Catalogo il gran fuoco di aligi sassu

Page 1



Museo Aligi Sassu di Atessa

60 ceramiche e sculture dal 1939 al 1989

Una selezione di opere dal Museo Sassu di Castelli (TE)

Edizioni Museo Sassu Aligi Sassu al lavoro ad Albisola.


60 ceramiche e sculture dal 1939 al 1989

60 ceramiche e sculture dal 1939 al 1989

Una selezione di opere dal Museo Sassu di Castelli (TE)

Una selezione di opere dal Museo Sassu di Castelli (TE)

Mostra a cura di

Progetto grafico

Adele Cicchitti, Anna Pia Apilongo, Anna D’Intino

StudioComunika.com

Finito di stampare Coordinamento organizzativo e redazionale

Alfredo Paglione MUSEO ALIGI SASSU ATESSA dal 17 luglio 2013

ENTI PROMOTORI DELLA MOSTRA

REGIONE ABRUZZO

Assessorato alle Politiche Culturali

Testi di

Adele Cicchitti e Giovanni Giacomini Apparati bio-bibliografici

CITTÀ DI ATESSA

ASSESSORATO ALLA CULTURA

luglio 2013 Grafiche Caporale Atessa (Ch) Un particolare ringraziamento a: - Social Service Cooperativa Sociale - Protezione Civile “R. Spaventa” Atessa - Palena Autotrasporti - Team work del Comune di Atessa

Anna D’Intino

CITTÀ DI CASTELLI

Allestimento

Adele Cicchitti, Anna Pia Apilongo, Anna D’Intino

CROCEVIA MUSEO DELLE CERAMICHE DI CASTELLI

Riccardo Busico

FONDAZIONE ALFREDO E TERESITA PAGLIONE MILANO - GIULIANOVA| TE|

Ufficio Stampa

MUSEO SASSU

Piergiorgio Greco

© Copyright Fondazione MuseAte per Museo Sassu - 2013. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsisasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l’autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti e degli autori.

Referenze fotografiche

Cesare Iacovone

MUSEO DELLE CERAMICHE DI CASTELLI Contrada Convento - Castelli (Te) Segreteria: Isabella Melara Tel. e Fax. 0861 979398 e-mail: comune_castelli@virgilio.it

MUSEO ALIGI SASSU C.so Vittorio Emanuele, 116 - Palazzo Ferri - Atessa (Ch) Prenotazioni e visite guidate su appuntamento: 0872 866112 - 338 2685085 0872 865994 - 380 5206264 - 349 3531830

Edizioni Museo Sassu

In copertina: “Cavalli in amore” 1948, maiolica, ø 50 cm


Quale Sindaco di Castelli sono a ringraziare sentitamente il prof. Alfredo Paglione e la dottoressa Adele Cicchitti che hanno voluto caparbiamente organizzare questa mostra che segna una tappa importante nelle esposizioni delle opere del maestro Aligi Sassu: la ricorrenza dei cento anni dalla sua nascita avvenuta il 17 luglio 1912. Con grande soddisfazione il Comune di Castelli ha offerto un proprio contribuito affinchè si celebrasse questo evento. È stato anche un ringraziamento al Maestro scomparso nel 2000 che ha sempre espresso simpatia per il nostro Borgo in cui ha avuto la sensazione di respirare l’aria dell’arte. Infine come non ricordare la bellissima collezione, in parte oggi qui esposta, offerta in deposito a Castelli che fino al 2009 ha fatto brillare il nostro Museo delle Ceramiche. Oggi, fuoriuscendo dai bauli in cui è riposta, rispolverata, torna a mettersi il vestito della Domenica e risplenderà in questo museo ad Atessa in attesa di rientrare a Castelli dopo aver completata la ricostruzione del nostro Museo reso inagibile dal Terremoto. Gratitudine smisurata a chi ha concorso a questo risultato.

Il Sindaco di Castelli Enzo de Rosa

Il Museo Aligi Sassu, fiore all’occhiello della nostra città, ospiterà nei prossimi mesi una preziosa collezione di ceramiche dell’Artista. Tutto ciò grazie alla volontà e all’impegno di Alfredo Paglione, del Sindaco di Castelli e all’incessante e prezioso lavoro di chi si occupa concretamente della Fondazione MuseAte. L’allestimento della mostra con le ceramiche custodite nel Museo di Castelli testimonia la collaborazione di due attente amministrazioni locali, impegnate a tutelare, promuovere e divulgare il proprio patrimonio culturale che nell’opera di Aligi Sassu trovano un comune legame artistico. La mostra sarà occasione per valorizzare le 210 opere originali di Sassu che il nostro museo ospita, oltre ad essere un’ opportunità per far conoscere nel territorio Atessa e il suo impegno verso l’arte e la cultura. Come sindaco ringrazio quanti si sono generosamente attivati, ognuno con il proprio impegno e disponibilità, per la realizzazione di questo prestigioso evento che rappresenta una splendida vetrina all’interno del nostro museo.

Aligi Sassu con Alfredo Paglione

Il Sindaco di Atessa Nicola Cicchitti


Ammirare l’arte di Aligi Sassu, esponendo per la prima volta le sue opere nel Museo di Atessa, donate e custodite al Museo delle Ceramiche di Castelli, è l’ennesima riprova che non si finisce mai di scoprire i tesori che la nostra regione a volte nasconde, ma che poi, inevitabilmente, vengono alla luce. Artista lombardo scomparso nel 2000, considerato, a ragione, uno dei più importanti maestri del Novecento italiano, Sassu trovò nella ceramica “materia” di ispirazione per la realizzazione di importanti e significative opere plastiche. Pezzi unici in maiolica in cui l’Artista fissa poesia ed estetica, segni inconfondibili di una cifra stilistica davvero unica. La collezione che avremo l’onore di vedere ha dei caratteri ben definiti, organica, coerente, che si distingue per l’idea di bellezza, principio indiscusso di oltre quarant’anni di attività nel mondo dell’arte. In primis, il mio ringraziamento è rivolto ad Alfredo Paglione che con la sua donazione, sostenuta con forza anche dalla compianta consorte Teresita Olivares, ha permesso la concretizzazione di questo progetto che darà la possibilità di poter ammirare queste splendide opere. Esterno il mio ringraziamento a quanti hanno profuso il loro impegno per l’allestimento della mostra ed un affettuoso saluto a tutti i collaboratori della Fondazione MuseAte che, motivati da un grande amore non solo per il proprio territorio, ma anche per il vasto campo della cultura, contribuiscono, in questo modo, ad una maggiore conoscenza e divulgazione del patrimonio artistico esistente. “Nel caso dell’artista come in quello dell’artigiano, si vede in modo chiarissimo che l’uomo meno di tutto riesce a possedere ciò che gli appartiene più strettamente. Le sue opere lo lasciano, come gli uccelli il nido in cui furono covati” Johann Wolfgang Goethe, Le affinità elettive, 1809

