L’IMPORTANZA DELL’OROLOGIO L’orologio astronomico di Praga è un monumento medievale davvero unico. È stato costruito in un periodo che vedeva ormai tramontare la fioritura culturale delle terre ceche iniziata sotto il regno di Carlo IV, re ceco e imperatore del Sacro Romano Impero, che aveva fatto di Praga il centro dell’educazione, della cultura e del potere in Europa. L’orologio astronomico della Città Vecchia è stato quindi uno degli ultimi orologi astronomici medievali di tipo arcaico ad essere costruito. Questi avevano infatti uno scopo e un carattere diversi rispetto ai moderni orologi astronomici creati in Europa dopo l’avvento del Rinascimento. I loro quadranti principali – gli astrolabi – non erano concepiti come strumenti astronomici di assoluta precisione, bensì servivano principalmente all’astrologia. Anche la loro struttura è fondamentalmente opposta a quella degli astrolabi astronomici. A differenza della maggior parte degli orologi astronomici del tempo, che venivano installati soprattutto negli interni delle chiese, l’orologio di Praga venne inserito molto elegantemente tra i pilastri di sostegno della torre del municipio della Città Vecchia. Era orientato verso lo spazio esterno della piazza per essere, quale indicatore del tempo e dei dati astrologici, parte integrante della vita nel centro di
CHE COSA MOSTRA L’ASTROLABIO? Il moto dei corpi celesti Il pannello dell’astrolabio dell’orologio astronomico rappresenta una veduta del cielo in direzione sud. Nella parte inferiore una linea dorata segna l’arco dell’orizzonte e sopra di esso il cielo blu, sul quale da sinistra verso destra, come in natura, si spostano il Sole, la Luna e le stelle. Queste sono rappresentate dalle costellazioni segnate sull’anello eccentrico. Così come alla fine della primavera e all’inizio dell’estate il sole si muove in alto nel cielo,
Praga, spesso chiamata il „cuore dell’Europa“. Con un po’ di esagerazione possiamo dire che l’orologio si trova al centro stesso dell’Europa. L’orologio astronomico della Città Vecchia è un’opera complessa, a più livelli. La ricca decorazione scultorea e il pannello del calendario con le immagini dipinte completano il motivo centrale dell’orologio astronomico costituito dal quadrante superiore – l’astrolabio. L’astrolabio dell’orologio astronomico medievale è un’immagine rotante dei cieli, dove si muovono il Sole, la Luna e le stelle e dove al contempo risiede anche Dio. All’uomo medievale l’orologio astronomico si presentava come un vero miracolo. Egli si meravigliava non solo del fatto che il suo creatore potesse capire i movimenti del Sole e della Luna nel cielo, ma soprattutto che fosse anche capace di imitarli. Dal suo astrolabio tutti potevano leggere una serie di dati: l’ora corrente, il giorno dell’anno, oppure sapere se la costellazione dei cieli con le stelle, il Sole e la Luna si presentava favorevole per vita di un individuo. L’orologio astronomico mostra anche i segni astrologici. Per la vita del tempo l’astrologia e la fede nel fatto che le cose terrene fossero governate dai cieli erano molto importanti ed anche naturali. Servivano non solo a predire il futuro o a individuare il momento adatto per prendere decisioni impegnative, ma anche a programmare i tempi più idonei per i trattamenti curativi che venivano eseguiti. sull’astrolabio esso si sposta con un arco altrettanto grande da sinistra a destra lungo il suo perimetro. In inverno succede il contrario: il percorso del Sole, sia in cielo che sul quadrante dell’astrolabio, è molto basso. Il cielo stellato è raffigurato solo parzialmente: sono indicate le costellazioni dello zodiaco sulle quali il Sole e la Luna si spostano gradualmente nel corso dell’anno. Proprio come in cielo, Il Sole percorre l’intero perimetro dello zodiaco in un anno e la Luna, invece, in poco meno di 27,5 giorni. Allo stesso tempo Il Sole e la Luna si muovono molto lentamente sul cerchio dello zodiaco in senso antiorario e lo Zodiaco poi, insieme al
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DETTAGLI DELLA DECORAZIONE SCULTOREA IN PIETRA DELL’OROLOGIO La parte meccanica dell’orologio astronomico è completata sul davanti da una dettagliata decorazione in pietra che risale soprattutto al periodo delle modifiche tardogotiche del monumento e raffigura una serie di motivi tipici dell’architettura del tempo: maschere fantastiche, figure meravigliose e rappresentanti reali oppure mitici del regno animale (scimmia, gatto, cane, rana, gufo e altri animali).
