Tesi di Laurea Magistrale | Architettura per il Progetto Sostenibile | Politecnico di Torino | 2017

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POLITECNICO DI TORINO Corso di Laurea Magistrale in Architettura per il Progetto Sostenibile

Tesi di Laurea Magistrale

BIM e GBC Historic Building: una proposta di riqualificazione energetica del Santuario del Trompone a Moncrivello (VC) per l’ottenimento della certificazione LEED sugli edifici storici

Relatore

Candidato

Anna Osello

Pietro Meneghello

Correlatore Matteo Del Giudice

A.A. 2016/2017 



Indice

Abstract

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Introduzione

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1. Caso studio

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2. Stato dell’arte

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2.1. Building Information Modeling (BIM)

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2.1.1. Panoramica

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2.1.2. InteroperabilitĂ

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2.1.3. Normativa Italiana

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2.2. Certificazioni energetiche

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2.2.1. Direttive europee e normativa italiana

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2.2.2. Sistemi a punteggio

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2.2.3. GBC Historic Building

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2.3. Interventi di riqualificazione energetica sul patrimonio storico in Italia

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3. Metodologia

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3.1. Survey

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3.1.1. Analisi dello stato di fatto

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3.1.2. Indagine conoscitiva approfondita e raccolta dati

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3.2. Data Restitution

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3.2.1. Gestione e condivisione dati

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3.2.2. Modello BIM Architettonico

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3.2.3. Inserimento dati

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3.2.4. Definizione output/requisiti

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3.3. Simulation 3.3.1. Analisi energetica stato di fatto_Modello per Masse

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3.3.2. Analisi energetica stato di fatto_Modello dettagliato

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3.3.3. Analisi energetica stato di progetto_Modello dettagliato

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3.4. Compilazione del Protocollo GBC HB 4. Risultati

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4.1. Modellazione BIM

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4.2. BIM workflow

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4.3. Certificazione LEED

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5. Conclusioni 5.1. Sviluppi futuri

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6. Indice delle figure

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7. Bibliografia

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8. Sitografia

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9. Allegati

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Abstract In un contesto, come quello italiano, in cui il continuo consumo di suolo riduce sempre più la possibilità di costruire edifici ex novo, il recupero e la riqualificazione del patrimonio storico, che caratterizza il nostro territorio, rappresentano una valida alternativa. È un’occasione quindi per ridare qualità architettonica a quei manufatti edilizi destinati alla dismissione, ormai non più in linea con le normative italiane ed europee, ed ottenere elevati standard di sostenibilità ambientale attraverso la riduzione delle emissioni inquinanti e limitando l’eccessivo consumo di risorse naturali. Lo sforzo del professionista è quello di ottimizzare il processo progettuale, costruttivo e soprattutto la gestione delle informazioni contenute all’interno di un edificio, attraverso nuove strumenti e metodologie come quella BIM (Building Information Modeling). In questa tesi è stato sperimentato come la modellazione parametrica di un software BIM oriented (Revit), supporti un progetto di riqualificazione energetica di un Santuario del XVI secolo, con l’obbiettivo di conseguire la certificazione LEED sugli edifici storici, secondo il protocollo GBC Historic Building. La volontà di far dialogare sostenibilità e restauro, due tematiche apparentemente molto distanti tra loro, pone inevitabili ostacoli legati soprattutto agli strumenti di modellazione virtuale che non hanno ancora raggiunto una maturità tale da consentire una precisa analisi energetica. Nonostante ciò, gli interventi proposti hanno portato ad un miglioramento delle prestazioni energetiche dell’intero complesso storico ed al raggiungimento di un ottimo livello di sostenibilità in termini di risparmio idrico, uso di fonti rinnovabili e riduzione di emissioni inquinanti.

In a context, like the Italian one, where the continuous consumption of soil increasingly reduces the possibility of constructing new buildings, the restoration and redevelopment of the historical heritage that characterizes our territory are a valid alternative. It is therefore an opportunity to restore architectural quality to those buildings intended for disposal, now no longer in line with Italian and European regulations, and to achieve high standards of environmental sustainability through the reduction of polluting emissions and limiting the excessive consumption of natural resources. The professional's effort is to optimize the design and constructive process but above all the management of the information contained within a building, through new tools and methodologies such as BIM (Building Information Modeling). In this thesis it was tested how the parametric modeling of a BIM oriented software (Revit), supports an energy requalification project of a 16th century Sanctuary, with the aim of achieving LEED certification on historical buildings, according to the GBC Historic Building protocol. The desire to combine sustainability and restoration, two themes that are apparently very distant from each other, poses inevitable obstacles, above all, to the virtual modeling tools that have not yet reached a maturity that allows a precise energy analysis. Despite this, the proposed measures have led to an improvement of the energy performance of the entire historical complex and the achievement of an excellent level of sustainability in terms of water saving, use of renewable sources and reduction of polluting emissions.

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Introduzione Circa un terzo degli edifici italiani è stato costruito prima del 1945 e può essere definito di carattere “storico”: come tale va valorizzato e riqualificato. Si è spesso portati a pensare l’architettura ex-novo come mezzo per poter esprimere estro e creatività, ma si dimentica che il nostro patrimonio edilizio, riconosciuto a livello internazionale, ha bisogno di una veste tutta nuova che solo professionisti con una certa cultura architettonica ed una sensibilità ambientale possono fornire. È chiaro a tutti che il territorio italiano è ormai saturo di edifici, per cui c’è bisogno di porre un freno al continuo consumo di suolo, incentivando e preferendo il riuso di edifici storici alle nuove costruzioni. I motivi sono di natura diversa: ambientale, economica, sociale e soprattutto culturale. Di fronte a direttive europee sempre più stringenti, che obbligano i vari Stati a ridurre le emissioni inquinanti ed a migliorare l’efficenza energetica degli edifici, i professionisti del settore dovranno lavorare in sinergia per affrontare queste nuove sfide e raggiungere gli stessi obiettivi. In questo contesto si inserisce un ventaglio di strumenti a supporto del professionista con il fine di guidarlo in una corretta progettazione: a tal proposito, il Green Building Council Italia, sezione italiana della GBC statunitense, creatrice della certificazione LEED, ha sviluppato un nuovo sistema a punteggio, di natura volontaria, per la valutazione e certificazione del livello di sostenibilità degli interventi di restauro e recupero di edifici storici, denominato GBC Historic Building, che si prefigge lo scopo di raggiungere prestazioni energetico-ambientali elevate preservando il valore storico e testimoniale del manufatto edilizio. In questa tesi, l’intento è dimostrare come una metodologia innovativa e interdisciplinare come quella del Building Information Modelling (BIM) può essere lo strumento più efficace con cui ottenere notevoli risultati, a livello di sostenibilità, attraverso il controllo e la gestione delle informazioni, dei tempi, dei costi e dei consumi di un edificio storico esistente, sia prima che dopo l’intervento, tenendo conto dei parametri proposti dal protocollo LEED.

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Caso studio

1. Caso studio Il Santuario della Beata Vergine del Trompone è situato nel comune di Moncrivello, in provincia di Vercelli, tra il comune di Villareggia e di Cigliano. A pochi chilometri dal santuario si trova l’autostrada Torino-Milano.

Figura 1. Vista aerea del complesso da Sud

Il santuario sorge dove avvenne l’apparizione della Beata Vergine, testimoniata dal miracolo portentoso della guarigione di Domenica Millianotto, una donna ricurva, balbuziente e da sei anni gravemente ammalata di epilessia. La donna vide la Beata Vergine Maria sul tronco di un castagno potato di tutti i rami, in dialetto locale “trumpone”, poiché molto grande. Di corsa tornò a Cigliano gridando il “messaggio” della Beata Vergine: «Ho visto una bella Signora sopra un “trompone” la quale mi ha detto che li vuole una chiesa!». La grande gioia che riempiva il cuore le aveva fatto dimenticare le scomparse infermità. Il prodigio non sfuggì agli abitanti di Cigliano che credettero senza indugio al “messaggio” della Signora del Trompone e riconobbero la sacralità del luogo.1 1

Silenziosi Operai Della Croce, “La Beata Vergine potente del Trompone”, Istituto Salesiano Pio XI, Roma, 2016.

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Caso studio

Il 19 agosto 1559, nel luogo dell’apparizione fu celebrata una Santa Messa su di un altare mobile e al termine fu posta la prima pietra di una chiesa. Autorizzato dalla Bolla Pontificia, il marchese Cesare Majo, assunse la responsabilità di realizzare, secondo la richiesta della Beata Vergine, la costruzione del santuario. Iniziata nel 1563, la costruzione della “Rotonda” terminò, con vicende alterne, nel 1568. Costatata l’insufficienza della Rotonda ad accogliere i numerosi pellegrini, si pensò ad una costruzione più grande. Del progetto fu incaricato, nel 1594 l’ingegner Melchiorre Piantino. L’anno seguente, 1595, furono gettate le fondamenta del santuario: tre navate, quella centrale collegata con la Rotonda. Nel 1627 i francescani dettero un impulso al culto, all’accoglienza dei pellegrini e subito videro la necessità di costruire un convento per la loro abitazione e per l’accoglienza. La costruzione si protrasse per circa venti anni, potendo contare solo sulle offerte e le donazioni dei fedeli. Nel 1827 il santuario e il convento passarono ai monaci Cistercensi, che ne avevano l’usufrutto, ai quali venne affidata la gestione e la manutenzione.

Figura 2. Foto storica di uno dei palazzi del Seminario Minore

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Caso studio

Tra il 1883 e il 1893 furono costruiti, secondo il progetto dell’ingegner Vincenzo Canetti, i due palazzi in stile neoclassico del Seminario Minore, per ospitare la scuola preparatoria e le tre classi del ginnasio. Infine negli anni 1927-1928 fu costruito l’alloggio delle suore e la nuova cucina, in un edificio adiacente al Seminario Minore. Attualmente il complesso ospita diverse funzioni: - la RSA (Residenza Sanitaria Assistenziale) “Virgo Potens”, ristrutturata ed adeguata, tra il 2011 e il 2015, dal punto di vista della sicurezza (con la costruzione di due scale antincendio interne alla struttura), strutturali (con il rifacimento del tetto) e normativi (con l’innalzamento di un ascensore fino al secondo piano della struttura); - Corso di Laurea in Terapia Occupazionale (dal a.a. 2005-2006) in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore, Facoltà di Medicina e Chirurgia di Roma; - il convento dei Silenziosi Operai della Croce - il santuario della Madonna del Trompone.

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Stato dell’arte - BIM

2. Stato dell’arte 2.1. Building Information Modeling (BIM) La necessità di adottare sistemi che consentano di gestire in modo efficiente ed efficace tutte le informazioni, ha portato alla progressiva digitalizzazione dei processi informativi in edilizia. Per cercare di risolvere le difficoltà oggettive, entra in gioco il BIM, o Building Information Modeling, offrendo un nuovo modello organizzativo. Il settore delle costruzioni è di fronte a una rivoluzione dove il BIM si propone come vero e proprio promotore del cambiamento attraverso un incremento della produttività, con una riduzione dei tempi e degli errori, una razionalizzazione dei processi e un’ottimizzazione delle soluzioni e dei costi. Questa trasformazione coinvolge tutti gli attori del processo edilizio: a partire dalla committenza, agli studi professionali di ingegneria e architettura, alle imprese di costruzione e ristrutturazione, fino ad arrivare ai cantieri ma soprattutto al facility management per la gestione del patrimonio immobiliare. Il processo BIM diventa, quindi, sempre più necessario per le figure professionali come progettisti, costruttori, enti pubblici, installatori, manutentori e cosi via, ma occorre conoscere la metodologia e sfruttare adeguatamente gli strumenti messi a disposizione della stessa. Le parole chiave per il futuro delle costruzioni sono BIM e Sostenibilità.

2.1.1. Panoramica BIM è l’acronimo di “Building Information Modeling” ovvero Modello di Informazioni di un Edificio. Esso può però assumere un duplice significato: “Building Information Modeling” per indicare la metodologia volta a costruire ed arricchire la rappresentazione digitale dell’edificio, e “Building Information Model” ossia il modello vero e proprio generato da tale processo.

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Stato dell’arte - BIM

È importante comprendere innanzitutto che il BIM non è uno strumento ma una metodologia. Esso può essere immaginato come un processo di progettazione, costruzione, manutenzione e dismissione di un’opera, che si serve di un modello informativo contenente tutte le informazioni riguardanti l’intero ciclo di vita dell’opera stessa.

