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Il tempo della protesta
Organo Ufficiale Nazionale del S.A.P.Pe. Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria
La Copertina Il Segretario Generale Donato Capece in prima fila al sit-in davanti il DAP organizzato dal Sappe
ANNO XVII Numero 177 Ottobre 2010
L’EDITORIALE Sit-In di protesta davanti il DAP
Direttore Responsabile Donato Capece
di Donato Capece
capece@sappe.it
IL PULPITO Appello al Ministro Alfano
Direttore Editoriale Giovanni Battista De Blasis
di Giovanni Battista De Blasis
deblasis@sappe.it
Direttore Organizzativo Moraldo Adolini
IL COMMENTO Sicurezza e Legalità a Cairo Montenotte
Capo Redattore Roberto Martinelli
di Roberto Martinelli
martinelli@sappe.it
Comitato di Redazione Nicola Caserta Umberto Vitale
L’OSSERVATORIO POLITICO Le carceri italiane: si salvi chi può di Giovanni Battista Durante
Redazione Politica Giovanni Battista Durante Progetto Grafico e impaginazione © Mario Caputi (art director) Direzione e Redazione Centrale Via Trionfale, 79/A 00136 Roma tel. 06.3975901 r.a. fax 06.39733669
LO SPORT Nasce il settore giovanile dell’Astrea a cura di Lalì
LE FIAMME AZZURRE Protocolli di adesione AIRP e S.Valentino a cura di Lionello Pascone
E-mail: rivista@sappe.it Web: www.poliziapenitenziaria.net Le Segreterie Regionali del Sappe, sono sede delle Redazioni Regionali di: “Polizia Penitenziaria -
DIRITTO & DIRITTI Malattia: procedura telematica dei certificati a cura di Giovanni Passaro
Società Giustizia & Sicurezza” Registrazione Tribunale di Roma n. 330 del 18.7.1994
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Donato Capece Segretario Generale Sappe capece@sappe.it Direttore Responsabile
Sit In di protesta del SAPPE a Roma, davanti il DAP Più di 200 i poliziotti in largo luigi daga
Alcune immagini della protesta
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rano più di 200 i poliziotti aderenti al Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo della Categoria, che hanno partecipato la mattina del 19 ottobre scorso al sitin organizzato a Roma davanti alla sede del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria per protestare contro il grave sovraffollamento delle carceri italiane e per le conseguenti pesanti criticità che le donne e gli uomini dei Baschi Azzurri. Il grave momento di crisi della questione penitenziaria ricade infatti quasi unicamente sui quasi trentanovemila Agenti di Polizia Penitenziaria, che sono obbligati (considerate le 6mila e 500 unità in meno negli organici e le più volte solo annunciate assunzioni di 2mila nuovi Agenti) a prestare numerose ore di lavoro straordinario e di missione per trasporto di detenuti in tutta Italia, che non sono retribuite per mancanza di fondi.
Di tutto questo, i poliziotti penitenziari del SAPPE sono stanchi: stanchi di essere stati e di essere presi in giro sulle più volte annunciate 2mila assunzioni di nuovi Agenti dei quali non si ha alcuna traccia; stanchi dall’assenza di provve-
dimenti concreti del mondo della politica nonostante il decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri sullo stato di emergenza conseguente all’eccessivo affollamento degli istituti penitenziari presenti sul territorio nazionale sia del 13 gennaio scorso; stanchi di non essere pagati per lavoro straordinario e servizi di missione obbligati ad assicurare; stanchi di non avere neppure vestiario e automezzi adeguati ai delicati compiti istituzionali. Per protestare contro tutto questo, contro l’immobilismo asfissiante e l’apatia dei vertici del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria e del mondo della politica ai problemi quotidiani dei Baschi Azzurri siamo scesi in piazza a protestare martedì 19 ottobre. La manifestazione, che si è svolta regolarmente senza particolari disagi al traffico locale anche per il senso di responsabilità degli iscritti SAPPE, è stata caratterizzata dallo sventolio delle numerose bandiere azzurre del Sindacato, ritmato dal suono dei fischietti, e dagli slogan lanciati per denunciare proprio l’assenza di provvedimenti concreti per risolvere l’emergenza carceri: erano presenti gli striscioni delle delegazioni sindacali del Lazio, della Calabria, dell’Umbria, di Lecce, di Viterbo e della Campania. Molti i manifestanti arrivati anche dalla Basilicata, dal Molise, dalle Marche e dalla Toscana. Presente per un saluto di solidarietà ai manifestanti il senatore dell’Italia dei Valori Stefano Pedica, che in serata è poi intervenuto ai lavori del Senato spiegando all’Assemblea le ragioni della protesta del SAPPE, dando lettura del volantino distribuito durante il sit-in e, ciliegina sulla torta, mostrando e con-
segnando alla Presidenza dell’Aula la maglietta con in bella evidenza il logo del SAPPE regalatagli durante la manifestazione.
Nella tarda mattina, poi, una delegazione di manifestanti, guidati dal Segretario Generale SAPPE Capece, è stata ricevuta dal Capo del DAP e Commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria Franco Ionta, al quale sono state spiegate le ragioni della protesta. Ionta ha espresso una condivisione di massima con le rivendicazioni del SAPPE: «io continuo a lavorare e spero che per la fine dell’anno si possa arrivare ad ottenere una prima parte di assunzioni di nuovi Agenti e l’approvazione del d.d.l. Alfano sulle pene detentive brevi. In questo contesto, la manifestazione odierna del primo Sindacato della Polizia Penitenziaria deve essere intesa quale giusto richiamo alle Istituzioni ed al Parlamento per una maggiore attenzione alla grave situazione penitenziaria ed alle molte criticità del Corpo di Polizia». Ora aspettiamo i fatti. Gli striscioni, le bandiere, i fischietti restano a portata di mano... ✦
Polizia Penitenziaria - SG&S n.177 - ottobre 2010
Giovanni Battista De Blasis Segretario Generale Aggiunto Sappe deblasis@sappe.it Direttore Editoriale
Appello al Ministro Alfano
dedichi un po’ più del suo tempo e del suo impegno politico alla Polizia Penitenziaria onostante la drammatica situazione delle carceri diventi sempre più drammatica, continua l’assurda inerzia del Governo e della politica nei confronti del sistema penitenziario italiano. Più volte, più di qualcuno, ha fatto ricorso all’ossimoro silenzio assordante per definire l’atteggiamento del Governo, in particolare del Ministro della Giustizia, nei confronti dell’esecuzione penale. In verità, non si può proprio parlare di silenzio in quanto sia Alfano, sia Ionta continuano a parlare, senza soluzione di continuità, di Piano carceri e di assunzioni straordinarie ormai da più di un anno. Purtroppo, però, al di là dell’effetto annuncio tanto caro alla politica, nessun atto concreto ha fatto seguito alle chiacchiere da bouvette. Il famigerato piano carceri di Ionta rimane ammantato da una cortina fumogena impenetrabile, dietro la quale sembra esista un pool di esperti esterni all’amministrazione che sta lavorando incessantemente da parecchi mesi. Quasi fosse intervenuta una secretazione da Mistero di Stato, non è dato sapere da chi è composto questo Gruppo di Lavoro, quali obiettivi si sia prefisso e quali risultati siano stati raggiunti. Ancora peggiore lo stato dell’arte del provvedimento legislativo sulla detenzione domiciliare, quello all’interno del quale è prevista l’assunzione straordinaria dei famigerati 2.000 agenti (che nel frattempo pare siano diventati 1.800 e
che rischiano una ulteriore erosione numerica come le spiagge del mar Tirreno), che dopo aver ottenuto la procedura d’urgenza alla Camera dei Deputati ed essere stato approvato in tutta fretta in sede legislativa dalla Commissione Giustizia, ha improvvisamente perso le sue caratteristiche di provvedimento emergenziale al Senato della Repubblica dove è stato declassificato a ddl ordinario e messo in coda a tutti gli atti legislativi in lista di attesa. Assurda, paradossale e finanche ridicola questa situazione, laddove un ramo del Parlamento riconosce l’urgenza di un provvedimento e l’altro ramo – composto dagli stessi partiti e dalla stessa maggioranza – smentisce se stesso e ne derubrica l’emergenzialità. Innegabile che, anche noi, paghiamo dazio alla incredibile situazione politica attuale ma non mi sembra sufficiente nemmeno una simile scriminante per giustificare una vera e propria omissione della classe politica nei confronti di quella parte dello Stato che Voltaire definiva come indicativa del suo livello di civiltà. Nonostante l’ottimo rapporto politico che il Sappe ha istaurato con il Ministro Alfano (e nonostante altrettanta stima e simpatia che intercorre) non possiamo non sottolineare il gravissimo handicap risentito dal Corpo che sembra orfano del proprio Ministro in Parlamento e all’interno della compagine governativa. Ci rendiamo tutti conto del fatto che il nostro Guardasigilli è impegnato full time con l’attività politica del suo partito, ma ci rendiamo altrettanto conto che tale
attività ha finito per far diventare residuale il proprio impegno di Ministro della Giustizia. E questo è sicuramente il nostro più grande rammarico soprattutto laddove siamo assolutamente consapevoli delle grandissime qualità politiche e di governo di Angelino Alfano che, siamo convinti, porterebbero risultati di indubbia eccellenza per il Corpo se fossero messe completamente al servizio della Polizia Penitenziaria. Ed è, soprattutto, per questo motivo (per la consapevolezza delle sue grandi qualità politiche) che mi permetto di rivolgergli un appello accorato da parte di quarantamila poliziotte e poliziotti penitenziari: Signor Ministro ci dedichi un po’ più del suo tempo e del suo impegno politico. ✦
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Il nodo al fazzoletto per il Ministro Alfano ci rimanda alla vignetta dell’ultima pagina
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Roberto Martinelli Segretario Generale Aggiunto Sappe martinelli@sappe.it Capo Redattore
Sicurezza e Legalità il Convegno di cairo Monteotte
La locandina dell’evento
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enerdì sera 8 ottobre la città di Cairo Montenotte ha ospitato un Convegno-dibattito sul tema, sempre molto attuale, della sicurezza e della legalità nel territorio ligure. Organizzato dal Comune di Cairo in collaborazione con il SAPPE , il Convegno si è tenuto nell’incantevole cornice del Teatro Palazzo di Città ed ha visto la partecipazione di qualificati relatori, parlamentari ed amministratori locali e regionali.
