Istituto Statale d’arte Pietro Bernini Sesto Fiorentino (Fi)
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Classe 2° A Amatulli Oksana Baldi Elena Bonaiuti Valeria Brandani Martina Canka Maria Luigia Cavallo Anastasia Funosi Daniele Lo Cascio Giulia Nelli Matilde Noferini Giada Nupehewage Nirmani Chamoda Paladini Alessia Procacci Irene Pucci Viola
Dirigente: Annamaria Addabbo
Rinaudo Christian
Docente: Dina Natarelli
Rojas Lindsay www.microscory-uk.org.uk/mag/imgjun03/diatom.jpg
Introduzione Tra le tante collezioni, sorte in questo periodo storico, ricordiamo le collezioni scientifiche dei Targioni Tozzetti: 1) Il Catalogo delle piante del Giardino dei Semplici fiorentino di Pier Antonio Micheli. 2) Fu inoltre il Collezione lito-mineralogica di Giovanni Targioni Tozzetti, una collezione di circa 9000 campioni tra rocce e minerali 3) La collezione medicea di pietre lavorate. 4) Da “L'Imperial Regio Museo di Fisica e Storia Naturale voluto nel 1771 dal Granduca Pietro Leopoldo di Lorena e meglio conosciuto dai fiorentini come il "Museo della Specola" a causa dell'osservatorio astronomico che lo sovrasta. In questi locali, debitamente restaurati ed ampliati, presero inizialmente posto i globi astronomici provenienti dalle collezioni medicee, le collezioni dei prodotti delle miniere toscane ed il laboratorio di Chimica, materia di cui lo stesso Granduca si dilettava.
Ci presentiamo: siamo ragazzi della 2° A dell’Istituto d’arte di Sesto Fiorentino, abbiamo partecipato al concorso “Collezionando la scienza”, perché desiderosi di sfidarci in una nostra produzione tesa a sensibilizzare alla conoscenza delle discipline scientifiche stimolate dalla costruzione delle collezioni oppure attraverso la visita ai vari musei scientifici fiorentini . Il nostro lavoro è partito grazie al sogno di una nostra compagna. Cercavamo delle ispirazioni per il lavoro che ci avrebbero permesso di aderire al concorso quando una nostra compagna ci ha raccontato il sogno che aveva impadronito la sua mente la notte precedente …
Flora e Fauna ci conducono all’interno della loro casa. Entriamo nella ostensio simplicium
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http://www.horti.unimore.it/cd/firenze/obfi_home.html
http://reginazabo.ilcannocchiale.it/mediamanager/sys.user/17882/casetta.jpg http://fotoalbum.virgilio.it/castelli_3d/castellitridimensionali/copertinacomputer 3d.html
Ostensio simplicium
Rubino Il rubino è la più nobile varietà monocristallina dell’ossido di alluminio , un minerale noto come corindone, fortemente allocromatico e unica sostanza naturale di durezza 9 nella Scala di Mhos. Si presenta di colore rosso vivace, dovuto a inclusioni di cromo, ma può assumere varie tonalità di questo colore che vanno dal rosso più vivo, anche detto “ sangue di piccione “, al rosato.
Tipico di rocce metamorfiche generatesi per metamorfismo di contatto di sedimenti alluminiferi e di marmi dolomitici. Data l’elevata durezza, una delle giaciture tipiche è quella secondaria in depositi alluvionali. Le sue dimensioni solitamente non sono eccezionali e sono molto legate alla trasparenza; per questo si ritengono eccezionali i rubini limpidi che superano i 10 carati. Le migliori gemme sono solitamente tagliate “ a faccette “, mentre al decrescere della trasparenza si passa alla forma di “cabochon“ ; questa modalità di taglio è, inoltre , la migliore per mettere in risalto, laddove presente, il fenomeno dell’asterismo. Famosi sono i giacimenti presenti in Tanzania, Cina, Sri Lanka, Thailandia e Vietnam, tuttavia quelli ritenuti di massimo pregio provengono dalle miniere di Mogok in Birmania. In Italia si trovano piccoli cristalli di 1 mm o 2 mm sul Monte Terminillo.
www.iisalessandrini.it/.../images/rubino1.jpg
Diamante Il diamante è una delle forme allotropiche in cui può presentarsi il carbonio; in particolare, il diamante è costituito da un reticolo cristallino di atomi di carbonio disposti secondo una struttura tetraedrica. I cristalli del diamante possono avere le forme di un ottaedro o di un esacisotaedro talvolta con le faccie curve. Talora, sulle faccie dell’ottaedro si possono notare delle trigoni. Il diamante si origina nel mantello, successivamente i cristalli vengono portati in superficie mediante condotti vulcanici mediante eruzione attraverso una roccia contenente molta olivina detta kimberlite. In seguito, mediante erosione, la kimberlite viene sgretolata liberando i diamanti nella zona circostante in depositi secondari. Il colore è vario così come le dimensioni dei cristalli sono molto varie ma ,in realtà, sono molto rari i cristalli più grossi di una nocciola. Le caratteristiche più rilevanti sono l’estrema durezza, l’indice di dispersione, l’elevata conducibilità termica,col punto di fusione a 3.820 k. I maggiori giacimenti si trovano in Sudafrica, India, Repubblica Democratica del Congo. http://marcocrosetto.wordpress.com/2009/05/15/diamanti-in-crisi/
Smeraldo Lo smeraldo è una varietà del berillo caratterizzata da un intenso colore verde. La parola "smeraldo" deriva dal latino smaragdus , proveniente dal greco smaragdos e la sua fonte originaria è un termine semitico , izmargad oppure un termine sanscrito , marakata , che letteralmente significa "smeraldo" o "verde“. L'aspetto della gemma più importante è sicuramente il colore, seguito dalla trasparenza. Un buon esemplare deve infatti avere non solo una pura tonalità verde, ma anche un elevato grado di trasparenza per essere uno dei migliori al mondo. Colore:Il colore si può suddividere in 3 componenti: tonalità, saturazione e luminosità. I colori giallo e blu, le tonalità che si trovano adiacenti al verde nello spettro, sono i colori secondari che è possibile vedere negli smeraldi. Quello primario è, ovviamente, il verde. Solo le gemme dal colore scuro però, possono essere considerate smeraldi; gli esemplari chiari sono semplicemente berilli verdi. Il grigio è la naturale saturazione visibile in uno smeraldo. Una tonalità grigia di verde è semplicemente un verde opaco.
http://www.bonfiglioli.it/italiano/prodotti_it.html
Granati Il termine granato designa un gruppo di minerali nesosilicati, di cui alcuni in uso fin dall’età del bronzo come gemme; trovare granati nei gioielli degli antichi egiziani, greci e romani non è raro. Il nome "granato" deriva dal latino granatus (grano), con un probabile riferimento al malum granatum (melograno), pianta con semi rossi con forma e colore simili a quelli di alcuni cristalli di granato. I granati si presentano in vari colori tra cui il rosso, arancione, giallo, verde, rosa, viola, marrone, nero e blu, il più raro in natura. Vi sono anche diverse varietà di granati che cambiano colore al variare della luce a cui sono esposti (naturale o ad incandescenza).
