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Informasi estate 2024

Maurizio Sgarzi

Giovanni mi ha coinvolto così

Quando un incontro può cambiarti per sempre

di Maurizio Sgarzi

Coordinatore del settore “Esperienza” ed ex-presidente della Polisportiva G. Masi

Correva l’anno 1974, avevo 23 anni e da poco terminato l'Istituto superiore di educazione fisica - Isef, ora Scienze motorie). Insegnavo già a scuola, avevo iniziato mentre lo frequentavo. Ero un assiduo partecipante alle attività della parrocchia, a quel tempo piena di giovani e soprattutto densa di iniziative coinvolgenti che davano la possibilità di stare bene con tanti amici e di sentirti utile nel coinvolgimento di ragazzi più giovani; si portavano avanti diversi progetti di solidarietà, per esempio si raccoglieva la carta, si aiutavano alcune missioni in Africa e tanto altro ancora.

Partecipavo alle attività anche a livello di quartiere, frequentando un gruppetto di persone, guidate da Andrea Cammelli, grande amico e soprattutto indimenticabile mentore, promotore di tante belle iniziative.

Ad aprile, i ragazzi maggiorenni della Parrocchia furono coinvolti, per la prima volta, su un grande quesito politico e sociale: il referendum per abrogare la legge sul divorzio, da pochi anni approvata in Parlamento. Ricordo che si scatenarono discussioni infinite in Parrocchia, al Bar Giorgio, anche se la mia posizione fu chiara da subito e ne scaturì un volantino che, pur elencando le tesi di entrambi gli schieramenti, riportava sotto, scritto in piccolo:“i ragazzi della parrocchia hanno deciso di votare no all’abrogazione della legge”. Ovviamente, questa presa di posizione non fu affatto gradita in quell’ambito e capimmo immediatamente di non godere più della fiducia incondizionata di prima. Quel fatto rappresentò l’occasione per rivolgere l’attenzione altrove, verso nuovi spazi. I nostri sguardi si posarono sulla Scuola XXV Aprile, nella quale si stavano ultimando i lavori interni della piscina, della palestra e della “palestrina” al piano terra.

Prendemmo l’iniziativa (eravamo circa una decina a decidere) di rivolgerci all’Ufficio Sport del Comune di Casalecchio. Un gruppetto più piccolo si presentò in portineria: fummo invitati a spostarci nel cortile interno e poi a suonare il campanello nell’unica porta del piano terra. Quando ero lì, mi venne immediatamente in mente di aver già frequentato quel luogo da piccolo, quando venivo nell’ambulatorio del Dott. Bonani. Invece della porta, si aprì una finestra e mi apparve, per la prima volta, Giovanni Masi. Aveva un modo di fare gioviale, ci chiese perché eravamo lì e spiegò che non poteva dedicarci troppo tempo perché le prime ore del mattino erano preziose per il suo lavoro; dopo di noi, infatti, avrebbe dovuto sbrigare mille cose e diversi altri appuntamenti lo attendevano.

Un po’ intimidito, mi feci portavoce delle nostre richieste: dissi velocemente quello che volevamo ma, all’affermazione “sono da poco insegnante di educazione fisica”, vidi che avevo già catturato la sua attenzione. Immediatamente dopo, mi accorsi che Giovanni stava annotando sul suo foglio degli impegni anche il mio nome “Maurizio Sgarzi e i ragazzi della Croce”; non solo, ci diede anche appuntamento due giorni più tardi in Polisportiva, in via Marconi, 75. Inutile descrivere la nostra felicità. Dopo quel primo incontro, diventai per Giovanni un punto di riferimento.

A quel tempo, in Polisportiva, lavorava soltanto un insegnante di educazione fisica, il prof. Taddei, che praticava però ginnastica correttiva.

Io e Giovanni iniziammo a collaborare da subito, con lui si aveva la sensazione di costruire qualcosa di significativo

Ad agosto poi, partecipai a un corso di “Comunicazione non verbale” a Firenze. In quell’occasione, mi cimentai con la prima danza (Savila) e praticai anche una serie di attività (Yoga, Tai chi e altre). Dopo quella esperienza, presi un’altra decisione importante, cioè che non mi sarei solo dedicato all’agonismo ma anche ai “linguaggi del corpo”; intrapresi così molte strade diverse, esplorai in più direzioni e mi iscrissi anche a Pedagogia per aprirmi orizzonti nuovi rispetto a quelli tratteggiati in precedenza con l’Isef.

A settembre, il gruppetto di ragazzi della Croce aveva già le chiavi delle XXV Aprile: da lì in avanti iniziammo a progettare tante belle iniziative e a sviluppare molte idee, tra le quali, la più significativa, è quella che lo sport è cultura, che l’attività fisica e motoria possono essere praticate con questa intenzione e con questa convinzione. Un’idea all’avanguardia per quel tempo che sposai allora e, sulla base della quale, Giovanni mi chiese di impostare l’attività della Croce. Oltre al nuoto, quindi, alla pallavolo, alla pallacanestro e alle altre attività per adulti, nacquero le danze popolari, le attività olistiche, il nuoto piccolissimi, trasformato poco dopo in acquaticità.

Organizzammo i corsi Lapierre di psicomotricità relazionale, la festa degli Aquiloni e tante, tantissime altre iniziative che hanno costituito tappe importanti della storia della Polisportiva.

Giovanni Masi, Angelo Pozzi ed io (vedi immagine in copertina) formammo un bel trio in via Marconi, un team di lavoro e di amicizia che ha tenuto, sin da subito, a coinvolgere anche altri.

Alla Croce, infatti, arrivarono successivamente tante persone in gamba che non cito, solo per paura di dimenticarne qualcuna, ma che sono nel mio cuore.

Persone che, con le loro idee e il loro entusiasmo, hanno saputo realizzare e portare avanti concretamente l’ideale di Giovanni. Un gruppo affiatato che è stato fucina di idee allora e che ha continuato trasformandosi e modificandosi fino ad arrivare ai giorni nostri.

È sempre insieme che si realizzano le cose migliori e io, da allora, non ho ancora smesso...

Nelle foto: scatti della “storica” Festa di Piazza (anno 1980), antesignana della Festa degli aquiloni.

Primo piano di un giovanissimo Maurizio Sgarzi alla Festa di piazza.
Particolare della camminata dal quartiere Croce al parco della Chiusa (ex Talon). I due clown in primo piano sono Maurizio Ferraresi (a sinistra) e Maurizio Sgarzi a destra.
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