Catalogo Un Mosaico per Tornareccio 2009

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LA FRENTANIA

UN MOSAICO PER TORNARECCIO

UN MOSAICO PER TORNARECCIO - 2009

La città delle api IV Edizione 2009

Nell’ultima di copertina: Jessica Carroll Alveare, 2003 ceramica e bronzo, Ø cm 22 Scultura-Trofeo della Manifestazione

COMUNE DI TORNARECCIO Sala Polifunzionale Viale Don Bosco, 8 - 66046 Tornareccio (CH) Tel. 0872.868139 - Fax 0872.868884

LA FRENTANIA

In copertina: Sergio Ippoliti Luna di miele a Tornareccio, 2008 mosaico, cm 100x100


LA FRENTANIA

UN MOSAICO PER TORNARECCIO

UN MOSAICO PER TORNARECCIO - 2009

La città delle api IV Edizione 2009

Nell’ultima di copertina: Jessica Carroll Alveare, 2003 ceramica e bronzo, Ø cm 22 Scultura-Trofeo della Manifestazione

COMUNE DI TORNARECCIO Sala Polifunzionale Viale Don Bosco, 8 - 66046 Tornareccio (CH) Tel. 0872.868139 - Fax 0872.868884

LA FRENTANIA

In copertina: Sergio Ippoliti Luna di miele a Tornareccio, 2008 mosaico, cm 100x100


Comune di Tornareccio



COMUNE DI TORNARECCIO

UN MOSAICO PER TORNARECCIO La città delle api IV Edizione 2009 1° – 30 agosto 2009

Testi di Laura Gavioli Elsa Betti


UN MOSAICO PER TORNARECCIO La città delle api – IV Edizione 2009 Tornareccio, Sala Polifunzionale 1° – 30 agosto 2009 Manifestazione annuale ideata da Alfredo Paglione A cura di Laura Gavioli Coordinamento generale di Elsa Betti

Ente Promotore: Comune di Tornareccio Sindaco: Nicola Pallante

Con la partecipazione di Regione Abruzzo REGIONE ABRUZZO

Provincia di Chieti

FONDAZIONE CARICHIETI Comunità Montana Valsangro MILANO

e il Patrocinio di Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara

Coordinamento editoriale: Sonia Iezzi - Ars Nova Foto: Carlo Collevecchio - Marco Santi Grafica e Stampa: GEO s.r.l. Poligrafia, Fossacesia Ufficio Stampa: Piergiorgio Greco e Cristina Mosca Mosaici realizzati da: Gruppo Mosaicisti Ravenna di Marco Santi

Si ringrazia in modo speciale per la collaborazione Alfredo Paglione Si ringraziano Gli artisti che, con entusiasmo, hanno accolto l’invito a partecipare, contribuendo così alla buona riuscita della Manifestazione. La Giuria composta da: Giulio Borrelli, Bianca Maria De Luca, Silvio Di Lorenzo, Mario Di Nisio, Piergiorgio Greco, Luigi Iacovanelli, Nicola Pallante,Alfredo Paglione, Giuseppe Tragnone, Lucio Valentini per la loro cortese e preziosa disponibilità. Gli Apicoltori di Tornareccio, la Comunità Montana Valsangro, i signori Leonardo Costantini, Fiorentino D’Ippolito, Michele Giacci, i coniugi Alfredo e Teresita Paglione per aver finanziato i mosaici prescelti nella I Edizione 2006. La Banca di Credito Cooperativo Sangro Teatina di Atessa, la Sintesis s.r.l. progettazione integrata di Atessa, Antonello Porfilio impresa edile di Colledimezzo, Michele Giacci e i coniugi Alfredo e Teresita Paglione per aver finanziato i mosaici prescelti nella II Edizione 2007. La Banca di Credito Cooperativo Sangro Teatina di Atessa, la Camera di Commercio di Chieti, la Fondazione Carichieti, Fernando Fioriti, Nino Iezzi, Alfredo Paglione e Nicola Santovito per aver finanziato i mosaici prescelti nella III Edizione 2008. Copyright © Casa Editrice “La Frentania”, 2009


Comune di Tornareccio

Due secoli or sono, Paul Cézanne cosí scriveva all’amico, e maestro, Camille Pissarro: “ […] Tetti rossi sul mare blu. Il sole qui è cosí potente da dare l’impressione che gli oggetti siano semplicemente silhouettes, ma non bianche e nere, bensí rosse, marroni, violette…” Dunque, è proprio all’idea e alla forza della luce che si può fare riferimento, invocando l’impatto dolce e violento delle tinte, la multicolore vitalità dei soggetti nelle varie opere rappresentati dai numerosi artisti che hanno onorato con il loro tocco l’invito alla realizzazione di quadri e disegni, quando il pensiero e gli occhi si posano sui mosaici che adornano i muri di alcuni edifici in paese. Una tradizione artistica importante, radicata ormai nella storia quotidiana del nostro piccolo borgo, infatti, è ciò che ha consentito, e consente ancora, di poter gustare appieno la vista di opere d’arte di vario contenuto, esposte – come si trovassero ad essere in un vasto museo “a cielo aperto” – nei vichi, sui muri accanto alle strade, negli angoli e nei cantucci più evocativi. La quarta edizione de Un mosaico per Tornareccio, grazie all’impegno della nuova amministrazione comunale, interessata a conservare vivo il legame estetico e culturale con i protagonisti delle precedenti edizioni, vuol costituirsi come solido continuum con quanto già posto in essere durante gli anni passati, e, allo stesso tempo, come fruttifero terreno di messa a dimora di iniziative innovative, in grado di donare lustro sempre crescente ad un evento pubblico di tale portata, che fa del nostro paese un piccolo “nido”, mai vuoto, di fascinazione pittorica, capace di attirare ogni anno, con presenze sempre maggiori, visitatori ed esperti d’arte. Nel perimetro del mosaico, infatti, la creazione si fonde armoniosamente con la creatura, lo spunto del primo tratto con la variopinta totalità dell’opera condotta a compimento, la pittura con un artigianato sempre attuale che trae linfa da tradizioni secolari, che parte dalla piccola bottega e si adagia meravigliosamente nell’animo di chi osserva, che, infine, rende colore il particolare più celato. Grazie alla sensibilità e all’intraprendenza del nostro concittadino Alfredo Paglione e grazie alla disponibilità di tutti coloro che, in una maniera o nell’altra, contribuiscono alla realizzazione della manifestazione, Tornareccio, dunque, ha avuto, e continua ad avere, la invidiabile possibilità di far sí che i prodotti dell’ingegno umano, le forme dell’ispirazione figurativa, la suggestione delle tinte mescolate con gentile e nobile perizia scandiscano i ritmi della quotidianità paesana, con la loro familiarità discreta, eppur significativa, concedendo alla comunità il “privilegio” di scrivere, negli annali della sua storia antica, pagine di bellezza artistica e creatività da consegnare al Tempo. Il Sindaco Dr. Nicola Pallante


Gino Severini, Testa maschile, Roma, 1938, mosaico, cm 61x75 copia dall’originale autorizzata da Romana Severini

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Un mosaico per Tornareccio, nel nome di Gino Severini IV edizione 2009 Laura Gavioli

Si deve parlare di Gino Severini ogni volta che s’inizia qualunque discorso sul mosaico moderno perché la modernità dei suoi appunti, le intuizioni folgoranti sulla funzione dell’arte musiva, nell’antichità e nella modernità dell’arte, anche se è passato quasi un secolo, sono lucide e profetiche come le verità più assolute. “La materia ricca e luminosa per eccellenza... la più perfetta unione tra l’arte e il mestiere”... (Giorgio Mascherpa, Severini e il mosaico, Longo Ed., Ravenna, 1985) Se il mosaico ha avuto nella vita di Severini una funzione illuminante durante un passaggio critico della sua esistenza di uomo e di artista è perché quest’arte unisce insieme e valorizza il pensiero e l’azione, la materia e la spiritualità, appunto l’arte e il mestiere che sono, da sempre, i mezzi più idonei per riappacificare la persona con la propria esistenza. “La prima volta che vidi i mosaici di Ravenna, m’apparve subito l’analogia stringente, per intenzioni e per motivi, tra l’arte di questi antichi artigiani e l’arte cosiddetta moderna, quella, per intenderci, che inizia con l’impressionismo”. (Op. cit.) Ritengo che anche un’esperienza come quella di Tornareccio, che si prefigge una valenza educativa e divulgativa attraverso la fruizione “popolare” dell’opera d’arte, non possa prescindere dall’omaggio al maestro che per primo ha compreso l’intrinseco valore del mosaico nella modernità: un’arte capace davvero di educare il popolo con la sfolgorante bellezza dei suoi materiali, con la sintesi forzata delle sue strutture formali, con l’armonia degli andamenti delle tessere... Il mosaico Testa maschile, Roma 1938, che la figlia dell’artista, Romana Severini, ha permesso di replicare per la manifestazione “Un mosaico per Tornareccio” resterà l’emblema concettuale di questa esperienza, anche per il futuro. Per gli artisti che si apprestano a progettare un’opera che sarà tradotta a mosaico, questo “modello” di Severini sarà una lezione precisa, un invito a considerare il mosaico come un linguaggio a sé, che pertanto impone all’artista uno sforzo di adeguamento mentale e tecnologico ai suoi propri valori espressivi. Nessuno può pensare di realizzare una scultura con i mezzi della pittura, oppure un’acquaforte senza la lastra e la punta da incisione, oltre all’acido... Un artista che esegue una maquette destinata a diventare un mosaico, non può dimenticare che il suo elaborato pittorico deve essere un cartone per il mosaico: solo così l’opera musiva che ne potrà derivare può aspirare ad essere opera 7


Un Mosaico per Tornareccio

d’arte vera e propria e non una semplice copia dalla pittura. Gli artisti invitati a partecipare alle prossime edizioni di questa manifestazione avranno un bellissimo esempio di mosaico moderno da ammirare, una lezione magistrale di Severini, in terra d’Abruzzo, in un momento cruciale per l’esistenza di questa regione. Entrando nel merito del concorso della quarta edizione e degli artisti invitati a partecipare, proprio sulla scia di Severini, è Riccardo Licata, chiamato nel 1947 a Parigi per essere suo assistente e, dal 1962 egli stesso insegnante all’Accademia, alla stessa cattedra di mosaico. Licata manda a Tornareccio un autentico “cartone” adatto a diventare un’opera d’arte di mosaico moderno per la sintesi, il colore, gli andamenti, esplicitamente indicati... Nell’ambito di una cultura musiva autentica, seppure con intendimenti più concettuali nella ricerca di una sintesi assoluta ed evocativa, sono i bozzetti di Elisa Montessori e di Vadim Brodskij. La Montessori è un’artista raffinata con una rara intelligenza del rapporto segno-spazio-colore; la proposta qui presentata, sul tema del miele, coniuga le strutture dei vasi e dei supporti con lo spazio dorato della sublime materia. L’artista di San Pietroburgo, Vadim Brodskij, con una raffinata composizione astratta, ci vuole indicare la presenza delle api, del miele e del tipico copricapo dell’operatore delle arnie lasciandoci percepire i rumori e i sapori della natura. Nello stesso ambito di immersione nella vita stessa di piante e fiori sono i bozzetti di Matteo Massagrande e di Paola Campidelli: nel dipinto di Massagrande il ronzio delle api è perfettamente evocato nel tripudio della fioritura degli alberi che inonda tutto lo spazio visivo e ci introduce, catturando il nostro sguardo, ad un evento musicale... Paola Campidelli è abituata ad osservare i fiori da dentro, direi quasi dalla loro intimità segreta: così la forma e il colore invadono tutto lo spazio del dipinto e non è più necessario parlarci delle api e del miele perché tra i larghi petali della sua Camelia Japonica, il rito della natura è tutto lì, esplicito e prevedibile. Il simbolo dell’ape e del miele di Tornareccio si presta a stimolare gli artisti più o meno visionari, inclini a farsi trasportare dalla fantasia, dal sogno, da un mondo apparentemente altro da sé. In questo ambito la posizione più estrema è quella di Patrizia Comand che gioca con la sua icona della donna extra-large, alla quale l’artista vuole dare tutto, il massimo della vita, senza limitazioni materiali o sensoriali... così niente è più propizio del vellutato bagno di miele! Anche Adelchi Riccardo Mantovani è maestro prestigiatore e il suo cuore-alveare campeggia gigantesco al centro del dipinto incantando un’umanità predisposta al miracoloso e all’attesa per un accadimento profetico... Nel tema del gioco e dell’incanto fiabesco sono alcuni artisti come Stefano Canepari e Raimondo Lorenzetti. Canepari ha composto una scenetta magica con alcune delle sue maschere umane, dietro un muretto, rapite dal fascino dello sciame: più sogno infantile che reltà, secondo il rito della tradizione padana! La visione di Raimondo Lorenzetti è più complessa e le problematiche inconsce che affiorano alla sua percezione invadono la scena del bozzetto con le sue tipiche figure che eseguono faticosi e magici riti esistenziali, carichi di simbologie e di profezie. Due artisti, Nani Tedeschi e Ugo Pierri, in possesso di una potente cifra grafica e con un cuore molto verde, ci accompagnano verso una grande sintesi dell’immagine che potrebbe diventare musiva: Tedeschi, dalla sponda reggiana del Po, ha pensato al volo libero di un gabbiano tra un isolotto e un boschetto fluviale; Pierri, dalla sua Trieste carica 8