http://www.msn.unifi.it/CMpro-v-p-58.html
Ametista L'ametista è una varietà violacea di quarzo, tipica delle rocce basaltiche, che è stata sin dal 3000 a.C., in Egitto e in Mesopotamia, una delle gemme più utilizzate per la creazione di gioielli, sigilli e intagli. Il termine ametista deriva dal greco améthystos che significa "non ebbro". I giacimenti principali di questo minerale si trovano in Brasile, Uruguay, Bolivia, India, Russia, Messico, U.S.A. e Madagascar. In Italia piccole formazioni sono state rinvenute in provincia di Trento, Bolzano e Torino. Fino a pochi decenni orsono con il termine di Ametista orientale, veniva designata la corindone viola di qualità gemmologica; poiché tale terminologia poteva generare confusione con il quarzo ametista viola propriamente detto, la terminologia è stata cambiata e perciò quella qualità di corindone oggigiorno viene definita come zaffiro viola.
http://it.ewrite.us/come-utilizzare-lenergia-del-cristallo-di-ametista-19425.html
Agata L'agata (dal greco achates) è una varietà compatta e fibrosa di quarzo, con tipica struttura zonata e visibile anche a occhio nudo per la diversità di colore. L'agata si forma per deposizione ritmica di silice normalmente entro cavità amigdalari di rocce basaltiche. Esistono diverse varietà di agata come ad esempio l’agata fortezza l’agata muschiata e quella legno agatizzato. Uno dei giacimenti più famosi è quello dell‘Idar-Oberstein, ove l'agata viene raccolta fin dal 1548. Altri vasti giacimenti sono presenti in Uruguay e Brasile. I tipi di taglio più frequenti sono il cammeo, il Cabochon e il lucidato.
Diatomee
Le diatomee sono alghe unicellulari facenti parte della classe Bacillariophyceae, comparse circa 135 milioni di anni fa. Queste alghe unicellulari sono provviste di un astuccio siliceo formato da due gusci o teche, di cui quello superiore è più grande e ricopre quello inferiore come il coperchio di una scatola. Il guscio superiore è detto epiteca quello inferiore ipoteca. All’interno di questo astuccio si trova il protoplasma cellulare nel quale, a sua volta, sono presenti i pigmenti fotosintetici costituiti da clorofilla A e clorofilla C. Esse immagazzinano le loro riserve nutritive sotto forma di goccioline di olio, le quali permettono loro di galleggiare liberamente, rimanendo così in prossimità della superficie, ben esposte alla luce del sole. Il loro habitat naturale è essenzialmente l'acqua e infatti sono presenti in gran numero soprattutto negli stagni, nelle fontane, nei laghi, nei fiumi e nei torrenti. Spesso formano uno strato bruno su pietre sommerse o soggette a spruzzi d'acqua. Inoltre sono presenti anche nel terreno e nelle superfici molto umide.
Calcite arancione Minerale tipico di origine sedimentaria, sia per precipitazione chimica diretta da evaporazione di soluzioni sovrassature, sia per sedimentazione di resti organici di organismi marini che utilizzano il carbonato di calcio come costituente il loro guscio. Si può anche originare in rocce metamorfiche e raramente magmatiche, dove si deposita nelle fratture in cui circola il fluido ad alta temperatura e sovrassaturo. È tra i minerali più comuni in assoluto, diffusa specialmente in quasi tutte le rocce sedimentarie. Si presenta spesso anche in rocce magmatiche effusive come i basalti e nelle fratture in quelle intrusive e, ovviamente in tutte le loro rispettive rocce metamorfiche. Tra i vulcani in cui è possibile trovare la Calcite c'è anche il Vesuvio. http://www.emporioecologico.it/media/catal og/product/cache/2/small_image/135x135/ 5e06319eda06f020e43594a9c230972d/P/ C/PCA226_2.jpg
Zaffiro Il nome zaffiro deriva probabilmente dal termine greco σάπφειρος (sappheiros), ossia "azzurro", oppure dall'ebraico ( ספירsappir), ossia "la cosa più bella". Si può trovare in natura in rocce metamorfiche derivanti da rifusione di un micascisto, di una quarzite o di un calcare, in magmi poveri di silice e nei loro rispettivi depositi alluvionali. Questi ultimi sono i principali giacimenti oggi sfruttati. Si ricorda a proposito i giacimenti australiani, dello Sri Lanka, della Birmania e della Thailandia. In Italia si trovano piccoli cristalli di zaffiro nella calcite di Terminillo. Viene utilizzato per i vetri degli orologi. I cristalli particolarmente opachi e di non elevata qualità, o i loro analoghi sintetici, vengono sfruttati come abrasivi, negli orologi, per l'estrazione di alluminio o nella costruzione dei microprocessori.
www.bonfiglioli.it/.../2004/zaffiro_Active.jpg
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Ragno diadematus
E’ uno dei più comuni in Europa. Trascorre la maggior parte del tempo sulla tela,nella quale riesce ad intrappolare prede di dimensioni notevoli. Se disturbato preferisce fuggire piuttosto che scontrarsi ed il suo morso non risulta pericoloso per l’uomo ma causa soltanto un leggero pizzicore.
( Immagine da http://images.google.it/imgres?imgurl=http://upload.wikimedia.org/wikipedia/co mmons/thumb/f/f1/Araneus_diadematus_(aka).jpg/446pxAraneus_diadematus_(aka).jpg&imgrefurl=http://pir.uniprot.org/taxonomy/459 20&usg=__RHudis8oaRuVtzIs0z1NZfE6Zc=&h=600&w=446&sz=76&hl=it&start=7&itbs=1&tbnid=ec MktlsRZMRjoM:&tbnh=135&tbnw=100&prev=/images%3Fq%3Ddiadematus%26gb v%3D2%26hl%3Dit%26rls%3DGGLJ,GGLJ:2006-36,GGLJ:it%26sa%3DG )
Argiope bruennichi
Vive in tutta l'Europa, esclusa la parte settentrionale della Svezia e la Norvegia.
le femmine raggiungono i 2 cm di corpo e 5 cm leg-span e sono nettamente piĂš grandi dei maschi, che arrivano a 1,2 cm di corpo e 3 cm leg-span. Questi ultimi presentano un addome piĂš esile e sono privi della colorazione "marcata", mantenendo quella bianco-gialla tipica di esemplari giovani.
Si nutre di insetti volanti anche piuttosto grandi. Gli accoppiamenti si hanno nel mese di agosto senza particolari rituali di corteggiamento. Il maschio si avventura nella ragnatela della femmina e, dopo averla fecondata, viste le sue ridotte dimensioni finisce spesso per diventarne preda. Dopo circa tre settimane, durante le ore notturne, la femmina costruisce gli ovisacchi, da uno a tre in base alle condizioni climatiche e fisiologiche. Il diametro di ogni sacco può arrivare a 3 cm e contenere 400 uova. I piccoli nasceranno nella primavera successiva, rimanendo insieme fino alla prima muta.
