Catalogo Un Mosaico per Tornareccio 2008

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LA FRENTANIA

UN MOSAICO PER TORNARECCIO

UN MOSAICO PER TORNARECCIO - 2008

La città delle api III Edizione 2008

Nell’ultima di copertina: Jessica Carroll Alveare, 2003 ceramica e bronzo, Ø cm 22 Scultura-Trofeo della Manifestazione

COMUNE DI TORNARECCIO Sala Polifunzionale Viale Don Bosco, 8 - 66046 Tornareccio (CH) Tel. 0872.868139 - Fax 0872.868884

LA FRENTANIA

In copertina: Giuseppe Modica La luce e le api, 2007 mosaico, cm 100x100


LA FRENTANIA

UN MOSAICO PER TORNARECCIO

UN MOSAICO PER TORNARECCIO - 2008

La città delle api III Edizione 2008

Nell’ultima di copertina: Jessica Carroll Alveare, 2003 ceramica e bronzo, Ø cm 22 Scultura-Trofeo della Manifestazione

COMUNE DI TORNARECCIO Sala Polifunzionale Viale Don Bosco, 8 - 66046 Tornareccio (CH) Tel. 0872.868139 - Fax 0872.868884

LA FRENTANIA

In copertina: Giuseppe Modica La luce e le api, 2007 mosaico, cm 100x100


Comune di Tornareccio



COMUNE DI TORNARECCIO

UN MOSAICO PER TORNARECCIO La città delle api III Edizione 2008 27 luglio – 30 agosto 2008

Testi di Giulio Borrelli Laura Gavioli Marcella Smocovich


UN MOSAICO PER TORNARECCIO La città delle api – III Edizione 2008 Tornareccio, Sala Polifunzionale 27 luglio – 30 agosto 2008 Manifestazione annuale ideata da Alfredo Paglione A cura di: Elsa Betti Coordinamento generale di: Ilaria Materazzo

Ente Promotore: Comune di Tornareccio Sindaco: Luigi Iacovanelli

Con la partecipazione di Regione Abruzzo REGIONE ABRUZZO

Provincia di Chieti

FONDAZIONE CARICHIETI Comunità Montana Valsangro

e il Patrocinio di Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara

Coordinamento editoriale: Sonia Iezzi - Ars Nova Foto: Gino Di Paolo - Carlo Collevecchio - Luca Trascinelli Grafica e Stampa: GEO s.r.l. Poligrafia, Lanciano Ufficio Stampa: Piergiorgio Greco e Cristina Mosca Mosaici realizzati da: Cooperativa Mosaicisti Ravenna Soc. Coop. a r.l. diretta da Marco Santi

Si ringrazia in modo speciale per la collaborazione Alfredo Paglione Si ringraziano Gli artisti che, con entusiasmo, hanno accolto l’invito a partecipare, contribuendo così alla buona riuscita della Manifestazione. La Giuria composta da: Giulio Borrelli, Bianca Maria De Luca, Silvio Di Lorenzo, Mario Di Nisio, Piergiorgio Greco, Luigi Iacovanelli,Alfredo Paglione, Giuseppe Tragnone, Lucio Valentini per la loro cortese e preziosa disponibilità. Gli Apicoltori di Tornareccio, la Comunità Montana Valsangro, i signori Leonardo Costantini, Fiorentino D’Ippolito, Michele Giacci, i coniugi Alfredo e Teresita Paglione per aver finanziato i mosaici prescelti nella I Edizione 2006. La Banca di Credito Cooperativo Sangro Teatina di Atessa,la Sintesis s.r.l.progettazione integrata di Atessa, Antonello Porfilio impresa edile di Colledimezzo, Michele Giacci e i coniugi Alfredo e Teresita Paglione per aver finanziato i mosaici prescelti nella II Edizione 2007.

Copyright © Casa Editrice “La Frentania”, 2008


Comune di Tornareccio Bruno Taut, architetto espressionista scriveva:“il vetro colorato elimina l’odio”. L’idea di tutti coloro che supportano Un Mosaico per Tornareccio è, invece, che le piccole preziose tessere colorate possano alimentare la sensibilità della nostra comunità e appagarne la ricerca di bellezza che nell’uomo contemporaneo troppo spesso è costretta a tacere. La terza edizione di Un Mosaico per Tornareccio porta a sedici il numero di mosaici realizzati dalla Cooperativa mosaicisti ravennate per Tornareccio, e qualifica il nostro centro urbano come un riconosciuto centro di arte contemporanea unico nel suo genere. Preziosa peculiarità che dimostra la capacità di poter arricchire non solo il volto del nostro paese, ma anche e soprattutto la sua anima. Infatti, in un momento in cui i concetti di perdita di identità, alienazione ed omologazione sono diventati familiari ad ognuno di noi, poter vantare un tale patrimonio artistico e culturale nella nostra quotidianità è motivo di orgoglio. È una ricerca che sa di antica sapienza, di unicità, di bellezza quando il mondo intero parla della perdita di contatto tra l’uomo e gli spazi urbani, di un’architettura priva di un’anima. Il nostro ambizioso progetto è reso possibile dagli artisti che creano e inviano opere pensate appositamente per Tornareccio, e dalla sensibilità di coloro che, di anno in anno, scelgono di finanziare la realizzazione dei mosaici, acconsentendo poi a collocarli sulle facciate delle abitazioni del paese. Ed ecco gli spazi comuni trasformarsi in una vera e propria galleria, dove gli abitanti stessi ne determinano – è il caso di dirlo – tessera per tessera la costruzione. In questo magico insieme ogni singolo cittadino si trova ad essere non solo parte integrante di un museo, ma con il suo vissuto quotidiano lo arricchisce di giorno in giorno. Natura, storia, artigianato, arte contemporanea e quotidianità dialogano in perfetta simbiosi. Un Mosaico per Tornareccio, quest’anno alla III Edizione, è nato quasi per gioco dalla provocazione di Alfredo Paglione di realizzare nel suo paese natìo un museo di arte contemporanea, nonostante la quasi totale assenza di strutture. La provocazione di Paglione ha messo in moto un meccanismo di cui oggi constatiamo gli esiti positivi. Impossibile non ricordare che Alfredo e la nostra comunità, sin dall’inizio, hanno avuto sempre al loro fianco Teresita Olivares Paglione, moglie e compagna, sprone e sostegno entusiasta, figura ricordata da noi con grande intensità, che con il suo dolce sorriso, fino allo scorso gennaio ha accompagnato e condiviso, le aspettative, la fatica e la gioia di questa entusiasmante avventura. Avventura che fin dalla sua prima edizione del 2006, registra un crescente successo, testimoniato dalla costante affluenza di pubblico, dalla grande attenzione ricevuta dalla stampa nazionale e dalla sorprendente risposta degli artisti invitati a partecipare.Avventura di cui essere orgogliosi. Luigi Iacovanelli Sindaco di Tornareccio


Nelle gore Lucio Mariani

Ho imparato a salutare affabile la morte nella camelia nera dove tace la mente. E non parlo dell’anima, anzi dell’anima è da dire la partita felice. Camelia nera, camelia dalle spire di miele che fuoco infligge l’incendio dei tuoi petali come immaga quella bocca minoica di insidie quale dolce canzone nei gorgogli del morbido marese. A un cenno della luna le mille colombe partono per cercare la via che arriva al cuore e, smarrite s’affondano a morire nelle gore del tuo segreto regno.

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Una bella orchidea tra le montagne e i lidi d’Abruzzo Giulio Borrelli

Ho avuto il privilegio di incontrare Teresita negli ultimi tempi della sua dolce e affascinante esistenza. Prima a Tornareccio, poi ad Atessa, e l’ultima volta a Giulianova. Erano con lei il marito Alfredo Paglione e il pittore Gigino Falconi. Una violoncellista della Colombia, vissuta a Milano, trasmigrata nelle terre d’Abruzzo. Non è stata la globalizzazione a far approdare dalle nostre parti questa sensibile musicista, quanto piuttosto l’amore e l’attaccamento al suo Alfredo. Con lui era ovunque, sempre sorridente, nei momenti di gioia e di entusiasmo nel sostenere attività culturali e filantropiche, ma anche confortevolmente vicina per addolcire l’amarezza quando capitava di ricordare episodi sofferti e meno lieti della loro vita. Una presenza discreta, eppure appassionata e benefica. Il suo sguardo sereno, intenso e al tempo stesso distaccato, scaturiva da una convinta fede religiosa e da molteplici esperienze umane e artistiche. Teresita racchiudeva in sé la dolcezza e la forza della gente della sua terra assieme alla raffinatezza dell’ambiente culturale che le aveva aperto le porte e il cuore.Amava le orchidee – il fiore della bellezza, simbolo della Colombia – e collezionava tartarughe, animali dai movimenti lenti e decisi, tra i prediletti da Venere. La “tortuga” è diventato un nome e un’immagine di successo nella storia di Teresita e Alfredo. Era attenta a tutti gli aspetti della vita. Sapeva che chi più ha avuto, più deve dare. Riusciva a donare, rimanendo nell’ombra. Ci mancherà questa bella orchidea colombiana che – nell’ora del tramonto – aveva messo radici tra le montagne e i lidi d’Abruzzo. New York, 30 giugno 2008

Giulio Borrelli e signora (al centro) con i coniugi Teresita e Alfredo Paglione a Giulianova, 30 agosto 2007

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Gino Severini, Le tre Arti, 1933,V Triennale, Palazzo dell’Arte, Milano

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Mosaico, il valore del tempo Laura Gavioli

a Teresita

Nel 1988 una mostra al Castello Estense di Mesola dal titolo programmatico Mosaico & Mosaicisti apriva una riflessione attuale e doverosa circa il ruolo degli artisti e dei mosaicisti nella stagione di rinascita del mosaico nel 1900. Con riferimento a quella mostra, sono oggi ancora più convinta che era importante rivalutare la figura del musivarius, nell’antichità l’esecutore di mosaici parietali in pasta vitrea e, nel XX secolo, il maestro mosaicista, capace di interpretare le idee e i bozzetti-cartoni dell’artista per realizzare opere d’arte a mosaico, originali ed autonome, sul piano del linguaggio. È quanto mai interessante notare oggi che due mosaici Il cavallo rosso di Aligi Sassu e Nocturno di José Ortega, realizzati in quella occasione per il tramite di Alfredo Paglione, hanno dato il via a questo progetto “Un mosaico per Tornareccio”. Cercherò di mettere in evidenza la natura dell’arte musiva nelle sue fasi fondamentali, quella del “creare l’opera”e quella del “vedere l’opera”inserita nel contesto urbano, per confermare il valore sociale e anche educativo, oltre che estetico, del mosaico oggi. Il mosaico vive infatti di un doppio percorso affascinante: quello relativo al suo farsi, con il mosaicista-artista nella quotidiana, lenta attività, così anacronistica nel nostro tempo, e quello finale, che implica “l’atto del vedere”: il mosaico necessita di una particolare “messa a fuoco”, una distanza dall’opera, una registrazione dello sguardo da parte dell’osservatore. Il mosaico nasce da una lunga esecuzione che richiede il supporto di un laboratorio ben fornito di materiali: marmi, sassi, paste vitree, oro e argento di diversa tonalità e consistenza. La selezione dei materiali, che poi necessitano di essere tagliati nella forma richiesta e nella struttura di tessere, è un atto fondamentale, perché il mosaico deve catturare la luce! L’incidenza della tessera dentro la materia legante e la sua posizione più o meno inclinata o affogata dentro il supporto è determinante per il risultato visivo di quel frammento dell’opera. Ma ancora prima del materiale è necessario avere un bel soggetto, una maquette/cartone appositamente preparato dall’artista per diventare un mosaico. Il cartone, seppure in scala ridotta, deve contenere tutti gli elementi fondamentali del progetto, in disegno e colore, e rispettare quegli aspetti di sintesi che sono specifici del mosaico. Gino Severini, ritenuto l’artista che ha “riscoperto” il mosaico nel XX secolo, già nei primi decenni realizzava molti disegni con campiture di colore precise e delimitate tanto da farle ritenere destinate al linguaggio musivo; a guardarli oggi sembrano già cartoni completi e pensati nella indicazione di quella necessaria astrazione formale. Il passaggio di Severini verso l’idea di fare dei mosaici adottando una tecnica che aveva raggiunto un grande splendore nell’antichità per perdersi poi nella decorazione o nell’equivoco 9


