Catalogo mosaici 2010

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UN MOSAICO PER TORNARECCIO La città delle api V Edizione 2010

LA FRENTANIA


In copertina: Adelchi Riccardo Mantovani Cuore di cera, 2009 mosaico, cm 100x100


Comune di Tornareccio



COMUNE DI TORNARECCIO

UN MOSAICO PER TORNARECCIO La città delle api V Edizione 2010 17 luglio – 29 agosto 2010

Testi di Gabriele Simongini Laura Gavioli


UN MOSAICO PER TORNARECCIO La città delle api – V Edizione 2010 Tornareccio, Sala Polifunzionale 17 luglio – 29 agosto 2010 Manifestazione annuale ideata da Alfredo Paglione A cura di Gabriele Simongini Coordinamento generale di Elsa Betti Ente Promotore: Comune di Tornareccio Sindaco: Nicola Pallante

Con la partecipazione di Regione Abruzzo REGIONE ABRUZZO

Provincia di Chieti

e il Patrocinio di Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara

FONDAZIONE CARICHIETI Comunità Montana Valsangro MILANO

Coordinamento editoriale: Sonia Iezzi - Ars Nova Foto: Piergiorgio Greco, Marco Santi Grafica e Stampa: GEO s.r.l. Poligrafia, Fossacesia Ufficio Stampa: Piergiorgio Greco Mosaici realizzati da: Gruppo Mosaicisti Ravenna di Marco Santi Si ringrazia in modo speciale per la collaborazione Alfredo Paglione Un particolare ringraziamento ai Sig.ri Romana Severini, Marcella Mattioli e Pierpaolo Cimatti per aver cortesemente autorizzato l’esecuzione dei mosaici di Gino Severini, Carlo Mattioli e Michele Cascella. Si ringraziano Gli artisti che, con entusiasmo, hanno accolto l’invito a partecipare, contribuendo così alla buona riuscita della manifestazione. La giuria composta da: Giulio Borrelli, Bianca Maria De Luca, Silvio Di Lorenzo, Mario Di Nisio, Piergiorgio Greco, Luigi Iacovanelli, Nicola Pallante,Alfredo Paglione, Giuseppe Tragnone, Lucio Valentini per la loro cortese e preziosa disponibilità. Gli apicoltori di Tornareccio, la Comunità Montana Valsangro, i signori Leonardo Costantini, Fiorentino D’Ippolito, Michele Giacci, i coniugi Alfredo e Teresita Paglione per aver finanziato i mosaici prescelti nella I Edizione 2006. La Banca di Credito Cooperativo Sangro Teatina di Atessa, la Sintesis s.r.l. progettazione integrata di Atessa, Antonello Porfilio impresa edile di Colledimezzo, Michele Giacci e i coniugi Alfredo e Teresita Paglione per aver finanziato i mosaici prescelti nella II Edizione 2007. La Banca di Credito Cooperativo Sangro Teatina di Atessa, la Camera di Commercio di Chieti, la Fondazione Carichieti, Fernando Fioriti, Nino Iezzi, Alfredo Paglione e Nicola Santovito per aver finanziato i mosaici prescelti nella III Edizione 2008. La Banca di Credito Cooperativo Sangro Teatina di Atessa, la Fondazione Carichieti, Filsiva s.r.l. Casoli, Nicola Berardi, Alfredo Paglione e Nicola Santovito per aver finanziato i mosaici prescelti nella IV Edizione 2009. Copyright © Casa Editrice “La Frentania”, 2010


Comune di Tornareccio

UN MOSAICO PER TORNARECCIO, QUINTA EDIZIONE, ANNO 2010

La manifestazione culturale “Un mosaico per Tornareccio”, giunta ormai al suo quinto appuntamento con il pubblico, si pone nell’ordine di continuità stabilitosi dalla prima edizione, caratterizzato – nel corso degli anni – da apporti sempre maggiori di tele eseguite da vari artisti nazionali ed internazionali, i quali continuano ad offrire il proprio contributo espressivo a tale rilevante evento creativo, profondamente radicato, oramai, nella vita stessa del nostro piccolo borgo, grazie all’interessamento di quanti partecipano, ed hanno partecipato, alla sua realizzazione, e all’amore di Alfredo Paglione per i prodotti della creatività umana. Con tali premesse, dunque, anche quest’anno l’amministrazione comunale, seguendo il solco della tradizione, si è impegnata affinché il paese potesse godere della presenza dell’arte musiva sui suoi muri e nella sua quotidianità, rinnovando con positiva caparbietà intellettuale un incontro d’arte e riflessione sulla bellezza pittorica e sull’importanza che le grandi opere rivestono nella società e nello spirito di ciascun essere umano che di esse sappia cogliere fascinazione e valenza estetica. Tra le innovazioni consegnate alla luce, inoltre, sono da segnalare realizzazioni grafiche effettuate da alunni di varie scuole, delle quali una verrà trasformata in mosaico. Mirabile commistione di artigianato e ispirazione pittorica, il mosaico rappresenta un piccolo universo cromatico, in cui le parti concorrono alla grandezza dell’insieme, in un gioco di incastri e affiancamento, in relazioni scambievoli di forme e tinte, nei quali i dettagli fanno la forza del risultato finale e offrono all’occhio creazioni senza tempo, destinate a seguire la corsa delle stagioni e a condividerne passaggi e peculiarità. Il privilegio umano ed educativo correlato con la possibilità di godere della presenza, quasi “fraterna”, di opere d’arte nella realtà sociale del paese, dunque, ancora una volta, si costituisce come incentivo culturale per l’approccio con la creatività da parte delle giovani generazioni e come occasione di conoscenza estetica per chiunque non si senta estraneo dalle benefiche suggestioni artistiche. Il Sindaco Dr. Nicola Pallante


Carlo Mattioli, Primavera, mosaico, cm 100x70, 2010 (autorizzazione della figlia dell’Artista Marcella Mattioli)


Il miele dell’arte V Edizione 2010 Gabriele Simongini

Ancora una volta aveva ragione Le Corbusier: «Bisogna trasformare le abitudini degli uomini». Lo dimostra il successo lungimirante e in crescita costante di una manifestazione come “Un mosaico per Tornareccio”, nata da un’idea geniale di un infaticabile mecenate come Alfredo Paglione e dal sostegno entusiasta dell’amministrazione comunale. E così un paese di duemila anime, noto come “La città del miele”, rende possibile quel che sarebbe legittimamente auspicabile anche nelle distratte e frenetiche metropoli di oggi, purtroppo rapite solo dalla spettacolarità più effimera inseguita soprattutto dalle istituzioni pubbliche. Accolti all’inizio con un pizzico di comprensibile e timida diffidenza dai cittadini di Tornareccio, i primi mosaici che si sono distesi sui muri delle case sono poi diventati familiari ed i nuovi arrivati sono attesi quasi con trepidazione di anno in anno, con le loro sorprese sempre diverse fatte di un mirabile tripudio di luci e colori. Le opere di artisti contemporanei e maestri storici (quest’anno è la volta di Michele Cascella e Carlo Mattioli) dialogano con la vita quotidiana di un intero paese, vis-à-vis, senza l’auctoritas e il filtro spesso raggelato dello spazio museale. E Tornareccio, invasa da uno sciame multicolore di tessere musive, si avvia a diventare anche la città del mosaico all’aria aperta, un fenomeno unico in Italia. Sì, le abitudini degli uomini possono essere trasformate in senso positivo... In questo paese il tradizionale legame del mosaico con l’architettura conquista una duplice dimensione che è pubblica e privata al tempo stesso, aperta a dialogare con spazi comuni ma pure intima nel rapporto diretto con la singola abitazione favorito anche dalle medie dimensioni delle opere musive. Ed ha torto chi considera il mosaico una tecnica sorpassata. La sua struttura atomistica, per così dire, e profondamente dinamica si adatta infatti e stimola perfettamente la percezione frammentata dell’homo videns di oggi: «nel mosaico – ha scritto Marcello Landi – lo sguardo si distrae, si frantuma, viene incalzato per tutta la superficie. Si è portati a cercare sempre nuovi punti luminosi, l’occhio cerca la luce; il colore, non il segno: esso ci conduce e abbandona come in una danza dell’occhio». E poi come non pensare ad una sorprendente anticipazione dell’era elettronica nella corrispondenza tessera-pixel? Nella dimensione complessa in cui ci troviamo immersi per mille motivi, non ha più senso voler individuare una tendenza formale dominante che esprima in modo univoco lo spirito di oggi. Il nostro è infatti il tempo della compresenza delle differenze, sotto il segno, però, di un’intensità e di una qualità sempre più rare. E in tal modo, come scriveva Italo Calvino nelle sue Lezioni americane, va cercata «la pluralità dei linguaggi come garanzia d’una verità non parziale». Un ecumenismo che purtroppo non viene attuato dalle nostre più importanti istituzioni museali, spesso schiave delle mode e di un sistema dell’arte globalizzato ed appiattito, diventato un’organizzazione industriale tout court. E 7


Un Mosaico per Tornareccio

così la scelta degli artisti proposti per l’edizione di quest’anno si pone umilmente sotto il vessillo di un ampio pluralismo, linguistico e generazionale. Ne vengono fuori tante risposte possibili, anche nella volontà di pensare o meno un bozzetto destinato ad essere tradotto in mosaico e quindi ad una trasposizione in un’altra tecnica. In tal modo alcuni artisti, pur nella costante fedeltà al proprio campo di ricerca, si sono misurati con una suggestione ambientale più o meno strettamente legata a Tornareccio (le api, il miele, il tessuto urbano, ecc.) mentre altri non hanno invece sentito la necessità di mettere alla prova il proprio linguaggio sulla base di riferimenti ad hoc proponendo quindi una visione “altra”, libera e non contestualizzata. Ecco, nel primo gruppo, un ampio spettro di soluzioni creative ben attente al tema di fondo: la reinvenzione paesistica giocosamente infantile di Sabina Alessi dedicata a Tornareccio, il rigoroso Alveare cromatico immaginato da Nino Barone, l’icastica e divertente Colazione del mattino di Sergio Ceccotti, l’ape archetipa e l’alveare primordiale di Ugo Cossu, la danza iridescente de L’ape santa di Michele Cossyro, la mappa di Tornareccio codificata nel labirintico intreccio di Luciano De Liberato, l’ape araldica, giocosa e teatrante di Giosetta Fioroni, il vorticoso geyser di miele di Giorgio Galli, il musicale e palpitante contrappunto di api nel Miele delle ore immaginato da Bruno Gorgone, l’ape quasi optical di Francesco Guerrieri che nasce da una variazione asimmetrica della struttura visiva. Ed ancora: il miraggio quasi evanescente dei misteriosi sentieri seguiti dall’evocativo sciame di Andrea Lelario, la ritmica e immaginifica proliferazione stocastica della Bee dance di Sergio Lombardo, l’alveare dorato e intensamente magmatico di Claudio Marini, l’afflato panico di Gabriele Marino che unisce alveare e campi coltivati sotto una pioggia di miele, la scia di un’ape in velocità evocata da Piero Mascetti, l’alveare ipnotico, cosmico e pulsante di Matteo Montani, i sogni inquieti della Regina delle api di Stefano Piali, la poetica costellazione di api immaginata da Veronica Piraccini, gli sciami minacciati da nubi di anidride carbonica nell’invenzione di Paolo Porelli, il rapidissimo zoom su un corpo d’ape guizzante del visionario Marco Tamburro. Anche nel gruppo di artisti che si sono svincolati dal preciso riferimento tematico legato alla manifestazione, emerge un multiforme registro di proposte: dall’onirico e poetico Dormiente blu di Sonia Alvarez all’essenziale e scabro orizzonte di Renato Barisani, dai segni elettrici e baluginanti sull’azzurro di Luigi Boille al luminoso eden floreale e vegetale dipinto da Alessandra Giovannoni, dal giallo metamorfico dell’Omaggio a Beethoven di Danilo Maestosi al palinsesto memoriale e gestuale di Marcello Mariani, dal luminoso e caleidoscopico astrattismo “naturale” di Eduardo Palumbo alle geologie pittoriche dei raffinati paesaggi di Tullio Pericoli, dalla Dafne mutante ed allucinata di Antonio D’Acchille all’intenso volto iconico e spirituale del Cristo dipinto da Alberto Sughi. Nel suo complesso quello che si sta realizzando a Tornareccio è il sogno multicolore e caleidoscopico di un’arte per tutti, destinata a convivere felicemente con un’intera comunità.

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Un Mosaico per Tornareccio

Michele Cascella, Omaggio all'artista, mosaico, cm 70x100, 2010 (autorizzazione di Pierpaolo Cimatti, esclusivista del Maestro)

All’ape poetica Gianni D’Elia Per Alfredo Paglione e in ricordo del sorriso di Teresita Olivares Paglione

E come l’ape entrata nella stanza, ecco l’idea, che nella testa ronza e continua a ronzare più che è uscita, come il fiore che ha punto e l’ha sentita. Perché di fare il miele mai si stanca con tutto il polline della distanza l’ape operaia, che il regno comanda, anche se sogna l’ozio la sua vita. 9


Gino Severini, Testa maschile, Roma, 1938, mosaico, cm 61x75 (copia dall’originale autorizzata da Romana Severini)


Opere V Edizione 2010


Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2010

Sabina Alessi Tornareccio, 2010 tecnica mista su carta, cm 40x40

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2010

Sonia Alvarez Dormiente blu, 2010 pastello su carta, cm 40x40

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2010

Renato Barisani (fuori concorso) Senza titolo, 2009 collage, cm 40x40

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2010

Nino Barone Alveare cromatico, 2010 duco e acrilico su tela, cm 40x40

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2010

Luigi Boille (fuori concorso) Penombra, 2010 tempera su carta, cm 40x40

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2010

Sergio Ceccotti La colazione del mattino, 2010 olio su cartoncino, cm 40x40

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2010

Michele Cossyro L’ape santa, 2010 acquerello su carta, cm 40x40

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2010

Ugo Cossu Un nido color miele cupo, 2010 tecnica mista su tela, cm 40x40

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2010

Antonio D’Acchille (fuori concorso) Dafne, 2010 olio su tela, cm 40x40

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2010

Luciano De Liberato Terre di Tornareccio, 2010 acrilico su tela, cm 40x40

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2010

Giosetta Fioroni (fuori concorso) Un teatrino per un’ape di Tornareccio, 2010 tempera acrilica su carta, cm 40x40

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2010

Giorgio Galli Di rose selvatiche di miele impregnate, 2010 cenere, tempera, pastelli, gessetti, sanguigna, collage su tavola, cm 40x40

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2010

Alessandra Giovannoni Giardini segreti, 2010 tecnica mista su carta, cm 40x40

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2010

Bruno Gorgone Il miele delle ore, 2010 tecnica mista su carta, cm 40x40

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2010

Francesco Guerrieri Apestrutturazione, 2010 acrilico su tela, cm 40x40

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2010

Andrea Lelario Sentieri, 2010 punta d’argento su carta patinata, cm 40x40

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2010

Sergio Lombardo (fuori concorso) Bee dance, 2010 tarsia su carta, cm 40x40

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2010

Danilo Maestosi Omaggio a Beethoven, 2010 tecnica mista su legno, cm 40x40

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2010

Marcello Mariani (fuori concorso) Senza titolo, 2009 olio e tecnica mista su cartone, cm 37x40

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2010

Gabriele Marino Gocce d’oro tra cielo e terra, 2010 acrilico su cartoncino, cm 40x40

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2010

Claudio Marini Senza titolo, 2010 smalto su carta, cm 40x40

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2010

Piero Mascetti Worker bee, 2010 olio su tela, cm 40x40

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2010

Matteo Montani Alveare. Studio per Tornareccio, 2010 olio su carta abrasiva, cm 40x40

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2010

Eduardo Palumbo (fuori concorso) Nel vento sapore di sole, 2010 acrilico su carta, cm 40x40

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2010

Tullio Pericoli (fuori concorso) Senza titolo, 2010 acquerello e china su carta, cm 40x40

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2010

Stefano Piali La regina delle api, 2010 olio su tela, cm 40x40

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2010

Veronica Piraccini (fuori concorso) Dolce profumo di giallo, 2010 pigmenti e acrilico su carta, cm 45,5x40

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2010

Paolo Porelli Api Co2 machia – battaglia tra le api e CO2, 2010 acquerello e tempera su carta, cm 40x40

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2010

Alberto Sughi (fuori concorso) L’immagine di Cristo, 2010 olio su tela, cm 40x40

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Un Mosaico per Tornareccio - Opere 2010