( immagine da: www.aracnofilia.org )
latrodectus hesperus Questa vedova nera predilige i climi caldi ed è attiva per cacciare le sue prede(principalmente piccoli insetti)durante le ore notturne. Benchè sia un ragno schivo non esita a colpire eventuali esseri che rappresentano fonti di pericolo con il suo morso velenoso particolarmente letale. E’ uno dei ragni più conosciuti nel mondo grazie alla fama portata dalla sua pericolosità per l’uomo.
(Immagine da http://images.google.it/imgres?imgurl=http://cabezaprieta.org/images/beck/ blackwidow_1.jpg&imgrefurl=http://cabezaprieta.org/spider_page.php%3Fid %3D2121&usg=__pYtcO0dy0iWSCuQVfqMxjlORayQ=&h=282&w=450&sz=15& hl=it&start=14&um=1&itbs=1&tbnid=6f08aUly8f9sGM:&tbnh=80&tbnw=127&p rev=/images%3Fq%3Dlatrodectus%2Bhesperus%26um%3D1%26hl%3Dit%26s a%3DG%26rls%3DGGLJ,GGLJ:2006-36,GGLJ:it%26tbs%3Disch:1 )
Eresus cinnaberinus
In Italia si trova principalmente nelle regioni costiere, in zone calde e soleggiate ma la distribuzione è molto limitata. In Europa si rinviene localmente anche al CentroSud, fino alla Russia Meridionale e in Inghilterra. La femmina arriva fino a 2,5 cm di altezza,circa 1 cm il maschio. Si nutre di piccoli artropodi, soprattutto di coleotteri e di millepiedi. accoppiamento estivo. Le uova, accudite gelosamente dalla femmina, si schiudono dopo un mese circa. I piccoli rimangono con la madre nel nido sotterraneo qualche settimana prima di disperdersi
( immagine da: www.edinat.it )
Malmignatta o ragno di Volterra
E’ una vedova nera presente in Italia,nella zona mediterranea. E’ di dimensioni ridotte e sul dorso è cosparso di macchie rosse,il suo morso può portare alla morte e come primo sintomo causa tremore. Questo è uno dei ragni esposti al museo della Specola ed è inserito nella collezione sugli aracnidi.
(Immagine da
http://notizie.virgilio.it/gallery/nemici_estate.html,zoom=254714.html )
Haplopelma lividim
Diffusa soprattutto in Thailandia e Birmania,è una tarantola fra le più aggressive e veloci con un carattere spesso imprevedibile. Preferisce ambienti umidi e crea la tana scavando e talvolta aiutandosi con della ragnatela. La peluria sul corpo è di una tonalità brillante di blu che si scurisce dopo la muta.
( Immagine da http://images.google.it/imgres?imgurl=http://www.creepyspiders.com/assets/ima ges/Haplopelma_lividum__Cobalt_Blue_.jpg&imgrefurl=http://www.creepyspider s.com/html/cobalt_blue.html&usg=__BmtUdackeRseY5WGnG7IE2MexL4=&h= 452&w=600&sz=375&hl=it&start=5&itbs=1&tbnid=muKprB0xQTduSM:&tbnh=1 02&tbnw=135&prev=/images%3Fq%3Dhaplopelma%26gbv%3D2%26hl%3Dit% 26rls%3DGGLJ,GGLJ:2006-36,GGLJ:it )
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Ragno saltatore verde Appartiene alla famiglia dei salticidae.Come suggerisce il nome,riesce a eseguire dei salti che talvolta sono molte volte superiori alla lunghezza del ragno stesso. Al contrario di un gran numero di altre specie di ragni,i saltatori sono dotati di una vista eccellente utile per cacciare le prede.Essendo dediti allo spostamento non fabbricano una tela. Questo esemplare di ragno saltatore è una specie da poco scoperta.
( Immagine da http://images.google.it/imgres?imgurl=http://2pat.files.wordpress.com/2009/03/greenspider1.jpg&imgrefurl=http://2pat.wordpress.com/2009/03/28/transparent-greenspider/&usg=__NwiYDlIW2GwdbVQ_EMjqIezvMWw=&h=400&w=600&sz=71&hl=it&start=7&itbs=1&tbnid=b7Pp k1ShnIFPAM:&tbnh=90&tbnw=135&prev=/images%3Fq%3Dgreen%2Bspider%26gbv%3D2%26hl%3Dit%26rls %3DGGLJ,GGLJ:2006-36,GGLJ:it )
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Ragni: I ragni,appartenenti alla categoria degli aracnidi, sono stati una delle prime specie a colonizzare le terre emerse e la maggior parte di loro sono predatori dotati di veleno(fino ad ora è stata scoperta una sola specie vegetariana). Presentano otto zampe che culminano in minuscole sacche d’aria,che permettono loro di avere presa anche su superfici verticali,e un corpo diviso in due parti:testa e addome. Pur avendo a disposizione sei occhi la maggior parte delle specie non sono dotate di una buona vista,escluse poche eccezioni. Il loro apparato digerente è fatto in modo da non permettere la digestione di cibo solido e sono dotati di un sistema nervoso complesso. La maggior parte di questi aracnidi caccia le prede intrappolandole in una tela,nella quale rimangono invischiate,per poi immobilizzarle col veleno;le specie che cacciano tendendo degli agguati alle prede sono quelle con la vista più acuta. Solo pochi ragni interagiscono attivamente con esemplari della loro specie. La categoria di ragni nota per la sua longevità è quella delle tarantole le quali possono al massimo raggiungere i 20 anni di vita,le altre categorie vivono solitamente 2-3 anni. Fino ad oggi sono state scoperte e classificate più di 41253 specie. Criterio di scelta: i criteri utilizzati per la scelta dei ragni sono: 1- le forme che si adattavano alla forma dei gioielli 2- i colori molto vivaci che ricordavano diversi materiali utilizzati per la creazione degli oggetti
Fiore di pesco
Cliccate sulle immagini Giglio a sinistra
Foglie d’acero
Fiore di pesco
Il Pesco è un albero originario della Cina, dove è considerato simbolo d'immortalità, ed i cui fiori meravigliosi sono stati celebrati da poeti, pittori e cantanti. Dal lontano oriente, il pesco giunse al seguito delle carovane sino in Persia, da cui il cultivar prende il nome, e grazie ad Alessandro Magno, si diffuse in tutto il bacino del Mar Mediterraneo. I fiori, profumatissimi, sono piccoli e di colore rosa chiaro o rosa tendente al fucsia. Dell’albero di pesco non si utilizzano solo i frutti, le dolcissime pesche, ma anche i fiori. I fiori si raccolgono tra marzo e aprile, si fanno essiccare all’ombra e si conservano in recipienti di porcellana con chiusura ermetica o all’interno di vasi di vetro. I fiori di pesco sono un ottimo rimedio naturale contro la tosse e contro la stitichezza. Nella medicina cinese sono da sempre utilizzati per curare anche i gonfiori addominali. Con i fiori di pesco si può preparare un infuso, le cui dosi, come ho scritto prima, vanno prescritte da un medico esperto. L’infuso può essere addolcito con un cucchiaino di miele. Per sedare la tosse, ma anche per regolarizzare l’attività intestinale e garantire un buon riposo notturno, l’infuso va preso prima di dormire. Una fiaba molto famosa in Giappone si chiama "momotarou”. Sii tratta di un ragazzo che venne al mondo dentro una gigantesca pesca, per questo in Cina e in Giappone sono molto importanti i fiori di pesco, soprattutto i frutti del pesco. Inoltre, nell'antico Giappone, le pesche sono state utilizzati per esorcizzare il male, si crede che abbiano forti poteri magici. http://images.google.com/imgres?imgurl=http://www.leggievai.it/wp-content/photos/fiori_di_pesco.jpg&imgrefurl=http://www.leggievai.it/pasqua/decorazioni-pasquali.php&usg=__mIzpCsnblS-yvKBVN7NxJD6nIo=&h=465&w=500&sz=35&hl=it&start=4&um=1&itbs=1&tbnid=DZCEpi5Z671N0M:&tbnh=121&tbnw=130&prev=/images%3Fq%3Dfiore%2Bdi%2Bpesco%26um%3D1%26hl%3Dit%26lr%3D%26tbs%3Disch:1
