Guida alla Ristrutturazione della Casa

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Matteo Clemente e Tommaso Empler



presentazione: Il Gruppo POMETRA, da oltre 45 anni è presente nel settore delle ristrutturazioni edilizie da protagonista, mediante il suo punto vendita sulla via Aurelia, che fornisce prodotti e servizi a tutto tondo (showroom e rivendita materiali edili) per chi vuole ristrutturare la propria casa, per i progettisti e le imprese edili. Nell'ottica di rendere un servizio qualitativamente sempre migliore, ha voluto elaborare una "guida alla ristrutturazione della casa", un compendio utile al progettista, ma anche al proprietario della casa, che si imbatte in questa avventura importante e complessa. Quanto costa la ristrutturazione, quali sono i benefici e le agevolazioni fiscali, come scegliere i materiali e le tecniche per la ristrutturazione edilizia, sono argomenti apparentemente semplici, che non trovano mai spazio in un manuale tecnico, o in una trattazione sistematica, restando relegati in articoli di riviste frammentari ed episodici. Il Gruppo POMETRA ha voluto, in tal senso, fare un'opera utile, raccogliendo esperienze proprie e dei partner commerciali, consigli, materiali e schede tecniche di aziende leader del settore, affidandosi alla cura editoriale di due docenti universitari, gli architetti Matteo Clemente e Tommaso Empler. L'impegno è ancora quello di supportare i molti tecnici, che da anni hanno stabilito con noi un rapporto di fiducia e di accompagnare i nostri clienti nelle scelte, quando decidono di ristrutturare la propria casa.

Gruppo Pometra


contenuto


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introduzione 1 | BENEFICI ED AGEVOLAZIONI FISCALI la detrazione IRPEF per le spese di ristrutturazione lavori per i quali spettano le agevolazioni cosa deve fare chi ristruttura per fruire della detrazione come si può perdere la detrazione cumulabilità con la detrazione IRPEF per il risparmio energetico l'agevolazione per i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria l'IVA agevolata per i lavori di restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione 2 | PROCEDURE EDILIZIE 3 | COSTO DEI LAVORI prezzi unitari costi di ristrutturazione opere civili costi ristrutturazione impianti costi ristrutturazione cucina 4 | MATERIALI E TECNICHE PER LA RISTRUTTURAZIONE EDILIZIA CUCINA check list degli elementi da tener conto nel progetto della cucina composizione funzionale ed attrezzature tecniche stili e materiali STANZA DA BAGNO configurazione funzionale e spaziale 77 PAVIMENTI E RIVESTIMENTI check list del progetto bagno 78 questioni pratiche nella scelta dei materiali stile e materiali 81 progettare il pavimento della casa elementi funzionali ed arredo bagno 82 caratteristiche dei materiali per pavimenti ILLUMINAZIONE 82 pavimento in parquet questioni percettive 84 pavimento in ceramica questioni semiologiche 87 pavimento in pietra questioni pratiche di illuminotecnica 91 pavimento in pvc e gomma progettare l’illuminazione della casa 91 pavimento galleggiante TINTEGGIATURE E COLORI DELLA CASA 93 pavimento in acciaio inox percezione visiva del colore 93 moquette aspetti semiologici e convenzionali 95 pavimento in resina aspetti tecnici e pratici 99 CLIMATIZZAZIONE INFISSI (porte e finestre) finestre porte



introduzione

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biettivo del presente manuale è quello di fornire un compendio di rapida consultazione, per chi vuole ristrutturare la casa, dal tecnico con una certa esperienza di base, al privato cittadino, che voglia imbattersi, in questa complessa avventura, senza avere grandi competenze specialistiche. Un manuale, naturalmente, non può sopperire a tutto il bagaglio culturale o alle conoscenze tecniche sottese alle scelte estetiche, operate dall'architetto nella realizzazione di una ristrutturazione di una casa. L'abbinamento di colori e materiali, presuppone una consapevolezza delle valenze semantiche e dei risvolti stilistici delle scelte operate. L'organizzazione degli spazi, il controllo della forma, lo studio dei flussi all'interno dell'alloggio, il controllo degli aspetti ergonomici, dell'ingresso della luce naturale, dei fattori percettivi, a maggior ragione, sono tutti frutto di competenze professionali di altissimo livello. Un manuale, insomma, non potrà mai sostituire la figura dell'architetto, con la sua formazione culturale a metà tra scienza e arte, con la sua capacità di esprimere in un'opera un punto di vista ben orientato nel contesto contemporaneo. Tuttavia un manuale è utile per raccogliere in un quadro sinottico complessivo tutti quegli aspetti pratici, tecnici e normativi, che costituiscono gli elementi oggettivi sulle quali operare soluzioni architettoniche. Un manuale è il vocabolario, l'abaco, la tavolozza dei colori. L'opera conclusa è un'altra cosa: è la sintesi cromatica, è la sinfonia, l'organizzazione sintattica complessiva della forma. Questo breve compendio, quindi, è incentrato sugli aspetti più pratici del mestiere. È l'opera vista dal lato del fornitore di prodotti per la ristrutturazione, è il vademecum tecnico-pratico dei buoni consigli per professionisti e principianti. Non ha pretese di formare architetti degli interni, nella consapevolezza che qualunque scelta, anche quella di abbinare un battiscopa su un pavimento, ha una sua valenza linguistica, stilistica ed estetica. Ha l'obiettivo, però, di contribuire a divulgare una cultura di buone prassi, riguardando ogni scelta, all'interno dell'alloggio, per i risvolti relativi a tre filoni di ricerca: la domotica, l'universal design ed il risparmio energetico. In particolare, poi, si sono trattati gli aspetti pratici, relativi alle agevolazioni e detrazioni fiscali, alle procedure per ottenere le necessarie autorizzazioni edilizie. Per quanto attiene, invece, ai materiali e tecnologie da adottare, le soluzioni sono presentate in maniera asettica, con attenzione agli aspetti tecnologici degli stessi. Si è fatto particolare riferimento alla domotica, all'universal design e al risparmio energetico, perché rappresentano, in questo particolare momento storico, tre macro-argomenti di grande interesse, verso i quali è orientata la ricerca progettuale. La domotica fornisce all'alloggio possibilità di controllo e gestione automatizzata, che favoriscono il comfort, la sicurezza e il risparmio energetico. L'universal design prende in considerazione quegli aspetti ergonomici di organizzazione dello spazio e quelle soluzioni tecnologiche atte a favorire la fruizione di spazi ed attrezzature da parte di tutti, anche da persone con ridotta capacità psicofisica, da anziani e bambini. Il risparmio energetico è il focus di ogni disciplina, oggi, per l'acquisita consapevolezza che le risorse del pianeta sono in esaurimento ed una politica di sviluppo sostenibile è divenuto un imperativo categorico.


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benefici ed agevolazioni fiscali

La detrazione IRPEF per le spese di ristrutturazione

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l decreto-legge 6 dicembre 2011 n.201, salvaItalia (convertito in legge 22 dicembre 2012 n. 214), all'art. 4 tratta le agevolazioni fiscali per le spese sostenute per i lavori di recupero del patrimonio edilizio, per l'efficientamento energetico e per calamità naturali. Il comma 1, inserisce l'art.16bis nel Testo Unico delle imposte dirette DPR 917/1986, rendendo definitivi gli sgravi IRPEF sulle spese sostenute per la ristrutturazione di case per abitazione e parti comuni di edifici residenziali. La misura della detrazione fiscale è del 36%, da calcolare sul limite massimo di spesa di 48.000 Euro. Non ha più scadenza, inoltre, l'applicazione dell'aliquota IVA agevolata al 10%, per le prestazioni di servizi e le forniture di beni relative agli interventi di recupero edilizio di manutenzione ordinaria e straordinaria, di restauro e risanamento conservativo e di ristrutturazione, realizzati sugli immobili a prevalente destinazione abitativa privata. Le principali condizioni e limiti per fruire della detrazione sono: - il limite massimo di spesa di 48.000 euro, sul quale calcolare la detrazione IRPEF, deve essere riferito alla singola unità immobiliare e non più ad ogni persona fisica che


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abbia sostenuto le spese. Di conseguenza, tale ammontare va suddiviso fra tutti i soggetti aventi diritto alla detrazione (ad esempio marito e moglie cointestatari di un'abitazione possono calcolare la detrazione spettante sull'ammontare complessivo di spesa di 48.000 euro); - qualora gli interventi consistano nella prosecuzione di lavori relativi alla stessa unità immobiliare iniziati in precedenza, ai fini del computo del limite massimo delle spese detraibili (48.000 euro) occorre tener conto delle spese già sostenute; - l'impresa che esegue i lavori di ristrutturazione non deve più indicare il costo della manodopera impiegata nelle fatture emesse dal 14 maggio 2011. La semplificazione è stata introdotta dal decreto legge n. 70 del 13 maggio 2011 (articolo 7, comma 2, lettera q), convertito dalla legge n. 106 del 12 luglio 2011, che ha eliminato una condizione ritenuta in precedenza essenziale per poter beneficiare di questo sconto fiscale, poichè la sua mancata indicazione nel documento IVA non era sanabile e faceva perdere il diritto alla detrazione; - il decreto legge n. 70/2011 stabilisce, inoltre, che non è più necessario inviare la comunicazione di inizio lavori al Centro operativo di Pescara; - la detrazione deve essere ripartita in 10 anni. Si ricorda che a partire dall'anno 2003 i contribuenti di età non inferiore a 75 ed 80 anni, titolari di un diritto reale sull'immobile oggetto dell'intervento edilizio (ad esclusione quindi di inquilini e comodatari) possono ripartire la spesa rispettivamente in cinque e tre quote annuali di pari importo. Il requisito dell'età deve essere posseduto al 31 dicembre dell'anno nel quale si effettuano gli interventi agevolati (circolare 15/E del 5 marzo 2003). Tale modalità può essere utilizzata anche per le spese sostenute in anni precedenti. Lavori per i quali spettano le agevolazioni

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lavori per i quali spettano le agevolazioni fiscali sono elencati nell'articolo 3 del Testo Unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia, approvato con DPR 6 giugno 2001, n. 380 (precedentemente individuati dall'art. 31, lettere a), b), c) e d) della legge 5 agosto 1978, n. 457). In particolare, la detrazione IRPEF riguarda le

spese sostenute per eseguire gli interventi di manutenzione straordinaria, le opere di restauro e risanamento conservativo e i lavori di ristrutturazione edilizia per i singoli appartamenti e per gli immobili condominiali. Gli interventi di manutenzione ordinaria sono ammessi all'agevolazione IRPEF solo se riguardano determinate parti comuni di edifici residenziali. Tra le spese per le quali compete la detrazione, oltre a quelle per l'esecuzione dei lavori, sono comprese: - le spese per la progettazione e le altre prestazioni professionali connesse; - le spese per prestazioni professionali comunque richieste dal tipo di intervento; - le spese per la messa in regola degli edifici ai sensi della legge 46/90 (impianti elettrici) e delle norme Unicig per gli impianti a metano (legge 1083/71); - le spese per l'acquisto dei materiali; - il compenso corrisposto per la relazione di conformità dei lavori alle leggi vigenti;


- le spese per l'effettuazione di perizie e sopralluoghi; - l'imposta sul valore aggiunto, l'imposta di bollo e i diritti pagati per le concessioni, le autorizzazioni e le denunzie di inizio lavori; - gli oneri di urbanizzazione; - gli altri eventuali costi strettamente collegati alla realizzazione degli interventi nonché agli adempimenti stabiliti dal regolamento di attuazione degli interventi agevolati (decreto n. 41 del 18 febbraio 1998). Non possono invece ritenersi comprese tra quelle oggetto della detrazione le spese di trasloco e custodia dei mobili per il periodo necessario all'effettuazione degli interventi di recupero edilizio. La manutenzione ordinaria Gli interventi di manutenzione ordinaria sono ammessi all'agevolazione, come già chiarito, solo quando riguardano le parti comuni. Come precisato nella risoluzione 7/E del 12 febbraio 2010, le parti comuni interessate sono quelle indicate dall'articolo 1117, nn. 1, 2 e 3 del Codice civile (il suolo su cui sorge l'edificio, le fondazioni, i muri maestri, i tetti e i lastrici solari, le scale, i portoni d'ingresso, i vestiboli, gli anditi, i portici, i cortili, tutte le parti dell'edificio necessarie all'uso comune, i locali per la portineria e per l'alloggio del portiere, gli ascensori, i pozzi, le cisterne, le fognature, ecc.). Gli stessi interventi, eseguiti sulle proprietà private o sulle loro pertinenze (garage, cantine, soffitte), non danno diritto ad alcuna agevolazione. Sono esempi di interventi di manutenzione ordinaria: le opere di riparazione, rinnovamento e sostituzione delle finiture degli edifici, quelle necessarie a integrare o mantenere in efficienza gli impianti tecnologici esistenti, la sostituzione di pavimenti, infissi e serramenti, la tinteggiatura di pareti, soffitti, infissi interni ed esterni, il rifacimento di intonaci interni, l'impermeabilizzazione di tetti e terrazze, la verniciatura delle porte dei garage. Se questi interventi fanno parte di un intervento più vasto come la demolizione di tramezzature, la realizzazione di nuove mura divisorie e lo spostamento dei servizi, l'insieme delle opere è comunque ammesso al beneficio delle detrazioni fiscali. Poiché gli interventi di manutenzione ordinaria danno diritto alla detrazio-

ne d'imposta soltanto se effettuati sulle parti comuni degli edifici condominiali, la detrazione spetterà ad ogni condomino in base alla quota millesimale. La manutenzione straordinaria Sono considerati interventi di manutenzione straordinaria le opere e le modifiche necessarie per rinnovare e sostituire parti anche strutturali degli edifici e per realizzare ed integrare i servizi igienico/sanitari e tecnologici, sempre che non vadano a modificare i volumi e le superfici delle singole unità immobiliari e non comportino mutamenti delle destinazioni d'uso.


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ESEMPIO: L'installazione di ascensori e scale di sicurezza, la realizzazione e il miglioramento di servizi igienici, la sostituzione di infissi esterni e serramenti o persiane con serrande e con modifica di materiale o tipologia di infisso, il rifacimento di scale e rampe, gli interventi finalizzati al risparmio energetico, la recinzione dell'area privata, il ripristino e la sostituzione del tetto, la costruzione di scale interne. Restauro e risanamento conservativo Sono compresi in questa tipologia gli interventi rivolti a conservare l'immobile e ad assicurarne la funzionalitĂ per mezzo di un insieme di opere che, rispettandone gli elementi tipologici, formali e strutturali, ne consentono destinazioni d'uso con esso compatibili. ESEMPIO: Gli interventi mirati all'eliminazione e alla prevenzione

di situazioni di degrado, l'adeguamento delle altezze dei solai nel rispetto delle volumetrie esistenti, l'apertura di finestre per esigenze di aerazione dei locali. Ristrutturazione edilizia Tra gli interventi di ristrutturazione edilizia sono compresi quelli rivolti a trasformare un fabbricato mediante un insieme di opere che possono portare ad un fabbricato del tutto o in parte diverso dal precedente. ESEMPIO: La demolizione e la fedele ricostruzione dell'immobile, la modifica della facciata, la realizzazione di una mansarda o di un balcone, la trasformazione della soffitta in mansarda o del balcone in veranda, l'apertura di nuove porte e finestre, la costruzione dei servizi igienici in ampliamento delle superfici e dei volumi esistenti. Con riferimento agli interventi di ristrutturazione edilizia ammessi al beneficio della detrazione fiscale, l'Agenzia delle Entrate ha chiarito che: - in caso di ristrutturazione con demolizione e ricostruzione, la detrazione spetta solo per la fedele ricostruzione, nel rispetto di volumetria e sagoma dell'edificio preesistente; - per la demolizione e ricostruzione con ampliamento, la detrazione non spetta in quanto l'intervento si considera, nel suo complesso, una "nuova costruzione"; - se la ristrutturazione avviene senza demolire l'edificio esistente e con ampliamento dello stesso, la detrazione spetta solo per le spese riguardanti la parte esistente in quanto l'ampliamento configura, comunque, una "nuova costruzione". Questi stessi criteri si applicano anche agli interventi di ampliamento previsti in attuazione del cosiddetto Piano Casa (risoluzione dell'Agenzia delle Entrate n. 4/E del 4 gennaio 2011). Altre categorie di interventi ammessi alla detrazione Sono pure ammessi al beneficio della detrazione gli interventi finalizzati: - alla realizzazione di autorimesse o posti auto pertinenziali; - all'eliminazione delle barriere architettoniche, sia sulle parti comuni degli immobili che nei singoli appartamenti; - al conseguimento di risparmi energetici; - alla cablatura degli edifici; - al contenimento dell'inquinamento acustico; - all'adozione di misure di sicurezza statica e antisismica degli edifici;


- all'esecuzione di opere interne. Questi interventi sono comunque ammessi al beneficio della detrazione, indipendentemente dalla corrispondenza alle categorie di cui all'articolo 3 del Testo Unico prima citato. Sono inoltre detraibili i seguenti interventi: - eliminazione delle barriere architettoniche, aventi ad oggetto ascensori e montacarichi (ad esempio la realizzazione di un elevatore esterno all'abitazione). Gli interventi che non presentano le caratteristiche tecniche previste dalla legge di settore non possono essere qualificati come interventi di abbattimento delle barriere architettoniche e, pertanto, non sono agevolabili come tali. Resta fermo, tuttavia, il diritto alla detrazione, secondo le regole vigenti, qualora gli stessi interventi possano configurarsi quali interventi di manutenzione ordinaria o straordinaria; - realizzazione di ogni strumento che, attraverso la comunicazione, la robotica e ogni altro mezzo di tecnologia piĂš avanzata, sia adatto a favorire la mobilitĂ interna ed esterna all'abitazione per le persone portatrici di handicap gravi, ai sensi dell'art. 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104. La detrazione compete unicamente per le spese sostenu-

te per realizzare interventi sugli immobili, mentre non compete per le spese sostenute in relazione al semplice acquisto di strumenti, anche se diretti a favorire la comunicazione e la mobilità interna ed esterna. Pertanto, a titolo di esempio, non rientrano nell'agevolazione di cui trattasi i telefoni a viva voce, gli schermi a tocco, i computer, le tastiere espanse. Tali beni, peraltro, sono inquadrabili nella categoria dei sussidi tecnici e informatici per i quali, a certe condizioni, è prevista la detrazione IRPEF del 19% in sede di dichiarazione dei redditi; - adozione di misure finalizzate a prevenire il rischio del compimento di atti illeciti da parte di terzi. Con il termine "atti illeciti" il legislatore ha inteso fare riferimento agli atti penalmente illeciti (ad esempio furto, aggressione, sequestro di persona e ogni altro reato la cui realizzazione comporti la lesione di diritti giuridicamente protetti). La detrazione in questi casi è applicabile unicamente alle spese sostenute per realizzare interventi sugli immobili; ad esempio non rientra nell'agevolazione il contratto stipulato con un istituto di vigilanza. Rientrano, invece, tutte le misure finalizzate a prevenire il rischio del compimento di tali atti illeciti, qui elencate a titolo esemplificativo: - rafforzamento, sostituzione o installazione di cancellate o recinzioni murarie degli edifici; - apposizione di grate sulle finestre o loro sostituzione; - porte blindate o rinforzate; - apposizione o sostituzione di serrature, lucchetti, catenacci, spioncini; - installazione di rilevatori di apertura e di effrazione sui serramenti; - apposizione di saracinesche; - tapparelle metalliche con bloccaggi; - vetri antisfondamento; - casseforti a muro; - fotocamere o cineprese collegate con centri di vigilanza privati; - apparecchi rilevatori di prevenzione antifurto e relative


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centraline; - esecuzione di opere volte ad evitare gli infortuni domestici. In tal modo il legislatore ha inteso ricomprendere nell'agevolazione non solo le opere per l'adeguamento degli impianti alla normativa vigente in materia di sicurezza ma anche quelle opere volte all'installazione di dispositivi non prescritti dalla predetta normativa, ma tuttavia finalizzati ad incrementare la sicurezza domestica. Non dà diritto alla detrazione il semplice acquisto, anche a fini sostitutivi, di apparecchiature o elettrodomestici dotati di meccanismi di sicurezza in quanto tale fattispecie non integra un intervento sugli immobili (ad esempio non spetta alcuna detrazione per l'acquisto di una cucina a spegnimento automatico che sostituisca una tradizionale cucina a gas). L'agevolazione, invece, compete anche per la semplice riparazione di impianti insicuri realizzati su immobili, come, ad esempio, la sostituzione del tubo del gas o la riparazione di una presa malfunzionante. Tra le opere agevolabili rientrano: - l'installazione di apparecchi di rilevazione di presenza di gas inerti; - il montaggio di vetri anti-infortunio; - l'installazione del corrimano; - interventi di bonifica dell'amianto, limitatamente alle unità immobiliari a carattere residenziale. Cosa deve fare chi ristruttura per fruire della detrazione

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er fruire della detrazione IRPEF sulle spese di ristrutturazione i contribuenti sono tenuti ad osservare una serie di adempimenti.

ATTENZIONE L'obbligo dell'invio della comunicazione di inizio lavori è stato soppresso dal decreto legge n. 70 del 13 maggio 2011.