Un Mosaico per Tornareccio

di storia e di influenze mitteleuropee, dedica a Tornareccio una composizione suggestiva con uno sciame di api ragionate e composte, quasi un omaggio a Klimt. Attraverso un’idea originale, nella linea della sua ricerca, Gino Marotta propone una rosa sibillina che vuole sintonizzarci sul tema della natura e dell’artificio ed eventualmente verso un’ipotesi aggiornata del mosaico con un cartone provocatorio che lascia giustamente un largo margine di interpretazione... Anche il lavoro di Renzo Margonari si colloca in questa direzione perché la sua cifra surrealista, apparentemente anti-mosaico, può offrire ad un sensibile mosaicista mille idee interpretative per un risultato che sarà sempre sorprendente. Il dipinto di Mauro Chessa, con un frammento di alveare animato di luci e di riflessi, è già un cartone denso di indicazioni stimolanti per un mosaico che potrebbe svilupparsi su due piani, quello della geometria dell’arnia e quello, sovrastante, delle due api. Un caso a sé è rappresentato dall’artista spagnolo Jaume. Il suo disegno, con rari e molto sensibili tocchi di colore, si pone in maniera sospesa e defilata rispetto alla tematica del concorso; esso sembra voler essere un omaggio gentile e partecipato all’attuale sofferenza della terra d’Abruzzo. Un’atmosfera metafisica e anche religiosa pervade la pittura di Pino Deodato: con raffinata sensibilità coniuga gli elementi della natura con la presenza dell’uomo che è appunto una presenza necessaria ed esplicita. Questo bozzetto è destinato a comunicare molti stimoli, anche all’osservatore più distratto e, come mosaico, potrebbe diventare prezioso. Nello spirito di metafisica astrazione si colloca il viandante apicultore di Sergio Zanni, un pastello di raffinata sostanza che rivela l’interesse dell’artista assorto a meditare, come i suoi personaggi, sul tema della natura coniugato con la solitudine dell’uomo. Anche Aurelio Bulzatti propone una figura che si astrae dalla realtà contingente per assumere un ruolo simbolico, filosofico. Il suo meditante, nel paesaggio urbano notturno, evoca riflessioni esistenziali nella società contemporanea, argomento tanto caro all’artista. Paolo Volta con la sua architettura rurale, unico elemento concreto di uno spazio privo di altre contaminazioni, allude ad una figura geometrica spaesata, evocativa, termine di una realtà fragile come i vecchi muri frequentati dall’artista. Infine Giovanni Fabbri, pittore della terra, di un ultimo scampolo di naturalismo padano, teorizzato da Francesco Arcangeli; il suo natura e paesaggio, dalla Romagna generosa di umore e di visionarietà all’Abruzzo verde e dolce che vuole risollevarsi al più presto, ci lusinga con un augurio e una certezza: dal magma della terra le api sono tornate!

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Opere IV Edizione 2009


Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2009

Ape a Pompei Raffaele Carrieri

Fossile il filo nella cruna Lo sguardo nell’occhio. Fossile la porta, fossile l’orma. Fossile la lacrima Nel lacrimatoio. Sola un’ape, controluce un’ape versa miele E crepita.

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2009

Aurelio Bulzatti Meditante, 2009 olio su carta, cm 40x40

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2009

Vadim Brodskij Bee-Master with Landscape, 2009 acquerello su carta, cm 40x40

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Paola Campidelli Camelia japonica, 2009 acrilico su tela, cm 40x40

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2009

Stefano Canepari Il giullare delle api, 2009 olio su tela, cm 40x40

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Mauro Chessa Alveare, 2009 acquerello su carta, cm 40x40

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2009

Patrizia Comand L’ape regina, 2009 acrilico su tavola, cm 40x40

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2009

Pino Deodato Le api di Tornareccio per la ricostruzione, 2009 tempera su carta, cm 40x40

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Giovanni Fabbri Natura e paesaggio, 2009 acrilico e quarzo su tela, cm 40x40

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2009

DamiĂ Jaume Lilium, 2009 tecnica mista su tela, cm 40x40

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2009

Riccardo Licata Senza titolo tecnica mista su carta, cm 40x40

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2009

Raimondo Lorenzetti L’ultimo fiore, 2009 pastelli su carta, cm 40x40

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2009

Adelchi Riccardo Mantovani Cuore di cera, 2009 acrilico su carta, cm 40x40

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2009

Renzo Margonari Per Tornareccio, 2009 olio e foglia d’oro su cellotex, cm 40x40

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2009

Gino Marotta La rosa sibillina, 2009 tecnica mista, cm 40x40

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2009

Matteo Massagrande Ronzio, 2009 olio su tela, cm 40x40

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2009

Elisa Montessori Idromele, 2009 tecnica mista su carta, cm 40x40

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2009

Ugo Pierri Apigrad, 2009 tecnica mista su carta, cm 40x40

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2009

Nani Tedeschi Il volo, 2009 tempera su carta, cm 40x40

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Paolo Volta La casa delle api, 2009 olio su tela, cm 40x40

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2009

Transito ’77 – ’78 Alberico Sala

Torna al suo nido con la sera il vento, e il capodanno crepita nei giardini, fa ululare alla mezzaluna i cani. Non ritento la rima, non saremo per tutto l’anno quelli di stanotte. Solitari tra i fogli della casa, arnia senz’api, il miele del silenzio, ricordiamo chi ha spezzato con noi altri anni, apposta per intrigarci, ora smarriti in altri calendari. Coraggio, è un giorno qualunque della vita, un’altra stazione alle spalle, stracci e noie, libri stanchi, soltanto i conti del cuore in sospeso.

Alberico Sala, Transito ’77-’78, Il bicordo/Quaderni di poesia diretti da Sandro Boccardi, Edizioni Trentadue, 1978

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2009

Sergio Zanni L’apicultore, 2009 carboncino e pastelli colorati su carta, cm 40x40

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Biografie


Un Mosaico per Tornareccio - Biografie

AURELIO BULZATTI

VADIM BRODSKY

Nasce ad Argenta (Fe) il 2 ottobre 1954, frequenta l’Accademia di Belle Arti di Bologna in un clima fortemente condizionato dall’arte Povera e Concettuale. L’anno della sua formazione è stato l’81 a Roma dove entra in contatto con la galleria La Tartaruga di Plinio de Martiis, dove espone nel 1981, ’82, ’83 nel 1984 e nel 1987. In questo contesto incontra gli artisti Piruca, Di Stasio, Gandolfi, Frongia, Ligas; li accomuna l’interesse per il ritorno alla pittura, amano l’immagine evocata, la tecnica e il mestiere del dipingere, unico mezzo che permette di concepire il quadro come avventura visionaria e metafisica. Sono di quegli anni, 1984, la partecipazione alla XLI Biennale di Venezia e alla XI Quadriennale di Roma. Alla fine degli anni ’80 il gruppo si scioglie e ogni artista continua la propria ricerca individualmente. L’attività espositiva di Bulzatti procede, numerose si susseguono personali e collettive. Nel 1987 partecipa ad Arte Fiera – Under 35 a Bologna, nel 1988 espone a Milano al Palazzo della Permanente nella mostra Vitalità della figurazione. Dal 1991, con due mostre personali, comincia la collaborazione con la Galleria Netta Vespignani a Roma, nel 1996 è invitato alla XII Quadriennale, poi lavora con la Galleria Il Polittico, l’Associazione Futuro di Ludovico Pratesi, e la Galleria A.A. M.Architettura Arte Moderna di Francesco Moschini. Nel 1997 partecipa al XXIV Premio Sulmona e l’anno successivo è ad Arte-Fiera di Bologna con la Galleria Frullini. Seguono le personali presso il negozio Fendissime a Roma, nell’ambito dell’iniziativa “Artisti in Vetrina”, nel 1999, alla Galleria Paracelso di Bologna e alla Galleria Maniero a Roma, nel 2000, alla Galleria 37 a Palermo, nel 2002. Nello stesso anno partecipa al 53° Premio Michetti a Francavilla al Mare (Ch), dove tornerà nel 2003 e 2006. Nel 2005 la Galleria d’Arte Contemporanea del Comune di Ciampino gli dedica una retrospettiva. Nel 2003 e nel 2007 la Galleria A. A. M. Architettura Arte Moderna ospita due sue mostre personali. Numerose anche le collettive alle quali l’artista è invitato, si ricordano negli ultimi anni, la mostra piacentina Surrealismo Padano del 2002 e, nel 2007, la grande mostra milanese di Palazzo Reale Arte Italiana 1968- 2007-Pittura. Nel 2008 sono da ricordare le esposizioni romane Colori sulla città di Palazzo Valentini, Mandala Condiviso presso l’Università degli Studi Tor Vergata e Grande Madre al Centro Studi Cappella Orsini.

Nasce nel 1945 a San Pietroburgo. Nel 1970 si diploma come grafico alla Repin High School of Painting, Sculpture and Architecture di San Pietroburgo. Tra il 1970 e il 1997 lavora all’Experimental Print Studio della sua città, dove entra in contatto con artisti come Alexandre Vedernikov, Boris Yermolayev e Gherta Nemenova. Dal 1975 è membro dell’Artists’ Union of Russia. È il primo presidente della N. Tyrsa Society of Printmakers. Dal 1998 vive in e lavora in Germania ed è membro dell’Artists’ Union of Wurttemberg (VBKW). Grafico, illustratore e pittore, ha prodotto preziosi libri d’artista (spesso con testi propri) in edizione limitata e ha disegnato ed illustrato circa 70 libri per editori diversi. Ha lavorato in vari studi di grafica in Germania, Gran Bretagna, Canada e Finlandia. Ha preso parte a 170 diverse esposizioni. Ricordiamo in questa sede le personali più recenti, come quelle del 1994 alla 10 – 10 Gallery di San Pietroburgo, del 1994 alla Motif Silver Age Gallery di San Pietroburgo e del 1995 alla Characters. Krunk Gallery di San Pietroburgo. Nel 1997 espone alla Judische Galerie di Berlino, nel 1999 alla Hauptmann & Kampa Gallery, di Zurigo, nel 2000 al Catholic Educational Centre di Stuttgart, nel 2001 alla 19 Rouge Gallery di Luxemburg. Il 2002 è l’anno delle personali alla Galleria Ca’ Cornera di Porto Viro (Ro) e alla Town Library di Ruit in Germania. Nel 2005 e nel 2008 espone al Kunsthaus Fischinger di Stuttgart e nel 2006 al Print Studio of Artists’ House di Monaco. Numerose anche le presenze dell’artista a prestigiose collettive internazionali, recentemente, nel 2000 in Lituania partecipa alla Prima Triennale Internazionale del libro d’artista di Vilnius. Nel 2000, 2001 e nel 2005 espone con il Miniature Print International – 20 a Cadaques, Barcelona e Madrid in Spagna. Nel 2000 partecipa ad importanti rassegne quali Art Fair di Dresda e la V.Biennale Europea per l’Incisione di Acqui Terme. Nel 2003 espone alla Judische Galerie di Berlino. Nel 2007 alla City Hall di Stuttgart e allo State Russian Museum di St.Pietroburgo. Nel 2008 espone al Kunstmuseum di Jyväskylä in Finlandia. Numerosi i riconoscimenti: nel 1996 ottiene il secondo Premio per la litografia all’VIII Triennale Internazionale di Grafica di Jyväskylä in Finlandia. A Bolzano, nel 1999 e nel 2001, viene premiato all’International Competition Enchanted Mountains. Nel 2008 vince lo Stipendium of The Lithography Print Studio of the Artists’ House a Monaco. I suoi lavori sono presenti in importanti collezioni pubbliche e private, ricordiamo l’Anna Akhmatova Museum di San Pietroburgo, l’Art Museum della Georgia a Tbilisi, alla British Library di Londra, all’Hans Christian Andersen Museum di Odessa, al Jyväskylän Taidemuseo (Artmuseum Jyväskylä) in Finlandia, alla Russian National Library di San Pietroburgo, la Sachsische Landesbibliothek di Dresda, la Staatsgalerie di Stuttgart. In Russia al State Russian Museum di San Pietroburgo e allo Yaroslavl Art Museum di Yaroslavl. In Canada alla York University Library di Toronto.