http://ita.photo-desktop.com/fiori/sfondo-lilium---giglio-pdp-14.html
Il giglio
Il giglio è un genere di piante della famiglia delle Liliaceae. Come l'iris, il genere Lilium è originario dell'Europa, dell'Asia e del Nord America; comprende piante con un'altezza da 80 cm a 2 m, dotate di bulbo a scaglie imbricate, disposte intorno ad un disco centrale, da cui originano inferiormente le radici, e superiormente lo stelo. Le scaglie, a seconda della specie, sono più o meno larghe, acuminate, serrate tra loro. Le radici del bulbo sono perenni e non si rinnovano tutti gli anni come succede solitamente nelle piante bulbose; solo i gigli di origine cinese e giapponese, alla ripresa vegetativa, formano un palco di radici avventizie sullo stelo sopra il bulbo a fior di terra, che contribuiscono alla nutrizione. Le foglie generalmente lanceolate, più o meno strette con venature parallele, sono disposte attorno al fusto eretto, a volte in palchi, solitamente in ordine sparso. I fiori hanno sei tepali (tre petali e tre sepali petaloidi), e sono terminali, spesso riuniti in numerose infiorescenze portate da lunghi steli, con forme e colori diversissimi, e spesso profumatissimi. Il genere comprende circa 80 specie e numerosi ibridi e cultivar. I Lilium, volgarmente noti col nome di Giglio, vengono coltivati per lo più come piante ornamentali, nei giardini per l'eleganza e il profumo dei fiori portati da fusti eretti, in vaso per i terrazzi, e industrialmente per la produzione del fiore reciso. Alcune specie un tempo inserite nel genere Lilium sono state in seguito collocate in generi distinti: fra queste il Notholirion, il Nomocharis e il Cardiocrinum, che è l'unico utilizzato come pianta ornamentale, differenziandosi dai Lilium per le foglie ampie cordate. Ha molte proprietà curative.
Foglia d'acero La foglia d'acero è un importante simbolo nazionale del Canada. All'inizio del XVIII secolo, quando gli insediamenti della Nuova Francia non superavano la popolazione di 18.000 abitanti, si iniziò ad adottare la foglia d'acero come emblema dei canadesi lungo il fiume San Lorenzo. La sua popolarità fra i canadesi immigrati di lingua francese continuò, e si è rafforzata quando, alla riunione inaugurale della Société Saint-Jean-Baptiste nel 1834, la foglia d'acero fu proposta come uno dei numerosi emblemi per rappresentare la società. Parlando in suo favore, Jacques Viger, primo sindaco di Montreal, descrisse l’acero come "il re dei nostri boschi;il simbolo del popolo canadese". La foglia d'acero divenne lentamente un simbolo nazionale: nel 1868, fu incluso negli stemmi di Ontario e Quebec, e fu aggiunto allo stemma canadese nel 1921. Nel 1867, Alexander Muir compose la patriottica The Maple Leaf Forever, che divenne un inno non ufficiale nel Canada. Dal 1876 fino al 1901, la foglia apparve su tutte le monete canadesi, e rimase sul penny dal 1901. La foglia d'acero, infine, divenne un simbolo centrale con la sua introduzione nella bandiera canadese (disegnata da George Stanley) nel 1965, sotto una forma altamente stilizzata di una foglia ad undici punte. Oltre che nella bandiera canadese, il simbolo è utilizzato come logo di numerose compagnie e società (anche sportive) canadesi. Esempi includono l’Air Canada, nella NHL i Toronto Maple Leafs e nel calcio la Toronto FC. http://images.google.com/imgres?imgurl=http://us.123rf.com/400wm/400/400/farmer/farmer0807/farmer080700030/3297053.jpg&imgrefurl=http://it.123rf.com/photo_3297053.html&usg=__IN7SwEI4HMOJpwf_trmkCvvnlAM=&h=400&w=378&sz=55&hl=it&start=41&um=1&itbs =1&tbnid=W2pWwfWpZ-6e7M:&tbnh=124&tbnw=117&prev=/images%3Fq%3Dfoglia%2Bd%2527acero%26start%3D36%26um%3D1%26hl%3Dit%26lr%3D%26sa%3DN%26ndsp%3D18%26tbs%3Disch:1
Magnolia
Cliccate sulle immagini Solanum Dulcamara a sinistra
Azalea pontica
Magnolia
La Magnolia è un genere di piante della famiglia delle Magnoliaceae. Comprende oltre 80 specie arboree e arbustive a lento accrescimento, ma che in alcune specie come la Magnolia campbellii e la Magnolia officinalis possono superare i 20 m di altezza, caratterizzate da interessanti fioriture, originarie del Nord e Centro America, dell'Asia e dell'Himalaya. Il nome del genere è stato attribuito da Charles Plumier, in onore di Pierre Magnol 1638-1715 medico e botanico francese, direttore del giardino botanico di Montpellier, che introdusse la nozione di famiglia nella classificazione botanica. Le Magnolia hanno foglie alterne, ovali o ellittiche, generalmente grandi e coriacee, perenni o decidue, fiori solitari, grandi, generalmente a forma di coppa, con perianzio formato da 6-9 petali petaloidi (petali e sepali indifferenziati), gli stami numerosi sono lamellari, i carpelli sono disposti a cono sul ricettacolo, viene considerato dai botanici un fiore primitivo, tanto che erroneamente per molto tempo si è ritenuto che le Magnoliaceae fossero state le prime Angiosperme apparse sulla terra (il fossile più antico di questa famiglia risale a 95 milioni di anni fa). I frutti ovoidali in infruttescenze conoidi, contengono dei semi lucidi rossastri o arancioni. Diffusa in parchi, viali e nei giardini come piante isolate gruppi e siepi, può essere coltivata in vaso sui terrazzi, per il portamento e le copiose fioriture primaverili o estive.Il legno chiaro è facile da lavorare viene molto apprezzato per lavori di falegnameria. http://images.google.com/imgres?imgurl=http://ecopharm.sangu.ge/teqn/MEDPL/SURAtEBI/sur9/xebalaxa/solanum_dulcamara.jpg&imgrefurl=http://ecopharm.sangu.ge/teqn/MEDPL/xebalaxa.htm&usg=__yUzd76_G5M30D1EqFbzjXo8U9GE=&h=563&w=750&sz=80&hl=it &start=3&um=1&itbs=1&tbnid=usceLYKYELU3xM:&tbnh=106&tbnw=141&prev=/images%3Fq%3Dsolanum%2Bdulcamara%26um%3D1%26hl%3Dit%26lr%3D%26sa%3DN%26tbs%3Disch:1
Solanum Dulcamara La Morella rampicante (nome scientifico Solanum dulcamara Carl von Linné, 1753) è una pianta velenosa della famiglia delle Solanaceae. La Solanaceae è una famiglia vegetale molto importante in quanto comprende fra l'altro diverse specie commestibili come le patate, le melanzane e i pomodori; è inoltre una famiglia abbastanza numerosa, organizzata in quasi 100 generi per un totale di oltre 2000 specie, più della metà delle quali (circa 1400) appartengono al genere Solanum, una decina delle quali sono spontanee del nostro territorio. All'interno della famiglia, il genere della pianta di questa scheda appartiene alla sottofamiglia delle Solanoideae Kostel. (1834) e alla tribù delle Solaneae Dumort. (1829). Essendo questo genere molto corposo normalmente viene suddiviso in “sezioni”. Adriano Fiori (botanico italiano 1865 – 1950), soprattutto per le specie spontanee del nostro territorio, ha individuato tre “sezioni” : * Lycopersicum; * Pachystemon; * Leptostemon.
