bambini I segreti delle teste di papavero dorate e altre dodici curiositĂ di Praga Prague.eu/bambini
Indice: 1. Perché Praga è chiamata la città d’oro
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2. La Casa Alla Luna e Sole
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3. Gli abitanti del giardino di Wallenstein
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4. Il vicolo più stretto di Praga
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5. Un cavaliere leggendario nel ruolo di segnale
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6. La matematica del Ponte Carlo
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7. Il martin pescatore sulla Torre del Ponte della Città Vecchia
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8. Il misterioso Barbuto
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9. I limnigrafi praghesi
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10. Il cavaliere nero in via Platnéřská
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11. Il Golem praghese
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12. Il ragazzo pietrificato
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13. Il più antico segnale stradale
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I segreti delle teste di papavero dorate e altre dodici curiosità di Praga
Perché Praga è chiamata la “città d’oro”? I costruttori medievali usavano le uova? Quali segreti e segni nascondono le case, le facciate e le vie di Praga? Mentre camminate per la nostra città, vi racconteremo le storie di tredici luoghi interessanti che altrimenti passerebbero inosservati. Venite a Praga a divertirvi con noi!
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1. Perché Praga è chiamata la città d’oro
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raga ha più di undici secoli di storia. Ha visto di tutto: guerre, rivoluzioni, periodi di prosperità e sviluppo. La città è stata costruita e abitata non solo dai cechi, ma anche da tedeschi, ebrei, italiani e molti altri. Praga ha attirato a sé sia gente normale che personalità eccezionali (filosofi, scienziati, artisti e avventurieri). Tutti le hanno assegnato soprannomi poetici o meno lusinghieri. Di lei si diceva che fosse la madre di tutte le città o semplicemente “mamma Praga” (secondo il celebre scrittore praghese Franz Kafka, si trattava di “una mamma con gli artigli”). Praga veniva definita il cuore dell’Europa, un manuale di architettura o una sinfonia di pietra. Tuttavia, veniva (e viene ancora oggi) molto più spesso chiamata “la città dalle cento torri” o “la città d’oro”. Praga potrebbe aver acquisito questo sontuoso soprannome grazie alle torri del Castello di Praga, le quali furono fatte dorare nel Medioevo dall’imperatore Carlo IV. Un’altra teoria spiega che il soprannome potrebbe essere dovuto agli alchimisti che, nel XVI secolo, lavoravano alla corte dell’imperatore Rodolfo II cercando di produrre l’oro. Dove stia la verità, probabilmente non lo sapremo mai, perché Praga è anche una città misteriosa e alcuni dei suoi segreti rimarranno celati per sempre. Quel che è certo è che qui trovate abbastanza oro, presente soprattutto nelle decorazioni delle chiese e dei palazzi e persino sulle torri, che appartengono a Praga in modo imprescindibile. Le loro cime terminano spesso con le teste di papavero, ossia decorazioni vuote e rotonde, rivestite in molti casi di oro autentico. Al completamento dei lavori di costruzione, vi venivano posti documenti vari o monete d’epoca, che rappresentavano i messaggi per le generazioni future. Di tanto in tanto, solitamente durante il restauro delle torri, svelano i loro segreti e ci fanno conoscere la storia di un edificio o della città. 2
2. La Casa Alla Luna e Sole q Úvoz 160/24, Praga 1 – Hradčany k Pohořelec
