Scuola media GHIBERTI
CLASSE
3
a.s. 2015/16
D
CONCORSO “ Gioca e impara con Galileo”
La 3D
incontra Galileo
L'intervista impossibile Io:
Buonasera signor Galileo, per noi è un onore parlare con una persona come lei.
Galileo: Ma non esagerate, sono solo uno … scienziato, un filosofo, un astronomo..... Mi potreste spiegare perché sono qua? È il terzo millennio????? Io:
Perché uno scienziato ha inventato la macchina del tempo e noi abbiamo deciso di teletrasportare lei, così poteva spiegarci di persona le sue invenzioni e noi potevamo spiegare a lei … ciò che …
Galileo: Ah… ah… ah … ah … cos’è che dovete spiegarmi? Io ormai alla mia età, so tanto più di voi, le persone anziane sono molto più sagge di voi giovani, non mi servono spiegazioni. Io:
Signor Galileo, in questi anni la tecnologia si è evoluta; lei sa cos’è un computer? Un telefono?
Galileo: Computer? Telefono? No, non ho mai sentito codeste parole, voglio ancora imparare!!
(Appoggio il mio smartphone sul tavolo). Galileo: O codesto icchè sarebbe? Io:
È uno smartphone, diciamo che è un telefono intelligente.
Galileo: Icchè? Uno smartphone? Telefono? È forse uno strumento di tortura? Sono 400 anni che un ne vedo uno. Io :
No macché! È uno smartphone, mi servirebbe almeno un'altra vita per spiegarglielo ... non fraintenda, non voglio dire che lei sia vecchio.
Galileo: C'ho tutto il tempo che vòle, mi spieghi meglio.
Io:
Beh, è un po‘ complicato. Dovremo fare qualche passo indietro. Era il 1849, quando il giovane Meucci inventò, appunto, il telegrafo parlante. Una macchina che ...
Galileo interrompe. Galileo: Ah, ho capito. Codesta parola la ... la ... la ... macchina è una cosa che si muove tirata da un cavallo? E come si fa a guidare se l'è così piccolo?! Oppure è una macchina come quelle inventate dall'illustrissimo messer LEONARDO... Quindi lo ... lo ... codesto telefono c'ha le ruote o qualche marchingegno dentro che lo fa funzionare.
Io:
No, no, no, no! gliel'ho detto che non avrebbe capito! Il telefono è una macchina intelligente ... una piccola scatola, capace di raccogliere informazioni, app, foto, video, persino giochi, e libri, appunti; può anche fare chiamate.
Galileo:
Io:
Ah ... ma ancora non capisco! Codesto aggeggio può contenere oggetti. Quindi anche un mio telescopio può entrarci ma... come fa?! L'è troppo piccola sta scatola, sto smartphone, sto telefono. E poi icchè sono 'ste ”app, foto, video"? Signor Galileo, ora sappiamo molte cose anche noi! Lo smartphone è una scatola capace di raccogliere informazioni, dette file ... Forse mi spiego meglio così: il telefono è come il suo cervello. Tutto ciò che lei impara, lo raccoglie e lo immagazzina, appunto nel cervello. Queste informazioni sono i file. Il telefono permette di mostrare tutte le informazioni, cioè tutto ciò che ha imparato e può anche comunicare con le altre persone, proprio come se fosse una grande bocca.
Galileo: Ah, ho capito finalmente! Ma allora posso chiamare anche su Giove?!
Galileo racconta Io:
Ora, però, vorremmo sapere qualcosa di più della sua vita, signor Galileo.
Galileo: Be’, della mia vita ... Così in generale ci vorrebbe un vita per raccontarla, ma posso dirvi qualcosa. Da ragazzo mio padre voleva che studiassi medicina, ma dopo alcuni anni capii che il mio vero interesse era rivolto alla matematica. In un mio libro potete leggere: “La filosofia è scritta in questo grandissimo libro (universo) ... ma non si può intendere se prima non s 'impara la lingua, i caratteri ... ne' quali è scritto. È scritto in lingua matematica, e i caratteri sono triangoli, cerchi ed altre figure geometriche ...”
Qualcuno ha sintetizzato il mio pensiero così:
“La matematica è l’alfabeto nel quale DIO ha scritto l’universo.” Ero davvero curioso, a me piaceva guardare le cose da vicino:
* Chiedermi il perché di ogni cosa * Fare un’ipotesi * Cercare di dare una spiegazione * Sperimentare QUESTO ERA IL MIO METODO!
Io:
Lei quale teoria dell'universo sosteneva?
Galileo: Io sostenevo la teoria eliocentrica, cioè quella secondo la quale il sole è al centro dell'universo. Io:
Quali sono state le scoperte più importanti?
Galileo: Fra le mie tante invenzioni le più importanti secondo me sono il termometro, il compasso, il cannocchiale e il celatone.
Il celatone Io: Galileo, ma come mai ha pensato di costruire il celatone? Galileo: Il telescopio si muoveva troppo sulla nave e non riuscivo a inquadrare Giove che era un punto fisso per orientarmi. CosĂŹ io ho costruito un elmo di metallo con ai lati una cerniera che teneva una visiera sulla quale era attaccato un cannocchiale. In questo modo potevo vedere in lontananza Giove, anche se la nave si muoveva, se mettevo un binocolo sulla nave, esso cadeva e si muoveva, se invece lo mettevo sulla testa non mi si muoveva (o si muoveva come volevo io).
Io:
Il telescopio
Signor Galileo quali sono state le prime cose che ha visto con il telescopio?
Galileo: Diressi lo strumento verso il cielo e la prima cosa che osservai fu la Luna, che non si rivelò liscia come si riteneva fosse fino ad allora, ma individuai le sue montagne e i suoi crateri. Notai le regioni chiare e quelle scure, e ottenni le prime informazioni sui moti lunari. Osservai le fasi di Venere e le macchie solari, osservai Saturno pensando che fosse un pianeta “tricorporeoâ€?. Scoprii la costituzione stellare della Via Lattea, con i suoi ammassi di stelle e di corpi celesti, e individuai i quattro satelliti di Giove.
L’orientamento Io:
A cosa serviva questo strumento?
Galileo: Il Notturlabio serve ai marinai per stabilire l’ora di notte. Io:
Grazie mille per la sua disponibilitĂ ed arrivederci al prossimo teletrasporto.
Galileo: Di nulla, arrivederci.