Alessandra Fuccillo - Dentro il Borgo

Page 1

Caro amico ti scrivo... La Mostra in Cartolina photoSHOWall da Dentro il Borgo Censimento fotografico dei borghigiani di Alessandra Fuccillo



Caro amico ti scrivo... La Mostra in Cartolina photoSHOWall da Dentro il Borgo Censimento fotografico dei borghigiani di Alessandra Fuccillo mostra fotografica in collaborazione con


Dentro il Borgo

Censimento fotografico dei borghigiani di Alessandra Fuccillo

4


Quando nel 2019 ho iniziato a fotografare persone per il bando Borgo Attivo, l’intento era quello di scoprire non solo i personaggi del quartiere ma anche gli interni, gli ambienti che li rappresentavano: case, negozi, strutture pubbliche e private. L’idea si è poi strutturata in una sorta di censimento fotografico degli abitanti del Borgo Ticino, un quartiere dall’anima popolare e fluviale che ha molte storie da raccontare. Fotografare queste persone aveva questo significato prima della pandemia, ma le circostanze in cui viviamo hanno visto cambiare tutte le nostre abitudini e di conseguenza è cambiato il rapporto tra i luoghi e le persone: le palestre ora sono vuote, per esempio, le case sono più vissute, qualcuno le ha cambiate, le ha attrezzate per poterci lavorare, i negozi hanno cambiato la loro struttura per poter far fronte alle direttive, tutti gli spazi si stanno trasformando in spazi di resistenza e rifugio. In questo contesto ho deciso di continuare a raccontare il rapporto tra spazio e personaggi del Borgo, durante la pandemia e spero, alla fine di questo lungo e difficile periodo. 5


ALESSANDRA FUCCILLO


Caro amico ti scrivo...

Alessandra Fuccillo La Mostra in Cartolina photoSHOWall

Saluti da Borgo Ticino -Pavia-

7


ALESSANDRA FUCCILLO


Caro amico ti scrivo...

Alessandra Fuccillo La Mostra in Cartolina photoSHOWall

Saluti da Borgo Ticino -Pavia-

9


ALESSANDRA FUCCILLO


Caro amico ti scrivo...

Alessandra Fuccillo La Mostra in Cartolina photoSHOWall

Saluti da Borgo Ticino -Pavia-

11


12


le storie

13


La mostra in cartolina photoSHOWall

Se la fotografia esce dai luoghi di esposizione (musei, gallerie) e di fruizione (carta stampata) e si diffonde nella città, diventa una forma di arte popolare e, se non vogliamo recuperare questo termine, legato ad esperienze artistiche degli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso, possiamo dire una forma di visione partecipata. Si crea una sinergia con l’ambiente urbano circostante e l’immagine vive una nuova vitalità, quella della partecipazione alla vita pubblica, agli scorci cittadini. Una nuova visione della fotografia d’autore, la cui fruizione, se la struttura ideata da photoSHOWall trovasse adeguata collocazione in ambienti urbani, potrebbe diventare diffusa. Alla base del progetto di photoSHOWall si può individuare una visione dinamica dell’immagine, non più univoca e uniforme, ma articolata e molteplice. La scomposizione delle singole fotografie è solo l’aspetto più evidente di queste immagini ricreate, dove la variabilità della combinazione consente una quasi infinita articolazione nel formulare nuovi spazi, nuovi campi visivi dove i dettagli possono assumere rilevanza rispetto all’insieme; ma è la stessa unità formale a subire una 14

trasformazione intrinseca e strutturale per dare dinamismo alla fotografia che, per sua natura, è statica, assoluta e definitiva. Una gabbia visiva che moltiplica le possibilità del saper vedere. Per questa esposizione, virtuale, eppure concreta nella sua realizzazione con immagini vere dell’autore accostate a scorci, altrettanto realistici, della città ripresi per l’occasione, si è realizzata una formula di commistione fra più immagini; un’articolazione che propone una nuova cartolina: una doppia lettura delle opere originali dei sette fotografi. Si è voluto realizzare questo progetto speciale per evidenziare le infinite possibilità creative delle strutture di photoSHOWall e per verificare come la fruizione delle immagini può variare in base al contesto in cui vengono collocate e alla cornice con cui vengono presentate. Una riflessione sulla contemporaneità dove il cosa è stato sostituito dal come. Renzo Basora


Caro amico ti scrivo...

