Volume centenario Piante Mati dal 1909

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100 PROGETTI

100 PENSIERI


100 GIARDINI

100 PIANTE





dal 1909

cento giardini cento progetti cento piante cento pensieri


Si ringraziano per l’aiuto fornito nella ricerca di documentazione storica Loretta e Valerio Ieri, Roberto Mati, Mirella Mati, Miranda Mati; per la collaborazione Tessa Matteini e Anna Mati. Un ringraziamento particolare per tutti coloro che con il loro pensiero hanno permesso la pubblicazione di questo volume.

© copyright 2010 Piante MATI ISBN-00 00-0000-000-0 Progetto grafico Daniele Menichetti www.physisgrafica.com Stampa Industrie Grafiche Pacini L’editore resta a disposizione degli aventi diritto con i quali non è stato possibile comunicare e per le eventuali omissioni. Fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, comma 4, della legge 22 aprile 1941 n. 633 ovvero dall’accordo stipulato tra SIAE, AIE, SNS e CNA, CONFARTIGIANATO, CASA, CLAAI, CONFCOMMERCIO, CONFESERCENTI il 18 dicembre 2000. Le riproduzioni per uso differente da quello personale sopracitato potranno avvenire solo a seguito di specifica autorizzazione rilasciata dagli aventi diritto/dall’editore.


Signor Mati mi dia un giardino una metropoli d’insetti e fiori con le arance appese al vento dove i roseti a maggio trattengano in sé il mattino. Un giardino dove i loti siano mondi sospesi dove verrò infine sepolto nel mio universo d’inverno dopo aver molto sognato dopo aver molto danzato coi cipressi e le rose per pregare e la passione… Che si possa attraversare per pulirsi dal male per asciugare il dolore. La mia anima etrusca si troverà in quel giardino crocevia d’antiche strade teatri d’ombra e di sere dove nascondermi in siepi di vento dove aprirmi al nuovo mondo. Un giardino che sia di transito per i pellegrini che come meta si pongono il dubbio. Un giardino di melagrane pesche e more di gelso per assaggiare il tempo nel suo divenire dove le ore sacre confondano il mio essere profano

dove il funebre anticipi di poco il sole un grande ritmo per festeggiare ciliegi e spine infiorescenze serpi segrete fonti per il piacere. Mi dia un giardino coi seni d’erba ed i fianchi di pietra serena ed una fonte che sgorga dai prati dopo le piogge di novembre… …ancora un giardino per avere un luogo ameno dai contorni incerti dove esistere nell’incertezza che spesso ancora indosso quasi fosse un abito nuovo misto seta, lane, acrilico. Per me per noi un giardino e che là io non esista che non esista un culto un credo uno scopo una fiamma un senso non un Banco un male una casta un rito che non esista un mito un fine un voto non un velo un esplosione un titolo il silenzio un paradiso e ancora un demone tra la femmina e l’uomo ma solo vivere… …e vivere… …e vivere.



Questo volume ha una doppia chiave di lettura: una raccolta di pensieri inseriti in maniera casuale sulle pagine di sinistra e una sequenza cronologica di immagini e progetti sulle pagine di destra. Una raccolta di emozioni per ricordarci come eravamo e come siamo diventati, per non far dimenticare a chi seguirà le nostre orme la passione e l’entusiasmo che ha accompagnato, sempre, il nostro cammino: cento anni, cento piante, cento giardini e ancora cento pensieri.


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Caro Andrea,

mo potuto utilizzare questi esempi per educare e dif-

stessi e per gli altri. Attraverso la cura, la pazienza,

fondere la parola di Dio.

l’amore e l’attenzione verso le piante, hanno impara-

mi appresto a scriverti queste righe nel momento

Ma la natura è bellezza, è perfezione perché im-

in cui l’Italia intera è stata sconvolta dal tremendo ter-

magine di Dio. Quando arrivammo a Molino Silla,

Oggi Molino Silla è un giardino meraviglioso,

remoto che ha colpito l’Abruzzo. La natura si mostra

oggi il centro nevralgico di tutte le comunità nel mon-

bello, ricco, fiorito e colorato, come i cuori di tut-

in tutta la sua forza e l’uomo ne esce ridimensionato

do, trovammo un rudere abbandonato, senza porte

ti i ragazzi che anche solo per un minuto l’hanno vi-

al ruolo per il quale è stato creato.

e finestre, invaso dai rovi. Dormivamo a terra e non

sta e vissuta.

to ad avere cura, amare, rispettare ed aspettare.

Tutto questo ci induce a riflettere su quanto fac-

avevamo né acqua né luce. Alla sera, davanti al ca-

Oggi Zervò, Pompei, Raganella e tanti altri centri

ciamo per la natura e quanto invece facciamo con-

mino attorno al quale ci riunivamo, dissi ai ragazzi

d’Italia sono giardini meravigliosi ancor prima di es-

tro natura. Tutti i nostri sforzi compiuti contro la natura

che avevo un sogno, che un giorno quella casa sa-

sere case, che accolgono migliaia di ragazzi logori

prima o poi si dimostrano deboli e danno scarsi frut-

rebbe diventata calda ed accogliente, che quel ca-

nello spirito e sporchi nell’animo che, grazie al colo-

ti. Molte volte causano gravissimi danni.

mino non avrebbe fatto più fumo, che quella terra sa-

re e al candore di quei fiori e al vigore di quelle pian-

rebbe diventata un giardino incantato pieno di pian-

te tornano a vivere e la loro vita torna a fiorire.

Abbiamo imparato col tempo e con le esperienze tramandateci dai nostri predecessori che il rispet-

te e di fiori.

Tutto questo è stato possibile grazie alla Tua

to per madre natura viene sempre ripagato. La mia

Quei ragazzi mi presero per matto; non avevamo

vicinanza, al Tuo impegno, alla Tua dedizione ed al-

formazione e la mia identità provengono dalle radi-

da mangiare e da bere ed io pensavo ai fiori ed al

la Tua passione e quella della Tua famiglia. Non hai

ci semplici della mia famiglia. Dai miei genitori ho

giardino. Ma io vedevo i miei ragazzi provenire dai

portato solo fiori o piante da piantare o innestare,

imparato il rispetto per la natura e gli insegnamenti

posti più lugubri e sporchi delle città, i posti più bui e

hai portato in ogni cuore di questi ragazzi un seme

che ne derivano.

grigi, privi di luce e di colore, che non davano pro-

di speranza. Da quei semi è nato nuovo amore, nuo-

spettiva non solo al loro cuore ed al loro animo ma

va passione e credo che non a caso, proprio qualcu-

anche ai loro occhi.

no di quei ragazzi, una volta nemico della vita e del-

La mia cara mamma amava ripetermi: ”Pierino, non cade foglia che Dio non voglia”! In questa frase è racchiuso tutto il mistero della fede e tutte le for-

Ecco il desiderio del giardino; rendere accoglien-

la bellezza, oggi, attraverso la tua disponibilità, ren-

me della sua manifestazione. La foglia è dell’albero

te, viva, lucente e colorata la vista di quei ragazzi per

da alla natura la stessa grazia da essa ricevuta, quel-

e l’albero è opera di Dio.

poi colorare i loro sogni, le loro anime, i loro cuori!

la di far fiorire la bellezza che è fiorita in lui.

Questo insegnamento ho ricevuto dalle meravi-

Il giardino di Molino Silla si è realizzato e in tut-

gliose opere che Dio ci ha donato attraverso la natu-

ti questi anni ha fatto innamorare e fa innamorare mi-

ra, le piante, i fiori. Ed io amo dire: “un seme non dà

gliaia di ragazzi, persone, gente comune. Tanti miei

un altro seme, ma un albero che dà milioni di semi”!

figli dell’amore, giunti in comunità senza il benché

Don Pierino Gelmini

Ecco il mio amore per la natura. Senza di essa, sen-

minimo sentore di amor proprio, attraverso l’amore

Comunità Incontro

za i suoi frutti, nemmeno noi, uomini di fede, avrem-

per i fiori e le piante hanno riscoperto l’amore per se

Molino Silla

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Con le mie più vive felicitazioni per il centenario.

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1921 – Bonelle. Tre generazioni Mati: Cesare ed Eugenia, Elmo, Ginevra e Casimiro, Mario, una zia (sorella di Ginevra), Arnaldo, Arnolfo e Marinella

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Gli alberi non parlano, ma ascoltano e pensano. E sono anche in grado di amare, ovviamente, come ogni essere vivente sopratutto chi si occupa di loro e dei loro piccoli. Come la famiglia Mati che lo fa da 100 anni. Mogol

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Ginevra con cinque dei sei figli: Marinella, Mario, Elmo, Arnolfo e Arnaldo

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Grazie agli esperti agronomi di Piante Mati che ci hanno permesso di godere del magnifico spettacolo dei peri in fiore, pur sul nostro terreno “difficile�. Maurizio e Sonia Ongari

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Un viale del vivaio

Vivaio di Bonelle, esemplare di Cedro in cassa

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Anni ’40: Lidia Gargini con Miro e Miranda

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Auguro a tutti e tre i miei allievi di festeggiare insieme il prossimo centesimo anniversario! Enzo Benucci

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Piante in contenitore fotografate e ritoccate per i cataloghi dell’epoca

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L’Arte Ambientale impone una serie di obblighi

gli anni ’70, presso i suoi nipoti Miro e Cristina Ma-

Ogni anno, nell’anniversario della nascita del

ai quali non è possibile sottrarsi né da parte dell’arti-

ti, la cui frequentazione si trasformò ben presto in af-

proprio padre Andrea, Francesco, Paolo, Alessan-

sta né da parte del committente, il più importante per

fettuosa amicizia, fino a farci condividere i reciproci

dra e Isabella, sulle orme di un’antica tradizione rina-

quest’ultimo è senza dubbio quello di dover mante-

fatti salienti delle rispettive famiglie.

scimentale, organizzano una mega festa, con tavola

nere l’ambiente nello stesso identico modo di come

Infatti Miro ha seguito, passo dopo passo, l’evol-

imbandita per parecchie decine di invitati provenien-

è stato trovato dall’artista al momento della realizza-

versi della collezione, non lesinando consigli, soprat-

ti da ogni parte d’Italia e dall’estero, clienti, amici

zione della propria opera. Mentre questo compito è

tutto per alcuni progetti, come nel caso dei Cerchi

e collaboratori si stringono intorno al Capofamiglia

abbastanza facilitato per opere d’A.A. nate all’inter-

del Tempo, dell’artista americano Alan Sonfist, rea-

con autentiche manifestazioni di stima e affetto.

no degli edifici, assai più complesso è quando l’im-

lizzato interamente con essenze vegetali, dopo una

Agli intervenuti è normalmente dedicata una mo-

pegno viene assunto per opere realizzate in ambien-

scrupolosa ricerca scientifica che rimanda ai tempi

stra, bene allestita, che documenta la creatività del-

ti naturali, così com’è avvenuto nell’ambito del rigo-

della formazione geologica della nostra zona.

l’Azienda, con impianti arborei realizzati durante

glioso parco di Celle.

Nel frattempo Miro e Cristina, in seguito alla cre-

l’anno in corso nelle diverse parti del mondo.

La vegetazione è materia viva, quindi sottoposta

scita dei propri figli, cinque in tutto, hanno dotato

Quest’anno il Vivaio Mati compie cent’anni, una

a continui mutamenti, fino alla conclusiva tempora-

l’azienda di un inestimabile patrimonio umano. I rap-

ricorrenza degna della massima considerazione, il

neità, per mantenerne la stessa peculiarità non sareb-

porti con la collezione di Celle vengono condivisi ol-

bilancio consuntivo di questo primo secolo di vita

be sufficiente neppure l’assiduo monitoraggio al qua-

trechè da Miro anche dal figlio Andrea il quale ri-

non può che preludere a un bilancio di previsione

le è sottoposto l’ambiente se non godesse anche del-

vela presto un sensibile animo di artista, oltre all’ap-

destinato a ricalcare se non a superare il preceden-

la supervisione di persone altamente qualificate.

prezzata competenza nel ramo dell’azienda di fami-

te. Questa certezza viene dalla conoscenza com-

Il nostro ardito progetto, nato senza modelli di ri-

glia. La specificità culturale di Andrea si manifesta

positiva di questa ferrea Famiglia, la cui compattez-

ferimento, non avrebbe potuto ottenere così tanti con-

soprattutto in campo musicale, raffinato compositore

za può affrontare e superare qualsiasi situazione av-

sensi in Italia e all’estero, fino a divenire esso stesso

di musica classica-moderna, le sue composizioni so-

versa, anche la peggiore e quindi guardare sere-

modello per tante altre realtà nate un po’ ovunque, se

no state esibite con successo in diverse sale di con-

namente il futuro garantito dalla fiducia delle pro-

non avesse coinciso con alcune fortunate coinciden-

certo in Italia ed all’estero, tra cui anche nell’audito-

prie forze.

ze, tra queste, quella della preziosa collaborazione

rium di Celle.

con la famiglia Mati, milieu del vivaismo pistoiese. L’antico e cordiale rapporto con il Cav. Arnaldo Mati ci permise di introdurci, a partire dall’inizio de-

Tra i lavori rilevanti realizzati a Celle da Andrea

In bocca al lupo!

va ricordato Il Bosco commemorativo dell’anno duemila.

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Con sincero affetto Pina e Giuliano Gori

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Copertina del catalogo Autunno 1932 – Primavera 1933

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Copertina del catalogo Autunno 1933 – Primavera 1934

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È stato un vero piacere collaborare con l’azienda Piante MATI Pistoia ed in particolare con il Signor Andrea Mati, con il quale l’iniziale rapporto cliente/fornitore si è poi trasformato in cordiale amicizia. Le qualità professionali e la correttezza dimostrata durante la realizzazione dei progetti oltre alla disponbilità ad intervenire tempestivamente anche dopo la fine dei lavori hanno contribuito ad accrescere la stima per l’azienda e per i suoi titolari. Un cordiale augurio per altri 100 anni di successi. Cav. Samir Victor El Kharrat Presidente L’Orto del Forte S.p.A Tavarnelle Val di Pesa.

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Sull’aia di Bonelle, la battitura del grano: Casimiro con due operai e Miro bambino

Scorcio del vivaio di via Bonellina

Ginevra

Il Giardino della sede

L’Ing. Barchiesi (titolare dell’Italfrigor, detto “Il re del Freddo�) con alcuni collaboratori davanti alla sede di via Bonellina, insieme a loro da sinistra Marino, Arnolfo, Casimiro, Ginevra e Mario

Una visita in vivaio

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Caro Andrea, ti scrivo alcune delle mie riflessioni sulla nostra collaborazione degli ultimi 5 anni. È stato il punto culminante della mia carriera incontrare persone così entusiaste come voi ed io mi auguro di poter lavorare insieme per molti anni ancora. Tu sei un grande amico.

Fui rassicurato dalla possibilità di parlare inglese

La Piante Mati ha compreso ed accolto questa ne-

quando la mia limitata conoscenza dell’italiano ren-

cessità dal primo giorno. Ad ogni livello, all’interno

deva difficile la comunicazione e molto impressiona-

della squadra Piante Mati, si percepisce un forte sen-

to dalla cura e dall’organizzazione dei vivai Mati e

so di disponibilità ed affidabilità a prescindere dal

dall’alto livello di professionalità tra gli impiegati del-

giorno, l’ora o la stagione dell’anno.

l’azienda, che incontrai durante la mia prima visita.

Si può facilmente capire come la Piante Mati si

Dopo un ampio colloquio e varie fasi successive,

senta legata alle opere a verde create a Castiglion

alla Piante Mati venne assegnato l’incarico della si-

del Bosco proprio allo stesso modo in cui lo siamo

stemazione a verde di Castiglion del Bosco e nei cin-

noi architetti, i progettisti ed i proprietari.

que anni passati ho avuto il piacere di collaborare

Per me questa è la qualità più importante della

Venni presentato per la prima volta ad Andrea

con questa azienda per vedere la realizzazione dei

Piante Mati. Loro sono orgogliosi dei loro lavori e li

Mati dall’Arch. Carlo Ludovico Poccianti nel 2004

nostri progetti in paesaggi e giardini spettacolari, vi-

sentono propri.

quando iniziammo a selezionare un potenziale ap-

venti, che respirano.

Sono artisti di diritto e durante questo percorso so-

paltatore per la sistemazione a verde del cantiere di Castiglion del Bosco a Montalcino (SI). L’Arch. Poccianti mi portò a Pistoia per un incontro con Andrea Mati.

no diventati grandi amici. Il lavoro non è stato facile.

Io mi sento grato a tutti voi della Piante Mati!

Abbiamo affrontato molte scadenze ed ostacoli impegnativi con l’attenzione ad ogni dettaglio, ma

Congratulazioni Piante Mati per il vostro 100° an-

Ricordo che ero un po’ in ansia per questo incon-

la volontà della Piante Mati di fare qualsiasi cosa

niversario! Un traguardo davvero incredibile per qual-

tro dal momento che si trattava della mia prima espe-

necessaria per venire incontro alle nostre richieste e

siasi azienda. Possiate continuare a prosperare ed a

rienza lavorativa fuori dagli Stati Uniti e questa vol-

consegnare un prodotto meraviglioso è andato ben

godervi un futuro pieno di successi e bei giardini.

ta dovevamo selezionare un appaltatore per un gran-

oltre le mie aspettative.

de lavoro.

In un lavoro di restauro del verde in così grande

Incontrando Andrea Mati ed i suoi fratelli Paolo e

scala come Castiglion del Bosco, il cliente e gli archi-

Francesco, la mia ansia si trasformò velocemente in

tetti richiedono ad ogni appaltatore di essere estre-

una sensazione di benessere.

mamente flessibile ed accurato.

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Cordialmente Philip Adiutori Architetto Paesaggista

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L’Attrice Germana Paolieri nel vivaio di via Bonellina

Foto professionale utilizzata per il catalogo dell’epoca

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Ginevra con Lidia Gargini, Iris Menici e Alda Vannucchi, rispettivamente mogli di Mario, Arnolfo e Arnaldo

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It has been a true pleasure and a privilege to

è stato un vero piacere ed un privilegio aver la-

have worked with such a team. Obviously what you

vorato con un gruppo come il vostro. Ciò che voi fa-

do is create gardens. However, the trick of your work

te è creare giardini, ma il segreto del vostro lavoro è

is to create an environment that is compatible with

creare un ambiente che sia compatibile con i sogni,

the dreams, desires, visions and needs of the client.

i desideri, le visioni e le necessità del cliente. Nel no-

In our case, you managed to achieve that and more,

stro caso, vi siete impegnati per raggiungere questo

year after year. The magic that you have managed to

e molto di più, anno dopo anno. La magia che siete

obtain with trees, grass and flowers is a true art. Your

riusciti ad ottenere con alberi, erba e fiori è vera arte.

attention to detail, nurturing of the client and your

La vostra attenzione al dettaglio, nutrimento del clien-

team of passionate and professional individuals dem-

te, e la vostra squadra di persone appassionate e

onstrates why your company is so strong after 100

professionali dimostrano perchè la vostra azienda è

years. Congratulations and thank you for the honour

così forte dopo 100 anni. Congratulazioni e grazie

of working together with you over the past 8 years.

per l’onore di aver lavorato insieme per oltre 8 degli

Here’s to the next 100.

anni passati. E speriamo per i prossimi 100.

Here, on the Costa Smeralda, there are some tru-

Qui, sulla Costa Smeralda, ci sono alcuni giar-

ly spectacular gardens, however, none as magical as

dini spettacolari, ma nessuno è magico come quel-

the one created by Francesco and his team at Arcu

lo creato da Francesco Mati e la sua squadra ad Ar-

de Chelu. The passion, patience and nurturing of all

cu de Chelu. La passione, la pazienza e l’attenzione

aspects of the garden…including the people who en-

verso tutti gli aspetti del giardino, incluse le persone

joy it...is unmatched.

che ne usufruiscono, sono impareggiabili.

It has been an honour for me, as a client, to have

E’ stato un onore per me, come cliente, aver tro-

found such a team of professional and understand-

vato una squadra di persone così professionali ed in-

ing individuals.

telligenti.

Congratulations on what you have managed to

Congratulazioni per ciò che siete riusciti a crea-

create, and as you well know, your ancestors will be

re, e come ben sapete, i vostri antenati sorrideranno

smiling with you as you celebrate 100 years.

con voi al festeggiamento dei 100 anni.

Jacqui Holth,

Jacqui Holth,

Villa Arcu de Chelu,

Villa Arcu de Chelu,

Romazzino, Porto Cervo, Sardegna, Italia

Romazzino, Porto Cervo, Sardegna, Italia.

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Anni ’30: la prima “insegna� dell’antico Stabilimento e premi conseguiti a mostre di orticoltura

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Congratulazioni per l’importante traguardo! 100 Anni sono veramente tanti. Auguri per questo magnifico compleanno. A presto Enrico e Giovanna Banci

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La vecchia sede di via Bonellina

La famiglia riunita in occasione della visita dell’attrice Germana Paolieri

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Un viale del vivaio

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Intanto “buon compleanno�! Dal ricordo delle piante nei giardini ombrosi della mia infanzia, al progetto di questo nuovo giardino in Toscana, dove i verdi hanno mille colori. I cespugli si accostano agli alberi, le rose si accompagnano ai rosmarini. Severi i cipressi e lievi gli olivi. Molti i consigli, sino al percorso conclusivo del fare, ove Andrea Mati ha dato forma al pensiero. Gabriella Belotti

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Anno ‘30: il logo della Ditta Casimiro Mati e figli

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â€œâ€Ś.. ed egli aveva seminato roseâ€? Caricatura di Elmo Mati

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“Ma di fianco alla reggia un orto grande, quanto ponno in dì quattro arar due tori, stendesi, e viva siepe il cinge tutto. Alte vi crescon verdeggianti piante, il pero e il melograno, e di vermigli pomi carico il melo, e col soave fico nettareo la canuta oliva” (Odissea, libro VII, 74-104; il giardino di Alcinoo, il re che ospitò Ulisse). “Ma Voi, volete un giardino da ammirare seduti? O un giardino dove passeggiare?”, ci chiese Francesco Mati. Fui colpito non solo dalla precisa domanda che investe lo stile del giardino e lo stile esistenziale di goderlo, ma dalla cura e attenzione che Mati poneva sul piccolo terreno intorno alla casa di Anna, su a Capo Berta (Imperia). La risposta Anna ed io l’avevamo subito pronta. Ma volevamo ancora sentire, conoscere, imparare. E scoprimmo che Mati pensava generosamente al nostro breve appezzamento quasi fosse il solo angolo di mondo sopravvissuto (che è forse il segreto di ogni giardino). E che Mati traguardava il terreno già nel quadro dello sfondo: i pini e i cipressi cézanniani di tutto il Promontorio. “Nel paesaggio, in monti e in mare, noi camminiamo, navighiamo; nel giardino vogliamo leggere, contemplare”, rispondemmo. Mati intese al volo. Gliene saremo perennemente grati. Giorgio e Anna Bertone

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Esposizione florovivaistica alla fine degli anni 30

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Ero seduta in una comoda poltroncina e nei pochi

vent’anni) né poggioli o davanzali e nemmeno il più

ti, come i signori Mati, come Ippolito Pizzetti o Rober-

minuti che preludevano all’incontro col signor Mati

piccolo dei vasi di coccio, e informato che la dotto-

to Burle Marx, che hanno avuto l’indulgenza di acco-

pregustavo la felicità di trovarmi finalmente immersa

ressa Biondi era un’aspirante progettatrice, ma che

gliermi come amica. Io sin da bambina ho amato i

tra le piante del vivaio. Avevo appena parlato con

non aveva l’ombra di un committente, né l’idea di

giardini con animo semplice e appassionato e quan-

una persona molto gentile, che però mi era sembrata

come procurarsi dei clienti, era piuttosto perplesso su

do avrei avuto un giardino, un vero, enorme giardi-

sempre più perplessa e alla fine si era eclissata.

come poter rendersi utile a me senza venir meno ai

no, sarei persino riuscita a far indossare i panni da

suoi doveri, compreso quello di non perder tempo.

lavorante tutto fare a mia sorella Cristina, prototipo

I Mati, mitici per me: avevo letto una pubblicità che invitava ad andarli a trovare e io avevo preso il

Quando arrivò il signor Mati mi fu subito evidente

delle sorelle maggiori secchie e ipercritiche, dedite

treno da Venezia per questo, mi ero da poco laurea-

che aveva un concetto assolutamente elevato e squi-

solo a occupazioni serie e socialmente utili, alme-

ta in agraria e finalmente potevo avere delle iniziati-

sito dell’ospitalità e che avevo trovato la guida idea-

no sino al momento nel quale scoprono la voluttà di

ve che mi portassero a realizzare il mio sogno: diven-

le, coltissima e simpatica. Il signor Mati era uno dei

scarriolare mucchi di letame.

tare progettatrice di giardini.

giovani della famiglia, ancora un ragazzo, e di que-

Era del tutto naturale che la dottoressa Biondi (i

Mentre aspettavo il signor Mati non mi rendevo

sto forse sarei rimasta delusa se non avessi constata-

miei nuovi amici mi avrebbero chiamato sempre co-

conto, e devo dire che non lo avrei realizzato per

to che era comunque in tutto e per tutto un vero signor

sì, con ironia) e il signor Mati, Andrea, si dessero su-

parecchi anni, di aver creato una situazione quasi

Mati che illustrava ogni procedimento, ogni installa-

bito del tu ed entrassero in gran confidenza e a me

comica: mi ero presentata come la dottoressa Bion-

zione spiegando: noi facciamo…

sembrò del tutto naturale essere presentata a tutta la

di e avevo fatto riferimento alla rivista specializzata,

Nella vita non mi ha mai abbandonato l’idea che

all’invito esteso a tutti i lettori a venire a visitare i vi-

chi ha una passione, una vera passione, riesca (qua-

Nel cuore verde della Toscana il vivaio era bellis-

vai. Certo, molto spesso i clienti non hanno idee pre-

si) sempre a trovare persone gentili che l’assecondi-

simo e dolcissima è stata l’ospitalità di nonna Lidia,

cise, hanno solo curiosità e non ancora progetti, ma

no, e allora succede che queste persone diventino

tra i cui lini ho dormito sonni beati per un mese.

la persona che mi aveva ricevuta, saputo che veni-

veri amici, capaci di farci dimenticare quanto dob-

I pochi concetti che mi ero fatta sulle persone an-

vo apposta da Venezia ma che non avevo un giardi-

biamo loro, quanto dobbiamo alla loro disponibilità

ziane li avevo ricavati da mia nonna e mi era chiaro

no (non ancora: per averlo ci avrei impiegato quasi

e alla loro pazienza. Persone anche molto importan-

che parlare dei propri reumatismi e angosciarsi per i

famiglia per venir quasi adottata.

segue

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Copertina del catalogo Autunno 1935 – Primavera 1936

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Copertina del catalogo Autunno 1939 – Primavera 1940

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mali del mondo fossero le occupazioni principali del-

notte un maglione pesante per il figlio Miro che dove-

Quando ho lavorato come progettatrice di giar-

la terza età. Non ricordo se la signora Lidia avesse i

va recarsi in Germania per lavoro. Dedicava ai clien-

dini ho avuto soddisfazioni e delusioni e ho capito

reumatismi, aveva senz’altro avuto un grande amore

ti del vivaio che incontrava occasionalmente uscen-

che le aiuole più belle e le installazioni più rigogliose

e di questo mi parlava con sempre rinnovata tenerez-

do da casa un’attenzione che di solito si riserva agli

nascondono questo piccolo e semplice segreto: non

za. Allora mi sembrava di veder varcare il cancellet-

amici e si era sentita fiera di sé per essere riuscita, di

tutte le ciambelle riescono col buco e tante splendi-

to verde del giardino un uomo giovane e bello: Ma-

domenica a vivaio chiuso, a mobilitare tutto lo staff

de fioriture non serbano memoria di tutte le piante ve-

rio Mati. Il ricordo di lui la portava tutti i giorni al ci-

per procurare a una signora di passaggio una pianta

locemente eliminate perché, con le loro foglie gial-

mitero ma era soprattutto varcando nel racconto quel

rara oggetto di un desiderio da tempo coltivato.

le o il loro aspetto gracile, non avevano risposto alle

cancelletto che lo incontrava ancora. Io ascoltavo la

Io trascorrevo in vivaio più tempo possibile e ap-

aspettative. Il progettista è molto meno cinico quan-

sua descrizone di un’antica segreta armonia e imma-

profittavo di tutto quello che il signor Silvano aveva la

do si tratta del proprio giardino che diviene nel tem-

ginavo una scena dei vecchi film inglesi ove le fan-

pazienza di insegnarmi. Lo osservavo lavorare, era

po una parte di sé, allora ogni piantina ha una sua

ciulle portano immacolati grembiuli bianchi e raccol-

di poche parole ma non ha perso occasione per co-

storia e alle più sfortunate non si nega la loro parte

gono fragole o funghi in deliziosi cestini.

municarmi la sua grande esperienza. Davanti ai rigo-

di sole e di concime.

