Il parco,la ferrovia e il fiume. Un progetto per firenze

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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI FIRENZE

Pietro Seghi

Il parco, la ferrovia e il fiume un progetto per Firenze


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Pietro Seghi 2

pietroseghi@alice.it


UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI FIRENZE DIDA Scuola di Architettura Corso di Laurea Magistrale in Architettura quinquennale _classe 4/s A.A. 2013/2014 Dicembre 2013 Il parco , la ferrovia e il fiume: un progetto per Firenze Relatore Prof.Arch. Andrea Innocenzo Volpe Correlatore Arch. Salvatore Zocco Laureando Pietro Seghi

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Alla mia famiglia

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SOMMARIO


8

INTRODUZIONE

14

INQUADRAMENTO

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EPISODI ARCHITETTONICI

30

IMMAGINI STATO DI FATTO

38

INTERVENTI

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BIBLIOGRAFIA

68

RINGRAZIAMENTI

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8

INTRODUZIONE


Questa Tesi nasce dall’interesse che ho svilup-

separata dal resto della città, mentre avrebbe

pato nei confronti dell’architettura per l’infanzia,

intorno quartieri pulsanti, da via Aretina a via

in modo particolare per quanto riguarda i servizi

Rondinella, dalle scuole ai giardini di via del Mez-

educativi e tutte le questioni pedagogiche con-

zetta, fino alle sponde dell’Arno e al suo nuovo

nesse all’argomento.

percorso verde lineare che collega il centro del-

Confrontandomi con le educatrici e le responsa-

la città con le frazioni limitrofe che sono sorte

bili alla pedagogia del servizio asili nido del co-

nel passato lungo la via Aretina. Invece appare

mune di Firenze, sono venuto a conoscenza del

isolata e deserta, a tratti insicura. L’obbiettivo

fatto che era prevista, per l’anno 2013-2014, la

è quindi rompere in più punti i margini murati

realizzazione di tre nuovi asili nido sul territo-

e creare più varchi e accessi possibili, inventare

rio comunale, uno dei quali all’interno del parco

luoghi di interazione e di vita sociale, in modo da

storico di San Salvi, in un’area, già di proprietà

innervare di vitalità gli spazi quasi metafisici di

comunale, situata nella parte più a est del parco

San Salvi.

dell’ex ospedale psichiatrico.

Tre sono quindi i contesti con i quali infine sono

Le già delicate esigenze di un progetto come

andato a confrontarmi, legati dalla nascita di un

quello di un asilo nido, messe in relazione alle

nuovo asse di percorrenza nord-sud dell’area,

problematiche di un’area così importante e di-

con il fine di rivitalizzare e rendere maggior-

scussa del territorio fiorentino, mi hanno spinto

mente funzionali aree poco considerate della

a inserire la progettazione di questo specifico

città. Questi sono appunto: il parco, la ferrovia

edificio all’interno di un sistema di scala mag-

e il fiume.

giore. Il tentativo è stato quindi di integrarsi

Il progetto, partendo dall’esigenza reale e già in-

con il tessuto dell’ex complesso manicomiale e

dividuata dal punto di vista logistico di realizza-

garantire la creazione di nuovi flussi di percor-

re il nuovo edificio scolastico, si compone di altri

renza, attraverso la cesura puntuale dei confini

elementi, nell’intento di recuperare questi spe-

dell’area , limiti che dall’abbandono della funzio-

cifici spazi, attualmente nella condizione di to-

ne ospedaliera del complesso realizzato dall’ ar-

tale assenza di identità, e di ricucire i rapporti tra

chitetto Giacomo Roster, hanno contribuito, in

le parti di questa frazione complessa della città.

parallelo a tanti altri fattori, alle difficoltà della

Gli interventi saranno quindi relativi a: un ponte

rinascita dell’area. San Salvi ,infatti, non è solo

pedonale che oltrepassa la linea ferroviaria che

un insieme di organismi architettonici, è addirit-

limita a sud l’area, un centro civico di quartiere

tura un organismo urbano, un insieme di livello

dotato di bar e di una sala riunioni-conferenze,

superiore che infrastruttura il paesaggio; una

un incubatore di start-up di proprietà del co-

tipologia nota come ospedale a padiglioni, esito

mune e uno spazio di sosta-meditazione sulle

della disposizione delle baracche per i feriti dell’

sponde dell’Arno, a concludere

esercito prussiano, poi rielaborata dal pensiero

questa nuova arteria ciclopedonale della città.

virtualmente

razionale e classificatorio della prima modernità. Oggi questo complesso vive come un’ isola 9


10


11


Inquadramento territoriale

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13


14

INQUADRAMENTO


L’area di progetto si trova, come già anticipato,

ferroviaria Firenze-Roma che, in corrisponden-

nella parte più a est della città di Firenze, a ca-

za del nuovo impianto del manicomio, corre pa-

vallo tra il parco storico di San Salvi e le rive del

rallela all’antica via Aretina. Successivamente,

fiume Arno, là dove la città lascia il passo alla

con l’interramento del fiume Affrico, prendono

campagna.

forma ad Est di questo i primi isolati compat-

Elemento caratterizzante questa parte di terri-

ti di residenze, che si moltiplicano in quantità e

torio, al di là delle preesistenze architettoniche

consistenza appena a Nord del manicomio, pur

afferenti all’ex ospedale psichiatrico e del con-

rimanendo all’interno di un impianto urbano di

vento di San Salvi e al di là del tessuto urbano

matrice compatta e regolare. Verso le colline,

della periferia, è la grande presenza di aree ver-

così come ad Est e a Sud della ferrovia il tes-

di. Queste costituiscono l’unico vero elemento

suto si sgretola in una serie di episodi, anche

di unione a livello territoriale della zona e garan-

architettonicamente interessanti, ma nati da

tiscono, per le distanze che esistono con l’edifi-

una serie di singoli progetti di lottizzazione sen-

cato, ampi scorci visivi sulle colline di Fiesole e di

za avere un disegno urbano. Intanto le “quinte”