Marco Tamburro Il sapore di alveare, 2010 acrilico su cartoncino, cm 40x40

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Biografie


Un Mosaico per Tornareccio - Biografie

SABINA ALESSI

SONIA ALVAREZ

Nata a Brugge (Belgio) nel 1968, diplomata presso l’Accademia di Belle Arti di Roma.Vive e lavora a Roma, dove è docente presso l’Accademia di Belle Arti. La sua prima personale, Passe-Age al Centro Lavatoio Contumaciale di Roma risale al 1991, dopo la quale seguono numerose personali. In Belgio, a Bruxelles: al Foyer C. Europèenne, ’92, all’Ecole Europèenne ’93, a La Venerie ’93. In Italia: a Napoli, alla Sala Michelangelo nel 1994; l’anno successivo a L’Aquila Il Museo Sperimentale di Arte Contemporanea le dedica la personale In che stile nuota il colore blu; ancora nel 1995 a Roma al Centro di Sarro. Nel 2001 alla Galleria Sumithra di Ravenna e nel 2003 presso la Galleria d’Arte 107 di Casperia (RI). Numerose le partecipazioni ad importanti rassegne e collettive ne ricordiamo in seguito solo una parte: nel 1990 partecipa al Concorso Veromco Int. Photo contest glass (terzo premio); nel ’93 a Milano La città di Brera, Belle Arti in Accademia tra pratica e ricerca; il ’95 è l’anno della partecipazione al II Student Int. Art Biennal di Skopje (Macedonia), della rassegna Il desiderio preso per la coda, artisti in pedana a Palazzo delle Esposizioni, Roma, della partecipazione alla XLV Rassegna d’Arte G.B. Salvi e piccola Europa di Palazzo Oliva, Sassoferrato (AN), e di Sport Militare ed Arte al Foro Italico, Roma.Nel 1996 la Alessi partecipa al 1° Premio Flash Art Museum,Trevi, alla collettiva Arte è Donna della Galleria Banchi Nuovi, Roma; a Fondi (LT) inaugura l’installazione Lo spazio delle origini-la città si racconta; a Vasto (CH) è presente in Memorie del futuro – generazioni a confronto verso il 2000; è invitata alla XII Quadriennale a Palazzo delle Esposizioni, Roma, e alla Selezione del premio Flash Art Museum della Galleria Bianca Pilat, Milano. Negli anni seguenti si susseguono le partecipazioni della Alessi ad importanti rassegne che la portano ad esporre al 2° Premio Flash Art Museum “a Trevi ’97; all’Accademia d’Europa, Roma ’97; alla Fondazione Michetti, Francavilla al Mare ’97, alla Galleria la Cuba d’Oro, Roma ’98; al Castello Brancaccio, S. Gregorio di Sassola (RM) ’98; all’Ambasciata d’Egitto, Roma ’98 all’Ex Almagià, Ravenna ’98; all’Acquario Romano, Roma ’98; al Lavatoio Contumaciale, Roma ’98; e ad Arte fiera Bologna ’98. Negli ultimi anni ricordiamo nel 2000 la partecipazione a Duepunti: l’Accademia in Museo al Museo dell’Infiorata di Genzano Roma, e a Astrazioni Mediterranee mostra collettiva itinerante nei Balcani. Nel 2001 invece prende parte a Duetto all’italiana, collettiva a Tokio, ed espone alla Rocca di Ravaldino a Ravenna. L’anno successivo è presente ad Animalier, collettiva al Lavatoio Contumaciale di Roma, all’Omaggio a Marinetti a L’Aquila e al Museo dei giovani artisti, collezione di arte contemporanea per il Castello di Aci, Catania. Del 2004 è l’esposizione sweet animals presso Il Bracolo, Roma. Seguono le collettive Epifanico al Centro d’arte contemporanea Angelo Savelli, Reggio Calabria 2007, e La terra ha bisogno degli uomini alla Reggia di Caserta 2008, Decoro nel tempo nel Chiostro di Alatri (FR) 2009 e Il giudizio è universale al Lavatoio contumaciale, Roma 2010.

Sonia Alvarez nasce a Marsiglia da genitori greci. Dopo gli studi umanistici frequenta l’atelier di Marguerite Allard dedicandosi al disegno, alla pittura e alla scultura. Lascia Marsiglia nel 1953 e vive in Marocco per tre anni; a Parigi dal ’57 al ’59 e poi in Olanda per sei anni, dove esegue soprattutto dei ritratti. Nel 1966 torna a vivere a Parigi dove frequenta artisti come Titina Maselli, Laurence e Fabio Rieti, Gilles Aillard, Leonardo Cremonini. Nel 1977 conosce Piero Guccione e trascorre periodi di lavoro sempre più lunghi in Sicilia, dove nel ’79 si trasferisce definitivamente. La sua prima personale è alla Galleria Il Gabbiano di Roma nel 1985, (dove tornerà anche nel 1994), a questa seguono quelle alla FIAC Grand Palais di Parigi nel 1988, alla Appiani Arte 32 di Milano nel 1992, nel ’97 Marco Goldin le dedica una mostra antologica alla Galleria d’Arte Moderna di Conegliano Veneto. Nel 1998 invece le sue opere sono esposte alla Galleria S. Forti di Bologna e nel 2009 nella Galleria Francesco Rosolini Arte Contemporanea di Modica (RG.) Dal 1981 è componente storico de Il Gruppo di Scicli, cinque autori presenti nella Collezione Permanente d’Arte Contemporanea del Senato della Repubblica, a cui sono state dedicate diverse mostre tra cui: alla Galleria d’Arte Moderna di Conegliano Veneto nel 2001, ai musei di San Salvatore in Lauro di Roma e alla Galleria d’Arte Moderna di Catania nel 2004, presso la Sala dei Beni Culturali Cappuccini di Assisi nel 2006. Tra le numerose altre mostre collettive a cui la Alvarez ha preso parte ricordiamo negli ultimi anni: Viaggio negli Iblei, nella Galleria Repetto e Masucco di Acquiterme (Alessandria), 2000 e 2004; alla Galleria Cefaly di Catania, 2001 e 2004. Il 2003 è l’anno di Siciliane presso Villa Aragona Cutò a Bagheria (PA), della sua presenza alla Galleria Benkero di Rotterdam e in Studi intorno a Palazzo Spadaro della Galleria 61 di Palermo. L’anno successivo espone al centro le Ciminiere di Catania e alla Fiera di Palermo. Seguono Caos al Castello di Donnafugata a Ragusa nel 2005; Luci del sud alla Galleria 61 di Palermo 2007; Isole nella Galleria d’Arte Koiné di Scicli (RG), dove tornerà ad esporre nel 2008 nella collettiva Di segno in segno. Nel suo lavoro ha saputo maturare, partendo dai mezzi espressivi prediletti, l’olio e il pastello, per evolvere positivamente in tutti gli aspetti della sua attività, mantenendo costante il perfezionismo esecutivo, la sua tensione artistica.

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ROBERTO BARISANI

NINO BARONE

Nasce a Napoli nel 1918. Alla fine degli anni ’30 frequenta l’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche di Monza, è allievo di Marino Marini, Pio Semenghini, Agnoldomenico Pica e Giuseppe Pagano. Dal 1950 al 1955 insieme a R. De Fusco, G. Tatafiore ed A. Venditti, costituisce il Gruppo Napoletano Arte Concreta, muovendosi nell’ambito di una ricerca astrattogeometrica di respiro internazionale e segnando l’inizio dell’avanguardia napoletana del secondo dopoguerra. Dal 1953 al 1957 è presente nel Movimento Arte Concreta di Milano, partecipando a quasi tutte le mostre in Italia e all’estero; dal 1960 al 1963 è nella Nuova Scuola Europea di Losanna. Nel 1948, ’65 e ’86 è invitato ad esporre alla Quadriennale di Roma; nel 1962 e nel ’72 alla Biennale di Venezia. Nel Natale 1970, Barisani realizza l’installazione di un grande oggetto luminoso in Piazza Carità a Napoli. Nel 1977 gli viene dedicata la prima importante antologica al Museo di Villa Pignatelli di Napoli, dove vengono esposte opere realizzate dal 1940 al 1975. Prosegue la sperimentazione di tecniche e materiali diversi con una lunga serie di collage. Nel 1993 la Krasner Foundation di New York gli conferisce un prestigioso riconoscimento assegnandogli il premio Pollock. Dal 1996 si dedica alla realizzazione di mosaici partecipando con una grande pannello alla rassegna Artinmosaico organizzata presso le Scuderie del Palazzo Reale di Napoli. Nel 1999 presso l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli vengono presentati i fotogrammi realizzati dal 1954 al 1997. La mostra evidenzia le diverse fasi della sperimentazione compiuta da Barisani che, partito dal gioco della trasparenza delle forme giunge all’evidenza geometrica delle stesse. Nell’ottobre 2000 la Città di Napoli gli dedica una grande mostra antologica al Castel dell’Ovo, con opere dagli anni ’50 al 2000. Di tale evento resta in permanenza una grande scultura in acciaio verniciato all’ingresso di Castel dell’Ovo. Nel 2002 partecipa alla mostra Dal futurismo all’Astrattismo – Un percorso d’avanguardia nell’arte italiana del primo novecento, tenutasi al Museo del Corso in Roma. Dal 2001 al 2004 ha realizzato due sculture e un grande mosaico per la nuova metropolitana di Napoli, sculture e bassorilievi in acciaio destinati agli spazi urbani dei Comuni di S. Giorgio a Cremano, Ripe San Ginesio, Giffoni Sei Casali, Casoria. Costante dagli anni ’50 resta l’impegno di Barisani anche nella realizzazione di ceramiche, vetrofusioni, monili e gioielli d’arte con i quali ha partecipato a varie mostre di rilievo nazionale. La tessitura e gli arazzi sono tra gli ultimi interessi dell’artista. Numerose le pubblicazioni che hanno riguardato Barisani; sue opere sono presenti in vari musei pubblici ed in collezioni private in Italia e all’estero.

Nino Barone nasce a Termoli nel 1955. Nel 1976 è tra i fondatori del “Gruppo Solare”. Nel 1980 apre il “Il Laboratorio Sperimentale di Pittura Immaginista” per ragazzi e nell'85 fonda, con altri artisti molisani, “il Gruppo di Orientamento”. Nel 1994 pubblica con E. Saquella e R. Cardone il libro “Angeli e Macchine”. Nel 1998 è socio fondatore del movimento “Archetyp’Art” e l’anno seguente pubblica il libro “Il Gruppo Solare” con presentazione di J. Nigro Covre; durante il 1999 con una personale presso la Galleria Il campo delle fragole è a Bologna. Nel 2001 pubblica con A. Picariello la ricerca “Gli elementi al centro/al centro degli elementi”, promossa dall’IRRE Molise. Nel 2003, con una personale espone alla Modern art Agency di Casier (TV), mentre, l’anno successivo, Termoli, la sua città natale gli rende omaggio con una antologica alla Galleria Civica d’Arte Contemporanea. Nel 2004 le sue opere sono presenti a Bologna nella collettiva “EXIT 8” ordinata allo Spazio Wernice dell’ex-mercato ortofrutticolo, a Roma alla Neo Art Gallery, e alle rassegne “Torre d’avorio” di Cepagatti (PE), e “Genius Loci” della Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Termoli. Nel 2005 con A. Picariello e G. Siano, idea e coordina il Convegno della Nuova Critica d’Arte Italiana “TrackerArt”; nello stesso periodo partecipa alle collettive “Passaggio a sud” di Palazzo Scassa a Spoltore (PE), “Mythology and Sacred” presso la Galleria Atelier Molise di Montagano (CB) e “Le due rive” rassegna di arte italiana e croata ordinata presso la Galleria Civica d’Arte Contemporanea, Termoli. Nel 2007 partecipa a “La vita attiva, continuità di senso” presso il Castello di Macchiagodena (IS) e a “Fetzen im wind II” presso l’Orto Botanico dell’Università di Graz (Austria). Nel 2008, è invitato a partecipare alla mostra “Giuseppe Garibaldi... hombre de la libertad, hombre de la humanidad...”, al Museo Storico di Bergamo, poi trasferita in Uruguay a Montevideo presso la Sala de Ceremonias de la Intendencia Municipal; sempre del 2008 è la sua partecipazione a “l’Immaginazione al Potere/Il Potere dell’Immaginazione” presso la Galleria Angelus Novus dell’Aquila, partecipa al Premio Termoli, e nella stessa città di Termoli viene organizzata una personale alla Archetyp’Art Gallery. Attualmente dirige la Galleria d’Arte Contemporanea Officina Solare a Termoli dove vive e lavora.

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LUIGI BOILLE

SERGIO CECCOTTI

Nato a Pordenone nel 1926, ha studiato a Roma. Dopo il diploma all'Accademia di Belle Arti e la laurea in Architettura, nel 1950 si stabilisce a Parigi. Dal 1954 espone in rassegne internazionali tra cui alla Galleria Facchetti a Parigi, al Stedelijk Museum, Amsterdam, a cura di Edouard Jaguer, al Festival Internazionale Osaka e Tokio nel 1958, con il gruppo Gutai, a cura di Michel Tapié, La Jeune Ecole de Paris II, a cura di Pierre Restany, Galleria Legendre, Parigi e Galleria Souza, Città del Messico, alla Rome-New-York Art Foundation a curi di Ionello Venturi, al Civico Museo d’Arte Moderna di Torino (1962) e alla Städtisches Kunstgalerie, Bochum (1963), al Salomon Guggenheim Museum di New York nel 1964 insieme a Fontana, Capogrossi e Castellani. Espone alla Biennale di Venezia nel 1966, le cui opere figurano al Hirshhorn Museum of Modern Art di Washington e prende residenza a Roma. Tra le recenti rassegne si cita: L’Ecole de Paris 19451975, Palais de l’Unesco, Parigi 1996, Tapié un art autre, Torino, Parigi, New York, Osaka, Galleria Civica d’Arte Moderna,Torino. Cinque Maestri dell’astrattismo italiano del dopoguerra, a cura di Claudio Strinati, Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Termoli, 2003. Nel 2007, a cura di Silvia Pegoraro: Oltre l’immagine - Le due anime dell’astrazione anni ’50-’60, Galleria Ricerca d’Arte, Roma, e Nel segno della materia. Pittura informale europea e americana, Palazzo De Sanctis, Castelbasso (TE); a cura di Stefano Gallo: Percorsi dell’astrazione, Università degli Studi di Roma Tor Vergata,Villa Mondragone. Nel 2009: Cromofobie. Percorsi del bianco e del nero nell’arte italiana contemporanea, a cura di Silvia Pegoraro, Ex Aurum di Pescara. Ha tenuto più di 70 mostre personali tra cui, nelle gallerie: Durand, Stadler e Simonis a Parigi, Il Naviglio, Cortina, Gariboldi, Spazio-temporaneo a Milano, Schmela a Düsseldorf, e un’antologica al Palazzo dei Diamanti di Ferrara, e a Roma, nelle gallerie Selecta, Pogliani, Edieuropa, Giulia, L’Isola, Grafica dei Greci,Arte e Pensieri, Il Bulino, Marchetti, di cui l’ultima nel 2010. Tra i suoi bibliografi figurano Giulio Carlo Argan, Guido Ballo, Renato Barilli, Enzo Bilardello, Geneviève Bonnefoi, Anna Maria Corbi, Enrico Crispolti, Giovanna della Chiesa, Ivana D'Agostino, Daniela Fonti, Stefano Gallo, Giorgio Di Genova, Gabriella Drudi, Patrizia Ferri, Giuseppe Gatt, Flaminio Gualdoni, Lydia Harambourg, Edouard Jaeguer, Bernard Lamarche-Vadel, Luigi Lambertini, Simonetta Lux, Luciano Marziano, Filiberto Menna, Murilo Mendes, Silvia Pegoraro, Antonio Pinelli, Elena Pontiggia, Nello Ponente, Pierre Restany, Antonello Rubini, Gabriele Simongini, Leo Strozzieri, Michel Tapié, Maria Torrente, Lorenza Trucchi, Ionello Venturi, Cesare Vivaldi, Marisa Volpi Orlandini.

Nato a Roma nel 1935, svolge la sua attività tra Roma e Parigi. Allievo di Oskar Kokoschka alla Internationale Sommerakademie für Bildende Kunst di Salisburgo nel 1956 e 1957; allievo dei corsi di disegno dell’Accademia di Francia a Roma dal 1956 al 1961. La sua attività espositiva inizia dal 1960. Tra le principali personali ricordiamo le undici tenute presso le più importanti Gallerie parigine tra il 1977 e il 2009 e le seguenti: Galleria 32 di Milano 1967; Galleria Interarte di Genova e La Nuova Pesa di Roma 1972; Neue Münchner Galerie di Monaco 1973; Galleria la Margherita di Roma 1974, 1979; Galleria AAM di Roma 1983; Galleria Narciso di Roma 1981, 1983; Galerie Jan de Maere di Bruxelles 1985; Il Polittico di Roma 1995 e 1998; Elle Arte di Palermo 2000 e 2003; Studio Andrea Gobbi di Roma 2002; Studio Fedele di Monopoli e Studio Vigato di Alessandria, 2004; Galleria Tondinelli di Roma 2004 e 2009. Tre importanti personali quelle della Galleria Comunale di Arte Contemporanea di Arezzo 1987, dell’ Upplands Konstmuseum di Uppsala 1993, e del Museo d'Arte Moderna di Articoli Corrado 2004-2005. Ricordiamo anche quelle nella Sala Comunale di Genzano di Roma 1992 e al Cloître des Cordeliers di Tarascon nel 2003.Tra le collettive di particolare rilievo vanno citate: la III, V, VI Biennale Romana al Palazzo delle Esposizioni di Roma 1961, ’65 e ’68; la Mostra dei Premi di incoraggiamento del Ministero della P.I alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma 1962 e 1963; il XXI Premio del Fiorino 1973 e la IV Biennale Internazionale della Grafica d’Arte 1976, ambedue a Firenze; Arte in Italia 1960-1977 alla Galleria Civica di Arte Moderna di Torino 1977; Italie aujourd’hui - Italia oggi alla Villa Arson di Nizza 1985; la XI e la XIII Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma 1986 e 1999; Aspetti dell’arte italiana dal 1945 ad oggi al Museu de Belas Artes di Rio de Janeiro e al MASP di San Paolo del Brasile 1989; Die Kraft der Bilder al Martin Gropius Bau di Berlino 1996; Philippe Soupault, l’inconnu, l’amour, la poésie alla Bibliothèque Nationale di Parigi 1997; Sui generis al PAC, Milano 2000; Futuro italiano a Bruxelles, Parlamento Europeo 2003; Oltre alla Galleria Tondinelli di Roma e al Palazzo Ducale di Pavullo nel Frignano 2004-2005; Per amore, la collezione Caggiano, al complesso di Santa Sofia a Salerno 2004 e a Palazzo Incontro, Roma, 2008; Artisti figurativi italiani della seconda metà del XX secolo alla Mole Vanvitelliana di Ancona, 2005; Visionari Primitivi Eccentrici alla Galleria Civica di Palazzo Loffredo, Potenza 2005; Quindici anni alle Scuderie Aldobrandini di Frascati 2006; Millenovecentotrenta: Ceccotti Mariani Savinio al d'Ac di Ciampino 2; Philippe Soupault, le surréalisme et quelques amis al Musée du Montparnasse, Paris 2007; Arte italiana 1968-2007 al Palazzo Reale, Milano 2007; Colori sulla città a Palazzo Valentini, Roma 2008; Love al Palazzo Ducale di Pavullo nel Frignano 2008: La Provincia delle meraviglie al Vittoriano di Roma 2009; Artabù al Giffoni Film Festival 2009.A Parigi ha partecipato al Salon de la Jeune Peinture, a Figuration Critique, a Comparaisons, al Salon d’Automne e inoltre alla FIAC, al Salon de Mars, al Salon de Montrouge, a Grands et Jeunes d’aujourd’hui, e ad altre rassegne. Opere pittoriche di Sergio Ceccotti sono conservate nelle seguenti raccolte pubbliche: Musei Vaticani, Collezione d’Arte Religiosa Moderna, Città del Vaticano; Galleria Comunale d’Arte Moderna di Bologna; Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Arezzo; Pinacoteca “C. Barbella” di Chieti; Civica Pinacoteca di S. Gimignano; Galleria Civica d’Arte Moderna di Santhià; Museo del Pattinaggio di Finale Emilia.