Nonna Lidia non era più tanto convinta che il

gliosi alberi del vivaio allora tutto mi sembrava facile

Sul mio giardino incombe un grande bosco e al-

mondo fosse percorso dalla stessa poesia e mi coc-

e solo quando mi sono cimentata di persona mi so-

la gioia di progettare si mescola la meraviglia per

colava per custodirmi dalle nuove insidie, impersoni-

no accorta quanto le piante siano volubili, le talpe di-

quanto la Natura sa fare da sola regalandoci sem-

ficate ai suoi occhi da quanti non sapevano più ama-

spettose e i bruchi golosi di essenze pregiate. Certo,

pre nuove sorprese e ponendoci giorno per giorno

re le donne col dovuto rispetto.

osservando l’impegno profuso da tutta la famiglia e

mille quesiti. Per esempio: chi ha interrato una noce

Alle mogli spettava ricambiare le attenzioni dei

dai loro collaboratori, la serietà di Andrea che face-

tra le violette facendo nascere un germoglio così lon-

mariti cucinando per loro e la signora Lidia amava

va già propri i problemi di gestione, mi rendevo con-

tano dalla pianta madre? Ovvero: anche gli scoiatto-

rifornirsi degli ingredienti migliori: ricordo la gita al

to di come non bastasse il clima speciale di Pistoia

li e le ghiandaie sono giardinieri?

mulino per avere la farina appena macinata. Era bra-

e di come il miracolo che avevo sotto gli occhi fosse

vissima con i ferri, tanto da confezionare in una sola

frutto di grande professionalità.

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Laura Biondi

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Interno del catalogo 1939 – 1940

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Il rapporto con Casa Mati ha una precisa data

go nei pressi di una scuola, non lontano e nello stes-

il giardino fiorito fino al quale era disceso e dal qua-

di inizio e intreccia i nomi di Giovanni Giudici, An-

so comune dove abitava. Con l’idea di vederle pre-

le sarebbe risalito. Con una gioia che non era ele-

drea e il mio. Da quando Giovanni riceve il Premio

sto messe a dimora.

mentare e una viva curiosità per i nomi botanici, le

del Ceppo e ha la preoccupazione di sistemare gli

Tra il luogo ameno con vista sul golfo, dove abi-

specie, la loro origine; una contentezza che trapas-

alberi che l’accompagnano come un fondale di tea-

tava e il mio “luogo di piante” si erano insediate que-

sava alle varietà disposte con entusiasmo da Marina

tro nel quale si è venuto a trovare. Ne parlava duran-

ste ospiti da accomodare. A lui si mostrava un lato

per il loro terrazzo. La poesia di Frost ne era il trami-

te i nostri incontri, nelle passeggiate, o davanti alla

dell’esistenza che non aveva previsto, bene augura-

te implicito, The sound of the trees, in quella manie-

casa rivolta al bosco e al mare. Quelle piante erano

le, con un rimando, che gli era immediato a soggetti

ra tradizionale tanto più vera di significato. Confer-

entrate nella sua vita, in fondo così inaspettate, e oc-

e a temi contenuti nella poesia di Robert Frost, da lui

matasi alla luce degli anni che seguivano con i versi

correva dare loro una sede definitiva. Esclusa ogni

tradotto e pubblicato in edizioni successive. Lo rac-

che parlano di An old man’s winter.

compiacenza, mi avvertiva, qualsiasi condiscenden-

comandò più di una volta con il garbo dovuto a un

In conclusione i sette tigli sono stati piantati in

za verso tutto ciò che fosse paesistico e naturale, per

motivo serio, e se rileggo una di quelle poesie, ec-

un parco all’ingresso di Casale Marittimo, un luogo

la propria cultura e le scelte compiute, la sua poe-

co ricordarmi di quel giorno, di quel modo che ave-

scelto per la sua origine familiare, dove recentemen-

sia. Eppure con un interesse per un bene non comu-

va di osservare con una attenzione, che mai avreb-

te sono tornati Corrado in compagnia di Carlo Dia-

ne, che si toccava con mano e la possibilità che ne

be previsto in cuor suo, l’inclinazione degli alberi su

lesio, e con il pensiero Gino.

veniva, al punto da non nascondere la contentezza

quel terreno boschivo, quei tronchi così eretti dei pini

il giorno in cui parvero essere destinate a uno slar-

d’Aleppo e marittimi e dei lecci, che nascondevano

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Zeno Birolli

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Retro del catalogo 1939 – 1940

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Copertina del catalogo Autunno 1942 – Primavera 1943

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Sono grato ai fratelli Mati ed al loro staff, perché in quasi un decennio di collaborazione, mi hanno dato l’occasione di affrontare progetti stimolanti e di impagabile soddisfazione personale. Chiedendo il mio consulto, abbiamo trovato soluzione a diverse problematiche, permettendomi così di arricchire la mia esperienza professionale, sempre consapevoli che si deve assecondare e convivere con “Madre Natura”. Non a caso qualche anno fa, da una loro idea, nacque un miscuglio per prati completamente diverso dai soliti standard estetici ed uniformi con cui ero abituato a trattare, il nome di quel miscuglio è oggi “NATURALIA” … È con orgoglio e vanto che posso dire di essere un collaboratore dell’azienda Piante MATI, conosciuta e da allora sempre più stimata! Cordiali saluti P. Agr. Ercole Carugo Tecnico di tappeti erbosi

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Piazzale di carico

Vivaio di via Bonellina: piante in contenitore

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Piazzale di carico

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Caro Andrea, accolgo con piacere l’invito di scrivere una frase: vi voglio ringraziare non solo per avermi saputo indicare le piante adatte al mio giardino ubicato in una zona impervia dell’Umbria, ma soprattutto per avermi dato i primi consigli e le prime spiegazioni, essenziali, precise che ho ascoltato con l’attenzione di una novizia. Vi ringrazio per avermi insegnato a rispettare i luoghi senza imitare questo o quello, esaltando ciò che era naturale quasi fosse stato un gioco semplice e si sa che le cose semplici sono le piĂš difficili da trovare. Faccio a voi tutti i piĂš sentiti auguri per questo bellissimo anniversario. Con affetto, Maria Gabriella Colaiacovo

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Copertina del catalogo Autunno 1940 – Primavera 1941

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Retro del catalogo Autunno 1940 – Primavera 1941

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La professionalità e la qualità dell’azienda Mati è un elemento di orgoglio per la nostra società, chiamata ad offrire i propri servizi per contribuire a sviluppare l’attività di questa gloriosa azienda vivaistica pistoiese. Mi preme però esprimere un sincero pensiero verso il cuore che batte nel verde di questa azienda, un cuore che si adopera verso persone in difficoltà che con il lavoro cercano un proprio riscatto partecipando alla crescita dell’impresa ora centenaria. Un particolare augurio ad Andrea. Alessandro Contri Direttore Commerciale Dream Italia

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Piazzale di carico, da sinistra Iginio Palandri “Il Lungo�, Mario, Miro, un cliente, Arnaldo

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la casa del Padre che sempre in mente avevi ed a

Oh dolce ridente Mary,

noi, privati del tuo sorriso, resta il conforto del pentanto amavi la vita, i fiori e le piante da pensare,

siero che di lassĂš potrai ora vedere il tuo giardino rin-

in occasione del nostro viaggio di nozze, di racco-

novato e rinverdito dalle piante che, nel segno del-

gliere un seme del maestoso pino marittimo che svet-

l’amore verso di te, Carlo tuo figlio, ha messo a di-

tava nel golfo di Lacona all’isola d’Elba per metter-

mora grazie al rapporto d’amicizia ed alla profes-

lo a dimora con le tue mani nel giardino della villa

sionalitĂ di Francesco Mati al quale va tutto il nostro

Mary, a te dedicata in Varazze.

grato apprezzamento.

Ora quel seme, interrato nell’anno 1969, è diventato un grande albero che ha resistito alla furia

Con immutato amore,

del vento che ha devastato il tuo giardino. Tu, prematuramente ci hai lasciato per tornare al-

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il tuo sposo Luigi Custo con i nostri figli

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Vivaio di via Bonellina

Sul piazzale della sede: Miro, Moisè Pagnini “Marcelloâ€?, un cliente, Arnaldo e Mario

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L’Istituto Agrario di Pescia in visita all’Azienda. Con gli studenti il Prof. Pacini, Arnaldo e Mario

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Colpo di fulmine in vivaio!

Abbiamo familiarizzato e, a fine giornata, mi ha portato a visitare i suoi vivai.

sagrande per citarne alcuni) con i quali si partiva spesso a notte fonda per andare a Milano, Torino,

Ho davanti l’ultimo progetto di un piccolo giar-

Era la prima volta ed è stato subito amore per un

Bolzano,Trieste, Foggia, Roma, Napoli e alle 8 bi-

dino, fresco di stampa, mentre leggo la lettera della

mestiere che mi ha preso la vita; mi ritengo per que-

sognava essere sul cantiere perché c’era il camion

Piante Mati appena arrivata che mi informa del cen-

sto una persona molto fortunata come capita davve-

da scaricare!

tenario della fondazione aziendale e mi chiede un

ro a pochi.

pensiero per una pubblicazione commemorativa. Si impone spontanea una riflessione che collega il passato al presente in un lampo. Ringrazio subito Andrea, Francesco e Paolo per

Ricordo gli insegnamenti di ‘Peppino‘ Lori, l’amici-

Quasi subito la decisione di lasciare l’impegno alla scuola agraria per entrare in Piante Mati dove ho cominciato dal basso, secondo la migliore tradizione, guardandomi intorno.

zia del Palandri e degli altri dell’ufficio. Intanto, lavorando, continuavo l’università e arrivavo presto alla Laurea. Ho visto tanti posti e conosciuto molte persone

questa occasione che mi consente di ripensare, a

Ho dunque avuto l’occasione di entrare nel mon-

anche importanti e famose grazie a questo lavoro e

distanza di tempo (sono passati ormai oltre 23 an-

do vivaistico pistoiese dalla porta principale in una

ciò mi ha arricchito tanto e mi ha fatto crescere. Par-

ni da quando sono uscito dall’azienda nel 1986 ed

azienda leader!

chi, giardini, mostre, esperienze continue; il mio rap-

esercito la libera professione), al mio percorso di vita. Il bisogno di scrivere è immediato né può essere altrimenti trattandosi del passaggio fondamentale per la mia formazione di paesaggista …. sul campo!

Sono stato subito interessato dall’ufficio tecnico

porto con l’azienda e con i Mati si andava facen-

paesaggistico che Miro aveva fondato e gestiva con

do sempre più profondo, ben oltre ogni forma di di-

lungimiranza.

pendenza.

Unica allora fra le tante del settore a Pistoia ad

Casimiro, Mario, Arnolfo, Arnaldo, Miro e Luigi

avere questo servizio la Piante Mati progettava e

Mati sono diventati la mia famiglia per un lungo pe-

Ho conosciuto Miro Mati nel 1967 all’Istituto

realizzava giardini in tutta Italia e anche all’estero e

riodo (oltre 18 anni).

professionale di stato per l’agricoltura Barone Car-

io, seguendo il Maestro, sono presto entrato in quel

lo De Franceschi di Pistoia dove io (iscritto al 2° an-

mondo.

percorso con la dote degli insegnamenti ricevuti e

no della facoltà di Scienze Agrarie di Firenze) inse-

Ricordo con nostalgia i bravissimi capi vivaio

gnavo con incarico annuale; la scuola di formazio-

(Leone Bargellini, Silvano Bracali, Giovanni Fedi, Al-

ne per il vivaismo lo aveva chiamato come commis-

fiero Bonacchi) e tanti bravi capisquadra e operai

sario di esami.

(Gino Bartolini, Marcello Tesi, Nilo Lenzi, Mario Ca-

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Poi la vita mi ha portato a continuare da solo il

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con il piacere di vedere la Piante Mati oltre la fatidica terza generazione e sempre più forte! Renato Defant

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Copertina del catalogo Autunno 1941 – Primavera 1942

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Copertina del catalogo Autunno 1952 – Primavera 1953

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La storia

di grande aiuto nel tempo nella professione. Erano i

l’entusiasmo profuso in una attività come questa dif-

tempi degli albori di internet e Francesco, capace di

ficile e con tempi lunghissimi che solo una grande

Il mio primo contatto con Piante Mati avvenne,

poter lanciare lo sguardo oltre l’orizzonte con la sua

passione incondizionata può supportare. Il numero

credo, nel 1989. Ero alla ricerca di piante da inse-

spiccata sensibilità, già era un attento esperto delle

dei brevetti ottenuti ne è testimonianza. Delle volte

rire in un contesto di particolare valore storico e pae-

nuove tecnologie. Che soddisfazione poter concor-

in vivaio mi imbattevo in gruppi di piante particola-

saggistico ed ero insoddisfatto dei contatti avuti con

dare con lui via e-mail, trovandomi negli Stati Uniti,

ri, talvolta collezioni varietali eccezionali che poteva-

altri vivai sia per l’approssimazione delle risposte ai

la preparazione delle piante da recapitare il giorno

no essere apprezzate solo da veri esperti o collezio-

miei quesiti, sia per la disponibilità di varietà. Deci-

dopo il mio arrivo in Italia. Francesco poi ha progre-

nisti, che non potevano incontrare successi commer-

si così di rivolgermi a vivai primari e mi recai a Pi-

dito tantissimo nel tempo, contrariamente a me, nella

ciali ampi, e capivo immediatamente che era opera

stoia dove un anziano della famiglia Mati, indaffara-

tecnica della rappresentazione grafica con program-

di Miro e della sua passione irrefrenabile. Sulla tecni-

to a controllare una partita pronta per la spedizione,

mi sempre più sofisticati, mai però tralasciando il gu-

ca della piantagione è poi un vero caposcuola e la

mi consigliò di rivolgermi al loro ufficio progettazio-

sto estetico e la sensibilità alle arti in genere.

straordinaria messa a punto del Twister per l’impian-

ne, dove incontrai per la prima volta Francesco Mati

Col tempo poi il valido rapporto instauratosi con

to in suoli tipici dell’ambito urbano, meriterebbe una

con il quale da quel momento si stabilì un ecceziona-

Francesco si è esteso anche agli altri componenti del-

medaglia d’oro offerta dalla società degli alberi, del-

le rapporto di collaborazione. Francesco è una per-

la Famiglia. Di Miro ho apprezzato la sperimentazio-

la quale me ne faccio interprete.

sona di straordinaria disponibilità e gentilezza, ca-

ne e la ricerca nella selezione delle piante per mor-

Di Donna Cristina, invece, pur nella sua discre-

pace di generosità unica. Ogni mia domanda trova-

fologia o caratteristiche specifiche. Trovavo gusto a

zione, si intuisce essere una vera colonna portante

va in Lui un interlocutore validissimo e che mi è stato

conversare con Lui su questi argomenti e apprezzo

della struttura. segue

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1955: il giardino della vecchia sede

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Andrea ha accumulato una esperienza e cono-

ti non può comunque prescindere da quanti collabo-

tive europee di produzione, di cui è stata antesigna-

scenza invidiabile e, col suo modo di fare morbido

rano con essa. Sia nel campo dell’amministrazione

na, per una concorrenza sempre più agguerrita e

e sensibile, è straordinariamente in grado di gestire

che del vivaio vero e proprio, i soggetti attivi sembra-

spesso scorretta, per la ciclicità delle crisi economi-

cantieri e situazioni complesse da spaventare i più.

no avere tutti un po’ la stessa impronta: la massima

che e per la evoluzione sociale, per la difficoltà di

Paolo, poi, che ho conosciuto giovanissimo ap-

disponibilità e la collaboratività. Come non ricordare

programmazione della produzione rispetto a doman-

pena introdotto ad ampio raggio nel lavoro del vi-

Lorenzo, sempre aperto a un consulto attento su que-

da talvolta imprevedibile condizionata da mode effi-

vaio, situazione di per sé vertiginosa, è diventato un

stioni di fitopatologia, o Gianluca da interpellare su

mere. L’azienda ha saputo fronteggiare le evenienze

elemento insostituibile come organizzatore, lucidissi-

questioni tecniche, o Franco o Moreno, mai indispo-

con scelte che sono risultate vincenti, producendo nel

mo nel trovare soluzioni valide in tempo di flash, con

sti, nonostante impegni gravosi, magari ad accom-

tempo brevetti e tecniche che hanno rivoluzionato il

una disponibilità alla soddisfazione delle richieste ve-

pagnarmi a cercare un dato soggetto che abbia un

lavoro di costruzione del giardino e del paesaggio,

ramente rara. Spesso ho sottoposto timorosamente

particolare portamento, o Pasquale, Patrizia, Andrea,

non piu’, ad esempio, strettamente condizionato dal-

degli elenchi di piante complessi, sia per una mia ci-

Michele, Amerigo, Gigi,… sempre gentili e cordiali.

le stagioni, facilitando gli attecchimenti (vedi Plant-

fra stilistica per caratterizzare giardini particolari, sia

Il compimento dei 100 anni di attività della Pian-

Plast e AirPlant), selezionando cloni, intessendo rela-

per richieste di clientela molto esigente, di collezioni-

te Mati è un evento da festeggiare sicuramente con

zioni sempre più ampie ai fini di ricerca e di perfe-

sti, e ho trovato sempre la massima disponibilità e un

la risonanza che merita. In 100 anni l’azienda ha

zionamento dei prodotti. Tutto questo grazie alla lun-

grande impegno.

saputo superare prove sicuramente difficili per le mu-

gimiranza e alla intelligenza della Famiglia Mati, in

tazioni del mercato, per l’adeguamento alle norma-

100 anni geneticamente immodificata.

L’apprezzamento per l’attività della famiglia Ma-

segue

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Anni ’60: gli automezzi della Ditta sul piazzale di carico

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L’emozione

ro, si intristirebbero. Sono esseri più leggeri, da com-

serviamo penetrare con le radici nella terra, dove so-

pagnia e prendono forma tutti insieme, anche se tal-

no nate, luogo di tenebra, e crescere protendendo-

È da tanti anni che frequento i vivai Mati e li per-

volta ognuno in modo diverso. Tra le piante si crea-

si verso la luce e il cielo, l’infinito, in sintonia col co-

corro. Ci vado a cercare e scegliere soggetti utili al

no pure delle affinità per le quali esse vivono e si svi-

smo. Ci fanno riflettere e ci insegnano a sentirci ospi-

mio lavoro, che lo possano meglio esprimere. Ma

luppano meglio se sono associate con altre partico-

ti di questo mondo.

non per egoismo; nello stesso tempo è come se cer-

lari di altra specie. Come esistesse una sorta di sim-

cassi il posto giusto alla pianta per dimorare, etimo-

patia, come fra noi umani quando troviamo agio ad

logicamente come cercare una casa per la pianta.

essere fra amici, fra persone bendisposte nei nostri

Sono tutte lì, in sito transitorio, vicine una alle altre

confronti. Ci sono piante dette regali, imperiali, no-

come a confortarsi o a prendere forza nella vicinan-

bili, molte delle quali di rara bellezza, con fioriture

za reciproca. E percepisco anche la loro speranza

straordinarie, fragili e di difficile adattabilità per esi-

O

di poter abitare luoghi a loro ospitali, dopo un’ “in-

genza di condizioni particolari. Altre, umili, in grado

R

fanzia” di cure e attenzioni. Mi piacerebbe moltis-

di sopravvivere e talvolta di prosperare anche in con-

simo se ad ognuna potessi fornire un giusto indiriz-

dizioni di estrema frugalità, in minimi interstizi, su suo-

(Quadrato misterico di parole palindrome ritrova-

zo. Ogni pianta ha una propria personalità. Come

li impossibili, soggetti a venti e condizioni ambienta-

to a Pompei, in Mesopotamia, ecc., e presente nel

gli umani. Ci sono dei soggetti che te li immagini so-

li estreme. Ci si meraviglia e ci si può sentire solidali.

Duomo di Siena, “Il seminatore tiene l’opera in circo-

litari, in largo spazio, che lo dominano, come esse-

Il nostro rapporto con le piante, quando non è stretta-

lo, in movimento”)

ri che abbiano bisogno di non essere disturbati nella

mente utilitaristico per ricavare frutti o legname per la

loro attività per esprimersi. Altri da solitari soffrirebbe-

nostra sussistenza, ha qualcosa di misterioso. Le os-

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Sandro Di Mare

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Anni ‘60: il laghetto delle ninfee davanti agli uffici della nuova sede

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Mi congratulo con l’azienda Mati per i loro primi 100 anni! Un traguardo a cui si arriva in un solo modo. Solo con una gran dedizione e con un diretto, piÚ che diretto, contatto con il cliente e con le persone che lavorano in azienda. Conoscendo bene la famiglia Mati, credo che queste caratteristiche fondamentali, alla base di questa impresa, porteranno Mati a continuare il successo anche nei prossimi 100 anni! Bravissimi! Massimo Ferragamo

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Anni ’60: la nuova sede

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“Nell’intima profondità di ciascuno di noi vi è un giardino. Un luogo intensamente personale. Durante la maggior parte della vita questo giardino rimane nascosto alla vista, eccetto brevi apparizioni nei momenti dei sogni ad occhi aperti o di quieta contemplazione… ma molti di noi desiderano ardentemente che questo giardino diventi realtà” J.M Messervy, creatore di giardini Raccontare il mio giardino è aprire una pagina felice della mia vita, è narrare dell’armonia di tanti elementi, del percorso dei profumi, della ricerca del dettaglio che colpisce l’occhio e il cuore, in cui spazio e tempo si fondono in un’unica dimensione e l’immaginazione diventa realtà. Un bel giardino non nasce per caso. Se qualcuno più di vent’anni fa mi avesse detto che quel campo di girasoli sarebbe diventato il giardino che è oggi, avrei sorriso incredula. Ma ora io so che questo mio giardino viene da molto lontano, nel tempo e nello spazio. Viene dalla bambina che ero e che trascorreva lunghe ore alla ricerca delle piccole fate dei fiori. È per questo che il mio giardino non è nato da un preciso progetto iniziale, ma si è venuto delineando poco alla volta e paradossalmente in un momento della mia vita in cui le mie energie e il mio interesse erano concentrati altrove. segue

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Un Pinus Pinea in partenza per il Brasile

Carico di un esemplare in cassa.