Settignano da una parte e sul centro della città

di via Aretina si fanno compatte, permangono

dall’altra, grazie anche all’orografia totalmente

nel tessuto abitativo alcuni episodi industriali e

pianeggiante. Ci troviamo quindi di fronte alla

si costruiscono le più recenti tra le barriere che

presenza di elementi paesaggistici di grande

delimitano l’area in esame.

pregio. Ciò che attualmente separa queste due

Permangono verso Varlungo e Rovezzano sem-

opportunità, e soprattutto separa nettamente

pre più residuali porzioni dell’antica struttu-

due quartieri, Bellariva e Rondinella, è la presen-

ra poderale e mi pare importante sottolineare

za ingombrante del tracciato ferroviario, il quale

ancora una volta l’estraneità della cittadella di

non presenta alcun punto di attraversamento

S.Salvi ai processi di espansione qui brevemen-

interno al parco, ma esclusivamente due sotto-

te accennati.

passi alle estremità dell’area.

Trattato come un vuoto a perdere per tanti anni,

Da un punto di vista dell’evoluzione edilizia, l’a-

il complesso manicomiale di San Salvi porta an-

rea Nord-Est di Firenze non si distacca molto

cora con sè tutti i segni del suo degrado: as-

dalla generalità dei fenomeni urbani italiani

senza di manutenzione degli edifici e del parco,

dell’ultimo secolo: con il posizionamento del-

noncuranza nei confronti del patrimonio stori-

le infrastrutture portanti che risale alla fine

co-architettonico e mancanza di difesa dall’in-

dell’Ottocento sul quale si sono poi addensate le

sediamento di occupanti abusivi. Possiamo de-

espansioni del costruito, con i picchi del secondo

finire il complesso come un comparto separato

dopoguerra e con l’arresto espansivo che dagli

di edifici, isola tra altre isole del nord-est fio-

anni ’80 in poi presenta fenomeni di saturazio-

rentino con confini murari e confini immateriali

ne, abbandono e riuso di spazi già urbanizzati.

dell’immaginario sociale. Nonostante l’apertura

Su di una zona essenzialmente rurale nascono

ad altre funzioni, in particolare servizi Asl , come

dalla fine dell’ ‘800 il Campo di Marte e la linea

la scuola infermieri, e strutture di accoglienza a 15


carattere socio-sanitario, il timore e lo stigma del recinto manicomiale , ma soprattutto la carenza di azioni urbane integrative, hanno reso difficoltosa la fruizione del parco da parte degli abitanti dei due grandi quartieri che gravitano sull’area. San Salvi non è più un “area ospedalizzata” : al processo di dismissione della funzione originaria è suberntrata una sostituzione di funzioni per addizione che ha prodotto nel tempo una serie di utilizzi scollegati degli spazi, in alcuni casi in netto contrasto con la potenzialità ed anche la qualità degli ambienti. Alcune destinazioni successive di edifici dismessi dalla funzione originaria hanno confermato nella percezione dei cittadini l’immagine di San Salvi come uno spazio comunque dedicato alla gestione di marginalità sociali. Negli ultimi decenni l’immagine unitaria del complesso è venuta a mancare in quanto ha risentito di un meccanismo di riproduzioni di aree separate che sono paragonabili ad ulteriori recinti. Le aree occupate dagli edifici scolastici di via del Mezzetta, ai margini dell’attuale parco, sono in tal senso esemplificative, per lo sbarramento con recinzioni, che priva di comunicazione e permeabilità un tessuto invece concepito in maniera unitaria. Oggi grossi rischi per l’integrità del parco sono rappresentati dai progetti di infrastrutturazione, quella ferroviaria che già in passato aveva scorporato ed inserito come fascia di rispetto una striscia di area in seguito al raddoppio dei binari, e quella viaria che ha inglobato la percorribilità interna nel sistema di circolazione più generale. Il contesto in cui mi sono esercitato nella progettazione è quindi complesso e ricco di problematicità sia a livello spaziale sia in relazione alle considerazioni dell’area da parte della cittadinanza. 16


EVOLUZIONE DELL’AREA

Mosaico catastale 1884

IGM 1923

IGM 1955

IGM 1962

IGM 1985

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18


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Assonometria Interventi

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22

EPISODI ARCHITETTONICI


L’OSPEDALE VINCENZO CHIARUGI

Il 7 Dicembre 1886, la commissione ammini-

mente impegnato nella discussione legata alla

stratrice del futuro manicomio fiorentino inca-

struttura dello spazio manicomiale nella sua

ricò i professori Tamburini, Grilli e Pellizzari e

funzione terapeutica), nella progettazione del

l’ingegner Roster della scelta di un terreno per il

manicomio fiorentino, come consulente scien-

nuovo manicomio e approvava il compromesso

tifico, è di fondamentale importanza perché

per l’acquisto di cinque poderi che costituivano

ripropone la problematica dell’architettura ma-

la proprietà Pazzi-Forini e Guidi, presso San Sal-

nicomiale di fine ottocento, come riflesso delle

vi, individuando in questa zona l’area ideale per

concezioni psichiatriche del tempo.

l’impianto dell’istituto. Si trattava, infatti, di una

Ogni elemento, quindi, al suo interno, doveva ri-

vasta estensione di terreno, con pochi fabbricati

spondere a finalità terapeutiche e non poteva

rurali, su cui si ergeva l’Abbazia vallombrosana

essere lasciato al caso: in questo contesto, as-

di San Salvi e la chiesa, annessa, di San Michele

sumevano valore terapeutico sia l’arredamento,

arcangelo.

