Popolis - Febbraio 2013

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Mensile di attualità, economia, informazione e cultura cooperativa

Anno 12

02 febbraio 2013

IN QUESTO NUMERO

Le famiglie e la crisi Pescarolo, il torchio ritrovato Dove c’è carnevale, c’è festa


sommario

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Le famiglie e la crisi Incontro con Marco Menni, segretario delle Acli e presidente Confcooperative di Brescia

6-7

Il torchio ritrovato Il museo del lino di Pescarolo

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Economia del vino, passione per la terra Tra Verona e i Monti Lessini, tra l’Adige e il Fratta

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I nonni di Gottolengo, un anno dopo Popolis, periodico mensile di Cassa Padana autorizzazione del Tribunale di Brescia, n. 43/2000 dell’8 agosto 2000 Sede, Villa Seccamani, via Garibaldi 25, Leno-Brescia Redazione Macri Puricelli, direttore macri.puricelli@popolis.it Lidia Sbarbada, coordinamento lidia.sbarbada@ cassapadana.it Armando Rossi e Debora Zanini, immagini armando.rossi@popolis.it debora.zanini@ popolis.it

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Ribelli per amore 1943-2013: 70 anni di Fiamme Verdi

14-15

Se l’arte salva l’ambiente Incontro con l’artista cinese Zhu Renmin

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Occhi al cielo A Leno, un musical ispirato alla vita del Beato Innocenzo da Berzo

Sede: Villa Seccamani, via Garibaldi 25, Leno-Brescia Tel. 030 9040270 rivista@ popolis.it

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Comitato di redazione Franco Aliprandi, Stefano Boffini, Andrea Lusenti, Luigi Pettinati, Macri Puricelli, Armando Rossi, Lidia Sbarbada

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Hanno collaborato a questo numero: Fabio Ardigò, Elisabetta Berto, Valentina Bragazzi, Benedetta Cherubini, Valerio Gardoni, Daniela Iazzi, Barbara Ponzoni, Ildebrando Roverselli, Stefano Sandrinelli, Laura Simoncelli, Alessandra Tonello Fotografie: Elisabetta Berto, Benedetta Cherubini, Valerio Gardoni, Stefano Sandrinelli, Alessandra Tonello Copertina: Il museo del lino di Pescarolo di Valerio Gardoni

Paraguay, è nata Cemecoop

Busseto in maschera Dove c’è carnevale c’è festa

20-21

Lendinara, Atene del Polesine Quel giorno che arrivò Garibaldi

22 A g e n d a

Stampa: Staged, S. Zeno N. (Bs) Sfoglia questo numero e gli arretrati su: http://issuu.com/popolis www.popolis.it https://www.facebook.com/ pages/Popolis/138224646437 http://twitter.com/popolisweb

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editoriale

Cari soci, la rivista presenta in apertura un’intervista significativa sulla situazione attuale e le prospettive future a Marco Menni, neo presidente di Confcooperative Brescia oltre che segretario generale delle Acli provinciali. Possiamo dire che, pur con innegabili difficoltà e in una situazione di crisi epocale, il sistema di protezione sociale complessivamente sta ancora reggendo. Rappresenta una delle basi per ragionare sul futuro. Tutto sommato non siamo poi così da buttare, se gli Stati Uniti stanno cercando faticosamente di mettere in piedi un sistema di protezione sociale e in Cina lo si è messo come obiettivo per il 2020, non solo per equità, ma per stabilizzare l’impetuosa crescita economica e rendere possibile il raddoppio del Pil nei prossimi otto anni. Se le persone non hanno una base di sicurezza su sanità, istruzione, assistenza in caso di difficoltà o se le cose vanno male, anche se hanno reddito probabilmente manterranno livelli bassi di consumo, non alimentando il circolo virtuoso dell’economia e più raramente rischieranno per creare posti di lavoro, benessere, ricchezza per sé stessi e per la comunità. Nessuno può dirsi esente nella vita dalla possibilità di attraversare situazioni di disagio. In futuro, la cooperazione – di fronte a uno scenario permanente di risorse scarse – potrà svolgere un ruolo importante per mantenere alto il livello della qualità della vita e far fronte a nuovi bisogni. C’è grande spazio di azione. Saperlo cogliere contribuirà a mantenere coesione sociale e qualità della vita buona nei nostri territori.

Vittorio Biemmi Presidente Cassa Padana Bcc

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IN PRIMO PIANO

Le famiglie e la crisi Incontro con Marco Menni, segretario delle Acli e presidente Confcooperative di BresciA

di Fabio Ardigò | fabio.ardigo@cassapadana.it

di Fabio Ardigò | fabio.ardigo@cassapadana .it

“Le crisi da sempre provocano isolamento, poi rabbia e infine solidarietà. Oggi siamo ancora nella fase di isolamento, con timide reazioni di solidarietà. Prima che tutto degeneri in rabbia o, peggio ancora, in fatalismo abbiamo bisogno di reti, corresponsabilità, tavoli, concertazioni”.

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assa Padana ha recentemente stipulato un importante accordo di collaborazione con le Acli bresciane. Quale migliore occasione per incontrarne il segretario generale, nonché neo presidente di Confcooperative? È qualche giorno prima di Natale. Il sentimento religioso oggi appare affievolito, le luminarie sembrano (e forse lo sono) meno scintillanti, le tredicesime più magre. Già, le tredicesime… Fino a poco tempo fa un lusso per rallegrare le nostre case con pacchi dono, oggi sono attese da molti con ansia per onorare scadenze e tasse. Già, scadenze e tasse…. Assorto in questi pensieri stringo la mano a chi forse sarà in grado di suggerirmi qualche importante spunto di riflessione, avendo dedicato la propria vita al mondo della cooperazione.

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Buongiorno dottor Menni, sono qui per… «Per carità diamoci del tu, piacere Marco». Ottimo inizio.

Allora Marco, come hai visto evolversi in questi anni l’attività delle Acli, in relazione ai mutamenti sociali in atto? «Si è trasformato progressivamente l’approccio al mondo del lavoro. Un tempo grazie alla nostra cooperativa “G. Agazzi”, che opera nel settore della ristorazione, assumevamo giovani donne le quali, dopo aver acquisito le competenze necessarie, trovavano collocazione in aziende esterne. Così si favoriva anche un continuo ricambio nella cooperativa stessa e si dava la possibilità ad altre di fare un identico percorso. Ora questo processo si è interrotto e chi entra nella cooperativa ci rimane, perché altrove le


opportunità di lavoro scarseggiano e soprattutto i diritti sono poco tutelati. In campo previdenziale e socio-assistenziale gli enti istituzionali sono in difficoltà e indirizzano sempre più spesso gli utenti alle Acli. Questo per noi comporta una crescente richiesta di servizi che male si accompagna al continuo taglio di fondi che stiamo subendo (30% nell’ultimo triennio). Gli sportelli immigrati stanno chiudendo uno dopo l’altro. La situazione è allarmante. Per fortuna beneficiamo di un preziosissimo aiuto da parte dei nostri 150 volontari per i quali abbiamo previsto, oltre alla consueta formazione di base necessaria per essere dichiarato promotore sociale, dei percorsi di formazione specifici rivolti ai nuovi bisogni». Il canovaccio delle domande preparate lascia il posto a una conversazione amichevole. Il mio interlocutore si accalora, si alza e cammina su e giù per l’ufficio mostrando, anche con il linguaggio del corpo, quanto queste problematiche lo tocchino profondamente, coinvolgendo per intero le sue giornate.

