PORTFOLIO P.F.
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Curriculum Vitae
Piero Feiffer Cannaregio 1697/b, Venezia, Italia 18/02/1990 pierofeiffer@yahoo.it Istruzione
Competenze linguistiche
Ottobre 2013 - ora Iscritto al corso di laurea magistrale “Architettura per il Nuovo e l’Antico” Ottobre 2010 - Settembre 2013 (3 anni) Corso di laurea triennale in scienze dell’Architettura Laurea di primo livello 103 | 110 Università IUAV di Venezia Settembre 2004 - Giugno 2010 Diploma di Liceo Scientifico Istituto Scolastico G. Parini, Mestre, Venezia, Italia
Italiano Inglese Tedesco
Esperienze lavorative Giugno 2014 - ora Collabarazione con studio di architettura e rastauro Steudiofeiffereraimondi, in via Cannaregio 1697|B, Venezia, Italia. Assistente dell’ Arch. A. Raimondi, Arch. C. Parolo durante le fasi di progetto e durante i sopralluoghi ai cantieri dei seguenti lavori: -Restauro Chiesa di S. Chiara, Murano, Venezia, Italia -Restauro di abitazoni in centro storico, Venezia, Italia -Progetto Appartameti b&b Palazzo della Torre, Fumane, Verona, Italia. -Progetto di interni per casa unifamiliare, Londra , UK. -Progetto di interni per casa unifamiliare, , Italia Disenatore Cad, render, Maggio 2015 Tirocinio - workshop - Bale, HV. Febbraio 2013 - Aprile 2013 Progetto formativo, e di orientamento, tirocinio formativo presso studio BE.FA.NA in via Riviera Santa Maria Elisabetta n°6/A, Lido di Venezia, Italia. Mansioni ricoperte: Disegnatore Cad, modellazione 3d, rapporto diretto con clienti e, assistente del Arch. U.Fattore durante i sopralluoghi ai cantieri.
madrelingua buono scolastico
Competenze informatiche OS
Windows Mac Adobe Photoshop Illustrator Indesign Microsoft Office Autodesk AutoCad Graphisoft Archicad - Operatore certificato Abvent Sa Artlantis - Operatore certificato Uteriori informazioni Titolo di Maestro | Allenatore di 2° livello di Sci alpino | Istruttore Nordic Walking
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- Laboratorio di progettazione 2 A. Villa | L. Di Marco | L. Borsoi
6
- Laboratorio di restauro G. Gianighian
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- Laboratorio di progettazione 1 R. Sordina | A. Norsa | F. Guerra
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- Laboratorio di progetttazione 3 P. Grandinetti | S. Di Resta | A. Saetta
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- Workshop 2013 J. Corvalan
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Velodromo Maspes-Vigorelli, Milano, Italia L’ obiettivo del progetto è stato creare un arena multifunzione nel centro di Milano, con la possibilità di ospitare oltre ad una grande varietà di attività sportive, diversi eventi e attività di intrattenimento. La riqualificazione dello stadio permetterà lo svolgimento di diversi sport ( sia a livello dilettantistico che professionistico ) e consentirà, al contempo, la coesistenza di nuove destinazioni d’uso. Il progetto ha quindi la funzione di riadattare e dare diverse funzioni all’ immobile con lo scopo di ridare ai cittadini un impianto sportivi rinnovato, di richiamo internazionale, che preveda il mantenimento delle attività esistenti e l’introduzione di spazi compatibili e di aggregazione sociale. L’intervento prevede la sistemazione strutturale e il restauro della copertura esistente che coprirà le due lunette (curve), e la realizzazione di una nuova copertura strallata al centro dello stadio di modo da permettere lo svolgimento dei giiochi in qualsiasi situazione ambientale. Il nuovo Velodromo sarà cosi un punto nevralgico per la città di Milano, avvicinando i cittadini a partecipare ad eventi e attività sportive, assumendo la funzione di elemento urbano di eccellenza capace di interagire con il recente ontesto in corso di tra-
6
Laboratorio di progettazione 2 | Velodromo Maspes Vigorelli
7
8
Laboratorio di progettazione 2 | Velodromo Maspes Vigorelli
Pianta livello copertura
9
10
Laboratorio di progettazione 2 | Velodromo Maspes Vigorelli
Attacco a terra
11
Milano
-5.00
-3.50
12
PROGETTAZIONE ARCH. : Angelo Villa - Diego De Nardi, Luca Guoli, Enrico Oliviero MECCANICA STRUTTURALE : Roberto Di Marco - Luca Boaretto FISICA TECNICA E IMPIANTI : Lamberto Borsoi
STUDENTI:
Piero Feiffer Nicolò Murianni Luca Zingaro
280314 280610 280611
TAV 3.2 _ PIANTE Laboratorio di progettazione 2 | Velodromo Maspes Vigorelli
-5.00
Pianta livello -1
Pianta livello -1 (-3.50m | -5.00m) SCALA 1:250
13
14
Laboratorio di progettazione 2 | Velodromo Maspes Vigorelli
Pianta livello 0
15
ano
16PROGETTAZIONE ARCH. : Angelo Villa - Diego De Nardi, Luca Guoli, Enrico Oliviero MECCANICA STRUTTURALE : Roberto Di Marco - Luca Boaretto FISICA TECNICA E IMPIANTI : Lamberto Borsoi
STUDENTI:
Piero Feiffer Nicolò Murianni Luca Zingaro
280314 280610 280611
TAV 3.4 _ ALZATI | SEZIONI
Laboratorio di progettazione 2 | Velodromo Maspes Vigorelli
Prospetti | Sezione
Alzato Sud Ovest Alzato Sud est Sezione trasversale prospettica SCALA 1:250
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ano
18PROGETTAZIONE ARCH. : Angelo Villa - Diego De Nardi, Luca Guoli, Enrico Oliviero MECCANICA STRUTTURALE : Roberto Di Marco - Luca Boaretto FISICA TECNICA E IMPIANTI : Lamberto Borsoi
STUDENTI:
Piero Feiffer Nicolò Murianni Luca Zingaro
280314 280610 280611
TAV 3.5 _ ALZATI | SEZIONI
Laboratorio di progettazione 2 | Velodromo Maspes Vigorelli
Prospetti | Sezione
Alzato Nord Ovest Alzato Nord Est Sezione prospettica longitudinale SCALA 1:250
19
GORELLI, Milano
20 PROGETTAZIONE ARCH. : Angelo Villa - Diego De Nardi, Luca Guoli, Enrico Oliviero MECCANICA STRUTTURALE : Roberto Di Marco - Luca Boaretto FISICA TECNICA E IMPIANTI : Lamberto Borsoi
STUDENTI:
Piero Feiffer Nicolò Murianni Luca Zingaro
280314 280610 280611
TAV 4.1 _ MACROCOMPONENTI Laboratorio di progettazione 2 | Velodromo Maspes Vigorelli
Esploso assonometrico Esploso assonometrico copertura SCALA 1:500
21
canale di mandata aria
canale di ripresa aria
20
20
canale di ripresa aria
CTA AHU 8.6 TUTTA ARIA 8600 mc/h
canale di espulsione aria
22
20
ripresa ed espulsione aria 70
canale di mandata aria
40
40
Laboratorio di progettazione 2 | Velodromo Maspes Vigorelli
Unità a tutt’aria con sezione free-cooling e post-riscaldamento Modello AHU 8.6 | 8600 mc/h
VELODROMO MASPES - VIGORELLI, Milano
Acqua fredda sanitaria Acqua calda sanitaria Acqua calda di ricircolo bocchetta di aspirazione aria Acqua batterie post riscaldamento (mandata) Acqua batterie post riscaldamento (ripresa) canale di antincendio ripresa aria 20(naspo) Acqua per impianto Isolamento
bocchetta di espulsione aria bocchetta di ripresa aria
Ø 20mm Ø 20mm Ø 20mm Ø 60mm Ø 60mm Ø 30mm
CTA AHU 8.6 TUTTA ARIA 8600 mc/h
canale di espulsione aria
ripresa ed espulsione aria
20
70
Università IUAV di Venezia Magistrale Architettura per il Nuovo e per l’Antico (LM-4) LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTAZIONE 2 A.A. 2013-2014
PROGETTAZIONE ARCH. : Angelo Villa Enrico Oliviero MECCANICA STRUTTURALE : Roberto FISICA TECNICA E IMPIANTI : Lambert
VELODROMO MASPES-VIGORELLI, Milano
P3 Particolare attacco trave reticolare stralli
P1 Particolare attacco antenna stralli
CTA AHU 8.6 TUTTA ARIA 8600 mc/h
Università IUAV di Venezia Magistrale Architettura per il Nuovo e per l’Antico (LM-4)
LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTAZIONE 2 VELODROMO MASPES-VIGORELLI, Milano A.A. 2013-2014
P1 Particolare attacco antenna stralli
STUDENTI:
PROGETTAZIONE ARCH. : Angelo Villa - Diego De Nardi, Luca Guoli, Enrico Oliviero MECCANICA STRUTTURALE : Roberto Di Marco - Luca Boaretto FISICA TECNICA E IMPIANTI : Lamberto Borsoi
Piero Feiffer Nicolò Murianni Luca Zingaro
280314 280610 280611
P3 Particolare attacco trave reticolare stralli
P2 Particolare attacco antenna trave reticolare
bocchetta di aspirazione aria
3000
P4 Particolare attacco a terra antenna
P2 Particolare attacco antenna trave reticolare Università IUAV di Venezia Magistrale Architettura per il Nuovo e per l’Antico (LM-4) LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTAZIONE 2 A.A. 2013-2014
PROGETTAZIONE ARCH. : Angelo V Enrico Oliviero MECCANICA STRUTTURALE : Robe FISICA TECNICA E IMPIANTI : Lamb
P1
P4 Particolare attacco a terra antenna
Impiantistica | dettagli costruttivi copertura
Università IUAV di Venezia Magistrale Architettura per il Nuovo e per l’Antico (LM-4) LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTAZIONE 2 A.A. 2013-2014
PROGETTAZIONE ARCH. : Angelo Villa - Diego De Nardi, Luca Guoli, Enrico Oliviero MECCANICA STRUTTURALE : Roberto Di Marco - Luca Boaretto FISICA TECNICA E IMPIANTI : Lamberto Borsoi
23
20000
P2
24
Laboratorio di progettazione 2 | Velodromo Maspes Vigorelli
25
Quartiere Madonna dell’orto, Venezia, Italia Il tema, affrontato è stato quello dell’intervento conservativo nell’ambito dell’edilizia che un tempo si definiva “minore”: Oggi la si può definire anonima, perchè senza architetto (ma è proprio vero?, o siamo noi incapaci si scoprirne il nome?), vernacolare, edilizia urbana diffusa. La si definisca come si vuole, ma resta il fatto che essa, in una città storica, costituisce il 90% dell’edificato. Come costituisce il 90% dell’attività professionale di un architetto. E’ stato un esercizio quello d’occuparsi del quotidiano, di quelle piccole e continue opere di trasformazione che la “Venezia Minore”, secondo la bella definizione di E. R. Trincanato, richiede per consentire una vita accettabile alle persone che la popolano, e nel contempo non erodere troppo la sua materialità storica. Obiettivo del corso è stato quello di comprendere la natura dei materiali e del loro invecchiamento, imparare a progettare conservando, invece che sostituendo. Cosa? un tetto, le facciate di un edificio, le scale, i serramenti, una tramezza e un controsoffitto pericolanti, insieme al progetto esecutivo di adeguamento di un appartamento o di un ufficio o di una piccola pensione (dato che in città ne nasce una al giorno!) alle attuali necessità, senza scordare il problema degli impianti. A volte alla conservazione s’accompagna la necessità di progettare un elemento nuovo – una scala di sicurezza, un ascensore, un volume per servizi tecnologici, la sostituzione di una parte fatiscente,ecc.- questa è stata una buona occasione per misurare la distanza tra un progetto completamente nuovo, senza troppi rapporti con il contesto – se non quelli voluti, e un progetto che si pone il compito di aiutare l’antico con un linguaggio tutto da inventare. La progressione dei lavori del progetto ha
26
seguito quella di un qualsiasi progetto che deve passare al vaglio della Commissione di Salvaguardia di Venezia, con la sua ricerca storico-documentale, i rilievi di varia natura, dal geometrico al materico al degrado e dissesto, alle tre fasi di progettazione ex-Merloni quater, che si sono concluse con appunto con il progetto esecutivo. Il luogo dell’esercizio è stato, ovviamente, Venezia. Gli edifici da scegliere sono stati quelli documentati dalla relativamente vasta letteratura sull’argomento. Per l’esecuzione del lavoro, dalla conoscenza alle prime due fasi di progetto, si è consigliata la costituzione di gruppi di lavoro di due o tre persone, fermo restando che il progetto esecutivo è stato individuale. L’esame consiste nella presentazione dei tre progetti, preliminare, definitivo ed esecutivo, di conservazione architettonica di un edificio come descritto sopra. Durante la prova di fine corso gli studenti hanno sostenuto le scelte progettuali fatte in base ai relativi fondamenti teorici e applicativi della disciplina. Il nostro progetto è stato quello di intervenire sia all’interno che all’esterno di un edificio popolare in zona Madonna Dell’Orto nella parte Nord di cannaregio.Ilfabbricato faceva parte di un complesso di diversi edifici separati da calli molto ampie e costruite alla fine del 1800, con un impianto assai diverso dal resto di Venezia. vamenti; quello della coerenza di un insieme di manufatti e materiali (edifici, sottopassi, opere idrauliche, vegetazione ecc.) quello delle relazioni che si sono instaurate con i paesaggi attraversati; quello, infine, della dimensione temporale di un documento che ci appare come ‘rovina’ di un disegno infrastrutturale del secolo scorso.