Per usufruire della detrazione è sufficiente indicare nella dichiarazione dei redditi i dati catastali identificativi dell'immobile e, se i lavori sono effettuati dal detentore, gli estremi di registrazione dell'atto che ne costituisce titolo

e gli altri dati richiesti per il controllo della detrazione. Inoltre, occorre conservare ed esibire a richiesta degli uffici i documenti indicati nel provvedimento del Direttore dell'Agenzia delle Entrate del 2 novembre 2011. In particolare, oltre ai documenti indicati più avanti (comunicazione all'ASL, fatture e ricevute comprovanti le spese sostenute, ricevute dei bonifici di pagamento), il contribuente deve essere in possesso di: - domanda di accatastamento (se l'immobile non è ancora censito); - ricevute di pagamento dell'ICI, se dovuta; - delibera assembleare di approvazione dell'esecuzione dei lavori, per gli interventi su parti comuni di edifici residenziali, e tabella millesimale di ripartizione delle spese; - dichiarazione di consenso del possessore dell'immobile all'esecuzione dei lavori, per gli interventi effettuati dal detentore dell'immobile, se diverso dai familiari conviventi; - abilitazioni amministrative richieste dalla vigente legislazione edilizia in relazione alla tipologia di lavori da realizzare (concessioni, autorizzazioni, eccetera) o, se la normativa non prevede alcun titolo abilitativo, dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà in cui indicare la data di inizio dei lavori e attestare che gli interventi realizzati rientrano tra quelli agevolabili. Comunicazione alla Azienda Sanitaria Locale Deve essere inviata all'Azienda Sanitaria Locale competente per territorio una comunicazione con raccomandata A.R. con le seguenti informazioni: - generalità del committente dei lavori e ubicazione degli stessi; - natura dell'intervento da realizzare; - dati identificativi dell'impresa esecutrice dei lavori con esplicita assunzione di responsabilità, da parte della medesima, in ordine al rispetto degli obblighi posti dalla vigente normativa in materia di sicurezza sul lavoro e contribuzione; - data di inizio dell'intervento di recupero. La comunicazione non deve essere effettuata in tutti i casi in cui i decreti legislativi relativi alle condizioni di sicurezza nei cantieri non prevedono l'obbligo della notifica preliminare alla ASL. Pagamento mediante bonifico Per fruire della detrazione è necessario che le spese detraibili siano pagate tramite bonifico bancario o postale da cui risultino la causale del versamento, il Codice Fiscale del soggetto che paga e il Codice Fiscale o nume-


ro di partita IVA del beneficiario del pagamento. Sono escluse da tale modalità di pagamento quelle spese che non è possibile pagare con bonifico (ad esempio, oneri di urbanizzazione, ritenute fiscali sugli onorari dei professionisti, imposte di bollo). Se vi sono più soggetti che sostengono la spesa e intendono fruire della detrazione, il bonifico deve riportare il numero di Codice Fiscale di tutti coloro che sono interessati al beneficio fiscale. Se il bonifico contiene l'indicazione del Codice Fiscale del solo soggetto che ha presentato il modulo di comunicazione al Centro Operativo di Pescara (adempimento non più richiesto dal 14 maggio 2011), gli altri aventi diritto, per ottenere la detrazione, devono indicare nell'apposito spazio della dichiarazione dei redditi il Codice Fiscale riportato sul bonifico. Per gli interventi realizzati sulle parti comuni condominiali, oltre al Codice Fiscale del condominio è necessario indicare quello dell'amministratore o di altro condomino che provvede al pagamento. ATTENZIONE Alla norma che prevede che le spese vengano inderogabilmente sostenute tramite bonifico, fanno eccezione quelle relative agli oneri di urbanizzazione, all'imposta di bollo e ai diritti pagati per le concessioni, le autorizzazioni e le denunce di inizio lavori. Al momento del pagamento del bonifico banche e poste devono operare una ritenuta a titolo di acconto dell'imposta dovuta dall'impresa che effettua i lavori. Dal 6 luglio 2011 (data di entrata in vigore del decreto legge n. 98/2011) la ritenuta sui bonifici è stata ridotta dal 10 al 4%. Con la Circolare n. 40 del 28 luglio 2010 l'Agenzia delle Entrate ha fornito le istruzioni operative in merito all'applicazione di questo adempimento. Con riferimento alle spese sostenute in favore dei Comuni, se il contribuente paga con bonifico, pur non essendo tenuto a tale forma di versamento, deve indicare nella motivazione del pagamento il Comune, come soggetto beneficiario, e la causale del versamento (per esempio, oneri di urbanizzazione, Tosap, eccetera). In questo modo, la banca o Poste Spa non codificano il versamento come importo soggetto a ritenuta (risoluzione dell'Agenzia delle Entrate n. 3/E del 4 gennaio 2011).

Altri adempimenti I contribuenti interessati debbono conservare le fatture o le ricevute fiscali relative alle spese per la realizzazione dei lavori di ristrutturazione e la ricevuta del bonifico. ATTENZIONE L'obbligo di indicare in fattura il costo della manodopera (in vigore dal 4 luglio 2006 al 13 maggio 2011) è stato soppresso dal decreto legge n. 70/2011. Tale documentazione, che deve risultare intestata alle persone che fruiscono della detrazione, infatti, deve essere esibita a richiesta degli uffici finanziari. Per gli interventi realizzati sulle parti comuni condominiali il contribuente, in luogo di tutta la documentazione prevista, può utilizzare una certificazione rilasciata dall'amministratore del condominio, in cui lo stesso attesti di avere adempiuto a tutti gli obblighi previsti e indichi la somma di cui il contribuente può tenere conto ai fini della detrazione. Per le detrazioni richieste fino al periodo d'imposta 2002, quando l'importo complessivo dei lavori eseguiti era superiore a 51.645,69 euro, occorreva inviare al Centro operativo di Pescara la "dichiarazione di esecuzione dei lavori". Il mancato invio di tale comunicazione, sottoscritta da un soggetto iscritto negli albi degli ingegneri, architetti e geometri o da altro soggetto abilitato all'esecuzione degli stessi, comportava la decadenza del beneficio. A partire dal 2003, poiché il limite di spesa detraibile è di 48.000 euro (originariamente era stato fissato in 77.468,53 euro), non è più necessario l'invio di questa dichiarazione. Come si può perdere la detrazione

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ei casi che seguono non viene riconosciuta la detrazione e l'importo eventualmente fruito viene recuperato dagli uffici finanziari: - --- non è stata effettuata la comunicazione preventiva all'ASL competente, quando obbligatoria; - non vengono esibite le fatture o ricevute relative alle spese, non è esibita la ricevuta del bonifico bancario o postale oppure questa è intestata a persona diversa da quella che richiede la detrazione;


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- il pagamento non è stato eseguito tramite bonifico bancario o postale; - le opere edilizie eseguite non rispettano le norme urbanistiche ed edilizie comunali; - vengono violate le norme relative alla sicurezza nei luoghi di lavoro nonché quelle relative agli obblighi contributivi. ATTENZIONE Fino al 13 maggio 2011 era prevista un'altra causa di decadenza dalle agevolazioni fiscali. Era previsto, infatti, l'obbligo di indicare in maniera distinta, nella fattura emessa dall'impresa che esegue i lavori, il costo della manodopera. In caso di violazioni delle norme relative alla sicurezza nei luoghi di lavoro e agli obblighi contributivi il contribuente non decade dal diritto alla detrazione se è in possesso della dichiarazione di osservanza delle suddette disposizioni resa dalla ditta esecutrice dei lavori ai sensi del Dpr 28 dicembre 2000, n. 445. Cumulabilità con la detrazione IRPEF per il risparmio energetico

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l decreto-legge 6 dicembre 2011 n.201, salva-Italia (GU 6.12.2011), all'art. 4, comma 4, richiamando la legge 13 dicembre 2010, n. 220 (legge di stabilità 2011) ha prorogato la detrazione IRPEF del 55% a favore dei contribuenti che effettuano interventi di riqualificazione energetica negli edifici entro il 31 dicembre 2012. Le disposizioni si applicano anche alle spese per interventi di sostituzione di scaldacqua tradizionali con scaldacqua a pompa di calore dedicati alla produzione di acqua calda sanitaria. La detrazione d'imposta del 36% per gli interventi di recupero edilizio non è cumulabile con le agevolazioni fiscali previste per i medesimi interventi dalle disposizioni fina-

lizzate al risparmio energetico. Pertanto, nel caso in cui gli interventi realizzati rientrino sia nelle agevolazioni previste per il risparmio energetico che in quelle previste per le ristrutturazioni edilizie, il contribuente potrà fruire, per le medesime spese, soltanto dell'uno o dell'altro beneficio fiscale, rispettando gli adempimenti specificamente previsti in relazione a ciascuna di esse. Le agevolazioni sul risparmio energetico Le detrazioni spettanti devono essere ripartite nel modo seguente: - per le spese sostenute nel 2007, in tre quote annuali di pari importo; - per le spese sostenute nel 2008, in minimo tre e massi-


mo dieci quote annuali di pari importo, a scelta irrevocabile del contribuente operata all'atto della prima detrazione; - per le spese sostenute nel biennio 2009-2010, in cinque rate annuali di pari importo; - per le spese sostenute nel 2011, in dieci rate annuali di pari importo. I limiti d'importo sui quali calcolare la detrazione IRPEF del 55% variano in funzione del tipo di intervento, come indicato di seguito: tipo di intervento | DETRAZIONE MASSIMA - riqualificazione energetica di edifici esistenti |100.000 euro (55% di 181.818,18 euro) - involucro edifici ( pareti, pavimenti, finestre, compresi gli infissi, su edifici esistenti) | 60.000 euro (55% di 109.090,90 euro) - installazione di pannelli solari | 60.000 euro (55% di 109.090,90 euro) - sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale (installazione di impianti dotati di caldaie) | 30.000 euro (55% di 54.545,45 euro) Condizioni per poter fruire della detrazione IRPEF: - redazione da parte di un tecnico abilitato del certificato di asseverazione che attesti la rispondenza dell'intervento ai requisiti richiesti. Tale certificato deve essere conservato. Questo documento, se riguarda gli interventi di sostituzione di finestre e infissi, e nel caso di caldaia a condensazione con potenza inferiore a 100 KW, può essere sostituito da una certificazione dei produttori; - redazione e trasmissione all'Enea entro 90 giorni dalla fine lavori, attraverso il sito internet www.acs.enea.it, dell'attestato di certificazione energetica se le procedure sono state approvate dalle Regioni, Province Autonome di Trento e Bolzano o dai Comuni, oppure dell'attestato di qualificazione energetica. Dal 2008, per la sostituzione di finestre comprensive di infissi in singole unità immobiliari e per installare i pannelli solari non è più necessario questo adempimento. Tale certificazione non è più richiesta anche per gli interventi realizzati a partire dal 15 agosto 2009 riguardanti la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale con caldaie a condensazione; - redazione e trasmissione all'Enea entro 90 giorni dalla fine dei lavori, attraverso il sito internet www.acs.enea.it dell'apposita scheda informativa; - per le spese sostenute dal 2010, qualora i lavori necessari a realizzare gli interventi proseguano in più periodi d'imposta, è necessario comunicare all'Agenzia delle Entrate le spese effettuate nei periodi d'imposta precedenti;

- il pagamento delle spese deve essere effettuato mediante bonifico bancario o postale dal quale risulti la causale del versamento, numero e data della fattura, codice fiscale del beneficiario della detrazione ed il numero di partita Iva o codice fiscale del soggetto beneficiario del bonifico. Al momento del pagamento del bonifico, le banche e le poste devono operare una ritenuta a titolo di acconto dell'imposta dovuta dall'impresa che effettua i lavori. Dal 6 luglio 2011 (data di entrata in vigore del decreto legge n. 98/2011) la ritenuta sui bonifici è stata ridotta dal 10 al 4%. L'agevolazione per i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria

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a Finanziaria 2010 ha disposto che il regime agevolato dell'IVA diventi permanente (in precedenza era stata invece fissata al 31 dicembre 2011 la data di validità dello stesso). Il regime agevolato prevede l'applicazione dell'IVA ridotta al 10% per le prestazioni di servizi relativi a interventi di manutenzione, ordinaria e straordinaria, realizzati su immobili residenziali. Per usufruire dell'agevolazione non occorre indicare in fattura il costo della manodopera utilizzata. Fino al 13 maggio 2011, tale indicazione era invece obbligatoria per fruire della detrazione del 36% sulle spese di recupero del patrimonio edilizio e per la detrazione del 55% sulle spese per il risparmio energetico. Le cessioni di beni restano assoggettate alla aliquota IVA ridotta invece solo se la relativa fornitura è posta in essere nell'ambito del contratto di appalto. Tuttavia, qualora l'appaltatore fornisca beni di valore significativo, l'aliquota ridotta si applica ai predetti beni soltanto fino a concorrenza del valore della prestazione considerato al netto del valore dei beni stessi. Tale limite di valore deve essere individuato sottraendo dall'importo complessivo della prestazione, rappresentato dall'intero corrispettivo dovuto dal committente, soltanto il valore dei beni significativi. I beni significativi sono stati espressamente individuati dal decreto 29 dicembre 1999. Si tratta di: - ascensori e montacarichi; - infissi esterni e interni; - caldaie; - video citofoni;


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- apparecchiature di condizionamento e riciclo dell'aria; - sanitari e rubinetteria da bagni; - impianti di sicurezza. Su tali beni l'aliquota agevolata del 10% si applica solo fino alla concorrenza della differenza tra il valore complessivo della prestazione e quello dei beni significativi. ESEMPIO: Costo totale dell'intervento 10.000 euro, di cui: a) per prestazione lavorativa 4.000 euro; b) costo dei beni significativi (ad esempio rubinetteria e sanitari) 6.000 euro. Su questi 6.000 euro di beni significativi, l'Iva al 10% si applica solo su 4.000 euro, cioè sulla differenza tra l'importo complessivo dell'intervento e quello dei beni significativi (10.000 - 6.000 = 4.000). Sul valore residuo (2.000 euro) l'Iva si applica nella misura ordinaria del 21%. Per destinazione abitativa privata si intende riferirsi alle abitazioni adibite a dimora di privati. Non si può applicare l'IVA agevolata al 10%: - ai materiali o ai beni forniti da un soggetto diverso da quello che esegue i lavori; - ai materiali o ai beni acquistati direttamente dal committente; - alle prestazioni professionali, anche se effettuate nell'ambito degli interventi finalizzati al recupero edilizio; - alle prestazioni di servizi resi in esecuzione di subappalti alla ditta esecutrice dei lavori. In tal caso la ditta subappaltatrice deve fatturare con Iva al 21% alla ditta principale che, successivamente, fatturerà la prestazione al committente con l'Iva al 10%, se ricorrono i presupposti per farlo.

L'IVA agevolata per i lavori di restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione

P

er tutti gli altri interventi di recupero edilizio è sempre prevista, senza alcuna data di scadenza, l'applicazione dell'aliquota Iva del 10%. Si tratta, in particolare: A. delle prestazioni di servizi dipendenti da contratti di appalto o d'opera relativi alla realizzazione degli interventi di: restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione. B. dell'acquisto di beni, con esclusione di materie prime e semilavorati, forniti per la realizzazione degli stessi interventi di restauro, risanamento conservativo e di ristrutturazione edilizia, individuate dall'articolo 3, lettere c) e d) del Testo Unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia, approvato con Dpr 6 giugno 2001, n. 380. L'aliquota IVA del 10% si applica, inoltre, alle forniture dei cosiddetti beni finiti, vale a dire quei beni che, benché incorporati nella costruzione, conservano la propria individualità (ad esempio, porte, infissi esterni, sanitari, caldaie, eccetera). L'agevolazione spetta sia quando l'acquisto è fatto direttamente dal committente dei lavori, sia quando ad acquistare i beni è la ditta o il prestatore d'opera che li esegue. Fonte: Guida alle agevolazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie, novembre 2011.



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procedure edilizie

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titoli abilitativi in edilizia sono, oltre l'attività libera, la Comunicazione, la Segnalazione (SCIA), il Permesso di costruire. Di seguito uno schema semplificato dei vari casi, per facilitare la comprensione del nuovo sistema.

- Manutenzione ordinaria: libera, non occorre comunicare l'inizio lavori al Comune. - Manutenzione straordinaria senza interventi sulle strutture: ai sensi della legge 22.5.2010 n.73, art.5, è soggetta a Comunicazione al Comune dell'inizio lavori con i dati identificativi dell'impresa e con una relazione tecnica con progetto dei lavori "a firma di un tecnico abilitato il quale dichiari preliminarmente di non avere rapporti di dipendenza con l'impresa ne' con il committente e che asseveri, sotto la propria responsabilità, che i lavori sono conformi agli strumenti urbanistici approvati e ai regolamenti edilizi vigenti e che per essi la normativa statale

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e regionale non prevede il rilascio di un titolo abilitativo”. - Manutenzione straordinaria su beni con vincolo storicoartistico o paesaggistico: ai sensi della legge 73/2010: Comunicazione con nulla-o osta della soprintendenza o di altro Ente competente. - Manutenzione straordinaria con interventi sulle strutture: SCIA. - Manutenzione straordinaria con interventi sulle strutture, ma su beni vincolati: non si può utilizzare né la DIA (per gli interventi sulle strutture) né la SCIA (per la presenza del vincolo): perciò non resta che il Permesso di costruire. - Ristrutturazioni che non modificano l'edificio ai sensi art. 10 TUE.: è applicabile la SCIA sempre che l'edificio non sia soggetto a vincoli. - Ristrutturazioni con modifiche ai sensi art.10 TUE: dovrebbe occorrere il Permesso di costruire; la SCIA non sembra applicabile perché le modifiche possono richiedere un giudizio discrezionale, che supera il mero accertamento di requisiti. - Nuove costruzioni: Permesso di costruire.


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costo dei lavori

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a determinazione del costo dei lavori di ristrutturazione di un appartamento può avvenire solo dopo aver definito tutti i dettagli del progetto esecutivo, comprendente l'elenco delle lavorazioni, le quantità previste e i prezzi unitari. L'elaborato che consente la determinazione dei costi è il computo metrico estimativo del progetto esecutivo. I costi unitari possono variare da luogo a luogo, in base alla qualità ed al costo dei materiali e della manodopera locali, all'accessibilità e ubicazione dell'immobile da ristrutturare (piano terra o piano attico - accesso o meno con i mezzi per il trasporto dei materiali), alla particolare urgenza nel completamento dei lavori. In una prima fase si può redigere una stima sommaria dei costi sulla base di un progetto preliminare o su una ipotesi anche personale di scelte, con metodi speditivi. Questo consente anche ai non addetti ai lavori di fare una previsione di budget ed orientare, sin dall'inizio, le scelte. Non è raro, quando si ristruttura la propria casa, che vengano fatte scelte iniziali un po' più ottimistiche rispetto alle proprie possibilità economiche, per accorgersi solo alla fine, che non si riescono ad affrontare le ultime spese con serenità. Possono essere, in termini più generali, definite

alcune fasce di costo, computate euro/mq, tenendo conto di alcune categorie di "lavorazioni tipo", particolarmente ricorrenti nelle ristrutturazioni degli appartamenti. Nello schema seguente si sono individuate 3 fasce di costo, 350-400 euro/mq, 600-700 euro/mq, 800-1000 euro/mq, distinguendo le seguenti lavorazioni principali: demolizioni, ricostruzioni, massetti e sottofondi, intonaco, pavimenti e rivestimenti, impianto termico e idrico-sanitario, impianto elettrico, opere da pittore, infissi, impianto di condizionamento. Lo schema fornisce un'ordine di grandezza della spesa a cui si deve far fronte, con oscillazione dovute essenzialmente alla qualità dei materiali scelti e al tipo di ditta. Ai lavori và aggiunto il costo di progettazione, direzione lavori e delle pratiche urbanistiche e catastali, che può essere valutato tra l'8% ed il 10% del costo dell'intervento.


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I cementi delle Cementerie Barbetti si distinguono per caratteristiche tecniche notevolmente superiori a quelle imposte dalla legislazione vigente per una qualità costante nelle prestazioni. Da sempre i cementi Barbetti sono contrassegnati con l’attestato di conformità, rilasciato dall’ITC (Istituto per le Tecnologie delle Costruzioni) e concesso solo ai prodotti che rispettano totalmente i parametri qualitativi. Le Cementerie Barbetti puntano anche al miglioramento della qualità dell’ambiente in cui sono inserite tramite: - il potenziamento continuo dei livelli di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro e il miglioramento della qualità della vita delle comunità circostanti; - il miglioramento continuo delle performance ambientali, in particolare nel campo delle emissioni in atmosfera, attraverso l’applicazione di standard tecnologici e sistemi di gestione riconosciuti a livello internazionale; - monitoraggio delle emissioni e degli impatti ambientali con i migliori sistemi e prassi certificati, con piena trasparenza dei risultati; - conservazione delle risorse naturali non rinnovabili; - interventi di recupero ambientale nei siti minerari, mediante l’uso di terreno vegetale e sementi autoctoni; - gestione dei rifiuti prodotti, finalizzata a favorire il recupero anzichè lo smaltimento.

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Prezzi unitari dei costi di ristrutturazione per opere civili


Realizzare edifici a basso consumo energetico, oltre ad essere un obbligo di carattere legislativo, è divenuto oramai un imperativo improrogabile dettato da diverse esigenze, soprattutto di carattere economico ed ecologico. Una buona coibentazione dell'involucro esterno degli edifici permette infatti di ridurre notevolmente le dispersioni termiche verso l'esterno, da cui ne deriva un considerevole risparmio economico dovuto alla riduzione sia delle spese di riscaldamento che di quelle di raffrescamento. Inoltre l'applicazione di un isolamento termico all'esterno dell'edificio significa anche, nel periodo invernale, poter sfruttare al meglio l'inerzia termica della muratura: il calore accumulato dal muro durante le ore in cui è in funzione l'impianto di riscaldamento viene rilasciato gradualmente nei periodi in cui l'impianto è spento, rendendo quindi più gradevole la temperatura anche nei momenti in cui non si produce calore. Limitare i consumi energetici, oltre a ridurre le spese di gestione, permette anche di ridurre le emissioni di anidride carbonica (CO2) in un'atmosfera già fortemente inquinata. Tutela del clima e dell'ambiente, bassi costi di gestione e benessere abitativo sono argomenti fondamentali che si possono soddisfare utilizzando un adeguato sistema di isolamento termico, come il FassaTherm Sistema Cappotto. Tale Sistema, costituito da varie tipologie di pannelli (EPS bianco e grafite, lana di roccia apprettata, sughero e il nuovo pannello Colorex Grip 032), è completato da speciali collanti, rasanti e rivestimenti in varie tonalità. Il pannello per isolamento termico in Polistirene Espanso Sinterizzato COLOREX GRIP 032 è ricavata per taglio a filo caldo da blocchi preventivamente stagionati. Il pannello presenta da un lato una zigrinatura superficiale, in senso orizzontale. Tale lavorazione permette di ottenere una superficie continua a micro-archi contigui, in modo da aumentare la superficie di incollaggio del 60% rispetto ad una normale lastra liscia. Ciò contribuisce a garantire maggiore sicurezza nell'incollaggio grazie all'aumentata superficie di contatto tra collante e pannello. I Benestari Tecnici Europei ETA 07/0280 e ETA 09/0280 - ottenuti per le lastre in EPS, EPS Colorex Grip 032 e lana di roccia - ne certificano la qualità e l'affidabilità. FassaTherm Sistema Cappotto rappresenta la soluzione ideale per raggiungere e superare i parametri di efficienza energetica fissati dall'attuale normativa e Fassa Bortolo è consulente nella scelta dei prodotti più adeguati per individuare le migliori soluzioni in diversi ambiti applicativi.

