Fotoguerriglia il ritratto

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PIETRO AMBROSIONI

Fotoguerriglia: il ritratto

Consigli e tecniche per migliorare i vostri ritratti indipendentemente dagli strumenti: smartphone, compatta o DSRL


Copyright

© 2013 Pietro Ambrosioni Ai sensi della legge internazionale sui diritti d'autore, tutte le foto e i testi riportati in questo eBook sono di esclusiva proprietà dell’autore e non possono essere riprodotti in alcun modo, parziale o totale, senza esplicita autorizzazione.

Desidero ringraziare Michele Bernardinatti, Fabrizio Fiorucci, Enzo Palmieri, Samuela Premoli, Nicola Serragiotto, Fabio Sormani ed Andrea Vaturi per la disponibilità e l’aiuto nella correzione delle bozze. i


Prefazione

Le foto più belle non sono sempre quelle scattate dai professionisti. Io vivo di fotografia, ma conosco almeno una dozzina di fotoamatori che scattano più e meglio di me. La differenza non sta nella qualità del singolo scatto “random”, ma nella costanza del risultato. In questo eBook cercherò di trasmettervi alcuni concetti e tecniche che vi permetteranno di ottenere ritratti migliori in modo continuativo. Pietro “Piambro” Ambrosioni


Introduzione

Fotografo ormai da qualche anno, precisamente dal 1989, e ho iniziato subito da professionista. Il perché è molto semplice: già da qualche mese scrivevo articoli per una rivista (la mitica Cinque Sport) ma improvvisamente mi trovai nella situazione di dover ottenere le foto per un mio servizio sul Mondiale Motocross della classe 500 a Namur, in Belgio. Ai tempi non esisteva il digitale e non c'era modo di chiedere ad un altro fotografo di darmi qualche duplicato delle sue diapositive. Non c'era tempo e comunque ero un pivello e non conoscevo nessuno. Allora decisi di fare da solo, chiesi un prestito a mio padre e comprai il mio primo corredo reflex, assieme ad un libro sulla fotografia. Fino a quel momento non avevo mai davvero fotografato nulla in vita mia, ricordo che le poche foto fatte con le compatte alle gare o alle fiere mi venivano mosse o sfuocate, un disastro. Nella settimana prima di partire per il Belgio lessi avidamente quel libro di Michael Freeman (che ad oggi considero la mia Bibbia): non ci capii granché ma evidentemente fu abbastanza da permettermi di cavar fuori 7 foto decenti dai 10 rullini (36 pose) di diapositive che scattai nel weekend a Namur e la mia rivista ebbe il materiale per l'articolo. Da quel giorno ho sempre fatto il fotografo, affiancando talvolta dei periodi come consulente marketing e commerciale per le aziende nel settore moto. Per maggiori dettagli sulla mia attività e sul materiale che uso potete visitare il mio blog www.amBLOGsioni.com o il mio sito www.ambrosioni.com Ma non voglio divagare. L'avvento del digitale, nei primi anni 2000, ha cambiato definitivamente lo scenario della fotografia, sia amatoriale che

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professionale: le piccole reflex DSRL (Digital Single Lens Reflex), le mirrorless, le compatte e persino i telefoni sono oggi dei concentrati di tecnologia e prestazioni, alla portata di tutti. Grazie a tutto ciò adesso ci sono molti più fotografi, scattano molto di più e, soprattutto, hanno il controllo totale del proprio materiale: dal click allo "sviluppo", dalla stampa fino alla pubblicazione (Facebook, Flickr, blog, ecc.). Quello che non è cambiato è il concetto fondamentale della fotografia: la foto non la fa la macchina ma il fotografo e quello che imprimete sulla pellicola (beh, ormai è meglio parlare di sensore) non è il SOGGETTO ma la LUCE che lo illumina, o meglio la luce da lui riflessa. Il mio scopo, in questo manuale, è quello di farvi "vedere la luce" (ve li ricordate i Blues Brothers? Beh, non in QUEL senso...). Voglio darvi lo spunto per vedere il vostro soggetto non per quello che è ma per la luce che vi rimanda. Questo concetto torna prezioso per ogni tipo di foto, ma diventa FONDAMENTALE nel ritratto. Perché fotoGUERRIGLIA? La guerriglia è una strategia militare che mira ad ottenere il massimo risultato con i mezzi disponibili, spesso limitati. I Vietcong non avevano in dotazione le mine antiuomo Claymore dei loro nemici, ma seminavano il panico tra i Marines con le terribili trappole punji, ovvero delle buche piene di punte acuminate, nascoste tra il fogliame della giungla vietnamita. Massimo risultato con minimi mezzi! Questo manuale si rivolge a tutti: dall'entusiasta che vuole scattare un ritratto alla propria fidanzata sul cellulare (si avete letto bene) fino al professionista che, a corto di attrezzatura, si dovesse inaspettatamente trovare a fotografare un ritratto di un cliente o di un personaggio utile al suo progetto. Il concetto è lo stesso della guerriglia: iPhone, compatta digitale o Nikon D4, lo scopo di questo manuale è di arrivare al miglior risultato possibile relativamente alle condizioni ambientali ed ai mezzi a disposizione. Buona lettura... e buon combattimento! iv