GEOMETRIA

DISMISSIONE

DEMOLIZIONE

MATERIALI

BIM

CICLO DI VITA

STRUTTURA PORTANTE

CARATTERISTICHE TERMICHE

MANUTENZIONE

IMPIANTI

SICUREZZA COSTI

Figura 3. Ciclo di vita di un edificio nell’ottica BIM

Grazie alla metodologia BIM l’edificio viene “costruito” prima della sua realizzazione fisica, mediante un modello virtuale, grazie alla collaborazione e al contributo di tutti gli attori coinvolti nel progetto. Caratteristica principale di tale filosofia è un approccio altamente strategico, che offre la possibilità di analizzare l’oggetto architettonico e valutare le sue prestazioni già in fase progettuale. Per la progettazione architettonica, il BIM si rivela utile al fine di ottenere automaticamente piante, prospetti, sezioni e assonometrie, infatti, ad ogni variazione del modello virtuale corrisponde una variazione automatica e dinamica di tutti gli elaborati del progetto.2 2

http://www.prismaprogetti.com/bim

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Stato dell’arte - BIM

Questo comporta un aumento della produttività e annulla quasi completamente la possibilità di commettere errori tra i vari elaborati progettuali. Per il calcolo strutturale, rende semplice l’aggiunta delle informazioni di carattere strutturale (pilastri, travi, materiali, armature, ecc.) ed eseguire il calcolo, fino ad ottenere tutti gli elaborati necessari. Inoltre tra i vantaggi legati all’utilizzo del BIM bisogna considerare la progettazione impiantistica. È possibile, infatti, arricchire il modello 3D con tutti gli elementi impiantistici, tenere facilmente sotto controllo tutto il progetto dell’impianto e visualizzare la presenza di possibili conflitti tra questa parte di progetto e il progetto architettonico nonché con la parte strutturale. Grazie a questa metodologia è possibile ottenere anche il computo metrico in maniera del tutto automatica e dinamica, per cui ad ogni variazione del progetto corrisponde una variazione in tempo reale del computo metrico e degli importi del progetto. La possibilità di svolgere simulazioni energetiche, strutturali, acustiche, illuminotecniche rappresenta un ulteriore importante aspetto, tipico della tecnologia BIM, che consente al committente di raggiungere migliori obiettivi prestazionali per l’immobile, senza spendere ulteriori risorse economiche, con una conseguente migliore collocazione sul mercato. Per questo il BIM non è semplicemente l’evoluzione del Computer Aided Design (CAD), ma si tratta di un modo completamente nuovo di guardare la progettazione e la realizzazione di un edificio.3 In generale dunque, l’utilizzo di software BIM oriented apporta notevoli vantaggi che si traducono in un risparmio di tempo e costi, una riduzione degli errori e una maggiore semplicità nel generare modelli anche molto complessi; inoltre, nella fase di “concept design” tali strumenti si pongono a supporto dei processi mentali creativi dei progettisti, restituendo rapidamente i feedback delle scelte di massima effettuate e consentendo scelte progettuali più consapevoli.

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http://biblus.acca.it/focus/bim-building-information-modeling/

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Stato dell’arte - BIM

2.1.2. Interoperabilità Come già precedentemente anticipato, una caratteristica fondamentale della metodologia BIM è la collaborazione tra le diverse figure interessate nelle diverse fasi del ciclo di vita di una struttura, al fine di inserire, estrarre, aggiornare o modificare le informazioni nel modello. L’interoperabilità tra i vari operatori è facilitata dall’Industry Fountation Classes (IFC), ovvero un formato dati aperto che consente l’interscambio di un modello informativo senza perdita o distorsione delle informazioni. Il formato IFC è lo strumento principale per la realizzazione dell’Open BIM, il quale rappresenta un “approccio universale per la collaborazione durante le fasi di progettazione, realizzazione e messa in esercizio degli edifici, basato su standard e flussi di lavoro aperti”4.

Figura 4. Condivisione del lavoro tramite IFC in ambiente BIM5

In un modello virtuale gli elementi sono pensati per descrivere i componenti di un edificio, come ad esempio impianti, spazi, zone, arredo, elementi strutturali, includendo le proprietà specifiche di ogni oggetto (forma, costo, posizione, sicurezza, connessioni con altri oggetti, caratteristiche termiche, fisiche e meccaniche). L’ingresso del BIM nel settore delle costruzioni ha creato nuove figure professionali come il BIM manager, il BIM coordinator e il BIM specialist.

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http://www.buildingsmart-tech.org/

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http://biblus.accasoftware.com/en/ifc-whats-it-for-whats-its-connection-with-bim/

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Stato dell’arte - BIM

Il BIM specialist si può definire un “modellatore delle informazioni”. È in grado di utilizzare i vari software per la realizzazione di un progetto BIM, secondo la propria competenza disciplinare (architettonica, strutturale o impiantistica). inoltre, comprende ed utilizza la documentazione tecnica ed operativa aziendale per la produzione degli elaborati e dei modelli. Il BIM coordinator, è colui che coordina le attività dei diversi BIM specialist ed i contenuti informativi dei modelli. È in grado di gestire e coordinare il lavoro su una o più discipline specifiche nell’ambito del progetto. Il BIM manager, invece, è il responsabile della gestione e del coordinamento delle informazioni per i fornitori coinvolti nei servizi di progettazione, realizzazione e gestione dell’opera. È anche responsabile dell’implementazione dei processi, della strategia BIM e della redazione della documentazione tecnica ed operativa. Elabora i Capitolati informativi per il committente, partecipa alla definizione dell’Ambiente di Condivisione Dati (ACDat) e definisce le sue regole di gestione.6 Per rendere sempre più efficiente il processo produttivo e le sue procedure legate al flusso informativo è necessaria la redazione di linee guida e normative tecniche. Poiché, una delle principali criticità del processo produttivo è legata allo scambio di informazioni tra le diverse parti professionali e le diverse fasi del processo, è nata l’esigenza di focalizzare in maniera predefinita le informazioni da trasferire. In particolare devono essere definiti il grado di dettaglio, la quantità e qualità delle informazioni non grafiche associate al modello, il livello di affidabilità e i diversi gradi di autorità nel produrre informazioni. Per poter classificare il grado di sviluppo del modello, individuarne rapidamente l’usabilità e la fase del processo in cui si trova, è stato definito un criterio di valutazione chiaro ed univoco chiamato Level of Development o Level of Detail (LOD). Nel 2015, l’organizzazione BIMForum ha pubblicato il documento dal nome “Level of Development Specification 2015”, in cui sono stati interpretati i diversi livelli di LOD formalizzati dall’American Institute of Architects (AIA) nel Document G202–2013, “Project Building Information Modeling Protocol Form":

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www.bimacademy.it/

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Stato dell’arte - BIM

- LOD 100, contenente informazioni legate ad elementi del modello, in termini di simboli e rappresentazioni generiche, che mostrano l’esistenza di un componente ma non la sua forma, dimensione o localizzazione; - LOD 200, in cui l’elemento del modello è rappresentato come un segnaposto generico, o un volume per l’occupazione di spazio; - LOD 300, dove l’elemento è definito e la sua dimensione, forma e quantità sono misurabili direttamente dal modello; - LOD 350, in cui sono modellate le parti, come supporti e connessioni, necessarie per il coordinamento dell’elemento con altri elementi vicini o in aderenza; - LOD 400, dove l’elemento è modellato con adeguato dettaglio e precisione per la sua fabbricazione; - LOD 500, che si riferisce alla verifica in cantiere dell’elemento in termini di dimensione, forma, posizione, quantità e orientamento.

2.1.3. Normativa Italiana Mentre negli USA la normativa di riferimento è la AIA Document G202/2013, in UK vige la PAS 1192-2/2013, che definisce i diversi LOD e i rispettivi Level of Information (LOI), classificandoli con numeri da 1 a 7, in Italia i processi BIM sono normati dalla UNI 11337:2017 della quale, al momento, è stata pubblicata soltanto la parte 1, 4, 5 e 6. Nelle parti già pubblicate si parla di modelli, elaborati e oggetti informativi (11337-1), dell’evoluzione e dello sviluppo informativo di modelli, elaborati e oggetti (11337-4), di flussi informativi nei processi digitalizzati (11337-5), di linee guida per la redazione del Capitolato Informativo (11337-6). In particolare nella UNI 11337-6 vengono fornite indicazioni procedurali e uno schema su come redigere il documento contrattuale di commessa tra il Committente e il contraente, altrimenti detto “Capitolato Informativo” o Employer Information Requirement (EIR). La norma propone una struttura del documento suddetto organizzata in quattro parti: Premesse, Riferimenti normativi, Sezione tecnica e Sezione gestionale.

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Stato dell’arte - BIM

Nelle Premesse viene suggerito di fornire delle informazioni relative alla “identificazione del progetto” riguardanti la denominazione del committente e il titolo del progetto, che tipo di intervento deve essere portato avanti ed una descrizione dello stesso, la localizzazione geografica dell’intervento e indicazioni spaziali dell’opera o delle sue parti; viene, inoltre, suggerito di specificare la fase di incarico come definito nella norma UNI 11337-1. I Riferimenti normativi dovranno contenere la legislazione e le normative di carattere informativo che l’Affidatario dovrebbe rispettare, in aggiunta ai dettagli normativi in ambito edilizio, urbanistico, ecc. La Sezione tecnica viene organizzata, in forma tabellare, in 9 punti con cui vengono definiti tutti gli aspetti tecnici legati al flusso informativo: - caratteristiche tecniche e prestazionali dell’infrastruttura hardware e software - infrastruttura del Committente interessata e/o messa a disposizione - infrastruttura richiesta all’Affidatario per l’intervento specifico - formati di fornitura dati messi a disposizione inizialmente dal Committente - fornitura e scambio dati - sistema comune di coordinate specifiche di riferimento - specifica per l’inserimento degli oggetti - specifica di riferimento dell’evoluzione informativa del processo, dei modelli e degli elaborati - competenze di gestione informativa dell’Affidatario Infine la Sezione Gestionale, è suddivisa, anch’essa in forma tabellare, in 16 punti: - obiettivi informativi strategici e usi dei modelli e degli elaborati - livelli di sviluppo degli oggetti e delle schede informative - ruoli, responsabilità e autorità ai fini informativi - caratteristiche informative dei modelli, oggetti e/o elaborati messi a disposizione della committenza - strutturazione e organizzazione della modellazione digitale - politiche per la tutela e la sicurezza del contenuto informativo - proprietà del modello

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Stato dell’arte - BIM

- modalità di condivisione di dati, informazioni e di contenuti informativi - modalità di programmazione e gestione dei contenuti informativi di eventuali sub-affidatari - procedure di verifica, validazione di modelli, oggetti e/o elaborati - processo di analisi e risoluzione delle interferenze e delle incoerenze informative - modalità di gestione della programmazione (4D-Programmazione - modalità di gestione informativa economica (5D-Computi, estimi e valutazioni) - modalità di gestione delle esternalità (6D-Sostenibilità sociale, economica e ambientale) - modalità di gestione informativa dell’opera (7D-Uso, gestione, manutenzione e dismissione) -

modalità di archiviazione e consegna finale di modelli, oggetti e/o elaborati informativi

Il 1 dicembre 2017 è stato firmato il nuovo “decreto BIM” firmato dal Ministro Graziano del Rio, con il quale il BIM viene definito come il metodo di gestione e di regolamentazione per gli appalti pubblici. Il decreto vedrà l’adozione obbligatoria del BIM dal 1 gennaio 2019, in riferimento soprattutto ai lavori complessi, ovvero per importi superiori ai 100 milioni di euro, per poi estendersi a opere di importo minore: in modo graduale, e divenire obbligatorio per tutti i lavori pubblici nel 2025.

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Stato dell’arte - Certificazioni energetiche

2.2. Certificazioni energetiche 2.2.1. Direttive europee e normativa italiana Per proteggere la natura e salvaguardare la salute e la qualità della vita delle persone, l’Unione Europea ha sviluppato norme per la tutela ambientale fra le più rigorose al mondo. La strategia “20-20-20” ha stabilito tre ambiziosi obiettivi da raggiungere entro il 2020: -

ridurre i gas ad effetto serra del 20%;

-

ridurre i consumi energetici del 20% aumentando l'efficienza energetica;

-

soddisfare il 20% del fabbisogno energetico europeo con le energie rinnovabili.