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Cupressus sempervirens in vivaio

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Volevo un giardino accogliente, naturale e privo

il tutto incastonato nel verde abbagliante del prato.

di geometrie, un luogo che si svelasse poco alla vol-

Frassini, Platani, Querce e Sophore Japoniche

ta, che avesse come filo conduttore colori, profumi,

si abbracciano, proprio come Andrea aveva previ-

piante e fiori che spuntassero come gioielli adagia-

sto in un alternarsi di colori e profumi stagionali, do-

ti su velluto verde.

ve vecchie e desuete piante mediterranee si fondono

Così ho chiesto ad Andrea Mati non tanto di pro-

con rare piante tropicali.

gettare un giardino, ma di interpretare un mio so-

Il glicine, antico simbolo di amicizia, accoglie i

gno. E lui è riuscito con spirito di osservazione, gran-

miei ospiti al portico di entrata e condivide questo

de passione e sapienza a capire i miei desideri e a

compito con la Peonia Reale, che imponente e mae-

creare un’opera “d’arte” dall’opera stessa della na-

stosa si erge come biglietto da visita della casa.

tura, dalle sue associazioni spontanee, dalle sue na-

Senza che me ne rendessi veramente conto il

turali armonie.

giardino ha conquistato il suo spazio nella mia vita

È riuscito a capire che non volevo uno spazio ver-

e quando nelle calde sere di pioggia mi affaccio al-

de sopraffatto dal design o dalle mode del momen-

la finestra l’odore pungente della santolina e del ro-

to ed ha costruito il mio sogno senza dover obbedi-

smarino mi portano indietro nel tempo e confonden-

re a nessuna legge, se non a quella dell’avvicendar-

dosi con le magiche fragranze del gelsomino (prin-

si delle stagioni, per dare forma al mio ideale di bel-

cipe assoluto delle notti di prima estate e fiore ama-

lezza, una dichiarazione d’amore per il giardino in-

to dalle piccole creature fatate), riallaccia il filo del-

teso come posto dove si rinnova il nostro dialogo in-

la mia infanzia.

teriore con la natura ricordandoci quanto noi stessi

Così Andrea Mati è riuscito con intuizione ed in-

ne facciamo parte.

gegno a fare in modo che la natura fosse libera di

Adesso protagonisti assoluti sono rampicanti e ar-

creare da sola angoli favolosi in un’oasi di disordi-

busti che sovrastano la mia casa in modo deliziosa-

nata bellezza facendomi capire che la natura è “un

mente selvaggio: Osmantus, Alloro, Viburnum e Bian-

giardino” e gli attrezzi del giardiniere sono la sensi-

cospino. Rose antiche rampicanti salgono con grazia

bilità e l’amore.

su per i muri e le colonne della casa, rose a stelo più lungo emanano il loro profumo ad altezza d’uomo,

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Lucia Giovannetti

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Il vivaio di Bonelle

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Fine anni 60, la sede

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I Mati, una grande famiglia unica e molto unita; dote preziosa e rara ai nostri tempi! Una famiglia di artisti che si tramanda con grande passione l’arte del florovivaismo da quattro generazioni, raccogliendo grandi consensi e importanti riconoscimenti ai piĂš alti livelli nazionali ed internazionali. Ma la vena artistica non si esaurisce con il florovivaismo: ogni componente della famiglia esprime la sua alta sensibilitĂ ed il suo grande amore per il bello “coltivandoâ€? altri nobili interessi che spaziano dalla musica, alla poesia, alla pittura! Siamo molto orgogliosi e fortunati di avere conosciuto e collaborato con la grande azienda Mati. Leandro Gualtieri e Serena Antonelli

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Vivaio di via Bonellina e piante “impagliate� pronte per la consegna

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IncontrarVi ha cambiato la mia vita sono entrato in contatto con l’arte di Flora fatta non solo di fiori e piante ma anche di suoni. Siete riusciti sempre a fare apparire quello che io pensavo naturale come se fosse sempre esistito impresa ardua in una regione dove la natura è parte integrante e fonte di ispirazione per la sua arte. Non posso che esprimere il mio piĂš sincero grazie a Voi maestri di Flora. Arch. Maurizio Mercatanti

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La sede

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Spett.le Fratelli Mati Complimenti vivissimi per il prestigioso traguardo dei 100 anni di attività. Non ci si arriva senza una grande unità di intenti, competenza e diuturno lavoro. Io ho potuto apprezzare la qualità del Vostro intervento, nel parco di 8 ettari che appartiene alla mia famiglia, nel Pavese. Impiantato 150 anni fa, negli ultimi decenni ha sofferto di trascuratezza. Ho voluto farlo rivivere, conservando il disegno originario. E ritrovando il buon gusto di quella società ottocentesca, a cui apparteneva il primo proprietario del giardino e della villa, a cui il verde fa da corona: l’Ingegner Severino Grattoni, artefice del traforo del Frejus e ministro dei trasporti di Cavour. Il Vostro apporto è stato determinante nello scegliere le essenze più adatte al ripristino di interi settori: sono stati piantumati oltre 2.000 alberi e cespugli. Ha senso questo sforzo? Credo di sì. Anche un giardino è un’opera d’arte e di civiltà che appartiene alla storia. E anche i nostri successori hanno diritto di goderne. Ringrazio la storica azienda Mati per aver contribuito a realizzare il mio sogno. Cordiali saluti Luigi Meroni

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Magnolia grandiflora, esemplare in cassa

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Operai al carico

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Molti erano stati i tentativi di ottenere un giardino

L’esperienza, la professionalità, la passione

Vogliamo inoltre non perdere l’occasione

in un contesto non particolarmente favorevole quale

e l’amicizia di Andrea Mati ci ha dato infatti quella

per partecipare stima e considerazione anche ad

può essere un bosco fitto, composto quasi esclusiva-

spinta e quella energia necessarie per ricominciare

una persona dell’entourage Mati: il Sig. Moreno.

mente da cerri e pinus pinaster, venuti su da seme.

tutto da capo.

Tali tentativi erano miseramente falliti con

grande dispendio di energie e risorse tanto che ci

Ora, a distanza di nove anni, abbiamo il

giardino che volevamo.

Infatti, senza la sua puntualità e tempestività

nella consegna del materiale, senza la sua precisione e professionalità, tutto sarebbe stato molto più dif-

sentivamo in mezzo a un guado: o rinunciare definiti-

Non certo un giardino perfetto o da pubblicazio-

vamente al sogno di avere un giardino come da sem-

ne, ma il giardino che, ad esempio, ad ogni ritorno

pre l’avevamo desiderato o cambiare casa e terreno

di primavera ci fa battere il cuore per il suo tripudio

consegna, mai ci sono stati errori nel numero e nelle

per acquistarne altra, e altro già da altri realizzato.

di colori, di odori, di armonia.

specie delle piante ordinate.

Entrambe le soluzioni erano di non facile percorribili-

Si sa che un giardino è un’opera sempre in

ficile.

Mai abbiamo dovuto aspettare invano una

… Una sola eccezione: una volta ci furono

tà: dopo aver visitato giardini e parchi di mezza Eu-

fieri, che ad ogni stagione c’è sempre qualcosa da

recapitati dei caki che non avevamo ordinato e man-

ropa urgeva infatti sempre più l’esigenza di posse-

rifare, ma la struttura fondamentale, gli arredi arbo-

cavano invece delle piante acquatiche per il laghet-

derne uno proprio che avesse alcune particolari ca-

rei ed arbustivi, le masse di colore, i volumi, sono ri-

to: apprendemmo così che a Pistoia i “caki” vengo-

ratteristiche e, d’altro canto, abbandonare la casa

masti pressoché sempre gli stessi: non una pianta è

no chiamati “loti” …

da noi stessi costruita dove avevamo vissuto da qua-

venuta meno, non una siepe è stata sostituita, non un

si trent’anni, dove erano cresciuti i nostri figli e dove

albero abbattuto. È la qualità delle piante Mati.

avremmo voluto crescessero i nostri nipoti, era una scelta ancora più dolorosa.

L’incontro con la Ditta Mati, ed in particola-

re con Andrea, è stato, si può dire, l’incontro fatale.

Per questo, ci è gradita l’occasione per te-

stimoniare la nostra stima, il nostro affetto e la nostra

Con affetto fraterno Viva la ditta Mati Per altre centinaia di anni!

riconoscenza ad Andrea Mati, senza il quale non avremmo avuto un tale risultato.

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Gilberto e Marinella Narese

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Copertina del catalogo Autunno 1955 – Primavera 1956

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Copertina del catalogo Autunno 1956 – Primavera 1957

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Molti sono i vivaisti che possono venderti una pianta o un’essenza, pochi invece “gli architetti del verde” che spinti dalla passione e dotati di grande professionalità possono aiutarti a creare “casa tua” nel verde del tuo giardino. Andrea Mati e tutti i collaboratori della sua ditta fanno certamente parte, al massimo livello, di questa seconda categoria! Cordiali saluti Luigi Orsi Carbone

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Automezzi al carico nel piazzale di via Bonellina. Nella foto centrale in basso Mario Mati

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Il Gruppo Mati… un colpo di fulmine come altro potrei definirlo?! Ero alla ricerca di un vivaio in grado di fornirmi piante ad alto fusto per la realizzazione di un giardino a Forte dei Marmi. Il caso volle che all’uscita dell’autostrada il Gruppo Mati mi si presentasse davanti. Conobbi Francesco Mati e rimasi colpita dalla Sua semplicità, competenza, ma soprattutto dal fatto che, resosi conto della mia sfrenata passione per piante e fiori non se ne approfittasse come sarebbe stato facilissimo. Da quel momento è nato un bellissimo rapporto concretizzatosi in un meraviglioso “paciugo” floreale per la cui realizzazione ho conosciuto anche molti Suoi collaboratori tutti sempre efficienti, sorridenti e gentili. Trapela l’immagine di una azienda fondata sul rapporto umano, sulla reciproca comprensione e la quercia che rappresenta il logo dell’azienda ben configura la sensazione di sicurezza che Ti trasmette: non è un caso se tanti miei amici che si sono avvalsi del suo operato conservano solo degli ottimi ricordi! Simonetta Palumbo

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Arnaldo e Mario con due clienti

Moisè Pagnini da tutti chiamato “Marcelloâ€?

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Mario insieme a un gruppo di operai nel vivaio di Masiano

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a Coccolia crescono rigogliosi e felici nei due par-

lia scoprire orizzonti sconosciuti, montagne, pianure

chi abbracciando le nostre vecchie ville. I vostri al-

e città mai viste, con lo sguardo della bellezza del-

scrivo a Lei e a tutta la sua famiglia. Ho letto con

beri già da due generazioni vivono con noi e sem-

la fede nella vita.

commozione la sua lettera. Essa suscita in me bellis-

brano guardare gli orizzonti lontani. Ogni anno so-

Grazie a voi tutti carissimi Mati: nessuna idea mi-

simi ricordi degli alberi e delle piante che provengo-

no più belli. Alcuni hanno gli anni dei giovani amici

gliore poteva venire che quella di onorare i vostri

no dai vostri vivai e da voi curati con tanta compe-

e nipoti che venivano qui l’estate.

cento anni con un pensiero che viene da tutti gli ami-

Gentilissimo Francesco Mati,

tenza e amore.

Confido che tra i giovani qui cresciuti e questi al-

Dobbiamo molto a Lei e a tutta la famiglia Ma-

beri ormai forti e grandi sia nato quasi un rapporto

ti. Negli ultimi cinquanta anni, piccoli cipressi, pini

di spiritualità e di forza e che come loro abbiano ra-

giovanissimi, piccole querce, tulipiferi nati presso di

dici solide e profonde. Confido che anch’essi possa-

voi, nel vostro vivaio, e poi piantati a Montericco e

no come gli alberi già alti a Montericco e a Cocco-

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ci vostri e da noi tutti Pasolini dall’Onda. Con viva amicizia, Desideria Pasolini dall’Onda

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Cedrus atlantica “Glauca� nel vivaio di Masiano

Una manifestazione negli uffici della nuova sede

Sotto il capannone di via Bonellina il terriccio per le giovani piante in contenitore

Appezzamenti con coltivazione di prato per la vendita a metraggio

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Il nome di Mati e quello di Pistoia, per noi, che incominciavamo, negli anni ’70, a “piantare” i primi giardini, era un tutt’uno. Mati, Pistoia e qualità: una vera ed autentica garanzia. Dietro a un lavoro serio, preciso ed altamente qualificato, ancora oggi, per fortuna, c’è la famiglia Mati: Paolo, Miro, Francesco, che nel silenzio di una seria professione, hanno moltiplicato, prodotto e proposto una moderna ed efficace rivoluzione culturale nel campo del vivaismo. Tutta, sempre e caparbiamente, centrata nella qualità e nella serietà. Un noto ed autentico “unicum” nel mondo. E un vero “unicum” non è figlio dell’improvvisazione: l’esperienza, la cultura, le verifiche necessarie ad una produzione di altissima qualità, è il frutto tramandato di tanti, tantissimi anni di lavoro innovativo ed intelligente. Auguri, auguri, auguri a tutti. Con riconoscenza ed affetto. Paolo Pejrone

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Copertina del catalogo 1967-1968 con alcune immagini dell’epoca.

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Andrea e Francesco Mati sono vivaisti un po’ speciali. Dall’orizzonte largo! Li conosco da anni, e quello che mi è sempre piaciuto, quando mi sono trovata con loro, è stato che parlavamo sĂŹ di piante, ma, come dire: andavamo ben oltre il giardino! E cosĂŹ scoprivamo insieme la ricchezza immensa di un mondo, quello del verde, che sempre piĂš viene percepito nei suoi risvolti sociali, terapeutici, estetici. Che si trattasse di scambiare idee col grande paesaggista Fernando Caruncho, o di andare insieme a visitare il bell’orto realizzato a Montale dai maestri Franca Manzoni e Bonaldo Agresti, sempre e comunque ci rallegrava scoprire insieme quanto poco siamo isolati dalla grande rete della vita nel semplice gesto di coltivare il nostro giardino. Pia Pera, www.ortidipace.org

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Esemplare di Magnolia grandiflora posta a dimora

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Vi ho chiesto una nuova avventura sotto forma di “giardino”. Voi mi avete fornito la “macchina” sotto forma di “progettazione, piante, prato, competenza ed amicizia”. Io provvedo al “carburante” sotto forma di “acqua, nutrimento, cure”. E da quel momento, il nostro viaggio si arricchisce ogni giorno di nuove ed inimmaginabili mete ed emozioni … belle fuori … e belle dentro. Michela e Fabio Pizzo

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Sistemazione a verde nella piazza di Pompei

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Carissimo Andrea, seguendo un grande nome abbiamo iniziato una bellissima collaborazione, che si ĂŠ risolta in una profonda amicizia con una assoluta condivisione progettuale passata, presente e futura. Un forte abbraccio Guido Poccianti Presidente Sannini Impruneta SpA

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Copertina del catalogo Autunno 1960 – Primavera 1961

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Retro del catalogo Autunno 1960 – Primavera 1961

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Purtroppo dei cento meravigliosi anni di storia dell’Azienda Mati me ne sono persa almeno 85. I Mati sono stati tra i primi ad aderire alla manifestazione Tre Giorni per il Giardino che si tiene a Masino (TO), erano visibili da lontano con la cupola rossa della loro tenda e un glicine in fiore a segnalarne la presenza e lì ho avuto la fortuna di conoscerli più o meno 15 anni fa. Agli inizi della nostra professione e con poca esperienza, ebbi con Cristiana Ruspa, con cui all’epoca lavoravo, l’idea di chiedere la collaborazione dell’azienda Mati per realizzare un giardino a Ginevra. Fu una grande idea e l’inizio di una delle grandi e vere amicizie di una vita, quella con Francesco, che arricchisce ogni giorno la mia vita professionale e personale. Tra i tanti bellissimi ricordi insieme ci sono le giornate di lavoro a Chalais in Francia nel 2007. Nonostante le difficoltà di un cantiere complicato, nonostante il caldo e i tempi stretti, sono stati momenti ricchi di quella solidarietà con Francesco e il team Mati che solo chi lavora duramente per un obiettivo sa creare e ricordare con uguale piacere. Il nostro viale di quarantadue tigli è lì oggi, a ricordarci che la strada più bella è quella che si fa insieme con coloro che condividono con noi l’amore per il loro lavoro, che lavorano con passione e che abbiamo, allo stesso tempo, la fortuna di poter chiamare amici. Anna Regge

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Manifestazione “Flor 61�

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Caro Andrea, Io, come mio padre prima di me, ho avuto il privilegio di tradurre per alcuni clienti gli stupendi progetti ideati dallo studio Mati. Spero di essere riuscita a trasmettere attraverso la realizzazione dei giardini le emozioni che essi suscitano. Valentina e Ennio Rossi

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1967 “Pescia Verde Casa�

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Tanti Auguri 100 anni!!

100周年おめでとうございます。初めてピア ンテマーティを訪れたのは1999年、それか ら20年経ちました。 これは100年の1/5の時間一緒だったことに なりますね。 最初のブレーシアの仕事では、クライアン トがヘリコプターで来たことがとても印象 的でした!

Ci siamo conosiuti in 1999, ora passato 10 anni, cioe stiamo insieme 1/10 di Piante MATI! Mericordo benissimo il primo progetto con voi per Bresia, i clienti sono venuti con elicottero! È stato ricco di impressioni. Dopo tornado in giappone, anche adesso siamo tutto come prima.

日本帰国してからも変わらぬお付き合いが 続いていることをとても嬉しく思います。 アンドレア、フランチェスコ、パオロは本 当に素敵で優しく、私たちは友情も続いて います。 日本のプロジェクトも2つ一緒に手掛け、 フランチェスコが来日して再会出来ました ね。

Andrea, Francesco e Paolo, tutti siete moltissimi bravi, sinpatici e continuamo di fare amicizia con voi Abbiamo lavorato insieme per 2 progetti di giappone, Francesco tu sei venuto qui, ci siamo potuto riveduto. Che cosa un nostro prossimo progetto in futuro vogliamo fare insieme di nuovo!

次のプロジェクトは何でしょう?また一緒 にやりたいですね!

Saeko Ambe

安部彩英子:日本

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Giappone

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Copertina del catalogo Autunno 1961 – Primavera 1962

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Retro del catalogo Autunno 1961 – Primavera 1962

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Una quercia. Mi viene in mente proprio questa pianta secolare pensando al rapporto che ci lega ad Andrea, al babbo, alla sua famiglia che, fin dagli inizi, sono stati accanto a San Patrignano. E proprio la quercia che Piante Mati ci ha donato anni fa, la vedo ogni giorno, davanti al nostro Centro Medico. Per me, per tutti noi della comunitĂ , è il simbolo di un’amicizia e di una collaborazione che ha radici profonde. Insieme, abbiamo piantato ed allevato il verde in comunitĂ . Grazie a voi molti ragazzi hanno trovato una realizzazione professionale dopo il percorso educativo. Con voi abbiamo tanti nuovi progetti da realizzare. Tantissimi auguri per i vostri cento anni e per i prossimi cento. Un grazie di cuore da tutti noi. Andrea Muccioli e i ragazzi di San Patrignano

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Pistoia Piante a EuroFlora 1966

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L’albero è per chi come me crede nella bellezza della natura e di chi sa che la vita di questi esseri viventi sanno stupire oltre ogni aspettativa. Auguri di cuore per le belle creature create e, in crescita. Mira Scorpio

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EuroFlora ’66 - Medaglie d’oro al Gruppo Pistoia Piante

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Carissimi, vi sono molto grata per la valida collaborazione in occasione del mio progetto in Odessa. Tutto il lavoro fatto nel complesso residenziale ha riscosso molto successo e la piena approvazione dei proprietari grazie anche alla qualità delle piante da voi fornite. Un particolare ringraziamento ed apprezzamento alla vostra organizzazione che ci ha permesso di fornire delle piante di qualità trattate e preparate preventivamente per sopportare il lungo viaggio. Dopo quasi due anni dalla messa a dimora e nonostante il clima e le variazioni termiche subite tutte le piante hanno attecchito, hanno avuto una generosa vegetazione in primavera con la piena soddisfazione mia e dei clienti. In ultimo, ma non ultimo, e non certo insignificante, un particolare apprezzamento alla vostra cortesia e disponibilità. Con i più cordiali saluti. Rosi Sgaravatti P.S. cento anni sono tanti e per quanto riguarda l’esperienza fortunatamente si vedono; per quanto riguarda l’innovazione anche.

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Copertina del catalogo Autunno 1964 – Primavera 1965

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Copertina del catalogo Autunno 1966 – Primavera 1967

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Poche righe per raccontare l’esperienza mia e di mia moglie con l’azienda Piante Mati. Ho ristrutturato un rustico in campagna e di solito quando si arriva a pensare al giardino, le “risorse” economiche sono ridotte al “lumicino”, il tutto o quasi se n’è andato con l’impresa di costruzione!! In questa situazione abbiamo comunque cercato di sistemare 2 ettari di giardino con l’aiuto e la consulenza di Francesco (uno dei fratelli Mati). Oltre che ad essere poi anche diventati amici, abbiamo trovato in questa persona un prezioso consulente che con la sua disponibilità e pazienza è riuscito a darci ogni volta le indicazioni giuste per fare le sistemazioni essenziali. Sicuramente il nostro lavoro non è stato un grande lavoro (inteso come entità), ma certamente più che sufficiente per farsi un’idea di con chi si ha a che fare! A distanza ormai di 3 anni la conclusione è questa: se dovrò in futuro acquistare anche una sola piantina di “salvia”, sicuramente varrà la pena di fare un viaggio nel loro grande vivaio a Pistoia!! Grazie ancora per la disponibilità. Alessandro & Silvia Terigi

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PersonalitĂ in visita ai vivai

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Sin dall’inizio della progettazione del podere di

ed essenziale al buon esito del progetto.

La Griffin Structures si augura di avere la ditta

Castiglion del Bosco ci siamo soprattutto focalizzati

Ogni qualvolta abbiamo chiesto alla ditta Pian-

Piante Mati come parte integrante del proprio Team

sulle sistemazioni esterne sia delle specifiche zone at-

te Mati di risolvere le nostre varie problematiche e/o

Professionale nei suoi futuri progetti ovunque le occa-

torno agli edifici che di tutte le aree adiacenti.

esigenze estetiche tutte le nostre richieste sono state

sioni si presentino.

Valutando dette opere di cruciale importanza, abbiamo selezionato e pertanto assegnato alla ditta

risolte ed ottemperate in modo ottimale sia nei tempi che nelle modalità previste.

li sincere congratulazioni per il vostro primo secolo

Piante Mati il compito di ottemperare alle nostre esi-

Durante i quattro anni che sono stati necessari per

genze progettuali basandoci sulle loro affermate ca-

ultimare il nostro progetto ci siamo sempre avvalsi,

pacità professionali.

con grande stima e fiducia, della consulenza di An-

Il personale coinvolgimento del Sig. Andrea Mati, oserei dire quasi giornaliero, e` stato invalutabile

drea considerandolo un prezioso collaboratore nonché un affettuoso amico.

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Andrea, la prego di accettare le mie personadi attività con l’augurio di festeggiare i prossimi altri cent’anni. Ruggero Torriero Presidente Griffin Structures

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Una delegazione giapponese nel vivaio di Sant’Agostino

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è stata una collaborazione breve, ma indimenticabile; i miei edifici sono stati da voi abbelliti ed ammorbiditi con il verde ed i suoi colori stagionali, ma non sono solo fiori e frutti che crescono dalle vostre piante che hanno in me attecchito, c’è stato un grande frutto tra di Noi maturato: l’amicizia e la lealtà di un rapporto che si è dimostrato vero e con qualità umane, oggi sempre più difficili da riscontrare in persone che conosci per lavoro. Abbiamo fatto anche altri progetti insieme, che non sono andati in porto, ma penso che sicuramente ci saranno altre occasioni per collaborare nuovamente. Ringrazio per l’occasione che ci avete dato di far parte del Vostro libro per questo Vostro grande evento e cordialmente saluto. Arch. Neri Andreoli

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Retro del catalogo Autunno 1970 – Primavera 1971

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Copertina del catalogo Autunno 1971 – Primavera 1972

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Caro Francesco Mati,

per il tuo libro ti mando un mio pensiero –

scritto e disegnato – ed una frase che si trova incorniciata in un’aiola del Giardino Botanico di Firenze. So che ti piacerà . Ti saluto, a presto Antonio Casagli Colle Val D’Elsa

‌ Il giardino diventa simbolo di potere e prepotenza, intelligenza e razionalitĂ , riduttore della complessitĂ della natura, tentativo di rendere le regole naturali comprensibili attraverso geometrie semplici che diano rassicurazione simbolica di un mondo ordinato‌ ‌ perchè il selvaggio è altrove (dall’orto Botanico di Firenze)

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Esemplari di pino sulla via Bonellina davanti alla sede

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Capo operaio Gallorini accanto ad un esemplare in Plant-Plast

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Anni ‘70: carico presso la sede

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La Ditta Mati, che da quattro generazioni è pre-

In particolare Andrea Mati, al quale sono legato

trasformarsi e crescere tecnologicamente rimanendo

sente sul territorio pistoiese, rappresenta per la Circo-

da un sentimento di profonda amicizia, non ha fatto

scrizione 2 in particolare, un punto di riferimento pre-

mancare la propria collaborazione in progetti di ar-

Faccio i migliori Auguri alla Ditta Mati per questo

zioso con particolare riguardo alle attività a carattere

redo verde di spazi dedicati alla socialità, come il

compleanno centenario, un traguardo importante per

socioeducativo rivolte alla città.

giardino dello spazio incontri per anziani “L’Angolo”

Andrea, Paolo e Francesco che con la loro compe-

sempre fedele ai valori umani radicati nel sociale.