Laboratorio di restauro | Quartiere Madonna dell’orto
27
CAMPIELLO PIAVE
28
BALAUSTRE IN FERRO BATTUTO [MT.4]
MARMO [P.1]
INTONACO DI CALCE [I.1]
LEGNO INFISSI [L.1]
INTONACO CEMENTIZIO 2 [I.2]
INFISSI ALLUMINIO [MT.2]
AL: ALVEOLIZZAZIONE
FF: FRATTURAZIONE/FESSURAZIONE
OTTONE INFISSI
INTONACO ROSSO [I.3]
GRONDE RAME [MT.3]
CL: COLATURA
LC: LACUNA
AC: ALTERAZIONE CROMATICA
ES: ESFOLIAZIONE
SCURI [L.2]
INTONACO CEMENTIZIO [I.4]
OTTONE INFISSI [MT.1]
DB: DEPOSITO SUPERFICIALE
MN: MANCANZA
LEGNO TRAVI [L.3]
INTONACO CEMENTIZIO [I.5]
VETRO [V.1]
DG: DISGREGAZIONE
MC: MACCHIA
MALTA A BASE DI CEMENTO [C.1]
FINITURA SOPRA CEMENTO [I.8]
VETRO [V.2]
DT: DISTACCO
OS: OSSIDAZIONE
MURATURA IN MATTONI PIENI [M.1]
FINITURA VERNICE COLORATA BIANCA [I.7]
CAVI ELETTRICI
EF: EFFLORESCENZA
PL: POLVERIZZAZIONE
CALCESTRUZZO [C.2]
INTONACHINO ROSSO [I.6]
ER: EROSIONE
RG: RIGONFIAMENTO
ES: ESFOLIAZIONE
SC: SCAGLIATURA
Laboratorio di restauro | Quartiere Madonna dell’orto CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK
CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK
CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK
GRUPPO 19 Busetto Riccardo, Feiffer Piero, Ongaretto Giulia
CORSO DI RESTAURO
Professor Giorgio Gianighian
QUARTIERE MADONNA DELL'ORTO
Analisi materica e del degrado
TAV
2
TAV
3
CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK GRUPPO 19 Busetto Riccardo, Feiffer Piero, Ongaretto Giulia
Materiali | Degradi
CORSO DI RESTAURO
Professor Giorgio Gianighian
QUARTIERE MADONNA DELL'ORTO
Analisi materica e del degrado
29
GIORNO NOTTE
2.75 5,50 mq
S.V. 0,31
BAGNO
S.I. 0,24
2.00
0.87 2.00
2.40
B
- Abitanti 2 / 3 - Totali 50,3 mq - Camera matrimoniale 14 mq, Appartamento A : S.I. 0,29 - Bagno 5,26 mq, S.I 0,26 - Abitanti 2 / 3 19 mq, S.I. 0,20 - Soggiorno, cucina - Totali 50,3 mq - Terrazza 5,3 mq - Camera matrimoniale 14 mq, - n° finestre 5 S.I. 0,29 - n° portefinestre - Bagno 5,26 1mq, S.I 0,26
- Abitanti 2 / 3 - Totali 52 mq - Camera matrimoniale 15 Appartamento B: mq, S.I 0,27 - bagno 4 mq, S.I. 0,34 - Abitanti 2 13 / 3 mq, S.I. 0,21 - Soggiorno - Totali 52 mq - Pranzo 5,42 mq, S.I. 0,25 - Camera matrimoniale 15 - n° finestre 7 mq, S.I 0,27
TERRAZZA
CUCINA S.V. 0,24
2.10
A
CUCINA
2.19
3.04
B
3.47
3.67
S.I. 0,19
SINGOLA
4.50
CAMERA
8,18 mq
3.47
S.V. 0,16
3.47
CAMERA
13,3 mq
MATRIMONIALE
S.I. 0,21 S.V. 0,29
S.I. 0,23
2.16
BAGNO1.64 S.I. 0,38
SING
3,53 mq S.V. 0,49
MATRIMONIALE
2.36
S.I. 0,17
15,8 mq
S.I. 0,17
4.50
S.I. 0,12
4.50
11,6 mq
S.V. 0,15
15,8 mq
S.V. 0,22
S.V. 0,22
5.80
1.55
3.02
S.V. 0,30
S.I. 0,26
2.13
5.80
2.13
S.V. 0,33
1.82 TERRAZZA
1.82 RIPOSTIGLIO
1.05
TERRAZZA
1.05
CAMERA
3.73 3.73
CAMERA
CUCINA
CAMERA
CAMERA
BAGNO
BAGNO
PRANZO
CUCINA
CAMERA
4.97
S.I. 0,27
4.97
S.I. 0,27
S.V. 0,34
SOGGI 18 mq SOGGIORNO
BAGNO
3.67 15,09RIPOSTIGLIO mq
2.19
PRANZO PRANZO
S.V. 0,34
S.I. 0,25
CAMERA
S.I. 0,25
3.74
S.V. 0,32
BAGNO
4,02 mq
S.I. 0,34
S.V. 0,43
CUCINA
BAGNO 2.30
S.I. 0,34
S.V. 0,43
CUCINA
2.30
TERRAZZA
2.30
2.30
CAMERA
CAMERA BAGNO
TERRAZZA
SOGGIORNO
2.30
13 mq
SOGGIORNO S.I. 0,21
2.36
CUCINA
SOGGIORNO
CUCINA
3.47
3.47
4,02 mq
2.22 CUCINA
3.74
S.V. 0,32
S.V. 0,
3.00 2.22
SOGGIORNO
BAGNO
S.I. 0,19
2.19
SOGGIORNO
SOGGIORNO
5,42 mq
5,42 mq
13 mq
S.V. 0,26
S.I. 0,21
TERRAZZA
S.V. 0,26
TERRAZZ
2.36
TERRAZZA
5,77 mq
BAGNO
A.A. 2012 / 2013 3.02
Sudente Gianighian : Piero Feiffer 272193 Prof. Giorgio
S.V. 0,30
S.I. 0,21
SINGOLA
11,6 mq
SINGOLA
A.A. 2012 / 2013 4.50 Sudente : Piero Feiffer 272193 S.I. 0,12
S.V. 0,15
S.I. 0,17
S.I. 0,23
4.96
CORSO DI RESTAURO
5,77 mq
CORSO DI RESTAURO PRANZO
CUCINA
19 mq
S.I. 0,18 S.V. 0,23
MATRIMONIALE S.I. 0,12
PRANZO
11,6 mq
S.I. 0,18
S.V. 0,15
19 mq
3.50
S.V. 0,23
3.68
2.13
BAGNO
5.80
S.I. 0,26
2.36
3.67
S.I. 0,19
SOGGIORNO
18 mq
S.I. 0,19
S.V. 0,24
18 mq
S.V. 0,24
SINGOLA
3.74
S.I. 0,13
3.00
0.87
CUCINA
SOGGIORNO 3.47
14 mq
S.V. 0,37
S.I. 0,31
4.97
13 mq
BAGNO
S.V. 0,26
S.I. 0,24
5,50 mq
S.V. 0,31
2.75
TERRAZZA
2.00
Prof. Giorgio Gianighian
A.A. 2012 / 2013 Sudente : Piero Feiffer 272193
1.66
4,02 mq
S.V. 0,43 S.I. 0,34
2.82
TERRAZZA
2.30
BAGNO S.V. 0,34 S.I. 0,27
4.97
15,09 mq
3.04
MATRIMONIALE
5,26 mq
S.I. 0,29
4.97
CUCINA
S.V. 0,33 S.I. 0,26
BAGNO
3.68
4.96
DOPPIA
2.00 10 mq
S.V. 0,17
2.40
CORSO DI RESTAURO
1.59
5,26 mq S.V. 0,33
Pianta scala 1:50
MADONNA DELL'ORTO
TAV 1
2.22
2.30
5,42 mq
S.V. 0,32
SOGGIORNO
S.I. 0,25
PRANZO 13 mq
Pian
2.81
S.V. 0,30
15,8 mq
S.V. 0,22
2.19
S.V. 0,26
1.55
2.81
1.66
3.37 S.I. 0,23
18 mq
S.V. 0,24
2.30
CUCINA
3.73
2.30
1.82
2.30
2.36
30
4.50 CUCINA
S.V. 0,23
3.50
SOGGIORNO
S.V. 0,30
3.79
4,02 mq
S.V. 0,43
S.I. 0,21
A.A. 2012 / 2013 Sudente : Piero Feiffer 272193
5.40
1.63
BAGNO
5.80
S.I. 0,20
3.50
3.74
S.V. 0,32
SOGGIORNO
Prof. Giorgio Gianighian
S.I. 0,20
S.V. 0,31
5,77 mq
3.37 S.I. 0,23
5,77 mq
CUCINA CUCINA
MATRIMONIALE 15,09 mq MATRIMONIALE
2.13
1.05
S.I. 0,34
BAGNO BAGNO
1.55
5,26 mq
CORSO DI RESTAURO
15,8 mq
S.V. 0,22
5.80
RIPOSTIGLIO
2.30
S.V. 0,26
13 mq
MATRIMONIALE
S.V. 0,23
SOGGIORNO
4.50
3.47
BAGNO
2.16
4.97
S.V. 0,31
2.70
3.50
3.04
S.V. 0,22
3.37 S.I. 0,23
CUCINA
19 mq
S.V. 0,23
5,42 mq
S.I. 0,25
3.51 S.V. 0,27
3,47 mq
SOGGIORNO
- Abitanti 5 / 6 - Totali 110 mq - Camera matrimoniale 14 mq, S.I. 0,29 - Camera singola 14 mq, S.I. 0,29 - Camera singola 10 mq, S.I. 0,13 - Bagno 5,26 mq, S.I. 0,26 - Bagno 5,50 mq, S.I 0,24 - Pranzo, cucina 19 mq, S.I. 0,18 - Soggiorno 13 mq, S.I. 0,31 - Terrazza 5,3 mq - n° finestre 12 - n° portefinestre 1
3.74
CUCINA 19 mq
SOGGIORNO
TERRAZZA PRANZO
9,8 mq
S.I. 0,21
CUCINA
19 mq
14,90 mq
S.I. 0,24
CAMERA
1.71
15,09 mq
S.V. 0,34
1.71
S.V. 0,15
1.66
2.10 S.I. 0,27