Raggiungere gli obiettivi al 2020 dovrebbe contribuire a rafforzare la sicurezza energetica, riducendo la dipendenza dall'energia importata realizzando l'Unione per l’Energia, e a creare occupazione, rendendo l'Europa più competitiva. Si tratta dell'insieme delle misure pensate dall’UE per il periodo successivo al termine del Protocollo di Kyoto, il trattato per il contrasto al cambiamento climatico scaduto al termine del 2012; il Piano 20-20-20, contenuto nella Direttiva 2009/29/CE, è entrato in vigore nel giugno 2009 ed è valido dal gennaio 2013 fino al 2020. Successivamente, nel 2015, a Parigi viene adottato il primo accordo universale, legalmente vincolante, sul clima mondiale, da attuare a partire dal 2020 al 2030. L’accordo stabilisce un piano d’azione globale per avviare un percorso che possa portare ad evitare cambiamenti climatici pericolosi limitando il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2 oC. La Commissione propone che il quadro sull’energia e sul clima del 2030 sia basato sull’attuazione completa degli obiettivi per il 2020, oltre a: - una riduzione delle emissioni di gas serra nell’UE pari al 40% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990; - un aumento della quota di energia proveniente dalle fonti rinnovabili di almeno il 27%; - un miglioramento del 27% dell’efficienza energetica. In Italia, il Decreto Legislativo del 18 Aprile 2016 applica le Direttive europee 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE «sull'aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure d'appalto degli enti erogatori nei settori dell'acqua, dell'energia,

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Stato dell’arte - Certificazioni energetiche

dei trasporti e dei servizi postali, nonché per il riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture»7.

2.2.2. Sistemi a punteggio Per sostenibilità si intende “la capacità dell'umanità di rispondere alle esigenze del presente senza pregiudicare la capacità delle future generazioni di rispondere alle loro necessità”8. Applicare questo principio all’edilizia vuol dire agire in uno dei settori maggiormente impattivi sull’ambiente con la consapevolezza che occorre un cambiamento nello stile di vita di ciascuno di noi fatto di opportunità e non di rinunce.

Figura 5. Energia spesa nei diversi settori a confronto (Fonte ANIT)

Inoltre, il 70% del patrimonio edilizio in Italia presenta consumi di energia primaria più che doppi rispetto alla classe di efficienza energetica da “standard” normativi. È necessario, quindi, di un cambio di direzione possibile soltanto attraverso una riqualificazione mirata al recupero e all’adeguamento degli edifici dal punto di vista energetico, su tutto il territorio italiano. Attualmente sono disponibili diversi strumenti a supporto dei professionisti che operano nel campo delle costruzioni: tra questi vi sono le certificazioni di sostenibilità. Entrando nel dettaglio delle certificazioni di sostenibilità è necessario fare una distinzione tra la certificazione energetica e quella ambientale. L’attestato di certificazione energetica degli edifici, con l’attribuzione di specifiche classi prestazionali, attesta il consumo di energia espresso in kWh/m2 anno di un edificio.

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Nota Circolare del Decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50

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Our Common Future, The World Commission on Environment & Development, 1987

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Stato dell’arte - Certificazioni energetiche

La sua redazione è obbligatoria e rappresenta lo strumento di orientamento del mercato verso gli edifici a migliore rendimento energetico, permettendo ai cittadini di valutare la prestazione energetica dell’edificio di interesse per confrontarla con i valori tecnicamente raggiungibili, in un bilancio costi/benefici. La classe energetica è contrassegnata da una lettera che va da A4 a G. La certificazione ambientale, invece, è il processo che permette di valutare un edificio non solo considerando i consumi e l'efficienza energetica, ma anche prendendo in considerazione l'impatto della costruzione sull'ambiente e sulla salute dell'uomo. La certificazione ambientale è sempre volontaria. Nel mondo esistono numerosi sistemi di valutazione e di certificazione di sostenibilità ambientale. Essi si differenziano per due tipi di approccio: -

Metodo qualitativo (o a punteggio), basato su requisiti definiti a cui corrispondono specifici pesi e punteggi la cui somma globale indica il livello di sostenibilità energetica e ambientale dell’edificio (per esempio il LEED, il BREEAM o il CASBEE). I sistemi a punteggio sono strumenti pensati per rispondere alla necessità di definire specifici requisiti e suggerire approcci e modelli di calcolo utili a dimostrarne il raggiungimento, misurando così una prestazione.

-

Metodo quantitativo, che fa riferimento all’analisi LCA, valutando e quantificando l’energia inglobata dal fabbricato durante l’intero arco di vita.

In Italia, il quadro dei protocolli di valutazione della costruzione sostenibile è piuttosto frammentato ma, in generale, vede affermarsi a livello pubblico/regionale il protocollo ITACA, mentre sul mercato privato di respiro internazionale il protocollo LEED.

2.2.3. GBC Historic Building Il Green Building Council Italia (GBC Italia) è una associazione volontaria di imprese, enti e strutture, basata sul consenso e sulla valorizzazione dell'integrazione tra competenze tecniche scientifiche e competenze operative, con lo scopo di sviluppare ed adattare il sistema LEED (Leadership in Energy and Environmetal Design), sviluppato dal U.S. Green

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Stato dell’arte - Certificazioni energetiche

Building Council, alla realtà italiana, per farne uno strumento di crescita e sviluppo nel campo dell’edilizia sostenibile. Attualmente vi sono diversi protocolli volontari promossi da GBC Italia tra cui: -

GBC Home, per gli edifici residenziali fino a 10 piani, agriturismi e strutture ricettive;

-

GBC Historic Building, per gli edifici storici;

-

GBC Quartieri, per la riqualificazione sostenibile del territorio urbano;

-

GBC Condomini, per gli edifici residenziali composti da più unità immobiliari.

Per far dialogare i criteri di sostenibilità dello standard LEED e il vasto patrimonio di conoscenze proprie del mondo del restauro, dove l’Italia ricopre ruoli di eccellenza, nel 2014 nasce GBC Historic Building, un protocollo di certificazione volontaria del livello di sostenibilità degli interventi di conservazione, riqualificazione, recupero e integrazione di edifici storici con diverse destinazioni d’uso. Il protocollo GBC Historic Building si applica agli edifici antecedenti al periodo di industrializzazione edilizia che convenzionalmente in Europa parte dal 1945. Nello specifico, ai fini dell’applicazione del protocollo GBC HB, l’edificio deve essere stato costruito dunque prima del 1945 per una porzione pari ad almeno il 50% degli elementi tecnici esistenti, fino ad un massimo di 8 piani fuori terra. Attualmente, i principali metodi per la certificazione del livello di sostenibilità degli interventi di recupero e riqualificazione degli edifici esistenti non prevedono requisiti specifici in grado di considerare gli aspetti legati all’ambito della valenza storica dell’immobile e la sua conservazione e valorizzazione. Sarebbe necessario, quindi, un salto di qualità in chiave interdisciplinare, che concepisca l’intervento progettuale, all’interno di una logica di sostenibilità, in stretto rapporto con l’eredità testimoniale del costruito storico e non in conflitto con essa.

L’architetto Paola Boarin, del Dipartimento di Architettura di Ferrara e coordinatrice del Comitato Standard di Prodotto del GBC Historic afferma «[...] il fine del restauro secondo

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Stato dell’arte - Certificazioni energetiche

questo criterio non è arrivare a una casa passiva o in classe energetica A, ma a una sostenibilità storica, culturale, energetica nell’ambito di un intervento di conservazione»9. Rispetto alle aree tematiche che caratterizzano gli ormai consolidati protocolli LEED, il nuovo protocollo ne aggiunge una, relativa all’intervento sostenibile in ambito conservativo, denominata “Valenza storica” (VS), che, attraverso l’individuazione di precise metodologie d’indagine e specifici principi operativi, è caratterizzata dal fine ultimo di preservare tutto ciò che è riconosciuto quale “testimonianza avente valore di civiltà”, favorendo un elevato livello di sostenibilità del processo mediante la valorizzazione delle qualità positive del costruito pre-industriale. Come nei sistemi LEED/GBC esistenti, in GBC Historic Building la distribuzione dei punti è imperniata sugli effetti delle azioni alla base di ogni credito, sull’ambiente e sulla salute umana rispetto a un insieme di categorie di impatto ambientale e umano coinvolte nelle fasi di progettazione, di costruzione, di uso e di manutenzione dell’edificio, quali, ad esempio, i gas serra, l’uso di combustibili fossili, gli agenti tossici e cancerogeni, l’inquinamento dell’aria e dell’acqua. GBC Historic Building è dunque strutturato secondo una serie di requisiti, alcuni dei quali sono obbligatori per conseguire la certificazione, denominati “prerequisiti”, mentre altri sono volontari e premiati con un punteggio, denominati “crediti”. Questi requisiti sono raggruppati all’interno delle aree tematiche di seguito elencate: - Valenza Storica (VS), volta a valorizzare il carattere testimoniale dell’edificio, attraverso interventi migliorativi minimi, laddove si ritenga necessario, garantendo la reversibilità delle operazioni; - Sostenibilità del Sito (SS), che si occupa degli aspetti ambientali legati al luogo in cui il manufatto storico è situato, al rapporto tra edificio e ambiente circostante e ai potenziali impatti che il manufatto è in grado di generare nel tempo;

9

Intervista all’arch. Paola Boarin alla presentazione del progetto di stesura del protocollo “LEED® for Historical building”, Venezia, 2012

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Stato dell’arte - Certificazioni energetiche

- Gestione delle Acque (GA), per la realizzazione di interventi mirati al risparmio idrico, la raccolta e la gestione delle acque meteoriche, e all’integrazione di nuovi dispositivi che non compromettano il manufatto storico; - Energia e Atmosfera (EA), che promuove gli interventi volti a migliorare le prestazioni energetiche degli edifici esistenti, attraverso strategie compatibili con la fabbrica storica, e che incentiva l’uso di fonti rinnovabili; - Materiali e Risorse (MR), che incentiva il riuso e la conservazione di edifici storici, diminuendo la produzione di rifiuti da demolizione e limitando la richiesta di materiali vergini e risorse naturali; - Qualità ambientale Interna (QI), che mira a garantire elevati livelli di comfort e qualità dell’aria interna, sfruttando al meglio il potenziale offerto dalle condizioni al contorno ed eliminando ogni forma di inquinante, proteggendo le superfici e i materiali di pregio; - Innovazione nella Progettazione (IP), per valorizzare le soluzioni progettuali, sviluppate all’interno del processo di restauro o riqualificazione dell’edificio, che nascono da un approccio integrato e che si distinguono per le caratteristiche di innovazione e di elevata performance di sostenibilità; - Priorità Regionale (PR), per promuovere l’importanza delle tematiche ambientali specifica di una particolare zona geografica che possono avere rilevanza territoriale. Il punteggio massimo conseguibile è pari a 110, suddiviso in 100 punti distribuiti tra le aree VS, SS, GA, EA, MR e QI e in 10 punti per le aree IP e PR. A seconda del punteggio totale delle diverse aree tematiche , si otterrà la certificazione LEED Base (tra 40 e 49 punti), Argento (tra 50 e 59 punti), Oro (tra 60 e 79 punti) e Platino (per più di 80 punti).

Figura 6. I diversi livelli LEED in base al punteggio raggiunto

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Stato dell’arte - Interventi di riqualificazione in Italia

2.3. Interventi di riqualificazione energetica sul patrimonio storico in Italia Il territorio italiano è costellato di edifici, residenziali e non, ormai decadenti che si trovano in pessime condizioni, sia dal punto di vista strutturale ma soprattutto energetico poiché utilizzano infinite quantità di energia per il riscaldamento e raffrescamento che produce CO2 nell’atmosfera. Per questo motivo la tendenza degli ultimi anni è quella di riqualificare in maniera mirata questi edifici, con un conseguente miglioramento del benessere e del comfort delle persone che lo vivono. Le varie certificazioni energetiche ed ambientali attualmente in circolazione, permettono ai professionisti del settore delle costruzioni di poter operare secondo standard internazionali e recuperare fabbricati storici indicando, punto per punto, le diverse strategie per agire correttamente nelle operazioni di restauro e nelle ristrutturazioni. In Italia sono molti gli edifici che hanno ottenuto la certificazione LEED, a seguito di una riqualificazione, che ha garantito il miglioramento delle prestazioni energetiche ed una riduzione dei consumi, salvaguardando il carattere storico e testimoniale del manufatto. Di seguito vengono riportati alcuni esempi tra cui: 1. Ca’ Foscari, Venezia, 2013 - Habitech - LEED Certified

Figura 7. Vista esterna dell’università Ca’ Foscari dopo il restauro del 201310 10

https://readymag.com/usgbc/Italy/3/

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Stato dell’arte - Interventi di riqualificazione in Italia

Dove le strategie applicate sono state: -

riduzione del consumo di acqua potabile del 30%

-

utilizzo del 100% di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili

-

più del 60% di prodotti impiegati per le pulizie certificati Ecolabel

-

mobilità sostenibile attraverso incentivi per gli spostamenti alternativi all’auto privata

-

gestione differenziata dei rifiuti (80% del totale)

-

impiego di lampadine a risparmio energetico e mercury-free

-

il 60% degli acquisti di cancelleria è “verde” (carta riciclata, toner per stampanti, arredi)

2. Palazzo Ricordi, Milano, 2015 - F&M Ingegneria Spa, Studio di Architettura Parisotto & Formenton, ESA engineering Srl, Evotre Srl - LEED Gold