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Sole e alla Luna, fa ogni giorno sull’astrolabio un giro in senso orario. Nella parte inferiore dell’astrolabio, sotto la linea dell’orizzonte, è raffigurata la superficie terrestre intorno a noi. Il colore rosso sotto l’orizzonte rappresenta il colore del cielo prima dello spuntare del sole e dopo che è tramontato. Questa colorazione trapassa poi nella notte scura, rappresentata dal cerchio nero.
Quattro tipi di tempo Il quadrante dell’astrolabio dell’orologio astronomico non solo ha sempre illustrato i movimenti in cielo di Sole, Luna e stelle, ma ha anche raffigurato il tempo. Durante il periodo giornaliero, cioè dall’alba al tramonto, il simbolo dorato del Sole, muovendosi sull’astrolabio insieme alla manina dorata, mostra il tempo con ore ineguali, cosiddette planetarie. Per tutto il giorno e tutta la notte la manina dorata indica poi anche l’antica ora boema, calcolata dal momento in cui il Sole è tramontato. È segnata sull’anello rotante più esterno con numeri gotici dorati da 1 a 24. Questo tempo speciale, che ha ventiquattro ore di uguale lunghezza, era stato portato dall’Italia dall’imperatore Carlo IV mezzo secolo prima che venisse costruito l’orologio astronomico. Questa divisione naturale del giorno, in origine chiamata ora italica, e in Boemia in seguito anche antica ora boema, prima veniva indicata dall’orologio non soltanto tramite la lancetta del sole, ma allo scoccare di ogni ora il numero delle ore veniva annunciato anche da colpi di cimbalo. Per le strade della Città Vecchia si diffondeva allora la notizia di che ora fosse. L’antica ora boema viene indicata dall’orologio ancora ai giorni nostri. Fino all’incendio nel maggio 1945 l’orologio batteva anche il numero delle antiche ore boeme. E ad ogni antica ora boema fino al tramonto del Sole faceva partire la sfilata degli apostoli. Oggi la processione degli apostoli passa dietro le finestrelle aperte allo scoccare delle ore del tempo comune, il tempo civile, il tempo dell’Europa centrale, e secondo tale tempo
il meccanismo a percussione batte anche il numero delle ore. E poiché le batte con l’originario meccanismo a percussione dell’antica ora boema, oggi l’orologio astronomico della Città Vecchia è l’unico orologio di Praga situato all’esterno che a mezzanotte invece di dodici colpi ne batte direttamente ventiquattro. A quell’ora però gli apostoli non sfilano più dietro le finestrelle, la loro ultima esibizione ha luogo alle undici di sera e poi si godono un meritato riposo fino alle nove di mattina. Oltre all’antica ora boema, calcolata a partire dal tramonto, il simbolo del Sole indica anche il già citato tempo calcolato dal sorgere del Sole fino al momento del suo tramonto. Comprende dodici ore. Sono indicate con numeri arabi neri da 1 a 12 e dividono così il giorno di luce in dodici parti uguali. Vengono chiamate ore planetarie, temporali, babilonesi o ebraiche, ma anche ineguali o dissimili. Ineguali perché il giorno di luce non ha un’uguale lunghezza in inverno e in estate. In inverno, nel periodo intorno al solstizio, il Sole sorge all’incirca alle ore otto odierne del tempo centroeuropeo e tramonta alle quattro. Il giorno di luce dura quindi solo otto ore e un dodicesimo del giorno dal sorgere del Sole al tramontare del Sole, quindi una ora planetaria, ha in inverno solo quaranta minuti. In estate la stessa ora dissimile o planetaria dura il doppio, quindi ottanta minuti. Il sole sorge infatti già alle quattro di mattina e tramonta solo alle otto di sera. Queste ore planetarie servivano anche a scopi astrologici. Ciascuna ora planetaria era consacrata a un diverso sovrano planetario. Tale consacrazione, tuttavia, cambiava regolarmente ogni giorno della settimana e, per determinare con esattezza il pianeta dominante, in alto sopra le finestrelle degli apostoli si trovava una tabella. Secondo la posizione del Sole sull’orologio era possibile fare previsioni astrologiche sugli avvenimenti terreni oppure determinare quale fosse il periodo più propizio per intraprendere dei trattamenti curativi, magari il tanto popolare e diffuso salasso. L’astrologia era parte integrante della vita e, sebbene fosse per principio in contrasto con la teologia cristiana, veniva più
