ASSOCIAZIONE A.M.A.
UN MOSAICO PER TORNARECCIO
UN MOSAICO PER TORNARECCIO - 2013
La città delle api e dei mosaici VIII Edizione - 2013
Sede espositiva Sala Polifunzionale “Remo Gaspari” Viale Don Bosco, 8 - 66046 Tornareccio (CH)
Nell’ultima di copertina: Aligi Sassu Testa di cavallo, 1983 bassorilievo in bronzo, Ø cm 10,3 Premio per il I° classificato
Associazione A.M.A. Via Porta Nuova, 1 - 66046 Tornareccio (CH) Tel. 347.3747900 info@unmosaicopertornareccio.it www.unmosaicopertornareccio.it
EDIZIONI
A.M.A.
In copertina: Stefano Di Stasio In volo, 2013 mosaico, cm 100x100
ASSOCIAZIONE A.M.A.
UN MOSAICO PER TORNARECCIO
UN MOSAICO PER TORNARECCIO - 2013
La città delle api e dei mosaici VIII Edizione - 2013
Sede espositiva Sala Polifunzionale “Remo Gaspari” Viale Don Bosco, 8 - 66046 Tornareccio (CH)
Nell’ultima di copertina: Aligi Sassu Testa di cavallo, 1983 bassorilievo in bronzo, Ø cm 10,3 Premio per il I° classificato
Associazione A.M.A. Via Porta Nuova, 1 - 66046 Tornareccio (CH) Tel. 347.3747900 info@unmosaicopertornareccio.it www.unmosaicopertornareccio.it
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In copertina: Stefano Di Stasio In volo, 2013 mosaico, cm 100x100
UN MOSAICO PER TORNARECCIO La città delle api e dei mosaici VIII Edizione 20 luglio – 31 agosto 2013
A cura di Carlo Fabrizio Carli
EDIZIONI
A.M.A.
UN MOSAICO PER TORNARECCIO La città delle api e dei mosaici – VIII Edizione Tornareccio, Sala Polifunzionale “Remo Gaspari” 20 luglio – 31 agosto 2013 Manifestazione annuale ideata da Alfredo Paglione A cura di: Carlo Fabrizio Carli Coordinamento generale: Elsa Betti Ente promotore:
Con il contributo di: Regione Abruzzo
Comune di Tornareccio Sindaco: Nicola Pallante
Assessorato alle Politiche Culturali
Fondazione Carichieti
REGIONE ABRUZZO
Con il patrocinio di: Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara
Crocevia-Fondazione Alfredo e Teresita Paglione FONDAZIONE
CROCEVIA MILANO-GIULIANOVA (TE)
Foto: Piergiorgio Greco, Marco Santi Le immagini delle opere di Stefano Di Stasio appaiono per gentile concessione di Casa Turese arte contemporanea - Vitulano (Bn) Grafica e Stampa: GEO s.r.l. Poligrafia, Fossacesia Ufficio Stampa: Piergiorgio Greco Mosaici realizzati da: Gruppo Mosaicisti Ravenna di Marco Santi Uno speciale ringraziamento ad Alfredo Paglione per la sua collaborazione Un particolare ringraziamento all’Assessore alle Politiche Culturali Luigi De Fanis per il sostegno e il coinvolgimento dimostrati, a Giovanni Gazzaneo presidente della Fondazione Crocevia, per aver collaborato al nostro progetto della Via Crucis e inoltre a Laura Rabottini per la sua costante assistenza Si ringraziano: gli artisti che, accogliendo con entusiasmo l’invito a partecipare, hanno contribuito alla buona riuscita della manifestazione; la giuria composta da: Giulio Borrelli, Bianca Maria De Luca, Silvio Di Lorenzo, Mario Di Nisio, Piergiorgio Greco, Luigi Iacovanelli, Nicola Pallante, Alfredo Paglione, Giuseppe Tragnone, Lucio Valentini per la loro cortese e preziosa disponibilità; per aver finanziato i mosaici delle passate edizioni: La Banca di Credito Cooperativo Sangro Teatina di Atessa, la Camera di Commercio di Chieti, il Comune di Tornareccio, la Comunita Montana Valsangro, la Fondazione Carichieti Adi apicoltura, Apicoltori di Tornareccio, Nicola Berardi, Michele e Roberta Berardi, Leonardo Costantini, Fiorentino D’Ippolito, Nicola Falcocchio, Filsiva s.r.l., Manfredi Finocchio, Fernando Fioriti, Michele Giacci, Famiglia Greco, parenti e amici di Maria Tentella Tiracchia, Gruppo Mosaicisti Ravenna, Famiglia Luigi Iacovanelli, Francesco Iannone, Nino Iezzi, Nadia e Aquilino Marchetti, Alfredo e Teresita Paglione, Luciana e Nicola Pili, Antonello Porfilio impresa edile, Nicola Santovito, Veronica e Tiziano Sciotti, Sintesis s.r.l.
Copyright © Ass.ne A.M.A. Amici Mosaico Artistico, 2013
Comune di Tornareccio
Appare chiaro come ogni forma d’arte, comprendendo anche l’arte astratta o concettuale, abbia bisogno di un soggetto da cui prenderà forma l’opera, e attraverso la quale l’autore troverà collocazione e storia; non è, tuttavia, indispensabile che il contenuto dell’opera sia immediatamente accostabile al concreto, al quotidiano, alla facile interpretazione. La potenza evocatrice del colore, del movimento, dell’idea rappresentata, infatti, diviene energia, che chiunque può percepire con sensibilità e codici interpretativi propri, e l’energia diventa sinergia, ossia, unione di vari elementi che interagiscono per uno scopo condiviso: la “lettura” dell’opera e la conseguente possibilità di far si che essa si impossessi della sensibilità personale, arricchendola di esperienze e ponendosi come occasione di “crescita” culturale.Tale maniera di intendere la grande creazione artistica (che presuppone sempre una grande creatività), inevitabilmente, dovrebbe fare da baluardo contro una distorta concezione del prodotto culturale che considera quest’ultimo un mezzo, non un fine, per la strutturazione di spazi di esaltazione personale, che, spesso, tende ad inaridire l’essenza stessa dell’invenzione artistica. L’ottava edizione de “Un mosaico per Tornareccio” continua a costituire un momento importante di aggregazione e oltremodo rilevante per quel che concerne la vitalità del paese, lo spirito di iniziativa del quale, allo stato attuale delle cose, in virtù appunto di tale avvenimento, ha una grossa eco sul territorio nazionale – un prestigio che, nel corso degli anni, si è sviluppato e solidificato, grazie all’azione congiunta dell’Amministrazione Comunale, dell’Associazione A.M.A e dei vari soggetti che hanno fornito il proprio contributo alla preparazione e all’organizzazione della manifestazione. Non da trascurare, inoltre, è la risonanza che quest’ultima ha avuto per l’interesse dimostrato da alcune trasmissioni televisive che se ne sono occupate, creando l’occasione per una diffusa “visibilità” dell’evento e del luogo in cui esso ha avuto origine e storia. Il tenace legame che unisce le api e il miele, infine, tema onnipresente nelle tele che diverranno mosaici, potrebbe agevolmente rappresentare il rapporto di reciprocità creativa che correla l’artista all’opera, in un processo di “produzione” e “trasformazione” che attraversa il tempo e le convenzioni, seguendo la rotta, mai uguale a se stessa, dell’ispirazione, e dando vita a lasciti estetici imprescindibili per il consolidamento del patrimonio culturale di ogni comunità umana. Il Sindaco Nicola Pallante
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Per tornare a volare
È una storia di amicizie e rapporti sorprendenti, quella che gira attorno agli oltre sessanta mosaici installati qua e là a Tornareccio. Come se, attorno alla bellezza, il meglio dell’uomo venisse a galla con prepotenza, e facesse incontrare persone desiderose di cose grandi, a prescindere da convinzioni personali dettate dall’esperienza. Da quando, ormai otto anni fa, iniziammo a colorare il nostro paese con le tante opere musive, abbiamo incontrato e continuiamo a scoprire pittori, artisti, mosaicisti, turisti, amanti di cose belle: non passa edizione senza piacevoli sorprese. Così, ho recentemente avuto modo di colloquiare con il vincitore dell’anno scorso, Stefano Di Stasio: mi ha sedotto e trasportato tra esperienze e riflessioni, e mi ha fortemente convinto quando, a proposito della funzione dell’arte, ha detto che è qualcosa che parla dell’infinito, non bastandoci la finitezza della realtà che ci circonda. Ha toccato, probabilmente, il cuore di questo tentativo che va sotto il nome “Un Mosaico per Tornareccio”: attraverso l’arte, attraverso la bellezza, proviamo a sondare e sfiorare cose più grandi di noi, luoghi cui costantemente tendiamo. Attraverso questi mosaici che in tanti ci invidiano, è possibile alzare lo sguardo, sognare, non lasciarsi soffocare dalle strette pareti di un’esistenza che è mistero. Direi di più: attraverso tali opere è possibile volare, proprio come la persona immaginata da Di Stasio con quella sua singolare scala, ritratta nel bozzetto “In volo”, oggi meraviglioso mosaico. Proprio ciò di cui c’è bisogno in questi tempi difficili: volare verso cose grandi per sfuggire alla meschinità e alla pochezza e al rimpianto e alla lamentela. Grazie, allora, a Di Stasio per questo suo incoraggiamento. E grazie ad Alfredo Paglione, e a quanti continuano a credere nel valore infinito di quelle tessere così magistralmente poste una accanto all’altra dalla maestria di un amico – mio e di Tornareccio – come Marco Santi che, con la sua Scuola di mosaico, sta coinvolgendo sempre più persone, facendo toccare loro con mano, tessera dopo tessera, l’essenza ultima della Bellezza infinita.
Piergiorgio Greco Presidente Associazione Amici del Mosaico Artistico
VIII Edizione 2013
Un Mosaico per Tornareccio
L’avviso
Ape che vivi di fiori, perché d’Eliodora lambisci le carni, e lasci le corolle fresche? Forse segnali che reca d’Amore, arciere funesto, il pungiglione dolce amaro al cuore? Questo mi dici, lo so. Tu che ami chi ama, ritorna via: m’è noto da tanto il tuo messaggio!
Meleagro I-II sec. a. C. da “Antologia Palatina”
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Un Mosaico per Tornareccio
Tornareccio, le api e il mosaico VIII Edizione - 2013 Carlo Fabrizio Carli
Quella delle piccole api – le apiculae, ovvero le pecchie, e del frutto della loro operosità incessante, le arnie, la cera, i favi stillanti miele – fu, nelle civiltà contadine, presenza fondamentale; non trascurata, anzi onoratissima, nell’ambito della poesia e delle arti figurative. Tanto più che il miele doveva allora surrogare lo zucchero non ancora prodotto. Partendo da Virgilio, che dedicò loro per intero il quarto, ultimo e più ispirato libro delle Georgiche (che si conclude con la celebre fiaba di Aristeo, relativa alla riproduzione degli sciami), fino ad approdare ad uno dei vertici poetici della preghiera cristiana, l’Exultet della notte di Pasqua, dove, in un cosmico concerto evocato a gioire della resurrezione di Cristo, non è trascurata la cera, secreta dall’ape madre, materia del cero pasquale. E sarà lecito dimenticare che la Bibbia, volendo elogiare la generosa vocazione colturale della Terra promessa, la qualifica come la regione “dove scorrono latte e miele”? Ma, appunto, anche nel campo della figuralità – magari dispiegato tra araldica e iconologia – l’ape vide riconosciuti i suoi meriti: basti pensare, quanto meno, al soffitto di Palazzo Barberini, dove Pietro da Cortona celebrò i fasti di Urbano VIII, della sua famiglia e del blasone principesco, consistente, con evidente richiamo allegorico, in tre api dorate. Sul versante iconologico, spetta invece a Cesare Ripa collegare gli operosi insetti all’inveramento artistico della laboriosità. Lo studioso perugino, nel suo manuale, la cui prima edizione risale al 1593 e fu prezioso ausilio a generazioni e generazioni di artisti, immagina l’Industria [ovvero l’Industriosità] alla stregua di una “Donna con vestimento trapunto, & ricamato con molto artificio, [che] nella mano destra tenga uno sciame d’api” 1. Ma si tratta, appunto, di testimonianze di quattro secoli fa; e i lettori vorranno farmi venia di chissà quante omissioni, in un discorso che aspirava ad essere solo indicativo. Curiose, ad esempio, per l’epoca (1940) ma anche per il significato di emblemi parlanti loro attribuito, le api evocate da un Leo Longanesi, umoresco e raffinato pittore, in Aveva fondato la ditta, una delle sue telette più fortunate, tanto da essere prescelta a copertina della monografia scheiwilleriana dedicata al poliedrico intellettuale romagnolo da Alberto Savinio, dioscuro metafisico 2. Ai nostri giorni, le api hanno dovuto assistere a una ben diminuita visibilità e fortuna iconografica (tuttavia vorrei segnalare la recentissima Apestruttura di Francesco Guerrieri). Meglio ha, forse, resistito l’ambito della poesia, come testimonia la bella antologia “Com’api
1 CESARE
RIPA, Iconologia, a c. Piero Buscaroli, Tea, Milano 1992, p. 186. Longanesi, Hoepli, Milano 1941.