Quali sono le situazioni più preoccupanti per le famiglie di oggi? «Registriamo un aumento consistente dell’utenza giovane. Le famiglie in difficoltà si presentano manifestando una comprensibile sfiducia. Si sentono abbandonate. Il problema del lavoro sta minando la tranquillità di troppe famiglie e mentre nel caso della disoccupazione giovanile colpisce in egual misura entrambi i sessi, nel caso della perdita del posto di lavoro colpisce soprattutto le donne. Nel 2012 si sono persi 13 mila posti di lavoro a Brescia, quasi tutti femminili. Altro grande problema è quello della casa. Nel 2012 la popolazione della sola città di Brescia è stata colpita da 700 sfratti esecutivi per morosità incolpevole (per impossibilità, non per mancanza di volontà). Il dato esteso a tutta la provincia parla di 1300 casi. E vogliamo parlare della disabilità? Oggi è diventata una vulnerabilità non più solo fisica, ma che coinvolge anziani, giovani, disoccupati. Un tempo la società era in grado di rispondere ai bisogni con dei diritti. Oggi sono aumentati i bisogni, ma i diritti sono divenuti spesso inesigibili. Per affrontare tutto ciò dobbiamo costruire compartecipazione e solidarietà».

Uno sguardo sul futuro: cosa si può fare di nuovo e quali nuovi soggetti possono intervenire per affrontare questi problemi? «Non servono nuovi soggetti. Mancano semmai interrelazioni più efficaci. Le crisi da sempre provocano isolamento, poi rabbia e infine solidarietà. Oggi siamo ancora nella fase di isolamento,

CONVENZIONE ACLI-CASSA PADANA ANNO 2013

L’

Associazione Acli, che vanta una storia pluridecennale di solidarietà e di promozione sociale e Cassa Padana, da sempre molto attenta alle esigenze della collettività in cui opera, uniscono le proprie competenze per offrire ai soci e clienti della banca una gamma di servizi a sostegno delle famiglie.

SERVIZI OFFERTI 1. 2. 3. 4. 5. 6.

ervizio contratti di locazione S Servizio successioni Servizio pensioni di reversibilità Servizio colf / badanti Servizio intermediazione domanda / offerta per figure di colf / badanti Servizio ISE / ISEE / bonus

DOVE Gli incaricati Acli saranno presenti, preferibilmente su appuntamento, nelle seguenti filiali Cassa Padana: Leno Centro Via Dante 4/6 – 25024 Leno (Bs) – tel.030.9040600 Brescia Valle Camonica Via Valle Camonica 12/h – 25127 Brescia – tel. 030.320969 Esine Via Pittore Nodari 7/b – 25040 Esine (Bs) – tel.0364.360616 Gardone Val Trompia Via Mazzini 1 - 25063 Gardone Val Trompia (Bs) – tel. 030.8913311

PRENOTAZIONI Ufficio Soci – tel. 030.9040270 – 030.9040295 e-mail: soci@cassapadana.it

info In tutte le filiali Cassa Padana Bcc della provincia di Brescia o sul sito www.cassapadana.it

con timide reazioni di solidarietà. Prima che tutto degeneri in rabbia o, peggio ancora, in fatalismo abbiamo bisogno di reti, corresponsabilità, tavoli, concertazioni».

Credi che la cooperazione sia l’unica via possibile? «Non mi sento di dire l’unica via, però sinceramente non ne vedo molte altre». Una stretta di mano, un ringraziamento sentito. Esco con qualche certezza in meno, qualche dubbio in più, ma con la convinzione che le risposte sempre più attuali, per affrontare le crisi della società di oggi e probabilmente di domani, siano solidarietà e cooperazione. ● 5


I n ostri pro g e tti A CREMONA

il torchio ritrovato

di Barbara Ponzoni | barbara.ponzoni@cassapadana.it

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l museo del lino di Pescarolo è stato avviato il restauro di un torcitoio per il baco da seta che risale ai primi dell’800. Devono certamente aver sgranato gli occhi gli amici dell’associazione del Museo del Lino quando si sono imbattuti, in una soffitta di Isola Dovarese, in questo antico torchio. Certo, era malconcio, ma la sua importanza fu subito inequivocabile: davanti ai loro occhi c’era il pezzo mancante della collezione sul baco da seta del museo, un attrezzo unico, non presente in nessun museo etnografico italiano. Proprio grazie alla donazione di questo antico cimelio dell’800, il museo del lino si riconferma un’eccellenza nel panorama museale italiano. Il restauro, avviato qualche settimana fa, è possibile grazie a Cassa Padana, unitamente a un cospicuo contributo della Regione Lombardia. Un altro torcitoio, ma a livello industriale, quindi a tre piani, è presente nel museo di Abbadia Lariana, in provincia di Lecco, ed è stato visitato qualche tempo fa dai responsabili del museo di Pescarolo. Grazie allo studio di questo reperto è stato possibile riconoscere immediatamente le potenzialità dello strano strumento rinvenuto a Isola Dovarese. Il lavoro, appena iniziato, sarà lungo e minuzioso. Il progetto del restauro è stato affidato a Flavio Crippa, il più noto e titolato studioso di macchine tessili in Italia, già prezioso collaboratore per il recupero dei due filandini presenti a Pescarolo. Ora, con l’insostituibile aiuto dei volontari del museo, il torcitoio è stato smontato, fotografato e racchiuso in grossi teli cerati per poter essere liberato dai tarli. Il passo successivo sarà la ricostruzione al tornio dei pezzi mancanti.