Sono infatti intervenuti il senatore Giorgio Bornacin (del PdL), gli onorevoli Gabriella Mondello (UdC), Giovanni Paladini (IdV) e Guido Bonino (Lega
Nord Padania), la vice presidente della Regione Liguria ed assessore alla Infrastrutture Marylin Fusco, il capogruppo del PdL in Regione Matteo Rosso, il provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria Giovanni Salamone, il sindaco cairese Fulvio Briano, il segretario generale del SAPPE Donato Capece. Chi scrive ha partecipato nella veste provvisoria di responsabile regionale SAPPE per la Liguria mentre il professore Renzo Cirio ha moderato il convegno. La concomitante partita di calcio della Nazionale italiana con l’Irlanda non ha comunque scoraggiato i numerosi cittadini e gli ospiti intervenuti: tra questi ultimi, i direttori della Scuola di Formazione del Personale di Cairo Montenotte, i direttori delle carceri di Genova Marassi e Sanremo, i Commissari Comandanti dei Reparti di Cairo Montenotte, Genova Marassi, Genova Pontedecimo e Imperia, i rappresentati delle altre Forze di Polizia ed una folta rappresentanza delle segreterie sindacali SAPPE del Piemonte, di Sanremo, Savona, Genova Marassi e Cairo. L’ampio dibattito ha fornito importanti spunti di confronto. Il sindaco Briano ha messo in luce il solido e costruttivo legame tra la Scuola di Polizia e la Comunità cairese mentre il Provveditore Salamone ha efficacemente sottolineato gli impegni dell’Amministrazione penitenziaria sui temi della sicurezza e della legalità. La vice presidente e assessore regionale Fusco ed il consigliere regionale Rosso hanno messo in evidenza quanto può fare la Regione su questi argomenti, anche riservando una particolare attenzione a
tutti gli Operatori del Comparto e delineando un nuovo percorso operativo dell’Osservatorio regionale costituito anni fa proprio per monitorare lo stato della sicurezza. L’onorevole Mondello ha parlato della contraddittorietà del Governo su questi argomenti, visto che se per un verso rivendica più sicurezza per i cittadini, dall’altro però taglia le risorse finanziarie ed umane destinate proprio al Comparto Sicurezza. L’onorevole Paladini, sostituto commissario della Polizia di Stato imprestato alla politica, ha sottolineato l’importanza che su legalità e sicurezza per i cittadini si possa e si debba trovare soluzioni quanto più condivise per il bene della gente e del Paese. Il senatore Bornacin, che ha messo in luce quanto il Governo Berlusconi ha fatto in materia di contrasto alla criminalità (sia essa comune che organizzata), ha condiviso la necessità che al settore della sicurezza e di chi in esso opera debbano essere garantiti fondi e uomini ma ha pure sottolineato come la recente crisi economica mondiale ha inevitabilmente condizionato le politiche economiche del Paese e dell’Esecutivo che lo guida. Come SAPPE abbiamo posto particolare attenzione alla questione penitenziaria regionale e nazionale, sottolineando l’encomiabile lavoro quotidianamente svolto dalle donne e dagli uomini del Corpo. Sulla realtà ligure, in particolare, ci siamo fatti portatori di una denuncia ed una proposta: non è infatti accettabile avere in Italia un carcere vergognoso come il Sant’Agostino di Savona, indegno per chi ci lavora e per chi sconta una pena (qual-
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cuno addirittura in celle senza finestre!), come altrettanto vergognosi sono i ritardi burocratici del Comune savonese che fino ad oggi nulla ha fatto per sanare tali indecenze. Dopo un rimpallo durato oltre vent’anni, oggi sappiamo che non è previsto alcun nuovo carcere per Savona. La proposta allora la facciamo noi: è possibile realizzare un nuovo carcere nella Valbormida, in tempi estremamente brevi, con costi contenuti ed avvalendosi di manodopera locale. Si costruisca un carcere secondo il sistema modulare, vale a dire un edificio con grandi capacità di resistenza agli agenti atmosferici, agli attacchi chimici o ad altri processi deteriorativi, che può essere sopraelevato senza particolari misure strutturali e con costi competitivi e tempi di esecuzione estremamente rapidi. Si tratta di edifici con 600 posti letto costruibili in quattro mesi, avvalendosi di manodopera del posto, con un costo inferiore ai 20 milioni di euro, e posti in opera in soli 7 mesi. Perché non provarci? Il carcere di Savona è infatti del tutto in antitesi con il dettato costituzionale della rieducazione del detenuto ed espone gli agenti di Polizia penitenziaria a condizioni di lavoro gravose e a rischio. Costruito per ospitare 36 posti letto, il Sant’Agostino ospita in media oltre 80 detenuti controllati da Agenti di Polizia Penitenziaria carenti in organico di 15 unità. E sulla nostra proposta al Convegno di Cairo è da registrare l’ampia disponibilità a ragionarci espressa dai politici presenti. Vedremo e vi daremo conto di cosa poi questo concretamente produrrà. Un’analisi più ampia sulle politiche della sicurezza del Paese evidenzia che essa è indispensabile e propedeutica a quel concetto di libertà sancito dalla Costituzione, che non può essere mai disatteso e tanto meno ignorato. Ciò che la gente chiede è maggiore sicurezza, ma è importante riuscire a gestire questi problemi senza lasciarsi travolgere dall’onda emotiva, senza assumere iniziative che possono, alla fine, risultare
Il Palazzo di città di Cairo Montenotte e. nel riquadro, il Teatro dove si è tenuto il Convegno
poco efficaci. Sicurezza non vuol dire solo carcere, pena detentiva a tutti i costi. Noi riteniamo che non tutti i reati possono e devono essere puniti con la detenzione, non solo per l’incapacità delle nostre strutture di tenere in carcere tutti gli autori dei reati che vengono commessi, ma anche e soprattutto perché la detenzione, a volte, potrebbe non essere significativa. Riteniamo, quindi, che il carcere debba essere la sanzione da applicare a coloro che commettono gravi reati, ma rispetto al carcere bisogna trovare delle misure alternative, in aggiunta a quelle che già sono previste nel nostro ordinamento. Se il carcere è, in larga misura, destinato a raccogliere il disagio sociale, è evidente come la società dei reclusi non possa che essere lo specchio della società degli uomini liberi. Non può, infatti, disgiungersi la sicurezza dalla esecuzione della pena, compito precipuo della Polizia Penitenziaria. Servono riforme che garantiscano la certezza della pena, perché il carcere non può essere il solo e unico deterrente; serve limitare il sovraffollamento, mediante il potenziamento dell’area penale esterna, vale a dire incentivando le misure alternative.
E’ di assoluto rilievo un’analisi delle prospettive di riforma del sistema delle pene: la stragrande maggioranza dei detenuti sono in custodia cautelare e pochissimi in esecuzione di pena, recidiva il 46% di coloro che entrano in carcere e solo il 18% di coloro che sono posti agli arresti o in detenzione domiciliare. Se questi dati vengono valutati congiuntamente al collasso del sistema carcerario, in cui è opportuno ricordare che circa il 50% dei presenti è con lo stato giuridico di imputato (sia esso in attesa di giudizio, appellante o ricorrente), è evidente che la riforma più volte annunciata è sempre più urgente. Per il bene del Paese e la sicurezza dei cittadini. ✦
La pagina del sito del Comune di Cairo Montenotte che promuove l‘incontro
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Giovanni Battista Durante Segretario Generale Aggiunto Sappe durante@sappe.it Responsabile redazione politica
Milano: Parcheggio degli automezzi della Polizia Penitenziaria presso il Palazzo di Giustizia di Milano
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La Segreteria SAPPE di Milano ha protestato per la mancanza di spazi idonei alla sosta dei mezzi del Corpo, quotidianamente impegnati nell’accompagnamento di detenuti presso le aule di giustizia del Palazzo di Giustizia di Milano. La denuncia è contenuta in una nota che Donato Capece ha inviato al Vice Capo Vicario dell’Amministrazione penitenziaria Emilio di Somma, agli Uffici competenti centrali e regionali. Evidenziando che da diverso tempo è oggetto di numerose lamentele da parte del personale di Polizia Penitenziaria facente parte dei Nuclei traduzioni e piantonamenti degli istituti milanesi, l’ormai insostenibile situazione riguardante il parcheggio riservato ai mezzi preposti alle traduzioni detenuti, in uso presso il Tribunale di Milano, via Freguglia, angolo S. Barnaba. Risulta che nel predetto parcheggio, totalmente incustodito, non trovano più posto per la sosta gli automezzi del Corpo (autobus, furgoni e auto), perché lo stesso, sin dalle prime ore della giornata, è strapieno di autovetture estranee all’Amministrazione. Tutto ciò comporta la sosta degli automezzi fuori dagli spazi del parcheggio dati in uso dal Tribunale, determinando la sosta nella via Freguglia, ove i predetti veicoli non solo creano gravi disagi alla viabilità pubblica, ma anche seri problemi di sicurezza al servizio di traduzione detenuti, essendo abbandonati senza un minimo di riguardo. Per ovviare a tali disfunzioni e creare quei presupposti operativi che consentano al personale adibito alle mansioni di autista di assolvere nel pieno rispetto della sicurezza i compiti affidati, si chiede di intervenire, con la massima sollecitudine, affinché si risolvano al più presto le problematiche rappresentate. ✦
Le carceri italiane: si salvi chi può a situazione nelle carceri italiane continua ad essere sempre più drammatica, per sovraffollamento e carenza di personale, ma anche per disorganizzazione gestionale. Questa situazione è ormai nota anche all’opinione pubblica, non solo agli addetti ai lavori, grazie alle continue denunce delle organizzazioni sindacali che hanno ormai assunto una dimensione ed una notorietà pubblica evidenti, attraverso la partecipazione alle varie trasmissioni televisive che si occupano della questione carceri e ai tanti interventi sulla carta stampante, nazionale e locale. Ormai la gente conosce i problemi del carcere. Anche la politica li conosce molto bene, sempre per le stesse ragioni; li conosce bene, ma se ne occupa poco. Sono tanti anni che la questione carceri è all’attenzione dei politici. E’ diventata un po’ come la questione meridionale, tutti ne parlano da più di cinquant’anni, ma nessuno se ne occupa seriamente. Il primo e più attuale riferimento alla questione carceri, dal punto di vista politico, è il disegno di legge Alfano riguardante le pene detentive brevi, di cui ci siamo già occupati lo scorso mese. Come già scritto, il disegno di legge è stato approvato in Commissione Giustizia alla Camera dei Deputati, in sede deliberante. Dopo essere approdato a Palazzo Madama, nella stessa commissione, il Partito Democratico non ha dato l’assenso alla sede legislativa, salvo poi accogliere la proposta del sottosegretario Caliendo e del Presidente Berselli di ritirare gli emendamenti presentati. Un comportamento inadeguato il primo, molto più responsabile il secondo. La stessa maggioranza aveva deciso di non presentare emendamenti, vista l’urgenza del provvedimento. Siamo tutti d’accordo che il provvedimento è insufficiente per risolvere i gravi
problemi delle carceri. Mentre mancano 6500 agenti della Polizia Penitenziaria, potremo assumerne solo 1800, ai quali si aggiungeranno quelli previsti per il turn over; non dovrebbero essere tantissimi i detenuti che andranno agli arresti domiciliari, viste le modifiche apportate al disegno di legge dopo le proteste della Lega Nord, ma nonostante ciò è indispensabile che il disegno di legge venga approvato al più presto, poiché, ormai, non siamo più in grado di garantire i servizi negli istituti penitenziari. Sarebbe quindi opportuno un atto responsabilità da parte di tutti i gruppi politici affinché anche al Senato si proceda in sede legislativa, in modo da ottenere l’approvazione del disegno di legge in tempi brevissimi. Qualche osservazione sul piano carceri. Sembra che ormai l’Amministrazione sia pronta per partire con le gare per l’aggiudicazione degli appalti, ma ci chiediamo con quali uomini verranno aperte queste nuove strutture. Sappiamo tutti che oggi, in Italia, ci sono circa 6000 posti detentivi disponibili, tra nuovi istituti e padiglioni detentivi ristrutturati o costruiti ex novo, ma inutilizzati proprio per carenza di personale. Basta citare Rieti, Ancona, Trento e tanti altri. Se il piano carceri verrà realizzato nei tempi previsti fra tre anni al massimo avremo altri 11 nuovi istituti penitenziari e 22 padiglioni nelle carceri già esistenti: un piano carceri sicuramente ridimensionato rispetto alla prima ipotesi, ma evidentemente importante per consistenza strutturale. Resta comunque il dilemma del personale di polizia ed amministrativo. Senza gli uomini non si possono aprire nuove strutture e nuovi padiglioni. Alla dimensione politica, però, segue quella amministrativa. Continuiamo ad avere quattro regioni senza provveditori: Calabria, Puglia, Sardegna e Basilica, alle quali si aggiungerà il Lazio tra un mese.
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Queste regioni non hanno il massimo vertice che dovrebbe controllare, coordinare e dare impulso alle attività delle strutture dipendenti. Fermo restando tutte le osservazioni più o meno critiche che si possono fare sull’attività dei provveditorati e del loro vertice, resta comunque il fatto che tali osservazioni le possiamo fare fintanto che il vertice esiste. Quindi, farebbero bene i vertici del Dipartimento ed il ministro a mettersi d’accordo al più presto sui nomi da proporre in Consiglio dei ministri. In questi giorni ne sono circolati tanti, sembra che i vertici del Dipartimento abbiano presentato un lungo elenco di nomi, anziché concentrarsi su una cerchia più ristretta, in modo da agevolare anche il lavoro di chi deve decidere in via definitiva. Probabilmente chi ha presentato la lista non voleva inimicarsi nessuno degli interessati o dei raccomandati che dir si voglia, ovvero dei loro padrini politici.