2 ALBERTO SAVINIO, Leo
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Un Mosaico per Tornareccio
armoniose” Poesie sulle api, a cura di Sandro Boccardi, che aduna liriche di ventiquattro poeti contemporanei, anche famosissimi, dedicate al prezioso insetto 3. Ma, a dirla tutta, nello stesso mondo pittorico, durante l’ultimo decennio, le api, i favi, il miele, son tornati ad essere argomento di attenzione. Il merito spetta a Tornareccio, un grazioso centro abruzzese della Valle del Sangro, che dando concreta attuazione ad una felice idea del celebre gallerista Alfredo Paglione, che qui è nato, ha voluto legare la manifestazione “Un mosaico per Tornareccio” all’evocazione del mondo del miele e dell’ape, che del luogo costituiscono non soltanto la principale risorsa economica, ma anche una sorta di presenze indigeti e propiziatrici. Ed eccoci, così, a questa ottava edizione di questa mostra singolare, riguardo cui il curatore, prima di dedicare un sia pur fugace segno di saluto agli artisti presenti, tiene a ricordare i criteri che lo hanno guidato alla scelta. Ovvero un collaudato apprezzamento del loro lavoro, innanzitutto e, in molti casi, una ripetuta collaborazione espositiva. E poi anche un ventaglio variato e variegato riguardo l’età (e quindi la notorietà), che spazia da presenze assai consolidate (un nome tra tutti quello di Antonio Possenti, che raggiunge proprio quest’anno quota ottanta primavere: e la menzione gli valga come augurio sincero da parte di tutti noi; per non dire di Giorgio Scalco, che ha raggiunto felicemente – ovvero vigorosamente operante – quota ottantacinque), ad alcuni artisti giovanissimi, però serissimi e autorevolmente apprezzati, assistendomi la convinzione che una mostra d’arte non avrà svolto interamente il suo compito, se non avrà giovato a diffondere la conoscenza di esponenti meritevoli di nuove generazioni. Mi sono anche impegnato ad assicurare l’ampiezza di un altro spettro, ed è quello geografico: gli artisti in mostra provengono infatti da svariate regioni della Penisola. Si tenga poi presente che la prevalenza dei pittori d’immagine – nel momento stesso che interpreta una vocazione che il Premio ha sempre, o quasi sempre, fatto suo – incoraggia altresì la disponibilità dei pittori impegnati a trattare il tema apiario. Molto nutrito risulta infatti il gruppo dei pittori che ha scelto di dipingere i preziosi insetti, magari inserendolo nel contesto dei propri abituali temi e linguaggi: a cominciare da Rosetta Acerbi, pittrice di area onirico-surreale, notissima anche per l’attenzione che illustri critici hanno dedicato al suo lavoro, che ci offre un nostalgico mazzo di fiori da cui entrano ed escono le indefesse presenze delle api. In serrata analogia, anche Maurizio Romani, naturalmente con accenti personalissimi, propone il suo tributo a un tema archetipico, che l’artista interpreta come una sorta di nuova Vanitas. Massimo Campi, coltivando la sua abituale scelta chiarista, ha inteso effettuare una sorta di associazione ideale tra la sua città, Roma, e Tornareccio, auspici proprio le api che, scolpite nello stemma barberiniano in qualche cantonata della città barocca per antonomasia, sembrano alla visionaria fantasia dell’artista prendere il volo alla volta dell’Abruzzo. Analogo il lavoro di Mauro Reggio che, pittore di città, ha effigiato una colossale ape marmorea, cristallizzata dall’immaginazione berniniana nella romana Fontana delle api. Esercizi spirituali 9 - l’alveare è un titolo assai indicativo per introdurci nelle ambientazioni metafisiche e fortemente astrattive di Enrico Lombardi. Come in un’antica festa pagana o semplicemente paesana, la testa di un asino – un ritratto preciserebbe il pittore, Cesare Mirabella; un ritratto assorto e paziente – cinta di una 3 AA. VV., a
c. Sandro Boccardi, Com’api armoniose, Vallecchi, Firenze 2008. 12
Un Mosaico per Tornareccio
collana di fiori, è circondata dallo svolazzare di api, che ancora mirano alle corolle recise. Tito Rossini, sotto forma di una nuova natura morta (mai formula è apparsa così inadeguata), propone la religiosa castità di un desco domestico, con la tovaglia immacolata recante ancora i segni della piegatura, e con le presenze simboliche dell’uovo, del latte, del pane cosparso di miele. Colpisce il vastissimo spettro immaginativo che i nostri artisti riescono ad evocare: di Giorgio Scalco è, ad esempio, l’ideazione, mistica e affabile, di una “Madonna del miele”, la cui aureola è intessuta degli insetti industriosi per antonomasia. Annoverato tra i caposcuola attuali della pittura neometafisica, Carlo Bertocci raffigura un giovane che reca in mano, quasi insegna araldica, una composizione di esagoni, forme ideali che alludono in modo esplicito all’organizzarsi delle cellette del favo, mentre guarda all’ape che ronza nel vano della finestra. Francesco Parisi, in equilibrio tra contemporaneità e tradizione, ci accoglie in una dimensione pittorica altrettanto inusuale (seppure lontanissima dalla precedente), capace di attingere stimoli figurali e suggestioni culturali al repertorio del Simbolismo europeo. Un posto d’onore spetta naturalmente alle api nel mondo pittorico di Enrico Benaglia, fantastico quanto sapientemente affidato all’imagerie infantile. Simile, ma più esplicitamente surreale, è il mondo poetico e umoresco di Antonio Possenti, dove però i frutti dell’albero del bene e del male siano stati delibati e apprezzati. In un estroso contesto Neopop che gli è da sempre particolarmente congeniale, Paolo Porelli immagina invece di elaborare una sorta di immaginaria pubblicità del miele, con tanto di barattolo e di svolazzare degli insetti; mentre Claudio Spoletini ci fa fare la conoscenza di Aeràpe, l’ape tecnologica, librata, tra ironia e nostalgia, su una di quelle immagini ideogrammatiche di industrie, che un tempo suscitavano l’orgoglio e l’ammirazione dei nostri bisnonni, e oggi sanno ancora proporsi come coinvolgenti evocazioni figurali. Con una figurazione robustamente sintetica e materica, dai forti contrasti cromatici, Alessandro Papari raffigura due operatori della produzione del miele che, abbigliati con la loro tuta protettiva, liberano i favi dal miele. Poetica e fortemente evocativa, la ricerca di Lea Contestabile si richiama alle silhouettes (minuti ritratti finemente ritagliati in un cartoncino nero) che in un mondo da noi lontano, quasi favoloso, godettero di eccezionale favore e oggi consentono l’epifania della recherche infantile dell’artista, in cui alle api è riservato un posto d’onore. Facendo ricorso ad una cromia vivacissima, solare, dalla valenza quasi orfica, Stefania Mileto delinea un’arnia, entro cui si immagina l’assiduo operare degli insetti. Mentre Fernando Zucchi fissa in colori quasi elettrici i lineamenti dell’ape, raffigurata alla stregua di idolo digitale, su una dissolvenza di vegetali presenze. Ricorrendo esclusivamente all’austera grafite, Lucilla Candeloro ci offre un’immagine di grande suggestione ed efficacia dell’ape china a suggere il girasole: immagine elementare, trattata però con linguaggio personalissimo. Una sottile ironia guida Francesca Tulli nell’ideazione del dipinto, che peraltro s’iscrive con molta coerenza nella sua attività pittorica: una lama diagonale di luce entra in una stanza, illuminando un tappeto e, singolare trompe-l’oeil, abbaglia l’ape in primo piano, che scambia per vero il fiore coloratissimo della tappezzeria. Da parte sua, Ernesto Terlizzi piega felicemente e coerentemente il suo lessico aniconico, rendendo il quasi elettrico, serrato vibrare delle ali dei minuscoli animali, in un vortice spiraliforme. Costantino Baldino, anch’egli pittore aniconico, con l’ideazione 13
Un Mosaico per Tornareccio
Millefiori, si riferisce piuttosto al variatissimo diorama cromatico in cui s’imbatte l’ape all’instancabile ricerca del polline sulle corolle fiorite. Renata Minuto, associando l’ape e la testuggine, ha inteso offrire un omaggio alla memoria di Teresita Olivares Paglione, che alle tartarughe era così legata da aver raccolto una preziosa collezione di centinaia di piccole sculture dell’animale, che non poche caratteristiche ricollegano all’indole se non alla fisica apparenza dell’ape, e ricordare le radici anche familiari che sottendono al Premio di Tornareccio. Giovanni Arcangeli, dopo un’attenta esplorazione di Tornareccio e dei dintorni, alle varie luci e ore del giorno, ha preferito invece applicarsi a un’inquadratura del centro abruzzese, con le case che si strutturano nel contesto verde alla stregua di parallelepipedi giotteschi o carraiani. Anche Gregory Di Carlo ha scelto un soggetto paesaggistico: motivo ispiratore, nel suo caso, una sorta di omaggio al rigore morandiano, ravvisabile nel rigore compositivo, ma anche nell’austerità cromatica, ottenuta mediante l’impiego di ceneri, mescolate ai colori tradizionali. Giovanni Soccol, con una fascinosa veduta di plenilunio, affronta il tema del misterioso alitare e del cosmico attrarsi e respingersi delle forze della natura. Infine Alfio Giurato ha dipinto un gruppo, alquanto lemurico (grazie anche al tono verde impiegato), di nudi maschili che danzano su un appena accennato sfondo marino. Un singolare e inquietante notturno, che conclude idealmente un variegato diorama pittorico, avviato con la solare evocazione delle api e del miele.
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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2013
Rosetta Acerbi Fiori, 2013 olio su tela, cm 40x40
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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2013
Giovanni Arcangeli Tornareccio, 2013 olio su tavola, cm 40x40
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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2013
Costantino Baldino Millefiori, 2013 vinilico su tessuto denim, cm 40x40
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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2013
Enrico Benaglia L’ape operaia, 2013 olio su carta, cm 40x40
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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2013
Carlo Bertocci Esagoni, 2013 olio su tela, cm 40x40
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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2013
Massimo Campi Api a Tornareccio, 2013 olio su tela, cm 40x40
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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2013
Lucilla Candeloro Bee on a sunflower, 2013 grafite, ossido e carboncino su carta, cm 40x40
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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2013
Lea Contestabile “...la felicità è una piccola cosa.” Trilussa, 2013 collage, cm 40x40
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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2013
Gregory Di Carlo Apeiron, 2013 olio e cenere vegetale su carta, cm 40x40
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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2013
Alfio Giurato La danza, 2013 olio su tela, cm 40x40
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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2013
Enrico Lombardi Esercizi spirituali 9 - l’alveare, 2013 acrilico su tela, cm 40x40
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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2013
Stefania Mileto Casa dolce casa, 2013 olio su carta, cm 40x40
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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2013
Renata Minuto L’Ape e la Tartaruga, 2013 tecnica mista con imprimiture in argento ed in oro zecchino, cm 40x40
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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2013
Cesare Mirabella Festa delle api, 2013 pastello su faesite, cm 40x40
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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2013
Alessandro Papari UnitĂ abitativa, 2013 olio su tavola, cm 40x40
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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2013
Francesco Parisi Hairesis, 2013 pastello e tempera su carta, cm 40x40
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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2013
Paolo Porelli Il miele ama: l’arte del miele, 2013 tecnica mista, cm 40x40
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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2013
Antonio Possenti La corsa delle tartarughe, 2013 tecnica mista, cm 40x40
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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2013
Mauro Reggio Fontana delle api, 2013 acrilico su tela, cm 40x40
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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2013
Maurizio Romani Rose con api, 2013 olio su tela incollata su tavola, cm 40x40
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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2013
Tito Rossini Dove scorre latte e miele, 2013 olio su tela, cm 40x40
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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2013
Giorgio Scalco La Madonna delle api (fuori concorso), 2013 tempera su cartoncino, cm 40x40
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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2013
Giovanni Soccol Marea, 2013 olio su tela, cm 40x40
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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2013
Claudio Spoletini AerĂ pe, 2013 tempera su cartoncino, cm 40x40
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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2013
Ernesto Terlizzi Spirale d’api, 2013 tecnica mista su cartoncino, cm 40x40
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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2013
Francesca Tulli Con-fusa, 2013 olio e smalto su carta, cm 40x40
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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2013
Fernando Zucchi La regina delle api, 2013 olio su carta, cm 40x40
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Biografie
Un Mosaico per Tornareccio - Biografie
ROSETTA ACERBI
GIOVANNI ARCANGELI
Nata a Venezia, vive e lavora a Roma. Figlia della tradizione rinascimentale, è legittima erede delle pittura veneta, dall’iridescenza bizantina alla magia del Tintoretto e del Veronese. I suoi interessi sono legati allo studio del misticismo orientale e ai valori spirituali dell’espressione artistica, a cominciare da quella musicale. Dopo rassegne a Venezia, Parma, Parigi, New York, Barcellona, Amburgo, Dubrovnik e Zagabria, partecipa nel 1999 alla XIII Quadriennale d’Arte a Roma. Nel 1993, dedica un intero ciclo ai fiori, mostrando, sempre alla ricerca della bellezza, di essere in grado di nutrire i suoi temi di una costante tensione visionaria. Nel 2004 ha esposto in Giappone al Museo Vangi, una serie di opere dedicate a Venezia. Nel 2006, a Palazzo Venezia a Roma, ha esposto trenta opere rappresentative dei vari cicli della sua pittura. Nel 2007, a Vienna e Varsavia, nel 2008 ad Anticoli Corrado (Museo di Arte Moderna e Contemporanea) e nel 2009 a Bruxelles, ha tenuto un’importante mostra personale. Nel 2009 ha esposto a Capri una mostra dedicata ai fiori e nel 2010 a Zagarolo ha presentato una sua mostra personale “Maestri a Palazzo Rospigliosi”. Nel 2011 ha partecipato alla 54ª Biennale di Venezia. Nel 2012, per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia partecipa alla collettiva “Le donne che hanno fatto l’Italia” nel Complesso del Vittoriano a Roma e successivamente a Catania, presso il Castello Ursino. Nel 2008 riceve il premio alla carriera Vittorio De Sica, dal Presidente della Repubblica.
Nato a Gradoli nel 1950, vive e lavora a Roma. Arcangeli è attivo soprattutto come paesaggista, i suoi soggetti spaziano dai resti di Roma antica, alle Ville suburbane, ai Ponti, agli Acquedotti e al Paesaggio urbano; ha trattato anche la natura morta e la figura. Tra le mostre personali ricordiamo quella al Museo Laboratorio d’Arte Contemporanea, Università La Sapienza, a Villa Strohl–Fern, a Villa Adriana e all’Università di Roma Tre. Inoltre ha partecipato a due edizioni del Premio Michetti, alla XIV Quadriennale di Roma, a Arte Italiana a Palazzo Reale a Milano e alla 54ª Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, Padiglione Lazio, Roma Palazzo Venezia.
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Un Mosaico per Tornareccio - Biografie
COSTANTINO BALDINO
ENRICO BENAGLIA
Nato a Roma nel 1946, dal 1982 vive e lavora ad Ariccia. Si è formato presso il Liceo Artistico di Roma, sotto la guida del maestro G. Capogrossi e successivamente presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, dove si è diplomato in Pittura con il maestro L. Montanarini. Ha iniziato ad esporre nel 1973, con una personale presso lo studio Soligo di Roma,nel 1975 viene invitato dal critico Enrico Crispolti alla X Quadriennale di Roma. Dal 1973 al 1990, è assistente alla cattedra di Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Roma .Vincitore di concorso nel 1991 gli viene assegnata la cattedra di pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia, successivamente terrà le cattedre di Pittura presso le Accademie di Bologna, Firenze, Napoli e L’Aquila. Attualmente è titolare presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. È presente nelle più importanti fiere espositive tra cui Arte Fiera di Bologna . Nel 2008 ha presentato una mostra antologica dal titolo “Denim e nuove geometrie”, presso il Museo Comunale delle Scuderie Aldobrandini di Frascati (RM). Ha esposto in molte personali e collettive in Italia e all’estero. Vincitore di premi nazionali, ha eseguito importanti opere in spazi pubblici. Nel 2011 si reca in Cina su invito delle Università di Changchu e Beihua, per esposizioni e conferenze. Nel 2012 espone una personale presso la Galleria Incontro d’Arte di Roma.
Enrico Benaglia è nato nel 1938 a Roma, dove vive e lavora. Fin dai primi anni Settanta avvia una intensa attività espositiva e dalla metà degli anni Settanta in poi, esegue molte suites di grafica. Nel 1978 inizia la sua attività di scenografo. La sua intensa attività espositiva, a partire dagli anni Settanta, si sviluppa in Italia e all’estero, si ricordano in questa sede gli eventi più recenti. Nel 2004, viene presentato al Museo Santa Maria della Scala di Siena il ciclo “Geografia delle emozioni”, primo premio di pittura della III edizione “Città di Fondi”. Nel 2005, espone a Milano presso la galleria Senato, a Roma presso Edarcom Europa. Nel 2005 viene presentato all’Archivio di Stato di Roma e di Firenze, il catalogo generale delle acqueforti, curato da Gabriele Simongini. Nel 2005 esibisce, presso la Rocca Paolina di Perugia la raccolta “Sogni di carta”, antologica 1965-1975. Intanto, a Poggibonsi e a San Quirico d’Orcia, si tiene la mostra “Sommesse e sfarzose emozioni”.A dicembre, Benaglia espone a Pescocostanzo nella galleria Castellani. Nel 2006, la mostra “Ironia della vita” è esposta presso l’Istituto Italiano di Cultura di Vienna, al Museo Murat di Bari e al castello di Piancastagnaio. Nello stesso anno presso la Galleria Edarcom Europa si tiene la mostra “Inventario delle emozioni” e viene presentato, presso la Facoltà di Lettere dell’Università La Sapienza, il calendario/catalogo d’arte, curato da Carlo Andriuoli per la Regione Basilicata. Presso il Forte Michelangelo di Civitavecchia, presenta “Le stanze del mare”. Nel 2007, presso il Museo Civico di Teramo, si propone la mostra “Percorso interiore”; durante l’estate lavora alle scenografie della commedia “Lascio alle mie donne” di Diego Fabbri. Nel novembre viene esposta la “Trilogia”: tre mostre inaugurate in giorni successivi presso le gallerie romane che fanno capo a Teresa e a Pino Purificato. Sempre nel 2007 espone presso la Galleria Trifoglio di Chieti. A Roma, presso la Terrazza Martini, si presenta l’agenda di poesia “Le pagine del poeta”, edita dalla casa editrice Pagine e curata da Alida Maria Sessa, per cui l’artista ha realizzato dodici tavole a commento del mese. Nel marzo 2008, espone presso la Galleria Senato di Milano, presso la Pinacoteca di PalazzoVitelli di Città di Castello. Sempre nel 2008, presso la Camera dei Deputati, viene presentata la cartella grafica “Trittico per Benaglia”, con poesie di Gino Fiore; e presso il Museo del Giocattolo di Palazzo Rospigliosi a Zagarolo, la mostra “Giocare col Mondo”. Nel Febbraio 2009 viene esposta la raccolta “Passo di Danza” presso la Galleria Edarcom di Roma. La Provincia di Roma ospita le opere di Benaglia nelle sale di Palazzo Incontro.A luglio, realizza il “cencio” per il Palio di Carpineto Romano e la scultura “Mediterranea” per la regione Lazio destinata al Premio Internazionale “Il Lazio tra l’Europa e il Mediterraneo”. Presso la Biblioteca Nazionale di Roma, viene presentato il libro “Percorsi nei quartieri dell’anima” di Maria Mercede Ligozzi, nel quale viene svolta un’indagine sociologica sui comportamenti del pubblico che aveva visitato la mostra di Benaglia svoltasi alla Pinacoteca Civica di Teramo. Ad aprile-maggio, Benaglia è all’Auditorium “Parco della Musica” di Roma con la mostra di dipinti e sculture “Benaglia’s Circus”. Nel 2011 viene inaugurata una mostra presso la Camera del Commercio di Catania dal titolo “Splendore del mediterraneo” e una mostra presso la U.B.S. di Lugano. Sempre nel 2011 presenta presso Palazzo Valentini, sede della Provincia di Roma, una mostra dal titolo “Natività”. Nel 2012 partecipa alla XV Biennale d’Arte Sacra a cura di Giuseppe Bacci e a novembre inaugura la mostra “Benaglia scultore” presso la galleria Edarcom Europa di Roma.