sia la struttura edilizia, sia l’organizzazione degli

Dato il carattere periferico e suburbano della

spazi e la distribuzione delle varie attività, in una

zona, questa era già stata deputata, in passa-

visione che sembrava voler contrapporre alla

to, a finalità ospedaliere. A partire dal 1865, San

malattia mentale, intesa come “disordine delle

Salvi, che faceva parte della comunità di Rovez-

passioni”, l’ordine ed il rigore, rivelando, però, in

zano , secondo la partizione leoplodina del 1781,

questo modo, una profonda discrepanza con la

viene inglobato nel Comune di Firenze, assieme

dominante concezione organicista della follia.

alle comunità di Legnaia e Pellegrino. Tale area

Il Donghi nel Manuale dell’architetto cita l’esem-

rispondeva a importanti requisiti: <<non molto

pio di S. Salvi come manicomio “a padiglione con

distante dal centro della popolazione e perciò

gallerie a 2 o 3 piani”.

situata o alla periferia della città o subito fuori di

Il manicomio, d’altra parte, si poneva su una

essa e in terreno sano e asciutto>>. La zona di

prospettiva duplice, proponendosi, da una parte,

San Salvi, che anche in passato aveva costituito

come strumento di cura e, dall’altra, come mez-

un forte polo di attrazione nel tessuto extraur-

zo di difesa e tutela della società. La planimetria

bano della città, rispondeva, sostanzialmente, a

generale mostra, infatti, le costruzioni della Cli-

quel binomio di “area-aria” in cui venivano sin-

nica Universitaria e dei due Pensionari edificate

teticamente riassunti i requisiti necessari per

al di fuori della simmetria del manicomio stesso,

l’impianto di un manicomio. Nel 1891 si inau-

mentre il “tipo imolese” domina negli altri fab-

gurò l’Ospedale Psichiatrico Vincenzo Chiarugi,

bricati, a padiglioni collegati fra loro mediante

intitolato al direttore del vecchio manicomio di

gallerie e portici di passaggio. Caratteristica di

Bonifazio e primo insegnante della materia di

questa struttura “monolitica” è la centralità del

“psichiatria”, introdotta a Firenze nel 1802.

corpo destinato ai servizi, uffici, luoghi di culto,

L’intervento di Tamburini (che fu sempre attiva

centralità che rispondeva, d’ altra parte, alla rigi23


da separazione dei pazienti.

re delle leggi di riforma sanitaria e psichiatrica,

Ogni padiglione era circondato da piazzali e

prende il via un lungo processo di spostamen-

passeggi: una rete di gallerie e logge collegava

to dell’assistenza alla malattia mentale diffusa

i padiglioni di ciascuna sezione, dando accesso

sul territorio. Saranno create svariate tipologie

ai locali del piano terreno. Al di sopra, una serie

istituzionali sempre più diversificate (Residenze

di terrazze correva sopra le gallerie, immetten-

Sociali Assistite, Residenze Sociali Protette, Di-

do al piano superiore di tutti i padiglioni, esclu-

partimento di Igiene Mentale ecc.), si ripristine-

si quelli degli agitati, serviva per il guardaroba e

ranno i reparti psichiatrici negli ospedali generali

per la sorveglianza notturna del personale oltre

(neurologia a Careggi) e si giungerà alla chiusu-

che come accesso per i medici ai dormitori, dalle

ra definitiva dell’o.p. Vincenzo Chiarugi solo nel

loro abitazioni nel fabbricato principale. Dal sot-

1998. Il degrado, l’abbandono ed il superamento

terraneo del fabbricato dei servizi generali e da

della vecchia istituzione manicomiale procedo-

quello delle caldaie a vapore, tra loro in comu-

no di pari passo con quelli delle sue strutture;

nicazione, si accedeva alle gallerie sotterranee

non mancano le proposte di recupero nel corso

praticabili, che collegavano, anche sotto terra,

degli ultimi trenta anni, ma di fatto la cessazio-

tutto lo stabilimento, fungendo da conteni-

ne delle attività procede per gradi e per appros-

tori per le diramazioni dei condotti del vapore

simazioni che contribuiscono a compromettere

per il riscaldamento e dell’acqua potabile. Una

l’originaria unitarietà del complesso. La Clinica

menzione particolare meritano probabilmente

viene ceduta al Comune per inserirvi una scuola

le distribuzioni interne dei padiglioni, che sono,

elementare e materna; la Provincia acquisisce il

ancora una volta, frutto delle più moderne con-

padiglione medico pedagogico e con la costru-

cezioni del padiglione ospedaliero: i corpi doppi

zione di nuovi edifici costituisce un polo scola-

e tripli, basati su un corridoio che mette in co-

stico composto da tre istituti superiori a nord

municazione le varie sale disposte in linea su di

del complesso storico del manicomio; alla Curia

un unico lato, sono l’esempio di quel “padiglione

e alle Poste e Telegrafi vengono ceduti due lotti

corridoio” che sarà la base per tutte le evoluzio-

di terreno (nel complesso circa 7000 mq) rispet-

ni tipologiche del ‘900. Già dal 1955 iniziarono le

tivamente per il completamento di una chiesa e

discussioni sul trasferimento della clinica psi-

per la costruzione di un blocco di uffici postali.

chiatrica. L’originaria distribuzione interna a pa-

Anche gli adeguamenti della viabilità e la modi-

diglioni, che prevedeva ai piani terreni locali per

fica delle funzioni sui confini del “piccolo mondo”

le attività “diurne” ed i dormitori ai primi piani,

di S.Salvi influiscono, assieme alla morte dell’i-

consentì di adeguare gli ambienti alle varie te-

stituzione manicomiale, sul configurare la real-

rapie che mano a mano vennero affermandosi.

tà di questa importante area come si presenta

Agli anni ’30 risale “l’istituzione di un cinemato-

oggi, nel momento in cui sembrano finalmente

grafo che servisse anche per le adunanze e per

aprirsi prospettive per un suo effettivo progetto

la scuola infermieri”. Già dai primi anni ’60 il nu-

di recupero complessivo.

mero delle dimissioni per la prima volta supera quello delle ammissioni e, con l’entrata in vigo24