Spero che nessuno si sorprenda di questa mia franchezza, tanto è noto a tutti che la nomina a dirigente generale è strettamente politica e prescinde dai meriti acquisiti sul campo. Coloro che vinceranno questo terno al lotto, per posizione giuridica e, soprattutto, per trattamento economico, non è detto che saranno i più meritevoli. Comunque, al di là di tutto, è importante che si faccia presto, così come sarebbe importante un’inversione di tendenza sulla gestione dei vertici degli istituti penitenziari. Abbiamo circa 500 dirigenti penitenziari e, nonostante ciò, ci sono
ancora istituti senza direttori. Abbiamo circa trecento commissari, tra poco arriveremo a circa quattrocento, ma in molti istituti continuano ad esserci gli ispettori al comando dei reparti; come dire, tra direttori e comandanti si salvi può; chi riesce a scappare per primo dal carcere è sempre il più intelligente, anche perché, poi, negli avanzamenti sono quasi sempre quelli che si collocano tra i primi posti in graduatoria. Anche qui bisognerebbe fare un po’ di chiarezza nella distribuzione degli incarichi. Chi non ha santi in paradiso non ha incarichi e, quindi, al momento della valutazione per l’avanzamento alla qualifica superiore si colloca negli ultimi posti in graduatoria. Ecco perché penso che nello sfascio delle carceri ci siano tante responsabilità politiche, ma anche molte amministrative e gestionali. ✦
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Nasce il settore giovanile dell’Astrea una squadra di giovanissimi affidata al collega Mauro Sambucini
Nella foto Mauro Sambucini
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elle periferie più nascoste delle città, spesso così lontane dalle grandi metropoli per abitudini e tenore di vita, c’è fortunatamente a volte una palla che rotola ad allietare i pomeriggi ed i giochi di bambini e ragazzi. E’ un giocattolo che travalica distanze e linguaggi, che armonizza caratteri e accorda persone differenti più di qualunque altra campagna sociale a favore dell’integrazione quella sfera su un prato o tra lo spazio rubato al cemento dei palazzi, alle macchine in sosta o in transito. Quella palla è già integrazione, senza altri argomenti necessari a dire quanto sia utile. E’ una medicina preziosa alla voglia di esserci di ognuno che la calci, senza sé e senza ma, senza necessità di ingaggi in squadre importanti e senza i riflettori delle pay tv puntati addosso. Il calcio è lo sport che su tutti è in grado di catturare le attenzioni di un pubblico che sui giornali o in tv lo segue con numeri che fanno registrare uno share da finale del Festival di Sanremo, come si sarebbe detto qualche tempo fa, o da lunedì di grande fratello per attualizzare un pò di più. Ma al di là dello spettacolo mediatico che alimenta questo calcio popolarissimo del nostro stivale, al di là degli interessi economici che lo muovono e lo fanno odiare da molti cultori degli sport minori che sono invece animati dalla
sola passione per la disciplina e niente di più, è anche uno strumento potente e importante di crescita abitudine al rispetto delle regole per moltissimi giovani che lo praticano, a qualunque livello o età, così come altre situazioni giovanili non riescono ad essere molto spesso. Il rischio dell’alternativa delle periferie alle pratiche sane come lo sport è, non di rado, quello del non trovare nulla di interessante nel lecito delle attività che offrono le città che si abitano: i sassi dal cavalcavia qualche anno fa, i cattivi maestri che portano ad avvicinarsi alla droga
o all’alcool, le corse notturne in macchina alla ricerca di altri e inspiegabili tipi di ebbrezza di vita, le violenze di gruppo filmate in classe e rigorosamente messe in rete o la sola attitudine alla violenza che porta a scene di guerriglia urbana, ai pugni sferrati sotto una stazione del metrò per una fila non rispettata alla biglietteria, o a tutti quei delitti maturati nell’intimo della crescita della persona, fanno credere che sia necessario prevenire in modo che le condizioni dalle quali tutti questi mali sociali del nostro tempo non possano prodursi e lavorare tanto da far scrivere altre pagine nere in cui siano protagonisti ragazzi che potevano essere preservati da una crescita deforme, che dovevano essere guidati verso percorsi migliori rispetto a quelli tracciati dall’essere cresciuti da soli tra richieste implicite di guide sicure per l’avvenire, e famiglie spesso troppo impegnate ad assicurare il solo pane rispetto alle tante esigenze che ad un nucleo domestico vengono demandate più del cibo, dei vestiti o del superfluo a cui la crisi o il consumismo spicciolo ci hanno abituati. Nell’ambito dell’attività caratterizzante l’importante mestiere della Polizia Penitenziaria si è sempre parlato molto di trattamento e rieducazione quali cardini fondamentali del servizio d’istituto dei baschi azzurri al servizio del Paese. Tutto estremamente fondato il discorso relativo a tali sfide che ogni appartenente al corpo deve assumersi quotidiana-
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a cura di Lalì info@sappe.it Redazione sportiva
mente nell’espletamento del suo ufficio, ma allo stesso tempo in cui ci si impegna a despondere spem anche di una vita diversa una volta fuori dalle mura del carcere per chi ha la sorte di trascorrervi una parte della propria esistenza, si dovrebbe operare con iniziative utili a che i possibili abitanti delle patrie galere non varcassero mai la loro soglia. Buoni maestri e attività sane per assicurare delle speranze di vita migliori rispetto a quelle designate da una noia giovanile che fa deviare da qualunque radice sana dalla quale si inizi la crescita, sono l’altra sfida da raccogliere dalla nostra società per dirsi migliore ed evoluta in un tempo in cui le persone da prendere a vero esempio sono spesso poche rispetto a quelle che i media ci raccontano come uomini o donne di successo. Forte anche di questa consapevolezza, in una realtà periferica come quella di Ostia che non ha un tasso di criminalità da allarme sociale ma ha numeri di abitanti importanti tanto da rendere necessaria qualche sana iniziativa in più a vantaggio di una corretta formazione giovanile, è partito dalle fila della Polizia Penitenziaria il progetto della As Astrea calcio per la categoria dei giovanissimi provinciali del Lazio (fascia B girone A). Per la prima volta in 62 anni di storia, dopo aver raggiunto tra l’altro la militanza in serie C e soddisfazioni che l’hanno posta all’attenzione non solo del calcio laziale e romano in particolare,
la As Astrea Calcio si sta occupando anche delle categorie agonistiche, mai fatte dal 1948 ad oggi. Grazie ad un accordo con la A P.D. Vega, i giovanissimi, classe 1997, partecipano ai campionati federali, iniziati domenica 17 ottobre, indossando i colori bianco e azzurro dell’Astrea. E’ partito infatti a seguito dell’assenso ottenuto dal consiglio direttivo dell’Astrea presieduto dal capo del Dap dott. Franco Ionta, il progetto Astrea giovani e la scuola calcio Astrea-Vega. La spinta propulsiva all’idea è stata dal dal ds Astrea, comm. Marcello Tolu, particolarmente attento alla necessità di coinvolgere i ragazzi in iniziative utili alla loro crescita e a quella del movimento calcistico laziale in un ambiente sano quale quello generato dall’unione della A P D Vega ed il team della Polizia Penitenziaria di gloriose tradizioni.. Le attività sportive del settore si svolgono presso l’impianto P Giannattasio di Ostia- Stella Polare, una struttura immersa nel verde e ben attrezzata, che ha ospitato l’Astrea nelle partire di campionato disputate in casa durante i lavori di strutturazione di Casal del Marmo.. Nella prima giornata di campionato disputata in casa il 17 ottobre 2010, l’Astrea giovanissimi ha incontrato la formazione del Cretarossa Nettuno pareggiando per zero a zero ma strameritando la vittoria con un passivo per gli ospiti ingente a giudicare dalle occasioni create e dal dettaglio, non trascurabile,
di una dominanza di campo e di palla non comuni per tutto il tempo regolamentare. Il gruppo dei giovanissimi del 1997 è ingente: ben 28 sono i componenti papabili per l’undici che gioca la partita di ogni domenica, ma al di là del titolare in campo o no, del gol, della vittoria settimanale o della classifica, l’elemento fondamentale che deve plaudire alla nascita del sodalizio romano, è proprio la vivace partecipazione di ragazzi locali ad un sano avviamento all’attività sportiva, che migliora le attitudini fisiche e mette al riparo dalla solitudine e dalla noia del pomeriggio dopo la scuola. Il mister che guida il gruppo è l’assistente capo di Polizia Penitenziaria Mauro Sambucini. E’ lui che allena i ragazzi coadiuvato dall’allenatore in seconda Roberto Conti. Mauro è approdato nel Corpo nel lontano 1992. Dopo delle esperienze positive trascorse ad allenare le categorie degli esordienti e dei giovanissimi del Ladispoli calcio e della Cisco, è arrivato a capo di questa fondamentale esperienza che coinvolge
A fianco una fase dell’allenamento
la Polizia Penitenziaria e la A P D Vega in un sodalizio sano e vincente. Le caratteristiche caratteriali del nostro mister assistente lo aiutano molto al contatto con i giovani allievi. Mauro è dolce socievole e ben disposto verso l’insegnamento ai ragazzi. Con loro è impegnato sul campo di Ostia per gli allenamenti tre volte alla settimana.
Sopra ancora Mauro tra i suoi ragazzi
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Nuvola Rossa info@sappe.it
La partita di campionato viene svolta sempre dopo quella della juniores dell’Astrea, il sabato pomeriggio: l’opportunità di vedere e prendere a modello i ragazzi più grandi è già uno sprone importante a crescere e migliorarsi. Un’opportunità che negli auspici della prima squadra dell’Astrea in prospettiva futura potrebbe significare avere un vivaio da cui attingere sin dalle fasce giovanili se i piccoli dimostreranno in futuro di essere cresciuti sportivamente ed umanamente per vestire e difenderne la maglia, ma che sarà una vittoria anche solo se, anche lontani dai
Nella foto Mauro con i suoi ragazzi
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campi verdi un domani, tanti giovani cresceranno come uomini abituati al rispetto della legalità e delle regole che sono alla base di qualunque sport, come il calcio insegna, ma come soprattutto la più importante partita con la vita dovrebbe far sperare che avranno acquisito nel loro patrimonio di consapevolezza e valori. ✦
La barba del Commissario Ultimo l mio amico Commissario Ultimo (in graduatoria) ha la barba lunga. Non è da lui. Lui che è un Commissario del ruolo speciale, per intenderci uno che ha fatto la sentinella e che viene disprezzato dai Commissari del ruolo ordinario ed umiliato (ancora!) dai direttori perché sbaglia qualche congiuntivo, si faceva la barba ogni mattina perché doveva fare l’esempio e...invece... Dice che da quando, l’otto luglio scorso e cioè tre mesi fa, a Roma, alla scuola via di Brava, ha sentito il Capo del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria che prometteva che a breve ci sarebbe stato il riallineamento dei Commissari, ha deciso di non farsi più la barba fin quando tale promessa campata in aria non fosse diventata realtà. Sono passati tre mesi ormai e il nostro Commissario Ultimo, se continua così rischia di diventare come Babbo natale, con una lunga barba bianca fluente. Lui che era tornato nel suo carcere tutto felice dicendo a tutti che di lì a poco sarebbe diventato Commissario Capo (seppur senza soldi...) con un riallineamento che non avrebbe dato effetti economici se non a partire dal 2014, dopo tre mesi è caduto in una specie di stato di prostrazione, crede profondamente di essere stato preso in giro dal suo capo: il Capo del Dipartimento, sì…proprio quel Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria dove le pratiche viaggiano alla velocità di un metro al giorno e per passare da un piano all’altro a volte impiegano mesi! «Eppure - va ripetendo tra se l’ha detto. L’ho sentito con le mie orecchie!!» «Consolati, vecchio mio - gli ho risposto bruscamente - resterai solo un Commissario di serie B, mentre quando eri Ispettore eri di Serie A. Credevi di aver fatto il salto di qualità, invece ti sei rovinato la vita, gli affetti familiari, e hai somatizzato delle malattie nervose, cosa credi che sia quel fremito continuo che ti colpisce al sopracciglio? O quel bruciore di stomaco che ti prende ogni qualvolta il Direttore presenzia alle manifestazioni pubbliche presentandosi come “il capo della Polizia Penitenziaria locale”? Resterai Commissario; tra l’altro sei ultimo in graduatoria e non potrai mai aspirare ad una promozione; infine i tuoi colleghi del ruolo ordinario ti passeranno avanti diventeranno Commissari Capo. Hai solo una via d’uscita: vattene in pensione. Tu non rappresenti niente per l’Amministrazione; ma non vedi che fai sempre le domande per partecipare ai corsi di alta formazione a Roma e non ti scelgono mai? Ancora credi alle favole? Tu rappresenti il passato. Mi meraviglio che hai 30 anni di servizio ed ancora, con tutti i casini che succedono nelle carceri non te ne sei andato all’Ospedale Militare... Ad un tratto una strana luce brillò nei suoi occhi e mi disse: « Si, io forse rappresento il passato, ma sono orgoglioso di essere stato un Agente di Custodia e di aver rappresentato al meglio la Polizia Penitenziaria in questi ultimi anni. Io amo questo Corpo di Polizia, amo il mio lavoro ma in trent’anni di servizio caro Nuvola Rossa non avevo mai visto uno sfascio simile. Si, io rappresento il passato, ma chi rappresenta il “nuovo” o il “futuro” di questo Corpo certo non deve esserne orgoglioso; chi pur avendone i mezzi ed il potere non riesce a lenire il dolore, i disagi, la sofferenza di un intero Corpo di Polizia Penitenziaria, chi promette e non riesce a mantenere, chi fa proclami ai quali non seguono i fatti, chi parla di aprire nuove carceri senza personale, chi fa vetrina nel sito istituzionale della Polizia Penitenziaria di certo non rende un buon servizio a tutti noi che giornalmente soffriamo con dignità nelle carceri italiane.» ✦
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Lionello Pascone Coordinatore Nazionale Anppe Associazione Nazionale Polizia Penitenziaria
Protocollo di adesione con l’AIRP e l’AssociAzione San Valentino ’AIRP Onlus Prevenzione Usura Protesti e Fallimenti è una formazione sociale indipendente a base democratica, senza scopo di lucro, il cui scopo sociale esclusivo è quello di intraprendere ogni attività culturale, sociale, politica e giuridica tesa alla promozione, all’attuazione e alla tutela degli interessi e dei diritti del cittadino consumatore, con particolare riferimento a coloro che si trovano in condizioni di debolezza onde evitare il ricorso al credito illegale. E’ iscritta alla Regione Lazio come Associazione di Volontariato ed è membro del Consiglio Direttivo del Forum Nazionale Antiusura. Il suo Presidente attuale è il Dott. Italo Santarelli. Con L’A.N.P.Pe. (Associazione Nazionale Polizia Penitenziaria) ha dato vita ad un protocollo d’intesa finalizzato alla promozione di iniziative comuni per la tutela
degli interessi dei propri associati, impegnandosi a collaborare e a sostenere le iniziative poste in essere dalle due Associazioni.