La profonda sensibilità della Ditta Mati ha dimo-

alle Fornaci, gli spazi verdi che circondano il cen-

tenza, professionalità ed umanità sapranno essere

strato di saper coniugare efficacemente capacità im-

tro per i giovani adulti disabili “Il Piccolo Principe” e

all’altezza e superare i successi ottenuti fino ad oggi

prenditoriali e progettualità di sviluppo comunitario,

l’area a verde attrezzata del giardino di Candeglia.

dai loro predecessori.

non solo accogliendo fra i suoi dipendenti soggetti

Sono tracce di virtuosa produttività che contras-

in situazione di fragilità o marginalità sociale, ma

segnano la trama di un efficace intreccio tra dimen-

anche promuovendo forme cooperative di lavoro au-

sione pubblica e privata. Questa ditta, dai tempi del

Stefano Bindini

togestite.

suo fondatore Casimiro Mati ad oggi, ha saputo

Presidente Circoscrizione 2 - Comune di Pistoia

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Auguri di cuore e buon lavoro

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Operai impegnati nell’applicazione del Plant-Plast durante la presentazione di questa tecnologia brevettata

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Nel giardino di Chiara e Paolo: C’è un’ape che si posa su un bottone di rosa: lo succhia e se ne va … Tutto sommato, la felicità è una piccola cosa (Trilussa) Dedicato alla felicità che ci ha procurato il giardino realizzato da Francesco Mati Paolo Cecchini e Chiara Beltrame

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1975 – Miro Mati collabora alla sistemazione del giardino di Villa Garzoni a Collodi

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Un secolo di attività, per una azienda, non è un fatto trascurabile.

lenzio, mi scrutava quasi con diffidenza: era il si-

gli animali furono cambiati. Decisioni importanti che

gnor Miro che, ben presto, mi resi conto come fos-

Miro coraggiosamente prese con una determinazio-

In questo contesto, che giustamente va celebrato,

se, egli, l’anima dell’azienda. Finita che ebbi la mia

ne di fronte alla quale non si poteva restare indiffe-

desidero inserirmi con il racconto di un episodio ac-

valutazione mi si avvicinò e volle molte spiegazio-

renti. Tutto questo comportò una frequentazione assi-

caduto molti anni orsono e che ha dato inizio ad una

ni raccomandandomi di non essere reticente come i

dua; conobbi la sua gentil consorte Cristina che gli

bella amicizia, evento certamente non frequente nel-

miei predecessori; mi invitò al suo desco e l’atmosfe-

aveva già dato tre bellissimi bambini. Nel frattempo

l’umano destino.

ra si sgelò.

nacque anche Isabella per il battesimo della quale

Se la storia dell’azienda Mati, in campo vivaisti-

Gli dissi la mia passione per le piante, egli, mi

co, è a tutti nota, forse non è altrettanto noto a tutti

raccontò del suo nascente interesse per quelle bovi-

che, un tempo, a fianco della sua peculiare attività, il

ne. Mi accorsi che avevo di fronte un professionista

Frattanto Miro mi si rivelava, oltre che per le sue

vivaio Mati annoverava un allevamento di vacche da

serio, appassionato oltre ogni limite del suo lavoro e

doti di eccellente operatore nel settore vivaistico, an-

latte di razza frisona il cui precipuo scopo era quello

che, nel desiderio di perfezionarlo, instancabilmente

che per il suo innato senso artistico del paesaggio

di utilizzare prodotti provenienti dalla rotazione delle

cercava nuove soluzioni per quella attività che voleva

che egli interpretava in modo originale e ricco di in-

colture che intercalavano l’avvicendamento delle es-

migliorare. Insomma un imprenditore vero.

tuizioni innovative.

senze proprie del vivaio.

Brevemente, quando mi chiese cosa avrebbe do-

Miro e Cristina mi vollero come padrino, desiderio, il loro, che mi toccò profondamente.

E tutto ciò contribuì ad evidenziare quelle affinità

Ed è appunto all’interno di questo episodio della

vuto fare di quell’allevamento che, nonostante la pre-

centenaria storia dell’azienda Mati che vorrei riferire

senza dell’ottimo capostalla, il signor Mario, che tut-

Ora, per questa straordinaria occasione che ce-

nella veste di testimone attivo quale fui.

ti chiamavano “il prete” e del buon personale subal-

lebra un centenario, ho voluto aprire una parente-

elettive propiziatrici degli umani rapporti.

Dunque, correvano i primissimi anni settanta, quan-

terno, non gli dava le soddisfazioni attese, con fran-

si zootecnica nella storia prettamente vivaistica dei

do fui incaricato dall’Associazione Nazionale Alleva-

chezza gli risposi prendendo a prestito le parole di

Mati; ricordarla per stendere questa breve memoria

tori della Frisona Italiana, della quale anche l’alleva-

Bartali :“qui gli è tutto da rifare” e gli spiegai i moti-

ha significato per me ripercorrere una quarantenna-

mento Mati era socio, di recarmi a Pistoia per la pe-

vi. Mi sarei atteso una certa reazione ed invece mi

le amicizia che mi suggerisce di esprimere il mio più

riodica classificazione dell’allevamento. Questo inca-

chiese quali decisioni dovesse prendere. Proposi un

fervido augurio a Miro Mati ed alla sua famiglia che

rico mi piacque molto perché, fin da giovinetto, ave-

graduale cambiamento; mi rispose che, se si doveva

altri prossimi cento anni si succedano, ed oltre anco-

vo nutrito un forte interesse per le piante ornamentali

cambiare rotta, e qui è uscito il carattere dell’impren-

ra perché si possa ricordare il vivaio Mati come una

e, pertanto, il nome della casa Mati mi era arcinoto.

ditore, era necessario un taglio netto con il passato.

illustre dinastia .

Mentre stavo svolgendo il mio lavoro di ispetto-

Si incominciò con il fabbricato della stalla ope-

re nella loro stalla, vidi un giovin signore che, in si-

rando delle radicali trasformazioni e, in seguito, tutti

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Giancarlo Foglia

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1984 “Tecnoverde� Parma

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Una vita professionale in parallelo

Non nascondo che davanti a dei disegni del Ma-

dei lavori del giardino di Pinocchio a Collodi, ed ho

ti provassi una certa invidia per gli incarichi prestigio-

la possibilità di apprezzare la qualità tecnica del ma-

Primi anni ‘60, studente all’lstituto Tecnico per

si che alla Ditta venivano commissionati, mentre il sot-

teriale vegetale della Ditta e assistere, durante la visi-

Geometri, viene assegnata la ricerca di un proget-

toscritto, che nel frattempo faceva il tirocinio presso

ta in vivaio, alla divertente puntualizzazione circa il

to completo (tavole, prospetti, sezioni, ecc.) di edifi-

lo studio di Pietro Porcinai, non aveva pressochè la

riconoscimento e la classificazione botanica effettua-

cio di civile abitazione. Trovo un progetto dell’arch.

possibilità di progettare, ma si limitava alla direzione

ta da Porcinai e Mati.

Renzo Falciani, fiorentino, completo di tutti i partico-

lavori delle scelte effettuate dal Maestro.

Nel 1972, lascio lo studio di Porcinai per intra-

lari costruttivi, tra cui il giardino e una tavola con la

Il tecnico precedente a me era stato Lori, diventa-

prendere la mia professione di paesaggista per esse-

scelta delle essenze ad opera della Ditta Mati. Allo-

to poi tecnico presso la Ditta Mati... e il mio pensie-

re piu libero e poter proseguire gli studi presso la fa-

ra il giardino si progetta, pensai, e mi soffermai con

ro ritomava ancora là.

coltà di Architettura.

attenzione sul disegno degli alberi.

Nel 1967 mi fidanzo con la mia futura moglie pi-

Uno dei primi incarichi che ricevo è di occupar-

Finito l’Istituto, divento studente presso la Facoltà

stoiese, il cui padre, innestino, collaborava ed aveva

mi, per conto della Confagricoltura, degli strumenti

di Scienze Agrarie dell’Università di Firenze, e inizio

fatto la campagna di Russia con Arnaldo e ancora i

di pianificazione territoriale alla Conferenza Regio-

a finalizzare i miei studi verso l’Architettura del giar-

Mati, attraverso aneddoti e racconti di mio suocero,

nale dell’Agricoltura, indetta dalla Regione Toscana.

dino e del paesaggio. In quegli anni conosco, anche

rientrano a segnare la mia vita.

In questa occasione conosco e collaboro per tutta la

loro studenti, Luigi Mati e Renato Defant, tecnico disegnatore di giardini presso la Ditta Mati.

Durante il periodo di lavoro con Porcinai, conosco Miro, in quanto vengo incaricato di occuparmi

durata della conferenza con Arnaldo, che era uno dei rappresentanti della Confagricoltura. segue

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Copertina del catalogo Autunno 1974 – Primavera 1975

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Copertina del catalogo Autunno 1975 – Primavera 1976

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In quegli stessi anni, ricevo I’incarico dalla Dit-

L’amicizia e la stima si sono confermate attraverso

Con affetto e con augurio reciproco che il per-

ta Capecchi Piante di coordinare I’ufficio di proget-

i meeting autunnali indetti puntualmente il primo sa-

corso in parallelo possa durare almeno per la quin-

tazione e, tramite Martino Bianchi, che a causa del-

bato del mese di ottobre presso il vivaio, ai quali ho

ta generazione!

le note vicissitudini, aveva cominciato a collaborare

cercato di essere sempre presente eccetto casi che

con la suddetta ditta, mi presenta nella mia ricerca

mi portavano ad essere fuori per lavoro.

di esemplari arborei da inserire nei progetti, “Man-

Questi meeting, che vedono tutta la famiglia Mati

darino”, caporale storico di Mati, che mi procura ciò

collaborare con semplicità ed affabilità, sono diven-

che cerco. Già allora i piu belli esemplari si trovava-

tati un appuntamento fisso, per rivedere gli amici, i

no in Pistoia!

tecnici, i tanti studenti, che oggi sono diventati colle-

Nel corso degli anni è stato un reciproco piace-

ghi, e rinsaldare cosi vincoli di reciproca amicizia.

Dott. Arch. Agr. Marco Pozzoli Studio di architettura del paesaggio

P.S. Che i Mati abbiano dei bellissimi vivai e degli esemplari splendidi è notorio; Miro non è stato

re collaborare con Andrea e Francesco, come nel re-

Bravi! Sono felice che quest’anno festeggiate i

bravo solo per questo, ma in assoluto nel riuscire con

cupero ambientale del depuratore della CuoioDepur

cento anni della vostra azienda, giunta alla quarta

Cristina a trasmettere la passione a tutta la famiglia,

di Santa Croce, oppure durante un importante lavo-

generazione. Io ne ho conosciute tre!

che continua con competenza e abnegazione il per-

ro in Sardegna vicino Cala di Volpe, e alla Ditta ho

Fortunatamente il centenario cade quest’anno,

corso iniziato, nientemeno nel 1909... e su questo

sempre fatto riferimento durante la ricerca di nuove

non so se tra qualche anno, visto I’incalzare del-

provo una piccola invidia, non essendo riuscito a fa-

piante arboree per vivaisti con i quali in quei momen-

l’età, sarei riuscito a mettere sulla carta questi ricordi

re altrettanto per la continuazione del mio studio di

ti eseguivo la progettazione.

e sprazzi di vita!

Architettura.

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Preparazione e carico di grandi esemplari

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Centenario 1909/2009 Siamo sicuri che altri cent’anni non basteranno per esaurire la voglia di fare, di rinnovare, di ricercare che ha contraddistinto la vostra attività fino ad oggi. E così, vi auguriamo altri cent’anni, più cent’anni, più cent’anni, più ..., più ...., più ..., di lavoro proficuo, entusiasmante e gratificante. Con grande stima e affetto a tutta la famiglia Mati Mosaico del logo aziendale, cm. 50x50, realizzato da Giuliano Rossi e Lucia Caroli con pietre vitree, oro e marmo Trani. La lavorazione è stata eseguita interamente a mano: dal taglio di ogni singola tessera, con martellina e tagliolo, alla composizione della superficie musiva con la tecnica del metodo diretto su supporto provvisorio con successiva collocazione su supporto definitivo.

da Giuliano e Lucia Rossi S. Alberto

MOSAICI DA RAVENNA di Giuliano Rossi e Lucia Caroli Via Olindo Guerrini, 255 - 48123 S. Alberto (Ravenna) www.mosaicsfromravenna.com - info@mosaicsfromravenna.com

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Viale d’ingresso al vivaio di Sant’Agostino

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Poco più che adolescente (fine anni 70) ho cominciato a frequentare l’azienda MATI con papà vivaista produttore di terza generazione, già collaboratore della stessa. Oggi alla soglia dei cinquant’anni, prosecutore dell’azienda di famiglia, riscopro con grande gioia l’autentica passione e l’infinito amore per questo lavoro che la famiglia Mati tutta continua ad ingenerare in noi operatori di settore. Trascinatore instancabile di tutto ciò il grande Miro cui rinnovo tutta la mia stima ed ammirazione per il contributo d’esperienza e di competenza che continua a seminare ad ogni livello, in un momento, peraltro, di grande difficoltà e sicuramente diverso rispetto a quello che avevo conosciuto più di trent’anni fa. Grazie Miro grazie a tutta la famiglia Mati Vincenzo Gentile

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Copertina del catalogo Autunno 1976 – Primavera 1977

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Copertina del catalogo Autunno 1977 – Primavera 1978

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Il nostro viaggio con la ditta Mati è iniziato nell’anno 2003 e tutt’ora prosegue con grande entusiasmo. In questa occasione, abbiamo avuto il piacere di conoscere il Sig. Andrea Mati come una persona squisita di estrema sensibilitĂ e professionalitĂ sia nel campo umano sia in quello inerente al suo lavoro che svolge con grande passione. Ci ha sempre consigliato e seguito con estrema cura e attenzione nello scegliere piante che si adattassero all’habitat, piante arboree e fiori che hanno fatto sĂŹ che il nostro giardino sia ammirato e ricordato da tutti. Per noi (Famiglia Fratini) è sempre una grande gioia essere circondati da uno spettacolo di natura che cambia in ogni stagione e per questo non ringrazieremo mai abbastanza Andrea e tutta la ditta Mati. Corrado e Giovanna Fratini

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Anni ’80. Novità in vivaio: macchine zollatrici e pacciamatura con polietilene

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Cento anni!! Presumo di conoscere la qualitĂ di alcuni uomini alla guida di questa azienda centenaria e sono certo di poter pronosticare questo evento solo come una tappa di un percorso sempre piĂš verde e lussureggiante. Complimenti e affettuositĂ Antonio Madonna

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Esemplare di Pinus pinea di oltre 40 anni dai vivai Mati alla collina di Posillipo

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The exposed secret

his/her own sensibility, Cristina, Miro, Andreas, Fran-

ni a quella dei figli che ne avevano quasi quaranta. Fu

cesco and Paolo are like an ivy which extends in time

proprio in questo cambio generazionale che io sentii

I remember well when I arrived at Pistoia about

and weave a warp of friendship which has grown

che persone “alla buona” (naturali) erano state sosti-

25 years ago; they were my first years as a gardener

slowly and warmly as nature does. The dreams are

tuite dall’uomo d’affari che discute di quantità e costi

and was used to the Spanish nurseries which were

the enlightenment of men and the trees and bushes

invece della sola qualità delle piante, delle loro diffe-

then very little developed, the impact produced by the

are the lights which illuminate a space in which time

renze, della storia di ogni pianta e della filosofia del

Pistoia nurseries at that time was immense, because

goes through with the seasons and always begin with

vivaio. La seconda fase del mio rapporto con Pistoia

of the different scale and vision so different from what

them. I wish to the Matti family another 100 years of

iniziò quando chiesi al mio amico e giardiniere Peter

I knew before. It was a wonderful Spanish nursery in

love towards the garden were they will enchant future

Wirtz chi secondo lui era il miglior vivaista che noi

Barcelona named Viure who, because of the type of

generations with the sense and direction of live.

(giardinieri) stavamo cercando e per la prima volta,

project we were working on, recommended a nursery

With affection and gratitude,

in Pistoia which he collaborated with. I was treated by

sebbene ci fossi passato molte volte, Mati apparve Fernando Caruncho

very professional people with great quality of plants,

uomini che avevano un forte legame con la terra, che

but then there was a generational transition from the parents who were in their seventies to the kids which

come il segreto svelato. Entrai allora in contatto con amavano le piante in quanto le percepivano come

Il segreto svelato

parte integrante della loro vita quotidiana. Essi ave-

were in their late thirties. It was in this generational

vano ereditato una grande esperienza dalle genera-

change when I felt that the people of nature were re-

Ricordo bene quando circa 25 anni fa arrivai per

zioni precedenti in modo da collegare il passato al

placed by the businessman who talks about quantities

la prima volta a Pistoia, erano i miei primi anni da

futuro ed ognuno di loro portava una sua personale

and costs instead of the quality of the plants, their dif-

giardiniere ed ero abituato ai vivai spagnoli che al-

sensibilità; Cristina, Miro, Andrea, Francesco e Paolo

ferences, the history of each plant and the philosophy

l’epoca erano molto poco sviluppati. L’impatto prodot-

sono come edera che si estende nel tempo tessendo

of the nursery. The second phase in my relation with

to a quei tempi dai vivai pistoiesi fu enorme a causa

una trama di amicizia che cresce lentamente e calo-

Pistoia started when I asked my friend and gardener

delle diverse dimensioni e di una visione completa-

rosamente in maniera del tutto naturale. I sogni sono

Peter Wirtz about who he thought was the best nurse-

mente nuova rispetto a ciò a cui ero abituato. Fu un

l’illuminazione degli uomini e gli alberi ed i cespugli

ryman that we (gardeners) are always looking for and

meraviglioso vivaio spagnolo di Barcellona di nome

sono la luce che illumina uno spazio nel quale il tem-

for the first time although I passed by it many times,

Viure che, a causa del tipo di progetto al quale sta-

po passa con le stagioni ed inizia sempre con loro.

appeared Matti as the exposed secret. There I entered

vamo lavorando, mi consigliò un vivaio di Pistoia col

Auguro alla famiglia Mati altri 100 anni di amore per

in a relationship between men of the countryside who

quale collaborava. Fui trattato da persone molto pro-

i giardini, in cui essi incanteranno le generazioni future

love the plant since it is part of their daily lives. They

fessionali che possedevano piante di alta qualità ma

con il senso della vita.

have a great deal of experience of generations which

allora l’azienda stava assistendo al passaggio dalla

connect the past to the future and each one brings

generazione dei genitori che avevano circa settant’an-

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Con affetto e gratitudine, Fernando Caruncho

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Il Pino a dimora con lo sfondo del Golfo di Napoli

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Azienda Mati: è stata e rimane il punto di riferimento per la realizzazione delle mie idee progettuali. La loro professionalitĂ , la qualitĂ delle piante (fitosanitaria ed estetico – ornamentale) sono una garanzia di successo. Roberto De Benedictis

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Copertina del catalogo Autunno 1978 – Primavera 1979

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Copertina del catalogo Autunno 1980 – Primavera 1981

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Caro Miro, a nome personale e dei colleghi del Centro Studi, desidero esprimere i più fervidi auguri, per questo importante traguardo raggiunto dall’azienda Mati. Il “Grande Vecchio”, Casimiro Mati, non pensava certamente che dalla sua seminagione sarebbe nata una messe così abbondante. Si sbagliava e non poco, perché invece una famiglia compatta ha seguito il suo esempio, portando l’azienda a livelli di eccellenza nella produzione e nell’innovazione tecnologica. Oggi, nonno Miro esulta dai verdi pascoli del cielo, nel constatare che un’altra generazione, seguendo il suo esempio continua a coltivare piante, con la guida del nipote e della sua gentile Signora. Auspico un lungo cammino, cosparso di serenità e di successi, per raggiungere il prossimo obiettivo, il secondo centenario. Ti saluto con viva cordialità e amicizia Eugenio Ciuti Centro Studi per il Vivaismo

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Miro con Nilde Iotti e Vannino Chiti

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...piacevoli sono gli attimi che trascorriamo ammirando il risveglio, lo sbocciare dei fiori il susseguirsi dei colori che giorno dopo giorno mutano attorno al nostro piccolo regno domestico come un mutevole abito che ci avvolge impreziosendo la nostra casa e donandoci la pace e la tranquilità di cui oggi si ha sempre più bisogno... Clara e Sergio Fornaciari Ringraziamo i Fratelli Mati, per la loro professionalità, esperienza e buon gusto che ci permettono di apprezzare anno dopo anno l’ottima qualità del loro lavoro consentendoci di assaporare direttamente da casa il “gusto della vita”.

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Primi anni 80: il Presidente della Repubblica Sandro Pertini in visita al centro aziendale di Masiano

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Ricordo con emozione le meravigliose sorprese

di lavanda, diviso solo da un sentiero che, serpeg-

alte, non si sarebbe potuto identificare, da lontano,

che mi aspettavano dietro quel cancello, quando da

giando, conduceva al terrazzamento, da dove era

quel misterioso luogo incastonato tra strade e palaz-

piccolo mi affacciavo furtivo fra le cancellate di quel

possibile sporgendosi oltre la balaustra, intravedere

zi, quasi soffocato all’interno di una marea impos-

giardino, un parco sospeso nel vuoto, un giardino

dall’alto la strada. Il muro di gelsomino che divide-

sibile. Ricordo il tempo trascorso affacciato ad una

pensile quasi impossibile, dove immaginare quel che

va il terrazzo dal giardino interno della casa, defini-

finestra miracolosamente esposta, le emozioni che mi

le radici dovevano affrontare per saziarsi di linfa mi

to in alto da due volute barocche che all’imbrunire

trasportavano in volo, al di sopra di questo giardino

trasportava per meandri sconosciuti.

sembravano brindare amichevolmente al tramonto,

abbandonato, il privilegio di godere del profumo

La mattina, andando a scuola, la prima sosta era

ospitava sul fronte un incavo, quasi una grotta rive-

esclusivo di fioriture straordinarie. Ricordo i miei pas-

lì, cercando cosa il passaggio della notte, aveva la-

stita di stalattiti, dove l’acqua, scendendo copiosa-

saggi nascosti all’interno di questa realtà improba-

sciato in omaggio al viale di accesso, a ciò che l’au-

mente, creava cascatelle rumorose e spruzzanti. Le

bile, unico spettatore nella platea deserta. Ricordo

rora aveva depositato nella galleria di rose canina, a

siepi di ortensie, azzurre come il cielo nel mezzo

sensazioni che pensavo impossibile ritrovare.

quanto la brina mattutina brillava sui prati malamente

di una giornata di primavera, straboccavano dalla

Chiudo gli occhi e sento un odore dimenticato. Li

rasati e deliziosamente spettinati. Gli orci di limoni

linea ideale di limitazione, adagiandosi, con tutta la

riapro e un brivido già vissuto mi percorre la schiena.

in fila lungo le siepi di bosso, alternati da severe

loro pesantezza di fioritura sui cordoli di finitura del

Quella emozione che soltanto i luoghi vissuti e de-

figure in terracotta, sembravano aspettare qualcuno

marciapiede, quasi pronte a ruzzolare attraverso i

siderati ti possono trasmettere sta nuovamente pren-

che ne raccogliesse i frutti, per poter creare piramidi

solchi di raccolta dell’acqua piovana.

dendo terreno intorno a me.

e festoni bene auguranti con cui ornare un tempietto

Nei mesi di primavera, gli iris fioriti di un inda-

Sono passati anni, tanti, cammino all’interno di

in marmo, le cui svettanti colonne, ricoperte di ede-

co stupefacente si offrivano alla raccolta per essere

un parco recentemente recuperato, sfioro inconsuete

ra, segnavano un piacevole ottagono perimetrato da

depositati, all’interno di vetri trasparenti, su tavole

bordure, salgo per scale delimitate da strafottenti fio-

spicchi di erbe officinali.

imbandite, insieme a ranuncoli e viole a ciocche i

rere ricolme, percorro giardini di erbe aromatiche de-

Due salici si proiettavano su uno stagno verde

cui contenitori incastrati nei davanzali delle vetrate

limitati da rami curvi ed intrecciati, seguo lo specchio

muschio, tempestato di ninfee che, come carnose

del giardino d’inverno, ricordavano cavoli spampa-

di una piscina delimitata da un verde spregiudicato

gemme preziose, sfiorivano e rifiorivano in una al-

nati e svuotati. Le rosse bacche di pungitopo insieme

ma contenuto, rivedo e riprovo momenti dimenticati.

ternanza ritmica diretta maestralmente dalle lunghe

allo spugnoso corbezzolo color arancio, spuntava-

Sono in un tempo diverso, ma riesco ancora a pro-

braccia delle piante, ondeggianti e fluttuanti ad ogni

no, nell’inverno, dalle barriere di un ormai disabitato

vare simili emozioni. Qualcuno attraverso la propria

colpo di vento. I grandi vasi di azalee, in equilibrio

labirinto, ricordo di spensierati giochi infantili e di

sensibilità ha saputo restituirmi tutto questo.

su pilastrine sbrecciate e scolorite, nella varietà dal

licenziosi nascondigli, passaggio di irrequiete attra-

bianco al rosa, fino ad un cremisi porpureo, segna-

zioni. Se non fosse stato per i tre cipressi svettanti

vano una scia sfumata che delimitava un parterre

al di sopra della massa compatta delle piante più

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Grazie Mati Franco Carrai

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La Piante Mati nel 1985 - estratto da una brochure del periodo

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VIVAI MATI - Famiglia MATI -100 anni Incredibile, sono passati 30 anni da quando ho

primo incontro. Sono passati 30 anni. Ora ci lega

va, oggi ne abbiamo censite circa 20, ma forse ne

una profonda stima reciproca! Cosa è accaduto in

manca qualcuna. Oggi i paesaggisti che sanno fare

questi anni?

bene il loro mestiere in base ai nostri calcoli dal pun-

incontrato per la prima volta Miro Mati! Oggi che

Ci siamo accorti che tutti coloro che sono impe-

to di vista dell’osservatorio AIAPP dovrebbero essere

mi si chiede di scrivere un pensiero per i 100 anni

gnati in questo settore: vivaisti, paesaggisti, tecnici

1000 o forse 2000, e sempre più mi accorgo che i

dell’attività dei Vivai Mati, vorrei partire proprio da

dei giardini pubblici, docenti universitari che si occu-

giovani d’oggi sono molto più preparati in base alla

quel primo incontro.

pano del verde e del paesaggio, devono far fronte

loro età di quanto lo eravamo noi.