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Un Mosaico per Tornareccio - Biografie

PAOLA CAMPIDELLI

STEFANO CANEPARI

Paola Campidelli nasce a Longiano (Fc) nel 1948, dopo il Liceo Artistico, frequentato a Ravenna, si dedica all’insegnamento. La sua attività artistica ha inizio negli anni ’80 e si sviluppa secondo un linguaggio gestualeespressionista. Ha esposto in numerose sedi italiane e straniere. Fra le mostre personali si ricordano negli anni ’90 quelle della Galleria San Fedele di Milano (1993), Crux all’Oratorio di San Sebastiano a Forlì (1994), la mostra Pesarese Vedute allestita a Palazzo Ducale (1994) e Il sublime della materia, Il Vicolo – Galleria Arte Contemporanea di Cesena, 1997; a partire dal 2000, oltre le personali allestite in Italia, numerose sono le mostre in Germania, al Rathaus di Grebenstein (2002), al Regionalmuseum di Kaufungen (2004), al Kunsthof Gloriana di Wallenstedt, alla XIX Galerie di Holzminden (2005), al Rathaus di Hügelsheim (2006) e l’anno successivo all’Istituto Italiano di Cultura di Wolfsburg. Significative le esposizioni del 2000 alla Galleria Sartori di Mantova, al Palazzo del Capitano di Bagno di Romagna (Fc) e alla Galleria Il Vicolo – Interior Design di Cesena; negli anni successivi, importanti sono le esposizioni del 2006 presso la Sala delle Colonne di palazzo Abbondanza di Bagnacavallo (Ra) e presso la Ca’ Cornera di Porto Viro (Ro), e nel 2008 la presentazione del Trittico del Risorto presso la ex Chiesa Madonna di Loreto a Longiano e Biomorfismi – ritratti bambini figure al Kreishaus Landkreis di Kassel. Tra i numerosi eventi ai quali ha partecipato, si ricordano: nel 2000 Perdono alla Basilica Patriarcale di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola, Assisi (Pg) e Danze Macabre presso il Palazzo dei Consoli di Bevagna (Pg); l’anno successivo Pittura in Romagna – aspetti e figure del Novecento alla Galleria Comunale d’Arte di Cesena e a seguire nel 2003 Congiuntamente e Amore che tu alla fonte bevi alla Galleria Il Vicolo – Interior Design di Cesena, Contemporanea. Dal territorio all’Europa – Incontri d’Arte ad Arte Fiera di Forlì; Esserci – la volontà di crearsi non la necessità di essere creati, Centro Culturale le Cappuccine, Bagnacavallo (Ra) nel 2004. Del 2005 invece sono le rassegne Il ritratto della memoria – Shoah alla Sala Rubicone dei Magazzini del Sale di Cervia (Ra); “Per Angelo Fabbri” 33 artisti più uno all’Oratorio San Sebastiano di Forlì. Nello stesso anno partecipa alla 20ª Biennale del muro dipinto a Dozza (Bo) e nel 2006 alla Dodicesima Biennale d’Arte Sacra a San Gabriele (Te). Nel 2008 si ricordano Del vero e del falso alla Galleria Il Vicolo di Cesena e Il Diavolo e l’AcquaSanta – Tarocchi fantastici presso il Museo Archeologico Sarsinate di Sarsina (Fc). L’artista vive e lavora a Cesena.

Stefano Canepari nasce a Piacenza il 23 dicembre 1949. Si dedica a studi tecnici che saranno presto accantonati per dedicarsi completamente alla pittura. Fin dall’adolescenza riceve stimoli culturali e tecnici dal padre, bravo pittore allievo di Ghittoni. Canepari si rivela particolarmente abile nel disegno e la figura rappresenta il centro dei suoi interessi: una figura studiata meticolosamente, oltre l'aspetto che appare, sempre accompagnata da una forte sensibilità per la vibrazione dei campi cromatici. Rigorosamente autodidatta, egli guarda al repertorio delle forme e dei colori del Rinascimento e del Manierismo toscano, del Barocco, non dimenticando i fiamminghi del periodo d'oro, di cui assorbe non solo le soluzioni tecniche ma anche la carica di inquietudini ed emozioni che quelle opere “rivoluzionarie” intendevano trasmettere. Allo stesso tempo viene maturando un simbolismo molto personale che lascia spazio a un'ironia intelligente e raffinata. Numerose sono le rivisitazioni dell'arte del passato attraverso le lenti deformanti della modernità, che non si limitano al tono scherzoso e si inoltrano anche nel dolore e nel dramma. Nel gioco della composizione Canepari recupera l'antico per reinventarlo. Nel 1980 ottiene il primo premio al Concorso Cassa di Risparmio di Piacenza. Èsocio fondatore dell'Associazione Pittori e Scultori Piacentini. Dal 1981 presenta il suo lavoro in numerose mostre personali e collettive e partecipa ad importanti rassegne quali Surrealismo Padano nel 2002 al Palazzo Gotico di Piacenza e al Museo Revoltella di Trieste, nella quale espone il dipinto con la statua equestre di Alessandro Farnese che sta per scappare da Piazza Cavalli, una delle opere allora più ammirate da critica e pubblico. Ha esposto in numerose gallerie italiane e straniere. Da segnalare la partecipazione alla rassegna "Visionari, primitivi, eccentrici - da Alberto Martini a Licini, Ligabue, Ontani" alla galleria civica di Palazzo Loffreddo a Potenza, la personale del 2004 a Ferrara alla Galleria del Carbone e nel 2007 la partecipazione ad una selezionata collettiva curata da Laura Gavioli per la Koller Galéria di Budapest. Hanno scritto di lui: Ferdinando Arisi, Giancarlo Braghieri, Carlo Francau, Laura Gavioli, Marc Le Cannu.

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Un Mosaico per Tornareccio - Biografie

MAURO CHESSA

PATRIZIA COMAND

Nasce nel 1933 a Torino, dove vive e lavora. Studia pittura all’Accademia Albertina con Menzio e Calandri, ed esordisce nel 1954 con la collettiva Undici giovani pittori di Torino. Partecipa alle Biennali di Venezia del ’56 e del ’58 ed espone in numerose mostre di giovani pittori in Italia e all’estero. Il suo interesse ben presto si dirige verso il clima artistico milanese caratterizzato da istanze esistenziali e ricerche più libere e spericolate della sua Torino. A Milano espone nel ’55 e nel ’57 alla Galleria Le Ore, nel ’59 alla Gian Ferrari e nel 1982 alla Trentadue; nel 1960 e ’61 a Torino (Bottoni e bussola) e a Norimberga (Universa – Haus); nel ’62 alla Penelope di Roma (con Francesco Casorati e Nino Aimone) e nel ’63 alla St. Martin’s di Londra. Alla fine degli anni ’60, pur continuando ad insegnare disegno al liceo Artistico smette di esporre per dedicarsi al cinema di avanguardia e d’impegno politico. Torna ad esporre nel ’79 alla Gian Ferrari di Milano. Numerose le personali tenute da Chessa nel trentennio 1979-2009, ricordiamo quelle nelle Gallerie Davico di Torino, Pomone di Lutry, Forni di Bologna, Trentadue e Gianferrari di Milano, quelle al Centro Comunale di Cultura di Valenza e a Palazzo Lomellini di Carmagnola. Tra le maggiori collettive alle quali prende parte, si ricordano: Roberto Tassi e i pittori e La Figura, curate da Marco Goldin al Palazzo Sarcinelli di Conegliano; Paesaggio senza territorio e La natura morta nell’arte italiana del Novecento, curate da Vittorio Sgarbi e Il Po nel ‘900 curata da Laura Gavioli, tutte al Castello di Mesola; Sur le versant de la peinture, 11 peintres a Turin curata da Gianfranco Bruno al Museo Archeologico di Aosta; L’immagine e il suo doppio, curata da Claudio Malberti a Milano, Torino, Roma, Trieste, Urbino; Cinq peintres de Turin a Strasburgo; Art is life a Torino, L’Aja, Londra, Milano; La parabola dei ciechi, Lions Torino, Roma, Washington, New York. Nel 2001 la Regione Piemonte gli dedica una grande mostra antologica alla Sala Bolaffi di Torino, a cura di Marco Rosci dal titolo La buccia delle cose. Nel 2004 dipinge due grandi opere sulla Resistenza (“Partigiani nella notte”, “I 23 giorni”) collocate stabilmente sulle pareti dello scalone monumentale del Comune di Alba. Nel 2006 esegue per la Fondazione Torino Musei, quattro lunette intitolate “Negozi”, esposte in permanenza nella Galleria Umberto I° a Porta Palazzo a Torino; l’anno seguente esegue altre due lunette, sempre nella stessa Galleria dal titolo “Mercati”. Tra i numerosi scrittori e critici che hanno scritto sul suo lavoro, citiamo: Luigi Carluccio, Francesco Arcangeli, Felice Casorati, Tristan Sauvage, Massimo Mila, Albino Galvano, Italo Calvino, Paolo Fossati, Italo Cremona, Gino Gorza, Giovanni Arpino, Claudio Malberti, Angelo Mistrangelo, Paolo Levi, Roberto Tassi, Vittorio Sgarbi, Marco Rosci, Gianfranco Bruno, Marco Goldin, Massimo Novelli, Francesco De Bartolomeis.

Nasce a Corbetta (Mi), dopo il Liceo Artistico si diploma nel 1972 all’Accademia di Belle Arti di Brera. Nel 1974 tiene la sua prima mostra seguita poi da numerose personali in Italia e all’estero. Nel 1979 espone al Salone dei Giovani Artisti al Palazzo della Triennale di Milano. Nel 1991 si trasferisce in Centro America per un lungo periodo. Rientrata in Italia, nel 1995, invitata dal Ministro della Cultura di Madera (Portogallo), tiene una personale al Palazzo del Governo intitolata Dentro ad Imagem presentata da Mario De Micheli, dove presenta le opere realizzate durante il soggiorno centro americano, che successivamente espone anche in Gallerie a Milano, Genova e Roma col patrocinio delle Ambasciate di El Salvador e del Guatemala. La sua attività espositiva si allarga con partecipazioni a importanti mostre in Europa (Francia, Belgio, Svizzera, Spagna, Portogallo) e in Giappone. Nel 2000 la Fondation du Château de Gruyeres – Centre International de l’Art Fantastique (Svizzera) le dedica una ricca personale e acquista l’opera “Stregate dalla Luna”. Nel 2001 la Provincia di Milano, presso lo Spazio Guicciardini, le allestisce una personale intitolata Sul filo della vita con presentazione di Rossana Bossaglia. Nel 2002 è presente a Il Po in controluce – Arte padana, alluvione e dintorni a cura di Laura Gavioli, al Palazzo degli Olivetani di Rovigo; alla grande esposizione curata da Vittorio Sgarbi Surrealismo Padano, presso il Palazzo Gotico di Piacenza e, sempre con Sgarbi, a La pittura fantastica in Italia presso il Museo Revoltella di Trieste. Il Comune di Corbetta, le ha conferito il Premio Cultura 2004 e le ha dedicato una personale intitolata Visioni, curata da Flaminio Gualdoni. Nel 2005, esegue il ritratto di Benedetto XVI per la Sala dei Papi della Basilica di Superga di Torino. Nello stesso anno, in Turchia, le viene assegnato il premio (ex aequo) alla prima Biennale Internazionale d’Arte di Ankara. In questi anni la sua attività espositiva si sposta prevalentemente all’estero: a Friburgo (Svizzera), a Budapest (Ungheria), ed a Parigi, al Grand Palais, nel 2006 e nel 2007. Alla fine del 2007 la Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio di Milano e la Fabbrica del Duomo, la incaricano di realizzare i soggetti per 2 grandi teleri (m. 10 x 20), esposti per 4 mesi sulla facciata del Duomo, intitolati “Il cielo sopra Milano”. Il 2008 la vede ancora all’estero, in Germania e in Francia, e poi ancora al Grand Palais. Dal 2006 è presente nell’Archivio del National Museum of Women in the Arts di Washington (USA). Le sue opere sono inoltre presenti in diverse collezioni pubbliche, oltre a quelle già citate, ricordiamo quelle del Museo Universo de Memòrias di Madera (Portogallo), del Museo di Superga di Torino, del Museum in Motion di S. Pietro in Cerro (Pc), della Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Copparo (Fe), della Donazione Ada e Mario De Michele alla Biblioteca Comunale di Trezzo d’Adda (Bg), della Quadreria Melotti a Ferrara, del Comune di Auronzo di Cadore (Bl) e del Palazzo Municipale di Corbetta.

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PINO DEODATO

GIOVANNI FABBRI

Pino Deodato nasce il 18 dicembre nel 1950 a Nao (Vv), dove vive un’infanzia serena trascorsa nel laboratorio del padre calzolaio e della madre che lo aiutava facendo le tomaie. Deodato ha esposto in numerose gallerie sia in Italia che all’estero. Particolarmente significative risultano le personali del 1973 al Castello Murat di Pizzo Calabro (Cz), del ’74 a Palazzo Gagliardi di Vibo Valentia del 1975 alla Galerie Alternative di Parigi e alla Galleria Alvarez di Oporto, quelle del 1985 a Manheim presso la Galerie Panetta e a Verona da Pontepietra. Più tardi altre personali sono ordinate a Milano alla Galleria Il Milione nel 1978 e presso la Biblioteca Comunale di Vittuone (MI). Nei 10 anni successivi si susseguono numerose le personali, tra le più recenti ricordiamo quelle del 1996 a Forte dei Marmi alla Galleria Susanna Orlando, a Milano alla Galleria Cardi e presso la Sala Consigliare di Vittuone (Mi). L’anno successivo Lo Studio Cristofori di Bologna gli rende omaggio con la mostra L’elogio dell’attesa, mentre a Genova la Galleria Cesarea organizza la personale Manufatto. Nel 1998 espone al Santuario di Nostra Signora d’Oropa a Biella e nel 2000, a Miami (USA), la Galleria Ambrosino presenta la mostra Boccadirosa. Un anno dopo la Galleria Narciso di Torino organizza la personale dal titolo Chiaroscuro, seguono esposizioni a Milano da Galica Arte Contemporanea, a Pavia alla Galleria Monopoli e a Palazzo Gagliardi di Vibo Valentia, nel 2002 a Porto Viro (Ro) Laura Gavioli cura la mostra E il sole tramontò alle 17:15. Numerose ed importanti anche le collettive; da ricordare sono le esposizioni all’Accademia di Belle Arti e al Palazzo del Turismo di Milano (1974), la partecipazione alla X Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma, al Salon de la Jeune Peinture al Musée du Luxemburg di Parigi (1975 e ’76) e alla mostra Aspectos do Realismo Europeo presso la Galleria Gordillo di Lisbona (1975). Nel ’77 partecipa, a Milano, al Premio San Fedele e alla collettiva di Palazzo Isimbardi Devianza & Emarginazione; sono poi significative le partecipazioni nel 1989 a Ecologia, mostra voluta dalla Soprintendenza per i Beni Ambientali presso la Sala delle Esposizioni di Verona e all’International Art Forum di Barcellona. Diverse mostre itineranti porteranno Deodato, nel 1993 a Milano,Tokyo, Londra e New York e nel 1997 a Parigi, Siena e Yamagata. Nel 1998 ricordiamo la mostra Mediterranea ospitata da Museo Storico Kombetar di Tirana e l’adesione all’iniziativa L’opening è dentro il penitenziario Beccaria a Milano. Si ricordano le commissioni pubbliche affidategli: nel 1985 realizza i murales “Gioco” a Vittuone (Mi) e “El gamba de Legn” a Roveda; nel 1986 ancora a Vittuone realizza il murales “Naufragio”; Nel 1995 a Milano presso il Museo d’Arte Paolo Pini realizza il murales “Colui che mangia le lucciole per vederci meglio” e, nella stessa città,“Il mangiatore in blu oltremare” acrilico su lamiera per la Cooperativa Duse, all’Autorimessa in viale Majno.