Chapter 1

I tre elementi del ritratto Soggetto, luce e sfondo


I tre elementi che compongono il ritratto, sono: il SOGGETTO, la LUCE e lo SFONDO. Non necessariamente in quest'ordine, e nei prossimi capitoli vi spiegherò il perché. Sono però i tre elementi che interagiscono per creare la vostra foto e la variazione di un elemento porta ad un diverso comportamento degli altri due (vedi Capitolo 6) Notate che tra questi tre elementi non ho inserito la FOTOCAMERA, in quanto la tratterò in un capitolo a parte. A mio modo di vedere, infatti, lo smartphone, la compatta o la reflex digitale sono solo gli strumenti per REGISTRARE la foto piuttosto che CREARLA: chi fa la foto siete voi, non la fotocamera! E, seguendo il principio della guerriglia, il risultato conta più dei mezzi a disposizione per ottenerlo. Sta al guerrigliero scegliere come e quando, piegando l’ambiente e gli strumenti alle proprie necessità.

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Chapter 2

Il soggetto

Tecnicamente parlando il soggetto non è la componente principale per una buona riuscita della foto. Ma è sicuramente la parte piÚ importante per voi, altrimenti non sareste qui a leggere...


Se avete acquistato questo eBook è perchè volete scattare foto migliori dei vostri cari, a due o quattro zampe. Ma come vi dimostro nei prossimi capitoli, il soggetto sarebbe nulla senza la luce che lo illumina. La fotocamera registra la luce che viene riflessa più o meno intensamente dal vostro soggetto: ecco perché una buona luce vince rispetto ad un buon soggetto. UN SOGGETTO ECCELLENTE IN UNA LUCE MEDIOCRE RENDE MENO DI UN SOGGETTO MEDIOCRE IN UNA LUCE ECCELLENTE. Detto questo vediamo come ottenere il meglio dal soggetto, mescolando attentamente posa ed inquadratura. Ricordatevi sempre di scattare molte foto e di far vedere ogni singolo scatto al vostro modello per farlo rilassare e renderlo più coinvolto e partecipe. La prima regola assoluta è MAI E POI MAI inquadrare il vostro soggetto dall'alto in basso. Cercate di mantenere l'obiettivo sempre all'altezza dei suoi occhi, e se fosse un bambino o un cane inginocchiatevi per stare al suo livello. La prospettiva data dall'obiettivo quando si scatta dall'alto verso il basso deforma in modo grottesco il corpo umano e il risultato non è mai buono. Come conferma osservate questi due scatti di Jack, la testa di polistirolo che d’ora in poi mi farà da modello. La foto a sinistra è inquadrata dall’alto: orribile no? La seconda è invece inquadrata dal basso verso l’alto, nella stessa esatta condizione di luce. E Jack da squallida testa di polistirolo (speriamo non legga queste righe...) diventa improvvisamente maestoso, manco fosse il busto in marmo di un imperatore romano. Altro consiglio, per le persone, è farle posare in modo che il corpo non sia perfettamente frontale rispetto alla fotocamera, ma leggermente girato verso un lato, preferibilmente quello della 8


fonte luminosa. Non troppo, giusto abbastanza da non far sembrare le spalle un rettangolo. Se proprio non si può evitare la posizione frontale, cercate di far assumere al soggetto una posa che gli faccia abbassare una delle due spalle, come ad esempio incrociare le braccia, sostenersi il mento con una mano per gli uomini oppure mettere una mano tra i capelli o giocare con i gioielli per le donne. Sempre per le donne fate attenzione che i capelli siano composti e che non coprano troppo il viso, e che il mento sia leggermente abbassato (non troppo!) in modo da coprire eventuali zone problematiche. Attenzione infine agli occhiali da vista, che spesso riflettono la luce e rendono gli occhi invisibili. In quelli da sole state attenti che non riflettano la vostra immagine mentre siete intenti a fotografare! Ulteriori spunti per l'inquadratura: provate a scattare in verticale ed in orizzontale, lasciate un po' di spazio attorno al soggetto e non piazzatelo mai esattamente al centro del fotogramma. Per gli uomini stempiati si possono ottenere ottimi risultati inquadrando il viso da metà fronte in giù, col soggetto decentrato: uno dei metodi tipici per fotografare i "comp" di modelli ed attori. Quando scattate foto a coppie o gruppi ricordatevi di avere metà possibilità che entrambi i soggetti abbiano la giusta espressione: finirete per scattare il doppio delle foto, non c’è niente di male, ma fatelo sapere anche a loro! E contate a voce alta... 9