Eravamo in Municipio, a Pistoia, era il 1979,

comune e crescere insieme. Quante cose ho impa-

Ovviamente anche perché possono appoggiarsi

Miro giovane, elegante, con la sua aria da play-boy.

rato nel frequentare i Vivai Mati! Soprattutto negli in-

a scuole valide e ad una ricca messe di pubblicazio-

Io volevo coinvolgerlo nel rilancio dell’AIAPP, l’asso-

contri del primo sabato di Ottobre. Certamente una

ni di alta qualità. Ma ogni buon conto oggi ci si può

ciazione dei paesaggisti italiani, allora fortemente

grande festa, ma soprattutto un incontro stimolante

affidare con tranquillità ai paesaggisti della nuova

identificata con Pietro Porcinai, ma lui mi trattò con

dal punto di vista professionale e culturale.

generazione.

una certa ruvidità: per anni non mi sono spiegato il

Lo scambio costante di idee e di esperienze ci

Certamente alla preparazione di tanti bravi tecni-

perchè. In seguito ho letto l’intervento di Miro Mati

ha fatto crescere ed è così che abbiamo evitato le

ci non corrisponde in questo momento altrettanto la-

in un libro dedicato a Porcinai, nel quale descrive la

ancestrali incomprensioni che ci fanno regredire!

voro. Fare il paesaggista è difficile e le gratificazioni

sua insofferenza verso quel personaggio famoso e

Quante cose sono successe in questi trent’anni

economiche sono scarse. Basta vedere le nostre cit-

saccente pur se dotato, ovviamente, di grande valore.

nel nostro settore! Ricordo che trent’anni fa c’era una

tà. Non è che si vedano tante realizzazioni di parchi

Bene, la stessa sensazione la ebbi io di Miro al

sola scuola di architettura del paesaggio, a Geno-

e giardini. Io, che insegno questa materia, a lezione segue

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Miro con l’architetto Lawrence Halprim (al centro)

Miro giudica rose a Genova

Miro con tecnici e colleghi al Flormart

Miro al suo tavolo da lavoro

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proietto sempre esempi stranieri. Non è che in Italia

scono oggi un’azienda che è un gioiello nel panora-

sento in imbarazzo perché a questi appuntamenti ho

non si faccia nulla ma si fa poco…troppo poco!

ma della produzione vivaistica di Pistoia. Si tratta di

visto spesso personaggi più autorevoli e prestigiosi,

Se andiamo all’estero è diverso; non a caso l’otti-

una generazione responsabile e matura, alla quale

che potrebbero onorare l’occasione meglio di me.

ma produzione dei vivai pistoiesi (inclusi i Vivai Mati)

ci si può affidare con la stessa sicurezza con cui nel

Ma forse oramai il mio discorso è una tradizione…

è diretta per il 70% all’estero, in quelle nazioni dove

corso di questo secolo migliaia di clienti privati, tec-

forse è il prezzo da pagare per assaporare il gustoso

la qualità del verde si vede ad occhio nudo senza

nici comunali, amministratori pubblici e paesaggisti

pranzo che la famiglia Mati offre ai convitati!

essere degli esperti!

si sono affidati. Aiutato dalla sua famiglia e dal suo

Al di là delle battute scontate, in uno di questi

Per quanto riguarda l’Italia, dai Mati ho capito

staff, da molti anni Miro Mati ha deciso di far coin-

incontri mi è stato affidato il compito di parlare del

sino in fondo quando sia errata la battaglia della di-

cidere il suo compleanno con una grande festa nei

tempo e la paesaggistica. Un tema suggestivo, af-

fesa degli alberi in città “tout court”. Il vero problema

suoi vivai. Ricordo molto confusamente la prima vol-

fascinante ma venato di malinconia, tutto legato ai

della città contemporanea è che il verde nelle nostre

ta, mi ricordo che in un certo qual modo fui coinvol-

ricordi! A meno che non ci proiettiamo nel futuro!,

città è vecchio, che non si rinnova sostituendo i vec-

to nell’organizzazione: non ricordo bene cosa feci,

dove piante, verde, ecologia, sostenibilità, pae-

chi alberi a fine carriera con giovani esemplari. Non

tranne una lista di paesaggisti da invitare!

saggio, avranno sicuramente sempre più attenzione

c’è un programma di sostituzione degli alberi esisten-

Spesso in queste occasioni mi è capitato di par-

nella cultura di ogni paese. E la grande esperienza

ti e soprattutto non ci sono piani di ampliamento delle

lare, ma talvolta anche in altre occasioni più o meno

e competenza dei Mati avrà certo spazio per farsi

aree verdi per rendere le nostre città più vivibili.

ufficiali, come durante la bella mostra organizzata

valere per almeno i prossimi 100 anni.

I Mati sono arrivati alla quarta generazione e tre

dai Mati al Palazzo comunale di Pistoia nel 2003.

brillanti giovani, Francesco, Andrea e Paolo, gesti-

Anche allora mi fu affidato il discorso inaugurale. Mi

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Biagio Guccione

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Miro e Cristina ad una manifestazione dell’Arma dei Carabinieri

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L’eccellente qualitĂ del prodotto e l’indiscutibile professionalitĂ del personale sono prerogative incontestabili della vostra azienda. Sono però le qualitĂ umane della famiglia Mati a rendere il vostro Gruppo cosĂŹ speciale: disponibilitĂ , rispetto e correttezza sono alcuni dei vostri valori che hanno permesso una collaborazione leale e duratura con Castiglion del Bosco, collaborazione che mi auguro prosegua altri 100 anni! Leonardo Casalini Amministratore Delegato Castiglion del Bosco

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Posa a dimora di un grande albero

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Per Miro Mati Un albero che ha cento anni è un grande albero Un’azienda che produce alberi da cento anni è un’azienda ancora piĂš grande Grazie ancora a Te e famiglia Per una giornata che non si dimentica. Lorenzo De Luca

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Retro e Copertina del catalogo Autunno 1984 – Primavera 1985

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Amore, passione, gusto, eleganza, sono alcune delle emozioni che mi avete trasmesso con il vostro lavoro. Il mio augurio è che con la semplicitĂ che vi contraddistingue siate sempre portatori di queste emozioni che sono linfa vitale di un’Azienda che ama ciò che ha scelto di fare! Grazie e buon proseguimento. Michaela Bianchi

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Giardino in provincia di Pistoia

Realizzazione in provincia di Siena

Sistemazione a verde di una struttura ricettiva nel Nord Italia

Giardino in provincia di Firenze

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Andrea, l’altro giorno, in viaggio verso Genova, sono passato davanti alla tua azienda, e sono stato assalito da una folla di ricordi, non sarà la sindrome del cipresso di carducciana memoria? Mi sono, di colpo, ritrovato con mio padre mentre andavamo in una delle più vecchie aziende, mi sembra che fosse Sgaravatti a comprare delle magnifiche rose che avremo poi piantato nel nostro giardino. Da allora molte rose e molti anni si sono avvicendati nella mia vita fino a quando, agli inizi degli anni 2000, nella progettazione e realizzazione di un Resort, ho avuto la fortuna di conoscere la tua fabbrica di fiori… Devo dire che questo incontro è stato molto costruttivo per entrambi. Per me ha significato vivere gomito a gomito con dei professionisti che mi hanno fatto entrare in un mondo di cui conoscevo solo gli aspetti fondamentali. La coltivazione di alberi e fiori è diventata, dopo aver vissuto qualche anno con voi, un’arte dove tu, Francesco e Paolo, mi avete aiutato a vivere un’esperienza straordinaria. La vostra bravura e professionalità sono oggi parte della mia conoscenza e difficilmente potrò farne a meno, ogni volta che il mio lapis inizierà un nuovo viaggio. Sono felice di poter partecipare a quest’importante compleanno, 100 anni non sono pochi, e io ve ne Auguro tanti altri pieni di lavori interessanti, un caro abbraccio, Nino Solazzi

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Fine anni ’80 in vivaio

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Cento anni fa serietà e passione hanno fatto nascere una piccola grande azienda. Esperienza, ricerca ed innovazione l’hanno resa un punto di riferimento per il territorio pistoiese e per il vivaismo internazionale. Siamo orgogliosi di collaborare con questa importante realtà per costruire insieme la cultura del verde dei prossimi cento anni. Antonio Grassotti

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Piante preparate in Plant-Plast pronte per essere caricate

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Mi è capitato spesso di essere chiamato a ristrut-

è a questo punto, quando la casa è ancora su

esigenti... ma comunque sia, la cosa più bella scatta

turare o restaurare una casa o una villa e di accor-

dei semplici appunti, che chiamo Andrea Mati e, per

sempre quando, finalmente, a casa quasi finita, ar-

germi che, mentre comincio a buttare giù qualcosa

chi è curioso di saperlo, la cosa ha sempre funzio-

riva il paesaggista per il fuori.. giardini o parco che

per l’ edificio, gradualmente ma inesorabilmente mi

nato più o meno cosi: “Guarda Andrea forse devo

siano. Quello è il momento in cui io, rispettosamente,

trovo a disegnare delle idee sulle sistemazioni ester-

lavorare a una bella casa e se tutto andrà bene forse

faccio un passo indietro e, lascio soli per qualche set-

ne, anche se mi rendo subito conto che è un eserci-

fra due anni ti chiameranno per un preventivo...non

timana cliente, paesaggista e Andrea Mati....e che

zio inutile perchè tanto, prima o poi, verrà un pae-

so come andrà finire ma non è che domani mattina

Dio ce la mandi buona.... Lui, il paesaggista, non

saggista a farlo e a “farlo per bene”, come si dice

vieni con me a vedere di che cosa si tratta e mi dai

sa, e non deve sapere, che quello che sta progettan-

a Firenze, con tecnica e cognizione di causa, e non

qualche consiglio?”

do e pensando, e di cui sta convincendo se stesso

alla dilettante come faccio io.

E li, non sempre ma quasi, in mezza giornata

ed il cliente, è qualcosa che Andrea e io abbiamo

Comunque sia, mi viene da pensare all’ esterno

abbiamo già deciso molte cose, le più importanti.

messo sulla punta della sua matita due anni prima,

prima che all‘interno, da immaginare, come prima

Andrea prima mi guida un po’, poi lascia che espri-

in una mezza giornata di felice e libera discussione,

cosa, la più giusta sistemazione dei luoghi, per quel-

ma liberamente i miei pensieri e le mie suggestioni,

senza la preoccupazione di piacere e compiacere

l’edificio, per quel committente; cerco di immaginare

senza commentarle.

nessuno ma con il gusto di fare e pensare la cosa

la posizione e i materiali della piscina, un orto, un

Alla fine mi corregge in modo analitico e con

muro coperto dalla vite americana o da un spalliera

suggerimenti ora tecnici ora estetici, fino a che non

Poi arriva l’ aspetto tecnico, il momento esecutivo,

di grosse arance amare, un pomario, un giardino al-

è quasi tutto a posto e finalmente posso tornare ad

la scelta delle piante e tutta la complessa operatività

l’italiana illuminato dal sole d’estate con grandi vasi

occuparmi dell’edificio. Adesso posso tornare ad

fatta di drenaggi e opere dove lì, davvero, non solo

carichi di limoni, un dislivello del terreno tenuto da

occuparmi degli interni come delle strutture, tanto il

faccio un passo indietro, lì proprio letteralmente spa-

un muro a secco e quello che vorrei vedere o non

giardino, il parcheggio, la piscina o l’orto sono già

risco, e lascio solo Andrea a difendere, in segreto,

vedere dalla finestra della camera piuttosto che dal

fatti; e quando penso alle camere, al salotto e alla

quanto avevamo pensato insieme due anni prima.

salotto. Non so se è giusto e se è cosi per tutti ma

cucina so già che cosa vedrò dalla finestra..... e vi

Quando tutto è finito e tutti e quattro, cliente, pae-

dopo queste riflessioni, che a ben vedere non sono

assicuro che è un esercizio rassicurante, piacevole e

saggista, Andrea ed io siamo felici del risultato vuol

oggetto del mio incarico professionale, la casa pren-

molto produttivo.

dire che ancora una volta, due anni prima, quella

de un taglio più naturale e il progetto scorre fluido e

Di case con Andrea con questo sistema ne ab-

tutte le caselle vanno al loro posto una dopo l’altra

biamo fatte ormai tante, con tanti clienti, italiani e

con naturalezza.

stranieri, e tutti molto appassionati, competenti ed

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giusta per quel posto.

mezza mattina, ci abbiamo proprio preso! Bernardo Tori

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San Patrignano prima e dopo

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… una storia in crescita. Da tempi antichi gli alberi hanno una particolare importanza per gli esseri umani. Per i nostri antenati, erano la sede degli Dei, i luoghi del giudizio, e spesso anche il centro della comunità rurale. Con le loro forme, profumi e colori, abbelliscono, i nostri giardini, i nostri parchi e le nostre piazze. Per la gente oggi il verde pubblico è spesso l’unico modo per vivere la natura, fare jogging o camminare. In questo contesto, e con il cuore esprimo una profonda gratitudine al principale elemento di design della nostra professione. Il vivaio Mati da 100 anni fornisce gli “ingredienti” necessari per il nostro lavoro. Così, mi viene da pensare, è bello poter scrivere qualche riga in merito, ed è un piacere particolare “conoscere” un piccolo tratto della lunga storia di Piante Mati. Piante Mati possiede una vasta gamma di piante ed è sempre alla ricerca di altre piante insolite. Un secolo di successo nella coltivazione delle piante è la prova di abilità, professionalità e innovazione. Con lo stesso impegno Piante Mati si dedica anche alla progettazione di giardini ed al restauro di parchi storici. Apprezzo moltissimo queste qualità dell’azienda, con la quale si sono creati da 15 anni rapporti di reciproca stima e amicizia e di collaborazione professionale. Dott. Valentin Lobis

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Copertine cataloghi anni ‘80

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Il giardino di casa Orlando a Limestre

troppo selvaggio per essere trasformato in giardino.

ti per l’allevamento delle trote. Intorno agli specchi

Gli unici spazi aperti erano un campo un po’ scosce-

d’acqua furono piantati dei cipressi di palude (Ta-

Qualche anno fa ho chiesto a Francesco se nel

so coltivato ad erba medica e un frutteto situato poco

xodium distichum) che si sono adattati benissimo al

loro archivio ci fossero documenti relativi ad un par-

più in alto. Il brolo, lo chiamava mia nonna che era

clima dell’Appennino, così subdolo con le nevicate

co realizzato da suo nonno intorno alla metà degli

milanese.

tardive e le notti di bruscello. Piano piano, nel corso

anni ’50. Volevo descrivere la storia del giardino di

Finiti i bombardamenti e l’occupazione tedesca,

degli anni, si è formata una bellissima collezione bo-

Casa Orlando a Limestre Pistoiese, frutto di un’inten-

quel luogo tornò a vivere e mia nonna piano piano

tanica, in cui le conifere prevalevano sulle latifoglie.

sa collaborazione fra Mario Mati e mia nonna, Yetta

iniziò a pensare al giardino. Non so esattamente

Mario Mati fu bravissimo nel suggerire a mia non-

Orlando. Purtroppo, né lui né io riuscimmo a trovare

quando siano iniziati i lavori e neppure a cosa si sia

na le piante da inserire nel parco, alcune delle quali

materiale d’archivio, come disegni, o liste di pian-

ispirata, ma qui si ritrova l’atmosfera dei parchi dei

vere rarità come l’Abies concolor, il Cupressus cash-

te con le date d’impianto. Tutto il progetto è stato

laghi lombardi. Il grande medicaio fu trasformato in

meriana, la Sequoia gigantea, altre, invece, delle cu-

ricostruito con l’ausilio di fotografie dell’epoca e in

due prati delimitati da siepi di bosso e tassi conici.

riosità botaniche come Picea e Cedrus a portamento

base ai ricordi dei vecchi del luogo che vi avevano

A memoria del bosco sono rimasti due bellissimi cerri

piangente. A far loro compagnia anche il Libocedrus

lavorato (non dei nostri nonni, che non ci sono più) e

centenari, con i rami che sfiorano terra. Un largo

decurrens “Aureovariegata”, la Cryptomeria japoni-

grazie alle piante ancora esistenti, il cui “ricordo” è

viale tagliava il pendio, separando i prati dal brolo.

ca “Globosa Nana” e, fra le latifoglie, uno splendido

una testimonianza preziosa.

Questo è l’unico camminamento pianeggiante del

esemplare di Fagus sylvatica “Roseomarginata”, oltre

Durante la seconda guerra mondiale il giardino

parco e fu sempre chiamato “il viale delle balie”,

a un bosco di Sequoia sempervirens e molte varietà

non esisteva quasi, c’era solo un grande tiglio vicino

perché qui venivamo portati noi nipoti in carrozzina

di querce americane, aceri e betulle. E, ancora, i

alla casa. Il terreno diventava subito ripido e, così

e tutti vi abbiamo imparato a camminare.

faggi piangenti che trasformavano i sentieri in tunnel

vicino al bosco e al torrente, sembrava un luogo fin

In un secondo tempo furono realizzati dei laghet-

fruscianti. Purtroppo la Cashmeriana se la portò via segue

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Sistemazioni a verde sul finire degli anni ‘80

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la gelata del 1985 e l’Abies concolor fu abbattuto

intuizione geniale del signor Mati per sfruttare una

Paolo Mati ed è iniziata un’altra bellissima collabo-

negli anni ’90 dopo essere stato danneggiato da un

zona ripida e piena di rocce affioranti percorsa da

razione. Per tutti gli anni in cui mi sono dedicata alla

fulmine.

un ruscello che si buttava nel laghetto. Le rocce diven-

progettazione e al restauro di giardini, ho ricevuto

Ma il giardino non era fatto solo di prati e piante

tarono un elemento decorativo in più, circondate da

da loro consigli e assistenza, pazienza e disponibi-

d’alto fusto. C’erano anche i fiori a scandire le sta-

tassi e conifere nane, ingentilite da erbacee perenni.

lità ad ascoltare le esigenze dei miei committenti e,

gioni, da quando spariva la neve fino alla caduta

Per anni, girando per il giardino mi sono chiesta

delle foglie: grandi macchie di rododendri intorno

cosa fossero un gruppetto di alberi dalla chioma leg-

Adesso il giardino di Limestre ha iniziato una nuo-

alle sequoie, le Magnolia soulangeana e grandiflo-

gera poi, un giorno, lo chiesi a mia nonna. L’anziana

va stagione. Da qualche anno è tornato ad essere

ra, lillà e ortensie in ogni sfumatura di colore e poi

signora mi rispose sicura: “ma certo, sono i Fraxinus

luogo di svago e di scoperte emozionanti per i bam-

giaggioli ed iris acquatici intorno ai laghetti. L’estate

oxycarpa, li piantò il signor Mati nel ’54.” A quel

bini di Dynamo Camp, un camp di terapia ricreativa

era dominata dalle rose, moltissime ibride di Tea,

tempo stavo preparando l’esame di botanica foresta-

creato per accogliere durante il periodo estivo bam-

come andava di moda in quegli anni. Il roseto era

le e quel giardino si rivelò una miniera di informazio-

bini affetti da malattie gravi e croniche.

stato realizzato in un poggio sistemato a gradoni;

ni. I miei libri trattavano quasi esclusivamente la flora

Questa struttura, come tante altre sparse nel

ogni giorno nuove rose venivano raccolte e sistemate

italiana e sapevo ben poco delle piante esotiche.

mondo, fa parte dell’Associazione Hole in the Wall

nei vasi di casa. A volte non si riusciva a distinguere

Così iniziai a sfruttare le passeggiate pomeridiane di

Camps, nata grazie all’impegno dell’attore Paul

quali fossero i fiori piantati da quelli spontanei: in pri-

mia nonna, all’epoca già ottantenne. Con mia gran-

Newman che, nel 1988 fondò il primo Camp negli

mavera nei prati spuntavano le orchidee selvatiche,

de meraviglia scoprii che si ricordava perfettamente

Stati Uniti.

poi le Phlox e le bocche di leone e in autunno sotto

il nome di ogni pianta, la provenienza geografica ed

gli alberi fiorivano ciclamini e Crocus. Ma il luogo

il periodo in cui era stata messa a dimora.

più sorprendente era il giardino roccioso, un’altra

Anni dopo ho conosciuto Andrea, Francesco e

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naturalmente, piante di grandissima qualità.

Elisabetta Ricciardi Firenze

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Comune di Siena, giardino della Fortezza. Progetto dell’Arch. Vito de Palo realizzato con piante Mati

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é con onore, ammirazione e gratitudine che partecipo a celebrare 100 anni di Piante Mati. Piante Mati è stato per me una garanzia di qualità e un appoggio ogni qualvolta la mia minor esperienza necessitava di chiarimenti o insegnamenti riguardo al comportamento di una pianta. Ho sempre ricevuto ottima assistenza e servizio dettato dalla passione che hanno per il loro lavoro. È bello che ancora nel mondo di oggi, veloce, avido, che tralascia la cura dei prodotti e del servizio, possa esistere un’azienda così. Celebriamo con calore e fiducia e gioia i 100 anni di questa preziosa azienda!!! Auguri auguri e...altri 100 di questi anni! Cristiana Ruspa

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Paolo e Alessandra Mati alla manifestazione “Tre giorni per il giardino� al Castello di Masino (TO)

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Conosco il vivaio della famiglia Mati da circa venticinque anni, un quarto della sua lunga storia. Ho visto avvicendarsi alla guida dell’azienda prima Miro, poi i suoi figli, Andrea, Francesco e Paolo. L’azienda si è adeguata negli anni al carattere, alle storie ed alle aspirazioni di chi la ha guidata, traducendo in strutture produttive le aspirazioni e i sogni di generazioni di Mati, spinti dalla ricerca estetica e dall’armonia con cui le piante sono prodotte e consegnate al futuro. Il vivaio con i suoi filari ospita piante piene di vita, natura e bellezza, per cui si è attratti a passeggiare tra i filari dimenticando le geometrie delle coltivazioni, mentre un giardino prende forma intorno. Mi piace pensare che in questo vivaio si progetti un futuro non solo per ogni singola specie coltivata destinata a luoghi speciali in Italia o all’estero, ma anche per le persone che vi operano a cui è riservata la possibilità di avere un futuro speciale fatto di pace ed equilibrio, perché come cita un proverbio cinese: “Se vuoi progettare un anno…coltiva il riso. Se vuoi progettare un decennio…pianta gli alberi. Se vuoi progettare un secolo…educa le persone.” Ginevra Lombardi

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Miro con Giuliano Gori ed il Marchese Antonio Altoviti

Miro con Giuliano Gori

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Miro con direttori di giardini pubblici italiani

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Apro le finestre della mia camera e vedo il mio giardino... coi fiori anche d’inverno. In pochi abbiamo questo privilegio... i fiori invernali sono una macchia di colore tra le bacche e il giallo delle foglie... mai senza fiori freschi in casa...è un lusso che mi sono voluta concedere e che mi riscalda il cuore.... Letizia Calvi

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Giardino in Umbria realizzato con piante Mati

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Troppo spesso le realizzazioni a verde delle no-

che da cento anni illumina il nostro paese. Per l’ As-

devono sentire ancora un forte legame con la terra.

stre città, dei nostri paesi, lungo le strade, ma anche

sociazione Italiana Direttori e Tecnici Pubblici giardi-

La fantasia, la propensione per l’arte ed il bello,

presso le nostre abitazioni evidenziano carenze di

ni l’esperienza dei vivai Piante Mati è sempre stata

in un territorio ricco di storia e di tradizioni, fanno del-

vario tipo: verde limitato o confinato in base ad una

un riferimento professionale importante e un elemento

la vostra azienda un elemento prezioso per un paese

pianificazione inadeguata, difetti di progettazione,

di speranza in un panorama florovivaistico che pre-

che vuole contare molto sul turismo e sulla bellezza

errori nelle scelte sia botaniche che tecniche, cattiva

senta molte difficoltà. E questo non solo per il livello

dei nostri paesaggi.

qualità del materiale, scarsa attenzione nella gestio-

qualitativo delle produzioni che la caratterizzano,

Il nostro augurio è anche un incitamento a con-

ne, ecc. Nonostante gli sforzi di questi ultimi anni, ri-

ma anche per lo spirito creativo ed innovativo che

tinuare sulla strada intrapresa con la stessa tenacia

mane ancora molto da fare per promuovere un verde

animano l’attività tecnica e progettuale.

che sappiamo riconoscere negli alberi che accom-

che dia senso al nostro paesaggio ed aiuti la nostra esistenza.