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CARLO BERTOCCI
MASSIMO CAMPI
È nato a Castell’Azzara (Grosseto) nel 1946; Vive e lavora a Firenze dove nel 1973 si è laureato in Architettura. Dal 1997 è membro Dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze, fondata da Michelangelo e Vasari. Agli inizi degli anni ’80 è protagonista tra i più lirici e sensibili della Pittura Colta di Italo Mussa e partecipa alle mostre nazionali e internazionali che riuniscono i pittori di questo gruppo con quelli dell’Anacronismo e ipermanierismo. Si ricordano alcune mostre personali; 2000: Museo Marino Marini,Firenze. 2002: Studio Vigato, Alessandria. 2003: II Polittico, Roma. 2007: II Polittico,Roma 2008: Arte Contemporanea, Falconara Marittima (Ancona). 2009: La Bezzuga,Firenze. 2010: L’idioma Centro d’Arte, Ascoli Piceno,Galleria Miralli , Palazzo Chigi, Viterbo . 2011: Accademia delle arti del Disegno, Firenze. 2012: Il Polittico,Roma. Ha partecipato a numerose mostre collettive in Italia e all’estero, tra queste si ricordano. 1999: XIII Quadriennale d’Arte di Roma , Proiezioni 2000, Palazzo delle Esposizioni, Roma La Pittura delle Gioie, Bulgari, Contemporary Art Exibition, Mostra itinerante Giappone. 2002: La Madonna nell’Arte Contemporanea, Pantheon, Roma e Parlamento europeo. Bruxelles. 2004: Per Amore- La raccolta Caggiano, Complesso Santa Sofia, Salerno, Riflessi nell’ Arte, Mole Vanvitelliana, Ancona. 2006: Quindici anni, Scuderie Aldobrandini per l’Arte,Frascati. 2007: Nuovi Pittori della Realtà,PAC. Padiglione d’ Arte Contemporanea, Milano, Arte e Omosessualità. Da Von Gloden a Pierre et Gilles, Palazzina Reale, Firenze. 2008: Filosofia dei Fiori,Il Polittico, Roma. 2009: Dell’Incanto di Luoghi e Figure, Bertocci e Cantini,Villa Vogel, Firenze.Prague Biennale 4, Praga. Contemplazioni. Bellezze e tradizione del nuovo nella pittura italiana contemporanea, Castello Sismondo e Palazzo del Podestà, Rimini. 2010: In Opera, Sulle di P. Matteo Ricci. Palazzo Buonaccorsi, Macerata. 2011: 54ª Esposizione Internazionale d’Arte Biennale di Venezia,Padiglione Italia, Villa Bardini, Firenze, Terza Biennale d’Arte di Lodi. 2012: Quindicesima biennale d’Arte Sacra,San Gabriele , Teramo, Archipitture, omaggio a Vasari, Galleria Pio Fedi, Firenze, XIV Premio Vasto, Percorsi di Figurazione oggi, Palazzo Aragona Vasto (CH). Calendario Il Polittico 2013, Studio Moca, Roma. 2013: Angeli Contemporanei, Galleria del Carbone, Ferrara. Dal 1991 si dedica anche alla scultura realizzando terrecotte, ceramiche e bronzi. Nel 2006-2007 realizza un bronzo per la piazza di Castell’Azzara (GR) Nel 2004 il Senato della Repubblica Italiana acquisisce un suo dipinto per la Collezione permanente di Palazzo Madama, nello stesso anno ha realizzato il ritratto di Giovanni Spadolini per la galleria dei presidenti del Senato di Palazzo Madama. Per la stessa galleria nel 2008 ha realizzato il ritratto del Presidente del Senato Franco Marini. È segnalato alla voce Anacronismo in vari dizionari enciclopedici con particolare rilievo nell’Enciclopedia Electa La Pittura Italia: Il Novecento/2. Si ricordano due monografie importanti: Italo Mussa: Carlo Bertocci. Ed. De Luca, Roma. 1986. Edward LucieSmith: Carlo Bertocci. Ed. Il Polittico, Roma. 2002.
Nato a Roma nel 1952, frequenta il Liceo Artistico e si diploma all’Accademia di Belle Arti di Roma. La sua prima mostra personale risale al 1987. Da allora la sua ricerca si è sviluppata nell’ambito della figurazione, con grande attenzione al paesaggio urbano. Si sono interessati al suo lavoro, in particolare, Carlo Fabrizio Carli, Marco di Capua, Lea Mattarella, Alessandro Riva, Duccio Trombadori, Lorenzo Canova, che hanno sottolineato la linea di riferimento nella ricerca pittorica di Campi, che parte dalla grande pittura di paesaggio per arrivare fino al Novecento italiano e alla pittura contemporanea della realtà. Ha nel suo curriculum numerose mostre personali in gallerie private e musei pubblici: Galleria Incontro d’Arte, Roma; Ingranaggi d’Arte, Castel Gandolfo; La Saletta dell’Arte, Taranto; Galleria Elle Arte, Palermo; Galleria Lazzari, Roma; Galleria Trifalco, Roma; d’AC Galleria Comunale d’Arte Contemporanea, Ciampino; Museo Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea, Anticoli Corrado; Museo Civico U. Mastroianni, Marino. Tra le principali mostre collettive: Arte a Parte Roma (Palazzo delle Esposizioni); Premio Michetti (Museo Michetti); Artisti in Archivio (Archivio Centrale dello Stato, Roma); E42 Segno e Sogno del ’900 (EUR, Salone delle Fontane); Il segno contemporaneo Italiano (Museo Crocetti); Dante e il Purgatorio (Fondazione Casa di Dante, Castello Gizzi); Biennale Internazionale d’Arte di Venezia (Padiglione Italia, Pescara e Lanciano); Pittori Italiani dipingono Hangzhou (Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia); Premio Sulmona (Convento di S. Chiara); Artisti romani per il Divino Amore (Santuario della Madonna del Divino Amore).
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LUCILLA CANDELORO
LEA CONTESTABILE
Nata Lanciano (Ch) nel 1978, compie la sua formazione presso il Liceo Artistico di Pescara. Dopo aver frequentato per un anno l’Università delle Belle Arti di Berlino (UDK), dove approfondisce lo studio del disegno e dell’incisione, si diploma in Pittura all’Accademia di Bologna. Nel 2004 il primo intervento di arte pubblica nella Stazione Centrale di Bologna con la video installazione Sogno di una sala d’attesa, l’anno successivo viene premiata all’Arte Fiera per il concorso Murri Public Art a cura di Valerio Dehò. Nel 2006 partecipa alle due edizioni di I Love Abruzzo dove presenta i primi disegni realizzati a matita su carta. L’installazione con volti di piccolo formato presentati all’Ex-Cofa di Pescara diventano monumentali per gli spazi della Ex Manifattura Tabacchi di Città Sant’Angelo (Pe) prima, e il Palazzo Lucarini di Trevi (Pg) poi, quando nel 2007 si trasferisce in Umbria dove vive e lavora fino al 2010. Nello stesso anno la sua prima personale con testo critico di Giorgio Bonomi “Ri/Tratti” e l’invito alla rassegna Terra di Maestri nel complesso di Villa Fidelia di Spello (Pg). Nel 2010 viene invitata da Virginia Ryan a partecipare alla mostra “De l’esprit de l’eau” presso la Charles Donwahi Foundation di Abidjan, in Costa D’Avorio. Nello stesso anno torna in Abruzzo dove attualmente vive e lavora. Nel 2012 la nuova serie di lavori sugli alberi realizzati con l’uso di ossidi su carte di diverse formato, viene presentata nella personale “Catarsi in nero” presso il Museo Laboratorio di Città Sant’Angelo (Pe). Contemporaneamente partecipa alla mostra Fuori Uso in Opera curata da Giacinto Di Pietrantonio ed al XLV Premio Vasto.
Nata ad Ortucchio (AQ) nel 1949 vive e lavora a L’Aquila. Dopo il diploma all’Accademia di Belle Arti, opera come incisore presso la Calcografia Nazionale di Roma, grazie ad una borsa di studio dell’Accademia di San Luca. Dal 1976 è titolare della Cattedra di Anatomia Artistica all’Accademia di Belle Arti dell’Aquila, dove insegna anche Pedagogia e Didattica dell’Arte. Consolida la sua esperienza nel campo dell’arte e della didattica nei workshop e conferenze in diverse Università europee. Alla intensa attività artistica, documentata da esposizioni in Italia (L’Aquila, Roma, Milano, Napoli, Firenze, Ascoli Piceno, Spoleto, Viterbo, Enna,Termoli…) e all’Estero (America Latina, Neuchatel, Hamilton, Rottweil, Toronto, Budapest, Craiova, Calafat, Berlino, Mosca, Istanbul, Bilbao...) affianca un interesse crescente per il mondo dell’infanzia e fonda il MUBAQ-Museo dei Bambini L’Aquila. Artista versatile realizza libri d’arte, video e spettacoli, con scrittori e musicisti tra i quali Carlo Crivelli, sperimentando ogni tipo di commistione di linguaggi La sua arte è rimasta sempre potentemente legata a un concetto di prodigio, alla gioia del “fare”, del manipolare, del mettere insieme. Lea Contestabile “tesse”, intreccia una texture, una scrittura, una trama composta di segni e immagini, escogitando un alfabeto simbolico per interpreti raffinati;ritaglia, assembla, ricostruisce e modifica un microcosmo di storie da decifrare, storie minime e immense che si possono annodare in tanti modi diversi. Il suo lavoro “poetico teatro della Memoria” ri-narra, con materiali diversi, frammenti di vita privata che inevitabilmente diventano Storia collettiva, come nelle opere presentate all’ultima Biennale di Venezia.
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GREGORY DI CARLO
ALFIO GIURATO
Gregory Di Carlo è nato nel 1975 a Roubaix (Francia) e intorno ai sette anni si è trasferito con la famiglia a Vasto, dove attualmente vive e lavora. Dal 2000 al 2012 ha vissuto a Roma diplomandosi in pittura presso l’Accademia di Belle Arti e lavorando come educatore culturale. Per la scuola pubblica della capitale ha realizzato numerose scenografie teatrali su tematiche interculturali, collaborando al progetto Arca di Pace-Proposta per l’ora di Pace nelle scuole (UNESCO). Nel 2003 inizia la sua attività espositiva presso l’ex cartiera La Rampa Prenestina a Roma. Nel 2004 viene selezionato per il Premio Nazionale delle Arti e per il Premio Nazionale di Pittura connesso al prestigioso concorso internazionale Premio Roma Danza. In quegli anni è presente in diverse manifestazioni come La Notte Bianca (Piazza Ferro di cavallo, Roma, 2005) e l’Arte in Fiera-Immagina (Reggio Emilia, 2005) nella sezione Accademie a confronto. La sua prima personale Roma città immobile viene allestita nel 2006 presso la sala Vittoria Colonna di Palazzo D’Avalos di Vasto. Tra le mostre collettive recenti vanno segnalate: 2007,V Biennale Internazionale di Pittura Premio Felice Casorati, Istituto Italiano di cultura, Cracovia; 2009, XLII Premio Vasto di arte contemporanea, Museo Archeologico, Vasto; 2010, 24x24, Studio Claudio Abate, San Lorenzo, Roma; 2012 Muri, Metamorfosi e dintorni, MLAC Museo Laboratorio di Arte Contemporanea, Università La Sapienza, Roma; 2012, Credere la luce. La forma dello splendore, Museo d’Arte dello Splendore, Giulianova (TE). La sua ultima personale è stata allestita nel 2013 presso il Museo Civico Umberto Mastroianni di Marino (Roma) con presentazione in catalogo di Carlo Fabrizio Carli. Sue opere sono entrate a far parte di collezioni pubbliche permanenti come la Civica Raccolta del Disegno di Salò (BS) e il Museo delle Generazioni Italiane di Pieve di Cento (BO). Hanno scritto di lui: Carlo Fabrizio Carli, Gianni Garrera, Daniela Madonna, Alessandra Morelli.
Alfio Giurato nasce a Catania il 19/02/1978, dove vive e lavora. Dopo aver conseguito nel 2005 la laurea in pittura all’Accademia di Belle Arti di Catania, si dedica interamente al suo percorso artistico. Dal 2005 al 2012 ha partecipato a numerose collettive: (2005) Apparenze calde, Chioda live, Catania, a cura di Vitaldo Conte; Alchimie della pittura, Pietramontecorvino (FO), a cura di Vitaldo Conte; (2006) I segnali dell’aurora, Le Ciminiere, Catania; Premio Mario Razzano (terza edizione), Museo del Sannio, Rocca dei Rettori, Benevento; (2007) Dell’amore il canto, Palazzo della Signoria, Jesi (AN), a cura di Armando Ginesi, Vittorio Magnanelli; Daimon 2, Museo di Collegno, Torino; 18X50X50, Galleria Ibiscus, Ragusa; (2008) Apparenze costruite, L.I.B.R.A. arte contemporanea, Catania, a cura di Vitaldo Conte; La poesia del corpo, Galleria Chiari, Roma, a cura di Alberto Agazzani; Apparenze costruite 2, Galleria d’arte L’acquario, Giulianova (TE), a cura di Vitaldo Conte; Quadrato d’arte. Ricordando Umberto Boccioni, L.I.B.R.A. arte contemporanea, Catania, a cura di Vitaldo Conte; (2009) Furie Animae, L.I.B.R.A. arte contemporanea, Catania, a cura di Alberto Agazzani; Contemplazioni. Bellezza e tradizione del Nuovo nella pittura italiana contemporanea, Castel Sismondo e Palazzo del Podestà, Rimini, a cura di Alberto Agazzani; Altre contemplazioni, L.I.B.R.A. arte contemporanea, Catania, a cura di Alberto Agazzani; Una finestra sul mondo, Museo Diocesano, Catania, a cura di Alberto Agazzani; (2010) Mystica.Veli e sguardi sul sacro. Ricerche della pittura napoletana, Catania; 6ª Giornata del Contemporaneo, Museo Castello Ursino, Catania, Associazione AMACI sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana; La Terra ha bisogno degli Uomini, Reggia di Caserta, Caserta, a cura di Francesco Ruggiero; (2011) Il Sacro e l’Arte oggi, Raccolta Fiocchi, Museo Staurós d’Arte Sacra Contemporanea, San Gabriele (Teramo), a cura di Armando Ginesi; Il Sacro e l’Arte oggi, Raccolta Fiocchi, Abbazia di San Vincenzo, Acqualagna (PU), a cura di Armando Ginesi; (2012) Premio Fabbri per l’Arte (quarta edizione), Accademia di Belle Arti di Bologna (BO), a cura di Alberto Agazzani; Premio Fabbri per l’Arte (quarta edizione), Firenze, a cura di Alberto Agazzani; Art Factory (seconda edizione), le Ciminiere, Catania.