Altro consiglio importante: gli occhi sono il punto principale di ogni ritratto. Non solo dovete scattare finché ottenete lo sguardo “giusto” dal vostro soggetto, ma cercate di avere una qualche luce riflessa nelle pupille. Basta un muro bianco nelle vicinanze, una lampadina, un riflesso su uno specchio che vada a sua volta a colpire gli occhi. Orientate la posizione del corpo e il viso del modello finché non vedete quel piccolo bagliore. Provate per credere, i fotografi professionisti si riferiscono a tale luce con il termine “catch light” ovvero un riflesso che ravviva lo sguardo e cattura l’attenzione dell’osservatore. Infine un appunto di carattere generale: in questo eBook sconsiglio l'uso del flash, privilegiando invece la luce ambientale. Il vostro soggetto non tenderà a chiudere o

strizzare gli occhi ma allo stesso tempo non saprà quando partirà la foto. Vi suggerisco di contare sempre fino a tre prima di scattare, e anche se in un primo momento si sarà a disagio, dopo un paio di minuti la procedura sarà più naturale e i risultati saranno evidenti. 10


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Chapter 3

La luce

La dierenza tra un fotografo esperto ed uno alle prime armi è data dal modo in cui il primo vede ed interpreta la luce.


Per chi vuole prendere sul serio la fotografia e desidera fare un deciso salto di qualità il gradino più difficile da superare è senza dubbio quello della "visualizzazione della luce". Mi ripeto un po', rifacendomi a quanto detto nel capitolo precedente. Sarò anche noioso, ma questo è un punto fondamentale e la vera differenza nella qualità delle vostre foto dipende da quanto questo aspetto vi resterà radicato in testa. Pensateci bene: il motivo principale per cui vi accingete a fotografare è quello di fare un bello scatto di vostra moglie/marito, figlia/o, nipote, cane, gatto... e via dicendo. Allo stadio inizale il vostro punto di riferimento è il soggetto. Ma quello che separa una foto che "documenta" da una bella foto che valga la pena incorniciare (o pubblicare sul web), è la qualità dell’illuminazione. Ricordate che il sensore registra la luce riflessa dal vostro soggetto, di conseguenza LA QUALITÀ DI QUELLA LUCE dovrebbe essere messa in cima alla lista, non il soggetto. L’unica eccezione alla regola è quando state documentando i danni alla vostra auto per l'assicurazione. Sembra un’assurdità ma quando avrete finito di leggere questo manualetto sarete d'accordo con me: la luce prima di tutto! Ricordate: UN SOGGETTO ECCELLENTE IN UNA LUCE MEDIOCRE RENDE MENO DI UN SOGGETTO MEDIOCRE IN UNA LUCE ECCELLENTE.

COME VISUALIZZARE LA LUCE Sono anni che ci penso, e credo di essere finalmente giunto alla analogia migliore: LA LUCE COME ACQUA. In fotografia le caratteristiche principali della luce sono date dalle dimensioni della fonte, la distanza della fonte rispetto al soggetto, l'inclinazione con cui la luce colpisce il soggetto ed infine, la qualità più importante di tutte: la sua durezza/morbidezza. Ora pensate alla luce come acqua. La dimensione della fonte è data dall'AMPIEZZA del getto, mentre la durezza/morbidezza sono dati dalla POTENZA del getto stesso. Se il vostro scopo è bagnare in modo uniforme il soggetto avete diverse scelte, ma con risultati diversi. Potete piazzarvi di fronte e far partire un getto potentissimo: il soggetto sarà fradicio e scomposto davanti, mentre rimarrà praticamente asciutto ai lati e dietro. Potete 13


ridurre la potenza del getto e mettervi sopra, facendo colare l'acqua e avendo un controllo migliore, ma un getto piccolo vi permetterà di bagnare solo una limitata zona del soggetto. Potete allontanarvi, andare più in alto, e l'acqua si spargerà un po' meglio, ma dovrete aumentare la potenza per avere qualche risultato. OPPURE potete usare un getto molto più ampio, che copra interamente il soggetto e che vi permetta di utilizzare la minima potenza accettabile, consentendovi un perfetto controllo ed il risultato migliore. Avrete il soggetto bello bagnato, senza averlo scomposto e con il minimo spreco d'acqua. La differenza tra il piccolo flash montato sulla vostra fotocamera e un grosso flash/bank da studio è più o meno la stessa che passa tra il voler innaffiare le rose con una idropulitrice a pressione o con un innaffiatoio dalla testa bella larga! Passiamo all'aspetto pratico. È arrivato il momento di provare in prima persona a visualizzare la luce. Piazzatevi sotto il lampadario di casa e prendete nota mentalmente delle sue dimensioni RISPETTO alla vostra mano, che sarà il soggetto. Ora guardate la mano e

provate a riconoscere dove la luce "bagna" maggiormente le dita (zone chiare) e dove le bagna meno (zone scure). Muovete la mano, stringete il pugno ed osservate queste zone cambiare, rimanendo simili nelle loro caratteristiche. Provate poi a spostarvi da sotto al lampadario: man mano che aumentate la distanza le zone di luce e di ombra sulla vostra mano cambiano posizione e forma, diventano più nette, più contrastate. Succede così perché il "getto" in proporzione è diventato più piccolo e la "copertura" è peggiorata. Capito come funziona? La luce più morbida ed avvolgente è quella generata da una fonte grande rispetto al soggetto, e la sua qualità/ copertura è tanto maggiore quanto più si è vicini alla fonte. Una lampadina può essere sufficiente per illuminare uniformemente un criceto o una tartarughina, ma diventa troppo piccola e contrastata per il viso di vostra moglie! Andatevi a vedere il Capitolo 6 per altri spunti. 14