L’obiettivo è quello di un restauro funzionale oltre che conservativo. Vale a dire che alla fine degli interventi questa macchina sarà perfettamente funzionante, come d’altra parte tutti i pezzi presenti al museo del lino. Questa è una scelta specifica perché, nell’idea dell’associazione del Museo del Lino, non si può capire a fondo e poter dire di aver restaurato completamente un oggetto se questo non viene messo in moto e utilizzato. Esistono a questo proposito due scuole di pensiero, quella del restauro funzionale opposta a quella del restauro meramente conservativo, teorie oggetto di un convegno molto partecipato che si è tenuto al museo di Pescarolo nel 2011. I lavori di restauro dovrebbero terminare questa primavera, anche perché ci sono dei precisi accordi con la Regione e la Sovrintendenza delle Belle Arti. ●

il museo del lino di Pescarolo

I

l museo del lino a Pescarolo è una delle realtà più attive e conosciute del territorio Nato negli anni ’70 sotto forma di associazione fa parte oggi della rete dei musei etnografici lombardi. Le sezioni più significative sono rappresentate dalla raccolta di attrezzi – dalla semina alla tessitura – per la lavorazione artigianale del lino e dalla sezione tessuti che, con oltre duemila manufatti (dal XVIII secolo ai primi anni del XX), prevalentemente in lino e per la quasi tota-

lità prodotti dalla cultura padana, testimonia l’importanza della coltivazione del lino nell’economia del mondo contadino. Il museo espone anche sezioni che riguardano la coltura del baco da seta e oggetti di uso quotidiano. Qualche curiosità? Fra gli elementi di maggior fascino ci sono le espressioni di augurio, che appaiono spesso su finte, federe, salviette. Poiché molto spesso le ricamatrici erano analfabete questo era uno dei rari rapporti con la parola scritta.

info Museo del Lino Via Mazzini 73, Pescarolo (CR) museodellino@gmail.com 0372 836193 (Biblioteca-Centro Culturale) www.popolis.it/museodellino Orari: 9-12.30 e 14.30-17.30 Lunedì e festivi chiuso; visite di gruppo su prenotazione

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I n ostri pro g e tti a VERONA

Economia del vino, passione per la terra

“Il vino ha sempre qualcosa da raccontare. Chi lo beve si informa sulla zona di produzione e sulla sua storia. Vuole aver coscienza del prodotto che acquista e di tutti i valori che questo ingloba. È così che la cultura del vino produce benessere e reddito”.

Tra Verona e i Monti Lessini, tra l’Adige e il Fratta di Laura Simoncelli | laura.simoncelli@popolis.it

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oave, Durello, Arcole e Merlara. Quattro consorzi veneti uniti per tutelare un prodotto come il vino e competere da protagonisti sul mercato nazionale e internazionale. Tra le novità del decreto 61/2010 che regola le competenze dei consorzi c’è la nuova e importante missione di difesa e promozione della denominazione di origine. “Ogni valore enogastronomico condiviso necessita di essere tutelato”, spiega Aldo Lorenzoni, direttore del Consorzio tutela vini Soave e capofila degli altri tre distretti veneti. “Il vino, prodotto autoctono, è un patrimonio comune e non appartiene solo a certe aziende o imprese. Ecco perché i quattro consorzi affiliati sono, a oggi, le prime realtà in Italia a svolgere un’attività erga omnes, cioè di custodia e gestione della denominazione di tutti i produttori di vino, connessi o meno al consorzio. Una rappresentatività fondamentale che intende offrire un servizio alle imprese ad ampio raggio, grazie alla presenza di un organo collettivo, il Consorzio Tutela dei vini Soave e Recioto di Soave, che faccia da sintesi per quei valori di unicità del prodotto e del territorio”. La denominazione, infatti, è frutto di un contesto culturale che ingloba valenze connesse non soltanto alla qualità

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intrinseca del prodotto finale, ma anche a quella evocata dalle metodologie produttive che uniscono tradizione e innovazione e al contesto storico-culturale dal quale il vino trae origine, come la storia, l’arte e l’identità locale, contribuendo - in un orizzonte di economia globalizzata - alla ricomposizione tra cibo e territorio, fattore che incide pro-

info www.ilsoave.com www.arcoledoc.com www.montilessini.com www.ilmerlara.com

fondamente anche sul sistema dell’ospitalità e dell’industria del turismo. Il vino si rivolge al mercato globale, qualificandosi come elemento strategico per la promozione del Paese, vero ambasciatore del territorio. Comunicare al consumatore, anche straniero, il legame tra vitigno e suolo è tra le strategie di marketing fondamentali per conferire alle aziende vitivinicole quell’immagine di prestigio che poi si declina nella denominazione di origine controllata, nell’identificazione geografica del prodotto, nella confezione, nella marca e riconoscibilità dell’azienda produttrice. A confermare come questa sia la strategia vincente ci sono i numeri, che nel 2012 registrano 7000 ettari di vigneto destinato al Soave, con 3000 produttori d’uva, 150 aziende imbottigliatrici, 60 milioni di bottiglie e 200 milioni di euro di fatturato. Per i Lessini Durello gli ettari sono 600 e oltre 1500 le imprese per la produzione del Doc Arcole e Merlara, vasto complesso che comprende molti comuni della pianura veronese e padana. Un sistema produttivo complesso che funziona anche grazie alle strette sinergie che i consorzi hanno saputo creare, collaborando con le organizzazioni del turismo locale e della gastronomia, come Slow Food, Città del Vino, enti locali, Camera di commercio e attori attenti al territorio. Fra questi c’è anche Cassa Padana. Con la Bcc si è stretta una fruttuosa collaborazione per cui i distretti promuovono, all’interno di eventi organizzati dalla Cassa, i propri prodotti e abbinamenti. Tra questi eventi c’è il ciclo di incontri tenuto lo scorso autunno a Legnago, “Finchè l’Italia va”, conclusi con rinfreschi e buffet offerti dai consorzi. “Questa collaborazione proseguirà nel 2013 con altri eventi che vedranno tra i protagonisti i prodotti dei vari consorzi” conferma Gabriele Meneghello, capo area banca veneta di Cassa Padana. “Il vino ha sempre qualcosa da raccontare” – aggiunge Lorenzoni –“e chi lo beve, sempre più spesso, si informa sulla zona di produzione, sulla sua storia, per aver coscienza del prodotto che acquista e di tutti i valori che questo ingloba. Ecco in che modo la cultura del vino produce benessere e reddito”. ● 9


I n ostri pro g e tti a BRESCIA

I nonni di Gottolengo, un anno dopo A pieno ritmo l’attività della comunità per anziani aperta nel febbraio 2012. Da qualche mese c’è anche un servizio di animazione che sta ravvivando le giornate e che ha prodotto un giornalino interamente realizzato dagli ospiti. È stata attivata anche la mensa interna che dovrebbe migliorare la qualità dei pasti degli ospiti, trasformando la Villa in una casa piena di profumi e aromi tipici di un focolare domestico.