“Morella rampicante” appartiene alla “sezione” centrale (Pachystemon) caratterizzata soprattutto dall'avere antere brevi e deiscenti per due pori apicali; piante non spinose a fiori bratteolati bianchi o violetti composti in corimbi. In realtà considerando tutte le specie del generi le tassonomie più complete lo suddividono in mezza dozzina di sottogeneri con almeno una cinquantina di "sezioni". In queste classificazioni la pianta di questa scheda è assegnata al sottogenere Solanum stricto sensu e alla “sezione” Dulcamara.
http://images.google.com/imgres?imgurl=http://www.dillinger.it/wp-content/uploads/magnolia.jpg&imgrefurl=http://www.dillinger.it/solo-un-istante18627.html&usg=__70FDHYG2ThCLVG3_h5zdB_VbOog=&h=700&w=500&sz=202&hl=it&start=3&um=1&itbs=1&tbnid=yh-2-Bofm2L8mM:&tbnh=140&tbnw=100&prev=/images%3Fq%3Dmagnolia%26um%3D1%26hl%3Dit%26lr%3D%26tbs%3Disch:1
Azalea pontica
L'Azalea e il Rododendro sono piante appartenenti al genere Rhododendron della famiglia delle Ericaceae, originario dell'Eurasia e America. Il nome deriva dalle parole greche ῥόδον (rhodon, rosa) e δένδρον (dendron, albero). Tale genere comprende oltre 500 specie, infiniti ibridi e varietà, di piante arbustive, che vanno da 40 a 90 cm, con chiome a portamento aperto, grandi, ruvide, ovali o lanceolate, di colore verde scuro lucido superiormente, più chiare o di colore rugginoso sulla pagina inferiore, con il margine glabro e revoluto, fiori semplici o doppi, dai colori vistosi, campanulati, con lobi a volte ondulati, riuniti in grandi mazzi, alle estremità dei rami. Fioriscono fra la primavera e l'estate, a seconda della specie. Il genere Rhododendron è stato suddiviso in 8 sottogeneri. Le Azalee, che appartengono ai sottogeneri, Pentanthera, rappresentato dal Rhododendron nudiflorum, e Tsutsusi, rappresentato dal Rhododendron tsutsusi, presentano chiome compatte e raccolte e foglie lanceolate di colore verde lucente, con grappoli di fiori dai colori vivaci, di tutte le sfumature del bianco, rosa, rosso, magenta, con alcune varietà a fiori bicolori. Esse si distinguono dai rododendri principalmente per le dimensioni, decisamente più ridotte rispetto ai secondi, ma anche per le foglie, che nelle azalee non sono persistenti. In Italia si possono ammirare notevoli coltivazioni di rododendri e azalee ornamentali, nella zona dei laghi prealpini, negli splendidi giardini di Villa Taranto, Villa Carlotta e Villa Serbelloni. Come pianta ornamentale, le specie rustiche vengono coltivate in piena terra, nei giardini come gruppi isolati o in vaso sui terrazzi per la formazione di alberelli e cespugli, o in serra le specie più delicate, per la produzione forzata di piante in vaso di altezza non superiore ai 30 cm, per la decorazione degli appartamenti nel periodo natalizio o pasquale, scartandole dopo la fioritura. L'Azalea è una pianta conosciuta fin dai tempi più antichi soprattutto per il nettare di cui sono particolarmente ricche. Alcune specie di Azalea sono però velenose come ci riporta Plinio che riferisce di un'intossicazione dei soldati dell'esercito romano, durante la campagna asiatica, provocata da miele di specie velenose di Azalea.
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Dendrobium aphyllum
Cliccate sulle immagini Fragaria a sinistra ananassa
Dendrobium aphyllum Dendrobium è un genere di piante appartenente alla famiglia delle Orchidaceae che conta circa 1800 specie. E 'stato istituito con Olof Swartz nel 1799 e oggi contiene circa 1.200 specie. Il genere si verifica in habitat diversi in gran parte del sud, est e sud-est asiatico, tra cui le Filippine, Borneo, Australia, Nuova Guinea, Isole Salomone e la Nuova Zelanda. Il nome viene dal greco dendron ( "albero") e bios ( "vita"), significa "colui che vive sugli alberi", o, in sostanza, "epifite". I fiori si sono adattati ad una grande varietà di habitat, dalle elevate altitudini nelle montagne himalayane alle pianure foreste tropicali e anche al clima secco del deserto australiano. Questo genere di orchidee sympodial sviluppano pseudobulbi, che variano in lunghezza da pochi centimetri ( ad esempio cuthbertsonii Dendrobium) a due metri di lunghezza (pulchellum Dendrobium ad esempio). Alcuni appaiono densamente ricoperti di pelo corto bianco o nero (infundibolo Dendrobium). Queste orchidee crescono rapidamente per tutta l'estate, ma prendono un periodo di riposo durante l'inverno. Sfociano in germogli dalla base del Pseudobulbo soprattutto in primavera, e di alcune specie in autunno. Questo è seguito da una rapida crescita di nuove radici. La riproduzione è in genere attraverso il seme, ma alcune specie attraverso la riproduzione asessuata keikis prodotto lungo il fusto, di solito dopo la fioritura e, talvolta, a causa di lesioni alla punta di crescita. Dendrobium è comunemente abbreviata come Den in orticoltura. Alcune specie sono molto richieste dagli appassionati di orchidee. Ciò ha portato a numerose varietà e ibridi, come ad esempio il Dendrobium Nobile (D. Nobile) razze, che hanno notevolmente ampliato la gamma dei colori della pianta originaria dell'Himalaya. I fiori di Dendrobium Cuthbertson's (cuthbertsonii D.) sono stati riportati a durare fino a dieci mesi ciascuno.