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Costi di ristrutturazione degli impianti

Costi di ristrutturazione della cucina


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materiali e tecniche per la ristrutturazione edilizia


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CUCINA

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a casa è costituita da una serie di ambienti che presentano precise caratteristiche funzionali ed organizzative, oltre ad avere specifiche connotazioni impiantistiche e tecnologiche. Un ambiente di servizio di particolare rilevanza, per le caratteristiche funzionali e per le dotazioni impiantistiche è la cucina. Per poter procedere ad un corretto progetto dell'ambiente cucina si deve tener conto di una serie di fattori legati alle attività che vi si svolgono, alle dimensioni complessive dell'ambiente, ai requisiti che devono possedere le componenti installate. Le attività prevalenti che si svolgono nell'ambiente cucina sono: preparare i cibi, lavare, cucinare, servire e sparecchiare. Si deve anche considerare il breve tempo che si ha a disposizione per preparare i cibi, che rende spesso i movimenti tra loro combinati e frenetici. I passaggi tra piano di lavoro, lavello, fornelli, frigorifero, tavolo da pranzo sono frequenti e la corretta disposizione delle varie componenti deve essere attentamente studiata. Accanto alle attività da svolgere ci si deve, poi, confrontare con la forma e le dimensioni dello spazio, che può consentire diverse modalità di disposizione ed aggregazione dei singoli moduli componibili della cucina. Si ricorda, a tal proposito, che un modulo standard, a cui fare riferimento per la composizione delle attrezzature, è di 60 cm di lunghezza, 60 cm di profondità delle basi e 35 cm di profondità dei "pensili". Tipologia e configurazione funzionale Dal punto di vista tipologico, la cucina può essere organizzata nei seguenti modi: - "in linea", con una sola fila di mobili e l'altro lato libero per il passaggio; - "parallela" con due file di mobili e il passaggio al centro; - "ad L", con i mobili disposti su due lati contigui; - "a ferro di cavallo" con la disposizione dei mobili sui due lati lunghi e su uno corto; - con "isola centrale", attrezzata con fuochi o lavello; - con "penisola", con un lato contiguo ai moduli della cucina e un lato libero.

Tipologia "in linea", con una sola fila di mobili e l'altro lato libero per il passaggio - larghezza minima dell'ambiente 180 cm (60 cm per le attrezzature e 110/120 cm per il passaggio. Con una lunghezza di 270 cm, si possono prevedere: un lavabo lungo 90 cm, un piano cottura con forno basso da 60 cm, un frigorifero da 60 cm e una lavatrice da 60 cm.


Tipologia "ad L", con i mobili disposti su due lati contigui. È la disposizione più frequente, con un lato lungo e uno corto; ottima se la pianta è quadrata e consigliabile per le cucine aperte sul pranzo. Le dimensioni possono variare da 180x270, 240x240 minimo, a salire. Tipologia "parallela" con due file di mobili e il passaggio al centro - larghezza minima 220 cm (100/110 cm passaggio minimo tra due file di mobili, fuochi e lavabo sullo stesso lato intervallati da piani di appoggio). Una lunghezza di 210 cm, consente di realizzare già una cucina completa di questo tipo.


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Tipologia a "a ferro di cavallo" con la disposizione dei mobili sui due lati lunghi e su uno corto - dimensioni ottimali 240 x 300 cm, la disposizione consente di avere delle funzioni raccolte, anche le zone d'angolo sono utilizzabili solo con appositi moduli.

Tipologia con "isola centrale", attrezzata con fuochi o lavello, o utilizzabile solo come piano di lavoro/pranzo. Le dimensioni possono variare, da 90x120 a 120x240 e oltre.


Naturalmente tutte le configurazioni indicate possono articolarsi ulteriormente in soluzioni personalizzate, minime o maxi. Ci sono cucine tipo "existenz minimum" (teoria elaborata dal razionalismo), da 180 cm di lunghezza e soluzioni di grandi spazi funzionali al prezzo di una Lamborghini. Il progetto della cucina richiede da un lato competenze tecniche e immaginazione spaziale, dall'altro il senso pratico della casalinga. Per questo motivo alla prima ipotesi generale di configurazione fornita dall'architetto, progettista della ristrutturazione, deve necessariamente seguire una fase di studio di dettaglio, con un confronto diretto tra committente e fornitore della cucina. Bisogna considerare che ogni azienda ha le sue peculiarità e soluzioni particolari per attrezzare cassetti, basi e pensili, che possono essere essenziali per sfruttare al meglio gli spazi.

Tipologia con "penisola", con un lato contiguo ai moduli della cucina e un lato libero.

La prima scelta che l'architetto deve fare è relativa alla relazione della cucina con il pranzo e con gli altri ambienti della casa: si può definire un ambiente completamente chiuso, con un tavolo all'interno per il pranzo informale della famiglia, o uno spazio aperto sulla sala da pranzo/ soggiorno, con vetrate scorrevoli che lo disimpegnano. Un bancone-penisola, disposto parallelamente alla cucina, può costituire un utile filtro di chiusura ed è anche molto pratico per snack veloci e per la preparazione dei cibi. Negli ultimi anni la cultura estetica del cibo, corroborata da moltissime trasmissioni televisive incentrate sul tema del food design, ha avuto come ricaduta un interesse sul design dell'ambiente cucina, non più come luogo di servizio della casa, ma fulcro di interesse. Il momento della preparazione dei cibi, della decorazione dei dolci, della presentazione del piatto può essere praticato come "arte", sotto gli occhi dei commensali. Anche gli stessi ristoranti hanno scelto, talora, soluzioni di totale trasparenza, ponendo vetrate tra la sala e la cucina, come a voler manifestare di non aver nulla da nascondere sul cibo genuino, proponendo l'attività in cucina come "spettacolo" creativo. La soluzione dell'isola centrale, o della penisola che affaccia sulla sala da pranzo/ soggiorno, soprattutto se contiene i fornelli, può divenire molto scenografica, ma richiede molta organizzazione e ordine, perché ha tutto a vista.


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Zaccariotto produce esclusivamente arredo per cucine componibili, con due linee di prodotti: - MODERN; - CLASSIC. Le certificazioni di qualità UNI-EN-ISO9001 e GOST-Russia approvate e riconosciute sia sul territorio nazionale che internazionale, dimostrano come la Zaccariotto dedica particolare attenzione ai materiali che utilizza, anche al fine di ottenere la massima versatilità ed una vasta gamma di prodotti che possano offrire il miglior rapporto qualità-prezzo. Le collezioni presentano materiali sintetici come nobilitati, laminati e polimerici, nonché materiali naturali come i laccati, i legni impiallacciati, il vetro e l'acciaio. L'azienda sta inoltre spingendo le proprie ricerche verso nuovi materiali eco-sostenibili e sempre più riciclabili al fine di offrire con le proprie cucine il meglio delle tecnologie disponibili.

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CHECK LIST del progetto cucina Il progetto della cucina richiede la conoscenza esatta di tutti gli elementi dimensionali, tecnici e impiantistici già presenti in loco, ai quali collegarsi per la nuova istallazione. Gli aspetti ergonomici e funzionali dei mobili e degli elettrodomestici sono molto vincolanti e la posizione dello scarico dell'acqua, piuttosto che della presa del forno, o l'apertura del frigo, devono avere una definizione "al centimetro". Pertanto il rilievo dello stato dei luoghi deve essere effettuato con attenzione a molti più aspetti, rispetto alle sole dimensioni planimetriche dell'ambiente. Questa lista che segue, raccoglie in maniera sintetica l'elenco delle principali misure da rilevare per la predisposizione del progetto esecutivo. Dimensioni del locale Lunghezza, larghezza ed altezza; Se le pareti sono intonacate e devono essere piastrellate è necessario calcolare 1 cm in meno per parete. Finestre Distanza dalla parete; Altezza dell'infisso; Posizione del meccanismo di apertura degli oscuranti (avvolgibili, tapparelle, ecc.); Porte Distanza dalla parete; Apertura interna od esterna; Apertura verso destra o sinistra; Possibilità di sostituirla con una porte scorrevole (interna o esterna alla parete) per recuperare spazio. Radiatori Distanza dalle pareti; Presenza di eventuali nicchie. Acqua Posizione punto di adduzione idrica; Posizione dello scarico. Gas Posizione dell'attacco. Luce Posizione degli interruttori; Posizione delle prese (ponendo attenzione alla collocazione del lavello); Posizione delle lampade. Aerazione Posizione dei condotti d'aerazione (per il collegamento della cappa d'aspirazione); Posizione eventuale caldaia o scalda acqua a gas (le canne fumarie devono essere indipendenti).


Powergres propone un prodotto in gres fine porcellanato colorato in massa, con tecnologia digitale. La collezione ICON apre una nuova frontiera del design del paradosso ed è stata così chiamata per dare risalto ad una performance ceramica che vuole apparire come scintilla creativa nell’universo del gres. Il look delle quatro proposte ICON è frutto di un intenso lavoro creativo, studiato a tavolino e assolutamente deluxe. Il patchwork è il vero protagonista. Lastre con pattern di materiali come il cemento, il legno, la juta, il tappeto, hanno l’obiettivo di creare outfit ricchi e multi materici. Le lastre nel formato 60x120 e 60x60 cm di disegno disomogeneo si sposano grazie alla “familiarità“ dei soggetti e delle cromie. Una contrapposizione grafica che viene accentuata dalla superficie naturale matt e anche dalla versione lappata (disponibile su richiesta) di un porcellanato di qualità rettificato e squadrato.

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Composizione funzionale ed attrezzature tecniche Quando le dimensioni dell'ambiente cucina lo consentono, conviene disporre degli armadi chiusi da utilizzare come dispensa e lasciare superfici libere tra lavandino e fuochi come piani di appoggio. Si possono creare, in questo modo, ambiti specializzati anche in una cucina di piccole dimensioni, che consentono movimenti razionali all'interno dello spazio di lavoro. Elemento critico di tutte le cucine che presentano due lati contigui è l'angolo. Per poter accedere al vano posto nell'angolo, che misura 60x60 cm, si deve aprire una portella laterale. Molte case produttrici di cucine hanno messo a punto le soluzioni più disparate, con carrelli girevoli, portelle a doppia apertura, accesso dall'alto, per risolvere il problema dell'angolo. In generale se il lato corto è inferiore a 180 cm, la soluzione angolare non conviene. Un modo per lasciare un vano libero sotto all'angolo senza spreco di spazio è porre il lavello angolare: si crea un blocco 90x90 molto pratico dal punto di vista dell'assemblaggio dei moduli, anche se non è una soluzione gradita a tutte le casalinghe. Il frigo e gli altri elettrodomestici, possono essere "a libera installazione" o incassati nei moduli componibili. La prima soluzione conferisce personalità ai pezzi, che devono avere la loro importanza, come il frigo cosiddetto "all'americana", il mobile con fornelli di tipo industriale o retrò. La seconda consente un migliore utilizzo degli spazi e una composizione più rigorosa di moduli e attrezzature. Il piano cottura ha una dimensione standard per modulo da 60 cm con 4 fornelli, ma, avendone la possibilità, un piano da 70 centimetri con fornello centrale per la pesciera, o addirittura un piano da 90 cm, possono fare la differenza, nella cottura di più pietanze. Particolarmente eleganti sono i piani cottura a "filo-top", incassati in modo da non sporgere dal piano di lavoro. Esistono soluzioni con fuochi disposti in linea, che non interrompono la continuità cromatica e materica del top, minimizzando l'impatto estetico del piano in acciaio. Anche il lavello può essere a filo del top, con doppia vaschetta o mono-vasca di grandi dimensioni, con bordi arrotondati o squadrati. Il gocciolatoio e quasi del tutto sparito dalle case, oltre che dalle riviste, da quando la lavastoviglie è divenuto un elettrodomestico irrinunciabile della cucina moderna. Il forno può essere collocato al di sotto del piano cottura, o anche su un modulo a colonna, soprattutto quando è in abbinamento con il forno a microonde, perché più comodo e accessibile senza doversi calare in basso. Al frigo è opportuno abbinare un con-

gelatore proporzionato nelle dimensioni, soprattutto se si fa uso di cibi congelati. Per chi davvero può, un modulo frigo-cantina, consente di allestire una piccola enoteca domestica, per conservare differenti vini a temperature ottimali. Stile e materiali L'ambiente cucina può avere gli stili più svariati: moderno, classico, country, provenzale, arte povera, high tech, minimale, post-modern, post-industriale, underground, vintage, ecc. Quando si fa riferimento ai colori, ai materiali e allo stile, si entra in un ambito semiotico, che è quello della moda, legata alle oscillazioni del gusto e ai contesti culturali. Il progetto di una cucina di un casale in toscana richiede tendenzialmente, un approccio diverso da quello di un loft a Manhattan o di un appartamento in una palazzina residenziale. Il gusto per i materiali cambia con il tempo, naturalmente. Dagli anni ottanta si è passati per una predilezione per il legno massello, al laminato, al laccato, all'alluminio e vetro, all'impellicciato ciliegio, al wengè, al rovere sbiancato o naturale; dall'anta con bordure e maniglie della cucina tradizionale a quella con anta liscia, monocromatica, perfettamente a filo e senza maniglia. Lo stile minimale oggi sembra quello prevalente: le linee sono pulite e i mobili da cucina non sono molto difformi da quelli del soggiorno. Materiali come il "corian" consentono la realizzazione di blocchi monomaterici di grande eleganza, nei quali non è possibile distinguere le saldature dei giunti. Il piano della cucina può essere in pietra (marmi e graniti), in acciaio, in listellare di legno, in okite, o in laminato. La possibilità, in questi ultimi anni, di realizzare top in laminato unicolor di alto spessore (6 cm), resistente alle alte temperature, fornisce una soluzione pratica ed economica per il piano cucina.


universal design

domotica

Nelle cucine le possibili applicazioni della domotica sono distinte in controllo e comando degli elettrodomestici (che possono avere accensioni e spegnimenti programmati o controllati a distanza) e controllo della sicurezza, con rilevamento delle fughe di gas o di allagamento, dovuto alla perdita del lavandino o della lavastoviglie con un controllo dell'elettrovalvola generale o quella installata sul carico di acqua dell'elettromestico.

Le dimensioni minime delle tipologie di cucina precedentemente descritte sono: "in linea" - larghezza minima di 210 cm (60 cm per le attrezzature e 150 cm per il passaggio, dove è consentita una rotazione completa della sedia a ruote), lunghezza minima di 270 cm (dove sono previsti: un lavabo lungo 90 cm, un piano cottura con forno basso lungo 60 cm, un frigorifero lungo 60 cm e una lavatrice lunga 60 cm); "parallela" - larghezza minima di 270 cm (60 cm per le attrezzature,150 cm per il passaggio, di nuovo 60 cm per le attrezzature), lunghezza minima di 270 cm (dove, rispetto alla descrizione "in linea", si possono aggiungere sul lato attrezzato aggiuntivo: un forno alto lungo 60 cm, un piano di lavoro lungo 150 cm, una credenza lunga 60 cm); "ad L" - ottima se la pianta è quadrata e consigliabile per le cucine aperte sul pranzo - larghezza e lunghezza minima 210 cm (60 cm per le attrezzature e 150 cm per il passaggio); "a ferro di cavallo" - lunghezza minima di due lati 210 cm e terzo lato attrezzato lungo 270 cm. Il requisito fondamentale è costituito dalla continuità del piano di lavoro, con lo spazio sottostante libero da elementi, poiché consente di spostare gli oggetti e passare da un'attività all'altra con facilità, senza doversi distaccare dal piano stesso e spostare ad esempio pentole pesanti e/o appena tolte dal fuoco. Il piano deve essere svincolato dalla base, con elementi su rotelle spostabili per consentire l'accessi-


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bilità frontale ai fuochi e al lavabo. L'altezza del forno, dei cassetti e dei pensili deve essere compreso tra i 40 ed i 140 cm. La sezione del piano di lavoro deve essere sagomata in modo da avere una forma con un bordo rialzato, in modo da evitare l'eventuale caduta sul pavimento di liquidi e di oggetti. Prese, interruttori, eventuali ulteriori piani di lavoro estraibili e comandi potrebbero essere posizionati sulla parte verticale della fascia a bordo del piano di lavoro. Mobili ed elettrodomestici oltre ad essere montati ad altezze opportune (forno in alto, scolapiatti in basso, ecc.) e potranno essere corredati da meccanismi e servomeccanismi che consentono di volta in volta di avvicinare gli oggetti all'utente, ad esempio, un cestello con meccanismo a pantografo può uscire fuori dal pensile all'apertura dell'anta.

risparmio energetico

La sostituzione dei fornelli a gas con i piani ad induzione elettromagnetica consente di abbattere la dispersione di calore. Se con i tradizionali fuochi circa il 50-60% del calore erogato viene disperso nell'aria, riscaldando la cucina, l'induzione consente un rendimento energetico di circa il 95%. La minore dispersione del calore nell'ambiente, lo rende più vivibile e fresco, con il vantaggio di rendere il trattamento dell'aria meno gravoso e dispendioso. Essendo l'aria più pulita e fresca infatti, si otterrà un dispendio energetico inferiore anche grazie alla minore necessità di climatizzare e ventilare l'ambiente cucina. Il risparmio ottenuto raggiunge anche il 30-40%.


STANZA DA BAGNO

L

a stanza da bagno, all'interno della residenza, è lo spazio che presenta più vincoli, sia per la sua fruizione, che per la dislocazione degli impianti tecnici e strutturali dell'intero complesso abitativo. È il locale domestico dove, probabilmente, viene spinto al massimo il concetto di spazio minimo abitabile e riduzione delle dimensioni spaziali tra le diverse componenti funzionali. Il punto focale per il suo allestimento è la collocazione degli apparecchi sanitari, dettata da una specifica normativa riguardante la loro disposizione nella zona bagno e le aree di pertinenza per una agevole fruizione. Problema di rilevante importanza è il posizionamento degli scarichi, delle colonne di adduzione e delle colonne di ventilazione. Negli ultimi vent' anni l'ambiente bagno ha subito diverse evoluzioni, trasformandosi in luogo per il benessere e la cura del corpo. Quando non è necessario ragionare in termini di spazio minimo, il bagno può divenire un ambito funzionale con un ampio spazio dedicato alla zona per lavarsi, attrezzabile in diversi modi con doccia multifunzione, vasca idromassaggio, minipiscine, bagno turco e minisaune. Configurazione funzionale e spaziale Il bagno è una microarchitettura, che richiede un progetto esecutivo accurato da parte dell'architetto, perché l'estetica complessiva è data dal coordinamento formale e figurativo di molti elementi: dalla scelta dei colori, all'orditura di pavimenti e rivestimenti, che possono creare fondali visivi o sottolineare allineamenti di elementi di arredo e sanitari, al design dei diversi elementi. La prima cosa da considerare è la disposizione del lavabo, vasca e sanitari in relazione al punto di vista dell'osservatore posto sull'uscio della porta di ingresso del bagno. Dal punto di vista percettivo può essere una buona soluzione quella di disporre il mobile-lavabo in asse con la porta, magari con uno specchio, che conferisce ampiezza allo spazio. Un altro schema collaudato è quello di disporre la vasca sotto alla finestra, eventualmente come fondale visivo, quando la stessa si trova sul lato opposto alla porta. Altre piccole regole pratiche sono la collocazione del piatto doccia sul lato della porta, in modo da essere occultato, al momento dell'apertura della porta stessa, con i


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sanitari nascosti e fuori dal campo visivo. Meglio porre nel cono visuale il mobile-lavandino, che può parzialmente invadere la fascia funzionale prospiciente la porta di accesso. Meglio i sanitari paralleli, che su lati opposti; meglio raggruppati, che posti in modo stravagante su pareti diverse, per ragioni percettive, oltre che funzionali. Se si dispongono vaso igienico e bidet sulla parete opposta al mobile lavabo, è buona norma porre il lavabo in asse con la coppia di sanitari, soprattutto se lo spazio è stretto. La regola generale, che gli architetti esperti conoscono, è che l'occhio umano non riesce a valutare bene gli angoli retti tra pareti contigue, ma legge benissimo gli allineamenti, le assialità, le complanarità, gli orizzonti visivi, la continuità degli elementi. In uno spazio piccolo, come il bagno, la trama grafica delle piastrelle, accentuerà tanto gli errori di un progetto mal concepito da un ristrutturatore-fai-da-te, quanto un buon progetto di un designer d'interni esperto. CHECK LIST del progetto bagno Il progetto del bagno parte da un elemento vincolante molto forte, che è la posizione della colonna di scarico condominiale. Spostare di molto la posizione del vaso igienico dal punto di innesto della braga nella colonna di scarico vuol dire, come minimo, dover alzare il piano del pavimento di 10 cm, per consentire alle nuove tubature di passare nel massetto con la giusta pendenza. La disposizione dei vari elementi in un piccolo spazio, inoltre, richiede attenzioni anche ai piccoli particolari, che potranno essere utilmente sfruttati per un progetto esecutivo. Questa breve lista, schematica e senza pretese di essere esaustiva, può fornire un valido riepilogo degli elementi da considerare per la redazione del progetto del bagno. Dimensioni del locale Rilevare lunghezza, larghezza ed altezza; bisogna porre attenzione alla presenza di tracantoni e riseghe, che possono influire nella collocazione dei sanitari e nel progetto del rivestimento. Finestra Individuare la collocazione rispetto alla parete di accesso. Dimensione dell'infisso e posizione all'interno della parete. Posizione del meccanismo di apertura degli oscuranti (avvolgibili, tapparelle, ecc.); Porta Distanza dalle due pareti contigue, per poter sfruttare