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entre camminate per la vecchia Praga, vi imbatterete di frequente in case le cui facciate sono decorate con un dipinto, un segno o un simbolo. Questi segni venivano utilizzati per facilitare l’orientamento prima dell’introduzione dei numeri descrittivi delle case. I segni si riferivano spesso al proprietario della casa, al suo nome o alla sua professione. A Praga se ne sono conservati fino ad oggi 264. Molte delle case con i segni conservati si trovano nell’ex Via Reale, che parte dalla Casa Municipale e arriva al Castello di Praga. Veniva chiamata così perché, un tempo, vi passavano i cortei dell’incoronazione dei re boemi. La Via Reale comprendeva anche la via Úvoz, che sale per l’odierna via Nerudova fino ad arrivare al monastero di Strahov. A circa metà strada c’è una bella casa rossa chiamata Alla Luna o Alla Colonna di pietra. L’eccezionalità di questo edificio è dovuta ai due segni (che in realtà sono tre) presenti sulla sua facciata. Da questo i suoi due nomi. Il primo, Alla Luna, ricorda il nome del pittore e architetto Kristián Luna, che qui visse a cavallo tra il XVII e il XVIII secolo e ristrutturò la casa dandole il suo aspetto attuale. L’angolo dell’edificio è decorato con un busto della Luna, che è completato dal Sole - Sol. Da notare che la Luna è raffigurata da una donna, mentre il Sole ha l’aspetto di un uomo. I nostri antenati credevano che questi due corpi celesti fossero la personificazione di due principi contrapposti, la femmina e il maschio, che si completano armoniosamente. Kristián Luna collocò sulla facciata una miniatura di un’altra costruzione praghese: la Colonna 4
Mariana, che adornò la Piazza della Città Vecchia fino al 1918 e che, tra le altre cose, fungeva da meridiana - la lunghezza e la direzione della sua ombra determinavano l’ora. La colonna fu distrutta nel 1918, ma la sua replica sulla facciata della casa rossa si è conservata fino ad oggi e le ha dato il suo secondo nome, ovvero Alla Colonna di pietra.
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3. Gli abitanti del giardino di Wallenstein q Letenská 123/4, Praga 1 – Malá Strana ky Malostranská
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lla Città Piccola appartengono indissolubilmente dei bellissimi giardini che facevano per lo più parte di palazzi e residenze sontuose di famiglie nobili locali. Il Giardino di Wallenstein fu costruito in contemporanea con l’omonimo palazzo, che a quel tempo era il più grande di Praga. Oggi, qui ha sede il Senato della Repubblica Ceca. Per grandezza, è secondo solo al Giardino Reale ed è considerato uno dei giardini storici più belli di Praga. L’elemento più interessante è, con ogni probabilità, un’imponente parete artificiale di stalattiti, la cosiddetta grotta. Si trova in quello che una volta era chiamato il “Giardino segreto”. Le stalattiti sono state realizzate con lo stucco, che è stato mescolato con malta leggera e cenere allo scopo di dare loro un colore grigio-nero. Grazie ad esse, la grotta ha un aspetto misterioso e un po’ lugubre. Ma se guardate attentamente, tra le stalattiti della parete troverete delle sagome nascoste, teste di animali e volti misteriosi. Oltre alle grotte 7
artificiali destinate al riposo e alla contemplazione, la grotta comprende anche una voliera storica con i piÚ grandi gufi cechi che, assieme ad essa, dovevano simboleggiare il legame tra il giardino e la natura selvaggia. Oltre ai gufi reali, nel giardino ci sono anche altri animali e uccelli. Nel laghetto con isolotto vivono diverse specie di pesci, tra cui pesci gatto, lucci, idi dorati e carpe giapponesi ornamentali. Tra gli uccelli trovate anche galline con le zampe verdi e germani reali, che, sebbene non facciano parte degli uccelli fissi del luogo, sono affezionati a questo giardino e vi tornano regolarmente. Il vero orgoglio del giardino, però, sono i pavoni comuni e i pavoni bianchi.
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4. Il vicolo più stretto di Praga q U Lužického semináře 100/24, Praga 1 – Malá Strana ky Malostranská
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uesto vicolo anonimo della Città Piccola potrebbe passare inosservato se non fosse per il fatto che ogni giorno è circondato da una moltitudine di turisti. Si tratta dell’unica strada di Praga il cui traffico pedonale deve essere regolato da un semaforo. Con una larghezza di circa mezzo metro, non può essere attraversata da più di una persona alla volta. Attualmente viene utilizzata come passaggio verso il cortile del ristorante sopra il canale Čertovka. Se volete passare di qui, dovrete aspettare il semaforo verde, altrimenti potreste scontrarvi con qualcuno che arriva dalla direzione opposta. Il vicolo è sorto più di 400 anni fa come una di molte altre viuzze simili il cui scopo era quello di rallentare la diffusione di incendi devastanti che di tanto in tanto scoppiavano in città. A Praga è l’unico ad essersi conservato fino ad oggi. Inoltre, serviva da passaggio verso il fiume, da cui la gente locale attingeva l’acqua.
