secolo si sono concentrati sulla sede episcopale e la relativa cattedrale di Santa Maria, principale obiettivo di analisi di tutti i progetti di ricerca. Le ricerche più significative sono senza dubbio quelle portate avanti di Fernando de Almeida, professore della Facoltà di Lettere dell’Università di Lisbona ed archeologo impegnato nello scavo archeologico attorno alla Sé-catedral tra il 1955 e l’inizio degli anni ‘70. Le strutture incontrate durante gli scavi entrarono a far parte dei monumenti più rilevanti dell’archeologia medievale portoghese e gli permisero di pubblicare diversi testi divenuti il principale riferimento nella disciplina.
27
La
sua opera, però, anche per la sua epoca, presentava alcune carenze scientifiche e metodologiche, dato che, ad esempio, non fa quasi alcun riferimento alla registrazione stratigrafica delle costruzioni e degli spazi scavato, né ai materiali recuperati nelle sue molteplici campagne di scavo. Dal 1974, il sito subisce un nuovo periodo di degrado ed abbandono, fino al 1983, quando il Serviço Regional de Arqueologia da Zona Centro dell’Instituto
Português
do
Património
Cultural
(IPPC),
sviluppa un progetto per valorizzare il vecchio spazio episcopale, che
non
ha
avuto
creazione
della
1998,
registra
che
continuità.
Carta tutti
E’
Archeologica gli
elementi
necessario di
menzionare
Idanha-a-Velha
archeologici
del
la nel
periodo
romano, visigoto e medievale documentati fino a quella data. Nel
contesto
di
una
ristrutturazione
del
paesaggio
urbano
del villaggio realizzato nel 1992 dalla Direcção Regional de Arqueologia de Coimbra iniziano nuove campagne di scavo nella zona nord della cattedrale, non portate a termine. A distanza di due decenni, nel 2012, si apre una nuova stagione di studio di Idanha-a-Velha. La motivazione principale del progetto IdaVe è stata quella di rivitalizzare la ricerca sulla città in epoca tardo e alto-medievale, senza dimenticare gli altri periodi storici, utilizzando tecniche innovative e una metodologia non invasiva per garantire la coerenza tra i diversi i dati ottenuti negli interventi precedenti. Da questo progetto derivano una serie di pubblicazioni riguardanti la 26 C.Manzarra, “Idanha-a-Velha. Estudio Antropogrografico”, 1935 27 Egitania. Historia e arqueologia, 1956 e Ruinas de Idanha-a-Velha: Civitas Igaeditanorum Egitania:guia para o visitante, 1977
34
ricostruzione tridimensionale della cattedrale, del palazzo episcopale e
Fig. 34
dell’assetto urbano romano. L’ultimo progetto di conoscenza è ancora in
Facciata sud della cattedrale
corso nel momento di stesura di questa tesi, ma ha già portato notevoli risultati
1957
che hanno influenzato le scelte progettuali elencate nei successivi capitoli.
Fig. 35
Il progetto IGAEDIS 28si sviluppa nell’ambito dell’Istituto di Studi Medievali
La campagna di Scavo di F.De
(IEM) di NOVA FCSH, Portogallo, in collaborazione con la Facoltà di Lettere
Almeida, 1961
e Filosofia dell’Università di Coimbra e il Comune di Idanha-a-Nova, con lo scopo principale di studiare l’antica città di Igaedis/Egitania (Idanha-aVelha) e il suo rapporto con il territorio durante il periodo romano e altomedievale. Il team di ricerca combina competenze che supportano una ricerca interdisciplinare sull’archeologia classica e medievale, la storia medievale, la bioantropologia, la storia dell’arte, la paleontologia, la paleobotanica e la zooarcheologia.
Questo approccio internazionale e
interdisciplinare ha l’obiettivo di fornire non solo conoscenze sui processi di cambiamento sociale e territoriale, ma anche sulle nuove strategie di esercizio del potere e di organizzazione amministrativa per un lungo periodo di tempo nella storia del territorio di Beira Interior. Insieme alla ricerca scientifica, il progetto si impegna a trasferire e decodificare le conoscenze scientifiche a diversi tipi di pubblico, offrendo narrazioni supportate nella cooperazione, nell’integrazione e nella sostenibilità, sostenendo Idanha-aVelha come luogo importante per il turismo culturale
28 FROM CIVITAS IGAEDITANORUM TO EGITANIA. CONSTRUCTION AND EVOLUTION OF THE ANCIENT CITY AND THE DEFINITION OF ITS TERRITORIES FROM THE ROMAN PERIOD TO THE DONATIONS TO THE TEMPLARS (FROM 1st CENTURY BC TO 12th CENTURY AC (2017-2021)
35
36
2.5 rilievo Dopo una prima fase di ricerca archivistica e bibliografica, l’analisi del
pagina precedente
sito ha avuto luogo attraverso un iniziale sopralluogo tenutosi a Febbraio
Fig. 36
2020 con il gruppo del corso Design Studio Coimbra, del Master Europeo Erasmus+ “Archeaology, Landscape and Architecture”, sotto la supervisione
Modello di studio realizzato durante il Design Studio presso l'Università di Coimbra
degli archeologi Pedro Carvalho e José Cristovão. Un primo rilievo schematico del villaggio è stato fornito tra i materiali del corso dalla Municipalità di Idanha-a-Nova ed è stato presto arricchito
pagine successive Le aree acheologiche di Idanha-a-Velha; sezione sul
da un rilievo topografico del terreno che ha consentito l’elaborazione di
decumano e rilievo fotografico
un primo modello di studio in scala 1:1000 (fig) utile alla comprensione
delle aree di intervento.
della relazione esistente tra morfologia, territorio e ambiente costruito, evidenziando quando l’edificato abbia seguito fedelmente l’andamento del terreno delimitato dall’insenatura del fiume Ponsul. Per quanto ricca e unica fosse la documentazione contenuta in tale rilievo, gli elaborati grafici risultavano talvolta troppo schematici e ovviamente non aggiornati alla situazione attuale; mancava inoltre un rilievo archeologico dettagliato delle aree più rilevanti e un rilievo della struttura vegetale del sito. Pertanto, preliminarmente all’elaborazione del progetto, si è proceduto a rilevare l’intera area, in modo da avere sufficienti informazioni riguardo ai seguenti aspetti: • Posizionamento e aggiornamento degli attuali siti di scavo • Localizzazione delle antiche vie di comunicazione romane • Geometria, materiali e stato di conservazione degli edifici (torre, cattedrale, battisteri, murazione sud) • Struttura vegetale e sue interazioni con le murature. Si è fatto ricorso al rilievo fotografico, al rilievo diretto e fotogrammetrico per il rilievo geometrico e materico dei singoli edifici. Dopo aver partecipato alla digitalizzazione dei rilievi archeologici dei manufatti romani presenti all’interno delle mura , si è passati ad un approfondimento dell’area sud del villaggio, con l’approfondimento del foro e del tratto sud della murazione.
37
38
PIATTAFORMA DEL FORO
ANGOLO DELLA PIATTAFORMA
LA TORRE TEMPLARE
TORRE_FACCIATA EST
PORTA SUD DALL'ESTERNO
PORTA SUD DALL'INTERNO
39
in alto
I tre principali manufatti del Villaggio (foro, torre e murazione) sono stati
Fig. 37
costruiti in economia, con materiali resistenti e tecnologie semplici, così
Inquadramento area sud
come avveniva solitamente per le strutture fortificate della Beira Interior.
pagina successiva
Il principale materiale da costruzione, presente in tutte le costruzioni
Fig. 38
dell’area, è certamente il granito, pietra calcarea di colore grigiastro,
RIlievo fotogrammetrico delle faccciate esterne della
molto dura e resistente, ma poco malleabile. I romani tagliavano grossi
Torre, ottenute attraverso la
blocchi di granito delle vicine cave e li trasportavano lungo il fiume Ponsul
restituzione tridimensionale
fino alla parte sud del villaggio. Solitamente i blocchi erano posizionati a
tramite softwere Metashape
secco e decorati attraverso l’intaglio e l’incisione, La piattaforma del foro
Fig. 39-40 Interni della Torre Templare
(fig) è riconoscibile oggi proprio grazie alla presenza del pilastro sbozzato in granito nell’angolo nord ovest, assorbiti all’interno della più recente struttura in scisto e granito. Lo scisto è un materiale tipico del Portogallo e delle costruzioni rurali, sia residenziali che pubbliche, pur essendo un materiale più fragile. La torre templare presenta diversi apparecchi murari che saranno approfonditi nella trattazione, ma la congruenza del materiale ne ha determinato uno stato di conservazione uniforme. (fig) Infine, la murazione sud è difficilmente catalogabile in una tipologia strutturale poichè costituita da ciclopici blocchi di granito giustapposti ad elementi architettonici riutilizzati, il cui spazio interstiziale è stato riempito da scisto, malta e terreno. Per la sua conservazione, quindi, è stato necessario analizzare anche la componente biologica attualmente presente, la cui rimozione potrebbe migliorare la lettura dell’opera, ma allo stesso tempo impedire la conservazione del manufatto stesso.
40
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IL FORO
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LA TORRE DE MENAGEM
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ODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI
REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI
Opera Poligonale
Muratura a sacco
Opus incertum
REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI
REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI
REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI
REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK V
45 REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI
La murazione sud
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capitolo 3: Riflessioni sulla Contemporaneità Il villaggio storico di Idanha-a-Velha si caratterizza, essenzialmente, per il
pagina precedente
confluire dei popoli, delle culture e tradizioni in un tempo che ha visto ogni
Fig. 41
civiltà dominante. Qui, l’architettura popolare si fonde con i monumenti e le rovine del passato, in un continuo dialogo tra spazio e materiale che
Schizzo per il progetto dell'elevador de Santa Justa Alvaro Siza
si sovrappongono nella storia delle tradizioni e della comunità locale. In
Fonte: A reconstrução do
questo contesto, l’operazione di intervento sull’esistente non è scontata,
Chado, Lisboa, 2000
ma appare particolarmente delicata, soprattutto per la facile tendenza all’esaltazione del nuovo sull’antico. Il dibattito italiano sulla preesistenza del secondo dopoguerra si diffonde in Portogallo tra gli anni cinquanta e sessanta, attraverso la rivista Arquitectura. Con la caduta del fascismo, la dittatura salazariana allenta la presa sull’espressione architettonica portoghese e nasce una nuova generazione di architetti disposti a lottare per la libertà di espressione e l’affermazione della cultura moderna.
