e 12,00
Novembre Dicembre 2015 anno IV n.06
ESTRATTO
FOTO
IMAGING
VIDEO
FINE ART
STORIE DI FOTOGRAFI E DI FOTOGRAFIA
Piero
Gemelli
editoriale
Buon Natale e felice anno nuovo Ricordo quella fotocamera. Era arrivata per Natale, regalo generoso di due genitori assillati da un figlio appassionato di fotografia. La memoria prende corpo ancora oggi, al pensiero della sorpresa e dell’odore intenso che emanava la custodia, rigorosamente di pelle (altri tempi). L’ottica? Un 50 mm, niente più; le altre lenti sarebbero arrivate più avanti, per guardare meglio o solo per completare l’oggetto. Non desidero cadere nel luogo comune e nemmeno far sì che la retorica prenda il sopravvento. La gioventù e le ambizioni di allora rimangono dove sono, nel mistero degli anni, della vita che diviene. Vorrei comunque aggiungere un commento, perché sì: quella fotocamera mi ha restituito tanto, innanzitutto quel privilegio che mi portava a vedere in maniera diversa, restituendo alla realtà un significato personale, intimo. I tempi sono cambiati, nelle abitudini e nei comportamenti di
ciascuno di noi; eppure quel privilegio è ancora accessibile, alla portata. E non si tratta di un valore effimero e nemmeno di un vezzo sociale. Regalare o regalarsi una fotocamera significa offrire, con garbo, un’opportunità nuova, agli altri o a noi stessi: quella di poter leggere “l’oggi” con uno strumento che interpreta, demandando al tempo i riscontri del nostro pensiero, responsabilmente. È il privilegio della fotografia. Buone feste, quindi, a tutti i lettori: per un messaggio che diventa corale. Non è solo chi scrive a recitarlo, ma anche l’intero comitato di redazione (grazie per l’aiuto in questo anno di Image Mag). Siamo poi sicuri che si aggiungeranno i punti vendita PHOTOP e le persone che operano al loto interno. Il privilegio della fotografia abita là, e questo magazine ne è una testimonianza.
Mosè Franchi
HI-PHOTO
PORTFOLIO
60. IL RITRATTO OGGI
24. MARCO FRANZINI
Ritratto in frammenti.
PARLO DI ME 62. GIOVANNI GASTEL
Poeta per amore, il primo.
COVER STORY
ORIZZONTI FOTOGRAFICI 64. PARIGI E LA FOTOGRAFIA
Passato, presente, futuro.
ORIZZONTI LIBERI
30. CRISTINA MENGUCCI SPAZIO 1/10
36. CARLO BARBERIO A GADJO – LA GRANDE FAMIGLIA
42. MANUELA FRATONI MERCI, GENTE, MARE
48. GIUSEPPE PELETTI YOGA, NUDITÀ, PUREZZA
54. FRANCESCO SCANTAMBURLO RIKORDO
QUESTIONE DI LIBRI
66. LA BIBLIOTECA CHE VORREI
Piero Gemelli 4. IL DOPPIO CHE RAFFORZA
I testi che non dovrebbero mai mancare nei nostri scaffali.
PHOTOPGURU 68. IMPARIAMO DAI GRANDI
Diane Arbus, lo scatto del proibito.
Piero architetto nella vita e nella cultura, non lascia che le cose accadano per caso; soprattutto non ama le scelte prese con leggerezza, quelle che non racchiudono in loro stesse lo scopo, il momento aggregante del proprio tempo. In lui, e in un certo senso, si sovvertono le regole della fotografia, almeno nella sua accezione comune: troppo centriche sul mezzo, molto meno sul fine.
L’ALTRA COVER STORY
UNO DI NOI 72. GEORGES SIMENON
Oltre lo scrittore, il fotografo.
Personaggi in cerca d’autore 16. LUCIANO ROMANO
La sua fotografia parte dal teatro, dove la realtà diviene simbolica, metafisica; così, come con un fattore filtro che si raddoppi, nelle immagini vengono a crearsi atmosfere nuove e inaspettate. Scattare è come raccontare rinunciando alle parole.