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anche la parete della porta per inserire i sanitari, il piatto doccia o un mobile. Anche una piccola porzione di muro da 30 cm, sul lato di apertura della porta, può consentire l'incasso del mobile del lavabo o la schermatura di una scarpiera o altro mobile, ponendo una porzione di spazio al di fuori dal campo visivo. Valutare la possibilità di sostituirla con una porte scorrevole (tipo scrigno) per recuperare spazio. Termosifone Solitamente posto sotto alle finestre negli edifici esistenti. Valutare la possibilità di sostituirlo con uno scaldasalviette, con piccola modifica dell'impianto, da collocare sul bidet, accanto al lavandino o in altra posizione. Impianto di adduzione e scarico Individuare con precisione la posizione della colonna di scarico condominale. L'impianto d'adduzione e scarico di doccia, vasca, lavabo e bidet, può essere completamente riconfigurato rispetto

all'esistente. Possibilità di istallare una cassetta di scarico nel muro (tipo geberit). Impianto elettrico Valutare la posizione dell'interrutore di accensione della luce al momento dell'apertura della porta. Posizione di una presa e di un interruttore di accensione della luce sullo specchio ad una distanza minima di 60 cm dal lavandino. Posizione delle lampade. Aerazione In caso di mancanza della finestra si deve inserire un aspiratore per il ricambio d'aria, collegato con l'esterno. Stile e materiali Anche il bagno, come ogni ambiente della casa, presenta connotazioni stilistiche che seguono le oscillazioni della moda, sia nell'uso di materiali per pavimenti e rivestimen-


ti, che nel design dei sanitari e rubinetteria. Ci sono bagni ancora ispirati a modelli storici di "sala da bagno", con marmi policromi posti a rivestimento fino a metà altezza, tipo boiserie, altri fatti con moderne resine di varie colorazioni, con "tozzetti" di pietra, rustici, con maioliche, con gres porcellanato in pasta colorata, o con lastre giganti di Kerlite a basso spessore, ecc. Rimanendo nel solo ambito del gres porcellanato, la scelta del formato, del colore, della composizione sul piano del pavimento e su quello delle pareti verticali delle lastre, o anche la scelta della finitura superficiale (lucida, opaca, lappata, ruvida, satinata, ecc.), dà luogo ad esiti estetici diversi tra loro. Il designer-progettista deve disegnare le pareti interne del bagno con grande attenzione, come se si trattasse dei prospetti di un importante edificio, ponendo cura alla compartizione ritmica delle facciate date dai moduli delle lastre di rivestimento. Il design del sanitario o della rubinetteria deve essere coordinato con lo stile del pavimento e delle altre finiture. Da Achille Castiglioni a Philippe Starck, a Karim Rashid, designer storici e contemporanei si sono cimentati nel progetto di sanitari da bagno, costruendo forme basate su perfette geometrie semplici, forme stereometriche, squadrate, o superfici più organiche. I segni sono legati a significati non meno di materiali e colori e l'unica regola che vale, in questi casi, è la coerenza sintattica nel coordinare tra loro i vari elementi. Elementi funzionali ed arredo bagno Gli elementi funzionali che compongono il bagno possono essere divisi in e tre gruppi: - sanitari (water, bidet, vasca, lavabo, doccia); - rubinetteria; - arredo bagno. Sanitari La tazza wc e il bidet I sanitari possono essere del tipo "sospesi", con scarico a parete, o "a pavimento". I primi sono più moderni e consentono una facile pulizia della superficie del pavimento sottostante. Il design dell'oggetto è stato declinato negli stili più svariati, con forme più morbide o squadrate, anche se le misure di base sono quasi obbligate e prevedono un piccolissimo range dimensionale. Le misure variano da 35/37x50/65 cm per versioni "small" o normali dei sanitari. L'altezza da terra varia da 37 a40 cm. Lo spazio d'uso per il water ed il bidet deve essere almeno di 60x80 cm.

L'installazione di vaso e bidet affiancati, consente di sfruttare un unico tracciato di tubazioni di scarico. Una misura standard per l'inserimento di tazza e bidet in linea è 140 cm, che lascia degli spazi minimi funzionali per le gambe di 22/25 cm tra un sanitario e l'altro. Il lavabo Il lavabo nella sua versione essenziale, ovvero senza il mobile da bagno, può essere sospeso al muro o appoggiato su colonna. Quando si appoggia su un mobile-contenitore, fornito di piano della toilette , il lavabo può essere da incasso (posto sotto al top), da semi-incasso o da sovra-piano, appoggiato sul top. L'altezza del lavabo è compresa tra 80 e 85 cm, per ragioni ergonomiche legate all'altezza media degli adulti; ha dimensioni che variano da 100x60 a piccoli lava-mani da 35 cm; richiede anteriormente un'area libera di passaggio di 100x70 cm. I lavabi sono di diversi materiali, dalla ceramica, ancora la


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più diffusa, all'acciaio inox al vetro al blocco di pietra scavato, al corian. Molto diffuso, oggi, il lavabo inglobato nel top, in materiali resinosi che consentono di realizzare forme complesse monomateriche senza soluzione di continuità. La vasca da bagno La vasca non ha dimensioni e forme unificate. Ci sono vasche rettangolari, tonde , angolari di varie dimensioni, ma quelle ottimali sono di 70/80x170 cm, con un'altezza di 45 cm, per ovvi motivi legati a questioni ergonomiche ed antropometriche. Deve avere uno spazio libero per l'accesso laterale di 70x100 cm (riducibile a 70x70 cm per la vasca a sedere). La rubinetteria può essere disposta lungo il lato di maggiore lunghezza, in prossimità dello scarico; incassata nel muro o sulla vasca stessa, eventualmente con una vela di erogazione dell'acqua. La vasca può essere in ceramica, acciaio smaltato o plastica; da inserire nella muratura o prefabbricata, con pannello di chiusura in plastica. Nel secondo caso la vasca deve essere posta in opera a lavori finiti, sopra a pavimenti e rivestimenti. Quando non ci sono problemi di budget, si possono scegliere modelli molto accessoriati, con idromassaggio, cromoterapia e getti di acqua di vario tipo, che legano la funzione meramente igienica, con quella più ampia del benessere del corpo e del relax della mente. La doccia Gli apparecchi doccia più diffusi misurano 70x70, 75x75, 80x80, 70x90, se incassata su 3 lati; il lato di accesso libero alla doccia deve essere di almeno 60/70 cm. I piatti doccia possono essere montati "a filo-pavimento" o "sopra-pavimento". Il getto dell'acqua avviene dall'alto, grazie al soffione, che ripartisce il flusso in piccolissimi rivoli che investono tutto il corpo. Si possono predisporre ugelli laterali a diverse altezze per associare un'azione benefica e piacevole al bagno. La doccia si può costruire "in opera" e richiudere con un box vetrato di contenimento del getto d'acqua, o essere già prefabbricata fuori opera in un unico blocco, che contiene il piatto doccia, il sifone di scarico, la rubinetteria, il soffione, diversi ugelli di erogazione dell'acqua ed il box-doccia di chiusura. La prima soluzione, come al solito, può essere personalizzata e adattata in soluzioni su misura"; la seconda ha i vantaggi dell'industrial design, di poter avere soluzioni tecnologiche perfette a costi contenuti.


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Rubinetteria Il rubinetto è il dispositivo di regolazione del flusso di acqua che viene erogato in alcuni sanitari come il lavabo, il bidet, la vasca da bagno e la doccia. Dal punto di vista estetico il design può variare e deve essere abbinato opportunamente al lavandino. Può essere incassato nel muro ed erogare l'acqua nel lavabo sottostante, essere appoggiato sul lavabo stesso, oppure appoggiato sul top, con canna più lunga per lavabo sopra-piano, o anche a colonna da terra, per lavabo e per vasca. Limitandoci alle versioni più tradizionali possiamo distinguere: - miscelatore monocomando; - rubinetto a 2 maniglie; - rubinetto a 3 fori; - rubinetto elettronico; - rubinetto a colonna; - rubinetto a muro. Miscelatori monocomando I miscelatori monocomando sono adatti per l'installazione su lavabi con un unico foro. Sono costituiti da una leva sulla parte superiore o sul lato del rubinetto per controllare l'apertura e la chiusura, il flusso e la temperatura dell'acqua. L'acqua calda e l'acqua fredda vengono miscelate nella cartuccia interna al corpo. I miscelatori monocomando con cartuccia a dischi ceramici - vero cuore e motore del rubinetto - garantiscono un controllo più semplice e preciso dell'erogazione e della temperatura dell'acqua. Rubinetti a due maniglie Come la versione monocomando, i rubinetti a due maniglie richiedono un unico foro per l'installazione sul lavabo. Sono dotati di controlli indipendenti per l'acqua calda (maniglia a sinistra) a acqua fredda (maniglia a destra). Rubinetto a tre fori Con controlli separati per l'acqua calda e fredda, i rubinetti a tre fori convogliano l'acqua miscelata in una bocca centrale. Disponibili in una vasta gamma di modelli, questi rubinetti si adattano eminentemente ai bagni tradizionali. Rubinetti elettronici Sono disponibili due tipi di rubinetti elettronici. I rubinetti con sensore (touchless, senza tocco) rilevano la presenza dell'utilizzatore, ad esempio attraverso i raggi infrarossi. I rubinetti con attivazione one-touch devono essere azionati dall'utilizzatore.


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Rubinetti a colonna I rubinetti a colonna sono i più indicati per ambienti di servizio. Possono essere utilizzati singolarmente o con acqua fredda o calda. Per l'acqua miscelata è necessario pre-montare un dispositivo di miscelazione. Rubinetti a muro Per i lavabi ad appoggio o per quelli privi di fori è consigliabile scegliere un rubinetto a muro. Essendo montati direttamente a parete sopra il lavabo, i tubi devono essere predisposti prima di posare le piastrelle. Arredo bagno Nel settore arredo bagno si includono i mobili per lavabo, i mobiletti da bagno, gli specchi, gli accessori (porta-sapone, porta-rotolo, porta-scopino, porta-asciugamani). La scelta del mobile per lavabo è molto importante e può conferire un tocco in più all'ambiente bagno. La sua funzione è essenziale, inoltre, per mantenere l'ordine, soprattutto quando i vani di contenimento (portelle, cassetti e cestoni), sono ben dimensionati rispetto alle proprie esigenze. I materiali possono variare dal legno naturale, ai laminati, alle laccature colorate, al metallo, alle plastiche. Si può giocare su due materiali diversi per il mobile e per il top, oppure avere un monoblocco, che include top, lavabo e mobile sottostante, con una estetica minimale, che ben si addice alla casa contemporanea, sobria e tecnologica. Lo specchio può essere incassato, a-filo mattonelle, o avere una sua cornice, più o meno evidente, come un oggetto a parte rispetto al mobile portalavabo.


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universal design

domotica La domotica nell'ambiente bagno consente la programmazione e il controllo dei diversi impianti di adduzione e scarico dell'acqua, facilitando l'uso dei diversi sanitari e aumentando il confort dell'utente. Grazie ai sensori si può attivare lo scarico del wc in maniera elettronica, secondo sistemi già diffusi nei bagni pubblici, con la possibilità di selezionare la quantità di acqua da rilasciare. Sistemi innovativi e invisibili mediante la pressione sul pulsante dello sciacquo consentono di pulire ed igienizzare il water, fornendo un'alternativa pratica e igienica alle antiestetiche tavolette agganciate al bordo. L'uso di rubinetti con cellula fotoelettrica o a sfioro con superficie touch screen consentono il controllo della temperatura, regolabile tramite un'apposita striscia sensibile. Questi dispositivi si possono installare ai rubinetti di lavandino, vasca e doccia. La domotica consente, inoltre, di programmare il livello e la temperatura dell'acqua da versare nella vasca da bagno, attraverso il controllo della valvola miscelatrice elettronica. Il flusso d'acqua è interrotto automaticamente, evitando traboccamenti o sorprese inaspettate dovute all'acqua troppo fredda o calda. Con analogo touch panel si può controllare e programmare la temperatura dell'acqua erogata dal rubinetto del lavandino o dal diffusore doccia.

Il progetto di un bagno accessibile ai disabili deve prendere in considerazione innanzitutto gli aspetti dimensionali ed ergonomici legati ai movimenti di un individuo all'interno dell'ambiente bagno. Il concetto stesso di universal design vuol dire prendere in considerazione quella conformazione di oggetti e luoghi tale da consentire il più agevole e sicuro utilizzo da parte di chiunque. È prassi consolidata misurare lo spazio interno sulla base della rotazione ed i movimenti di una sedia a ruote, per essere sicuri che lo spazio sia accessibile a chiunque, ma non bisogna dimenticare che le forme di disabilità possono essere le più svariate, di tipo sensoriale, oltre che motorie e riguardano un po' tutti gli individui con l'avanzare della vecchiaia. Non esistono misure rigide e universali per il bagno accessibile. Lo standard dimensionale del bagno 180x180, sul quale sono stati conformati tutti i bagni degli autogrill, è solo una delle infinite declinazioni dello spazio, per consentire il movimento della sedia a ruote, ma non dà garanzie di fruibilità se non c'è un corretto posizionamento dei sanitari. È piuttosto opportuno, invece, partire proprio dai sanitari e dai relativi spazi di fruizione per un progetto ragionato dello spazio bagno. Il vaso igienico Negli ultimi tempi la collocazione del piano superiore della tazza wc e del bidet a 45 cm o a 50 cm, rispetto al piano di calpestio, è l'indicazione normativa più dibattuta e che presenta maggiori difficoltà di standardizzazione, poiché è rapportata all'altezza del piano di seduta della sedia a ruote. L'esistenza di più tipi di sedie a ruote (meccaniche ed elettriche) rende tale parametro difficilmente


uniformabile. La tazza wc e i bidet devono essere preferibilmente del tipo sospeso, in modo da facilitare l'avvicinamento frontale da parte degli utilizzatori su sedia a ruote. Il posizionamento e le dimensioni devono facilitare le operazioni di trasferimento sulla tazza o bidet: a tale scopo si devono prevedere maniglioni o corrimano che permettano il trasferimento laterale, frontale o obliquo. I maniglioni devono essere collocati sui due lati dei sanitari ad una altezza di 76-80 cm, in particolare è opportuno porre l'asse della tazza wc o del bidet ad una distanza minima di cm. 40 dalla parete laterale, sulla quale si può collocare direttamente un maniglione di sostegno orizzontale fisso, mentre sul lato libero per il trasferimento si dovrà collocare un maniglione del tipo ribaltabile verso l'alto. Lo spazio necessario all'accostamento e al trasferimento laterale dalla sedia a ruote deve essere minimo di 100 cm, misurati dall'asse dell'apparecchio sanitario. La tipologia di cassetta di scarico, incassata nel muro o a zainetto, deve essere considerata in funzione della patologia del soggetto. Il pulsante per lo scarico e il porta rotolo devono essere preferibilmente collocati sulla parete laterale attigua al sanitario. Il lavabo Il lavabo o piano della toilette non prevede un trasferimento dalla sedia a ruote, quindi deve essere pensato solo in modo da essere privo di ingombri nella parte sottostante e consentire l'accostamento frontale da seduti. I lavabi devono essere preferibilmente di grandi dimensioni (60-70 cm), avere il piano superiore posto a 80 cm dal piano di calpestio ed essere sempre senza colonna con sifone preferibilmente del tipo accostato o incassato a parete. Lo spazio necessario all'accostamento frontale della sedia a ruote al lavabo deve essere minimo di 80 cm misurati dal bordo anteriore del lavabo. Quando il lavabo viene trasformato in piano toilette, i bordi perimetrali devono essere stondati e rialzati di alcuni millimetri, per evitare che alcuni oggetti, rotolando, possano cadere a terra. La rubinetteria deve essere preferibilmente del tipo monocomando con erogatore estraibile ed allungabile.

La vasca Per un individuo su sedia a ruote la vasca presenta una serie di difficoltà. Bisogna, infatti, effettuare un trasferimento dalla sedia a ruote al piano superiore della vasca, da quest'ultimo bisogna, poi, entrare nell'acqua e ripetere, alla fine del bagno, il percorso inverso. I trasferimenti prevedono una serie di cambiamenti di posizione in equilibrio, complicati dalle superfici lisce e bagnate delle piastrelle che rivestono le pareti perimetrali. Lo spazio necessario all'accostamento laterale della sedia a ruote alla vasca deve essere minimo di 140 cm lungo la vasca, con profondità minima di 80 cm. La dimensione minima di una vasca da bagno prevede una lunghezza di 160 cm e una larghezza di 70 cm. Il trasferimento laterale può avvenire in due modi: dalla sedia a ruote ad un piano d'appoggio (con una lunghezza di 50-60 cm) disposto ad una delle due estremità della vasca; dalla sedia a ruote ad un seggiolino che consente l'immersione nella vasca. La rubinetteria deve prevedere preferibilmente un miscelatore monocomando. La doccia La doccia deve prevedere un piatto incassato nel pavimento, in modo che sia agevolmente utilizzabile anche con la stessa sedia a ruote, senza dover superare gradini o soglie. Si può prevedere un sedile ribaltabile, quando il soggetto ha sufficienti capacità d'equilibrio e trasferimento dalla sedia a ruote. I maniglioni di sostegno, il miscelatore monocomando e la doccia regolabile del tipo a telefono, devono essere collocati sulla parete laterale attigua a quella del sedile, a una distanza facilmente raggiungibile con la sola articolazione delle braccia. Le dimensioni minime del piatto doccia devono essere 80x80 cm; l'altezza del sedile ribaltabile deve essere la stessa della sedia a ruote; i comandi di regolazione dell'acqua posti tra 85 e 110 cm; la larghezza del sedile di 50 cm, la distanza dalla doccia 30 cm. Per consentire il trasferimento laterale dalla sedia a ruote al sedile deve essere lasciato libero uno spazio di 80 cm di larghezza e 135 cm di lunghezza.


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risparmio energetico Si può contribuire al risparmio energetico in bagno grazie a particolari accorgimenti che limitano lo spreco di acqua potabile. Se si confrontano i dati di uso giornaliero di acqua potabile di ciascun individuo nella parte industrializzata del pianeta con l'irrefrenabile esaurirsi delle risorse idriche, soprattutto nei paesi sottosviluppati, si capisce quanto sia cogente ed imperativo il tema del risparmio dell'acqua. In generale il controllo dell'erogazione dell'acqua con sistemi di tipo "uomo-presente" consente di evitare inutili sprechi. Sistemi domotici con sensori, consentono il controllo del flusso di acqua necessaria per il bagno, con un notevole risparmio annuo di acqua. Molte cassette di accumulo per lo scarico dell'acqua del wc, ne consentono un uso più razionale e parsimonioso: due distinti pulsanti consentono un diverso rilascio: quello più grande rilascia l'intero carico d'acqua, quello più piccolo ne evade una minore quantità. Il vantaggio economico, riferito al singolo individuo, ed ambientale, riferito all'intera collettività, non è indifferente: con lo scarico dell'acqua a due quantità, una famiglia di quattro persone può risparmiare oltre 40.000 litri di acqua potabile.



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ILLUMINAZIONE Il progetto della luce gioca un ruolo importantissimo nella ristrutturazione della casa, che si tratti di luce naturale, o di luce artificiale. La luce aumenta il livello di confort di un ambiente, garantendone una fruizione sicura e un uso appropriato. Con riferimento alla luce naturale, diviene importante considerare la suddivisione degli spazi interni della residenza, anche ai fini dell'orientamento rispetto agli assi cardinali e all'ingresso dei raggi solari attraverso gli infissi. La luce artificiale ha il compito di supplire alla diminuzione della luce solare esterna nelle ore pomeridiane e serali, garantendo una visione agevole, in funzione del tipo di attività che si svolge nelle diverse camere (soggiorno, camera da letto, bagno, ecc.). La luce artificiale può contribuire a creare una determinata atmosfera, un accento su un elemento architettonico, uno spazio o un arredo.