29
L’architettura portoghese non
aveva avuto, fino ad allora, delle caratteristiche identitarie né uno stile unitario, si era piuttosto caratterizzata da abitazioni vernacolari in materiali poveri e tecniche costruttive semplici, come lo scisto o la pietra calcarea. Nel 1959, vengono avviati alcuni progetti sperimentali per l’introduzione dell’architettura moderna nel contesto portoghese. Questo processo aprirà la strada al cammino che si è definito nella cultura architettonica lusitana a partire dagli anni ‘60 e che vedrà alla base il concetto di modernità come “l’atto creativo che entra in relazione con i processi di conoscenza della realtà circostante.”30
29 E.Reggiani, Tracce dell’antico, segni del nuovo, Interventi contemporanei sul patrimonio preesistente a Lisbona dalla ricostruzione del Chado ad oggi, Lisbona, 2012 30 N.Portas, “A evolução da Arquitectura Moderna em Portugal, uma Interpretação, 1997
49
3.1 La tutela del patrimonio e restauro in portogallo in basso
Il primo provvedimento di tutela viene emanato sul territorio portoghese
Fig. 42
attraverso il decreto di Re Don João V, che nel 1721 vietava di distruggere
La dotrina di Ruckin e Le-DUc Fonte: Cronocaos, Biennale di Venezia 2010
qualsiasi edificio risalente a “tempi antichi”, anche se in parte allo stato di rudere. Nel XIX sec, la prassi del restauro è caratterizzata da interventi sui monumenti di grande rilevanza, come il Monastero di Jéronimos, la Sé di Lisbona e l’università di Coimbra. Questi sono oggetto di estete ricostruzioni, di cancellazione di stratificazioni a favore della riconfigurazione dello strato originario spesso scarsamente documentato.31 Con l’inaugurazione della Repubblica Portoghese nel 1919, diventa compito dello stato conservare e proteggere i monumenti storico-artistici attraverso l’operato della DGEMN32 , il primo organismo di salvaguardia. Gli interventi portati avanti dalla DGEMN erano volti, in linea con le correnti di pensiero portate avanti nell’Europa centro-occidentale33, verso una reintegrazione dell’assetto idealmente originale, spogliando i monumenti delle stratificazioni posteriori. Sul finire degli anni quaranta iniziano a farsi strada le idee ruskiniane sulla tutela dei ruderi, in opposizione alla reintegrazione in favore della 31 Ferreira, Sulla storia del restauro in Portogallo: provvedimenti, protagonisti, interventi. 2007 32 Direçao Geral dos Edificios e Monumentos Nacionais (1929-2006) 33 Sul finire del XIX sec tutti gli interventi di restauro e conservazione dei monumenti erano influenzati dalle teorie francesi sull’unità di stile portate avanti da Viollet Le Duc
50
conservazione del rudere e dell’ambiente pittoresco del monumento. “Considero lodevole che si tratti di conservare e non di restaurare nel senso comune, quello che è una rovina non deve passare oltre lo stato di rovina (...)”. La nozione pericolosa del reintegrare ha già causato grandi disagi artistici, grandi danni nella sensibilità della gente.(...) Così come l’architetto, anche il conservatore sacerdote, avrà le sue sette lampade, le sette lampade di Ruskin, sotto la cui luce compirà la missione che il destino gli ha imposto.”34 In questo modo Raul Lino, direttore del Servizio di Monumenti, commentava l’ideologia di John Ruskin, senza però ottenere risultati efficaci negli interventi di restauro portati avanti. Dagli anni Sessanta, con l’apertura al dibattito internazionale, si osserva un mutamento progressivo nell’attenzione alla conservazione dei vari strati del monumento e al suo intorno. Questo porta anche al rifiuto dell’idea stereotipa di un’”architettura nazionale” promossa dal regime – che si traduceva in mimetismi e nella riproposizione di un falso vernacolo –, sostenendo invece che non c’è una sola tradizione portoghese ma una pluralità di tradizioni portoghesi. Con la costituzione della Scuola di Porto, nel paese si diffonde una nuova idea di architettura che propone una revisione critica del Movimento Moderno, che vede in Fernando Tavora il suo massimo maestro. Il metodo portato avanti nella scuola, si basa sulla profonda conoscenza critica del contesto e della storia del monumento, procedendo attraverso una fase di studio analitica prima di cimentarsi nel processo creativo delle scelte progettuali. In questo modo non si interviene sul manufatto secondo specifiche regole, ma ogni azione di conservazione, trasformazione o aggiunta viene giustificata dal rapporto del nuovo con l’esistente. L’intervento sull’esistente non è più considerato un elaborato tecnico volto al ripristino, quanto un processo di evoluzione e valorizzazione dell’antico.. Nel 1992 venne fondato l’IPPAR, un nuovo organismo di tutela,35 con il compito di emettere pareri, classificazioni e normative circa gli interventi di restauro. Negli ultimi anni gli interventi di restauro architettonico in territorio portoghese si sono distinti per la capacità di far coesistere progetti di conservazione dei ruderi, con l’inserimento di nuovi oggetti di linguaggio moderno, come evidente anche nel caso degli interventi di Atelier 15 in Idanha-a-Velha.
34 Ferreira, Sulla storia del restauro in Portogallo: provvedimenti, protagonisti, interventi. 2007 35 Instituto Portugues do Patrimonio Arquitectonico
51
3.2 i restauri di fernando de almeida in basso
Il Prof. Dr. D. Fernando de Almeida, fu eletto accademico corrispondente
Fig. 43
dell’Accademia portoghese di Storia il 28 marzo 1958, fu il primo dottorato
La cattedrale dopo il primo restauro, 1964
Portoghese in Archeologia e Storia dell’Arte, con una tesi di laurea dal
Fonte: inventario digitale dei
titolo “L’arte visigota in Portogallo”. Il primo grande progetto archeologico
beni architettonici portoghesi
a cui de Almeida ha partecipato a Egitânia fu la sistemazione di un museo lapidario, nel 1936 su iniziativa della famiglia Marroco. Dopo la laurea, tornò sul sito ogni anno per quasi due decenni, ottenendo sempre importanti scoperte. De Almeida sarà il primo, insieme al suo collaboratore Octavio da Veiga Ferreira ad iniziare una campagna di scavo intorno alla cattedrale, che lo terrà impegnato dal 1955 fino a metà degli anni settanta. La quantità di materiale ritrovato ha determinato la necessità della creazione di uno spazio coperto che potesse, nel futuro, essere trasformato in un museo.36 Il piano poi delineato da Fernando de Almeida, nonostante i tentativi falliti di identificazione stratigrafica all’esterno dell’edificio, si concentrava proprio sullo sgombero dell’interno, trasferendovi i resti depositato per secoli abbassando il livello di calpestio. Nei primi anni ‘60, il team di ricerca ha iniziato a chiedere un tetto sulla “Cattedrale” che avrebbe salvaguardato le attività di scavo. La necessità di coprire l’edificio implicava un’altra questione un po’ più complessa, quella del suo restauro. Nel 1955, l’edificio era irregolare e gran parte della sommità era andata perduta, compreso il sistema di aperture sommitale per l’illuminazione dello spazio interno. Dopo diverse opposizioni da parte della DGEMN per l’arbitrarietà della riconfigurazione stilistica nel progetto di restauro, i lavori per la ricostruzione iniziarono nel 36 Paulo Almeida Fernandes, O primeiro Restauro da Mosquita-Catedral de Idanha-a-Velha, 1964
52
1964, in due fasi decisive: il potenziamento delle strutture, che avrebbe consentito il riempimento delle parti mancanti dell’edificio e la struttura di copertura stessa. A proposito della soluzione sulla copertura, i dubbi erano noti durante l’intero processo. Completati gli studi preliminari nel’ Ottobre 1962, in una fase molto precoce dell’intero restauro, si scelse di adoperare lo stesso linguaggio utilizzato per il restauro della vicina cattedrale di San Pietro di Lourosa. Il progetto per la copertura della Sé partiva dall’altezza delle fessure di illuminazione, indicatore chiaramente soggettivo poiché non poteva essere determinato quanto di più alta era la nave centrale in relazione alle laterali. La soluzione è stata basata sull’immagine della Chiesa visigota di San Juan de Banos, nella provincia spagnola di Palência. . Le analogie costruttive tra gli edifici sono molto interessanti, in particolare a livello di supporti dei loro archi, elementi che portarono Fernando de Almeida a collegare direttamente i due edifici su base cronologica e stilistica. Non
è
Juan
de
difficile Banos
maggiormente
alla
accettare sia
stata
storiograficamente la
conoscenza
Chiesa
che
dell’architettura
ha
che
San
contribuito cristiana
Fig. 44 L'archeologo De Almeida in una conferenza dopo l'ultima campagna di scavo archeologico, 1971 Fonte: archivio digitale RPT
al
tempo del regno visigoto, ma gli architetti della DGEMN si erano espressi nello studio preliminare evidenziando paragoni con l’esempio di Lourosa. Questo non fermò l’archeologo De Almeida dal portare avanti il suo progetto di riconfigurazione dell’aspetto delle finestre “necessariamente visigote” a cui doveva essere aggiunta l’apertura di una finistra sulla facciata sud, di cui non si disponeva di alcun riferimento architettonico. Il principio che giustificò il progetto dell’apertura fu sempre quello di aumentare la consapevolezza di trovarsi all’interno di uno spazio visigotico, intimo e poco illuminato dall’esterno. Nonostante la giustificazione il progetto non fu seguito, favorendo la realizzazione di una grande apertura verticale piuttosto che orizzontale, senza alcuna decorazione in pietra. (FIG) De Almeida si fece carico anche del restauro del Ponte Romano, ampliamente ricostruito in precedenza, mentre le successive campagne di scavo portarono solo alla catalogazione dei reperti senza alcun intervento di protezione degli stessi. Il potere decisionale dell’archeologo portoghese fu motivato sia dal fatto che la Cattedrale di Egitania non rappresentava all’epoca una effettiva priorità nelle politiche restauratorie della DGEMN, ma anche dal valore che era stato riconosciuto a De Almeida come esperto dell’archeologia della Beira Interior.