IL CONTRASTO Come dice la parola stessa, il contrasto è dato dalla differenza tra le zone chiare e le zone scure della scena. In fotografia è importante notare come il sensore o la pellicola, al contrario dell’occhio umano, possano registrare solo una limitata gamma di contrasto, ovvero di livelli intermedi tra il bianco delle alte luci e il nero delle ombre chiuse nella scena. Non è questa la sede adatta per trattare in modo esteso il contrasto e la sua resa in fotografia, ma capirne i concetti di base è fondamentale per gli scopi di questo eBook. Le zone più chiare e quelle più scure della vostra foto ne determinano i limiti estremi, all’interno dei quali vanno a cadere tutte le tonalità intermedie. Più il contrasto della scena è alto, più vengono evidenziate e scolpite le forme. Un esempio tipico è la silhouette contro il cielo al tramonto, come nella foto qui sotto a sinistra. Il contrasto - ovvero la differenza di luminosità tra il sole e le parti in ombra generate dal controluce - è estrema e il soggetto (la moto) viene scolpito al punto di apparire come una sagoma quasi completamente nera. Nella foto a destra invece il contrasto della luce diffusa dal cielo nuvoloso a mezzogiorno è talmente basso che si fa quasi fatica a distinguere le tracce lasciate sulla sabbia dalla marea.

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Come potete capire osservando gli esempi precedenti, la quantità di contrasto in natura è data dall’inclinazione del sole, che quando è basso all’orizzonte crea delle ombre profonde, mentre quando è alto allo Zenith appiattisce tutto in modo uniforme e non “scolpisce” le forme. In ritrattistica il contrasto è usato per “scolpire” in modo più o meno marcato i lineamenti del viso, e dona profondità e tridimensionalità all’inquadratura. Una buona regola generale è quella di usare tranquillamente illuminazioni anche molto contrastate per i ritratti maschili, con alte luci opposte ad ombre profonde. È invece meglio avere contrasti meno estremi per le foto di donne e bambini, a cui dona maggiormente una luce diffusa.

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Nelle foto che seguono Jack dimostra vari livelli di illuminazione e contrasto a seconda della provenienza della luce (a parità di potenza): - nella prima foto la luce arriva direttamente dall’alto, la testa è illuminata ma il viso rimane in ombra tranne la fronte e il naso - nella seconda la luce arriva da dietro (in “controluce”) e di Jack si vede ancora meno... Un colpo di flash aiuterebbe molto e probabilmente otterremmo una bella foto, ma non è lo scopo di questo eBook

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- spostiamo la luce, che adesso arriva lateralmente e crea sul viso una situazione di alto contrasto. La foto a sinistra è “drammatica” ma poco descrittiva - se Jack si piazza di profilo (immagine a destra) e guarda la luce la foto diventa interessante, ma è ovvio che questa inquadratura non funziona per tutti, e poi alla lunga stufa, sembra una foto segnaletica!

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- piazzando la luce frontale (immagine di sinistra) tutte le ombre sul viso di Jack si appiattiscono, scompare ogni contrasto e la foto perde forza e tridimensionalitĂ - le cose migliorano nettamente se la luce ritorna laterale (foto a destra) e Jack si volta nella sua direzione. Il contrasto torna a scoplire i lineamenti del viso, ma rimane abbastanza alto. Usando le tecniche descritte nel Capitolo 9 potrete sfruttare ancora meglio la qualitĂ modellante di una luce molto direzionale, ma per ora fermiamoci al risultato fin qui ottenuto.

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Chapter 4

La luce flash

Il miglior consiglio per iniziare è... DISATTIVATELO!