11,6 mq
S.I. 0,12
S.I. 0,20 S.V. 0,23 19 mq BAGNO CUCINA SOGGIORNO CAMERA
2.10
S.I. 0,17
4.50
15,8 mq
MATRIMONIALE
3.51 4.97
1.71
S.V. 0,22
RIPOSTIGLIO
TERRAZZA
Appartamento E :
2.22
2.13
3.00
S.I. 0,19
18 mq
4.50
Scala 1:200
3.67
SOGGIORNO
S.V. 0,15 S.I. 0,12
11,6 mq
SINGOLA
3.02 5,77 mq
S.V. 0,30
3.37 S.I. 0,23
BAGNO
1.71
- n° finestre 12 - n° portefinestre 1 MATRIMONIALE
S.I. 0,17
2.13
SOGGIORNO
2.81
1.66
3.73
CUCINA
3.37
4.50
15,8 mq
3.51
2.42
CUCINA
10 mq S.V. 0,17
S.I. 0,13
5,26 mq BAGNO S.V. 0,33
3.68
1.82
5,77 mq
S.V. 0,30
CAMERA
CAMERA
S.I. 0,26
S.I. 0,17
1.05
PRANZO
Gialli e Rossi scala 1:100
3.50
RIPOSTIGLIO
4.50
3.50
GIORNO
VAriante 2 scala 1:100 BAGNO
BAGNO
3.04
BAGNO
2.00
4.50 22,32 mq S.V. 0,31
NOTTE
Pianta scala 1:50
D
1.71
3.51
S.I. 0,23
2.88
2.81
3.68
2.81
5,26 mq
- Camera singola 14 mq, S.I. 0,29
- Abitanti 5/6 - Camera singola 10 mq, S.I. 0,13 - Totali 110 mq - Bagno 5,26 mq, S.I. 0,26 - Camera matrimoniale 14 mq, Bagno 5,50 mq, S.I 0,24 S.I. 0,29 Pranzo, cucina - Camera singola 14 mq, 19 S.I.mq, 0,29S.I. 0,18 - Soggiorno mq, 0,31 - Camera singola 1013 mq, S.I.S.I. 0,13 - Terrazza 5,30,26 mq - Bagno 5,26 mq, S.I. - n° finestre - Bagno 5,50 mq, S.I12 0,24 - Pranzo, 19 mq, S.I. - n°cucina portefinestre 1 0,18 - Soggiorno 13 mq, S.I. 0,31 - Terrazza 5,3 mq - n° finestre 12 - n° portefinestre 1
2.82
Prof. Giorgio Gianighian
S.V. 0,33
- Abitanti 5 / 6 - Totali 110 mq - Camera matrimoniale 14 mq,
Appartamento S.I. 0,29E :
4.99
TERRAZZA SOGGIORNO 4.96
3.68
3.51
S.I. 0,26
Appartamento E: Scala 1:200
TERRAZZA
TERRAZZA
NOTTE
S.I. 0,24
S.V. 0,24
18 mq
SOGGIORNO
NOTTE
NOTTE
TERRAZZA
BAGNO
Scala 1:200
- Soggiorno 18 mq, S.I. 0,19 - Cucina 4,86 mq - Terrazza 5,3 mq - n° finestre 6
GIORNO
4.96
1.55
Scala 1:200
E
- Abitanti 3 / 4 - Totali 67 mq - Camera matrimoniale 15,8 mq, Appartamento CeD: S.I. 0,17 - Camera singola 11,6 mq, S.I. 0,12 - Abitanti / 4 mq, S.I. 0,23 - Bagno3 5,77 - Totali 67 mq - Soggiorno 18 mq, S.I. 0,19 - Camera matrimoniale 15,8 mq, - Cucina 4,86 mq S.I. 0,17 - Terrazza 5,3 11,6 mq mq, S.I. 0,12 - Camera singola - n° finestre 6 S.I. 0,23 - Bagno 5,77 mq,
- bagno 4 mq, S.I. 0,34 - Soggiorno 13 mq, S.I. 0,21 - Pranzo 5,42 mq, S.I. 0,25 - n° finestre 7
4.96
Scala 1:200
- Abitanti 3 / 4 - Totali 67 mq - Camera matrimoniale 15,8 mq, S.I. 0,17 - Camera singola 11,6 mq, S.I. 0,12 - Bagno 5,77 mq, S.I. 0,23 - Soggiorno 18 mq, S.I. 0,19 - Cucina 4,86 mq - Terrazza 5,3 mq - n° finestre 6
S.I. 0,20
NOTTE
Appartamento C e D :
Appartamento B :
NOTTE
S.I. 0,19
GIORNO
Appartamento C e D :
SOGGIORNO
GIORNO
E
Appartamento A :
2.30
2.10
Scala 1:200
D
C
MADONNA DELL'ORTO
13 mq
S.V. 0,26 S.I. 0,31
3.47
SOGGIORNO
3.74 2.13
S.V. 0,22
GIORNO
C
- Abitanti 2 / 3 - Totali 52 mq - Camera matrimoniale 15 mq, S.I 0,27 - bagno 4 mq, S.I. 0,34 - Soggiorno 13 mq, S.I. 0,21 - Pranzo 5,42 mq, S.I. 0,25 - n° finestre 7
GIORNO
Schema distributivo D C
4.97
10 mq
S.V. 0,17
5.80
S.I. 0,18
S.V. 0,23
GIORNO
BA
E
- Abitanti 2 / 3 - Totali 50,3 mq - Camera matrimoniale 14 mq, S.I. 0,29 - Bagno 5,26 mq, S.I 0,26 - Soggiorno, cucina 19 mq, S.I. 0,20 - Terrazza 5,3 mq - n° finestre 5 - n° portefinestre 1
NOTTE
GIORNO
A
NOTTE
A
Appartamento B :
NOTTE
NOTTE GIORNO
S.V. 0,15
NOTTE
S.I. 0,17
15,8 mq
SINGOLA
GIORNO
Appartamento A :
GIORNO
NOTTE
S.I. 0,12
NOTTE
Schema distributivo
B
NOTTE
Schema distributivo
GIORNO
GIORNO
GIORNO
GIORNO
NOTTE
S.I. 0,13
SINGOLA
CUCINA
3.50 19 mq
PRANZO 19 mq
S.I. 0,18 S.V. 0,23
PRANZO
11,6 mq
MATRIMONIALE BAGNO
S.I. 0,23
5,77 mq
S.V. 0,30
Gialli e Rossi scala 1:100
NOTTE
GIORNO
NOTTE
NOTTE
NOTTE
2.82
14 mq
S.V. 0,37 S.I. 0,29
DOPPIA
1.59 3.68
5,26 mq
S.V. 0,33 S.I. 0,26
2.81
TERRAZZA TERRAZZA CUCINA BAGNO
NOTTE
NOTTE
GIORNO
- Soggiorno, cucina 19 mq, S.I. 0,20 - Terrazza 5,3 mq - n° finestre 5 - n° portefinestre 1
NOTTE
NOTTE
GIORNO
NOTTE
CAMERA TERRAZZA
NOTTE GIORNO
NOTTE
BAGNO
4.96
BAGNO
CAMERA
4.97
TAV 1 NOTTE
Laboratorio di restauro | Quartiere Madonna dell’orto
Impianto idraulico e riscaldamento TERRAZZA
CAMERA
SOGGIORNO
CUCINA
CAMERA
CAMERA
CAMERA
RIPOSTIGLIO CUCINA
SOGGIORNO
SOGGIORNO
CAMERA
CUCINA
CUCINA BAGNO
SOGGIORNO BAGNO
TERRAZZA
TERRAZZA
Pianta piano primo / secondo
Impianto elettrico 4
4
5
4
5 4
3
5
4
3
4
5 10
4
3
1
4
5
4
4
5
4
4
3
2 5
3
3
10
5
4
4
5
3
5
2 1
3
2
1
3
4
1
2
2
1
2 2
1
2
3
3
2
1
6
7
2
6
6
8
1 1
5 5
6
10
2
4
2
7
2
1
1
8
9
7
2
6
8
5
1
3
9
6 5 8
Prof. Giorgio Gianighian
CORSO DI RESTAURO
A.A. 2012 / 2013 Sudente : Piero Feiffer 272193
Pianta scala 1:50
MADONNA DELL'ORTO
Impianto fognario
TAV 3
Pianta piano primo / secondo
TERRAZZA
CAMERA
SOGGIORNO
CUCINA
CAMERA
CAMERA
CAMERA
RIPOSTIGLIO CUCINA
SOGGIORNO
CAMERA
SOGGIORNO
CUCINA
CUCINA
BAGNO
TERRAZZA
TERRAZZA
Pianta piano primo / secondo Collettore comunale
Scarico di uscita
Scarico di uscita
Scarico di uscita
Scarico di uscita
Pozzetto di campionamento
Pozzetto di campionamento Pozzetto di derivazione
Pozzetto di derivazione
Pozzetto di derivazione
Pozzetto di derivazione
VASCA 1 Pozzetto di derivazione
VASCA 2
primo settore
primo settore
secondo settore
secondo settore
terzo settore
terzo settore
Prof. Giorgio Gianighian
CORSO DI RESTAURO
Pianta livello 1 | Impiantistica A.A. 2012 / 2013 Sudente : Piero Feiffer 272193
Pianta scala 1:50
MADONNA DELL'ORTO
TAV 2
Pianta piano terra
31
32
Scala 1:25
CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK
ESPLOSO ASSONOMETRICO
Laboratorio di restauro | Quartiere Madonna dell’orto
Coppi in laterizio Guaina bituminosa termoadesiva Tavolato in legno mm 25
Listello per la ventilazione 60 x 40 mm
Lana di legno e cemento ecobiocompatibile mm 60.