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5. Un cavaliere leggendario nel ruolo di segnale q Ponte Carlo, Kampa, Praga 1 – Malá Strana k Malostranské náměstí
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u un pilastro del Ponte Carlo sulla riva dell’isola di Kampa si erge una statua maestosa di un cavaliere con una spada dorata in mano. È il leggendario Bruncvík, al quale viene attribuito il leone raffigurato sullo stemma del Regno Boemo. La leggenda narra di come Bruncvík abbia salvato un leone dal drago durante uno dei suoi viaggi, ma anche di come abbia ottenuto una spada miracolosa che tagliava da sola le teste dei nemici. Ma questa scomparve misteriosamente. Secondo la leggenda, sarebbe stata murata in un pilastro del Ponte Carlo o gettata nel fiume. Si dice che apparirà quando la terra ceca vivrà i tempi più bui. Dal monte Blaník, poi, usciranno i cavalieri di Blaník guidati da San Venceslao, il santo patrono della terra ceca.
Da notare come Bruncvík si trovi un po’ in disparte rispetto alle altre statue del Ponte Carlo. Questo perché aveva una funzione importante che si può dedurre dallo scudo con lo stemma della Città Vecchia che tiene nella mano sinistra. Lo scudo è rivolto in direzione della Città Piccola. Così come i cartelli odierni indicano l’inizio e la fine di una località, anche Bruncvík avverte i pedoni che stanno lasciando la Città Piccola per entrare nella Città Vecchia. Bruncvík è una sorta di “delineatore di confine” tra questi due quartieri storici, che in precedenza avevano una propria amministrazione municipale. Un tempo, alcune statue simili furono costruite su ponti e municipi di altre città europee allo scopo di rappresentare il simbolo dei diritti delle città. 14
6. La matematica del Ponte Carlo q Ponte Carlo, Praga 1 – Staré Město ky Staroměstská k Malostranské náměstí k Karlovy lázně
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Il Ponte Carlo è il secondo ponte di pietra più antico della Repubblica Ceca e uno dei simboli di Praga. Fu costruito nel XIV secolo su ordine dell’imperatore Carlo IV, dal quale oggi porta il nome. Sostituì il ponte di Giuditta, che era stato distrutto da un’inondazione. Il ponte è legato ad una serie di fatti e leggende interessanti. Per secoli, si credette che i suoi costruttori avessero aggiunto uova crude alla malta per garantirgli una maggior solidità ed evitare che gli toccasse la stessa sorte del suo predecessore. Attenzione, però, questa pratica era davvero comune nel Medioevo! Secondo la leggenda più famosa, il re ordinò di far arrivare le uova 16
da ogni angolo del paese perché le galline praghesi non erano sufficienti a svolgere un compito così grande. Le uova furono mandate anche dagli abitanti di Velvary, una città della Boemia meridionale. Per non farle rompere, le fecero bollire e indurire, guadagnandosi risate di scherno da tutta Praga, poiché le uova sode non potevano essere aggiunte alla malta. La storia allegra sulle uova di Velvary viene raccontata ancora oggi… anche a Velvary. E che importa se, qualche anno fa, gli scienziati hanno confutato la presenza di uova nella malta usata per costruire il Ponte Carlo. Interessanti sono anche la data e l’ora della posa della prima pietra del ponte. Furono scelte dall’imperatore Carlo IV in persona, che era molto interessato all’astrologia e alla numerologia. Per garantire che il ponte durasse per sempre, come giorno e ora di inizio dei lavori di costruzione scelse il 9 luglio 1357, alle ore 5 e 31 minuti. Noterete che, se si convertono la data e l’ora in una serie di numeri, si ottiene una piramide di numeri dispari con un 17
nove in cima, il cosiddetto palindromo. Ciò significa che la serie di numeri può essere letta allo stesso modo partendo dall’inizio e dalla fine: 1-3-5-7-9-7-5-3-1. Tuttavia, gli esperti hanno pareri discordanti in merito a questa data. Molti sostengono che la prima pietra sia stata posata un mese prima, il 9 giugno 1357, in occasione della festa del santo patrono di Boemia, San Vito, la cui statua si trova sulla facciata della Torre del Ponte della Città Vecchia. Sebbene ora sia conosciuto con il nome di Ponte Carlo (che gli fu dato alla fine del XIX secolo per ricordare il suo fondatore), in precedenza veniva chiamato Ponte di Pietra o Ponte Praghese.