Figura 8. Vista dell’esterno del Palazzo Ricordi di Milano dopo l’intervento11

11

http://www.ilnuovocantiere.it/palazzo-ricordi-a-milano-conservato-e-innovato/palazzoricordi/

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Stato dell’arte - Interventi di riqualificazione in Italia

Con le seguenti strategie: -

isolamento con cappotto interno

-

recupero del 97% dei vecchi materiali

-

risparmio del 40% di acqua potabile

-

impianto geotermico con pompa di calore e risparmio del 35% dei consumi energetici

-

sostituzione infissi con serramenti performanti

-

parcheggio bici in verticale nella struttura

-

gestione del cantiere sostenibile con adeguato smaltimento rifiuti

-

impiego di materiali a bassa emissione di VOC

3. Greeneria, Guarene (CN), 2015 - Greengrass srl

Figura 9. Vista dal cortile della Greeneria a Guarene, caso pilota del protocollo GBC HB12

Dove le strategie applicate sono state: -

recupero aree verdi esterne per garantire una bassa riemissione solare

-

cappotto interno in lana pressata e isolante nel sottotetto

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https://www.homeaway.it/affitto-vacanze/p6518368

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Stato dell’arte - Interventi di riqualificazione in Italia

-

riduzione del fabbisogno idrico

-

sostituzione infissi con serramenti performanti in legno

-

pannelli radianti a parete per il riscaldamento

-

illuminazione naturale con camini di luce e lampade a LED

4. Museo Nazionale dell’Ebraismo e della Shoah, Ferrara - Studio Arco (Bologna), Studio Scape (Roma), Michael Gruber e Kulapat Yantrasast e Studio Stefano Massarenti Architetti (Ferrara)

Figura 10. Render del MEIS dall’esterno13

Con le seguenti strategie: -

Raccolta delle acque piovane e loro riutilizzo per fini non potabili

-

Utilizzo di materiale riciclato e regionale

-

Raccolta differenziata dei rifiuti da costruzione e dei rifiuti degli occupanti dell’edificio

-

Controllo automatico della ventilazione con sistema HVAC

-

Gestione avanzata dei fluidi refrigeranti

13

http://www.coafsrl.com/wp-content/uploads/2016/09/01-vista-principale1.jpg

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Stato dell’arte - Interventi di riqualificazione in Italia

5. Ex Scuderie S. Apollinare, Perugia

Figura 11. Chiostro della Ex Scuderia della Rocca S. Apollinare a Perugia14

6. Torre dell’Orologio, Ferrara

Figura 12. La torre dell’Orologio vista da Piazza Trento a Ferrara15

14

http://www.iltamtam.it/wp-content/uploads/2014/03/Marsciano-Rocca-santapollinare-31.jpg?c4494a

15

https://estriinlaboratorio.files.wordpress.com/2013/05/img_0333.jpg

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Metodologia - Survey

3. Metodologia 3.1. Survey 3.1.1. Analisi dello stato di fatto Per l’ottenimento della certificazione GBC Historic Building si è dovuto procedere per gradi di approfondimento sempre maggiori, che hanno permesso di identificare ed analizzare lo stato di fatto del complesso edilizio ed ipotizzare un’adeguata riqualificazione energetica. Il primo passaggio dell’analisi è stato sicuramente il sopralluogo del manufatto edilizio, durante il quale sono stati ispezionati e fotografati tutti gli ambienti interni ed esterni, sotto la guida di una delle suore del convento, la quale ha raccontato le numerose trasformazioni che si sono susseguite durante le diverse fasi storiche dal 1500 ad oggi. Non c’era traccia di una documentazione storica che contenesse planimetrie o cartografie del sito, né tantomeno documenti in formato digitale, a cui fare riferimento per un eventuale rilievo del costruito; inoltre le informazioni ricevute erano vaghe e a volte anche discordanti. Sono state raccolte alcune fotografie storiche dalle quali è stato possibile individuare i cambiamenti avvenuti negli ultimi 40-50 anni. In archivio e sul web non è stata trovata documentazione tecnica valida, per cui si è proceduto con un altro sopralluogo, più approfondito, con l’obiettivo di comprendere e riportare dimensioni, altezze, elementi strutturali, aperture e materiali dell’edificio in esame. Solo in un secondo momento è stato fornito del materiale cartaceo e digitale riguardante un progetto di restauro del 2009 che ha permesso di iniziare la vera e propria fase di rilievo. È stato quindi realizzato un primo modello “per Masse” tramite il software Revit, che mostra gli ingombri degli edifici del complesso e la loro distribuzione in pianta, i piani di riferimento, gli spazi verdi esterni e una parte del contesto in cui è inserito. Il modello ha permesso di iniziare a fare delle valutazioni in termini di ombreggiamento ed orientamento del sito che, posizionato in asse Nord-Sud, presenta una facciata

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Metodologia - Survey

completamente in ombra tutto l’anno, dove sono state riscontrate le maggiori criticità dal punto di vista del degrado di intonaci, cornici ed infissi.

Figura 13. Schermata Revit - Modello per Masse

3.1.2. Indagine conoscitiva approfondita e raccolta dati Da un successivo colloquio con Don Giovanni, una delle persone di riferimento all’interno della struttura che si occupa della gestione del convento e, in generale, del complesso, sono emerse ulteriori informazioni riguardanti i consumi annuali di elettricità e gas, gli impianti di generazione di riscaldamento e dell’acqua calda sanitaria, nonché sulle date di costruzione di alcuni edifici del Trompone; inoltre, è stato fatto riferimento ad una tesi del 1988 dell’architetto Massimo Pissinis, attuale sindaco di Moncrivello, contenente il rilievo di tutto il complesso. Qualche settimana dopo, procurata la tesi del sindaco e tutte le tavole allegate, disegnate a mano in scala 1:100, contenenti piante, sezioni e prospetti, è stato possibile ricavare innumerevoli informazioni e misure per iniziare così il modello architettonico dettagliato. La fase di rilievo ed analisi del manufatto è continuata con un altro sopralluogo in cui è stata redatta la “due diligence” degli impianti presenti nei locali tecnici sparsi in tutto il complesso.

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Metodologia - Survey

Figura 14. Rilievo piano terra complesso del Trompone del 198816

Quindi, con l’accompagnamento del manutentore della struttura, sono state mostrate le caldaie a condensazione per la generazione dell’acqua calda sanitaria e del riscaldamento, i boiler per l’accumulo di acqua calda, il chiller per il raffrescamento della RSA, il deumidificatore per la sala idroterapica, l’autoclave per il prelievo dell’acqua dal pozzo ed il generatore di energia elettrica a gasolio che interviene in caso di interruzione della fornitura elettrica. Questi dati sono serviti ai fini del calcolo energetico attuale, dove il sistema impiantistico determina la qualità e l’affidabilità dei risultati ottenuti dalle analisi dei diversi software. Successivamente è stato eseguito un rilievo più dettagliato tramite droni e laser-scanner da terra, da cui è stata ottenuta una “nuvola di punti” del complesso. Essa ha fornito un modello tridimensionale dell’oggetto rilevato con cui è stato agevole quotare distanze più difficili da misurare, come per esempio i tetti. La “nuvola” ha inoltre messo in luce le imperfezioni del modello 3D precedentemente creato, consentendo di apportare notevoli migliorie.

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Carando C., Pissinis M., “Architettura religiosa nel territorio della Diocesi di Vercelli: il Santuario della Madonna del Trompone di Moncrivello, storia e riuso”, Tesi di Laurea, Politecnico di Torino, 1988/89

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Metodologia - Survey

Figura 15. Viste aeree della nuvola di punti del complesso

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Metodologia - Data Restitution

3.2. Data Restitution Ad oggi, la rivalorizzazione del complesso del Trompone è un tema molto affrontato su diversi aspetti, sia da architetti che da ingegneri, che vedono la possibilità di intervenire con numerose occasioni progettuali, per la sua grande dimensione e per i diversi tipi di edifici che lo compongono. Proprio per la sua grandezza, il lotto è stato suddiviso in macro aree: RSA, convento, cascina, chiesa, serra, e giardino d’inverno; da ognuna di queste macro aree è stata sviluppata una tesi che ha previsto la realizzazione del modello architettonico dell’edificio relativo a quell’area.

3.2.1. Gestione e condivisione dati È stato quindi creato un “modello di coordinamento”, dove sono stati collegati i singoli edifici a formare un solo modello “federato” comprendente tutti gli altri. Il lavoro così organizzato, ha permesso di operare autonomamente sul proprio modello virtuale, e sviluppare diversi livelli di approfondimento.

Figura 16. Schermata Revit - Modello federato con i collegamenti dei singoli modelli

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Metodologia - Data Restitution

Nella costruzione di un modello BIM è fondamentale stabilire un corretto flusso di informazioni tra i vari professionisti, per cui si è scelto di utilizzare le normative britanniche BS 1192 e PAS 1192-2 che definiscono le modalità operative, dalla nomenclatura da dare ai file, all’organizzazione degli archivi, alle modalità di condivisione di dati. Il Common Data Environment (CDE), o Ambiente di Condivisione Dati (ACDat) della normativa italiana UNI 11337, illustra il principale flusso d’informazioni che parte dalle aree in lavorazione (Work In Progress), passa per lo spazio condiviso (Shared), per andare poi nell’area dove è depositata la documentazione di progetto ultimata (Published Documentation) e finire nell’area in cui sono conservate le informazioni progettuali a lavori finiti (Archive). Tra le varie aree vi sono dei “gate” da cui il lavoro deve passare e dove le informazioni sono controllate per verificare la conformità dei requisiti normativi e progettuali.

Figura 17. Esempio di CDE semplificato secondo la norma BS 119217

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http://biblus.acca.it/wp-content/uploads/Collaborative-Working-1-1.jpg

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Metodologia - Data Restitution

La piattaforma dove è avvenuto lo scambio di informazioni in questo caso è stata Dropbox, software cloud-based, sul quale si è deciso di creare un CDE ed organizzare al suo interno una serie di cartelle suddivise per aree di lavoro (WIP, SHARED, PUBLISHED, ARCHIVED) e sottocartelle per ogni singolo utente che collaborava al progetto. Ogni due/tre settimane tutti i singoli modelli sono stati caricati nella cartella SHARED per essere controllati e inseriti nel modello federato aggiornato alle ultime modifiche.

Figura 18. Esempio di organizzazione del CDE su Dropbox

3.2.2. Modello BIM Architettonico In questa tesi si è deciso di prendere in esame soltanto il convento e la RSA poiché unici elementi ai quali era applicabile il protocollo GBC Historic Building. Infatti, la chiesa, in quanto edificio a carattere religioso, non può essere certificata, e la cascina annessa al convento, non può essere definita storica poiché costruita dopo il 1945 e quindi fuori dal campo dell’applicabilità del protocollo. Il modello della chiesa è stato realizzato con un LOD A con il solo scopo di fornire un ingombro dell’edificio, mentre la cascina è stata modellata, allo stato di fatto, con un grado di dettaglio medio (LOD C) poiché ne è prevista la demolizione per la costruzione di un Centro diurno per malati di Alzheimer. Il convento e la RSA, fulcro dello studio per il miglioramento della prestazione energetica, sono stati modellati con un grado di dettaglio più alto, dove sono presenti stratigrafie, caratteristiche termiche dei materiali e altre informazioni come il grado di affidabilità dell’elemento, nome dell’edificio del quale fa parte ed epoca di costruzione dell’elemento.

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Metodologia - Data Restitution

Figura 19. QR Code con la vista interna del chiosco

Figura 20. Vista assonometrica del modello 3D architettonico

3.2.3. Inserimento dati Questi dati, inseribili in qualsiasi momento, si è ritenuto vantaggioso introdurli contestualmente alla creazione degli elementi architettonici come muri, solai, finestre, porte e tetti, per creare abachi contenenti informazioni sui diversi componenti, il volume di tutta la struttura, la superficie di intonaco da riqualificare, la superficie di tetto da sostituire, il consumo di acqua attuale e cosi via. In particolare, durante la modellazione, si è prestata molta attenzione all’assegnazione della data di costruzione e il nome dell’edificio di cui l’elemento faceva parte poiché, impostando una serie di regole nei filtri di Revit, è stato possibile mostrare le varie fasi storiche che si sono succedute semplicemente cliccando sull’anno di costruzione nel filtro della vista 3D (Figura 21). Ai fini del calcolo del consumo attuale di acqua, invece, sono stati inseriti altri dati come i tipi di bagni presenti nella struttura, i tipi di sanitari contenuti all’interno di essi, il consumo istantaneo dell’intero bagno ed il consumo istantaneo dopo l’aggiunta di dispositivi per il risparmio idrico; si è potuto quindi determinare il risparmio totale di acqua derivante da queste modifiche ed ottenere punti per la certificazione LEED.