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Fragaria ananassa Con il nome di fragola sono conosciute diverse piante del genere Fragaria appartenente alla famiglia delle Rosaceae. Comunemente con questo termine si intende la parte edule della pianta: anche se le fragole sono considerate dei frutti dal punto di vista nutrizionale, non lo sono dal punto di vista botanico: i frutti veri e propri sono i cosiddetti acheni ossia i semini gialli che si vedono sulla superficie della fragola. La fragola viene considerata come un falso frutto perché non è altro che il ricettacolo ingrossato di un'infiorescenza, posizionata di norma su un apposito stelo. La pianta, al di fuori del sistema riproduttivo, ha sistemi di moltiplicazione non sessuale, come lo stolone, ramificazione laterale radicante per mezzo del quale può produrre nuovi cespi che sono di fatto cloni dello stesso individuo vegetale. Ci sono oltre 20 specie di fragole diffuse al mondo. Primo criterio di classificazione è il numero di copie dei 7 cromosomi che la pianta possiede, il quale varia da 2 a 10. Generalmente, più copie dei cromosomi conferiscono una maggior robustezza alla pianta, che produce fragole più grandi. Le fragole oggi comunemente coltivate sono ibridi derivanti dall'incrocio tra varietà europee e varietà americane. Gli insetti più nocivi che colpiscono la fragola sono: l'afide setoloso della fragola (Chaetosiphon fragaefolii), l'antonomo del lampone e della fragola (Anthonomus rubi), il rinchite della fragola (Coenorrhinus germanicus) e l'oziorrinco della fragola (Otiorrhynchus rugosostriatus ). La fragola è attaccata anche da un acaro, il ragnetto rosso comune (Tetranychus urticae). Tra i funghi vi sono invece la muffa grigia, l'oidio o mal bianco (Sphaerotheca macularis), il marciume bruno (Phytophthora cactorum), la rizottoniosi (Rhizoctonia fragariae), la verticilliosi (Verticillium spp.) e la vaiolatura della fragola (Mycosphaerella fragariae).
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Rosa
Cliccate sulle immagini a sinistra
Foglia di edera
Rosa
La rosa, della famiglia delle Rosaceae, è una pianta che comprende circa 150 specie, numerose varietà con infiniti ibridi e cultivar, originarie dell'Europa e dell'Asia, di altezza variabile da 20 cm a diversi metri, comprende specie cespugliose, sarmentose, rampicanti, striscianti, arbusti e alberelli a fiore grande o piccolo, a mazzetti, pannocchie o solitari, semplici o doppi, frutti ad achenio conutenuti in un falso frutto (cinorrodo); le specie spontanee in Italia sono oltre 30 di cui ricordiamo la rosa canina la più comune, la rosa gallica poco comune nelle brughiere e luoghi sassosi, la rosa glauca frequente sulle Alpi, la rosa pendulina comune sulle Alpi e l'Appennino settentrionale e la rosa sempervirens. Il nome, secondo alcuni, deriverebbe dalla parola sanscrita vrad o vrod, che significa flessibile. Secondo altri, invece, il nome deriverebbe dalla parola celtica rhood o rhuud, che significa rosso. Viene utilizzata come pianta ornamentale nei giardini, per macchie di colore, bordure, alberelli, le sarmentose o rampicanti per ricoprire pergolati, tralicci o recinzioni, le specie nane dalle tinte brillanti e con fioriture prolungate per la coltivazione in vaso sui terrazzi o nei giardini rocciosi. Industrialmente si coltivano le varietà a fusti eretti e fiori grandi, per la produzione del fiore reciso, che occupa in Italia circa 800 ettari, localizzati per oltre la metà in Liguria, il resto in Toscana, Campania e Puglia. I petali vengono utilizzati per le proprietà medicinali, per l'estrazione dell'essenza di Rosa e degli aromi utilizzati in profumeria, nell'industria essenziera, nella cosmetica, pasticceria e liquoristica. Come pianta medicinale si utilizzano oltre ai petali con proprietà astringenti, anche le foglie come antidiarroico, i frutti ricchi di vitamina C diuretici, sedativi, astringenti e vermifughi, i semi per l'azione antielmintica, e perfino le galle prodotte dagli insetti del genere Cynips ricche di tannini per le proprietà diuretiche e sudorifere.
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Foglia di edera
Il genere Hedera della famiglia delle Apiaceae (già Araliaceae), comprende numerose specie, tra cui la comunissima Edera (Hedera helix) pianta lianiforme rampicante sempreverde, odorosa e velenosa, di altezza variabile da 50 cm a 15 m, comune nei giardini e nei nostri boschi dal mare al monte; ha fusti lignificati ramosi, aderisce facilmente al substrato grazie alle radici avventizie aggrappanti, raccolte in tipici fascetti, le foglie sono lungamente picciolate, coriacee, intere di colore verde scuro; mostra evidente eterofillia con foglie palmato-lobate sui rami vegetativi, e ovato-romboidali sui rami fioriferi che portano in settembre o inizio ottobre piccoli fiori verdastri; produce piccole bacche nerastre o giallognole contenenti due o tre noccioli. Le specie coltivate come piante ornamentali sono varietà e ibridi ottenuti da Hedera helix a foglie variegate o da Hedera canariensis a foglie più grandi. Il decotto di foglie di edera era usato nelle zone rurali per il lavaggio degli indumenti di lana. L'edera è un arbusto assolutamente non commestibile in nessuna parte del mondo. Desidera posizioni fresche a mezz'ombra o ombra, (come muri rivolti a Nord), terriccio di bosco leggero, ricco di humus, non necessita di cure particolari; per mantenere una forma compatta necessita di potature in primavera. La moltiplicazione avviene facilmente per semina o talea. Si usano le foglie, mentre i frutti sono velenosi. I principi attivi sono ederina, flavonoidi, ederagenina, acido clorogenico.
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Genziana o genzianella
Erioforo Cliccate
sulle immagini a sinistra
Foglia di vite
Genziana o genzianella La Genziana (Gentiana) è un genere di piante della famiglia delle Gentianaceae, che comprende circa 400 specie. Questo genere si trova un po' ovunque nell'habitat alpino delle regioni temperate dell'Asia, dell'Europa e del continente americano. Alcune specie si trovano anche nell'Africa nord-occidentale, nell'Australia orientale ed in Nuova Zelanda. Si tratta di piante annuali, biennali e perenni. Alcune sono sempreverdi, altre no. Sul versante italiano delle Alpi sono presenti diverse specie, che fioriscono durante l'estate. Sono quasi tutte "specie protette". Alcune specie si ritrovano anche sugli Appennini. La disposizione delle foglie è opposta. Sono anche presenti foglie che formano una rosetta basale. I fiori sono a forma di imbuto; il colore è più comunemente azzurro o blu scuro, ma può variare dal bianco, avorio e giallo al rosso. Le specie col fiore di colore blu predominano nell'emisfero settentrionale, quelle col fiore rosso sulle Ande; le specie a fiore bianco sono più rare, ma più frequenti in Nuova Zelanda. Questi fiori sono più frequentemente pentameri, cioè hanno una corolla formata da 5 petali, e generalmente 5 sepali o 4-7 in alcune specie. Lo stilo è abbastanza corto oppure assente. La corolla presenta delle pieghe (pliche) tra un petalo e l'altro. L'ovario è quasi sempre sessile e presenta nettarii. Le genziane crescono su terreni acidi o neutri, ricchi di humus e ben drenati; si possono trovare in luoghi pienamente o parzialmente soleggiati. Sono utilizzate frequentemente nei giardini rocciosi. Secondo quanto afferma Plinio il Vecchio, questo genere di piante prese il nome di Genziana dopo che Genzio (180-168 a.C.), re dell'Illiria, affermò di averne scoperto le proprietà curative. Molte specie, infatti, sono usate come "piante medicinali" e le loro radici sono usate per la preparazione di liquori tonici, per esempio nel francese suze o simili. La genziana è inoltre utilizzata come aromatizzante, ad esempio negli amari o in bibite analcoliche. Inoltre in molte zone, la sua raccolta è stata proibita dalla legge, in quanto questa specie è una specie protetta.