Un Mosaico per Tornareccio

ottocentesco di essere il mezzo per fare “la pittura eterna”, sembra una ragionevole evoluzione nella sua ricerca artistica. L’incontro con le maestranze del mosaico di Ravenna segna un capitolo esaltante per la storia dell’arte del ’900 e un importante traguardo per l’artista, insieme con la pratica dell’affresco, sia per le opere monumentali che per le piccole e bellissime nature morte. Molti artisti adotteranno il mosaico in Italia per realizzare le grandi decorazioni commissionate dal governo fascista negli anni Trenta e Quaranta: Ferruccio Ferrazzi, Achille Funi, Mario Sironi, e poi Casorati, Campigli, Carrà, Prampolini... e all’estero bisogna ricordare il fregio di Gustav Klimt nella casa Stoclet a Bruxelles (1905-1909) e il grande ciclo a Barcellona del parco Güell di Gaudì (1905-1914), i muralisti messicani, come David Alfaro Gino Severini, Studio per Letteratura, Siqueiros, che realizza a Città del Messico nel 1933, mosaico Le tre Arti 1952-’56 il bassorilievo a mosaico El Pueblo a la Universidad, la Universidad al pueblo, quindi Chagall all’Università di Nizza nel 1967 sul tema di Ulisse e Nausica (eseguito da Lino Melano) e Léger, al Museo Léger a Biot, in Francia, mosaico eseguito nel 1956. La collaborazione tra l’artista che crea il cartone e il mosaicista, quando le due figure non coincidono, come accade sempre più spesso nei tempi recenti, crea l’opera che sarà tanto più riuscita quanto più si sarà realizzata l’intesa propositiva tra le due personalità. Il mosaicista, come lo stampatore per l’opera di grafica, deve interpretare l’idea dell’artista, deve capire il suo lavoro, entrare dentro il suo mondo, per essere in grado di elaborare un percorso nuovo, imprevedibile talvolta, ed esaltante, tale da essere a tutti gli effetti opera d’arte. In buona sostanza l’opera di mosaico completata deve stupire, se possibile, il creatore del cartone, deve coinvolgerlo dentro il nuovo linguaggio e fargli godere le potenzialità originali del mezzo che spesso va ben oltre le indicazioni sommarie del cartone. Questo fenomeno accade quasi sempre e, dalla meraviglia destata alla vista dell’opera finita, può nascere una lunga collaborazione tra un artista e il mosaico. Un caso molto singolare è stato Alighiero Boetti: dopo il primo mosaico, realizzato a Ravenna da Marco Santi, era rimasto incantato e subito ha pensato un bellissimo pavimento di oltre venti metri quadrati, in marmo di Carrara e smalti rossi, destinato ad una galleria parigina, e voleva progettare ancora molte opere se la vita fosse stata più generosa con lui. Quindi l’atto di vedere il mosaico. Il mosaico, per sua propria natura, è un linguaggio di sintesi, di astrazione della forma la quale, combinata con il colore, è capace di rivelare un notevole impatto visivo. Quindi è giusto notare la felice scelta di Tornareccio dove è in atto un intervento di cultura visiva recuperando i valori del luogo, le sue tradizioni e mettendoli in relazione con le idee di artisti contemporanei, attraverso il mosaico, che è certamente, tra le 10


Un Mosaico per Tornareccio

tecniche artistiche più antiche, quella che mostra maggiori risorse e una grande vitalità. La frammentazione dei materiali di cui è costituito un mosaico, richiede all’osservatore alcuni accorgimenti indispensabili per poterlo osservare: bisogna rispettare una distanza adeguata dal punto di collocazione dell’opera, sia per avere la completezza dell’immagine, messa a fuoco, sia per trovare la giusta incidenza della luce sulla superficie musiva. La sistemazione dei mosaici di Tornareccio sulle pareti esterne delle case, ci riporta al concetto cruciale della rinascita del mosaico nel primo Novecento e cioè a quell’ideale dell’arte che “educa il popolo”; per di più, in questo contesto di piccolo paese, di familiare rapporto che lega i cittadini l’un l’altro, oltre che all’ambiente circostante, l’intervento culturale dell’opera d’arte assume una dimensione straordinaria rievocando il valore della natura legata al fattore del tempo, il tempo duraturo, se non vogliamo propriamente dire “eterno” del mosaico, fatto di colore e di luce, capaci di esaltarsi nel loro contatto. Dagli scritti inediti di Severini voglio citare due frammenti che sono dedicati rispettivamente al mosaicista e all’artista: ...Nelle mani del mosaicista tutto prende vita, dalla martellina alle pietre e agli smalti, i quali, in queste mani, già vibrano e lanciano raggi, sono impazienti, come le gambe delle danzatrici pronte ad entrare in scena... ...L’artista, in fondo, non desidera di essere compreso, anzi spesso soffre di essere compreso; quel ch’egli vuole, è durare nella storia... Il mosaico, con la sua aspirazione all’eternità, aiuta l’artista a durare nella storia.

Gino Severini, Natura morta con colomba, 1938, mosaico

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Mostra Personale di Giuseppe Modica I Premio Edizione 2007



Un Mosaico per Tornareccio – Personale di Modica

Modica, un raggio di luce per Tornareccio Marcella Smocovich

Giuseppe Modica ha un’ossessione: la luce. Trapanese introverso e timido, è un pittore si successo che vive lontano dai salotti romani. La sua carriera è lunga. Dopo anni di sperimentazione a Palermo, Mazara del Vallo e Firenze trova la sua strada. Gli è a fianco la moglie Carla, conosciuta nel 1976. Del 1982 e 1984 sono le mostre di Firenze che riscuotono l’interesse della critica più accreditata: Pier Carlo Santini, Tommaso Paloscia, Renzo Federici, Giuseppe Nicoletti. Una mostra alla galleria romana “Incontro d’arte” lo avvicina a Dario Micacchi, Enzo Bilardello, Guido Giuffrè e altri. In quell’occasione incontra Maurizio Fagiolo dell’Arco che da quel momento si è interessato con viva attenzione all’evoluzione della ricerca di Modica. Del 1986 è la prima mostra personale alla Galleria “La Tavolozza” di Palermo, nel corso della quale fa conoscenza con lo scrittore Leonardo Sciascia, che manifesta interesse e apprezzamento per le sue opere e gli dedica un intervento sul “Corriere della Sera”, una pagina di grande chiarezza, rivelatrice e premonitrice di una nuova verità per la ricerca di Modica. S’incontreranno spesso e lo scrittore siciliano diventerà suo collezionista. Nel 1987 si trasferisce a Roma. Nel 1989 vince la cattedra di pittura nelle accademie di Belle Arti. Attualmente è docente ordinario di pittura. Nello stesso anno apre un dialogo con Vittorio Sgarbi che focalizza in termini storico-critici lo spessore e l’autonomia della ricerca di Modica ne “L’ammodicazione del sogno”. Tramite Maurizio Fagiolo conosce Alfredo Paglione della “Galleria Trentadue” di Milano, con il quale si creerà una proficua collaborazione e una duratura amicizia che lo porterà nelle case dei maggiori collezionisti. Significativo l’incontro, nel 1992, con Antonio Tabucchi che ha scritto il racconto “Le vacanze di Bernardo Soares” per accompagnare una cartella di incisioni realizzate da Modica e pubblicate dall’editore Sciardelli di Milano. Nel 1993, invitato da Franco Farina con testo di Maurizio Fagiolo e poesia di Cesare Vivaldi, presenta una retrospettiva al Palazzo dei Diamanti di Ferrara. Nel 1999 è invitato alla XIII Quadriennale d’Arte al Palazzo delle Esposizioni di Roma. Significative sono in questi anni le partecipazioni a manifestazioni nazionali e internazionali, fra le altre:Art Basel 13 e 14, Basilea;VI Triennale dell’incisione, Milano; XXVII Premio Vasto; XXVIII Premio Sulmona; VIII Biennale Internazionale d’Arte Contemporanea, II Cairo; LIII Premio Michetti; Mosca, Barcellona, Londra, Palermo; Ventidue artisti per Bufalino, Comiso. Nel 2004 il Soprintendente Claudio Strinati, con il patrocinio del Polo Museale Romano, gli dedica nel Complesso del Vittoriano la mostra retrospettiva “Riflessione” come metafora della pittura. Opere 1989-2003. Un pittore apparentemente semplice nel segno dell’azzurro e del blu. Le sue figure, siano 15


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esse donne, paesaggi, finestre o oggetti sembrano uscire dalla memoria fossilizzata di un visionario artista mediterraneo che non smette di guardare l’orizzonte. Gli ultimi lavori poi riguardano Roma. Scorci della Città Eterna occupano spazi attraversando vetri, finestre e stagliandosi nell’orizzonte come sogni metropolitani di un romantico viaggiatore. Modica entra nella Roma dei papi e del Potere con l’occhio di un cacciatore di luce. Roma Barocca, Rinascimentale e papalina, con le sue chiese e i suoi palazzi. La monumentalità del potere spirituale e temporale. Tutto guardato, visto e fissato dall’occhio strabico di un grande artista che riesce a reinventare la luce. Vive a Roma da vent’anni e racconta: «Da quattro anni sto lavorando con accanimento costante sul questo tema perché mi ha coinvolto. Di Roma mi interessa questo aspetto della sedimentazione, questa contaminazione di varie epoche, successive una all’altra, che si rivelano inaspettatamente. È una città di grande splendore e grandi miserie, questa stratificazione pelle su pelle come se fosse una cipolla con mille epidermi che ti svela degli aspetti che nella pittura funzionano benissimo. Nei miei quadri c’è una visione ritmica di frammenti romani che appaiono e scompaiono. Sto lavorando al tema di Roma, questa magnifica città che mi appare spesso attraverso rifrazioni. Frammenti della città che mi colpiscono come riflessi in un grande diaframma che fanno di questa Capitale uno straordinario riflesso, un’apparizione, lo lavoro da anni sulla luce, perché la pittura è essenzialmente luce. C’è forse un aspetto più interessante della luce nella pittura? La luce è l’essenza stessa della pittura». Ma Modica non smette di stupire, eccolo sperimentare l’arte del mosaico. Il suo disegno al servizio di una tecnica che non lo riguarda, se non perché è arte. Spiega: «Nei miei quadri io parto sempre da frammenti della realtà. Cose viste, conosciute e anche vissute. Il mosaico? Secondo me è pura restituzione di un’opera pittorica. Come gli incisori di una volta che traducevano nel rovescio della lastra incisa un’opera, io ho tradotto il mio disegno al mosaico. Il mosaico traduce in particelle minime le varie tonalità della pittura. Questa è la sua bellezza. Poi sta nell’abilità di chi lo esegue poter individuare con esattezza e pertinenza il tono di colore che cambia. Stabilire i toni. I mosaicisti bravissimi riescono ad ottenere straordinari risultati. Poi l’opera può stare all’aperto, diventa pubblica, di tutti». Come si chiama l’opera realizzata per Tornareccio? Ha avuto difficoltà a realizzare un disegno per un mosaico? «Ha un nome semplice: “La luce e le api”. È ispirato al tema della api perché Tornareccio è un paesino che ha una connotazione specifica nell’allevamento delle api, di lunga tradizione. Quindi ho pensato sia alle api, sia al tema che tanto amo, quello della luce, che è il tema conduttore del mio lavoro. È la prima volta che sperimento questa tecnica. Ho fatto un bozzetto pensando al mosaico. Mi sono posto dei problemi, in relazione alla varietà di toni cromatici necessari. Mi hanno assicurato che i maestri che lo realizzeranno sono di straordinaria perizia ed esperienza. Mi sono affidato ad Alfredo Paglione. Ma non nego che ho dato loro un bozzetto difficile da realizzare». Pensa che continuerà a sperimentare altre tecniche o è stato un episodio per Tornareccio? «Io credo che la pittura realizzata in mosaico può guadagnare quell’aspetto di 16


Un Mosaico per Tornareccio – Personale di Modica

fruizione pubblica che a Tornareccio stanno sviluppando con intelligenza. È interessante». Il mosaico era una delle tecniche preferite del Gaudì, basti pensare al parco Guel di Barcellona. Secondo lei semplifica il messaggio artistico? «È straordinario come anche un grande spazio all’aperto può far vivere l’arte. Il mosaico non semplifica, ha valore di traduzione. Poi ci sono i mosaicisti che lavorandoci contribuiscono all’opera finale. Ripeto, io ho lavorato a questo bozzetto come a pura restituzione di un’opera pittorica».