53
3.3 l’intervento di Atelier 15 in basso
Al fine di preservare e rivitalizzare il contesto urbano della antica Civitas
Fig. 45
Igaeditanorum, nel 1995 venne istituito il “Projecto de Recuperaçao
Modello di studio di Idanha-aVelha. Fotografia di L.R.Hass, 2017
Patrimonial e Valorizaçao de Idanha-a-Velha”, incentivato dalla Camera Municipal de Idanha-a-Nova. In un contesto allo stato di semi abbandono e una popolazione ridotta a soli 100 abitanti, l’obiettivo era quello di
pagina successiva Planimetria generale di Idanha a Velha, dopo gli interventi di Atelier 15.
evidenziare e rendere riconoscibile il valore dell’area non solo come monumento nazionale, ma come forma urbana da salvaguardare nella sua identità storica e culturale. Il Progetto venne affidato agli architetti spagnoli del gruppo Atelier 15, Alexandre Alves Costa e Sérgio Fernandez che proposero un programma generale articolato nel consolidamento del carattere storico di Idanha-a-Velha, aggiungendo nuovi spazi di contemplazione e un nuovo sistema di accessibilità alle aree archeologiche dell’area Nord del villaggio. Il progetto si compone di una pluralità di interventi affiancati al patrimonio storico presente che evidenziano il fluire delle civiltà nel luogo, conferendo nuove possibili interazioni tra i manufatti archeologici e i visitatori. Gli interventi realizzati, infatti, confermano la nuova visione sul rapporto con la rovina, fondato sulla conservazione puntale e rispettosa, valorizzata dalla giustapposizione di nuovi materiali. Gli interventi frutto del progetto di Recupero, possono essere strutturati in tre categorie: Restauro, Ricostituzione e Riabilitazione attraverso ricostruzione.37 37Categorie introdotte nella tesi magistrale Atelier 15
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267.23
279.57 280.40
280.26
280.58
280.63 280.68
280.63
276.58
276.56
271.61
273.43
272.36
271.47
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269.36
280.01
0.0
28 279.40
278.67
276.62
276.56
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267.11
267.25
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0
276.42
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279.94
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278.56
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267.24
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279.51
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269.01
267.19
279.22
278.62
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279.04 279.46
28
280.07
276.01 276.33
274.07
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279.90
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280.37
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276.92
276.61
276.07
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271.30
275.00
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280.51 280.23
274.40
274.52
280.85
281.15
280.69
280.62
277.50
276.17
274.93
272.12
272.41
271.29 271.10
274.72 275.83
279.26
281.09
281.00
281.77
281.05
276.37 276.36
274.26 271.57
268.27
276.43
280.10
279.08
277.98
277.02
274.70
274.99
276.78
279.19
280.28 279.18
279.03 275.78
274.88
274.83
277.59
278.86
279.66
281.09
280.88
280.10
0
277.98
277.57
274.99 273.98
267.01
267.06
0.0
279.41
277.22
274.43
272.21
271.54
267.21
28
278.00
276.51
274.89
273.96 271.98
271.46
267.00
282.04
279.62 278.44
277.68
274.28
272.92
271.59
277.81
278.45
278.74
279.53 279.94
280.42
281.01
281.91
278.05
275.76
275.0
273.02
272.27 271.69
275.49 275.48
278.09 278.90
279.86 280.34
280.67
280.85
281.53
281.18
278.11
280.81
281.77
281.37
281.24
281.49
279.48
279.15
282.56
281.51
281.49 281.75
281.78 280.23
278.65
278.32
282.63
282.02
282.22
282.15
280.76
282.43
282.32
282.46 282.45
282.08 286.71
278.43 278.16
275.80
276.23
273.38
271.45
281.74 280.95
278.17
275.08
277.17
283.52
278.37
276.12
275.44
277.10
275.30
275.85
277.85
280.63
282.52
281.08
280.78 279.55
280.85
276.93
276.80
276.68
276.28
276.00
282.89
282.86
282.52
279.63
279.32
276.60
273.94
272.69
279.10
276.59
276.83
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277.01
271.07
283.27
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278.39
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279.11
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282.07
282.25
284.11
283.70
281.32
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277.24
271.39
284.12
281.67 277.71
282.39
283.88
284.17
277.79 274.30
278.50
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283.85
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270.96
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285.16 286.83
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286.27
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278.35
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279.87 279.43
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286.35 286.19
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284.75
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287.43
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285.23
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270.61
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28
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283.00 282.84
277.76
286.79
286.23
282.80
280.34
282.51 284.54
286.11 283.30
279.05
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282.81 286.82
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282.60
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281.67
REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI
282.24
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283.21 287.15
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275.00
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272.73
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283.13 285.31
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270.0
282.21
280.12
275.00
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276.78
275.90
274.90
280.17
281.22
282.72 275.38
274.63
274.00
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La nuova immagine di Idanha-a-Velha, quella attuale, è stata definita da questa serie di interventi in modo determinante. Tra le tante aree di progetto, gli interventi più significativi sono quelli di Ricostruzione della Porta Nord (FIG), del Restauro do Lagar de Varas e dell’Igreja Matriz, delle nuove costruzioni attorno alla Praça do Espirito Santo, gli interventi di miglioramento dell’accessibilità della murazione Nord e dell’area della Sé Catedral. Infine il progetto era completato da un’area per l’espansione residenziale costituita da trenta unità da impiantare sul lato Nord-est del villaggio, unico intervento non portato a termine. Gli interventi più efficaci del gruppo spagnolo sono sicuramente quelli a stretto contatto con la rovina, che diventa parte di una nuova costruzione o artefatto da musealizzare. Assonometria di inquadramento degli interventi
1. LA PORTA NORD (1995-97) Il primo intervento di valorizzazione del villaggio si concentra sull’accesso principale di quest’ultimo, ovvero l’antica porta romana, dal valore altamente simbolico. Non potendo essere riutilizzata per l’accesso
Fig. 46
effettivo alla città, in quanto ostruita durante un’epoca difensiva, l’obiettivo
Percorso sulla murazione Nord
di valorizzazione puntava alla monumentalizzazione della Porta Nord,
Giugno 2020
come simbolo della città stessa. La costruzione si presentava allo stato
Fig. 47
di rudere, circondata dal materiale pietroso ritrovato durante gli scavi
Archivio Epigrafico
sopracitati. Ricorrendo allo studio archeologico e alla valutazione
Giugno 2020
dell’esistente, è stato ritenuto opportuno ricostruire la porta -in particolare
Fig. 48 Lagar do Varas Giugno 2020
le torri semicircolari- restituendo la sagoma romana affondata nel terreno circostante. Nella volontà di rendere evidente la volumetria romana, la ricostruzione della porta è stata realizzata con i blocchi di granito ritrovati, ricollocabili in un processo di anastilosi, mentre le altre torri che dovevano essere presenti su questo lato della murazione, sono state riconfigurate con delle superfici in ferro e rame. L’irreversibilità dell’intervento sulla porta è controbilanciata dalla riconoscibilità del camminamento metallico, il cui rivestimento ramato ben si sposa con il panorama locale, fornendo una unità cromatica tra intervento e preesistenza. Riconfigurando l’antico cammino di ronda, veniva creato un percorso sulla murazione da ovest fino all’interno del villaggio. 2. L’AREA DELLA SÉ-CATEDRAL (1997-2006) Ancora una volta l’area della cattedrale rappresentava la parte più critica del villaggio, ma allo stesso tempo la più conosciuta, tanto che oggi l’immagine di Idanha-a-Velha è associata proprio a quella del suo massimo edificio religioso. Questo sito viene considerato una sintesi della storia nazionale anche dagli architetti spagnoli, che nonostante la mancanza di dati certi sulla sua evoluzione nel tempo, si cimentano in un progetto di rifunzionalizzazione. Proprio l’assenza di dati reperibili circa l’orientamento, la sagoma originaria e il rapporto con le strutture esterne, porta Atelier 15 alla volontà di valorizzare lo spazio come sito aperto, ponendo come
56
obiettivo principale la leggibilità dei differenti sedimenti nel tempo, All’esterno, sul lato Est, venne configurata una piazza pedonale per la contemplazione del monumento. All’interno venne rimosso il pavimento in granito a favore di una pavimentazione temporanea in legno, per favorire l’avanzamento delle eventuali indagini archeologiche. fornendo allo stesso tempo la base per uno spazio centrale polivalente, adattabile ad eventi ed esposizioni temporanee. Nell’intervento di collegamento esterno tra le facciate sud e nord della cattedrale, si snoda un percorso in acciaio che porta in quota il livello dell’ingresso manuelita con la parte est delle rovine del palazzo episcopale. La copertura dei battisteri Nord e Sud venne sostituita con una struttura di rivestimento in acciaio e vetro che oggi non appare molto efficace per la continua presenza di riflessi e opacizzazioni. 3. LAGAR DE VARAS E ARQUIVIO EPIGRÁFICO (1995-99) La struttura del Lagar de Varas ha rappresentato a lungo la principale fonte economica del villaggio e può essere catalogata come archeologia industriale. L’antico frantoio era stato edificato sulla romana Domus dell’atrio, dimostrando una continuità nel valore dell’area. Per questo motivo gli architetti selezionano quest’area per il posizionamento di un nuovo edificio di grande valore antropogeologico: l’archivio epigrafico. Lo spazio industriale del Lagar venne riconfigurato per il suo aspetto originale, attraverso tecniche costruttive tradizionali e la monumentalizzazione del processo produttivo, mentre l’archivio venne presentato come un nuovo volume contemporaneo affiancato all’area archeologica. In questo caso, la materialità dei blocchi epigrafici, viene inserita all’interno di una nuova costruzione ed il suo valore (venustas) accresce con il valore della novità e dell’uso restituito. Il volume dell’archivio non entra in competizione con le strutture esistenti, ma ha il compito di salvaguardare ed esporre le diverse epigrafi ritrovate nel villaggio, seppur non la totalità dei reperti.
Questi interventi, insieme a quelli non descritti in questo testo, ma ritrovabili nel Villaggio di Idanha-a-Velha, hanno portato una nuova attenzione nei confronti dell’antica sede episcopale, generando un flusso di turismo rurale incentivato dalla rete dei Villaggi Storici. Negli ultimi anni, tuttavia, l’interesse turistico per questa zona del paese è scemato notevolmente, soprattutto per la scarsa interazione tra i visitatori e le comunità locali e per l’assenza di servizi essenziali come strutture ricettive e di ristoro. L’analisi degli interventi pregressi sul caso studio evidenziano l’interesse ancora in ascesa verso le scoperte archeologiche in ambito rurale, ma dimostrano anche i limiti dei programmi di espansione turistica.