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Erioforo
Purtroppo non ci sono informazioni riguardo questa specie, perché l’ Erioforo crese spontaneamente
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Foglia di vite
La vite (Vitis, L.) è un genere di piante arbustive della famiglia delle Vitacee, anticamente chiamata Ampelidacee. La specie più nota del genere è Vitis vinifera L., da cui si ricava l'uva e il vino. Poco sensibili alla fillossera, un afide parassita che attacca le viti europee, queste specie, così come i loro ibridi, vengono utilizzate sia come portinnesto (arbusto su cui innestare le barbatelle dei vitigni), sia come incrocio con alcune varietà di Vitis vinifera per la produzione di uva da vino. L'uva della Vitis labrusca, e dei suoi ibridi con Vitis vinifera, può essere vinificata e si ottengono vini come il Fragolino (al sapore di fragola) o il Clinton, che fino a pochi anni fa erano prodotti tipici locali del Nord-Est d'Italia. a vite è una pianta arborea rampicante che per crescere si attacca a dei sostegni (tutori) mediante i viticci; se la pianta non viene potata può raggiungere altezze notevoli attaccandosi agli alberi; è dotata di un apparato radicale molto sviluppato, che può superare anche i 10 metri di lunghezza. Il fusto è suddiviso nel ceppo (pochi decimentri immediatamente sopra il suolo), nelle branche (le prime ramificazioni che si dipartono dal fusto) e nei tralci che sono i rami di uno o due anni. Le foglie, dette pampini, palminervie, alterne sono semplici e costituite da cinque lobi principali più o meno tagliati con forma di cuore alla base. Sono un carattere diagnostico importante per il riconoscimento dei vitigni della vite coltivata (Vitis vinifera sativa). Dai semi di Vitis vinifera varietà rubra vengono estratti dei particolari flavanoli denominati OPC che hanno dimostrato ampiamente attività antiossidante, antiradicali liberi, vasoprotettiva, antiflogistica, immunostimolante. Consigliabili, a giusta titolazione, soprattutto nell'insufficienza venosa e nella sindrome emorroidaria. http://images.google.com/imgres?imgurl=http://us.123rf.com/400wm/400/400/logoboom/logoboom0901/logoboom090100097/4238119.jpg&imgrefurl=http://it.123rf.com/photo_4238119.html&usg=__i6ocG4sv97dCTtN1eumXfQ9ul6Y=&h=400&w=380&sz=30&hl=it&start=57&u m=1&itbs=1&tbnid=bMwnouC9bEnGmM:&tbnh=124&tbnw=118&prev=/images%3Fq%3Dfoglia%2Bdi%2Bvite%26start%3D54%26um%3D1%26hl%3Dit%26lr%3D%26sa%3DN%26ndsp%3D18%26tbs%3Disch:1
Xenesthis intermedius
Purtroppo non si hanno notizie riguardo questa specie, perchĂŠ ancora sotto studio
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Haplopelma lividim Diffusa soprattutto in Thailandia e Birmania,è una tarantola fra le più aggressive e veloci con un carattere spesso imprevedibile. Preferisce ambienti umidi e crea la tana scavando e talvolta aiutandosi con della ragnatela. La peluria sul corpo è di una tonalità brillante di blu che si scurisce dopo la muta.
( Immagine da http://images.google.it/imgres?imgurl=http://www.creepyspiders.com/assets/ima ges/Haplopelma_lividum__Cobalt_Blue_.jpg&imgrefurl=http://www.creepyspider s.com/html/cobalt_blue.html&usg=__BmtUdackeRseY5WGnG7IE2MexL4=&h= 452&w=600&sz=375&hl=it&start=5&itbs=1&tbnid=muKprB0xQTduSM:&tbnh=1 02&tbnw=135&prev=/images%3Fq%3Dhaplopelma%26gbv%3D2%26hl%3Dit% 26rls%3DGGLJ,GGLJ:2006-36,GGLJ:it )
Heliconius Ricini Generalità e distribuzione - Specie appartenente alla famiglia dei Ninfalidi, diffusa dall'America centrale e meridionale fino all'Amazzonia. Specie legata alle foreste tropicali. Generalità e distribuzione - Specie appartenente alla famiglia dei Papilionidi della regione zoogeografica Indoaustraliana. Distribuita dall'India e da Ceylon, attraverso la Cina e Malaysia, fino alle piccole isole della Sonda. Specie legata alle foreste tropicali di pianura e ad ambienti soleggiati (specie subnemorale). Adulto - I disegni di questa farfalla variano in estensione e possono perfino essere assenti (esemplare rappresentato nelle foto). Le ali anteriori possono essere raggiate di bianco mentre le ali anteriori sono arrontondate in particolare nella femmina che spesso viene imitata dalla femmina di un'altra specie affine Papilio polytes. Apertura alare variabile da 8 a 11 cm. Stadi giovanili - Il bruco varia da grigio rosa a nero. Si nutre di piante del genere Aristolochia, da cui estrae tossine che lo rendono immangiabile per gli uccelli. Particolarità - Code robuste e clavate all'estremità delle ali posteriori (nella foto assenti perchè esemplare vecchio). Colorazione rossa "aposematica" (di avvertimento) sul capo che indica che la specie è sgradevole e tossica per i predatori. Vivace chiazza rossa all'estremità dell'addome.
Pachliopta aristolochiae (Fabricius)
Adulto - Questa farfalla ha ali nere con disegni color bianco creama ed ali posteriori arancioni con largo orlo nero. La pagina inferiore è simile, ma con tinte meno vivaci e senz aocolorazione arancione sulle ali posteriori. Apertura alare variabile dai 5,5 ai 7 cm. Stadi giovanili - Del bruco si sa solo che si sviluppa su Passiflora. Particolarità - Presenta antenne clavate brevi e molto robuste.