Questioni percettive Dal punto di vista squisitamente fisiologico, i fattori da prendere in considerazione a proposito della luce sono: - il livello d'illuminazione (che implica fattori relativi alla quantità e qualità della luce), - l'interazione tra luce naturale e luce artificiale - il colore ed il contrasto e altri fattori che permettono il riconoscimento dell'oggetto visivo. Livello d'illuminazione La progettazione del livello d'illuminazione si basa sulla conoscenza delle sorgenti luminose e sullo studio delle sensazioni percettive e degli effetti psicofisici che queste producono nelle persone. La quantità o livello di illuminazione di un punto è la misura della radiazione luminosa incidente su di esso ed ha per unità di misura il lux. Per dare un'idea dell'ordine di grandezza espressa in lux, si deve considerare che l'illuminamento minimo richiesto per un'area di passaggio interna (un disimpegno tra le


stanze, per esempio) è di circa 20 lux; il valore d'illuminamento sul piano di lavoro in un ufficio dovrebbe essere di 400 lux. La qualità dell'illuminazione, invece, è più difficile da identificare poiché risulta dalla combinazione di vari fenomeni, quali l'uniformità dell'illuminamento, l'abbagliamento, la resa cromatica, ecc. Tra questi il fenomeno più rilevante, ed anche più preoccupante, è quello dell'abbagliamento, che può rendere fastidioso o addirittura irrealizzabile il compito visivo dell'osservatore. Interazione tra luce naturale ed artificiale Nella maggior parte degli edifici la luce artificiale viene utilizzata per supportare quella naturale, permettendo così un'adeguata illuminazione degli interni sia di notte che in giorni particolarmente bui. In questo modo, mantenendo le due sorgenti impiegate compatibili e complementari, è possibile ottenere i migliori risultati in ogni situazione, tenendo conto, però, delle differenze che presentano gli ambienti illuminati naturalmente da quelli che lo sono artificialmente: - le due sorgenti luminose sono in genere disposte su piani diversi, producendo, così, due direzioni luminose dominanti differenti; - esse generano luce con qualità spettrali completamente differenti; - una sorgente emette, l'altra invece trasmette; - la finestra può stabilire anche contatti visivi con il mondo esterno anche se la luce diurna modifica la luce prodotta da apparecchi illuminanti e viceversa. Queste considerazioni confermano il fatto che l'illuminazione migliore per gli interni è quella che trae vantaggi da entrambi i sistemi, relazionandoli direttamente alla conformazione degli spazi. Fattori che permettono il riconoscimento dell'oggetto visivo L'uomo è in grado di riconoscere un oggetto posto nel suo campo visivo tenendo conto di quattro fattori fisici fondamentali: 1) il contrasto tra l'oggetto ed il suo sfondo; 2) la luminanza dell'oggetto; 3) la dimensione dell'oggetto; 4) il tempo di esposizione o di percezione dell'oggetto.


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Questioni semiologiche Gli aspetti percettivi della luce e del colore di un ambiente hanno comprovati risvolti sulla psicologia umana. Ambienti chiari e ben illuminati,creano confort e sicurezza e possono produrre, in ultima analisi, una sensazione di gioia; una luce calda, con i giusti colori che ne accentuano i toni, può cerare un'atmosfera accogliente; una luce fredda, come quella dei neon, con colori sui toni del verde o blu delle pareti, tipica degli ospedali o di laboratori scientifici, si addice ad ambienti di lavoro nei quali si deve garantire una visione nitida degli oggetti, ma non mette sicuramente allegria.

L'architetto può lavorare con l'elemento luce all'interno della casa per creare effetti, atmosfere, accenti, differenziazioni tra gli ambienti, gerarchie. Si possono nascondere le lampade in un taglio posto nel controsoffitto, verso un muro, in modo da creare una luce radente sulla parete verticale, per esempio; oppure si può illuminare molto bene un piano di un tavolo, con un lampadario posto in asse con il suo centro. Lo spazio conversazione e soggiorno può avere una luce omogenea a diffusa, suggerendo un ambiente più formale e pubblico, oppure una luce da atmosfera con una piantana laterale, per esempio, che può rendere più intima e familiare l'atmosfera.


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La disposizione di faretti su una linea continua, può indicare una direzionalità, scandire il ritmo di un percorso all'interno della casa, così come la concentrazione di più luci in un punto crea accento. Se si pone un muro che supera di non molto l'altezza umana della visione a mo' di filtro, tra l'ingresso della casa e un ambiente di soggiorno illuminato, la luce che appare dietro al muro incuriosirà il visitatore al momento dell'accesso, rendendo più interessante quel punto di fruizione. Questioni pratiche e illuminotecniche Le lampade si suddividono per tipologia del corpo illuminante e per tipo di lampadina supportata. Dal punto di vista dei corpi illuminanti possiamo distinguere essenzialmente: - sospensioni (lampadari sospesi dal soffitto); - applique (ovvero lampade da muro); - plafoniere (attaccate al soffitto generalmente con un vetro diffusore); - faretti da incasso; - piantane da terra; - abat jour o paralume da comodino; - cavetti elettrificati con corpi illuminanti sospesi Naturalmente le declinazioni del tipo sono svariate e non mancano neppure le soluzioni ibride, che sfuggono alle classificazioni. I lampadari nella tradizione storica impreziosivano i saloni delle case nobiliari. Oggi sono poco impiegati per gli ambienti soggiorno, dove si preferiscono illuminazioni indirette, piantane da terra, faretti o applique. Bisogna sempre ricordare che il lampadario individua un asse verticale e un perno visivo nell'ambiente, che ha una stretta relazione con gli arredi sottostanti. Disporre, quindi, un lampadario al centro della stanza, prendendo le diagonali della stessa, a prescindere dall'arredo, può creare spiacevoli sorprese. I faretti sono ideali per disimpegni e zone ribassate con controsoffitti, creano illuminazione puntuale ma intensa, nelle diverse declinazioni di luci alogene, compatte o Led. Le plafoniere attaccate al soffitto diffondono la luce, favorendo una distribuzione abbastanza omogenea nella stanza. Il mondo del design fornisce oggi un registro ampissimo di soluzioni per i corpi illuminanti, ma nella scelta occorre tener conto sia dei fattori estetici che di quelli illuminotecnici e del risparmio energetico. Tipi di lampadina - Lampadine ad incandescenza: sono le classiche lampa-

dine elettriche, derivate dall'idea originale di Edison del 1878; ovvero hanno un filamento interno al tungsteno che, percorso da corrente, si riscalda per effetto Joule diventando incandescente ed illuminando per irraggiamento la zona circostante. Queste lampadine sono ormai considerate di vecchia concezione, sono state messe al bando in tutta l'Unione Europea per fare spazio a quelle a minor consumo energetico. - Le lampadine alogene sono lampadine a incandescenza, sebbene più efficienti e di durata doppia, per cui hanno un consumo energetico piuttosto elevato. Si possono impiegare per applique o corpi illuminanti che non vengono tenuti costantemente accesi in un ambiente della casa, se si vuole conseguire un risparmio energetico. - Lampadine fluorescenti compatte (LFC) - note anche come "lampadine a basso consumo energetico". È un tipo di lampada a scarica in cui l'emissione luminosa (visibile) è indiretta, cioè l'emittente non è il gas ionizzato, ma un materiale fluorescente. Pur essendo più costose delle lampade a incandescenza, hanno il pregio di durare molto più a lungo (circa 10-12 volte di più) e di consumare molta meno energia elettrica (fino al 75% in meno). Una caratteristica importante di questo tipo di lampadine è la loro "accensione ritardata" a causa del lento riscaldamento, che non le rende adatte ad un uso non in stanze di passaggio, ma sono meglio impiegate in ambienti dove la luce sta accesa per molto tempo in modo continuo: ad es., per una casa, in cucina, sala da pranzo, salotto, etc. - Lampade al neon o tubi al neon, è sempre una lampada a scarica, spesso confuse con le fluorescenti compatte, sono costituite da un tubo di vetro circolare di diverse lunghezze o anche sagomato. - Lampadine al sodio. Sono lampadine basate sulla scarica elettrica in un gas (come, del resto, le lampade fluorescenti tradizionali - cioè i "neon" - e quelle compatte), che in questo caso è il sodio, le cui tipiche radiazioni sono di colore giallo. Tali lampadine consentono di risparmiare fino al 90% di energia elettrica rispetto a quelle a incandescenza, avendo un'efficienza circa 10 volte più alta, e sono utilizzabili in tutti i posti in cui è tollerabile una luce di colore giallo, per cui risultano ottime per l'illuminazione in esterno: giardini, strade, parcheggi, terrazze, etc. - I LED (Light Emitting Diode), già usati da tempo come "spie" colorate nei più svariati apparecchi elettronici, grazie ai notevoli progressi in campo tecnologico hanno avuto un'ampia diffusione nell'illuminazione (pubblica, delle auto, nei megaschermi, etc.), e non solo per il fatto che possono produrre luce in vari colori oltre che bianco


ghiaccio (led ultrawhite). Essi, infatti, risultano superiori agli altri tipi di illuminazione perché sono caratterizzati da una grande affidabilità, un'elevata efficienza e una lunghissima durata. I led di ultima generazione, oltre ad avere una grande robustezza agli urti e alle vibrazioni ed un'accensione istantanea, sono molto più luminosi delle lampadine a incandescenza - ma consumano 7-10 volte meno a parità di luce prodotta - e sono più efficienti di tutti gli altri tipi di lampadine. Lo svantaggio è che forniscono una luce direzionale e concentrata, e inoltre non possono essere impiegati dove serve una luce molto intensa concentrata su una piccola superficie. Progettare l'illuminazione della casa L'illuminazione deve variare da ambiente ad ambiente in funzione delle attività che vi si svolgono. Nel soggiorno/pranzo le attività che vengono svolte sono molteplici e richiedono diversi livelli di illuminazione. - la zona pranzo richiede una buona visione sul piano del tavolo, mentre non devono essere illuminati i volti dei commensali. Sistemi di lampade con saliscendi possono valorizzare le pietanze. - Gli ambienti del soggiorno di passaggio o in cui ci sono elementi da valorizzare possono essere illuminati con lampade compatte o alogeno dicroiche, montate su faretti o applique sia a parete che a soffitto; mentre la zona relax e televisione richiede un livello più basso e soffuso di illuminazione con lampade a piantana o da tavolino. - In cucina l'area di lavoro deve essere ben illuminata e senza ombre. - Nelle camere da letto oltre ad una luce generale data da un lampadario, plafoniera o applique murali con lampade compatte che illuminano in maniera diffusa tutta la stanza. Bisogna prevedere una o più luci aggiuntive per l'illuminazione dei comodini, dell'armadio, dello specchio. - Per l'illuminazione della stanza da bagno si possono utilizzare plafoniere con lampade compatte oppure faretti orientabili incassati con lampade alogene a tensione di rete che consentono di creare un ambiente luminoso e accogliente sopratutto se il bagno è piccolo. - Per la specchiera si consigliano faretti o applique orientabili montati sopra allo specchio. Si possono utilizzare lampade alogene o lampade a Led opali che emettono una luce non abbagliante, quindi possono essere posizionate anche a vista. L'importante per evitare spiacevoli riflessi è illuminare il viso e non lo specchio, una buona illuminazione non deve essere abbagliante e non deve alterare i colori.


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risparmio energetico

domotica La domotica presenta sistemi che permettono il controllo e la gestione dei consumi energetici di tutte le apparecchiature presenti nell'abitazione. Tramite l'uso di temporizzatori, rivelatori volumetrici, interruttori crepuscolari è possibile una migliore gestione della luce artificiale. Con un sistema BUS l'impianto di illuminazione può essere gestito in modo altamente flessibile, senza la necessità di grandi complicanze in termini di cablaggio. Alcuni esempi: il sensore di presenza usato come rivelatore antintrusione, può essere usato, con impianto di allarme disinserito, con funzione di accensione/spegnimento automatico delle luci; con un sistema BUS integrato si possono svolgere funzioni centralizzate come il controllo di tutte le luci dell'edificio contemporaneamente e dalla stessa console E' inoltre possibile l'impostazione personalizzata di luci automatiche di cortesia. Questo consente l'accensione automatica al nostro passaggio delle luci, utile soprattutto nei luoghi sempre bui. Dal punto di vista del confort è possibile impostare, con un unico comando, scenari di luce appropriati alle diverse attività domestiche: relax, pranzare, dormire, conversazione, party.

L'illuminazione è uno dei tanti versanti su cui si può conseguire un interessante risparmio energetico nelle nostre case. Il consumo elettrico di un sistema di illuminazione, infatti, dipende sia dal tipo che dal numero di lampade utilizzate. Pertanto, già solo agendo su questi due fattori - ad es. sostituendo le vecchie lampadine a incandescenza con lampade "a basso consumo" ed ottimizzando la collocazione delle lampadine stesse è possibile ottenere un'effettiva riduzione della bolletta elettrica. Già le lampadine fluorescenti compatte assicurano un risparmio del 70%, rispetto a quelle tradizionali. Per ridurre ulteriormente il consumo di elettricità dalla rete dovuto all'illuminazione, si possono adottare altri accorgimenti: ad es., dipingere le pareti con colori chiari in modo da sfruttare la luce riflessa, usare maggiormente la luce del Sole, prelevare energia da pannelli fotovoltaici, etc. Le lampadine a risparmio energetico per la casa sono disponibili in tre diversi formati di base: lampadine compatte fluorescenti (CFL), lampadine a LED e lampadine alogene. Ciascuna di esse è disponibile in diverse forme e dimensioni per ottenere la stessa qualità della luce a cui si è abituati con le lampadine tradizionali. La tecnologia per l'illuminazione a basso consumo cui si sta lavorando oggi, si basa su materiali plastici polimerici in grado di emettere luce per elettroluminescenza se attraversati da una corrente elettrica. Una classe particolare di questi materiali sono i cosiddetti "Diodi Organici a Emissione di Luce" (OLED), con i quali si riuscirebbe a convertire in luce oltre il 70% dell'energia elettrica che si consuma, rispetto alle lampadine fluorescenti che convertono il 25%, oppure ai i normali led, che ne convertono il 50%.


TINTEGGIATURE E COLORI DELLA CASA

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a scelta dei colori e delle tinte interne gioca un ruolo essenziale nella definizione dello stile della casa, armonizzando, al tempo stesso le altre finiture, i pavimenti, le porte e gli altri elementi di arredo. Non esistono scelte giuste apriori sui colori, ma la coerenza sintattica è già un principio estetico. Una casa con resina grigia a pavimento e pareti bianche, molta luce e scarso mobilio avrà uno stile minimale; con toni di grigio alle pareti e superfici grezze si potrà ottenere un look vagamente underground e informale. Pareti color giallo avorio, magari con finitura spatolata e cornici, sono tipiche delle case classiche; colori sgargianti e forti contrasti possono creare ambienti giocosi e richiamare la pop art. Esistono contesti culturali e riferimenti locali nell'uso del colore: riconosciamo i bianchi della casa mediterranea, le tinte calde della tradizione spagnola, i gialli e le terre della casa romana, i colori pastello dell'ambiente ligure. Ci sono fattori personali e soggettivi, legati al gusto e alle scelte individuali, rispetto al colore e questioni più generali e oggettive, di tipo percettivo e semiologiche (sensazioni diverse percepibili in ogni ambiente anche connesse a questioni convenzionali codificate).

La percezione visiva del colore La percezione della gradazione di un colore dipende dalla lunghezza delle onde luminose che giungono ai ricettori retinici (coni). I colori primari della luce sono il rosso, il verde ed il blu ed una loro combinazione genera gli altri colori. La quantità dei colori riconoscibili dipende dalla capacità riflettente delle superfici presenti nell'ambiente e dalle caratteristiche quantitative e qualitative dell'illuminazione. La scelta del colore di un ambiente va valutata in funzione delle caratteristiche dimensionali dello spazio, dell'illuminazione artificiale e naturale, dell'arredo e della riflessione dei materiali. I colori chiari riflettono una maggiore quantità di luce mentre i colori molto forti e vivi, sebbene meglio visibili, possono provocare stanchezza se posti in zone destinate a lunga permanenza, come nelle aule o negli uffici. L'illuminazione ha un rapporto diretto con i colori: gli ambienti tinteggiati con colori scuri necessitano di maggiore quantità di illuminazione per ottenere un effetto visivo simile a quello di spazi che hanno colori chiari alle pareti.

I colori tenui possono essere utilizzati nelle abitazioni dove si staziona per molto tempo e colori vivi per differenziare zone od oggetti ai quali si vuole attribuire un valore particolare (una parete di fondale, un vestibolo di passaggio, ecc.). I colori scuri rendono un ambiente più piccolo, se disposti su tutte le pareti; mentre se si utilizza un colore scuro su un unico piano, lo si spinge in profondità. Colori scuri a pavimento e soffitto, possono dare una sensazione di schiacciamento in un corridoio lungo e stretto; i colori chiari possono dilatarlo; l'alternanza cromatica può creare un ritmo. Il contrasto cromatico Per contrasto s'intende la differenza di luminanza tra due oggetti sottoposti alla visione, dove uno costituisce lo sfondo e l'altro la figura. Aumentando il contrasto un oggetto diventa più visibile. Possono essere distinti due tipi di contrasto: - contrasto di colore; - contrasto luce/oscurità. Nel progettare gli ambienti bisogna tener conto dei colori, e nella scelta bisogna considerare quelli che presentano un maggiore contrasto (soprattutto per cartelli, porte ed indicatori). Per grandi superfici Beige chiaro Giallo chiaro Giallo

Dettagli Rosso scuro Blu scuro Nero

Il contrasto cromatico può servire anche per: - individuare dove termina il pavimento e iniziano le pareti; - capire se la porta è aperta o chiusa; - individuare le maniglie della porta. Con un buon contrasto si aumenta l'efficienza dell'illuminazione da un 15% a un 20%. Dei colori interessa anche il tono e il grado di saturazione (chiaro o scuro). Aspetti semiologici e convenzionali Ci sono aspetti convenzionali e codificati nell'uso del colore, che variano a seconda della cultura che li ha prodotti. Il bianco per l'abito da sposa, simbolo di purezza nella cultura occidentale, è sostituito dal nero o dal rosso in altri ambienti culturali. I colori possono essere associati a concetti e indicazioni importanti nella segnaletica:


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- colore verde per indicare "sicurezza"; - colore giallo per indicare "attenzione"; - colore rosso per indicare "emergenza". Nella progettazione della segnaletica direzionale si deve, inoltre, tener conto della dimensione, dello spazio tra le lettere, della loro definizione e del contrasto tra le lettere ed il colore di fondo. Ci sono anche aspetti semiologici del colore, che partono da questioni percettive, prima di tutto fisiologiche e poi psicologiche. Proviamo a pensare alle sensazioni piacevoli che abbiamo provato in spazi chiari e luminosi, o in ambienti colorati, che hanno colpito la nostra vista e ambienti cupi e scuri, che ci hanno procurato sensazioni

di angoscia. Esiste una proprietà dei colori di esprimere i nostri stati emozionali, psicofisici e interiori, che può trovare riscontro anche nella scelta dei colori della casa. Le tinte calde (dall'avorio al giallo, al rosso, ai marroni), rendono un ambiente accogliente o anche rustico. Colori freddi (dal bianco perla, al grigio, al blu, per esempio) esprimono sobrietà , raffinatezza, eleganza, ma anche distacco, asetticità . Con una rapida disamina, potremmo sintetizzare le caratteristiche e i significati legati al colore delle pareti nel modo che segue. - Il bianco è il colore neutro per eccellenza. E' un colore


Il silicato di potassio è un legante minerale naturale rinnovabile, storicamente impiegato nell’edilizia, che costituisce una valida alternativa alla calce, laddove siano richieste prestazioni di resistenza elevata unitamente alla possibilità di realizzare tonalità cromatiche intense. La linea MARCOSIL* è l’ideale per la protezione e la decorazione di superfici murali esterne degli edifici che costituiscono gran parte del tessuto urbano e, in modo particolare, di quel ricco patrimonio storico-artistico che caratterizza le città italiane. I rivestimenti ai silicati hanno la caratteristica di reagire con i sali minerali presenti nell’intonaco, con l’anidride carbonica e l’umidità dell’aria formando un reticolo di notevole durezza, permeabile all’aria ed al vapore acqueo, stabile agli agenti atmosferici e ai raggi U.V. e resistente alle muffe. * Il sistema ai silicati MARCOSIL è conforme alle prescrizioni della normativa DIN 18363.

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che conferisce un'alta luminosità agli ambienti ed è adatto a qualsiasi tipo di situazione. Molto utilizzato anche con leggere variazioni di tonalità, dal beige, al crema, al bianco ghiaccio. La neutralità dello sfondo esalta il valore degli elementi di arredo, che spiccano sul bianco. - Il nero a parete è difficile da utilizzare anche perché assorbe la luce, soprattutto con finitura opaca. Può essere impiegato per una parete di fondale, per un bagno un po' glamour o per evidenziare dettagli. - il grigio è di tendenza, dal grigio chiaro all'antracite. Conferisce eleganza e raffinatezza viene usato spesso per la sala bagno o per il soggiorno, accostato a colori vivi come il bianco, il verde, il giallo e l'arancio. - Il giallo è un colore caldo e luminoso, ma può risultare eccentrico, quando è troppo acceso. Sembra stimoli socievolezza e concentrazione. Nelle varianti più tenui si addice al salotto borghese con mobili in legno vero o laccato bianco. - Il rosso è un colore caldo che trasmette energia e forti emozioni. È usato nella cromoterapia per stimolare l'attività di crescita dei globuli rossi, e sembra avere un effetto potente sull'umore. Per questo è preferibile usarlo in ambienti dove la permanenza è limitata, perché potrebbe innervosire. - Il rosa è il tipico colore utilizzato per dipingere le camerette delle bambine, in quanto trasmette un'atmosfera fiabesca da principessa. Nelle variabili del rosa antico, salmone chiaro può creare atmosfere vintage e vagamente retrò. In tono più acceso di rosa pink e fucsia, piace ancora alle bambine anche più adolescenti. - il blu è il colore del cielo, molto rilassante e solitamente scelto per dipingere la camera da letto. Esistono diversi blu, da quelli molto maschili (il navy, il blu oltremare, virando dal grigio al verde), a quelli più femminili ( lavanda, fiordaliso, ortensia). - Il verde è un colore neutro, considerato rilassante e riequilibrante. La posizione del verde a metà dello spettro, tra estremità calda e fredda ci fa comprendere meglio la sua capacità di riequilibrare le energie positive e negative. Molto usato per dipingere cucine, camere da letto, bagni e soggiorni. - Il colore viola è conosciuto come il colore dello spirito e, in effetti, agisce sull'inconscio dando forza spirituale ed ispirazione. Molto usato per dipingere camere da letto, soggiorni, studio con le sue tonalità che possono virare dal glicine al viola scuro. - Il marrone e le terre sono toni caldi ed hanno un aspetto elegante, dal marrone bruciato, al ruggine, alla terracotta.