Modica con Leonardo Sciascia a Palermo, in occasione della sua personale alla Galleria La Tavolozza (1986)

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Un Mosaico per Tornareccio – Personale di Modica

L’ape invisibile Angelo Lippo

Proponi una tabula rasa con quello che è stato o tale mi è parso - a chi? sei solo a discutere sul come e chissà quando i passi avranno suoni chiari aperti alle valli che ci difendono mentre si assottiglia schiumoso il riccio del castagno, incerto se chiamarsi alla folla delle api invisibili - potrebbe essere una svolta oppure no comunque non illuderti andare è procedere non arrestarsi alle acrimonie ai sobbalzi per ritrovarsi.

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Un Mosaico per Tornareccio – Personale di Modica

Controluce paesaggio, 2006, olio su tavola, cm 50x40

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Un Mosaico per Tornareccio – Personale di Modica

Termini-Roma, 2006, olio su tavola, diametro cm 30

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Un Mosaico per Tornareccio – Personale di Modica

Vanitas (Il faro all’orizzonte), 2006, olio su carta intelata, cm 40x58

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Un Mosaico per Tornareccio – Personale di Modica

Mulini a vento (Per Don Chisciotte), 2007-2008, olio su tavola, cm 40x30

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Un Mosaico per Tornareccio – Personale di Modica

San Giovanni in Laterano (La luce e le tenebre), 2007-2008, olio su tela, cm 80x100

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Un Mosaico per Tornareccio – Personale di Modica

Intravedere Palermo, 2007-2008, olio su tela, cm 60x80

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Un Mosaico per Tornareccio – Personale di Modica

La cittĂ riflessa, 2007-2008, olio su tavole, cm 80x100

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Un Mosaico per Tornareccio – Personale di Modica

Lavori in corso (Prendere le distanze), 2007-2008, olio su tela, cm 60x80

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Un Mosaico per Tornareccio – Personale di Modica

GIUSEPPE MODICA (Mazara del Vallo 1953)

catalogo edito da Fabbri e testo di Maurizio Fagiolo dell’Arco. Con Alfredo Paglione della Galleria Trentadue di Milano si creano proficua collaborazione e duratura amicizia. Significativo l’incontro, nel 1992, con Antonio Tabucchi autore del racconto Le vacanze di Bernardo Soares che accompagna una cartella di incisioni realizzate da Modica, pubblicate dall’editore Sciardelli di Milano. Nel 1993 espone con una retrospettiva al Palazzo dei Diamanti di Ferrara. Del 1997-98 è l’ampia mostra antologica alla Casa dei Carraresi di Treviso,curata da Marco Goldin con monografia Marsilio. Nel 1999 partecipa alla XIII Quadriennale d’Arte al Palazzo delle Esposizioni di Roma. Nel 2002 la Città di Mazara del Vallo gli rende omaggio con una mostra antologica a cura di Maurizio Fagiolo dell’Arco, con catalogo Allemandi. Significative sono in questi anni le partecipazioni a manifestazioni nazionali e internazionali. Nel 2004 Claudio Strinati, con il patrocinio del Polo Museale Romano, gli dedica nel Complesso del Vittoriano la mostra retrospettiva “Riflessione” come metafora della pittura. Opere 1989-2003, con catalogo Allemandi. Nello stesso anno il Museo Civico d’Arte Moderna e Contemporanea di Arezzo, a cura di Giovanni Faccenda, gli dedica la retrospettiva Piero ed altri enigmi, incentrata sui rapporti enigmatici e arcani che legano da sempre la sua pittura al sublime magistero pierfrancescano. Nel 2005 sarà la Provincia di Palermo ad organizzare nel Loggiato di San Bartolomeo, a cura di Aldo Gerbino, un’altra rassegna a carattere retrospettivo, intitolata L’enigma del tempo e l’alchimia della luce. Nell’autunno del 2006 espone con la personale Una stanza in mezzo al mare, curata da Maria Cristina Ricciardi, allo studio d’Arte Forlenza di Teramo. Nei mesi di dicembre 2007 e febbraio 2008 tiene una importante personale, La realtà dell’illusione. La mostra, promossa dalla Regione Sicilia e allestita nella Galleria Civica della città di Marsala,è la prima tappa di un più ampio progetto che prevede altre due esposizioni a Barcellona e a Roma. L’artista vive e lavora a Roma.

Giuseppe Modica nasce a Mazara del Vallo, Trapani, nel 1953. Nel 1976 la Galleria La Stufa ospita la sua prima personale a Firenze. Del 1982 e 1984 sono le mostre di Firenze che riscuotono l’interesse della critica toscana più accreditata: Santini, Paloscia, Federici, Nicoletti. In questi anni conosce il pittore Bruno Caruso, al quale è ancora oggi legato da stima e amicizia, autore nel 1985 di un significativo saggio per la mostra alla Galleria Incontro d’arte, personale che costituisce il momento di partenza per un dialogo con studiosi che hanno poi sostenuto il suo lavoro: Dario Micacchi, Enzo Bilardello, Guido Giuffrè e Maurizio Fagiolo dell’Arco che da questo momento si interessa con viva attenzione all’evoluzione della sua ricerca. Nel 1986 espone alla Galleria La Tavolozza di Palermo, e lo scrittore Leonardo Sciascia manifesta interesse e apprezzamento per le sue opere, dedicandogli un lungo intervento sul “Corriere della Sera”. Nel 1989 vince la Cattedra di Pittura nelle Accademie di Belle Arti. Nello stesso anno Vittorio Sgarbi scrive L’ammodicazione del sogno, testo per la personale che egli tiene alla Galleria La Tavolozza di Milano. La critica continua ad occuparsi di lui, fra gli altri Marcello Venturoli, Sebastiano Grasso, Giorgio Soavi, Claudio Strinati. Del 1991 è la sua prima retrospettiva museale alla Tour Fromage di Aosta su invito di Janus, direttore del prestigioso Museo Internazionale d’Arte Contemporanea,con

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Opere III Edizione 2008


Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2008

L’ape Luciano Lepri

Paga d’arare il cielo nell’aria pulita a godere il calore e la luce del sole voli leggera leggiadra sicura tra refoli di vento tu dispensatrice di dolcezze tratte dal cuore di turgidi fiori poi come aquilone in fuga tra rincorrersi di nuvole e aromi di vaniglia muschio e arancio torni all’inizio del viaggio lasciandoti intorno da tempo immutabile il mistero del tuo essere nel lento rituale della vita.

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2008

Pierluigi Abbondanza Senza titolo, 2008 tecnica mista, cm 40x40

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2008

Agostino Arrivabene Studio per un piccolo cranio di gatto e lucciole che danzano al suono di una viola, 2008 tempera su cartone, cm 40x40

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2008

Maria Luisa Belcastro Schneidersitz Medium con api, 2008 olio su tela, cm 40x40

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2008

Enrico Benaglia L’angelo e l’ulivo, 2008 tecnica mista, cm 40x40

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2008

Wanda Broggi Il borgo, 2008 olio e pastelli su tela, cm 40x40

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2008

Alessandro Busci Trabocco, 2008 smalto su ferro, cm 40x40

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2008

Jacopo Cascella Il grande fiore, 2008 tecnica mista su carta, cm 40x40

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2008

Marco De Angelis La finestra, 2008 acquerello, pastello e china su carta, cm 40x40

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2008

Gioxe De Micheli Trasloco, 2008 olio e acrilico su cartoncino, cm 40x40

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2008

L’ape Giovanni Pascoli

E disse ancora: De le sue corolle: ch’ape non vide, ch’ape non desia: l’ombre lei gode, ed essa: altro non volle: essere volle sopra un’aria pia come l’incenso de l’incensiere, di cui l’opra s’adempie in vanir via. Ma non mancano calici a cui bere, ciò di cui, paziente anima umana, a te non piace che l’altrui piacere: c’è la quercia che in aria s’allontana e la viola che resta al calcio, e il fior d’assenzio e il fior di maggiorana. E quale odore è mai del fior del tralcio! odor che pare l’ombra del novello vino che viene. E c’è l’amaro salcio. In verità ti dico, anima: ornello o salcio o cardo, ognuno ha la sua fiorita; amara o dolce; ma sol dolce è quello che tu ne libi miele de la vita.

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2008

Omar Galliani Kumarakom, (India 2007/2008) tempera su carta, cm 40x40 (FUORI CONCORSO)

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Ora che il bugno è vuoto Giuseppe Rosato

Chi vedrà più dell’ape ch’eri stata di fiore in fiore il volo sul terrazzo, nell’aprirsi del giorno il bacio lieve posarsi sopra i petali, il nettare succhiarne d’un sorriso che porgeva altra luce al mattino... Ed era il miele sui tuoi capelli il dono luminoso da carpire furtivo per non rompere il volo, e la dolcezza pèrderne. L’ape ch’eri stata è solo un sogno ora che il bugno è vuoto.