Foto aerea del complesso manicomiale 1934

Lavoro nei campi della colonia agricola 25


SAN MICHELE IN SAN SALVI

L’antica chiesa dell’abbazia fondata da san Gio-

di Firenze. Fra le decorazioni risalenti a questo

vanni Gualberto fu costruita intorno al 1048,

periodo il mirabile Cenacolo eseguito da Andrea

su un precedente oratorio, che all’epoca era in

del Sarto nel 1526 nel refettorio. La chiesa e il

aperta campagna fuori dalle mura. San Salvi era

monastero subirono danni durante l’assedio del

stato vescovo di Amiens nel VII secolo e proprio

1529-30, ma fu l’unica chiesa fuori dalle mura

una sua miracolosa apparizione fece scegliere

cittadine a non essere rasa al suolo, né dai fio-

questo luogo. La chiesa fu dedicata a san Mi-

rentini stessi, desiderosi di fare terra bruciata

chele, mentre il convento, che ospitò una delle

dove si sarebbe accampato il nemico, né dalle

prime comunità di monaci benedettini dell’ordi-

truppe imperiali, proprio per l’ammirazione di

ne fondato proprio dal santo abate, i vallombro-

tutti verso il bell’affresco di Andrea del Sarto,

sani, mantenne sempre la dedica al santo fran-

secondo una tradizione riferita da tutti gli sto-

cese. San Salvi divenne un importante punto di

rici dell’epoca. I locali vennero comunque grave-

riferimento religioso nel contado fiorentino, poi-

mente danneggiati e, ormai pericolanti e senza

ché qui ci si poteva riposare facendo tappa sulla

tetto, vennero affidati nel 1534 alle Monache di

via del pellegrinaggio verso il santuario mariano

Faenza, il cui ex-monastero si trovava nella via

della Santissima Annunziata..

che da loro prende il nome (Via Faenza appun-

Della chiesa originaria si conserva la struttura

to) ed era stato danneggiato dalla costruzione

antica a croce latina orientata sull’asse est-

della Fortezza da Basso. Le suore, pure di regola

ovest, con unica navata, abside rettangolare e

vallombrosana ma di clausura, fecero appron-

tetto a capriate. Sia l’interno che l’esterno erano

tare presto buona parte delle decorazioni che

piuttosto semplici, anche se alcuni particola-

oggi si vedono, come il portico a tre arcate sul-

ri tradivano la ricchezza dell’abbazia, fra le più

la facciata. Nella chiesa fu rialzato il pavimento,

importanti dell’ordine, come i numerosi affre-

per il sempre presente rischio di alluvioni (ripor-

schi trecenteschi dei quali rimangono tracce nel

tato però al livello originario nel Novecento), e

piccolo chiostro a destra della chiesa (pur con i

accumularono un notevole patrimonio di opere

segni dell’alluvione di Firenze) e in alcune stan-

d’arte. In seguito agli stravolgimenti politici fra

ze attigue, come il mirabile affresco con animali,

Settecento e primo Ottocento, con un proces-

raro esempio di decorazione pittorica di questo

so a gradi vennero via via soppressi gli istituti

genere, conservato in una vano tra il chiostro e

religiosi della Toscana su iniziativa napoleoni-

la chiesa. Sempre ai frati risale il progetto di am-

ca e poi del Granduca Pietro Leopoldo e questa

pliamento dei primissimi anni del Cinquecento,

sorte toccò anche alle monache di San Salvi nel

durante i quali fu realizzato il refettorio, il lava-

1817, con il passaggio allo stato, nella persona

bo e le cucine, e che avrebbero previsto anche la

del Granduca, dei beni dell’ordine.

creazione di nuove celle per i monaci, mai realizzate per via dei drammatici eventi dell’Assedio 26


