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ALASKA SEAFOOD

www.alaskaseafood.it

"il futuro degli stock ittici e dell’ambiente sono più importanti delle opportunità immediate della pesca commerciale"

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ASMI è l’acronimo di “Alaska Seafood Marketing Institute” ossia l’Istituto per la Promozione dei prodotti Ittici dell’Alaska. Si tratta infatti di un’Associazione Interprofessionale che rappresenta l’industria della pesca in quello Stato. Sede principale è Juneau, la capitale, ma ci sono uffici anche a Seattle, Barcellona, San Paolo, Parigi, Londra, Tokio e Pechino. ASMI, per promuovere lo sviluppo e il consumo della pesca in Alaska, si avvale di programmi di formazione, di ricerca, oltre che di pianificazioni pubblicitarie e promozionali sui principali mercati di competenza.

Da questo stato, con i suoi 55.000 chilometri di costa, proviene più della metà della produzione alieutica americana e, inoltre,

l’intera regione appartiene alla zona 67 FAO. Una produttività, quella dell’Alaska, che deve la sua ricchezza alle fredde e pulitissime acque del Mare di Bering e del Golfo che ospitano enormi e diverse popolazioni di pesci e crostacei che si nutrono in modo naturale con sostanze di eccellenza che esistono grazie ai fitoplancton, costituito da piante microscopiche che alimentano lo zooplancton, piccoli animali quali il krill, piccolo crostaceo che vive sospeso in acqua e alla deriva. Proprio il fitoplancton e lo zooplancton forniscono il cibo necessario ai piccoli pesci e crostacei che vengono cacciati da esemplari più grandi, da mammiferi e uccelli marini. Si tratta di un ecosistema fondamentale per la pesca in questo Stato che, da decenni, rappresenta un’attività non solo sostenibile ma che ottiene risultati abbondanti. In Alaska il futuro degli stock ittici e dell’ambiente sono più importanti delle opportunità immediate della pesca commerciale. Le zone di pesca sono gestite in modo da garantire una fornitura sostenibile dei prodotti ittici provenienti dalle acque dell’Alaska così come imposto dalla costituzione dello Stato. Nel 1959

il popolo dell’Alaska decise che “Il pesce…dovrà essere utilizzato, sviluppato e conservato secondo il principio dello

sfruttamento sostenibile”. Tutti gli aspetti della pesca dell’Alaska sono rigorosamente regolamentati, monitorati da vicino e rigidamente rispettati. I rigorosi regolamenti e le politiche di pesca stabiliti dall’Alaska Board of Fisheries e messi in atto dall’ADFG assicurano che le popolazioni ittiche vengano gestite per garantire il miglior sfruttamento sostenibile.

La pesca in Alaska è certificata da organismi indipendenti come pesca sostenibile sia dal programma della Gestione Responsabile della Pesca in Alaska, sia dal Marine Stewardship

Council. Tra i prodotti ittici dell’Alaska troviamo il Salmone Selvaggio, il Carbonaro, il Merluzzo, il Granchio Reale, tutte specie selvagge e sostenibili. Per esempio, per il Salmone, l’Alaska Department of Fish and Game (ADFG) ne gestisce la pesca fissando i cosiddetti “obiettivi di fuga”. Questo, per consentire a un numero sufficiente di salmoni adulti da riproduzione di sfuggire alla cattura nelle zone di pesca e di raggiungere le zone di riproduzione nelle acque dolci così da mantenerne la sostenibilità a lungo termine. Il ADFG, attraverso controlli con sonar, ricognizioni aeree e postazioni fisse di avvistamento, prende le necessarie decisioni sulla gestione di oltre 15.000 corsi d’acqua di riproduzione stabilendo la numerosità del pescato che di conseguenza fluttua di anno in anno, durante la stagione prefissata. Il Salmone pescato nelle acque pulite e pure dell’Alaska è ricco di nutrienti: E’ una grande fonte di proteine povere di grassi ed è zeppo degli essenziali acidi grassi omega 3 a catena lunga quali DHA e EPA che si trovano solo nelle fonti di origine marina. Per qualsiasi informazione potete consultare www. alaskaseafood.it.

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