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Piero Guccione Orchidea e ibisco sul cielo azzurro, 2008 pastelli su carta, cm 40x40 (FUORI CONCORSO)

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Antonio Iacovetti L’uomo di Monte Pallano, 2008 acrilico su carta, cm 40x40

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Sergio Ippoliti Luna di miele a Tornareccio, 2008 tempera, cm 40x40

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Umberto Mariani Senza titolo, 2008 collage, cm 40x40

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Andrea Mariconti Meta fisica, 2008 olio con cenere su tela, cm 40x40

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Antonio Maya Aves migratorios, 2008 acrilico, cm 40x40

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Fujio Nishida Ginestre, 2008 tecnica mista, cm 40x40

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Nicola SamorĂŹ Senza titolo, 2008 tecnica mista su carta, cm 40x40

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Simone Zaccagnini Un ronzio di fondo, 2008 grafite su carta, cm 40x40

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Biografie


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PIERLUIGI ABBONDANZA

AGOSTINO ARRIVABENE

Pierluigi Abbondanza nasce nel 1975 a Giulianova (TE), dove oggi vive e lavora. Nel 1992 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Roma dove frequenta il corso di pittura del professor Aldo Turchiaro. Si diploma nel 1997 con una tesi sull’arte ambientale di Franco Summa. Abbondanza rivolge il suo interesse prevalentemente alla pittura antica e già in diversi quadri giovanili mostra il desiderio di rileggerla in chiave contemporanea. Il confronto con le opere degli antichi maestri diventa per il pittore teramano un’occasione per raggiungere la consapevolezza delle proprie capacità tecniche. Nel 2006, l’attenzione per lo studio delle tecniche pittoriche e il desiderio di assecondare la propria espressività raggiungono una fase di svolta nell’interesse per la pittura anacronista, in particolar modo quella di Stefano Di Stasio, conosciuto nello stesso anno. Abbondanza inizia a concepire un ciclo di opere in cui varie suggestioni possano aiutarlo nel rileggere con spontaneità la storia dell’arte recente e passata. Così, nelle sue opere si configurano elementi legati alla sacralità e ad un’idea di comunicazione del rapporto fra arte e scienza. L’attività espositiva di Abbondanza inizia nel 1996 con la collettiva Percorsi tra passato e presente allestita nella Sala Provinciale di Teramo. L’anno successivo, nella stessa città, partecipa alla mostraconvegno Laboratorio d’Arte presentata nei locali dell’ex Neuropsichiatrico. Tra il 1998 ed il ’99 il pittore prende parte a diverse rassegne:Concorso e Mostra di Pittura Contemporanea di Colledara, collettiva Nuova ricerca dell’Arte visiva nel Teramano a Roseto degli Abruzzi, Omaggio al Gran Sasso a Pietracamela e Castellalto. Nel 2007, partecipa a Nuovi realismi, la centralità dei linguaggi tradizionali, 58ª edizione del Premio Michetti a cura di Maurizio Sciaccaluga, mostra da cui nasce una selezione di artisti voluta dal presidente della giuria Vittorio Sgarbi che, in memoria ed onore del curatore scomparso non molti giorni prima, viene portata al Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano con titolo Nuovi pittori della realtà.

Nasce nel 1967 a Rivolta d’Adda (CR). Nel 1991 si diploma all’Accademia di Belle Arti a Milano e da allora è impegnato in una intensa attività espositiva. Ricordiamo in questa sede le sue ultime esposizioni più significative. Nel 2002 è invitato ad esporre nelle due collettive curate da V. Sgarbi: Surrealismo Padano a Palazzo Gotico a Piacenza e Pittura fantastica in Italia al Museo Revoltella di Trieste. Nel 2002 partecipa a La stanza delle meraviglie curata da G. Guerzoni a Castello di Masino Caravino (TO). Nel 2004 si tiene, a cura di G. Soavi, Agostino Arrivabene Paesaggi, Le invenzioni di un visionario,prima personale dell’artista alla galleria Antonia Jannone di Milano, a cui segue nel 2005 Mirabilia Naturae presentata da P.Daverio. Nella stessa città partecipa al Premio Cairo Comunication al Palazzo della Permanente, e alle collettive Silenzi. La natura morta contemporanea tra l’Italia e i Paesi Bassi curata da R.Smeets e Animalia alla Galleria Forni.Durante il 2004 il pittore si dedica anche alla realizzazione delle scenografie per l’opera teatrale “Hans Heiling” di Heinrich Marschner, portato in scena al Teatro Lirico di Cagliari. Nel 2005 partecipa ad importanti collettive, quali: Il Male. Esercizi di pittura crudele alla Palazzina di Caccia, di Stupinigi (TO), Il ritratto interiore al Museo Archeologico di Aosta,entrambe curate da V.Sgarbi e Visionari Primitivi Eccentrici,a cura di L. Gavioli alla Galleria Civica di Palazzo Loffredo a Potenza. Del 2006 sono, invece, Il mistero delle cose. L’oggetto e la sua anima a cura di P. Foglia e C. Gatti al Centro Culturale Le Cappuccine di Bagnacavallo (RA) e L’inquietudine del volto a cura di V.Sgarbi nella Banca popolare di Lodi a Lodi. Al 2006 risale anche la sua partecipazione al 57° Premio Michetti, curato da P. Daverio a Francavilla al Mare (CH), dove tornerà anche nel 2007 per la 58ª edizione curata da M. Sciaccaluga, da cui nasce una selezione di artisti portata ad esporre al PAC a Milano con il titolo Nuovi pittori della realtà. L’anno successivo Arrivabene è tra i pittori rappresentati a Milano in Antologia della figurazione contemporanea, curata da G. Algranti ed A. Agazzani allo Spazio Figurae Teknè International e in Pittura italiana 19682007 a cura di V. Sgarbi e M. Sciaccaluga a Palazzo Reale.A Venezia, espone in Padiglione Italia 13x17 collettiva curata da P. Daverio al Berengo Studio. A Milano espone in “Vade Retro” arte ed omosessualità, mostra curata da V. Sgarbi ed E. Viola presentata a Palazzo della Ragione e spostata poi a Firenze alla Palazzina Reale di Santa Maria Novella. Nel 2007 R. Margonari presso la Galleria Le Muse di Andria (BA) presenta la personale di Arrivabene Il sole Morente nella stanza azzurra. L’artista vive e lavora a Gratella di Pandino (CR).

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ENRICO BENAGLIA

MARIA LUISA BELCASTRO SCHNEIDERSITZ

Enrico Benaglia nasce nel 1938 a Roma. Fin dall’adolescenza mostra interesse per gli ambienti artistici, frequenta infatti gli studi di importanti artisti quali Fazzini, Omiccioli, Gentilizi, Montanarini. Dal 1970 dimostra un ampio interesse per la litografia e l’incisione, realizzando numerose suites di grafica con testi di noti critici ed intellettuali italiani.Alla fine degli anni Settanta intraprende l’attività di scenografo. Gli anni Ottanta lo consacrano definitivamente nel panorama artistico nazionale. Gli anni più recenti vedono una intensa attività espositiva, con importanti mostre personali come quella tenuta nel 2000 alla Galleria L’Indicatore di Roma con il ciclo di lavori intitolato I quartieri dell’anima, successivamente esposto a New York e Pescara (2004) e Madrid (2005). Ancora nel 2000, a Treviso, presso il Centro Culturale Le Venezie è presente con la mostra Stati di instabilità permanente. Nel 2001, a Catania tiene una antologica a Le Ciminiere. Nello stesso anno espone all’aeroporto di Torino Caselle la raccolta Elogio della leggerezza. Nel 2002, a Roma tiene una importante mostra personale al Vittoriano intitolata Il giardino segreto, successivamente esposta a Chieti (2002),Tallinn (2003) e Strasburgo (2005).Tra il 2002 ed il 2003 una sua grande opera rimane esposta presso l’aeroporto di Parigi Charles De Gaulle, nel 2003 espone all’aeroporto di Bruxelles il ciclo Vita in campagna. Nel 2004 presenta al Museo Santa Maria della Scala di Siena, il ciclo Geografia delle emozioni. Nello stesso anno vince il Premio Città di Fondi. Nel 2005, tiene personali all’Archivio di Stato di Roma, all’Archivio di Stato di Firenze e propone,alla Rocca Paolina di Perugia, l’antologica Sogni di carta. Nel 2006 a Vienna, presso l’Istituto Italiano di Cultura, è presente con Ironia della vita,personale successivamente esposta al Museo Murat di Bari ed al Castello di Piancastagnaio (SI). Lo stesso anno a Roma, alla Galleria Edarcom Europa, ordina la mostra Inventario delle emozioni. Tra il dicembre 2006 ed il gennaio 2007 presenta al Forte Michelangelo di Civitavecchia il ciclo Le stanze del mare.

Maria Luisa Belcastro Schneidersitz nasce in Calabria ma giovanissima si trasferisce nelle Marche.Per assecondare la sua vocazione artistica,incoraggiata da Pericle Fazzini, si iscrive alla Libera Scuola di pittura di Grottammare e poi all’Accademia di Belle Arti di Roma. La pittrice ha ricevuto molti premi e riconoscimenti in Italia e all’estero.Nel 1983 le viene assegnato da Ernesto Treccani il premio Santa Severina, manifestazione alla quale l’artista partecipa anche nel 1983, ’84, ’87 e ’88. Nel 1993 il Presidente del Senato Giovanni Spadolini le consegna in Campidoglio il premio riservato ai calabresi illustri. Il percorso della Schneidersitz si snoda attraverso una intensa attività espositiva che,lungo tutto il corso degli anni ’80 e ’90, la vede protagonista, oltre che per l’allestimento di importanti personali, anche in numerose rassegne nazionali ed internazionali. Mostre determinanti nell’iter dell’artista sono quelle presentate da Achille Bonito Oliva alla Galleria Il Gabbiano di Roma (1993), alla Appiani Trentadue di Milano (1994) e nella Sala Pelaires di Palma di Maiorca (1995). Successivamente la Schneidersitz raggiunge una definitiva affermazione internazionale. La vediamo infatti esporre nel 2001 alla Riyals Gallery di Boca Raton (Florida), a Miami (Florida) e nel 2007 in un’importante personale alla San Filippo Gallery di Victor (N.Y.). Nel 2003 a Roma partecipa alla importante collettiva Arte ed Ebbrezza da Manzù a Dario Fo nella Sala del Bramante. Negli ultimi anni si intensifica il rapporto con la Galleria Skinhelper di Roma dove sono ordinate personali nel 2005, nel 2006 e nel 2007. La vocazione per la grafica della Schneidersitz si è espressa in copertine di libri e in manifesti come quelli per il Premio Sila, accanto alle firme di Josè Ortega, Pericle Fazzini, Ennio Calabria. Come grafica ha firmato tirature con note stamperie, quali la Silanos e Dell’Arancio. Significativa è anche l’attività poetica della pittrice, con la quale vince importanti premi quali il Premio Calliope e il Premio Internazionale Città di Venezia.

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WANDA BROGGI

ALESSANDRO BUSCI

Wanda Broggi nasce nel 1941 a Milano dove frequenta il Liceo Artistico e l’Accademia di Brera. In questi ambienti partecipa alle problematiche della “Nuova Figurazione”. La pittrice, a partire dagli anni Settanta, ha tenuto numerose personali in Italia e all’estero, ha partecipato a molte collettive ed è stata invitata ad esporre da vari Enti Pubblici. Nella sua più recente attività espositiva ricordiamo Tra il ’99 ed il 2000 con Giancarlo Ossola e Augusto Perez, la sua partecipazione alla rassegna Percorsi presso il Museo Civico Parisi Valle, di Maccagno (VA). Nel 2001 è invitata all’importante mostra La pittura in Lombardia nel XX secolo al Castello Sforzesco di Vigevano. Seguono l’esposizione del 2002, voluta dal comune di Seregno e quella del 2003 presso il Museo del Cavallo Giocattolo di Grandate (CO). La mostra Scuderia di sogni comprende l’ultima produzione di giostre, cavallini e animali dell’infanzia che, acquisita dalla Chicco Artsana, rimane a Grandate in esposizione permanente. Nel 2004, la Broggi partecipa alla mostra omaggio ad Artemisia Gentileschi: Io Artemisia a Trapani nel Palazzo Riccio di Morana. L’anno seguente a Milano presso il Liceo Artistico Statale di Brera è invitata a partecipare alla collettiva Un Percorso tra Arte e Storia. Lo stesso 2005 la vede presente a Pavia all’iniziativa Per Rossana Bossaglia, e alla collettiva Compagni di strada curata da Giorgio Seveso a Milano, a Palazzo Isimbardi. Dal 2005 è presente nelle Collezioni Permanenti del Museo d’Arte delle Generazioni Italiane del ’900 G. Bargellini di Pieve di Cento. Tra il 2006 ed il 2007 è invece partecipe alla collettiva a cura di Claudio Rizzi con introduzione in catalogo di Raffaele De Grada, Arte Contemporanea in Lombardia Generazione Anni ’40, mostra itinerante ospitata dal Museo Civico Parisi Valle di Maccagno (VA), dallo Spazio Guicciardini a Milano e dal Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Città di Gazoldo degli Ippoliti (MN). Lo stesso 2007 la vede presente in Artisti del ’900, esposizione curata da Liana Bortolon presso la Galleria d’Arte Moderna Carlo Rizzarda di Feltre.Wanda Broggi vive e lavora a Milano.