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MICHELE COSSYRO

UGO COSSU

Nasce a Pantelleria nel 1944. Si diploma in scultura con Pericle Fazzini all’Accademia di Belle Arti di Roma. Dal 1978 ha insegnato Decorazione nelle Accademie di Catania, Urbino e Venezia; nel 1987 ottiene la stessa cattedra nell’Accademia de L’Aquila che dirige dal 1987 al 1995. Attualmente insegna presso l’Accademia di Roma ed è direttore artistico della Salerniana di Erice. Nel breve primo periodo di formazione e ricerca l’artista agisce nell’ambito di una personale astrazione che ha vaghi riferimenti surreal-fantastici. Le presenze costanti nei quadri e nelle sculture di questo periodo sono la luce e i piani scoscesi in bilico, che esprimono inquietudine ed evidenziano un carattere sociale-ecologico. L’attenzione verso l’ecologia e la cultura mediterranea (sempre presenti nella ricerca dell’artista) verranno espresse e focalizzate nei lavori successivi. Il linguaggio del suo lavoro si esprime attraverso la metafora e a detta della critica ad una personalissima “astrazione fenomenica”. Sono degli anni ’70: le metafore sul mare, le bande verticali, gli ami, le carene, i sugheri, le piume, le opere oggettuali, le ambientazioni, le frantumazioni, i bronzi, le disseminazioni e le installazioni.Alcune di queste opere sono state esposte presso lo Studio Arti Visive di Roma. Verso la fine degli anni ’70, lungo tutti gli anni ’80, interrogandosi sempre sullo spazio ambientale approfondisce la sua ricerca astratta partendo sempre da emozioni, suggestioni e memorie mediterranee. In questo periodo affronta anche la serie dei quadri ad angolo “Narciso”: quadri speculari dipinti e successivamente, i quadri specchianti dove nella oggettualità plastica dell’opera si alternano le parti dipinte alle parti ricoperte dallo specchio. In queste opere la pittura guarda se stessa e impazzisce (Follia della pittura). Sono opere aniconiche dove l’astrazione fenomenica si arricchisce di nuove scomposizioni, frantumazioni e ingannni percettivi. Questo lavoro prosegue fino alla fine degli anni ’80 e culmina con la serie delle “Derivazioni Stellari”, esposte alla Galleria dei Banchi Nuovi di Roma. Dal 1989 produce la serie delle “Nasse” ricerca che si protrae per tutti gli anni ’90: sono opere bidimensionali (Pittosculture) che ricorrono alla Metafora della rete, della gabbia, della cattura, dell’inganno e dell’irretimento della globalizzazione. Sempre negli anni ’90 si dedica alle committenze pubbliche ed esegue opere di scultura di grandi dimensioni e di Grande e Piccola Decorazione. Difatti sono questo periodo i grandi interventi di sculture, di mosaici, di vetrate, di ceramica in spazi ed edifici pubblici e privati. Nel 1973 espone con una mostra personale alla Galleria Cortina di Milano. Fin dall’inizio della sua attività si rivolge sia alla pittura che alla scultura e all’oreficeria.

Ugo Cossu nasce a Bosa (OR) nel 1950. Nel ’64 si trasferisce a Roma e s’iscrive all’Istituto Statale d’Arte Sacra, sotto la guida dei maestri G. Dragoni e Alfio Mongelli. Fin da allora produce opere capaci di suscitare emozioni per la forza del modellato scultoreo e per la definizione geometrica delle forme pittoriche. La frequentazione del maestro Dragoni, docente di scultura, porrà le basi per l’innata inclinazione alla scultura, nello stesso periodo la conoscenza di artisti come E. Rossi, A. Ranocchi, C. Lorenzetti, G. Uncini, serviranno ad approfondire la propria esperienza. Autonomamente inizia a sperimentare l’uso di diversi materiali, dal legno alla pietra, all’ottone, anche materie umili ed inconsuete, come lo spago e l’asfodelo, da cui poter trarre contrasti di luce e di colore. Nel ’71 ottiene la cattedra di Disegno Professionale per la Plastica all’Istituto Statale d’Arte per la Ceramica a Castelli (TE) dove si ferma per nove anni, maturando la padronanza della tecnica di lavorazione della ceramica, frequentando le più valenti botteghe artigiane del posto. Partecipa con successo a Concorsi d’Arte, esponendo lavori ricchi di una personalità memore delle conquiste delle Avanguardie storiche e soprattutto dell’insegnamento picassiano. Nel 1980 si trasferisce in Sardegna per insegnare Discipline Plastiche presso l’Istituto Statale d’Arte di Sassari per sette lunghi anni, in cui la sua produzione ha un momento d’arresto e di ripiegamento su se stessa. In Sardegna si dedica allo studio dell’arte nuragica e all’approfondimento dell’estetica contemporanea; inoltre viaggia molto in Europa arricchendo la propria cultura e la propria esperienza di vita. Una antologica di Afro, visitata a Roma, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, sarà per Cossu un formidabile stimolo: le opere pittoriche del Maestro, affascinano Cossu a tal punto da invogliarlo a dedicarsi con rinnovato trasporto alla pittura. Significativo è il viaggio in Messico, nel 1986, su invito del Dipartimento delle Belle Arti di Guadalajara che gli dedica una personale di pittura. Nascono dipinti intensi e drammatici per l’uso di colori fondamentali, distesi su superfici completamente annerite, su cui spiccano ampie campiture bianche e rosse, delimitate da forme geometriche. In Messico, Cossu entra in contatto con le culture precolombiane, Maya ed Atzeca e ritrova in quei linguaggi primitivi ed essenziali l’origine delle proprie indicazioni artistiche. Rinasce l’interesse per la scultura e con esso il gusto della simmetria e il recupero della figuratività: pertanto si delineano le scelte stilistiche che costituiranno, da allora in poi, l’essenza più caratteristica della sua arte. Dal ritorno a Roma, nel 1987, inizia un’interessante produzione di opere, partecipando a decine di collettive e personali. Dal 1988 al 2007 l’Artista ha insegnato Discipline Plastiche all’Istituto Statale d’Arte di Marino (RM); dal 2005 vive a Cerveteri (Valcanneto), in provincia di Roma.

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ANTONIO D’ACCHILLE

LUCIANO DE LIBERATO

Nasce a Pratola Peligna (AQ) nel 1936, risiede a Roma dal 1950. Ha conseguito il diploma accademico di pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Roma nel 1959. Nel 1953 inizia la sua partecipazione ad esposizioni collettive, vincendo numerosi premi. La sua prima mostra personale è del 1960 a Sulmona, presentato in catalogo dall’Accademico d’Italia Cipriano Efisio Oppo. Seguono anni di approfondimento stilistico con importanti lavori che svolge su ordinazione: affreschi, sculture in bronzo, nonché mosaici di grandi dimensioni destinati a edifici pubblici e liturgici. Negli anni ’60 e ’70 la sua attività di ricerca è in continua progressione: partecipa a numerosissime esposizioni nazionali ed internazionali, prende parte a commissioni nazionali per l’acquisto di opere d’arte destinate a pubblici edifici e vince la cattedra di pittura dell’Accademia di Belle Arti. Dal 1980 al 1985 dirige l’Accademia di Belle Arti de L’Aquila. Nell’ultimo decennio la sua attività si è concentrata su commissioni di opere d’arte pubbliche e private di rilievo, prevalentemente in Italia e negli stati Uniti. Tra le ultime esposizioni, la partecipazione alla IL edizione del Premio Michetti, la personale al Museo Civico di Sanremo, la XIII Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma, Epica Forma Toronto (Canada), l’Omaggio a D’Acchille del Premio Vasto 2000, Celano - Arte Sacra 2000, l’antologica al Castello Cinquecentesco de L’Aquila sotto l’Alto Patronato del presidente della Repubblica, l’esecuzione di un grande telere per la chiesa della Visitazione di Gerusalemme e la realizzazione di una grande scultura in bronzo, vincitrice di un concorso nazionale per il Ministero dei Lavori Pubblici destinata alla Città Giudiziara di Caltagirone. Partita dal Quattrocento italiano, la sua opera recupera gradualmente altri momenti storici dell’arte europea approfondendo le motivazioni intime della sua ricerca artistica e prendendo posizione nei confronti della moda delle “citazioni” già diffusa negli anni settanta. D’Acchille non si trova impreparato al ritorno della pittura e della scultura intesa come confronto con la storia dell’arte. Ed è quindi naturale che si riconosca con quel raggruppamento di artisti che, anche se formatisi nel clima dell’avanguardia, non ritenevano sufficiente ricercare a tutti i costi il nuovo, l’inedito o l’inconsueto; e avvertivano invece la necessità di prescindere dalle ideologie e dai programmi che le grandi stagioni delle avanguardie avevano, peraltro coerentemente esaurito. D’Acchille opera sulla tradizione secolare con estrema libertà, scegliendo l’angolo più idoneo e facendo convivere sulla medesima superficie contrastanti punti di vista, il suo stile abbraccia senza reticenza la tentazione di una “Grande Maniera”.All’XI Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma nel 1986 D’Acchille partecipa nel settore “Arte come storia dell’Arte” con il possente trittico Il passo di Acheloo, lavoro fondamentale dove lo scontro con il modernismo diventa aperto e non più componibile ma altrettanto lo diventa anche nei confronti della pittura e della scultura figurativa tradizionale.

Luciano De Liberato è nato a Chieti nel 1947. Studi scientifici e decennale attività nell’architettura e nel design interrotti per vocazione all’arte. Frequenze alle Accademie di Brera e de L’Aquila. Nel 1975 iniziò un percorso di ricerca sul segno che suscitò subito l'interesse fattivo della critica d’arte militante (Lorenza Trucchi, Marcello Venturoli, Franco Solmi, Giuseppe Marchiori) e poi le attenzioni di Crispolti, Lambertini, Italo Mussa, Giancarlo Politi ed il plauso concreto di maestri dell’arte italiana quali Dorazio, Pozzati,Verna, Maria Lai. Nel 1978 venne riconosciuto artista di livello nazionale con una personale nella storica Galleria Artivisive di Sylvia Franchi a Roma, mostra curata da Filiberto Menna e presentata da Maurizio Fagiolo dell'Arco. Nel 1975 vinse il Premio Lubiam. Nel 1980 fu Segnalato Bolaffi per la pittura. Nel 1981 fu inserito su “Capital” tra i giovani pittori emergenti. Nonostante i consensi e l'interesse di gallerie di prim'ordine, in quegli anni '80, nei quali la sua ricerca lo poneva nel rigore di alto livello culturale della "neo pittura", rinunciò al mercato per non difendere ad oltranza una ortodossia che riteneva avesse fatto il suo tempo. Nuovi cicli, sempre in divenire, si aprirono e si conclusero. Dopo le “Trame-Sudari” (1975), dopo le opere costruttiviste, astratte e silenziose (1976), dopo l'azzeramento dell'immagine nei poetici e concettuali “neri” (1977/79), scoprì nuove valenze fenomeniche e nuove implicazioni esistenziali nell'utilizzo di materie colorate, come nel ciclo dei “cotoni” (1980-1985) che per l'innovazione formale e linguistica, ottennero il favore assoluto della critica e del mercato anche internazionale ad "Art Basel" nel 1983 e 1984. Nei primi anni '90 iniziò ad usare materie povere, anche readymade (legno, cartone, ferro, piombo) nelle quali collocò i suoi “segni di vita”. Nel 1994 approdò al definitivo possesso di un linguaggio unico e personalissimo, quando il suo segno assunse fisicità, divenne fettuccia e si aggrovigliò in matasse policrome. Nel 1996 tese le fettucce su strutture di telai con la nascita del nuovo ciclo dei “nodi”, recite metaforiche dell’interiorità umana. Dal 2004 il contatto con le tecnologie del computer divenne un evento stimolante. Pensò ai circuiti elettronici cogliendo collegamenti col dedalo di vene e arterie del corpo umano, con le circonvoluzioni del cervello, con la rete del sistema nervoso. Si immerse in un nuovo ciclo, i “Labirinti”, che attraversando i successivi “giro in tondo” nel 2005 e “mappe” nel 2006, riemerse prepotentemente nel 2007, anche per l'utilizzo del computer nella fase ideativa, con nuove e più intense strutturazioni, sfociate poi nel 2008 nel ciclo “circuiti-robots-chips”. La sua attività è stata esposta in oltre 40 personali in Gallerie italiane e straniere e con personali in varie edizioni di Art Basel e degli Expò arte di Bologna, Bari, Chicago e Stoccolma. Per l’attività recente, nel 2008 e 2009, RAI 1, RAI 3 e RAI EDU 2 hanno dedicato vari servizi al suo lavoro, nei programmi Art News e The Making of, con l’esecuzione di un’opera in diretta.

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GIOSETTA FIORONI

GIORGIO GALLI

Nasce a Roma nel 1932. Nel 1955 partecipa alla VII Quadriennale di Roma e l’anno successivo alla Biennale di Venezia. Nel 1958 si trasferisce a Parigi, ospite di Tristan Tzara, dove partecipa alle esposizioni del “Salons des realites Nouvelles”. Agli inizi degli anni Sessanta rinnova la sua tecnica pittorica abbandonando gli ori e i rami e riducendo la propria tavolozza alla monocromia dell’argento (in relazione al nitrato, colore della lastra fotografica). Nel 1961 realizza la prima personale a Roma alla Galleria La Tartaruga e nel 1963 a Parigi alla Galleria Beteau. Nel 1964 è invitata da Maurizio Calvesi alla Biennale di Venezia. Inizia il periodo della Nuova Figurazione, in cui le immagini sono fortemente influenzate dal taglio cinematografico e fotografico. I soggetti delle sue opere sono figure infantili e volti di donne ritagliati dai rotocalchi e trasformati in silhouette. Partecipa al sodalizio della “Scuola di Piazza del Popolo” ed espone in diverse gallerie: al Naviglio di Milano, alla Galleria Lucio Amelio a Napoli, al Cavallino di Venezia, alla De’ Foscherari di Bologna. Nel 1968 presso la Galleria La Tartaruga di Roma organizza una installazione intitolata La spia ottica. È una performance teatrale in cui, attraverso un foro praticato su una porta gli spettatori osservano le azioni compiute dall’attrice Giuliana Calandra rinchiusa all’interno di una stanza. Tale performance è ripresa nel 1973 alla Quadriennale di Roma. Negli anni Settanta si dedica alle Leggende degli Spiriti Silvani, antiche storie venete ispirate alle fiabe e alla rivisitazione di opere dei maestri del passato come Botticelli, Giorgione e Carpaccio. Partecipa ad importanti collettive come “La Boite au XX siecle” al musée d’Art Moderne di Parigi e “Metafisica del quotidiano” alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna. Nel 1982 espone a Londra alla Hayward Gallery nella mostra collettiva Arte Italiana 1960-’82. Nel 1984 l’Università di Parma le dedica un’antologica e nel 1986 espone al Parco Massari di Ferrara. Nel 1990 la Calcografia Nazionale di Roma cura un’antologica sul suo lavoro su carta ed espone a Parigi, alla Maison des Ecrivains, una serie di incisioni con alcuni poeti francesi. Nel 1991 al palazzo delle Esposizioni di Roma partecipa alla mostra Roma anni ’60, curata da Maurizio Calvesi. Nel 1993 è invitata da Achille Bonito Oliva alla Biennale di Venezia. Nel 1995 è di nuovo presente alla Biennale di Venezia nella mostra Percorsi del Gusto. Nel 1998 alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma espone un’opera monumentale intitolata 100 alberi. Nel 1999 le viene dedicata una antologica alla Loggetta Lombardesca di Ravenna. Vive e lavora a Roma.