57
58
Capitolo 4: Nuovi Panorami per Idanha-a-Velha Per definire il contesto su cui si vuole
intervenire,
è opportuno
analizzare possibili scenari futuri. Nel caso di Idanha-a-velha, è chiaro che la sovrapposizione storica degli strati definisce un palinsesto di difficile lettura. Una città creata ex-nihilo in un punto strategico
pagina precedente Fig. 49 Copertina dell'opuscolo sui villaggi storici portoghesi
tra due importanti centri della regione della Lusitania, trasformata da città fiorente in una città fatiscente in un ampio processo di circa duemila anni. Romani, visigoti, musulmani, templari cattolici e così via, sono stati tracce viventi, adattandosi e modificando la forma della città in un processo costante e ininterrotto, ma oggi sconosciuto. Negli ultimi 150 anni, a causa delle condizioni economiche, politiche, culturali e sociali della regione, la direzione di queste trasformazioni ha preso un orientamento verso la morte della vita urbana così come la conosciamo oggi. Alla mancanza di abitanti e alla tendenza poco promettente a cambiare questo orizzonte si sono aggiunte la debolezza delle opportunità economiche in un mercato territoriale saturo e l’evidente fallimento della strategia turistica. Alla luce di ciò, cosa possiamo fare come architetti per invertire questa tendenza? Innanzitutto è obbligatorio comprendere che affrontare problemi come quello descritto richiede, senza dubbio, un approccio interdisciplinare. Ma anche questo scenario suscita alcune domande: c’è volontà politica di cambiare questa tendenza? È necessario rivitalizzare la vita urbana in luoghi come questo? Cosa perderemmo se perdessimo la vita urbana? Bisogna preservare la complessa storia del luogo nel necessario legame con la condizione urbana?
59
4.1 limiti, vocazioni e prospettive future Idanha-a-Velha ha perso il suo ruolo di riferimento nel panorama portoghese a seguito della definizione del confine stesso del Paese, con l’interruzione dei collegamenti fisici tra le antiche province romane. Oggi esistono poche opportunità economiche locali, incentivo per la comunità a trasferirsi in posizioni migliori. Anche il suo potere simbolico ed evocativo non risulta evidente, il cui risultato coincide con l’esclusione dai principali circuiti turistici. L’area viene vissuta come un monumento a cielo aperto, ma non trattandosi di un sito archeologico, la gestione della visita avviene in modo autonomo e la capacità di attrarre stupore o interesse dipende dalla preparazione del visitatore stesso.38 L’attuale struttura del Portogallo si delinea su una costa altamente valorizzata intorno a centri economici globalizzati, e la parte centrale della penisola in lento declino, a causa della lenta deforestazione, mancanza di interesse, investimenti, ecc... Questo cambiamento potrebbe essere attribuito all’indipendenza del Portogallo dalla Spagna, Idanhaa-Velha, e molte altre città, erano importanti collegamenti in Iberia, ma ora la sua posizione è diventata periferica e poco strategica in un paese rivolto verso l’oceano. Vorrei anche esplorare come la posizione geografica e la formazione dei confini, la rete stradale principale tra Emerita Augusta e Braga. Qui l’uso del design metterebbe in evidenza un antico collegamento in un tempo senza confini nella storia, un segno che unisce la posizione geografica con il significato dei luoghi, nel tentativo di rivelare come questo fosse parte di un paesaggio più ampio di reti e di poteri economici, ponendo una nuova riflessione sul concetto di confine. Il drastico cambiamento dal periodo classico romano a quello medievale tra il III al IV secolo, con il deliberato smantellamento delle strutture romane per costruire una cinta muraria intorno all’attuale città più piccola, mette in risalto il cambiamento dei centri urbani e politici della città. Gli interventi di Atelier 15 hanno valorizzato i singoli monumenti restaurati trasformandoli in simboli cittadini, ma non hanno contribuito ad identificare la centralità degli spazi e lo spostamento del materiale nel tempo. E’ proprio attraverso i materiali e la struttura urbana che la città romana esiste ancora oggi, con le sue pietre traslate di luogo in luogo, per cui appare necessario creare un nuovo sistema di interazioni non solo tra visitatori e archeologia, ma anche tra comunità e materiali. Tutte queste problematiche indicano la necessità di una nuova interpretazione. La sfida è quella di trasformare la morfologia esistente, la struttura della città e l’archeologia in un nuovo paesaggio rispettoso delle spolie esistenti, ma interpretabile come un nuovo villaggio archeologico.
38 Gli edifici visitabili nel circuito di Idanha-a-Velha sono stati dati in gestione al comune di Monsanto per cui risultano spesso inaccessibili, se non in occasione di determinati eventi locali
60
4.2 spolia e reimpiego Il termine SPOLIA pone una duplice suggestione che la parola ha nel suo
Fig. 49
significato primo e in quello assunto, quasi termine tecnico, negli studi
Chiaro esempio di riutilizzo di
di archeologia. Letteralmente spolia sono i beni strappati in guerra agli avversari. Ad essi vengono assimilate le testimonianze artistiche, letterarie
materiale romano in epoca medievale, all'interno della cattedrale, Maggio 2020
e storiche del passato medioevale considerate come una preda sottratta allo scorrere del tempo, nemico della memoria. Queste testimonianze sono quindi prima di tutto documenti di un’epoca, da presentare con rigore oggettivo e attenzione scientifica all’interno del periodo storico
Fig. 50 La murazione Sud con materiali romani riutillizzati Giugno 2020
in cui sono stati prodotti. In archeologia il termine spolia si carica invece di un significato aggiuntivo ed è di frequente adoperato per indicare gli “oggetti di riutilizzo”. Con questa denominazione si intende definire quei frammenti di monumenti antichi che, inseriti in ambienti architettonici diversi da quello originale, vengono così impiegati per realizzare nuove costruzioni. A questa operazione di “reimpiego”, tipica della tecnica di edificazione medioevale, si accompagna spesso una rilettura dello spolium che, nel nuovo contesto, assume anche un nuovo significato.
39
39 Spolia: informazione, studi e ricerche sul Medioevo
61
Fig. 51
Il riposizionamento dei materiali nel tempo è evidente a Idanha, dove le
Riuso di elementi decorativi romani
spolie romane sono state utilizzata e riutilizzata più e più volte, muovendo
all'interno della murazione Maggio 2020
pagina successiva
pezzi antichi da un luogo all’altro, a volte con una specifica selezione consapevole, per favorirne l’esposizione e, in altri luoghi, come materiale di riempimento senza alcuna considerazione estetica.
Elementi archeologici presenti nel sito
Citando Arnold Esch “Il riutilizzo di pezzi legati nel tempo espone la storia, e la presenza di molteplici elementi di questo tipo crea ‘palinsesti di un processo storico’, che può essere il prodotto intenzionale del riutilizzo, o solo il suo effetto indesiderato” . Questa analisi è risultata essenziale per comprendere la storia del sito attraverso i suoi resti. Il risultato è un puzzle di vari elementi che avrebbero potuto sopravvivere fino ai giorni nostri solo attraverso il loro deliberato riutilizzo. Questo puzzle ha permesso di leggere e comprendere la storia e la morfologia della città, non solo in termini di materiali fisici, ma anche di appropriazione spaziale e di occupazione del villaggio nel tempo. La rimozione del materiale ha distrutto il contesto antico, quindi il pezzo espoliato ha dovuto trovare un nuovo significato in un nuovo contesto. L’ intenzione progettuale è quella di generare un nuovo tipo di interazione tra spazio e materiale, rilevante per il nostro tempo, e per quello di coloro che ci sostituiranno. La questione era quella di esplorare il potenziale utilizzo delle spolia nel Paesaggio al di fuori dei parametri di mera musealizzazione, dove possono avere un solo scopo: la visualizzazione passiva. Gli antichi avevano un’interazione più diretta con il materiale, utilizzandolo in base alle sue proprietà, o per il valore che possedeva o per trasmettere un messaggio particolare, fondamentale per la sua esistenza. Il riutilizzo, garantirebbe la continuità di questa interazione bidirezionale, valorizzando non solo lo spazio dove i materiali sarebbero dovuto essere, ma anche la posizione in cui si trovano oggi, rendendo interessante la loro evidente anomalia, la distanza e la dislocazione spaziale e concettuale. Per questo la strategia di intervento sul sito di Idanha-a-Velha è ruotato intorno al reimpiego dei materiali come strumento per valorizzare la percezione storica che domina il villaggio, permettendo un’interazione dinamica tra archeologia, il suo contesto, e gli utenti.
62
63
CARDO E DECUMANO
CATTEDRALE E BATTISTERI
FORO E TORRE
PORTA SUD
64
Ri-immaginare la città come villaggio archeologico significa immaginare
pagina precedente
la trasformazione del villaggio nel tempo fino alla sua scala urbana e
Fig. 52
territoriale. La città viene identificata come un centro fortificato ed il suo simbolo è la Murazione. Si sviluppa poi nel Foro, primo centro politico, i cui
individuazione delle principali aree di intervento
materiali vengono poi riutilizzati per la costituzione del centro militare con la costruzione della Torre. Il simbolo del villaggio non appartiene a questo centro, ma a quello della Cattedrale, spazio valorizzato dagli interventi ri restauro portati avanti dagli anni ‘50 ad oggi. Questi spazi si relazionano attraverso il tessuto urbano esistente, tra il cardo ed il decumano. Proprio
in basso Fig. 53-54 Interpretazione della matericità dell'area della cattedrale e della Porta Sud
l’incrocio tra questi due assi è un altro punto critico, poichè accoglie oggi la ormai ridotta vita sociale del villaggio. Ri-immaginare il territorio prevede la ridefinire
degli itinerari culturali attraverso un viaggio nel
tempo e nello spazio. Un viaggio attraverso diverse temporalità, con punti di riferimento di periodi diversi,che definiscono percorsi culturali distinti attraverso la materialità, le forme e i vuoti; nello specifico un parco archeologico di tre temporalità all’interno della città e intorno al territorio. Scala il
territoriale:
quale
Idanha
fisicamente
e
a
definire
il
velha
è
ri-immaginare
punto
di
interesse
accessibile
sia
la
a
città
attraverso
visivamente scala
che
territoriale.