Alessandro Busci nasce a Milano nel 1971. Si laurea nel 1996 in Architettura presso il Politecnico di Milano con una tesi in Storia dell’Arte seguita da Flavio Caroli. Dal 1997 collabora con l’Atelier Mendini dove partecipa a vari progetti di architettura, decorazione ed allestimento. Nel 1998 firma a Palazzo Reale di Milano l’allestimento della mostra Il Seicento e Settecento Romano nella Collezione Lemme, mentre del 2000, sempre a Palazzo Reale, è il progetto di allestimento della mostra Il Cinquecento Lombardo da Leonardo a Caravaggio. Nell’aprile del 1999 è invitato alla prima edizione del Premio Città di Busto Arsizio. Nello stesso anno viene presentato da Flavio Caroli in una personale dal titolo Acqua sporca. Luce marrone. Luce. presso la Galleria Antonia Jannone, e viene invitato agli appuntamenti Young Art organizzati da Finarte. Nel 2002 sempre presso la Galleria Antonia Jannone presenta Steel life. Nello stesso anno presenta la mostra Paysages al Saint James Relais et Chateaux di Bordeaux. A fine anno, a Venezia, si aggiudica il primo premio del concorso La Fenice et des artistes. Nel 2003 presenta la personale London presso lo Spazio Poltrona Frau di Londra, mentre nel 2004 viene invitato alla XIV Esposizione Quadriennale d’Arte (Anteprima Torino) ed è tra i finalisti della V edizione del Premio Cairo Communication, in mostra presso il Palazzo della Permanente di Milano. Sempre nel 2004 presenta nelle gallerie milanesi Antonia Jannone e Pittura Italiana una mostra ed un catalogo intitolati Milano, San Siro. Nel 2005 realizza personali a Brescia e Piacenza, seguite nel 2006 dall’esposizione Vespertine a Fano. Nel 2007 Italian Factory organizza un doppio progetto espositivo, nella sede dell’Istituto Italiano di Cultura di Madrid e presso l’Istituto dei Ciechi di via Vivaio a Milano, che raccoglie la sua ultima produzione pittorica.Nello stesso anno partecipa a The New Italian Art Scene, progetto collettivo realizzato in collaborazione con Taipei Fine Arts Museum di Taiwan. Alessandro Busci vive e lavora a Milano.

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JACOPO CASCELLA

MARCO DE ANGELIS

Nasce a Carrara nel 1972, attualmente vive e lavora a Fivizzano (MS). Si forma al Liceo artistico di Carrara e di Roma, ed all’Accademia di Belle Arti di Firenze dove nel 1997 si diploma nel corso di pittura di Adriano Bimbi con una tesi in Storia della Musica su “Quadri di una Esposizione” di Mussorgsky. Successivamente realizza un ciclo di disegni e dipinti ispirati a quest’opera musicale. Nel 1999 trascorre un periodo a Praga, ospite dell’Accademia di quella città. Attivo anche nel campo dell’incisione, illustra assieme a Mirko Berrettini, tra il 1992 ed il 1995, La Storia vera di Samosata (1° secolo d.C.). Nel 1997 i due artisti realizzano il manifesto della mostra Arte in Città alla Triennale di Milano, e nello stesso anno Cascella disegna il manifesto del Festival di San Miniato. Sempre insieme a Mirko Berrettini, tra il 1995 e il 1997,ha illustrato con incisioni l’opera sul Don Quichotte di Pietro Toesca. I due artisti hanno ora appena realizzato una cartella di acqueforti sul tema dei Castelli della Lunigiana. Cascella partecipa a collettive quali Carta moneta alla Galleria Giulia a Roma (1996), Artisti Slavi ed Italiani all’Accademia del Giglio di Firenze (1997), Da Padre in Figlio a Castell’Arquata (1998), Campodarte nel Comune di Camaiore, I Cascella al Museo dello Splendore di Giulianova, Pietro Cascella e la Famiglia, una lunga vocazione artistica presso la Fondazione del Monte a Parma. Nel 1999 Cascella partecipa all’esposizione Pinocchio a Collodi, nel 2000 a Il paesaggio rivisitato a Bergamo, a Carrara in Giorni d’arte, a Lugano in Pittori italiani in Versilia e Lucchesia. Sue mostre personali sono Premio Opera Prima, Galleria Agrifoglio, Milano (1995), La storia vera, nuova Galleria del Teatro, Parma (1996), spostata successivamente a Pontremoli nell’ambito del Premio Bancarella, Il Paesaggio rivisitato a Milano al Forte Crest, a Livorno alla Galleria Peccolo (2000), al Castello di Piagnaro a Pontremoli (2001). Realizza inoltre nel 2003 La cena di Emmaus, una vetrata della cattedrale di San Franco presso Francavilla al Mare (CH), e nell’agosto dello stesso anno espone nella Galleria di Palazzo Patrizi a Siena.

Marco De Angelis nasce a Roma nel 1955 dove attualmente vive e lavora. Giornalista professionista, disegnatore umorista, illustratore e grafico, pubblica migliaia di vignette e illustrazioni su Il Popolo, del quale è redattore dal 1980 al ’97, su Il Messaggero dal 1996 al 2003, su La Repubblica (dove è redattore dal 2003) e l’allegato Metropoli, Il Mattino, Grazia, I Gialli Mondadori, Panorama, La Discussione, Comic Art, Help!, le nuove edizioni del Travaso e di Marc’Aurelio, Lavorare, L’Eco di San Gabriele, Shalom, TP Trasporti Pubblici, Amministrazione Civile, e numerose altre riviste d’informazione, umoristiche e di settore. Dall’84 distribuisce i suoi disegni a decine di giornali internazionali: Washington Post, Los Angeles Times, Chicago Tribune, World Press Review, Vancouver Sun, Herald Tribune, ecc. Ha pubblicato su Courrier International, Le Monde, Nebelspalter (Svizzera), Eulenspiegel (Germania), Feferon (Croazia), Jez (Yugoslavia), Szpilki (Polonia). È illustratore di libri per ragazzi per varie case editrici, tra cui De Agostini, Giunti, La Scuola, Lapis, San Paolo ed ELI. Come autore ha pubblicato: L’agriumorista, Fuga nel Terzo Millennio, Ciuccino mio. Due libri da lui illustrati hanno ricevuto il Primo Premio Legambiente 2001 per la divulgazione scientifica e il Premio Bancarellino 2002 per la narrativa. Ha ricevuto inoltre circa sessanta premi in mostre nazionali ed internazionali, alle quali partecipa sin dal ’72: Palma d’Oro al 50° Salone dell’Umorismo di Bordighera (’97), due volte primo Premio Consiglio d’Europa (’78 e ’90), San Valentino d’oro alla carriera a Terni (2005). Primo premio a Istanbul, Teheran, Krusevac, Pescara, Pistoia, Chieti, Dolo e in altre manifestazioni. Premiato anche a Montreal,Amsterdam, Belgrado, Parigi, Skopje, Bjelovar,Tokyo ecc. Sue opere sono esposte nei musei di Tolentino, Stoccolma, Istanbul, Skopje,Teheran e all’International Museum of Cartoon Art di Boca Raton in Florida. È corrispondente del giornale e sito web americano Witty World. De Angelis ha anche collaborato alla realizzazione di tavole umoristiche e sigle per numerosi programmi televisivi.

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GIOXE DE MICHELI

OMAR GALLIANI

Nasce a Milano nel 1947. Figlio del critico e storico dell’arte Mario, comincia a dipingere da giovanissimo, affascinato dagli artisti che gravitano attorno al padre. La sua formazione si svolge tra i corsi di decorazione ed affresco di Gianfilippo Usellini a Brera ed i viaggi in compagnia del padre alla scoperta del patrimonio artistico italiano. Le opere di De Micheli a partire dagli anni Settanta sono accolte in numerose rassegne nazionali ed internazionali: alla Biennale Nazionale d’Arte Città di Milano, ad Arte Fiera di Bologna, ad Intergrafik di Berlino, ad Expo Arte di Bari, al Premio Suzzara. L’intensa attività espositiva porta De Micheli nelle più significative gallerie italiane, dove a partire dai primi anni ’60 si susseguono importanti personali. Negli ultimi anni si ricordano quelle allestite nel 2000: alla Galleria Il Tempietto di Brindisi, al Seminario Vescovile di Grosseto e a Pieve di Santa Mustiola a Sticciano (GR). Nello stesso anno l’artista è invitato a diverse collettive: D’Après, nove pittori sulle orme del Pittor Cavaradossi a Roma, Corpo Libero: la carne, l’anima, il sogno dell’immagine a Castell’Arquato, Graffi della mente a Locri, Naturarte a Lodi, D’Après Ridolfi a Senigallia, La natura morta come lo specchio di Alice a San Buono e D’Après vent’anni al Circolo Bertold Brecht di Milano. Nel 2001 a Collodi realizza un grande murale per la Fondazione Pinocchio; nello stesso anno le sue opere sono esposte al Centro di Studi Italiani di Zurigo e in importanti collettive come La pittura in Lombardia nel XX secolo nel Castello Sforzesco di Vigevano. L’anno seguente De Micheli è con una personale alla Galleria Armanti di Varese presentato da Rossana Bossaglia. Del 2004 sono da ricordare le personali della Galleria Ciovasso di Milano, del Centro studi Artetrentadue di Avellino e la partecipazione a Siracusa all’esposizione d’Io&d’Altro. Nel 2005 sono allestite personali a Ferrara, a Cantù e a Grosseto nel Museo Archeologico con presentazione di Gianfranco Bruno. Lo stesso anno a Milano De Micheli è invitato all’interessante iniziativa Compagni di strada a Palazzo Isimbardi. Nel 2006 è alla Galleria Ca’ d’Oro di Roma e La Casa do Ros a S.Benedetto Po (MN). L’artista vive e lavora a Milano e Sassofortino (GR).