Gli aderenti ad entrambe le Associazioni hanno diritto alla consulenza sulle problematiche concernenti la tutela del consumatore utente. In base al Protocollo tutti gli iscritti all’A.N.P.Pe. saranno inseriti nell’elenco soci AIRP e potranno usufruire dei servizi previsti nello Statuto AIRP Onlus, nonché
frequentare le Sezioni della predetta AIRP; analoga disponibilità è riservata agli aderenti all’AIRP da parte dell’A.N.P.Pe.. Ennesima iniziativa è stata formulata con L’Associazione San Valentino Comitato di Quartiere ed Eventi, con sede in Cisterna di Latina (LT) in Via Vittime del Terrorismo, 4. L’Associazione San Valentino è un’Associazione socio culturale, indipendente e a base democratica, finalizzata alla socializzazione e all’aiuto delle persone che attraversano difficoltà di varia natura. L’ANPPe intraprende con essa un rapporto di collaborazione nel rispetto delle relative autonomie, finalizzato alla promozione di iniziative comuni, per la tutela degli interessi dei propri associati I due Protocolli d’intesa sono entrati in vigore il 14 ottobre 2010 e chiunque volesse usufruirne può farlo contattando la Segreteria Nazionale e le sedi delle rispettive Associazioni. ✦
Tempi dei ricorsi al TAR del personale
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E’ fatto notorio la mole di ricorsi pendenti davanti ai Giudici Amministrativi e, in particolare, al Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio. La situazione è talmente esplosiva che il nuovo codice del processo amministrativo, in vigore dal 16 settembre 2010, ha previsto nuovi e più rigidi criteri di competenza territoriale, precludendo la possibilità di concentrare il contenzioso al TAR Lazio. A ciò aggiungasi che i ricorsi a volte concernono materie che non godono di corsie preferenziali (appalti, ricorsi elettorali, concorsi e/o comunque situazioni in cui è in discussione il posto di lavoro), bensì riguardano per quanto riguarda il personale in quiescenza, unicamente la riunificazione dell’indennità di buonuscita.
Ciò significa che l’intero percorso lavorativo risulta completato, così come risulta regolarmente corrisposta la pensione e l’indennità di buonuscita, di cui si chiede un’integrazione. E’ di tutta evidenza, pertanto, che non si verte su questioni che possano consentire un’anticipazione dell’udienza, anche in considerazione dell’età dei ricorenti. In ogni caso l’eventuale richiesta di anticipazione non comporta l’automatico accoglimento della stessa, essendo rimessa alla discrezione del Presidente di sezione valutarne il fondamento. Lo Studio Legale associato ANPPe dell’Avv. Antonio Nicolini, come in tutte le occasioni in cui è stato incaricato, ha fornito ampia motivazione in ordine alla durata dei giudizi, così da evitare di dover rispondere ad eventuali lamentele. ✦
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Ragusa: incessante l’attività di
Vittime del Dovere
volontariato della sezione ANPPE
L’ANPPe ha sollecitato al DAP l’assunzione diretta di supestiti del personale del Corpo riconosciuto Vittima del Dovere, secondo quano previsto dalla vigente normativa. Il DAP ha ora provveduto con un bando di concorso pubblico, in data 13 settembre 2010, per complessivi 5 poti, di cui 3 nel ruolo maschile e 2 nel ruolo femminile, di Allievo Agente di Polizia Penitenziaria. ✦
La Segreteria Provinciale ANPPe di Ragusa attualmente collabora, oltrechè con l’Amministrazione Comunale di Ragusa in ausilio alla Polizia Municipale anche con l’Assessorato ai Beni Culturali di Ragusa per la vigilanza del Castello Di Donnafugata. Inoltre, nei giorni 24, 25 e 26 settembre 2010, anche la Camera di Commercio di Ragusa, in occasione della 36ª Fiera Agricola del Mediterraneo, ha chiesto la collaborazione dell’Associazione, per disciplinare gli ingressi alla Fiera, riscuotendo unanimi consensi e apprezzamenti dai rispettivi Assessori, dal Sindaco, dal Presidente, appunto della Camera di Commercio, per la professionalità e il senso di collaborazione dimostrati nell’interesse della collettività. ✦ Giovanni Raffaele La Magra
Roma: i Vice Commissari del 2° corso incontrano l’ANPPE
Niscemi: inaugurata in sicilia una nuova sede dell’Associazione Nazionale Polizia Penitenziaria
I Vice commissari del 2° Corso di Formazione in prova del ruolo direttivo ordinario del Corpo di Polizia Penitenziaria hanno incontrato il 26 ottobre 2010 il vice Presidente dell’ANPPe Franco Marinucci nell’ambito della programmazione delle docenze inerenti al periodo formativo degli allievi, con una conferenza dal titolo: La conoscenza attraverso la memoria. ✦
Nel mese di ottobre 2010, è stata inaugurata la nuova Sezione ANPPe di Niscemi (CL), grazie all’impegno del responsabile della Sezione Pino Farruggia ed ai numerosi iscritti all’associazione sia pensionati che non, molto orgogliosi di far parte di questa organizzazione.
TORINO LUTTO IN SEGRETERIA Il 4 settembre 2010, è prematuramente venuta a mancare la Sig.ra Maria, moglie del socio Michele Laforgia. La Segreteria Regionale di Torino, gli iscritti, la Segreteria Nazionale e la Rivista porgono al collega Michele e ai figli le più sentite condoglianze. Polizia Penitenziaria - SG&S n.177 - ottobre 2010
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Potenza: ottava edizione della Festa Nazionale del pensionato di Polizia Penitenziaria
Il giorno 23 settembre 2010, ha avuto luogo a Barile (PZ) l’8ª Festa del pensionato del Corpo di Polizia Penitenziaria. Notevole la partecipazione: dopo la deposizione di una Corona al Monumento ai Caduti presso la Casa Circon-
dariale di Potenza, si è tenuto a Barile (PZ) un Convegno sul tema “Polizia Penitenziaria: già Agenti di Custodia, oggi in congedo, sempre al servizio del Paese”. Il Capo del DAP e il Vice capo Vicario del DAP, impossibilitati ad intervenire, hanno inviato un messaggio di saluto; il Provveditore Regionale della Basilicata Dott. Tommaso Contestabile ha dato poi lustro alla manifestazione, unitamente ad altre Autorità locali. Erano presenti il Presidente dell’ANPPe Dott. Donato Capece e il Coordinatore Nazionale Dott. Lionello Pascone. ✦
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Reggio Calabria: inaugurazione della nuova sede ANPPE
giuseppe panzera
Davvero molto intensa e significativa la cerimonia per l’inaugurazione della Sezione ANPPe di Reggio Calabria, che ha avuto luogo il 28 settembre 2010, alla presenza del Presidente Dott. Donato Capece e del Coordinatore Nazionale Dott. Lionello Pascone. Un apprezzamento particolare, nella circostanza, va rivolto al Segretario Locale Franco Denisi, che si è prodigato per la riuscita della cerimonia; un ringraziamento, poi, va esteso alla Dott.ssa Maria Carmela Longo, direttrice dell’istituto per la grande disponibilità offerta. Oltre alla nipote di Giuseppe Panzera, a cui è stata intitolata la Sezione, erano presenti, tra le Autorità, il vice Prefetto Dott.ssa Giuseppina Di Dio Datola e il Consigliere Regionale On.le Giovanni Nucera, che hanno dato lustro all’intera organizzazione trattenendosi con i pensionati e gli invitati con molta cordialità. ✦
Appuntato del Corpo degli agenti di Custodia - nato a Reggio Calabria il 04 agosto 1927 in servizio presso il Casa di Reclusione di Firenze. L’1 settembre 1973 all’interno dell’Istituto interveniva per immobilizzare un detenuto armato di coltello. Incurante della mortale ferita riportata all’addome riusciva a disarmarlo e ad evitare ulteriori gravi conseguenze. L’eroe è stato riconosciuto Vittima del dovere ai sensi della Legge 624/1975. In data 19 aprile 1974 il Ministero della Difesa gli conferiva la Medaglia d’Argento al Valor Militare alla Memoria con la seguente motivazione: In servizio quale capoposto di un
importante istituto di pena interveniva, disarmato come prescrive il Regolamento, per immobilizzare un detenuto armato di coltello che aveva già provocato lesioni ad altre persone e minacciava di uccidere chiunque gli si fosse avvicinato. Incurante della mortale ferita all’addome, riusciva ad evitare che il suo diretto superiore venisse a sua volta colpito dalla mano assassina. Luminoso esempio di dedizione al dovere e di spirito di sacrificio. Casa di Reclusione di Firenze, 29 agosto 1972. All’Appuntato Panzera è intitolata la Caserma Agenti del Reparto di Polizia Penitenziaria di Firenze Sollicciano.