di Ildebrando Roverselli e Benedetta Cherubini 10

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a qualche anno il nostro Paese è aggredito, nell’ambito della più grande crisi economica mondiale dal dopoguerra ad oggi, da una recessione che incide fortemente sui livelli di assistenza delle persone più fragili come gli anziani. La necessità di riduzione della spesa pubblica, soprattutto se accompagnata da una frettolosa politica di tagli lineari, costringe le istituzioni pubbliche locali, Comuni e Asl, a ridurre le erogazioni a sostegno dei servizi sociali, in particolari quelli residenziali. Partendo da una riflessione attenta su questo panorama di criticità difficilmente superabile con gli strumenti tradizionali, la Cassa Padana, in coerente adesione alle proprie finalità statutarie, ha accolto l’invito della Asl di Brescia di promuovere a Gottolengo, nell’area della


bassa bresciana, un servizio residenziale innovativo per anziani parzialmente autosufficienti. Per queste persone, per le quali non è possibile immaginare la permanenza nella propria casa, a causa di uno stato di fragilità non sostenibile con i normali servizi infermieristico-assistenziali diurni, né risulterebbe appropriato un ricovero presso enti come RSA dedicati all’assistenza di anziani gravemente non autosufficienti, Cassa Padana ha messo a disposizione una casa padronale in Gottolengo, appunto Villa Giuseppina, affidandone la gestione alla Cooperativa sociale Genesi di Rodengo Saiano. Si è così realizzata una sinergia tra realtà del privato sociale no-profit, che può costituire a buon diritto un modello di collaborazione con le istituzioni pubbliche deputate all’assistenza e al sostegno delle persone in difficoltà sui più

diversi piani assistenziali, socio-sanitari e sanitari. Dopo la firma dei protocolli previsti tra tutte le realtà private e pubbliche interessate al nuovo servizio - ASL provinciale e Distretto, assemblea dei sindaci dei 20 Comuni della Bassa bresciana centrale, Cassa Padana, Cooperativa Genesi - esattamente un anno fa è iniziata l’attività con l’accoglienza dei primi ospiti. Un inizio difficile e impegnativo, dovuto alla necessità di conoscere e farsi conoscere in un contesto sociale e culturale diverso dalla Franciacorta, dove la Genesi opera da anni, ma al contempo costruttivo e stimolante, che ha permesso di incontrare realtà ben radicate nel territorio con le quali è, fin da subito, iniziata una proficua collaborazione. Come quella della Croce Bianca di Leno che fino a novembre 2012 ha garantito una

qualificata sorveglianza notturna, attraverso l’impegno di volontari che hanno instaurato relazioni amicali con i nostri nonni, in un ambiente domestico e familiare; dell’associazione pensionati di Gottolengo che ha permesso di garantire, sollevando al contempo le famiglie, i trasporti necessari per visite specialistiche, esami ematochimici e approfondimenti diagnostici prescritti dai medici di base; della Fondazione Dominato Leonense con cui si è iniziato da poco un percorso per aprire Villa Giuseppina alla comunità locale, attraverso la promozione di iniziative culturali quali presentazioni di libri, rappresentazioni teatrali o musicali. Oggi, trascorso un anno dall’apertura, possiamo dire di essere in piena occupazione, soddisfatti di quanto abbiamo fatto fin qui, ma altrettanto consapevoli che non debba mai mancare l’impegno per un continuo miglioramento del servizio. Per questo è stato introdotto da alcuni mesi il servizio di animazione che sta ravvivando le giornate all’interno della Villa e che ha prodotto, tra i tanti lavoretti, anche la pubblicazione di un giornalino interamente realizzato dai nonni. È, inoltre, in fase di sistemazione l’area verde esterna per rendere il giardino della Villa più accogliente e soprattutto vivibile in totale sicurezza dai nostri ospiti e dalle loro famiglie. Questo febbraio è stata attivata anche la mensa interna che dovrebbe migliorare la qualità dei pasti degli ospiti, trasformando la Villa in una casa piena di profumi e aromi tipici di un focolare domestico. È d’obbligo un ringraziamento a quanti hanno creduto in questo progetto, al personale che con amorevole impegno si sta dedicando alla cura ed al benessere psicofisico degli ospiti ed ai familiari che stanno dimostrando grande fiducia. Tutto questo è uno stimolo forte a proseguire e a fare sempre meglio. ● 11


I n ostri pro g e tti a br e scia

Ribelli per amore 1943-2013:

70 anni di Fiamme Verdi

Il prossimo settembre un ricco calendario di eventi farà rivivere i primi 70 anni dell’associazione camuna. E nell’ex Polveriera di Sonico nascerà ‘La Casa della Memoria’, un progetto fortemente voluto dal territorio locale cui partecipa anche Cassa Padana. Testo e immagini di Stefano Sandrinelli

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luglio 1943: Re Vittorio Emanuele esonera Benito Mussolini dall’incarico di capo del governo e lo manda al confino in Abruzzo. Il maresciallo Badoglio assume su di sé le cariche del “duce”. Il popolo esulta ma la guerra continua! È l’8 settembre 1943 quando il Re e Badoglio firmano l’armistizio con gli anglo-americani e fuggono da Roma per Brindisi, lasciando l’Italia in balia delle rappresaglie dei nazisti che occuparono militarmente il Paese. Nel novembre di quell’anno il capo militare della Repubblica di Salò, per ricostituire l’esercito fascista, chiama alle armi circa 180mila giovani. Pochi si presentano. Molti preferiscono disertare e rifugiarsi in montagna. Come nacque la Resistenza in Valle Camonica? Il capo morale delle Fiamme Verdi – don Carlo Comensoli, parroco di Cividate Camuno, autore di un celebre diario – così descrive i primi giorni di settembre 1943: «Ad un certo punto mi sono visto oberato dalla gente che veniva: i più erano i nostri soldati che scappavano dalle frontiere, dalle caserme e venivano in canonica. Dove dovevano andare? Sior arcipret, cosa dice lei: dov’è che dobbiamo andare noi?? … Allora presi Luigi Ercoli, un giovane geometra di Bienno, molto buono, capo degli studenti cattolici e gli dissi: “Fammi un piacere, va’ a Brescia, cerca qualcuno che venga su ad insegnarci e a darci una mano … Va alla Pace, se c’è qualcosa che si può fare contro i tedeschi ed i fascisti