Assessore Regionale alle Politiche Culturali Luigi De Fanis

Il museo Sassu è un “gioiello“ per la nostra città e per l’intero territorio e oggi si arricchisce con una parte significativa delle ceramiche di Aligi Sassu donate al Museo di Castelli da Teresita e Alfredo Paglione. La promozione dell’arte, è parte integrante del tentativo quotidiano della Banca di Credito Cooperativo SangroTeatina di produrre, accumulare e distribuire un utile che si chiama attenzione e sensibilità verso il territorio - anche di natura non prettamente finanziaria - e verso la domanda quasi sempre ancora implicita e tuttavia crescente di cultura e di identità. Un progetto sostenuto fortemente dalla BCC Sangro Teatina sin dalla costituzione della Fondazione MUSEATE: essa rappresenta un felice modello di organizzazione culturale, per la pluralità dei soggetti pubblici e privati coinvolti, in grado di “fare rete” in forma efficace ed innovativa, con un sapiente e riuscito intreccio delle diverse competenze e punti di vista. Questo è un dato di fatto importante in un’epoca di veloce e drammatica contrazione delle risorse pubbliche a favore della cultura. La cultura non è un lusso, è una necessità e rappresenta un fattore competitivo strategico per tanti comparti della nostra economia. Le produzioni culturali e creative, oltre ad alimentare l’immagine del nostro paese nel mondo, rappresentano materia prima per dare significato e valore alle cose. Attraverso il sostegno, l’ampliamento e la promozione del museo Sassu , la nostra città potrebbe sviluppare un turismo di portata rilevante necessario più che mai al rilancio dell’economia cittadina, nonostante ciò comporti un notevole impegno e dedizione da parte dei volontari per la conservazione e la gestione del museo. Atessa può essere un esempio di “ricchezza culturale” per il territorio: l’arte non ha solo un’importanza estetica, ma è portatrice di una forza rigeneratrice e di una valenza soprattutto economica sulla quale è possibile credere e investire. La parola “crisi” in molte lingue sta a significare “cambiamento”, “opportunità”. Questa collezione di ceramiche , che va ad incrementare la già preziosa collezione di opere esistenti presso il museo Sassu, è una grande opportunità che il momento ci offre per attuare il dovuto cambiamento che ne consegue. Per citare Einstein: “Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose”.

Direttore Generale BCC SangroTeatina e Membro CdA Fondazione MuseAte Fabrizio Di Marco


La mostra che il Museo Aligi Sassu di Atessa e il Museo delle Ceramiche di Castelli organizzano per esporre una parte significativa delle ceramiche di Aligi Sassu, donate al Museo di Castelli da Teresita e Alfredo Paglione, è la degna conclusione delle manifestazioni che l’instancabile iniziativa di Alfredo Paglione ha voluto dedicare alla celebrazione del centenario della nascita del grande artista.

nifestato, perché, certamente, la sua tematica preferita dei cavalli avrebbe potuto trovare a Castelli nuovi spunti e nuove occasioni, considerato che è stata ripetutamente esplorata anche dai ceramisti castellani: dai realizzatori del celebre seicentesco Soffitto di San Donato fino al più grande pittore su maiolica dell’epoca barocca, Carlantonio Grue, e a Berardino Gentile, uno degli ultimi ceramisti dei secoli d’oro della maiolica di Castelli.

La donazione di Teresita e Alfredo Paglione si compone di duecento opere e comprende oltre alle ceramiche anche diverse sculture in bronzo, realizzate da bozzetti in ceramica che fanno parte della raccolta, e da un’importante documentazione dei multipli, realizzati comunque in numero ristretto.

Un ringraziamento sentito va al Museo Aligi Sassu di Atessa e alla dottoressa Adele Cicchitti, che hanno voluto ed organizzato questa mostra, e ad Alfredo Paglione, che ha selezionato i pezzi da esporre.

In questa mostra sono esposti i piatti di grande dimensione con soggetti diversi, dai volti ai nudi, tra i quali, comunque, finiscono per riproporsi i cavalli che costituiscono il motivo dominante della produzione ceramica di Sassu. Cavalli sempre in movimento, che sprizzano una grande energia vitale, resa con assoluto realismo anche nei due servizi da tavola, uno a colori, nei toni forti, luminosi e contrastati della sua tavolozza, e l’altro, famoso, alla “vecchia Savona”, in monocromo blu, che sono esposti in mostra nei pezzi più significativi. Tutti realizzati con il tratto deciso e senza pentimenti, tipico della pittura di Sassu, che ha fatto dire a Gian Carlo Bojani – che si vuole qui ricordare perché, purtroppo, ci ha lasciato in questi giorni –, quando nel 2008 s’inaugurò l’esposizione della donazione a Castelli, che il maestro “... si potrebbe anche dire ceramista, perché il segno è così rapido e guizzante come lo san fare su maiolica solo i veri e propri maiolicari”. Sono esposti anche alcuni multipli realizzati su porcellana serigrafata. La donazione è pervenuta al Museo delle Ceramiche di Castelli a coronamento di una serie favorevole di eventi occasionali, quando sembrava ormai definitivamente avviata ad altra destinazione. Si è realizzato così, in forma diversa, ma certamente in modo significativo, il desiderio espresso dal Maestro nel corso di una visita fatta a Castelli insieme con Alfredo Paglione, di realizzare, come aveva fatto ad Albissola, delle opere in questo secolare centro di produzione ceramica, che lo aveva colpito con la sua atmosfera e le sue suggestioni. Peccato che il desiderio originario di Sassu non si sia concretizzato come lui lo aveva ma-

Il terremoto del 2009 ha reso inagibile il nostro museo. Questa iniziativa consente, pertanto, anche al Museo di Castelli di partecipare alle celebrazioni del centenario della nascita di Aligi Sassu, che, con le sue opere, arricchisce il richiamo verso questo centro già ricco di fama e di prestigio.

Direttore Museo delle Ceramiche di Castelli Giovanni Giacomini


Le ragioni di una scelta: da Castelli ad Atessa le ceramiche e le sculture di Aligi Sassu Dai contrafforti del Gran Sasso alle colline che degradano dalla Maiella all’Adriatico, il nostos o ritorno del figlio alla madre, come canta la fascinosa mitologia abruzzese. E’ il lungo viaggio di conoscenza e di bellezza che le sculture e le ceramiche di Aligi Sassu compiono dal Museo delle Ceramiche di Castelli al Museo Aligi Sassu di Atessa, dove scultura, ceramica e pittura, le tre anime del grande Artista, si ricompongono in simbolica unità. Negli ultimi anni gli orizzonti abruzzesi si sono dilatati sull’universo dell’arte contemporanea, grazie alla generosità e lungimiranza di Alfredo Paglione che, con rara raffinatezza ed intelligenza, esprime il forte legame affettivo con la terra natia, attraverso una serie di donazioni di opere che attingono ai vertici della produzione artistica e dei suoi protagonisti più prestigiosi. Nella seconda metà del Novecento Milano, epicentro della vita culturale del tempo, esercita una grande forza attrattiva sugli artisti più creativi e sugli intellettuali più progressisti. In questa vivace koinè culturale la Galleria 32 , aperta e diretta da Alfredo Paglione, diventa luogo di incontro e di confronto, fucina di idee e di sperimentazioni, nodo di saldatura di collaborazioni artistiche ancora in fieri o già consolidate. Nelle sue sale espositive l’arte incontra la letteratura, la musica e la filosofia ed i destini degli artisti si incrociano e si intersecano. Alfredo Paglione ed Aligi Sassu stringono un lungo sodalizio artistico e rafforzano il vincolo personale di amicizia, e poi di parentela, sposando le sorelle Olivares . I colori e le forme che hanno animato il dibattito culturale del secolo appena trascorso disegnano le ricche collezioni che oggi, a Chieti, Atessa, Vasto, Castelli, Giulianova, Pescara, Francavilla, Teramo, Tornareccio ed altre località, impreziosiscono le mostre temporanee o i percorsi museali, promossi e realizzati con il contributo decisivo del grande mecenate abruzzese.