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Catanzaro: Assemblea dei Quadri Sappe Si è svolto, il 27 Settembre, presso la sala conferenze della Casa Circondariale di Catanzaro, l’incontro dei quadri sindacali del SAPPE della regione Calabria. La riunione è stata presieduta dal Segretario Generale Donato Capece, assistito dal segretario generale aggiunto Giovanni Battista Durante, dal segretario regionale Damiano Bellucci e dal vice segretario regionale Francesco Ciccone. Tutte le segreterie provinciali e locali della regione con i propri rappresentanti hanno voluto partecipare all’incontro, facendo sentire la propria vicinanza ed il proprio sostegno a chi in ambito nazionale cerca ogni giorno con il proprio impegno di garantire i diritti degli operatori della Polizia Penitenziaria. L’incontro è stato aperto dal segretario regionale Damiano Bellucci che, dopo aver illustrato il lavoro svolto dalla segreteria regionale, si è soffermato sulla situazione di sovraffollamento che sta interessando il paese, ed in particolare la regione Calabria, dove la popolazione detentiva continua ad aumentare vertiginosamente, e dove la carenza di personale negli istituti della regione continua a gravare faticosamente sui poliziotti penitenziari. Di seguito ha preso la parola Donato Capece che ha voluto inizialmente ringraziare tutti i rappresentanti della regione per il lavoro svolto. Altro passaggio fondamentale, è stato il prossimo accordo tra sindacati ed Amministrazione per quanto riguarda il FESI 2010, dove il Segretario Generale ha voluto ancora un volta ribadire la volontà di non firmare l’ac-
cordo, se non verranno rispettate le proposte del sindacato che prevedono una retribuzione più equa e giusta tra tutto il personale, rispetto a quello fatto negli anni precedenti, ed in particolare di voler prevedere una quota fissa per le tre fasce: circa 1.500 euro per la fascia A1, circa 1.000 euro per la fascia A2 e circa 700 euro per la fascia A3, oltre al riconoscimento per ogni turno notturno serale e festivo previsto come nello scorso anno. Sono stati anche illustrati gli aumenti contrattuali previsti in busta paga per il prossimo mese di novembre e riguardante il biennio economico 2008-2009. Capece ha voluto manifestare particolare attenzione sulla situazione delle Case Circondariali Regionali, e in particolar modo sulla C.C. di Paola dove ad oggi vi sono numerosi giorni di congedo ordinario da smaltire, che riguardano gli anni 2008-2009 e 2010, cosa ad oggi incomprensibile se si pensa che l’istituto è stato oggetto di lavori di ristrutturazione (quindi parzialmente aperto), e durante i quali il personale avrebbe potuto smaltire il congedo ordinario in eccesso. E’ stato approvato all’unanimità il bilancio consuntivo relativo all’anno 2009. La delegazione nei giorni successivi all’incontro la delegazione sindacale ha visitato alcuni istituti della regione ed ha partecipato a Reggio Calabria all’inaugurazione della locale sezione dell’Anppe (Associazione Nazionale Polizia Penitenziaria). ✦ Gianluca Iaquinta (foto di Salvatore Vita)
Reggio Calabria: la Consulta manifesta contro la ‘ndrangheta
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Nel mese di settembre 2010 a Reggio Calabria i sindacati della Consulta Sicurezza hanno manifestato a fianco del Governatore della Regione Calabria Dott Giuseppe Scopelliti contro la criminalità organizzata. Alla manifestazione erano presenti numerosi colleghi delle forze di polizia. Il Sappe era presente con il personale della segreteria locale di Reggio Calabria. ✦ Franco Denisi Polizia Penitenziaria - SG&S n.177 - ottobre 2010
Genova: Polizia Penitenziaria in vetrina al 50° Salone internazionale della Nautica Anche quest’anno il Servizio navale della Polizia Penitenziaria ha partecipato con un proprio stand alla rassegna del Salone Nautico Internazionale di Genova dal 2 al 10 ottobre 2010, giunto alla 50ª edizione ed universalmente riconosciuto come l’appuntamento più importante del settore. Dal 1962 il Salone Nautico di Genova rappresenta infatti una delle vetrine più importanti del settore a livello mondiale, dando la possibilità alla Polizia Penitenziaria (che, è opportuno ricordarlo, è presente grazie alle continue sollecitazioni fatte dal SAPPE all’Amministrazione centrale) di informare il cittadino ed i visitatori sui nostri compiti istituzionali svolti in ambito navale nelle acque della Penisola. Coordinati come sempre dall’instancabile Sostituto Commissario Claudio Ciuffo ed egregiamente coadiuvati dal Personale di Polizia in servizio nel carcere genovese di Marassi, le donne e gli uomini del Corpo presenti nello stand hanno come sempre svolto con encomiabile professionalità e senso del dovere il servizio di rappresentanza e di informazione alle Autorità, agli standisti ed ai visitatori che hanno raggiunto lo stand dei Baschi Azzurri. Anche quest’anno i nostri Colleghi sono stati precisi e perfetti, sì da rendere onore a tutto il Corpo, nonostante la tristezza per la recente scomparsa di una colonna portante del
Servizio Navale (l’Assistente motorista navale Enrico Nocerino) avesse caratterizzato inevitabilmente questa Edizione del Salone internazionale della Nautica di Genova. ✦ erremme
Trieste: 5° posto per i velisti delle Fiamme Azzurre alla 42ª edizione della “Barcolana” Domenica 10 ottobre 2010, nelle acque del Golfo triestino, si è svolta la prestigiosa manifestazione velica della Barcolana città di Trieste, giunta alla sua 42° edizione. Come fortemente sollecitato dal S.A.P.Pe, per la prima volta nella storia della Barcolana, ha partecipato alla gara la sezione velistica delle Fiamme Azzurre del Gruppo Sportivo del Corpo di Polizia Penitenziaria. L'imbarcazione Djke classe J24 delle Fiamme Azzurre guidata dall'Ispettore capo Fabio Delicati (timoniere), assieme al resto dell'equipaggio formato dall'Ispettore Marco Vincenti (tattico), dal Vice Sovrintendente Giuseppe Incatasciato (Tallar-scottista), dall'Assistente Francesco Maglioccola (drizzista) e dall'Agente scelto Roberto Comodi Ballanti nel ruolo di prodiere, si è piazzata al 5° posto nella categoria d'appartenenza. A giorni verranno premiati per essersi classificati tra i primi 10 nella classifica di categoria. Tredici le classi che si sono sfidate tutti insieme in unica gara: la Supermaxi, Maxi, cat. zero, cat. 1, cat. 2, cat. 3, cat. 4, cat.5, cat. 6, cat. 7 (Djke - Fiamme Azzurre), cat. 8, cat. 9 e passere. 1.880 il numero degli iscritti (fonte: sito web barcolana); a varcare il traguardo nel tempo utile 1.091 imbarcazioni; 62 le imbarcazioni della classe 7 segnata dal 5° posto delle Fiamme Azzurre 421° in classifica generale. Un grande successo, quindi, per la Polizia Penitenziaria alla sua prima regata in acque peraltro sconosciute all'equipaggio. ✦ Giovanni Altomare Polizia Penitenziaria - SG&S n.177 - ottobre 2010
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Roma: sit-in davanti alla sede del DAP dopo dieci mesi in stato di emergenza ono ormai passati quasi dieci mesi, da quando il Governo ha decretato ufficialmente lo stato di emergenza nazionale conseguente all’eccessivo affollamento degli istituti penitenziari presenti sul territorio nazionale, ma la situazione non e’ affatto cambiata; anzi, è peggiorata. Il Sit-in che è stato effettuato il 19 ottobre 2010, davanti alla sede del Dap, per protestare ed evidenziare che dai 64.791 detenuti che c’erano nelle 206 carceri del Paese il 31 dicembre 2009 siamo arrivati a contare 68.536 presenze il 13 ottobre scorso, rispetto alla capienza regolamentare di poco superiore a 43.000 posti letto. Circa un anno fa, si era ravvisata la necessità di procedere, in termini di somma urgenza, all’immediato avvio di interventi volti alla realizzazione di nuove infrastrutture carcerarie e all’aumento della capienza di quelle esistenti, al fine di assicurare la tutela della salute e la sicurezza dei detenuti, garantendo una migliore condizione di vita degli stessi e la funzione rieducativa della pena, ma non è stato fatto fino ad oggi nulla nonostante i quotidiani sforzi e sacrifici delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria, sotto organico di 6.500 unità, nel man-
tenere ordine e sicurezza nelle oltre 200 carceri italiane. Costretti obbligatoriamente a numerose ore di lavoro straordinario non pagato o a servizi di missione per trasportare detenuti in tutta Italia anch’essi non pagati, nessuno fa nulla. Per questo motivo, centinaia di aderenti al Sappe hanno partecipato alla manifestazione del 19 ottobre davanti alla sede del Dipartimento. Il personale di Polizia Penitenziaria è stanco di essere preso in giro sulle più volte annunciate duemila assunzioni di nuovi Agenti dei quali non si ha alcuna traccia; stanco dall’assenza di provvedimenti concreti del mondo della politica; stanco di non essere pagato per lavoro straordinario e per i servizi di missione. ✦
Lucca: Primo Memorial Rossano Bastianelli
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Nella giornata del 29 settembre 2010, si è svolto presso il campo della S.S. Annunziata in Lucca, il 1° memorial Rossano Bastianelli. Incontro di calcio tra i componenti della Polizia Penitenziaria, per ricordare la scomparsa di un amico e collega. La partecipazione è stata numerosa, tutti in campo per dar segno al nostro Rossano il pensiero di tutti noi. A fine partita è stata consegnata una targa ricordo alla signora Piera ed a Valentina. ✦
LUTTO a TREVISO Il 26 luglio 2010, è venuto prematuramente a mancare a seguito di un incidente stradale, il collega ed amico Ciro Torino, di 44 anni in servizio presso la Casa Circondariale di Treviso. La tragica notizia ci ha lasciati tutti senza parole poichè era una persona veramente amata e benvoluta da chiunque lo conosceva. I colleghi di Treviso porgono alla moglie Giuseppina e ai figli Vincenzo e Letizia le più sentite condoglianze. “...A te Ciro, raccomandiamo che tu possa vegliare su di noi, mentre da quaggiù noi tutti ti ricorderemo sempre vivo nei nostri cuori”. Quando una persona ci lascia, quando non è più qui e non possiamo più toccarla, o sentire la sua voce, ... sembra scomparsa per sempre. Ma un affetto sincero non morirà mai. Il ricordo di Ciro vivrà per sempre nei nostri cuori: più forte di qualsiasi abbraccio, più importante di qualsiasi parola. I colleghi di Ciro
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a cura di G. B. De Blasis
Gorbaciof oni Servillo è Marino Pacileo povero cristo con una squallida esistenza vissuta fra la galera, dove lavora come contabile, e le bische dove gioca d’azzardo. Una vistosa voglia che ha sulla fronte sta all’origine del soprannome con cui tutti lo chiamano: Gorbaciof. Marino non ha nessun amico vero, soltanto infidi colleghi e i deliquenti di mezza tacca dell’ambiente del gioco clandestino. Gorbaciof, (ancora un’ottima prova di Toni Servillo) è un uomo che si trascina nello squallore e nella solitudine, fino a quando, imprevedibilmente, si innamora della figlia di un ristoratore cinese (Mi Yang), una ragazza dolce e remissiva che non spiccica una parola d’italiano ed irrompe nella sua vita e nel suo cuore gelido con la sua situazione difficile, disperata, perchè risucchiata dai guai paterni. Nel retrobottega del ristorante cinese, intorno al tavolo di gioco, si aggirano infatti molti delinquenti. Nella ragazza, Gorbaciof troverà qualcuno di cui prendersi cura, qualcuno che risveglia in lui una vocazione umana, qualcuno da amare (e proteggere) disinteressatamente. Gorbaciof e la giovane cinese percorrono le strade di un amore puro, fatto di sguardi, di carezze delicate e di delicato erotismo. Per lei, per salvarla, Gorbaciof si metterà nei guai. Ma l’amore non basta. Non basta a risanare un mondo corrotto e spietato. Quanto avviene dentro Gorbaciof non trova corrispondenza fuori di lui, pregiudicando il lieto fine sospirato. Un fatalismo triste, un destino infausto, farà fallire il tentativo di redenzione di Gorbaciof e ne causerà la definitiva perdizione.