Nasce a Meldola nel 1947; interrotti gli studi a 12 anni, quando si trasferisce a Castiglione di Cervia, dal 1960 inizia un percorso musicale studiando clarinetto e sax tenore matura esperienze orchestrali fino al 1970. Nel 1980 si diploma in pittura all'Accademia di Belle Arti di Ravenna sotto la guida di Umberto Folli. Il gallerista cesenate Albo Sirri gli permette di entrare in relazione con alcuni dei maggiori protagonisti della pittura italiana del dopoguerra (Achille Perilli e Piero Dorazio). Questi contatti uniti alla partecipazione a numerosi concorsi e fiere d'arte contemporanea gli permettono di elaborare una maggiore apertura e di arrivare a una piena e consapevole maturità artistica. Fabbri è inserito nella sezione “giovani generazioni anni '40, catalogo ragionato della pittura italiana a cura di Giorgio Di Genova” ed è in permanenza al museo Bargellini a Cento, al M.A.R. di Ravenna, al museo Parmeggiani di Cento, a Casa Cini a Ferrara, a San Zeno in Monte con l'affresco commissionato per la cappella di S.Giovanni Calabria a Verona. Espone in importanti gallerie italiane e straniere fin dal 1985. Del 1985 è la sua prima personale nella Galleria GTL di Como, nel 1981 espone nella Galleria Mecenate di Lucera (Fg) e lo stesso anno espone anche al Free Time Club di Cesena dove tornerà anche nel 1994. Sempre nel ’94 espone ai Magazzini del Sale di Cervia, mentre l’anno seguente partecipa alla Biennale d’Arte Romagnola a Cesena. Nel 1996 è la volta della Biennale Mare Nostrum a Francavilla Fontana (Br), della Fiera d’Arte Contemporanea di Forlì (dove tornerà anche nel 2000) e della presenza al Flash Art Museum di Perugia. Nel 1998 cura la scenografia della mostra fotografica Oro Bianco, commissionata dal IBC di Bologna e allestita presso il Magazzino del sale di Cervia (Ra). Nello stesso anno espone in Spagna presso la Galleria Anagma di Valencia, a Palazzo Ducale di Massa Carrara. Del 1999 sono le partecipazioni a Venezia Arte, alla collettiva Oltre la differenza a Sant’Agostino (Fe) e, in Germania, al Festival delle bandiere di Eppingen. Del 2000 è la collettiva Trascendenza e terra presso la casa di G. Cini a Ferrara. Nel 2001 espone presso il Cenacolo San Marco di Terni, presso il chiostro di San Francesco di Loro Piceno (Mc) e alla rassegna Pittura in Romagna al Palazzo del Ridotto di Cesena. Del 2002 è la partecipazione alla collettiva Memoria e nostalgia alla Galleria Tamatete di Milano, e dell’anno successivo quella de Libro Oggetto, altra collettiva allestita presso Villa de Brandis di San Giovanni in Natisone (Ud). Nel 2004 importante Antologica al Palazzo del Ridotto di Cesena. Del 2005 la partecipazione alle collettive: Dalla terra alla terra presso Ca’ Cornera di Porto Viro (Ro) e Per Angelo Fabbri presso l’Oratorio S. Sebastiano di Forlì. Nel 2006 ai Giardini Naxos (Ct) partecipa alla prima edizione della rassegna Apantè, e nel 2008 partecipa nuovamente alla Fiera d’Arte Contemporanea di Forlì con la Galleria Incontri d’Arte.

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DAMIÀ JAUME

RICCARDO LICATA

Damià Jaume è considerato nel suo Paese e all’estero uno dei più sensibili e qualificati pittori realisti spagnoli della sua generazione. Nasce nel 1948 a Palma di Maiorca dove si diploma all’Accademia San Sebastià e dove nel 1972 terrà la prima personale. Si dedica anche all’insegnamento del disegno presso la locale scuola d’Arte. Presto entra a far parte della Galleria più nota dell’isola, la Sala Pelaires nella quale partecipa ad un omaggio a Mirò e dove tornerà ad esporre successivamente nel 1978, 1981 e 2002. Numerose le mostre all’estero e in altre città della Spagna. Nel 1975 alla Galleria Ponce di Città del Messico, nel 1976 alla Galleria Rayuela di Madrid, nel 1980 alla Galleria Lanzenberg di Bruxelles su segnalazione del grande storico dell’Arte di fama mondiale Jean Clair allora direttore del Museo Picasso di Parigi. Successivamente alla Galleria Bollhagen di Worpswedw, alla Bennassar di Pollensa a Majorca e nel 1982 alla Galleria Nickel di Norimberga. Viene così notato dalla Galleria Levy di Amburgo che lo fa entrare nella sua scuderia presentandolo prima nel 1983 alla Fiera Arco di Madrid e successivamente nella sua sede in Germania. E poi alla Galleria Stemmlle-Adler di Heidelberg. In tale occasione il Museo di stato di Bad Hersfeld acquista un suo dipinto. Il 1985 segna l’inizio di un intenso rapporto in Italia con la Galleria 32 di Alfredo Paglione che lo presenta con successo al pubblico milanese, successivamente alla Galleria Metastasio di Prato e infine nel 1993 in tre importanti mostre al Collegio Reale di Spagna a Bologna, al Castello Aragonese di Ischia e alla Galleria Davico di Torino. Si susseguono quindi i successi internazionali e le sue mostre nelle più importanti gallerie d’Europa e di Spagna: nel 1990 e 1993 alla Levy di Amburgo, nel 1991 e 1992 alla Galleria Leandro Navarro la più nota galleria di Madrid. Nel 1999 alla Sala Parés di Barcellona, più volte dal 1995 al 2005 alla Galleria Juan Gris di Madrid. Èspesso presente nelle più importanti fiere d’Europa , la FIAC di Parigi, ARCO di Madrid e alla Fiera di Basilea con le Gallerie Levy, Juan Gris e Navarro. Nel 1998 sue opere sono presenti al Museo dello Splendore in Abruzzo e nel 2006 al Museo di Correres in Spagna. Nel 2007 esegue un ritratto per il Presidente delle Isole Baleari che si trova al Consolato della Mar. Attualmente sta lavorando ad una grande opera murale per una chiesa di Palma di Maiorca.

Nasce a Torino nel 1929.Tra il 1947 e il 1955 studia al liceo Artistico e all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Nel 1957 ottiene una borsa di studio dal Governo francese per sperimentare l’incisione a colori e le nuove tecniche a Parigi con Friedlaender, Hayter e Goetz. Nello stesso anno è chiamato come assistente di Gino Severini all’École d’Art Italienne de Paris. Dal 1961 al 1995 è professore di mosaico all’École Nationale de Paris. Nel 1969 è nominato professore di arti plastiche alla U. E. R. della Sorbonne, professore di incisione all’Academie Goetz di Parigi e, dal 1972, alla Scuola Internazionale Grafica di Venezia e all’École Americaine d’Architecture de Fontainebleau. Inizia ad esporre a Venezia e a Firenze nel 1949 con il gruppo dei Giovani Pittori Astratti. La sua prima esposizione personale si tiene a Venezia nel 1951, seguono personali in 35 diverse Nazioni. Dal 1952 ha esposto alle Biennali di Venezia, alla Biennale di San Paolo del Brasile, di Tokio, di Parigi, di Lubiana, di Alessandria d’Egitto e alle Quadriennali di Roma, alle Triennali di Milano e nei più importanti Salons parigini. Nel 1993 ha tenuto una mostra antologica presso il Museo d’Arte Moderna Ca’ Pesaro, Venezia. Ha tenuto mostre nei seguenti spazi: Museo di Palazzo Ducale di Mantova (1998), promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dalla Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Mantova; Fondazione Teatro Nuovo di Torino, promossa dalla Regione Piemonte; Castello di Ebenau,Austria, Galleria Davidov di Parigi; Bologna e Milano. Inoltre l’Istituto Nazionale di Arte Contemporanea nel 1999 ha presentato le sue opere all’internazionale di Venezia, all’Europ’Art di Ginevra e all’Art London. Nel 2000 ha tenuto tre grandi mostre: Museo Nazionale d’Abruzzo, Castello Cinquecentesco dell’Aquila, Museo Nazionale di Villa Pisani, Strà, Palazzo del Senato, Milano. A partire dal 2003 il critico d’Arte Giovanni Granzotto, in collaborazione con Luciano Caramel, ha organizzato un percorso di mostre per far conoscere al pubblico europeo il lavoro di Licata. La mostra Riccardo Licata la musa mediterranea ha avuto luogo nel Museo della Darsena Reale di Barcellona, a Castel dell’Ovo di Napoli, al Palacio da Bolsa di Porto. Nel 2003 è uno dei 25 artisti scelti dal comitato scientifico composto da Francesco Buranelli, Maurizio Calvesi, Jean Clair, Sam Hunter, Dominique Ponnau, Peter Weiermair e Lorenzo Zichichi, per realizzare un’opera per la grande mostra su la Madonna nell’Arte Contemporanea svoltasi al Pantheon di Roma e nel parlamento Europeo di Bruxelles per i XXV anni di pontificato di S.S. Giovanni Paolo II. Ha esposto con Alberto Biasi a Bruxelles (Parlamento Europeo) e Berlino (Ambasciata Italiana). Un altro ciclo di opere è stato oggetto di una mostra itinerante che tocca le città di Palermo, Roma, Perugia ed Atene. Le sue opere sono presenti nei Musei d’arte moderna di Belluno, Chicago, Firenze, Milano, Mulhouse, New York, Parigi, Reggio Emilia, Stoccarda,Varsavia,Venezia,Vienna.Vive e lavora a Parigi e a Venezia.

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RAIMONDO LORENZETTI

ADELCHI RICCARDO MANTOVANI

Nasce nel 1948 a Casaleone (Vr), località in cui si praticano prevalentemente attività legate all’agricoltura e di tipo artigianale, in particolare la lavorazione del legno. Abbandonati molto presto gli studi, Lorenzetti diviene infatti un abile intagliatore, ma la salute assai cagionevole lo obbliga a periodi di lunga inattività; l’unico modo di passare il tempo è disegnare e dipingere all’acquerello. La madre, sensibile e colta, lo incoraggia. Nel 1970 abbandona la bottega dove ha trascorso l’apprendistato e apre una propria attività di intagliatore divenendo un raffinato ebanista. Nel contempo non perde l’amore per la pittura, realizzando alcune copie da autori del Cinquecento italiano, in particolare Raffaello. Ben presto comincia ad esporre i propri lavori. Nel 1980 si tiene a Milano la sua prima personale con presentazione di Ernesto Treccani. Espone con una certa regolarità tenendo personali in varie città italiane, tra cui Bologna, Milano, Roma, Verona. Di particolare rilevanza le mostre: Raimondo Lorenzetti, 1999, presso la Galleria d'Arte Spazio Blu a Roma e Raimondo Lorenzetti “Pressis labris” all’Accademia Officina d'Arte a Verona, sempre nel 1999, quindi Parabole e figure dell’immaginazione simbolica del 1995, tenutasi a Casaleone (Verona) e “Il ritorno di un narratore figurale” a Legnago nel 2000, ambedue a cura di Dino Formaggio. Nel 2001 espone sue opere nell’ambito della rassegna Ecce Homo tenutasi a Verona. L'anno seguente prende parte alla rassegna Surrealismo padano, da De Chirico a Foppiani curata da Vittorio Sgarbi al Palazzo Gotico di Piacenza. E nel 2002 è invitato a prender parte alla collettiva del Museo d’Arte M. Revoltella di Trieste, Pittura Fantastica in Italia. Numerose sono le mostre personali allestite negli ultimi anni in diverse città italiane. Nelle opere dell'ultima produzione, l'artista sembra allontanarsi dalla presenza incombente delle sue numerose simbologie che hanno occupato i suoi pensieri talvolta in maniera ossessiva. Dopo un breve viaggio a Parigi, infatti, esegue quattro paesaggi urbani, che ricordano la capitale francese, con figure colte in una naturale condizione di vita cittadina: uomini e donne con bambini in pose rilassate al posto delle figure anonime e fortemente condizionate della precedente ricerca. L'artista abbandona la realtà del pensiero e dell'immaginazione scorgendo figure vive e situazioni della vita. Senza dubbio si tratta di un nuovo periodo della sua ricerca: la dimensione della tela è dilatata, le rappresentazioni sono trattate con dovizia di particolari in una condizione di maggiore serenità psicologica.