info Associazione Fiamme Verdi alta Valle Camonica Ezio Gulberti 348 8074188

saranno loro a dirtelo o sapranno dove mandarti”. Ercoli venne a Brescia e lì incontrò padre Manziana … La sera dopo capitò a casa mia il tenente Ragnoli. … Ci siamo salutati, siamo andati a tavola, ci siamo messi a mangiare e parlare. Eravamo così ingenui che in mezz’ora avevamo vinto la guerra, smascherato tutti, messo a posto i nostri ribelli!… Così nacque la Resistenza in Valle Camonica!!!». Il capitano Romolo Ragnoli, che durante la campagna di Russia aveva maturato l’opposizione al fascismo e al nazismo, arriva alla canonica di Cividate il 5 novembre: sarà lì che si insedierà il comando delle Fiamme Verdi Camune. Accanto ai partigiani combattenti fanno la loro comparsa anche ‘le staffette’ che recapitano i primi ordini, trasportano armi, smistano la stampa clandestina (“Il Ribelle”) e accompagnano i prigionieri alleati fuggiti dai campi di concentramento nazifascisti verso la libertà in Svizzera. La maggior parte delle ‘staffette’ sono donne. Alcuni gruppi purtroppo non adottarono la disciplina militare del Comandante Ragnoli e si mossero con imprudenza. Fu così che l’8 dicembre 1943 a Prato Lungo (Angolo Terme) forze soverchianti di fascisti e tedeschi, guidate da due spie di Darfo, circondarono e attaccarono il gruppo di ribelli comandati dal tenente colonnello Ferruccio Lorenzini, decorato con medaglia d’argento nella guerra di Libia e medaglia di bronzo nella prima guerra mondiale. Un grande uomo che, a 58 anni, aveva scelto di stare dalla parte di chi combatteva la barbarie dei nazifascisti per il riscatto morale dell’Italia. I morti saranno cinque: tre russi, un francese e un italiano. Tutti vennero anche orrendamente seviziati. Il colonnello e altri 19 ribelli furono catturati e tra percosse, sputi e insolenze – in particolare da parte delle donne fasciste – vennero esibiti per le strade di Darfo. La Resistenza camuna terminerà solo il 2 maggio1945 con la seconda battaglia del Mortirolo e vedrà prima il passaggio alla canonica di Cividate di nobili figure quali Teresio Olivelli (autore della preghiera del ribelle, morto di fame e botte nel campo di eliminazione di Hersbruck, medaglia d’oro al valore) e del comandante generale Masini (Fiori), poi la fine del leggendario comandante Giacomo Cappellini (fucilato a Brescia il 24 marzo, medaglia d’oro al valore) e infine l’arresto di Don Carlo Comensoli (il 25 marzo) con spostamento del comando alla canonica di Lozio. Il 18 novembre 1945, sul colle del Barberino di Cividate Camuno, verrà inaugurato il sacrario con l’albo della gloria delle Fiamme Verdi “ribelli per amore”, caduti per la libertà. In occasione dei settant’anni del Gruppo Fiamme Verdi di Valle Camonica, da settembre prenderà il via un ricco calendario di eventi per rivivere questi momenti di storia. E nell’edificio dell’ex Polveriera di Sonico nascerà ‘La Casa della Memoria’, che riunirà in un’unica sede le testimonianze del secondo conflitto mondiale. Un corposo progetto – fortemente voluto dal territorio locale – i cui primi interventi di riqualificazione, previsti per la primavera, avranno bisogno del sostegno di tanti e per cui la Cassa Padana curerà una campagna di informazione e sensibilizzazione ai soci. ● 13


I n ostri pro g e tti a br e scia

Se l’arte salva l’ambiente Incontro con l’artista cinese Zhu Renmin

di Valerio Gardoni | valerio.gardoni@popolis.it

Il maestro Zhu Renmin e il presidente di Cassa Padana, Vittorio Biemmi, hanno sottoscritto un accordo decennale di collaborazione. La mostra di Brescia resterà aperta fino a maggio. Dall’11 maggio le opere saranno trasferite in quella che diventerà la loro sede italiana permanente: Palazzo Bernini a Verona.

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o incontrato il maestro Zhu Renmin all’inaugurazione della mostra ospitata nella filiale Cassa Padana di via Valle Camonica a Brescia. L’artista ha paralizzato l’emozione del pubblico raccontando quella filosofia di vita, tra arte e natura, che accompagna da sempre la sua personale espressione artistica. La vita del maestro incarna l’espressione compiuta dell’arte del grande paese orientale, una visione moderna maturata sull’eredità degli antenati, cresciuta in una concezione ampia del rapporto tra uomo, spiritualità e natura. Seppur attuale, rivendica l’ancestrale e indissolubile rapporto delle grandi forze, tangi-

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bili e spirituali, che governano il mondo. Ne è cosciente Zhu Renmin: il concetto “salvare l’ecologia attraverso l’arte” non è solo uno slogan, bensì l’utopia che si concretizza e prende forma dalla tela. Dal colore dipinto su carta si materializza in realtà, in esempio che diviene modello per un rinnovato rapporto con la natura. In Cina, Zhu Renmin è uno dei personaggi più conosciuti, la sua popolarità è scaturita dalla caparbia ostinazione nel credere e dimostrare che l’arte è la porta per il futuro. Stupisce del maestro la sua incredibile vita, nell’aver trasformato l’utopia in realtà e soprattutto aperta a tutti. Per realizzare il sogno servono

risorse, Zhu Renmin le ha ottenute con l’arte; dipinti e sculture, oggi quotate a livello mondiale, che gli hanno permesso di trasformare un’isola disabitata nella più grande opera d’arte in mezzo al mare del mondo, che oggi ospita un villaggio degli artisti, i giovani con grandi sogni artistici ma con poche possibilità economiche, e tutti coloro che credono in un futuro attraverso l’arte. La città perfetta per un mondo perfetto che non si sottrae dalla realtà quotidiana, come sta scritto sul cartello che accoglie i visitatori dell’isola: “Aperta a tutti, per sempre”. In sei anni ha trasformato 13 mila acri di deserto in un’oasi naturale che


Pomeriggi di lettura alla biblioteca Richeriana di Daniela Iazzi daniela.iazzi@fondazionedominatoleonense.it

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oggi è sì meta turistica, ma è divenuta, negli ultimi tempi, un importante punto di sosta degli uccelli nelle grandi migrazioni. Aperta a tutti, uomini e animali per sempre. Ha poco più di 60 anni Zhu Renmin, ma la sua vita sembra lunga secoli dall’ampiezza della sua attività. È l’unico ad avere un museo d’arte in Cina presso il World Expo di Shanghai. Fa anche architettura: ha restaurato il famoso gran canale del Shengli River, che giaceva in pessime condizioni di degrado. Lo ha trasformato in un esempio di recupero naturalistico-architettonico, partendo da un dipinto lungo 30 metri e presentato ai funzionari comunali. Ha risanato una scogliera distrutta dall’uomo, seguendo

le forme delle rocce. Ha dipinto il Potala Palace, rimembrando il grande palazzo di Lasha. Il maestro Zhu Renmin non si ferma mai. Sogna sempre nuovi progetti, rimugina nuove utopie, nuove idee da dipingere. Da dove provenga la sua energia è un mistero che stupisce lui stesso: “Dormo, sogno, mi sveglio e dipingo il sogno” ripete quasi turbato nell’animo da questo sortilegio. ●

info La mostra di Brescia è aperta al pubblico fino a maggio. Orari: dal lunedì al venerdì, 8-13 e 14.30-17 030-9038463 - 030-320969 info@fondazionedominatoleonense.it