In alto, la locandina del film alcune scene del film
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FILM FUORICONCORSO -2010
La scheda del Film Regia: Stefano Incerti Altri titoli: Gorbaciov - Il cassiere col vizio del gioco GORBACIÒf, Gorbaciòf - The Cashier who Liked Gambling Soggetto: Diego De Silva, Stefano Incerti Sceneggiatura: Diego De Silva, Stefano Incerti Fotografia: Pasquale Mari Montaggio: Marco Spoletini Scenografia: Lino Fiorito Costumi: Ortensia De Francesco Musiche: Teho Teardo Produzione: Luciano Martino, Edwige Fenech, Massimo Vigliar, Angelo Curti, Sergio Pelone Per Devon Cinematografica, Immagine e Cinema, Surf Film, Teatri Uniti, The Bottom Line in collaborazione con Rai Cinema Distribuzione: Lucky Red Personaggi ed Interpreti: Gorbaciòf: Toni Servillo Lila: Mi Yang L'avvocato: Geppy Gleijeses L'arabo: Gaetano Bruno Padre di Lila: Al Yamanouchi Direttore del supermarket rapinato: Antonio Buonomo Direttore della fabbrica: Agostino Chiummariello Agente del carcere: Salvatore Ruocco Rapinatore: Francesco Paglino Rapinatore: Salvatore Striano Vanacore: Nello Mascia Genere: Drammatico Durata: 85 minuti Origine: Italia, 2010
Polizia Penitenziaria - SG&S n.177 - ottobre 2010
Giovanni Passaro passaro@sappe.it Segretario Provinciale Sappe
Per gli appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria deve essere utilizzata la procedura telematica della certificazione medica? a nuova rubrica Diritto & Diritti nasce con l’ambizione di essere un aiuto tangibile per i colleghi invalsi da controverse questioni di natura giuridica. E a tal fine aspettiamo di leggere quanti più quesiti possibili ai quali cercheremo di dare puntualmente esaurienti risposte. LA TRASMISSIONE TELEMATICA DEI CERTIFICATI DI MALATTIA Sono un appartenente al Corpo di Polizia Penitenziaria con la qualifica di agente scelto, preferisco omettere la sede di servizio per ragioni di opportunità, vorrei alcune delucidazioni circa la trasmissione telematica dei certificati di malattia. In particolare, sono alle prese con un contrasto, tra l’Autorità Dirigente dell’Istituto e il medico curante, poiché la prima pretende che il medico inoltri la certificazione medica utilizzando la procedura telematica, introdotta dal D.Lgs 150/2009, mentre il medico sostiene che, per gli appartenenti alle Forze dell’Ordine, può continuare ad utilizzare il certificato cartaceo. Gentile lettore, l’art. 55-septies del D. Lgs. 165/2001, introdotto dall’art. 69 del D. Lgs. 150/2009, prevede che il certificato medico attestante l’assenza per malattia dei dipendenti pubblici sia inviato direttamente all’INPS dal medico o dalla struttura sanitaria pubblica che lo rilascia, con le medesime modalità previste per il settore privato. Una volta ricevuto il certificato, l’INPS lo invia immediatamente, sempre per via telematica, all’amministrazione di appartenenza del lavoratore. Nella Gazzetta Ufficiale del 19.03.2010 è stato pubblicato il Decreto del Ministero della Salute 26 febbraio 2010 contenente la “definizione delle modalità tecniche per la predisposizione e l’invio telematico dei dati delle certificazioni di malattia al SAC (Sistema di Accoglienza Centrale)”. Il Dipartimento per la digitalizzazione della pubblica amministrazione e l’innovazione tecnologica, con Circolare n. 1/2010 del 19.03.2010, ha emanato le indicazioni operative per l’attuazione dell’art. 55-septies. Il 28 settembre il Ministro Brunetta ha emanato una nuova circolare (n. 2/2010 DFP/DDI) in materia di trasmissione telematica dei certificati per malattia.
Questa circolare segue le indicazioni già diramate l’11 marzo 2010 (n. 1/2010/DFP/DDI). In particolare, questa nuova circolare fornisce ulteriori chiarimenti sull’ambito di applicazione della disciplina e sulla procedura da seguire per le ipotesi in cui è necessario che l’amministrazione conosca, oltre alla prognosi, anche la diagnosi (di norma non dovuta per tutela delle riservatezza) per avere diritto all’esenzione dalla decurtazione del salario e dal regime della reperibilità ai fini della visita fiscale. Inoltre, fermo restando l’obbligo dei medici di continuare a trasmettere i certificati per via telematica in presenza delle condizioni organizzative e tecniche che lo rendono possibile, per i certificati di ricovero, di dimissioni e di pronto soccorso i medici, sino al 31 gennaio 2011, continueranno ad elaborare certificati in forma cartacea ed i dipendenti continueranno a recapitare gli stessi all’amministrazione che li accetterà secondo le tradizionali modalità. La citata Circolare, ha chiarito l’ambito di applicazione della disciplina: l’art. 55 septies del D.Lgs. n. 165 del 2001 – riguarda il personale ad ordinamento privatistico, ovvero il personale soggetto alla disciplina del decreto legislativo citato. Pertanto, la norma non riguarda direttamente il personale in regime di diritto pubblico di cui all’art. 3 del medesimo decreto (magistrati e avvocati dello Stato, professori universitari, personale appartenente alle Forze Armate e alle Forze di Polizia, Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, personale delle carriere diplomatica e prefettizia e e le altre categorie che, ai sensi del menzionato art. 3, sono disciplinate dai propri ordinamenti), per il quale rimane vigente la tradizionale modalità cartacea, fermo restando che il nuovo sistema potrà trovare applicazione anche nei confronti di queste categorie di personale a seguito di approfondimenti istruttori e dell’adozione delle misure del caso. In conclusione, per le categorie di personale ad ordinamento pubblicistico, non soggette al regime del D.Lgs. n. 165 del 2001, i medici compilano i certificati e gli attestati di malattia in forma cartacea e le amministrazioni accettano i relativi documenti nella stessa forma, con le consuete modalità di produzione o trasmissione da parte del dipendente interessato. Cordialmente *Giovanni Passaro Vice sovrintendente in servizio a Roma – Regina Coeli, laureato in Scienze Giuridiche e in Giurisprudenza
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Pubblichiamo alcune foto risalenti agli anni ‘50 gentilmente inviate dall’iscritto ANPPe Salvatore Massaria. Queste riguardano la Festa del Corpo svoltasi a Venezia nel 1956, il Giuramento degli Agenti di Custodia tenutosi a Cairo Montenotte nel 1955 e l’isola di Asinara.
7 Agosto 1978, sfilata per le vie del Paese per il 59° Corso degli Allievi Agenti di Custodia presso la Scuola di Cairo Montenotte.
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1978, Festa del Corpo Casa Circondariale Agrigento 69째 Corso degli Agenti di Custodia
Scuola di Portici. Corso degli allievi Agenti di Custodia del 1981
1975, Festa del Corpo Casa Circondariale Milano San Vittore
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Aldo Maturo* avv.maturo@gmail.com
notai di noi stessi IL testamento uando si parla di testamento si è più propensi a fare gli scongiuri che ad ammettere che tutto sommato è un argox mento di cui sappiamo poco o su cui abbiamo idee confuse. E’ un pensiero che si rimuove volentieri all’insegna del chi vivrà vedrà. Bisogna ammettere che è una materia complicatissima, riservata ai notai e a pochi avvocati specializzati e non si presume di poterla esporla compiutamente in un articolo di una paginetta. E’ però possibile almeno chiarire qualche idea, sapere per esempio che si può disporre dei propri beni senza recarsi necessariamente dal notaio (ci andranno dopo gli eredi).
grafo) contiene le volontà del testatore che deve scriverlo di suo pugno, datarlo e sottoscriverlo. Può essere scritto in qualsiasi lingua, anche in dialetto, utilizzando qualsiasi mezzo di scrittura (penna, gesso, carbone, inchiostro) e in teoria su qualsiasi superficie (è chiaro che in genere si usa un foglio di carta) 2) E’ considerata autografa la scrittura abitualmente usata dal testatore in maniera da poterla attribuire a lui senza dubbio. E’ ammesso anche lo stampatello se si dimostra che era il tipo di scrittura normalmente utilizzato dal testatore; 3) La firma deve essere messa alla fine del testamento e non deve contenere necessariamente nome e cognome. E’ ammesso anche il nomignolo (Es.Cicci,
Q UA N D O C ’ E ’ T E S TA M E N TO
EREDI
QUOTA DI RISERVA RISERVATA AGLI EREDI
QUOTA DISPONIBILE
Un solo figlio e non vi è coniuge (della persona defunta)
Metà
Metà
Due o più figli e non vi è coniuge (della persona defunta)
Due terzi da dividere tra loro in parti eguali
Un terzo
Solo il coniuge (senza figli)
Metà
Metà
Il coniuge e un figlio
Un terzo ciascuno
Un terzo
Al coniuge 1/4, ai figli la metà dei beni (da dividere tra loro in parti eguali)
Un quarto
Un coniuge e due o più figli
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Il testamento fai-da-te più utilizzato è il testamento olografo. E’ la forma più usata per disporre dei propri beni. Vanno però rispettate alcune semplici condizioni: 1) Il testamento olografo (cioè auto-
Dado) se è lo stesso con cui era normalmente conosciuto il testatore e che inequivocabilmente lo identifica. Se è indirizzato ai figli può anche essere firmato, ad esempio, il vostro papà; 4) La data deve contenere giorno, mese
QUANDO NON EREDI Un solo figlio e non vi è coniuge (della persona defunta) Due o più figli e non vi è coniuge (della persona defunta) Solo il coniuge (senza figli) Il coniuge e un figlio Il coniuge e due o più figli
ed anno o anche l’indicazione di un periodo certo (es. Natale 2009). La data è indispensabile anche per consentire agli eredi di risalire alle condizioni mentali del testatore. Se aveva avuto, infatti, una malattia mentale che ne inficiava le capacità bisognerà sapere se il testamento lo aveva scritto prima – quando era sano – o nel periodo in cui le sue capacità mentali erano alterate. La data è indispensabile anche perché il testatore può cambiare idea e scrivere un altro testamento olografo disponendo diversamente dei suoi beni. Tra due o più testamenti olografi prevarrà quello di data successiva, cioè l’ultimo scritto in ordine cronologico. 5) il vantaggio del testamento olografo è la sua economicità, perché la persona se lo può scrivere da sola senza dover ricorrere ad un notaio e la segretezza, perché può essere tenuto nascosto a tutti gli eredi che ne verranno a conoscenza solo dopo la sua morte. Una volta scritto il testamento, lo si può consegnare ad un notaio o a persona di fiducia che dovrà custodirlo fino alla morte del testatore.
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A decesso avvenuto, chi lo aveva in consegna o l’erede beneficiario deve provvedere alla pubblicazione per la quale è richiesto l’intervento del notaio che adempirà a tutti gli adempimenti necessari per rendere esecutive le volontà del testatore.