Consigliabili su una sola parete di fondale, esaltano arredi color avorio, corda, verde e celeste-grigio. Aspetti tecnici e pratici Ci sono diversi tipi di prodotti in commercio, per le pitture murali: pitture a tempera, lavabili, semilavabili, smalti idrorepellenti, resine. La base della pittura è colla, ad olio di lino o a base sintetica, dando origine a pitture viniliche, acriliche, silossaniche, ecc. Prima dell'applicazione della tinta la parete deve essere debitamente preparata. Dove la vecchia pittura non è ben ancorata, deve essere rimossa con una spatola metallica; quando non si riscontrano difetti, i muri vanno semplicemente spazzolati e nelle parti più scure passati con raschietto o carta vetrata. L'intonaco nuovo deve essere ben asciutto altrimenti l'umidità potrebbe far sollevare la pittura. La stesura di un isolante o fissativo, diluito con acqua o miscelato con la pittura finale, consente di ottenere una copertura del supporto che rende omogenea l'assorbenza della parete. Questo "fondo" si passa possibilmente con un pennello, per evirare effetti buccia d'arancia. Per un buon esito estetico, la stuccatura e rasatura della parete sono essenziali e non devono essere percepibili a lavoro finito, naturalmente. La prima cosa di cui tenere conto è che lo stucco diminuisce di volume asciugando. Quindi se ne deve stendere in profondità e in abbondanza rispetto al filo del muro, lavorando con la spatola, per poi pareggiarlo con la carta vetrata. Inoltre, poiché lo stucco ha una capacità di assorbimento superiore al resto della parete e, quindi, le parti stuccate devono essere trattate con diverse mani di pittura.


Il nuovo Sistema Colore FASSA BORTOLO, si suddivide in sei sistemi di elevata qualità, che garantiscono traspirabilità, resa estetica, affidabilità, durata e flessibilità applicativa: Sistema Decorcalce, Sistema Acrilico, Sistema ai Silicati, Sistema Idrosiliconico, Sistema Acril-silossanico e il nuovo Sistema Elastomerico. Il Sistema Idrosiliconico, il top della gamma, presenta elevate proprietà di idrorepellenza, permeabilità al vapore e resistenza all'invecchiamento. L'unione di queste caratteristiche rende i prodotti del sistema Idrosiliconico particolarmente idonei per la decorazione di intonaci per il risanamento di murature umide. Il Sistema Acril-silossanico unisce le tradizionali formulazioni acriliche a quelle idrosiliconiche. Il Sistema Acrilico garantisce massima versatilità di applicazione sui vari supporti, facilità di messa in opera e resistenza agli agenti atmosferici. Prodotti ideali per la cantieristica, dove in funzione degli intonaci di fondo è disponibile una vasta gamma di soluzioni di finitura con cicli specifici. Il nuovo Sistema Elastomerico permette un'elevata copertura e protezione alla facciata. Essendo dotato di un'elevata elasticità, risulta idoneo per minimizzare l'evidenziarsi nel tempo di micro cavillature. Il Sistema ai Silicati assicura buona permeabilità al vapore ed elevata protezione dagli agenti atmosferici. Finiture particolarmente indicate per la decorazione dei centri storici con la possibilità di ottenere effetti di pregio. Il Sistema Decorcalce contiene prodotti minerali pregiati di particolare effetto estetico e di elevata traspirabilità, ideali sia per il restauro di vecchi edifici che per impreziosire nuove costruzioni. La composizione naturale conferisce eccellenti proprietà qualitative, riproponendo finiture ed effetti antichizzati con prodotti moderni di facile applicazione. In questo modo il Sistema Colore, con una rinnovata veste grafica, suddivide i prodotti non più in base al legante contenuto, ma a seconda della tipologia di impiego a cui sono destinati. Il nuovo Sistema Colore FASSA BORTOLO comprende prodotti di elevata qualità pronti a soddisfare ogni esigenza di tinteggiatura, manutenzione, conservazione e risanamento degli edifici.

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universal design La differenziazione cromatica può essere utilizzata anche per creare situazioni di confort e agevolazioni per le persone che hanno problemi di ipovisione o altre patologie della vista. Utilizzare un colore contrastante per una porta, segnare il passaggio da un ambiente a un altro con una variazione cromatica, rendono riconoscibili i luoghi e facilmente percepibili gli elementi. I colori si possono usare anche per evidenziare oggetti e situazioni che possono creare confusione o pericolo, come segnalare un cambio di livello. Si pensi, ad esempio, alle persone anziane, che hanno quasi sempre una riduzione della vista con l'età, per i quali una corretta progettazione del colore può favorire il livello di sicurezza, confort e orientamento.

bioarchitettura La chimica della pittura viene spesso sottovalutata, senza considerare che ci sono oltre 15.000 componenti di sintesi nella stessa, dagli idrocarburi alifatici o aromatici, come il nitrobenzene, alla formaldeide, agli alcoli, ai chetoni, agli esteri, al piombo e

agli altri metalli pesanti. Talora si tratta di sostanze tossiche (anche cancerogene), rilasciate per molto tempo dopo l'applicazione del prodotto, addirittura 6-8 mesi, e quasi tutte immesse sul mercato senza un'adeguata verifica degli effetti a lungo termine. Le vernici convenzionali possono essere pericolose e inquinanti tanto che secondo la legge vanno smaltite come fossero scarti dell'industria chimica. Al contrario, le nuove pitture ecologiche sono profumate e assolutamente non dannose per l'organismo. Le biotinte contengono, infatti acqua, cellulosa, albume, tuorlo, propoli, oli essenziali, estratti vegetali più lino cotto, resine di alberi tropicali e latte per renderle lavabili. Presentano poi terpeni, estratti dalle bucce d'arancia, i quali prendono il posto dei tradizionali solventi. Hanno tanti vantaggi: sono traspiranti, igieniche, non temono l'umidità e sono parzialmente lavabili, quindi, vanno bene anche per bagno, cucina e cantina. Peraltro le tinteggiature a base di estratti vegetali, colori minerali e naturali hanno una grande ricchezza e potenza luminosa, rispetto a quelli di natura sintetica. Con procedimenti naturali si possono ottenere pareti a encausto o marmorino, con superficie liscia ed effetto tipo stucco veneziano. È un impasto di grassello di calce, minerali, polvere di marmo e altri pigmenti e, a seconda di come viene applicato, può essere lucido o opaco, dal colore uniforme o sfumato, con superficie liscia o granulosa. Pitture a calce, pigmenti e marmorino hanno una luce viva mentre quelli di sintesi danno al colore un effetto piatto, inoltre, le pitture a base vegetale, grazie ai loro oli essenziali, sono delicatamente profumate.



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INFISSI (porte e finestre)

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a funzionalità e fruibilità dello spazio interno della casa sono legati, oltre alle caratteristiche morfologiche e dimensionali degli spazi, anche alle caratteristiche tecniche dei diversi elementi che costituiscono il manufatto edilizio. Gli infissi costituiscono elementi di passaggio, di frontiera e di filtro tra gli spazi interni della casa (porte) e tra l'interno e l'esterno dell'edificio (finestre). Un'attenta analisi evidenzia che le porte e le finestre non sono tutte uguali, ma costituiscono frontiere diverse a seconda degli spazi che collegano o separano: lo spazio pubblico e quello privato condominiale nel caso del portone d'accesso all'edificio e delle finestre presenti nell'area dell'atrio d'ingresso; frontiera tra il privato condominiale e il privato individuale nel caso della porta d'ingresso della singola unità immobiliare; passaggio tra i singoli ambienti della residenza, nel caso delle porte che collegano le varie stanze; filtro e frontiera tra il privato individuale e

l'esterno, nel caso delle finestre e porte finestre che danno sull'esterno o sui balconi. Finestre Compito specifico delle finestre è quello di far entrare la luce diurna, consentire il ricambio d'aria con l'esterno e la visione di quanto avviene fuori dalla residenza. Il ricambio dell'aria è collegato alla movimentazione degli infissi, che possono essere apribili con diversi sistemi di apertura (essenzialmente: ad anta, a vasistas, scorrevoli). L'ingresso della luce dipende dall'ampiezza della superficie vetrata, che, talora, deve essere modulata da schermature, e sistemi oscuranti diversi, per evitare eccessivo irraggiamento solare. Il fattore aero-illuminante di ogni stanza è un parametro che ne misura il benessere secondo precisi criteri igienico sanitari. In particolare, per l'agibilità dell'unità immobiliare, è necessario che il rapporto tra la superficie aerante/ illuminante delle finestre e quello del pavimento di ogni stanza, sia superiore a 1/8. Nella sua particolarità di essere filtro e diaframma tra ambiente interno ed esterno, l'infisso deve garantire due fattori essenziali per il benessere dell'abitazione: - L' isolamento termico, ovvero un'appropriata resistenza termica, con adeguati valori di trasmittanza rispetto alla regione climatica di appartenenza; - L' isolamento acustico, ovvero un livello di abbattimento dei rumori aerei provenienti dall'esterno. L'isolamento termico e acustico dipendono dal tipo di profilo utilizzato per il serramento e dal sistema di vetrazione scelto. Tipologie e materiali Gli infissi esterni di una casa possono essere essenzialmente: - In legno. Sono gli infissi tradizionali, esteticamente molto belli e congruenti con gli edifici storici, necessari negli interventi di riuso e restauro del patrimonio edilizio esistente. Sono più esposti al degrado a causa degli agenti atmosferici e necessitano di cura e manutenzioni frequenti. - In alluminio. Sono ampiamente diffusi nelle nuove costruzioni per i minori costi e l'ottima resistenza alla corrosione indotta dalle precipitazioni meteoriche esterne. Si possono avere in una gamma ampissima di verniciature,


La scelta degli infissi riguarda anche lo spessore (50, 60, 70 mm, generalmente) e il tipo di sezione del profilo (a giunto aperto o a taglio termico), con diversi livelli di resistenza termica e costi. Per quanto riguarda il vetro si possono avere diverse soluzioni, da quella tradizionale a vetro singolo a quelle più diffuse con doppio vetro, con camera d'aria, alle finestre a 3 camere con diverse combinazioni nell'alternanza delle lastre. La dimensione del vetro si definisce descrivendo lo spessore delle lastre e della vetrocamera: es. 4-12-4, con uno spessore di 2 cm; oppure 6/7- 12- 6/7, che accoppia due lastre di vetro per ogni lato, per uno spessore complessivo di 38 mm. I vetri possono essere temperati, stratificati, riflettenti, antisfondamento; hanno diversa resa luminosa e fattore di trasparenza. In particolare si possono distinguere: parametri luminosi (trasmissione e riflessione), parametri energetici (trasmissione diretta, riflessione, assorbimento) e coefficiente di shading.

secondo la mazzetta RAL e con finiture superficiali di vario tipo che imitano il legno. - In acciaio. Da non confondere con gli infissi in ferro di una volta (tipo ferro-finestra), che sono un infisso povero, utilizzato nelle fabbriche e nelle officine, oggi non più diffuso. L'infisso in acciaio contemporaneo utilizza sezioni di profili simili a quelli dell'alluminio, ma più eleganti e più piccoli. Si possono avere diverse finiture tipo inox, cromolucido o acciaio corten (arrugginito). I costi del serramento in acciaio lievitano molto per i profili a taglio termico, oggi indispensabili per garantire un'adeguata coibenza termica degli alloggi. - In PVC. Hanno il pregio della leggerezza, della economicità e resistenza agli agenti atmosferici, ma non sono paragonabili, dal punto di vista estetico, al legno, per quanto le tecnologie attuali consentano una imitazione perfetta della finitura di superficie alla vista e al tatto. Ci sono soluzioni miste, tipo legno-alluminio, con una facciata interna in legno e una esterna in alluminio, che contemperano le due esigenze dell'estetica e della resistenza agli agenti atmosferici.

domotica Tramite motorizzazioni è possibile automatizzare ogni tipo di serramenti: ante a battenti, tapparelle, serramenti scorrevoli. Inserendo gli attuatori all'interno di una rete domotica si possono effettuare comandi di apertura/chiusura singoli o multipli. Per esempio con unico pulsante si possono aprire o chiudere tutte le finestre, le tende o le tapparelle. Una gestione intelligente della casa consente di movimentare le tapparelle esterne o le tende autonomamente, grazie a particolari sensori esterni, che danno l'impulso di abbassarle o di alzarle in funzione dell'irraggiamento solare, con una importante ricaduta sul confort interno e sul risparmio energetico.


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universal design Un infisso che abbia un design universale deve tener conto di due fattori: la possibilità di guardare il mondo esterno attraverso i vetri per chiunque; la possibilità di poter manovrare (aprire e chiudere) il serramento per chiunque. Per consentire anche alla persona seduta su sedia a ruote di affacciarsi e vedere lo spazio esterno, la finestra deve avere un davanzale o parapetto con una parte trasparente e una parte opaca, pur nel rispetto dei requisiti di sicurezza e protezione dalle cadute verso l'esterno, che vanno comunque garantiti. In particolare la parte opaca del parapetto, se presente, non dovrebbe superare i 60 cm di altezza dal calpestio, con l'accortezza, naturalemente , che l'intero parapetto sia complessivamente alto almeno 100 cm e inattraversabile da una sfera di 10 cm di diametro per ragioni di sicurezza. Nelle finestre lo spigolo vivo della traversa inferiore dell'anta apribile deve essere opportunamente sagomato o protetto per non causare infortuni. Per quanto riguarda la movimentazione degli infissi, si deve tener conto dell'altezza raggiungibile dalla mano di una persona. L'altezza delle maniglie o dispositivo di comando deve essere compresa tra cm 100 e 130 (consigliata 115 cm). I meccanismi di apertura e chiusura devono essere facilmente manovrabili e percepibili e le parti mobili devono poter essere usate esercitando una lieve pressione. Le ante mobili degli infissi esterni devono poter essere usate esercitando una pressione non superiore a 8 Kg. Il problema della visione esterna dalla finestra è particolarmente sentito dalle persone anziane e da coloro che hanno problemi di udito (e quindi di comunicazione), per i quali è difficile percepire che qualcuno si sta avvicinando alla loro residenza. In questo caso risultano particolarmente utili finestre che abbiano apertura sul lato dove c'è la porta di accesso alla residenza.

risparmio energetico Il calcolo della trasmittanza va fatto in relazione all'orientamento della facciata e alla zona climatica dell'edificio. Si è già detto dell'importanza del profilo a taglio termico, nella scelta dell'infisso e dell'importanza del sistema di vetrazione ai fini dell'isolamento termico, ma è importante osservare che l'infisso esterno è un punto particolarmente delicato dell'involucro edilizio. Alcune volte il calcolo teorico fatto sul singolo componente edilizio, viene inficiato da una cattiva esecuzione per i giunti, le guarnizioni e le sigillature. Il vetrocamera oggi appare una soluzione scontata e spesso appena sufficiente a garantire l'isolamento termico richiesto dalla normativa. Per migliorare le prestazioni energetiche dell'infisso si possono accoppiare le lastre di vetro, aumentare lo spessore della camera, scegliere vetri basso-emissivi, ovvero vetri float che hanno uno speciale rivestimento (coating). Ulteriore miglioramento dei valori di trasmittanza si possono ottenere con vetrocamera che presenta gas argon anzicchè aria. Più complesso risulta essere il tema del recupero dell'infisso esistente, qualora non si voglia affrontare la spesa della sostituzione, ma migliorare le prestazioni energetiche. Quando lo spessore dell'infisso in legno tradizionale lo consente, per esempio, si può trasformare il vetro singolo in vetrocamera con doppio vetro; si possono disporre tendaggi pesanti nella parte interna e si può istallare una pellicola solare riflettente sulle superfici dei vetri delle finestre. La Pellicola oltre a fare stare più freschi in estate, garantisce la privacy durante le ore diurne, trattiene le schegge in caso di frantumazione del vetro, ed evita il passaggio della radiazione ultravioletta.



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Porte Le porte sono aperture che consentono di entrare e uscire dagli ambienti, con una opportuna distinzione tra porte esterne (di collegamento tra un ambiente interno ed uno esterno) e porte interne (di collegamento tra due ambienti interni contigui). Porte esterne Con porte esterne si intendono generalmente quelle porte che costituiscono il confine della casa, attraverso le quali si passa dallo spazio privato ad uno spazio pubblico o semi-pubblico. Per tale motivo devono avere particolari caratteristiche anti scasso o di anti intrusione, come le porte blindate. Le caratteristiche di una porta blindata standard sono: - telaio realizzato con profili in acciaio scatolari da 2 mm di spessore, ancorato direttamente alla muratura mediante staffe, e ancorato al pavimento mediante ferro pieno da almeno 10 mm di spessore, e non avvitato al falso telaio. - anta realizzata da doppia lamiera in acciaio da 2 mm e 1,5 mm di spessore, eventualmente con una terza lamiera in acciaio a protezione della serratura e dei suoi meccanismi di chiusura. - cerniere saldate tra anta e telaio e non avvitate. La serratura di cui è dotata una porta blindata deve resistere ai tentativi di effrazione, quelle dotate di cilindro a profilo europeo o quelle classiche a doppia mappa possono non costituire più una difesa valida. Porte interne Le porte interne non costituiscono solo un elemento di frontiera dell'ambiente, ma fanno anche parte dell'arredo complessivo dello spazio in cui vengono collocate. La porta deve essere abbinata con lo stile d'arredamento della stanza: classica o di design contemporaneo, in legno, vetro, metallo. Le porte interne sono divise in tre tipologie: a battente, a libro e scorrevoli. La porta a battente o a doppio battente è la soluzione più diffusa, per la semplicità di montaggio, anche in ambienti che non devono essere necessariamente ristrutturati, e per il suo costo più basso rispetto alle altre soluzioni. La dimensione standard dei passaggi delle porte è di 80 cm, ma possono anche essere usate porte da 70 cm per aperture più piccole. Il doppio battente viene generalmente usato negli ambienti in cui la maggiore dimensione della porta non rappresenta particolari problemi di attra-


La collezione Eterea è la proposta brevettata di G.D. DORIGO per chi cerca una soluzione raso muro: la totale assenza di stipiti e coprifili permette alla porta di apparire e scomparire elegantemente dalla parete in cui è inserita. Una soluzione che può avere differenti risvolti ed interpretazioni: può celarsi totalmente nella parete nel caso venga rasata e dipinta della stessa tonalità del muro, oppure può essere valorizzata nel caso venga realizzata in piallacci di legno, vero cuoio o con laccature opache o lucide poliestere. Realizzabile fino a grandi dimensioni, sia nelle versioni cartongesso che intonaco. Quest'ultimo prevede inoltre una grande novità che consiste nell'utilizzo di un controtelaio a murare che ne semplifica la posa. Eterea viene sempre fornita con un'elegante e discreta serratura magnetica e tre cerniere a scomparsa registrabili su tre assi, che si allineano perfettamente con lo stile di questa nuova collezione.

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versamento. Le porte scorrevoli e a libro sono usate negli ambienti in cui ci possono essere problemi di interferenza con gli altri arredi della stanza. Il sistema di apertura scorrevole può essere con anta a vista (su uno dei due lati del muro) o a scomparsa (con un controtelaio incassato nel muro). La porta a libro viene usata in soluzioni in cui l'apertura è a tutta altezza, con pannelli autoportanti in considerazione del materiale e dell’altezza del vano. Al fine di sfruttare al meglio lo spazio interno delle stanze è importante posizionare la porta correttamente, rendendo più funzionale la disposizione dell'arredamento. Le ante si aprono tendenzialmente verso l'interno dell'ambiente e chi vi accede deve poter compiere il minor sforzo possibile. Sulla base di quella che è la pianta della stanza, si preferisce il senso di apertura che spinge l'anta verso la parete perpendicolare più vicina all'entrata. Se la distanza tra il perno della porta e la parete retrostante è sui 20 cm si può prendere in considerazione l'idea di sistemare il radiatore dietro la porta. Se la distanza è superiore ai 30 cm può essere sistemato dietro al battente un piccolo mobile o una libreria ed infine se lo spazio supera i 70 cm può essere collocato anche un armadio di dimensione standard. Dal punto di vista estetico, comunque, pur nella diversità di tipologie di porta e sistemi di aperture, che possono coesistere nella stessa casa, è importante che il progetto affronti il tema in modo unitario, optando per soluzioni coordinate, con porte dello stesso colore, intonato con lo stile complessivo della casa. Lo stile di una porta dipende prevalentemente dal materiale con cui è realizzata, dal disegno e dal colore o rivestimento dell'anta, dal coprifilo e dalla maniglia. L'anta, a sua volta, può essere completamente liscia oppure suddivisa in pannelli per creare un effetto decorativo. Si parla di superficie bugnata quando il decoro viene realizzato con parti a rilievo dello stesso colore della porta, mentre un'altra tecnica decorativa può essere ottenuta accostando legni di essenze o tinte differenti. Il materiale con cui è realizzata una porta può essere: legno massello, tamburato, laccato, impellicciato, laminato, pvc e vetro. I colori possono essere i più vari nel caso della laccatura, e nelle principali essenze legno per le porte in massello o tamburato. Per avere un effetto di integrazione con il muro, si possono utilizzare porte con telaio a scomparsa a filo-muro, tipo "l'invisibile"; oppure porte a tutta altezza (fino al soffitto o controsoffitto), con mostre squadrate a filo-porta.

domotica

Le porte possono essere controllate a distanza, con sistema remoto, grazie alla domotica. Può essere gestito sia il sistema di apertura (serratura) della porta di casa con il cellulare, senza avere più la necessità di portare con noi le chiavi, sia l'automatismo che consente di aprire e chiudere le porte, a battente o scorrevoli, senza uso di alcuna forza, con cellula fotoelettrica o pulsante di apertura/chiusura.


universal design

La porta di accesso ad una casa deve avere luce netta di 80 cm, le porte interne possono avere luce netta per il passaggio di 75 cm. Per i servizi igienici le porte devono essere preferibilmente ad apertura verso l'esterno o di tipo scorrevole. Eventuali vetri devono essere posti ad una altezza superiore a 40 cm. Le maniglie devono essere a leva, curvate e arrotondate per garantire una presa sicura, altezza compresa tra 85 e 95cm (preferibilmente 90 cm). L'anta deve essere aprile esercitando una pressione non superiore a 8 kg. Sono auspicabili le soluzioni previste nella sezione della domotica.

risparmio energetico

La composizione dei materiali e un isolamento di tipo ecologico, permettono al alcune porte esterne di garantire all'interno un'elevata temperatura superficiale minimizzando la perdita di calore radiante all'esterno. In questo modo anche la zona d'ingresso di casa non presenta aria fredda e tutto l'ambiente mantiene, in inverno, una temperatura piacevolmente calda.