Nasce nel 1942 a Ro Ferrarese. A causa della morte del padre avvenuta l'anno seguente, viene affidato alle suore dell'orfanotrofio di Ferrara dal 1946 al '52 e, in seguito, viene trasferito ad un collegio, sempre gestito da religiosi, dove impara il mestiere di tornitore. Dopo gli studi e un periodo lavorativo a Ferrara, dove vive con la famiglia, nel 1964 si trasferisce in Germania e deve rinunciare a dipingere per alcuni anni. Nel 1966 va a vivere definitivamente a Berlino dove può ricominciare a studiare e praticare la pittura nei corsi serali della vivace capitale, a frequentare gli artisti e perfezionare la sua straordinaria tecnica pittorica. Nel 1972 esordisce in una collettiva con il Gruppo Mediterraneum. Nel 1977 presenta la sua prima mostra personale alla Galerie Taube e nel 1979: è finalmente pittore professionista ed è invitato ad esporre alla Kommunale Galerie di Berlino nel 1989. Dopo venti anni di lavoro in fabbrica decide di lasciare quel lavoro per dedicarsi soltanto all'arte. In questo periodo giunge a maturazione il suo mondo fantastico, pieno di allegorie e di favole, che affonda le sue radici nella pittura padana del Quattrocento e in particolare nei cicli ferraresi, ma sono evidenti anche i riferimenti alla Metafisica e al Surrealismo (Delvaux). Le sue visioni sono sostenute da una tecnica meticolsa che contribuisce a rendere la magica atmosfera dei suoi dipinti. Sono numerose le sue partecipazioni a mostre collettive in Italia, come Tre accadimenti dell'arte italiana attuale, a Brescia nel 1989, a cura di Vittorio Sgarbi, così come Ritratto, il ritratto nella pittura italiana del '900, nel 1991 e Il Po del '900: arte, cinema, letteratura, nel 1995 al Castello Estense di Mesola (Ferrara) e in Germania, come Kraft der Bilder, Künstlersonderbund, Gropiusbau, nel 1996 e, nel 1997, Vom Realismus zur Romantik, Galerie Rutzmoser, Monaco di Baviera. Nel 1995 gli è dedicata un'importante mostra personale al Palazzo delle Zitelle a Venezia, così come a Berlino, qualche anno dopo, nel 1998, viene riconosciuta la qualità della sua ormai notevole produzione artistica. Nel 1999 partecipa alla rassegna della XIII Quadriennale Proiezioni 2000 al Palazzo delle Esposizioni di Roma e nel 2002, a Piacenza, a Surrealismo padano, da de Chirico a Foppiani dove presenta il dipinto La farfalla, 2000, che sarà riproposto, insieme all'inquietante Amiche, 2005, nella mostra che si tiene alla Galleria Civica di Potenza Visionari Primitivi Eccentrici, da Alberto Martini a Licini, Ligabue, Ontani. Nel 2006 espone con grande successo la sua recente produzione in una mostra personale a Cà Cornera (Porto Viro, Rovigo), stazione di sosta nel delta del Po, e alla Galleria Il Carbone a Ferrara. Nella primavera del 2008 il PAC (Padiglione d'Arte Contemporanea) di Milano gli dedica una rassegna preziosa esponendo dipinti dagli ultimi trenta anni di attività. Nell'autunno dello stesso anno è presente con l'autoritratto Scuola di disegno, 1996, nella mostra L'enigma del vero, arte italiana 1870-1980 alla Galleria Civica di palazzo Loffredo a Potenza, a cura di Laura Gavioli, nella sezione Obiettivo non obiettivo, dialoghi tra arte e fotografia.

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RENZO MARGONARI

GINO MAROTTA

Nel 1937 nasce a Mantova, dove presenta la sua prima personale nel 1959. Nel 1960 è aiutante di alcuni artisti dell’area avanguardistica milanese e romana. Dal 1961 partecipa a importanti mostre collettive. Nel 1966 è tra gli organizzatori della Prima Mostra Mondiale di Poesia Visiva alla Casa del Mantegna di Mantova, nel 1967 cura per Franco Solmi a Bologna la mostra Il Presente Contestato. Conosce e diventa amico dei surrealisti Sebastian Matta, Maurice Henry, Manina, Guy Harloff e Carlos Revilla, entra in contatto anche con Max Ernst e Marcel Jean e scrive note di presentazione per le loro mostre italiane. È apprezzato dai pittori Leone Minassian, Giannetto Fieschi, Sergio Dangelo e da letterati come Cesare Zavattini, Roberto Sanesi e Giò Ferri; a livello critico Italo Cremona, Luigi Carluccio, Enrico Crispolti, Giuseppe Marchiori e Mario De Micheli, sostengono la sua pittura. A Roma conosce Corrado Cagli. Incontra il pittore Mayo, Rufino Tamayo e Pierre Klossowsky. A Parigi entra a far parte del gruppo internazionale parasurrealista Phases. Nei primi anni ’70 numerose le rassegne in Italia e all’estero a cui l’artista partecipa conseguendo diversi premi: alla Biennale del Mediterraneo di Alessandria d’Egitto (1971), alla XXXVI Biennale di Venezia (1972), alla mostra Realités Nouvelles a Parigi (1975). In Cina nel 1987 espone in una personale all’Academy of Performing Arts di Hong-Kong; nel 1998 e nel 2001 è l’unico artista occidentale invitato alla Biennale di Shenzen. Numerosi i riconoscimenti anche nel campo della Grafica e del Disegno: al premio Michetti nel 1968, alla Esposizione Internazionale di Disegno di Rijeka nel 1970, alla IV Biennale Internazionale della Grafica di Firenze nel 1974, alla VI Biennale della Gravure di Krakow nel 1976. Notevole anche il suo attivismo nel campo della critica d’arte (figura tra fondatori e redattori di riviste culturali come “Il Portico”e “N. A. C.”), ha scritto volumi, ha curato cataloghi e numerose monografie. Ha ricevuto premi per la critica alla Biennale di San Marino, alla Biennale di Poggibonsi, al Premio Sulmona. Per meriti artistici, ha ottenuto vari riconoscimenti tra cui l’“Ottrano d’Argento”, la “Caveja d’Argento” a Forlì e la “Santa Caterina d’Oro” a Siena nel 1995. Si è cimentato anche nella scultura (esponendo a Parigi, Vienna, Tel Aviv), nel settore della gioielleria creativa (ha partecipato alla Biennale Internazionale “Aurea Arte” di Firenze), della scultura in vetro lavorando con Venini, Salviati, Toso e con Lino Tagliapietra, in quello della ceramica lavorando nella fornace di Sandro Soravia di Albissola; ha collaborato anche alla realizzazione di documentari d’arte per la casa di produzione Polivideo. Fondatore della scuola di Grafica Artistica di Castelnuovo del Garda, e direttore del Museo d’Arte Moderna di Gazoldo degli Ippoliti (Mantova). Ha tenuto le cattedre di Storia dell’Arte e di Pittura all’Accademia di Belle Arti di Cignaroli di Verona, da lui diretta dal 1987 al 1998.

Gino Marotta è nato a Campobasso nel 1935.Vive e lavora a Roma. Debutta nel 1957 con una personale alla Galleria Montenapoleone di Milano. Partecipa ad alcune tra le mostre più interessanti dell'arte italiana contemporanea. Tra le personali più recenti si segnalano quella a Palazzo Ricci, Macerata (1999) e al Complesso del Vittoriano di Roma (2001); al Museo delle Ceramiche di Castelli (2002); a Seoul, Nuova Delhi, Karachi, Islamabad, e Taipei (2004); alla Ph7 Art Gallery di Roma (2004), alle Scuderie Aldobrandini di Frascati (2005); quella negli spazi della Galerie Italienne e alla FIAC di Parigi. Nel giugno 2006 la Galerie Italienne ripropone a Parigi gli “Environnements” degli anni ’60. A Londra, durante la Frieze Art Fair, la personale “Naturale-Trasparent-Artificiale: 1960 to 2006” nella David Gill Galleries. Nel 2007, a Venezia, durante la 52ª Biennale, la Galerie Italienne presenta la mostra “Natura e Artificio” presso la Scuola dei Mercanti. A giugno alcuni metacrilati vengono esposti a Basilea, per il Design Miami Basel e a Villa d’Este, a Tivoli, per la mostra “50-60 la scultura in Italia. Opere delle collezioni della Galleria Nazionale d’Arte Moderna”. Lo stesso anno a Milano, lo Studio Visconti ordina la personale “Gino Marotta. Anni cinquanta”. Sono del 2007 le mostre: “Gino Marotta Naturale-Artificiale” presso l’Università degli Studi del Molise a Campobasso; e “Viaggio nell’Arte Italiana 1950-80 - Cento opere dalla Collezione Farnesina” (Sarajevo, Sofia, Budapest, Sibiu, Bucarest, Varsavia, Santiago, Lima, San Paolo), a cura di Maurizio Calvesi e Lorenzo Canova. Nello stesso anno è inoltre pubblicata la monografia “Marotta” a cura di Maurizio Calvesi, edita da Silvana Editoriale. Nel 2008 la personale “Trasparente/Apparente”, a cura di Maurizio Calvesi, a Roma, alla Galleria La Nuvola, le collettive “/italics/”, a Palazzo Grassi a Venezia e “Per una collezione del disegno contemporaneo” presso l’Accademia Nazionale di San Luca a Roma. Nello stesso anno alcune sue opere in metacrilato vengono esposte a Shangai, Pechino e Shenzhen nella Rassegna internazionale di Scultura Italiana Contemporanea “Energie sottili della materia”. Nel 2009 le mostre personali “Gino Marotta - amore amore” allo Studio Giangaleazzo Visconti in Corso Monforte a Milano e “La rotazione dello sguardo inquieto” al Modigliani Institut di Palazzo Taverna a Roma. Si è dedicato al cinema e al teatro d’avanguardia realizzando le immagini per il film “Salomè” e la scenografia teatrale di “Nostra Signora dei Turchi” di Carmelo Bene, le scene di “Finale di partita” di Samuel Beckett. Amico di poeti come Ungaretti e Cardarelli, ha realizzato preziosi libri con Emilio Villa, Giorgio Soavi e Antonio Delfini. Ha diretto l’Accademia di Belle Arti dell’Aquila, è membro dell’Accademia Nazionale di San Luca a Roma e dell’Accademia Medicea delle Arti del Disegno di Firenze.

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MATTEO MASSAGRANDE

ELISA MONTESSORI

Nasce a Padova nel 1959. Pittore ed incisore, si interessa allo studio di antiche tecniche di pittura, di incisione e all’arte del restauro. Nel 1973 inizia ad esporre in una collettiva di pittori locali a Treviso. Oggi ha ormai all’attivo oltre 100 personali in Italia e all’estero. Nel 1974 incontra per la prima volta Giovanni Barbisan da cui apprende le tecniche dell’incisione e con il quale instaura una profonda amicizia. Nel 1975 a Venezia conosce il pittore Luigi Tito che lo invita alla Scuola Libera del Nudo dell’Istituto d’Arte. Nel 1976 Conosce Guido Cadorin che vedendo le sue prime opere decide, fin dal primo incontro, di fargli da insegnante. Le lezioni vengono dedicate alle sofisticate tecniche della tempera all’uovo quattrocentesca, che ancora oggi fanno parte del patrimonio tecnico di Massagrande. Nello stesso anno partecipa per la prima volta al Premio Burano di Pittura, occasione in cui conosce Giuseppe Marchiori, Guido Perocco e Carlo Ludovico Ragghianti. Nel 1977 conosce Giorgio De Chirico che lo definisce “faccia da pittore”. Nel 1978 frequenta Virgilio Guidi, Tono Zancaro, Augusto Murer, Alberto Moravia, Giuseppe Berto, Paolo Ruffilli, Mario Stefani, Bruno Saetti. Nel 1979 si reca spesso in viaggi studio a Parigi. Nel 1980 a Roma conosce Lino Bianchi Barriviera e Valeria Vecchia. Da loro apprende molte tecniche di incisione e la libertà espressive del segno grafico. In questo stesso anno ottiene il Premio Internazionale Città di Pordenone. Nel 1981 conosce Ermanno Olmi, figura che lo induce a riflettere sull’importanza della sobrietà dell’espressione artistica. Nel 1982 ottiene il Premio Rizzoli per la Grafica. Nel 1985 a Parigi frequenta Orfeo Tamburi da cui impara ad amare la visione delle città. Nel 1986 Realizza un grande ciclo di affreschi e dipinti in un palazzo storico nel cuore di Londra. Ottiene il Premio Burano di pittura. Nel 1987 compie diversi viaggi di studio negli Stati Uniti, in Belgio, Olanda e Germania. Ottiene il Premio Under 35 alla Terza Biennale d’Arte Sacra a Venezia. Nel 1989 illustra il libro Passato prossimo edito da Rotary Club International. Nel 1991 realizza una pala per la chiesa di Consandolo (Fe). Illustra la raccolta Ne Tisini con poesie di Giorgio Segato. Nel 1993 illustra il racconto Cercando Sisol di Ermanno Olmi. Nel 1994 viene pubblicata una monografia con la quale si chiude simbolicamente il periodo della pittura giovanile. Massagrande frequenta annualmente il Campus Internazionale d’Arte di Hajós (Ungheria) dove, oltre a dipingere insieme ad affermati artisti dei paesi dell’Est, insegna a molti giovani studenti di diverse Accademie d’Arte. Nel 1995 inizia una collaborazione con il teatro Stabile del Veneto diretto da Giulio Bosetti per il quale realizza i dipinti delle affiche che promuovono gli spettacoli teatrali. Nel 1997 realizza la pala d’altare per la chiesa di Sant’Ignazio di Loyola a Padova. Nel 1998 illustra il racconto di Fulvio Tomizza Le stelle di Natale. Nel 2001 realizza una pala d’altare per la chiesa di San Bartolomeo a Mestrino. Le sue opere si trovano in numerosi musei, chiese, collezioni pubbliche e private. Recentemente alcune sue incisioni sono entrate a far parte del Gabinetto delle Stampe degli Uffizi di Firenze.