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7. Il martin pescatore sulla Torre del Ponte della Città Vecchia q Křižovnické náměstí / Ponte Carlo, Praga 1 – Staré Město ky Staroměstská k Karlovy lázně
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a Torre del Ponte della Città Vecchia è considerata una delle torri più belle di Praga. Così come la Torre del Ponte della Città Piccola, che si trova sul lato opposto del Ponte Carlo, anch’essa faceva parte della fortificazione della città. Allo stesso tempo, era una sorta di arco di trionfo sotto il quale passavano i cortei dell’incoronazione. A ciò corrisponde anche la sua decorazione unica. Sulla torre c’è una serie di simboli nei quali si ripete più di frequente (sei volte) il motivo del martin pescatore in una corona formata da un asciugamano o da un nastro arrotolato e annodato. Il figlio di Carlo IV, re Venceslao IV, scelse il martin pescatore come suo simbolo personale. Ma perché? Una spiegazione ci viene fornita dalla leggenda su re Venceslao e la bellissima barbiera Zuzana. Venceslao era entrato in conflitto con i nobili cechi, che lo catturarono e lo imprigionarono. La prigionia, tuttavia, non doveva essere troppo crudele, poiché il re faceva regolarmente visita, accompagnato dalle guardie, alle terme accanto al Ponte Carlo. Le terme medievali offrivano servizi simili ai centri benessere di oggi: oltre che dei bagni e dell’igiene comune, gli addetti si occupavano anche di fisioterapia o di guarigione delle ferite. Durante una delle sue visite, il re chiese alla barbiera Zuzana di aiutarlo a fuggire. Questa fece una 22
corda di asciugamani annodati tra loro, si calò con il re su una barca presente nel fiume e poi si diede alla fuga assieme a lui. Il re ricompensò debitamente Zuzana e, in ricordo di questo fatto, scelse come proprio simbolo il martin pescatore in una corona di asciugamani annodati tra loro. Il simbolo del martin pescatore aveva però diversi significati. Oltre all’amore fedele, simboleggiava anche l’anima umana e la rinascita. Si credeva anche che potesse proteggere un edificio dai fulmini, moltiplicare i tesori nascosti e calmare le tempeste. A Praga, però, si incontrano non solo martin pescatori di pietra o dipinti, ma anche quelli reali. La presenza del martin pescatore è stata recentemente segnalata su alcuni corsi d’acqua di Praga e dintorni, ad esempio nei distretti di Troja e Radotín. Proprio la Moldava è un luogo di svernamento importante per il martin pescatore. In inverno, si ritirano presso i grandi fiumi, che non gelano e quindi hanno accesso ininterrotto al cibo.