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Metodologia - Data Restitution

Figura 21. Filtro per epoche di costruzione in Revit

Durante la fase di unione di edifici provenienti da altre tesi, si sono verificate delle incongruenze perché alcuni elementi erano presenti in più modelli, ad esempio, un muro che divide la struttura della RSA dal convento si ripeteva sia in un modello che nell’altro, per cui si è dovuto scegliere dove eliminare quell’elemento e dove mantenerlo. Inoltre, poiché gli edifici modellati provenivano da tesi diverse, si è avuta la necessità di fare una selezione tra i tanti parametri che i diversi modelli ereditavano e di aggiungerne degli altri mancanti. Un altro tipo di informazione fondamentale che è stata inserita all’interno del modello riguarda i Locali, elementi virtuali, che definiscono i diversi ambienti della struttura e riportano l’area e il volume degli stessi. Suddivisi per categorie, i Locali sono stati sfruttati per la creazione di piante tematiche, per calcolare la superfice netta calpestabile di ogni edificio, ma soprattutto per l’esportazione del file Green Building eXtensible Markup Language (.gbXML), dove sono archiviate le informazioni necessarie ai fini del calcolo energetico totale del complesso.

3.2.4. Definizione output/requisiti Per la definizione degli output ottenibili da Revit, si è valutato quali e quanti crediti della certificazione potessero essere ottenuti dal modello virtuale attraverso gli abachi, dalle Viste

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Metodologia - Data Restitution

3D o dalle piante del complesso. Per cui, una volta definito il modello dettagliato completo di tutti gli edifici del complesso, sono stati creati abachi con i dati relativi a: -

superfici e volumi dei locali

Figura 22. Pianta dei locali piano terra

Figura 23. Pianta dei locali primo piano

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Metodologia - Data Restitution

Figura 24. Pianta dei locali secondo piano

Figura 25. Abaco delle superfici e dei volumi dei locali

-

superfici e volumi dei singoli edifici

Figura 26. Abaco delle superfici e dei volumi dei singoli edifici

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Metodologia - Data Restitution

-

tipi di bagno

Figura 27. Abaco dei tipi di bagno presenti nella struttura

-

consumo di acqua istantanea

Figura 28. Abaco dei bagno presenti nella struttura e del loro consumo attuale e dopo l’intervento

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Metodologia - Data Restitution

-

superfici di tetto da riqualificare

Figura 29. Abaco dei tetti da riqualificare

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Metodologia - Data Restitution

-

aperture

Figura 30. Abaco delle finestre suddivise per livelli

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Metodologia - Data Restitution

-

epoche di costruzione

Figura 31. Le varie epoche di costruzione del complesso 

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Metodologia - Simulation

3.3. Simulation 3.3.1. Analisi energetica stato di fatto_Modello per Masse Il modello per Masse del Trompone, creato precedentemente, è stato il primo riferimento per la valutazione energetica dello stato di fatto, in quanto, grazie ad Insight360, un plug-in integrato di Revit, si è potuto estrarre un valore molto approssimativo ma verosimile del consumo annuo del convento e della RSA. Per prima cosa sono stati inseriti i dati relativi alla località, per cui scrivendo semplicemente il nome della città di Moncrivello, sono comparse le coordinate geografiche, le temperature minime e massime di quell’area, i gradi giorno e l’irradianza media annuale. Si è poi compilata la parte riguardante le informazioni generiche di progetto, dove è richiesto il tipo di struttura, l’utilizzo che ne viene fatto, il tipo di impianto presente, i tipi di elementi che compongono le strutture orizzontali e verticali, e cosi via. Una volta imputati i dati generici si è proceduto con la generazione del modello analitico e l’analisi energetica tramite il comando “Ottimizza”, che apre la schermata di Insight360 e mostra i consumi al metro quadro dell’edificio in esame. Con i dati inseriti, il modello virtuale rivela un consumo di circa 340 kWh/m2 annui corrispondenti a 17,2€ al metro quadro, che moltiplicati per la superficie complessiva di 5200 metri quadri ammonta ad un consumo di circa 90.000€ ogni anno. Il risultato, anche se approssimativo, si avvicina molto a quello quantificato nelle bollette ricevute, le quali riportano il consuntivo di energia elettrica e gas relativi all’anno 2016 la cui somma è poco più di 85.000€.

3.3.2. Analisi energetica stato di fatto_Modello dettagliato Al fine di ottenere un valore più possibile veritiero si è pensato di utilizzare il software DesignBuilder v.5 che, anche se più complesso dal punto di vista computazionale, ha dato la possibilità di calcolare il consumo energetico attuale in modo più dettagliato.

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Metodologia - Simulation

Dal modello BIM è stato esportato un file .gbXML, contenente le superfici analitiche di locali e vani presenti nel modello dettagliato, poi importato in DesignBuilder, che ne ha ereditato le proprietà termiche dei materiali inserite precedentemente in Revit. L’affidabilità dell’analisi effettuata è legata al confronto tra le superfici derivanti dal modello analitico, definito Energy Analysis Model (EAM) e le superfici del modello BIM che in questo caso supera il 30% di tolleranza, mostrando un grado di approssimazione considerevole per cui l’analisi è da considerarsi finalizzata soltanto a testare un processo, migliorabile di volta in volta, più che un valore esatto.

Muri (m2) Pavimenti (m2) Tetti (m2) Finestre (m2) Porte (m2)

BIM

EAM

Tolleranza

11641,61 8553,76 3867,51 884,9 688,64

9675,56 5728,16 672,43 1137,01 602,99

16,9% 33,0% 82,6% 28,5% 12,4% 34,7%

Figura 32. Confronto superfici BIM vs EAM

In seguito, una volta aperto Design Builder e creato un nuovo file di calcolo, si è dovuto impostare la località del caso studio e il tipo di analisi da effettuare, in questo caso EnergyPlus. Per iniziare si è scelto un Template vuoto (Blank); in seguito, cliccando sul tasto “Importa modello BIM” sono stati impostati i dati di base del nuovo edificio, ovvero, il tipo di modello “Default”, il tipo di edificio “Riferimento/Baseline”, la categoria dell’edificio “Residenziale”, e infine il settore “Struttura sanitaria/Ospedale”. Nella scheda Dati di default sono stati impostati i dati relativi all’attività a cui il complesso è preposto, il tipo di costruzione, i tipi di vetro, gli impianti e l’illuminazione presente, come mostrato di seguito:

Figura 33. Schermata Design Builder Settaggio dati di default

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Metodologia - Simulation

A questo punto viene richiesto di collegare il file .gbXML che si vuole inserire all’interno del progetto di calcolo. In una successiva schermata che mostra l’anteprima del modello analitico, viene data la possibilità di scegliere se importare le proprietà termiche e le superfici di ombreggiamento. Caricato correttamente il modello analitico all’interno del progetto di calcolo, prima di procedere con la simulazione, sono stati settati singolarmente tutti i locali che compongono l’edificio, impostando nella scheda Attività il template di rifermento di quel locale, nella scheda Costruzione sono state impostate le diverse stratigrafie di solai, pareti e tetti, precedentemente inserite in Revit. Nella scheda Aperture, invece, sono stati specificati i tipi di infissi delle finestre, dei lucernari e i tipi di porte; nella scheda Illuminazione è stato impostato i tipi di apparecchi presenti nella struttura, in questo caso tradizionali. Infine, nella sezione relativa ai sistemi Heating, Ventilation and Air Conditioning (HVAC) sono stati impostati i dati relativi al riscaldamento, alla produzione di Acqua Calda Sanitaria (ACS) e alla ventilazione naturale. Impostato il periodo di simulazione, ossia un anno, l’intervallo di analisi mensile e giornaliero, 2 step ogni ora e includendo le ombre nel calcolo, sono stati poi selezionati gli Output di interesse come i dati riguardanti l’energia, l’HVAC, gli apporti interni e la trasmissione di calore della superficie. Soltanto a questo punto è stato possibile far partire la simulazione energetica che ha mostrato i risultati relativi allo stato di fatto del complesso in termini di consumi annui di energia elettrica e di gas.

Figura 34. Schermata Design Builder - Opzioni di simulazione

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Metodologia - Simulation

3.3.3. Analisi energetica stato di progetto_Modello dettagliato Per quanto riguarda l’analisi eseguita su Design Builder con le proposte di progetto, sono stati reimpostati i dati del modello all’interno del software, relativi al tipo di isolamento previsto, al tipo di infisso che verrà sostituito, al tipo di impianto HVAC inserito, al tipo di illuminazione a LED e cosi via. È stata, quindi, rilanciata la simulazione dinamica che ha mostrato come la situazione energetica fosse cambiata rispetto a prima dell’intervento, sia per quanto riguarda il consumo di energia elettrica che per il consumo di carburante per il riscaldamento, in questo caso gas naturale. I dati raccolti sono stati confrontati tra loro al fine di interpretare i valori e determinare quali tra gli interventi contribuisse maggiormente al risparmio energetico. Per quanto riguarda l’energia elettrica si è passati da un valore di 323.780 kWh ad un valore di 259.880 kWh, ossia una riduzione di circa il 20%, grazie anche alla sostituzione dei dispositivi elettrici tradizionali con quelli a LED con spegnimento automatico e sensori di presenza. Relativamente al consumo annuo di combustibile impiegato per il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria, il valore è sceso da 693.010 kWh a 458.070 kWh, con un risparmio pari a circa il 34%, grazie alla combinazione dei nuovi serramenti con il sistema di ventilazione meccanica che hanno limitato le dispersioni. Infatti, la ventilazione meccanica controllata (VMC), garantendo un ricambio costante in termini di qualità e temperatura dell’aria, esclude la necessità di dover aprire le finestre in inverno per il ricambio d’aria esausta, facendo uscire tutto il calore accumulato nei locali durante l’arco della giornata. Infine, un altro intervento che ha migliorato di gran lunga la tenuta dell’edificio al caldo, con il conseguente problema del raffrescamento d’estate, e al freddo d’inverno, è stato l’inserimento del cappotto interno, non invasivo perché con tecnologia “a secco”, e il posizionamento di fiocchi di cellulosa nel sottotetto, senza alterare minimamente il carico sulle volte del primo piano.

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Metodologia - Compilazione del Protocollo GBC HB

3.4. Compilazione del Protocollo GBC HB Una volta completata l’analisi energetica dello stato di fatto prima, e dopo lo stato di progetto, si è poi passati alla considerazione dei requisiti GBC Historic Building applicabili al caso studio, attenendosi alla check-list del protocollo riportata di seguito.

Figura 35. Checklist del protocollo GBC Historic Building

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Metodologia - Compilazione del Protocollo GBC HB

(Area tematica) Valenza Storica (VS)

(Punti ottenuti) 10

VS Prerequisito 1 - Indagini conoscitive preliminari (Obbligatorio) Per soddisfare il Prerequisito 1 è stato necessario individuare in modo sintetico le fasi costruttive, le funzioni ospitate attualmente, le strutture portanti storiche, le strutture orizzontali, volte, porte, serramenti, pavimenti, tramezzi e finiture esterne, la matrice delle successioni stratigrafiche, la mappatura dei materiali, patologie e interventi, e i componenti impiantistici storici. VS Credito 1.1 - Indagini conoscitive avanzate: indagini energetiche (1 Punto) Per l’indagine energetica è stato eseguito un Pre-audit secondo le modalità previste da ASHRAE contenute nel Level 1 Analysis – Walk-Through Analysis: è stato intervistato un tecnico della struttura che ha mostrato i locali tecnici e gli impianti presenti in essi, sono state consultate le bollette annuali suddivise per mesi e sono state individuate le criticità che presenta il complesso dal punto di vista energetico; l’indagine termografica e la valutazione della conduttanza termica in opera non sono state effettuate perché troppo estese e costose, perciò si è ottenuto un solo punto. VS Credito 1.2 - Indagini conoscitive avanzate: indagini diagnostiche su materiali e forme di degrado (2 Punti) Al fine di effettuare un intervento conservativo, compatibile con l’edificio esistente e per garantire una maggiore durata nel tempo, sono stati individuati i principali materiali impiegati nelle varie epoche di costruzione che si sono susseguite negli anni. VS Credito 1.3 - Indagini conoscitive avanzate: indagini diagnostiche sulle strutture e monitoraggio strutturale (0 Punti) Non sono state effettuate indagini diagnostiche strutturali poiché non sono previste modifiche di carichi sull’impianto esistente, inoltre non risulta necessario un consolidamento statico o un rafforzamento sismico per cui non si sono ottenuti punti per questo credito.

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Metodologia - Compilazione del Protocollo GBC HB

VS Credito 2 - Reversibilità dell’intervento conservativo (2 Punti) Il requisito è soddisfatto poiché più del 60% delle nuove strutture sono removibili, poiché progettate con tecnologia "a secco" quindi è possibile ripristinare in qualsiasi momento lo stato originario dell’edificio. VS Credito 3.1 - Compatibilità della destinazione d’uso e benefici insediativi (2 Punti) La percentuale di superficie coperta destinata a funzioni collettive o pubbliche è più del 10% della superficie coperta totale e la percentuale di superficie scoperta esterna destinata a funzioni collettive è più del 40% della superficie scoperta esterna totale; per cui sono stati acquisiti 2 punti per questo credito.