Polistirene Estruso, spessore 60 mm tra listelli
Strato di tenuta d’faria e freno vapore.
Tavolato in legno mm 21.
Tavelle in cotto
Morali
DETTAGLIO ASSONOMETRICO
ESPLOSO ASSONOMETRICO
Travatura in legno.
Coppi in laterizio Guaina bituminosa termoadesiva Tavolato in legno mm 25
Listello per la ventilazione 60 x 40 mm
Lana di legno e cemento ecobiocompatibile mm 60.
Polistirene Estruso, spessore 60 mm tra listelli
Strato di tenuta d’faria e freno vapore.
Tavolato in legno mm 21.
Tavelle in cotto
Morali Travatura in legno.
Dettagli costruttivi | Rilievo | Intervento
33
34
Laboratorio di restauro | Quartiere Madonna dell’orto
Materiali | Degradi | Interventi
35
Insediamenti abitativi complessi nella città di antico impianto, area San Biagio, Vicenza, Italia. Nella composizione del masterplan è stato progettato un sistema che potesse dare all’area una “tesa” e una “coda”. Considerata come testa la parte prospicente a San Biagio dove è più stretta la relazione il tessuto urbano della città storica, essa individua i principali accessi all’area, creando comunque un fronte urbano sulla strada. Procedendo alla definizione dell’ insediamento nel cuore dell’area di progetto gli edifici sono disposti perpendicolarmente al fiume cercando di creare spazi aperti pubblici separati ma connesi subordinatamente. Tra il fiume e il gli edifici abbiamo creato uno spazio verde attrezato che prevede l’inserimento di passeggiate (percorso vita) sedute, un brolo con alberi da frutto con l’inenzione di creare un “polmone verde” creando un filtro tra fiume e l’edificato. Gran parte degli edifici progettati sono alloggi per diverse utenze come; appartamenti per studenti, per anziani e allogi unifamiliari di lusso ed economici. Nella “testa” di questo insediamento abitativo troviamo diversi spazi commerciali, una palestra, una biblioteca, auditorium, uffici, che definiscono il confine di quella che diventerà la piazza pubblica, punto nevralgico di questo complesso. Nella progettazione più specifica degli edifici e degli alloggi il principio è sempre quello di fare di un contesto urbano, storico e naturale, un patrimonio di cui appropriarsi e di qui ogli nuovo utente dell0’insediamento possa godere anche nella sua dimensione più orivata, quella dell’abitare.
36
Laboratorio di progettazione 1 | Insediamenti abitativi complessi
37
38
Laboratorio di progettazione 1 | Insediamenti abitativi complessi
Planivolumetrico
39
Alloggio A
p4
Alloggio B Alloggio C Alloggio D Alloggio E
p3
Alloggio F Vano scala Ascensore
p2
Pianta piano terra
Pianta piano primo
Schemi alloggio A
Alloggio A
p4
Alloggio B
Soggiorno
Alloggio C
Pranzo
Alloggio D
Cucina
Alloggio E
p3
Alloggio F
Servizi
Vano scala
Camere da letto
Ascensore
Loggia p2
Dimensione: 160 mq Salotto: 22 mq Pranzo: 9 mq Cucina: 8 mq Matrimoniale: 19 mq
Pianta piano terra
Doppia: 22 mq
Pianta piano primo
Servizi: 5 mq Loggia: 26 mq
Schemi alloggio A
Soggiorno Pranzo Cucina Servizi Camere da letto Loggia
Dimensione: 160 mq Salotto: 22 mq Pranzo: 9 mq Cucina: 8 mq Matrimoniale: 19 mq Doppia: 22 mq Servizi: 5 mq Loggia: 26 mq
40
Zona giorno
Schemi alloggio A
Laboratorio di progettazione 1 | Insediamenti abitativi Soggiorno complessi Pranzo
Soggiorno
Cucina
Pranzo
Servizi
Cucina
Camere da letto
Servizi
Loggia
Camere da letto Loggia Dimensione: 160 mq Salotto: 22 mq Pranzo: 9 mq
Dimensione: 160 mq
Cucina: 8 mq
Salotto: 22 mq
Matrimoniale: 19 mq
Pranzo: 9 mq
Doppia: 22 mq
Cucina: 8 mq
Servizi: 5 mq
Matrimoniale: 19 mq
Loggia: 26 mq
Doppia: 22 mq Servizi: 5 mq Loggia: 26 mq
Zona giorno Zona giorno
Zona notte
Zona notte
Pianta livello 0 | 1 | 2 | 3 | 4
41
sud
est
42
0,36
2,44
2
1
0,9
16,03
1
2
Laboratorio di progettazione 1 | Insediamenti abitativi complessi
2,19
0,5 11,16
Prospetti | Sezioni | Pianta costruttiva
43 13,5
2,19
0,5 11,16
13,5
9,75
6,50
3,25
0,60
0,00
44
Laboratorio di progettazione 1 | Insediamenti abitativi complessi
Sezione costruttiva | Prospetto
45
Dettagli costruttivi D1 - Copertura i ghiaia - Membrana impermeabilizzante - Massetto in calcestruzzo di pendenza - Membrana impermeabilizzante bituminosa - Isolante termico in lana di roccia - Solaio in calcestruzzo tipo Predalles - Intonaco
5 cm 0,5 cm 8 cm 0,6 cm 12 cm 30 cm 1,5 cm
D2
D2 - Pavimentezione i gres - Massetto in calcestruzzo di allettamento - Massetto per alloggiamento riscaldamento a pavimento - Massetto in calcestruzzo - Solaio in calcestruzzo tipo predalles - Intonaco
1,5 cm 5 cm 5 cm 6 cm 30 cm 1,5 cm
D3 - Pavimentazione in lastre di pietra - Massetto per alloggiamento riscaldamento a pavimento - Pannello isolante preformato per alloggiamento tubi - Massetto in calcestruzzo - Isolante in linea di roccia - Solaio in calcestruzzo armato
4 cm 5 cm 4 cm 6 cm 10 cm 50 cm
D4 - Pavimentazione in calcestruzzo rasato - Membrana impermeabilizzante bituminosa - Vespaio ventilato con igl첫 e rete elettrosaldata - Fondazione a platea - Strato di magrone
5 cm 0,5 cm 25 cm
D5 - Intonaco - Muro di tamponamento con blocchi Ytong - Isolante tipo lana di roccia - Montanti verticali in acciaio per parete ventilata - Traversi orizzontali per parete ventilata - Rivestimento esterno in lastre di pietra
1,5 cm 27 cm 8 cm 5 x 5 cm 5x5 cm 4 cm
D3
Prospetto Nord
D4
Pianta piano terra
46
Sezione tecnologica
PARTICOLARI COSTRUTTIVI
SCALA
Pianta piano primo Sezione AA PARTICOLARI COSTRUTTIVI Prospetto Nord
1:20 1:20 SCALA 1:20
Pianta piano primo Sezione AA Prospetto Nord
1:20 1:20 1:20
TA
8
TAVOLA
8
Laboratorio di progettazione 1 | Insediamenti abitativi complessi
Dettagli costruttivi D1
- Copertura i ghiaia - Membrana impermeabilizzante - Massetto in calcestruzzo di pendenz - Membrana impermeabilizzante bitum - Isolante termico in lana di roccia - Solaio in calcestruzzo tipo Predalles - Intonaco
D2
- Pavimentezione i gres - Massetto in calcestruzzo di allettame - Massetto per alloggiamento riscalda pavimento - Massetto in calcestruzzo - Solaio in calcestruzzo tipo predalles - Intonaco
D3
- Pavimentazione in lastre di pietra - Massetto per alloggiamento riscalda pavimento - Pannello isolante preformato per alloggiamento tubi - Massetto in calcestruzzo - Isolante in linea di roccia - Solaio in calcestruzzo armato
D4
- Pavimentazione in calcestruzzo rasa - Membrana impermeabilizzante bitum - Vespaio ventilato con igl첫 e rete elet - Fondazione a platea - Strato di magrone
D5
- Intonaco - Muro di tamponamento con blocchi Y - Isolante tipo lana di roccia - Montanti verticali in acciaio per paret - Traversi orizzontali per parete ventila - Rivestimento esterno in lastre di piet
Prospetto Nord
D5
Pianta piano terra
Partito Architettonico
47
Canevon 2.0 Precenicco, Udine, Italia Il corso si è focalizzato sulla riscoperta, il consolidamento e il possibile riuso di alcuni edifici rurali della campagna friulana. Questo grande “palazzo rurale” fu costruito agli inizi del 1800; naque come deposito\granaio per la lavorazione dei cereali. Il complesso possiede una valenza ambientale e architettonica di grande rilevanza perchè è collocato in riva al fiume Stella, località fortemente interessata dal turismo, inoltre porta con se i caratteri di un antica archeologia industriale, di quelle fabbriche dove si depositava e si lavorava il grano. L’edificio si sviluppa su tre piani con una lunghezza di 77 metri e larghezza 17metri, il prospetto Sud definisce un importante confine con la piccola piazza di Precenicco, il lato Ovest si affaccia sulla strada, il prospetto nord verso uno spazio semi pubblico mentre il lato Est sul giardino privato. Di rilevante importanza è il giardino, un tempo giardino romantico caratterizzato da percorsi sinuosi e torrette, esso ricorpre una vasta superfice creando un filtro tra il fiume e il complesso architettonico. Un muro in sasso divide l’interno dell edificio, e lo spartisce in due rettangoli di uguali dimensioni, esso si sviluppa al piano primo con delle arcate ribassate che si trasformano in pilastri al piano secondo. Le travi della copertuta sono in legno di larice e appoggiano al centro su pilastri, creando uno spazio alto e di notevole e interesse. Il progetto ha visto in primo luogo il restauro delle superfici murarie esterne ed interne, l’isolamento dall’umidità di risalita attravero l’introduzione di vespai areati. Contemporaneamente è stato previsto un intervento di consolidamento statico, creando dei collegamenti tra la muratura e i solai, con conseguente controventamen-
48
to delle superfici orizzontali. La destinazione d’uso dell’complesso è diversificata in ogni piano; al pian terreno è previsto l’allestimento di local-shop, piccoli padiglioni smontabili il legno trucciolare osb, per l’esposizione e la vendita di prodotti tipici locali del territorio Friulano (enogasronomici, tesili, artigianali ). A primo piano sono state progettate diverse sale polifunzionali e spazi possibilmente riconfigurabili come; aterlier, sale convegni, sale workshop. Per quanto riguarda il secondo e ultimo piano si prevede un open space\sala eventi (scelta dettata da un forte carattere agreste del sottotetto). Importante è stata l’introduzione di due corpi scala in acciaio, uno all’interno con una doppia rampa a farfalla e un secondo esterno inserito in un silos utilizzato nei primi anni novanta come essiccatore del grano.