Progetto grafico Visiva S.r.l. - www.visiva-adv.it
www.imagemag.it Direttore responsabile Mosè Franchi Comitato editoriale Mosè Franchi, Roberto Mazzonzelli, Stefano Messina, Massimo Reggia, Lido Andreella
pagina due
Realizzazione grafica Gino Durso Davide Lanzino Ilaria Nigro Stampa Cortona Moduli Cherubini S.r.l. Image Mag è una pubblicazione Consorzio Gruppo Immagine
Redazione Consorzio Gruppo Immagine Viale Andrea Doria, 35 20124 Milano Tel. 02/23167863 e-mail: info@imagemag.it
1. EDITORIALE 14. CAFÉ FOTOGRAFICO
Notizie, anticipazioni e libri da non perdere.
70. EVENTI & MOSTRE
Mostre, eventi, manifestazioni, fiere, workshop e seminari. I principali appuntamenti per i prossimi due mesi.
Prezzo copia 12,00 euro. Arretrati 20,00 euro. Abbonamento a 6 numeri: ritiro in negozio Photop 42,00 euro / spedizione postale 62,00 euro Image Mag è una testata registrata presso il Tribunale di Milano con autorizzazione n. 237 del 1 Giugno 2012
Distributore esclusivo per l’Italia Consorzio Gruppo Immagine Periodicità Bimestrale
È proibita la riproduzione di tutto o parte del contenuto senza l’autorizzazione scritta dell’Editore. L’Editore è a disposizione per regolare i diritti delle immagini i cui titolari non siano stati reperiti.
IL DOPPIO CHE RAFFORZA
pagina quattro
GEMELLI
Š foto di Piero Gemelli
paginacinque
COVER STORY I GRANDI PROTAGONISTI DEL PALCOSCENICO FOTOGRAFICO
I
ncontriamo Piero Gemelli nell’ufficio PHOTOP. Non è la prima volta, così riscopriamo, con piacere, vecchie modalità di dialogo, con anche la voglia di parlare. Ci dice: “Io sono doppio, come il cognome; quindi, appena inizio una cosa ne debbo fare un’altra”. Vengono poi fuori tante considerazioni: il progetto, l’idea che matura, lo sviluppo di quanto si vuole fare. Piero architetto nella vita e nella cultura, non lascia che le cose accadano per caso; soprattutto non ama le scelte prese con leggerezza, quelle che non racchiudono in loro stesse lo scopo, il momento aggregante
pagina sei
del proprio tempo. In lui, e in un certo senso, si sovvertono le regole della fotografia, almeno nella sua accezione comune: troppo centriche sul mezzo, molto meno sul fine. Per Piero, il luogo del fotografo è anche davanti alla lente, prima del click, laddove il soggetto si plasma, per diventare concetto; disegno di una realtà interpretata. Non è la fotografia il segreto di Piero, ma la gestione dello spazio – tempo. Lui non congela l’oggi, ma il domani del suo progetto. Non c’è quindi alcun istante rapito, ma un periodo di tempo che sta subentrando: nel quale si svilupperanno racconti e non momenti.