raccolto con amore e passione. I temi iconografici si polarizzano intorno al cavallo che ne cadenza in modo ritmico e ripetitivo l’intera opera, in una armoniosa polifonia di forme che non cedono al fascino dell’epica né smettono mai di stupire. Senza tralasciare le dinamiche espressive de ‘ I cavalli del mare ’, il servizio da tavola in 73 pezzi del 1949, in terraglia smaltata e dipinta in blu ‘Vecchia Savona’, che nell’immaginario collettivo evoca i rari esemplari della maiolica blu monocromatica che gli artisti-artigiani di Castelli producevano nella seconda metà del Seicento. Tra XVI e XIX secolo si affermava, infatti, nel piccolo centro abruzzese, la tradizione artistica della ceramica che raggiungeva le corti delle principali capitali europee. Lo splendore cromatico delle maioliche, decorate dai grandi artisti della famiglia Grue e dagli esponenti delle famiglie Gentili, Cappelletti e Fuina, brillava sulle tavole e decorava le sale delle dimore degli aristocratici committenti. Nell’itinerario espositivo del museo di Castelli le ceramiche di Aligi Sassu sembrano vibrare della stessa energia cosmica e primordiale che agita gli impetuosi cavalli che le decorano e le fanno vivere. La presenza di queste opere fra le maioliche storiche delle botteghe locali ha favorito un dialogo stimolante fra tradizione e innovazione, fra iconografia locale e soggetti cari al grande Artista, declinati sulla tavolozza pittorica e nella matericità dei bronzi e degli smalti, facendo interagire armonicamente l’esperienza artigianale dei ceramisti castellani e la grande sperimentazione di Albissola. Perché, nell’incanto del borgo ligure, dalla fine degli anni trenta del XX secolo, Aligi Sassu ed altri grandi artisti italiani mettono alla prova il proprio talento, cimentandosi con la materia, diventando umili apprendisti, rubando i segreti al fuoco e coniugando arte e vita, scelte culturali e ritmi esistenziali di amicizia e di collaborazione.

Nel lungo elenco delle mostre permanenti un posto esclusivo occupa Castelli, il borgo che suona ceramica e che dal Rinascimento esporta in Italia, in Europa e nel mondo, le meraviglie di un’arte che ne rappresenta l’essenza di vita più profonda e più vera, tradotta in perizia tecnica, in gusto estetico e in forme archetipiche originali e sofferte, come la fatica e l’amore che le esprime e le sostiene.

Il mondo della ceramica albissolese, denso di esperienze artigianali e di saperi antichi, riceve, infatti, un impulso straordinario con le sperimentazioni innovative promosse dagli artisti che si riuniscono intorno a Tullio Mazzotti, ridenominato da Filippo Tommaso Marinetti Tullio d’Albissola, brillante poeta, ceramista e scultore, esponente del Movimento Futurista . La città ligure diventa la capitale della ceramica d’avanguardia: vi operano grandissimi artisti, come l’insuperabile Lucio Fontana ed Agenore Fabbri, ricco dell’esperienza già acquisita come operaio modellista in un laboratorio locale.

Nel 2008 la mostra permanente “Il gran fuoco di Aligi Sassu” accende di luce il museo di Castelli con la bellezza di 200 opere, ceramiche e sculture che la creatività inesauribile del Maestro ha plasmato in un lungo arco temporale, dal 1939 al 1994, e che Alfredo e Teresita Paglione hanno

Negli anni 1939-40 Aligi Sassu incontra ad Albissola Fabbri e Fontana: diventano fedeli compagni di forno, sperimentano tecniche, plasmano forme, le accendono di cromatismi e danno vita ad una feconda collaborazione artistica.


Il cenacolo albissolese si arricchisce negli anni, prima e dopo il periodo bellico del secondo conflitto mondiale, della presenza di artisti, di poeti, di critici d’arte e di giornalisti, ed Albissola entra nel gotha della ceramica come meta privilegiata e tappa ineludibile dell’itinerario formativo di qualsiasi artista che ne voglia sperimentare l’arte.

tico convento rinascimentale. La spiritualità francescana, affrescata nel chiostro Settecentesco nelle scene di vita della Madonna, introduce alla bellezza della materia che sfuma lieve e leggera nella levigatezza della maiolica e nella rappresentazione mimetica o simbolica della natura che mutua forme e sostanza dagli incredibili paesaggi del Gran Sasso.

Vi soggiornano e vi operano i più grandi nomi del panorama artistico nazionale ed internazionale: Asger Jorn e Karel Appel, tra i fondatori del gruppo Co.Br.A, Wilfredo Lam, Josè Ortega, Sandro Cherchi, Milena Milani ed altri artisti, molti dei quali imprimono il loro sigillo nella celebre Passeggiata degli Artisti che impreziosisce Albissola Marina. Perfino il grande Picasso subisce il fascino ed il richiamo di Albissola. Vi giunge ospite di Tullio Mazzotti, complice uno zio ‘torniante’ nella bottega di Vallauris dove opera Picasso, per condividere le sperimentazioni degli artisti italiani, scoprire i segreti della tradizione ed apprendere le tecniche artigianali degli esperti vasai locali che si muovono abilmente fra tornio e fuoco.

La feconda simbiosi artistica fra Aligi Sassu e le maioliche di Castelli si interrompe drammaticamente nell’aprile del 2009, quando il devastante terremoto dell’Aquila squarcia la terra, inghiotte vittime e semina distruzione e desolazione . Le opere sono salve, ma il museo viene dichiarato inagibile e le ceramiche non possono più ammaliare visitatori, critici e studenti.

Comune denominatore di tutte queste esperienze artistiche è la grammatica espressiva del colore che nella ceramica riverbera cromatismi magici e sfumature di luce cariche di valenze simboliche ed emozionali. Dall’esperienza della mitica stagione ligure nascono molti dei capolavori di Sassu trasferiti nel cuore montano dell’Abruzzo. Si realizza così nel Museo delle Ceramiche di Castelli un percorso originale, cronologico, al tempo stesso didattico, tecnico e formativo, sempre ricco di suggestioni estetiche e di coinvolgente impatto sentimentale, ma con significati e simbologie universali. Il linguaggio plastico del grande Artista, nella sintesi matura di materia, colore e forma, si integra perfettamente con la produzione locale, che pure ha toccato, nel corso della sua storia, ragguardevoli punte di eccellenza, conferendo vigore e prestigio al tracciato espositivo, incastonato nella cornice di un an-