Omar Galliani nasce nel 1954 a Montecchio Emilia, studia all’Accademia di Belle Arti di Bologna e insegna pittura all’Accademia di Belle Arti di Carrara. Esponente degli “Anacronisti” e del “Magico Primario”, negli anni Ottanta partecipa a tre edizioni della Biennale di Venezia dove, in quella del 1984, è presente con una sala personale; alla Biennale di San Paolo del Brasile; alla XII Biennale di Parigi. Espone nei Musei d’Arte Moderna di Tokyo, Kyoto, Nagasaki, Hiroshima, alla Hayward Gallery di Londra, a due edizioni della Quadriennale di Roma, alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, in quelle di Francoforte e Berlino. Negli anni Novanta il suo lavoro è esposto allo Scottsdale Center for the Arts dell’Arizona, alla Marian Locks di Philadelphia e alla Arnold Herstand Gallery di New York. L’artista inoltre presenta Feminine Countenances alla New York University e nel 2000 Aurea al Museum of the Central Academy of Fine Arts di Pechino.Espone presso il Palazzo delle Stelline a Milano, alla Galleria Civica di Modena, al Museo d’Arte Moderna di Budapest, al Palacio Foz di Lisbona, al PAC di Milano. Nel 2003 è invitato alla Biennale di Praga e alla prima edizione di quella di Pechino dove vince il primo premio. Nel 2005, all’Archivio di Stato di Torino nell’ambito della mostra Grande Disegno Italiano, un suo disegno è messo a confronto con il volto dell’angelo di Leonardo, preparatorio della Vergine delle rocce, esposto alla Biblioteca Reale. A Palazzo Magnani di Reggio Emilia presenta la personale Nuove anatomie. Sempre nel 2005 il Museo d’Arte Contemporanea di Guadalajara (Messico) inaugura una sua personale dal titolo Nuovi fiori nuovi santi e lo Spazio Mazzotta di Milano presenta La figlia era nuda. Dal 2006 la sua personale Disegno Italiano gira in Cina i più importanti Musei d’Arte Moderna e Contemporanea e conclude il tour alla fine del 2007 a Pechino. Sempre nel 2006 l’Università e il Museo di Caracas ospitano una sua personale dal titolo Disegnarsi, che nell’aprile 2007 è al Museo Hassan di Rabat. Il Grande Disegno Italiano, la grande opera esposta a Torino nel 2005, è stata poi presentata al Palazzo della Permanente di Milano nella mostra La bellezza nel 2006, quindi a Verona a Palazzo della Ragione, all’interno dell’esposizione Il settimo splendore. Nel giugno 2007 si inaugura la mostra Tra Oriente e Occidente. Omar Galliani e il Grande Disegno Italiano in Cina, presso la sede della Fondazione Querini Stampalia, inserita tra gli eventi collaterali della 52ª Biennale di Venezia.

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PIERO GUCCIONE

ANTONIO IACOVETTI

Piero Guccione nasce a Scicli (RG), nel 1935. Studia all’Istituto d’Arte di Catania e all’Accademia di Belle Arti di Roma dove si trasferisce nel 1954.Tra il 1958 e il ’69 partecipa alle missioni paletnologiche dell’archeologo F. Mori nel Sahara libico,per il rilevamento di pitture rupestri.Nel 1961 organizza una mostra di tali pitture alla Columbia University di New York, ospitata poi nelle maggiori università americane. La sua prima personale è a Roma, alla Galleria Elmo, nel 1960.Dal 1962 al ’64 fa parte del gruppo “Il pro e il contro” e dal 1966 al ’69 è assistente di Renato Guttuso alla cattedra di pittura dell’Accademia di Belle Arti di Roma. Insegna all’Accademia di Belle Arti e al Liceo Artistico di Roma. Nel 1979, ottenuta la cattedra di pittura all’Accademia di Belle Arti di Catania,torna a vivere in Sicilia.Partecipa a importanti esposizioni pubbliche,nazionali e internazionali.Nel 1984 l’Hirshhorn Museum di Washington lo invita alla mostra Drawings 1974-84.Nel 1985 il Metropolitan Museum of Art di New York / The Mezzanine Gallery allestisce un’antologica di grafica e sue opere figurano nella collezione permanente del Museo. Partecipa alla X e alla XII edizione della Quadriennale (’72 e ’92), è invitato a diverse edizioni della Biennale di Venezia.(’66,’72,’78,’82,’88);in quella del 1988 è presente con una sala personale nel Padiglione Italiano.Nel 1993 partecipa alla mostra Tutte le strade portano a Roma? curata da Achille Bonito Oliva,al Palazzo delle Esposizioni di Roma.Nel 1986 a Milano,a Palazzo Dugnani è allestita la personale Dopo il vento d’occidente.La sua prima antologica è presentata nel 1971 a Ferrara al Centro Arti Visive del Palazzo dei Diamanti; un’altra alla Galleria d’Arte Moderna del Comune di Conegliano (TV) nel 1989. Nel 1992 al Palazzo dei Leoni di Messina si tiene la retrospettiva Variazioni.Nel 1993 il Comune di Viareggio, nell’ambito del 64° Premio Letterario, presenta a Palazzo Paolina l’antologica Omaggio al Maestro.Nel 1995 a Conegliano si tiene la retrospettiva I colori del mare 1967/95, curata da Marco Goldin. L’anno successivo, curata dallo stesso Goldin viene presentata Pastelli 1974-1996 a Villa Foscarini Rossi,Stra (TV).Nel 1998 importante antologica a Milano, a Palazzo Reale. Guccione partecipa inoltre a numerose mostre in gallerie italiane ed estere.La Galleria Il Gabbiano di Roma presenta le sue opere nelle principali Fiere d’Arte Internazionali: alla Kunstmesse di Basilea, alla FIAC di Parigi, alla C.LA.E. di Chicago e a The Armory Show di New York nel 1988. Numerosi i riconoscimenti ed i premi. Nel 1988, con Burri, Schifano e Perez a Napoli è finalista al premio Artista dell’Anno promosso da 120 critici italiani. Nel 1995 è nominato Accademico di San Luca. Da anni collaborano con lui gli artisti del cosiddetto “Gruppo di Scicli”.

Iacovetti inizia la sua attività pittorica a contatto del maestro Tommaso Cascella. La sua vita è caratterizzata dai numerosi viaggi che ne determinano anche l’attività artistica.A partire dalla fine degli anni ’60, Iacovetti vive tra Roma, Bologna e Milano ed ha modo di frequentare Cassinari, Guttuso, Fazzini, Migneco, Levi, Treccani. L’artista alterna la sua attività espositiva nazionale con numerose presenze all’estero. Nel 1979 a Parigi, espone nelle Gallerie Du Dragon, Raimond Duncan e Max Schomberg. A Bougival incontra Pierre Alechinscky; in Svizzera le sue opere sono a Luzern presso la Galleria Ruswill e a Genéve a la Galérie Motte. Durante il soggiorno svizzero, è sostenuto dal mercante Hugò Buldozer. A Milano, Iacovetti ospite dell’amico maestro Bruno Cassinari, visita spesso la Galleria 32 soprattutto in occasione della mostra della pittrice Sarai Sherman. Ha inizio poi il periodo romano,durante il quale è vicino a Orfeo Tamburi e Sante Monachesi. A Roma, Iacovetti frequenta assiduamente le Gallerie La Cassapanca, Il Fante di Spade, La Zanini e si accosta all’ambiente cinematografico. Frequenta Ruggero Orlando, Nino Rota, Cesare Zavattini, Nicola Ciarletta e Federico Fellini per il quale realizza bozzetti di personaggi grotteschi e alienanti. A Cinecittà incontra Andrea Pazienza, impegnato nella realizzazione di opere grafiche per diversi registi. Nel 1981 conosce Pietro Cascella, a Pescina per il monumento ad Ignazio Silone.A Parigi, presso la Galérie Claude Bernard, ha modo di incontrare Jean Dubuffet il quale, lo invita nel suo studio di Rue de Vauginard e ne esegue un ritratto. Nel 1999 si tiene una interessante personale all’Istituto Italiano di Cultura a Barcellona.Nel 2002 espone alla Galleria Ciovasso di Milano e all’Istituto Italiano di Cultura di Wolksburg,in Germania. Nel 2006 espone al museo Tittoni - Traversa di Desio (MI) e nel 2007 con il pittore Dario Ballantini e Massimo Licinio, l’artista abruzzese avvia una riflessione sulle ripercussioni dell’attuale condizione sociologica sul panorama dell’arte europea contemporanea. Antonio Iacovetti vive e lavora a Pescara.

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SERGIO IPPOLITI

UMBERTO MARIANI

Sergio Ippoliti nasce a Roma nel 1933. Disegnatore umorista, la sua formazione si compie a Roma, dove frequenta la Scuola di Arti Ornamentali e la Scuola di Nudo dell’Associazione Artistica Internazionale. Ha collaborato con numerosi quotidiani e periodici nazionali quali: Marc’Aurelio, Il Travaso, Il Tifone, Cantagallo, Clown, 90 Minuti, Sport Illustrato, e con la redazione sportiva de Il Tempo. È vincitore di prestigiosi premi: 1° premio ex aequo con Bonvi al concorso Paese Sera per Un personaggio Italiano a Fumetti nel 1966; 1° Premio Sant’Andrea d’Oro alla Seconda Biennale della Caricatura a Vercelli nel 1977; San Valentino d’Oro per l’Umorismo a Terni nel 2000; 1° Premio al Concorso Internazionale di Arte Grafica e Umoristica di Jesi nel 2005; 1° premio al Concorso di Disegno Umoristico a Città di Castello nel 2005; Premio Città di Dolo alla Carriera nel 2005. Ippoliti viene segnalato e riceve altri premi in numerose città italiane, Tolentino, Pistoia, Pescara, Lanciano, Dolo. Nel 1983 ha modo di incontrare il Presidente della Repubblica Sandro Pertini presso il Quirinale. Le sue opere sono presentate in numerose personali; in particolare si ricordano quelle tenute a Roma nel 1971 alla Galleria dei Leoni, nel 1977 alla Galleria Gabrielli e nel 1979 alla Galleria Molino, del 1979 è anche la personale di Positano organizzata nell’Hotel S. Pietro.A Roma, il disegnatore espone ancora nel 1985 alla Galleria Consorti con presentazione in catalogo di Pericle Fazzini, nel 1990 è invece presentato in catalogo da Federico Fellini per una personale alla Galleria De Magistris; del 1992 è l’esposizione alla Galleria Zizzari con testi in catalogo curati da Luigi Magni. Importante è anche il numero di collettive in Italia e all’estero alle quali Ippoliti partecipa (Roma, Siena, Bordighera, Venezia Skopije, Montreal, Chieti, Vasto…). L’artista ha collaborato con varie emittenti televisive quali RAI due, GBR, Telestudio, Teleregione. Sergio Ippoliti attualmente vive e lavora a Roma.

Umberto Mariani nasce a Milano nel 1936. Dopo il Liceo Artistico di Brera conclude gli studi in Accademia sotto la guida di Achille Funi. La sua intensa attività artistica è celebrata nel 1992 al Nuovo Museo Archeologico di Teramo con una vasta antologica, curata da E. Crispolti, in cui si espongono 80 sue opere del periodo 1966/1991. Durante lo stesso anno il suo libro Specchi edito da Prearo è esposto al Moma di New York nella mostra The artist and the book in 20th Century Italy, replicata nel ’93 al Guggenheim di Venezia. Nel 1997 iniziano i lavori del Grande Sipario,scultura in acciaio corten di 3,80x8,90 m, inaugurata in piazza Racugno a Tortoli.L’attività artistica di Mariani è caratterizzata dalle suggestioni derivate dai numerosi viaggi che egli compie: tra il 1998 ed il 2000 è nel Mali, in Niger, in Tibet, nel Sahara ed in Algeria. Durante questi viaggi incontra le popolazioni Touaregh e l’architettura delle loro moschee, da questo incontro scaturisce il ciclo di opere Taghelmoust esposto nel 2000 alla Galleria Caltex di Biella, nel 2001 alla Galleria Artiscope a Bruxelles e l’anno successivo a Milano allo Spazio Annunciata. L’edizione del 2002 del festival Time Jazz di Berchidda lo vede protagonista con una mostra e con la realizzazione delle scenografie per la serata conclusiva. Nel 2003 alla Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Castel S. Pietro Terme presenta ancora Taghelmoust e i lavori Croci dei Touaregh, mostra proposta lo stesso anno in Olanda alla Galerie Conny Van Kasteel. Nel 2004 inaugura a Firenze nelle sale dell’Etoile - Toy Visual Art una mostra curata da G. Serafini, intitolata Relitti di scena. Nel 2005 è invitato da L. Caramel alla XIV Quadriennale di Roma. Nel 2006 e nel 2007 la Galerie Malichin di Baden-Baden espone opere di Mariani nel proprio stand all’Arte Fiera di Karlsruhe. Nel 2007 la Galerie Van Kasteel propone una sua personale dal titolo Milano anni ’60: Mariani ieri ed oggi. Sempre nel 2007 è invitato da Lucrezia De Domizio a partecipare all’evento Joseph Beuys – Difesa della natura, nell’ambito della 52ª Biennale di Venezia; alla fondazione Mazzotta di Milano viene presentato il libro dal titolo Autobiografico – Un po’ dappertutto.