Alessandra Fuccillo La Mostra in Cartolina photoSHOWall

Giovane e numerosa famiglia borghigiana

15


Caro amico ti scrivo...

Alessandra Fuccillo La Mostra in Cartolina photoSHOWall

Elisa, gelataia sempre aggiornata e piena di proposte, è in Borgo da molti anni

16


Caro amico ti scrivo...

Alessandra Fuccillo La Mostra in Cartolina photoSHOWall

Sara vive in una graziosissima casa di ringhiera con il suo gatto

17


Caro amico ti scrivo...

Alessandra Fuccillo La Mostra in Cartolina photoSHOWall

Paolo è la sentinella del quartiere ed è sempre pronto a fare un sorriso

18


Caro amico ti scrivo...

Alessandra Fuccillo La Mostra in Cartolina photoSHOWall

Alessandro, presidente del Club Vogatori

19


Caro amico ti scrivo...

Alessandra Fuccillo La Mostra in Cartolina photoSHOWall

Flora è stata badante di un borghigiano per molti anni, ha riempito di bellissimi ďŹ ori un intero cortile del Borgo

20


Caro amico ti scrivo...

Alessandra Fuccillo La Mostra in Cartolina photoSHOWall

Famiglia borghigiana bilingue

21


Caro amico ti scrivo...

Alessandra Fuccillo La Mostra in Cartolina photoSHOWall

Giovane famiglia borghigiana

22


Caro amico ti scrivo...

Alessandra Fuccillo La Mostra in Cartolina photoSHOWall

Giovane famiglia borghigiana

23


Caro amico ti scrivo...

Alessandra Fuccillo La Mostra in Cartolina photoSHOWall

Massimo, batterista borghigiano

24


Caro amico ti scrivo...

Alessandra Fuccillo La Mostra in Cartolina photoSHOWall

Storico vogatore borghigiano

25


Caro amico ti scrivo...

Alessandra Fuccillo La Mostra in Cartolina photoSHOWall

Piergiorgio, che non ha bisogno di presentazioni

26


Caro amico ti scrivo...

Alessandra Fuccillo La Mostra in Cartolina photoSHOWall

Nelly è l’anima solare del Borgo: il suo laboratorio creativo Tierrarte è un luogo incantato


Caro amico ti scrivo...

Alessandra Fuccillo La Mostra in Cartolina photoSHOWall

Fabio e Teto, colonne della palestra Bsa Boxing Team, attualmente chiusa per Covid

28


Caro amico ti scrivo...

Alessandra Fuccillo La Mostra in Cartolina photoSHOWall

Maurizio il calzolaio è una colonna portante del quartiere

29


Caro amico ti scrivo...

Alessandra Fuccillo La Mostra in Cartolina photoSHOWall

“Beppe Dabbene, titolare del Miccone, in Borgo dal 1974�

30


Caro amico ti scrivo...

Alessandra Fuccillo La Mostra in Cartolina photoSHOWall

Giorgio vive nella mitica Via Milazzo, accanto al fiume. Ama stare in giardino e occuparsi dell’orto, dei cani e delle galline.

31


Caro amico ti scrivo...

Alessandra Fuccillo La Mostra in Cartolina photoSHOWall

Congiunti e non in Via Milazzo

32


Caro amico ti scrivo...

Alessandra Fuccillo La Mostra in Cartolina photoSHOWall

Manuela gestisce Campea in Borgo, un negozio di prodotti naturali e ecosostenibili

33


Caro amico ti scrivo...

Alessandra Fuccillo La Mostra in Cartolina photoSHOWall

Pietro e il suo storico negozio di scarpe di qualitĂ per bambini

34


Caro amico ti scrivo...