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ENRICO LOMBARDI
STEFANIA MILETO
Enrico Lombardi, pittore e scrittore, nasce a Meldola (Forlì) nel 1958. Dopo aver frequentato l’Accademia di Belle Arti di Bologna, da oltre trent’anni svolge un’intensa attività espositiva in Italia e all’estero, accompagnata da un’ininterrotta riflessione sullo statuto dell’immagine. Tra i suoi impegni espositivi più recenti si segnalano la partecipazione alla 54esima Esposizione d’Arte Internazionale della Biennale di Venezia (Corderie dell’Arsenale di Venezia) nominato dal filosofo Carlo Sini, l’allestimento della mostra personale “La pazienza dell’ombra” negli spazi del Museo di Bagnacavallo (Chiesa del Pio Suffragio) e, nella primavera del 2013, la doppia Antologica con l’amico Giorgio Tonelli al Museo della Città di Rimini. Le numerose e qualificate pubblicazioni in collaborazione con critici, filosofi e scrittori tra i maggiori del nostro paese e la partecipazione a grandi rassegne nazionali sanciscono la qualità e la continuità della sua presenza sulla scena della nuova pittura italiana.
Stefania Mileto nasce a Bovolone (VR) l’11-12-1969; diplomata all’Accademia di Belle arti di Roma, ha studiato presso il National Hoger Instituut di Anversa per mezzo di una borsa di studio del progetto Erasmus, attualmente vive e lavora a Roma. Alcune sue opere sono inserite nei punti di vendita all’estero della Bulgari S.p.A. Ha partecipato anche a diverse fiere d’arte italiane ed internazionali come ArtVerona, Cutlog (Parigi), Art Brussels (Bruxelles) rappresentata dalla Galleria Romberg di Latina. Mostre Personali: 2012 “Scoppia la coppia” Palazzo Zenobio - Collegio Armeno, Venezia. 2011 Step 09 - Museo delle scienze, Milano (stand Galleria Romberg Latina) 2010 A Nord di Troms - Galleria Romberg, Latina 2009 Acqua, metamorfosi di luce e conoscenza - Banca Carige, Roma 2005 Sotto stretta sorveglianza - Galleria Il Polittico, Roma 1999 Waiting - Galleria Romberg, Latina. Mostre Collettive: 2012 45° Premio Vasto 2011 Linkolors Giffoni film festival, Giffoni Valle Pisana (SA) 2010 Art Verona - (stand Galleria Romberg Latina) 2006 Nessun contatto - Galleria Piziarte, Teramo Human@rt - Le ciminiere Artefiera, Catania 2005 50° Premio Termoli - Galleria Civica d’Arte Contemporanea, Termoli 2005 La quotidiana scoperta – Temple Gallery, Roma 2004 La fattoria degli animali - Galleria Il Mascherino, Roma 2003 Occhio! - Ex macello, Benevento 2000 Transfert - Galleria Romberg, Latina 1999 Stand by - Galleria Romberg, Latina 1998 Sex - Art Gallery Banchi Nuovi, Roma 1997 In che senso italiano - Galleria Anna D’Ascanio, Roma 1996 Premio Suzzara Realtà Giovane - Galleria d’Arte Contemporanea, Suzzara.
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RENATA MINUTO
CESARE MIRABELLA
Renata Minuto, nata a Savona, svolge la sua attività tra Savona, Albisola e Roma. La prima mostra di “pittura” è nel 1957 ad Albisola, da “Checchin”, ritrovo abituale degli Artisti Lam, Jorn, Sassu, Fontana, Garelli, Fabbri; presente Carlo Cardazzo, grande gallerista che le ordinerà nel 1963 una mostra personale a Venezia nella galleria “Il Cavallino”. Da allora l’impegno costante e la professionalità di questa artista sono diventate il comune denominatore di tutte le sue opere realizzate in pittura, ceramica e vetro. Renata Minuto ha dedicato ai grandi Papi savonesi, Sisto IV e Giulio II Della Rovere, tre importanti mostre: “Savona e i Della Rovere” per i 500 della morte di Sisto IV (Sala Consiliare del Comune di Savona- 1985), “IULIUS II SIXTI IIII NEPOS” per i 500 anni dell’elezione al soglio Pontificio di Giuliano Della Rovere (Cappella Sistina e Chiostro della Cattedrale di Savona- 2004) ; “I Della Rovere a Roma. 500 anni della Patriarcale Basilica di San Pietro”, Museo di Castel Sant’Angelo, Sala delle Colonne2008; Pinacoteca Civica Palazzo Gavotti, Savona. Di particolare importanza la mostra allestita nel 1992 in onore di Cristoforo Colombo, per il 500 anniversario della scoperta dell’America, alla Fortezza del “Priamar” a Savona. In occasione del Grande Giubileo dell’Anno 2000 l’artista ha allestito nel Chiostro della Cattedrale e nella Cappella di Savona la mostra: “Gli stemmi dei Papi dei Giubilei”. La mostra è stata portata anche a Firenze, nella Fortezza da Basso, nel 2001 partecipando, su invito, alla III Biennale Internazionale dell’Arte Contemporanea Città di Firenze. Un lavoro di grande rilevanza è il pannello in ceramica “Madonna della Misericordia di Savona”, collocato nel Giardini del Vaticano e offerto al Pontefice Giovanni Paolo II nel 1995, in occasione del 180° anno dell’incoronazione della Madonna da parte di Papa Pio VII. L’opera è una ceramica policroma in alto rilievo (mt. 4.80 x 2.40) realizzata presso la “Fabbrica Casa Museo Giuseppe Mazzotti 1903- Albisola”. Renata Minuto è la prima donna ad avere avuto una committenza dal Vaticano. Questo avviene proprio nell’Anno Internazionale della Donna (1995).
Nasce a Cittanova (Reggio di Calabria) nel 1944. Dopo le prime esperienze artistiche a Civita Castellana, si trasferisce a Roma nel 1959 dove frequenta i corsi di pittura della Scuola di S. Giacomo e le lezioni dell’Accademia Libera del Nudo, qui incontra maestri come Rolando Monti, Marcello Avenali. Mirabella soggiorna in Umbria dal 1992, dove sembra aver trovato una fonte d’ispirazione inesauribile e in lui vanno delineandosi sempre più chiare le ragioni di una pittura tesa a esprimere la sua realtà interiore. Paesaggi, fiori, animali sono i temi più frequenti, ma il vero protagonista rimane il colore e la sua capacità di comunicare una ritrovata sintonia con la natura e le cose. La pittura di Mirabella “è tutta impostata su ritmi meditati e pausati; e dove il silenzio assicura lo spazio del sentimento, l’epifania dell’emozione”, ecco come la descrive Carlo Fabrizio Carli nel catalogo Cesare Mirabella Opere: pastelli, disegni e oli 1999/2003. Della sua intensa attività espositiva ricordiamo in questa sede la collettiva del 1975 a Palazzo Te, Mantova, e nello stesso anno la partecipazione alla I rassegna di operazioni estetiche Vero non vero dell’Istituto d’Arte di Catania. Nel 1980 espone a Roma, presso la Galleria Schema-Z, Il giardino di Givemy e partecipa al XXVI Premio Villa San Giovanni presso la Sala Comunale di Villa San Giovanni. Nel 1986 a Spoleto, nel Palazzo Comunale, presenta Paesaggi e animali. Nel 1988 personali sono allestite a Bari, a Expoarte e a Roma, presso la Galleria Incontro d’Arte. Nel 1988 partecipa alla Rassegna Artisti a Via Cava a Taranto. L’anno successivo a Roma, alla Galleria dei Greci, presenta la personale Attraversare silenziosamente e alla Galleria Perspective di Roma partecipa alla collettiva, Corrente d’aria sul melo del Giappone. Nel 1991 è presente alla collettiva, Quelli che contano, presso la Galleria La Gradiva, di Roma. Nel 1992 a Roma, alla Galleria dei Greci, partecipa alla collettiva Opere su carta, mentre a Termoli, presso Fedele arte contemporanea, espone in una Personale. Nel 1994 espone a Wolhen (Svizzera), alla Galerie Isler-haus. L’anno successivo è a Vicenza, nella Chiesa di S. Giacomo, con la personale Opere 1984-1995. Nel 1996 sue personali sono allestite a Bremgarten (Svizzera) Galerie Antonigasse, e a S. Benedetto del Tronto, Galleria Genus. Del 1997 sono le personali dedicategli a Montebelluna, presso la Piccola Barchessa Manin, e a Roma, presso la Galleria Incontro d’Arte. Nel 1998 è invitato alla III Rassegna nazionale arti visive a Palazzo Comunale di Pianella, a cura di Leo Strozzieri. Nel 1999 è presentata l’antologica Opere 1975-1999 a Treviso, presso la Casa dei Carraresi; l’anno successivo una sua personale è ordinata a Bremgarten (Svizzera) alla Galerie Antonigasse, Pastellbilder und zeichnungen.A Spoleto, a Palazzo Racani Arroni, partecipa alla collettiva Identità, e a Messina, prende parte alla mostra Scilla e Cariddi presso la Galleria il Sagittario. Nel 2001 a Roma, la Galleria Andrè gli dedica la personale Primaverile Romana 2001 - Percorsi a tema. Nel 2002 prende parte alle collettive Per amore a Palazzo Sarcinelli Galleria Comunale d’arte di Conegliano e a L’arte a tavola presso la Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea di Piombino.
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ALESSANDRO PAPARI
FRANCESCO PARISI
Alessandro Papari nasce a Napoli nel 1971. Dopo gli studi di pittura all’Accademia di Belle Arti della sua città, inizia a esporre nel 1991. Tiene nel 1998 la prima personale alla Galleria Spazio Arte di Napoli. L’anno successivo una nuova personale lo vede protagonista all’Institut Français di Napoli; partecipa inoltre al Premio Lefranc Bourgeois, Milano e Parigi, e ottiene il secondo premio al Premio Morlotti, Imbersago. Nel 2000 partecipa nuovamente al Premio Morlotti, Imbersago, ed è finalista al Premio Donato Frisia, Merate. Due sono le personali nel 2001, alla Galleria Spazio Arte di Napoli e al Palazzo Comunale di Imbersago. È inoltre presente alla mostra “Match” alla Galleria Russo in Roma. Una nuova personale, alla Galleria Brambati di Vaprio d’Adda, apre il 2002, ad essa fanno seguito le partecipazioni alla rassegna “Noi”, promossa a Napoli dall’Associazione Sole Urbano e dall’Institut Français, e al Premio Morlotti, Imbersago, in cui ottiene il primo premio. Partecipa inoltre alla LIII edizione del Premio Michetti, Francavilla a Mare. Dopo aver esposto nel 2003 in “Korea–Italy” all’Arts Center di Daegu, Sud Corea, l’anno successivo è presente alla seconda edizione della stessa manifestazione, e inoltre al Premio Ferruccio Ferrazzi, Sabaudia; al Premio Termoli; al Premio Città di Busto Arsizio e al Premio Lissone, ove ottiene il premio stima 2° classif. Nel 2004 partecipa inoltre alla rassegna dei vincitori del Premio Morlotti, Imbersago, e alla mostra “Il sentimento dell’arte” in Palazzo Isolani, Bologna. Nel 2005, prima della personale al Ta Matete in Roma, è presente al Premio Razzano al Museo del Sannio di Benevento e al Premio Termoli. Inoltre partecipa alla rassegna “Figure”,all’Archivio Centrale dello Stato, Roma. Nel 2006 è presente alla mostra “Roma classica”, alla Biblioteca Nazionale, Roma, e alla rassegna “Armonie Figurative”,al palazzo Marigliano, Napoli. Nel 2007 partecipa alla rassegna “Visions from Italy”, Gallery 27 Cork Street, Mayfair London. Nel 2008 Premio Sulmona ,ove viene premiato. Nel 2009 Giorgio Seveso cura una sua personale alla Galleria Spazio Arte di Milano. Nel 2009 Premio Sulmona. Nel 2009 partecipa alla rassegna “Opening”,presso la galleria “In Formo f Art”. Nel 2010 collezione “Aratro”,rassegna di pittura. Nel 2010 partecipa alla rassegna “4”, Galleria In Form of Art. Nel 2010“The road contemporary art”, con la Galleria Changing Role, fiera. Nel 2010 Giovanni Cerri, Alessandro Papari, in “Visioni”, doppia personale, Galleria Spazio Arte, Milano. Nel 2010, “Eccellenze”, personale “Blessed”,di Alessandro Papari, con la galleria Changing Role, Napoli. Nel 2011, Partecipazione alla 54ª edizione della Biennale di Venezia, “padiglione accademia” a cura di Vittorio Sgarbi. Nel 2011 personale, “Blessed”, presso la Changing Role Move Over Gallery, Napoli. Nel 2011, “It’s time to say goodbye”, negli spazi di Palazzo Zenobio, Venezia. Nel 2012, Premio Vasto, a cura di Carlo Fabrizio Carli; Nel 2012, “Nina” , nuova immagine napoletana, museo Pan, Napoli. Vive a Napoli.
Nato a Roma nel 1972. Frequenta l’Accademia di Belle Arti di Roma, dove segue il corso di pittura e realizza le prime xilografie. Nel 1995 tiene la sua prima personale di dipinti presso la Galleria Guy di Parigi, città dove si trasferisce. Sempre nella capitale francese è allestita la seconda mostra personale presso la Galleria Danae (1997) e partecipa a numerose collettive. Rientrato in Italia, si dedica a cicli pittorici legati al mito di Dioniso e approfondisce l’incisione su legno realizzando, tra l’altro, xilografie per il centenario della morte di F. Nietsche su commissione del Comune di Roma (2000) e per la Galleria Gonelli di Firenze in occasione delle celebrazione del centenario della morte di A. Böcklin (2001). Nel 2002 la Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea di Cagliari organizza una sua personale di xilografia, curata da Emanuele Bardazzi. Nello stesso anno ottiene una borsa di studio per l’incisione presso il Kultur-Institute Villa Romana Florenz (Firenze), la casa studio di Max Klinger. I dipinti di Dioniso, presentati per la prima volta nel 2001 da Barbara Martuscello alla Galleria Russo di Roma, sono esposti anche nel 2003 alla Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Ciampino (a cura di Tiziana Dacchille e Carlo Fabrizio Carli) e nella mostra personale presso la Galleria Muenchener Hausbau di Monaco nel 2004. Parallelamente alla produzione pittorica e xilografica l’artista esegue pastelli sul tema del paesaggi romani che espone alla Galleria Scalzi di Latina (2002) e alla Galleria Russo di Roma (2004) con una presentazione di Fabio Benzi. Nel 2006 presenta una selezione di paesaggi realizzati durante il soggiorno americano in una personale alla Caelum Gallery di New York. Nel 2009 espone nuovamente una selezione di olii, pastelli e incisioni alla Galleria Russo di Roma e nel 2012 gli ultimi lavori alla Galleria La Linea Arte Contemporanea (Roma). Ha esposto inoltre in diverse rassegne e mostre nazionali a cura di Carlo Fabrizio Carli, Renato Miracco, Alberto Agazzani, Silvia Pegoraro, Tiziana Dacchille. Autore di saggi e articoli sull’incisione, ha curato la mostra L’oro e l’inchiostro, La prima guerra mondiale nelle incisioni del Premio della Regina 1935, allestita nel 2004 presso la Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea di Cagliari e ha tenuto conferenze sull’incisione presso il centro italo-tedesco Villa Ligoni di Loverno (Como). Ha curato il catalogo delle incisioni di Duilio Cambellotti (2008) e di Adolfo Wildt (2011) e il Catalogo Ragionato delle incisioni di Publio Morbiducci (2012). Collabora con la rivista Grafica d’Arte e con diversi altri periodici scientifici sull’incisione. Dal 2003 è docente di xilografia presso la Rome University of Fine Arts (Roma) e di storia del disegno e della grafica presso l’Accademia d Belle Arti di Roma. Dal 2012 è titolare della cattedra di Incisione presso l’Accademia di Belle Arti di Foggia. Vive e lavora a Roma.