roseguono gli incontri letterali alla biblioteca Richeriana del Dominato Leonense, aperta pochi mesi fa in Villa Badia a Leno. Il prossimo appuntamento sarà nel giorno della ricorrenza di San Valentino, giovedì 14 febbraio. La scrittrice Maria Rosaria Di Domenico sarà ospite a Leno per presentare il suo ultimo libro: “L’aquila e la colomba”. Un romanzo storico che racconta le vicende personali di Anna e Michele, due sposi la cui storia è intrecciata alla storia d’Italia. Il romanzo è infatti ambientato in un momento di grande fermento per il nostro paese, il Risorgimento, che rappresenta l’inizio del riscatto civile e politico dall’oppressione straniera. L’incontro successivo sarà in occasione della festa del papà, martedì 19 marzo. La lenese Anna Maria Boselli Santoni ci parlerà del suo libro: “Forse là, dove danzano i girasoli”. Omaggio letterario alla memoria del padre mai incontrato, inghiottito dal freddo della campagna di Russia durante la seconda guerra mondiale. Questo libro ci parla dell’amore di una giovane coppia spazzato via dalla guerra. Uno spaccato della realtà contadina di inizio ‘900, che racconta di un intero paese, Leno, anche grazie al dialetto e ai riferimenti alla vita quotidiana. Gli incontri sono aperti a tutti. L’iscrizione alla biblioteca Richeriana è gratuita. Info: 030-9038463.

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I n ostri pro g e tti a br e scia

Occhi al cielo

A Leno, un musical ispirato alla vita del Beato Innocenzo da Berzo di Daniela Iazzi | daniela.iazzi@fondazionedominatoleonense.it

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Occhi al cielo Musical prodotto dal Gruppo Musical di Berzo Inferiore Sabato 9 marzo, ore 21 Teatro dell’Oratorio via Re Desiderio 35, Leno (Brescia) Ingresso Libero Info 030 9038463

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Berzo, piccolo paese adagiato sulle montagne della Valle Camonica, a metà dell’Ottocento visse un sacerdote e frate di grande carisma. Un uomo che, grazie alle sue gesta e ai fenomeni mistici di cui è stato investito, era già venerato in vita. Innocenzo, questo il nome scelto una volta presi i voti, non visse sempre a Berzo. Ebbe incarichi importanti in tutta la provincia. Tuttavia si firmò sempre Innocenzo da Berzo. Per questo suo profondo legame con la terra natia, fu sepolto proprio a Berzo, ora meta di devozione e pellegrinaggi. Fu proclamato Beato nel 1961. Per ricordarlo, il Gruppo Musical di Berzo inferiore ha realizzato lo spettacolo “Occhi al cielo”, una rappresentazione inedita che vuole raccontare la vita del Beato, attraverso i momenti di vita quotidiana e le persone semplici, proprio come Giacomo, personaggio di fantasia, che diventa il narratore delle gesta di Innocenzo. Sabato 9 marzo, grazie alla collaborazione di Cassa Padana, sarà possibile assistere alla replica dello spettacolo al teatro dell’oratorio San Luigi di Leno, gentilmente messo a disposizione dalla parrocchia. Uno spettacolo intenso e coinvolgente rivolto a tutti: infatti, contemporaneamente e in parallelo alla parte storica, si snoda il racconto scenico della vita di una famiglia odierna. Marco, ragazzo adolescente, attraverso la scoperta e la lettura del diario di Giacomo, l’amico del Beato, compie un viaggio al centro delle sue giornate e dei sui pensieri più intimi. Con lui, saranno trascinati in questo viaggio i genitori Carlo e Luisa e la sua ragazza Sara. Contribuiranno a dare forza a queste esperienze altri personaggi, fra cui un giovane sacerdote ed una giovane suora. La sceneggiatura, le musiche, i canti, le coreografie e i costumi sono originali, scelti e ideati per rendere omaggio al nostro all’umile Beato. La sceneggiatura, inedita, e la regia sono di Patrizia Comensoli. Le canzoni sono scritte e musicate dal cantautore Silvano Mazzoli e le danze sono curate dalla coreografa Angela Bettoni. Presenta con passione lo spettacolo Ambrogio Minini. ●


I n ostri pro g e tti n e l mo n d o

Paraguay, è nata Cemecoop di Elisabetta Berto | elisabetta.berto@cassapadana.it

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a solita Asunción deserta, i soliti 40 gradi sfiorati. È il 16 dicembre, quasi la fine del mondo e in Paraguay nasce una nuova istituzione. Ci riuniamo, come sempre oramai, nella sede della cooperativa Medalla Milagrosa, una delle più grandi del paese, che ci presta un suo locale e i preziosissimi ventilatori, per rendere confortevole un momento solenne. Si presentano all’appello otto della ventina di cooperative che, più di due anni fa, si erano lasciate solleticare dall’originale idea di creare una propria Central. Tra le nostre conoscenti c’è la cooperativa Próceres de mayo, il cui Presidente, Dionicio Cardozo, è uno degli artefici del progetto; Coopejuips, la cooperativa dei pensionati; Santo Domingo Limitada, quella che ci ricevette all’ombra di un mango; infine la cooperativa Natividad del Señor. Ad esse si aggiungono la Club Centenario, Agua Viva, Madrigal e Coopdesur. Tutte queste cooperative e quelle a cui è aperta la partecipazione alla neo-costituita Central sono classificate di tipo B, C o D dall’Incoop, l’Istituto Nazionale del Cooperativismo che si occupa della loro supervisione nel paese sudamericano. Ciò significa che sono le istituzioni che nel loro settore hanno un volume minore di attivi. La Central costituita è un’entità di secondo livello che ha indipendenza giuridica ed economica e si pone l’obiettivo di fornire servizi di vario tipo alle socie, in primis quello del loro finanziamento. Succede infatti in Paraguay che le cooperative di piccole e medie dimensioni, come quelle in oggetto, trovino molto difficile finanziarsi presso altre istituzioni finanziarie. A loro non resta altra scelta, quindi, che mettere in comunione la liquidità di ognuna, perché venga usata a beneficio di chi se ne trova a corto. Il modello è quello della più nostrana Cgm Finance. Le elezioni del CdA e del collegio sindacale sono concluse e i giochi sono fatti. Restano proprio solo pochi minuti per la firma di un accordo con Cassa Padana, che si impegna a sostenere parte dei costi amministrativi dell’istituzione e a fornire assistenza tecnica. Arrivano poi i ringraziamenti, soprattutto a Dio, presente nel luogo in quel momento. Poi l’assemblea si scioglie e si passa alle empanadas e alla sopa paraguaya, preludio dell’immancabile asado. ●