65
4.3 Strategie urbane pagina successiva
Anche se l’opera di Atelier 15 ha legato l’architettura contemporanea ai
Fig. 55
resti archeologici, tutti gli interventi sono stati concentrati nella parte nord
Masterplan strategico
della città. Per questo motivo gli interventi sono centrati nel lato sud di Idanha-a-Velha, attraverso quattro operazioni distinte:
PAESAGGIO:La trasformazione della rete stradale in territorio portoghese ha avuto come conseguenza un sostanziale cambiamento nel modo in cui ci si avvicina ad Idanha. L’accesso attraverso l’antica strada romana si è spostato su una strada moderna che corre parallela a questa, ma senza attraversare la città. In questo modo, l’accesso alla città si è capovolto verso nord, rendendo difficile comprendere il palinsesto storico. Riabilitando l’accesso da sud e recuperando la visuale sul paesaggio, si rendono visibili elementi storici e archeologici che oggi sono nascosti. CONTESTO URBANO: La Murazione di Idanha contiene nei suoi elementi costitutivi la storia della città compattata in un elemento lineare. Visigoti, musulmani e templari costruiscono e ricostruiscono il muro usando la città come cava. Il tratto sud è l’esempio perfetto di spolia. Tuttavia, al giorno d’oggi il circuito archeologico è scollegato per i visitatori. Come risposta a questo problema, viene proprosto un intervento di consolidamento e valorizzazione del tratto sud della murazione e di reintroduzione dell’area nel percorso di visita.
RESTAURO: Gli edifici esistenti intorno e sopra la piattaforma del foro negano la possibilità di comprenderne l’esistenza e la dimensione. Inoltre, la torre, elemento che in epoca medievale era un punto di riferimento nel territorio oggi non ha questa condizione a causa della sua parziale distruzione. Il progetto ruota sul recupero del ruolo di centralità del foro e della torre come elemento riconoscibile nel paesaggio di Idanha.
VALORIZZAZIONE: Il movimento del centro simbolico della vita urbana è lo specchio dei cambiamenti della città neltempo e dell’impatto sulla sua forma. Oggi, per la presenza del complesso dei Marroco, è quasi impossibile capire come la Cattedrale di S. Maria definisse in passato una centralità urbana. Lavorare
sull’
disvelare
l’antica
attività
legate
accesso
nord
centralità
alle
risorse
di
della
Cattedrale
Idanha.
economiche
consente
L’aggiunta legate
alla
di
di
nuove
storia
e
all’archeologia consente nuove relazioni tra passato e presente.
66
67
4.4 AZIONI PROGETTUALI pagina successiva
Le strategie sviluppate in collaborazione con gli studenti ed i docenti del
A. Individuazione dei
Master “Archeaology, Landscape and Architecture” e precedentemente
tre monumenti
elencate sono state sviluppate individualmente con un approfondimento
B. Il decumano come asse
progettuale. Mentre il tema del paesaggio è stato trattato meno
di collegamento principale
approfonditamente in questo scritto, il progetto di tesi individuale si
C. I nuovi centri storici D. Nuove dinamiche urbane
è focalizzato sulla valorizzazione a scala locale dei centri storici ed il restauro puntuale del Foro e della Murazione Sud nel tratto interessato dal progetto IGAEDIS. Sulla base di quanto descritto precedentemente, si intende fornire una risposta efficace alle questioni di conservazione e valorizzazione dell’area Sud di Idanha-a-Velha, oggi distaccato dal percorso turistico. Come affermato nell’introduzione del presente scritto, queste strategie guardano al problema della conservazione e del riuso, con la consapevolezza che solo attribuendo alla comunità un ruolo attivo nel funzionamento del territorio circostante si possa ottenere un risultato efficace. Importante è inoltre il riconoscimento del valore storico-archeologico del sito a livello nazionale. Tutto ciò nell’ottica di un intervento leggero e reversibile, che non pregiudichi future operazioni di studio nell’area, come l’indagine archeologica, e preservi l’immagine paesaggistica che caratterizza il villaggio. Nel processo di analisi delle relazioni tra i vari elementi del contesto urbano di Idanha-a-Velha, è semplice identificare tre diverse aree, la cui posizione è stata sicuramente influenzata dall’esistenza del tracciato urbano romano. Anche dopo lo smantellamento del Foro del III sec, infatti, la creazione di nuovi centri urbani ha avuto luogo in prossimità del decumano massimo, che oggi non è percepito come un unico asse a causa delle evoluzioni successive. Per riconnettere il lato Sud e quello Nord si sceglie di interevenire su due aree critiche del decumano: L’area della Cattedrale ad Ovest e il vuoto in prossimità dell’Igreja Matriz ad Est. Successivamente vengono elencate le scelte progettuali per la configurazione di queste due aree perimetrali che, così come per il foro, sono identificate con un monumento, ma hanno rappresentato nel tempo lo spazio centrale di una attività politica, religiosa o economica.
68
A
B
C
D
A-
A’
69
A partire dal IV secolo, la creazione del battistero Nord ha dato origine ad uno dei sistemi di più difficile interpretazione della cultura paleocristiana, fino al punto che oggi, anche dopo decadi di campagne archeologiche ed interventi urbani, le interpretazioni sono confuse e contraddittorie. I recenti interventi di Atelier 15 hanno configurato l’area privilegiando i lati sud, est ed ovest della cattedrale,dove le rovine del Palazzo episcopale attraggono la maggior parte dei visitatori. Il posizionamento quasi casuale della raccolta epigrafica sul tratto terminale del decumano ha contribuito alla composizione di uno spazio informe sul lato Nord della cattedrale. In verità, questa facciata, con ogni probabilità, dovrebbe essere stato il principale accesso all’edificio del IV secolo con un orientamento NordSud ed un collegamento diretto con la Porta Nord. La lettura di questo orientamento dello spazio battisteriale è stata completamente cancellata dalla costruzione del complesso residenziale dei Marroco, per cui oggi è possibile solo ipotizzare la mancata connessione tra l’accesso nord e l’edificio battisteriale. In alto Fig. 56 L'area a Nord della cattedrale, vista dal decumano Maggio 2020 Fig. 57 L'area a Nord della cattedrale, vista dal complesso Marroco Maggio 2020
pagina successiva Strategia di progetto
70
1. OSTACOLI FISICI E 1. PHYSICAL AND PERCETTIVI PERCEPTUAL OBSTACLES
2. NUOVO ACCESSO DA NORD E 2. NEW ACCESS FORM NORTH CONFIGURAZIONE DEL CONFIGURATION OF THE ROAD DECUMANO
3.MONUMENTALIZZAZIONE 3. M ONUMENTALIZATION DELLO SPAZIO OF THE SPACE
Partendo dall’analisi degli ostacoli fisici e percettivi, la proposta è quella di creare un nuovo accesso da Nord, seguendo le tracce dell’edificio battisteriale, richiamando allo stesso tempo l’orientamenteo della cattedrale, ricollocando e reimpiegando il materiale esistente nel sito. Un nuovo percorso da Nord a Sud si configura come un cardo contemporaneo che termina in uno spazio monumentale che connette i diversi livelli presenti e si trasforma in uno spazio contemplativo.
CANCELLO RUA DA PALMA accesso al percorso
accesso alla proprietà dei marroco
MEMORIALE
muro monumentale per esporre i materiali di spolia
PALCO
piattaforma di legno che espone le tracce
MEDITAZIONE
IGREJA spazio culturale polivalente
sedute per permettere la contemplazione della facciata nord
71
In alto
Come è possibile vedere in pianta, sul’asse del decumano, piccole
Pianta di progetto
pendenze convergono nello spazio del battistero Nord. Il decumano
Scala 1_200
continua fino alla porta ovest, da dove è possibile iniziare un percorso
pagina successiva
esterno verso la murazione sud, riconnettendo il tessuto urbano con
Modello dell'area di intervento
il progetto sulla parte estrema del villaggio. L’accesso principale alla
e vision di progetto
cattedrale sarà rivolto verso il percorso che da Nord si apre attraverso la casa de Marrocos, rivelando gradualmente la facciata della cattedrale, senza invadere lo spazio destinato ad investimenti sugli immobili. Il problema dei dislivelli e delle diverse quote viene risolto attraverso un’ampia scalinata pubblica che consente di ammirare la facciata della cattedrale da breve distanza. come nel progetto di Francesco Venezia per il palazzo di Ghibellina Nuova. Questo elemento di collegamento verticale è incorniciato da due mura portanti, costruiti per sostenere la stuttura e per mostrare le pietre funerarie romane ritrovate sul sito, richiamendo la tecnica di reimpiego di materiali tanto presente in Idanha ed utilizzata per la costruzione della stessa cattedrale. Il punto di arrivo del percorso sarà il tratto stesso del decumano, su cui una piattaforma in legno richiamerà la continuità con lo spazio interno della cattedrale e consentirà ai visitatori di leggere le tracce romane.
72
73
Quando nel XVI secolo la costruzione dell’igrejia matriz spostò la comunità verso l’incrocio tra il cardo e il decumano, gli altri due centri furono definitivamente
abbandonati, per poi essere riconsiderati solo in tempi
recenti. Oggi, infatti, possiamo identificare questi nuclei come icone e avvicinarci alla città attraverso i suoi elementi. La torre come simbolo del potere della città, la basilica come principale attrazione di idanha e la piazza del pelourinho come punto di incontro sociale. Riconsiderando l’idea del centro storico in un contesto così denso e volendo generare non solo In alto
un interesse turistico nel villaggio, ha senso collegare questo punto con
Vuoto urbano della piazza
un elemento di natura economica, oltre che sociale, come un mercato.
del Pelourinho
La chiesa Matriz si affaccia sul decumano, ma in questo particolare
pagina successiva Azioni di progetto e vista dell'accesso
punto il rapporto non è solo con la strada, ma anche con i vuoti urbani. Evidenziando l’area dove è stata trovata la maggior parte dell’archeologia ceramica, possiamo vedere questo grande vuoto come un’opportunità per ricollegare i gli interventi proposti in questa trattazione con i precedenti progetti fatti sul lato nord del villaggio e in particolare sulla murazione nord. Tenendo conto di questo, si percepisce l’area vuota come un elemento forte circondato dal muro urbano. In questo particolare sito non abbiamo l’elemento fisico del muro, nella sua materialità, ma possiamo percepirlo attraverso la forma degli edifici che seguono perfettamente la posizione ideale dell’elemento difensivo dall’esterno. Gli edifici abbandonati negli angoli offrono l’opportunità di collegare quest’area con l’attuale centro della città e l’elemento del muro sarà restaurato con la vegetazione. Infine,
il
generare Idanha,
punto un per
più
punto
alto
dell’area
panoramico
ricollegare
la
sarà
verso
percezione
il del
un foro
riferimento e
centro
la
per
torre
della
di
città.