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PAOLO PORELLI
ANTONIO POSSENTI
Nato a Roma nel 1966. Si dedica fin dall’adolescenza alla pittura incoraggiato dal pittore Carlo Cattaneo del quale frequenta lo studio. Dopo aver conseguito la maturità artistica nel 1984 avendo fra i suoi insegnanti il pittore Eduardo Palumbo si diploma nel 1988 all’Accademia di Belle Arti di Roma nel corso di pittura tenuto dal pittore Enzo Brunori. Dopo l’Accademia inizia un periodo di sperimentazione che lo porterà alla scoperta della ceramica con cui comincerà a plasmare forme elementari di natura che associerà alle forme elementari del pensiero “Forme pensiero”, installazione presso l’Accademia di Romania in Roma, 1994. Sviluppa l’interesse per i valori estetici primari della scultura nella serie di opere sopranominate “I Cunei” in cui un piano cuneo apre spazi di visibilità mentale prima in oscurità occultati “Espressioni di cura”, Galleria Liart Roma 1997; Triennale d’Arte Sacra, Castello di Celano (AQ), 1997. Sia con la scultura che con un nuovo apporto della pittura procedendo per piani sintetici assembla un’immagine antropomorfa creando una dialettica tra piani interni piatti e piani esterni illusori del volume di tipo cubofuturista Galleria Mancini, Mantegranaro (AN) 2002, Museo della Transtoria Bomarzo (VT) 2005, Galleria Faleria Roma, 2004. In seguito la risoluzione figurativa prende più corpo e plasticità e si arricchisce d’istanze simboliche e surreali di sapore transavanguardista che introducono nellla ricerca la tematica ambientalista, della guerra e del problema energetico per il futuro “Idoli d’Occidente”, Galleria Lombardi nella notte Bianca, Roma, 2006. In scultura comincia ad inserire forme ottenute da calchi riproducendo oggetti pop-industriali, a figure modellate a bassorilievo dando luogo ad una mitologia del presente dedita alla produzione e al consumo incurante di inquinare, sublimandosi nella tecnologia nel benessere e nella libertà “Nel segno della pittura: Sedici giovani pittori d’immagine”, Premio Termoli (CB) 2004: “Interferenze”, Premio Termoli (CB) 2005. Successivamente darà forma ad una nuova figura a tutto tondo che segna un ulteriore evoluzione della tecnica ceramica e di messa a fuoco del linguaggio individuale che si arricchisce di elementi descrittivi volti al racconto del personaggio, della sua evidente assurdità che viene innalzata a idolo da adorare da una società che ha invertito il senso del bene e del male “Eidolon”, Galleria Internoventidue, Roma 2008; Artefiera Verona, presentato dalla Galleria l’Affiche di Milano. Nel 2009 è pubblicato un articolo sulla sua scultura nella rivista internazionale di ceramica, Ceramics: art and perception. Hanno scritto di lui: Carlo Fabrizio Carli, Manuela de Leonardis, Laura Turco Liveri, Barbara Mancini, Gabriele Simongini, Luigi Tallarico, Lori-Ann Touchette, Mehran Zelli.
È nato a Lucca nella prima metà del XX secolo e in questa città ha il suo studio nella Piazza dell’Anfiteatro. Compiuti gli studi classici, ha assai precocemente scoperto le qualità espressive del disegno, assecondando un’inclinazione al racconto favoloso che ha in seguito mantenuto, anche mediante l’osservazione attenta della “commedia umana”. Alla pittura è giunto, da autodidatta, dal disegno e dall’illustrazione. Le sue occasioni formative sono state ideali ed elettive, frutto della curiosità intellettuali e della cultura letteraria e artistica che aveva respirato sin da bambino nella famiglia, spaziando dalla classicità greco-romana all’epoca moderna e contemporanea e con una predilezione particolare per le esperienze di più vivace e coinvolgente taglio fantastico. Ha viaggiato molto e conosciuto vari personaggi e culture, ma ritorna sempre a Lucca dove vive e ha lo studio nel cuore della città, luogo magico che raccoglie, come un’immensa valigia, le testimonianze delle sue “escursioni” nel mondo. Nel corso della sua carriera ha esposto nelle principali gallerie italiane e straniere (Gianferrari, Il Milione, Appiani Arte 32 a Milano, Marescalchi e Forni a Bologna, Davico e Biasutti a Torino, il Traghetto a Venezia, Poggiali e Forconi a Firenze, L’immagine ad Arezzo, Aminta a Siena, Philippe Guimiot a Bruxelles, Rutzmoser a Monaco, East West Gallery a Londra, Art Diagonal a Barcellona, ecc.), ha partecipato a numerose manifestazioni espositive internazionali, tra le altre Fiera d’Arte di Bologna, di Colonia, di Milano, Art Basel di Basilea, F.I.A.C. di Parigi, Art Fair di Los Angeles, Art Miami di Miami Beach, New York International Art Fair, Tuyap di Istambul, Foire d’art di Gent, Arco di Madrid, Stoccolma, St’Art di Strasburgo, BART di Barcellona. Ha esposto con mostre personali in prestigiosi ambienti pubblici: Muse degli Uffizi, Sala d’Armi di Palazzo Vecchio a Firenze, Reggia di Caserta,Tour Fromage di Aosta, Palazzo Ducale di Massa, Castel dell’Ovo di Napoli. Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti e le sue opere sono presenti in importanti collezioni private e pubbliche italiane e straniere. Hanno scritto di lui critici, storici dell’arte, scrittori e intellettuali, tra gli altri: Luca Beatrice, Fortunato Bellonzi, Aldo Busi, Dino Buzzati, Oscar Calabrese, Luciano Caprile, Raffaele Carrieri, Piero Chiara, Enrico Crispolti, Massimo Duranti, Giovanni Faccenda, Alfondo Gatto, Paolo Levi, Nicola Micieli, Marilena Pasquali, Roberto Sanesi, Pier Carlo Santini, Giorgio Saviane, Vittorio Sgarbi, Giorgio Soavi, Franco Solmi, Marcello Venturoli. È membro dell’Accademia di Lettere, Scienze e Arti di Lucca e dell’Accademia dell’Arte del Disegno di Firenze.
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MAURO REGGIO
MAURIZIO ROMANI
Mauro Reggio ha cominciato a esporre nel 1992, all’età di 21 anni, tenendo mostre soprattutto in Italia. Tra le collettive vanno ricordate nel 2003 a Roma “Attraversamenti” alla Galleria Il Polittico e a Milano “Città” allo Studio Forni. Due anni dopo è ancora a Milano, questa volta al Palazzo della Ragione con “Miracolo a Milano”, e a Roma al Salone delle Fontane del Palazzo degli Uffici dell’Eur con “E-42 Eur. Segno e sogno nel ’900”. Nel 2006 viene invitato a Londra, all’Albemarle per “What is Realism?” e alla XXIII Biennale d’Alessandria dei Paesi del Mediterraneo al Museum of Fine Arts di Alessandria d’Egitto. Quindi nel 2007 è la volta di Tapei (Taiwan) dove partecipa alla mostra “The New Italian Art Scene” al Tapei Arts Museum, e di Milano, a Palazzo Reale, per “Arte italiana 19682007. Pittura”. Nel 2011 partecipa alla Biennale di Venezia, Padiglione Regionale Lazio. Tra le personali, “Dalla periferia al centro”, alla Galleria Il Polittico di Roma (2001), “Mauro Reggio” alla Galleria Antologia di Monza (2003), “Le città vuote” a Bologna, alla Galleria Forni (2005) e “Le città fantasma” alla First Gallery di Roma (2010). Da poco si è conclusa “Pittore di città”, personale curata da Carlo Fabrizio Carli alla Fondazione Michetti a Francavilla al Mare (Chieti).
Nel 1986 Alfredo Gianolio e Angela Nascimbene-Cucchi curano la sua prima personale presso la Galleria Il Voltone di Reggio Emilia. Negli anni novanta per Romani la frequentazione del mondo artistico si alterna al ritiro produttivo a Roteglia (Reggio Emilia) dove Maurizio è nato nel 1955 vive e lavora. Dagli anni degli esordi, l’artista ha la possibilità di evolversi in diverse direzioni, attraverso diversi generi pittorici e valendosi di varie tecniche. Viene molto apprezzato per le sue nature morte, caratterizzate da una superba perfezione tecnica e da un intenso lirismo, alle quali sono state dedicate numerose mostre. Tuttavia anche la pittura sacra ha rappresentato uno degli indirizzi percorsi dall’artista, sia con la pittura ad olio, ma più recentemente con uno studio comprendente una trentina di disegni di rara bellezza a grafite su carta dedicati al Cantico dei Cantici, presentati con una mostra itinerante approdata anche a Urbino alla Bottega Giovanni Santi, casa natale di Raffaello. Lo studio dell’arte figurativa dal dopoguerra fino ad oggi in ambito europeo e non solo, incentivano il maestro a flettere il suo linguaggio nel genere del paesaggio, dove già da tempo si è cimentato con l’incisione, una delle tecniche, assieme al disegno, più amate dall’artista, che ora vi si dedica anche con la pittura ad olio, quasi traducendovi le stesse sfumature che il disegno offre. Attualmente le sue opere sono in permanenza in diversi importanti musei in Italia e all’estero.
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TITO ROSSINI
GIORGIO SCALCO
Nasce nel 1963 a Formia, dove vive e lavora (LT). Consegue la maturità artistica nel 1980 presso il Liceo Artistico di Cassino. Nel 1985 si diploma in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. Inizia la sua attività espositiva a partire dalla seconda metà degli anni ottanta partecipando a diverse mostre e premi. Sono state realizzate le seguenti mostre personali: nel 1994 Ass. Il Carmine, Roma; 1996 Gall. Zelcova Arte, Rho (MI); 1999 Gall. Ricerca d’Arte, Roma; 2000 Gall. Libreria Bocca, Milano; 2003 Gall. Studio Morbiducci, Roma; Comune di Arpino (FR); Gall. Il Picchio, Montecosaro (MC); 2006 Museo E. Greco, Sabaudia (LT); 2008 Studio Finelli, Roma; Corte Antorema, Formia (LT); 2009 Mostra personale “Appunti pittorici”, Sala espositiva Piazza Chiesa Ventotene (LT); 2009-10 Mostra personale “Épisode Méditérranéen”, Galerie du Gildo Pastor Center Montecarlo. Tra le più importanti esposizioni collettive, Rassegne d’Arte, Premi ed incarichi di rilievo, si ricordano: 2001 Mostra Collettiva “Segni di Pace” Museo archeologico Naz.le, Palestrina (Roma); Mostra Collettiva “Arte a Palazzo” Oraziana 2001, Museo Oraziano Palazzo Orsini, Licenza (Roma); 2002 Mostra Collettiva “Colori della campagna romana”, Ponzano Romano (Roma); Realizzazione di vetrate artistiche nella chiesa parrocchiale San Giuseppe Lavoratore di Formia (LT); 2003 Vincitore della LIV Ed. del Premio Internazionale d’Arte F.P. Michetti, Francavilla al Mare; Mostra Collettiva “Dialoghi, Arte e Design” - Arven – Roma; 2ª Edizione Premio Naz.le di pittura “Ferruccio Ferrazzi” Sabaudia (LT); 2004 Mostra Collettiva “Per amore” La raccolta Coggiano complesso S. Sofia Salerno; 2005 Mostra Collettiva “90 anni per l’Arte” Studio Morbiducci, Roma; 3ª edizione Premio Nazionale di Pittura “Ferruccio Ferrazzi” Sabaudia (LT); 2006 Donazione di un’opera pittorica a Sua Santità Papa Benedetto XVI in collaborazione con la AR.VEN di C. Venanzi in occasione del progetto realizzato: Palazzo Apostolico Vaticano, cucina per il Santo Padre; 2008 Partecipazione alla XXXV edizione del Premio Sulmona; 2010 Mostra collettiva “Un cibo senza tempo”, gall. Il Polittico, Roma; Mostra “Protagonisti del Contemporaneo”, sala Michetti – Pescara-Ex Aurum 10 ott.-03 nov.; Partecipazione alla XXII Edizione del Porticato Gaetano; 2011 54ª Biennale di Venezia, Padiglione Italia Regione Lazio, Palazzo Venezia, Roma; Partecipazione alla XXIII Edizione del Porticato Gaetano “150 anni di una unità difficile”; 2012 Partecipazione alla XXXIX edizione del Premio Sulmona; Vincitore della XXIV Edizione del Porticato Gaetano con assegnazione della medaglia del Presidente della Repubblica: Partecipazione alla Mostra d’Arte Sacre per il Divino Amore – Santuario della Madonna del Divino Amore – Roma 20 ott 2012/04 giu 2013; Partecipazione alla XXXIX edizione del Premio Sulmona. Si sono interessati alla sua opera e hanno scritto tra gli altri: Arnaldo Romani, Brizzi Guido Giuffrè,Gabriele Simongini, Guido Rebecchini, Vito Apuleo, Mario De Candia, Duccio Trombadori, Otello Lottini, Osvaldo Rossi, Marco Di Capua, Carlo Fabrizio Carli, Alessandra Sette, Claudio Malberti, Paolo Amadio, Maria Teresa Benedetti, Enrica Torelli Landini, Paola Magni, Domenico Guzzi, Giuseppe Gatt, Roberto Tortora, Antonio Finelli, Vittorio Sgarbi.
Giorgio Scalco nasce a Schio (Vi), nel 1929 e fin da bambino studia privatamente disegno e poi pittura. Dopo la maturità classica si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza presso l’Università Cattolica di Milano. Nel 1952 si trasferisce a Roma dove lavora come grafico e illustratore. Nel 1954 vince il concorso per l’ammissione al Centro Sperimentale di Cinematografia, dove gli viene elargita una borsa di studio. Nel 1956 si diploma in architettura scenica ed ottiene il Ciak d’Oro dalla Presidenza del Consiglio. Fino al 1960 lavora come architetto scenografo a Cinecittà. Nel 1958 riprende la mai trascurata attività di pittore, iniziando una regolare attività espositiva. Fino agli anni ’70 si dedica anche al mosaico, all’affresco e alla vetrata istoriata, in Italia e all’estero, in edifici pubblici e privati, collaborando con importanti architetti romani. Nel 1960 inizia la collaborazione con Sam Swartz della Guldhall Gallery di Chicago. L’anno successivo si reca per qualche tempo negli Stati Uniti, dove studia la pittura del Realismo Americano. Influenti si rivelano i viaggi che effettua in Russia: a Mosca, dove opera nell’edificio dell’Istituto per il Commercio, e Susdal, nei monasteri copti dove si restaurano le antiche icone. Nel 1981 inizia una lunga collaborazione con la Galleria Forni di Bologna con la quale espone in Italia e all’estero. Più di cento le mostre personali, tra cui: l’esposizione al Grand Palais di Parigi, alla Galleria Steltman di Amsterdam, alla Galleria Solomon di Londra, alla Galleria Prom di Monaco di Baviera. Partecipa ad Arco a Madrid, alla London Fair, all’ICAF di Los Angeles, espone al Museo Le Foret di Tokio, alla grande mostra “Die Kraft Der BIlder” alla Martin – Gropius – Bau di Berlino, al Panorama Museum di Bad Frankenhausen, vicino a Lipsia. Importante si rivela anche la sua collaborazione con la giapponese Galleria Tamenaga, con la quale espone a Tokio, Osaka, Kyoto, Parigi e New York. Nel 1999 è presente alla prima mostra di pittura italiana a Shangai. Dal 1968 al 1992 è stato titolare di Cattedra presso l’Accademia di Belle Arti di Roma dove vive e lavora. Dal 2007 Giorgio Scalco collabora con la Galleria d’Arte Nino Sindoni di Asiago.
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GIOVANNI SOCCOL
CLAUDIO SPOLETINI
Giovanni Soccol è nato a Venezia nel 1938. Inizia a dipingere nei primi anni ’50, partecipando alle mostre collettive della Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia. Frequenta in quegli anni gli studi dei pittori Ilse Bernheimer, Gennaro Favai e Guido Cadorin. Nel 1956 si iscrive alla Scuola libera del nudo presso L’Accademia di Belle Arti di Venezia. Nel 1967 si laurea in Architettura con Carlo Scarpa. Nel 1969 è chiamato all’Accademia di Belle Arti di Venezia ad insegnare Arredo Scenico. Da quella data ha inizio un lungo sodalizio con Mario Deluigi, al quale succede nel 1974 alla Cattedra di Scenografia presso la medesima Accademia, cattedra che terrà fino al ’97. Durante gli anni ’70 Soccol si dedica, oltre che alla pittura, anche all’architettura di interni ed alla scenografia, sia per il teatro che per il cinema, vivendo tra Venezia, Roma e Parigi. Importante in quel periodo il rapporto con il pittore francese Léon Gischia. Dopo la mostra antologica dedicatagli nel 1986 dal Palazzo dei Diamanti di Ferrara, decidedi concentrarsi unicamente sulla pittura. A una prima ricerca nel campo dell’astrazione geometrica, seguono cicli pittorici le cui tematiche si arricchiscono di motivi simbolico-figurativi; con le Petroliere (1994-1999) e le più recenti Battigie e Maree (2000-2013) il motivo realistico è ormai pretesto formale per una ridefinizione della superficie pittorica e della forma-colore.