Alessandra Fuccillo La Mostra in Cartolina photoSHOWall

I tabaccai di via dei Mille e i loro sorrisi

35


Caro amico ti scrivo...

Alessandra Fuccillo La Mostra in Cartolina photoSHOWall

Beatrice è educatrice cinofila e vive in Borgo con i suoi cani. Fa parte de “Gli amici di Ohana”, un virtuoso canile di Badia Pavese

36


Caro amico ti scrivo...

Alessandra Fuccillo La Mostra in Cartolina photoSHOWall

La competenza che passa dalla madre alle figlie: Anna, Ale e Francy, storiche parrucchiere borghigiane

37


LA VIDEO MOSTRA

38


guarda il video

39


Tutte le cose nuove creano spiazzamenti psicologici e, come in questo caso, visivi. Ciò è dovuto al fatto che ci siamo abituati a particolari modalità che abbiamo finito per considerare inamovibili e indiscutibili. Quando prendiamo in considerazione una mostra fotografica, per esempio, ci scatta in automatico un progetto molto preciso che prevede stampe inserite in passepartout e contenute in cornici che vanno appese in parete accompagnate da didascalie e un testo di presentazione. Poche le variabili previste: stampe di più o meno elevata qualità, fotografie al vivo senza passepartout, strutture cui appendere le fotografie quando muri di pregio non consentono di utilizzare chiodi.

photoSHOWall, oltre l’allestimento

La proposta di photoSHOWall cambia molto e, proprio per le sue caratteristiche innovative, necessita di una più attenta valutazione e di una precisa descrizione. Dal punto di vista tecnico si tratta di una struttura modulare costituita da una serie di elementi accostati fra di loro ognuno dei quali funge da cornice che contiene al suo interno uno spazio da utilizzare in molti modi, il più semplice dei quali è quello di ospitare una lastra quadrata di forex su cui è stata stampata direttamente una fotografia. Poiché queste sono in genere rettangolari, la stampa prevede un bordo esterno bianco o nero che funge da passepartout su cui si può anche stampare se lo si crede opportuno il nome dell’autore o una intera didascalia. Una o più cornici possono contenere, invece, titolo, dati e/o un testo critico introduttivo.

photoSHOWall può essere realizzato in versione a isola autoportante che consente ai visitatori di girarle attorno: in tal modo si possono utilizzare sia le due pareti parallele fronte/retro sia quelle più piccole laterali. Esiste anche la possibilità di realizzare una sola facciata da addossare a una parete. Una importante variabile introdotta dall’uso di queste strutture è quella di prendere una fotografia, ingrandirla e stamparne le singole parti così da avere un particolare effetto molto spettacolare di scomposizione. Ovviamente in questo caso occorre scegliere una fotografia che si presti a essere scomposta. Questo consente di muoversi su due piani mettendo in sintonia mondi che stranamente si ignorano, quello delle mostre esposte in musei e gallerie e quello dell’arredamento e dell’architettura di interni. Perché gli stessi autori che vengono spesso ammirati in un luogo espositivo possono nobilitare uno spazio privato, un salotto, una sala riunioni, un ufficio. L’elemento di connessione, oltre alla struttura che lo rende possibile, è il compito svolto da un critico che sappia scegliere i fotografi e proporre immagini che siano in sintonia con le richieste dei clienti. Per questo motivo è giusto accompagnare ogni proposta da un breve testo critico che racconti, nobilitandola, la scelta delle fotografie proposte. Ovviamente, come sempre succede in questi casi, il nuovo non cancella mai quanto lo precede come il presente si accosta ma non elimina il passato, almeno per chi ha l’intelligenza per capirlo. Quindi