L’accesso principale avverrà dalla piazza della chiesa Matriz attraverso l’edificio esistente (FIG59) , dove si colloca un elemento aggiuntivo
74
1. INDIVIDUAZIONE ELEMENTI FORTI
2. RIUTILIZZO DI EDIFICI DISMESSI
3. CREAZIONE DI UN NUOVO PUNTO PANORAMICO VERSO LA TORRE TEMPLARE
75
In basso Esploso assonometrico della nuova area mercatale
che passa attraverso l’edificio, un corridoio metallico che mette in comunicazione l’interno e l’esterno dell’area. Da qui sarà possibile accedere ad un’area divisa in 2 parti, il mercato,
pagina successiva
seguendo il muro, e il giardino, orientato verso il foro e l’igreja matriz.
Pianta di intervento
Queste sequenze di elementi creeranno un sistema che partirà dal tunnel
Scala 1_200 e vision del mercato
di accesso, dove ci sarà un’esposizione dei resti di archeologia ceramica raccolti nel sito; questo elemento porterà alle piattaforme del mercato e al percorso lungo il muro. Raggiungendo il punto più alto il punto di vista darà una visione d’insieme verso la parte sud della città. Alla fine, la scala aggiuntiva funzionerà come collegamento con il camminamento sulla murazione. La vista dal punto più alto viene utilizzata per mostrare non solo il progetto in sé, ma soprattutto per evidenziare il nuovo rapporto con il Forum, potenziando il collegamento dal nuovo centro della città a quello antico, dal nucleo sociale, al punto di riferimento della torre. Il progetto, quindi, è partito da sud, e si conclude, ricongiungendosi, attraverso il muro, agli interventi realizzati a nord da Alex Costa e Fernandes, creando un anello finale attraverso i materiali esistenti.
76
77
4.5 Il progetto di Conservazione L’intervento di restauro va concepito in ogni sua parte con criteri di integrazione e di integralità; ovvero, analizzando comparativamente tutte le problematiche implicate dall’azione restaurativa in quanto esse si influenzano vicendevolmente. La soluzione progettuale risulterà dal confronto tra i vari aspetti conservativi e di valorizzazione della preesistenza. L’intervento sul patrimonio storico è, ovviamente, una operazione di speciale complessità che, pertanto, deve seguire criteri specifici commisurati alla delicatezza dell’oggetto in esame. A: LESIONE E DISCONTINUITÀ MATERICA
Il modo in cui l’edificio si inserisce nel suo intorno è di fondamentale importanza per la sua fruizione sia formale che funzionale nonché, in definitiva, per la sua corretta comprensione. Un progetto di restauro non può, pertanto, prescindere da come l’edificio viene percepito e si fruisce dal contesto fisico in cui si trova e, viceversa da come, dall’edificio stesso si colgono le relazioni con il contesto circostante. Ogni edificio storico possiede caratteristiche specifiche che lo rendono unico e che, pertanto, ne definiscono l’identità. Queste valenze, spesso sottovalutate o addirittura ignorate, devono essere attentamente riconosciute e considerate nel
B: INCLINAZIONE DELLA COMPAGINE
progetto affinchè vengano colte tutte le opportunità per la valorizzazione del bene. L’obiettivo principale di progetto è stato quello di consentire la conservazione del manufatto architettonico nella sua parte strutturale nonchè superficiale. Nei casi di degrado estremo, che non consentiva la realizzazione di interventi di consolidamento, è stato necessario prevedere degli interventi di sostituzione attraverso l’inserimento di materiali compatibili con quelli originari, nel completo rispetto del manufatto. Le aggiunte di collegamenti verticali o di nuove pavimentazioni per l’accessibilità alle aree archeologiche sono limitate a quelle realmente
C: LESIONE PASSANTE
necessarie, riutilizzando, ove possibile, elementi ritrovati in situ o materiali locali. Nonostante la necessità di interventi di consolidamento e miglioramento della fruizione di tutte le aree archeologiche citate, si è scelto di esplicitare tre tipologia di intervento sull’archeologia: A. consolidamento strutturale delle strutture nell’area del Foro B. Protezione e accessibilità della Torre B. Rimozione e consolidamento della vegetazione sul tratto di Murazione Sud.
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XII sec: costruzione della Torre
XV sec: apertura arco inferiore
XX sec: costruzione nuove strutture
A CONSOLIDAMENTO DEL FORO Conservare un edificio storico significa preservarlo in tutti i suoi vari aspetti. Quello strutturale fa parte, a tutti gli effetti, del monumento e del suo valore storico, in modo tutt’altro che secondario e concorre a determinarne l’identità materiale e culturale. Conservare o ripristinare il comportamento strutturale di un monumento significa garantirsi dall’eventualità di
XXI sec: crollo delle coperture
pericolosi e talvolta incontrollabili effetti collaterali, dovuti a una diversa distribuzione delle sollecitazioni sia statiche che dinamiche nelle murature, sia fuori terra che nelle fondazioni. Partendo dalla mappatura del quadro fessurativo nell’area Nord-Ovest del Foro è stato possibile intuire le principali cause di dissesto. Sicuramente un ruolo importante è quello della mancanza di continuità tra materiali, poichè le strutture sono caratterizzate dall’assemblaggio di murature a sacco di scisto e granito, addossate al muro di contenimento della piattaforma in granito. L’abbandono del sito, il crollo delle coperture e l’assenza di un sistema di smaltimento delle acque hanno accelerato il deterioramento della materia. Le indagini strumentali ipotizzate per l’area sono quella termografica, endoscopica, la prova xilotomica, la prova di carico.I principali fenomeni di dissesto riscontrati nelle strutture sono lo schiacciamento, la spinta delle coperture ed il ribaltamento.
79
interventi nel foro Schiacciamento Il peso proprio delle strutture, unito alla mancanza di coesione tra i materiali genera fenomeni di schiacciamento sulle murature. Le poche malte polverizzate hanno perso il potere legante e le pietre risultano disgregate.
Spinta della copertura
Ribaltamento
A causa della mancata irregimentazione delle acque e la scarsa qualitĂ costruttiva delle coperture si sono generate delle spinte inclinate. Le travi inumidite si rigonfiano e flettono in mezzeria, fino al crollo totale del sistema di copertura.
Con il crollo della copertura e gli spostamenti del terreno argilloso si innescano meccanismi di ribaltamento nei setti. Nelle murature perimetrali sono presenti evidenti lesioni passanti.
REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI
REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI
REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI
SOSTITUZIONE MURARIA
INIEZIONI DI MALTA
REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI
Fasi di Intervento: 1_Rimozione degli elementi lesionati, lavorando a cantieri alternati 2_Pulitura e raschiatura dei bordi 3_Posizionamento in sottosquadro di nuovi elementi lapidei compatibili con i blocchi di scisto e granito esistenti, legati con malta di calce idraulica
80
Fasi di Intervento: 1_Pulitura delle ruperfici 2_Sigillatura dei giunti e delle zone fessurate per evitare la fuoriuscita di miscela. 3_Realizzazione dei fori 4_Posizionamento e fissaggio dei boccagli sigillati con malta a presa rapida 5_Lavaggio della parete per evitare che parte della miscela venga depositata all'esterno 6_Esecuzione iniezioni a bassa pressione
STILATURA DEI GIUNTI Fasi di Intervento: 1_Pulitura delle superfici 2_Bagnatura dei giunti con acqua 3_Stilatura dei giunti con malta di calce idraulica 4_Sarcitura delle fessure per evitare la fuoriuscita di miscela
13 12
8
11
9
7 14
3
6
15
16 17
1
2
4 5
1_Catena 2_Puntone 3_Staffa metallica 4_Gratello 5_Arcarecci 6_Guaina 7_Controtelaio 8_Vetro con camera d’aria 70x120 cm 9_Telaio alluminio
10
11_Pianelle 12_Embrice 13_Coppi in laterizio 14_Muratura in scisto e granito 15_Canale di gronda 16_Cordolo armato con rete GFRP 17_Rete GFRP 33x33 mm
REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI
RICOSTRUZIONE DELLE COPERTURE
REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI
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interventi sulla torre
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FASCIATURA DELL’ARCO MURARIO 1_Preparazione dell'intradosso con consolidamento puntuale 2_Esecuzione dei fori di ancoraggio 3_Bagnatura del supporto 4_Applicazione prima mano di calce idraulica 5_Installazione del tessuto in fibra d'acciaio 6_Inserimento dei diatoni artificiali 7_Inghisaggio degli ancoraggi e dei connettori con calce e chiusura del foro di iniezione con tappo.
PROTEZIONE CRESTE MURARIE Fasi di Intervento: 1_Pulitura meccanica delle superfici mediante aspiratore e spazzole di saggina. 2_Trattamento di biocidi per rimuovere muschi e licheni e successivo sdradicamento e lavaggio. 3_Stuccatura tra i vari elementi con malta di calce usata anche per la stilatura dei giunti. 4_integrazione superficie di sacrificio di h=10 cm, in pietre calcaree irregolari baccellate 5_stesura sulla cresta di uno strato di malta di calce addizionata con pietra calcarea alto circa 10-15 cm modellato a schiena d'asino.
