Sulle sponde del Ticino Fotografie di Domenico Pescosolido
INTRODUZIONE
I fotoamatori hanno diverse opinioni sulla fotografia che ritrae il paesaggio. Alcuni dicono che è meglio fotografare il paesaggio che si conosce meglio, quello dove si è cresciuti e dove si è trascorsa una parte importante della vita. Altri esprimono pareri completamente opposti. Domenico Pescosolido è novarese di adozione per scelte legate al lavoro ed esplora il territorio novarese con l’aiuto degli amici. Come fotoamatore ha deciso di affrontare la sfida di dare una personale interpretazione dell’area naturale della Valle Ticino. Sul Ticino e sul territorio che lo circonda si sono scritte e continuano ad essere scritte molte parole: il fiume azzurro (sempre meno azzurro), un’oasi verde in mezzo a una zona tra le più industrializzate e abitate d’Italia, una risorsa idrica indispensabile per l’agricoltura…. Domenico si è messo dietro le spalle la retorica dei luoghi comuni. Con la macchina fotografica è entrato nei boschi, si è avvicinato al fiume e agli stagni che lo fiancheggiano, ha incontrato persone, ha osservato con gli occhi del fotografo il terreno, gli alberi, l’acqua, i segni lasciati dall’uomo. Le nostre abitudini, la ripetitività degli atti della vita quotidiana sovente fanno dimenticare che il paesaggio è un principio attivo. Quello che vediamo è il risultato di un divenire continuo dove le azioni dell’uomo si sovrappongono ai processi naturali. Il paesaggio è costituito da un insieme di relazioni, di equilibri, di rapporti anche conflittuali tra gli uomini e la natura e tra gli stessi uomini. Gli alberi, i corsi d’acqua, i campi, le colture, le costruzioni sono nel paesaggio e ne condizionano l’aspetto. Entrano nella nostra memoria visiva come se fossero inamovibili, come se fossero presenti da tempo immemorabile. A volte vediamo gli elementi di un paesaggio senza osservarli: i bagnanti che prendono il sole sulle rive del fiume in una giornata d’estate sono una costante, il ponte di ferro che è quasi un monumento, gli alberi, i cespugli che percorrono ogni anno il loro ciclo vitale senza che il passante distratto ne percepisca le mutazioni. In ogni caso il paesaggio novarese non è mai vuoto, non esistono le distese sconfinate, le vette incombenti, l’uomo non è mai assente, ma ha un ruolo decisivo nel modificare l’ambiente, anche con la sua stessa presenza. Per un fotografo il paesaggio non è solo una composizione di elementi, è anche la scelta delle condizioni di luce, della situazione climatica. Non è possibile una osservazione fugace, è necessario essere coinvolti con quello che si osserva, percepirne i fattori costituenti. Occorre comprendere le contraddizioni, la bellezza e anche la banalità. Domenico Pescosolido è un fotografo di grande sensibilità. Ha sviluppato molti temi fotografici: la fotografia sportiva, la fotografia di strada, il paesaggio, riuscendo sempre a cogliere l’essenziale senza lasciarsi asservire dalla retorica del bello a tutti i costi. Le foto della Valle del Ticino sono la
sua la visione e la scelta del bianco e nero è l’ulteriore testimonianza di una interpretazione personale. Il colore ci circonda, a volte anche con la violenza della persuasione occulta e la fotografia di paesaggio non si sottrae a questa dittatura: i cieli azzurri, i colori saturi senza mezzi toni sono utili per attrarre al’attenzione. Domenico ha superato la necessità di utilizzare il colore, presentandoci immagini in bianco e nero, stampate personalmente con notevole maestria, immagini che guidano l’osservatore verso il sog-getto, guardando con l’occhio del fotografo, lasciando lo spazio per immaginare i colori, quelli del suo paesaggio. Tutti gli appassionati di fotografia conoscono le difficoltà di rendere gli ambienti naturali con il bianco e nero: il verde si mescola per diventare una massa informe, i rami spogli creano un intrico che confonde. Domenico riesce a districare la matassa con i passaggi dei toni di grigio, con la cura dei dettagli anche più minuti, conscio che tutto partecipa alla costruzione dell’immagine. Il nostro sguardo percepisce l’insieme e si concentra sul soggetto attraverso un visione globale degli ele-menti che realizzano l’immagine. “Sulle sponde del Ticino” di Domenico Pescosolido ci aiuta a guardare il nostro territorio, ma soprattutto a riflettere e a pensare. Osservare, riflettere e pensare dovrebbero essere i ruoli della fotografia e gli obiettivi di qualsiasi persona che decida di inquadrare. Un fotografo non dovrebbe solo premere un bottone ed inseguire attraverso tutto il globo un inflazionato “mi piace”, dovrebbe scattare fotografie ed esporre idee in modo da rendere partecipi le altre persone dei propri progetti e delle proprie emozioni. Domenico Pescosolido è creativo e fantasioso, dalle sue immagini tra-spare la determinazione e con la quale affronta i temi che lo appassionano. Sarebbe bello se una parte della sua passione diventasse un patrimonio comune e ci aiutasse a “leggere” la Valle del Ticino: sarebbe un significativo passo avanti per salvaguardare, difendere e valorizzare il nostro ambiente. Mario Balossini Vice Presidente SFN
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Nessun uomo entra mai due volte nello stesso fiume, perché il fiume non è mai lo stesso, ed egli non è lo stesso uomo.