Tutto torna, anche i suoi still life rigorosamente perfetti, ma da interpretare; come anche quelle figure umane accompagnate da un gesto che ne qualifichi il divenire. La ragione è nell’istante che si allunga per diventare periodo, dove possono svilupparsi disegni e sentimenti ingombranti per un solo centoventicinquesimo di secondo. È l’idea a mettere ordine, il suo valore: il progetto che edifica l’immagine. Il doppio rafforza il suo lavoro? Chissà, forse; molto probabilmente scopo, idea e progetto lavorano in sinergia per un risultato più grande. Di certo, titolando così il pezzo, abbiamo dato
FOTO
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FINE ART
STORIE DI FOTOGRAFI E DI FOTOGRAFIA
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L’ALTRA COVER STORY NUOVE TENDENZE ALLA RIBALTA DELLA FOTOGRAFIA
PERSONAGGI IN CERCA D’AUTORE
Abbiamo optato per un titolo “pirandelliano”, questo per introdurre Luciano Romano. La sua fotografia parte dal teatro, dove la realtà diviene simbolica, metafisica; così, come con un fattore filtro che si raddoppi, nelle immagini vengono a crearsi atmosfere nuove e inaspettate. Per Luciano esiste anche un teatro che si allarga, fino a diventare architettura, costruzione, composizione. Ecco, lì alle volte il rapporto s’inverte: non per un gioco di matriosche, bensì per una semplice ricerca di appartenenze. Lui stesso ci dice che nutre per le sue immagini una sorta di pudore, perché tutte nascondono un punto di vista intimo, privato: non valido per tutti. Forse è l’autore stesso che si cerca, anche (e soprattutto) attraverso l’incarnazione delle proprie creazioni. I simboli, nelle foto di Luciano, si rinnovano in continuazione ed anche chi guarda è chiamato a confrontarsi, per afferrare un’immagine che rincorre se stessa. Il “tempo moderno” complica (o esalta?) il lavoro del nostro: perché sempre più concitato, veloce. Ma forse l’interpretazione che Lui fa della realtà è proprio nel paradosso di ciò che non può capitare. Inutile inseguirsi in un teatro sempre più grande e fuori quinta: la risposta è nel divenire della ricerca, magari senza mai trovarsi; in questo modo si alimenta l’ambiguità dell’esistenza e di uno strumento (la fotografia) usato con maestria. Scattare è come raccontare rinunciando alle parole. A quel punto, non si possono definire i connotati, ma solo gli aspetti abilitanti, le atmosfere di contorno. E lì inizia il miracolo: autore e soggetto iniziano a cercarsi, e solo l’intensità diventa arbitro dell’opera.
pagina sedici
Š foto di Luciano Romano
paginadiciassette
pagina ventiquattro
PORTFOLIO Marco Franzini
ORIZZONTI LIBERI C’è tanta dedizione, nelle immagini che vediamo; che si trasforma, ai nostri occhi, in un’emozione antica. Ci vengono in mente Ansel Adams e un suo maestro, quel Paul Strand ex pittorialista e sostenitore della straight photography, con la quale la disciplina dello scatto trovava nella purezza l’autonomia del proprio linguaggio espressivo. Che dire poi del gruppo f/64? Marco ce lo fa ricordare. Lo fondarono Edward Weston e ancora Ansel Adams, questa volta assieme a Sonya Noskowiak e Imogen Cunningham. Lì era la nitidezza a vincere, sommata a una profondità di campo senza pari. Emozioni antiche, dicevamo; che poggiamo sul passato, trovando poi lo sbocco in uno stile paesaggistico equilibrato e profondo. Crediamo che per Marco la visualizzazione dell’immagine che vuole ottenere sia fondamentale nel creare le sue fotografie; quelle che hanno lo scopo di far riflettere circa ciò che si prova di fronte allo spettacolo incredibile della natura. Lui ci presenta il suo punto di vista, ma ci lascia liberi: soggettivamente. È il miracolo di una fotografia costruita con cura, che spinge il confine più in là, dove inizia l’idea di ognuno: in un orizzonte libero.
© foto di Marco Franzini
paginaventicinque
PORTFOLIO Cristina Mengucci
SPAZIO 1/10 Non è una fotografia d’assenze, quella di Cristina Mengucci. Lei cerca, scava, scova: oltre lo spazio vuoto, dentro la materia della mente. Nel suo lavoro vengono a crearsi i confini della percezione, le soglie dello sguardo. Ognuno di noi decide cosa guardare, e fino a dove; creando quindi un bordo entro il quale racchiudere paure e ambizioni: freni e spinte dell’esistenza, del comun vivere. Cristina ci apre gli occhi, per guadare meglio; allargando quella libertà che è conquista e non solo privilegio. Sì, siamo rimasti sorpresi. Convinti che la fotografia debba meravigliare, abbiamo trovato in Cristina una valida alleata. Non occorre ritrarre il reale, perché quello lo vediamo tutti; bisogna spingersi oltre, sforzandosi a stringere gli occhi: dove cioè la luce disegna linee e simmetrie, ombre tenui e lampi di bianco. Quello è il confine: l’elemento staminale del tutto, dell’ordine delle cose. Già, perché le immagini che vediamo vincono “l’entropia” globale, quella che ci costringe a una visione selettiva e circoscritta, prigioniera cioè del luogo comune. Qui non c’è il bello contro il brutto, bensì il contenuto di una proposta: c’è dell’altro da vedere, molto di più. Ne viene accresciuta la meraviglia, con anche quella sensazione di libertà che ci spinge laddove non saremo mai andati.