Nato a Roma, sin da giovanissimo ha frequentato l’ambiente artistico romano. Studia le antiche tecniche dell’affresco e dell’encausto recuperandole alla nostra sensibilità attuale. Dal 1989 espone con regolarità in Italia e all’estero, tra le numerose le personali ricordiamo quelle del 2000 presso il Palazzo Comunale di Montepulciano (SI) e lo Spazio Multimediale Rotonda a Seul (Corea); del 2001 a Palazzo Genovesi di Salerno, al Museo Cesi di Acquasparta (TR), presso l’Ass. Culturale M. Rumma di Roma e alla Kunst in Raum Gallery di Vienna; nel 2002 presenta a Palermo l’installazione Palermo in fiore; nel 2003 diverse mostre itineranti al Museo dell’infiorata Genzano (RM), Gallerie Milarte di Milano,Artecnica di Salerno e Il Narvalo di Velletri. Nello stesso anno espone in Argentina a Buenos Aires, a Cordoba, Santa Fe e a Esperanza. Nel 2003 inaugura le installazioni Pace e diritti ai lavoratori a Roma in Piazza Navona e Il muro del sorriso a Furore (SA). Nel 2004 il X Municipio di Roma gli dedica la personale Munixarte; nel 2005 a Kobe (Giappone) viene inaugurata l’installazione omaggio a De Chirico Il ritorno del figliol prodigo, a Buenos Aires (Argentina) è allestita una personale presso l’Istituto di Cultura e Lingua Italiana Cristoforo Colombo. Recentemente ha tenuto le personali: L’arte come utopia al Museo Aldobrandini di Frascati (RM), 2006; Alquimias all’Istituto Italiano di Cultura di San Paolo (Brasile); nel 2009 Diritti e Silenzi dei lavoratori ad Atripalda (AV), Elegia dei sogni spezzati alla Ulisse Gallery Contemporary Art di Roma; nel 2010 la Galeria de Artes Visuales del Centro Cultural Ccori Wasi di Lima (Perù) ospita la personale “Elegia de los suenos negados”. Nel 1997 fonda insieme ad altri artisti il gruppo della neo astrazione romana esponendo in Italia e all’estero. È invitato a partecipare a numerosissime esposizioni che lo portano di volta in volta nelle più importanti sedi espositive non solo italiane, tra il 2000 e il 2001 il Ministero degli Affari Esteri promuove la collettiva itinerante L’immagine interiore, che porterà negli Istituti Italiani di Cultura di Rabat (Marocco), di Tunisi (Tunisia), del Cairo (Egitto), di Beirut (Libano), di Madrid (Spagna) e al Museo de Agua di Lisbona Portogallo; nel 2000 in occasione della Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo, la Galleria comunale d’Arte Moderna di Cava dei Tirreni (SA) inaugura la mostra Remembering Che, portata poi a Catania, Padova, Bologna, Pertosa, Parigi e L’Avana. Negli ultimi anni ricordiamo le esposizioni del 2008 a Palazzo S. Agostino di Salerno, alla Galleria Hofficina d’arte, alla Casa della Musica di Latina e da Mitreo Arte Contemporanea di Roma; nel 2009 la collettiva in cartis a cura di Leonardo Faccioli e Massimo Pompeo tenuta alla Casa della Musica di Latina, la partecipazione alla 4ª edizione di Tuscolane&Tusolani, al Museo Aldobrandini per l’Arte di Frascati (RM), In vestiti d’arte presso lo Spazio ex Gil di Roma, Segnixlibri rettangoli d’amore al Palazzo Comunale di Civitanova Marche e a Roma alla Ulisse Gallery Contemporary Art. Del 2010 sono la collettiva a Palazzo Caetani di Sermoneta (LT) e “Percorsi paralleli 2” al Museo Civico di Albano Laziale.

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ALESSANDRA GIOVANNONI

BRUNO GORGONE

Nasce a Roma nel 1954. Si è diplomata nel 1982 presso l’Accademia di Belle Arti di Roma nel corso di Scultura con Emilio Greco e Lorenza Trucchi. Nel 1984 ha frequentato la Calcografia Nazionale di Roma. Dal 1983 ha partecipato a numerose mostre collettive, e nel 1986 ha tenuto la sua prima mostra personale presso il Ferro di Cavallo di Roma, presentata da Antonio Mercadante. Dal 1991 collabora con la Galleria Il Segno di Roma. Ha partecipato negli anni Ottanta alle scenografie di alcuni film. Le sue decorazioni parietali sono presenti in case private e nell’Albergo Barocco. Nel 1982 la Cassa Mutua Edile Artigiani di Roma e Provincia le ha commissionato una formella in terracotta. In occasione del Convegno Internazionale di Studi presso l’Università “La Sapienza” di Roma le vengono commissionati i ritratti di Giacomo Perticone, di Giuseppe Capograssi, di Augusto Del Noce e di Antonio Rosmini in occasione del Bicentenario della nascita. Dal 1991 collabora con la Galleria Il Segno di Roma. Nel 2005 è stata invitata alla XVI Esposizione Quadriennale di Roma. Per il “Diario della settimana” (L’Unità) nel 1996 ha illustrato il racconto di Paul Auster Il re dei falliti, e nel 1997 di Witold Gombrowicz, Arrivo in terra italiana. Per il Corriere dello Sport nel 2000 ha illustrato Coppi e il diavolo di Gianni Brera. Nel 2004 i suoi acquerelli sono serviti per illustrare l’articolo di Carlo Alberto Bucci, Una romantica cronista inglese fra ulivi e pietre ne “La Repubblica”. Nel 2005 ha illustrato Il fuoco di Andrea Carraro ne “La Repubblica”. Suoi quadri sono stati acquisiti dalla Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma (Villa Borghese, 1999); Museo di Avezzano, (Piazza del Popolo, 1999); Museo dell’Arte Sacra di San Gabriele (TE) (Deposizione, 1998 e Il primo uomo, 2000); Museo di Villa San Giovanni (Villa Borghese, 1999). Sue opere fanno parte della collezione di Arte Contemporanea della Banca Nazionale del Lavoro. Consegue numerosi premi (il primo premio nella V edizione del Premio Kiwanis e al XXVI Premio Avezzano 1999; il premio per la pittura al XIX Premio Internazionale Erice, 2000; il secondo premio alla I Edizione del Premio Ferruccio Ferrazzi a Sabaudia; il primo premio ex aequo con Oan Kyu alla LIX edizione del Premio Michetti, 2008) e nel 2005 viene invitata alla XIV Quadriennale di Roma. Nel 2001 riceve dal Sindaco di Roma una medaglia per l’esecuzione per il Comune di una serigrafia in otto colori in 1530 esemplari. Sue opere vengono inoltre scelte come copertine per la pubblicazione a cura di Francesca Bottari e Fabio Pizzicannella I Beni Culturali e il Paesaggio. Le leggi, la storia, le responsabilità (Zanichelli, 2007) e per il CD Faraualla. Musiche popolari dell’Italia meridionale realizzato a cura della RAI.

Nasce a Cuneo nel 1958. Si laurea in Architettura all’Università di Genova e si trasferisce a Venezia dove attraversa varie forme di espressione creativa con particolare attenzione al vetro di Murano. Si interessa di design e realizza l’opera Ipotesi per una scenografia in collaborazione con i Teatri Goldoni e La Fenice di Venezia. Pubblica opere grafiche con testi di Vittorio Sgarbi e poesie inedite di Andrea Zanzotto. Dalla fine degli anni Novanta la sua ricerca è caratterizzata da un approfondimento del rapporto segno/colore e dall’evoluzione verso una personale pittura di pattern. Nello stesso periodo il critico Pierre Restany, teorico del Nouveau Réalisme si interessa al suo lavoro e alle sue sperimentazioni nell’uso dei nuovi media, scrivendo, il testo “Gorgone. Il colore nel nuovo destino dell’immagine”. Nel 2001 è invitato ad allestire una personale alla rassegna Roma Città Eterna per un Pianeta Ideale-Architetti Artisti a confronto, con la partecipazione dell’Università di Ancona. Nello stesso anno presenta le sue Mitocromie alla White Box Gallery di New York e alla The Church Gallery di Orlando (Florida). Il suo percorso artistico è segnato da numerose personali in gallerie e istituzioni museali in Italia e all’estero ed è invitato a partecipare a esposizioni nazionali e internazionali tra cui: Salone Europeo d’Autunno di Parigi, 1981; Biennale della Comuunità Europea di Lussemburgo, 1982; Ligne et couleur all’Orangerie des Jardins du Luxembourg nel 1992 e all’Ecole Natiionale Supérieure des Beaux Arts nel 1995, Parigi; Mostre internazionali degli Architetti Artisti, Scuola Grande San Giovanni Evangelista Venezia, 1992-94 e Palazzo delle Prigioni, Venezia, 1995-96-97; Esposizione Premio Biennale di Venezia (nel centenario della Biennale) 1995; Mostre di Arte contemporanea presso gli Istituti Italiani di Cultura a Innsbruck (2001), Praga (2007); Premio Michetti, Francavilla al Mare, Mito e realtà. Uno sguardo a oriente, a cura di Stefano Zecchi, 2004; Superfici in equilibrio. Le tradizioni, i classici, le avanguardie, a cura di daniele Crippa, presentazione di Vittorio Sgarbi, Teglio-Sondrio, 2006; Arte astratta. Opere 1930-2007, Galleria arteincornice,Torino 2007; Savona ’900. Un secolo di pittura, scultura, ceramica, a cura di Germano Beringheli e Riccardo Zelatore, Fortezza del Priamar, Savona 2008-2009; Biennale internazionale d’Arte della Magna Grecia, a cura di Boris Brollo, San Demetrio Corone, 2009; Les artistes Plasticiens Italiens à Paris, Commissione Nazionale Francese dell’UNESCO, Parigi, 2009; Internazionale Architetti Artisti in occasione della Biennale di Venezia Fare mondi, Scuola dei Calegheri, 2009, Il Valore dell’Arte, Casa d’Aste Christie’s, Roma, 2009. Recentemente ha tenuto le personali Le trame del mito, a cura di Vittorio Sgarbi, Museo di Villa Barrilli, Carcare e Futurismi di Narciso a cura di Gabriele Simongini, Galleria l’Acquario, Roma. Nel 2010 si terrà la Antologica Bruno Gorgone, a cura di Gabriele Simongini; Gorgone, la storia come pattern, con testi di Vittorio Sgarbi; La luce – colore di Bruno Gorgone, con testi di Costanzo Costantini.

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mostra personale Sublime e Pittoresco e all’interno di varie collettive a Roma, Macerata (Musei Civici), Caprarola (Palazzo Farnese), Frascati. Recensiscono il suo lavoro Apuleo, Bilardello, De Candia, D. Guzzi, Lelj, Mango, Marziano, Menna, Micacchi, Penelope, Spadano. Dopo Sincronicon, nel 1986, Guerrieri si ritira per un decennio sull'Appennino romagnolo realizzando opere visionarie ed “ecologistiche”. Sul finire degli anni Novanta inizia un nuovo ciclo di Interno d’Artista. Le sue opere sono riproposte in varie rassegne storiche e tematiche, mostre personali retrospettive e antologiche. Recentemente hanno scritto sul suo lavoro: Aita, Barbagallo, Carli, Coltellaro, V. Conte, De Candia, Di Genova, Esposito, Folcarelli, Gigliotti, Le Donne, Le Pera, Marziano, Morelli, Riposati, Sicoli, Simongini,Turco Liveri,Valentino, Zucchini e molti altri. Il Museo Civico di Taverna gli ha dedicato una sala personale permanente dal 2002. Il Comune di Taverna nel 2005 gli ha conferito la cittadinanza onoraria, per il fondamentale contributo alla crescita del Museo Civico di Taverna e alla diffusione dell’arte contemporanea unitamente alla consorte Lia Drei, la grande artista scomparsa il 22 marzo 2005. Il 20 settembre 2006 in Borgia, suo paese nativo, gli è stato assegnato il Riconoscimento Maria Regina delle Vittorie (Prima Edizione) per la Sezione Arti Visive. Nel 2007, le opere dello Sperimentale p., sono state oggetto di una importante mostra, intitolata Sperimentale p., Lia Drei e Francesco Guerrieri, 1963-1968, allestita a Roma e a Viterbo. Nei prossimi mesi le opere storiche dell’artista saranno protagoniste di esposizioni in tutta Italia.

FRANCESCO GUERRIERI Nato a Borgia (CZ) nel 1931, vive a Roma dal 1939. Dopo studi classici e universitari, frequenta i corsi dell’Académie de France a Rome a Villa Medici e l'Accademia dell'Associazione Artistica Internazionale. Nel frattempo Guerrieri collabora con riviste d'arte ed espone le sue con opere polimateriche alla VIII Quadriennale Nazionale d'Arte di Roma, alle Biennali regionali di Roma, alle mostre-selezione presso la Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, e ad altre rassegne nazionali. Nel 1962, il superamento della corrente informale porta Guerrieri alla realizzazione di opere costruite da sistemi segnici aderenti alle teorie della semiotica e agli scritti di Merleau-Ponty sulla fenomenologia della percezione. Nello stesso anno è l'ideatore del Gruppo 63 che fonda insieme alla moglie Lia Drei, Lucia Di Luciano e Giovanni Pizzo.In seguito alla scissione del Gruppo 63, avvenuta per divergenze metodologiche, nel settembre 1963 al XII Convegno Internazionale di Rimini e Verucchio, Guerrieri fonda con Lia Drei il Binomio Sperimentale p. (p.= puro). Nell'ottobre dello stesso anno i letterati d'avanguardia riunitisi a Palermo adottano la stessa denominazione di Gruppo 63. Dal 1963 al 1968 i due artisti espongono a Roma, Firenze, Torino, Belgrado. Dello Sperimentale p. si occupano Argan, Assunto, Celant, Finizio, Garroni, Maltese, Masini, Menna, Montana, Orienti. Tra il 1965 e il 1966 Guerrieri organizza e realizza le mostredibattito itineranti Strutture visive e Strutture significanti in molte città d'Italia. Gli vengono conferiti due premi nazionali, il Premio Arte Oggi nel 1967 e il Premio Masaccio nel 1968. Molti altri riconoscimenti e premi seguiranno negli anni successivi. Intanto pubblica i suoi scritti sulle riviste “Arte oggi”, “La Vernice”, “Numero”, negli Atti dei Convegni Internazionali di Verucchio, in vari cataloghi e periodici e nel volume “Ricerche strutturali”. Le opere di questi anni sono presentate nel 1975 nell'ampia antologica Francesco Guerrieri, opere 1962-74 dalla Galleria Fumagalli di Bergamo e nella grande mostra Sperimentale p., Lia Drei e Francesco Guerrieri (opere 1963 -1968) realizzata dai Musei Civici di Macerata nella chiesa Monumentale di S. Paolo nel 1981.Tra il 1968 e il 1971 l’artista realizza strutture tridimensionali variopinte per l'installazione di opere-ambiente (Azione in piazza a Rieti e Mentana, personale alla Galleria il Canale a Venezia) e di happenings con Lia Drei (a Roma, Firenze, Bologna). Le Edizioni Geiger di Torino pubblicano, nel 1972, il volume di Adriano Spatola, Quadri Miraggi Ritratti di Francesco Guerrieri. Nel 1977, eliminata la tela, Guerrieri si serve dei telai vuoti, dipinti sui lati, per incorniciare prospetticamente la sala espositiva nell'installazione della grande opera-ambiente Immarginazione, allestita a Roma a Spazio Alternativo e, nel 1978, a Bologna, alla Galleria II Cortile, e ancora a Roma al Palazzo delle Esposizioni. Il problema della rappresentatività dell'arte contemporanea diviene centrale, a partire dal 1979, in Interno d’Artista, dove all'interno del telaio-cornice appaiono dipinti gli stessi telai vuoti oppure altri dipinti realizzati dall’artista nel passato, in una immaginaria sala espositiva. Numerosi sono i critici che si interessano in questo periodo alle sperimentazioni di Guerrieri: Apuleo, Bentivoglio, Bonito Oliva, Dalla Chiesa, D’Amore, De Candia, De Marchis, Grande, Lambertini, Orienti,Torrente,Trucchi,Vescovo. Negli anni Ottanta l’artista rinnova nuovamente il suo linguaggio pittorico e realizza opere di Metapittura, di cui sottoscrive anche il primo e il secondo Manifesto. Espone i suoi nuovi lavori nel 1982 nella

ANDREA LELARIO Andrea Lelario nasce il 16 ottobre 1965 a Roma, dove vive e lavora. S’iscrive all’Accademia di Belle Arti di Roma dove dal 1987 frequenta il corso di Tecniche dell’Incisione tenuto da Pippo Gambino. Nel 1990 consegue il diploma in Decorazione con Enzo Frascione e nello stesso anno vince il Premio “Accademia di Belle Arti di Roma” istituito dal direttore Cesare Vivaldi. Intraprende molto presto, nel 1991, l’insegnamento presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, poi di Palermo, de L’Aquila e di Carrara, Sassari, Napoli, Viterbo per tornare a quella di Roma fino al 2004. Attualmente è ordinario di Tecniche dell’Incisione e Grafica d’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Macerata. Dal 1995 al 1997 cura la rassegna di arti visive “Capranic’Art”, proposta e allestita all’interno di Palazzo Capranica di Roma. Dal 1997 tiene seminari e corsi di litografia. Nel 1996 progetta un mosaico per la metropolitana di Roma, realizzato nella stazione di Numidio Quadrato. Nel 1998 vince ex aequo il premio “giovani incisori”, istituito dal Museo d’Arte Contemporanea, Villa Croce di Genova. Partecipa a diverse esposizioni, collettive e personali, in Italia e all’estero. Le ultime nel 2004, a Edimburgo e a Glasgow. Nel 2003 è invitato alla XIV Quadriennale di Roma, anteprima di Napoli allestita a Palazzo Reale. Partecipa con Horos, unica incisione della XIV Quadriennale di Roma. Nel 2007 Rai Educational, ha realizzato un documentario “Artisti al lavoro” sulla sua attività artistica di incisore.