Per ottenere il massimo dal mio breve eBook vi consiglio di DISATTIVARE completamente i flash del vostro telefono, compatta o reflex. Questi flash, tornando al paragone delle rose, hanno l'effetto idropulitrice che vogliamo evitare a tutti i costi. I piccoli ma potenti flash "di serie" hanno una luce molto dura che colpisce frontalmente il soggetto e ne evidenzia tutti gli eventuali difetti, oltre ad appiattire le forme. Il flash sbianca la pelle, lascia brutti riflessi speculari su fronte, naso e mento e toglie tridimensionalità mentre getta ombre dure e sgradevoli tutto attorno... Il famoso effetto fantasma nella notte. Guardate Jack come viene fuori! Copio e incollo dalla sezione dedicata al soggetto: non usando il flash “il vostro soggetto non tenderà a chiudere o strizzare gli occhi ma allo stesso tempo non saprà quando partirà la foto. Vi suggerisco di contare sempre fino a tre prima di scattare, e anche se in un primo momento si sarà a disagio, dopo un paio di minuti la procedura sarà più naturale e i risultati saranno evidenti”. L'unico flash utile nel ritratto è il lampeggiatore esterno, montato sulla slitta della vostra reflex o, meglio ancora, piazzato “in remoto”, angolato e PIÙ VICINO AL SOGGETTO RISPETTO AL PUNTO DI RIPRESA. Ci vogliono cavalletti, radiocomandi, batterie supplementari... chi ha simile attrezzatura probabilmente sa già cosa vuole ottenere e non ha bisogno di leggere questo ebook. Comunque, se avete un flash da montare sulla slitta della vostra reflex provare ad usarlo di rimbalzo, ovvero puntandolo contro qualcosa che lo faccia poi riflettere sul soggetto: lo scopo è quello di aumentare la superficie della fonte luminosa e variare l'angolo di incidenza, che idealmente dovrebbe essere di 45 + 45 gradi rispetto alla fotocamera (vedi il Capitolo 9 “Tecniche Avanzate”). In commercio esistono poi diffusori di ogni forma e misura per ammorbidire ed espandere la luce generata dal flash, se siete in vena di esplorarne l'uso e le caratteristiche vi consiglio una breve ricerca su eBay nella sezione accessori per flash. 22


Chapter 5

Lo sfondo

Complemento o distrazione?


A meno che non vogliate includerlo come elemento distintivo (tipico delle foto di viaggio), ricordatevi di considerare sempre lo sfondo come potenziale fonte di distrazione per chi osserva. In linea di massima uno sfondo semplice, privo di elementi di spicco e di grossi contrasti, è sempre l'opzione migliore. Sceglietelo in base alla provenienza della vostra fonte di luce (vedi il Capitolo 2) e cercate di avere quanta più distanza possibile tra soggetto e sfondo, in modo da rendere quest’ultimo sfuocato e meno invasivo, aspetto accentuato se lo zoom è in posizione teleobiettivo. Se proprio non trovate uno sfondo "pulito" cercate almeno un'area attorno a voi priva di oggetti sgradevoli, come, immondizia, gabinetti portatili, impalcature o segnali stradali. Occhio: è più facile a dirsi che a farsi. Anche l'illuminazione dello sfondo è importante: uno sfondo leggermente più scuro e meno illuminato rispetto al vostro soggetto è sempre preferibile, a meno che abbiate un buon flash (che a noi qui non interessa!) e possiate scattare vincendo il controluce di uno sfondo molto luminoso come il cielo, la spiaggia, la neve o il mare.... Nella foto a lato lo sfondo era determinante per documentare il rientro alle gare di un ex-campione, e lo scatto è stato poi usato per una pubblicità. 24


Chapter 6

Il rapporto tra gli elementi Come visualizzare e sfruttare a proprio vantaggio la diversa posizione di soggetto, luce e sfondo


Con un po’ di occhio e pratica inizierete presto a notare come la giusta interazione tra i tre elementi della fotografia rappresenti un ruolo fondamentale nella buona riuscita dello scatto. Ci sono sostanzialmente quattro casi: 1.

soggetto, luce e sfondo vicini: nella foto di sinistra Jack, la luce e lo sfondo sono tutti raggruppati in poco spazio. Lo sfondo rimane

ben illuminato e dettagliato e distrae. L’ombra di Jack è morbida perché la fonte luminosa in proporzione è abbastanza ampia e fornisce buona copertura 2.

soggetto e sfondo vicini, luce lontana: foto di destra. Se lascio Jack vicino allo sfondo e allontano la luce, la fonte diventa

relativamente più piccola. Si perdono le ombre sul viso, che ne modellano le forme, in cambio di una luce piatta e monotona. E l’ombra sullo sfondo è netta e fastidiosa. Questa è la peggior foto del gruppo, una situazione da evitare sempre

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3.

soggetto a metà distanza tra la luce e lo sfondo: foto a sinistra. La situazione migliora se non altro perché la caduta di luce alle

spalle di Jack aiuta a scurire lo sfondo, che è visibile ma meno intrusivo. Rimane il problema della luce piatta, che non scolpisce il viso. 4.

soggetto e luce vicini, sfondo lontano: foto 4, scenario migliore. La luce vicina a Jack lo illumina bene e con un gradevole contrasto che sottolinea le forme del viso, mente lo sfondo lontano resta quasi completamente al buio e sfuocato, e non distrae più. Senza dubbio la foto migliore del gruppo!

Oltre a quelli che ho elencato esistono ovviamente altri scenari (ad esempio la luce tra Jack e lo sfondo), ma il soggetto sarebbe in controluce e dunque non illuminato correttamente. Inutile complicarsi la vita cercando di far funzionare qualcosa che parta già col piede sbagliato: osservate ancora una volta l’ambiente attorno a voi e trovate una posizione migliore per il vostro modello. 27


Chapter 7

La fotocamera Fate voi, va bene tutto! iPhone, Galaxy 4, iPad, compattona, reflex...