Eraclito Alla mia famiglia Il fiume Ticino scorre sul territorio italiano per 248 Km. Lungo la sua strada, da Sesto Calende al Pò, assume forme e velocità diverse. L’uomo, nel corso degli anni ha imparato ad usarlo e modificarlo. Oggi, tutte le terre limitrofe sentono l’influsso del fiume che non opera solo a livello idrogeologico ma anche sociale. Così, di fronte ad un paesaggio fluviale che in alcuni tratti sembra incontaminato, vi sono anche intrecci sociali ed il fiume rimane testimone di gite domenicali, di bagnanti che lo eleggono a baia marina o per passeggiate amorose nei sottoboschi ricchi di vegetazione. Le testimonianze del passaggio dell’uomo ormai sono presenti lungo tutto il suo cammino e la storia di natura non può più essere separata da quella sociale. Volendo raccontare il Ticino come fulcro di vita, mi sono accostato ad esso cercando di liberarmi dai canoni consueti della fotografia di paesaggio ed ho indagato, con l’uso del bianco e nero, anche gli aspetti più sociali e relazionali che il fiume mi mostrava. Non ho cercato ogni aspetto od ogni luogo del fiume, ma solo ciò che testimoniano il fiume e le sue terre limitrofe come vive e in perenne trasformazione proprio grazie ad esso anche quando esso non è visto. Domenico Pescosolido
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Le acque del Ticino Varallo Pombia, 2014
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Il ponte del confine Oleggio, 2013
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Nebbie Trecate, 2012
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Barca fluviale Cassolnovo, 2013
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Campi fioriti Varallo Pombia, 2013
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Ponte di ferro Sesto Calende, 2014
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Cigni Sesto Calende, 2014
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Sbarramento di Panperduto Varallo Pombia, 2014
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La piena Marano Ticino, 2013
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Barche all’ancora Trecate, 2013
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Lungo i canali secondari Trecate, 2013
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Lanca del lupo Cassolnovo, 2013
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Incontri Cassolnovo, 2013
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Taverna Vigevano 2013
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L’ancoraggio Vigevano, 2013
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Flusso Trecate 2013
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Spiaggia Bereguardo, 2013
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Villeggianti Bereguardo, 2013
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Paesaggio fluviale Cerano, 2013
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La luce del bosco Cassolnovo, 2014
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Movimento LocalitĂ Casone, 2012
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L’albero e la casa Oleggio, 2013
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Il ponte di barche Bereguardo, 2013
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Passeggiare Cameri, 2014
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Il letto del fiume Oleggio, 2014
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Lungo la cittĂ Pavia, 2013
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Il ponte coperto Pavia, 2013
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La misura della piena Pavia, 2013
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Treno Trecate, 2013
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Opere idroelettriche Trecate, 2013
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Acque calme Trecate, 2013
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L’ansa del fiume Località Casone, 2013
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A spasso nel parco Cassolnovo, 2014
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Riposo Oleggio, 2014
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Giochi Oleggio, 2014
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Linea di confine Malpensa, 2014
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L’ultimo raggio di sole Malpensa, 2014
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Il ponte delle Becca Linarolo, 2014
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Area attrezzata Varallo Pombia, 2014
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Barcone dimora LocalitĂ ponte della Becca, 2014
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La casa nella nebbia Vigevano, 2013
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L’albero Sesto Calende, 2014
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Il bosco giovane Magenta, 2014
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Le sentinelle della luce Cameri, 2014
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Le acque di Panperduto Varallo Pombia, 2014
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Acque Trecate, 2013
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w w w.domenicopescosolido.it maggio 2014