Il ruolo del vivaismo di qualità rimane fondamentale per la produzione e l’impiego del materiale ve-

L’esperienza della famiglia Mati di Pistoia esce

getale e per lo sviluppo della conoscenza e della tec-

da questo quadro negativo e rappresenta un faro

nica in un settore che necessita di uomini e donne che

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pagnano la nostra esistenza e che amorevolmente coltivate nei vivai e giardini. Gianpaolo Barbariol

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Espianto e carico di un grosso esemplare di tiglio presso gli uffici Piante Mati

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Carissimi Andrea, Francesco e Paolo, L’albero dei Mati compie cento anni! Davvero una bella etĂ ma per rimanere nella metafora verde, siete ancora nel fiore degli anni, l’albero è ancora giovane e in crescita! Il futuro avrĂ sempre piĂš bisogno delle sue fronde. Sono davvero felice di poter festeggiare insieme questo bel traguardo. La vostra competenza, insieme alla simpatia, la gentilezza e la passione che ci accomuna, mi hanno accompagnato in questi anni nella creazione di bellissimi giardini. Avete saputo cogliere la tradizione di coloro che vi hanno preceduto e vi incoraggio a trasmettere altrettanta energia ed entusiasmo a coloro che proseguiranno la vostra avventura. Auguri Niccolò Grassi

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La Spezia – Porto Lotti prima e dopo

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La nostra esperienza con il gruppo Mati passa attraverso Francesco Mati, persona che fin dall’inizio ci ha affascinato con la sua competenza e professionalitĂ , un uomo leale e onesto che ogni volta che lo incontri regala forti emozioni. Ăˆ impossibile non condividere le sue scelte e i suoi preziosi consigli, frutto della grande passione che regna in lui e che nel nostro caso, da quasi 20 anni, si concretizza in un giardino senza tempo, da scoprire anno dopo anno, giorno dopo giorno. Vi ringraziamo profondamente per averci reso sempre partecipi alle vostre iniziative e vi auguriamo ancora per moltissimi anni un percorso pieno di successi e soddisfazioni. Con affetto Giuliano e Antonella Simonelli

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Progetto per lo stand della Toscana ad Euroflora 96

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Caro Andrea, da tanti anni collaboriamo insieme sia nella realizzazione dei giardini che nel sostenere i nostri ragazzi. Spesso ci divertiamo, a volte soffriamo perchè il lavoro non sempre è facile ma stiamo sempre bene insieme. La nostra amicizia è solida e forte come una grande quercia. Un forte abbraccio ed un augurio per i 100 anni della vostra azienda. Ti voglio bene. Vanni Laghi

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Copertine cataloghi anni ‘90

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I 100 anni dell’Azienda Mati si sono intrecciati coi 150 dell’Azienda Sutter solamente negli ultimi cinque. E forse anche per questo, le affinitĂ con voi sono emerse subito: serietĂ , competenza, professionalitĂ e, soprattutto signorilitĂ . è sicuramente quest’ultima caratteristica la piĂš rara ed è per questo che mi auguro di avere il piacere di rivederci ancora molte volte per il piacere delle piante e del rapporto personale. Buon centenario Piante Mati! Con affetto. Aldo Sutter

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Andrea Mati sul set del “Pinocchio� di Benigni allestito con Piante Mati

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Vorrei solo dire un enorme grazie alla Famiglia Mati, non trovo altre parole. Sono stati per me il primo e fortunato approdo nel mio lavoro. Quando ho iniziato la mia attivitĂ di progettazione ed ero totalmente inesperta non ho trovato presso di loro solo piante, ma anche un supporto e tanti saggi consigli dati con enorme tatto e discrezione. Ho trovato un luogo di scambio di opinioni e di idee, un arricchimento di conoscenze. Mille grazie ancora e nella speranza di una futura lunga collaborazione. Nicoletta Pirazzoli

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Particolari del giardino di Casa Mati

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Abbiamo avuto la fortuna di conoscere la famiglia Mati, in particolar modo Francesco, con il quale all’inizio si è instaurato un bellissimo rapporto professionale poi trasformatosi in amicizia e condivisione di vedute. Parlare di natura con lui è riscoprire l’origine vera della parola. Natura vuol dire amare le piante, amare tutto ciò che il mondo della flora è, non forzare nulla, determinare il vero equilibrio tra il senso estetico e quello pratico. L’esperto che si mette al tuo pari, capisce le esigenze del cliente e sapientemente consiglia al fine di farti entrare in intimità con le piante, trasmettendoti la fiducia che anche tu potrai diventare un amante degli spazi verdi. Il Vivaio Mati ha questo grande pregio che lo contraddistingue e che contribuisce ad accrescere sempre più la stima dei suoi clienti. Noi siamo stati fortunati ed insieme a loro stiamo percorrendo questa strada con grandi risultati. Grazie Francesco. Barbara e Lucio Carli

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Trasferimento della quercia, simbolo della Piante Mati, davanti al nuovo centro aziendale

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Un ricordo degli incontri con i signori Mati

quale i molti problemi del verde venivano affronta-

la base di una grande stima che è alla base

ti e risolti. Mi colpiva nei proprietari di Piante Mati

di un rapporto continuativo ed entusiasmante.

I primi incontri con Piante Mati e con i suoi pro-

l’amore per il lavoro e, quando andavo a prendere

Il lavoro sui giardini non finisce mai, anche perché

prietari risalgono agli anni ’80, quando avevo ac-

visione delle piante che sarebbero state consegnate

ogni anno bisogna intervenire con nuove piantuma-

quistato in Brianza Villa Medici da Don Ignazio Vi-

a Briosco, l’ordine che regnava nei vivai, oltre all’am-

zioni o con sostituzioni di piante che hanno sofferto

goni, che era stato presidente dell’Orticola ed era

piezza della scelta delle loro varietà di esemplari.

per ragioni climatiche.

considerato uno dei migliori architetti dei giardini

L’altro momento nel quale il supporto e il talento

É importante poter contare sempre su qualcuno

italiani. Con lui è stato fatto il progetto sul parco di

dei proprietari di Piante Mati si è dimostrato riso-

che ha la competenza professionale e la disponibi-

30.000 m della nuova proprietà. A questo punto è

lutivo è stato in occasione di un grave danno sul

lità per seguire dal piccolo problema – per esempio

iniziato il mio rapporto con Piante Mati che mi ha

giardino della villa di Forte dei Marmi, prospicien-

le camelie che soffrono sulla terrazza dell’abitazione

fornito tutte le piante necessarie per ridare al giardi-

te il Fiumetto. Anche in quel caso la ricostruzio-

di Milano – al grande problema del recupero di un

no all’italiana e al parco all’inglese il primitivo splen-

ne del paesaggio è stata fatta con rara maestria.

giardino all’italiana.

dore. Posso solo dire che la collaborazione è stata

Il rapporto di collaborazione iniziato con il pa-

straordinaria, pari alla serietà e all’efficienza con la

dre è continuato oggi con i figli, sempre sul-

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Fernanda Giulini

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Copertine cataloghi anni 2000

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Mati:

simiro” fondatore della ditta. Una persona anziana,

eccezionale avendo apportato innovazione e tec-

stupendo marchio,

portamento dritto, capo canuto coperto dal cappello

nologia. Veramente siete dei bravi “ragazzi”. Senza

grande ditta,

e l’immancabile sigaro toscano sempre in bocca.

retorica posso dire che siete nel mio cuore.

meravigliosa famiglia.

Il mio interesse da subito è stato per la conoscen-

Continuate così: nel nome “Mati”.

za delle piante. Questo mi ha portato ad avere con-

Il futuro è Vostro.

Sono entrato a farne parte nel lontano giugno

tatti con i Clienti della ditta per vendite e consigli.

Debbo ringraziare tutta la famiglia Mati per ave-

del 1962, assunto come impiegato amanuense in

Innumerevoli sono state le persone che ho avuto il

re segnalato il mio nominativo per l’onoreficenza di

amministrazione sotto la guida dell’allora Rag. Ar-

piacere di contattare e che ho rincontrato anche a di-

Maestro del Lavoro che mi è stata conferita nell’anno

naldo Mati (Cavaliere del Lavoro), il quale, debbo

stanza di decine di anni a dimostrazione che erano

2001 dopo quasi 40 anni di ininterrotto lavoro svol-

dire, che oltre ad essermi insegnante nel lavoro, mi è

soddisfatte del servizio reso loro dalla ditta Mati.

to alle Vostre dipendenze.

stato anche maestro di vita. Da Lui ho appreso molte cose. L’azienda allora era guidata dai tre fratelli Mati: Mario, Arnolfo e Arnaldo. Era sempre presente sulla scena il “ vecchio Ca-

Questo lavoro è stato quello che più mi ha appagato e dato soddisfazioni.

Sono stati 40 anni intensi, di lavoro e avvenimenti, appagati da soddisfazioni e dalla familiarità e

Ho visto nascere e crescere la nuova generazio-

amicizia che da Voi mi è stata concessa.

ne della famiglia Mati, i fratelli Andrea, Francesco e Paolo, che ora conducono l’azienda in maniera

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M.d.L. Moreno Palandri

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Franco Frosini, capovivaio

Realizzazione di un giardino estemporaneo per il matrimonio di Paolo Mati

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Ho visto Antonio Fontana l’altro giorno; ero io che ti lo mandato! Fa piacere che sta lavorando con te. Era Claus Scheinert, di La Cassella, uno dei giardini privati piu amati di Francia, che ci e venuto a trovare, forse dodici anni fa, dicendo, “Come mai non avete mai pensato di piantare un viale di cipressi dal cancello fino a la villa?” Non è che non ne abbiammo mai pensato, ma l’idea è remasta simplicemente parlato e lasciato, come tanti bei idei uno puo avere per i nostri giardini. Appena che e andato via, Gil ed io siamo andati al viale a contare quanti alberi ci volevano di realizare la vision di Claus. Abbiammo contato ottanta. Subito dopo ho chiamato a Andrea Mati, un amico da trent’anni ormai, e pochi giorni dopo e arrivato nostro carico di Cupressus sempervirens, ognuno di un altezza di meno di due metri. La fotografia su Google World fa vedere I alberi sempre piccoli, ma visibli da spazio! Oggi, dodici anni dopo, i alberi sorgono a 10 metri di altezza a fare un vero viale Toscano. Ogni tanto il vento porta via il punto di uno, ma repartono subito come niente fosse. Imagine fotografice di questo magnifico viale sono reprodotti in tutti le reviste di giardini nel mondo, da Gardens Illustrated, di Inghilterra, a Tuin in Olanda, a Ville e Giardini. Ogni giorno apro la finestra e li vedo, e mi chiedo, come mai abbiamo apettato cosi tanto di piantarli, se l’avessimo fatto il primo anno qui, pensa quanto grandi sarebbero oggi! Paul Gervais

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Costa Smeralda: giardino mediterraneo ideato e realizzato dal Gruppo Mati

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Prima di tutto un grazie per avermi accompagnato in un percorso di crescente interesse ed amore vs un mondo che avevo fino ad allora ignorato. è stato ed è un grande arricchimento personale e fonte di gioia che si rinnova ogni volta che guardo e vivo il mio giardino. Spero che la celebrazione dei 100 anni sia solo l’inizio di un altro secolo di soddisfazioni. Cordiali saluti. Roberta Carubbi

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Giardino informale in Toscana

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Conoscevo piante Mati come un’istituzione del florovivaismo, specialisti in grandi alberi, quelle realtà italiane che sono il nostro fiore all’occhiello nel mondo, punto di riferimento per i paesaggisti più famosi. Quando ho incontrato Andrea e Francesco Mati ho capito perché. Perché, dopo cento anni sono sempre all’avanguardia. L’ho capito vedendo la passione e l’orgoglio con cui Andrea indicava il grande cedro, simbolo della comunità di San Patrignano, ricordando quando suo padre si incontrava con Vincenzo Muccioli e quelle colline erano ancora spoglie. L’ho toccato con mano vedendo l’entusiasmo con cui Francesco ha collaborato con noi di Gardenia all’allestimento del campo gara di Fieracavalli a Verona, dove si svolge la Rolex Fei World Cup di salto a ostacoli, una scenografia verde con rose, fiori, arbusti e sempreverdi potati in forma che ha ricevuto il plauso internazionale. Sempre presenti in prima persona, sempre disponibili, capaci di mettere a disposizione di tutti il loro straordinario bagaglio di esperienza, competenze e professionalità. Emanuela Rosa-Clot, direttore di Gardenia

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Giardino sul Mediterraneo

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Gentile Maria Cristina, riesco finalmente a spedirle, come promesso, il libro e il film. Mi fa piacere pensare che potrete così un poco conoscere un luogo che è cresciuto grazie anche a piante del vostro vivaio. Gioia sarebbe poi, (chissà forse un giorno…) farvelo conoscere dal vero. Da parte mia farà i complimenti a suo figlio Andrea per le belle parole del “Discorso sulla musica e sul nostro lavoro”. è vero quello che dice a proposito di musica e giardino ed è davvero fortunato, chi, come lui, può crearle entrambi. Grazie per la gentile accoglienza e un cordiale “saluto autunnale” insieme all’augurio di buon lavoro Maria Gabriella Buccioli Giardini del Casoncello Scascoli – Loiano (Bo)

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Giardino formale della Reggia di Colorno a Parma realizzato con piante Mati

Giardino formale dell’arch. Niccolò Grassi per privati realizzato con piante Mati

Giardino formale dell’arch. Giorgio Galletti per Villa Arconati a Milano realizzato con piante Mati

Giardino formale della Venaria Reale (TO) realizzato con piante Mati

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Caro Andrea, mi faceva piacere rinnovarti i complimenti per l’iniziativa dei 100 anni. Il posto splendido ha fatto da cornice particolare al tuo lavoro di compositore (complimenti ancora). La sensazione più forte che mi è rimasta e che volevo lasciarti è che, al di la delle presenze più o meno istituzionali e di rappresentanza ovviamente doverose e importanti, il tuo lavoro, le tue attività sono “circondate” da amici che condividono con te entusiasmo, lavoro, impegno. Dentro a tutto c’è la persona e gli affetti, l’amicizia. Ancora grazie per la giornata e non solo... Alessandro Contri

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Restauro del giardino formale di Villa Medici a Roma a cura dell’architetto Giorgio Galletti

Ricostruzione del giardino formale della Reggia di Colorno a Parma a cura del P.a. Gildo Spagnolli

Restauro del giardino formale del Chiostro di San Lorenzo a Firenze

Giardino formale privato a Firenze (Paesaggista Niccolò Grassi)

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La biodiversità è un concetto che da relativamente poco tempo si è fatto strada tra gli ecologisti e tra quanti si occupano di scienze naturali: ma è una parola che fotografa un meccanismo che è nato con la Terra stessa. Dove c’è differenza, varietà di vita, c’è prospettiva ed evoluzione; dove c’è uniformità c’è un lento decadimento sino alla fine. Questo vale per tutti, per gli esseri viventi nel loro complesso ma anche per i singoli. Occorre rinnovarsi, sempre, accogliere le novità, cercare nuove soluzioni e nuove prospettive, per la propria vita innanzitutto, ma anche per i propri affetti, il proprio lavoro, le proprie idee. Chi si irrigidisce perde di vista molte soluzioni ai problemi che, inevitabilmente, dovrà affrontare. Chi si guarda costantemente intorno scopre sempre nuove soluzioni, nuove strade, a volte nuove vie di fuga da situazioni che per altri sono senza sbocco. Una positiva constatazione e un augurio per il futuro ai vivai Mati. Paolo Luzzi Orto Botanico di Firenze

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Presentazioni di interventi progettati dallo Studio Mati in Giappone

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Il legame che mi lega alla Famiglia Mati in particolare ad Andrea Francesco e Paolo risale ormai agli inizi degli anni ottanta. La nostra collaborazione come azienda di servizi per la realizzazione di alcuni dei loro giardini ci ha portato fin da subito a sviluppare una forte amicizia personale e un cammino di crescita umano e professionale che definisco unico e irripetibile. In questi lunghi anni abbiamo condiviso esperienze intense di realizzazioni importanti e prestigiose delle quali non posso che essere grato alla famiglia Mati per l’opportunità di crescita che mi è stata offerta. Un ultimo pensiero speciale per Andrea. L’amicizia che ci lega ci ha accompagnato in questi anni in un vortice di esperienze professionali, umane, familiari e di iniziative di servizio sociale che sono segni indelebili nei momenti importanti della nostra vita. L’amore per l’arte e una intensa ricerca interiore ci hanno trascinati in numerosi viaggi ad Assisi, approfittando spesso di visite a nostri cantieri in Umbria. Concludo dicendo che per celebrare i cento anni di questa prestigiosa Azienda ho voluto valorizzare e comunicare gli aspetti umani e non solo quelli professionali e aziendali che sono sotto gli occhi di tutti. Con la speranza di camminare ancora insieme, con affetto e stima Alessandro De Francesco

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Giardino formale di Andrea Mati a Pistoia

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Sulle tracce del giardino

congegno per moltiplicare il giardino, certamente,

Sette indizi per il viaggiatore

ma anche per sottrarlo alla vertigine dell’infinito.” Tessa Matteini

Italo Calvino, I mille giardini, 1984

3. tempo

1. recinto “Ciò che separa lo spazio chiuso dal resto del mondo è la sua recinzione nello stesso momento contorno e frontiera, mezzo tangibile per respingere l’esterno, contenere l’interno, e rappresentare la linea di tensione instabile attraverso la quale si incontrano. Il recinto infatti, è l’asse del duello fra interno e ester-

“Fra l’eternità -sia pur relativa- della pietra e la fugacità del fiore, il tempo del giardino richiede ambizione e modestia, pazienza e passione.” Monique Mosser, All’impossibile ricerca del tempo perduto: considerazioni sul restauro del giardino, 1990

Bernard Lassus, The Tuileries, a reinvented garden, History. A poetic archeology of the Art of Gardens, 1990

6. paesaggio “Tutti i grandi giardini hanno sempre sublimato, nella loro realizzazione, un pensiero sul paesaggio e sono, da questo punto di vista, luoghi privilegiati di apprendimento e di esperienza per i progetti che hanno come obiettivo il territorio nella sua totalità.” Michel Corajoud, 1972

no che si compie in un rapporto formale.” Isabelle Auricoste, L’enclos enchanté ou la figure du dedans, 1983

4. processo “Il giardino non è un oggetto, ma un processo.” Ian Hamilton Finlay,

2. spazio

Unconnected sentences on gardening, 1980

il piede destro o sinistro sulla pietra successiva s’apre una prospettiva stabilita da chi progettò il giardino, allora l’infinità dei punti di vista si restringe a un numero finito di vedute, ognuna staccata da quella che la precede e da quella che la segue, caratterizzata da elementi che la contraddistinguono dalle altre, una serie di modelli precisi che rispondono ognuno a una necessità e a un’intenzione. Ecco cos’è il sentiero: un

“L’arte dei giardini ha espresso la propria eccellenza attraverso l’architettura e l’ornamento. Ma questi criteri non bastano più. Da quando è minacciata, la vita che vi si sviluppa è diventato l’argomento prin-

“E lo spazio, allora? Se c’è una corrispondenza tra i punti di vista e i passi, se ogni volta che s’avanza

7. pianeta

cipale dei progetti, la cui importanza stinge, senza

5. intreccio “Non esiste quindi nessuna verità essenziale o origine a cui è possibile tornare. Al contrario, la verità del giardino è storica, il risultato dell’intreccio delle varie trasformazioni degli spazi, degli usi e delle imposizioni sociali; così è la significanza multipla del luogo che dobbiamo rendere percettibile poeticamente ai sensi e seguire nel presente.”

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vietarle, le priorità di una volta: usare la prospettiva, disporre il paesaggio come in un quadro, comporre i cespugli, organizzare le feste e le distrazioni eccetera. Ormai bisogna occuparsi del mondo vivente. Prenderlo in considerazione, conoscerlo. Farselo amico. Guardare potrebbe essere l’atteggiamento più giusto per il giardiniere di domani.” Gilles Clément, Il giardiniere planetario, 2004

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Giardino formale di Andrea Mati a Pistoia

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Copertina catalogo anno 2006

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Copertina catalogo anno 2007

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Carissimi Andrea, Paolo e Francesco, Ăˆ con molto piacere che ricordo questi otto anni di nostra collaborazione: un rapporto completamente sinergico e di reciproca stima. Sempre disponibili, accomodanti e pronti a risolvere qualsiasi problema anche i piĂš urgenti e complessi, è sempre stata per me una sicurezza averVi al mio fianco come realizzatori e manutentori dei giardini che abbiamo creato insieme. Quello che piĂš apprezzo è il Vostro atteggiamento sempre positivo, che ancora si stupisce di fronte ad alcuni accostamenti di piante, di colori e di soluzioni progettuali particolari. Apprezzo moltissimo il Vostro modo di pensare che si spinge sempre verso nuovi orizzonti, nuove frontiere per far conoscere e apprezzare il meraviglioso mondo dei giardini e delle piante. Auguri vivissimi per questo primo centenario e spero che la nostra fruttuosa collaborazione continui per anni. Un caro saluto. Marco Battaggia

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Particolari di un giardino in Liguria

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Ricordi di lavoro con i fratelli Mati

sono trovate fatte, dopo centinaia di anni di storia.

ho potuto conoscere. Un incontro bellissimo dovuto a

I miei interventi in tale settore sono consistiti preva-

loro – si parla ahimé di parecchi anni fa – è quello

La ditta Mati ha spesso fornito piante per alcuni

lentemente in sostituzioni e integrazioni. Occasioni

con Anthea Gibson, scomparsa recentemente, una

miei principali lavori nel campo dei giardini storici di

per impiantare giardini completamente dal niente mi

garden designer raffinatissima, forse non notissima

cui mi sono occupato, ma anche per alcune realizza-

sono capitate quasi sempre all’estero, soprattutto in

al grande pubblico italiano, ma assai nota in Inghil-

zioni minori. Ricordo le roverelle per il grande prato

Marocco. Ma anche fuori d’Italia non ho mai dimen-

terra, autrice, fra gli altri, del bellissimo giardino di

di fronte alla Villa Medicea di Castello, i bossi per il

ticato i consigli che i fratelli Mati via via mi hanno

Westwell Manor, una creazione che vede in perfetto

parterre di Villa Medici a Roma, notevoli esemplari

dato e l’esperienza che mi sono fatto girando per i

equilibrio tradizione e innovazione.

di magnolia, un Liriodendron tulipifera, svariati Cor-

loro vivaio. Tale esperienza mi ha consentilo di ave-

Grazie ai Mati, in un atteggiamento che travalica

nus florida e un monumentale cipresso per il parco

re un’occhio più critico nel visitare altri vivai italiani

il mero aspetto commerciale ma guarda anche ad

Della Gheradesca a Firenze. E poi gli onnipresenti

oppure quelli di Casablanca e Marrakech. Insomma

aspetti culturali, ci sono state dunque molte occasioni

lecci, ma anche mandorli, olivi, alberi da frutta e in-

credo di avere imparato molto dai Mati. Ma quello

di incontri fra colleghi, nelle quali non ci siamo sentiti

numerevoli piccole forniture. Ho un solo rammarico:

che ci ha uniti in passato è l’amore per i giardini sto-

in concorrenza ma parte di un gruppo di professio-

avere avuto bisogno soltanto di forniture sparse da

rici, che i Mati guardano sempre con grande rispetto

nisti che hanno una passione comune, il giardino,

parte dei Mati e di non averli mai potuti coinvolgere

e con un certa, direi, comprensibile soggezione, pro-

soltanto di recente e a fatica entrato nel mondo della

in una realizzazione intera e di vasta scala. Non

prio loro abituati a lavori in grande scala, a forniture

cultura italiana.

ce ne è stata occasione. Lavorando prevalentemen-

ben più sostanziose di quelle da me richieste, a pae-

Ho un altro ricordo molto bello con i Mati. Nel

te nei giardini storici, posso dire che le cose me le

saggisti del calibro di Caruncho, che grazie ai Mati

2001 iniziai il restauro del giardino di Villa Medici a Roma. Uno dei problemi più vistosi era il parterre ripiantato nel 1974 sotto la direzione del pittore Balthus, composto di bossi completamente asfittici e filati. Che fare? Se avessi mantenuto un atteggiamento puramente conservativo avrei dovuto procedere per tentativi con cure colturali. Intervenne Andrea con un suo collaboratore agronomo, che prelevò alcuni campioni per analizzarli in laboratorio. Ma nel togliere alcuni di quei bossi venne fuori che essi erano stati piantati con la zolla ancora chiusa in una rete di plastica, rimasta integra sin dal 1974! Le povere piantine non potevano avere certo accestito segue

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Particolari di giardini realizzati in Toscana

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natura di Buxus sempervirens talmente bello, pieno,

bero essere lunghi e la pazienza dovrebbe essere

dalle foglie scure e dalle caratteristiche simili ai vec-

una qualità indispensabile sia per il committente sia

chi bossi di tanti giardini antichi. Fu ripiantato tutto il

per il progettista. Ma ahimè spesso non è così. Nel

cerchio attorno all’Obelisco. Ogni dubbio fu risolto

caso dei giardini storici abbiamo frequentemente a

e il comitato accettò la completa sostituzione, che

che fare con integrazioni, si voglia di filari o di sie-

consenti anche di riproporre il disegno del parterre

pi o di esemplari singoli oppure accoppiati. Trovare

settecentesco, conservato fino al 1974. Se non ci

esemplari che possono soddisfare questa esigenza

fosse stato l’aiuto e l’incoraggiamento dei Mati, avrei

non è certo facile, considerato il difficile attecchimen-

faticato molto a procedere a un intervento così riso-

to o sviluppo in casi che il nuovo esemplare sia domi-

lutivo e forse ancora oggi vedremmo il giardino di

nato da quelli esistenti. Ritengo che a volte sia meglio

Villa Medici con quei bossi brutti e secchi, affogati

rinunciare e lasciare quei vuoti che nel tempo si sono

nel sacchetto di plastica!

formati. Ma con i clienti privati l’attendere i tempi

essendo le radici inglobate nella plastica. Valeva la

Uno dei problemi che ricorre sia nel restauro sia

della natura sembra una scelta non proponibile. Nel

pena conservarle, procedere a un accanimento tera-

nelle nuove realizzazioni è quello dell’uso del “pron-

caso del giardino Della Gheradesca, ai lati del can-

peutico, persistere in un grossolano errore risalente

to effetto”. Personalmente sono alquanto contrario,

cello monumentale da piazza Donatello era rimasto

a un’epoca alquanto recente? Il comitato scientifico

dal momento che preferirei procedere con piante

un solo esemplare di cipresso di grande dimensioni

dell’Accademia di Francia fu inizialmente contrario

giovani, che hanno modo di ambientarsi e crescere

e probabilmente risalente alla seconda metà dell’Ot-

alla sostituzione, ma da Pistoia arrivò una campio-

anche più rapidamente. I tempi dei giardini dovreb-

tocento. Il suo pendant era invece perduto. Trovare un cipresso di circa venti metri era praticamente impossibile e nel caso i costi sarebbero stati enormi. I Mati mi hanno fornito un bell’esemplare di undici metri e sebbene la simmetria nelle dimensioni non sia stata ricreata, il nuovo cipresso riesce a convivere assai dignitosamente accanto a quello antico. Anche in questo caso avrei rinunciato, ma di nuovo i Mati sono stati di grande aiuto, con la solita prontezza e professionalità. Non posso che essere loro grato di aver lavorato con me in tanti anni e spero per altri anni ancora. Giorgio Galletti