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ANDREA MARICONTI

ANTONIO MAYA

Nasce a Lodi nel 1978. Si laurea nel 2001 presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, indirizzo Arti Visive, e nel 2006 in Scenografia e Discipline dello Spettacolo, nel 2003 viene nominato assistente alla cattedra di Tecniche pittoriche e Anatomia presso la Nuova Accademia di Belle Arti a Milano. Il suo esordio con il pubblico risale al 2000, anno in cui l’artista partecipa alla collettiva SALON I 2000 al Museo della Permanente a Milano, ottiene il primo premio per La riscoperta dell’immagine di Virgilio nell’autenticità e sensibilità odierna al Museo Diocesano Tridentino a Trento e espone in New Century presents all’Aoyama Skydoor Artplace di Tokyo.Al 2003 risale la sua prima personale dal titolo Interferenze, curata da A. Spadaro e R. Balzarotti presso lo Spazio S. Fedele a Milano, lo stesso anno Mariconti partecipa a Caleidoscopio di Brera, a cura di A. Del Guercio presso l’Università degli Studi di Pavia,a Naturarte a Lodi e a (S)paesaggi e dintorni, alla Galleria Pittura Italiana di Milano.Tra il 2003 ed il 2005 numerose ed importanti sono le apparizioni dell’artista in collettive e personali allestite in prestigiose gallerie e dal 2004 è presentato regolarmente nelle più importanti fiere di arte contemporanea. Nel 2005 cura la realizzazione di scene e costumi per il Flauto Magico di Mozart rappresentato al Suntory Hall di Tokyo nel 2006. È in Kosovo nel 2005 e nel 2006 per un progetto di arte terapia per bambini affetti da traumi psichici di guerra, ed è docente del laboratorio teatrale per allievi disabili presso il CFP di Lodi. Sempre nel 2005 partecipa ad un workshop tenuto da Anselm Kiefer in occasione della preparazione dell’installazione presso l’Hangar Bicocca I Sette Palazzi Celesti. Ricordiamo qui le ultime collettive a cui l’artista ha partecipato: del 2007 sono Figurati! alla Galleria Pittura Italiana di Milano, La Nuova Figurazione italiana… to be continued a cura di C. Canali presso la Fondazione Borroni a Milano, Aliens a cura di S. Curtacci allo Spazio Novantanove a Venezia, Landscape a cura di S. Castelli alla Galleria 35 di Rieti e L’ombra del dubbio a cura di M. Sciaccaluga alla Galleria Novato a Fano. Lo stesso anno sono allestite le personali Quia Pulvis a cura di F. Dentice alla Galleria Pittura Italiana di Milano e De Umbris Idearum presso la Galleria L’Ariete a Bologna. Il 2008 invece vede Mariconti partecipare a Figurati! al Museo Officina delle Arti di Reggio Emilia e a La nuova pittura italiana alla Galleria Next Art di Arezzo.

Antonio Maya nasce a Jaén nel 1950. La sua formazione si compie tra la Scuola d’Arte di Jaén,la Scuola Superiore di Belle Arti di San Fernando a Madrid e l’Accademia San Jordi di Barcellona. Conclude gli studi nel 1973, specializzandosi in tecniche dell’incisione. Maya è uno degli esponenti di maggior rilievo dell’ultima generazione di artisti che hanno aderito al nuovo realismo spagnolo. Nel 1976 tiene la prima personale alla Galleria Aele di Madrid ed espone alla mostra madrilena 10 pintores de hoyo para mañana e alla rassegna Los realistas a Leon. Da questa data inizia un’attività espositiva che lo vede presente in importanti manifestazioni nazionali ed internazionali. Nel 1986 si presenta per la prima volta in Italia in occasione della mostra Spagna come Realtà a San Benedetto del Tronto, riproposta ad Ascoli Piceno e successivamente a Taranto. Nel 1987 la mostra Tre artisti Spagnoli – Clara Gangutia, Antonio Maya e Francisco Sebastián – viene ordinata alla Galleria Trentadue di Milano. Nel 1991 partecipa alla mostra Visiones de Madrid, Ministero degli esteri per l’accademia Spagnola di Roma e ad Aspetti del Realismo in Europa alla Galleria Davico di Torino – dove sarà nuovamente presente nel 1993 con la collettiva Sei pintori spagnoli della realitá, esposizione trasferita successivamente al Castello Aragonese di Napoli. L’anno successivo espone di nuovo a Napoli alla rassegna Presenza e memoria. Tre artisti per tre nazioni. Nel 1997 le sue opere sono alla Galleria Davidoff a Parigi e a Barcellona a Palazzo Güell per la collettiva Homenaje a Fernando Mujica Herzoq. Il 1998 vede Maya esporre a Buenos Aires, Madrid e in Italia dove le sue opere sono comprese nel corpus del Museo dello Splendore di Giulianova (TE). Nel 2004 l’artista spagnolo è nuovamente in Abruzzo, nelle permanenti: Arte per Immagini. Da De Chirico a Lopez Garcia del Museo Barbella a Chieti, e In Nomine Patris a Tornareccio (CH). Nel 2006 ad Ávila viene invitato ad esporre nella collettiva 6 del 68. Nel 2008 riceve il Premio Nazionale di Arti Plastiche concesso dal Ministero della Cultura, proposto dall’Istituto di Cultura Gitana.

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FUJIO NISHIDA

NICOLA SAMORÌ

Nato a Kobe in Giappone nel 1950, si laurea all’Università d’Arte di Kanazawa nel 1974. Nel 1980 si trasferisce a Milano, dove frequenta l’accademia di Belle Arti di Brera. Il suo esordio con il pubblico italiano risale al 1983 e da questo momento in poi espone con regolarità le sue opere sia in Italia che in Giappone. Dal 1986 entra in contatto con la Galleria Appiani Arte 32 di Milano, che ad Arte Fiera di Bologna presenta le opere di Nishida presso il proprio stand. La stessa galleria, presenta il pittore all’Internazionale d’Arte Contemporanea della fiera di Milano e ne ordina una personale nel 1988. Altrettanto proficuo è il sodalizio tra Nishida e la Fujii Gallery Modern di Tokyo che ordina esposizioni dell’artista nel 1989, ’90, ’91, ’94,’96 e ancora nel 2001 e nel 2006. Negli ultimi anni l’attività espositiva del pittore nipponico è stata particolarmente intensa. Nel 2000 oltre a presentare una personale alla Galleria veneziana Santo Stefano è presente con le sue opere al Takashimaya di Osaka. L’anno successivo espone nella sua città natale Kobe, alla Hyogokenshinyokumiai, e alla Miura Gallery di Fukuoka. Nel 2002 è allo Studio F 22 Modern Art Gallery di Palazzolo sull’Oglio (BS) dove espone nuovamente nel 2007. Nel 2004 è nei Takashimaya di Osaka e Ghifu; l’anno successivo diverse personali sono allestite in Italia, da Spia d’Italia di Lonato (BS), nelle Gallerie Pittura Italiana di Milano e Spazio Laboratorio di Cantù. Nel 2006 Nishida è di nuovo a Tokyo alla Fujii Gallery e l’anno seguente allo Studio F 22 Modern Art Gallery a Palazzolo sull’Oglio. Fujio Nishida vive e lavora in provincia di Como.

Nicola Samorì nasce a Forlì nel 1977. Si diploma nel 2004 all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Dal 2003 espone in numerose Gallerie, è presente in numerosi spazi pubblici in Italia e all’estero e si intensifica la sua presenza in grandi rassegne di arte contemporanea. Nel 2006 vince il Premio Michetti 2006. Laboratorio Italia, curato da P. Daverio, a Francavilla al Mare (CH). L’anno successivo, presenta negli Stati Uniti A View of Italian Contemporary Art, alla Gallery 705 di Stroudsburg, e in Italia Novum ac tunc auditum crimen, alla Galleria AndreA Arte ContemporaneA di Vicenza. Il 2007 è caratterizzato dalle numerose partecipazioni a rassegne e collettive: Sine die al Museo d’Arte Contemporanea di Gibellina (TP), La nuova figurazione Italiana – to be continued presso la Fabbrica Borroni di Bollate (MI); partecipa al Premio Fabbri 2007 a Bologna e a Milano al Premio Arti Visive San Fedele 2006/2007 – Il senso del male. Lo stesso anno Samorì è invitato ad Arte Italiana 1968-2007. Pittura, a Palazzo Reale di Milano e a Visioni & Illusioni al Castello Spagnolo de L’Aquila. Espone ancora negli Stati Uniti, in Body Art, nel South West Minnesota State University Art Museum, di Marshall. A Como partecipa ad Allarmi 3 nuovo contingente alla Caserma de Cristoforis, a Lugo (RA) a luoghipersonecose, a Torino a Il presente è un segreto alla Galleria Allegretti Arte Contemporanea ed è tra Nuove acquisizioni della Fondazione Carisbo a Palazzo Fava a Bologna. A Berlino è invitato a Junge Graphik aus Italien alla Galerie Carlshorst. Nel 2008 L’Ariete arte contemporanea di Bologna allestisce la personale Rigor vitae; sempre nel 2008, la Galleria del Tasso di Bergamo presenta Silique, mostra curata da Philippe Daverio. A Milano l’artista è invitato alla collettiva Ma liberaci dal male…, alla Galleria San Fedele, e a Not so private, alla Villa delle Rose di Bologna. L’artista vive e lavora a Bagnacavallo (RA).

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Un Mosaico per Tornareccio - Biografie

SIMONE ZACCAGNINI per l’Arte Sacra della Fondazione Stauròs a S.Gabriele (TE). Nel 2007 espone in diverse collettive: ad Empoli a Palazzo Ghibellino in Omaggio a Ferruccio Busoni e Luca Flores, a Cesenatico ne L’occhio dell’eroe, a Barberino (FI) nella Villa di Cafaggiolo in Da qui a là… laggiù!. Il 2007 è anche l’anno delle personali Otto presso l’ex tabaccaia di Cavallina a Firenze e Posti all’Ecoteca a Pescara. Nello stesso periodo partecipa a importanti rassegne, come Arte Fiera a Bergamo con Mazzoleni Art gallery e Made Expo, alla Fiera di Milano a Rho (MI). Partecipa alla collettiva Alla luce di un tempo nella villa di Cafaggiolo a Barberino (FI),e prende parte all’evento bolognese delle Antiche Scuderie Bologna open m.i.c. Durante lo stesso anno pubblica sei disegni sulla rivista Colors n73, Money, di Benetton, realizza la copertina dell’album “beatz vol.1” di Diego Leporatti aka Drumz e le t-shirt per l’album Invisibile Iron di Costa Nostra, per la Relief Records.eu. Per il premio letterario Premio Macella 2008 realizza dieci sculture.Attualmente vive a Firenze.

