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SAUDI ARABIA INVESTE SUL PROPRIO FUTURO CON UNA SERIE DI MEGA-PROGETTI

epoca dei combustibili fossili sta giungendo alla fine. Che ne sarà dei paesi che hanno fondato tutta la propria economia e il proprio successo sul patrimonio petrolifero, come è il caso di diverse nazioni in Medio Oriente? L’unico modo in cui possono guardare al futuro è facendo investimenti per diversificare l’economia ora che sono ancora ricchi, e usare i petrodollari per finanziare il passaggio a nuove fonti di reddito. Oggi è l’Arabia Saudita a fare da apripista in questo senso, con tutta una serie di mega-progetti. Con l’iniziativa Saudi Vision 2030, questo regno mediorientale ha creato un fondo pubblico di investimento chiamato PIF, che gestisce un patrimonio di oltre 620 miliardi di dollari e sta riversando quei fondi in numerosi nuovi progetti faraonici. Attualmente il sito ufficiale del PIF ne elenca quattro, mentre un quinto è appena stato annunciato a gennaio. Diamo un’occhiata più da vicino a due di queste iniziative, che promettono di rivoluzionare il settore del turismo e del divertimento in tutta la regione.

Red

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Sea è un megaprogetto in Arabia

L’Arabia Saudita si affaccia sul Mar Rosso, famoso perché è circondato da un sistema di barriere coralline che per dimensioni è il quarto al mondo. Red Sea, cioè proprio “mar rosso”, è anche il nome del primo mega-progetto dell’Arabia Saudita, la cui prima apertura al pubblico (Fase 1, con 16 hotel) è prevista già quest’anno.

Il sito di oltre 28.000mq comprende un arcipelago di più di 90 isole incontaminate, spiagge immacolate, vulcani addormentati, deserti sconfinati, canyon di montagna e siti storico-culturali. È pubblicizzato come meta turistica allo stesso tempo “di lusso” e “rigenerante” per l’ambiente. “La nostra visione ambiziosa di offrire esperienze personalizzate e indimenticabili in un ambiente meraviglioso si accompagna anche al nostro impegno a: offrire accesso ad alcuni dei tesori culturali più importanti dell’Arabia Saudita; proteggere, preservare e migliorare l’ambiente locale; e fissare un nuovo standard per lo sviluppo sostenibile,” si legge in una nota del PIF. Il progetto è partito da una serie di studi ambientali ad ampio raggio, inclusa la più grande simulazione di progettazione in ambito marino mai intrapresa, per valutare l’impatto ambientale dell’intervento. A seguito di quei risultati, sarà edificato meno dell’uno per cento dell’area totale della regione in questione, mentre il 75 per cento delle isole sarà conservato in termini di protezione ambientale. L’obiettivo è anche quello di raggiungere un beneficio ambientale positivo del 30 per centro entro il 2040, migliorando gli habitat più importanti per permettere il prosperare della biodiversità. Con tutto questo, per il 2030 il Red Sea Project ospiterà comunque ben 50 hotel (ad oggi sono già 12 i contratti firmati con brand internazionali dell’hospitality, alcuni dei quali entreranno per la prima volta nella regione), 8.000 camere, fino a 1.000 edifici residenziali sparsi su 22 isole e sei siti nell’entroterra. Avrà anche un suo aeroporto internazionale, lussuosi porticcioli, campi da golf, divertimenti e strutture ricreative.

Situata ad appena 20 minuti dal centro di Riad, Diriyah sarà una delle mete top al mondo dedicate a lifestyle, patrimonio culturale, ospitalità, retail e istruzione universitaria. Sono previsti oltre 25 milioni di visitatori l’anno.

A gennaio 2023, il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, che è anche presidente del PIF, ha annunciato ufficialmente il quinto mega-progetto finanziato dal fondo: Diriyah, che sarà una meta unica nel suo genere con caratteristiche offerte culturali, storiche e turistiche. La località è stata scelta per la sua vicinanza alla capitale dell’Arabia Saudita, Riad, e anche perché include il quartiere di At-Turaif, sito dichiarato Patrimonio dell’umanità dall’Unesco, che fu la prima capitale della dinastia saudita e comprende i resti di molti palazzi e di un centro abitato costruito ai margini dell’oasi di ad-Diriyah. “Questi aspetti sto- rici e culturali fanno di Diriyah una meta incomparabile per rilevanza globale, dove si può omaggiare l’autentico patrimonio saudita e rivelare le origini storiche dell’Arabia Saudita di oggi”, si legge in una nota del PIF.

Con un investimento di 50 miliardi di dollari, il nuovo progetto trasformerà la località in una meta turistica dedicata alla cultura e al lifestyle, con 38 hotel, una serie di musei, ma anche offerte per lo shopping, la ristorazione e il tempo libero. Attualmente è prevista anche la ricostruzione di un villaggio storico dove i turisti avranno l’opportunità di esplorare e toccare con mano la storia e la cultura dell’Arabia Saudita. Con questo progetto il PIF conta di creare migliaia di nuovi posti di lavoro e di offrire una serie di iniziative che contribuiranno a innalzare la qualità della vita per residenti e visitatori.

Attualmente in costruzione sul Mar Rosso nel nord-est dell’Arabia Saudita, Neom (il cui nome significa “nuovo futuro”) è “un laboratorio vivente, un luogo dove imprenditorialità e innovazione tracceranno la rotta verso un nuovo futuro”. I piani di questo progetto includono una città a emissioni zero con edifici sviluppati in verticale, un resort sciistico, una città portuale galleggiante e molto altro. Il primo lotto di questo ambizioso progetto, un’isola di lusso chiamata Sindalah, dovrebbe aprire le porte ai primi ospiti nel 2024.

Annunciato inizialmente nel 2017, Qiddiya è il mega-progetto saudita che più si lega al mondo del divertimento e dei parchi a tema. Descritto come “la capitale saudita del divertimento, dello sport e dell’arte”, includerà il parco Six Flags Qiddiya, come pure altri parchi a tema per famiglie, campi sportivi, strutture per eventi e concerti, autodromi, proposte per attività all’aperto in ambienti naturali, nonché attività storiche, culturali ed educative.

Lanciato nel 2018, Roshn è un progetto edilizio che punta alla costruzione di comunità e ha l’obiettivo di portare al 70% la percentuale di cittadini sauditi proprietari di una casa.

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