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Fasi della realizzazione di un piccolo giardino a Prato

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Nelle giornate di primavera ancora mi illudo di riuscire a leggere in veranda. Inutile cercare di concentrarsi sul libro in grembo, il profumo del rosmarino prostrato, della mimosa dealbata, delle olea fragrans rapiscono e costringono ad alzarsi e rimirare lo spettacolo delle fioriture gialle, bianche e color del cielo con mille farfalle e calabroni e api che indisturbate ronzano e volteggiano. La notte, mille e mille lucciole gareggiano con gli astri che splendono nella volta stellata. Grazie Andrea Mati per questa preziosissima scheggia di Paradiso. Grazie i pi첫 cordiali saluti Franca Lauria Ramorino

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Sistemazione a verde di un agriturismo in Maremma

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Ho conosciuto Andrea Mati in occasione di un concorso per la progettazione di alcuni interventi per opere a verde in provincia di Piacenza. Si è creato fin dal principio un legame di amicizia che va oltre la professionalitĂ , un rapporto che si è consolidato nel momento in cui ho conosciuto i suoi due fratelli, Francesco e Paolo. Insieme ai fratelli Mati abbiamo lavorato per la realizzazione di alcuni giardini ma ci siamo anche impegnati per la creazione di progetti innovativi per il verde pubblico. Nel 2000 e nel 2001 partecipammo a mostre nazionali presentando alcuni progetti che coniugavano le idee discusse assieme con i miei disegni rielaborati da Francesco con il computer ottenendo grande interesse. Considero amici fraterni Andrea, Francesco e Paolo, ed ho trovato in loro un valido appoggio tecnico professionale per la realizzazione di giardini per miei clienti. Faccio alla famiglia ed all’azienda Mati i miei migliori auguri per i prossimi cento anni. Arch. Stefano Orsi

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Giardini informali realizzati tra Toscana e Piemonte

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Conosco la famiglia Mati da circa trent’anni, ho avuto i primi contatti con il Sig. Miro, persona di grande esperienza e conoscenza delle piante, proseguendo poi con i figli Andrea, Francesco e Paolo, i quali ognuno per le proprie competenze di realizzazione, tecniche di coltivazione e produzione mi hanno “aiutato”, contribuendo, con grande professionalità e passione alla buona riuscita negli anni, nella scelta delle piante, dagli arbusti agli alberi, compreso i cosiddetti “esemplari” (ossia le alberature di grandi dimensioni, che come diceva un amico si chiamano così perché devono dare l’esempio alle piante più piccole), nelle realizzazioni , restauro e conservazione da me seguiti negli ultimi trent’anni in ambito di giardini storici e contemporanei. Sono grato alla famiglia Mati per i continui scambi reciproci di esperienze e sensazioni, utili per la salvaguardia del patrimonio vegetale, consapevoli entrambi, dell’importanza nel nostro “mestiere” di ricordarsi sempre che abbiamo a che fare con esseri viventi anche se vegetali, con tutte le problematiche e fragilità che quotidianamente troviamo dalla nascita della pianta fino al mantenimento per la buona crescita, osservando sempre tutti quei “segnali” che le piante ci trasmettono, onde evitare di fare dei danni o degli interventi sbagliati. Paolo Galeotti Curatore e restauratore di giardini e parchi storici

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Proposte progettuali dello Studio Mati

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Gentilissimi Andrea, Francesco e Paolo Mati, mi permetto di inviare, da sconosciuto, questa mia poiché nella giornata di sabato 3 ottobre,

Quel giorno sono intervenuto alla manifestazione

accadimenti più diversi abituale padronanza; la mia

con estremo interesse professionale, per amore per la

modesta ma presuntuosa conoscenza delle piante ed

natura, per il fascino che le piante tutte hanno sempre

il sempre presente e vivo desiderio di coinvolgerle

ingenerato in me.

il più possibile anche nell’attività professionale, do-

nell’occasione della “festa” per il vostro splendido

Viaggiando con queste “sincere” motivazioni mi

centenario, ho vissuto intensamente delle particolari

sono apprestato alla giornata con animo, devo dire,

emozioni che vorrei trasmettervi, in qualche modo,

molto pacato.

vrebbe anche accettare questa circostanza, se pur estremamente piacevole, con animo professionale. Realtà …

anche se resto consapevole che le “vibrazioni” pro-

Appena giunto però, ho “sentito” (se posso dirlo

vate, difficilmente riuscirò a esporle completamente

senza destare preoccupazioni per la mia integrità

Emozione, attesa, quasi commozione (credo av-

e a farle “sentire” come vorrei, nell’intensità propria

mentale), una strana quanto piacevole ed insolita an-

vertita dalla mia sensibile moglie), e una spinta forte,

che in quei momenti, e forse anche adesso, si sono

sia dentro di me.

dentro quel verde che in un certo senso mi adulava,

manifestate in me.

Nulla di tutto ciò!

La vostra immediata cordialità, la piacevole tem-

sornione, mi chiamava quasi, invitandomi ad un en-

Ho anche provato, devo onestamente confessa-

peratura della giornata luminosa e solare, la gente

nesimo contatto, esperimento, verifica in una scherma

re, a smitizzare quasi cinicamente queste “sensazio-

presente, la squisita accoglienza di Gianluca Nicco-

alla pari, per dimostrare la necessità reale dell’uno

ni” così profonde e, confidando in un po’ di concreta

li che mi ha salutato con una vigorosa stretta di mano

nei confronti dell’altro e, al contempo, nella disponi-

autoironia, anche confonderle nel banale e scontato,

e un amichevole sorriso e soprattutto la presenza fisi-

bilità reciproca rivolta al “bello”! … Semplicemente

con la vile complicità di pensieri più usuali e sempli-

ca sin da subito, di una moltitudine di “anime verdi”

indispensabile …

ficati.

mi ha immediatamente coinvolto e fatto percepire

Bene!

un’atmosfera di benvenuto e di calore che quasi mi

Devo altresì confessare che questo assurdo tenta-

“riportava ancestralmente a casa”.

tivo non mi è stato possibile.

Emozioni! Come vorrei essere capace di descriverle! Graffianti, struggenti, sincere. E poi l’impatto di Villa Celle, la trepidante descri-

Pensieri…..

zione da parte del Sig. Andrea dal quale traspariva l’amore e l’orgoglio e soprattutto … la gratitudine.

Dovete scusarmi se, per necessità, devo dilungar-

- Il “mestiere” di architetto, mi sono detto, di ar-

mi, ma è proprio per me necessario rendervi parteci-

chitetto nel mio caso ormai maturo, dovrebbe più

Gratitudine immensa, globale, non astratta, per

pi attivi di quanto mi è accaduto.

spesso limitare e mitigare l’emozione, conferire agli

quei luoghi e per quel paesaggio e anche per quelsegue

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Giardino realizzato in Moldavia

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l’uomo, il Sig. Giuliano Gori che, con estrema modestia, raccontava anch’egli le proprie emozioni, le avventure culturali, gli aneddoti semplici ma significativi, importanti, vissuti. Si importanti. Particolari che solo in quell’ambiente esaltano e rendono palese e squillante la loro importanza e lì ti costringono, finalmente, a Pensare. Pensare in modo diverso! Ragionamenti sempli-

E la musica si spandeva come una nebbia amica, morbida e palpabile su ogni cosa, avviluppandoci. Il silenzio, anche rotto a volte dal brusio di giovani inquieti (come è giusto che sia), era in quel luogo eloquente!

La sala era degna delle piante! La gente entusiasta! La volontà costruttiva grande! La commozione era gioiosamente presente! E ci accomunava.

Allontanarsi da quell’atmosfera è stato necessario ma difficile.

E poi il commiato e il ritorno … quasi in silenzio. In macchina, tacitamente, ognuno di noi gustava

Il cuore è rimasto là.

l’accaduto e nella mia mente si formava la grafia di

ci e puliti che scuotono l’animo e che ti invitano a

La colazione, poi, gioiosa e sapiente, ha contri-

un disegno. Una matita che si muoveva tracciando

ribaltare teorie e considerarne altre, senza barare

buito non poco a scambiare strette di mano, conside-

prima nel cuore poi volendo immediatamente tradursi

intellettualmente, non nuove ma indubbiamente più

razioni, sorrisi, studi reciproci di persona, intelletto,

in immagini, disegno, in tratti affilati, trasportati sul

vere e costruttive.

cultura e passione.

foglio!

In mezzo a quel paesaggio (che preferirei chiamare … mondo …), si sentiva la vita!

Conoscenze riviste lì e stupite per il medesimo interesse, o forse casuali. Ma ciò non è importan-

A Genova, il giorno dopo ed i giorni successivi ho riempito il mio blocco di schizzi e fantasie.

Gli artisti che vi hanno deposto le loro splendide

te. Attorno comandavano comunque le piante che,

Ho tracciato ombre e luci. Ho cercato di ringra-

opere se pur valenti ed ammirevoli, si avvertivano an-

come bonarie quanto eloquenti sentinelle, ci osser-

ziare quella giornata e quelle “emozioni” come con

che come elementi assimilati in quel “verde” potente,

vavano conversando anch’esse fra loro, forse anche

queste righe, sconnesse nella foga dello scrivere,

magico, universale ed invincibile.

commentando simpaticamente il nostro impacciato

ringrazio Voi, Andrea, Francesco e Paolo Mati, per

atteggiamento!

quanto avete fatto, insieme alla vostra famiglia ed

E di quella forza era pieno e palese ogni piccolo angolo, anche il più nascosto!

Poi salendo sul pullman, ho stretto velocemente,

Emozioni!

ringraziando, la mano del Sig. Andrea e insieme a

Musica! Essa ci doveva essere! Era, infatti, natu-

tutti ci siamo diretti alla cerimonia nella Sala Maggio-

rale che quel posto avrebbe trasmesso musica!

re del Comune di Pistoia.

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ancora farete nel futuro. Ancora grazie per tutto quello che mi avete dato Orazio Dogliotti Architetto

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Giardini informali realizzati tra Toscana e Emilia Romagna

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La Collezione Peggy Guggenheim è il museo più

re futuriste della Collezione Gianni Mattioli, e possiede

dei propri spazi esterni per migliorarne l’estetica e la fru-

importante in Italia per l’arte europea e americana della

all’interno dei suoi spazi cinque giardini di sculture, tra

ibilità, attraverso un’accurata scelta di nuove essenze. Il

prima metà del XX secolo creato dall’ereditiera ameri-

cui il Nasher Sculpture Garden, che, alla stregua di

progetto è stato affidato ad un’importante società di ar-

cana Peggy Guggenheim (1898–1979), che acquisì la

un’opera d’arte, contribuiscono al piacere degli oltre

chitettura del paesaggio, la Nelson Byrd Woltz di New

maggior parte delle sue opere tra il 1938 e il 1947, in

350.000 visitatori che ogni anno scelgono di visitare

York, che ha sviluppato una proposta volta a rinnovare i

Europa e a New York, grazie ai consigli di amici, artisti

il museo. È cosa rara e preziosa avere un giardino a

cinque giardini con siepi, fiori, alberi, reinterpretando in

e critici d’arte. La Collezione, che annovera capolavori

Venezia, e per la Collezione Peggy Guggenheim tale

maniera originale sentieri e punti panoramici. L’obiettivo

del cubismo, astrattismo, Surrealismo ed Espressionismo

presenza non possiede solamente un valore estetico,

è quello di convertire gli spazi verdi del museo in una

Astratto Americano, ha sede a Venezia, a Palazzo Ve-

ma rappresenta un importante elemento di differenzia-

vera e propria destinazione di carattere botanico, ca-

nier dei Leoni, sul Canal Grande, in quella che fu l’abi-

zione e unicità nell’ambito dell’offerta museale cittadina,

pace di valorizzare le opere scultoree in essi custodite,

tazione della mecenate americana. Oltre a custodire la

di cui il museo va fiero.

e fungendo al tempo stesso da luogo che possa attirare

collezione personale di Peggy Guggenheim, il museo

Consapevole di questa potenzialità, nel 2009 la

appassionati d’arte e amanti del verde. Il progetto, sud-

organizza mostre temporanee, ospita significative ope-

Collezione ha pensato ad un piano di riqualificazione

diviso in due fasi di lavoro e cominciato nel novembre del 2010, verrà portato a termine nel marzo 2012. Gli architetti Thomas Woltz di New York e Isotta Cortese di Parma hanno attentamente selezionato una serie di piante, scelte in base al clima veneziano e alla stagionalità, in grado di impreziosire i giardini in ogni momento dell’anno, nel pieno rispetto della loro storia e delle sculture moderne e contemporanee in essi ospitate. Non mancano piante tipiche degli Stati Uniti, ma diffuse anche nel nostro paese, metafora del trait d’union tra i due continenti incarnato dalla figura di Peggy Guggenheim. La ricca selezione botanica proviene da Piante Mati, noto per aver valorizzato già in passato con le proprie piante importanti luoghi artistici come la Fattoria di Celle - Collezione Gori di Pistoia. Proprio in virtù della sua rinomata professionalità e expertise, è stato affidato al vivaio di Pistoia il ruolo di collaboratore in questo significativo progetto di rinnovamento.

Collezione Peggy Guggenheim, Venezia. Sulla terrazza le sculture di Alexander Calder e Marino Marini. Foto Andrea Sarti/CAST1466.

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Castiglion del Bosco: progetto Marco Battaggia e Philip Adiutori

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Gli antichi cataloghi Mati: come nasce e si evolve l’orticoltura ornamentale a cavallo fra anni ‘30 e primo dopo-guerra. Un vivaio: azienda e scuola di orticoltura, centro di diffusione della cultura del verde, della passione per il bello, di sobrietà, serietà ed inventiva...Un’impresa moderna ed antica, una famiglia a garanzia di un progetto di vita e lavoro, che si prolunga fra ventesimo e ventunesimo secolo. Tutto questo è “Piante Mati”. È occasione di festa questa celebrazione del compleanno: cento anni, ben portati, all’insegna di tradizione e innovazione, mai disgiunte. Si usa, nelle occasioni importanti come queste, fare un piccolo studio ad honorem, proporre un argomento che possa interessare ed esaltare l’importanza di questa operosa impresa, che ha ricadute culturali importanti per tutti noi. Ho proposto di ricordare in queste brevi note i cataloghi prodotti negli anni dai Vivai Mati, focalizzando l’attenzione sul periodo compreso fra gli anni Trenta e gli anni Cinquanta del secolo scorso. E questa scelta non è stata soltanto indotta dalle belle copertine, una vera e propria festa per gli occhi, ma dalla coscienza che trattasi di importanti documenti, testimonianze storiche del vivaismo pistoiese, ma soprattutto registro dell’evoluzione delle mode orticole nazionali, così come ancora le possiamo leggere nei giardini creati in quel periodo. I cataloghi mostrano l’offerta di piante da giardino, le forme di allevamento, le cultivar, e lentamente cam-

biano, sia nella loro veste grafica, sia nei contenuti, sia nel modo di trasmettere le informazioni ai clienti. La lettura di elenchi di piante, di prezziari e descrizioni, può diventare, per chi desidera intraprendere questo viaggio, uno spunto interessante per uno studio che ci aiuta a comprendere meglio i nostri giardini e le piante che ne costituiscono la struttura vegetale. Si scopre così che anche loro sono soggette alle mode, come arredi e tessuti: alcune sono classiche, e permangono in catalogo nel tempo, altre compaiono ed alcune, dopo un periodo di popolarità, scompaiono. Fra queste, vorrei ricordare una cultivar piangente di ligustro, il Ligustrum sinensis ‘pendula’ di S. Fiorano, che per anni è stato presente nei cataloghi Mati, per poi scomparire completamente dal mercato, pianta impiegata per coprire i gazebo, come già si faceva con la pregiata Sophora japonica ’pendula’. Questa pianta è oggi introvabile. (Fig.1) Il vivaismo pistoiese si sviluppa ai primi del Novecento grazie alla favorevole congiuntura che unisce condizioni pedologiche e climatiche favorevoli all’apertura della linea ferroviaria con stazione a Pistoia, e che permette, pertanto, di poter coltivare e poi commercializzare le piante anche in luoghi lontani. Il primo catalogo che è arrivato sino a noi risale alla primavera del 1932, ed è nel contempo un catalogo ed un manuale: l’obiettivo è vendere le piante, ma anche educare il cliente. Così troviamo, in tutti i cataloghi sino a circa metà anni ‘30, le “Nozioni Utili”, con le istruzioni per la posa a dimora delle piante, consigli e schemi per la forma di allevamen-

to, la potatura e la difesa da parassiti e malattie. Si nota subito che l’enfasi è tutta rivolta alle piante da frutto, sia per ciò che riguarda la manutenzione, sia per l’acquisto. La scelta è ricca: 38 cultivar di melo, 72 di pero, 69 di pesco, 39 di susino, 21 di albicocco, 21 di ciliegio, 9 di kaki, 9 di fico, 7 di melo cotogno, 26 di vite da vino e tavola e 4 di gelso. Non mancano gli agrumi: 9 cultivar di arancio, 4 di limone, 2 di cedro ed una di pompelmo, allora quasi sconosciuto (Cat. aut.1935-prim. 1936). Fra le piante da orto, si trovano in elenco asparagi, carciofi e fragole e questa voce rimarrà stabile per lungo tempo, sino a scomparire.. I cataloghi del 1932-1936 sono studiati per una clientela privata abituata alla vita di campagna, per la quale la coltivazione degli alberi è innazitutto una forma di economia domestica, atta alla produzione di frutta o legno. Nell’ambito di queste tendenze prevalenti, è inserito anche un capitolo concernen-

Figura 1- Forma pendula di Ligustrum sinensis detto di S. Fiorano nel catalogo dei Vivai Mati dell’autunno 1935 segue

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Castiglion del Bosco: progetto Marco Battaggia e Philip Adiutori

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te le piante ornamentali, quasi fossero una variante di piante da produzione con una valenza estetica, una specie di stravaganza. Un esempio fra i tanti del doppio uso di alcune piante è dato dalla descrizione del gelso a forma pendula : ‘Morus pendula (Gelso piangente) - Questa pianta può essere allevata tanto per ornamento che per utilità. La sua foglia è buona e di facile raccolta: la statura bassa non reca pregiudizio alle altre colture. Merita la miglior simpatia anche come pianta ornamentale’ (Cat. 1935-36, p.54). Con la stessa logica il capitolo sugli alberi a foglia caduca è denominato “Grandi alberi forestali e d’ornamento a foglia caduca” e include alberi idonei alla produzione da legno assieme ad alberi ornamentali (Cat. 1932-33), mentre la dizione appare semplificata in ‘Alberi a foglia caduca’ a partire dal 1934-35. Da qui in poi le ‘Giovani piante forestali a foglia caduca per vivai, ripari e rimboschimenti’ avranno un capitolo a parte e la separazione fra alberi da ornamento e alberi da utilità si farà sempre più netta, a favore della prima sulla seconda. Per quanto concerne gli alberi a foglia caduca, i cataloghi si rivolgono non soltanto al cliente privato, che al massimo ‘desidera ombreggiare l’angolo più appartato del piccolo giardino’, ma anche ad una committenza pubblica di podestà ed amministratori che può trovare il materiale vegetale necessario per ‘la decorazione subitanea e la sollecita ombreggiatura di strade, piazze, passeggiate, campi sportivi, parchi, giardini ecc.’ (Cat. 1935-36, p.55). Sembrerebbe proprio che l’aumento della richiesta di

piante arboree da ornamento sia stato incentivato proprio dalla realizzaione di opere di verde pubblico, che negli anni ‘30 erano numerose e presenti sul territorio. Così, nei cataloghi successivi, la presenza degli alberi da frutta permane, ma progressivamente le piante ornamentali diventano le protagoniste. Per ciò che riguarda gli arbusti, la valenza ornamentale è sottolineata anche nei cataloghi più antichi. Le denominazioni comprendono “Alberi e arbusti a foglie cadenti variegate e colorate”, “Arbusti educati ad alberello”, “Arboscelli ed arbusti da fiore e da Ornamento a foglia caduca”, “Arbusti a fogliame persistente variegato”. Emerge in maniera netta il gusto per gli arbusti a foglia colorata o variegata, poiché ‘queste piante possono offrirci effetti meravigliosi e disparatissimi, contrasti pittorescamente piacevoli sia che vengano esse impiegate isolatamente o a gruppi, in forme libere od obbligate, sui tappeti verdi o nei prati, sia che se ne vogliano formare masse appariscenti che in certi casi non hanno nulla da invidiare alle più ricche fioriture’ (Cat.1935-36, p.63). Il valore ornamentale del fogliame è importante almeno quanto quello della fioritura, e questo aspetto sembra caratterizzare il gusto orticolo degli anni ‘30, tanto che sono proposti aceri , ibischi e weigelie a foglia variegata, noccioli, faggi e prunus a foglia purpurea. Inoltre, sono importanti gli arbusti ‘educati ad alberetto’, fra i quali troviamo forme diverse di acero negundo, ibisco, ligustro, prunus e weigelia così allevati, ma anche rosai innestati, elencati in una sezione dedicata, nonché oleandri, allori, ligustri giappone-

si, lecci e bossi. Molto popolare, probabilmente già dai primi del Novecento, è anche la Lagestroemia indica, nei colori rosso, rosa e viola, apprezzata per le bellissime pannocchie terminali a fioritura colorata e prolungata, per la foglia lucente e per la rusticità, tanto da meritare uno spazio speciale all’interno del catalogo, essere fornita in zolla o in cassa di diverse dimensioni, allevata in ‘forti cespugli’ (forma libera), a piramide e ad alberetto. (Fig. 2) Anche gli arbusti da fiore trovano una loro collocazione, apprezzati per ‘formare grandi aiuole, deliziosi passeggi, gruppi civettuoli, boschetti variopinti. Sia raggruppati, sia diffferentemente disposti,

Figura 2 - Descrizione dell’offerta di Lagestroemia indica nel catalogo del 1932-33. segue

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Proposte progettuali dello Studio Mati

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se saputi scegliere e collocare con buon gusto, se ne possono ritrarre in ogni luogo contrasti ed effetti magnifici’ (Cat. 1935-36, p.66). E qui troviamo un’ampia scelta di arbusti da fiore che sarebbe troppo lungo elencare. Mi preme ricordare, tuttavia, fra i tanti ‘arboscelli’ la presenza rilevante di cultivar di magnolie a foglia caduca, fra cui Magnolia obovata, M. purpurea, M. sulangeana, M. stellata, M. speciosa e M. conspicua, apprezzate per la fioritura precoce, antecedente all’emissione delle foglie e al risveglio primaverile. Il vivaio offre una vasta scelta di forme di allevamento, di piante riprodotte per talea o propaggine, che così mantenevano le caratteristiche varietali e questo sin dai primi degli anni ‘30 (Cat.aut.1935-primav.1936, p. 69). L’interesse per il genere non si è mai limitato alle magnolie da fiore, ma ha bensì trovato uno sbocco nella specializzata coltivazione di Magnolia grandiflora, che si trova già in posizione prominente nei cataloghi degli anni presi in esame, ma che ancor oggi costituisce il fiore all’occhiello di Piante Mati, per l’ampia offerta varietale, ma soprattutto per la gamma di forme di allevamento e la quantità di esemplari arborei di prima grandezza venduti in vaso. I cataloghi degli anni ‘30 esaltano l’importanza delle sempreverdi, in quanto si tratta ‘di piante di alto interesse decorativo, perché è solo con queste che possiamo mantenere ai nostri giardini la leggiardria e la vivacità anche nei periodi di tristezza invernale’ (Cat. aut.1935-prim.1936) e dedicano una sezione speciale al bosso, arbusto sempreverde molto usato

nel giardino all’italiana, che proprio negli anni ‘30 vive una stagione di rinnovato splendore. Così è descritto il bossolo comune (Buxus sempervirens): ‘Prezioso arbusto, preferito per la formazione di siepi, boschetti, ecc, e come piante stilizzate per i giardini all’italiana.’ Il catalogo offre piante ‘ben cespugliate’ in sei misure, con prezzi decrescenti a secondo se l’acquisto avviene per poche unità, per centinaia o migliaia di piante, chiaramente intendendo piante destinate alla realizzazione di siepi sagomate. Offre, inoltre, esemplari ‘educati a piramide’ ed ‘educati a palla’, da inserire negli angoli o in vaso. Per quello che concerne il bosso nano, così descrive: ‘Ottimo arbusto sempreverde a portamento nano, con foglia scura, lucentissima, preferito fra tutte le piante legnose nella formazione di bordure di medie proporzioni e giardini di stile italiano, nonché di parterres alla francese. Si ottengono così magnifici effetti d’insieme permettendo nello stesso tempo accuratissime esecuzioni di dettaglio... ‘ (Fig.3) Da queste parole si comprende che è proprio il bosso nano il protagonista del revival del giardino formale, all’italiana o alla francese, forse perché considerato il più duttile ed idoneo a creare disegni geometrici di piccola taglia. Anche qui l’offerta di ‘piantine adatte per contornare aiuole’ propone prezzi di 10 lire per cento talee di due anni, di Lire 90 per mille piantine e di Lire 800 per diecimila piantine. (Cat. 1932, p. 81, Cat. 1935-6, p. 85). Un capitolo importante dell’offerta vivaistica degli anni ‘30 è costituito dalle conifere, il cui uso a volte

esagerato è ancor oggi riscontrabile in tanti giardini realizzati in quel periodo. Solo nel tempo si è potuto valutare appieno la performance di tali piante, in particolare lo spazio necessario e le condizioni climatiche ottimali. Ma negli anni ‘30 il mondo orticolo ornamentale ammirava le conifere, per il loro essere