VS Credito 3.2 - Compatibilità chimico-fisica delle malte per il restauro (0 Punti) Non è stata condotta un’analisi dei campioni di malta per ricavare le informazioni necessarie al fine di applicare una nuova malta compatibile ed analoga a quella esistente.

VS Credito 3.3 - Compatibilità strutturale rispetto alla struttura esistente (0 Punti) Non essendo previsti interventi strutturali di grande rilevanza nell'economia globale del progetto, il credito non può essere conseguito. VS Credito 4 - Cantiere di restauro sostenibile (0 Punti) Non è stato eseguito nessun Piano per l'uso di Tecniche di Restauro Sostenibili, poiché impossibile seguire ed aggiornare il piano in fase di cantiere.

VS Credito 5 - Piano di manutenzione programmata (2 Punti) È prevista la redazione di un Piano di Manutenzione dell’opera nonché l’utilizzo del BIM per il Facility Management e la gestione informatizzata dei dati relativi alle attività di manutenzione con la programmazione degli interventi nei successivi anni.

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Metodologia - Compilazione del Protocollo GBC HB

VS Credito 6 - Specialista in beni architettonici e del paesaggio (1 Punto) Si è scelto di inserire uno specialista in Restauro dei beni architettonici e del paesaggio nel team di progettazione per supportare la scelta di soluzioni sostenibili e compatibili con l’edificio storico.

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Metodologia - Compilazione del Protocollo GBC HB

Sostenibilità del Sito (SS)

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SS Prerequisito 1 - Prevenzione dell’inquinamento da attività di cantiere (Obbligatorio) È prevista la stesura di un Piano per il Controllo dell'Erosione e della Sedimentazione per evitare la perdita di terreno causata dal deflusso superficiale delle acque meteoriche, per prevenire la sedimentazione nel sistema, per proteggere il suolo da sversamenti di sostanze inquinanti e pericolose, e per evitare di inquinare l'aria con polveri.

SS Credito 1 - Recupero e riqualificazione dei siti degradati (0 Punti) Non sono presenti elementi di inquinamento ambientale di origine antropica da bonificare, per cui non è possibile ottenere punteggio con questo credito.

SS Credito 2.1 - Trasporti alternativi: accesso ai trasporti pubblici (1 Punto) Il sito oggetto di riqualificazione si trova a una distanza, percorribile a piedi dagli occupanti dell’edificio, inferiore a 400 metri da una fermata dell’autobus. Il credito è quindi soddisfatto.

Figura 36. Distanza a piedi dall’ingresso principale alla fermata bus più vicina

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Metodologia - Compilazione del Protocollo GBC HB

SS Credito 2.2 - Trasporti alternativi: portabiciclette e spogliatoi (1 Punto) È prevista la fornitura di portabiciclette a una distanza inferiore a 200 metri dall’edificio per più del 5% di tutti gli utenti dell’edificio; inoltre, all’interno del complesso sono già presenti spogliatoi con docce in misura pari allo 0,5% degli Occupanti Equivalenti a Tempo Pieno, quindi è possibile soddisfare il credito.

Figura 37. Inserimento di 12 portabiciclette all’esterno del complesso

SS Credito 2.3 - Trasporti alternativi: veicoli a bassa emissione e carburante alternativo (1 Punto) Il 5% della capacità totale del parcheggio della struttura è destinato a parcheggi preferenziali per veicoli a bassa emissione e carburante alternativo.

SS Credito 2.4 - Trasporti alternativi: capacità dell’area di parcheggio (1 Punto) Non sono previsti nuovi parcheggi oltre quelli già presenti, perciò è possibile ottenere un punto.

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Metodologia - Compilazione del Protocollo GBC HB

SS Credito 3 - Sviluppo del sito: recupero degli spazi aperti (2 Punti) Lo spazio verde esterno è stato riprogettato per fornire occasioni di socializzazione e preservare l'habitat naturale utilizzando vegetazione storica e piante autoctone, soddisfando il requisito.

Figura 38. Il progetto del giardino a Nord del complesso18

SS Credito 4 - Acque meteoriche: controllo della quantità e della qualità (2 Punti) È prevista l’implementazione del Piano di gestione delle acque meteoriche per proteggere gli alvei dei corsi d’acqua e monitorare le portate di picco e dei volumi di scarico dopo l’intervento. SS Credito 5 - Effetto isola di calore: superfici esterne e coperture (2 Punti) Si è scelto di pavimentare le superfici esterne con materiali di colore chiaro con elevato potere riflettente e sono state usate strategie outdoor come fontane, vasche d'acqua e alberature sempreverdi ombreggianti, per limitare l'assorbimento del calore provocato dall'irradiazione solare. 18

Scidà I., “La gestione dei dati con il BIM per le strutture sanitarie: il modello digitale della RSA Virgo Potens”, Tesi di Laurea Magistrale, Politecnico di Torino, 2017.

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Metodologia - Compilazione del Protocollo GBC HB

SS Credito 6 - Riduzione inquinamento luminoso (1 Punto) Ăˆ prevista l’installazione di dispositivi automatici in grado di ridurre di almeno il 50% nelle ore notturne (23:00-5:00) la potenza dell'illuminazione interna, mentre in alcuni spazi di distribuzione e collegamento sono previsti dei sensori di presenza. Esternamente, l'illuminazione verrĂ direzionata solo verso gli elementi ad elevato pregio architettonico da apparecchi a risparmio energetico.

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Metodologia - Compilazione del Protocollo GBC HB

Gestione delle Acque (GA)

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GA Prerequisito 1 - Riduzione dell’uso dell’acqua (Obbligatorio) È prevista l’implementazione di strategie volte al risparmio idrico per più del 20% rispetto al caso di riferimento calcolato per l’edificio in oggetto. GA Credito 1 - Riduzione dell’uso di acqua per usi esterni (3 Punti) Nessun uso di acqua potabile per usi esterni e ornamentali, ma utilizzo esclusivo di acqua raccolta da precipitazioni meteoriche e stoccata in una cisterna posta sotto terra.

GA Credito 2 - Riduzione dell’uso dell’acqua (3 Punti) È prevista una riduzione del consumo di acqua di più del 55% rispetto al caso di riferimento; è stato valutato, infatti, l’inserimento di dispositivi come rompigetto per lavabi che garantiscono un risparmio di circa il 50%, soffioni a risparmio idrico per le docce (-40%), e cassette per i wc di tipo "dual-flush" che consentono un risparmio di un 50% del consumo di acqua.

Figura 39. Dispositivi a risparmio idrico19

GA Credito 3 - Contabilizzazione dell’acqua consumata (2 Punti) Installazione di contatori per le diverse funzioni interne e di un contatore di acqua per usi esterni, ottenendo così due punti dal credito. 19

www.grohe.it - www.neoperl.net

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Metodologia - Compilazione del Protocollo GBC HB

Energia e Ambiente (EA)

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EA Prerequisito 1 - Commissioning di base dei sistemi energetici (Obbligatorio) La Committenza nomina un professionista al fine di guidare, rivedere e sovraintendere il processo di Commissioning sugli impianti di riscaldamento attivi e sistemi di regolazione e controllo ad essi associati, i sistemi di controllo di illuminazione artificiale e illuminazione naturale, e i sistemi di produzione di ACS. EA Prerequisito 2 - Prestazioni energetiche minime (Obbligatorio) Miglioramento della prestazione energetica dell'edificio di più del 3% e simulazione energetica in regime dinamico dell'intero edificio, con l’utilizzo delle indicazioni della norma ASHRAE. EA Prerequisito 3 - Gestione di base dei fluidi refrigeranti (Obbligatorio) Non è previsto l’impiego di refrigeranti a base di CFC e HCFC nei nuovi impianti, né sono previsti sistemi antincendio che contengono sostanze dannose per l'ozono come CFC, Halons o HCFC. EA Credito 1 - Ottimizzazione delle prestazioni energetiche (13 Punti) Grazie agli interventi valutati e proposti si ottiene un miglioramento della prestazione energetica totale del complesso del 29,6% da 169 kWh/m2 annui a 119 kWh/m2 annui, ottenendo cosi 13 punti dal credito. PRE INTERVENTO

POST INTERVENTO

Figura 40. Confronto consumo kWh/m2 annui prima e dopo la riqualificazione

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Metodologia - Compilazione del Protocollo GBC HB

EA Credito 2 - Energie rinnovabili (6 Punti) La produzione di energia elettrica proviene da fonti rinnovabili fuori sito (energia verde) mediante un contratto di fornitura certificata di energia elettrica, della durata di almeno 2 anni, che copre il 100% del fabbisogno. EA Credito 3 - Commissioning avanzato dei sistemi energetici (2 Punti) La Committenza nomina un professionista al fine di guidare, rivedere e sovraintendere il processo di Commissioning sugli impianti di riscaldamento attivi e sistemi di regolazione e controllo ad essi associati, i sistemi di controllo di illuminazione artificiale e illuminazione naturale, e i sistemi di produzione di ACS. Il requisito è quindi soddisfatto, ottenendo 2 punti dal credito. EA Credito 4 - Gestione avanzata dei fluidi refrigeranti (1 Punto) È previsto l’uso di refrigeranti a basso impatto ambientale, per cui è possibile ottenere un punto dal credito. EA Credito 5 - Misure e collaudi (3 Punti) Si è scelto di contabilizzare nel tempo i consumi energetici dell’edificio, una volta terminato il cantiere; inoltre, verrà sviluppato e implementato un Piano di Misure e Verifiche, per almeno 2 anni, in accordo con l’appendice F della norma UNI EN 15378:2008, opzione B - Misure di risparmio energetico.

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Metodologia - Compilazione del Protocollo GBC HB

Materiali e Risorse (MR)

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MR Prerequisito 1 - Raccolta e stoccaggio dei materiali riciclabili (Obbligatorio) Sono previste, all'interno dell’edificio, zone facilmente accessibili destinate alla raccolta e allo stoccaggio di materiali riciclabili con contenitori per la carta e cartone, vetro, plastica e metalli e umido che saranno prodotti dagli occupanti dell'edificio durante la fase d’uso. I cassonetti, invece, verranno posizionati in una zona chiusa perimetralmente esterna, con la possibilità d’accesso degli operatori della raccolta rifiuti direttamente su strada. MR Prerequisito 2 - Gestione dei rifiuti da demolizione e costruzione (Obbligatorio) È previsto il riciclo di più del 30% del volume totale di rifiuti totali. I rifiuti delle attività di demolizione e costruzione verranno separati in sito in modo differenziato prima di essere prelevati da una ditta autorizzata e convenzionata, la quale effettuerà lo stoccaggio differenziato e riciclerà direttamente i rifiuti differenziati o li cederà a terzi. Più del 30% del volume totale di rifiuti totali verrà riciclato. MR Prerequisito 3 - Riutilizzo degli edifici (Obbligatorio) Effettuando interventi di demolizione minimi e riguardanti solo le parti più recenti, la percentuale delle strutture portanti, delle chiusure e delle partizioni interne originali mantenute sono sicuramente più del 75% di quelle di progetto. MR Credito 1 - Riutilizzo degli edifici: mantenimento degli elementi tecnici e delle finiture esistenti (3 Punti) Le strutture portanti, le chiusure e le partizioni interne mantenute sono più dell’85% rispetto a quelle di progetto; inoltre la superficie di finitura interna esistente mantenuta è più del 75% di quella di progetto per cui il requisito è soddisfatto. MR Credito 2 - Gestione dei rifiuti da demolizione e costruzione (1 Punto) È prevista la stesura di un Piano di Gestione dei Rifiuti da demolizione e costruzione, al fine di ottenere un recupero di almeno il 75% dei rifiuti ed ottenere 1 punto dal credito.

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Metodologia - Compilazione del Protocollo GBC HB

MR Credito 3 - Riutilizzo dei materiali (2 Punti) Verranno utilizzati materiali e prodotti recuperati da altre demolizioni come ad esempio coppi, strutture lignee per il tetto e mattoni, per coprire più del 15% del totale di materiali necessari alla nuova costruzione. MR Credito 4 - Ottimizzazione ambientale dei prodotti (5 Punti) Si è optato per utilizzare materiali certificati tramite EPD (Environmental Product Declaration), riciclabili al 100%, e serramenti in legno, dell’azienda Italserramenti, certificati secondo il FSC (Forest Stewardship Council), ottenendo il massimo del punteggio per questo credito.