Elisa Montessori è nata a Genova nel 1931. Disegnatrice e pittrice con Mirko, Afro, Cagli, respira a Roma l'aria di un rinnovamento artistico, che inizia nel 1951 col "Manifesto del Gruppo Origine" di Burri, Capogrossi, Colla. Attraverso le sperimentazione tecniche, su cui forgia i suoi inizi con Mirko, l'incisione, la tempera all'uovo, il mosaico, l'oreficeria, lo sbalzo, si palesano la sua inclinazione e la sua attrazione per l’esoterico e lo spirituale e le ascendenze orientali dopo l'incontro con la cultura cinese. Dal 1951, anno della prima personale, la sua attività è continua, con numerose personali e collettive in Italia e all'estero: 1982, La Biennale di Venezia, 1983 XVII Biennale d'Arte di San Paolo del Brasile, 1986 Quadriennale d'Arte di Roma, 1999 Lavori in corso 6, Galleria d'Arte Moderna di Roma, 2001 Mostra d'Arte Contemporanea Palazzo della Farnesina di Roma e nel 2006 la Galleria Nazionale d'Arte Moderna (personale). Le sue opere si trovano in collezioni private e pubbliche. Nel 1982 alla Biennale di Venezia presenta la serie de "La Montagna di Seghers": grandi carte intelate su cui esegue, sulla scia del maestro olandese del '600, con carboncino, gessi, e pastelli colorati, segni che suggeriscono paesaggi, come nelle pitture cinesi i bordi suggeriscono le nuvole. In “Haiku” un dittico del 1986, come in “Giardino” del 1990, l'influenza orientale è netta. Prosegue in gran formato la serie dei fiori nei gigli in bianco e in nero di Casablanca (1998) e nei giardini, che negli anni interpretano in trasparenza il suo mondo naturale, Campi Elisi, 1994, Fiori di Mackintosh (1998), fino al ritorno del mosaico, che incide con forza sui colori e allude ad un ché di barbarico e islamico. Ha illustrato con acquerelli, numerose opere letterarie, da Shakespeare a Silvya Plath, da Derek Walcott a Su-Ling. Nel 2006, esegue una serie di opere sul ritmo d'intersecazioni della musica per frequenze casuali di John Cage's story. Hanno scritto sul suo lavoro, tra gli altri: Boris Biancheri, Enzo Bilardello, Giovanna Bonasegale, Laura Cherubini, Mara Chiaretti, Martina Corgnati, Costantino Dardi, Linda de Sanctis, Mario de Candia, Federica Di Castro, Patrizia Ferri, Nadia Fusini, Stefano Malatesta, Bruno Matura, Filiberto Menna, Francio Miracco, Francesco Moschini, Italo Mussa, Sandro Parmigiani, Franco Purini, Elisabetta Rasy, Pier Carlo Santini, Anne Marie Seauzeau Boetti, Silvana Sinisi, Carla Vasio, Marisa Vescovo, Francesco Vincitorio, Claudia Terenzi, Bruno Toscano, Paola Watts.

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UGO PIERRI

NANI TEDESCHI

Nasce a Trieste nel 1937. Frequenta la Scuola d'arte ma la sua passione per il disegno segue quella per il calcio, trascorre infatti un periodo nella squadra del Treviso allora militante in serie C. Nel '64 incontra la poetessa Trauber, che lo introduce nell’ambiente artistico e che gli organizza due mostre. La Trauber lo mette in contatto con letterati ed artisti quali Gatto, Mascherini, Guttuso. Nel '68 entra in contatto con Giovanni Comisso, che nel 1970, presenta la personale tenuta alla Galleria S. Stefano di Venezia. Nel '67 trova lavoro come grafico presso la Petzman Spa. Deve agli amici la sua attività artistica. Ermete Lombardo gli organizza varie mostre a Cremona (1979, ‘87, ‘99), Noemi Halperin, lo presenta a Ginevra (1982, ‘99, 2000). Il Gallerista esoterico e George Sand lo espongono varie volte (1987, 1988, 1992) e il gauleiter Alpenstock dell'Università cattolica nel suo Laboratorio della Comunicazione a Gemona del Friuli. Mog gli cura due mostre nella capitale (2001). Il commediografo Taylors gli fa fare mostre nel suo teatro a Milano (2003, 2004, 2005). I responsabili della Cartesius, i Bridge, lo aiutano non poco (1972, 1994). Vanesio Bird e Bob Damiani, lo presentano alla Galleria degli Artisti di Trieste (1974). Tullio Asterics (1985) pubblica una sua serie di tarocchi. Tra la fine degli anni ottanta e la metà degli anni novanta, grazie all'interessamento della regista Rosa Luxemburg lavora per il teatro La Contrada. Nel '91 cura la pagina “umoristica” del Lavoratore. Nel 1995 incontra l'attore Vittorio Kean che declamerà i suoi versi in vari circoli pubblici e privati. Il Comune di Trieste nel '95 lo incarica di allestire a Palazzo Costanzi una mostra per la sua antica istitutrice. Nel 2000 per il rinnovo della sede della CGIL, pubblica un libretto di disegni aziendali. Nel 1996 lo stampatore Kalende pubblica i suoi primi versi dedicati al gioco del calcio, nel '97 lo invita a disegnare le avventure di Pinocchio e gli pubblica vari lavori:Via Canova 26 nel 1997, Noi parrocchiani, 1998, Selezione celeste 1999, La gabbia del pane 1999, Icaro depennato nel 2002. Nel 1997 l'editore Al Boino di Milano stampa i suoi haiku dialettali. Nel 2003 sempre per Kalende traduce e illustra Catullo. Nel 2004 incontra durante un reading il poeta americano Jack Hirschmann che gli traduce i versi staliniani. Steel away, il titolo del libretto. Nel 2003 La Biblioteca Statale Quarantotti Gambini organizza la mostra, sui campi di sterminio, Per non dimenticare con la presentazione del critico Swartzbeck. Nel 2004 la signorina Seawater, fotografa, promotrice culturale, gli organizza la mostra La chioma della sirena dedicata alla sua antica istitutrice la poetessa Trauber. Nel 2005 esce sempre per Kalende: In JHS we trust, in JVD we must, una raccolta di versi tetrallegri. Nel 2005 è ancora la Seawater a proporgli per i quarantanni di attività cinque mostre e un catalogo, firmato Swartzbeck. Esce nei Seawater's quires un suo racconto lungo, Il mangiatore di carta.

Nani Tedeschi nasce nella bassa reggiana nel 1938.Vive in un vecchio casale di campagna in località Pratofontana. Da oltre mezzo secolo, Nani crea immagini di straordinaria nitidezza attraverso un’elaborazione ed una fusione di dati, letture, intuizioni e fantasia che rendono la sua opera grafica unica ed inconfondibile. I temi trattati sono i più disparati. Solitamente il punto di partenza è costituito da un’opera letteraria oppure è l’omaggio ad un artista o ad un poeta, oppure ai grandi del cinema o della storia e dell’attualità. Nel 1972, è invitato alla XXXVI Biennale di Venezia e da lì inizia un’ascesa che lo porterà a Nevers, Vienna, Hannover, Berlino. Da allora ha sempre avuto al fianco, come prezioso collaboratore Mario Scolari. Inoltre gli vengono dedicate personali al Palazzo dei Diamanti e al Castello Estense di Ferrara, alla Galleria d’Arte Moderna di Modena, a Palazzo Braschi di Roma, al Castello Sforzesco di Milano, al Palazzo Ducale di Mantova. Nel 1987 espone a New York e a Tokyo e più tardi a San Paolo del Brasile, in un crescendo di consensi che lo porteranno al Museo Ferrari di Maranello prima, a collaborare poi con il Corriere della Sera, Il Giornale Nuovo, Il Sole 24ore e infine a lavorare per il teatro e per la Rai. Ma sarebbe riduttivo parlare delle innumerevoli personali e collettive dell’artista trascurando la sua attività di promotore artistico. Già agli inizi degli anni ’70 a Reggiolo, si creò un sodalizio di artisti e uomini di cultura che, favoriti dalla lungimiranza del Sindaco di allora si radunava per promuovere eventi artistici di primissimo ordine, essendo Reggiolo luogo di nascita di Emile Giglioli, Nino Za, Carlo Santachiara. Con quelle personalità si discuteva di arte, si organizzavano incontri col pubblico e si realizzavano mostre di grande interesse in una temperie culturale di grande spessore. Fu così che nacquero le mostre di Enrico Baj, di Gentilini, di Guttuso, di Matta, di Arman. Agli inizi degli anni ’80, è ancora lo stesso Nani a proporre le mostre di Enrico Baj al Palazzo della Ragione a Mantova e, poi, nel ’90 presso la Biblioteca Panizzi di Reggio, senza dimenticare l’importante esposizione di ceramiche policrome di Emilio Scanavino tenutasi nel 1988 al Comune di Bagnolo in Piano. Numerose le collettive e le personali susseguitesi nel corso degli anni, le più recenti sono quelle del 2006 presso il Comune di Sassari e al Palazzo dei Principi di Correggio; quelle del 2007 a S. Giovanni in Laterano a Roma, a Palazzo Magnani di Reggio Emilia e nel 2008 allo Studio BFMR di Reggio Emilia, a Palazzo Bentivoglio di Gualtieri, presso la Cappella Sistina del Duomo a Savona, a Bologna alla Galleria Tempo per le farfalle e per il Comune di Correggio. Nel 2009 ha invece esposto al Chiostro di San Domenico a Reggio Emilia.

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PAOLO VOLTA

SERGIO ZANNI

Paolo Volta dopo l’Istituto d’Arte Dosso Dossi di Ferrara, frequenta l’Accademia di Belle Arti di Bologna e si dedica all’attività di grafico nel campo della progettazione architettonica. Dal 2000 è direttore della Galleria del Carbone di Ferrara per la quale ha organizzato oltre 180 mostre. La Galleria è anche l’espressione di un gruppo di artisti che operano in associazione collaborando con realtà internazionali in Germania, Francia, Ucraina. L’attività di gallerista non gli impedisce quella di pittore, anzi, viene rafforzata dai frequenti contatti con altre realtà culturali. Numerosi ed importanti le esposizioni personali a lui dedicate, infatti si ricordano quella del 1996 presso la Sala Nemesio Orsatti di Ferrara, del 1997 presso il Chiostro di S. Giorgio dei P.P. Olivetani (Fe) e quella dell’anno successivo alla “Tavolozza” di Ferrara presentata dal maestro Gianni Vallieri. Nel 2000 patrocinata dal Comune di Mirabello (Fe) è allestita una personale presso la Biblioteca delle Scuole Elementari e nello stesso anno un’altra importante personale, patrocinata dal Comune di Poggiorenatico, è ordinata nel Castello Lambertini. Nel 2001 espone presso gli impianti Idrovori di Codigoro e S. Antonino del Consorzio Generale di Bonifica di Ferrara e nel 2005 presso l’Istituto di Cultura Casa Giogio Cini di Ferrara, nel 2007 allo Spazio Associazione Culturale StArt47 – Ferrara si tiene la mostra Taccuino. Tra le collettive ricordiamo: nel 1999 quella presso la Sala Nemesio Orsatti di Ferrara e la partecipazione a Arte Europa Reggio 2000; del 2000 sono invece le partecipazioni a Artisti in Fiera a Parma e alla collettiva organizzata dal Circolo degli Artisti di Modena in occasione del Giubileo dello Sport. Nel 2002 a Ferrara prende parte, assieme ad altri artisti, a Il Grande Fiume presso la Sala Nemesio Orsatti l’anno successivo è selezionato al Premio Niccolini promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara e prende parte alla collettiva Il Sigillo presso la Galleria del Carbone, espone poi al Teatro Guiglia di Modena e all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Nel 2005 è invitato alla rassegna Arte & Musica di Quingentole (Mn) e alla mostra 7 artisti al n°18 di Piazza Italia, lo stesso anno espone ad Odessa all’Istituto Greco di Cultura e, nella stessa città, al Simposio internazionale organizzato dalla Ass. Artisti Indipendenti Europei. Nel 2006 è al Museo di Arte Orientale ed Occidentale di Odessa ed espone anche nel Museo della Regione di Rakovky—Rakov (UK). Nel 2007 partecipa alle collettive al Tagunshotel di Ismaning in Germania, alla Galleria del Carbone di Ferrara e nuovamente ad Odessa al Museo di Arte Orientale ed Occidentale. Nel 2008 partecipa alla Mostra internazionale del Libro d’Artista a Casa Demedts, esponendo alla collettiva make us dream - i libri fanno sognare con presentazione di M. Callens, direttore della Stedelijke Akademie voor Beeldende Vorming di Harelbeke in Belgio. Lo stesso anno alla Chiesa di San Lorenzo di Cento (Fe) prende parte alla collettiva voluta dalla Libera Associazione Topoi. Nel 2009 collettiva alla Pinacoteca di Bondeno (Fe) della Libera Associazione Topoi e la partecipazione al III Simposio internazionale nei Carpazi organizzato dalla Ass. Artisti Indipendenti Europei.