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NE L T E R R I T O R I O

Busseto in maschera di Valentina Bragazzi | valentina.bragazzi@popolis.it

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l Gran Carnevale di Busseto, nel parmense, il 27 gennaio ha compiuto 132 anni e pur mantenendo la tradizione è pronto, come a ogni edizione, a stupire con qualcosa di nuovo. Uno spettacolo unico che nelle domeniche 27 gennaio, 3 10 - 17 febbraio riempirà di gioia, allegria, musica, colori e magia il centro storico del paese nella bassa parmense. Dalle 14,30 saranno i grandi carri in cartapesta a farla da padrona, sfileranno per le vie del centro animati da danze e coreografie bellissime. Ad ogni sfilata si alterneranno gruppi musicali, scuole di ballo, majorettes, bande folkloristiche e cortei storici provenienti da pro-

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vince e regioni limitrofe, senza tralasciare il tipico lancio dei coriandoli, una battaglia di colori che riempie le strade del paese di “soffice” allegria. Ogni anno vengono variati i temi ai quali si ispirano gli artisti dei carri, per regalare sempre nuove emozioni ai visitatori: si parte dal domatore di tigri, al teatro dei burattini, al dragone cinese, per passare ai viaggi nello spazio. La tematica di quest’anno rimane un segreto, svelato solo a chi parteciperà all’evento. Una delle particolarità del Carnevale di Busseto è sicuramente rappresentata dai “soggetti speciali”, ossia mezzi improvvisati allestiti

con le più improbabili invenzioni, per stupire e far divertire il pubblico. Una giuria, scelta fra il pubblico, ogni domenica giudicherà il carro vincitore e il soggetto speciale più bello. L’ultima domenica di festa si svolgeranno le attese premiazioni. Nella piazza di Busseto, il 3 e il 10 febbraio, si potrà curiosare a “Coriandolando” il mercatino del fai da te, mentre in Viale Pallavicino, il 10 febbraio, ci sarà il Trovatore, mercato dell’antiquariato. Per tutti gli sportivi, il 17 febbraio si tiene la “Strabusseto in Maschera”, gara podistica competitiva e non, organizzata dal gruppo sportivo pubblica assistenza. (info:

Marilena Dioni, 3392207775) Il 2013 è l’anno del bicentenario della nascita del grande “Cigno di Busseto” Giuseppe Verdi, nato proprio a Roncole Verdi, frazione di Busseto. Tante sono quindi le proposte collaterali al carnevale, organizzate per visitare i luoghi di origine del maestro. Dalla casa dove è nato, a Villa Sant’Agata dove è vissuto, dal museo nazionale Verdi, al salone Barezzi e al teatro Verdi. (info: www.bussetolive.com) Il Gran Carnevale di Busseto è organizzato dall’associazione di volontariato “Amici della Cartapesta”, con il patrocinio del Comune di Busseto e la Pro Loco. ●


Dove c’è carnevale c’è festa Castelnovo di Sotto (Reggio Emilia) La festa del Castlein è il carnevale più importante della provincia. Il 27 gennaio, 3, 10 e 17 febbraio, appuntamento con le tradizionali sfilate di carri mascherati, mascherate singole e gruppi mascherati. Il “Castlein” è la maschera simbolo del carnevale di Castelnovo di Sotto. Info: www.alcastlein.it Cento (Ferrara) Cento Carnevale d’Europa 2013 . Il 10, 17, 24 febbraio e il 3 marzo quattro intense domeniche per vivere la grande kermesse nella quale ammirare i coloratissimi carri allegorici in cartapesta, che sfilano con più di 500 figuranti in costumi variopinti, tra le vie e i portici seicenteschi della città, coinvolgendo il pubblico in un’atmosfera allegra e festosa. Famosi testimonial, attrazioni

internazionali, divertimenti, lancio di regali e gadget, spettacoli e sorprese completano la festa del Carnevale centese. Info: www.carnevalecento. com/ Pescarolo (Cremona) Tradizionale falò di chiusura del carnevale in cui una rovere sarà bruciata in piazza, al rintocco delle campane alle 8 della sera. Il 20 febbraio l’appuntamento è in Piazza Garibaldi a Pescarolo per uno spettacolo unico. Info: Comune Pescarolo, tel. 0372836012 Castel Goffredo (Mantova) Festa, danze, sfilate dei Carri Allegorici e gnocchi a volontà per tutti, in onore di Re Gnocco LX di Castel Goffredo il 10 febbraio. Info: www. prolococastelgoffredo.com

Bagolino (Brescia) Nelle piazze e nelle strade del paese i protagonisti sono i Balarì, ballerini e suonatori di violino riconoscibili dal costume tipico e dal tradizionale cappello di feltro, accompagnati dai Maschér, locali maschere grottesche che si muovono in maniera disordinata tra la folla prendendo di mira le persone che vogliono canzonare. Appuntamento il 10, 11 e 12 febbraio. Info: Proloco tel. 0365 99904 Carpenedolo (Brescia) Il 9 febbraio al Gran Carnevale Carpenedolese, giunto alla sua 55° edizione, oltre alla tipica sfilata di carri, i protagonisti potranno ammirare giochi come la scalata della cuccagna e degustare gnocchi, frittelle e vino distribuito a tutti i partecipanti. Info: http://www. prolococarpenedolo.it/

Verona Carnevale Bacanal del Gnoco. Il “Venardì Gnocolar” è l’appuntamento per eccellenza del Carnevale di Verona, con una lunga sfilata di carri allegorici lungo le vie del centro. La maschera più importante e più antica del carnevale di Verona è Papà del Gnoco. La sua festa si svolge il venerdì grasso, 9 febbraio e coincide con la più grande manifestazione del Carnevale: la sfilata dei carri attraverso la città. Nel giorno del Venàrdi Gnocolàr è usanza in tutta la provincia di Verona mangiare a pranzo un piatto di gnocchi fatti in casa. Info: Comitato Bacanal Del Gnoco, tel. 045 592829

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la ba n ca al tuo s e rvizio

Lendinara

Atene del polesine di Alessandra Tonello

alessandra.tonello@cassapadana.it

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n Piazza Risorgimento, vicino alla maestosa Torre Maistra, conosciuta con il nome di Palazzo Pretorio, si trova la filiale di Cassa Padana. Occupa un ambiente molto spazioso e accogliente ricavato dalla ristrutturazione di una storica ferramenta. C’è anche uno spazio dedicato ai bambini e una zona bar per i clienti in attesa. Lendinara è una piazza molto tradizionalista, legata a un passato prestigioso di cittadina attiva nell’arte e nella cultura. La popolazione è dedita all’agricoltura e all’industria, attualmente

orientata verso l’arredamento, l’abbigliamento e le calzature, a ricordo di un fiorente passato in cui primeggiava nell’industria della lana, nel commercio dei pellami, nella stampa, nello zuccherificio, nella produzione di concimi e nell’attività del famoso “Jutificio-Canapificio” del 1907, che occupava 1.400 dipendenti. L’apertura nel 2008 di una filiale di Banca Veneta 1896, diventata Cassa Padana Bcc dal 1° gennaio 2012, è una sfida all’immobilismo, anche dettato dall’attuale situazione di difficoltà ge-