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Il controtelaio KRONA ABS per intonaco si adatta ad ogni soluzione architettonica e risponde a tutte le esigenze di sicurezza e di stile della casa. Costruito con materiali di alta qualità , viene assemblato con il particolare metodo della clinciatura che permette di unire i componenti senza l'ausilio di saldature, evitando l'insorgere di ossidazioni nel tempo. KRONA ha l'ABS di serie, il sistema che garantisce una chiusura (e un'apertura) dolce della porta. Con il sistema di rallentamento integrato ABS, si può aprire e chiudere l'anta scorrevole annullando il pericolo di sbatterla: grazie ad ABS, la porta rallenterà la sua corsa chiudendosi con dolcezza.

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PAVIMENTI E RIVESTIMENTI Premessa I pavimenti ed i rivestimenti per interni nelle residenze assolvono sia ad una funzione strutturale (completamento e protezione del solaio, nel caso del pavimento), che decorativa. Nella scelta del pavimento della casa o del rivestimento del bagno o della cucina, gli aspetti estetici, legati allo stile o al gusto, non possono prescindere dalle questioni pratiche e funzionali, connesse anche alla resistenza e manutenzione dei materiali. Pavimento e decorazione sono due termini che camminano tra loro affiancati nella storia. Vi sono tracce e testimonianze, in tutte le culture del passato, di pavimentazioni decorative, con motivi geometrici, astratti o figurativi (nei mosaici per esempio). Il pavimento, ancora oggi, è l'imprinting della casa, condiziona le scelte successive nei colori delle pareti e dell'arredo, contribuendo in maniera determinante alla scelta dello stile e dell'atmosfera dell'ambiente interno. Questioni semiologiche e percettive Ci sono due aspetti rilevanti, dal punto di vista percettivo, di un pavimento: il materiale di cui è costituito (marmo, legno, gres, ecc.) ed il disegno della composizione degli elementi. Ogni materiale per pavimentazione consente di avere un "disegno celato", nascosto tra le pieghe della tessitura prodotta dalla sequenza ripetitiva delle piastrelle, lastre o doghe, o un "disegno rivelato", reso intenzionalmente visibile ed esplicito dal progettista. Nel primo caso è la modalità di posa ed affiancamento dei singoli elementi che compongono la pavimentazione, a disegnare dei motivi geometrici (a scacchiera, a lisca di pesce, tolda di nave, ecc.), variabili a seconda del materiale utilizzato (piastrelle, mattonelle o doghe di legno) e delle sue dimensioni. Nel secondo caso, vengono realizzati veri e propri disegni/intarsi sul pavimento, come se fosse un tappeto. L'esigenza, in entrambi i casi, è quella di personalizzare e rendere uniche le superfici orizzontali degli ambienti della casa. Oggi, la grande varietà di materiali a disposizione del progettista, consente di ottenere numerosi disegni sul piano orizzontale, che possono condizionare l'atmosfera e la percezione visiva degli ambienti di una casa. Il "disegno celato", oltre alla tessitura prodotta dalla disposizione geometrica dei singoli elementi che lo compongono, consente di regolarizzare, dal punto di vista visi-


vo, ambienti che si presentano irregolari nella forma. La scelta del tipo di materiale, della dimensione e della disposizione sono 3 componenti tra loro strettamente legate. Una disposizione del pavimento regolare, secondo un sistema ortogonale degli elementi, consente di dare profondità ad ambienti corti, un sistema ampiamente utilizzato anche nel passato, per studiare ed individuare le regole della prospettiva. Una disposizione del pavimento inclinato rispetto alle pareti di appoggio, consente di nascondere l'irregolarità dell'ambiente, che, con una disposizione ortogonale, potrebbe essere, invece, subito denunciata dalle fughe della pavimentazione non parallele od ortogonali alle pareti stesse. Il "disegno rivelato" è una riproposizione delle decorazioni a mosaico in chiave contemporanea. Rose dei venti, maglie di quadrati, pavimentazioni policrome, connotano spesso ambienti con una forte centralità, come atrii o punti distributivi della casa, dove difficilmente trovano collocazione elementi od oggetti di arredo tridimensionali. Riquadri, cornici, figure intarsiate, completano l'ampia gamma di soluzioni offerte oggi da tutti i tipi di materiali in commercio e dalle tecniche di lavorazione a controllo numerico. L'abbinamento del pavimento con diverse condizioni di luce naturale ed artificiale, consente di ottenere sensazioni percettive diverse: un pavimento in parquet (materiale caldo), con pareti chiare e poco esposte al sole, può generare degli ambienti comunque equilibrati dal punto di vista della percezione visiva e tattile (come camminarci sopra a piedi nudi); così come pavimenti in pietra naturale (materiale freddo), con pareti cromaticamente calde, consente di avere ambienti più luminosi ed accoglienti. Non esiste una regola progettuale precisa in tal senso, se non la sperimentazione, agevolata oggi dall'uso di materiali che riescono ad imitare superfici e consistenze che appartengono ad altre categorie; ad esempio, il gres o il lamparquet imitano il parquet dal punto di vista visivo, ma con una consistenza e sensazione tattile ben diversa dal legno, con un vantaggio dal punto di vista della manutenzione e della pulizia. Questioni pratiche nella scelta dei materiali Sulla scelta di un pavimento sono molti i fattori che incidono e vanno dall'estetica/stile dell'ambiente in cui deve essere collocato (cucina, bagno, salone, camera da letto, ripostiglio, balcone, ecc.), alla sensazione che si vuole ottenere sotto ai piedi (legno, pietra, gres, gomma, metallo), alla facilità di pulizia e manutenzione (legata a sua volta all'ambiente), al budget a disposizione.

Oggi sono commercializzati prodotti per tutti i gusti e per tutte le tasche, addirittura con tipi di pavimenti meno costosi che emulano nella finitura (ma non nelle sensazioni percettive prodotte) altri più costosi. Tanti sono, dunque, i tipi di pavimento e vanno dal legno, ideale per un ambiente caldo, come una camera da letto, alle piastrelle di gres, per gli ambienti più vissuti e meno delicati, come la cucina ed i bagni, ai marmi per gli ambienti di rappresentanza come i saloni. I pavimenti in laminato, oltre alla praticità di posa e pulizia, sono rispettosi dell'ambiente, non utilizzando legno naturale. La scelta del pavimento deve, inoltre, tener conto di altri aspetti come la resistenza all'abrasione e la durata nel tempo, l'isolamento acustico, la presenza di un eventuale sistema di riscaldamento a pavimento, la finitura della superficie. Nell'individuare un tipo di pavimento, bisogna, poi, tener conto di alcuni fattori che non sono immediatamente visibili o facilmente controllabili nella fase decisionale. Infatti la scelta di un materiale avviene spesso sulla foto presente su una rivista, un depliant o catalogo, o nella sala mostra di una azienda, che rivende tali materiali, tutti sistemi idonei per dare un'idea di massima del risultato finale. Le questioni non apertamente dichiarate sono relative alle differenze di tono che ci possono essere, ad esempio, nella fase di cottura delle piastrelle in ceramica, con piccole differenze tra partita e partita; oppure nelle lastre di marmo, con piccole differenze che dipendono dalla vena della pietra di cava, ed ancora nelle doghe dei parquet, che in alcuni casi si possono rivelare particolarmente nodose. In tutti questi casi è opportuno controllare la qualità dei materiali acquistati all'atto della consegna e prima della loro posa, momento dal quale non è più possibile effettuare la sostituzione. Bisogna considerare che molte aziende considerano normale una tolleranza del 5% di materiale difettoso all'interno di una partita. Tale percentuale aumenta notevolmente, se, per ragioni economiche, si è optato per una seconda scelta. Altra considerazione riguarda l'effettiva possibilità di sostituire all'ultimo momento un tipo di pavimentazione con un altro completamente diverso, poiché variano le tecniche di posa e di realizzazione del sottofondo, legati allo spessore dello specifico materiale prescelto. Pertanto, se in un ambiente è stato ipotizzato del gres, è difficile sostituirlo con lastre di marmo, i cui spessori sono notevolmente superiori. Le unità di misura commerciali dei prodotti per pavimenti sono le scatole, che seguono una logica diversa rispetto a


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quella adottata per la misurazione delle superfici degli ambienti, che è, invece, espressa in mq. Per determinare la quantità bisogna, poi, ricordare che nella posa spesso alcune piastrelle devono essere tagliate per adattare i pavimenti alle forme dell'ambiente, con uno sfrido ed uno scarto di circa il 10% in ambienti regolari e del 15% per ambienti irregolari nella forma. È anche opportuno tenere di scorta, per eventi futuri non prevedibili, un 10% in più di materiale, per avere lo stesso tono di pavimentazione. Non è infrequente, infatti, che nel tempo ci siano delle perdite o rotture di tubazioni nei bagni, che richiedono la rimozione ed il successivo ripristino di piastrelle. Ulteriore questione pratica riguarda la posa del parquet, che prevede nella maggior parte dei casi la formazione di un massetto, che deve raggiungere un adeguato grado di maturazione, con una percentuale di umidità relativa non superiore al 2%, per evitare fastidiosi fenomeni di rigonfiamento successivi. Alcune aziende suggeriscono i seguenti dati minimi ambientali per la posa del parquet: percentuale di umidità del legno: 7/11 %;

percentuale di umidità dei locali: 50/65 %; umidità del sottofondo: max.2 %; temperatura ambiente: min.15°C; assenza di tracce di umidità sui sottofondi o sulle pareti. Progettare il pavimento della casa La prima superficie che colpisce l'occhio quando si entra in una stanza è il pavimento. Il suo colore non è meno importante di quello delle pareti: tra lastre di marmo bianco e nero e la macchia di colore di una moquette in tinta unita, la differenza di effetto è enorme. Va quindi scelto con grande attenzione in base alle caratteristiche del locale e l'impostazione che si intende dare all'arredamento. I pavimenti scuri fanno risaltare le pareti, rendendo più luminosi i muri chiari, ed amplificando le vetrate, come la tinta calda di un pavimento in parquet esalta una parete dalle ampie vetrate con affaccio su un paesaggio. I colori di pavimento scuri vanno scelti se le stanze sono molto illuminate, poiché viene delegato al fattore luce diurna il compito di riscaldarlo.


I pavimenti chiari ingrandiscono le stanze, dando rilievo alle pareti, ma non necessariamente agli oggetti che vi sono appoggiati, per i quali deve essere studiato un opportuno rapporto con le pareti stesse. Pavimenti con colore uniforme per tutta la casa, creano continuità tra stanze comunicanti e ingrandiscono gli appartamenti formati da stanze molto piccole. Pavimenti con colori diversi ripartiscono in aree funzionali zone molto grandi, o consentono di differenziare meglio spazi articolati su più livelli. Alcuni tipi di materiali sono adatti per ambienti in cui deve essere mantenuto un alto livello igienico, come la cucina ed il bagno, dove devono essere usati pavimenti e rivestimenti (ceramica, gres, gomma), su cui possono essere usati detersivi anche aggressivi ed in cui è frequente la presenza dell'acqua (sono quindi da escludere i parquet, per quanto detto in precedenza). Altri materiali, come il parquet, sono adatti per le camere da letto, dove spesso si cammina a piedi nudi. Caratteristiche dei materiali per pavimenti I materiali per pavimenti e rivestimenti delle abitazioni sono molti, e vanno dalla ceramica, al parquet, all'acciaio, alle pietre, alle resine, al cemento, alla moquette. Naturalmente bisogna conoscere pregi e difetti di ogni tipologia, per poter scegliere il materiale in maniera adeguata e non commettere errori che sarebbe poi difficile e costoso riparare. Pavimento in parquet Il termine "parquet" indica diverse tipologie di rivestimento: il massello, il prefinito, l'impiallicciato (o impellicciato) ed il laminato. I primi tre sono completamente realizzati in legno, mentre il quarto è rivestito da uno strato di plastica con effetto legno. Parquet massello Il massello è il parquet classico, formato completamente da legno grezzo, che, per essere finito, deve essere prima levigato e poi lucidato. La qualità superiore del prodotto rende anche il prezzo maggiore rispetto agli altri tipi di parquet. Il materiale viene venduto il listelli di diverse dimensioni. I vantaggi del parquet massello sono: - può essere levigato più volte mediante la procedura di "lamatura", consigliata in media ogni 10 anni e che toglie circa 1 mm di spessore ogni volta; - il legno è un isolante naturale. Gli svantaggi sono: - un tempo maggiore per la procedura di posa, di levigatu-

ra ed infine di lucidatura; - costi maggiori per la posa e la manutenzione; - sconsigliato per il riscaldamento a pavimento. Parquet prefinito È il parquet più diffuso, formato da uno strato di legno nobile, quello visibile, e da un supporto in legno povero, sottostante e quindi invisibile. Il termine "prefinito" indica che è "prelevigato" e "verniciato", richiedendo solo la posa. Questo tipo di parquet ha maggiori doti di stabilità, rispetto al massello, poiché le variazioni di temperatura ed umidità che provocano il movimento delle fibre naturali del legno sono assorbite da 2 o 3 strati del parquet prefinito. I vantaggi del parquet prefinito sono: - velocità di posa in opera; - minore costo del materiale e della posa. Gli svantaggi sono: - minore durata, poiché può essere levigato meno volte del massello (con una durata, comunque, dai 30 ai 60 anni); - minore potere isolante. Parquet impellicciato Il parquet impellicciato, è visivamente simile al prefinito, ma con uno strato di legno nobile sottile (circa 1 mm). Le differenze riguardano soprattutto il prezzo che è più basso, il minor potere isolante e la minore durata (in genere gli impellicciati non possono essere levigati), anche se con supporti particolari (HDF) e speciali verniciature possono arrivare anche a superare la durata di un prefinito classico. Parquet laminato Lo strato superiore del parquet laminato è in plastica colorata; queste pavimentazioni vengono utilizzate soprattutto in ambienti di grande passaggio (sono praticamente indistruttibili). Si stanno diffondendo sempre più data la loro economicità e la grande varietà di colorazioni e di riproduzioni del legno. Ne esistono di bassa e di alta gamma: quelli di alta gamma danno riproduzioni fedelissime del legno, supporti insonorizzanti per evitare il rumore quando ci si cammina, alti poteri isolanti termici oltre che acustici, bisellature per riprodurre la struttura del parquet massello. Prezzo del parquet Il prezzo del parquet tradizionale, o massello, dipende essenzialmente da quattro fattori: - essenza scelta;


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- spessore del listello, dai 10mm fino ai 22mm; - scelta del disegno, la scelta più costosa è il "rigatino" contraddistinto da venature del legno quasi parallele tra loro. A seguire c'è la "prima scelta", la "seconda scelta" e il "nodino", la differenza è il numero di nodi presenti per mq e il fatto che le striature siano più o meno parallele; - lunghezza del listello, si va dai 220mm fino ai maxi listoni di oltre 2000mm. Il parquet tradizionale si può trovare anche prelevigato e preverniciato. Lo svantaggio di questo tipo di parquet è che se il trattamento non è fatto "alla perfezione" in seguito si possono avere dei problemi di stabilità in quanto il legno tende sempre ad adattarsi all'ambiente in cui viene posato. Il prezzo del parquet prefinito dipende anch'esso da quattro fattori: - essenza; - strato di legno nobile, si paga la quantità di legno pregiato impiegato, nel "parquet prefinito" il suo spessore va dai 2,5mm fino ai 5-6mm; - scelta del disegno, valgono le stesse regole del parquet tradizionale; - lunghezza del listello, si va dai 220mm fino ai maxi listoni di oltre 2000mm, peraltro molto costosi. Manutenzione straordinaria del parquet Oltre alla normale pulizia, sul pavimento in legno può essere necessario intervenire con speciali manutenzioni, ovviamente richieste da situazioni "straordinarie" come danni, graffi, incisioni. Esse sono: - rilamatura, è una rilevigatura integrale che si effettua dopo 10-15 anni. Il parquet in legno massiccio sopporta l'intervento 7-8 volte, quello prefinito 2-3 volte; - stuccatura, si esegue con resine e polvere di legno e serve per porre un rimedio alle varie fessurazioni che si sono prodotte col tempo; - carteggiatura, è necessaria più spesso delle altre lavorazioni di manutenzione; - riverniciatura, basta solo questa nei casi di piccoli graffi che non intaccano direttamente il legno, e si può evitare la carteggiatura. Pavimento in ceramica Il termine "ceramica" definisce la "natura" del materiale costituente le piastrelle, e si applica tradizionalmente a prodotti ottenuti a partire da impasti di argille, sabbia ed altre sostanze naturali. Tali impasti, dopo apposita preparazione, vengono foggiati nella forma desiderata e quindi cotti a temperatura eleva-


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ta (da 1000 a 1250 °C, a seconda del tipo). Questa cottura modifica in modo sostanziale la struttura del materiale crudo, ed impartisce alle piastrelle di ceramica le tipiche e ben note caratteristiche di durezza, resistenza meccanica, inerzia chimica e fisica (in termini, ad esempio, di sostanziale inalterabilità all'acqua, al fuoco, alla maggior parte delle sostanze chimiche che possono venire a contatto con esse, etc.). I vari prodotti si differenziano per ciclo tecnologico, colore del supporto e struttura del supporto. Il ciclo tecnologico di cottura prevede la "bicottura" (con un doppio passaggio nel forno - il primo per cuocere il supporto, il cosiddetto biscotto; il secondo per il fissare lo strato superficiale di smalto) e la "monocottura" (cottura contemporanea del supporto e dello smalto, rapidamente ad alte temperature, conferendo ai prodotti caratteristiche quali: resistenza al gelo; resistenza a forti carichi di rottura; resistenza all'abrasione; coesione tra supporto e smalto). Il colore del supporto può essere bianco, chiaro, rosso o variamente colorato. La struttura del supporto può essere a pasta porosa o a pasta compatta. I pavimenti ceramici possono essere classificati in: Cotto - Pasta porosa Il cotto, è un tipo di pavimentazione utilizzato in ambienti come saloni, camere da letto e spazi di passaggio, per dare alla casa un tono rustico. Infatti è conosciuto anche come cotto rustico, cotto toscano, cotto fiorentino, cotto veneto, ecc., è il risultato della cottura a 1100° C circa di un impasto di argille selezionate. Fornisce un prodotto dalla massa porosa e compatta (in cui è presente in minima parte una porzione vetrosa che svolge soltanto la funzione di cementante) dalla tipica colorazione nelle sfumature del rosso. Il cotto è il più classico tra i materiali per le pavimentazioni. I formati più diffusi per le normali piastrelle da pavimento sono 25×25, 30×30, 20×40 e 40×60 cm, ma sono disponibili anche formati più piccoli come il "tozzetto" 10×10. Maiolica - Pasta porosa Le maioliche sono generalmente usate nei bagni e nelle cucine. Sono un prodotto tipico della tradizione ceramica italiana, sono affini alle Faenze, da cui però differenziano per la finitura superficiale che è in smalto opaco. Le dimensioni più diffuse sono 15×15, 15×20 e 20×20 cm.


Cottoforte - Pasta porosa Utilizzato per pavimenti d'interni, il cottoforte è un materiale sempre rivestito superficialmente con smalto opaco. I formati delle piastrelle in cottoforte sono generalmente leggermente più grandi di quelli delle maioliche, con una predilezione per il 20×20 e 20×30 cm. Terraglia - Pasta porosa Le terraglie sono più pregiate delle maioliche e sono prodotti a pasta bianca, vengono usate per pavimenti e rivestimenti di bagni e cucine. A seconda della loro esatta struttura si dividono in forti o dolci; spesso sono verniciate anche con la sola vetrina trasparente. Oltre che nella produzione di piastrelle (generalmente di formato 15×15 cm), le terraglie sono impiegate anche per la realizzazione dei sanitari per il bagno. Monocottura rossa - Pasta compatta La monocottura rossa è il prodotto di una cottura di argille ricche di ossidi di ferro, in cui, ad alte temperature, si realizza la cottura congiunta del supporto e dello smalto. Questa particolare produzione consente di impiegare impasti multicomponenti in funzione delle varie esigenze, ottenendo così un'ampia gamma di prodotti diversi con elevate prestazioni: dai prodotti per esterni, a basso assorbimento d'acqua, a quelli più porosi, adatti agli interni. Unico limite, rispetto alla bicottura, è quello di un più limitato campo di colori e di decori di finitura. I formati delle piastrelle in monocottura rossa sono anch'essi estremamente vari, coni rendendo il 10×20, il 20×20, il 30×30 e il 40×40 cm. Monocottura chiara - Pasta compatta La monocottura chiara è ottenuta con la stessa tecnologia di produzione della monocottura rossa, con la differenza che sono impiegate argille prive di ossidi di ferro, provenienti per lo più dall'area francese e tedesca, che attribuiscono il caratteristico colore, tra il grigio e il beige, al supporto. I formati abituali delle piastrelle in monocottura chiara sono quelli della monocottura rossa, con l'aggiunta di lastre di 60×60 cm per gli usi di facciata. Gres - Pasta compatta Nel panorama delle piastrelle in ceramica, il grès si presenta come uno dei materiali dalle migliori caratteristiche prestazionali. Adatto per pavimenti e rivestimenti, sia in interni sia in esterni, è impermeabile, compatto, duro, opaco, dotato di alta inerzia chimica, antigelivo, resistente


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alla rottura, all'abrasione, alla compressione (sino a 200300 N/mM2). I formati tradizionali sono 7.5×15 (le tipiche piastrelle da balcone) o 10×20 cm, infatti tutte le caratteristiche elencate sopra fanno del grès il materiale più adatto per la pavimentazione di esterni. Da impasti di argille naturali greificanti, opportunamente corrette con argille artificiali, si ottiene il grès fine porcellanato, un materiale quasi completamente vetrificato e perciò con alte caratteristiche meccaniche e del tutto inassorbente. Il grès porcellanato è disponibile in un'ampia e articolata gamma di formati (dai tradizionali piccoli: 5×10 / 10×10 ai classici formati piastrella: 20×20 30×30 / 40×40 / alle lastre di grande formato: 60×60 / 60×120 cm) e di pezzi speciali, che ne fanno uno dei prodotti più ricercati oggi sul mercato. Ceramica tecnica per pavimento La continua evoluzione nella ricerca di materiali sempre nuovi, ha fatto sì che siano stati realizzati prodotti con caratteristiche sempre diverse. L'insieme delle ceramiche tecniche, realizzate con processi industriali e chimici, presenta una vasta gamma di tipologie, che assumono aspetti estetici variegati. A tal proposito le ceramiche tecniche possono assumere l'aspetto di: - marmi; - pietre naturali; - graniti; - seminati alla veneziana; - venature e cromatismi di pietre di cava; - effetto travertino; - effetto millerighe; - effetto radica; - legno; - effetto muratura in mattoni; - pelle; - cuoio; - giunco; - effetti a bassorilievo; - metallo. Pavimento in pietra L'eleganza della pavimentazione in pietra è impareggiabile, per tale motivo è ancora un materiale in grande considerazione, nonostante gli alti costi per l'estrazione, il trasporto, la lavorazione e la posa in opera (che spesso richiede della manodopera specializzata). L'utilizzo delle pietre nell'edilizia residenziale è oggi ridimensionato, soprattutto rispetto agli anni '60 e '70, quando era molto in voga.