Laboratorio di progettazione 3 | Canevon 2.0
49
50
Laboratorio di progettazione 3 | Canevon 2.0
Planivolumetrico
51
UniversitĂ Iuav di Venezia DACC | Corso di Laurea Magistrale Architettura per il Nuovo e l'Antico Laboratorio integrato 3
CANEVON 2.0 Pianta livello 0 1:100
S5
S4 S2
S3
52
Studenti Francesco Carraro Piero Feiffer Nicolò Murianni Alberto Schiavon
280324 280314 280610 280258
Restauro architettonico
Progettazione strutturale
Composizione architettonica
Prof.ssa Sara Di Resta Collaboratore: G. Danesi
Prof.ssa Anna Saetta Collaboratore: U. Toccane
Prof. Pierluigi Grandinetti Collaboratori: M. Cafazzo, M. Valle, G. Zonta, P. Parisi
Laboratorio di progettazione 3 | Canevon 2.0 DEMOLIZIONI | NUOVE COSTRUZIONI
S1
S4
LOCAL SHOPS
S2
S3 2,45 m
S1
S5
0m
6.6
m
2,50 m
3.60
Pianta livello 0
6.4
0m
0
2,2
m
53
54
Laboratorio di progettazione 3 | Canevon 2.0
Pianta livello 1 | Sezione
55
DACC | Corso di Laurea Magistrale Architettura per il Nuovo e l'Antico Laboratorio integrato 3
Sezione costruttiva di progetto S5
1:25
D1
D3
D4
56
Francesco Carraro Piero Feiffer Nicolò Murianni Alberto Schiavon
280324 280314 280610 280258
Prof.ssa Sara Di Resta Collaboratore: G. Danesi
Prof.ssaAnna Saetta Collaboratore: U. Toccane
Prof. Pierluigi Grandinetti Collaboratori: M. Cafazzo, M. Valle, G. Zonta, P. Parisi
Laboratorio di progettazione 3 | Canevon 2.0
D1 _coppi _tavolato di legno _travetti di legno 60x60mm i= 700mm _travetti di legno 60x60mm i= 700mm _omega di acciaio 75x75mm i= 700mm _isolante termico di lana di roccia _tavelle di cotto _travetti di legno 60x40mm i= 280mm _travi di legno 220x220mm i= 700mm _travi di legno 330x270mm i= 3460mm
sp. 25mm sp. 2mm sp. 80mm sp. 30mm
D2 _profilo a L _doppio tavolato incrociato di legno _trave di legno 220x220mm
sp. 25+25mm
D3 _doppio tavolato incrociato di legno _trave di legno 230x300mm i= 500mm _profili di acciaio IPE 140 i= 3410mm _profili di acciaio HEB 320 i= 3650mm _tiranti di acciaio d= 20mm
sp. 25+25mm
D4 _finitura di cls rasato _massetto di cls alleggerito _isolante termico di lana di roccia _cappa di cls armato _vespaio areato tipo iglu _magrone
sp. 20mm sp. 80mm sp. 120mm sp. 100mm sp. 150mm
D2
Sezione tecnologica
57
58
Laboratorio di progettazione 3 | Canevon 2.0
Esploso assonometrico
59
17
100,0
23
24
20
21
18
19
16
12
13
8
816,9
15
16 100,0
104,0
profilo tubolare di acciaio 100x200 sp. 4mm
203,0
25
13,3
24
15,1
3
23
trave reticolare tubolare di acciaio 80x80 sp. 4mm
rivestimento con carter di alluminio satinato colore grigio siderale sp. 2mm
104,0
4
22
312,8
5
21
13
22
27
6
20
26
7
19
12
26
+ 408 27 + 408
1
8
18
15
11
25 rivestimento con carter di alluminio satinato colore grigio siderale sp. 2mm
2
9
17
16
10
3
4 102,0
138,0
+ 713 23 + 713
21
22
18
19
20
17
14
9
10
11
6
7
8
CANEVON 2.0
30,8
27 x 30,8 x 15,1
Scala interna: pianta | sezione 1:15 | esploso assonometrico | modello
27 x 30,8 x 15,1
146,4
10
17
9
4
11
18
8
3
16
19
7
6
15
138,0
15
20
6
+ 210
14
profilo tubolare di acciaio 100x200 sp. 4mm
7
13 138,0
12
21
5
+ 567 12
13
22
profilo ad U di acciaio per supporto pannello di legno sp. 5mm
pannello di legno di abete 145x30x40
5
14
23
4
pannello di legno di abete 145x30x40
10
14
24
3
9
rivestimento con carter di alluminio satinato colore grigio siderale sp. 2mm
11
8,0
10,0
25
2
1
S6
60
30,8
1
26
27
2
profilo ad U di acciaio per supporto pannello di legno sp. 5mm
2
profilo ad U di acciaio per supporto pannello di legno sp. 5mm 36,4 1
pannello di legno di abete 145x30x40 5
938,0
Âą0
138,0 30,8
UniversitĂ Iuav di Venezia DACC | Corso di Laurea Magistrale Architettura per il Nuovo e l'Antico Laboratorio integrato 3
profilo UPN 300
938,0
S6
Studenti Francesco Carraro Piero Feiffer Nicolò Murianni Alberto Schiavon
280324 280314 280610 280258
Restauro architettonico
Progettazione strutturale
Composizione architettonica
Prof.ssa Sara Di Resta Collaboratore: G. Danesi
Prof.ssaAnna Saetta Collaboratore: U. Toccane
Prof. Pierluigi Grandinetti Collaboratori: M. Cafazzo, M. Valle, G. Zonta, P. Parisi
Laboratorio di progettazione 3 | Canevon 2.0
Dettagli costruttivi
61
Prospetto Nord scala 1:50
Prospetto Est prima dell’intervento
Muro perimetrale prima dell’intervento
ABACO MATERIALI muratura tipo M1
cm
50
100
cm
50
100
muratura tipo M2
cm
50
100
cm
50
100
cm
50
100
cm
50
100
muratura tipo M4
cm
50
100
cm
50
100
muratura tipo M5
cm
laterizio coppi
legno di Abete
Muratura composta con pietrame ( arenacee, calcari argilliti ) e malta di calce, posta prevalentemente al piano primo dell'edificio. L'apparecchiature e la tessitura risultano fortemente irregolari. Dimensione elementi minima: 5*4 cm (misura variabile). Dimensione elementi massima: 40*20 cm (misura variabile). Malta a base di calce, di colore ocra chiaro, con inerti di grossa granulometria. Dimensione giunto orizzontale: varia da un minimo di 0,2 cm a un massimo di 3,4 cm. Dimensione giunto verticale: varia da un minimo di 0,4 cm a un massimo di 3,3 cm.
legno verniciato
Prospetto Est dopo l’intervento
muratura tipo M3
50
100
cm
50
100
MORFOLOGIA DEL DEGRADO
Muratura composta con pietrame ( arenacee, calcari argilliti ) e malta cementizia, posta prevalentemente al piano terra dell'edificio. L'apparecchiature e la tessitura risultano fortemente irregolari. Dimensione elementi minima: 7*5 cm (misura variabile). Dimensione elementi massima: 50*22 cm (misura variabile). Malta cementizia, di colore ocra, con inerti di grossa granulometria. Dimensione giunto orizzontale: varia da un minimo di 0,6 cm a un massimo di 3,6 cm. Dimensione giunto verticale: varia da un minimo di 0,3 cm a un massimo di 2,6 cm.
Muratura composta con pietrame ( calcare bianco ) e malta di calce, posta prevalentemente al secondo piano dell'edificio. L'apparecchiatura e la tessitura risultano fortemente irregolari. Dimensione elementi minima: 7*5 cm (misura variabile). Dimensione elementi massima: 40*20 cm (misura variabile). Malta a base di calce, di colore chiaro, con inerti di grossa granulometria. Dimensione giunto orizzontale: varia da un minimo di 0,2 cm a un massimo di 0,8 cm. Dimensione giunto verticale: varia da un minimo di 0,4 cm a un massimo di 2,8 cm.
muratura fronte di risalita tipo M1 Limite di risalita capillare dell'acqua che si manifesta
macchia da ossidazione
Legno verniciato utilizzato nei portoni di ingresso e negli scuri delle finestre.
polverizzazione del giunto Decoesione con caduta spontanea del materiale sotto forma di polvere o frammenti.
lega di ferro 1
pietra d'Istria
Muratura in laterizio con malta cementizia. Tessitura regolare a forma di arco sordino, composta da mattoni disposti in verticale, costruito interamente sopra l'architrave delle finestre per scaricare le forze sui lati esterni della finestra. Dimensioni mattoni: 26*14*6 cm Dimensione mattoni albasi di colore giallo: 26*14*6 cm Malta cementizia, di colore ocra, con inerti di granulometria sottile. Dimensione giunto verticale: varia da un minimo di 0,4 cm a un massimo di 1,0 cm.
lamiera preverniciata
lega di acciaio 1
Muro perimetrale dopo l’intervento
Elementi in ferro battuto come i capochiave ( ammorsati alle murature ed ai solai tramite perni ) e le inferriate delle finestre. Capochiave dimensioni: 75*3 cm /40*3 cm Inferriate: diametro 2 cm
Pietra d'Istria con lavorazione a bocciardatura presente nei davanzali,piedritti e architravi delle finestra, negli archi e pilastri dei portoni. Architravi e davanzali dimensioni: 125*15 cm Piedritti dimensioni piano terra: 15*95 cm Piedritti dimensioni piano primo: 15*120 cm Piedritti dimensioni piano secondo: 15*95 cm Pilastri portone dimensioni: 30*205 cm
patina biologica
muratura tipo M2
62
lega di acciaio 2
Elementi di acciaio che sostengono la copertura della struttura annessa al Canevon.