il cenacolo di andrea del sarto

il chiostro di san michele a san salvi

27


SEDE REGIONALE R.A.I TV

Nel 1962 la RAI Radio Televisione Italiana decise

rie parti del complesso, si apre l’ingresso, se-

di impiantare a Varlungo la sua sede regiona-

gnalato da una lunga ed essenziale pensilina

le per la Toscana, in un area sulla quale in pre-

dalla struttura metallica. La struttura dell’edi-

cedenza c’era il campo sportivo della società

ficio è invece interamente in cemento armato,

Rinascita. I lavori, iniziati nel 1965, furono poi

salvo che nella zona dell’atrio principale e degli

completati nel 1968. Concertato con l’allora di-

atri di piano, nei quali al contrario è stata uti-

rettore di sede della RAI, Carlo Vigo, il progetto,

lizzata una struttura metallica, che ha permes-

dall’estrema complessità tecnica, fu elabora-

so l’apertura di finestre più ampie. Metallica è

to dall’ Arch. Italo Gamberini, in collaborazione

anche la maglia ortogonale della struttura a vi-

con gli Arch. Antonio Bambi, Luciano Peracchio,

sta del corpo di fabbrica degli studi. Di fronte

Sergio Barsotti e Loris Macci. L’edificio che ne è

alla parte Est dell’edificio degli studi si trova la

risultato è uno dei più moderni palazzi presenti

vasca, pavimentata a mosaico, verso la quale

nel quartiere e rappresenta una delle opere più

digradano i volumi delle fiorere accostate alla

significative della maturità dell’Arch. Italo Gam-

vetrata d’ingresso. Nell’atrio principale domina

berini. Si tratta di un vastissimo complesso che

la struttura metallica della scala, il cui pilone di

occupa un area di circa 18000 metri quadrati tra

sostegno si eleva da una base parallelepipeda

la via Aretina ed il Lungarno Cristoforo Colombo,

di marmo bianco apuano, componendo, insieme

in prossimità dello snodo autostradale di Firen-

al rivestimento parietale in lastre di pietra se-

ze Sud. Del terreno disponibile è stato coperto

rena ed alla vetrata di cristallo opera di Guido

solo un nono, mentre la parte restante è stata

Polloni e di Sergio Papucci , un gioco cromati-

sistemata a giardino ed a parcheggio. Il com-

co di grande effetto. Le pareti esterne sono ri-

plesso, su quattro piani, si articola in due corpi

vestite in silipol di colore aranciato, colore che

principali, ortogonali tra loro ed incernierati dal

vuole essere sintesi del tradizionale cromati-

blocco verticale dei collegamenti, e ne fanno par-

smo fiorentino del cotto e della pietraforte. Da

te quattro nuclei destinati rispettivamente agli

questo fondo cromatico omogeneo si staccano

uffici, agli studi, alle salette di montaggio ed alla

il blu-grigio-indaco dell’acciaio porcellanato di

centrale elettrica, per un volume complessivo di

rivestimento delle torri degli ascensori e il rame

circa 80000 metri cubi, dei quali 38000 interra-

rigato dei pesanti coronamenti evocativi di quel

ti. A Gamberini si deve anche la progettazione

primo razionalismo italiano cui Gamberini deve

dell’arredamento e del giardino oltre alla super-

la sua formazione, l’opera si avvale anche di

visione artistica su tutti i settori del complesso.

spunti dall’architettura di Mies van der Rohe

Tra l’altro sono numerosi gli artisti che con le

e di suggestioni brutaliste, rifiutando nella sua

loro opere decorano l’edificio, da Sauro Cavalli-

impostazione concettuale le attribuzioni di og-

ni a Enrico Ciuti. Accanto alla struttura centrale,

getto bello per aspirare legittimamente ad una

che come detto fa da cerniera tra le va-t

figuratività tecnologica di concreta complessità.

28


La sede rai lato sud sul lungarno C. Colombo

Particolare della facciata 29


30

IMMAGINI STATO DI FATTO


Uno dei numerosi murales presenti

Il limite ferroviario che corre lungo la fascia sud dell’area di San Salvi 31


Area dell’ex colonia agricola

L’aera dell’ex colonia agricola con sullo sfondo la villa “Panico” e la residenza universitaria 32


Le recinzioni che caratterizzano attualmente l’area dell’ex colonia agricola

Il limite murato di villa “Panico” 33


la sede della

villa

34

Panico

RAI vista dal parco


la fattoria della colonia agricola

uno degli edifici trasformati del complesso dell’ex manicomio, attualmente residenza per studenti universitari

35


Il lotto di proprietĂ comunale tra via aretina e la ferrovia

Accesso al lotto da via Aretina 36


La barriera antirumore che caratterizza l’area

Il retro della sede RAI su via Aretina 37


38

INTERVENTI


39


Planivolumetria interventi

40


Planimetria interventi

41


L’ASILO NIDO

L’area scelta dal comune di Firenze per la rea-

integrati al parco senza che ci siano stati in-

lizzazione di quest’opera, in relazione a poten-

terventi in tal senso, rimanendo recintati e co-

ziali bacini di utenza e in relazione a necessità

stituendo un interruzione netta nel percorso

normative,tecniche e funzionali, è attualmente

lineare che costeggia la ferrovia fino appunto

uno spazio verde non attrezzato che si attesta

all’area di progetto.

sull’antico tracciato di via del Guarlone, che già

Il contesto risulta privilegiato da un punto di vi-

fu asse principale su cui si sviluppò l’ospedale

sta qualitativo-ambientale, per la presenza di

Vincenzo Chiarugi. La strada che un tempo at-

una variegata vegetazione e per le aperture vi-

traversava i campi della zona ha perso le sue

suali sui colli fiorentini, ma molto limitato dallo

tracce nel disegno attuale del verde e prosegue

stato attuale delle aree in abbandono del parco,

esclusivamente all’esterno del recinto del parco,

particolarmente in relazione alle percorrenze

collegando l’area del Gignoro con via del Lore-

pedonali e agli accessi. Motivo che mi ha spinto

tino ed il sistema di ville del versante sud della

a integrare la progettazione dell’asilo in un si-

collina di Settignano.

stema di scala maggiore, come illustreremo più

Gli attuali unici due accessi all’area hanno ca-

avanti.

ratteristica esclusivamente carrabile, risultando

Principio fondamentale nella progettazione

quindi avversi alla circolazione pedonale, che

dell’asilo nido è stato quello di disegnare degli

ben si addice ad una funzione scolastica e al

spazi caratterizzati da una spiccata semplicità

particolare contesto in cui sorge. Infatti l’area si

compositiva e spaziale, nella ricerca di una pu-

può raggiungere attualmente solo accedendo

rezza assoluta che liberi i neonati da ogni possi-

da via del Mezzetta, tramite un strada sterrata,

bile vincolo o limitazione nello sviluppo dei pro-

e dall’ingresso principale di San Salvi, all’estre-

pri sensi .

mo opposto del complesso.

Si è ricercata quindi un’architettura attraente

Il lotto indicato confina a ovest con quella che è

e caratterizzata, eppure non eccessivamente

attualmente chiamata villa ”Panico”, una volta

disegnata: non un esercizio di stile.

clinica per pazienti psichatrici volontari e oggi

Come era solito dire l’architetto olandese Her-

casa occupata da gruppi anarchici, a nord con un

man Hertzberger a conclusione delle confe-

edificio agricolo di proprietà comunale affidato

renze in cui mostrava i progetti delle scuole

agli scout CNGEI di Firenze e a est con un ampio

che ha realizzato, bisogna costruire “piedistalli”

terreno in via d’esproprio a favore del comune. Il

non “sculture” affinchè, come sui piedistalli si

limite sud è invece costituito da quelli che era-

appoggiano le statue, negli edifici siano accol-

no i terreni della colonia agricola dove un tempo

te e favorite le attività svariate e vitali che vi

lavoravano, durante le ore del giorno, i pazienti

si svolgono: in questo caso la formazione e il

più indipendenti e considerati lievi. Questi spazi

gioco dei bambini.

sono da tempo in attesa di essere

L’asilo si qualifica infatti con un impianto a corte

42


Esploso assonometrico asilo nido

43


centrale, principio insediativo che fa riferimento

scarico delle merci.