Figura 3 - La vendita di piantine da talea di bosso nano è un importante fetta dell’offerta di arbusti sempreverdi negli anni ‘30, in particolare per la formazione dei contorni di aiuole a disegno geometrico. segue

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Copertina catalogo anno 2008

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Copertina catalogo anno 2009

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piante spesso maestose, e, soprattutto sempreverdi. Così registrano i nostri cataloghi: ‘Conifere - In generale alberi maestosi sono più d’ogni altro adatti per isolare sui tappeti verdi, per formare grandi masse sobrie ed eleganti...In molti casi abbiamo nella stessa specie varietà a vegetazione lussureggiante che in breve si alzano a grandi altezze, altre a portamento quasi nano che si contentano di minuscoli spazi: altre si dimostrano indispensabili per l’ornamento perpetuo di giardini, di parchi e nei rimboschimenti’ A questa descrizione segue un’offerta assai ampia di abeti, cedri, cipressi, pini e tuje. Ci sembrano enfatizzate le offerte del cipresso piramidale, per il quale la ditta offre una vasta scelta di dimensioni, con piante in vaso e in zolla, e del cipresso argentato, rivelatosi nel tempo pianta assai problematica. Indubbiamente, è il pino domestico la conifera ornamentale prin-

Figura 4 - il Pinus pinea è fra le conifere più importanti nei cataloghi degli anni ‘30 (Cat.1932, Cat.1935-36)

cipale, tanto da meritare una sezione a parte e da essere descritto come la ‘conifera che predomina in tutti i parchi e giardini dell’Italia centro-meridionale’. In catalogo già negli anni ‘30 compare con dieci classi di altezza se fornito in zolla e con sei classi se coltivato in cassa (Cat. 1935-6, p.104, Fig.4). È noto che il pino domestico è pianta molto usata nel periodo di revival del giardino all’italiana, in quanto considerato incarnazione dell’idea di Pinetum di antica memoria. Questo spiega, pertanto, il posto importante che esso trova nei nostri cataloghi. Nel quarto e quinto decennio del Novecento, l’offerta vivaistica non si modifica radicalmente, ma sembra piuttosto che cambi il pubblico che acquista le piante e realizza giardini. I cataloghi sembrano studiati per un pubblico borghese, possessore di piccoli giardini di case isolate, di villette, e, qualche volta di ville più grandi, ma che si è allontanato dal legame intimo con la tradizione agraria. E questo si evince dai modelli dei giardini illustrati nei cataloghi, che sono quasi sempre di piccole dimensioni, quasi a voler indicare la strada a chi volesse realizzarne uno a casa propria. Si tratta di piccoli giardini formali, di impianto molto semplice, con elementi in forma topiata, e poche aiuole fiorite o a prato. I sentieri sono lastricati in pietra a taglio grezzo. Questi sono modelli facili da realizzare, eleganti, ma non troppo costosi, idonei al pubblico dell’immediato dopo-guerra intento a ricostruire le città, ma anche un’immagine di piacevole decoro nella propria piccola dimora. (Fig.5)

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Figura 5 - Modello di giardino con sentieri lastricati in pietra,aiuole delimitate da bosso nano, ed elementi topiati formati da conifere e sempreverdi (Cat. 1952-3)

In conclusione, si può affermare che i cataloghi Mati riflettano le tendenze del gusto e della società che cambia e riescano sempre a capire quali siano le esigenze del proprio tempo. E forse è anche questo un piccolo segreto che ancor oggi ne assicura la buona riuscita ed il successo. Ada V. Segre

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Panoramica del Vivaio di Masiano - Ponte alla Stella (PT)

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Platanor Vallis Clausa - In esclusiva per l’Italia

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Carissimi Andrea, Francesco e Paolo, Sono passati quasi dieci anni dal primo progetto su cui abbiamo lavorato insieme (san Filippo) e da quando abbiamo potuto apprezzare la professionalita e la qualita dell’ Azienda Piante Mati e di tutto il suo staff. In questi anni abbiamo creato tanto insieme, cercando di accontentare clienti di prestigio anche stranieri innamorati del paesaggio toscano (villa Accursio). è sempre una garanzia collaborare con l’Azienda Piante Mati e Giardineria Italiana. Nei progetti più ampi come Castiglion del Bosco il design architettonico e il paesaggio si fondono e dimostrano la sintonia che lega il nostro gusto e la nostra affinità di vedute. Tutto diventa piu naturale, anche grazie alla disponibilità e all’entusiasmo e alla simpatia che sempre dimostra lo staff del vivaio; questi sono gli ingredienti fondamentali per fare un buon progetto. Per non dimenticare le ottime grigliate aziendali, vino, gustosissimo cibo, opportunità di potersi conoscere meglio anche al di fuori dei ruoli lavorativi. Ci rivediamo “sul campo” per i prossimi progetti. Ghigo e Francesca Poccianti

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Castiglion del Bosco: progetto Marco Battaggia e Philip Adiutori

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Caro Miro, Lo ricordiamo sempre con affetto e le facciamo i nostri piÚ sinceri auguri per l’anniversario della sua azienda, a cui ancora oggi dobbiamo dire grazie per il nostro splendido parco. Un abbraccio da parte di tutti noi. Famiglia Muzio

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Teatro di verzura realizzato presso la Sede per le riprese di un documentario della televisione franco-tedesca “Artèâ€?

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Fiori dipinti, fiori in giardino: botanica e arte a confronto

nali, arricchire ed approfondire la lettura dei dipinti:

dipinti rinascimentali non è sempre facile, perché non

un vero e proprio luogo museale aperto in grado di

sempre essi venivano rappresentati con la dovuta at-

proporsi come completamento del percorso di espo-

tenzione alla realtà: spesso i pittori non mantenevano

La collaborazione della ditta Mati con la Galleria

sizione.

corrette proporzioni rispetto al reale e tendevano a

dell’Accademia data da lungo tempo ed è stata sem-

A tal fine sono stati studiati e illustrati tramite un vi-

rappresentare con maggiore precisione i fiori rispetto

pre caratterizzata da grande armonia di intenti.

deo e una serie di immagini fotografiche vari aspet-

ad altre parti delle piante, come le foglie. Nel caso,

Negli ultimi anni, tuttavia, essa si è concretizzata in

ti delle piante e dei fiori che non riguardano solo

però, dei dipinti in questione siamo stati avvantag-

un progetto di interesse davvero particolare, che ha

la botanica, ma anche le motivazioni più profonde

giati dal fatto di essere esattamente negli anni in cui

collegato strettamente gli spazi museali tradizionali

per le quali i pittori li hanno inseriti nelle loro com-

comincia a formarsi il concetto moderno di scienza,

con la zona di giardino, prima intesa solo come zona

posizioni, accompagnando così il pubblico in una

come attività metodica di osservazione e di catalo-

di sosta e di riposo per i turisti. Nel cortile che unisce

conoscenza più completa della pittura fiorentina del

gazione ragionata dell’universo, che rivendica a sé

la Galleria dell’Accademia con l’attigua Accademia

Cinquecento. Molto spesso, infatti, la presenza di

un campo autonomo rispetto ad altre discipline come

di Belle Arti sono state, infatti, messe a coltura le

elementi dedotti dalla natura all’interno di un dipinto

la filosofia e l’etica.

stesse piante rappresentate nei dipinti di Alessandro

serve a rendere concreto, tramite l’uso di simboli, un

Si prepara, insomma, il comparire di Galileo Galilei

Allori (Annunciazione, Incoronazione della Vergine,

concetto astratto.

sulla scena del mondo. E mentre a Pisa si apre nel

Madonna e Santi) e Giuliano Bugiardini (Madonna

L’interpretazione del simbolismo dei fiori in arte co-

1543 il primo Orto Botanico, seguito due anni dopo

della Palma) esposti nella Tribuna del David.

stituisce la chiave per decodificare messaggi a volte

da quello di Padova e dal così detto “Giardino dei

Si è creato così uno spazio in cui è possibile, go-

celati o per sottolineare quelli già evidenti. Tuttavia,

Semplici” di Firenze, pittori come il nostro Alessandro

dendo delle vivaci colorazioni delle fioriture stagio-

identificare con esattezza piante e fiori presenti nei

Allori o il Ligozzi trasformano in arte le descrizioni segue

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Restauro di un parco in Lombardia

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puntuali delle meraviglie botaniche che gli scienziati

I significati simbolici che le piante assumono nel tem-

Così, con questo straordinario progetto di collabora-

vanno via via individuando e raccogliendo nei loro

po nascono in genere dalle loro caratteristiche bota-

zione fra pubblico e privato (ma si parla di un privato

lunghi e minuziosi elenchi.

niche e fisiche come colore, forma, profumo, periodo

con una sensibilità e una competenza tutta speciale,

Nell’Antico e Nuovo Testamento e nei Vangeli apo-

di fioritura e impiego medico o farmaceutico.

come è da sempre la ditta Mati), siamo arrivati a per-

crifi troviamo moltissimi riferimenti al mondo vegeta-

Per fare alcuni esempi, relativamente al colore, il

cepire quello che certi dipinti non dicevano esplici-

le; insieme ai Padri della Chiesa ed alla letteratura

bianco è da sempre simbolo della purezza (mughet-

tamente, ma tenevano nascosto fra i petali variopinti

cristiana medievale, essi costituiscono una delle fonti

to, giglio di sant’Antonio), mentre il rosso (garofani)

dei loro fiori.

più importanti per la formazione del simbolismo le-

allude all’amore e alla carità; il blu, infine, allude al

gato alle piante nella pittura rinascimentale. La mito-

paradiso (myosotis). E ancora, relativamente al perio-

Franca Falletti

logia classica, nella rilettura che ne danno i grandi

do dell’anno in cui fioriscono, la margherita era con-

Direttrice della Galleria dell’Accademia di Firenze

poeti latini, come Ovidio, intreccia caratteristiche di

siderata simbolo di innocenza in quanto fiorisce a

piante e fiori con significati morali e didascalici, men-

primavera, al momento della Incarnazione di Cristo

Il progetto scientifico di cui qui si parla è stato curato,

tre, nel tardo Rinascimento, testi come l’Iconologia di

che, lo ricordiamo, a Firenze segnava l’inizio dell’an-

per la Galleria dell’Accademia, da Francesca Cia-

Cesare Ripa costituiranno dei veri e propri repertori

no e veniva celebrata il 25 marzo, esattamente nove

ravino. Hanno inoltre prestato la loro collaborazio-

per una lettura allegorica di virtù e vizi legati a quel

mesi prima della natività. Il cedro, infine, era simbolo

ne anche Paolo Luzzi dell’Orto Botanico di Firenze

mondo vegetale la cui conoscenza era stata traman-

di redenzione e salvezza, perché il suo succo aveva

– Museo di Storia Naturale e Paolo Galeotti della

data negli erbari medievali ed in alcune opere classi-

affetto ricostituente dopo un avvelenamento, mentre il

Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico ed

che come la Naturalis Historia di Plinio o il De Rerum

mughetto era simbolo di umiltà, come tutti i fiori con

Etnoantropologico e per il Polo Museale della città

Natura di Lucrezio.

la corolla rivolta verso il basso.

di Firenze.

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Castiglion del Bosco: progetto Marco Battaggia e Philip Adiutori

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ĂŠ vero che un giardino rianima i sensi con i suoi colori, le sue forme ed i suoi profumi. Ma i sensi colti del giardiniere non possono da soli dar vita ad un giardino. Per avere un pollice verde bisogna anche avere un cuore verde. Grazie Laura Meucci e Simon Nightingale

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Giardino della Sede in Autunno

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Classe e professionalità

progetti e nei miei studi. Hanno quindi partecipato

arricchito ed ampliato. Anche la stima delle presenze

in prima persona alla loro evoluzione rendendoli più

era ormai definita, 4/5000 persone provenienti da

Ebbi modo di conoscere i signori Mati nel 1984:

completi e armoniosi.

tutte le parti del mondo: personalità delle istituzioni,

In quegli anni facevo la direzione generale di una grande azienda del settore ceramico: gli anni sono volati ed ora sono un pensionato quasi tranquillo, ma in quegli anni ero un vulcano scatenato che credeva nei messaggi forti innovativi e rivoluzionari. Mi piacevano gli studi seri ma dovevano sconvolgere e stupire. Ero e sono un uomo fortunato perché molte persone importanti hanno creduto in me, nei miei

Il progetto di cui sto parlando nasce dall’idea in

della cultura, dell’arte, dello spettacolo, del giornali-

cui si può creare reddito unendo esperienze e siner-

smo, dello sport e dell’imprenditoria. Quindi tutto era

gie in ambiti molto diversi tra loro, quali: industria,

organizzato ma mancava ancora chi poteva realiz-

imprenditoria, arte, cultura, spettacolo, giornalismo,

zare, all’interno del piazzale aziendale, un grande

sport ecc. ecc…. ad ogni disciplina, comunque,

giardino, o meglio, un grande parco fiorito. L’archi-

deve rimanere la propria autonomia.

tetto Coppola anche su questo ambito aveva le idee

Questo progetto, sviluppato in tutte le sue com-

chiare, ma non era così semplice realizzare in luglio,

ponenti e gestito con rigore ben presto ha portato

con un caldo infernale, un contenitore di verde con

risultati clamorosi, ovviamente, la stampa, con la sua

piante ad alto fusto, cespugli, fiori, fontane e vele.

sottile e attenta ricerca è stata un mezzo di traino e

Tutte le componenti dovevano essere in piena armo-

lancio in tutto il mondo.

nia da non sembrare una realizzazione posticcia,

Ciò premesso il 7 luglio del 1984 l’azienda che

ma un tutt’uno in una atmosfera a dir poco magica.

dirigevo prese spunto dal 110 anniversario della sua

Fu così che in un caldo sabato di giugno decisi di

fondazione per lanciare con una grande festa questo

andare personalmente a Pistoia, patria del vivaismo

grande progetto.

e del bel verde; conoscevo tanti nomi, ma personal-

A metà giugno tutto era pianificato nei minimi

mente nessuno. Fu così che nel bussare mi lasciai gui-

particolari: l’Architetto Francesco Coppola, grande

dare dall’intuito e dall’istinto. Uscito dall’autostrada

genio delle progettazioni e nelle comunicazioni, osa-

rallentai, mi colpirono i due marchi delle Piante Mati

va molto, e il progetto veniva giorno dopo giorno

sistemati con decisa sobrietà nelle due palazzine rossegue

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Il giardino della sede

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se. Fui ricevuto da un signore alto e cordiale: il sig.

i particolari del progetto da realizzare ebbi modo

ne che per un giorno visse un momento importante.

Moreno. Raccontai a lui della mia iniziativa e di ciò

di conoscere il Sig. Miro Mati, un uomo di grande

L’iniziativa ebbe non solo un grande successo con

che cercavo. Parlavo, parlavo e temevo, non tanto

esperienza, un profondo studioso della natura, un

risonanza mondiale, ma ebbe negli anni un seguito

di non essere capito, quanto di non render a parole

uomo di grande cultura, un vero signore che prima

importante.

bene l’idea del progetto. Il sig. Moreno seguiva con

del profitto guarda ai valori. Un uomo che ama l’alle-

interesse tutti i miei passaggi ma non si pronuncia-

gria ma che dà la precedenza ai sentimenti.

Nel tempo è nata anche una vera amicizia che ha trovato la sua partenza ben 26 anni fa con quel

va, sembrava entusiasta ma era cauto. Poi mi fece

Miro, sicuro di ciò che mi offriva, si incuriosiva

attendere un paio di minuti e si ripresentò con una

e la sua intelligenza lo portava nei meandri del mio

Complimenti e auguri alle Piante Mati ma princi-

bella signora elegante e di impareggiabile classe: la

progetto: gli piaceva parlare di Baj, Pomodoro o

palmente ai signori Cristina e Miro Mati con i figli

contitolare sig.ra Cristina Mati.

Spoldi e non disdegnava di parlarmi dei suoi quadri

Andrea, Francesco, Paolo, Alessandra e Isabella.

Mi sentivo in soggezione, ma ero a mio agio,

gesto di classe e professionalità.

ecc. ecc.

la sua competenza mi lasciava senza parole, il suo

Finalmente, alla vigilia della festa, nel piazzale

interesse al progetto divenne ben presto realtà, cosic-

dell’azienda uno dopo l’altro arrivarono diversi lun-

ché dopo un’oretta di duro lavoro la signora Mati mi

ghissimi camions di piante (6 o 7) accompagnati

strinse la mano confermandomi che la sua azienda

da una decina di operai specializzati, poche ore,

P.S.: a testimonianza di quanto scritto allego

avrebbe realizzato il grande progetto dell’Architetto

una nottata di grande lavoro e il mattino del 7 luglio

foto del 7 luglio 1984: Tra i tantissimi ospiti erano

Coppola. Il mio entusiasmo bilanciato dal disagio

quel piazzale si presentò con una veste diversa: gli

presenti: Vincenzo Mollica, Gianni Raviele, Ugo To-

non mi permise di chiedere un documento scritto, ca-

arredi, le piante, i fiori e gli spazi divennero così

gnazzi, Renzo Arbore, Ida di Benedetto, B. Cori,

pii però che quella stretta di mano valeva più di tanti

belli e armoniosi e persino profumati in completa

Prof. Mazzetti, Prof. Muscarà, Oddo Biasini, Arnal-

scritti. Quella mano raffinata trasmetteva sicurezza,

armonia con la bella gente del mondo dell’arte,

do Pomodoro, Tadini, Baj, Agenore Fabbri, Chiao

professionalità e tanta classe.

della cultura, dello spettacolo, dello sport e dell’in-

Cin, Pardi, Aldo Spoldi, G. Marconi, Miro e Cristina

dustria, della politica, ma anche della gente comu-

Mati, ecc.

Qualche giorno dopo, nell’approfondire tutti

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Con affetto Germano Ghetti

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Foto Matteo Carassale

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Francesco, Paolo, Andrea Mati

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Il nonno Casimiro

vicinò al nonno facendo presente che ciò non era

particolare il “postime”(mazzetti di piantine appena

Pioniere e artefice principale dell’Azienda Mati

ammesso e che avrebbe dovuto togliere la rosa. Il

radicate pronte per essere trapiantate nell’orto), che

nonno senza scomporsi, rivolgendosi allo stagnino,

venivano periodicamente venduti al mercato della

disse con voce ferma: ”Chiudi la cassa”.

Sala. Sull’operato del primo, il nonno, riceveva mol-

Avendo avuto la possibilità di essere spesso vicino al nonno, specialmente negli ultimi anni della sua

Una volta voleva percorrere una redola stretta,

te critiche relative alla sua scarsa correttezza, mentre

vita, penso di aver conosciuto a fondo le sue carat-

priva di spazi sufficientemente larghi per svoltare l’au-

del secondo tutti ne parlavano bene. Non capisco di

teristiche. Nei giorni delle mie visite, se il tempo lo

to, cercai di dissuaderlo facendo presente il rischio

cosa mi dovevo lamentare, si giustificava il nonno,

permetteva, si andava in giro per i vivai usufruendo

reale di finire in un fosso, mi sono sentito rispondere,

se al momento della resa dei conti dal primo mi per-

di una delle automobili che si trovava libera sul piaz-

con una certa ironia: ”Sappi che l’auto non solo può

venivano cifre tali da consentirmi buoni guadagni,

zale, in caso di tempo brutto si rimaneva in casa. I

andare in avanti ma può tornare anche indietro. Se

mentre dall’altro ricevevo somme che mi permetteva-

vivai preferiti erano sempre Vinattieri e Masiano.

poi dovesse finire in un fosso, con un trattore si può

no appena di sostenere le spese.

Era piacevole parlare con il nonno. Qualsiasi

rimettere in strada, perciò vai pure avanti”.

Il nonno era un fumatore di sigari toscani e tutte le

argomento andava bene: fatti di cronaca, politica,

In occasione di una visita nei locali adibiti ad

cicche che da questi derivavano venivano da lui ac-

sport (in particolare il pugilato), il passato, il lavoro,

ufficio, il nonno ebbe modo di soffermarsi ad ascol-

curatamente conservate e regalate a fumatori di pipa.

la famiglia ecc. Fatti che presentava con dovizia di

tare la contestazione di un dipendente addetto all’ac-

Per questo si era fatto alcuni clienti fissi, in genere ami-

particolari, intramezzati anche da battute di spirito.

quisto di piante che voleva ridurre il prezzo fissato

ci e coetanei, che periodicamente venivano a fargli

Quando raccontava del passato, a volte, non si ren-

a suo tempo perché quello realizzato, al momento

visita, non solo per chiacchiere e ricordare il passato,

deva conto che le persone citate non potevo cono-

della vendita, era stato inferiore. Il fornitore invece

ma anche per ricevere in regalo un cartoccio di que-

scerle in quanto vissute in epoca in cui o non ero

insisteva perché il prezzo fissato venisse comunque

ste cicche di sigaro ritenute convenienti e più gustose

nato o ero molto piccolo. Di tutti questi contatti mi

rispettato. Il nonno dopo aver avuto le informazioni

del tabacco da pipa. Un giorno dopo aver trascorso

sono rimasti molti ricordi, vorrei raccontare alcuni fra

richieste, appena fuori dalla stanza, chiamò a sè il

del tempo in chiacchiere e ricordi, con uno di questi

questi, ancora ben vivi nella mia memoria, in modo

dipendente e disse con decisione: “Fai in modo che

amici visitatori, dopo averlo salutato, mentre si stava

da evidenziare l’umanità, la sensibilità, il coraggio,

gli venga pagato il prezzo fissato”.

allontanando, lo sentii dire: “ O Tonio, se tu senti di’

l’intelligenza genuina, l’onestà, la praticità, il cari-

I beni patrimoniali del nonno consistevano, all’ini-

sma (come si dice oggi) di questo uomo che è stato

zio, in due piccoli poderi ubicati a Bonelle e condotti

il fondatore della Ditta Mati.

che è morto Miro Mati tu hai a di’ che è morto tanto malvolentieri”. (Penso che avesse oltre 95 anni).

a mezzadria da due coloni di caratteristiche molto

Per concludere mi sento di poter affermare, senza

In occasione della morte della nonna (1955) al

diverse. Il primo ottimo lavoratore, intelligente, scaltro

timore di smentite, che Casimiro Mati era un uomo

momento della chiusura della cassa prese una rosa

e pieno di utili iniziative. Il secondo solo un buon

vero con un forte attaccamento alla famiglia e alla

rossa da una corona e la depositò con delicatezza

lavoratore. La produzione di questi poderi era orien-

vita.

sul corpo della morta. Il custode del cimitero si av-

tata prevalentemente alla coltivazione di ortaggi, in

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Valerio Ieri

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Lavori per il giardino della sede

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Grazie a tutti i presenti per aver partecipato a

con un grande amico. Il profumo di un fiore che ci

figurate, il rapporto con i miei fratelli Francesco e

questo evento per noi così importante. Vorrei con-

ha colpito da bambini, se ci investe di nuovo, dopo

Paolo ed i sentimenti che ci legano. I tre strumenti

sigliare a tutti di entrare con attenzione nella me-

anni, ci precipita in un limbo senza tempo, in un

solisti (il flauto descrive la gioia, la spensieratezza e

ravigliosa atmosfera della Fattoria di Celle, dove la

mondo fiabesco, incantato. è possibile comunicare

la leggerezza. Il pianoforte la volontà e la forza, il

cultura regna senza barriere e confini. La straordi-

con un compositore scomparso da decine, centinaia

contrabbasso i momenti tristi e di grande riflessione)

naria opera di Giuliano Gori è quella di aver creato

di anni. La sua musica ci porta nel suo universo,

sono i testimoni degli stati d’animo di noi tre fratelli

un luogo dove l’arte, la massima espressione della

che può essere delicato, malinconico oppure gioio-

nel corso della nostra vita, ed anche dell’amore per

nostra specie, si esprime ai livelli più alti diffonden-

so. Allo stesso modo un giardino, se ideato con pas-

il nostro lavoro di vivaisti, di appassionati creato-

do nel mondo cultura, benessere e pace.

sione, si evolverà e si adatterà ai tempi. Negli anni

ri di giardini. La forte unione tra Francesco Paolo

Creare musica è un atto vicino al creare un giar-

verrà trasformato da tecnici e appassionati che, con

e me, lo stimolante dialogo coi genitori Cristina e

dino o coltivare un vivaio. Un brano musicale è uno

arte, manterranno quest’opera viva. Pensavamo

Miro, hanno permesso alla Piante Mati di crescere

scrigno di ricordi, un’emozione molto simile a quel-

che fosse importante legare i 100 anni della Piante

con amore e forza. Un amore per questa azienda,

la che ispira un’associazione botanica ben proget-

Mati con il mondo dell’arte che noi tanto amiamo.

che ci ha consentito, con il costante impegno nostro

tata. Al giardino privato o pubblico, ad un piccolo

Il concerto che ascolterete si intitola “Concerto 100”

e di tanti validi collaboratori, e grazie anche alle

terrazzo ma anche ad un bel vivaio si possono lega-

ed è stato composto da me in collaborazione con il

generazioni che ci hanno preceduto, di giungere a

re i più bei momenti della nostra vita: l’incontro con

Maestro Franco Poggiali Berlinghieri. Il brano de-

questi primi 100 anni.

la persona amata, la passeggiata con un familiare,

scrive in musica, attraverso emozioni e immagini

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Andrea Mati

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Concerto 100 - Villa di Celle - Santomato (PT)

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“...questo non è un punto di arrivo ma un punto di partenza.â€? A. Campanile

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Il primo catalogo realizzato

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Il primo catalogo del secondo centenario

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Finito di stampare nel mese di Dicembre dell’anno 2010 presso Pacini Editore - Pisa


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