- Fenomeni di umidità ascendente; - Mancanza di manutenzione e di uno strato protettivo; - Ossidazione di elementi metallici.
PLT8: Sgrassatura preventiva della superficie. Il trattamento prevede l'utilizzo di reagenti chimici in grado di solubilizzare il ferro, mediante impacchi di una soluzione satura di fosfato di ammonio.
muratura tipo M3
- Usura dovuta al tempo; - Azione di microrganismi.
ALAB1: Analisi chimico - fisica per le caratteristiche delle malte. PLT3: Pulitura non abrasiva ad aria compressa a bassa pressione. STL: Stilatura dei giunti con malta composta da grassello di calce, sabbia e additivi polimerici, tale da avere proprietà tecnico-meccaniche analoghe alla malta esistente. Stilatura del giunto a " sottosquadro".
- Fenomeni di umidità ascendente; - Mancanza di manutenzione e di uno strato protettivo; - Ossidazione di elementi metallici.
PLT8: Sgrassatura preventiva della superficie. Il trattamento prevede l'utilizzo di reagenti chimici in grado di solubilizzare il ferro, mediante impacchi di una soluzione satura di fosfato di ammonio.
mancanza
- Fenomeni di umidità ascendente; - Usura dovuta al tempo; - Mancanza di manutenzione in zone direttamente esposte agli agenti atmosferici; - Errori di posa in opera e utilizzo di sabbie o malte poco idonee.
ALAB2: Analisi fisica di pietre arenacee e calcari argilliti. PLT3: Pulitura non abrasiva ad aria compressa a bassa pressione. INT: Integrazione delle pietre mancanti con pietre simili. STL: Stilatura dei giunti con malta composta da grassello di calce, sabbia e additivi polimerici, tale da avere proprietà tecnico-meccaniche analoghe alla malta esistente. Stilatura del giunto a " sottosquadro".
deposito superficiale
- Azione di microrganismi autotrofi e organismi eterotrofi; - Esposizione della superficie; - Inquinanti atmosferici.
PLT1: Pulitura meccanica con spazzole. PLT4: Pulitura ad acqua deionizzata ad azione solvente effettuata con idro-pulitrice a pressione moderata.
- Azione di microrganismi autotrofi e organismi eterotrofi. - Presenza di umidità o acqua; - Caratteristiche morfologiche del substrato.
PLT1: Pulitura meccanica con spazzole. PLT7: Si procede con l'applicazione di biocida tramite irroratore. PLT4: Pulitura ad acqua deionizzata ad azione solvente effettuata con idro-pulitrice a pressione moderata.
- Usura dovuta al tempo; - Azione di microrganismi.
ALAB1: Analisi chimico - fisica per le caratteristiche delle malte. PLT3: Pulitura non abrasiva ad aria compressa a bassa pressione. STL: Stilatura dei giunti con malta composta da Prospetto Nord grassello di calce, sabbia e additivi polimerici, tale dopo l’intervento da avere proprietà tecnico-meccaniche analoghe alla malta esistente. Stilatura del giunto a " sottosquadro".
macchia da ossidazione Variazione cromatica localizzata della superficie, determinata dall'ossidazione di un materiale metallico.
Caduta e perdita di pietrame (arenacee e calcari argilliti).
Accumulo di materiali quali a guano, terriccio, polvere. Ha spessore variabile e scarsa coerenza e aderenza al materiale sottostante.
CAUS
presenza di vegetazione Fessurazione in continuità nel materiale che implica lo spostamento reciproco delle parti.
deposito superficiale
- Azione di m organismi eterotro - Esposizione della - Inquinanti atmos
Accumulo di materiali quali a guano, terriccio, polvere. Ha spessore variabile e scarsa coerenza e aderenza al materiale sottostante.
- Fenomeni di umi - Usura dovuta al t - Mancanza di direttamente atmosferici; - Errori di posa in o malte poco idonee
mancanza Caduta e perdita di pietrame (calcare bianco).
muratura tipo M5
deposito superficiale
- Azione di m organismi eterot - Esposizione del - Inquinanti atmo
Accumulo di materiali quali a guano, terriccio, polvere. Ha spessore variabile e scarsa coerenza e aderenza al materiale sottostante.
polverizzazione del giunto
- Usura dovuta al - Azione di micro
Decoesione con caduta spontanea del materiale sotto forma di polvere o frammenti.
muratura polverizzazione del giunto tipo M4 Decoesione con caduta spontanea del materiale
- Usura dovuta al - Azione di micro
sotto forma di polvere o frammenti.
- Fenomeni di um - Usura dovuta al - Mancanza di direttamente atmosferici; - Errori di posa in malte poco idone
mancanza patina biologica
polverizzazione del giunto
Malta a base di calce aerea e cemento, di colore grigio, utilizzata in alcuni interventi di rappezzamento della muratura in mattoni.
MORFOLOGIA DEL DEGRADO muratura tipo M2
PLT1: Pulitura meccanica con spazzole. PLT7: Si procede con l'applicazione di biocida tramite irroratore. PLT4: Pulitura ad acqua deionizzata ad azione solvente effettuata con idro-pulitrice a pressione moderata.
Strato sottile, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile. Accumulo di materiale quali guano e terriccio.
malta tipo ML1
INTERVENTI Si prevede la realizzazione di un vespaio drenante con ghiaia. (Vedi tavola Sezione 1:25 S5)
- Azione di microrganismi autotrofi e organismi eterotrofi. - Presenza di umidità o acqua; - Caratteristiche morfologiche del substrato.
Strato sottile, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile. Accumulo di materiale quali guano e terriccio.
Lamiera di colore verde usata sia nelle grondaie che nei pluviali, ancorata mediante dei ganci e presente lungo tutta la lunghezza della facciata.
Acciaio utilizzato in elementi (tiranti) posti in facciata.
CAUSE - Azione degli agenti atmosferici; - Ristagno dell'acqua piovana.
con perdita di materiale. E' generalmente accompagnato da variazioni cromatiche nella zona sottostante.
Variazione cromatica localizzata della superficie, determinata dall'ossidazione di un materiale metallico.
Muratura in pietrame e malta cementizia, nella quale nel corso degli anni è stata fortemente rimaneggiata con l'aggiunta di elementi in laterizio ( mattoni ). Dimensione mattoni albasi di colore giallo: 30*15*6 cm Mattoni pieni dimensione: 28*13*6 cm Malta cementizia, di colore grigio, con inerti di grossa granulometria. Dimensione giunto orizzontale: varia da un minimo di 0,6 cm a un massimo di 3,2 cm. Dimensione giunto verticale: varia da un minimo di 1,5 cm a un massimo di 2,0 cm.
Coppi lisci in laterizio, utilizzati per la protezione esterna del tetto.
Travi in legno di abete ( bilancini ) che sostengono lo sporto di 140 cm incastrati nello spessore della muratura.
Decoesione con caduta spontanea del materiale sotto forma di polvere o frammenti.
Prospetto Nord prima dell’intervento
Caduta e perdita di pietrame (calcare bianco).
laterizio coppi
patina biologica diffusa
Strato sottile, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile. Accumulo di materiale quali guano, terriccio e polvere.
PBD
- Azione di m organismi eterot - Presenza di um - Caratteristiche ( rientranze, asp
Laboratorio di progettazione 3 | Canevon 2.0 ALAB2 RMZ2
PLT1
NOP2
PLT4
RMZ4
PCS
PLT3
PLT1
PLT4
PLT1
PLT3
INT
PLT4
NZN
PLT4
STL
RMZ2
ALAB1
ALAB1
PLT3
PLT3
PLT1
PLT4
STL
STL
PLT4
PLT7
PLT1 ALAB2
PLT1 PL8
PLT4
PLT3
PLT7
INT STL
STL
PBD
PBD
PBD
PBD PBD
PBD
PBD
Prospetto Nord scala 1:50 ALAB1 PLT3
Prospetto Est prima dell’intervento
RMZ4
RMZ1
RMZ3
PLT1
NOP1
NOP3
PLT4
STL
MORFOLOGIA DEL DEGRADO muratura fronte di risalita tipo M1 Limite di risalita capillare dell'acqua che si manifesta
macchia da ossidazione
CAUSE
INTERVENTI
MORFOLOGIA DEL DEGRADO
- Azione degli agenti atmosferici; - Ristagno dell'acqua piovana.
Si prevede la realizzazione di un vespaio drenante con ghiaia. (Vedi tavola Sezione 1:25 S5)
muratura tipo M2
- Fenomeni di umidità ascendente; - Mancanza di manutenzione e di uno strato protettivo; - Ossidazione di elementi metallici.
PLT8: Sgrassatura preventiva della superficie. Il trattamento prevede l'utilizzo di reagenti chimici in grado di solubilizzare il ferro, mediante impacchi di una soluzione satura di fosfato di ammonio.
muratura tipo M3
- Usura dovuta al tempo; - Azione di microrganismi.
ALAB1: Analisi chimico - fisica per le caratteristiche delle malte. PLT3: Pulitura non abrasiva ad aria compressa a bassa pressione. STL: Stilatura dei giunti con malta composta da grassello di calce, sabbia e additivi polimerici, tale da avere proprietà tecnico-meccaniche analoghe alla malta esistente. Stilatura del giunto a " sottosquadro".
i delle polverizzazione del giunto Decoesione con caduta spontanea del materiale sotto forma di polvere o frammenti.
murature
nte nei astri dei
patina biologica Strato sottile, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile. Accumulo di materiale quali guano e terriccio.
muratura tipo M2
macchia da ossidazione Variazione cromatica localizzata della superficie, determinata dall'ossidazione di un materiale metallico.
mancanza
Caduta e perdita di pietrame (arenacee e calcari argilliti).
deposito superficiale Accumulo di materiali quali a guano, terriccio, polvere. Ha spessore variabile e scarsa coerenza e aderenza al materiale sottostante.
Strato sottile, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile. Accumulo di materiale quali guano e terriccio.
polverizzazione del giunto Decoesione con caduta spontanea del materiale sotto forma di polvere o frammenti.
PLT1
PLT1
RMZ3
RMZ3
PLT1
RMZ1
NTR
PLT4
PLT4
NOP3
NOP3
PLT4
NOP1
PLT7
PLT7
PLT8
- Azione di microrganismi autotrofi e organismi eterotrofi. - Presenza di umidità o acqua; - Caratteristiche morfologiche del substrato.