Nasce nel 1982 a Tocco da Casauria (PE). La sua formazione si compie a Firenze dove, nel 2003, si diploma alla Scuola Internazionale di Comics e nel 2006 all’Accademia di Belle Arti presso la scuola del maestro A. Bimbi. La sua esperienza espositiva si apre nel 1996 a New York con Slow food e l’anno seguente con il Premio Andrea Pazienza a Pescara. Il 1998 vede Zaccagnini impegnato nella rassegna Prima Biennale di Arte contemporanea al Trevi Flash Art Museum di Trevi (PG). Del 2002 è Senza Titolo, prima apparizione fiorentina, presso la Galleria Via Larga. Nel 2006 vengono allestite le personali: Sintomi, al Teatro Cantiere Florida di Firenze e Veleno all’Ecoteca di Pescara. Ancora nel 2006, Zaccagnini prende parte alla IX edizione di Amarcord Omaggio a Federico Fellini materiali per le Tende al mare a Cesenatico (FC), ed è invitato alla collettiva Verso Pasolini a Palazzo Ghibellino a Empoli (FI). Nello stesso anno a Palazzo Sirena di Francavilla al Mare (CH), viene allestita una interessante personale dal titolo Llaneza; ancora in Abruzzo, Zaccagnini segue il Corso di perfezionamento

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Mosaici realizzati


La fatica che è il miele Vito Moretti

Il tuo ristoro è il fiore che non conosci, la memoria delle tante arsure che ti fecero ape. Racconti del miele prima ancora di saperti grembo fruttuoso e dici della terra che sai giardino alla tua veglia e mare, cielo, passo dei nostri anni incauti e leggeri. È il tuo segreto che si fa bacio con le parole del mattino e promessa con il giorno che ha rugiada ed acqua per le radici più pazienti. Ma il vento lancia sfide dal giro della costa e il sole svela rughe oltre i varchi e i giacigli. Più grande è forse solo il pegno degli amori, la coscienza di non aver mancato a nessuno dei ritorni, la fatica che è miele tuo e mio.

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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2006

Jessica Carroll (Roma 1961) Visione a mosaico, 2006, mosaico, cm 100x100 (donazione coniugi Alfredo e Teresita Paglione)

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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2006

JosĂŠ Ortega (Arroba de los Montes 1921 - Parigi 1990) Nocturno, 1989, mosaico, cm 100x88 (donazione coniugi Alfredo e Teresita Paglione)

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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2006

Aligi Sassu (Milano 1912 - Pollensa/Baleari 2000) Il cavallo rosso, 1988, mosaico, cm 100x100 (donazione coniugi Alfredo e Teresita Paglione)

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Come le api Rosa Di Benedetto Odazio

Come le api al cuore di noi, tuoi petali, attraenti te, regale operaia nella tua casa, fervida, in piena luce, materna madre e dolcissima. Sospeso lo sciame dei tuoi abbracci a noi, da te attratti, luminosa nei tuoi voli sfiorandoci, quasi fosse su di noi, ancora, il tuo tocco gentile (mentre il tempo si frantuma per rinascere). Scivolante in una goccia, fatte miele, le tue parole di un tempo coprono i giorni oscuri da cui cerchiamo ripari, intenti testimoni della tua cura assidua – che ancora penetra nel cuore, si regala, ci confonde, quando leggera, come le api ci ritorni. 70


Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2007

Ennio Calabria (Tripoli 1937) Desiderio di ponti, 2006 tecnica mista su cartoncino, cm 40x40 Vincitore I edizione 2006

Ennio Calabria, Desiderio di ponti, 2006 mosaico, cm 100x100 (donazione Comune di Tornareccio)

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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2007

Morena Antonucci (Priverno 1965) I lupi di Maya, 2006 mosaico, cm 100x100 (donazione Fiorentino D’Ippolito)

Robert Carroll (Painesville 1934) Bees and dolphins at Tornareccio, 2006 mosaico, cm 100x100 (donazione Apicoltori di Tornareccio)

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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2007

Carlo Cattaneo (Alassio 1930) Paesaggio, 2006 mosaico, cm 100x100 (donazione ComunitĂ Montana Valsangro)

Franco Mulas (Roma 1938) Schegge, 2006 mosaico, cm 100x100 (donazione Leonardo Costantini)

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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2007

Romano Notari (Foligno 1933) Di fiore in fiore, tornar e ritornar… amore, 2006 mosaico, cm 100x100 (donazione Michele Giacci)

Ruggero Savinio (Torino 1934) L’età dell’oro, 2006 mosaico, cm 100x100 (donazione coniugi Alfredo e Teresita Paglione)

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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2008

Giuseppe Modica (Mazara del Vallo 1953) La luce e le api, 2007 tecnica mista, cm 40x40 Vincitore II edizione 2007

Giuseppe Modica La luce e le api, 2007 mosaico, cm 100x100 (donazione Comune di Tornareccio)

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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2008

Bruno Caruso (Palermo 1927) Medusa, 2007 mosaico, cm 100x100 (donazione Sintesis s.r.l. - Atessa)

Bruno Ceccobelli (Todi 1952) A-pie, 2007 mosaico, cm 100x100 (donazione Banca di Credito Cooperativo Sangro Teatina di Atessa)

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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2008

Graziella Marchi (Milano 1935) L’incontro, 2007 mosaico, cm 100x100 (donazione coniugi Alfredo e Teresita Paglione)

Matias Quetglas (Ciutadella/Minorca 1946) La Venus de la miel, 2007 mosaico, cm 100x100 (donazione Antonello Porfilio)

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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2008

Lucio Trojano (Lanciano 1934) Tornareccio forte e gentile, 2007 mosaico, cm 100x100 (donazione Michele Giacci)

Sono il succo delle insonnie Anna Achmatova

Sono il succo delle insonnie, il moccolo di storte candele, il primo colpo mattutino di centinaia di bianchi campanili... Sono il tiepido davanzale sotto una luna di Cernigov, sono api, sono trifoglio, sono polvere, tenebre, afa. 78


Un Mosaico per Tornareccio

REGOLAMENTO UN MOSAICO PER TORNARECCIO. La città delle api Da un’idea originale di Alfredo Paglione, nato a Tornareccio, il quale già nell’estate del 2004 volle donare al suo paese 30 opere di illustri artisti contemporanei, ricordando il padre Ottavio con la mostra permanente, In nomine patris, ospitata nella “Sala Pallano”, nasce il Progetto: UN MOSAICO PER TORNARECCIO. La città delle api, che ha inaugurato la sua 1ª edizione il 15 luglio 2006. La Manifestazione, si svolge a cadenza annuale, con i due consueti appuntamenti di apertura e di chiusura. Nel primo, previsto intorno alla metà del mese di luglio, in prossimità della festa della Madonna del Carmine, si espone al pubblico l’edizione annuale della Rassegna, nel secondo, previsto alla fine del mese di agosto, in coincidenza con le celebrazioni patronali, viene attribuito il previsto annuale riconoscimento, accompagnato dalla inaugurazione dei mosaici già realizzati e collocati in situ, in base alle scelte operate dalle giurie nell’edizione dell’anno precedente. Il progetto è promosso dal Comune di Tornareccio (CH) che vanta,oltre alle famose mura megalitiche sulle pendici del monte Pallano, una consolidata tradizione nell’apicoltura e nella produzione di miele vergine integrale, singolare risorsa che fa della città di Tornareccio il primo centro dell’Abruzzo inserito nel circuito associativo nazionale de “Le città del miele”. UN MOSAICO PER TORNARECCIO. La città delle api, muove da queste significative premesse, intendendo focalizzare le due indicate risorse, quelle cioè delle “api” e dell’“arte”, nell’ambito di una iniziativa di ampio respiro culturale che porterà nel giro di pochi anni a fare di Tornareccio uno spettacolare Museo open-air di mosaici a tema preferibilmente ambientalista (natura, paesaggi) realizzati da grandi maestri del panorama artistico del Novecento europeo,mirando contestualmente alla promozione culturale,alla valorizzazione dei patrimoni e delle risorse turistiche dell’Abruzzo, nell’ottica di una linea politica, da cui oggi non si può prescindere, che deve considerare ed ottimizzare le peculiarità culturali di ogni territorio regionale. Il Progetto consiste nel creare,con un vero arredo urbano di grande suggestione ed originalità,uno speciale Museo all’aperto, costituito da una serie di mosaici, progettati da noti artisti italiani e stranieri, che saranno, una volta realizzati, collocati sulle facciate di numerose case del Centro di Tornareccio,incantevole località che si distende fra boschi e verdi colline ai piedi del monte Pallano, noto per i suoi importanti resti archeologici. Ogni anno verrà allestita una mostra di bozzetti (cm. 40x40) ideati dagli artisti invitati. Di tali bozzetti, due giurie, una di note personalità del mondo della cultura e l’altra popolare,costituita dagli abitanti stessi del paese, indicheranno le opere più significative che saranno tradotte in altrettanti mosaici da collocare nel borgo storico del paese, sulle facciate di prescelti edifici,ed inaugurati l’anno successivo,quando verrà anche offerta al pubblico una mostra personale dell’artista indicato come il più votato, al quale sarà consegnato il Trofeo della manifestazione. La Rassegna sarà accompagnata da un elegante catalogo in cui oltre ad un testo critico introduttivo, saranno riprodotti tutti i bozzetti presentati nella edizione in corso, le biografie dagli artisti invitati, le immagini dei mosaici fatti realizzare per arricchire la speciale collezione musiva di Tornareccio.Il catalogo sarà corredato da una piccola antologia di testi poetici dedicati al tema dell’ ape e del miele. Per far fronte alle numerose spese di realizzazione della Manifestazione annuale, l’Amministrazione Comunale di Tornareccio conta di poter ottenere annualmente contributi da parte di Enti pubblici, Fondazioni bancarie, Imprenditoria regionale. I loro nomi verranno pubblicizzati in catalogo, nei comunicati della Stampa e citati in apposite targhe accanto ai mosaici messi in posa. La Manifestazione UN MOSAICO PER TORNARECCIO. La città delle api, per la particolarità dei suoi contenuti: intende focalizzare l’alta qualità delle risorse locali, promuovere attraverso la riflessione artistica l’accrescimento culturale, creare incremento turistico ed anche possibili collegamenti con altre realtà italiane ed europee e con le comunità abruzzesi residenti all’estero, si caratterizza come un progetto di alto profilo e di sicuro riscontro, in un momento storico in cui si rende necessario sui piani economico e culturale,inquadrare,sostenere e comunicare quelle che riconosciamo essere le peculiari emergenze di una territorialità regionale.

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Finito di stampare nel mese di luglio 2008 dalla GEO Poligrafia - Lanciano per conto della Casa Editrice “La Frentania�


LA FRENTANIA

UN MOSAICO PER TORNARECCIO

UN MOSAICO PER TORNARECCIO - 2008

La città delle api III Edizione 2008

Nell’ultima di copertina: Jessica Carroll Alveare, 2003 ceramica e bronzo, Ø cm 22 Scultura-Trofeo della Manifestazione

COMUNE DI TORNARECCIO Sala Polifunzionale Viale Don Bosco, 8 - 66046 Tornareccio (CH) Tel. 0872.868139 - Fax 0872.868884

LA FRENTANIA

In copertina: Giuseppe Modica La luce e le api, 2007 mosaico, cm 100x100


LA FRENTANIA

UN MOSAICO PER TORNARECCIO

UN MOSAICO PER TORNARECCIO - 2008

La città delle api III Edizione 2008

Nell’ultima di copertina: Jessica Carroll Alveare, 2003 ceramica e bronzo, Ø cm 22 Scultura-Trofeo della Manifestazione

COMUNE DI TORNARECCIO Sala Polifunzionale Viale Don Bosco, 8 - 66046 Tornareccio (CH) Tel. 0872.868139 - Fax 0872.868884

LA FRENTANIA

In copertina: Giuseppe Modica La luce e le api, 2007 mosaico, cm 100x100


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