Sergio Zanni nasce a Ferrara nel 1942. Dopo il diploma all’Istituto d’arte ferrarese Dosso Dossi, frequenta l’Accademia di Belle Arti di Bologna, dedicandosi inizialmente alla pittura e, a partire dalla metà degli anni ’60 alla scultura. La sua attività espositiva inizia nel 1965 con una collettiva presso la Galleria Comunale di Bologna dove tornerà ad esporre nel 1966 e prosegue con una lunga serie di esposizioni collettive e personali, tra le più recenti ricordiamo, nel 1997 la collettiva al Museo Civico Archeologico di Bologna, alla Galleria Punto Arte di Modena e alla Galleria Davico di Torino. Nel 1998 espone a Milano alla Galleria Forni, a Padova alla Galleria Modula Arte, alla Galleria Davico di Torino. Nel 1999 è alla Davico di Torino, alla Forni e ad Arte Fiera di Bologna. Dall’anno 2000 ha esposto nelle seguenti sedi espositive: nel 2000 partecipa alla 40ª Mostra della Ceramica di Castellamonte (To), espone al Chiostro di S. Stefano a Bologna e alla Biennale Aldo Roncaglia di San Felice sul Panaro (Mo), nel 2001 è invitato alla collettiva Vincitori e Vinti, alla Rocca Possente di Stellata a Bondeno (Fe); e nel 2002 a Il Po in controluce al Chiostro degli Olivetani di Rovigo e a Surrealismo Padano. Da De Chirico a Foppiani 1915 – 1986 a Piacenza; a Ferrara espone ne Giganti di Sabbia mostra allestita all’Istituto di Cultura Casa Cini, e a Berlino alla Kommunale Galerie partecipa alla collettiva Pittura e Colline. Nel 2003 partecipa ad Arte Fiera a Bologna con la Galleria Forni, espone all’Istituto Italiano di Cultura a Berlino, alla Galleria Cristina Busi di Chiavari (Ge), alla Basilica di San Giorgio Maggiore a Venezia e alla Galleria Ricerche d’Arte di Roma. Del 2004 sono le esposizioni alla Galleria Rosso Tiziano di Piacenza, a Ferrara a Palazzo Massari e al Centro Culturale le Cappuccine di Bagnacavallo (Ra). Nel 2005 espone alla Galleria Davico di Torino, alla Galleria Civica di Potenza prende parte alla rassegna Visionari Primitivi Eccentrici e alla Galleria Tommaseo di Trieste. Nel 2006 a Modena alla Galleria Lo sguardo dell’altro e al Museo d’Arte Orientale ed Occidentale di Odessa (UK), del 2006 è anche la mostra D’Ulisse e d’altri viandanti allestita a S. Pietro in Casale (Bo) a S. Giorgio in Piano (Bo) e a Pieve di Cento (Bo). Nel 2007 espone alla Galleria Forni di Bologna, all’Officina delle Arti di Reggio Emilia e alla MLB Home Gallery di Ferrara, e alla Galleria Marchesi di Ferrara. Nel 2008 a Modena la Galleria Lo Sguardo dell’altro allestisce la mostra Dall’Auriga di Delfi; espone presso la Galleria Rosso Tiziano di Piacenza e a Porto Viro (Ro) alla Galleria Cà Cornera la personale Viaggiatori, viandanti ed equilibristi e nel 2009 alla Galleria del Carbone di Ferrara la mostra L’Auriga, Il Nichilista e il Viandante.

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Mostra Personale di Sergio Ippoliti I Premio Edizione 2008


Rivisitazione, 2009, tempera su carta, cm 35x50

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Un Mosaico per Tornareccio – Personale di Ippoliti

Sorriso amaro Mostra personale di Sergio Ippoliti Elsa Betti

Nel bozzetto vincitore della scorsa edizione, Ippoliti ricrea un’atmosfera chagalliana: una coppia di sposi fluttuante sul dorso di un’ape gigante, in un cielo riempito da una luminosa luna piena. La coppia di innamorati sarebbe il perfetto soggetto di un cartellone pubblicitario, senza nemmeno creare troppo scompiglio nell’atmosfera fiabesca propostaci dall’autore, se il grosso insetto si tramutasse improvvisamente in una Vespa Piaggio: la sposa, il bouquet, i sorrisi, gli sguardi e il futuro ottimista in cui ogni passo è un tuffo nella dolcezza. Titolo di questo bozzetto è Luna di miele a Tornareccio: esempio perfetto di come, a determinare il lavoro di Ippoliti, sia proprio la capacità di giocare con il significato delle parole. La sua abilità nel ribaltare l’atmosfera, il senso delle frasi e la sua visionarietà gli permettono accostamenti pungenti e intrecci inaspettati tra parole ed immagini. I significati ottenuti in tal modo per ogni disegno sono molteplici e non solo per evocazione diretta ma anche per accostamento, assonanza e traslazione: i livelli di lettura, insomma, si moltiplicano come scatole cinesi. Proprio sull’abilità di manipolare il linguaggio si basa la competenza del disegnatore satirico o umoristico, sulla capacità cioè di offrire, ogni giorno, una vignetta che impietosa fotografi la realtà del momento, strappando al lettore il sorriso amaro da prima pagina. Lo stesso tipo di sorriso che Ippoliti ci regala in questa personale. “Il titolo della mostra – spiega l’autore – è un omaggio al famoso film neorealista (Riso amaro, G. De Santis, 1949), ma è anche un rifacimento, un gioco di parole attraverso il quale invito a sorridere di cose che in realtà sono tutt’altro che divertenti: questa è la satira, questo è il suo compito”. Nelle tempere esposte a Tornareccio, Ippoliti ci suggerisce una serie di riflessioni sulla contemporaneità, sul rapporto con la storia, sull’identità. I suoi mezzi sono l’arguzia, l’ironia e la pittura fantasiosa che secondo Roberto Gervaso è da assaporare, composta sì di colori ma anche di spezie, di “pepe, peperoncino, sale, origano, rosmarino”. Da assaporare in questa mostra c’è innanzitutto Roma, protagonista assoluta sempre sullo sfondo. In Rivisitazione, ad esempio, c’è un netto riferimento alla Nascita di Venere del Botticelli, che anziché nascere dalla conchiglia viene al mondo dalle acque della “barcaccia” del Bernini. L’artista ama deformare i miti che abitualmente abbiamo sotto gli occhi: il mito di Roma però non è mai deformato, la città rimane eterna, tutto le accade intorno e lei è lì, sorridente nel sole e sempre bella, nonostante le brutture che nel suo seno è costretta a sopportare. Per metonimia la capitale diventa l’immagine 49


Un Mosaico per Tornareccio – Personale di Ippoliti

Roma 1990, Personale alla Galleria De Magistris, presentata in catalogo da Federico Fellini (nella foto con Sergio Ippoliti)

un po’ nostalgica di una Italia che per quanto ci si impegni a devastare rimane ancora bellissima. La città mostrata da Ippoliti sembra quella della Dolce Vita, anche se sotto il sole non ci sono più Mastroianni o Gassman seduti in un caffè di via Veneto ma il carrozzone dei nuovi noti intenti, in una tavola come Vip Pride, a festeggiare l’orgoglio dello share e del gossip con l’Italia prostrata ai suoi piedi. È l’Olimpo dello schermo televisivo che ha trionfato su quello cinematografico e Ippoliti riflette anche su questa sconfitta, affermando, in quanto romantico, il suo amore per il cinema, quello in bianco e nero, quello che attraverso i grandi divi affrontava i grandi temi. La malinconia per questo cinema si ritrova anche nella tavola intitolata Ai funerali di Anna Magnani il cui titolo originario avrebbe dovuto essere The end, la scritta che da piccolo l’artista guardava incantato sullo schermo, senza comprenderne il significato. The end vuol dire fine, e la fine in questo caso è quella non solo di un cinema di qualità, ma di un’epoca. Prendendo ispirazione da Roma città aperta (R. Rossellini, 1945), la morte della Magnani simboleggia in sé il momento in cui, sotto l’indifferenza generale di uno star-system lontano dalla penisola, si attua il drammatico passaggio di consegne alla televisione: il funerale del grande cinema, insomma. Ippoliti riflette sull’imbarbarimento dei costumi di un paese preso d’assalto da rumorosi turisti che, ne I Nuovi Barbari, fanno il pediluvio nella fontana del Nettuno. Quegli stessi turisti sostituiscono oggi i viaggiatori, protagonisti attivi tra VIII 50


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e XIX secolo, di quel Grand Tour, che prevedeva una tappa obbligata in Italia per il completamento di una buona educazione. Gli intellettuali venivano a cercare il Rinascimento, la classicità della Magna Grecia, e quella romana. Uno dei simboli di questi viaggi era sicuramente il Laocoonte del Belvedere, che nella tavola Gran Tour si contorce insidiato dalle indicazioni stradali che lo avvolgono al posto dei serpenti, sommerso da un fiume di macchine che respinge i fantasmi della cultura. Verrebbe da chiedersi se Oscar Wilde, riferendosi al suo amato, scriverebbe ancora “ti prego, non appena avrai fatto tutto quello che puoi fare, parti per l' Italia e riconquista la tua calma…”. (De Profundis, 29 aprile 1895)

…Efficace caricaturista, satirico. Sergio Ippoliti scava in profondità certi problemi esistenziali, propri del nostro tempo, con originalità e spontaneità e non soltanto come grafico ma anche con la sua pittura che è carica di immagini efficaci. Pericle Fazzini Roma 8 febbraio 1985

Marzo 1983, insieme ad altri umoristi, incontro con il Presidente Sandro Pertini al Quirinale.

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Un Mosaico per Tornareccio – Personale di Ippoliti

C’era una volta a via Margutta, 2008, tempera su carta, cm 35x50

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Un Mosaico per Tornareccio – Personale di Ippoliti

Vip Pride, 2007, tempera su carta, cm 35x50

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Un Mosaico per Tornareccio – Personale di Ippoliti

La profezia, 2007-08, tempera su carta, cm 35x50

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I funerali della Magnani, 2006, tempera su carta, cm 35x50

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Un Mosaico per Tornareccio – Personale di Ippoliti

I nuovi barbari, 2008, tempera su carta, cm 35x50

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Un Mosaico per Tornareccio – Personale di Ippoliti

Un popolo di poeti..., 2007, tempera su carta, cm 35x50

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Un Mosaico per Tornareccio – Personale di Ippoliti

Grand Tour, 2007, tempera su carta, cm 35x50

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Un Mosaico per Tornareccio – Personale di Ippoliti

SERGIO IPPOLITI (Roma 1933)

Umoristica di Jesi nel 2005; 1° premio al Concorso di Disegno Umoristico a Città di Castello nel 2005; Premio Città di Dolo alla Carriera nel 2005. Ippoliti viene segnalato e riceve altri premi in numerose città italiane, Tolentino, Pistoia, Pescara, Lanciano, Dolo. Nel 1983 ha modo di incontrare il Presidente della Repubblica Sandro Pertini presso il Quirinale. Le sue opere sono presentate in numerose personali; in particolare si ricordano quelle tenute a Roma nel 1971 alla Galleria dei Leoni, nel 1977 alla Galleria Gabrielli e nel 1979 alla Galleria Molino, del 1979 è anche la personale di Positano organizzata nell’Hotel S. Pietro. A Roma, il disegnatore espone ancora nel 1985 alla Galleria Consorti con presentazione in catalogo di Pericle Fazzini, nel 1990 è invece presentato in catalogo da Federico Fellini per una personale alla Galleria De Magistris; del 1992 è l’esposizione alla Galleria Zizzari con testi in catalogo curati da Luigi Magni. Importante è anche il numero di collettive in Italia e all’estero alle quali Ippoliti partecipa (Roma, Siena, Bordighera, Venezia Skopije, Montreal, Chieti, Vasto…). L’artista ha collaborato con varie emittenti televisive quali RAI due, GBR, Telestudio, Teleregione. Sergio Ippoliti attualmente vive e lavora a Roma.