PLT1: Pulitura meccanica con spazzole. PLT7: Si procede con l'applicazione di biocida tramite irroratore. PLT4: Pulitura ad acqua deionizzata ad azione solvente effettuata con idro-pulitrice a pressione moderata.
- Fenomeni di umidità ascendente; - Mancanza di manutenzione e di uno strato protettivo; - Ossidazione di elementi metallici.
PLT8: Sgrassatura preventiva della superficie. Il trattamento prevede l'utilizzo di reagenti chimici in grado di solubilizzare il ferro, mediante impacchi di una soluzione satura di fosfato di ammonio.
- Fenomeni di umidità ascendente; - Usura dovuta al tempo; - Mancanza di manutenzione in zone direttamente esposte agli agenti atmosferici; - Errori di posa in opera e utilizzo di sabbie o malte poco idonee.
ALAB2: Analisi fisica di pietre arenacee e calcari argilliti. PLT3: Pulitura non abrasiva ad aria compressa a bassa pressione. INT: Integrazione delle pietre mancanti con pietre simili. STL: Stilatura dei giunti con malta composta da grassello di calce, sabbia e additivi polimerici, tale da avere proprietà tecnico-meccaniche analoghe alla malta esistente. Stilatura del giunto a " sottosquadro".
- Azione di microrganismi autotrofi e organismi eterotrofi; - Esposizione della superficie; - Inquinanti atmosferici.
PLT1: Pulitura meccanica con spazzole. PLT4: Pulitura ad acqua deionizzata ad azione solvente effettuata con idro-pulitrice a pressione moderata.
- Azione di microrganismi autotrofi e organismi eterotrofi. - Presenza di umidità o acqua; - Caratteristiche morfologiche del substrato.
PLT1: Pulitura meccanica con spazzole. PLT7: Si procede con l'applicazione di biocida tramite irroratore. PLT4: Pulitura ad acqua deionizzata ad azione solvente effettuata con idro-pulitrice a pressione moderata.
- Usura dovuta al tempo; - Azione di microrganismi.
ALAB1: Analisi chimico - fisica per le caratteristiche delle malte. PLT3: Pulitura non abrasiva ad aria compressa a bassa pressione. STL: Stilatura dei giunti con malta composta da grassello di calce, sabbia e additivi polimerici, tale da avere proprietà tecnico-meccaniche analoghe alla malta esistente. Stilatura del giunto a " sottosquadro".
CAUSE
presenza di vegetazione
PLT7
deposito superficiale Accumulo di materiali quali a guano, terriccio, polvere. Ha spessore variabile e scarsa coerenza e aderenza al materiale sottostante.
mancanza Caduta e perdita di pietrame (calcare bianco).
muratura tipo M5
deposito superficiale Accumulo di materiali quali a guano, terriccio, polvere. Ha spessore variabile e scarsa coerenza e aderenza al materiale sottostante.
polverizzazione del giunto Decoesione con caduta spontanea del materiale sotto forma di polvere o frammenti.
muratura polverizzazione del giunto tipo M4 Decoesione con caduta spontanea del materiale
PLT8
RMZ2 NOP2 NTR
Materiali | Degradi | interventi
Caduta e perdita di pietrame (calcare bianco).
patina biologica diffusa
Strato sottile, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile. Accumulo di materiale quali guano, terriccio e polvere.
PBD
MORFOLOGIA DEL DEGRADO pietra d'Istria
deposito superficiale Accumulo di materiali quali a guano, terriccio, polvere. Ha spessore variabile e scarsa coerenza e aderenza al materiale sottostante, ovvero pietra d'istria.
fessurazione
- Azione di microrganismi autotrofi e organismi eterotrofi; - Esposizione della superficie; - Inquinanti atmosferici.
PLT1: Pulitura meccanica con spazzole. PLT4: Pulitura ad acqua deionizzata ad azione solvente effettuata con idro-pulitrice a pressione moderata.
Fessurazione in continuità nel materiale che implica lo spostamento reciproco delle parti.
- Fenomeni di umidità ascendente; - Usura dovuta al tempo; - Mancanza di manutenzione in zone direttamente esposte agli agenti atmosferici; - Errori di posa in opera e utilizzo di sabbie o malte poco idonee.
ALAB2: Analisi fisica di pietre di calcare bianco. PLT3: Pulitura non abrasiva ad aria compressa a bassa pressione. INT: Integrazione delle pietre mancanti con pietre simili. STL: Stilatura dei giunti con malta composta da grassello di calce, sabbia e additivi polimerici, tale da avere proprietà tecnico-meccaniche analoghe alla malta esistente. Stilatura del giunto a " sottosquadro".
Variazione cromatica localizzata della superficie, determinata dall'ossidazione di un materiale metallico.
- Azione di microrganismi autotrofi e organismi eterotrofi; - Esposizione della superficie; - Inquinanti atmosferici.
PLT1: Pulitura meccanica con spazzole. PLT4: Pulitura ad acqua deionizzata ad azione solvente effettuata con idro-pulitrice a pressione moderata.
- Usura dovuta al tempo; - Azione di microrganismi.
ALAB1: Analisi chimico - fisica per le caratteristiche delle malte cementizia di colore ocra. PLT3: Pulitura non abrasiva ad aria compressa a bassa pressione. STL: Stilatura dei giunti con malta composta da grassello di calce, sabbia e additivi polimerici, tale da avere proprietà tecnico-meccaniche analoghe alla malta esistente. Stilatura del giunto a " sottosquadro".
- Usura dovuta al tempo; - Azione di microrganismi.
ALAB1: Analisi chimico - fisica per le caratteristiche delle malte cementizia di colore grigio. PLT3: Pulitura non abrasiva ad aria compressa a bassa pressione. STL: Stilatura dei giunti con malta composta da grassello di calce, sabbia e additivi polimerici, tale da avere proprietà tecnico-meccaniche analoghe alla malta esistente. Stilatura del giunto a " sottosquadro".
- Fenomeni di umidità ascendente; - Usura dovuta al tempo; - Mancanza di manutenzione in zone direttamente esposte agli agenti atmosferici; - Errori di posa in opera e utilizzo di sabbie o malte poco idonee.
ALAB2: Analisi fisica di pietre di calcare bianco. PLT3: Pulitura non abrasiva ad aria compressa a bassa pressione. INT: Integrazione delle pietre mancanti con pietre simili. STL: Stilatura dei giunti con malta composta da grassello di calce, sabbia e additivi polimerici, tale da avere proprietà tecnico-meccaniche analoghe alla malta esistente. Stilatura del giunto a " sottosquadro".
- Azione di microrganismi autotrofi e organismi eterotrofi; - Presenza di umidità o acqua; - Caratteristiche morfologiche del substrato ( rientranze, asperità).
PLT1: Pulitura meccanica con spazzole. PLT7: Si procede con l'applicazione di biocida tramite irroratore. PLT4: Pulitura ad acqua deionizzata ad azione solvente effettuata con idro-pulitrice a pressione moderata.
sotto forma di polvere o frammenti.
laterizio coppi
INTERVENTI Nessun intervento previsto
Fessurazione in continuità nel materiale che implica lo spostamento reciproco delle parti.
mancanza patina biologica
PLT5
Muro perimetrale dopo l’intervento
con perdita di materiale. E' generalmente accompagnato da variazioni cromatiche nella zona sottostante.
Variazione cromatica localizzata della superficie, determinata dall'ossidazione di un materiale metallico.
PLT3 STL
Prospetto Est dopo l’intervento
140 cm
ALAB1 PLT8
Muro perimetrale prima dell’intervento
macchia di ossidazione
patina biologica Strato sottile, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile. Accumulo di materiale quali guano e terriccio.
lega di ferro 1
lega di acciaio 1
ossidazione Reazione chimica che si verifica tra il metallo e l'ossigeno, la quale forma ossido.
degrado antropico Collocazione superficie.
indesiderata
di
elementi
CAUSE - Azione di microrganismi autotrofi e organismi eterotrofi; - Esposizione della superficie; - Inquinanti atmosferici.
- Usura dovuta al tempo; PCS: Preconsolidamento con silicato di etile - Sollecitazioni meccaniche; applicato a spruzzo (buone condizioni) o con - Cicli di gelo e disgelo; pennello (medie condizioni). - Dissesto dell'apparato murario di supporto. PLT4: Pulitura ad acqua deionizzata ad azione solvente effettuata con idro-pulitrice a pressione moderata. NZN: Iniezione di malta di calce e polvere di pietra d'Istria sottosquadro. - Fenomeni di umidità ascendente; - Mancanza di manutenzione e di uno strato protettivo; - Ossidazione di elementi metallici.
PLT8: Sgrassatura preventiva della superficie. Il trattamento prevede l'utilizzo di reagenti chimici in grado di solubilizzare il ferro, mediante impacchi di una soluzione satura di fosfato di ammonio.
- Azione di microrganismi autotrofi e organismi eterotrofi. - Presenza di umidità o acqua; - Caratteristiche morfologiche del substrato.
PLT1: Pulitura meccanica con spazzole. PLT7: Si procede con l'applicazione di biocida tramite irroratore. PLT4: Pulitura ad acqua deionizzata ad azione solvente effettuata con idro-pulitrice a pressione moderata.
- Azione degli agenti atmosferici; - Mancanza di manutenzione e di uno strato protettivo.
RMZ4: Rimozione delle inferriate metalliche.
- Azione degradante dell'uomo.
RMZ2: Rimozione del tirante metallico. NOP2: Collocazione di un nuovo elemento che restituisca la medesima funzione meccanica. NTR: Applicazione a pennello di uno strato protettivo antiruggine incolore.
- Azione degli agenti atmosferici.
RMZ1: Rimozione dei pluviali - gronde esistenti. NOP1: installazione di nuove di forma e dimensioni uguali all'esistente in alluminio grigio
sulla
lamiera esfoliazione preverniciata Distacco di uno o più strati superficiali di vernice.
ossidazione
INTERVENTI PLT1: Pulitura meccanica con spazzole. PLT4: Pulitura ad acqua deionizzata ad azione solvente effettuata con idro-pulitrice a pressione moderata.
- Azione degli agenti atmosferici.
Reazione chimica che si verifica tra il metallo e l'ossigeno, la quale forma ossido.
legno verniciato
marcescenza Marcescenza delle tavole ligne che costituiscono il portale, degrado dovuto alla continua esposizione agli agenti atmosferici.
- Azione degli agenti atmosferici.
RMZ3: Rimozione dei portali e degli scuri lignei. NOP3: installazione di nuove di forma e dimensioni uguali all'esistente in legno verniciato.