Le basi di quanto detto in questo eBook si applicano indistintamente ad ogni tipo di fotocamera: da quella inserita nel vostro telefono fino alla più sofisticata delle reflex digitali. Il concetto di guerriglia qui si applica alla perfezione: ottenere i migliori risultati con i mezzi a disposizione. Se vi concentrate sul posizionamento del soggetto rispetto alla luce disponibile e allo sfondo, la fotocamera perde rilevanza. Semplicemente è un mezzo per registrare la scena che avete disposto davanti all’obiettivo. Previsualizzate la foto, il resto non conta molto. Non per questo i vantaggi tecnici di un mezzo rispetto all'altro vanno però ignorati. Un aspetto MOLTO iportante da considerare è la deformazione prospettica delle ottiche. Gli obiettivi, zoom o a focale fissa, si dividono in grandangolari, normali o tele. In fotografia l’ottica normale per il formato 35mm (che è lo stesso per le digitali reflex a pieno formato 24x36mm) è quella tra 35 e 50mm (esattamente 43mm). In questo range infatti l’obiettivo riproduce la prospettiva dell’occhio umano. Tutte le ottiche più corte si definiscono grandangolari, mentre quelle più lunghe si definiscono tele. Ci vorrebbe un libro intero per spiegare nei dettagli le teorie dell’ottica e delle proporzioni, ma quello che interessa a noi in questo eBook è che le lunghezze focali migliori per la resa delle proporzioni del viso sono quelle tra i 75 ed i 120mm. Attenzione: controllate bene il fattore di moltiplicazione della vostra reflex digitale. Canon ad esempio nelle sue EOS APS-C ha un moltiplicatore 1,6x - ovvero un 50mm montato su una EOS 600D diventa 50x1,6=80mm. Nikon, nella stessa fascia ha un fattore di 29


moltiplicazione 1,5x, dunque un 50mm montato su una D3100 diventa 50x1,5=75mm. Il che vi dice che la miglior focale da impostare sul vostro zoom è tra i 50 ed i 75mm al massimo. Per le compatte digitali la cosa è più difficile da stabilire con precisione numerica, per cui seguite i consigli che fornisco più avanti. Osservate le due foto iniziali per capire cosa intendo: la prima foto di Jack nella pagina precedente è fatta con la compatta in posizione grandangolo. Il viso risulta deformato. Nella seconda foto di Jack l’obiettivo è impostato quasi completamente verso la posizione tele, e le proporzioni della testa sono quelle giuste, senza essere deformate. L’esempio in questa pagina è di una persona reale. A sinistra, con l’ottica grandangolare, il corpo è sproporzionato (notate il braccio enorme rispetto alla testa), mentre nella foto a destra, con lo zoom impostato su tele, le proporzioni sono corrette. Un telefono vi costringe a studiare attentamente luce e sfondo per ottenere il risultato migliore. Ricordatevi di disattivare il flash e non usate lo zoom digitale (che riduce drammaticamente la qualità della foto), ma avvicinate o allontanate il telefono dal soggetto per trovare la giusta inquadratura e resa delle proporzioni. Mettete a fuoco toccando lo schermo in corrispondenza del viso del soggetto, sulla prate più chiara: in questo modo il telefono calcolerà anche 30


l’esatta esposizione per quella che è la parte più importante della foto. La foto di Jack qui a destra l’ho scattata con un iPhone 4s, si vede la finestra del mio studio sullo sfondo ma “pronti via” mi sembra già un buon risultato, no? Una compatta vi permette di utilizzare lo zoom ottico: selezionate una posizione a tre quarti estensione, verso il massimo ingrandimento e usate quella per migliorare la resa delle proporzioni del viso. Anche qui flash rigorosamente disattivato. Se avete un programma per i ritratti impostate quello e fate bene attenzione a che la messa a fuoco sia sul viso (gli occhi, per la precisione) del vostro soggetto. Anche qui scegliete la parte più illuminata del viso, altrimenti l’esposizione automatica cercherà di compensare le ombre e ridurrà l’impatto della foto (fate qualche tentativo per capire cosa intendo). Se potete, tenete il pulsante di scatto premuto a metà in modo da bloccare messa a fuoco e lettura esposimetrica, reinquadrate la foto e premete a fondo per scattare. E se per caso state pensando che una compatta non vi dia abbastanza qualità... Sorpresa! TUTTE le foto di Jack, tranne queste due, le ho scattate con una compattina Canon da $70. Una reflex, oltre a darvi lo zoom ottico come la compatta, vi permette di impostare anche in modo efficace il diaframma di apertura dell'obiettivo. Impostate quello più ampio possibile (numero più piccolo - ad esempio 4 è un diaframma più aperto rispetto a 5.6 o 11) e vedrete che lo sfondo si sfuocherà maggiormente e il vostro soggetto si staglierà molto meglio. Mettete a fuoco sugli occhi mantenendo permuto il pulsante di scatto a metà, reinquadrate e scattate. Sia la compatta che la reflex vi daranno rispetto allo smartphone una migliore resa quando c'è poca luce, permettendo buoni risultati senza ricorrere all'uso del flash. Che, ripeto, va disattivato a favore della luce ambiente. Fate sempre attenzione ad usare tempi di scatto brevi per evitare il mosso. In 31


linea di massima usate un tempo uguale o superiore alla lunghezza focale - esempio con lo zoom a 100mm impostate un tempo minimo pari a 1/100 di secondo o piĂš breve, come 1/125. Tempi brevi permettono anche di evitare il rischio che il soggetto si muova mentre la fotocamera sta ancora registrando la foto.