al primo esempio di architettura per l’infanzia

Lo spazio dedicato alle educatrici è composto

della storia fiorentina, lo Spedale degli Innocenti.

da: una sala aperta verso l’esterno con funzio-

Riproduce in un’area dove lo sviluppo della città

ne di ufficio, dove si svolgeranno gli incontri con

non è arrivato lo spazio di una tipologia archi-

i genitori ,la pianificazione delle attività e tutte

tettonica diffusa nella città storica.

le funzioni di amministrazione e di accoglienza,

Il quadrato, trasposizione geometrica di que-

servizi igienici e spogliatoi per il personale del

sta ricercata semplicità , struttura tutti gli spazi

nido (diviso per sessi), ripostigli e depositi.

dell’edificio sia nella sua configurazione plani-

Per quanto concerne gli spazi riservati alla pre-

metrica che in alzato, collocandolo in asse con il

parazione dei pasti si individuano: la cucina, una

complesso a padiglioni dell’ex struttura ospeda-

dispensa per alimenti e una per materiali deter-

liera. Ne costituisce così la testa del sistema e

sivi, un accesso diretto con l’esterno, lo spoglia-

instaura un dialogo spaziale con gli edifici limi-

toio e i servizi igienici per il personale addetto e

trofi interni al parco.

una lavanderia con accesso separato.

Un ampio piazzale antistante separa l’edificio

In asse con i tre ulteriori lati del complesso si

dalla strada e ospita i posti auto necessari.

attestano le cosiddette ”sezioni“ del nido, veri

Il nuovo asilo nido è progettato per avere una

e propri universi nei quali ogni gruppo di età

ricettività di 44 bambini, di cui 16 grandi, 16 medi

di bambini passa la maggior parte del tempo

e 12 piccoli.

all’interno della struttura. Questi spazi, oppor-

L’edificio,come suggerito dalle linee guida per la

tunamente orientati per garantirne una con-

progettazione degli asili nido della regione To-

grua illuminazione diretta durante la giornata e

scana, deve essere caratterizzato dalla compla-

il miglior comfort termo-igrometrico possibile,

narità di tutti i suoi spazi sia interni che esterni

contengono ciascuno tutti gli spazi necessari

e quindi risulta forzatamente monopiano. Vin-

per lo svolgimento delle attività di una giornata

colo che ha contribuito fortemente nella scelta

al nido. Vi troviamo quindi aree ludiche , per il

tipologica dell’impianto.

riposo, per il consumo dei pasti e per l’igiene dei

L’ingresso dell’asilo, disposto nell’ala nord dell’e-

bambini. Ogni sezione, la quale riproduce uno

dificio, si qualifica come un’ampia loggia perme-

spazio definibile quasi domestico, è direttamen-

abile che attraversa visualmente l’edificio e lo

te collegata con lo spazio esterno tramite un’

lega in un rapporto diretto tra interno ed ester-

ampia parete vetrata arretrata rispetto al filo

no, tra la corte e il parco. Adiacenti all’ingresso

dell’edificio che va così a descrivere una gran-

e ai suoi relativi spazi di accoglienza e deposito

de loggia. Ciascuna sezione è individuabile per

passeggini si trovano gli spazi di servizio per gli

la particolare cromia delle pareti interne della

educatori e per il personale, a cui si può acce-

loggia, che vanno così a costituire un elemento

dere anche direttamente dall’esterno per ga-

identitario per i bambini e creano un’ atmosfera

rantire, nei momenti di apertura della struttura,

particolare per il riverbero della luce all’interno.

una diversificazione dei flussi di percorrenza e,

Nelle due cartelle di muro esterne della loggia

nel caso particolare della cucina, il libero carico e

trovano collocazione due spazi, destinati uno al

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Pianta asilo nido

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deposito dei materiali ludici utilizzati all’aperto

plicità che hanno caratterizzato la progettazio-

e l’altro agli impianti tecnici. Gli spazi delle se-

ne a livello spaziale e volumetrico, nel tentativo

zioni sono inoltre caratterizzati dalla speculari-

di creare ambienti rilassanti e protettivi. Il bianco

tà dell’impianto al fine di rendere possibile una

puro dell’intonaco esterno contrasta visivamen-

doppia gestione all’interno di ciascun gruppo e

te l’edificio dal prato su cui pare come appoggia-

venire così incontro alle esigenze pedagogiche

to leggermente. Dato il forte sviluppo orizzon-

delle educatrici, che possono così diversificare i

tale delle facciate si instaura visivamente come

programmi durante la giornata senza necessità

una triplice scansione tra il piano composto dal

di spostamenti.

prato, l’edificio ed il paesaggio circostante, valo-

Nei due angoli rivolti a sud troviamo gli spazi

rizzando ciascuno dei tre elementi sopracitati.

laboratorio, spazi dedicati ad attività specifiche,

Unico elemento di variazione sui fronti sono le

frequentati in tempi stabiliti da gruppi di bam-

pareti interne delle logge delle sezioni, colorate

bini guidati da un educatore; uno dedicato alle

ciascuna in maniera differente.

attività psicomotorie l’altro alle attività cosid-

La pavimentazione in legno, particolarmente in-

dette tranquille, come la recitazione, la lettura

dicata per le numerose attività a terra dei bam-

e la pittura. Caratteristica legata a questi spazi

bini si estende a tutta la superficie delle edificio

è la totale libertà dello sviluppo planimetrico, al

contribuendo a descrivere lo spazio anche nella

fine di poter allestire gli stessi con attrezzature

sua continuità con l’esterno.