Nel 2010, per celebrare il decimo anniversario della morte di Aligi Sassu, le ceramiche del grande Maestro vengono esposte a Pescara nel Museo Villa Urania – Antiche maioliche di Castelli. La mostra, intitolata “Cento cavalli di Aligi Sassu” è curata da Gian Carlo Bojani ed Alfredo Paglione, in collaborazione con la Fondazione R. Paparella Treccia Devlet. Anche nella mostra di Pescara il soggetto cavallo scandisce il repertorio delle maioliche e delle sculture e sprigiona tutta la sua forza espressiva, le sue valenze mitiche, le memorie ancestrali della Sardegna e le dinamiche futuriste in quello stile personalissimo ed inconfondibile con cui Aligi Sassu, con estrema coerenza e continuità, ha interpretato tutte le varianti dei temi iconografici prediletti. Nell’agosto 2010 viene inaugurato ad Atessa il Museo Aligi Sassu nella splendida cornice di Palazzo Ferri con 210 opere selezionate dalla Collezione di Alfredo e Teresita Paglione, che lo qualificano come uno dei più prestigiosi itinerari museali abruzzesi. Il percorso espositivo comprende 90 lavori su carta, per lo più inediti, acquerelli, disegni, pastelli e tempere e 120 opere grafiche originali, acquetinte, acqueforti, serigrafie e litografie che coprono gli anni dal 1927 al 1992, un lungo arco temporale in cui la creatività artistica di Aligi Sassu si dispiega e si coagula in opere ed esperienze fra le più rappresentative dell’intero secolo. Nell’ autunno successivo otto cavalli in bronzo ed il piatto in argento “Cavalli marini”, per volontà di Alfredo Paglione vengono affidati al Museo Aligi Sassu di Atessa ed affiancati alle opere esposte , in un mutuo scambio di valenze artistiche, di rimandi iconografici e di scelte espressive. Dall’estate 2012 le celebrazioni del primo centenario della nascita di Aligi Sassu (1912-2012), ricordato in numerose manifestazioni a livello nazionale ed europeo, hanno permesso di ammirare, analizzare e sintetizzare criticamente l’immensa produzione artistica del grande Maestro


attraverso mostre, convegni, pubblicazioni, seminari, concerti, omaggi, corsi di formazione ecc., che anche in Abruzzo hanno annoverato eventi prestigiosi, come la grande mostra allestita a Palazzo de’ Mayo di Chieti “Sassu e Corrente 19309-1943 – La rivoluzione del colore”, a cura di Elena Pontiggia ed Alfredo Paglione.

prattutto per far conoscere in terra frentana la poliedricità della produzione artistica di Aligi Sassu: il primato da Lui raggiunto anche nell’arte della ceramica, nei cui smalti si dispiega lo sfavillio di quel ‘grido di colore’ che lo connota e che affascina e seduce, e la forza intensa e vigorosa con cui plasma il bronzo e lo rende duttile ad assecondare ogni sfumatura dei suoi codici artistici.

A livello internazionale la figura di Aligi Sassu è stata commemorata con grande risonanza e con una serie di avvenimenti che hanno intensificato l’interesse per la sua eclettica e versatile personalità e per lo spessore della sua variegata produzione artistica.

Perché le opere di Aligi Sassu, nel linguaggio plastico, come nella scala cromatica, vivono ed interagiscono dinamicamente con i visitatori e gli estimatori. Tenerle confinate in un museo forzatamente inagibile e negarle al rapporto con il pubblico è come svuotarle dello spirito che le anima o sminuirle della cifra qualitativa che esse esprimono.

Grandissimo rilievo assume la manifestazione ‘Aligi Sassu China Exibition’, realizzata a Pechino con il patrocinio della Fondazione Italia Cina, a partire da maggio 2013, presso il China Central Academy of Fine Art Museum (CAFA), dove vengono esposte 160 opere dell’Artista. Fanno da corollario al percorso espositivo seminari, convegni, frequenti comunicati stampa, articoli, notiziari, programmi televisivi e pubblicizzazione della mostra sul web, ma anche interventi didattici e formativi che culminano nella giornata dedicata ai bambini, il primo giugno. Protagonisti dell’ evento speciale , denominato ‘Aligi Sassu’s colourful world’, sono i 2500 studenti della ‘Primary international School in Beijing’, più 500 studenti internazionali di 50 diverse nazionalità, 5000 genitori, familiari e insegnanti, tutti impegnati in una significativa esperienza, quella di dipingere il mondo colorato che essi considerano il più bello. Un omaggio di grande valenza simbolica per comprendere e riprodurre l’esplosione cromatica che rende così magica ed avvincente l’opera di Aligi Sassu.

Nella relazione comunicativa ed interattiva che si struttura tra opera d’arte e fruitore si fonda, dunque, la ragione, il significato ultimo, e più autentico, del trasferimento temporaneo delle opere di Aligi Sassu da Castelli ad Atessa. Una circostanza che consente al Museo delle Ceramiche di Castelli di inserirsi a pieno titolo nelle celebrazioni in onore del grande Maestro e di far conoscere ad un pubblico sempre più vasto il suo ricco patrimonio artistico.

In proporzioni più contenute il timbro didattico dell’esperienza cinese ha segnato anche l’iniziativa ‘A spasso con Sassu’, un workshop della durata di cinque giorni per i bambini delle scuole elementari, promosso dalla Fondazione MuseAte nell’ambito delle celebrazioni del primo centenario della nascita dell’Artista. I bambini, dopo una visita guidata interattiva, all’interno del Museo Aligi Sassu di Atessa, sono stati coinvolti in una esperienza laboratoriale, manipolativa e creativa, che ha permesso al loro estro artistico di rielaborare ed interpretare con un personale registro espressivo quanto osservato nel percorso museale. Allo scadere delle commemorazioni dell’anno centenario, la Fondazione MuseAte e l’Amministrazione comunale di Atessa si sono attivate per concretizzare l’idea suggerita e sostenuta fortemente da Alfredo Paglione di ricordare l’Artista e di allestire in suo onore anche nel Museo Aligi Sassu di Atessa una mostra di ceramiche e sculture con pezzi scelti dal Museo delle Ceramiche di Castelli. Un’occasione per (ri)esporre al grande pubblico opere penalizzate dalla chiusura del Museo di Castelli e dai tempi lunghi della burocrazia e della ricostruzione post terremoto, ma so-

1959. Ad Albissola Marina. Da sinistra , Fontana, Jorn, Fabbri e sua moglie Caterina, Lam, Sassu, Gualtieri di San Lazzaro...