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Chapter 8

Scattare in esterni ed interni Golden hour, zenith e bianco & nero


La quantità della luce in esterni è sempre migliore, ma la qualità e la direzionalità in interni è spesso più adatta per i ritratti. In esterni i migliori risultati si ottengono al mattino subito dopo l'alba o alla sera, subito prima del tramonto, nella cosiddetta GOLDEN HOUR. Il sole è basso all'orizzonte e non così potente da spazzare via ogni dettaglio. Inoltre lo spettro della luce contiene molto rosso, donandole una splendida tonalità dorata, perfetta per i ritratti femminili e di bambini. Fate solo attenzione a posarli ad un angolo rispetto al sole che non li costringa a strizzare gli occhi. Al contrario, l'ora peggiore per scattare all’aperto è a mezzogiorno, quando il sole è alto in mezzo al cielo (allo Zenith), la luce è durissima e molto azzurra, per nulla piacevole. La foto sotto a sinistra l’ho scattata a mezzogiorno,

ma non avevo altra scelta e il soggetto non collaborava affatto... Se il sole è allo Zenith e non avete l'opzione di scattare al chiuso cercate almeno una zona in "ombra aperta" come sotto un ampio albero o una tettoia. La luce sarà più morbida, le ombre ridotte quasi a zero e il soggetto non strizzerà gli occhi tutto il tempo. La foto sopra a destra l’ho scattata con una compattina Canon in un pomeriggio di aprile, verso le 5 di sera. La luce del sole iniziava già a scendere e i toni dei colori cominciavano a scaldarsi. Le ombre sono ancora nette ma posizionate in zone dove non disturbano. 35


Per le foto in interni valutate bene la situazione: se fuori è giorno cercate una bella finestra e piazzategli il soggetto vicino e ad un angolo che ne illumini una buona parte del viso e/o corpo. Se la luce entra in modo troppo diretto tirate le tende (se sono chiare) e usatele come diusori. Spesso si ottengono buoni risultati anche se il soggetto non guarda direttamente verso l’obiettivo.

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Se fuori è sera o buio la situazione si complica, perché come detto la quantità di luce in interni è sempre inferiore. Inoltre le lampadine di casa hanno una brutta dominante gialla/verde che non dona per nulla! Jack ce lo ha dimostrato in quasi tutte le sue foto finora. Ecco allora che il bianco e nero diventa la scelta migliore: elimina la distrazione dei colori falsati e permette di concentrarsi sull'inquadratura. Guardate Jack come cambia faccia... beh, isomma. Impostate la fotocamera su B&N (in alcuni casi chiamato Monochrome, oppure B&W), oppure convertitela sul computer a cose fatte. Trovate una lampada di grandi dimensioni e piazzate il soggetto nelle vicinanze. Fatelo muovere rispetto alla luce e spostatevi anche voi finché non trovate la giusta combinazione di copertura luminosa e direzione della luce. Occhio allo sfondo (in casa è difficile ma non impossibile!), attenti al “mosso” e scattate senza risparmiarvi. Tenete a mente che una fonte di luce grande e diffusa regala sempre i risultati migliori, ammorbidendo le ombre e riducendo il contrasto, come nella foto qui a fianco, scattata sotto un grande lampadario. Per ulteriori idee su come sfruttare la direzione dell’illuminazione consultate il Capitolo 9 sulle "Tecniche avanzate". 37


Chapter 9

Tecniche avanzate Pittori e farfalle...


Se avete una fonte direzionale con sufficiente potenza, tipo i faretti alogeni che si trovano sempre di più nelle case moderne, potete spingervi un po’ oltre ed applicare un paio di tecniche di illuminazione avanzate. Jack ce le dimostra qui di seguito. Per i due scatti impiego la “luce pilota” di un flash da studio, che normalmente serve solo a previsualizzare dove cadranno le ombre e facilitare la messa a fuoco. Questa volta la uso invece come fonte di illuminazione principale, senza poi far partire il flash.

LUCE REMBRANDT Lo schema luce di Rembrandt prende il nome dal grande pittore fiammingo del 1600 e si ispira al notevole lavoro di contrasto tra luci e ombre nei suoi dipinti. La versione standard di questa luce si adatta ai visi maschili, mentre per donne e bambini sarebbe sempre meglio diminuire il contrasto aggiungendo un pannello riflettente o una seconda luce dalla parte in ombra del viso. Partite dalla luce 45/45, ovvero posizionata a “ore 4” rispetto al punto di ripresa ed inclinata a 45 gradi verso il basso. Piazzate il soggetto in modo che l'ombra del naso vada a cadere nella piega della guancia. Ora fategli girare il viso finché la parte in ombra della guancia, dal lato opposto rispetto alla luce, va a congiungersi all'ombra del naso, creando una "V" luminosa che includa l'intero zigomo. Bam!