PRODUZIONE DI ISOLANTI TERMICI ED ACUSTICI IN CELLULOSA

SCHEDA TECNICA FIBRA DI CELLULOSA IN FIOCCHI Applicazione: isolante termico ed acustico per l’edilizia Caratteristica Composizione

Grandezza Cellulosa

> 99 % (1)

Idrossido di Alluminio

300-400 ppm 900-1200 ppm

Contenuto fibra media

L >200 micron

> 95 % (2)

Contenuto fibra lunga

L >1000 micron

> 85 % (2)

Inchiostri di stampa

Esente

Colle e patine Società Spin-Off del Politecnico di Torino

Stabilimento Via Banna, 33/A I-10070 Balangero (TO) Italy T /F +39-0123-323489

Esente

Densità di confezionamento

Kg/m

3

Densità di posa

Kg/m

3

150 – 180 40-60

Conducibilità termica

EN 12667

Permeabilità al vapore

EN 12086

1,2

J/KgK

2150 circa

EN 13501-1

Classe B-s1, d0

DM 818/84

Classe 1

Resistenza al fuoco

Corso Castelfidardo, 30/A I-10129 Torino (TO) Italy T +39-011-090.3228 F +39-011-090.5126 E info@nesocell.com F www.nesocell.com

Esente

Sali di boro

Capacità termica

Sede legale

> 15 %

Verderame Calce idrata

0.038 W/mK

(1) Percentuale in massa calcolata escludendo gli additivi riportati sopra; (2) Percentuale in massa calcolata sul contenuto complessivo di fibra di cellulosa; La Marcatura CE dei prodotti isolanti in fiocchi di cellulosa è un atto volontario (marcatura volontaria), non obbligatorio, che Nesocell Srl ha richiesto all’ITC-CNR di San Giuliano Milanese (MI). Nesocell Srl ha inoltre avviato le procedure per la certificazione per processo di produzione e gestione dell’azienda secondo ISO 9000 e ISO 14000.

Pag. 1 di 1 NESOCELL S.R.L. - CAP. SOC. Euro 30.000 INT. VERS. - REA C.C.I.A.A. TO-1114191

UFF. REG. IMP. TRIB. TORINO - C.F. e P. IVA (VAT No IT-) 10201820015

Figura 41. Certificati dei diversi prodotti previsti per l’intervento

MR Credito 5 - Materiali estratti, lavorati e prodotti a distanza limitata (2 Punti) Sono stati impiegati materiali isolanti a distanza limitata, entro 180 km, per più del 40% dei materiali utilizzati. Il prodotto principale è il Cartonlana distribuito dall’azienda DAVIDFIL di Biella, quindi entro i 180 km di distanza dal caso studio.

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Metodologia - Compilazione del Protocollo GBC HB

Qualità ambientale Interna (QI)

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QI Prerequisito 1 - Prestazioni minime per la qualità dell’aria (IAQ) (Obbligatorio) Vengono assicurate sia le portate minime di aria esterna sia le classi di filtrazione, attraverso idonei sistemi di filtrazione, come previsto dalla norma UNI 10339. QI Prerequisito 2 - Controllo ambientale del fumo di tabacco (Obbligatorio) È applicato il divieto di fumo all'interno dell'edificio ed all'esterno entro una distanza di 8 metri, tranne in aree dedicate indicate con opportuna segnaletica.

Figura 42. Esempio di divieto di fumo in un edificio Certificato Platinum (immagine autoprodotta)

QI Credito 1 - Monitoraggio dell’aria ambiente (2 Punti) Verrà installato un sistema di monitoraggio della concentrazione di contaminanti all’interno degli spazi ventilati, e degli spazi densamente occupati. QI Credito 2 - Valutazione della portata minima di aria esterna (2 Punti) Vengono garantite le portate minime di ventilazione in tutti gli ambienti determinate tramite il metodo prestazionale, definito nella norma UNI 10339. Il requisito è quindi soddisfatto.

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Metodologia - Compilazione del Protocollo GBC HB

QI Credito 3.1 - Piano di gestione della qualità dell’aria indoor: fase di cantiere (1 Punto) È previsto lo sviluppo di un Piano di Gestione della Qualità dell’Aria Interna (IAQ) in fase di cantiere che garantisca la protezione delle superfici di pregio da umidità e polveri. QI Credito 3.2 - Piano di gestione della qualità dell’aria indoor: prima dell’occupazione (1 Punto) Terminata la fase di cantiere, dopo aver realizzato tutte le finiture interne e prima dell'occupazione dell'edificio, verrà effettuata un'operazione di flush-out fornendo una quantità maggiore di 4400 m³ di aria esterna per ogni m² di superficie interna, mantenendo una temperatura interna superiore a 16 °C ed un'umidità relativa non superiore al 60%. Grazie a questa procedura sarà possibile ridurre gli inquinanti in ambiente derivanti dall’attività di ristrutturazione.

QI Credito 4.1 - Materiali basso emissivi: adesivi e sigillanti, materiali cementizi e finiture per il legno (1 Punto) Sono stati scelti prodotti adesivi, cementizi e di finitura per il legno con una bassa emissività, quindi non odorosi, irritanti o nocivi, conformi al protocollo GEV Emicode EC1.

QI Credito 4.2 - Materiali basso emissivi: vernici e rivestimenti (1 Punto) È previsto l’utilizzo di vernici e rivestimenti con un basso livello di emissività di VOC.

QI Credito 4.3 - Materiali basso emissivi: pavimentazioni (1 Punto) Sono previste pavimentazioni basso emissive con un contenuto minimo di VOC. QI Credito 4.4 - Materiali basso emissivi: prodotti in legno composito e fibre vegetali (1 Punto) Sono stati scelti prodotti in legno composito per i serramenti con basso livello di emissività.

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Metodologia - Compilazione del Protocollo GBC HB

QI Credito 5 - Controllo delle fonti chimiche e inquinanti indoor (1 Punto) Verranno impiegate barriere antisporco nei punti di accesso principali dell'edificio, come tappeti e zerbini che saranno puliti dall'impresa di pulizie settimanalmente. QI Credito 6.1 - Controllo e gestione degli impianti: illuminazione (1 Punto) È prevista l’installazione di sistemi di regolazione individuale dell'intensità luminosa nei diversi ambienti, per almeno il 50% degli occupanti, in base alle loro necessità. QI Credito 6.2 - Controllo e gestione degli impianti: comfort termico (1 Punto) È previsto, inoltre, l’installazione di sistemi di controllo e regolazione individuale del comfort termico per almeno il 30% degli occupanti dell’edificio, atto a garantire il benessere e la produttività degli utenti, compatibilmente con la tutela dell’edificio. QI Credito 7.1 - Comfort termico: progettazione (1 Punto) È previsto l'inserimento di impianti HVAC all'interno dell'edificio, per garantire il comfort e l'IAQ degli occupanti; inoltre, la scelta di prevedere un sistema di ventilazione meccanica controllata limiterà, o addirittura annullerà, i fenomeni di degrado dei materiali, delle strutture e degli apparecchi decorativi. QI Credito 7.2 - Comfort termico: verifica (2 Punti) Nei mesi compresi tra i 6 e i 18 mesi successivi all’occupazione dell’edificio, verrà realizzato un monitoraggio dei parametri ambientali dell’edificio al fine di verificare la conformità con il progetto. Verrà inserito anche un sistema di monitoraggio continuo tramite sensori nei vari ambienti.

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Metodologia - Compilazione del Protocollo GBC HB

Innovazione nella Progettazione (IP)

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IP Credito 1 - Innovazione nella progettazione (5 Punti) Verrà redatta una documentazione che attesti il miglioramento significativo nelle prestazioni energetiche dell’edificio, che descriva le finalità della proposta progettuale e che illustri l’approccio BIM, i benefici stimati e la riduzione degli impatti ambientali. IP Credito 2 - Professionista GBC HB AP (1 Punto) All'interno del team di progettazione verrà inserito un professionista in possesso della qualifica di GBC HB AP per favorire e garantire l’applicazione della certificazione.

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Metodologia - Compilazione del Protocollo GBC HB

Priorità Regionale (PR)

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PR Credito 1 - Priorità Regionale (4 Punti) Si ha anche la possibilità di ottenere punti addizionali, fino ad massimo di 4, se vengono conseguiti crediti individuati come priorità regionale per la corrispondente zona in cui è situato il complesso. In questo caso, trovandosi in Zona Climatica E20, il complesso rientra nell’Area Continentale.

Figura 43. Requisiti Priorità Regionale - GBC HB

È stato, quindi, possibile ottenere 4 punti avendo soddisfatto i requisiti: -

VS Credito 5, sviluppando un Piano di Manutenzione Programmata;

-

SS Credito 3, progettando lo spazio verde esterno alla struttura per favorire la socializzazione e preservare l’habitat naturale;

-

MR Credito 1, mantenendo inalterate le strutture e le finiture esistenti per più del 75% del totale;

-

QI Credito 1, prevedendo l’installazione di un sistema di monitoraggio della concentrazione di contaminanti negli ambienti.

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D.P.R. 412/1993

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Risultati

4. Risultati 4.1. Modellazione BIM Alla fase di ricerca del materiale cartografico è seguita quella della modellazione del complesso tramite software OpenBIM. Anche se in un primo momento si era pensato di utilizzare il software Archicad della Graphisoft per via della sua intuitività e interfaccia “friendly”, la scelta è alla fine ricaduta su Autodesk Revit; uno dei motivi di questa decisione è legato al fatto che la maggior parte dei plug-in esistono solo per Revit e non per Archicad. Inoltre, la scelta di questo software di modellazione è stata spinta dalla predilezione di questo software da parte di tutti i gli altri membri del team di progetto. Essendo un programma molto rigido, Revit non dà la possibilità di modellare alcuni oggetti “particolari”, in questo caso, per esempio, c’era la necessità di creare un muro inclinato, tipico delle costruzioni storiche, che si andava rastremando verso l’alto. Sono stati effettuati diversi tentativi al fine di ottenere il muro desiderato: uno in cui si è riusciti ad avere il muro inclinato come oggetto ma senza le proprietà di muro; un’altro tentativo in cui si è riusciti a creare il muro ma senza la possibilità di inserirvi finestre e porte; soltanto alla fine si è riusciti a raggiungere l’obiettivo, sottraendo una massa vuota al muro di partenza (più spesso) che aveva le finestre e le porte già inserite. Altri limiti della modellazione sono stati riscontrati durante la fase di modellazione dei tetti a falde inclinate, in cui non è stato possibile suddividere il tetto in più parti o gestire i punti in cui si incontrano più falde. Anche l’unione con gli altri modelli ha portato dei problemi per quanto riguarda la gestione dei livelli di riferimento; la cosa positiva è stata, invece, la possibilità di poter trasferire degli standard di progetto o intere librerie di un altro modello collegato, semplicemente cliccando su un tasto e selezionando gli oggetti da voler trasferire. In generale, essendo molto preciso, Revit mostra le criticità che una modellazione poco attenta genera, come i nodi che si creano, per esempio, tra pareti e solai che devono essere rivisti dal progettista per evitare di produrre disegni poco coerenti con la realtà. Dal momento che il modello BIM nasce per una serie di finalità, tra cui l’analisi energetica, per ottenere dei risultati affidabili, è necessario definire una strategia di modellazione adeguata e ridurre il margine di errore computazionale dei diversi software.

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Risultati

4.2. BIM workflow Nonostante sia stato sperimentato per la prima volta questo tipo di approccio integrato ed interdisciplinare, in cui ogni membro del team occupava un tassello importante del processo di creazione del modello finale, il risultato ottenuto è notevole. È stato possibile passare da un oggetto privo di ogni informazione e forma, se non quella volumetrica di massima, ad un modello quasi completo di ogni dettaglio. La condivisione del lavoro ha dato a tutti la possibilità di interagire con più modelli, sfruttando la funzione “collega modello”, grazie al quale si è potuta avere un’idea di massima di quelle che erano le condizioni al contorno dell’edificio singolo che si stava modellando. Fortunatamente la piattaforma che ha permesso la condivisione, Dropbox, non ha creato problemi relativamente alla perdita di informazioni o alla sincronizzazione incompleta di alcune parti di file. Il problema più grande è stato direzionare il workflow e gestire il processo, in modo tale da portare i vari modelli allo stesso stato di sviluppo, negli stessi tempi. Infatti, dal momento che si procedeva per diversi gradi di priorità, alcuni edifici sono stati modellati dettagliatamente con tempi leggermente più lunghi. Un’altra particolarità è stata il fatto che uno strumento fondamentale ai fini di una modellazione con un elevato grado di dettaglio, come la nuvola di punti ottenuta dal rilievo con i droni ed il laser scanner, è stata effettuata quando il lavoro di restituzione del modello virtuale BIM era già ad un livello avanzato. La nuvola di punti, una volta inserita in Revit, ha comunque contribuito all’aggiustamento di eventuali pareti non regolari, finestre disallineate, sporgenze del tetto e livellamento del terreno; questo si inserisce nell'ottica della vita operativa dell'edificio in cui alcuni rilievi avvengono in momenti diversi rispetto a quello della progettazione iniziale. Per questo motivo si può affermare che, in generale, è stato eseguito un lavoro in linea con i tempi previsti e soprattutto coerente con il flusso di lavoro che caratterizza la metodologia BIM, fatta di “loop”, quindi circolare, che non prevede una lineare successione delle fasi, ma che procede per livelli di approssimazione sempre maggiori.