photoSHOWall non è in contrasto con una mostra classica né la sostituisce, ma la affianca e l’accompagna. Allo stesso modo le fotografie che inserisce nella sua struttura sono multipli diversi per finalità e intenti dalle stampe fine art firmate e numerate destinate al mondo del collezionismo. Anche qui c’è da battere qualche convenzione ormai radicata perché, se fino a qualche anno fa erano in pochi a tenere nella giusta considerazione la fotografia d’autore, ora si è passati a uno strano atteggiamento opposto che induce ad avvolgere ogni immagine di una sorta di sacralità che guarda con sospetto a ogni utilizzo che non sia considerato artistico. Gli interlocutori fra i fotografi per i quali è stato pensato questo progetto sono quindi coloro che considereranno le loro opere da diversi e non contrapposti punti di vista che consentano loro di venderle come stampe da collezione, ma anche come elementi da inserire in un arredamento. Una ulteriore considerazione riguarda, infine, le potenzialità espressive di photoSHOWall. Da un lato questo concerne l’estrema varietà di supporti di stampa perché, oltre al citato forex, possono essere utilizzati il laminato metallico, il perspex che consente anche la possibile retroilluminazione e altri materiali (senza escludere anche la classica stampa su carta di pregio con relativo passepartout che può appoggiare sul fondo rigido della struttura). Dall’altro introduce una singolare variazione sul tema: poiché ogni elemento può essere impostato all’interno delle cornici a profondità diverse,

è possibile fare in modo che alcuni elementi dell’immagine scomposta emergano rispetto agli altri che restano sullo sfondo, creando un originale effetto di profondità. In tal modo lo sguardo, spostandosi dal centro dell’immagine ai suoi lati, può vedere l’immagine “animarsi”. È quanto succede al critico che analizza l’insieme e apprezza la composizione, ma quando deve parlare della fotografia valorizza quei particolari che, emergendo, fanno in modo che l’immagine sia più viva e faccia immaginare racconti, testimonianze, notazioni. Quelle capaci di vivificare una parete e non renderla mai statica agli occhi di chi la osserva. Tutte queste considerazioni portano a ribadire che non siamo semplicemente di fronte a una o più strutture espositive: fermarsi a questo aspetto significherebbe, infatti, sottovalutare le potenzialità del progetto che apre a nuove prospettive sia dal punto di vista estetico sia da quello del concetto stesso di utilizzo e valorizzazione dell’immagine fotografica che non esclude di accostare alla realizzazione fisica una sua variabile virtuale. È a questo punto evidente il valore di una regia complessiva e qui emerge l’importanza cruciale della figura del critico. Alcuni di questi limitano il loro campo d’azione alla pura analisi dei lavori dei fotografi, alla stesura di testi, alla supervisione degli allestimenti, mentre altri - e sono quelli che ci interessano - assumono un ruolo assai più complesso che implica la conoscenza

dell’ambiente, la ricerca e valorizzazione di nuovi autori, la curiosità che spinge a cercare soluzioni innovative, una competenza che si estende anche a tutti gli aspetti tecnici che molti colpevolmente ignorano, come se la scelta di un supporto, di una cornice, di un tipo di illuminazione fossero qualità secondarie. In sintesi un critico dovrebbe dotarsi di quella sensibilità generale che risulta indispensabile a chi è chiamato a essere una vera guida per tutti i soggetti in campo, cominciando dai fotografi per concludere con i fruitori e i collezionisti. In questo caso il critico diventa così un vero e proprio regista che deve essere capace di comprendere quali e quanti sono i fotografi che possono essere coinvolti, che genere di opere valorizzare visto che non tutte si prestano a una scomposizione, in quali strade tradizionali ribadire la propria presenza, in quali nuove tracciare un percorso innovativo. Perché in questa fase storica in cui la fotografia compare in una quantità così massiccia da rischiare una sorta di bulimia della visione - quella che Joan Fontuberta chiama postfotografia - è necessario mettere in comunicazione il passato con il futuro. Per recuperare in un dialogo costruttivo la qualità e la passione ereditate dalla storia con le nuove esigenze di una contemporaneità che vuole confrontarsi nella stessa misura con la fisicità di un allestimento reale e con l’immaginifico di uno virtuale. Roberto Mutti



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.