I cavalli di Aligi Sassu Dal 17 luglio 2013, giorno della nascita e della morte dell’Artista, a chiusura del primo centenario della nascita, il Museo Aligi Sassu di Atessa ospita la mostra ‘ “Il gran fuoco” di Aligi Sassu – 60 ceramiche e sculture dal 1939 al 1989- Una selezione di opere dal Museo Sassu di Castelli (Te)’. Un evento straordinario, reso possibile anche dalla sinergia fra Amministrazione Comunale e Museo delle ceramiche di Castelli ed Amministrazione Comunale e Fondazione MuseAte di Atessa, che consente di ammirare in un unico percorso, nella cornice dello storico Palazzo Ferri, opere grafiche, sculture e ceramiche prodotte dal Maestro negli anni di più intensa creatività artistica e culturale. Al caro amico Alfredo Paglione, instancabile e generoso promotore della mostra, ed a Crocevia, Fondazione Alfredo e Teresita Paglione Milano-Giulianova, va il primo ringraziamento per la disponibilità e la sensibilità con cui hanno collaborato con le responsabili del Museo di Atessa, dott.ssa Anna Pia Apilongo e arch. Anna D’Intino che, insieme alla scrivente, hanno seguito l’organizzazione della mostra e la pubblicazione del catalogo. Un ringraziamento speciale va al sindaco di Castelli, dott. Enzo De Rosa, al direttore del Museo delle Ceramiche dott. Giovanni Giacomini ed alla responsabile dott.ssa Isabella Melara che hanno aderito alla proposta e concesso generosamente il prestito delle vetrine e delle opere. Un ringraziamento va all’Amministrazione Comunale di Atessa, al sindaco arch. Nicola Cicchitti, al vice sindaco arch. Enzo Pellegrini, all’assessore alla cultura prof. Antonello Scarinci, all’assessore alla cultura della Regione Abruzzo dott. Luigi De Fanis , alla Banca di Credito Cooperativo Sangro Teatina ed alla società Valagro di Atessa, che hanno reso materialmente possibile l’allestimento museale e contribuito al finanziamento della mostra.

[…]Negli ultimi trent’anni abbiamo avuto tre grandi allevamenti di cavalli. Il primo è quello di Picasso, che ha proliferato quadrupedi più o meno genuini o bastardi sulle pareti di tutte le gallerie d’arte del mondo. Ricordate il cavallo morente nel famoso quadro intitolato “Guernica”? Ha avuto più figli e nipoti quel mammifero che i Patriarchi del Vecchio Testamento. Un cavallo espressionista. Altra scuderia, quella di Marino Marini, scultore: con prodotti potentemente stilizzati in senso nuovo e moderno, ma fedeli a un ideale di purezza e nudità arcaica. Cavalli ridotti talmente all’essenziale da saper esprimere un sentimento più umano che equino. E il terzo allevamento appartiene ad Aligi Sassu. Cavalli galoppanti, rampanti, volanti, per lo più imbizzarriti, pieni di estro, eleganza, mattini di primavera e fantasia; e colore rosso, giallo, bianco, viola, verde; lunghe criniere, lunghe code. L’idea-cavallo abbandonata a sé stessa in scalpitanti fantasmagorie al sole mediterraneo, su spiagge e dirupi solitari. Cavalli che erano folate di vento, bizze d’amore, fiamme, rondini, strane creature, più simili a un sogno che a un capitolo di storia naturale. Cavalli essenzialmente lirici. Questi destrieri hanno avuto un meritato successo, oltre al resto erano espliciti, vivificanti e allegri. […] Dino Buzzati

Un grazie anche agli sponsor, a tutti i soci ed agli amici della Fondazione MuseAte che in questi anni si sono spesi con generosità e passione per far ‘vivere’ il Museo Aligi Sassu di Atessa con la promozione e la realizzazione di eventi didattici e culturali di grande spessore e rilevanza.

Adele Cicchitti

Fondazione MuseAte

Aligi Sassu al lavoro ad Albissola

(Corriere della Sera, Milano, 22 marzo 1965).