specifiche al bisogno della programmazione pedagogica. Due aperture a tutta altezza sui lati a contatto con l’esterno dei laboratori permettono la corretta illuminazione ed areazione. In aggiunta consentono il diretto trasferimento delle attività all’aperto nei mesi più caldi. Gli spazi esterni di pertinenza a ciascuna sezione godono delle caratteristiche intrinsche del luogo e sono collegati da un percorso che li raccorda lungo il perimetro dell’asilo. Lo spazio centrale della corte garantisce la giusta illuminazione agli spazi di distribuzione e costituisce un’importante elemento di aggregazione. Vi si potranno infatti svolgere le attività collettive all’aperto, oltre a costituire testimonianza visiva del passaggio delle stagioni e delle variazioni meteorologiche, peculiarità molto apprezzata nell’insegnamento nel periodo della prima infanzia. I materiali e le finiture seguono i principi di sem46


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Prospetti e sezioni asilo nido

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Vista interna sezione est

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Vista interna corte d’angolo

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Vista interna sulla corte frontale

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Pianta dello Spedale degli Innocenti

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IL PONTE, IL CENTRO CIVICO E LE START UP

Elemento di cerniera tra il parco e la città, oltre-

trico, il modulo che struttura la progettazione

passando la linea ferrovia, è il sistema architet-

degli altri edifici, che a loro modo rappresentano,

tonico constituito dai due edifici pubblici desti-

ad un differente livello sociale, luoghi di intera-

nati ad attività collettive e dal ponte pedonale.

zione e unione nella vita del quartiere.

L’area in cui sorgono è un lotto residuale venu-

In posizione baricentrica ai due nuovi edifici tro-

tosi a creare dalla mancata saturazione del tes-

va infine collocazione il ponte pedonale che, in

suto urbano residenziale che si attesta sulla via

asse con il nuovo tracciato ciclopedonale rap-

Aretina. Questo spazio, a cui si accede dalla via

presenta il vero punto di contatto tra le due par-

Aretina stessa, nei pressi della sede regiona-

ti di città, tra il parco e il fiume.

le toscana della RAI progettatta dall’architetto

Queste tre stutture, cercando di dialogare con

Italo Gamberini, si configura spazialmente come

il linguaggio architettonico utilizzato nella pro-

un retro urbano, dallo spiccato sviluppo nella

gettazione dell’asilo nido, si differenziano per

direzione parallela alla ferrovia e dalla limitata

l’uso dei materiali ma ne mantengono la sobrie-

profondità. Gli altri tre lati del lotto sono infatti a

tà caratteristica dei propri elementi architetto-

diretto contatto con gli edifici residenziali o con

nici e spaziali.

le loro relative aree di pertinenza e parcheggio.

Mentre l’asilo dialoga direttamente con le colli-

Mancando di qualità paesaggistiche o storiche,

ne e con la vegetazione che lo circonda, e quin-

quest’ area di proprietà comunale, destinata dal

di l’intonaco bianco e il vetro lo fanno risaltare

piano urbanistico vigente a nuova edilizia resi-

nella sua purezza formale, in questo contesto

denziale pubblica, ha in sè il potenziale per di-

il cemento a vista e la serialità nel disegno dei

venire un nuovo accesso al parco dalla città. Il

prospetti interagiscono con l’infrastruttura fer-

mix funzionale dei due edifici è teso a garantire

roviaria e il suo caratteristico sviluppo lineare.

anche una frequentazione costante di questi

Situate secondo normativa a debita distanza

spazi, così da evitare l’isolamento dell’attraver-

dai binari e dalla barriera antirumore le nuove

samento ferroviario e la possibilità che si mani-

edificazioni costituiscono una nuova quinta ar-

festino problematiche legate a questo.

chitettonica continua, scissa esclusivamente in

L’intenzione del progetto è quella di dare carat-

corrispondenza della torre del ponte pedonale,

tere a questo vuoto urbano con il minimo dei

ben visibile dal tracciato viario cittadino, e con-

mezzi espressivi .

trapposta alla torre della RAI.

Il layout architettonico del nuovo complesso na-

Gli spazi sono uniti da un percorso pedonale di

sce dalla trasposizione a livello spaziale e con-

raccordo e caratterizzati da nuove fasce verdi

cettuale della corte dell’asilo nido afferente alla

alberate a confine con le proprietà private e da

parte opposta alla ferrovia. Proprio lo spazio di

un’ area pavimentata con sedute.

aggregazione sociale interno all’edificio dedicato alla prima infanzia costituisce, a livello stereme54


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Incubatore d’impresa-start up

Centro civico

Nella parte ovest dell’area sorge l’edificio dedi-

Il centro civico ospita al piano terra un piccolo

cato alle giovani imprese, pensato per essere

bar ,utilizzabile da chi frequenta il parco, ed al

di proprietà del comune e affittato a start-up

piano superiore uno spazio polivalente pensa-

nascenti per periodi più o meno lunghi ad un

to per un utilizzo a livello di quartiere, relativo

prezzo calmierato. Le esigenze di flessibilità e

quindi a riunioni condominiali o per chi ha ne-

di gestione degli spazi vanno a configurare gli

cessità di affittarlo per feste o attività collettive.

stessi, oltrepassata la hall di ingresso, come

Questo sorge nella parte più a est dell’area e si

una successione di postazioni d’ufficio separate

qualifica per la sua pianta libera quadrata. Le

da arredo mobile. Queste si distribuiscono nella

facciate sono alternatamente permeabili e pie-

lunghezza del piano terra attestandosi sui due

ne in base alle esigenze di separazione visiva e

lati della spina distributiva del corridoio e sono

acustica dalla ferrovia. L’accesso è individuato

suddivise in tre aree quadrate per permettere

da una pensilina che si ripete anche nell’edificio

una separazione maggiore tra differenti gruppi

limitrofo come unica emergenza nella compla-

di lavoro. A questre tre aree corrispondono tre

narità del prospetto pieno, caratterizzato dalla

relative salette riunioni, comprese tra i due corpi

cromia rossa.

scala-servizi.