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SERGIO LOMBARDO

DANILO MAESTOSI

Ha esposto presso il Museo Nazionale d’Arte Moderna di Tokyo (1967), il Jewish Museum di New York (1968), il Centre Georges Pompidou di Parigi (1969, 1995), i musei di Mosca, San Pietroburgo,Varsavia, Stoccolma, Johannesburg, e molti altri. Nel 1970 ottenne una sala personale al Padiglione Centrale della Biennale di Venezia. Nel 1995 allestì una retrospettiva presso il Museo d’Arte Contemporanea dell’Università di Roma "La Sapienza". I suoi scritti scientifici figurano su: Kunst und Therapie, Iskusstvo i Emozii, Empirical Studies of the Arts, Problems of Informational Culture, Psychology and the Arts, Rivista di Psicologia dell’Arte. Il suo lavoro artistico può essere raggruppato in cicli ben distinti. Inizia con i Monocromi tra il 1959 e il 1961. Dal 1961 inizia i Gesti Tipici, sorta di sagome degli uomini politici dell’epoca còlti in atteggiamenti autoritari, verniciate a smalto e ingigantite sono in grado di mettere a disagio lo spettatore. Dal 1963, per circa un anno, lavora ai ritratti di Uomini Politici Colorati. Dal 1965 progetta oggetti minimali componibili, modulari e seriali, detti Supercomponibili, costruiti in legno e rivestiti di fòrmica. Questi possono essere composti dal pubblico e spesso il problema estetico che il pubblico è invitato a risolvere è indecidibile. Ad esempio: riempire una scatola che contiene perfettamente 20 cubi, avendone a disposizione 21, di cui 7 rossi, 7 gialli e 7 azzurri. Nel 1968 inizia a costruire la Sfera con Sirena che sarà esposta alla Biennale di Parigi del 1969 e alla Biennale di Venezia del 1970. Alla fine del 1970 espone alla Galleria La Salita di Roma i Progetti di Morte per Avvelenamento, con flaconi di vero veleno e una busta da aprire dopo la morte della persona che assumerà il veleno. Dal 1972 al 1978, trasforma lo studio un un laboratorio di psicologia sperimentale, esegue esperimenti di Arte Totale detti Concerti di Arte Aleatoria, in cui una persona deve indovinare per tentativi una posizione di danza, o un’espressione di mimica facciale, o una frase poetica con determinate caratteristiche fonetiche. Tutti i tentativi sono misurati da un suono che ne rappresenta la quantità di errori. Il concerto termina quando si raggiunge il silenzio. Nel 1979 inventa lo Specchio Tachistoscopico con Stimolazione a Sognare, per mezzo del quale il pubblico la notte successiva all’esperimento può sognare la sua Vera Immagine. Dal 1980 inizia una complessa ricerca di Pittura Stocastica basata su algoritmi matematici e programmi di randomizzazione che durerà fino al 1995, lo scopo è di trovare procedure automatiche in grado di produrre immagini nelle quali ciascuno spettatore crede di vedere cose diverse da tutti gli altri spettatori. In questo ciclo sono inclusi i Pavimenti Stocastici in grado di cambiare configurazione all’infinito con un numero finito di mattonelle. Attualmente si occupa di Mappe Minimali Toroidali e di Mappe di Heawood.

Nato a Roma nel 1944. Giornalista professionista dal 1966 ha lavorato come esperto di archeologia, architettura, spettacolo, ambiente, arte per varie testate: Tempo, Paese Sera, RAI (Per voi giovani, Primafila, ecc.), Ansa e Messaggero, con cui continua a collaborare come critico d’arte. Dirige una rivista per cinefili on line “Cinema del silenzio”. Dipinge da sempre ma ha cominciato ad esporre dal 1999. Tra le sue mostre personali si ricordano: Come ombre sui muri, Palazzo della Marra, Ravello 1999 e Libreria del Manifesto, Roma 2000; Soglie e mandala, Villa Rufolo, Ravello 2000; Mediterraneo e altri mari, Villa Rufolo, Ravello, 2001 e Galleria Il Ponte, Nocera 2002; Paesaggi Infiniti, Palazzo Genovese, Salerno 2001; Matrici, Galleria Selezione d'arte Figliolia, Salerno 2001, Grottesche, Villa Rufolo, Ravello 2002; Isole, Galleria Faleria, Roma 2003, Villa Rufolo, Ravello 2003; Lunario, Palazzo Sasso, Ravello 2004, Galleria Faleria, Roma 2004, Museo del Vittoriano, Roma 2004, Galleria Memoli, Potenza 2005. Galleria Ammaturo, Tagliacozzo 2005, Galleria Pigrecoemme, Napoli 2005; Visionaria Happening concerto,Auditorium di Piazza Adriana, Roma 2005; Ukiyo e altri miraggi Galleria della Tartaruga, Roma e Galleria Ammaturo di Tagliacozzo nel 2005; Le mille e una seta Museo del Vittoriano, Roma 2006, Galerie Medial, Berlino 2007, Galleria della Tartaruga, Roma 2007. Galleria Mediterraneo, Positano 2007; Non solo canzonette, Tuscia Opera Festival, Sala regia del Palazzo Comunale, Viterbo 2007; Parabole Con Alexander Jakhnagiev, Palazzo dei Papi, Viterbo 2007. Rocca dei Papi, Montefiascone 2007. Museo Macro e Galleria Studio S, Roma 2007; la mostra è stata poi portata in Egitto: Kharga, Assuan, Luxor, Alessandria, Il Cairo e non ha ancora concluso il suo tour; Non sono solo canzonette, 2007 a Palazzo Comunale di Viterbo; La musica sotto la pelle, 2008 Palazzo Genovesi di Salerno, Convivio artistico Francesco de Lemene; In concerto, 2009 primaverile Argam e Galleria Studio S. Nel 2009 partecipa anche al progetto: Dipingi i silos, mostra concorso per la riqualificazione con i segni dell’arte dei silos del Porto di Bari. Tra le collettive a cui Maestosi ha partecipato si ricordano: l’Omaggio a Giò Pomodoro, Maratea, Amantea, Atessa del 2008; Roma Prendere Posizione nell’ambito della Primaverile Argam. Nel 2008 è invitato al Cairo come membro della Giuria della Biennale del Cairo. Nel 2009 è invitato al Premio Sulmona. Le sue opere sono in possesso di importanti collezionisti in Italia, in Usa e a Berlino. Hanno scritto, fra gli altri di lui: Massimo Bignardi, Gianni Borgna, Renato Civello, Ada Patrizia Fiorillo, Marco Guidi, Claudio Strinati, Gabriele Simongini, Marcello Napoli, Rino Mele, Erminia Pellecchia, Vittorio Sgarbi, Marco Tonelli, Walter Veltroni.

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MARCELLO MARIANI

GABRIELE MARINO

È nato a L'Aquila nel 1938. Frequenta l'Accademia di Belle Arti di Napoli, dove è allievo di Spinosa e Scordia. Inizia a lavorare come aiuto scenografo al Teatro San Carlo su impulso di Domenico Modugno, affascinato dai suoi disegni esposti nel centro di Napoli. La sua prima personale risale al 1954; nel 1956-1957 conosce Osvaldo Licini a Roma. Nel 1958 va a Parigi affascinato dalla pittura di Amedeo Modigliani ed espone in piccoli caffè di Montmartre ed a Place du Teatre. Conosce Jean-Paul Sartre e scopre l'esistenzialismo. Nei primi anni sessanta realizza una serie di mostre con artisti tedeschi (Galleria Hadler, Amburgo, 1959-60, “Spazialità cellulare”). Rientrato in Italia si avvicina all'ambiente artistico romano, conosce Luigi Boille, Lucio Del Pezzo, Piero Manzoni, Robert Rauschenberg, Mimmo Rotella. Le sue esperienze pittoriche vengono arricchite dalla visione, nelle gallerie romane, delle grandi opere di Conrad Marca-Relli, Willem de Kooning,Tal-Coat, Franz Kline. Si dedica in questi anni alla ricerca pittorica informale (“Paesaggio” 1958; “Senza titolo” 1959; “Cellula” 1960 - Museo Nazionale del Palazzo di Venezia in Roma - Sale Monumentali). Dal 1962 al 1968, in occasione delle Mostre internazionali “Alternative Attuali” a L'Aquila, conosce Alberto Burri e Lucio Fontana, negli stessi anni conosce Piero Sadun, che condividerà con il giovane pittore, la fase finale della sua esperienza artistica informale, in uno studio comune nel centro di L'Aquila. Nel 1974 conosce Joseph Beuys; nello stesso anno espone con Accardi, Consagra e Guttuso. Nel 1979 viaggia ed espone in Australia (“Landscape”,A. Marchese Gallery, Melbourne; “Forme Archetipe”, Centre of Modern Art - Melbourne). Dal 1990 al 2000 espone con i maggiori rappresentanti europei dell’ “arte povera” (“Ad Usum Fabricae”, L’Aquila 1995; “Ad Usum Fabricae”, 1996; “Trasalimenti” Castelbasso (TE) 1999). Scrivono di lui Vito Apuleo, Enrico Crispolti, Costanzo Costantini, Giorgio Di Genova, Claudio Strinati. Nel 2006 collabora intensamente con Silvia Pegoraro, Carlo Chenis, Sergio Zavoli, Ottaviano Del Turco, Milena Vukotic, con mostre e convegni sulla pittura. Nel 2007 con “Nel Segno della Materia. Pittura informale europea e americana”, espone con i principali pittori astratti contemporanei (Burri,Vedova, Marca - Relli, Pollock, Kline,Afro,Tapies, etc.). Nel 2008 la casa editrice Mazzotta di Milano, pubblica il volume di Gianni Berengo Gardin, “Marcello Mariani, Percorsi di Luce”, un reportage sulla vita artistica del pittore. Nel marzo 2008, La Fondazione Mazzotta di Milano presenta un convegnodibattito sull’opera. Nel 2009 il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, di concerto con la Sovrintendenza Speciale per il Polo Museale Romano ed il Museo Nazionale di Palazzo Venezia in Roma, dedicano a Marcello Mariani, una rassegna pittorica nelle Sale Monumentali del Palazzo con opere che vanno dal 1956 al 2007, curata dal prof. Gabriele Simongini. La mostra ottiene il consenso ufficiale del Senato della Repubblica. Le opere di Marcello Mariani sono conservate in importanti collezioni d'arte contemporanea, pubbliche e private, sia in Italia (Roma, Milano, Napoli, L'Aquila, Pescara, etc.) che all'estero (Amburgo, Ginevra, Melbourne, Sidney, etc.).

È nato nell’ex Comune di Atella di Napoli, oggi Succivo (CE) nel 1937, si è diplomato al Liceo Artistico di Napoli e all’Accademia di Belle Arti della stessa città, dopo aver seguito anche studi a carattere industriale. È stato docente nelle scuole superiori per l’insegnamento di Disegno Architettonico e Storia dell’Arte, passando poi, in qualità di vincitore di concorso all’insegnamento di Discipline Pittoriche e Anatomia Artistica nei Licei Artistici. La sua ricerca è parte integrante dei movimenti d’avanguardia in Italia e all’estero. È stato tra i fondatori del Gruppo Studio P.66 di Napoli, con il quale ha partecipato a numerose mostre a Napoli, Roma, Portici (NA), Padova, Sassoferrato (AN), Forio d’Ischia (NA). È stato tra i redattori della rivista “No” e ha aderito alla “Proposta 66 T. L.” e alla “Comune 2”. Dal 1994 è Direttore Artistico del CIAC M21 “R. Soletti di Caserta”. Nella Galleria dell’Associazione in via Mazzocchi, ha organizzato dal 1990 al 2000: mostre di pittura, scultura, ceramica, grafica, incontri di poesia, video, perfomances, presentazione di libri. Nel Salone della Camera di Commercio di Caserta, ha organizzato la Rassegna denominata Hand – Made. Nel Complesso S. Agostino di Caserta ha organizzato la rassegna Artmedia, mentre la stessa Rassegna Hand – Made è stata allestita anche negli spazi di Villa Campolieto ad Ercolano (NA). Gabriele Marino è pittore, scultore, ceramista, grafico. Ha all’attivo una ininterrotta attività espositiva in campo nazionale ed internazionale. Ha pubblicato i libri “Mea culpa”. Edizioni Panda’s di Torino, “Il luogo” edizioni Quintessenza di Caserta, “Reportage” con le edizioni CIAC M21 di Caserta, mentre è in corso di stampa un altro libro di racconti dal titolo “Gli orchi e le fate”. Sue opere si trovano in molteplici collezioni private, mentre è presente in importanti centri di documentazione e nei musei di: Valladolid (Spagna), Durazzo (Albania), Galleria Sperimentale di Arte Contemporanea – Museo di Rivoli (TO), Museo d’Arte Moderna di Rende (Cosenza), Galleria d’Arte contemporanea Città di Caserta, Museo d’Arte Contemporanea di Grosseto. A coronamento della sua ininterrotta attività sul piano della ricerca a artistica in campo nazionale ed internazionale, la rivista internazionale “Flash Art” lo ha annoverato tra i cento artisti italiani più importanti degli ultimi quarant’anni. Alla sua produzione artistica si sono interessati i maggiori critici d’arte e giornalisti italiani, con recensioni e presentazioni a catalogo, tra cui: R. Boenzi, Luca (Luigi Castellano), G. Pedicini, L. Paolo Finizio, E. Morelli, E. Crispolti, C. Ruju, E. Di Grazia, E. D’Agostino, M. D’Ambrosio, F. Marino, M. Bignardi, G. Agnisola, F. Solmi, D. Papa, S. M. Martini, E. Battarra, M. Vitiello, G. Grassi, C. Grassi, M. Roccasalva, J. Noak, F. Vincitorio, E. Caroli, C. De Seta, G. Simongini, A. Sartori, G. Di Genova, P. Levi, D. Micacchi,A. Del Guercio, U. Eco, etc.

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CLAUDIO MARINI

PIERO MASCETTI

Claudio Marini studia scultura all’Accademia di Belle Arti di Roma. Le sue prime opere si caratterizzano per una forte astrazione pittorica il cui punto di riferimento più diretto è il linguaggio materico di Alberto Burri a cui l’artista idealmente si collega. Le opere più recenti di Marini, convogliano un desiderio di maggiore aderenza ai fatti della vita. Lo testimoniano le serie “Shopping”, “Zapping”, “Cassonetti”, “Le città martiri”, “Passaggio a Pretoria” e “L’ottava notte”. Alla fine degli anni novanta l’artista ha realizzato “Bentornati cascami!” che si riferiscono alla serie originale ideata nella seconda metà degli anni settanta e per cui Marini è maggiormente conosciuto e che costituiscono l’inizio di una rielaborazione continua. Numerose le esposizioni a lui dedicate e le partecipazioni ad eventi di grande prestigio nell’ambito artistico italiano. Si ricordano, negli anni ’80 la partecipazione alla XL Biennale di Venezia, al XXXVIII Premio Michetti di Francavilla al Mare (CH) all’Expo Arte di Bari, all’Italia Spring Festival Quentin Gallery di Claremont (Australia) e nell’87 a Projects against apartheid alla Galleria S. Marco di Roma. Negli stessi anni espone a Palazzo dei Diamanti di Ferrara,Villa Bonaccorsi di Potenza Picena, alla Fortezza Medicea di Siena, al Palazzo Internazionale delle Esposizioni di Civitanova Marche (MC) e all’Accademia d’Egitto di Roma. Nel 1989 a Latina è ordinata la personale Stazione di servizio nella Galleria Romberg arte contemporanea, dove l’artista tornerà ad esporre 14 volte tra il 1989 e il 2004. Negli anni ’90 partecipa alla VII Biennale d’Arte Sacra di San Gabriele (TE), all’EuropArt di Ginevra (’97) e a SupermercArte a VeneziaMestre, ad EcoWay a Catania. Espone al Ripa Residence di Roma, al Castello Brancaccio di S. Gregorio da Sassola, nel 1996 a L’Aquila al Museo Sperimentale d’Arte Contemporanea, nel 1998 a Palazzo Ducale di Genova, alla Galleria d’Arte moderna di Dubrovnik, al Padiglione Artistico “Juraj Sporer” di Opatija (Croazia), al Palazzo dell’Esplanade di Merano. Nel 1992 la Galleria Rondanini di Roma ordina una sua personale dal titolo “Dipinti 1976 – 1999”, nel 1999 è invece la città di Velletri, nell’ex Istituto Mecheri, ad ospitare la personale “Claudio Marini 1992 – 1999”. Nell’ultimo decennio sono da segnalare le partecipazioni a Scartalarte presso il Centro Fieristico di Catania, al MiArt del 2002, al XXI Premio Internazionale Sulmona, alla Fiera d’Arte Contemporanea di Reggio Emilia, e nel 2009 al XXXVI Premio Sulmona.Tra il 2003 e il 2009 espone nelle Gallerie Borgognona, Romberg e Colibrì Arte di Roma, Milarte di Milano. Importante è inoltre la presenza di sue opere nel 2000 al Museo Diocesano di Velletri, nel 2001 al Museo dell’Infiorata di Genzano, nel 2002 al Palazzo dei Capitani di Ascoli Piceno, nel 2004 al Museo Mastroianni di Marino e al Palazzo del Vescovado di Rieti, nel 2008 alla Casetta della Musica di Latina e l’anno successivo al Palazzo Comunale di Civitanova Marche.