Claudio Spoletini è nato a Roma nel 1949. Dopo aver compiuto studi classici, ha frequentato la Facoltà di Lingue e Letterature straniere presso l’Università La Sapienza di Roma. La sua attività espositiva ha inizio nel 1982, anno in cui segue anche i corsi della Scuola dell’Arte della Medaglia presso il Poligrafico e Zecca dello Stato. Negli stessi anni partecipa ai workshop di fotografia tenuti presso la Galleria Rondanini di Roma, entrando in contatto con i maggiori fotografi italiani e con giovani professionisti romani. Nel 1990, insieme ad altri artisti e scrittori, è tra i soci fondatori di KR 991, rivista quadrimestrale di testi e immagini (Edizioni Datanews), che cesserà le pubblicazioni nel ’96. L’incontro con Gabriele Perretta, che negli Anni ’90 teorizzava il Medialismo, lo inserisce in una serie di mostre collettive che si terranno per oltre un decennio in spazi pubblici e privati. Nel frattempo l’artista inizia la collaborazione con la Galleria Romberg di Latina e con Paolo Tonin di Torino, lavorando con la tecnica dell’olio sul tema delle architetture fantastiche: ne nascono le mostre del 1996 a Torino e del 2001 a Latina (Finis terrae, testi in catalogo di G. Perretta e G. Marziani). Spoletini colleziona giocattoli di latta e da molto tempo li inserisce nelle sue fotografie, dove realizza piccoli set in cui l’uso di un grandangolo molto spinto consente di mettere in relazione spaziale il piccolo oggetto con la vastità del paesaggio. La prima mostra di questi lavori è tenuta da Paolo Tonin (Photoplay, 1998), con un testo in catalogo di Raffaele Gavarro. A partire dal 2002 inizia un nuovo ciclo pittorico in cui accosta alla rappresentazione di fabbriche, quasi sempre monocromatiche, i suoi giocattoli, dipinti con le colorazioni originarie. Partecipa alla prima edizione del Premio Celeste (2004), risultando tra gli artisti finalisti e nel 2005 espone il ciclo Fabbricato in Italia alla Galleria Romberg (Latina), con la pubblicazione di un catalogo contenente un testo critico di Luca Beatrice e scritti di Ascanio Celestini. Sempre con la Romberg, nella sede di Roma, presenterà la seconda mostra di Fabbricato in Italia, nella primavera del 2008 e, in collaborazione con la stessa Galleria, a Palazzo Valentini, sede della Provincia di Roma (autunno 2009). Espone anche in importanti rassegne collettive all’estero (Repubblica Slovacca, Parigi, Lituania e Istituto Italiano di Pechino). Nel 2010 torna a Torino nella Galleria di Paolo Tonin (Un mondo fantastico, testo in catalogo di Raffaele Gavarro) e l’anno successivo a Bruxelles (Istituto Italiano di cultura) con la mostra Ceci n’est pas une usine, curata sempre dalla Galleria Tonin (testo di Valerio Dehò). La recente personale Il Collezionista nella galleria Romberg di Latina, presentata da Alessandro Trabucco (autunno 2012), segue la collettiva di fotografia 7 ways of seeing, sempre a cura Galleria Romberg/Trabucco, a Palazzo Zenobio (Venezia). Il 2013 inizia con la mostra a tre nomi (De Filippi, Gagliardino, Spoletini) Il mare fuori le Mura, presso l’Oratorio de’ Disciplinanti a Finale Ligure (SV). Vive e lavora a Roma e a Giuliano di Roma (FR).
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ERNESTO TERLIZZI
FRANCESCA TULLI
Ernesto Terlizzi è nato ad Angri (SA) nel 1949. Ha studiato al liceo Artistico e all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Tra le numerose Mostre personali ricordiamo le più recenti, nel 2001 espone al Pagea Art di Angri (SA); nel 2004 presso il Centro Sociale di San Valentino Torio (SA); nel 2006 con l’Associazione Culturale “Numero 9” di Napoli; e al Convento dei Frati Baronissi di Salerno; nel 2010 una sua personale è presentata alla Galleria Consorti di Roma e al Punto Einaudi di Salerno; Negli ultimi anni due importanti personali sono dedicate all’artista al “Museo d’Arte Contemporanea Gazoldo Degli Ippoliti di Mantova (2012) e alla Galleria del Carbone di Ferrara (2013). Ernesto Terlizzi è stato invitato ad esporre nei più importanti premi italiani quali il “Premio Michetti” di Francavilla al Mare (Chieti) (1978, 1982, 1983 e 2010); il “Premio Termoli” (1991 Esaedro); il “Premio Sulmona” (2006 e 2009). Numerose le sue presenze in importanti collettive: 2010 Diorama Italiano, Francavilla al Mare (CH); Protagonisti del contemporaneo: 6ª giornata del contemporaneo Fondazione Michetti Ex Aurum, Pescara; 2011 “54ª Biennale d’Arte di Venezia Padiglione Italia Campania” Ex Tabacchificio Centola Pontecagnano (SA); Dialoghi con la geometria, Stella in Arte. Stella Cilento (SA); Latina contemporanea 7ª giornata del contemporaneo Galleria Civica d’arte contemporanea, Latina; 150 Artisti per l’Unità d’Italia, “Vertigo Arte” Galleria Nazionale Cosenza; “Soldi d’Artista” Spazio Tadini Milano; 2013 Angeli Contemporanei Galleria del Carbone Ferrara; Un Mosaico per Tornareccio (Tornareccio-Chieti).Dal 2000 poi, si è reso anche promotore di alcuni progetti di arte visiva invitando numerosi intellettuali ed artisti italiani ed internazionali su tematiche del nostro territorio tra cui si segnalano; 2001 “Una luce per Sarno” con mostra itinerante in strutture pubbliche italiane sul dissesto idrogeologico del nostro territorio Palazzo Doria Angri; Palazzo Racani-Arroni, Spoleto, Palazzo degli Antichi Forni Macerata ed Antichi Arsenali della Repubblica, Amalfi; 2004 “Fuori dall’Acqua” mostra sul “Mito e il Mediterraneo” con collocazione permanente presso il Convento di San Bernardino Amantea Cosenza; 2005 “Tensioni e Riflessi del Sangro” mostra d’arte contemporanea sul fiume Sangro con omaggio dedicato allo scultore del ’900 Giò Pomodoro. Rassegna collocata in modo permanente nelle sale di Palazzo Ferri Atessa (CH). Sue opere sono inserite in numerose collezioni pubbliche permanenti tra cui: Museo d’Arte Moderna, Durazzo Albania; Museo d’Arte Contemporanea, Ripe San Ginesio, Macerata; Pinacoteca d’Arte Contemporanea Latina; Consolato Venezuelano di Napoli; Pinacoteca e Musei Comunali, Macerata; FRAC Prima collezione permanente, Baronissi, Salerno; Pinacoteca Comunale, Termoli; Museo delle generazioni italiane del ’900, Pieve di Cento, Bologna; MUMI Museo Michetti, Francavilla al Mare (CH), CAM Casoria Contemporary Art Mueum Napoli; Museo d’Arte Contemporanea, Gazoldo degli Ippoliti, Mantova.
Francesca Tulli è nata a Roma dove vive e lavora. La sua attività artistica si sviluppa sia nel campo della pittura che della scultura. Mostre Selezionate - Personali: 2011 – Vis a Vis Tulli / Ivanchevich Centro Culturale Borges, Buenos Aires. 2010 – Francesca Tulli VerArte, Roma. 2009 – Francesca Tulli “Bronzi” LipanjePuntin Arte contemporanea, Trieste. 2008 – Francesca Tulli Galleria Maniero / Interno Ventidue Arte Contemporanea , Roma. 2005 – Points of view Sede Dante Alighieri , Boston. 2004 – Two For Tango Tulli / Palosuo, Galleria Uusitalo, Helsinki. 2002 – Orizzonti relativi Galerie Binz & Krämer, Colonia. 2001 – Storie Trasversali Galleria Maniero, Roma. Collettive: 2012 – XLV Premio Vasto Scuderie di Palazzo di Aragona, Vasto; Altrove, Luogo o Poesia Catania Art Gallery, Catania. 2011 – 54ª Biennale di Venezia, Padiglione Italia, Lazio Palazzo Venezia, Roma; Progetto Scultura Castel Sismondo, Rimini. 2010 – Il Circuito dell’Arte Museo Pietro Canonica, Roma; Matt Dive Gold Smith & Hall Gallery, Sydney. 2009 – Contemplazioni Castel Sismondo, Rimini; Premio Fabbri per L’arte, Villa delle Rose Mambo, Bologna. 2008 – L’energia della materia, Casa Italia, Pechino. 2007 – XVI Triennale d’Arte Sacra Palazzo Piccolomini, Celano. 2005 – Figure, Archivio Centrale dello Stato, Roma. 2004 – Arte Italiana per il XXI secolo, Ministero degli Affari Esteri, Roma. 2002 – Sguardo trasversale, Museo Civico, Colonia; Una Babele postmoderna, Palazzo Pigorini , Parma; 53° Premio Michetti “La città e le nuvole” Museo Michetti, Francavilla a Mare. 2001 – Cantieri Romani, Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma. 1999 – La pittura ritrovata 1978/1998, Museo del Risorgimento, Roma. 1996 – Quadriennale di Roma, Palazzo delle Esposizioni, Roma.
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Un Mosaico per Tornareccio - Biografie
FERNANDO ZUCCHI Fernando Zucchi è nato a Roma 1969, dove vive e lavora. Dopo il diploma in pittura presso l’Accademia di Belle Arti, ottiene quello di tessitura alla Scuola d’Arti Ornamentali S.Giacomo di Roma. Nel 1993 vince una borsa di studio del progetto Erasmus si perfeziona presso l’università de Bellas Artes di Granada nelle discipline plastiche, video arte e psicologia dell’immagine. Mostre Personali: 2013 – “Area di Gioco” galleria GiaMaArt Studio Vitulano (BN) 2012 – Stefania Mileto / Fernando Zucchi - Scoppia la coppia, Palazzo Zenobio - Collegio Armeno,Venezia. 2010 – “Acqua” – Metamorfosi di luce e forme della conoscenza – Banca Carige, Roma. 2009 – “La sensibilità dell’orizzonte” , Dora Diamanti Arte Contemporanea, Roma 2005 – “Tutta un’altra storia”, Studio d’Arte Fedele, Monopoli; 2004 – “www.Piziarte.net”, Piziarte, Teramo; 1999 – “Waiting”, Galleria Romberg Arte Contemporanea, Latina; 1996 – “L’Opera nel tempo di privazione”, Castello di Carlo V, Lecce; 1993 – “Hipotesis Italiana”, Palacio De Los Condes De Cabia, Granada, Spagna; Mostre Collettive: 2012 – Cutlog mostra mercato, Bourse de Commerce Parigi, Romberg arte contemporanea Latina; “Percorsi di figurazione oggi” Premio Vasto, Scuderie di Palazzo Aragona, Vasto; “Sweet home” Galleria Piziarte Teramo; Arte Accessibile, mostra mercato Milano, GiaMaArt studio Arte Contemporanea Vitulano (BN); 2011 – Arte Padova, Mostra mercato d’arte Contemporanea, GiaMaArt studio Arte Contemporanea, Vitulano (Bn); “Tamburo di latta”, Romberg Arte Contemporanea, Latina; “Linkolors. Pictures/Images”, Complesso Monumentale di San Francesco, Giffoni Valle Piana (SA); “A Dora”, Dora Diamanti Arte Contemporanea, Roma. 2010 – “Tratti tangenti”, GiaMaArt studio, Vitulano (BN) 2009 – “Sweet home” Galleria Piziarte Teramo.
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Mostra Personale di Stefano Di Stasio Vincitore I Premio Edizione 2012
Un Mosaico per Tornareccio – Personale di Stefano Di Stasio
Stefano Di Stasio, Alle stelle, 2011, olio su tela, 40 x 30 cm
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Un Mosaico per Tornareccio – Personale di Stefano Di Stasio
Libero io, liberi tutti Piergiorgio Greco dialoga con Stefano Di Stasio Vincitore della VII edizione Elsa Betti
Libero io, liberi tutti. Stefano Di Stasio si fa una ghiotta risata quando provo a riassumere il suo modo di intendere l’arte quasi al termine della nostra chiacchierata: è un artista libero, Di Stasio. Libero di raccontare se stesso e il suo inconscio. E suggerisce altrettanta libertà a quanti si imbattono nelle sue opere, come “In volo”, il bozzetto che nel 2012 ha ottenuto più consensi dalle giurie di Un Mosaico per Tornareccio: vedeteci quello che più ritenete opportuno, dice convinto, non c’è nessun problema. In questo incontro di libertà, l’arte si riappropria della sua funzione di trascinare la realtà verso un significato infinito, più grande, più alto. E di questa missione, Di Stasio si fa cantore affascinante. Chi è Stefano Di Stasio? Sono persona destinata in qualche modo alle arti fin da ragazzino, cresciuto in un ambiente dove mio padre e mia zia erano cantanti lirici e dipingevano, e la musica non mancava mai a casa mia.A cinque, sei anni già disegnavo copiando figure da quadri antichi e da libri. Di fatto, non ho avuto tempo per decidere: mi sono ritrovato nell’arte. La mia famiglia era povera, e questo in qualche modo ha anche influito nella mia scarsa inclinazione a fare il manager! Inoltre, mia nonna era di Lanciano: da bambino andavo spesso lì, e giravo le vostre splendide montagne. Nel mio modo di essere, quindi, c’è anche la montagna abruzzese, quel suo senso di solitudine, e anche questo mondo rimasto attaccato alla cultura preindustriale, o per lo meno così lo percepivo io.A Spoleto, dove oggi vivo dividendomi con Roma, ritrovo proprio quell’Abruzzo. Nelle mie visioni, infine, non manca Napoli e il Vesuvio e, naturalmente il centro di Roma, dove ho vissuto per 60 anni, con il suo magico barocco. Che cos’è l’arte per Stefano Di Stasio? Sicuramente un grande sentimento e una passione personale, destati anche dalla musica, ma più precisamente credo sia quella cosa che, quando c’è veramente, nessuno sa che è arte. Rimango convinto che l’arte c’è stata nel periodo che va da Giotto a Picasso: noi che veniamo dopo, siamo filosofi dell’arte, riflettiamo sull’arte, mentre l’arte vera era un’esperienza possibile quando era mestiere; la riflessione, come la hegeliana civetta di Minerva, arriva dopo. Tutti i pittori a pagamento per conto di Chiesa e Principi dipingevano contenuti connessi con lo sviluppo culturale della società. La produzione artistica, in altri termini, avveniva come nel famoso esempio di Marx, secondo il quale l’artista produce opere come il baco produce la seta, come fatto naturale, inconsapevolmente: gli artisti vivevano questa esperienza come mestiere necessario alla società. Quell’epoca è finita: noi riflettiamo sull’arte. Oggi assistiamo ad una perdita del centro e, contestualmente, a tentativi di riappropriazione personale di una cosa che non è più quella originale. Io, come tanti della mia generazione, provengo dall’Avanguardia estrema, con la teorizzazione del “grado zero” che aveva riguardato tutta l’arte: tutto quello che c’era da dire era stato detto. Così, ci è toccato reinventare, senza “autorizzazione”, una tecnica, un mestiere, come avventura fuori del tempo, constatato che il tempo del progresso artistico si era esaurito. Abbiamo assistito alla morte dell’arte, divenuta non più necessità spirituale e collettiva, ma un sovrappiù, un residuo di cui si è facilmente appropriato il mercato e, nel mio caso, un gioco solitario al di fuori del tempo. In questo senso, coloro che, come me, hanno affrontato una re-invenzione della pittura classica, erano stati definiti “Anacronisti”, senza tempo. La mia avventura, in questa direzione, iniziò con la tela “Autoritratto”, del 1978, che fece molto scalpore: decisi di dipingere a olio, su una tela alta due metri e trenta. Già questo, di per sé, era un gesto scandaloso, perché si trattava di una tecnica antiquata. Ma ovviamente era il contenuto a far parlare: io seduto al pianoforte, con i pantaloni aperti, il sesso di fuori di colore blu, in un contesto ottocentesco. L’opera fu esposta nella Galleria “La Stanza”, autogestita, nel contesto di una installazione che coinvolgeva tutto lo spazio, ma la grande novità fu il grande quadro al muro. Fu la svolta.