L’OPERA CERAMICA 1939-1989


Cavallino 1939, scultura in maiolica, 23x20x15 cm

22

Testa di cavallo 1941, scultura in maiolica 9,5x14,5x10 cm

23


Cavalli in amore 1948, maiolica, ø 50,5 cm

24

I cavalli di Nettuno 1949, maiolica a lustro ø 53 cm

25


Nuda sul letto 1949, terracotta dipinta sottovetrina, ø 47 cm

26

La bella sui cuscini 1949, terracotta dipinta sottovetrina, ø 43 cm

27


Maison Tellier 1950, terraglia smaltata, ø 30,5 cm

28

Maison Tellier 1950, maiolica, ø 40,5 cm

29


Cavallo impennato 1950, terraglia smaltata ø 37 cm

30

Paesaggio 1950-’51, terraglia smaltata ø 27,5x38,5 cm

31


La pioggia 1950-’51, terraglia dipinta sotto vetrina, 34,5x26,5 cm

32

Donna in giallo 1950-’51, terraglia dipinta sotto vetrina, 34,5x26,5 cm

33


Testa di ragazzo 1950-‘51, terraglia smaltata, ø 19 cm

34

Ciclista 1950, terraglia smaltata, ø 21,5 cm

35


Testa di donna 1950-’51, terraglia smaltata ø 21,5 cm

36

Il gallo 1955, terracotta dipinta sotto vetrina, ø 48,5 cm

37


Cavallo fra le rocce 1955, terraglia smaltata, ø 24 cm

38

Cavallo bianco 1955, terraglia smaltata, ø 24 cm

39


Cavallo e albero 1955, terraglia smaltata, ø 21 cm

40

Il cavallo sauro 1955, terraglia smaltata, ø 24 cm

41


Cavallo nero sul lago 1955, terraglia smaltata, ø 24 cm

42

Il cavallo giallo 1955, terraglia smaltata, ø 24 cm

43


Cavallo nel bosco 1955, terraglia smaltata, ø 24 cm

44

Il cavallo verde 1955, terraglia smaltata, ø 22,5 cm

45


Cavallino rosso 1955, terraglia smaltata, ø 18,5 cm

46

Cavallino all’alba 1955, terraglia smaltata, ø 18,5 cm

47


Il cavallino nero 1955, terraglia smaltata, ø 21 cm

48

Al limitar del bosco 1955, terraglia smaltata, ø 21 cm

49


Cavallino rosa 1955, terraglia smaltata, ø 21 cm

50

Cavallo in corsa 1955, terraglia smaltata, ø 21 cm

51


Il cavallino nero e la nuvola bianca 1955, terraglia smaltata, ø 18,5 cm

52

Il grande sole 1955, terraglia smaltata, ø 18,5 cm

53


Il puledrino sulla spiaggia 1955, terraglia smaltata, ø 21 cm

54

Cavallo nella notte 1955, terraglia smaltata, ø 18,5 cm

55


Cavallino nel mare 1955, terraglia smaltata, ø 18,5 cm

56

Cavallo giallo 1955, terraglia smaltata, ø 25 cm

57


Il guerriero 1955, terraglia smaltata, ø 19 cm

58

Cavallo e fantino 1959, terraglia smaltata, ø 43 cm

59


Cavallino blu 1965, maiolica, ø 43 cm

60

Danza di cavalli 1973, maiolica, ø 48 cm

61


Donna e cavallo 1974, porcellana serigrafata ø 45 cm

62

Cavalli sulla scacchiera 1974, porcellana serigrafata, ø 45 cm

63


Cavallo e scogliera 1989, porcellana serigrafata, ø 30 cm

64

La battaglia 1989, porcellana serigrafata, ø 30 cm

65


LA SCULTURA IN BRONZO O IN ARGENTO 1939-1962


Cavallino marino 1939, (anni ‘60), bronzo, 27x24,5x24 cm

68

Il cavallo di Nettuno 1939, (anni ‘60) bronzo, 40x35,5x20 cm

69


Il cavallo di Perseo 1940, (anni ‘60), bronzo, 37x32x30 cm

70

I tre cavalli di Abderos 1948 (anni ‘60), bronzo, 26x29x28 cm

71


Cavalli innamorati 1948, (anni ‘60), bronzo, 46x33,5x22,5 cm

72

Il bel cavallo reale 1949 (1995), bronzo, 51,5x28x22 cm

73


Due cavalli rampanti 1949, (anni ‘60), bronzo, 42x31x20 cm

74

Il cavallo nero 1952 (1989), bronzo, 46x24,5x18,5 cm

75


Il cavallo del mare 1955 (anni ‘70), bronzo, 49x34,5x16,5 cm

76

Cavalli marini 1962, bassorilievo in argento, ø 32,5 cm

77


BIOGRAFIA DI ALIGI SASSU


Aligi Sassu nasce a Milano il 17 luglio 1912. Il padre Antonio, nato in Sardegna, spirito libero ed indipendente e fondatore a Sassari del Partito Socialista, nei primi anni ’20 trasferisce la famiglia a Thiesi, costretto da difficoltà economiche. Nei tre anni vissuti in Sardegna, la natura ed i colori mediterranei permeano indelebili l’animo del giovane Sassu che, al ritorno a Milano, inizia a frequentare mostre ed esposizioni d’arte, musei e biblioteche, immergendosi nel fervido ambiente culturale milanese, affascinato, in particolar modo, da una mostra futurista allestita al Cova. Nel 1927, appena quindicenne, acquista da un ambulante “Pittura e scultura futuriste (Dinamismo plastico)” di Boccioni, artista futurista le cui opere ammira direttamente nello studio milanese di Fedele Azari. Con Bruno Munari incontra Marinetti che accoglie benevolmente i due ragazzi come “giovani promesse dell’arte italiana”, tanto da far esporre nel 1927, nella mostra futurista allestita presso la Galleria Pesaro di Milano, alcune opere di Sassu e da invitarlo a mandare, nel 1928, due opere alla Biennale di Venezia: Nudo plastico e L’uomo che si abbevera alla sorgente. Nel 1929 Sassu si iscrive all’Accademia di Brera che abbandona poco dopo per motivi economici, iniziando a frequentare l’Accademia libera nella quale erano confluiti, tra gli altri, Birolli, Spilimbergo, Tomea e Manzù. Sono questi gli anni degli Uomini Rossi e i lavori sui Ciclisti, opere che segnano un distacco dai futurismi per avvicinarsi al primitivismo. All’inizio degli anni ’30 Sassu espone in due collettive alla Galleria del Milione con Manzù, Birolli, Cortese e Tomea, ottenendo recensioni positive tanto che il giovane critico Sandro Bini pubblica un primo studio della sua opera. Nell’autunno del 1934 compie il suo primo viaggio a Parigi, città fervida di cultura artistica che il giovane Sassu assorbe avidamente studiando nei musei l’opera di grandi artisti quali Gericault, Cezanne, Renoir e in modo particolare Delacroix. Frequenta biblioteche e mostre come quella di Matisse, artista che lo affascina per l’uso del colore. Sono questi gli anni dei Caffè, luoghi simbolo della vita parigina che diverranno un tema a lui caro e delle opere ispirate a scene di vita quotidiana (14 Luglio, Rue Elysée des Beaux- Arts): la realtà come ispirazione quindi ma anche impegno politico e civile che, una volta tornato a Milano, lo porta a prendere contatti con gruppi antifascisti italiani ed esteri ed a organizzare una intensa attività clandestina di propaganda antiregime. Dipinge La fucilazione delle Asturie, vero e proprio manifesto antifranchista ed uno dei primi dipinti della resistenza europea. Il 6 aprile del 1937 la polizia dell’Ovra lo arresta e dopo il processo viene condannato a dieci anni di reclusione che inizia a scontare tra le carceri di San Vittore e Regina Coeli fino ad essere tradotto a Fossano, dove finalmente gli viene concesso di poter scrivere e disegnare.

80

Negli otto mesi di detenzione a Fossano produce 400 disegni con temi a lui cari come ciclisti, battaglie, studi di figure, ecc., fino a quando, nel luglio del 1938, gli viene concessa la grazia regia. La sua vita artistica riprende da “sorvegliato speciale” ma con la stessa intensità tanto da produrre opere ancora di opposizione esplicitate in metafore più o meno evidenti. Riallaccia i contatti con intellettuali ed artisti quali Carlo Bo, Salvatore Quasimodo, Emilio Sereni, Vigorelli. Con Birolli, Guttuso Migneco, Valente ed altri dà vita al movimento “Corrente” nato attorno all’omonima rivista fondata da Ernesto Treccani, rivista che vuole essere nucleo attrattivo di artisti uniti da una visione comune volta a connettere in profondità arte e vita, affermando un netto rifiuto all’astrattismo ed alla cultura del neoclassicismo novecentesco. Nel marzo del 1941 Sassu espone 41 opere alla “Bottega di Corrente” e tiene personali a Genova e Venezia; nel ’43 nella villa dell’industriale Minervino, a Zorzino sul lago d’Iseo, illustra in 58 acquerelli I promessi sposi; l’anno seguente realizza I martiri di piazzale Loreto, opera acquistata dalla Galleria d’arte Moderna di Roma. Nel 1945 si inaugura una sua personale alla Galleria Santa Radegonda a Milano con opere eseguite tra il 1929 e il 1945 e nel 1948, sempre a Milano, alla Galleria dell’Illustrazione Italiana, Tullio d’Albissola, Domenico Rea e Orio Vergani presentano 28 dipinti e 69 opere ceramiche realizzate da Sassu ad Albissola. In questa amena località ligure viene invitato nel 1939, a soli 27 anni, da Tullio Mazziotti a lavorare nella fabbrica di famiglia. Con la sua guida artistica, Tullio d’Albissola, così come lo aveva ribattezzato Marinetti, aveva promosso con Gambetti, Gaudenzi, Pacetti ed altri, il Gruppo Futurista Ligure quando già Albissola era frequentata da personalità del calibro dello stesso Marinetti, Fontana, Strada e Broggini. Un fertile ambiente di innovazione dove la materia viene liberata, rivestita di nuova espressività e consegnata ad artisti che con innata maestria e padronanza delle tecniche fanno di Albissola un centro ceramico internazionale. Per Sassu tutto questo coincide con l’incontro tra materia e colore che lo spingono ad applicarsi in maniera più sistematica a varie forme di tecnica artistica come la scultura, l’affresco ed il mosaico. Nel ’48 espone per la terza volta alla Biennale di Venezia con l’opera Cristo davanti al Sinedrio. All’inizio degli anni ’50 realizza varie esposizioni come una vasta rassegna delle sue opere al Museo Caccia di Lugano e personali alla Galleria Colonna a Milano.