Papilio paris (Linneo)
Generalità e distribuzione - Specie appartenente alla famiglia dei Papilionidi della regione zoogeografica Indoaustraliana. Diffusa a basse altitudini in India, Thailandia, Sumatra e Giava. Nella Cina sudorientale si rinviene a quote più elevate. Specie legata alle foreste tropicali di pianura (specie subnemorale). Adulto - Le vistose chiazze metalliche poste sulle ali posteriori collocano questa farfalla in un gruppo di specie chiamate farfalle pavone. Le femmine sono generalmente più gialle de imaschi. Apertura alare variabile da 8 a 13,5 cm. Stadi giovanili - Il bruco è verde con disegni bianchi o gialli e con corna gialle che emttono una sostanza profumata. Si nutre di diverse piante, compresi gli agrumi (Citrus). Particolarità - Il vistoso colore delle ali è prodotto da squame verdi sparse su di un fondo nero. Le macchie ocellate e le code creano l'illusione di una "falsa testa" che disorienta i predatori.
Idea leuconoe (Erichson)
Generalità e distribuzione - Specie appartenente alla famiglia dei Ninfalidi della regione zoogeografica Indoaustraliana. Diffusa in Thailandia, Malaysia, Filippine e Taiwan. In Malaysia frequenta le paludi costiere a mangrovie. Specie legata alle foreste tropicali costiere e ad ambienti soleggiati (specie eliofila). Adulto - Le grandi ali di questa delicata farfalla sono di un binaco grigiastro traslucido, spesso soffuse di giallo verso la base e con disegni neri caratteristici. Questa farfalla presenta un volo lento e scivoltato e si trattiene in genere poco al disotto della degli alberi della foresta. Apertura alare variabile dai 9,5 ai 10,8 cm. Stadi giovanili - Il bruco è nero vellutato con sottili anelli gialli, macchie rosse e quattro paia di filamenti neri sul dorso. Si sviluppa su Parsonia, Cynanchum e Tylophora. Particolarità - Profilo delle ali posteriori debolmente angoloso. Linea bianca a zig-zag parallela al margine alare anteriore. La maculatura delle ali le fanno sembrare frastagliate; tale livrea continua anche sul corpo. Il corpo esile e le grandi ali indicano un volatore debole e leggiadro.
Collezioni medicee Questa collezione ha un grandissimo valore storico. Infatti quasi tutti gli oggetti di questa sono della fine del '700. Ci sono circa 700 esemplari, pietre preziose e pietre dure, sia lucidate che lavorate, parte delle quali figurano negli inventari del sedicesimo secolo e parte prodotte nell'antica scuola di glittica nei giardini di S. Marco alla metĂ del '500.
Vaso a Navicella Vaso a navicella in quarzo ialino, con piedistallo in legno dorato. La parte inferiore è sbaccellata a conchiglia con foglie d'acanto, mentre il labbro superiore è decorato da un fregio di delfini e da un mascherone. Manifattura fiorentina, della seconda metà del XVI secolo, proviene dalla Tribuna degli Uffizi. Nel 1782 figura in una lista di oggetti richiesti dal Granduca e consegnati alla Reale Segreteria. Da qui il vaso è poi passato all'Imperial Regio Museo di Fisica e Storia Naturale.
Tabacchiera Tabacchiera composta da formelle rettangolari in malachite, con montatura e cerniere in oro. Probabilmente la tabacchiera, realizzata in Spagna da Pedro Chevalier dopo il 1762 presso la manifattura del Buen Retiro, è un dono al Granduca Pietro Leopoldo, che nel 1765 aveva sposato la figlia di Carlo III di Spagna.
Coppa in Diaspro L'incisione indica che la coppa apparteneva alle antiche collezioni medicee di Lorenzo il Magnifico, che furono donate nel 1533 da Papa Clemente VII alla chiesa di S.Lorenzo. Nel 1781 i vasi con le montature intatte furono trasferiti agli Uffizi, mentre quelli che ne erano stati privati furono mandati all'Imperial Regio Museo di Fisica e Storia Naturale.
Vaso in Quarzo Ialino Vaso di quarzo ialino a forma di secchiello. Manifattura milanese, della seconda metĂ del XVI secolo, in origine era munito di un coperchio sormontato da una testa di uccello montata in oro, come risulta dai vecchi inventari della Tribuna degli Uffizi.Nel 1781 il vaso, ancora intatto, risulta consegnato al Granduca
Cofanetto Cofanetto rettangolare in lapislazzuli, costituito da formelle sfaccettate, base e zampe a cipolla in oro. L'interno, rivestito in oro, è suddiviso in sei vani. Realizzata tra la fine del XVI e l'inizio del XVII secolo, la scatola è giunta all'Imperial Regio Museo di Fisica e Storia Naturale nel 1787 e risulta descritta come un contenitore per denti.
Stemma in Lapislazzuli Stemma in lapislazzuli di forma ovale, con tre gigli a rilievo in quarzo citrino. Lo stemma, che ancora nel 1704 risulta incastonato in rame con una fascia d'oro, giunse all'I.R. Museo di Storia Naturale intorno al 1780, insieme al mobile che lo conteneva. Probabilmente la montatura è stata rimossa nel corso del XVIII secolo. Collezioni medicee
Passiflora caerulea Fa parte del genere passifloraceae che comprende piĂš di 465 specie provenienti principalmente da America e Asia. Il nome significa "fiore della passione" (da passio=passione,flos=fiore). Alcune specie hanno le radici a tubero e la maggior parte hanno un fusto ramificato che presenta degli appariscenti fiori. Viene utilizzata come pianta ornamentale in giardini e pergolati,per le sue proprietĂ calmanti e per la raccolta dei saporiti frutti.
Dionaea muscipula E' una delle specie più comuni di pianta carnivora,e,come tutte le piante di questo genere trane la maggior parte del nutrimento dalla cattura di piccoli insetti che rimangono intrappolati nelle "bocche" che all'interno presentano un colore rosso che in alcuni casi(quando sono più esposte al sole) si trova anche nella parte inferiore esterna. Misura fra i 10 e gli 11 centimetri e matura molto lentamente(ci vogliono anni prima che raggiunga lo stadio adulto). I colori delle trappole(parti culminanti delle foglie) sono molto più vividi nel periodo estivo nella quale la pianta è più attiva mentre in inverno sono più vicine al terreno. Le trappole misurano al massimo 3 centimetri.
Mirtillo Il mirtillo è un arbusto conosciuto soprattutto per i suoi frutti violacei dal sapore acidulo. Se ne conoscono molte specie,la maggior parte delle quali fruttifica a luglio o ad agosto. I fiori sono compatti e composti da petali uniti fra loro. I frutti sono false bacche perchè originate anche dai sepali,petali e stami e in alcune specie possono presentare un colore rosso.
Girasole
E' una pianta annuale della famiglia delle asteracee che può raggiungere fino a 3 metri di altezza. Il nome deriva dal fatto che durante la giornata la pianta sposta il capo fiorito seguendo il movimento del sole(eliotropismo). E' originario dell'America dove anticamente veniva usato come simbolo per raffigurare il Dio del sole dalle popolazioni indigene. Cresce facilmente in terreni fertili ed umidi,esposti ai raggi solari,per questo in zone con queste condizioni vengono coltivate grandi quantità di queste piante per poi utilizzarne i semi per produrre olio o per essere tostati.
Si ringraziano in particolare tutti coloro che ci hanno aiutato a realizzare questo lavoro, specialmente gli insegnanti di sostegno che sono riusciti a coinvolgere e a motivare i nostri compagni diversamente abili.