63
Laboratorio di progettazione 3 | Canevon 2.0
64
Laboratorio di progettazione 3 | Canevon 2.0
65
Workshop di progettazione del paesaggio, Forte di Sant’ Andrea, Venezia, Italia. In viaggio attraverso terre lontane e città sconosciute, a volte succede di trovarsi davanti a un’isola su cui sventola un’enorme bandiera, si ha la certezza che non è stata posta lì per caso. Si direbbe che è uno di quei posti dove non succede nulla, ma una volta sopra il torrione si scopre che è da lì che si domina tutto l’intorno. In genere, è lì che iniziano i racconti, la trasformazione del territorio e delle città, è da lì che si costruisce e si pensa per la prima volta l’architettura. Lì dove la terra incontra l’acqua, a Venezia l’acqua è la sua terra. Il forte di Sant’Andrea racchiude in sé il concetto classico della prima lezione di progetto: ubicazione e accesso, ingresso nella laguna o uscita sull’Adriatico, due scale diverse, dalla natura all’artificio, dal paesaggio ai suoi particolari. In un primo momento si è trattato di un lavoro suddiviso in piccoli gruppi, con l’obbiettivo di creare una struttura attraverso l’assemblaggio di bastoni di legno (manici di scopa), che potesse in qualche modo riqualificare e dare centralità ad una zona quella del bacàn ( litorale di fronte all’isola di Sant Andrea) . La struttura doveva intergrarsi con il paesaggio sfruttando le caratteristiche di questa particolare striscia di terra che compare e scompare con l’andamento della marea. Tra tutti i progetti ne è stato scelto uno, che è stato assemblato e trasportato in bacàn, dandoci l’opportunità di poter seguire e collaborare al progetto fino alla fase finale.
66
W.A.V.E. 2012 | Forte di Sant’Andrea
67
2.08 1.69
1.10
1.69
0.58
1.28
0.86
8m
1.66
1.27
3
12x 3x 1x
1
4m
2m
1.28
4.2
3.
1
1m
3.38 5.07
4.21
2.33
0.86
2.27
3.38
2.99
4.60
4m
2m
1.85
1.23
3.38 3.51
4m
8m
1.28
1.66
1.69
2.99
gruppo 9
3.38
5.07
5.07
2.33 SANTA MARTA P.T_I
4.21
2.08
1:1
1.69
4.60
1
7
7
2.99
1:1
1:1
2m
1:10
4m
70
3.38
1m
1:10
70
1:1
8m
32x 12x 3x 1x
2.27
1.69
2.27
3.38
1.69
x10
x7
1.23 1.00
3.51
1.27
32x 12x 3x 1x
0.86
4.60
2m
serena bragato riccardo busetto andrea cenci piero feiffer enrica luciani irene meneghelli giacomo trevisan
3.38 5.07
1.10
2.33 4.60
1m
2m
4m
8m
32x 12x 3x 1x
serena bragato riccardo busetto andrea cenci piero feiffer enrica luciani irene meneghelli giacomo trevisan
5.07
gruppo 9
1.60
1.10
Dopo il sopralluogo nelle isole della Certosa, di S. Erasmo e delle Vignole è risultato subito significativo il disagio provocato dalla difficoltà di raggiungere sia via terra, sia via mare, le varie isole e l’insufficienza di collegamenti marittimi soprattutto tra Vignole e S. Erasmo. Soffermandoci su questo aspetto, nell’analisi topografica dell’area di interesse, abbiamo individuato un ipotetico triangolo, il quale vede distribuite lungo i suoi cateti e i suoi vertici, fermate ACTV già esistenti. L’apertura verso nord dell’idroscalo, segno indelebile e spaccatura profonda nella naturalità di queste zone, oltre ad averci permesso di posizionare aggiuntivi imbarcaderi, è risultata essere la diagonale del quadrilatero formato dal “triangolo ideale” iniziale specchiato e ribaltato verso est. Nel quarto vertice, dunque, pensiamo possa essere collocata la nostra struttura sia per le motivazioni sopracitate sia perché il terreno sabbioso del Bacan che emerge o è sommerso dall’acqua in base alla marea, suggerisce delle interessanti relazioni con la nostra opera architettonica. Questo luogo-non-luogo, questa sottile linea di terra arsa quotidianamente dal sole e meta per turisti e bagnanti, pensiamo sia adatta ad ospitare una struttura che come scopo primario abbia quello di creare uno spazio d’ombra del quale godere da sdraiati o da seduti, e che fonda in questo modo la presenza umana al mondo naturale e a quello architettonico. La pianta del nostro progetto riprende direttamente il quadrilatero iniziale ed è divisa internamente da diversi triangoli, forma geometrica scelta sia in quanto maglia elementare isostatica, sia in quanto prosecuzione diretta del nostro studio. Infine l’equilibrio generale che permette alla struttura di reggersi e di oscillare orizzontalmente di qualche decina di gradi, è dato dal posizionamento di un peso, che oltre ad avere un valore strutturale si carica di significati simbolici, in quanto simbolo della naturalità dell’area di intervento.
serena bragato riccardo busetto andrea cenci piero feiffer enrica luciani irene meneghelli giacomo trevisan
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Dopo il sopralluogo nelle isole della Certosa, di S. Erasmo e delle Vignole è risultato subito significativo il disagio provocato dalla difficoltà di raggiungere sia via terra, sia via mare, le varie isole e l’insufficienza di collegamenti marittimi soprattutto tra Vignole e S. Erasmo. Soffermandoci su questo aspetto, nell’analisi topografica dell’area di interesse, abbiamo individuato un ipotetico triangolo, il quale vede distribuite lungo i suoi cateti e i suoi vertici, fermate ACTV già esistenti. L’apertura verso nord dell’idroscalo, segno indelebile e spaccatura profonda nella naturalità di queste zone, oltre ad averci permesso di posizionare aggiuntivi imbarcaderi, è risultata essere la diagonale del quadrilatero formato dal “triangolo ideale” iniziale specchiato e ribaltato verso est. Nel quarto vertice, dunque, pensiamo possa essere collocata la nostra struttura 1.80 sia per le motivazioni sopracitate sia perché il terreno sabbioso del Bacan che emerge o è sommerso dall’acqua in base alla marea, suggerisce delle interessanti relazioni con la nostra opera architettonica. Questo luogo-non-luogo, questa sottile linea di terra arsa quotidianamente dal sole e meta per turisti e bagnanti, pensiamo sia adatta ad ospitare una struttura che come scopo primario abbia quello di creare uno spazio d’ombra del quale godere da sdraiati o da seduti, e che fonda in questo modo la presenza umana al mondo naturale e a quello architettonico. La pianta del nostro progetto riprende direttamente il quadrilatero iniziale ed è divisa internamente da diversi triangoli, forma geometrica scelta sia in quanto maglia elementare isostatica, sia in quanto prosecuzione diretta del nostro studio. Infine l’equilibrio generale che permette alla struttura di reggersi e di oscillare orizzontalmente di qualche decina di gradi, è dato dal posizionamento di un peso, che oltre ad avere un valore strutturale si carica di significati simbolici, in quanto simbolo della naturalità dell’area di intervento.
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Dopo il sopralluogo nelle isole della Certosa, di S. Erasmo e delle Vignole è risultato subito significativo il disagio provocato dalla difficoltà di raggiungere sia via terra, sia via mare, le varie isole e l’insufficienza di collegamenti marittimi soprattutto tra Vignole e S. Erasmo. Soffermandoci su questo aspetto, nell’analisi topografica dell’area di interesse, abbiamo individuato un ipotetico triangolo, il quale vede distribuite lungo i suoi cateti e i suoi vertici, fermate ACTV già esistenti. L’apertura verso nord dell’idroscalo, segno indelebile e spaccatura profonda nella naturalità di queste zone, oltre ad averci permesso di posizionare aggiuntivi imbarcaderi, è risultata essere la diagonale del quadrilatero formato dal “triangolo ideale” iniziale specchiato e ribaltato verso est. Nel quarto vertice, dunque, pensiamo possa essere collocata la nostra struttura sia per le motivazioni sopracitate sia perché il terreno sabbioso del Bacan che emerge o è sommerso dall’acqua in base alla 1.80 marea, suggerisce delle interessanti relazioni con la nostra opera architettonica. Questo luogo-non-luogo, questa sottile linea di terra arsa quotidianamente dal sole e meta per turisti e bagnanti, pensiamo sia adatta ad ospitare una struttura che come scopo primario abbia quello di creare uno spazio d’ombra del quale godere da sdraiati o da seduti, e che fonda in questo modo la presenza umana al mondo naturale e a quello architettonico. La pianta del nostro progetto riprende direttamente il quadrilatero iniziale ed è divisa internamente da diversi triangoli, forma geometrica scelta sia in quanto maglia elementare isostatica, sia in quanto prosecuzione diretta del nostro studio. Infine l’equilibrio generale che permette alla struttura di reggersi e di oscillare orizzontalmente di qualche decina di gradi, è dato dal posizionamento di un peso, che oltre ad avere un valore strutturale si carica di significati simbolici, in quanto simbolo della naturalità dell’area di intervento.
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W.A.V.E. 2012 | Forte di Sant’Andrea
Dopo il sopralluogo nelle isole della Certosa, di S. Erasmo e delle Vignole è risultato subito signicativo il disagio provocato dalla dicoltà di raggiungere sia via terra, sia via mare, le varie isole e l’insucienza di collegamenti marittimi soprattutto tra Vignole e S. Erasmo. Soermandoci su questo aspetto, nell’analisi topograca dell’area di interesse, abbiamo individuato un ipotetico triangolo, il quale vede distribuite lungo i suoi cateti e i suoi vertici, fermate ACTV già esistenti. L’apertura verso nord dell’idroscalo, segno indelebile e spaccatura profonda nella naturalità di queste zone, oltre ad averci permesso di posizionare aggiuntivi imbarcaderi, è risultata essere la diagonale del quadrilatero formato dal “triangolo ideale” iniziale specchiato e ribaltato verso est. Nel quarto vertice, dunque, pensiamo possa essere collocata la nostra struttura sia per le motivazioni sopracitate sia perché il terreno sabbioso del Bacan che emerge o è sommerso dall’acqua in base alla marea, suggerisce delle interessanti relazioni
con la nostra opera architettonica. Questo luogo-non-luogo, questa sottile linea di terra arsa quotidianamente dal sole e meta per turisti e bagnanti, pensiamo sia adatta ad ospitare una struttura che come scopo primario abbia quello di creare uno spazio d’ombra del quale godere da sdraiati o da seduti, e che fonda in questo modo la presenza umana al mondo naturale e a quello architettonico. La pianta del nostro progetto riprende direttamente il quadrilatero iniziale ed è divisa internamente da diversi triangoli, forma geometrica scelta sia in quanto maglia elementare isostatica, sia in quanto prosecuzione diretta del nostro studio. Inne l’equilibrio generale che permette alla struttura di reggersi e di oscillare orizzontalmente di qualche decina di gradi, è dato dal posizionamento di un peso, che oltre ad avere un valore strutturale si carica di signicati simbolici, in quanto simbolo della naturalità dell’area di intervento.
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