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8. Il misterioso Barbuto q Křižovnické náměstí / Ponte Carlo, Praga 1 – Staré Město ky Staroměstská k Karlovy lázně
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ul muro del terrapieno presso la Torre del Ponte della Città Vecchia si trova un reperto particolare dell’ex Ponte di Giuditta, che si trovava qui al posto del Ponte Carlo fino a quando non fu distrutto da un’inondazione. È la testa di pietra di un uomo, da sempre chiamata Barbuto, che faceva parte della prima arcata del Ponte di Giuditta. Sebbene il pilastro si sia conservato fino ad oggi, è possibile vederlo solo dal molo sotto il Ponte Carlo, mentre il Barbuto è stato spostato sul muro della riva, in modo che potesse essere visto dal Ponte Carlo. Il Barbuto ha svolto per secoli una funzione interessante. Veniva utilizzato dai Praghesi come idrometro per indicare l’arrivo di un’inondazione. Se il livello della Moldava saliva fino alla sua barba, era il momento di iniziare l’evacuazione della gente che viveva nelle vicinanze del fiume. Quando il livello dell’acqua arrivava alla bocca, significava che il fiume si stava già riversando nelle strade adiacenti. Se l’intera testa era sott’acqua, significava che, in Piazza della Città Vecchia, la gente stava circolando in barca (è bene ricordare che, nel Medioevo, molte strade e piazze di Praga si trovavano molto più in basso rispetto ad oggi). Il Barbuto fu utilizzato per misurare il livello dell’acqua della Moldava fino al 1714, quando i livelli di inondazione cominciarono ad essere registrati in cubiti sopra il normale livello del fiume. Chi fosse quel misterioso Barbuto probabilmente non lo sapremo mai. Ma esistono varie teorie. Secondo una di queste, potrebbe essere uno dei Gran Maestri dell’Ordine dei Crocigeri o addirittura una raffigurazione di Gesù Cristo. Un’altra teoria afferma che fosse un ritratto dell’architetto italiano (di cui non si conosce più il nome) che costruì l’antico Ponte di Giuditta o, più probabilmente, dell’architetto Petr Parléř, che costruì proprio il Ponte Carlo. 26
9. I limnigrafi praghesi q Rašínovo nábřeží, Praga 2 – Nové Město k Výtoň q Dvořákovo nábřeží, Praga 1 – Staré Město k Dlouhá j Nemocnice Na Františku
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l limnigrafo, o idrometro, è la versione moderna del Barbuto medievale. Così come il Barbuto, il limnigrafo viene utilizzato da oltre cento anni per misurare l’acqua del fiume Moldava e mettere in guardia i Praghesi da una possibile inondazione. A Praga ci sono due limnigrafi storici: a Vytoň, vicino a Vyšehrad, e nella Città Vecchia, vicino al Convento di Sant’Agnese. Si tratta di costruzioni quasi identiche in stile Art Nouveau che a prima vista ricordano un gazebo da giardino con pergola. Osservandole più attentamente, si possono notare due quadranti differenti. Il più piccolo è un orologio classico che indica l’ora, mentre quello più grande, con numeri da zero a cinque, indica lo stato attuale dell’acqua nella Moldava. La lancetta sul quadrante è collegata da una serie di leve ad un galleggiante di sughero posto sulla superficie del fiume. Quando il galleggiante si alza, la lancetta ruota verso destra. Quando il livello scende, il galleggiante scende e la lancetta ruota nella direzione opposta. Il limnigrafo di Vytoň ha anche una stazione meteo, con strumenti per misurare la pressione, l’umidità e la temperatura. Sulla cupola di rame del limnigrafo di Výtoň si può notare un segnavento a forma di testa di cane che indica la direzione del vento.