81


Continua assiduamente a frequentare Albissola dove decora la parete di un noto ristoranteritrovo di artisti con Le cronache di Albisola, realizza un mosaico sulla Passeggiata a mare e l’affresco I liberatori, sulle pareti della sua villa. Nel 1954 partecipa per la quarta volta alla Biennale di Venezia; nel 1956 si reca in Cina a capo di una delegazione di artisti italiani in visita a Pechino, Shanghai ed altri centri minori. Il paesaggio cinese lo affascina ed ispira, spingendolo a comporre una serie di opere a tema ed un grande quadro, La nuova Cina che espone alla Galleria Colonna. Nel 1957 presenta una Via Crucis alla Galleria San Fedele di Milano e partecipa a Nizza alla Mostra Internazionale della Ceramica. Nel 1961 inizia a collaborare con vari teatri italiani per la realizzazione delle scenografie e costumi delle opere in cartellone, in particolare per il Teatro alla Scala di Milano (La giara, Carmen) ed il Massimo di Palermo (El amor brujo). Nel ’62 a Thiesi realizza un affresco di tema storico I moti angioini e compie un breve viaggio in Nordamerica che gli ispirerà un ciclo di opere dedicate agli Spirituals. Nel 1963 Sassu, dopo un progressivo allontanamento dal dibattito artistico italiano, trova in terra spagnola “la nuova giovinezza”come la definisce Dino Buzzati: apre uno studio a Cala San Vicente in cui trascorre lunghi periodi immerso nello splendido scenario naturale delle Baleari. La sua già spiccata passionalità esplode in opere come i paesaggi che vedono amplificati il valore della luce e del colore e affronta nuovi temi come le Tauromachie esposte successivamente in molte città italiane. Durante la permanenza in Spagna Sassu affida la gestione delle sue opere alla Galleria Trentadue diretta da Alfredo Paglione che organizzerà una serie di eventi di notevole spessore: nel ’65 la prima personale Tauromachia e Personaggi di Spagna e nel ’67 la seconda mostra delle Tauromachie presentata da Rafael Alberti. Alfredo Paglione cura nello stesso anno una vasta rassegna antologica di 111 opere alla Galleria Civica di Cagliari. Nel ’66 il governo rumeno invita Sassu ad allestire un’antologica di 100 dipinti a Bucarest. Sempre alla Galleria Trentadue, nel ’68, espone una serie di grandi opere, una delle quali, un ritratto di Che Guevara, verrà donata al Museo d’Arte di Santiago de Cuba; nel’ 70 una mostra dedicata al ciclo degli Uomini Rossi (1929-1933). Nel ’71 viene allestita, sempre alla Trentadue, una vasta rassegna di ceramiche di Fontana e Sassu realizzate ad Albissola, con il titolo I Maestri del Gran Fuoco; nel’72 Mario de Micheli vi presenta la mostra antologica itinerante I caffè (1932-1972).

82

Sempre nello stesso anno Sassu prepara i bozzetti per le scene ed i costumi per La cavalleria Rusticana allestita all’Arena di Verona e sposa la soprano colombiana Helenita Olivares. L’anno successivo nella Galleria Trentadue, si allestisce una mostra di dipinti ed opere grafiche dal titolo I Cavalli Innamorati, ispirati a dieci poesie di Raffaele Carrieri. Nello stesso anno gli viene dedicata una sala nella Galleria d’Arte Moderna in Vaticano, appena inaugurata, nella quale espone, tra le altre opere, la grande Deposizione del ’43 e l’affresco Il Mito del Mediterraneo. Nel 1976 realizza due grandi mosaici nella chiesa di Sant’Andrea a Pescara e pubblica la cartella di sei acquetinte La via dell’Aurora con poesie di Rafael Alberti. L’anno successivo espone a Toronto alla Madison Gallery ed esce il volume Sassu futurista a cura di Luciano de Maria in occasione di una mostra sulle opere del periodo futurista allestita al Centro Rizzoli di Milano. Nel 1979 Sassu si reca di nuovo a Toronto per la presentazione della mostra There were no signs con una cartella di 15 incisioni ispirate a poesie del poeta canadese Irving Layton. Dello stesso anno è la grande antologica alla Llonja di Palma de Mallorca curata da Alfredo Paglione. Nel 1980 un’ampia rassegna sul tema dei ciclisti viene allestita dalla Galleria Trentadue e Gianni Brera vi introduce il volume I ciclisti di Aligi Sassu. Nel 1981 si trasferisce a Milano nel quartiere Brera, dove l’anno successivo riceve il riconoscimento pubblico Gli uomini che hanno fatto grande Milano e presenta nel 1983 alla Casa Manzoni, il volume I promessi sposi illustrato dai 58 acquerelli eseguiti nel ’43. Nel 1984 viene allestita un’antologica di 118 opere al Palazzo dei Diamanti di Ferrara, trasferita successivamente al Museo di Castel Sant’Angelo a Roma. Espone a Siviglia 135 opere in occasione della Settimana della Cultura Italiana organizzata all’Università Internazionale Menendez-Pelayo. Nello stesso anno nelle sale di Palazzo Reale a Milano, viene ospitata la più vasta rassegna antologica del maestro, a cura di Alfredo Paglione, composta da 270 opere. Dello stesso periodo sono altre esposizioni a Siviglia, in Germania ed in Canada, dove, nel 1985, viene ospitata la mostra itinerante dei Promessi Sposi prima dall’Istituto Italiano di Cultura, poi dal Museo d’Arte Contemporanea di Montréal e dalla Biblioteca Nazionale di Ottawa. Espone inoltre a Madrid alla galleria Juan Gris e una personale alla galleria Pelaires di Palma de Mallorca, città in cui viene nominato cittadino onorario nel 1987. In questi anni sono numerose le mostre allestite in Italia e all’estero curate da Alfredo Paglione che nel 1987, al Museo d’Arte Contemporanea di Monaco di Baviera, allestisce

83


un’antologica di opere dal 1927 al 1985 e nello stesso anno, per i sessant’anni di attività del maestro, cura l’esposizione di 100 dipinti al castello di Rivoli (To). Nel decimo anniversario della strage di piazza della Loggia espone a Brescia, su invito del Comune e del Comitato Unitario Provinciale Antifascista, una selezione di opere d’impegno civile, dagli Uomini Rossi alle Fucilazioni; al castello Gizzi di Torre de’ Passeri (Pe) viene esposta per la prima volta la Divina Commedia, successivamente presentata a Ravenna presso la tomba di Dante. Nel 1989 Alfredo Paglione allestisce antologiche al Palau Robert di Barcellona e una personale alla Gallery Universe di Tokyo. Nel 1990 esce il volume di Mario De Micheli Aligi Sassu. Sculture e ceramiche ed una mostra alla Galleria Trentadue. Gli viene conferito il premio “Lorenzo il Magnifico” nella Sala dei Cinquecento a Firenze ed espone oli, sculture e grafiche sul tema del Mito del Mediterraneo alla Shurini Gallery di Londra. Del 1991 sono tre antologiche: di sculture, acquerelli e disegni al Castello Aragonese di Ischia e al Castello Doria di Portovenere, sul tema del cavallo a Montecatini Terme. Per la circostanza escono presso il Gruppo Editoriale Fabbri i volumi di M. Rosci “Sassu. Disegni 1929-1990” e di P. Portoghesi “Sassu. Sculture”. L’anno successivo in occasione dei suoi ottant’anni, è organizzata un’antologica itinerante, comprendente 80 dipinti, in America del Sud: al Museu de Arte di San Paolo del Brasile, al Museo d’Arte Moderna di Bogotà e al Centro de Arte y Comunicación di Buenos Aires, all’interno del progetto “Arte Italiana nel Mondo” organizzato dalla Torcular e patrocinato dalla Presidenza del Consiglio. Nel 1993 porta a termine, dopo due anni di lavoro, il murale in ceramica I Miti del Mediterraneo per la nuova sede del Parlamento Europeo a Bruxelles. L’anno successivo partecipa alla mostra itinerante I ponti di Leonardo nella quale vengono esposte per la prima volta opere grafiche di artisti contemporanei accanto a originali di Leonardo. Nel ’95 viene nominato Cavaliere della Gran Croce dal Presidente della Repubblica e si allestiscono personali a Grottammare, Torino e Verona; Vittorio Fagone ed Alfredo Paglione organizzano la mostra Sassu. Dal 1930 a Corrente, presso la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo. Nel 1997 nasce a Lugano la Fondazione Aligi Sassu ed Helenita Olivares volta a diffondere e valorizzare l’opera del maestro; con la mostra Sassu. Il sacro, a cura di Alfredo Paglione, si inaugura il nuovo Museo d’Arte dello Splendore (M.A.S.) a Giulianova in Abruzzo; esce la sua autobiografia, Un grido di colore, in cui ripercorre le tappe più significative della sua vita e del suo percorso artistico. Nel 1999 La Fondazione Aligi Sassu e Helenita Olivares inaugura con la rassegna Sassu fu-