Sergio Ippoliti nasce a Roma nel 1933. Disegnatore umorista, la sua formazione si compie a Roma, dove frequenta la Scuola di Arti Ornamentali e la Scuola di Nudo dell’Associazione Artistica Internazionale. Ha collaborato con numerosi quotidiani e periodici nazionali quali: Marc’Aurelio, Il Travaso, Il Tifone, Cantagallo, Clown, 90 Minuti, Sport Illustrato, e con la redazione sportiva de Il Tempo. È vincitore di prestigiosi premi: 1° premio ex aequo con Bonvi al concorso Paese Sera per Un personaggio Italiano a Fumetti nel 1966; 1° Premio Sant’Andrea d’Oro alla Seconda Biennale della Caricatura a Vercelli nel 1977; San Valentino d’Oro per l’Umorismo a Terni nel 2000; 1° Premio al Concorso Internazionale di Arte Grafica e 59



Mosaici realizzati


In queste braccia Luciano Luisi

Benedetta tu sia come le api col loro lieve ronzio che sciamano a suggere il polline per dire grazie alla vita con il miele; e come gli umili fiori dei campi che nel breve apparire danno al prato più luce; e benedetta come questi passeri che s’accontentano di ciò che trovano, chiedono così poco per esistere; e benedetta tu sia per lo stupore che t’accendeva gli occhi di bambino, quella sola ricchezza che mi hai lasciato, scusandoti, in dono.

Luciano Luisi, In queste braccia – versi per la madre – a cura di Luciano Luisi, Edizioni San Paolo 2003

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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2006

Jessica Carroll (Roma 1961) Visione a mosaico, 2006, mosaico, cm 100x100 (donazione coniugi Alfredo e Teresita Paglione)

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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2006

JosĂŠ Ortega (Arroba de los Montes 1921 - Parigi 1990) Nocturno, 1989, mosaico, cm 100x88 (donazione coniugi Alfredo e Teresita Paglione)

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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2006

Aligi Sassu (Milano 1912 - Pollensa/Baleari 2000) Il cavallo rosso, 1988, mosaico, cm 100x100 (donazione coniugi Alfredo e Teresita Paglione)

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La sposa vivente Enzo Fabiani

Ricordati di me: io penso a te come a una farfalla sorpresa dalla pioggia: dopo un istante non c’è più. E come all’ape spersa che nell’inverno vaga dov’era fresco polline e cade nella neve come goccia. E come a luna che pare fuggire quand’arrivano nere ardite di vento le nuvole: e dopo un istante di silenzio tace. E come a un usignolo che cantava al sole iridescente, e dopo un istante è cenere. Ricordati di me: io penso a te come a una fanciulla, che nel sonno eterno mi continua a sorridere…

Enzo Fabiani, La sposa vivente, Il bicordo/Quaderni di poesia diretti da Sandro Boccardi, Edizioni Trentadue, 1978.

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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2007

Ennio Calabria (Tripoli 1937) Desiderio di ponti, 2006 tecnica mista su cartoncino, cm 40x40 Vincitore I edizione 2006

Ennio Calabria, Desiderio di ponti, 2006 mosaico, cm 100x100 (donazione Comune di Tornareccio)

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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2007

Morena Antonucci (Priverno 1965) I lupi di Maya, 2006 mosaico, cm 100x100 (donazione Fiorentino D’Ippolito)

Robert Carroll (Painesville 1934) Bees and dolphins at Tornareccio, 2006 mosaico, cm 100x100 (donazione Apicoltori di Tornareccio)

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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2007

Carlo Cattaneo (Alassio 1930) Paesaggio, 2006 mosaico, cm 100x100 (donazione ComunitĂ Montana Valsangro)

Franco Mulas (Roma 1938) Schegge, 2006 mosaico, cm 100x100 (donazione Leonardo Costantini)

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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2007

Romano Notari (Foligno 1933) Di fiore in fiore, tornar e ritornar… amore, 2006 mosaico, cm 100x100 (donazione Michele Giacci)

Ruggero Savinio (Torino 1934) L’età dell’oro, 2006 mosaico, cm 100x100 (donazione coniugi Alfredo e Teresita Paglione)

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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2008

Giuseppe Modica (Mazara del Vallo 1953) La luce e le api, 2007 tecnica mista, cm 40x40 Vincitore II edizione 2007

Giuseppe Modica La luce e le api, 2007 mosaico, cm 100x100 (donazione Comune di Tornareccio)

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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2008

Bruno Caruso (Palermo 1927) Medusa, 2007 mosaico, cm 100x100 (donazione Sintesis s.r.l. - Atessa)

Bruno Ceccobelli (Todi 1952) A-pie, 2007 mosaico, cm 100x100 (donazione Banca di Credito Cooperativo Sangro Teatina di Atessa)

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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2008

Graziella Marchi (Milano 1935) L’incontro, 2007 mosaico, cm 100x100 (donazione coniugi Alfredo e Teresita Paglione)

Matias Quetglas (Ciutadella/Minorca 1946) La Venus de la miel, 2007 mosaico, cm 100x100 (donazione Antonello Porfilio)

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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2008

Lucio Trojano (Lanciano 1934) Tornareccio forte e gentile, 2007 mosaico, cm 100x100 (donazione Michele Giacci)

Fuochi di novembre Attilio Bertolucci

Coglierò per te l’ultima rosa del giardino, la rosa bianca che fiorisce nelle prime nebbie. Le avide api l’hanno visitata sino a ieri, ma è ancora così dolce che fa tremare. È un ritratto di te a trentanni, un po’ smemorata, come tu sarai allora. 74


Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2009

Sergio Ippoliti Luna di miele a Tornareccio, 2008 tempera, cm 40x40 Vincitore III edizione 2008

Sergio Ippoliti Luna di miele a Tornareccio, 2008 mosaico, cm 100x100 (donazione Comune di Tornareccio)

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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2009

Pierluigi Abbondanza Senza titolo, 2008 mosaico, cm 100x100 (donazione Fernando Fioriti)

Alessandro Busci Trabocco, 2008 mosaico, cm 100x100 (donazione Nicola Santovito, per la figlia Maria Chiara)

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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2009

Jacopo Cascella Il grande fiore, 2008 mosaico, cm 100x100 (donazione Camera di Commercio Chieti)

Omar Galliani Kumarakom, (India 2007/2008) mosaico, cm 100x100 (donazione Nino Iezzi, in onore di una persona cara)

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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2009

Piero Guccione Orchidea e ibisco sul cielo azzurro, 2008 mosaico, cm 100x100 (donazione Alfredo Paglione, per ricordare la moglie Teresita)

Antonio Maya Aves migratorios, 2008 mosaico, cm 100x100 (donazione Fondazione Carichieti)

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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2009

Fujio Nishida Ginestre, 2008 mosaico, cm 100x100 (donazione Banca di Credito Cooperativo Sangro Teatina di Atessa)

L’ape, la farfalla Alberico Sala

L’ape del camposanto fra tanti fiori bellissimi e fragili nei vasi e nelle aiuole, s’aggira sul costato del Cristo in croce, fra le altre due spoglie dei giorni della vita in terra. Svola, e il bronzo ha lucori di miele. La farfalla con i colori del grembiule di mia madre, anche quest’anno, alle ferie è tornata nell’orto; per la prima volta s’è posata su me, dalla parte del cuore.

Alberico Sala, Transito ’77-’78, Il bicordo/Quaderni di poesia diretti da Sandro Boccardi, Edizioni Trentadue, 1978

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REGOLAMENTO UN MOSAICO PER TORNARECCIO. La città delle api Da un’idea originale di Alfredo Paglione, nato a Tornareccio, il quale già nell’estate del 2004 volle donare al suo paese 32 opere di illustri artisti contemporanei, per ricordare il padre Ottavio con la mostra permanente, In nomine patris, ospitata nella “Sala Pallano”, nasce il Progetto: UN MOSAICO PER TORNARECCIO. La città delle api, che ha inaugurato la sua 1ª edizione il 15 luglio 2006. La Manifestazione, si svolge a cadenza annuale, con i due consueti appuntamenti di apertura e di chiusura. Nel primo, previsto intorno alla metà del mese di luglio, in prossimità della festa della Madonna del Carmine, si espone al pubblico l’edizione annuale della Rassegna, nel secondo, previsto alla fine del mese di agosto, in coincidenza con le celebrazioni patronali, viene attribuito il previsto annuale riconoscimento, accompagnato dalla inaugurazione dei mosaici già realizzati e collocati in situ, in base alle scelte operate dalle giurie nell’edizione dell’anno precedente. Il progetto è promosso dal Comune di Tornareccio (CH) che vanta, oltre alle famose mura megalitiche sulle pendici del monte Pallano, una consolidata tradizione nell’apicoltura e nella produzione di miele vergine integrale, singolare risorsa che fa della città di Tornareccio il primo centro dell’Abruzzo inserito nel circuito associativo nazionale de “Le città del miele”. UN MOSAICO PER TORNARECCIO. La città delle api, muove da queste significative premesse, intendendo focalizzare le due indicate risorse, quelle cioè delle “api” e dell’“arte”, nell’ambito di una iniziativa di ampio respiro culturale che porterà nel giro di pochi anni a fare di Tornareccio uno spettacolare Museo open-air di mosaici a tema preferibilmente ambientalista (natura, paesaggi) realizzati da grandi maestri del panorama artistico del Novecento europeo, mirando contestualmente alla promozione culturale, alla valorizzazione dei patrimoni e delle risorse turistiche dell’Abruzzo, nell’ottica di una linea politica, da cui oggi non si può prescindere, che deve considerare ed ottimizzare le peculiarità culturali di ogni territorio regionale. Il Progetto consiste nel creare, con un vero arredo urbano di grande suggestione ed originalità, uno speciale Museo all’aperto, costituito da una serie di mosaici, progettati da noti artisti italiani e stranieri, che saranno, una volta realizzati, collocati sulle facciate di numerose case del Centro di Tornareccio, incantevole località che si distende fra boschi e verdi colline ai piedi del monte Pallano, noto per i suoi importanti resti archeologici. Ogni anno verrà allestita una mostra di bozzetti (cm. 40x40) ideati dagli artisti invitati. Di tali bozzetti, due giurie, una di note personalità del mondo della cultura e l’altra popolare, costituita dagli abitanti stessi del paese, indicheranno le opere più significative che saranno tradotte in altrettanti mosaici da collocare nel borgo storico del paese, sulle facciate di prescelti edifici, ed inaugurati l’anno successivo, quando verrà anche offerta al pubblico una mostra personale dell’artista indicato come il più votato, al quale sarà consegnato il Trofeo della manifestazione. La Rassegna sarà accompagnata da un elegante catalogo in cui oltre ad un testo critico introduttivo, saranno riprodotti tutti i bozzetti presentati nella edizione in corso, le biografie dagli artisti invitati, le immagini dei mosaici fatti realizzare per arricchire la speciale collezione musiva di Tornareccio. Il catalogo sarà corredato da una piccola antologia di testi poetici dedicati al tema dell’ ape e del miele. Per far fronte alle numerose spese di realizzazione della Manifestazione annuale, l’Amministrazione Comunale di Tornareccio conta di poter ottenere annualmente contributi da parte di Enti pubblici, Fondazioni bancarie, Imprenditoria regionale. I loro nomi verranno pubblicizzati in catalogo, nei comunicati della Stampa e citati in apposite targhe accanto ai mosaici messi in posa. La Manifestazione UN MOSAICO PER TORNARECCIO. La città delle api, che per la particolarità dei suoi contenuti: intende focalizzare l’alta qualità delle risorse locali, promuovere attraverso la riflessione artistica l’accrescimento culturale, creare incremento turistico ed anche possibili collegamenti con altre realtà italiane ed europee e con le comunità abruzzesi residenti all’estero, si caratterizza come un progetto di alto profilo e di sicuro riscontro, in un momento storico in cui si rende necessario sui piani economico e culturale, inquadrare, sostenere e comunicare quelle che riconosciamo essere le peculiari emergenze di una territorialità regionale.

Finito di stampare nel mese di luglio 2009 dalla GEO Poligrafia - Fossacesia per conto della Casa Editrice “La Frentania”


LA FRENTANIA

UN MOSAICO PER TORNARECCIO

UN MOSAICO PER TORNARECCIO - 2009

La città delle api IV Edizione 2009

Nell’ultima di copertina: Jessica Carroll Alveare, 2003 ceramica e bronzo, Ø cm 22 Scultura-Trofeo della Manifestazione

COMUNE DI TORNARECCIO Sala Polifunzionale Viale Don Bosco, 8 - 66046 Tornareccio (CH) Tel. 0872.868139 - Fax 0872.868884

LA FRENTANIA

In copertina: Sergio Ippoliti Luna di miele a Tornareccio, 2008 mosaico, cm 100x100


LA FRENTANIA

UN MOSAICO PER TORNARECCIO

UN MOSAICO PER TORNARECCIO - 2009

La città delle api IV Edizione 2009

Nell’ultima di copertina: Jessica Carroll Alveare, 2003 ceramica e bronzo, Ø cm 22 Scultura-Trofeo della Manifestazione

COMUNE DI TORNARECCIO Sala Polifunzionale Viale Don Bosco, 8 - 66046 Tornareccio (CH) Tel. 0872.868139 - Fax 0872.868884

LA FRENTANIA

In copertina: Sergio Ippoliti Luna di miele a Tornareccio, 2008 mosaico, cm 100x100


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