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10. Il cavaliere nero in via Platnéřská q Mariánské náměstí 2/2, Praga 1 – Staré Město ky Staroměstská
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ll’angolo tra la via Platnéřská e piazza Mariánské náměstí, in una rientranza dell’edificio del municipio nuovo di Praga, si trova la statua di un cavaliere oscuro che a molti visitatori ricorda Dart Fener di Guerre Stellari. Una delle antiche leggende di Praga, che non ha nulla a che fare con la saga cinematografica, è legata a questo cavaliere nero. La via Platnéřská deve il suo nome ai fabbri medievali (in ceco platnéř) che costruivano armature utilizzando piastre di ferro. Nel Medioevo, le loro officine si trovavano proprio in questa strada e nei suoi dintorni. La leggenda narra che, tanto tempo fa, un cavaliere che indossava un’armatura nera si innamorò della figlia di uno dei fabbri. La ragazza, però, non lo voleva, così questi la pugnalò per la gelosia e la rabbia nel vedere gli altri suoi pretendenti. La ragazza morente lo maledisse e il cavaliere rimase pietrificato sul posto. Il cavaliere pietrificato fu poi messo in strada per ricordare agli altri il suo terribile gesto. Ma il suo spirito ritorna ogni cento anni, esattamente il giorno e l’ora della morte della ragazza, per cercare la salvezza. Si dice che possa essere salvato solo da una ragazza innocente che perdoni il suo peccato. Un tempo, in questi luoghi si trovava realmente una casa chiamata All’uomo di ferro con una statua del cavaliere nero, che oggi si trova nel Museo della Città di Praga a Florenc. 30
La via Platnéřská originaria e la casa sono scomparse da tempo e la leggenda locale viene ricordata solo da “Dart Fener” sull’edificio del comune.
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11. Il Golem praghese q Josefov, Praga 1 – Staré Město ky Staroměstská k Právnická fakulta q Tomba del rabbino Löw, Vecchio cimitero ebraico, Široká 3, Praga 1 – Staré Město q Statua del rabbino Löw, Mariánské náměstí 2/2, Praga 1 – Staré Město q Sinagoga Vecchia-Nuova, Maiselova 18, Praga 1 – Staré Město
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na delle leggende più famose di Praga è quella del Golem. Nel misticismo ebraico, il Golem è un essere creato e animato dall’uomo, non ha una volontà propria e obbedisce alla lettera agli ordini del suo padrone. Il Golem poteva avere forme diverse. Quello praghese, che è probabilmente il più famoso al mondo, aveva l’aspetto di un uomo e fu creato dal rabbino Yehuda Löw ben Bezalel, noto come il Maharal di Praga. Il rabbino Löw era uno dei più importanti studiosi ebrei della sua epoca. Visse a Praga a cavallo tra il XVI e il XVII secolo e, dopo la sua morte, fu sepolto nel Vecchio cimitero ebraico, dove è ancora possibile vedere la sua tomba. Al Golem praghese fu dato il nome di Josille, che è un diminutivo del nome Josef. Il suo compito principale era quello di proteggere il ghetto ebraico dagli attacchi dei cristiani, ma il rabbino lo usava anche come domestico e servitore del tempio. Lo animava mettendogli in bocca il cosiddetto shem, che non era un oggetto concreto, bensì il nome di Dio scritto correttamente su una pallina o su un rotolo di pergamena o di carta. In osservanza della tradizione ebraica, il rabbino toglieva sempre lo shem il venerdì sera per riposare durante lo Shabbat.
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Una volta, però, il rabbino si dimenticò di togliere lo shem dal Golem per lo Shabbat e andò alla sinagoga a celebrare la funzione religiosa. Ma il Golem, che non aveva ricevuto nessun lavoro, accumulò un’enorme energia e perciò iniziò a distruggere tutto ciò che lo circondava. La sua furia distruttrice fu fermata dal rabbino, che gli tolse lo shem. Secondo una delle versioni della leggenda, il Golem si trasformò in polvere perché lo shem gli fu tolto durante la festa ebraica, quando non è permessa alcuna attività. Secondo un’altra versione, dopo questa esperienza, il rabbino stesso decise di non dar più vita al Golem e lo mise nella soffitta della Sinagoga Vecchia-Nuova, dove da quel momento non fu più permesso a nessuno di entrare. Nel XX secolo sono state effettuate due ricerche, ma nessuna di esse ha dimostrato la presenza del Golem o di qualcosa che confermasse la sua esistenza.