83
lesione pulitura
pre-consolidamento
consolidamento
pulitura puntuale
iniezione di malta
stuccatura fessure
pulitura ad aria
applicazione di silicati
protezione in tinta di calce
REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI
REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI
REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI
deposito superficiale protezione
pulitura
Impacchi assorbenti
spazzola di saggina
prodotto idrorepellente
REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI
Facciata Nord
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Facciata Est
Facciata Ovest
Facciata Sud
REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI
consolidamento
spazzola di saggina
crosta pulitura
iniezione di malta
protezione
prodotto idrorepellente
REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI
REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI
erosione pulitura
protezione
a bassa pressione
spazzole di saggina
prodotto idrorepellente
micro sabbiatura
pulizia puntuale
protezione in tinta di calce
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REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI
REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI
REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI
vegetazione pulitura
protezione
prodotto biocida
prodotto idrorepellente
estirpazione manuale
protezione in tinta di calce
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In basso
Al giorno d’oggi non si hanno tracce del sistema di accesso alla torre
Variazione cromatica del rame
templare. Secondo una ricostruzione pubblicata da Isabel Sanchez
in base al suo processo di ossidazione
Ramos, in epoca templare la torre doveva essere accessibile attraverso
pagina successiva
una scala mobile esterna in legno fissata sull’appoggio dell’arco superiore.
Esploso assonometrico del nuovo
Quest’ultimo doveva essere l’ingresso principale della torre, mentre quello
sistema di collegamento verticale
inferiore è stato aperto in una epoca successiva per facilitare il passaggio dei materiali all’interno.
Allo stesso tempo è impossibile ragionare sull’accessibilità alla torre senza considerare le condizioni di accesso a quello che una volta era il tempio romano. In questa fase, infatti, il tempio aveva un orientamento principale verso est, accessibile attraverso una scalinata principale e due piccole scale laterali, in uno schema simile a quello proposto per il Foro di Cesare a Roma. Fornire la torre di un nuovo elemento di collegamento verticale è una opportunità per valorizzare la torre anche nel suo elemento romano. Con una nuova piattaforma in pietra calcarea sarà possibile ricalcare il sistema di accesso romano da est, migliorando l’accessibilità al monumento anche per le persone con ridotta abilità motoria. Da qui una rampa di accesso conduce all’area interna dell’edificio, finalmente visitabile.
Edificato come torre di controllo, il monumento ha avuto nel tempo un forte carattere simbolico, riconoscibile da diversi punti nel territorio circostante. L’esistenza di una torre determina la volonta di rendere accessibile il suo livello superiore, nell’intenzione di ricreare un nuovo camminamento di ronda. Il collegamento verticale sarà realizzato con una leggera struttura di rame, resistente e coerente con i progetti già proposti in altre aree dal gruppo atelier 15.
86
parapetto in corten
solaio di copertura
struttura di supporto in rame solaio intermedio
scala interna in rame solaio galleggiante
struttura di supporto in acciaio
affaccio livello intermedio
rampa di accesso al podio
87
interventi sulla murazione in basso
Il primo approccio al sito avverrà attraverso la potatura o l’eliminazione
Presenza di vegetazione sulla
delle specie infestanti in modo da rendere possibile l’accesso, ora molto
murazione Sud
difficoltoso a causa della fitta vegetazione. Contemporaneamente avverrà
pagina successiva
anche una messa in sicurezza dei manufatti pericolanti attraverso un
Studio delle specie vegetali
puntellamento, così da permettere l’inizio delle operazioni di restauro in
presenti nell'area Sud
totale sicurezza. Le murature rilevate si presentano in una discreta condizione a livello statico, e non richiedono importanti interventi di ricostruzione o consolidamento, ad eccezione del tratto dell’apertura della porta, attualmente puntellato. Si riscontra però un avanzato stato di degrado sulla parte superficiale dei paramenti murari. Alcuni fattori che hanno causato la cattiva conservazione superficiale delle murature rivolte a sud-ovest sono l’orientamento, l’umidità e l’ombreggiamento dovuto alla fitta vegetazione. Ciò ha comportato una forte proliferazione di muschi, licheni, patine biologiche e piante infestanti. Oltre a deturparne l’immagine, causano danni per via delle sostanze chimiche secrete dalle radici e provocano il distaccamento delle pietre per la penetrazione degli apparati radicali nella cartella muraria. Altri fattori di deterioramento che interessano tutte le murature (sud-ovest e sud-est) sono l’esposizione agli agenti atmosferici, l’abbandono, l’uso a pascolo dell’area adiacente e la presenza di vegetazione infestante. Questi hanno provocato il danneggiamento delle creste murarie, prive di uno strato protettivo sulla sommità, la caduta di parti della muratura, l’erosione diffusa dei giunti di malta e l’erosione per corrasione degli elementi lapidei.Elemento di maggiore complessità è il leccio monumentale, le cui radici sono ormai estremamente innestate all’interno della murazione e la cui rimozione causerebbe danni irreparabili. Per quanto riguarda la vegetazione infestante allo stato arbustivo ed i muschi e licheni, si interviene con un trattamento diserbante eseguito o per iniezione di agente biocida nell’apparato radicale o per irrorazione puntuale tramite irroratore a stantuffo (in questo caso si dovrà proteggere il paramento murario). L’asportazione della patina biologica avviene con le stesse operazioni di lavaggio e pulitura indicate precedentemente, con l’aggiunta di una pulitura finale delle parti più coese attraverso un impacco assorbente.
88
ALBERI: ulivo leccio gelso sughero fico quercia acacia frassino
ARBUSTI E FIORI cistus erica vite antirrhinum
Gli interventi da attuare sulla struttura vegetale sono stati scelti in modo differenziato a seconda di diversi fattori: la localizzazione del singolo esemplare rispetto a manufatti o depositi archeologici, il suo valore paesaggistico e l’invasività della specie a cui appartiene. Gli interventi identificati sono: manutenzione straordinaria, potatura di ridimensionamento delle chiome, eliminazione manuale o meccanica dei fusti e degli apparati radicali, eliminazione dei fusti tramite cercinatura e taglio. La manutenzione straordinaria è il primo intervento di risanamento del sito. Sul tappeto erboso prevede operazioni di pulizia, sfalcio, concimazione, rigenerazione e raccolta della vegetazione di risulta. Su alberi, arbusti e siepi prevede operazioni di potatura, eliminazione della vegetazione infestante, raccolta della vegetazione di risulta e l’eliminazione della parti ammalorate o secche. Sull’edera comune ed il rovo comune si applica un trattamento diserbante eseguito o per iniezione di agente biocida nell’apparato radicale o per irrorazione puntuale con successiva rimozione mediante taglio delle radici al colletto, senza estirpazione finale per evitare danni alle strutture murarie. Anche in questo caso si può intervenire con un trattamento finale preventivo con biocida. Di seguito viene esplicato l’intervento di consolidamento del leccio monumentale e della murazione sottostante, con il posizionamento di un contenimento radicale. 89
POTATURA
RIMOZIONE MANUALE
CERCINATURA
Fasi di Intervento: 1. Messa in sicurezza e puntellamento dell'albero; 2. Rimozione e accantonamento (per successivo riutilizzo) dei blocchi della porzione di muro; 3. iniezione del basamento originale del muro(lasciato in opera) con legante idraulico; 4. posizionamento della guaina di contenimento antiradice in polipropilene >50 mm; 5. costruzione apparecchio murario di sacrificio in pietre di granito 90x60x40cm; 6. Realizzazione di doccioni di sfogo Ă˜ 6cm sporgenti almeno 4cm 7. Installazione del tessuto in fibra di vetro FRP; 8. Fissaggio di connettori (4 per mq) in VTR; 9. ricostruzione della porzione di muratura romana (riutilizzando gli originari mattoni precedentemente accantonati); 10. Trattamento della superficie con diserbanti naturali.
90
91
Conclusioni: Il Nuovo Villaggio Archeologico Lo studio del villaggio di Idanha-a-Velha ha consentito di affrontare pagina successiva Masterplan funzionale del
tematiche di conservazione e valorizzazione particolarmente complesse che riguardano i temi della conservazione delle comunità locali,
Villaggio Archeologico di
dell’intervento architettonico in contesto archeologico e del reimpiego
Idanha-a-Velha
dei materiali nel tempo. Idanha è un ambiente ibrido, è un villaggio allo stato di semi abbandono, è un sito archeologico, è un borgo medievale ed è testimonianza delle civiltà che hanno segnato la storia della cultura europea. Unire interventi di restauro critico ad azioni compositive è l’unico modo per controllare un territorio altamente caotico e contraddittorio. Sicuramente il villaggio di Idanha-a-Velha è stato alterato e restaurato secondo principi molto diversi, tanto che il dibattito sui vari approcci è ancora molto vivo e sono pochi gli elementi su cui non si è ancora tervenuti, ma nei mesi di stesura di questo progetto è stato possibile di sfruttare l’abilità di professori, architetti ed archeologi portoghesi per analizzare ed elaborare un programma strategico sull’intero villaggio, per poi approfondire alcuni monumenti che necessitano interventi di restauro critico, in particolare elementi che permettono di riconoscere l’importanza della città nell’epoca romana imperiale. Le azioni proposte in questo elaborato progettuale possono sembrare difficili da inquadrare in un contesto diverso da quello italiano, ma sono frutto di un attento studio interdisciplinare che non presuppone di ottenere un improvviso sconvolgimento dell’area, ma un graduale disvelamento delle sue caratteristiche uniche. Il compito dell’architetto non è quello di risolvere le polemiche sugli interventi sul costruito, ma riconoscere le complessità del progetto ed affrontarle nel rispetto della storia dell’architettura, della città e dell’archeologia. Dalla scala urbana a quella tecnologica, ogni intervento ha come obiettivo quello di aumentare la consapevolezza dei visitatori e indurre una maggiore curiosità per la storia aulica e la realtà rurale del borgo. Dopo l’emergenza sanitaria che ha sconvolto l’intero mondo, la comunità di Idanha è oggi pronta ad accogliere un nuovo tipo di turismo più consapevole, fondato sull’esperienza più che sulla conoscenza. Per concludere, Intervenendo su diversi punti del sito si propone di dare nuovo risalto al villaggio di Idanha-a velha, e degli elementi che da un’epoca all’altra ne hanno determinato la morfologia. I centri urbani, da simboli di potere, trovano nuova forma nella vita sociale, culturale ed economica, diventando attrattori non solo per la comunità locale, ma anche per l’intera rete dei Villaggi Storici Portoghesi.