C ’ E ’ T E S TA M E N TO QUOTA EREDITARIA Tutta
Tutta, divisa in parti eguali
Tutta Metà e metà Al coniuge 1/3, ai figli 2/3 (da dividere tra loro in parti eguali) Se ci sono eredi che si ritengano danneggiati dalle ultime volontà del testatore, dovranno impugnare il testamento. Infatti il testatore non può disporre liberamente di tutti i suoi beni. Se lascia un coniuge, figli o genitori dovrà lasciare a loro le quote di riserva (comunemente chiamata legittima) stabilite dal codice. Il suo patrimonio si distinguerà infatti in parte legittima (o di riserva) e parte disponibile e solo quest’ultima parte potrà essere lasciata in eredità a chi vuole, senza ledere gli interessi degli altri eredi. Altre suddivisioni prevedono la presenza di eredi ascendenti,discendenti, coniuge separato per colpa, coniuge separato senza colpa e perfino di coniuge divorziato in assenza di altro coniuge vivente. La casistica spazia in maniera ampia e particolareggiata ed esula dai propositi di una breve informativa richiesta per una sede come questa. Nelle tabelle sono riportate le quote, per i casi più ricorrenti, che la legge attribuisce agli eredi. ✦ * Avvocato, già Dirigente dell’Amministrazione Penitenziaria
I costi della Casta fogliando la margherita del si vota-non si vota ci è sembrato interessante fare un po’ di conti in tasca ai nostri onorevoli rappresentanti a Roma e, visto che ci si trovava, anche a quelli in Europa. I dati sono tratti - per i primi - da una fonte ufficiale, i siti istituzionali della Camera e del Senato dove è riportato senza segreti il trattamento economico dei nostri parlamentari. Nulla di nuovo ma di certo un utile richiamo alla nostra mente. Di fronte alla crisi delle famiglie loro non hanno da lamentarsi, benché alla loro busta paga sia stata applicato dal 2006 un taglio del 10%, che comunque li ha lasciati agganciati per legge agli stipendi del Presidente di sezione della Corte di cassazione. DEPUTATI • Stipendio lordo euro 11.685,64 mensile che dopo tutte le trattenute diventa un netto di euro 5.486,58. • Rimborso spese di soggiorno a Roma: euro 4.003,11 mensili con una trattenuta di euro 206 per ogni giorno di assenza alle votazioni in Aula. • Rimborso spese per contatti con gli elettori : euro 4.190,00 mensili • Rimborso telefono: euro 3.098,74 annue • Rimborso viaggio da casa ad aeroporto o stazione: euro mensili 1.107,90 fino a 100 Km ed euro mensili 1.331,70 oltre 100 km. Totale mensile: euro 13.937,91 netti (stipendio più le indennità) Va aggiunta: • La tessera per viaggiare gratis su treni,navi,aerei,autostrade; • Assegno di fine mandato, pari all’80% dello stipendio mensile lordo (=euro 9.362,91) per ogni anno di mandato a frazione superiore a 6 mesi; • Assegno vitalizio, pari ad una indennità dal 25 all’80% a decorrere dal 65° o 60° anno, a seconda dell’anzianità parlamentare. SENATORI Stipendio netto euro 5.613,59 mensili • Rimborso spese di soggiorno a Roma : euro 4.003,11 mensili •Rimborso spese per svolgimento del
mandato: euro 1.636,43 mensili direttamente al senatore • Rimborso spese per svolgimento del mandato : euro 3.040,93,00 mensili tramite gruppo parlamentare • Rimborso telefono : euro 4.150,00 annue • Rimborso viaggio da casa ad aeroporto o stazione : euro mensili 1.281,61 fino a 100 Km ed euro mensili 1540,52 oltre 100 km. Per i senatori residenti a Roma ed eletti in collegi del Lazio, il rimborso è di euro 640 mensili. Totale mensile medio : euro 12.879,83 circa, netti Va aggiunta: • La tessera per viaggiare gratis su treni, navi, aerei, autostrade; • Assegno di solidarietà per fine mandato, pari all’80% dello stipendio mensile lordo per ogni anno di mandato a frazione superiore a 6 mesi; • Assegno vitalizio, pari ad una indennità dal 25 all’80% a decorrere dal 65° o 60° anno, a seconda dell’anzianità parlamentare. EUROPARLAMENTARI Senz’altro migliore è il trattamento dei nostri onorevoli europarlamentari che, oltre ad una media molto alta di assenze si distinguono anche (Fonte : Il Salvagente, giugno 2009) per un trattamento economico il più alto d’Europa, pari a circa euro 35.000,00 mensili: • euro 11.703 Indennità mensile • euro 4.200 mensili per rimborso spese generali per ufficio, telefonino, computer, francobolli. • euro 287 al giorno per vitto e alloggio, se presenti • euro 4.000 annue per indennità di viaggio se si è relatori a conferenze o riunioni • euro 17.540 al mese per collaboratori ed assistenti. Vanno aggiunte le spese di ristoranti, auto blu con relativo autista, cellulari, cinema, teatri, autostrade, treni, aerei, piscine, palestre e francobolli. Ci sarà un motivo per cui i nostri europarlamentari prendono 35.000,00 euro al mese e gli ungheresi 760 euro, i lettoni 1.000 euro e i polacchi 615 euro? ✦
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La Merkel invita Bush a pranzo e un detenuto chiede il conto 8 settembre 2006, in onore di George Bush in visita in Europa, il Cancelliere tedesco Angela Merkel organizzò quella che è stata considerata la grigliata più costosa della storia con un costo di 14,7 milioni di euro spesi in totale. Non tutti andati in fumo sulla brace però: per proteggere la sosta di 40 ore sul suolo tedesco del presidente americano prima di recarsi in Polonia, il governo aveva allora impiegato 12.500 agenti di polizia, 8.000 dei quali erano arrivati da altri 13 laender, con un costo che il Ministero dell’Interno del Meclemburgo ha stimato a 8,7 milioni di euro.
l a e d d a c c A o i r a i z n e t i Pen A volerci vedere chiaro è un ex rapinatore di banca, Thomas M., attualmente detenuto nel carcere di Bruchsal, il quale ha portato in tribunale a Schwerin il governo tedesco, per sapere esattamente quanto è costata al contribuente la famosa grigliata estiva sulla spiaggia del villaggio di Trinwillershagen, nel collegio elettorale del cancelliere nel Meclemburgo. L’ex rapinatore sospetta che il conto finale sia stato invece ancora più salato e ha chiesto di fare chiarezza anche sulle fatture per 5,7 milioni di euro pagate dagli altri laender. Il detenuto si è avvalso di una legge entrata in vigore nel luglio del 2006, una legge che obbliga le autorità pubbliche a fornire tutte le informazioni in merito alle spese dei vari
laender. Il problema però è che tutti i laender devono essere d’accordo per fornire queste informazioni. Come scrive la Sueddeutsche Zeitung, questa legge decadrà nuovamente il 30 giugno 2011, con la conseguenza che a causa della complicata procedura di verifica delle fatture, ammesso che il tribunale di Schwerin ne accolga la richiesta, tutto rischia di finire in una bolla di sapone. «Se la legge decade», ha spiegato sconsolato l’avvocato del detenuto, «non c’è più nemmeno il diritto di vederci chiaro». Il risultato facilmente prevedibile è che ad andare in fumo sarà anche la richiesta di chiarimenti del detenuto tedesco. ✦
Messico: evasione di massa di 85 detenuti con la probabile complicità della polizia penitenziaria Evasione di massa dal carcere di Reynosa, città dello stato messicano di Tamaulipas ai confini con gli Stati Uniti, da dove secondo il Ministro della Sicurezza Antonio Garza Garcia sarebbero fuggiti ben 85 detenuti. Lo stesso Ministro ha reso noto che si sospetta la complicità del personale di custodia e, per questo, sarebbero stati arrestati tutti i 44 poliziotti penitenziari in servizio nel carcere. La maggior parte dei detenuti fuggiti appartenevano a gang di trafficanti di droga. Le evasioni di massa non sono affatto una novità per il Messico: Il mese scorso 40 detenuti sono fuggiti dal carcere della vicina città di Matamoros e, a fine marzo, altri 41 detenuti erano riusciti ad uscire a piedi dalla porta principale di un altro carcere dello stato di Tamaulipas, accompagnati da due guardie penitenziarie. Purtroppo molto spesso le evasioni sono facilitate per lo più dalla complicità comprata del personale penitenziario. ✦ Spagna: Detenuto si recide il pene per non essere estradato in Kazakhstan
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Un cittadino del Kazakhstan, detenuto nel carcere di Valdemoro, che dalla Spagna stava per essere estradato verso il suo paese si è infitto una grave ferita al pene, nell’aeroporto di Barajas, poco prima di salire sull’aereo che doveva riportarlo in patria ed è stato ricoverato in gravi condizioni in un ospedale di Madrid. Secondo quanto hanno riferito i media spagnoli, il fatto risale alla notte tra lunedì 23 e martedì 24 agosto 2010. L’uomo, cinquantaduenne, era stato condannato in Spagna a cinque anni di carcere per atti di violenza ed era stato portato all’aeroporto madrileno, per essere estradato verso il Kazakhstan, dove lo aspettava un processo per un altro reato. Poco prima di essere imbarcato sull’aereo ha estratto un coltello dalla tasca e, con un gesto fulmineo, si è quasi reciso il pene. L’uomo è stato trasportato in ospedale e, secondo i media spagnoli, le sue condizioni erano molto gravi.
Fonti mediche hanno riferito che l’uomo è stato dimesso successivamente dall’ospedale , dopo aver subito una delicata operazione di ricucitura dell’organo, e associato di nuovo nel carcere madrileno. Secondo i sanitari l’uomo avrebbe riacquistato le funzioni fisiologiche urinarie ma non quelle sessuali e, probabilmente, dovrà essere operato nuovamente in futuro. Tra l’altro, non è la prima volta che un detenuto del carcere di Madrid Valdemoro si ferisce per evitare di essere estradato. Il precedente 17 agosto, infatti, un altro detenuto di origine kazaka ha bevuto una tazza di candeggina per non essere rimpatriato ed è stato salvato soltanto grazie al tempestivo ricovero in ospedale dove è stato sottoposto a lavanda gastrica. ✦
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fonte: www.poliziapenitenziaria.net
USA: Scoperto un detenuto che aveva nascosto la refurtiva nel retto La polizia di Wenatchee, nello Stato di Washington, ha scoperto e denunciato un detenuto per contrabbando, dopo aver scoperto della refurtiva nascosta nel retto. L’uomo infatti era riuscito ad occultare nel proprio retto un vero e proprio bottino tra cui un accendino, cartine, inchiostro per tatuaggi, aghi ed altro ancora. I Poliziotti Penitenziari hanno scoperto il traffico per puro caso dato che una prima perquisizione corporale non aveva svelato nulla di insolito. Il detenuto ha rivelato un vero e proprio talento visto che tutta quella merce era stata sistemata molto in profondità: si trattava di un sacchetto di tabacco delle dimensioni di una pallina da golf, di otto aghi per tatuaggio, di una piccola pipa e di un sacchettino destinato a contenere della marijuana. Il direttore del centro di giustizia regionale della contea di Chelan, Phil Stanley, ha raccontato che l’uomo era finito in carcere per aggressione ed era stato subito sottoposto ad un’accurata perquisizione corporale. Soltanto dopo che uno degli agenti aveva ritrovato in bagno un sacchetto di plastica e del nastro adesivo,però, il prigioniero è stato di nuovo interrogato e convinto a rivelare dove fosse nascosta la refurtiva. Tutti i presenti alla rivelazione sono rimasti letteralmente stupefatti alla scoperta dell’incredibile dote del detenuto, sorpresi soprattutto dalla profondità fino alla quale era stato infilato tutto quel tabacco. ✦ Arabia Saudita: Giudice condanna il reo ad essere paralizzato chirurgicamente, su richiesta della famiglia della vittima Un Giudice dell’Arabia Saudita si è informato presso due ospedali del paese sulla possibilità di intervenire chirurgicamente sulla colonna vertebrale di un uomo allo scopo di farlo rimanere paralizzato, come punizione per la condanna inflittagli per un’aggressione, nella quale la vittima è rimasta invalida. Il primo ospedale, nella provincia di Tabuk, ha risposto affermativamente sulla possibilità di compiere un simile intervento ma soltanto in un centro specializzato, l’altro ospedale, il King Faisal Hospital di Riyadh, si è rifiutato, invece, di prendere in considerazione l’ipotesi per motivi etici. In Arabia Saudita, nonostante il governo tenti di scoraggiare