Nato a Roma nel 1963. È dal 1999, con la personale organizzatagli dal Comune di Zagarolo (RM) a Palazzo Rospigliosi, che la sua attività espositiva si sviluppa su scala nazionale attirando l'attenzione di critici e collezionisti e l'invito degli addetti ai lavori a numerose mostre personali e collettive. Nelle sue opere di impianto astratto-informale il colore s'impone con la forza perentoria di autobiografico coinvolgimento, ed una decisa personalità gli assicura dall'inizio una marcata visibilità nell'ambiente artistico romano. La personale del 2001 presso Palazzo Morpurgo di Trieste è accompagnata dal primo film-documentario sul suo lavoro, realizzato dallo Studio R2 Films per conto del Ministero per i Beni Culturali. Fonda il movimento artistico “Il Gruppo” con il quale sperimenta la ricerca di un nuovo linguaggio pittorico e propone mostre in Italia e all’estero, tra le quali quella italiana presso Palazzo Malaspina di Ascoli Piceno e quella tedesca presso la Forum Gallery a Gelsenkirchen nel 2002. Sono di quest'anno l'esposizione per Alitalia nell'Aeroporto Alfieri di Torino e l'assegnazione del Premio Città di Roma (XXVIII Edizione). Partecipa alla XIV Quadriennale Nazionale, a due edizioni del Premio Sulmona e tre edizioni del Giffoni Film Festival di Salerno. Espone ad Atene (sala Vip aeroporto) sempre nel contesto di Alitalia per l'Arte, a Bruxelles nella Contrast Gallery. Nel 2005 partecipa al III Premio Ferrazzi di Sabaudia ed alla XVIII Rassegna Nazionale d'Arte di Campomarino dove vince un premio acquisto. Nel Palazzo del Senato di Milano espone le opere del ciclo “Rumori” tematica esposta successivamente a Roma nella mostra dal titolo “Corpi da Strada” presso la nuova Edarcom Europa. Nel 2006 partecipa a “il Segno Contemporaneo Italiano” presso il Museo Crocetti di Roma. Nel 2007 è protagonista nella rubrica “The making of” di Raffaele Simongini nell’ambito del programma televisivo di Rai Tre e a dicembre su Rai Uno all'interno del programma televisivo “Magazzini Einstein”. Nel 2008 partecipa alle mostre “Paraboles Exhibition” organizzate dallo Studio S di Roma, presso le Gallerie Ahmed Sabry e Ragheb Ayad del Gezira Art Center del Cairo e nei Creativity Center di Alessandria d'Egitto, Luxor, Assuan e Kharga. Nello stesso anno rappresenta l'Italia al “1st Luxor International Painting Symposium” in Egitto e al suo rientro a Roma riceve in Campidoglio il “Premio Personalità Europea 2008” per la pittura. All'inizio del 2009 espone nello Studio S di Roma un nuovo ciclo pittorico dal titolo “Zep-Tepi” opere che sono il frutto della straordinaria esperienza vissuta nella Valle dei Re a Luxor con artisti di tutto il mondo. Partecipa a fine anno alla VI Biennale del Libro d'Artista di Cassino, alla mostra “Acqua” nella Banca Carige di Roma e alla rassegna “International Painting Symposium” presso il Taaz Palace del Cairo. Piero Mascetti vive e lavora a Roma.

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MATTEO MONTANI

EDUARDO PALUMBO

Matteo Montani, nasce a Roma nel 1972, dopo il diploma al Liceo Artistico, conseguito nel 1991, frequenta tra Urbino e Roma l’Accademia di Belle Arti, dove si diploma nel 1997 nella sezione di Pittura.Tra il 1990 e il ’95 è assistente di studio dell’artista Alfredo Pirri; tra il 1995 e il ‘98 collabora con artisti quali Gunther Foerg e Michelangelo Pistoletto. A partire dal 2000 partecipa a numerosi ed importanti premi e concorsi, nel 2000 è il Vincitore del XL Premio Suzzara (MN); nel 2001 Vincitore della selezione nazionale per la Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo di Sarajevo; nel 2007 è Finalista al Premio Lissone; nel 2008 è Finalista al Premio Cairo di Milano e al Talent Prize di Roma; nel 2009 al Premio Terna. Tra le sue principali mostre personali si ricordano: nel 1998 Naos,Accademia di Belle Arti di Brera, Milano; nel 1999, Protraiti, Museo Sperimentale d’Arte Contemporanea, L’Aquila; nel 2002 Ergon, Università degli Studi di Roma tre, e Matteo Montani, Galleria Eventi, Roma; nel 2003 Sintesieantitesi, L.I.A.R.T, Roma; nel 2004 La Via, Studio Visconti, Milano, e I lunatici, Valentina Bonomo artecontemporanea, Roma; nel 2005 Passerò per Via Nicolò dell’Arca, Galleria Marilena Bonomo, Bari; nel 2007 Fostèr, Fabio Sargentini - Associazione cult. l’Attico, Roma; nel 2008 Il Bacio e altre strade per le stelle, Valentina Bonomo artecontemporanea, Roma, Cartolina da Ipernefelo, Museo d’Arte della città di Ravenna, loggetta lombardesca, e Oltre Natura (con Irene Kung), il Frantoio, Capalbio (GR). Nel 2009 Abbassare il cielo agli occhi, Paci Arte, Brescia; nel 2010 A cielo aperto, Otto Gallery, Bologna, Naturldurante, Galleria Marilena Bonomo, Bari, Solo exhibithion, Casa italiana Zerilli-Marimò, New York e Parole sulla Montagna, Studiovisconti, Milano. Tra le principali collettive invece ci sono: nel 1999 il Premio Marche, Mole Vanvitelliana Ancona; nel 2000 Glocal, Studio Casoli Milano, XXL Gallery, Sofia, e Annuale d’Arte, castello cinquecentesco, L’Aquila. Nel 2001 Enzimi, campo Lanciani, Roma; nel 2003 a Roma La figura assente, L.I.A.R.T, Casina Giustiniani,Villa Borghese e Né carne né pesce, casa Pirri e ART BOX, Rende, Catanzaro; Nel 2004 Match, Galleria Russo, Roma, Movin’, Cassero delle mura medicee, Grosseto; nel 2005 Sotto la superficie, nostalgia dell’origine, la Fabbrica del vapore, Milano, Città e non città, ex Ticosa, Como. Nel 2006 Pittori al muro, Fabio Sargentini - Ass. cult. l’Attico, Roma, Premio Mantero per l’arte giovane, la tessitura, Como. Nel 2007, Museo di Arte contemporanea, De rerum natura/la forma organica, Montrasio Arte, Monza, Serrone Biennalegiovani, Serrone della villa reale, Monza. Nel 2008 a Roma, 15ª Quadriennale d’Arte, Palazzo delle esposizioni, Natalenatale, Casa delle letterature, Falsi astratti, Fabio Sargentini - Ass. cult. l’Attico, Spore, Atomi, Stelle, Fabio Sargentini – Ass. cult. l’Attico; e a Bari L’Arca, Galleria Marilena Bonomo. Nel 2009 Da qui, Galleria 3)5, Rieti, Clicking the cosmos, Museo d’Arte Contemporanea, Vespolate (NO), Uno più uno, Galleria Marilena Bonomo, Bari. Nel 2010 Crossroads, il Frantoio, Capalbio (GR) e Oltre il trompe l’oeil, Fabio Sargentini Ass. cult. l’Attico, Roma. Sue opere sono presenti in importanti collezioni in Italia e all’estero tra le quali: Università degli studi di Roma3, Soros Foundation, Collezione Unicredit Banca, VAF Fondation, Fondazione “la Quadriennale”.

Nasce nel 1932 a Napoli. Nel 1953 si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Napoli, alla scuola di Emilio Notte. Qui avrà, come colleghi di corso: Carlo Alfano, Guido Biasi, Lucio Del Pezzo, Carmine Di Ruggiero, Maria Palligiano, Mario Persico, Gianni Pisani e altri. È nel 1956 che incominciano le partecipazioni a rassegne artistiche. Innumerevoli le personali e le presenze di Palumbo a collettive e rassegne dal 1957 ad oggi, nell’impossibilità di coprire la sua imponente biografia, riportiamo gli ultimi eventi a lui dedicati: 2006 Mistiche bianche a cura di Vitaldo Conte, Castello Aragonese, Reggio Calabria. A L’Aquila gli è stato assegnato il I premio “I sentieri dell'anima” III edizione del premio di poesia e disegno. XXX Premio Internazionale “Emigrazione” Omaggio a Eduardo Palumbo “Sulle tracce di Marinetti, con memorie del territorio”. III Rassegna di Arti Visive “Corradino d’Ascanio e le Stagioni della Velocità: Futurismo, Neofuturismo e dintorni” Omaggio a Primo Conti ed Eduardo Palumbo. Castello Gizzi – Torre de’ Passeri (PE). XXXIII edizione del Premio Sulmona. A cura di Massimo Riposati: L’Arte di amare l’Arte 30 artisti a sostegno della Fondazione CittàItalia. Galleria Corsini, Palazzo Corsini Roma. Bozzetto per il programma dell’associazione organistica del Lazio Le ore dell’organo post missam alla chiesa di S.Marcello al Corso (Roma). In cartis Mostra collettiva d’arte contemporanea, opere su carta e con la carta. Palazzo Caetani – Cisterna di Latina. Rassegna “Natività” nell’arte contemporanea - trenta artisti trenta per trenta - nel Centro per l’Arte Contemporanea “Open Space” S. Maria di Catanzaro. – 2007 Il Centro di cultura contemporanea “Napoli c’è” dona i progetti originali dei “segnalibri d’artista” al Comune di San Giorgio a Cremano (Napoli). Roma - Massi studio d’Arte - “Assaggio d’artista” testo in catalogo di Laura Turco Liveri. Museo delle genti d’Abruzzo (Pescara) Mostra d’Arte “dialettiche in campo” 11 astrattisti - 11 figurativi a cura di Leo Strozzieri. “Intorno aria dorata” personale di E.Palumbo galleria “Studiò” Giovanna Simonetta Milano a cura di Luca Beatrice.A cura di Alessandro Massi, introduzione di Francesca Gianna “Carte e Cartacce” Roma “Massi-studio d'arte”. Con l’evento “Naturalmente Astratto” Massi studio d’arte partecipa alla “III Giornata del Contemporaneo”. IV edizione “Venite Adoremus” mostra internazionale d’Arte Sacra – Omaggio alla Divina Commedia - a cura di Stefania Severi a Roma Basilica di Santa Maria in Montesanto Chiesa degli Artisti. – 2008 il trittico Là dove il cielo è più sereno e lieto è esposto nella collezione Arte contemporanea alla Farnesina” (Ministero degli Esteri). L’Arte costruisce l’Europa rassegna da un idea di Anna Canali raccoglie opere di 404 artisti internazionali del Costruttivismo,Concretismo,Cinevisualismo e Madì. Desenzano del Garda presso la Galleria Civica. Con “Massi Studio Arte” partecipa alla Rassegna “Primavera Romana 2008” A.R.G.A.M.“Prendere Posizione” al Museo “Venanzio Crocetti” Roma. Roma nella Galleria “Il Tempo Ritrovato” il “Premio Mnemosine 2008” è stato conferito a Palumbo. “Studiò e Proposte d’Arte Contemporanea” presentano la personale “Madrigale Mediterraneo” nella Galleria Proposte d’Arte Contemporanea a Pietrasanta (LU). – 2009 alla Galleria d’Arte Consorti, di Roma Paola Consorti presenta E. Palumbo “Opere recenti”. Per iniziativa del Comune di Montesilvano, nel Palazzo Baldoni, personale “Effetto Futurismo”, con venticinque opere, a cura di Chiara Strozzieri.A Caserta-Palazzo Reale“Sala bianca” Eduardo Palumbo Pitture 1957-2009 a cura di Raffaele Gavarro. Le sue opere sono presenti nelle collezioni della Camera dei deputati, Roma; del: Museo d'Arte delle generazioni italiane del '900 G.Bargellini, Pieve di Cento (BO); della Pinacoteca Comunale “Massimo Stanzione” di Sant'Arpino (Caserta); del Museo Civico di Taverna (CZ); del Museo del Comune di Vienna (Austria); della Galleria d'Arte Moderna del Comune di Roma; della Galleria d'Arte Moderna intitolata ad “Emilio Notte” Ceglie Messapico (Brindisi); della Galleria A.V.I.S., Suzzara; delle Pinacoteche Comunali di Latina e di Sulmona; della Galleria Civica d'Arte Contemporanea Termoli, del Museo Irpino del Comune di Vallata (Avellino); e della Quadriennale di Roma per la sede di Villa Carpegna.

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TULLIO PERICOLI

STEFANO PIALI

Tullio Pericoli nasce a Colli del Tronto (AP) nel 1936. Dal 1961 vive a Milano.A partire dagli anni ’70 inizia a collaborare con la rivista “Linus”, con il “Corriere della Sera” (dal ’74) e con il settimanale “L’Espresso”. Intanto espone le sue opere a Milano, Parma, Urbino e presso l'Olivetti di Ivrea. Realizza i disegni per l’edizione del volume Robinson Crusoe per l’Olivetti e, nel 1985, li espone al Padiglione di Arte Contemporanea di Milano, poi a Bologna, Genova e Roma. Dal 1984 collabora con “la Repubblica”. Nel 1987 Livio Garzanti gli affida l’incarico di realizzare, in un salone della casa editrice, una pittura murale. Nel 1988 pubblica presso la casa editrice Prestel di Monaco il volume Woody, Freud e gli altri, che uscirà anche in edizione francese, spagnola e americana. Il libro diventa, inoltre, catalogo di una mostra presentata con successo in Germania e in Austria. Nel 1990 è la volta di Ritratti arbitrari, pubblicato da Einaudi. Proseguono le personali dell’autore, che espone a Milano (Attraverso il disegno a Palazzo Reale nel 1991), Parigi e Monaco. Riceve il “Premio Gulbransson” dall’Olaf Gulbransson Museum di Tegernsee (1993) e presenta una mostra dal titolo Il tavolo del re ospitata al Gulbransson Museum, a Bamberg, Francoforte e New York. Nel 1995 disegna scene e costumi per l’opera L'elisir d'amore di Donizetti che va in scena a Zurigo, nel 1998, cura un nuovo allestimento della stessa opera per la Scala di Milano. Nel 2001 mette in scena Le sedie di Ionesco per il Teatro Studio di Milano, curandone la regia, le scene e i costumi e nel 2002 disegna scene e costumi per Il turco in Italia di Gioacchino Rossini per l’Opernhaus di Zurigo. Il volume Terre (Rizzoli), edito anche negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, raccoglie una selezione di opere sul tema del paesaggio. Di questi dipinti si tiene un’ampia mostra a Palazzo Lanfranchi a Pisa all’inizio del 2002. Sempre nello stesso anno la casa editrice Adelphi pubblica il volume I ritratti, una raccolta di 577 volti di personaggi, soprattutto letterari, parte dei quali viene esposta nel 2003 allo Spazio Oberdan di Milano. Per l’occasione Adelphi edita un nuovo volume di ritratti dal titolo Otto scrittori. Nel 2004 tiene a Roma, al Museo Nazionale del Palazzo di Venezia, una mostra sui grandi dipinti realizzati nella residenza di Carlo Caracciolo a Torrecchia, pubblica La casa ideale di Robert Louis Stevenson (Adelphi) e Viaggio nel paesaggio (Edizioni Nuages). Nel 2005 esce presso Bompiani L’anima del volto. Nel 2006 espone i suoi dipinti in una mostra dal titolo Parti senza un tutto presso la Galleria Ceribelli di Bergamo. Nel 2007 presenta i ritratti di Samuel Beckett a Dublino presso la Oscar Wilde House.Adelphi pubblica un’edizione illustrata di Robinson Crusoe che rielabora il progetto realizzato per Olivetti tra il 1982 e il 1984, mentre Rizzoli pubblica Paesaggi e una parte delle opere del volume viene esposta presso la Galleria Lorenzelli Arte di Milano. Nel 2009 la Galleria d’Arte Contemporanea “Osvaldo Licini” di Ascoli Piceno gli dedica una mostra antologica sul paesaggio dal titolo “Sedendo e mirando”.