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Risultati

4.3. Certificazione LEED Le soluzioni previste per l’ottenimento della certificazione sono state: -

l’isolamento termico delle pareti perimetrali tramite un cappotto interno in Cartonlana;

-

l’isolamento termico del sottotetto con fiocchi di cellulosa;

-

il rifacimento del tetto e grondaie con l’aggiunta di un serbatoio interrato per la raccolta piovana;

-

l’applicazione di un intonaco esterno traspirante, per evitare l’umidità di risalita;

-

la sostituzione dei vecchi serramenti a singolo vetro con infissi performanti con doppi vetri in legno;

-

la sostituzione di tutti i rubinetti, soffioni doccia e cassette di scarico con quelle a risparmio idrico

-

l’inserimento della ventilazione meccanica controllata con recuperatore di calore, per il controllo della qualità dell’aria interna e per la gestione del’umidità;

-

l’utilizzo di tecnologie “a secco”, per garantire la reversibilità dell’intervento;

-

intonaci, malte, adesivi, sigillanti e pavimentazioni a basso contenuto di VOC certificati GEV-Emicode;

-

portabiciclette e posti auto riservati per auto elettriche con colonnine di ricarica;

-

la progettazione di un parco esterno con giochi di acqua e pavimentazioni chiare per evitare l’effetto “isola di calore”.

Grazie a queste strategie è stato totalizzato un punteggio di 93 su 110, con cui si potrebbe ottenere la certificazione LEED Platinum e risparmiare circa il 30% dell’energia consumata annualmente dalla struttura. Ovviamente non essendo un intervento vero e proprio ma solo oggetto di studio, il punteggio totalizzato mostra verosimilmente il massimo numero di crediti che il Santuario del Trompone potrebbe raggiungere se effettuasse tutti gli interventi descritti. Questo è un parametro variabile a seconda della quantità di risorse messe in gioco dalla Committenza che, al massimo, potrebbe ottenere la certificazione LEED Platinum, ma che effettuando una selezione delle operazioni previste porterebbe comunque ad un livello Gold. Infatti, eseguendo un calcolo sommario della spesa per gli interventi previsti (Allegato 1),

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Risultati

l’operazione costerebbe approssimativamente dai 2,5 e i 3 milioni di euro, di cui una buona parte è destinata a interventi “primari” come l’isolamento delle pareti, il rifacimento del tetto e la sostituzione dei serramenti, necessari al fine del miglioramento della prestazione energetica complessiva, ed altri interventi “secondari”, come il progetto del parco esterno, che potrebbero essere realizzati in futuro. Dato l’ingente investimento iniziale, sarebbe possibile distribuire la spesa negli anni, portando avanti gli interventi previsti in più fasi. Inoltre, grazie ai contributi statali sugli interventi di miglioramento energetico, come il “Conto Termico”, è possibile ottenere incentivi fino al 40% della spesa sostenuta e detrazioni fiscali fino al 65%. È necessario specificare, infine, che il protocollo prevede un’attribuzione dei crediti, legati ad uno specifico intervento, solo nel caso in cui quell’intervento venga effettivamente realizzato.

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5. Conclusioni In questa tesi l’obiettivo iniziale è stato quello di affiancare il BIM ad un intervento di riqualificazione energetica, dove alcuni crediti, necessari all’ottenimento della certificazione LEED, potevano essere estratti direttamente dal software. In gran parte lo scopo è stato raggiunto, poiché l’approccio della modellazione è stato da subito quello di capire e indirizzare le energie verso i punti stressati della certificazione, che più difficilmente era possibile raggiungere senza uno strumento parametrico. È chiaro che molti dei crediti della certificazione non sono stati approfonditi nel dettaglio perché avendo delle scadenze di consegna del lavoro di tesi, è stato necessario fare delle scelte, ma ciò nonostante viene aperta la strada a degli sviluppi futuri e soprattutto si è dimostrato come sia possibile intervenire puntualmente su elementi tecnici poco efficienti, migliorando di molto la prestazione di quell’edificio. I software di modellazione architettonica ed energetica, attualmente in circolazione, forniscono un grande supporto alla progettazione ma sono ancora poco maturi; fortunatamente in campo ci sono professionisti che ogni giorno lavorano per ottenere grandi risultati nel settore dell’informatica applicata al mondo delle costruzioni e migliorare sempre più l’affidabilità di questi strumenti. Il percorso che è stato seguito per questa tesi è stato formativo da tutti i punti di vista, sia per la possibilità di imparare un metodo innovativo come quello BIM, di affrontare in maniera cosciente e innovativo il tema del restauro conservativo ma soprattutto per la possibilità di conoscere da vicino persone di grande valore sia personale che professionale.

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5.1. Sviluppi futuri

All’interno di questa tesi sono stati toccati molti temi che aprono la strada a nuove ricerche e danno spunto per ulteriori approfondimenti. Sicuramente un tema interessante è stato ricoperto dalla modellazione parametrica degli edifici storici, l’H-BIM, o Heritage-BIM, con le sue procedure e problematiche; il tema della salute mentale nelle residenze sanitarie è stato molto coinvolgente in quanto investe anche il ramo della psicologia applicata all’architettura; il tema del worksharing e quindi della responsabilità delle parti coinvolte all'interno del progetto; inoltre, un altro tema sperimentato è stato quello dell’interoperabilità tra i vari software, per quanto riguarda i linguaggi di scambio dati. Infine, è stato affrontato il tema della riqualificazione energetica sul patrimonio storico con il suo fascino e i suoi limiti, che fornisce sconfinate possibilità di applicazione e sperimentazione per i prossimi decenni.

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6. Indice delle figure

Figura 1. Vista aerea del complesso da Sud

3

Figura 2. Foto storica di uno dei palazzi del Seminario Minore

4

Figura 3. Ciclo di vita di un edificio nell’ottica BIM

7

Figura 4. Condivisione del lavoro tramite IFC in ambiente BIM

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Figura 5. Energia spesa nei diversi settori a confronto (Fonte ANIT)

15

Figura 6. I diversi livelli LEED in base al punteggio raggiunto

19

Figura 7. Vista esterna dell’università Ca’ Foscari dopo il restauro del 2013

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Figura 8. Vista dell’esterno del Palazzo Ricordi di Milano dopo l’intervento

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Figura 9. Vista dal cortile della Greeneria a Guarene, caso pilota del protocollo GBC HB 22 Figura 10. Render del MEIS dall’esterno

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Figura 11. Chiostro della Ex Scuderia della Rocca S. Apollinare a Perugia

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Figura 12. La torre dell’Orologio vista da Piazza Trento a Ferrara

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Figura 13. Schermata Revit - Modello per Masse

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Figura 14. Rilievo piano terra complesso del Trompone del 1988

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Figura 15. Viste aeree della nuvola di punti del complesso

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Figura 16. Schermata Revit - Modello federato con i collegamenti dei singoli modelli

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Figura 17. Esempio di CDE semplificato secondo la norma BS 1192

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Figura 18. Esempio di organizzazione del CDE su Dropbox

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Figura 19. QR Code con la vista interna del chiosco

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Figura 20. Vista assonometrica del modello 3D architettonico

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Figura 21. Filtro per epoche di costruzione in Revit

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Figura 22. Pianta dei locali piano terra

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Figura 23. Pianta dei locali primo piano

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Figura 24. Pianta dei locali secondo piano

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Figura 25. Abaco delle superfici e dei volumi dei locali

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Figura 26. Abaco delle superfici e dei volumi dei singoli edifici

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Figura 27. Abaco dei tipi di bagno presenti nella struttura

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Figura 28. Abaco dei bagno presenti nella struttura e del loro consumo attuale e dopo l’intervento

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Figura 29. Abaco dei tetti da riqualificare

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Figura 30. Abaco delle finestre suddivise per livelli

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Figura 31. Le varie epoche di costruzione del complesso

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Figura 32. Confronto superfici BIM vs EAM

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Figura 33. Schermata Design Builder - Settaggio dati di default

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Figura 34. Schermata Design Builder - Opzioni di simulazione

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Figura 35. Checklist del protocollo GBC Historic Building

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Figura 36. Distanza a piedi dall’ingresso principale alla fermata bus più vicina

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Figura 37. Inserimento di 12 portabiciclette all’esterno del complesso

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Figura 38. Il progetto del giardino a Nord del complesso

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Figura 39. Dispositivi a risparmio idrico

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Figura 40. Confronto consumo kWh/m2 annui prima e dopo la riqualificazione

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Figura 41. Certificati dei diversi prodotti previsti per l’intervento

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Figura 42. Esempio di divieto di fumo in un edificio Certificato Platinum (immagine autoprodotta)

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Figura 43. Requisiti Priorità Regionale - GBC HB

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7. Bibliografia • Silenziosi Operai Della Croce, “La Beata Vergine potente del Trompone”, Istituto Salesiano Pio XI, Roma, 2016. • Osello A., “Building information modelling. Geographic information system. Augmented reality per il facility management", Politecnico di Torino, Flaccovio Dario, 2015. • Boarin, P., intervista di C. Chiorino. “A che punto e' il restauro secondo i criteri Leed?”, Architetto.info, Maggio 2014. • Lucchi, E., Pracchi, V., “Efficienza energetica e patrimonio costruito: la sfida del miglioramento delle prestazioni nell'edilizia storica”, Santarcangelo di Romagna (RN), Maggioli Editore, 2013. • “Linee guida per la progettazione con i protocolli di sostenibilità Leed e Itaca”, ANIT, 2013. • Rizzarda C. C., Gallo G., “La sfida del BIM. Un percorso di adozione per progettisti e imprese”, Tecniche Nuove, 2017. • Zoccatelli, M., intervista di V. Burgassi e G. lasparra. “Gbc Historic Building il nuovo protocollo di sostenibilità per gli edifici storici”, La Stampa, Ottobre 2013. • Ferrari, F., Sasso, D.F., “Integrazione fra BIM e GBC Historic Building: l’innovazione metodologica nel sistema di progettazione e verifica di interventi conservativi”, Disegnare con, Vol.9 (16), pp.1-6, Giugno 2016. • Nieto, J.E., “Management of built heritage via HBIM Project: A case of study of flooring and tiling”, Universitat Politecnica de Valencia, Vol.7 (16), pp.1-12, Maggio 2016.

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• Green Building Council Italia, “Manuale GBC Historic Building. Per il restauro e la riqualificazione sostenibile degli edifici storici”, GBC Italia, 2015. • Pasquero, E.; rel. Benente, M., Volinia, M., “Verifica dell'applicabilità del protocollo GBC Historic Building a Palazzo Montefamerio a Chieri”, Tesi di Laurea Magistrale, Politecnico di Torino, 2015. • Osello A., “Il futuro del disegno con il BIM per ingegneri e architetti”, Politecnico di Torino, Flaccovio Dario, 2012. • Bailo, M., Rizzo, M.; rel. Aghemo, C.; correl. Naretto, M., Taraglio, R., “Protocolli di valutazione della sostenibilità negli interventi sugli edifici storici : analisi critica del GBC Historic Building ed esempio di applicazione”, Tesi di Laurea Magistrale, Politecnico di Torino, 2015. • Pavan A., Mirarchi C., Giani M., “BIM: metodi e strumenti. Progettare, costruire e gestire nell'era digitale”, Tecniche Nuove, 2017.

Normativa tecnica • NORMA UNI 11337:2017 • NORMA UNI/TS 11300 • NORMA UNI 10339 • PAS 1192-2:2013 • AIA Document G202/2013

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8. Sitografia (siti attivi al 12/12/2017) • www.gbcitalia.org • www.drawingtothefuture.polito.it • www.greenbiz.it/green-building • www.greenews.info • www.itaca.org • www.rinnovabili.it • www.usgbc.org • www.greenme.it • www.lastampa.it • www.infobuildenergia.it • www.certificato-energetico.it • www.autodesk.com • www.harpaceas.it • www.biblus.acca.it • www.digitalbimitalia.it • www.dimmerproject.eu • www.bimscape.com • www.agenziacasaclima.it • www.architetto.info • www.bioarchitettura.it • www.breeam.org • www.edilcantiere.it • www.grohe.it • www.neoperl.net • www.davifil-bioisol.com • www.italserramenti.it • www.buildingsmart-tech.org

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9. Allegati 1. Stima approssimativa dei costi degli interventi previsti

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