Quel giorno che arrivò Garibaldi

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nerale. Il flusso monetario gestito, a fine agosto 2012, era così suddiviso: raccolta diretta euro 13.104.000,00, raccolta indiretta euro 14.241.000,00, impieghi euro 19.868.000,00. Come realtà del credito cooperativo, Cassa Padana accompagna anche questa cittadina del Polesine verso i cambiamenti che le permetteranno di individuare nuove risorse e di guardare al futuro con fiducia e serenità. È tra il IX e il X secolo che Lendinara emerge all’onore dei documenti. Fiorisce più o meno contemporaneamente a Badia Polesine e a Rovigo, entrambe sul corso dell’Adige vecchio, un ramo allora importante del grande fiume, poi diventato il canale Adigetto per distinguerlo dal corso principale. Lendinara è un comune di 12.148 abitanti della provincia di Rovigo. Il nome avrebbe origini celtiche o germaniche e significherebbe “terra fortificata”. Numerosi ritrovamenti dimostrano che già in epoca romana esisteva un insediamento del piccolo borgo. Dall’870 la famiglia veronese dei Cattaneo esercitò, per quattro secoli, la sua signoria. Sotto il dominio estense, tra il XIII ed il XV secolo, la città visse un periodo particolarmente prestigioso in ambito culturale e artistico. Lo testimoniano gli imponenti palazzi, le ricche ville e i monasteri che ancor oggi costituiscono le principali attrazioni del paese. L’epoca veneziana, tra il XVI ed il XVIII secolo, portò un lungo periodo di stabilità politica ed economica, che le valse l’appellativo di “Atene del Polesine”. Lendinara deve l’importanza del suo passato al lustro dei suoi cittadini: Lorenzo e Cristoforo Canozio, figure di primo

essati gli evviva ed il rumore del popolo, il generale, indirizzandosi a tutti, pronuncia ad alta voce un discorso: ricorda che l’Italia non è ancora libera del tutto, che è d’uopo difenderla, che è un bel giardino agognato da tutti i potenti d’Europa, ma che ora noi soli possediamo; raccomanda gli esercizi alle armi; promette, se occorre, di prestar l’opera propria, benché vecchio e rotto, unito ai lendinaresi; e, dopo una staffilata ai preti, perché nemici della patria, rientra salutando. La folla lo acclama, lo invita a ripresentarsi, ed egli si riaffaccia, sorridendo benignamente. Parte, il giorno dopo, da Lendinara”. Era il 25 febbraio 1867 quando l’eroe dei due mondi, con la figlia Teresita, arrivò in Polesine ed entrò a Lendinara. Quel giorno Garibaldi si affacciò dal balcone di villa Ca’ Dolfin e davanti alla cittadinanza celebrò l’annessione del Veneto al Regno d’Italia. A fare gli onori di casa fu l’allora sindaco Domenico Marchiori con gli amici mazziniani Jessie e Alberto Mario. Quella visita è rimasta nel cuore del paese. E da alcuni anni, il 2 giugno, Lendinara ricorda la storica visita con le vie del paese che si animano di figuranti garibaldini rigorosamente in camicia rossa. Info: www.amicidigaribaldi.it

piano nell’arte dell’intaglio e della tarsia; Domenico Montagnana, famoso liutaio; Alberto Mario, illustre patriota che, insieme alla moglie Jessie White, giornalista inglese e attiva sostenitrice della causa italiana, si distinse nelle lotte risorgimentali, conoscendo e frequentando i

protagonisti di quest’epoca, da Mazzini a Cattaneo, e soprattutto Garibaldi, a fianco del quale partecipò alla spedizione dei Mille; Giovanni Battista Buffetti, editore; Giuseppe Marchiori che fu, sul finire dell’800, direttore della neonata Banca d’Italia. ●

Da sinistra, sedute: Francesca Fantuzzi, Silvia Altafini e Alessandra Tonello. In piedi: Riccardo Fozzato e Dario Baldachini. 21


agenda a cura di Valentina Bragazzi valentina.bragazzi@popolis.it

> MOSTRE Memorie ricordi tracce parole segni Museo nazionale dell’ebraismo Italiano e della Shoah Via Pingipane 81 - Ferrara Fino al 10 febbraio Orario: da lunedì a venerdì 14.00 -18.00; domenica 10.00 -18.00; sabato chiuso. Ingresso gratuito

Info: 0514298243/4 www.meisweb.it/

100 teatrini e 1000 marionette Arsenale via Sombrico - Iseo (BS) Fino al 31 marzo

Info: www.arsenaleiseo.it

> appuntamenti Mercati della terra Castello di Padernello – Borgo San Giacomo (BS) Domenica 17 febbraio

> TEATRO Caravaggio… I furori Piccolo Parallelo Cecchi – Zappalaglio Torre Pallavicina (BG) Venerdì 15 febbraio, ore 21,15

Info: www.piccoloparallelo.net

Madame Rebinè Il Paziente Romanengo (CR) Sabato 23 febbraio, ore 21,15

Info: www.piccoloparallelo.net

Rassegna Danza 2013 Teatro Ponchielli (Cremona)

Storie della prima Parma

Info: http://www.

Etruschi, Galli, Romani: le origini della città alla luce delle nuove scoperte archeologiche

castellodipadernello.it/index.php

Museo Archeologico Nazionale - Palazzo della Pilotta Strada alla Pilotta 5 - Parma

Le parole dei bebé

Fino al 2 giugno

Info: Tel. Iat Parma: 0521 218889

Istituto clinico Città di Brescia Via Gualla 15 - Brescia

Paesaggi agrari

Mercoledì 6 febbraio

L’irrinunciabile eredità scientifica di Emilio Sereni

Info: ilsorrisodeibimbi@alice.it

Biblioteca Emilio Sereni - Museo Cervi - Gattatico (RE) Fino al 13 aprile

Info: http://www.fratellicervi.it/

Gio Batta Tiepolo pictor cæli Rare visioni di pittura da ponte I teleri di Verolanuova fotografati

dal 19 febbraio al 24 aprile

Castello di Padernello Borgo San Giacomo (BS)

Info: Tel. 0372.022.001

Fino al 28 luglio

Spettacolo “La Notte” Compagnia Teatro Cara... Mella Teatro dell’oratorio di Pavone Mella (BS) Sabato 9 febbraio, ore 21,00

Info: http://www.teatrocaramella.it/

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Incontri gratuiti per genitori, nonni ed educatori

Info: www.castellodipadernello.it


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