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Un Mosaico per Tornareccio – Personale di Stefano Di Stasio
Cosa racconta Stefano Di Stasio nei suoi quadri? Chi sono i protagonisti? Parlo del mio immaginario. La pittura mi è servita per riattivare figure dell’inconscio: non c’è un vero e proprio messaggio, ma considero figure, persone, oggetti e paesaggi come elementi astratti. Per questo, racconto un qualcosa che non conosco così bene nemmeno io. C’è il surrealismo e c’è la metafisica, ma soprattutto c’è la mia libertà di pensare e dipingere quello che voglio, a differenza della pittura su commissione con la sua funzione sociale. Oggi mi tengo gelosamente stretta la mia libertà. Se la tecnica è antica, di fatto il racconto è personalissimo. I miei personaggi sono inventati di sana pianta. A volte, scherzando dico che ci vorrebbe uno psicanalista per interpretarli! Nei miei quadri c’è spesso la mia immagine, e l’imitazione delle cose che si vedono nella realtà, ma come trasportati in una dimensione “sospesa”, extratemporale. Quali pittori antichi predilige? Un po’ tutti quelli del Cinquecento, del Seicento e del Settecento, quando la pittura arrivò al massimo sviluppo. Adoro la scuola veneziana, Tiziano, Rembrandt, Rubens. Mi piacciono i grandi coloristi, i pittori di tocco, ma amo infinitamente anche i “minori” di quelle epoche, testimoni del meraviglioso mestiere della pittura. Lei, dunque, parla di sé e del suo inconscio: sono quadri senza messaggi? Ne portano di messaggi, ne sono sicuro, ma io non voglio influire su chi guarda. Io credo nell’intuizione: se ci lasciamo andare al profondo, alle immagini che vengono da quel mondo pre-razionale, chiamato dalla psicoanalisi “inconscio”, ma che è soprattutto il territorio dove nasce la poesia e l’arte, allora le mie opere possono parlare a tutti. Libero io, liberi tutti... Esatto! Forse questa è la funzione della nostra arte, ed è un valore sacrosanto. Oggi purtroppo al posto del Principe c’è il mercato, e non sarebbe niente di male, se questo venisse a commercializzare l’opera “dopo” la sua produzione; a me sembra, invece, che sempre più spesso è il mercato stesso a determinare cosa si deve fare e cosa no… cosa serve alla circolazione globale… Chi c’è dietro il “mercato”? Il mercato è un’operazione finanziaria dei grandi galleristi del mondo, soprattutto americani, legati a interessi finanziari che poco hanno a che fare con l’arte ma che, anzi, usano l’arte come gioco, come scambio. È un po’ la logica dello star system: c’è qualcuno che decide a priori chi deve stare dentro e chi fuori. Io mi sono trovato a starne fuori, anche perché non sarei “utile” alla catena di montaggio, visto che per stare al passo dovrei produrre il quintuplo di quanto faccio oggi. Quante opere realizza in un anno? Si potrebbe pensare che io dipinga lentamente, ma non è vero: certamente non ho lo stacanovismo di chi produce dalla mattina alla sera, e in me permane un po’ la pigrizia napoletana... Diciamo circa venti, trenta quadri. Stefano Di Stasio, Canzone, 2011, olio su tela, 100 x 70 cm
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Un Mosaico per Tornareccio – Personale di Stefano Di Stasio
Oltre all’Autoritratto di cui abbiamo parlato, ci sono altre sue opere che lei reputa importanti? Perché? Alla Biennale dell’84 proposi “Le strade di Edipo”: si tratta di un bel groviglio, a metà tra vissuto personale e racconto mitologico, che ho tirato fuori girando attorno al Mito di Edipo. Di fatto, è un’opera che ha a
Stefano Di Stasio, Sconcerto, 2011, olio su tela, 40 x 30 cm
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Un Mosaico per Tornareccio – Personale di Stefano Di Stasio
che fare con il mio Complesso di Edipo: mi ricordo che dipinsi la Sfinge e, senza volerlo, aveva le fattezze di mia madre! Nel ’91 poi dipinsi “Dialogo sotterraneo”, un’opera sempre di grandi misure che inaugurò un periodo di particolare immaginazione, fatta di sotterranei, tubi, acqua, cantine... Immagini inquietanti che parlavano di un andare a fondo nelle nostre parti nascoste.
Stefano Di Stasio, Prima del suono, 2011, olio su tela, 40 x 30 cm
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Un Mosaico per Tornareccio – Personale di Stefano Di Stasio
Quali gli incontri importanti della sua carriera? Tra i tanti, sicuramente quelli con Plinio De Martiis, della galleria Tartaruga di Roma, con il critico Maurizio Calvesi e con Fabio Sargentini, della galleria Attico, sempre della capitale. Grandi protagonisti della precedente cultura dell’Avanguardia, si sono interessati a me credendo nella mia visione, in un periodo in cui era facile cadere nell’equivoco di un ritorno alla tradizione come fatto perbenistico. Loro hanno capito il senso del mio ritorno alla pittura, nato dalle ceneri dell’Avanguardia. Io ero pienamente dentro una considerazione filosofica della morte dell’arte, a differenza di quegli autori che hanno sempre dipinto, indifferenti o lontani dall’esperienza dell’avanguardia. La mia era una scelta radicale: venivo dallo zero e ritornavo alla pittura totale, alla piena riappropriazione dell’antica “Mimesi”, un paradosso nel seno della contemporaneità. Come nasce e cosa racconta “In volo”, l’opera che ha vinto l’edizione 2012 di Un Mosaico per Tornareccio? Anche questo quadro fa parte del mio percorso immaginifico, e si inserisce in una serie di quattro opere raffiguranti uomini che volano, ognuno con una sua particolarità. In qualche modo parla di un legame con il soprannaturale, testimoniato dalla scala. Mi è stato suggerito pensando all’ape che vola, un simbolo di Tornareccio: come quella scala, l’ape vola nel cielo. Ci descriva le opere in esposizione quest’anno a Tornareccio. Sono sei quadri che figuravano in una personale del 2011, presso “Art’s Events” di Torrecuso, nel Beneventano: è un piccolo ciclo dedicato ai Musici. In “Alle stelle” invento uno strano corno, per un concerto alle stelle, mentre “Prima del suono” parla dell’impossibilità di suonare. “Sconcerto” è quello più drammatico, come dice anche il nome, grazie a una freccia conficcata nel violoncello. “Variazione” è la fantasia più lieta: la ragazza suona il violino in modo impossibile, ma il suo volto non è turbato. Questo vuol dire che l’impossibile è possibile, e in qualche modo dobbiamo sperarlo. Se ci fermiamo al possibile è la fine: dobbiamo aspirare all’impossibile! Del resto, la realtà così com’è non basta, l’arte stessa tende all’assoluto. In questo senso, non nascondo mai la mia idea romantica dell’arte: un sogno che trascina la realtà verso mete più alte. “Canzone”, anche con il Vesuvio, è un chiaro ricordo di Napoli: ci sono periodi che mi scoppia dentro la canzone napoletana, a testimonianza di un ricordo che persiste. Ho proprio una Napoli interiore... I tre suonatori ricordano i posteggiatori, a volte stonati e con strumentini sgangherati, figure autentiche che narrano lo spirito vero della canzone napoletana, essenzialmente popolare. Infine, “Trame d’amore”: il quadro è molto vicino a “Dialogo sotterraeno” di cui abbiamo parlato prima, con la ruota, il tubo, l’acqua, le cantine, il sotterraneo, e con i sentimenti primari del sesso e dell’amore. In breve, anche qui gioco con l’immaginazione. Che ne pensa di iniziative culturali come Un Mosaico per Tornareccio? Ne penso non bene, ma benissimo! Sono un gioco fuori dal mercato, manifestazioni pure fatte per puro amore dell’arte, del gesto intenso che parla d’arte. Stefano Di Stasio, Variazione, 2011, olio su tela, 40 x 30 cm
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Un Mosaico per Tornareccio – Personale di Stefano Di Stasio
Stefano Di Stasio, Trame d’amore, 2011, olio su tela, 100 x 70 cm
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Un Mosaico per Tornareccio – Personale di Stefano Di Stasio
STEFANO DI STASIO (Napoli, 1948)
Stefano Di Stasio nasce a Napoli nel 1948 ,vive a Roma dal 1950. Tra le mostre personali si ricordano: Gall. La Stanza, Roma 1978; Gall.la Tartaruga , Roma 1980; Sala personale alla XLI Biennale di Venezia 1984; Gall. La Nuova pesa,Roma 1986 e1991; Gall. AAM Roma 1992; Gall L’Attico, Roma 1994; Sala personale alla XLVI Biennale di Venezia 1995; Gall. il Polittico, Roma; Gall. Art’s Events, Benevento e Gall. Ambrosino, Miami USA, 1997; Museo laboratorio Università la Sapienza, Roma 1999; Gall. Allori, Figline Valdarno 2000; Gall.L’attico Roma, 2002; Gall. Del Tasso, Bergamo 2004; Mairie du 5° arrondissement, Parigi 2007; Gall. Aniello Placido, Parigi 2007; “studio Vigato”, Alessandria 2008; Oltre il trompe l’oeil Gall. L’Attico Roma, 2009. L’Inattuale ChiesaMuseo di S. Francesco, Corciano (PG); Notizie dall’altrove Gall. Art’s Events, Benevento 2011; Stefano Di Stasio Gall. Andrea Arte , Vicenza 2011. Tra il 2001 e il 2004 realizza un intero ciclo pittorico su storie Francescane, per la nuova chiesa di Terni, S. Maria della Pace, progettata da Paolo Portoghesi. Nel 2010 realizza un trittico sulla figura di Don Bosco per l’antica chiesa di San Francesco, ancora a Terni. Numerose le collettive si susseguono negli anni ’80, tra queste ricordiamo: Gall. La Tartaruga Roma; Aperto 82 XL biennale di Venezia 82; Il Tempo dell’Immagine Spello; Anniottanta Gall. Arte moderna Bologna; Hirshhorn Museum Washington DC USA; VI Biennale di Sidney Australia. Dal 1990 al 2000 Di Stasio partecipa alla XI Quadriennale Roma. Trenta anni di avanguardie romane Palacongressi Roma, a Roma 1992 Gall. Daverio Milano, a Profili XII Quadriennale Roma, a Giganti l’Attico Roma 1995; a La Citazione Belluno/Cortina museo civico; alla Ottava Biennale d’arte Sacra di S. Gabriele, Teramo; a La pittura ritrovata presso il Museo del Risorgimento Roma. Nel nuovo secolo Di Stasio è presente nel 2000 in: Proiezioni 2000 XIII Quadriennale Roma, Bandiere Rosse Gall. L’Attico Roma, IX Biennale d’arte sacra di S. Gabriele Teramo, Cross Roads La collezione Tonelli Castello Colonna Genazzano.Tra 2001 e 2004 espone in: Novecento Scuderie del Quirinale Roma, Artisti italiani del XX secolo Ministero degli Esteri Roma, Between Earth and Heaven Museum of Modern Art, Oostende; La famiglia nell’arte Museo del Corso Roma, La collezione Cerasi Chiostro del Bramante Roma, Triangolino The
italian connection The Riverbank Arts Center Newbridge Ireland, Per amore complesso di Santa Sofia Salerno, Riflessi nell’arte Mole Vanvitelliana Ancona, Mikado venti anni di cinema e arte Chiostro del Bramante Roma, I misteri di Roma GNAM Roma, Roma colleziona American Accademy Roma, L’arte dei ciliegi/ per Cechov casa delle culture Cosenza, Oraziana 2004 museo oraziano Licenza, Il fascino indiscreto della pittura Gall. Maniero Roma. Numerose anche le collettive degli ultimi anni: nel 2005 ricordiamo Un secolo di arte italiana/ la collezione Feierabend MART Rovereto, Forza motrice officine Trambus Roma, Chiaroscuro Gall. Flowers Londra, L’Umbria del cuore chiesa-museo di S. Francesco Corciano, Jean Cocteau fondazione Magnani Rocca Parma, Strade di Roma villa Poniatowsky Roma. Nel 2006 partecipa al 57° Premio Michetti ed è vincitore del premio-acquisto Fondazione Michetti, Francavilla al Mare (CH). Nel 2007 espone in Interni romani Auditorium parco della musica Roma, Quindici gallerie quindici artisti Forte Belvedere Firenze, Arte italiana 19682007, la Pittura Palazzo Reale Milano. Nel 2008 a Roma espone in Colori di Roma Auditorium Parco della Musica, La nave dei folli Studio Angeletti. L’anno successivo è presente in Donne di Roma Auditorium Parco della Musica Roma, Mitografie Museo Bilotti Roma, Contemplazioni Rocca Malatestiana e Palazzo del Podestà Rimini. Nel 2010 esegue un dipinto murale negli uffici della Sovrintendenza ai Beni Culturali di Roma a Palazzetto Venezia e partecipa a 5 x 25 (25 anni con La Nuova Pesa) primo ciclo Galleria La Nuova Pesa, Roma. Nel 2011 è al Padiglione Italia, 54ª Biennale di Venezia. Nel 2012 partecipa a Il Pittore Glorioso Ulisse Gallery, Roma e a Linee 1980 nel 2012 Galleria Maria Grazia Del Prete a Roma.
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Mosaici realizzati dal 2006 al 2013
Un Mosaico per Tornareccio
Vieni piano piano Paradiso!
Vieni piano piano Paradiso! Labbra inesperte di te timidamente suggono i tuoi gelsomini, come l’ape stremata che giunge tardi al fiore, ronza intorno alla sua stanza, conta il nettare, entra, e si perde tra i profumi.