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12. Il ragazzo pietrificato q Martinská 8, Praga 1 – Staré Město ky Národní třída
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roprio al confine tra la Città Vecchia e la Città Nuova si trova una delle chiese più antiche di Praga, il cui nome particolare è dovuto alla sua posizione. Si tratta infatti della chiesa di San Martino dentro le mura, sorta originariamente a Újezd, un piccolo villaggio che un tempo si trovava in questi luoghi. Nel XIII secolo, durante la costruzione delle mura cittadine, il villaggio fu diviso in due e la parte più piccola con la chiesa divenne parte della Città Vecchia. La chiesa era adiacente alle mura di cinta appena costruite, così ne divenne parte integrante. Proprio accanto c’era una delle porte d’ingresso della città, che fu chiamata proprio porta di San Martino. Oggi, tra la chiesa e il vicino palazzo Platýz passa un vicolo che collega la via Martinská e il viale Národní třída. E su un pilastro della chiesa che si trova in questo vicolo si può notare la statua in pietra di un ragazzo che guarda in basso con un ghigno sul viso. Probabilmente è una gargolla simile a quelle che si trovano nelle cattedrali medievali. Il loro scopo è quello di far defluire l’acqua piovana dal tetto e dalle pareti di un edificio. Questa scultura bizzarra è legata ad una leggenda che ha diverse versioni. Secondo una di queste, si tratterebbe di un ladro di uova di piccione rimasto pietrificato a causa della maledizione datagli da un passante che aveva deriso. Secondo un’altra versione, sarebbe l’aiutante di un conciatetti che, stando sul tetto, derise un prete che stava per dare l’estrema unzione ad un uomo morente. E la terza parla di una madre infelice che maledisse il proprio figlio disubbidiente per aver corso sul tetto della chiesa. Tutte le versioni hanno la stessa fine: per punizione, il ragazzo rimane pietrificato e fa le smorfie ai passanti stando inclinato sul bordo del tetto. Nel Medioevo non si scherzava affatto! 36
13. Il più antico segnale stradale q Národní 416/37, Praga 1 – Staré Město ky Národní třída
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ul palazzo Platýz, che si trova nelle vicinanze della chiesa di San Martino, si può notare un’altra curiosità: il più antico segnale stradale di Praga. È posto subito accanto all’ingresso del cortile del palazzo nel viale Národní třída. Probabilmente penserete che si tratti di un segno o parte della decorazione della facciata. In realtà, si tratta di una statua poco appariscente di una civetta su un trespolo che fu collocata qui più di 200 anni fa. A quell’epoca, il palazzo aveva le scuderie per i cavalli e i posti per i carri dei carrettieri (oggi sarebbe un parcheggio). Un tempo, i carrettieri funzionavano come le odierne compagnie di trasporto o spedizione e con i loro carri trasportavano carichi e merci pesanti o ingombranti. La civetta era una specie di precursore delle odierne luci di segnalazione, visto che indicava ai carrettieri se le stalle erano libere. Se stava seduta in posizione diritta con la testa alzata, i carri potevano entrare. Quando pendeva dal suo trespolo con la testa in giù, significava che l’ingresso a Platýz era vietato perché le stalle erano completamente occupate. In questi duecento anni durante i quali ha sorvegliato l’ingresso, la piccola civetta ha visto scomparire le carrozze trainate da cavalli, che sono state sostituite dalle auto e dai tram. Negli ultimi anni, ha osservato con interesse l’avvento di biciclette e scooter elettrici e meccanici, skateboard, hoverboard, ecc. Per i marciapiedi di Praga si cammina allo stesso modo da secoli, perciò sono solo proprio i pedoni ad avere il tempo di notare la piccola civetta. 38
Titolo: Praga:bambini, I segreti delle teste di papavero dorate e altre dodici curiosità di Praga Testo: @Prague City Tourism Illustrazione: Karolína Urbánková, Studio Arte, w studio-arte.cz Progetto grafico: Peppermint s. r. o. Stampa: ALL365, s. r. o. Praga 2019, 1 o edizione Non in vendita © Prague City Tourism q Arbesovo náměstí 70/4, 150 00 Praga 5 w prague.eu