Le pietre più diffuse sono i marmi, i calcari, i basalti, i porfidi ed i graniti e sono adatti tanto per le soluzioni per interni, che per esterni. Le finiture superficiali vanno dallo spacco alla levigatura, dalla fiammatura alla lucidatura. Le pietre naturali come il marmo, il travertino, l'ardesia e il granito possono essere divise con facilità in lastre sottili. Le pavimentazioni che utilizzano queste lastre di pietra senza che su di esse vengano fatti particolari tipologie di trattamento sono le cosiddette pavimentazioni con finitura a spacco meglio chiamate pavimentazioni con finitura a spacco naturale. La levigatura, invece, è una tipologia di finitura superficiale ampiamente usata, soprattutto in ambienti interni alla nostra abitazione e viene applicata su vari materiali, dal marmo al travertino, dall'ardesia al granito. La funzione della levigatura del pavimento è quella di rendere perfettamente planare la superficie trattata, eliminare tutte le imperfezioni dovute al montaggio e donare al pavimento un certo grado di lucentezza che, però, non è paragonabile alla lucidatura vera e propria. In molti, infatti, confondono le due finiture superficiali (lucidatura e levigatura), che benchè simili, portano a risultati diversi. La levigatura è una fase del processo di lucidatura: il pavimento lucidato è levigato in diverse fasi con materiale abrasivo di grana via via sempre più sottile fino ad arrivare alla luciatura del pavimento. Sulle pietre, quali il marmo o travertino, la levigatura avviene tramite l'utilizzo di macchinari appositi composti da grossi dischi abrasivi rotanti. La fiammatura è un tipo di finitura, molto simile a quella spazzolata, utilizzata essenzialmente per trattare le superfici delle pietre naturali, il suo nome deriva dal fatto che viene eseguita facendo passare il materiale lapideo sotto una sequenza di fiamme ossidriche, le quali provocando uno schock termico, letteralmente "bruciano" il primo strato della lastra di pietra che si stacca conferendole un particolare aspetto ruvido con il reticolo cristallino in evidenza. Spesso alla fiammatura può seguire una spazzolatura al fine di limitare le asperità createsi sulla superficie del materiale durante il primo processo, si parla in questi casi di finitura fiammata e spazzolata. La fiammatura viene utilizzata soprattutto per le pavimentazioni e i rivestimenti, sia interni che esterni, con lastre a partire da uno spessore minimo di 1,1 cm circa, ma può essere impiegata anche per elementi architettonici d'arredo come i caminetti e soprattutto in ambito domestico i


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Il Gres Porcellanato Ceramico costituisce la prevalente produzione da pavimento e rivestimento di Elios Ceramica, indirizzata al mercato residenziale e pubblico di un segmento medio-alto. Elios vive la tradizione per la ceramica artistica in cui c'è sempre qualcosa di nuovo ed emozionante da conoscere. Infatti le collezioni di Elios Ceramica nascono dalla volontà di evocare sensazioni ed emozioni dei tempi trascorsi ed odierni. Il gusto ricercato e la creatività danno loro un ruolo di nuove protagoniste della casa. La volontà e di voler arricchire gli ambienti con il tocco del lavoro artistico ed artigianale. I prodotti di Elios Ceramica sono proposti in una molteplicità di colori, opzioni decorative e corredi di pezzi speciali, offrendo un ampio ventaglio di scelta e la possibilità al posatore di poter ottenere un'istallazione del prodotto a regola d'arte curando le finiture nel più piccolo dettaglio.

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piani cottura delle cucine. È particolarmente indicata per gli esterni poiché rende le superfici ruvide e dunque assolutamente antiscivolo e può essere eseguita su tutti i tipi di pietra naturale, dal marmo al granito, dall'ardesia, al porfido, al basalto. La fiammatura è un tipo di trattamento superficiale comunemente impiegato più per alcune pietre piuttosto che per altre, ad esempio il marmo è più facile che venga levigato e lucidato piuttosto che fiammato, mentre la pietra piasentina trova nella fiammatura la sua maggiore espressione estetica. La fiammatura, insieme all'anticatura, è il tipo di finitura solitamente impiegato quando si voglia ottenere il classico effetto pietra naturale; è bene sapere però che, soprattutto per gli ambienti interni, tra le due tipologie di finitura appena menzionate è consigliabile optare per la seconda, poiché a parità di resa estetica consente una minor manutenibilità a fronte di una maggiore facilità di pulizia, inoltre economicamente parlando la finitura fiammata è senza dubbio più costosa rispetto ad altre quali quelle spazzolate o levigate. Negli ambienti interni la pietra fiammata si accosta benissimo anche ad altri materiali quali ad esempio il legno, permettendo cambiamenti di pavimentazione tra due locali attigui o tra due zone di uno stesso ambiente quali potrebbero essere l'angolo cottura pavimentato in pietra all'interno di un più ampio living rivestito ad esempio in parquet. Inoltre si addice a tutti gli stili d'arredamento da quelli essenziali e moderni a quelli più tradizionali. La bocciardatura può essere praticata sulle lastre di pietra per rispondere ad un'esigenza puramente estetica, ma solitamente, soprattutto quando si tratta di pavimentazioni, la si utilizza per conferire proprietà antisdrucciolo al materiale; a tal scopo trova vasta applicazione per i gradini delle scale e per la realizzazione di manufatti esterni, come pavimentazioni e cordoli, proprio perché riduce notevolmente la scivolosità delle superfici di calpestio rendendole molto più sicure. Pavimento in PVC e in gomma I pavimenti in pvc sono facili e veloci da posare e semplici anche dal punto di vista della manutenzione e della pulizia. Tali pavimenti hanno raggiunto una vasta gamma cromatica, una elevata qualità nell'impiego dei materiali e nella tecnologia di fabbricazione, che lo rendono un prodotto versatile, conveniente ed esteticamente variegato. Sono adatti per lo più ad arredi di tipo moderno. I pavimenti in gomma hanno come caratteristica principale una particolare funzionalità, resistenza e durabilità nel

tempo. La gomma è infatti un materiale elastico capace di resistere ad ogni tipo di sollecitazione. In alcuni casi, abbinato ad un certo stile può diventare una soluzione decisamente gradevole esteticamente oltre che pratico. Il pavimento in gomma, oltre ad essere resistente, è anche un pavimento sicuro in quanto non teme le bruciature di sigaretta. In questo modo il rischio di incendi diminuisce notevolmente. Il pavimento in gomma non è un pavimento di difficile manutenzione. Basta pulirlo quotidianamente anche solo con acqua per avere una pulizia adeguata, poichè la gomma è un materiale antistatico capace di tenere lontana la polvere e prevenire la formazione di sporcizia e acari. Per una pulizia più profonda basta utilizzare detergenti specifici. Non teme le macchie di olio nè quelle di grasso perchè la gomma non è un materiale poroso bensì un materiale impermeabile. Non teme neanche la maggior parte degli agenti chimici. Proprio per la sicurezza, per la resistenza e per la possibilità di mantenerlo pulito con facilità, il pavimento in gomma è particolarmente adatto per bagni e cucine. Inoltre, essendo un materiale antiscivolo, è adatto per ambienti in cui vi sono persone anziani e bambini. La gomma è anche un materiale fonoassorbente capace quindi di isolare dal rumore ed è anche un ottimo isolante termico. Solitamente venduto in rotoli il pavimento in gomma è disponibile anche in piastrelle con uno spessore variabile da 1 a 4 mm e può essere posato direttamente sopra al vecchio pavimento. La superficie del pavimento in gomma può essere a rilievo oppure liscia. I pavimenti con superficie liscia possono anche avere in alcuni casi un sottofondo in schiuma. Alcune aziende produttrici hanno oggi assegnato ai pavimenti in gomma un alto valore estetico e di design. Pavimenti galleggianti Il pavimento galleggiante è composto da un materiale elastico. La funzione di questo materiale è quella di isolare il solaio portante dal pavimento calpestabile: in questo modo si crea un sistema in grado di assorbire l'urto del calpestio. I pavimenti galleggianti sono quindi fonoassorbenti e sono sostanzialmente caratterizzati da un massetto galleggiante di spessore minimo di 4 - 5 cm , solitamente rinforzato con rete elettrosaldata. Il risultato dell'isolamento al calpestio si ottiene indipendentemente dalla natura del pavimento, che può essere di tipo rigido o di tipo resiliente, come nel caso di moquette, gomma ed


Majorca spa, a seguito di un'accurata e approfondita ricerca sulle nanotecnologie applicate ai materiali, ha sviluppato BioTechTile, un sistema tecnologico integrato in grado di convertire in modo permanente ogni prodotto ceramico in un elemento ecologicamente attivo e con proprietà antiscivolo. La sempre crescente attenzione verso la sostenibilità ambientale e la sicurezza ha spinto Majorca a studiare la possibilità di creare prodotti ceramici da pavimento e rivestimento che non fossero solo belli, funzionali ed ecocompatibili, ma anche in grado di contrastare attivamente gli agenti inquinanti presenti nell'atmosfera, garantendo una maggiore sicurezza in ogni ambiente del vivere quotidiano. Il sistema BioTechTile nasce dalla volontà di conciliare in un'unica soluzione proprietà antiscivolo e caratteristiche di automantenimento e autopulizia. Unico nel suo genere, BioTechTile è una soluzione altamente compatibile con le principali certificazioni in materia di efficienza energetica ed ecologica (LEED) e le normative di settore riguardanti le proprietà antiscivolo dei materiali (BCRA, ASTM e DIN 51097).

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altro. Oltre al vantaggio di consentire un' ottima protezione contro i rumori da calpestio, il pavimento galleggiante adeguatamente realizzato accresce anche l'isolamento acustico del solaio dai rumori aerei. Pavimento in acciao inox I moduli per pavimento in acciaio inox, grazie alle caratteristiche di questo materiale, si prestano ad essere usate in ambienti dove sono necessarie alte garanzie di igienicità. La produzione di questi pavimenti è molto flessibile e permette di soddisfare le più svariate esigenze progettuali: i moduli inox, esistono in un'ampia gamma di formati e dimensioni, che si possono accostare anche alle piastrelle in ceramica già esistenti. Le novità assolute per questo tipo di materiale sono i moduli curvi che lo rendono adat-

to anche per il rivestimento di pilastri e colonne. Questo tipo di pavimento è adatto a un arredamento di gusto moderno. Moquette La moquette è un tipo di copertura per pavimenti piacevole al contatto ed elegante a vedersi. In linea di massima la moquette è costituita da un supporto in lattice di gomma, juta, o materiale sintetico, nel quale vengono inseriti diversi tipi di filati, sintetici oppure naturali. La parola moquette, etimologicamente di origine incerta, definisce un tessuto in lana o sintetico, completamente fissato al pavimento. E' proprio quest'ultima, la differenza sostanziale dal tappeto, di cui la moquette può definirsi la naturale evoluzione. E' importante sfatare alcuni luoghi


Mapier srl è una azienda leader nel settore della lavorazione dei marmi, che ha attivato un processo produttivo in cui si fondono le più moderne tecnologie con la manualità artigianale. Ogni dettaglio della lavorazione, viene scrupolosamente esaminato e sottoposto al controllo di qualità: dalla preposatura del materiale, al taglio, dalla rifinitura a mano fino alla fase di imballo, anch'essa realizzata attraverso l'utilizzo di efficienti macchinari in grado di garantire il trasporto anche su lunghe distanze. I centri di lavoro operano integralmente con sistemi a Controllo Numerico, per acquisizione di immagini (fotografie digitali, ricostruzione di macchie aperte), e taglio ad acqua. Con i sistemi a CN si possono realizzare dai comuni manufatti in marmo e pietre, come portali, cornici sagomate, camini , alle moderne superfici tridimensionali con decori che possono essere casuali, simmetrici o speculari, permettendo di passare da una superficie precedentemente tagliata ad una con nuova forma e volume. Nel centro di lavoro, l'utensile che taglia e sagoma può diventare lo stesso che profila e scava generando una finitura superficiale. Il sistema per il taglio ad acqua, invece, permette di tagliare con il massimo grado di precisione i materiali più duri, così come quelli più morbidi, evitando qualsiasi alterazione chimica e distorsioni, tipiche invece delle procedure tradizionali. Il taglio avviene in totale assenza di calore, raggiungendo generalmente una pressione di 4137 bar, permettendo al getto d'acqua, che fuoriesce da un beccuccio ad altissima velocità, di tagliare il materiale nella forma desiderata, con o senza l'apporto di sostanze abrasive.

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comuni, sottolineando che moquette e tappeti non favoriscono la sopravvivenza degli acari, se correttamente istallate e mantenute. A maggior ragione, invece, in una camera con pavimento tessile, la polvere in sospensione è ridotta fino all' 80%, rispetto ad un pavimento duro. Le moquette hanno un altro grande vantaggio, ossia una maggiore proprietà di isolamento termico rispetto ad altri tipi di pavimento. Le tipologie di moquette in commercio sono molteplici, in svariate gamme di colori e disegni, e differenti fibre e spessori del pelo. La superficie della moquette, a seconda dei casi, può essere lavorata o liscia e si presta facilmente a personalizzazioni.

Pavimento in resina I pavimenti in resina sono durevoli e facili da pulire e permettono anche soluzioni molto decorative, grazie all'ampia gamma di varianti e finiture. Le resine sintetiche sono composti liquidi costituiti da una resina appunto, epossidica, poliuretanica o metacrilica e da un indurente. Questi pavimenti sono monolitici, cioè assicurano la perfetta continuità del rivestimento, risolvendo il problema delle fessurazioni in cui si annidano sporco e batteri. Inoltre sono resistenti all'usura e agli attacchi degli acidi, hanno diversi gradi di porosità e permeabilità ai liquidi e al vapore acqueo e possono quindi risultare impermeabili quando serve.


Artemateria by acif propone la Collezione Be Pop, in cui il ritmo del bianco e nero trova in una nuova interpretazione, divertente ed originale. E' un ritmo chiaro e deciso che esprime gioia di vivere e piacere dell'abitare, è un ritmo che stimola la nostra creatività e la nostra voglia di nuovo. Lo smalto è ricco e lucido; il formato 25x60 elegante e moderno, interpreta bene lo stile dinamico della collezione. La linea decorativa propone dettagli materici mai casuali, originali e preziosi per dare valore al nostro spazio senza accontentarci mai. Gli accenti di colore, usati a spot ci invitano a giocare, a liberare la fantasia, a cercare una dimensione priva di schemi!

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universal design I pavimenti devono essere di norma orizzontali e complanari tra loro e, nelle parti comuni e di uso pubblico, non sdrucciolevoli. Eventuali differenze di livello devono essere contenute ovvero superate tramite rampe con pendenza adeguata in modo da non costituire ostacolo al transito di una persona su sedia a ruote. Nel primo caso si deve segnalare il dislivello con variazioni cromatiche; lo spigolo di eventuali soglie deve essere arrotondato. Nelle parti comuni dell'edificio, si deve provvedere ad una chiara individuazione dei percorsi, eventualmente mediante una adeguata differenziazione nel materiale e nel colore delle pavimentazioni. I grigliati utilizzati nei calpestii debbono avere maglie con vuoti tali da non costituire ostacolo o pericolo rispetto a ruote, bastoni di sostegno, ecc.; gli zerbini devono essere incassati e le guide solidamente ancorate. Per pavimentazione antisdrucciolevole si intende una pavimentazione realizzata con materiali il cui coefficiente di attrito, misurato secondo il metodo della British Ceramic Research Association Ltd. (B.C.R.A.) Rep. CEC. 6-81, sia superiore ai seguenti valori: - 0,40 per elemento scivolante cuoio su pavimentazione asciutta; - 0,40 per elemento scivolante gomma dura standard su pavimentazione bagnata. I valori di attrito predetto non devono essere modificati dall'apposizione di strati di finitura lucidanti o di protezione che, se previsti, devono essere applicati sui materiali stessi prima della prova. Le ipotesi di condizione della pavimentazione (asciutta o bagnata) debbono essere assunte in base alle condizioni normali del luogo ove sia

posta in opera. Gli strati di supporto della pavimentazione devono essere idonei a sopportare nel tempo la pavimentazione ed i sovraccarichi previsti nonchĂŠ ad assicurare il bloccaggio duraturo degli elementi costituenti la pavimentazione stessa. Gli elementi costituenti una pavimentazione devono presentare giunture inferiori a 5 mm, stilate con materiali durevoli, essere piani con eventuali risalti di spessore non superiore a mm 2. I grigliati inseriti nella pavimentazione devono essere realizzati con maglie non attraversabili da una sfera di 2 cm di diametro; i grigliati ad elementi paralleli devono comunque essere posti con gli elementi ortogonali al verso di marcia.

bioarchitettura Le pavimentazioni coprono gran parte delle superfici di una casa, sono, pertanto, le superfici con le quali abbiamo un contatto fisico permanente. Per tale motivo è opportuno che abbiano delle caratteristiche legate al rispetto dell'uomo e dell'ambiente in termini di qualità e possibilità di riciclo. Molti tipi di pavimentazioni possiedono caratteristiche naturali: come il legno (nelle varie forme di parquet), le pietre naturali (che provengono tutte da cave), le ceramiche (che sono ottenute da impasti di argille, sabbia ed altre sostanze naturali). Attenzione deve essere prestata nelle tecnologie utilizzate per la posa, finitura, pulizia e manutenzione, che possono essere molto piÚ inquinanti dei materiali impiegati, come le colle ed i colori impiegati.



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CLIMATIZZAZIONE

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limatizzare una residenza vuol dire predisporre dei sistemi di raffrescamento o riscaldamento per consentire condizioni termoigrometriche adeguate all'utilizzo di quell'ambiente da parte dell'uomo, per qualsiasi condizione climatica esterna, in ogni periodo dell'anno. Senza addentrarci eccessivamente nell'aspetto tecnico, di per se molto complesso e variabile di volta in volta per una serie di parametri strettamente legati alle caratteristiche degli ambienti in cui si deve intervenire, si suggerisce di interpellare un esperto impiantista che sia in grado di fornire un ventaglio di possibili soluzioni in termini di analisi costi/benefici. In linea generale, si può riportare che i sistemi di climatizzazione nella ristrutturazione di una residenza sono composti dai seguenti sottosistemi: - centrale di produzione/trasformazione energetica (produzione di calore o refrigerazione); - rete di distribuzione dei fluidi vettore (acqua, aria, gas refrigeranti); - terminali di diffusione (a convezione, conduzione, irraggiamento); - sistemi di regolazione (centraline, cronotermostati, valvole termostatiche). Una variabile fondamentale è costituita dalla possibilità di avere un sistema autonomo (de-centralizzato) o centralizzato, che, nella maggior parte dei casi nelle città, è riferito al sistema di riscaldamento condominiale. In questo caso la produzione del "caldo" è demandato ad una caldaia di tipo tradizionale (a gas o a combustibile), connessa ai terminali degli appartamenti (generalmente radiatori), da una rete di distribuzione. In una ristrutturazione può essere predisposto un sistema di riscaldamento autonomo (solo nel caso in cui la caldaia centralizzata venga disattivata) con caldaia a condensazione ad alto rendimento o basso rendimento, l'acquisto delle quali rientra tra quelli previsti nella detrazione IRPEF del 55%. Nel caso della caldaia a condensazione ad alto rendimento (temperatura dell'acqua superiore a 55°), i terminali dell'impianto sono generalmente costituiti da radiatori; nel caso della caldaia a condensazione a basso rendimento (temperatura dell'acqua inferiore a 55°), i termina-

li dell'impianto sono pavimenti/soffitti/pareti a pannelli radianti. Ulteriore sistema di riscaldamento autonomo (o a supporto di quello centralizzato) è costituito dagli split a pompa di calore, per i quali vale anche la possibilità di generare freddo, che sono generalmente costituiti da un'unità esterna ed un'unità interna (sistemi dual e trial hanno un'unità esterna per 2 o 3 unità interne). L'impianto a split, che ha lo svantaggio di avere a vista i mobiletti di distribuzione del caldo/freddo, risultando in alcune situazioni antiestetico, può essere efficacemente sostituito da un sistema canalizzato, composto da 1 unità esterna e n unità interne (indicando con "n" il numero di unità necessario per soddisfare le necessità del singolo appartamento).




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