Nasce a Roma nel 1956. Frequenta il Liceo Artistico, nel 1978 si diploma presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, dove approfondisce le tecniche della scultura sotto la guida del maestro Pericle Fazzini.Vive a Marino, dove insegna nella sezione di discipline plastiche presso l’Istituto d'Arte. Al 1983 risale la sua prima personale che rappresenta l’avvio di un intenso percorso espressivo attraverso la pittura e la scultura. Ispirandosi da sempre ai grandi maestri del passato, Michelangelo, Caravaggio, Tiepolo e Dalì, formerà una spiccata personalità artistica ed una propria identità espressiva. Numerose le Mostre personali dedicate a Piali a partire dal 1983. Nel 1983, Comune di Marino (Roma); 1984 Centro La Sponda e Tevere Expo Internazionale d'Arte; 1997 Neukölln (Berlino); 1988 Expo di Bari; 1988 Palazzetto Alemanni, Montevarchi; 1990 Galleria Goya 2, Valencia; 1992 Bidart Bergamo e Imago Mundi chiesa delle Anime Sante Scanno (AQ); 1993 Galleria A.T.C. Como, Palazzo dell'Arte, Foggia, Palazzo dei Capitani Ascoli Piceno, Bidart Bergamo, Galleria Sterngalerie Lucerna;1994 Villa Campolieto Ercolano, Galleria Sagittario 2 Roma, Galleria Arteincornice Torino;1995 Centro culturale S. Silvestro Osimo; 1996 basilica di S. Maria in Montesanto, Roma; 1997 Palazzo delle Esposizioni, Roma; 1999 Museo dell’Infiorata, Genzano, Banca Popolare di Milano – Marino; 2008/9 In collaborazione con SKY TV, Piali viene promosso a livello internazionale attraverso personali ed interviste didattiche che lo porteranno a ricevere consensi artistici sia istituzionali che privati, raggiungendo importanti mercati che vanno dal Centro America, all’Europa, fino ai Paesi Arabi. Numerose ed importanti anche le sue presenze in numerose collettive e rassegne a partire dal 1984, quando partecipa alla Prima Biennale di Fondi, ricordiamo qui le sue partecipazioni degli ultimi anni: 2008 Le rose, le spine, 5 maestri in mostra per le vie del borgo di Castelgandolfo. Aderisce all’asta di beneficenza Contemporanea per il domani, organizzata dalla Casa d’Arte Artribù, per il dipartimento di Pediatria del Policlinico Umberto I; 2009 Tante vie, Accademia Castrimeniense, Marino; 2010 Tante vie Casale dei Monaci a Ciampino; ArtNews, Rai3, gli dedica un servizio curato da Raffaele Simongini; L’Aquila Non Si Muove nel Palazzo Ferdinando di Savoia, patrocinata e promossa dal Ministero dell’Interno e dedicata all'identità culturale abruzzese. Sue opere sono presenti presso l'aeroporto di Ciampino; nello Stato del Brunei; nel Parco dell’Appia Antica a Roma; nel Comune di Marino, nel Museo pinacoteca nazionale di Serrapetrona (Macerata); Comune di Ciampino (Aula Consiliare del Comune). Nel 2002 realizza La porta del dolore, portale in bronzo a cera persa. nella chiesa del Santo Giovanni Battista di Ciampino, nel 2004/05 La porta della speranza, portale di bronzo per il Santuario della Madonna dell’Acqua Santa di Marino.

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VERONICA PIRACCINI

PAOLO PORELLI

Veronica Piraccini è nata a Bologna nel 1964, vive a Roma dove è docente di pittura all’Accademia di Belle Arti. Dal 1989 al 1999 ha insegnato pittura all’Accademia di Brera a Milano e dal 1999 al 2001 è stata docente di anatomia artistica all’Accademia di Palermo. L’artista ha tenuto la prima personale nel 1984; tra le varie mostre e manifestazioni si segnala la sua partecipazione nel 1995 alla mostra “Il campo di esperienza” organizzata dalla rivista CAMPO n° 9 (dir. F. Leonetti con A. Pomodoro e Dadamaino) presso la Fondazione Mudima di Milano con documento teorico; nel 1997 nella stessa Fondazione ha esposto durante la manifestazione di “tendenza” nelle arti e nella letteratura “Campo dei sensi” e sempre nello stesso anno ha tenuto la mostra personale “minimo/globale” alla Galleria Ruggerini e Zonca Arte Moderna e Contemporanea (Milano) con catalogo edito da Giampaolo Prearo Editore. Sono inoltre più di un centinaio le personali, le mostre e le manifestazioni a cui Piraccini ha partecipato e che ha ideato. Piraccini dunque è attiva in una tendenza dell’arte contemporanea, sia storica che attuale, dove si argomenta un nuovo immaginario definito “l’antirappresentazione”. Tra le numerose esposizioni si ricordano quelle al Castello dei Monaci Benedettini di Roma, al Salone Italiano dell’Arte Contemporanea di Firenze, all’Expo Arte di Bari, al Questor Theatre di Londra, in Lo sguardo da lontano presso la Galleria Di Sarro, Roma; a Il campo di esperienza presso la fondazione Mudima di Milano. Si ricorda la sua presenza in: l’Arte a Roma presso l’ex Mattatoio di Roma, alla mostra Prima del poi nella Galleria Zonca di Milano e al The Majdanek Museum di Lubiana; ha partecipato al 31° Premio Vasto a Emergenze anni ’80 e ’90, Ancona e all’esposizione Taegu-Milano in Corea, al Roma Poesia Festival della Parola di Roma, a In video il giovedì al Museo di Trastevere e al MACRO a Storie Furiose. Ideatrice nel 1999 del metodo in Fogli di Studio e Libretti PNMR Pittura Nuovo Metodo di Ricerca. Ha fondato nel 2003 la rivista “Tutto da capo” con E. Fiorani, F. Leonetti, N. Balestrini, A. Pomodoro. Per Veronica Piraccini, il problema della pittura consiste oggi nel vedere, al di là della metafisica, dell’astrazione e della nuova figurazione, che cosa è l’uomo al livello della civiltà. Dipinge tracciati, garbugli o grovigli e puntiformi.

Nato a Roma nel 1966. Si dedica fin dall’adolescenza alla pittura incoraggiato dal pittore Carlo Cattaneo del quale frequenta lo studio. Dopo aver conseguito la maturità artistica nel 1984 avendo fra i suoi insegnanti il pittore Eduardo Palumbo si diploma nel 1988 all’Accademia di Belle Arti di Roma nel corso di pittura tenuto dal pittore Enzo Brunori. Dopo l’Accademia inizia un periodo di sperimentazione che lo porterà alla scoperta della ceramica con cui comincerà a plasmare forme elementari di natura che associerà alle forme elementari del pensiero “Forme pensiero”, installazione presso l’Accademia di Romania in Roma, 1994. Sviluppa l’interesse per i valori estetici primari della scultura nella serie di opere sopranominate “I Cunei” in cui un piano cuneo apre spazi di visibilità mentale prima in oscurità occultati “Espressioni di cura”, Galleria Liart Roma 1997; Triennale d’Arte Sacra, Castello di Celano (AQ), 1997. Sia con la scultura che con un nuovo apporto della pittura procedendo per piani sintetici assembla un’immagine antropomorfa creando una dialettica tra piani interni piatti e piani esterni illusori del volume di tipo cubofuturista Galleria Mancini, Mantegranaro (AN) 2002, Museo della Transtoria Bomarzo (VT) 2005, Galleria Faleria Roma, 2004. In seguito la risoluzione figurativa prende più corpo e plasticità e si arricchisce d’istanze simboliche e surreali di sapore transavanguardista che introducono nellla ricerca la tematica ambientalista, della guerra e del problema energetico per il futuro “Idoli d’Occidente”, Galleria Lombardi nella notte Bianca, Roma, 2006. In scultura comincia ad inserire forme ottenute da calchi riproducendo oggetti pop-industriali, a figure modellate a bassorilievo dando luogo ad una mitologia del presente dedita alla produzione e al consumo incurante di inquinare, sublimandosi nella tecnologia nel benessere e nella libertà “Nel segno della pittura: Sedici giovani pittori d’immagine”, Premio Termoli (CB) 2004: “Interferenze”, Premio Termoli (CB) 2005. Successivamente darà forma ad una nuova figura a tutto tondo che segna un ulteriore evoluzione della tecnica ceramica e di messa a fuoco del linguaggio individuale che si arricchisce di elementi descrittivi volti al racconto del personaggio, della sua evidente assurdità che viene innalzata a idolo da adorare da una società che ha invertito il senso del bene e del male “Eidolon”, Galleria Internoventidue, Roma 2008; Artefiera Verona, presentato dalla Galleria l’Affiche di Milano. Nel 2009 è pubblicato un articolo sulla sua scultura nella rivista internazionale di ceramica, Ceramics: art and perception. Hanno scritto di lui: Carlo Fabrizio Carli, Manuela de Leonardis, Laura Turco Liveri, Barbara Mancini, Gabriele Simongini, Luigi Tallarico, Lori-Ann Touchette, Mehran Zelli.

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ALBERTO SUGHI

MARCO TAMBURRO

Nasce a Cesena nel 1928. Pittore autodidatta, divenne uno dei maggiori artisti italiani della generazione che esordì agli inizi degli anni Cinquanta, scegliendo la strada del realismo, nell’ambito del dibattito tra astratti e figurativi dell’immediato dopoguerra. Sin dai primi anni i dipinti di Sughi rifuggono ogni tentazione sociale per mettere in scena momenti di vita quotidiana senza eroi tanto da permettere a Enrico Crispolti nel 1956 di utilizzare per lui la definizione “realismo esistenziale”. La sua ricerca procede, in modo quasi costante, per cicli tematici, che hanno il sapore della sequenza cinematografica: le cosiddette “pitture verdi”, dedicate al rapporto fra uomo e natura (1971-1973); il ciclo “La cena” (1975-1976); agli inizi degli anni Ottanta appartengono i venti dipinti e i quindici studi di “Immaginazione e memoria della famiglia”; nel 1985 la serie“La sera o della riflessione”. Un ciclo di grandi dipinti, esposto nel 2000, è intitolato “Notturno”. Nel 1993, Sughi ha ricoperto la carica di Presidente dell’Ente Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma. Sughi ha partecipato a tutte le più importanti rassegne d’arte contemporanea, dalla Biennale Internazionale d’Arte di Venezia alla Quadriennale di Roma, e a varie mostre, che hanno proposto all’estero le vicende dell’arte italiana degli anni Settanta a oggi. Musei italiani e stranieri gli hanno dedicato ampie rassegne antologiche; tra esse si evidenziano: la Galleria d’Arte Moderna di Bologna (1977), la Galleria del Maneggio di Mosca (1978), il Palazzo Reale di Caserta (1984), il Museo di Castel Sant’Angelo di Roma, il Museo delle Belle Arti di Budapest e la Galleria Nazionale di Praga (1986), Villa d’Este a Tivoli (1987), la Galleria Civica d’Arte Moderna di Ferrara (1988), la Casa Masaccio a San Giovanni Valdarno (1990), il Museo d’Arte Assis Chateaubriand di San Paolo del Brasile e il Museo Historico National di Rio de Janeiro (1994), il Museo Civico di San Sepolcro e il Palazzo Firenze a Roma con una mostra dedicata alla “Vita Nuova di Dante” (2003). L’artista ha partecipato al ciclo di mostre “La ricerca dell’identità” a Cagliari, Palermo e Ascoli Piceno (2003-2004) e alla mostra “Il Male. Esercizi di pittura crudele” alla Palazzina di Caccia di Stupinigi, Torino (2005). Sempre nel 2005 ha partecipato alla mostra “Il ritratto interiore” tenutasi al Museo Archeologico Regionale di Aosta. Il CSAC e l’Università di Parma gli hanno dedicato una grande mostra nel Salone delle Scuderie in Pilotta a Parma (2005-2006). Nel marzo del 2007 nella storica Biblioteca Malatestiana di Cesena è stata allestita una mostra antologica curata da Vittorio Sgarbi con circa cinquanta opere. Nel luglio dello stesso anno il Complesso del Vittoriano a Roma ha ospitato la mostra antologica dedicata a Sughi curata da Arturo Carlo Quintavalle con circa ottanta dipinti e una sessantina di disegni realizzati dal 1946 ad oggi. Nel giugno del 2008 è stato presentato in anteprima il trittico “Stabat Mater” in Palazzo Venezia a Roma. Nel 2009 la Sicilia e la città di Palermo dedicano una mostra antologica con circa novanta opere ad Alberto Sughi nella sede rinnovata di Palazzo Sant’ Elia, curata da Maurizio Calvesi, mostra che, sempre nel 2009, viene ospitata a Londra, nell’Istituto Italiano di Cultura.

Nasce a Perugia nel 1974, nel ’94 si diploma in Architettura e Arredamento all’Istituto d’Arte della sua città. Nello stesso anno si trasferisce a Milano dove frequenta all’Accademia di Belle Arti di Brera il corso di scenografia e, visto il suo amore per il teatro, inizia la collaborazione come assistente di diversi fotografi e scenografi. Della pittura lo affascina la sua grande potenza espressiva, fondamentale nel riuscire a tradurre immagini visive in mezzo comunicativo, e la versatilità nel riuscire ad interagire con altri linguaggi artistici come il teatro, la fotografia, l’arredamento, l’architettura: essenziali per la realizzazione di un impianto scenografico. A Milano inizia la sua prima esperienza pittorica ed espone le proprie opere in alcune gallerie e spazi alternativi della città legati soprattutto all’ambiente della moda e del design. Dopo Milano, Tamburro decide di trasferirsi a Roma dove ritrova la sua passione per il teatro: comincia a lavorare con diverse compagnie teatrali, si dedica a tempo pieno alla pittura e nel 1999 si diploma all’Accademia di Belle Arti di Roma. Nel 1999 fonda anche un’Associazione culturale che si interessa esclusivamente di arti visive. La sua vera e propria formazione artistica avviene a Roma, sia per quel che riguarda il raggiungimento di una completa padronanza pittorica, sia per i riconoscimenti e gli apprezzamenti ricevuti in ambito lavorativo. Qui infatti frequenta importanti critici e galleristi, espone in diverse gallerie e partecipa a numerose collettive. L’ambiente culturale romano lo eleva ad artista impegnato nel saper raccontare la vita quotidiana: una vita non vissuta, in cui l’uomo comune si lascia trascinare nel vortice dei suoi ritmi incessanti e frenetici, perdendo di vista il tempo che scorre troppo velocemente senza riuscire a cogliere le piccole cose che lo circondano e che sta vivendo. Questo spiega il ruolo marginale della figura umana che nella sua pittura è una semplice presenza, un’ombra, uno spettro consumato dal tempo che insegue incessantemente le traiettorrie infinite della città. L’uomo rimane inevitabilmente schiacciato ed alienato da questo magma che è la metropoli odierna, simbolo della forza del potere ostile e aggressivo che lo sovrasta. Il consenso che riceve dal collezionismo e dal mercato dell’arte ha fatto si che gallerie e istituzioni pubbliche si stiano interessando sempre più alla sua opera e la diffondano con mostre di rilievo e pubblicazioni su alcune delle più importanti riviste d’arte italiane. Letterati, critici d’arte ed esponenti del mondo dell’arte come Renato Civello, Vito Riviello, Gabriele Simongini, Enzo Santese, Maurizio Sciaccaluga, Barbara Martusciello, Ennio Calabria, Antonio Tamburro ed altri, hanno definito l’opera di Marco Tamburro come personale ed efficace nel rappresentare con cinica puntualità l’annullamento dell’identità che sostanziano l’età contemporanea.

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Mostra Personale di Adelchi Riccardo Mantovani I Premio Edizione 2009


Scuola di disegno, 1996, olio su tavola, cm 75x55

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Un Mosaico per Tornareccio – Personale di Mantovani

Il Po sotto il cielo di Berlino Mostra personale di Adelchi Riccardo Mantovani Laura Gavioli

Non c'è una condizione migliore per esprimere il legame con la propria terra, da parte dell'artista, di quella della lontananza e dell'abbandono. Un grandissimo poeta come Iosif Brodskij, premio Nobel per la Letteratura nel 1987, esiliato dalla sua patria, la Russia, e dalla sua città, San Pietroburgo, nel 1972 – pensate bene, “per parassitismo” – venne in Italia e fu preso da una vertigine nel riconoscere il mare, i volti, le calli, i luoghi di battaglie, di avventure e di disastri che gli appartenevano. Venezia come Pietroburgo. Venezia, isola come la sua natale Vasilyevsky, sarà il suo approdo naturale dopo molto soffrire e peregrinare, e a Venezia infatti verrà sepolto nel 1996. Venezia sarà per Brodskij, luogo d'elezione, fuori del tempo, approdo riconosciuto dai sensi: Città che affondi, dove/ la ragione più salda si tramuta/ d'un tratto in occhio umido, dove il fratello/ delle sfingi del Nord, leone alato e colto,/ non grida “da che parte stai?”, chiudendo il libro/ felice d'annegare/ dentro lo sciabordio degli specchi (da Laguna, VII pag.15 in Poesie Italiane, Adelphi, 1996). La storia di Adelchi Riccardo Mantovani è raccontata dall'autore nella sua Autobiografia scritta e pubblicata nel catalogo Electa del 1989. Se si riflette sul suo racconto dell'orfanotrofio e poi del collegio, della scuola di falegnameria e di quella di meccanica, sulla frase “In collegio non vi era spazio per l'educazione artistica. L'essenziale era imparare un mestiere, oltre alla preghiera e alla religione”...si comprende il lungo tempo della deprivazione culturale, malgrado l'ulteriore affermazione “...fin da bambino ho sempre avvertito l'impulso di tradurre pensieri e fantasie in immagini”. L'attesa è stata dura, mentre vive come operaio in fabbrica, fino ai primi anni ’70, dopo l'emigrazione in Germania e il trasferimento definitivo a Berlino dove potrà finalmente seguire il proprio talento e frequentare una scuola serale, studiare la pittura antica, avere confronti e relazioni con altri artisti; infine l'esordio con una mostra nel 1977! Ho tracciato a grandi linee la vita di Adelchi perché vorrei esprimere dei dati della sua personalità che si stanno aprendo alla mia conoscenza e mi impongono un'attenzione che non riguarda l'artista e la persona soltanto, che pure è assai importante, ma il rapporto tra la sua storia giovanile con la paura della notte, le fantasie represse, i sogni, le storie autoraccontate, a puntate, per superare l'angoscia del tempo, e l'arte... È l'evoluzione della sua arte che stupisce. Dal primo periodo surrealista alle opere successive di tema allegorico, religioso e popolare, dove si affermano le libertà troppo a lungo represse, non solo quelle umane ma anche quelle artistiche, i mezzi della pittura diventano solidi e raffinati e l'artista raggiunge una padronanza espressiva sempre più matura e completa. In questo contesto creativo, dalla lontana 61


Un Mosaico per Tornareccio – Personale di Mantovani

Berlino, stanno affiorando nuove fantasie e alcuni temi specificatamente padani, come La pazza del paese e Il paletot rosso, 2006, preceduti da due dipinti come Amiche e Tramonto padano (con eclissi) 2005, dove la campagna ferrarese, il Po con i suoi percorsi ad ampie volute e le sue misteriose isole nel mezzo, sembrano aver regalato serenità all'autore, scambiando la sottile inquietudine e l'angoscia di numerose composizioni degli anni passati con l'ironia del gioco e il ricordo della vita serena dei nostri piccoli paesi. Non erano assenti il fiume e la piatta pianura padana negli ultimi decenni della pittura di Mantovani, come nell'Icaro, 1988, ma prevaleva ancora e sempre il mito del Po dentro un paesaggio che indugiava ad essere più mentale che reale. Invece poco più tardi, negli anni Novanta, avviene una svolta quando dipinge il piccolo e prezioso Ladro di ombre insieme con Notturno padano, nello stesso anno, il 1994, e con L'attesa (dell'alluvione), 2001: dipinti che aprono definitivamente questa stagione nuova nella quale affiora l'identità culturale e il legame con la propria terra, espressi con la curiosità e la dolcezza propri della lontananza. Adesso capisco la laboriosa indagine di Adelchi, l'alternare della pittura con il disegno, puntiglioso e definitivo, e con la scrittura serale, proprio come al tempo del collegio quando si raccontava da solo le storie a puntate: egli adotta un metodo scientifico, vuole esaminare tutti gli aspetti della scena finché ogni particolare sia preciso e ben motivato, laggiù nella pianura padana vista dall'atmosfera tersa del cielo di Berlino, accanto ai giardini del Tiergarten, dove si può andare in bicicletta...