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LUCE BUTTERFLY Detta così per la caratteristica ombra a farfalla che si crea sotto al naso. Se la luce è morbida questa tecnica va bene con i visi femminili, se la luce è dura e contrastata usatela solo con i visi maschili. Nella foto della modella inserita nelle pagine successive si nota la tecnica della luce butterfly ammorbidita grazie ad una seconda luce di schiarita (un bank piazzato in basso e puntato verso l’alto). L’ombra sotto al naso resta visibile ma non è predominante. Per ottenere la versione “classica” di questo schema di luce partite piazzando il soggetto direttamente sotto la fonte luminosa. L’ombra di Jack sullo sfondo nella foto qui a fianco aiuta a capire l’esatto posizionamento. Adesso fate indietreggiare il modello leggermente finché gli occhi non sono più nascosti dall'ombra delle arcate sopracciliari, e fategli alzare la testa verso la luce finché sotto al naso si forma la caratteristica ombra che ricorda la forma di una farfalla. Bam!

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Chapter 10

Conclusione

Siamo arrivati alla fine, la prima fase di addestramento alla fotoguerriglia è terminata. Usate quest’ultimo capitolo come referenza rapida per ripassare al volo tutti i nuovi concetti acquisiti!


Eccoci qua, è ora di chiudere questa prima fase dedicata alla fotoguerriglia. Spero che il mio eBook possa servire a migliorare in modo rapido ed effettivo le vostre foto di ritratto e dia nuova energia alla vostra passione per la fotografia. Mi farebbe piacere ricevere il vostro feedback: suggerimenti, critiche, consigli, parti da integrare, parti da eliminare... ogni input è prezioso e sempre ben accetto. Per contattarmi visitate il mio blog in italiano www.amBLOGsioni.com e mandatemi una email, oppure lasciatemi un commento sulla mia pagina di Facebook: prometto che risponderò a tutti. Gazie di cuore, Pietro

PIANO DI BATTAGLIA • VISUALIZZAZIONE DELLA LUCE usate la vostra mano per capire direzione e grado di contrasto. Individuate le zone migliori come finestre in interni e ombra aperta in esterni, oppure aspettate la golden hour • INDIVIDUAZIONE DELLO SFONDO a meno che non sia parte integrante della foto (ricordo di viaggio, contestualizzazione) considerate lo sfondo come potenziale distrazione. Trovate una zona unifore, pulita e senza elementi di disturbo • POSA DEL SOGGETTO piazzate il vostro modello/a in modo che sia colpito dalla luce migliore possibile. Evitate l’illuminazione frontale o totalmente in controluce e non spingete il soggetto troppo vicino allo sfondo. Solo successivamente pensate alla sua posa: postura rilassata, spalle non troppo in linea e testa leggermente abbassata per non mostrare eventuali zone indesiderate del mento e collo • IMPOSTAZIONE DELLA FOTOCAMERA per prima cosa disattivate il flash. Nelle reflex impostate la massima apertura di diaframma possibile settate l’ottica tra i 50 ed i 75mm. Nelle compatte estendete lo zoom fino a circa 3/4 nella posizione di massimo ingrandimento ed impostate il programma per i ritratti. Ricordatevi che la brutta dominante gialla nelle foto all’interno può essere aggirata impostando la funzione Bianco & Nero. Nei telefoni non usate lo zoom digitale, che riduce drammaticamente la qualità del file, spostate invece il telefono stesso più vicino o lontano a seconda dell’inquadratura che volete ottenere • INQUADRATURA mantenete l’obiettivo a livello degli occhi del soggetto e fotografate sia in orizzontale che vericale. Certi tagli sono molto adatti agli uomini stempiati ma vale sempre la pena di provare diverse inquadrature anche con donne e bambini. Non sforzatevi di 45


tenere sempre il soggetto perfettamente centrato nel fotogramma, anzi... E ricordate anche che il modello non deve assolutamente sempre guardare verso l’obiettivo: molte foto intriganti mostrano persone assorte nei loro pensieri. Mettete a fuoco sugli occhi e puntate sempre verso la zona più chiara del viso per ottenere una giusta esposizione di luci ed ombre • SCATTATE a volontà, non risparmiate la memory card. Più foto fate più possibilità ci sono di ottenere scatti interessanti. Fate rilassare il soggetto e contate fino a tre a voce alta prima di premere l’otturatore. State attenti al mosso quando la luce disponibile è poca e la fotocamera imposta automaticamente tempi di scatto più lunghi. Nelle foto di gruppo scattate ancora più foto per essere sicuri di prendere tutti con gli occhi aperti e la giusta espressione, contate a voce ancora più alta del solito.

INFINE RICORDATE SEMPRE: LA LUCE PRIMA DI TUTTO!

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