Emily Dickinson
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Un Mosaico per Tornareccio
Gino Severini (Cortona, 1883 – Parigi 1966) Testa maschile, Roma, 1938, mosaico, cm 61x75 (copia dall’originale autorizzata da Romana Severini)
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Un Mosaico per Tornareccio
Michele Cascella (Ortona 1892 – Milano 1989) Omaggio all’artista, 2010, mosaico, cm 70x100, (autorizzazione di Pierpaolo Cimatti, esclusivista del Maestro)
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Un Mosaico per Tornareccio
Carlo Mattioli (Modena 1911- Parma 1994) Primavera, 2010 mosaico, cm 100x70, (autorizzazione di Marcella Mattioli, figlia dell’Artista)
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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2006
Aligi Sassu (Milano 1912 - Pollensa/Baleari 2000) Il cavallo rosso, 1988, mosaico, cm 100x100 (donazione coniugi Alfredo e Teresita Paglione)
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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2006
Jessica Carroll Visione a mosaico, 2006, mosaico, cm 100x100 (donazione coniugi Alfredo e Teresita Paglione)
JosĂŠ Ortega (Arroba de los Montes 1921 - Parigi 1990) Nocturno, 1989, mosaico, cm 88x100 (donazione coniugi Alfredo e Teresita Paglione)
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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2007
Morena Antonucci, I lupi di Maya, 2006 mosaico, cm 100x100, (donazione Fiorentino D’Ippolito)
Robert Carroll, Bees and dolphins at Tornareccio, 2006 mosaico, cm 100x100, (donazione Apicoltori di Tornareccio)
Carlo Cattaneo, Paesaggio, 2006, mosaico, cm 100x100, (donazione Comunità Montana Val Sangro)
Franco Mulas, Schegge, 2006, mosaico, cm 100x100, (donazione Leonardo Costantini)
Romano Notari, Di fiore in fiore, tornar e ritornar… amore, 2006 mosaico, cm 100x100, (donazione Michele Giacci)
Ruggero Savinio, L’età dell’oro, 2006 mosaico, cm 100x100, (donazione coniugi Alfredo e Teresita Paglione) 76
Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2007
Ennio Calabria Desiderio di ponti, 2006 tecnica mista su cartoncino, cm 40x40 Vincitore I edizione 2006
Ennio Calabria, Desiderio di ponti, 2006 mosaico, cm 100x100 (donazione Comune di Tornareccio)
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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2008
Bruno Caruso, Medusa, 2007 mosaico, cm 100x100, (donazione Sintesis s.r.l. - Atessa)
Bruno Ceccobelli, A-pie, 2007 mosaico, cm 100x100, (donazione Banca di Credito Cooperativo Sangro Teatina di Atessa)
Graziella Marchi, L’incontro, 2007 mosaico, cm 100x100, (donazione coniugi Alfredo e Teresita Paglione)
Matias Quetglas, La Venus de la miel, 2007 mosaico, cm 100x100, (donazione Antonello Porfilio)
Lucio Trojano, Tornareccio forte e gentile, 2007 mosaico, cm 100x100, (donazione Michele Giacci)
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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2008
Giuseppe Modica La luce e le api, 2007 tecnica mista, cm 40x40 Vincitore II edizione 2007
Giuseppe Modica La luce e le api, 2007 mosaico, cm 100x100 (donazione Comune di Tornareccio)
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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2009
Pierluigi Abbondanza, Senza titolo, 2008 mosaico, cm 100x100, (donazione Fernando Fioriti)
Alessandro Busci, Trabocco, 2008 mosaico, cm 100x100 (donazione Nicola Santovito,per la figlia Maria Chiara)
Jacopo Cascella, Il grande fiore, 2008 mosaico, cm 100x100 (donazione Camera di Commercio Chieti)
Omar Galliani, Kumarakom, (India 2007/2008) mosaico, cm 100x100, (donazione Nino Iezzi, in onore di una persona cara)
Piero Guccione, Orchidea e ibisco sul cielo azzurro, 2008 mosaico, cm 100x100 (donazione Alfredo Paglione, per ricordare la moglie Teresita)
Antonio Maya, Aves migratorios, 2008 mosaico, cm 100x100 (donazione Fondazione Carichieti)
Fujio Nishida, Ginestre, 2008 mosaico, cm 100x100 (donazione Banca di Credito Cooperativo Sangro Teatina di Atessa)
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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2009
Sergio Ippoliti Luna di miele a Tornareccio, 2008 tempera, cm 40x40 Vincitore III edizione 2008
Sergio Ippoliti Luna di miele a Tornareccio, 2008 mosaico, cm 100x100 (donazione Comune di Tornareccio)
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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2010
Aurelio Bulzatti, Meditante, 2009 mosaico, cm 100x100, (donazione Fondazione Carichieti)
Paola Campidelli, Camelia japonica, 2009 mosaico, cm 100x100 (donazione Banca di Credito Cooperativo Sangro Teatina di Atessa)
Riccardo Licata, Senza titolo mosaico, cm 100x100 (donazione coniugi Nicola Berardi e Maria Giovanna Maturo)
Gino Marotta, La rosa sibillina, 2009 mosaico, cm 100x100, (donazione Afredo Paglione) Opera destinata dal Comune di Tornareccio al Comune di Poggio Picenze (AQ) in segno di solidarietĂ per il terremoto del 2009
Matteo Massagrande, Ronzio, 2009 mosaico, cm 100x100, (donazione Filsiva s.r.l. Casoli)
Sergio Zanni, L’apicultore, 2009 mosaico, cm 100x100 (donazione Nicola Santovito per la figlia Mara) 82
Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2010
Adelchi Riccardo Mantovani Cuore di cera, 2009 acrilico su carta, cm 40x40 Vincitore IV edizione 2009
Adelchi Riccardo Mantovani Cuore di cera, 2009 mosaico, cm 100x100 (donazione Comune di Tornareccio)
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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2011
Michele Cossyro, L’ape santa, 2010 mosaico, cm 100x100, (donazione Nicola Santovito per Donato e Camilla)
Giosetta Fioroni, Un teatrino per un’ape di Tornareccio, 2010 mosaico, cm 100x100, (donazione Alfredo Paglione)
Giorgio Galli, Di rose selvatiche di miele impregnate, 2010 mosaico, cm 100x100, (donazione Nicola Falcocchio e Francesco Iannone)
Alessandra Giovannoni, Giardini segreti, 2010 mosaico, cm 100x100 (donazione Banca di Credito Cooperativo Sangro Teatina di Atessa)
Danilo Maestosi, Omaggio a Beethoven, 2010 mosaico, cm 100x100, (donazione Filsiva s.r.l. Casoli)
Alberto Sughi, L’immagine di Cristo, 2010 mosaico, cm 100x100, (donazione Fondazione Carichieti) 84
Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2011
Stefano Piali La regina delle api, 2010 olio su tela, cm 40x40 Vincitore V edizione 2010
Stefano Piali La regina delle api, 2010 mosaico, cm 100x100 (donazione Comune di Tornareccio)
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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2012
MAURIZIO BOTTONI Giovanni Paolo II: “L’adorazione della croce”, 2011 mosaico, cm 70x100 (donazione Alfredo Paglione)
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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2012
Paolo Borghi Gesù cade per la terza volta, 2011 tecnica mista su carta, cm 48x36 Vincitore ex-æquo VI edizione 2011
Paolo Borghi Gesù cade per la terza volta, 2011 mosaico, cm 70x100 (donazione Fondazione Carichieti)
Gigino Falconi Gesù è deposto dalla Croce e consegnato a sua Madre, 2011 acrilico su cartone, cm 50x36 Vincitore ex-æquo VI edizione 2011 Gigino Falconi Gesù è deposto dalla Croce e consegnato a sua Madre, 2011 mosaico, cm 70x100 (donazione Comune di Tornareccio)
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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2012
AGOSTINO ARRIVABENE I Stazione — Gesù è condannato a morte, 2011 mosaico, cm 70x100 (donazione Famiglia Luigi Iacovanelli – “Il passato e il presente sono le mani che costruiscono il futuro. La saggezza dei nonni, gli insegnamenti dei genitori, la spensieratezza dei figli sono le tessere di un mosaico che ogni volta, generazione dopo generazione, assume forme diverse, rese uniche dal cemento della vita e dalla magia dei sogni”)
TRENTO LONGARETTI II Stazione — Gesù è caricato della Croce, 2011 mosaico, cm 70x100 (donazione dei soci dell’Associazione A.M.A. Michele e Roberto Berardi – “In ricordo della nonna Angiolina”)
LUCA (VERNIZZI) III Stazione — Gesù cade per la prima volta, 2011 mosaico, cm 70x100 (donazione Manfredi Finocchio – “Alla comunità di Tornareccio in segno di affetto verso l’indimenticabile nonno Monfredo”)
CLAUDIO BONICHI IV Stazione — Gesù incontra sua Madre, 2011 mosaico, cm 70x100 (donazione coniugi Nadia e Aquilino Marchetti – “Dedicato alle proprie figlie Rosita, Sara e Sofia che affidano alla materna protezione della Vergine Maria”)
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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2012
SAFET ZEC V Stazione — Gesù è aiutato dal Cireneo a portare la Croce, 2011 mosaico, cm 70x100 (A zia Lina. Luciana e Nicola”)
MASSIMO LIPPI VI Stazione — Il velo della Veronica, 2011 mosaico, cm 70x100 (donazione Veronica e Tiziano Sciotti – “A ricordo del nostro meraviglioso papà Fernando, la cui luce, fatta di cuore, forza e gioia di vivere continua a guidare le nostre vite anche da Lassù. Con immenso amore e gratitudine, i tuoi figli Tiziano e Veronica”)
UGO RIVA VII Stazione — Gesù cade per la seconda volta, 2011 mosaico, cm 70x100 (donazione Alfredo Paglione – “A Raffaele Carrieri, grande poeta tarantino”)
OMAR GALLIANI VIII Stazione — Gesù incontra le donne di Gerusalemme, 2011 mosaico, cm 70x100 (donazione Banca di Credito Cooperativo Sangro Teatina di Atessa)
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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2012
PAOLO BORGHI IX Stazione — Gesù cade per la terza volta, 2011 mosaico, cm 70x100 (donazione Fondazione Carichieti)
PIERO VIGNOZZI X Stazione — Gesù è spogliato delle vesti, 2011 mosaico, cm 70x100 (donazione Banca di Credito Cooperativo Sangro Teatina di Atessa)
ENRICO ROBUSTI XI — Gesù è inchiodato in Croce, 2011 mosaico, cm 70x100 (donazione Alfredo Paglione – “A Mario De Micheli, grande critico d’arte”)
PIERO GUCCIONE XII Stazione — Gesù muore in Croce, 2011 mosaico, cm 70x100 (donazione Alfredo Paglione – “Ad Aligi Sassu, illustre pittore, per il centenario della sua nascita”)
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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2012
GIGINO FALCONI XIII Stazione — Gesù è deposto dalla Croce e consegnato a sua Madre, 2011 mosaico, cm 70x100 (donazione Comune di Tornareccio)
RENATO BALSAMO XIV Stazione — Gesù è deposto nel sepolcro (“in un sepolcro nuovo”), 2011 mosaico, cm 70x100 (donazione Nicola Falcocchio – “A mio padre, maestro di vita”)
VALENTINO VAGO XV Stazione —L’ottavo giorno — La Resurrezione, 2011 mosaico, cm 70x100 (donazione ADI apicoltura – “Alle persone più care”)
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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2013
Stefano Di Stasio In volo, 2012 tempera su carta, cm 40x40 Vincitore VII edizione 2012
Stefano Di Stasio In volo, 2013 mosaico, cm 100x100 (donazione Comune di Tornareccio)
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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2013
Paola Babini, Oro per la vita, 2013 mosaico, cm 100x100, (donazione Gruppo Mosaicisti Ravenna)
Mauro Di Silvestre, L’Aperfezione, 2013 mosaico, cm 100x100, (donazione di Alfredo Paglione “a ricordo del grande poeta cattolico Enzo Fabiani, carissimo amico recentemente scomparso”)
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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2013
Pablo Echaurren, Senza titolo, 2013 mosaico, cm 100x100, (donazione Banca di Credito Cooperativo Sangro Teatina)
Claudio Palmieri, Metamorfosi, 2013 mosaico, cm 100x100, (donazione famiglia Greco, parenti ed amici di Maria Tentella Tiracchia – “A ricordo del suo centesimo compleanno, festeggiato a Tornareccio il 4 settembre 2012: grati al Signore e riconoscenti a lei per tutto quello ha donato e insegnato ai suoi cari e a intere generazioni di alunni.�)
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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2013
Luca Vernizzi, Ricordi di Creta, 2013 mosaico, cm 100x100, (donazione Fondazione Carichieti)
Frate Zitto […] “Un’occupazione che amavo particolarmente era aiutare frate Glauco a occuparsi delle arnie. Lui parlava davvero con le api. Quando arrivava, lo sciame lo riconosceva, vibrava come un’orchestra, lo aureolava, sembrava contento di offrire il suo miele. Io restavo un po’ a distanza, aspettando che mi passasse i favi. Parlava con le api, ma soprattutto rideva, e quelle sembravano ricambiarlo. Ridendo lo sentivo sussurrare : – Buone, brave piccole amiche, grazie –. Loro gli rispondevano ronzando e ne nasceva uno strano concerto, simile alle nostre voci unite nella preghiera vespertina. Forse gli angeli sono api industriose. Forse Frate Glauco era vicino a Dio più di quanto io fossi mai stato”.
Stefano Benni da “La grammatica di Dio”
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REGOLAMENTO UN MOSAICO PER TORNARECCIO. La città delle api La manifestazione “Un Mosaico per Tornareccio” è promossa annualmente dall’associazione Amici del Mosaico Artistico (di seguito A.M.A.), ed è così regolata: 1. per ogni edizione A.M.A sceglie un curatore che, di concerto con l’associazione e l’ideatore Alfredo Paglione, individua una rosa di artisti italiani e internazionali, considerati idonei a partecipare. Tale rosa può contenere anche nomi che l’associazione, a suo insindacabile giudizio, invita a partecipare come “fuori concorso”; 2. gli artisti individuati sono invitati a partecipare direttamente dall’associazione, con la quale mantengono contatto diretto; 3. all’artista viene richiesta la realizzazione di un bozzetto in tecnica libera, del formato di cm 40x40, su un tema proposto dall’associazione, di norma attinente la natura o le api; 4. tale bozzetto deve essere inviato, a spese dell’artista, entro la data e presso la sede indicati dall’associazione; 5. i bozzetti inviati saranno incorniciati a spese dell’associazione, ed esposti in idonea sala a Tornareccio durante il periodo estivo, dall’inaugurazione al termine della manifestazione. Qualora esigenze particolari lo richiedessero, l’esposizione dei bozzetti può essere prorogata a insindacabile giudizio dell’associazione, che comunicherà tale decisione agli artisti; 6. il percorso espositivo è a totale cura dell’associazione, che provvede alla migliore fruizione delle opere esposte. Nel periodo di esposizione, i bozzetti potranno essere ammirati dal pubblico in orari prestabiliti di apertura, sotto la vigilanza di personale volontario dell’associazione; 7. ogni artista partecipante ha diritto a vedere pubblicata la sua opera, insieme alla sua biografia, nel catalogo realizzato annualmente dalle edizioni A.M.A.; 8. ad esclusione di quelli fuori concorso, i bozzetti saranno votati da due giurie: una popolare e una di esperti. La prima coincide con il pubblico dei visitatori, cui viene messa a disposizione una scheda per esprimere un solo voto, da inserire in apposito box all’uscita del percorso espositivo. Ogni membro della giuria di esperti, composta da personalità del mondo dell’arte, del giornalismo, delle istituzioni, e scelta dall’associazione, ha a disposizione dieci voti, espressi mediante apposita scheda; 9. lo spoglio delle schede delle due giurie viene fatto dall’associazione nei giorni successivi alla chiusura del termine previsto per le votazioni. Al termine dello spoglio, viene redatto apposito verbale; 10. l’artista che riceve il maggior numero di voti ha diritto, l’anno successivo alla manifestazione, alla riproduzione in mosaico del suo bozzetto finanziata dal Comune di Tornareccio, ad una mostra personale in concomitanza con l’esposizione dei nuovi bozzetti, e ad un trofeo realizzato da artista di fama internazionale. A tale artista viene proposto di lasciare il bozzetto all’ente finanziatore del mosaico ad una cifra concordata annualmente con l’associazione. All’artista vincitore è richiesta, l’anno successivo, la presenza o alla manifestazione inaugurale o a quella conclusiva di “Un Mosaico per Tornareccio”; 11. al termine della manifestazione, i bozzetti saranno rispediti agli artisti a spese dell’associazione.
Finito di stampare nel mese di luglio 2013 dalla GEO Poligrafia - Fossacesia
ASSOCIAZIONE A.M.A.
UN MOSAICO PER TORNARECCIO
UN MOSAICO PER TORNARECCIO - 2013
La città delle api e dei mosaici VIII Edizione - 2013
Sede espositiva Sala Polifunzionale “Remo Gaspari” Viale Don Bosco, 8 - 66046 Tornareccio (CH)
Nell’ultima di copertina: Aligi Sassu Testa di cavallo, 1983 bassorilievo in bronzo, Ø cm 10,3 Premio per il I° classificato
Associazione A.M.A. Via Porta Nuova, 1 - 66046 Tornareccio (CH) Tel. 347.3747900 info@unmosaicopertornareccio.it www.unmosaicopertornareccio.it
EDIZIONI
A.M.A.
In copertina: Stefano Di Stasio In volo, 2013 mosaico, cm 100x100
ASSOCIAZIONE A.M.A.
UN MOSAICO PER TORNARECCIO
UN MOSAICO PER TORNARECCIO - 2013
La città delle api e dei mosaici VIII Edizione - 2013
Sede espositiva Sala Polifunzionale “Remo Gaspari” Viale Don Bosco, 8 - 66046 Tornareccio (CH)
Nell’ultima di copertina: Aligi Sassu Testa di cavallo, 1983 bassorilievo in bronzo, Ø cm 10,3 Premio per il I° classificato
Associazione A.M.A. Via Porta Nuova, 1 - 66046 Tornareccio (CH) Tel. 347.3747900 info@unmosaicopertornareccio.it www.unmosaicopertornareccio.it
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A.M.A.
In copertina: Stefano Di Stasio In volo, 2013 mosaico, cm 100x100