92
AREE CULTURALI
SERVIZI
edificio museale
infopoint
azienda agricola
area archeologica
bar/ristorante
servizi igienici
area per spettacoli
area commerciale
verde attrezzato
mostre temporanee
hotel
coltivazioni
laboratorio
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SITOGRAFIA https://aldeiashistoricasdeportugal.com/aldeia/idanha-a-velha/ http://www.monumentos.gov.pt/Site/APP_PagesUser/Default.aspx http://www.patrimoniocultural.gov.pt/en/ http://www.viasromanas.pt/
MONOGRAFIE ALMEIDA, Fernando de, “As Ruinas Romanas e Visigóticas de Idanha-a-Velha”,1976 ALMEIDA, Fernando de, “Egitânia, História e Arqueologia”, Lisbona, 1956. ALMEIDA, Fernando de, “Ruinas de Idanha-a-Velha: Civitas Igaeditanorum Egitânia: Guia para o Visitante”, Lisbona, 1977. BRANDI, Cesare, “Teoria del Restauro”, 1963. BAPTISTA, Joaquim, “Carta arqueológica da freguesia de Idanha-a-Velha”, Vila Velha de Ródão, 1998. BRILLIANT Richard & KINNEY Dale, “Reuse Value: Spolia and Appropriation in Art and Architecture from Constantine to Sherrie Levine”, Farnham, 2011. CARVALHO, Pedro, A caminho do Douro na época romana. Da capital da “ciuitas Igaeditanorum” aos “territoria” dos “Lancienses”, “Araui”, “Meidubrigenses” e “Cobelci”, Salamanca, 2012. COSTA, Alexandre Alves, “Idanha-a-velha:recolha de textos”,Porto,1997. CRISTóVãO, José, “A Aldeia Histórica de Idanha-a-Velha. Guia para uma Visita”, Idanhaa-Nova,2002. D’ANGELO, Donatello, MORETTI Silvia, “Storia del Restauro archeologico; Appunti”, Firenze, 2005 MANTAS, Vasco Gil, “Ammaia e Civitas Igaeditanorum. Dois Espaços Forenses Lusitanos.” In studia Lusitana n4, Mérida, 2009. MARIANI Massimo, “Particolari costruttivi nel consolidamento e restauro”, Roma, 2014. MARROCOS, A. Manzarra “Idanha-a-Velha: Estudo Antropogeográfico”, Famalicão, 1936 NEVES, Vitor Pereira, “As Aldeias Históricas de Monsanto, Idanha-a-Velha e Castelo Novo, Lisbona, 1996. RAMOS, Isabel e PABLOS, Jorge de, “Idanha-a-Velha. Portugal, Paço dos Bispos de Idanha-a-Velha (Campanha de Escavação 2014), Idanha-a-Nova, 2015. SALVADO, Pedro, “As muralhas e a Torre de Idanha-a-Velha”, Idanha-a-Nova, 1983.
SALVADO, Pedro, “Idanha-a-Velha: das «ruínas de ruínas» a que futuro?”, O estudo da História, 1986-1987 (in Portuguese), 2 (Série 2 ed.)
TESI REGGIANI Elvira, “Tracce dell’antico, segni del nuovo. Interventi contemporanei sul patrimonio preesistente a Lisbona dalla ricostruzione del Chado ad oggi”, Universidade técnica de Lisboa, Università degli studi di Roma “la Sapienza”, 2012 AMICI Michela, CECCARONI Elena, SALINA Lorenzo, “Il Castello di Pianetto: strategie per la conservazione attiva di un manufatto allo stato di rudere”, Università di Bologna, 2014. RODRIGUES HASS, Lara, “Intervenção arquitetónica em contexto arqueológico. O Atelier 15 em Idanha-a-Velha. Universidade do Porto, 2017.
ARTICOLI CARVALHO, Pedro, “O Forvm dos Igaeditani e os Primeiros Tempos da Civitas Igaeditanorum (Idanha-a-Velha,Portugal)”. Archivo Español de Aqueologia 82, 2009. CARVALHO, Pedro, A contribution towards the study of rural settlement dynamics in Igaedis (civitas Igaeditanorum) with a potential land use map, in Arquivio Español de Aqueologia, 2019. CARVALHO, Pedro, Dating the early Christian baptisteries from Idanha-a-Velha—the Suebi-Visigothic Egitania: stratigraphy, radiocarbon and OSL, Archaeological and Anthropological Sciences, 2019. DUBBINI, Rachele, “Spazi sacri nel mondo classico”, lezione di Archeologia classica 2018/19 BASSOLI, A. e JURINA Lorenzo, “Storia di un crollo annunciato”, VII convegno su crolli, affidabilità strutturale, consolidamento, Politecnico di milano, settembre 2017 JURINA, Lorenzo, “Tecniche di cerchiatura nel consolidamento di archi e di colonne in muratura”, Milano. LANCELLOTTI, Stefano, “Il risanamento dei muri di sostegno (terrapieni) in tufo” PICONE, Renata, “Reimpiego, riuso, memoria dell’antico nel Medioevo” in Verso una storia del restauro: dall’età classica al primo Ottocento, pag.31-60, Napoli 2008 TORRES, Cláudio, “A Sé - Catedral da Idanha”, in Arqueologia Medieval 1, Porto, 1992
Ringraziamenti Una laurea magistrale a ciclo unico porta con se tantissime cose in sospeso. Dopo quasi sei anni è molto difficile tirare le somme e fare un paragone tra la persona che ero e quella che sono oggi, ma forse non è importante. E' importante, però, riconoscere il merito di quello che sono a tutte le persone che negli anni mi hanno arricchita e a cui sono immensamente grata. In primo luogo ringrazio la mia relatrice, prof. arch. Picone per avermi dato la possibilità di sviluppare un progetto di tesi su più discipline e in un contesto completamente diverso da quello napoletano, per la pazienza e le conversazioni sempre stimolanti durante ogni ricevimento. Un doveroso ringraziamento va anche al prof. Providencia, supervisor e guida durante e dopo il mio soggiorno a Coimbra. Grazie per avermi inserito in un gruppo esclusivo, per avermi orientata, per essere stato sempre disponibile e soprattutto per avermi fatta entusiasmare durante ogni fase di questo lavoro. Benchè la tesi mi abbia dato l'occasione di concludere individualmente questo percorso, una laurea in architettura non è mai un progetto solitario. Un ringraziamento va a tutti i colleghi, professori e assistenti con cui ho scambiato saperi e lamentele, da quelli semisconosciuti con cui ho condiviso opinioni durante i workshop, a quelli ritrovati nell'ultimo anno per il Villard, che ci ha fatto condividere non solo idee, ma anche nottate e premi. Tra i tanti non posso dimenticare Chiara, il primo punto di appiglio in quella che sembrava una gabbia di matti; Luigi, colpevole di aver condiviso la passione per i dolci -anche se ne è valsa sempre la pena- e avermi aiutato a lievitare come un panettone; Agostino, che mi ha fatto riscoprire la bellezza di progettare in gruppo e Marika, unica fuorisede con cui ho avuto il piacere di vivere Napoli ad Agosto, la cui casa è stata testimone dei periodi più stressanti della nostra carriera, con tentativi di diete e infiniti litri di caffè consumati. Non saprei usare AutoCAD senza di voi. Ora permettetemi un piccolo spazio per gli amici di tutte le parti del mondo: I have to thank Vienna with its clear and flat landscape and its rational and logical urban progression, but also Francesco, Maria Lidia and Antonella for spending time with me during my first time away from home. Then I have to thank Portugal for showing me that there is a place like me in this world and for the collegues of the ALA Master that were friendly and kind from day one, but the Idanha Team will always have a special place in my heart. I cannot conclude this journey without saying thank you to my flatmates, or it would be easier to say "my quarantine family" that between cooking sessions, trivial fights and basketball games, had a huge impact on my thesis research: we lived together just 5 months but I will always think of grumpy Diogo, kind Elisa, curious Marta, funny André and genuin Nando as my family abroad.
Lo so che la cosa si sta dilungando, ma è necessario citare anche quelli che di architettura non ci capiscono niente, ma che c'erano fin da prima e continuano ad esserci oggi: grazie a Grassist, il gruppo di amici più leale e competititivo che esista al mondo, capace di conquistare ogni ambiente in cui si trova, ancora non mi capacito come continuinino a non cacciarci da ogni locale... Ringrazio Laura che un giorno mi ospiterà ad Ischia; Paola che mi ha sempre dimostrato quanto sia importante mostrare le proprie emozioni e che con la sua sincerità ha tirato fuori cose che non sapevo di avere dentro; Ale il rubamici, la sua dolcezza e i caffè rubati durante il tirocinio; Rossano che compare sempre nei momenti più importanti, quelli in cui si ha bisogno di riflettere sulla vita con un bel drink in mano; Angelica che è sempre stata una guida con la sua determinazione e i suoi incoraggiamenti e anche con i suoi insulti, ma mai come Paolo, fratello/pascià/motivatore/chef/compagno di mangiate e soprattutto migliore amico. Tra i migliori amici ci sono anche Vittorio, con cui ho sempre potuto parlare di tutto; Matteo che mi ha aiutato più di chiunque altro con i suoi consigli di grafica, oltre ad essere per me sempre riferimento assoluto dentro e fuori l'ambito accademico; Flavio, il più storico fra tutti, la nostra amicizia è quasi un reperto archeologico, e pur essendo due opposti, mi ha sostenuto in ogni mia scelta. Questa tesi è anche merito di Nat, dei pezzi di plastici tagliati, delle uniche giornate libere passate a farmi compagnia mentre studiavo, di tutti i "te lo avevo detto che sarebbe andata bene" dopo ogni esame o revisione. Grazie per avermi riportato nel mondo reale quando pensavo che tutto fosse più grande di me. Ringrazio Monica per i teatrini che non sono mai finiti e Laura e Leo per avermi donato i regali architettonici più belli del mondo. Non dimentico la mia famiglia tutta, anche quelli che non ci sono più, il loro amore incondizionato, l'incoraggiamento e la forza che hanno saputo darmi anche da lontano. Infine i miei genitori, la mia fortuna più grande. Devo ringraziarli per avermi lasciato libera di scegliere il mio futuro, per aver investito su questa scelta e per avermi sempre supportata nelle passioni, anche quelle che non condividevano. Tra accordi e disaccordi mi hanno sempre accettata per quello che ero e spinta a diventare una persona migliore ogni giorno. Piuttosto che ringraziare la me del passato, colgo l'occasione per augurare alla me del futuro di continuare ad essere sempre curiosa e meravigliata dalle bellezze del mondo. Ad maiora.
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