Un corpo scala-ascensore e servizi connette i

Al piano superiore sussistono ulteriori postazio-

due livelli .

ni che si affacciano, grazie alla conformazione a doppio volume, sull’area inferiore. La particolare sezione dell’edificio garantisce la separazione visiva e acustica dalla ferrovia e favorisce l’illuminazione naturale tramite i lucernai in copertura e la facciata trasparente rivolta a sud. In corrispondenza dei corpi scala, frontalmente ad essi, si trovano due aree relax direttamente connesse con lo spazio esterno. Il forte sviluppo longitudinale del progetto è contrapposto alla scansione in fasce verticali vetrate della facciata descritta da un ordine di pilastri a tutta altezza. La permeabilità visiva permette un ulteriore dialogo interno-esterno tra le postazioni di lavoro e le nuove aree piantumate. Come per il centro civico, l’accesso è individuato come unica emergenza nel piano della facciata. 56


Esploso assonometrico centro civico, ponte pedonale e start up

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Pianta livello 0

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Pianta livello 1, prospetti e sezioni

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Ponte pedonale Centro dell’operazione progettuale è il ponte

bile congiungersi col tessuto cittadino e, per

pedonale, punto di contatto tra parco e città,

correndo l’anello che cinge la sede della RAI, rag-

terra e cielo.

giungere le sponde dell’Arno, dove troviamo l’ul-

Sorretto da due piloni in cemento armato, mo-

timo intervento del progetto.

dulati secondo l’altezza di 4 metri, fino ad arri-

La posizione sopraelevata ed estremamente

vare ad una quota di +12m rispetto al piano fer-

panoramica in cui si trova chi attraversa il ponte

roviario, il ponte si materializza come una trave

e la scansione ritmata che organizza la compo-

reticolare metallica a campata unica appoggiata

sizione della struttura propongono un analogia

ad essi. Chiuso sui due piani orizzontali che ri-

con la rappresentazione pittorica del cenacolo di

sultano così in evidenza nella struttura, rima-

Andrea del Sarto , dipinto a fresco tra il 1511 e

ne semitrasparente sui 4 lati, coperti da moduli

il 1525, che si trova nel convento adiacente alla

verticali di mesh metallica incociata ortogonal-

chiesa di San Michele a San Salvi, all’estremo

mente, la quale lascia intravedere dall’interno il

opposto del parco.

panorama collinare e tutto il complesso di San

Troviamo, infatti, rappresentata nella parte su-

Salvi e garantisce la sicurezza richiesta dalla

periore dello sfondo dell’opera una terrazza,

normativa ferroviaria specifica.

dove due personaggi (probabilmente l’autore

L’effetto ricercato dall’esterno è quindi quello di

stesso ed il suo aiuto) sostano ed assistono al

un corpo, apparentemente leggero, che sembri

momento della profezia da una postazione mo-

galleggiare sulle due strutture portanti piene in

dernissima che, tramite la sua struttura, tripar-

cemento armato; contrapposizione tra terra e

tisce la composizione.

cielo, pieno e vuoto. Va così a porsi come una nuova porta di accesso alla città di Firenze per chi arriva con il treno e come signal urbano ai due lati della strada ferrata. Gli accessi e i corpi scala ascensore interni al ponte si trovano in posizione antimetrica nei due lati in favore dell’assialità con i percorsi svincolandosi dalla struttura esterna della trave che può così essere continua e smaterializzata. Dal lato del parco, una volta attraversata la ferrovia ci si raccorda, tramite nuovi tracciati ciclopedonali, ai percorsi esistenti interni al parco ed è così possibile raggiungere facilmente il nuovo asilo nido e tutti i servizi presenti nell’area senza interferire con la circolazione carrabile. Allo stesso modo, dal lato di via Aretina è possi60


Piante prospetti e sezioni

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IL MIRADOR ll progetto che conclude il sistema d’interventi, punto ideale di intersezione tra il nuvo asse del progetto e le sponde del fiume Arno, è questo spazio di sosta-meditazione dalle minime caratteristiche formali, spazio di soglia tra città e fiume. Volumetricamente e materialmente presente come uno dei blocchi di cemento che costituiscono le due spalle del ponte pedonale, si appoggia sull’argine destro fino a coprire il dislivello di 4 metri che sussiste tra il livello medio dell’acqua e il percorso verde che corre lungo il fiume. Con la sua profondità di 10 metri permette di raggiungere una posizione di privilegio dal punto di vista panoramico sulla città e sul fiume, così come dal ponte si gode del panorama collinare e del parco. La sosta è resa fruibile da una seduta continua lungo il lato a est rivolta visivamente verso il centro di Firenze e limitata da una ringhiera in ferro battuto a ovest. Con questo ultimo intervento ho voluto in qualche modo rendere ancora più evidente l’importanza che può avere, dal mio punto di vista, la connessione tra più parti della città ormai da troppo tempo separate e non comunicanti, esprimendo anche da un punto di vista maggiormente poetico e pittorico questa esigenza.

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63


Mirador sull’Arno

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BIBLIOGRAFIA


Testi

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RINGRAZIAMENTI


Desidero ringraziare:

Antonio Acocella

Claudio Pierattelli

Julian Biondi

Beatrice Scappini

Tazio Borgognoni

Matteo Senserini

Sara Bucci

Marta Simpatico

Daniele Carmagnini

Politecnica Ingegneria e Architettura

Niccolò Cenni

Andrea Tatini

Anna Ciattini

Lapo Tirelli

Giacomo Dallatorre

Valentina Toni

Francesco Daviddi

The Fans

Francesco Della Santa

UPV Universidad Politecnica de Valencia

Francesca De Gaudio

Andrea Innocenzo Volpe

Maria Di Benedetto

Salvatore Zocco

Daniele Dipierro

Daniela Zuanigh

Andrea Distefano Alessandro Falaschi Stefano Maffei

per il prezioso aiuto che mi hanno garantito e per avermi accompagnato durante tutto il corso di studi.

Lorenzo Martelli Tommaso Minafra Francesco Onorati Giulia Palmerini Lorenzo Pandolfi Cosimo Paolini Arianna Pardi Sara Pasqui

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