Argentina: Pupazzi col berretto da poliziotto sul muro di cinta del carcere, ma i detenuti se ne accorgono ed evadono Il pomeriggio del 17 luglio scorso Walter Pozo (33 anni) e Cesar Andres (26 anni), detenuti per rapina a mano armata nell’Unità Penale 11 di Neuquen, in Argentina, sono evasi indisturbati dal carcere senza che nessuno si preoccupasse di loro. Il giorno dopo il quotidiano locale Rio Negro, indagando sulla dinamica dell’evasione, scopre la paradossale situazione del carcere argentino che non garantisce nessuna vigilanza sui muri perimetrali e sulle torrette di controllo. Per stessa ammissione del direttore del penitenziario, si apprende che delle 15 torrette di controllo intorno al carcere soltanto una è presidiata da un poliziotto penitenziario, mentre nessuna delle quaranta telecamere della videosorveglianza è funzionante. Ma la cosa più assurda che viene scoperta dal giornalista è che nelle restanti 14 torri di controllo, la direzione del carcere aveva fatto sistemare dei pupazzi con tanto di berretto da poliziotto, per simulare il presidio delle sentinelle. In una delle torri, addirittura, era stato utilizzato un pallone da calcio dipinto con occhi naso e bocca, come l’amico immaginario di Tom Hanks nel film Cast Away, tanto che il personale penitenziario l’aveva anche soprannominato Wilson, come lui. Il capo della polizia locale, Juan Carlos Lepen ha dichiarato che le telecamere e i monitor di sicurezza sono difettosi e non possono essere riparati per mancanza di fondi, la situazione è aggravata dalla mancanza di personale penitenziario ed i pochi uomini che ci sono attualmente si sforzano con volontà ed ingegno per colmare le carenze umane e strutturali. L’espediente dei manichini sulle torrette si sperava potesse funzionare come deterrente per i detenuti che, vedendone solo la sagoma e le ombre, dovevano credere si trattasse di sentinelle in carne e ossa. Purtroppo, però, l’ingegnoso trucco non ha funzionato. ✦
alcune delle pratiche più estreme, la sharia in vigore nel Regno permette l’applicazione del principio dell’occhio per occhio che spesso, però, comporta la rinuncia alla pena corporale in cambio di un indennizzo finanziario. In questo caso, però, la famiglia della vittima, Abdul-Aziz al Mutairi, ha difeso, invece, il proprio diritto di appellarsi alla legge islamica ed ha rifiutato qualsiasi transazione, dichiarandosi pronta anche a far effettuare l’operazione all’estero se fosse necessario. Al Mutairi sostiene, infatti, che l’assalitore è stato condannato a soli 14 mesi di prigione ed è stato poi liberato dopo appena sette mesi, in seguito ad un’amnistia, tornando ad esercitare la propria professione di insegnante mentre le lesioni da lui riportate a seguito dell’aggressione sono rimaste irreversibili e lo hanno condannato all’invalidità totale. Per questo motivo, egli difende il proprio diritto ad ottenere la legge del taglione e a provocare l’invalidità del suo aggressore ed ha ottenuto dal Giudice saudita una condanna in tal senso. ✦
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GIORGIO ZAULI
I CANCELLI D’EUROPA QUANDO L’UNITÀ NON È STATA UNA PAROLA
ARES Edizioni pagg. 176- euro 13,00
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alle guerre persiane e puniche alla battaglia di Poitiers, dalle rivolte dei Comuni contro Federico II di Svevia alla Battaglia di Lepanto e all’assedio di Vienna del 1683, dalla caduta degli dei – sancita dalla prima guerra mondiale – alla fine del totalitarismo simbolizzato con l’abbattimento del Muro di Berlino nel 1989… queste pagine offrono, in stile avvincente ma nel rigore delle fonti, i fatti epocali della Storia dell’Occidente europeo, rivolgendosi a quanti nello studio del passato cercano le radici dell’umanità di oggi; e in particolare ai giovani, che sono assetati di verità, con sguardo a un futuro che sempre si vuole e si può costruire migliore. «Quante volte, dall’antichità a oggi, Europa, vecchio albero curvo sotto la neve, scossa dal vento d’Occidente, si è raddrizzata ed ha fatto fronte alla minaccia, proveniente dall’esterno o da dentro i suoi stessi confini, respingendola quando tutto sembrava ormai perduto?». Soffermandosi sugli snodi della Storia in cui i popoli d’Europa hanno ciclicamente e puntualmente fatto quadrato a difesa di un orizzonte geografico e valoriale comune, l’Autore dimostra come pur in presenza di un crogiolo in perenne movimento di nazioni e di culture, il Vecchio Continente abbia permeato e mantenuto, attraverso i secoli, un’identità, a volte sfuggevole e latente, ma precisa, che ha permesso, fino a oggi, l’affermarsi di un sentire comune. Ed ecco allora, come osserva lo storico Alberto Barzanò nella Prefazione, che «i
cancelli d’Europa, posti a delimitare simbolicamente un varco che è stato in passato, è al presente e resterà in futuro sempre aperto e predisposto all’accoglienza di tutti gli uomini di buona volontà, stanno a indicare tuttavia, a chi idealmente li varca, che lo spazio a cui danno accesso è uno spazio speciale: uno spazio all’interno del quale la vita è fondata sui principi irrinunciabili del rispetto per la persona umana, per la sua libertà e per la sua dignità, ed è a tal punto a essi indissolubilmente legata che metterli a rischio equivale a mettere a rischio la vita stessa».
la società, delle loro paure, sofferenze, desideri, bisogni, sentimenti. Ci accorgiamo raramente di quanto sono intelligenti, autentici, maturi. Solitudine, disorientamento, delusione, paura, mancanza di prospettive, noia, percezione del non senso, aridità nelle relazioni, apatia, scetticismo, sfiducia: questo è il terreno nichilista nel quale crescono i ragazzi. Ma in essi c’è una profonda attesa, di felicità e di pienezza: quello che Nietzche definiva ospite inquietante - e che si annida nel loro cuore - attende l’Ospite dolce dell’anima, che bussa alla porta di ciascuno di noi. Questo libro è la risposta scritta di un Professore di Liceo alle domande e alle riflessione che i suoi ragazzi gli hanno posto attraverso i temi, le lettere i dialoghi in aula. Cultura, esperienza, senso religioso, sono la materia che l’umanità dell’educatore plasma in queste pagine offrendo la sua chiave di lettura sul senso e il buono della vita.
MATTEO LUSSO
DANIEL LEVIN
VOCI DALL’AULA
I SETTE FUOCHI DEL TEMPIO
I GIOVANI OLTRE IL NICHILISMO
ARES Edizioni pagg. 144- euro 12,00
Noi adulti sappiamo davvero poco dei ragazzi di oggi, di come vedono se stessi e il mondo, di come giudicano i grandi e
NORD Edizioni pagg. 448 - euro 18,60
Roma. Per il giovane avvocato Jonathan Marcus è quasi un ritorno a casa. È ancora vivo in lui il ricordo del periodo trascorso in Italia per completare una ricerca sulla controversa figura di Flavio Giuseppe, lo storico ebreo che, durante le guerre giudaiche, si era alleato con Tito contro il suo stesso popolo. Adesso Jonathan è in città per difendere un cliente dall’accusa di aver illegalmente acquistato due frammenti della Forma Urbis - un’enorme mappa in marmo della Roma imperiale - raffiguranti una sezione del Colosseo. E, con sua grande sorpresa, in quei reperti Jonathan individua un riferimento proprio a Flavio Giuseppe e all’errore di Tito...
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a cura di Erremme
Ostia. Dopo aver ricevuto una soffiata, il capitano dei carabinieri Jacopo Profeta perquisisce un magazzino abbandonato e, all’interno di una colonna romana, scopre il corpo imbalsamato di una donna. Sulla pelle è tatuata una frase enigmatica - La vittoria nell’ombelico del mondo - e tutt’intorno sono sparse varie pagine manoscritte di un’opera di Flavio Giuseppe. Profeta intuisce di essere caduto in una trappola e, pochi secondi prima che il magazzino venga distrutto da un’esplosione, riesce a fuggire, portando in salvo alcune pergamene... Gerusalemme. Sal h al-D n, nipote del Gran Muft, sta clandestinamente scavando sotto la Cupola della Roccia. Il suo obiettivo è localizzare la camera segreta dove Flavio Giuseppe ha nascosto una reliquia leggendaria. Il Monte del Tempio, infatti, è l’ombelico del mondo... Tre uomini, un segreto, una missione: trovare la Menorah.
IAN RANKIN
UN COLPO PERFETTO LONGANESI Edizioni pagg. 378 - euro 18,60 È sempre stato l’uomo giusto al momento giusto.
A soli trentasette anni, Mike Mackenzie, un collezionista di opere d’arte che ha fatto soldi a palate vendendo software, ha ottenuto tutto dalla vita, ma i panni dell’uomo che non ha più nulla da chiedere gli stanno stretti: ha bisogno di una sfida, di qualcosa che gli faccia provare nuove emozioni. E così, insieme ai suoi amici di sempre, un alto funzionario di banca col pallino della pittura e un burbero docente, preside dell’Accademia di Belle Arti, decide di tentare il colpo del secolo alla National Gallery di Edimburgo. L’idea è semplice ma geniale: penetrare nel magazzino in cui sono conservate le opere delle pinacoteche e dei musei di Edimburgo che non trovano spazio nelle sale, sostituire alcuni dipinti originali con le loro copie perfette e quindi trafugare il bottino senza che nessuno possa accorgersi dell’inganno. All’inizio tutto sembra filare liscio, ma le cose si complicano quando entra in gioco un quarto uomo: Chib Calloway, astuto e rozzo malvivente pronto a tutto pur di saldare un pesante debito d’affari con la mala norvegese. E improvvisamente la vita dei protagonisti entra in una crudele spirale di violenza e ricatti incrociati.
Edizione Pocket
IL CODICE DELL’ ORDINAMENTO PENITENZIARIO LA TRIBUNA Edizioni pagg. 800 - euro 15,00 Ecco un libro che non può proprio mancare nella nostra libreria, che in questa edizione de La Tribuna si presenta in un agile formato tale da permettere di averlo sempre con sé per una rapida consultazione. Il Codice dell’Ordinamento penitenziario e norme complementari è il pane quotidiano principalmente degli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria e degli altri operatori del settore ma la sua conoscenza è ovviamente d’obbligo per i componenti delle altre Forze dell’Ordine, gli avvocati e i concorsisti. Questa edizione 2010 è aggiornata con la Legge 23 dicembre 2009, n. 191 (Legge Finanziaria 2010), che ha fra l’altro modificato la disciplina in materia di sequestro dei beni appartenenti alla criminalità organizzata; con la Legge 23 luglio 2009, n. 99, che ha modificato profondamente il testo della Legge 26 luglio 1975, n. 354, recante le norme sull’ordinamento penitenziario; e con la Legge 15 luglio 2009, n. 94 (cosiddetto “pacchetto sicurezza”), che ha introdotto nel nostro ordinamento diverse nuove norme in materia di sicurezza pubblica. ✦
Polizia Penitenziaria - SG&S n.177 - ottobre 2010
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Lettera alla Redazione pett.le Redazione, Perchè non pubblicare un commento sugli ex appartenenti al corpo di Polizia Penitenziaria relativo agli aumenti sulle pensioni, se non erro, è sancito dalla Costituzione, quindi è un diritto sacrosanto, l’aumento annuale in base indice Istat, è solo una presa in giro, mentre il reale effettivo fabbisogno va al di là degli indici Istat. Chi va in pensione si rende conto della realtà economica, man mano che si va avanti ci si accorge delle difficoltà che si vanno incontro.
Non è il caso di elencare le problematiche che tutti conoscono, in particolar modo sulla spesa sanitaria (tiket), Dio solo sa quanti soldi si devono tirar fuori dalle proprie tasche, specie per le persone che sono affette da serie malattie, senza poi aggiungere altre incombenze. Una volta lasciata l’Amministrazione, lo Stato facilmente si dimentica di coloro che hanno doverosamente servito la Nazione. Che cosa bisogna fare? non si può fare finta di nulla, non si può continuare a leggere sulla Rivista, cosa ne pensano i politici, si dovrebbe passare all’attacco, farci sentire, fare rumore. Ringrazio cordiali saluti. Lettera firmata
Caro Collega, (perché NOI rimaniamo colleghi per sempre) siamo perfettamente d’accordo con quello che ci scrivi, tanto che proprio quello che tu sostieni è stata la motivazione che ci ha convinto a fondare l’ANPPe e, successivamente, a dedicare parte di questa rivista ai pensionati del Corpo (inserto Le Fiamme Azzurre). La nostra intenzione, per il futuro, è quella di far sentire più forte la voce dell’Associazione per sollecitare ed evidenziare quei problemi comuni ai quali anche tu accenni nella tua lettera.
IL MONDO DELL’APPUNTATO CAPUTO
SIGNOR MINISTRO, LE HO FATTO UN NODO AL FAZZOLETTO PER RICORDARLE L’ASSUNZIONE DEI DUEMILA AGENTI...
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IL NODO ALFANO
radici salde e profonde sostengono gli alberi piu’ grandi.
Sappe: la forza nelle radici.