La mia bella se ne va, 2009, olio su tavola, cm 39x49

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Un Mosaico per Tornareccio – Personale di Mantovani

A date with Gracie, 2008, olio su tavola, cm 52x40

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Un Mosaico per Tornareccio – Personale di Mantovani

La principessa santa-Die heilige Prinzessin, 2007, olio su tavola, cm 65x50

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Un Mosaico per Tornareccio – Personale di Mantovani

Arriva il sole, 2009, olio su tavola, cm 40x50

Se avessero Rosa Di Benedetto Odazio gli uomini e le loro donne e i loro giovani figli e non più giovani le mani dell’apicultore la danza delle sue api nei fiori del rosmarino, la sua voce che comunica ciò che le mani fanno, il cuore

che rinuncia “alla mia parte di Paradiso per lei e alla mia parte di terra” in questa zona erbosa in cui non volersi lasciare in una piega della terra come nella mano la cui linea sia lunga e nitida.

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Un Mosaico per Tornareccio – Personale di Mantovani

ADELCHI RICCARDO MANTOVANI (Ro Ferrarese, 1942)

Le sue visioni sono sostenute da una tecnica meticolsa che contribuisce a rendere la magica atmosfera dei suoi dipinti. Sono numerose le sue partecipazioni a mostre collettive in Italia, come Tre accadimenti dell'arte italiana attuale, a Brescia nel 1989, a cura di Vittorio Sgarbi, così come Ritratto, il ritratto nella pittura italiana del '900, nel 1991 e Il Po del '900: arte, cinema, letteratura, nel 1995 al Castello Estense di Mesola (Ferrara) e in Germania, come Kraft der Bilder, Künstlersonderbund, Gropiusbau, nel 1996 e, nel 1997, Vom Realismus zur Romantik, Galerie Rutzmoser, Monaco di Baviera. Nel 1995 gli è dedicata un'importante mostra personale al Palazzo delle Zitelle a Venezia, così come a Berlino, qualche anno dopo, nel 1998, viene riconosciuta la qualità della sua ormai notevole produzione artistica. Nel 1999 partecipa alla rassegna della XIII Quadriennale Proiezioni 2000 al Palazzo delle Esposizioni di Roma e nel 2002, a Piacenza, a Surrealismo padano, da de Chirico a Foppiani dove presenta il dipinto La farfalla, 2000, che sarà riproposto, insieme all'inquietante Amiche, 2005, nella mostra che si tiene alla Galleria Civica di Potenza Visionari Primitivi Eccentrici, da Alberto Martini a Licini, Ligabue, Ontani. Nel 2006 espone con grande successo la sua recente produzione in una mostra personale a Cà Cornera (Porto Viro, Rovigo), stazione di sosta nel delta del Po, e alla Galleria Il Carbone a Ferrara. Nella primavera del 2008 il PAC (Padiglione d'Arte Contemporanea) di Milano gli dedica una rassegna preziosa esponendo dipinti dagli ultimi trenta anni di attività. Nell'autunno dello stesso anno è presente con l'autoritratto Scuola di disegno, 1996, nella mostra L'enigma del vero, arte italiana 1870-1980 alla Galleria Civica di palazzo Loffredo a Potenza, a cura di Laura Gavioli, nella sezione Obiettivo non obiettivo, dialoghi tra arte e fotografia.

Nasce nel 1942 a Ro Ferrarese.A causa della morte del padre avvenuta l'anno seguente, viene affidato alle suore dell'orfanotrofio di Ferrara dal 1946 al '52 e, in seguito, viene trasferito ad un collegio, sempre gestito da religiosi, dove impara il mestiere di tornitore. Dopo gli studi e un periodo lavorativo a Ferrara, dove vive con la famiglia, nel 1964 si trasferisce in Germania e deve rinunciare a dipingere per alcuni anni. Nel 1966 va a vivere definitivamente a Berlino dove può ricominciare a studiare e praticare la pittura nei corsi serali della vivace capitale, a frequentare gli artisti e perfezionare la sua straordinaria tecnica pittorica. Nel 1972 esordisce in una collettiva con il Gruppo Mediterraneum. Nel 1977 presenta la sua prima mostra personale alla Galerie Taube e nel 1979: è finalmente pittore professionista ed è invitato ad esporre alla Kommunale Galerie di Berlino nel 1989. Dopo venti anni di lavoro in fabbrica decide di lasciare quel lavoro per dedicarsi soltanto all'arte. In questo periodo giunge a maturazione il suo mondo fantastico, pieno di allegorie e di favole, che affonda le sue radici nella pittura padana del Quattrocento e in particolare nei cicli ferraresi, ma sono evidenti anche i riferimenti alla Metafisica e al Surrealismo (Delvaux).

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Mosaici realizzati


Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2006

Jessica Carroll (Roma 1961) Visione a mosaico, 2006, mosaico, cm 100x100 (donazione coniugi Alfredo e Teresita Paglione)

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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2006

JosĂŠ Ortega (Arroba de los Montes 1921 - Parigi 1990) Nocturno, 1989, mosaico, cm 88x100 (donazione coniugi Alfredo e Teresita Paglione)

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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2006

Aligi Sassu (Milano 1912 - Pollensa/Baleari 2000) Il cavallo rosso, 1988, mosaico, cm 100x100 (donazione coniugi Alfredo e Teresita Paglione)

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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2007

Ennio Calabria (Tripoli 1937) Desiderio di ponti, 2006 tecnica mista su cartoncino, cm 40x40 Vincitore I edizione 2006

Ennio Calabria, Desiderio di ponti, 2006 mosaico, cm 100x100 (donazione Comune di Tornareccio)

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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2007

Morena Antonucci (Priverno 1965) I lupi di Maya, 2006 mosaico, cm 100x100 (donazione Fiorentino D’Ippolito)

Robert Carroll (Painesville 1934) Bees and dolphins at Tornareccio, 2006 mosaico, cm 100x100 (donazione Apicoltori di Tornareccio)

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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2007

Carlo Cattaneo (Alassio 1930) Paesaggio, 2006 mosaico, cm 100x100 (donazione ComunitĂ Montana Valsangro)

Franco Mulas (Roma 1938) Schegge, 2006 mosaico, cm 100x100 (donazione Leonardo Costantini)

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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2007

Romano Notari (Foligno 1933) Di fiore in fiore, tornar e ritornar… amore, 2006 mosaico, cm 100x100 (donazione Michele Giacci)

Ruggero Savinio (Torino 1934) L’età dell’oro, 2006 mosaico, cm 100x100 (donazione coniugi Alfredo e Teresita Paglione)

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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2008

Giuseppe Modica (Mazara del Vallo 1953) La luce e le api, 2007 tecnica mista, cm 40x40 Vincitore II edizione 2007

Giuseppe Modica La luce e le api, 2007 mosaico, cm 100x100 (donazione Comune di Tornareccio)

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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2008

Bruno Caruso (Palermo 1927) Medusa, 2007 mosaico, cm 100x100 (donazione Sintesis s.r.l. - Atessa)

Bruno Ceccobelli (Todi 1952) A-pie, 2007 mosaico, cm 100x100 (donazione Banca di Credito Cooperativo Sangro Teatina di Atessa)

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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2008

Graziella Marchi (Milano 1935) L’incontro, 2007 mosaico, cm 100x100 (donazione coniugi Alfredo e Teresita Paglione)

Matias Quetglas (Ciutadella/Minorca 1946) La Venus de la miel, 2007 mosaico, cm 100x100 (donazione Antonello Porfilio)

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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2008

Lucio Trojano (Lanciano 1934) Tornareccio forte e gentile, 2007 mosaico, cm 100x100 (donazione Michele Giacci)

Se vai a Pesto Raffaele Carrieri

Se vai a Pesto non chiedere rose E tanto meno favi di miele. Il ragazzo delle capre Nulla sa di Poseidone E di te ride che cerchi rose. Se riconoscere vuoi Qualche segno degli Dei Ascolta, ascolta ridere Il ragazzo delle capre. 78


Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2009

Sergio Ippoliti (Roma 1933) Luna di miele a Tornareccio, 2008 tempera, cm 40x40 Vincitore III edizione 2008

Sergio Ippoliti Luna di miele a Tornareccio, 2008 mosaico, cm 100x100 (donazione Comune di Tornareccio)

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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2009

Pierluigi Abbondanza (Giulianova 1975) Senza titolo, 2008 mosaico, cm 100x100 (donazione Fernando Fioriti)

Alessandro Busci (Milano 1971) Trabocco, 2008 mosaico, cm 100x100 (donazione Nicola Santovito per la figlia Maria Chiara)

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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2009

Jacopo Cascella (Carrara 1972) Il grande fiore, 2008 mosaico, cm 100x100 (donazione Camera di Commercio Chieti)

Omar Galliani (Montecchio Emilia 1954) Kumarakom, (India 2007/2008) mosaico, cm 100x100 (donazione Nino Iezzi in onore di una persona cara)

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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2009

Piero Guccione (Scicli 1935) Orchidea e ibisco sul cielo azzurro, 2008 mosaico, cm 100x100 (donazione Alfredo Paglione per ricordare la moglie Teresita)

Antonio Maya (JaĂŠn 1950) Aves migratorios, 2008 mosaico, cm 100x100 (donazione Fondazione Carichieti)

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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2009

Fujio Nishida (Kobe 1950) Ginestre, 2008 mosaico, cm 100x100 (donazione Banca di Credito Cooperativo Sangro Teatina di Atessa)

Ape Alda Merini

Ape meravigliosa regina della dolcezza per te lavoro nel silenzio migliaia di fedeli fiori, essenzialmente bella e nel tuo eterno andare sembri giĂ imortale ma sei timida piĂš di me. CosĂŹ sono i poeti, mobili ma fermi nel passare la dolcezza di bocca in bocca.

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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2010

Adelchi Riccardo Mantovani (Rio Ferrarese 1942) Cuore di cera, 2009 acrilico su carta, cm 40x40 Vincitore IV edizione 2009

Adelchi Riccardo Mantovani Cuore di cera, 2009 mosaico, cm 100x100 (donazione Comune di Tornareccio)

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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2010

Aurelio Bulzatti (Argenta 1954) Meditante, 2009 mosaico, cm 100x100 (donazione Fondazione Carichieti)

Paola Campidelli (Longiano 1948) Camelia japonica, 2009 mosaico, cm 100x100 (donazione Banca di Credito Cooperativo Sangro Teatina di Atessa)

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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2010

Riccardo Licata (Torino 1929) Senza titolo mosaico, cm 100x100 (donazione coniugi Nicola Berardi e Maria Giovanna Maturo)

Gino Marotta (Campobasso 1935) La rosa sibillina, 2009 mosaico, cm 100x100 (donazione Afredo Paglione) Opera destinata dal Comune di Tornareccio al Comune di Poggio Picenze (AQ) in segno di solidarietĂ per il terremoto del 2009

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Un Mosaico per Tornareccio - edizione 2010

Matteo Massagrande (Padova 1959) Ronzio, 2009 mosaico, cm 100x100 (donazione Filsiva s.r.l. Casoli)

Sergio Zanni (Ferrara 1942) L’apicultore, 2009 mosaico, cm 100x100 (donazione Nicola Santovito per la figlia Mara)

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REGOLAMENTO UN MOSAICO PER TORNARECCIO. La città delle api Da un’idea originale di Alfredo Paglione, nato a Tornareccio, il quale già nell’estate del 2004 volle donare al suo paese 32 opere di illustri artisti contemporanei, per ricordare il padre Ottavio con la mostra permanente, In nomine patris, ospitata nella “Sala Pallano”, nasce il Progetto: UN MOSAICO PER TORNARECCIO. La città delle api, che ha inaugurato la sua 1ª edizione il 15 luglio 2006. La Manifestazione, si svolge a cadenza annuale, con i due consueti appuntamenti di apertura e di chiusura. Nel primo, previsto intorno alla metà del mese di luglio, in prossimità della festa della Madonna del Carmine, si espone al pubblico l’edizione annuale della Rassegna, nel secondo, previsto alla fine del mese di agosto, in coincidenza con le celebrazioni patronali, viene attribuito il previsto annuale riconoscimento, accompagnato dalla inaugurazione dei mosaici già realizzati e collocati in situ, in base alle scelte operate dalle giurie nell’edizione dell’anno precedente. Il progetto è promosso dal Comune di Tornareccio (CH) che vanta, oltre alle famose mura megalitiche sulle pendici del monte Pallano, una consolidata tradizione nell’apicoltura e nella produzione di miele vergine integrale, singolare risorsa che fa della città di Tornareccio il primo centro dell’Abruzzo inserito nel circuito associativo nazionale de “Le città del miele”. UN MOSAICO PER TORNARECCIO. La città delle api, muove da queste significative premesse, intendendo focalizzare le due indicate risorse, quelle cioè delle “api” e dell’ “arte”, nell’ambito di una iniziativa di ampio respiro culturale che porterà nel giro di pochi anni a fare di Tornareccio uno spettacolare Museo open-air di mosaici a tema preferibilmente ambientalista (natura, paesaggi) realizzati da grandi maestri del panorama artistico del Novecento europeo, mirando contestualmente alla promozione culturale, alla valorizzazione dei patrimoni e delle risorse turistiche dell’Abruzzo, nell’ottica di una linea politica, da cui oggi non si può prescindere, che deve considerare ed ottimizzare le peculiarità culturali di ogni territorio regionale. Il Progetto consiste nel creare, con un vero arredo urbano di grande suggestione ed originalità, uno speciale Museo all’aperto, costituito da una serie di mosaici, progettati da noti artisti italiani e stranieri, che saranno, una volta realizzati, collocati sulle facciate di numerose case del Centro di Tornareccio, incantevole località che si distende fra boschi e verdi colline ai piedi del monte Pallano, noto per i suoi importanti resti archeologici. Ogni anno verrà allestita una mostra di bozzetti (cm. 40x40) ideati dagli artisti invitati. Di tali bozzetti, due giurie, una di note personalità del mondo della cultura e l’altra popolare, costituita dagli abitanti stessi del paese, indicheranno le opere più significative che saranno tradotte in altrettanti mosaici da collocare nel borgo storico del paese, sulle facciate di prescelti edifici, ed inaugurati l’anno successivo, quando verrà anche offerta al pubblico una mostra personale dell’artista indicato come il più votato, al quale sarà consegnato il Trofeo della manifestazione. La Rassegna sarà accompagnata da un elegante catalogo in cui oltre ad un testo critico introduttivo, saranno riprodotti tutti i bozzetti presentati nella edizione in corso, le biografie dagli artisti invitati, le immagini dei mosaici fatti realizzare per arricchire la speciale collezione musiva di Tornareccio. Il catalogo sarà corredato da una piccola antologia di testi poetici dedicati al tema dell’ ape e del miele. Per far fronte alle numerose spese di realizzazione della Manifestazione annuale, l’Amministrazione Comunale di Tornareccio conta di poter ottenere annualmente contributi da parte di Enti pubblici, Fondazioni bancarie, Imprenditoria regionale. I loro nomi verranno pubblicizzati in catalogo, nei comunicati della Stampa e citati in apposite targhe accanto ai mosaici messi in posa. La Manifestazione UN MOSAICO PER TORNARECCIO. La città delle api, che per la particolarità dei suoi contenuti: intende focalizzare l’alta qualità delle risorse locali, promuovere attraverso la riflessione artistica l’accrescimento culturale, creare incremento turistico ed anche possibili collegamenti con altre realtà italiane ed europee e con le comunità abruzzesi residenti all’estero, si caratterizza come un progetto di alto profilo e di sicuro riscontro, in un momento storico in cui si rende necessario sui piani economico e culturale, inquadrare, sostenere e comunicare quelle che riconosciamo essere le peculiari emergenze di una territorialità regionale.


Nell’ultima di copertina: Jessica Carroll Alveare, 2003 ceramica e bronzo, Ă˜ cm 22 Scultura-Trofeo della Manifestazione


COMUNE DI TORNARECCIO Sala Polifunzionale Viale Don Bosco, 8 - 66046 Tornareccio (CH) Tel. 0872.868139 - Fax 0872.868884 - www.comune.tornareccio.ch.it


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