pagina trenta
Š foto di Cristina Mengucci
paginatrentuno
PORTFOLIO Carlo Barberio
A GADJO LA GRANDE FAMIGLIA pagina trentasei
Š foto di Carlo Barberio
paginatrentasette
PORTFOLIO Manuela Fratoni
Š foto di Manuela Fratoni
pagina quarantadue
MERCI, GENTE, MARE Questa serie di scatti è una selezione di un lavoro più ampio
realizzato durante un workshop fotografico all’interno dell’area portuale destinata alle merci, nel porto di Ancona. L’intento era quello di documentare l’attività specifica del luogo. È l’autrice a dircelo, perché: “Il paesaggio è un concetto ampio, liberamente interpretabile”. “Può tenere conto delle cose del porto, dei mezzi, delle navi; ma anche delle persone che vivono quella struttura o che sono semplicemente di passaggio”.
paginaquarantatre
PORTFOLIO Giuseppe Peletti
N ,A
G O
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D U
Giuseppe è un praticante di yoga ed è rimasto ammirato da quanto elegante possa diventare il corpo mentre assume le posizioni che lo compongono. Messo da parte l’orgoglio per la disciplina che sente “sua”, il nostro decide di raffigurarla attraverso il nudo. Si lascia così ispirare dal dipinto “Amor sacro e Amor profano” di Tiziano, dove la nudità è purezza, esaltazione dell’amore nella sua forma terrestre e celeste. Giuseppe ci dice che non avrebbe accettato alcuna forma di censura, e ha ragione. Nelle sue fotografie è lo yoga ad averne bisogno, prima ancora
pagina quarantotto
E R
U P ,
À IT
A Z Z
del contenuto dell’immagine. Senza la nudità, sarebbe venuta meno la plasticità, l’equilibrio, il valore scultoreo e interiore delle varie posizioni. Anche la scelta delle luci è pertinente. Giuseppe ci dice: “Volevo trasmettere l’idea che praticando si arrivi a brillare di luce propria, alla ricerca di un’illuminazione spirituale”. Resta il valore di un lavoro ben fatto, nel formalismo e nei contenuti, persino per quel coraggio che guida i “pochi” a interessarsi di un bello che vive oltre ciò che si vede, perché fatto d’idee e spiritualità.
Š foto di Giuseppe Peletti
paginaquarantanove
PORTFOLIO Francesco Scantamburlo
RIKORDO ”. uella canzone… q i d , lm fi el u q i nno d . ieri…”. “Era l’a e ss fo se oria, al ricordo e m m e co m a “È ll a ”. o e… m orria “Mi ricordo ch mo quando ric a si u e h ori né sapori, c d i o n a z io n ss se re , sp te e u e, m Sono queste le magini statich assato im ” re a li g fo “s di ; quasi che il p te ra n b a it m il se b i a c e , n e lazio Alle volt he. orto, di una re p p su n u cità mnemonic i a p d a o c n e a ll it e d ss e là c i e , al d che però n e rendere corpo p r e p i rs ei piccoli fram ia D g . g o io p g p g a ra i o d c o cità e abbia bisogn o, con sempli st e u q to dei ricordi. o in tt ir tu b la ra l e u g n , ffi a ra id gu Francesco ci filo sostiene e il e v o ale. È bello d , o rm p fo m e te o l c a ti a e it st v e ista restituiscono la dal punto di v r far e h c n a , te n a c ove. Sono lì, pe alifi d u q sà , is o h ll c e a b d è ti o o cala Il progett ei pezzi di vetr hi. u q o c n a fi a n o per i nostri occ c e o h tt c e n g a g e so ti il n e re e m ved r le unità in più, pe rt o p p ’o n u e m ricordare: co
pagina cinquantaquattro
Š foto di Francesco Scantamburlo
paginacinquantacinque
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STORIE DI FOTOGRAFI E DI FOTOGRAFIA
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