84

turista 1927-1929 un ciclo di esposizioni a scadenza periodica dedicate alla presentazione dell’intera produzione sassiana. Le opere futuriste sono esposte a Lugano e presso il Casal Solleric di Palma de Mallorca. Una grande antologica dedicata all’artista viene inaugurata a Palazzo Strozzi di Firenze in occasione del suo ottantasettesimo compleanno con opere dal 1927 al 1999. Il 17 luglio 2000, nel giorno del suo ottantottesimo compleanno, Aligi Sassu si spegne nella sua casa C’an Marimón di Pollensa, nelle Baleari. In ottobre si inaugura la seconda rassegna della Fondazione Sassu Olivares di Lugano con la presentazione della produzione primitivista: Sassu primitivista 1929-1931, a cura di Luciano Caramel, ospitata nelle sale del Museo Civico di Belle Arti, Villa Ciani a Lugano. A Faenza viene allestita la prima mostra completa della produzione ceramica: Aligi Sassu l’opera ceramica che sarà trasferita l’anno successivo al Museo Civico di Albissola. Nel 2001 La Fondazione Aligi Sassu e Helenita Olivares inaugura la terza rassegna sull’opera del maestro, con la mostra “Uomini Rossi” curata da Renato Barilli presso Villa Ciani di Lugano a cui farà seguito, nel 2003, la quarta rassegna Sassu Realista a cura di Raffaele De Grada. Nello stesso anno viene inaugurata, presso la Fondazione Carichieti, la sala permanente con i 58 acquerelli che illustrano I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni in seguito alla donazione da parte di Alfredo e Teresita Paglione. Nel 2004 è allestita presso il museo M.A.N. di Nuoro la mostra Aligi Sassu e l’esposizione Sassu - Escultures presso il Casal Solleric di Palma de Mallorca inaugurata da Sua Maestà la Regina di Spagna alla presenza della vedova Helenita Olivares e di tutte le più importanti autorità dell’isola. L’anno successivo si inaugura presso la Casa del Manzoni di Milano l’esposizione dei 58 acquerelli sui I Promessi Sposi a cura del Centro Nazionale Studi Manzoniani e della Fondazione Carichieti. Nel giugno del 2008 viene presentata la mostra Sassu. Dal mito alla realtà. Dipinti degli anni trenta, a cura di Giuseppe Bonini e Vittorio Sgarbi ed il 17 luglio la mostra presso il Museo delle Ceramiche di Castelli, Il gran fuoco di Aligi Sassu. Duecento ceramiche e sculture dal 1939 al 1994 grazie alla donazione di Alfredo e Teresita Paglione, a cura di Gian Carlo Bojani e Alfredo Paglione. A Lugano Vittorio Fagone cura la mostra Sassu. Maison Tellier, quinta rassegna della Fondazione Aligi Sassu e Helenita Olivares di Lugano presso Villa Ciani. Nel 2009 Sassu futurista è il titolo dell’esposizione di 72 opere del maestro, a cura di Ada Masoero, per celebrare i 100 anni del movimento futurista presso la sala Gambacorta della Banca di Teramo e successivamente a Thiesi presso la Sala Sassu.

85


A dieci anni dalla morte dell’artista viene allestita al Museo di Villa Urania a Pescara la mostra delle ceramiche dal 1939 al 1969, i 100 cavalli di Aligi Sassu, a cura di Giancarlo Bojani ed Alfredo Paglione. A maggio si apre la mostra Sassu. Un grido di colore allestita a Malgrate (Lc), a cura di Emiliana Biondi e Magda Pirovano. Sempre a maggio a Thiesi si apre il museo Aligi Sassu a cura di Alfredo Paglione e Silvia Pegoraro con opere murali e grafiche del maestro; ad agosto ad Atessa (Ch) viene inaugurato il Museo Sassu a cura di Alfredo Paglione ed Elena Pontiggia che ospita 210 opere su carta eseguite dal 1927 al 1990. Nel 2012, anno del centenario della nascita del Maestro, si organizzano due mostre alla Pinacoteca Civica di Savona ed al Circolo degli Artisti di Albissola; a Catania, presso Catania Art Gallery, sono in esposizione le opere della collezione privata della famiglia dell’Artista. Nella nuova sede di Federico Rui Arte Contemporanea si inaugura la mostra Rivoluzione Sassu. Le battaglie e i disegni del carcere, realizzata in collaborazione con la Fondazione Helenita e Aligi Sassu di Milano. A Villa Filippini, a Besana in Brianza, l’Associazione Amici dell’Arte di Aligi Sassu allestisce la mostra 1912-2012. 100 anni dalla nascita del maestro Aligi Sassu in cui sono esposte 50 opere che ne ricostruiscono il percorso artistico dagli anni ’30 agli anni’90. Nel luglio 2012 presso il S.E.T. Spazio Esposizioni Temporanee di Palazzo de’ Mayo di Chieti, viene inaugurata la mostra Sassu e Corrente 1930- 1943, a cura di Alfredo Paglione ed Elena Pontiggia, che ripercorre un periodo di importanza fondamentale dell’Artista e documenta in modo esaustivo il movimento Corrente. Crocevia-Fondazione Alfredo e Teresita Paglione dona all’Università D’Annunzio di Chieti cento opere grafiche originali di Sassu e promuove la pubblicazione del volume “Il Concilio Vaticano II di Aligi Sassu”, relativa all’opera murale della Chiesa di Sant’Andrea a Pescara (1964). Dal 16 maggio 2013 al 17 giugno 2013 la Fondazione Helenita e Aligi Sassu insieme a Bindi Culture and Communication Ltd organizza a Pechino la più importante mostra retrospettiva sul Maestro Aligi Sassu che sia mai stata fatta all’estero presso il China Central Academy of Fine Art Museum (CAFA) di Pechino, con 160 opere in esposizione tra dipinti, sculture, ceramiche e materiale documentario.

Fondazione MuseAte A cura di Anna D’Intino

86

Museo Aligi Sassu Palazzo Ferri Atessa sala VI


Finito di stampare nel luglio 2013 da Grafiche Caporale Atessa (Chieti)


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.