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o meno tollerata dalla chiesa. A volte veniva riconosciuta e praticata anche da alcuni dignitari cattolici. Dalla metà del XVI secolo l’orologio indica anche le ore comunemente utilizzate: si tratta di 12 ore calcolate dalla mezzanotte e di 12 ore a cominciare da mezzogiorno. Sono segnate con numeri romani dorati lungo il perimetro dell’astrolabio. Fin dal momento in cui sono state introdotte sull’orologio, tali ore vengono chiamate “tedesche” o “del mezzo orologio”. Nel 1865 fu aggiunto sull’orologio anche l’indicatore del tempo stellare. Questo tempo, chiamato anche sidereo o siderale, viene utilizzato in astronomia. Viene indicato, non del tutto comprensibilmente, dalla stellina dorata fissata sullo zodiaco. La sua rotazione intorno all’astrolabio dura un giorno stellare, ossia 23 ore e 56 minuti. Il tempo stellare viene quindi
espresso in ore trascorse dal momento in cui la stellina sul quadrante si trova in posizione alta, ossia presso il numero XII. Durante la sua rotazione la stellina quindi indica progressivamente dapprima le 12 ore con le dodici cifre romane dorate sul lato destro dell’astrolabio, analogamente a quanto indicato dalla manina dorata del tempo del mezzo orologio, ma per le altre cifre da I a XII sul lato sinistro è necessario aggiungere sempre il valore di dodici, cioè il numero di tutte le ore del giorno stellare. La stellina dorata rappresenta il punto in cui il Sole, muovendosi nel cielo siderale, si trova nel preciso momento dell’equinozio di primavera, quindi intorno al 20 di marzo. Il tempo stellare mostra quindi la posizione del cielo siderale rispetto all’osservatore in un determinato luogo della Terra, in questo caso, quindi, Praga.
TABELLA CON I SIMBOLI DEI CORPI CELESTI Una volta questa tabella ausiliaria faceva parte dell’orologio astronomico. Determinava quale pianeta dominasse in una determinata ora e serviva quindi a scopi astrologici. Sole
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Saturno
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DESCRIZIONE DELL’ASTROLABIO DELL’OROLOGIO ASTRONOMICO Il quadrante astronomico dell’orologio di Praga mostra quattro tipi di tempo. Le cifre gotiche intorno al suo perimetro (1) servono a leggere l’antica ora boema, indicata dalla manina dorata (A). I numeri arabi in campo azzurro (2) rappresentano il tempo planetario, indicato dall’intersezione tra la lancetta del Sole (B) e il perimetro esterno dello zodiaco. Per mezzo dei numeri romani (3) leggiamo poi le ore del mezzo orologio e quelle stellari: mentre il tempo del mezzo orologio è indicato dalla manina dorata (A), l’indicatore del tempo stellare è la stella dorata (C).
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C
IL CALENDARIO Oltre al grande astrolabio circolare con il quadrante dell’antica ora boema, che ha un diametro esterno di 306 cm, dell’orologio astronomico fa parte anche un pannello circolare con calendario, leggermente più piccolo, che è collocato in basso e ha un diametro di quasi 270 cm. Questo pannello è un calendario mobile e rotante. Fin dall’inizio mostrava a quale santo fosse consacrato quel determinato giorno. I nomi dei santi sono scritti lungo il perimetro della tavola, vicino a ogni nome si trova anche il numero ordinale del giorno del mese, la lettera domenicale e la sillaba del cisiojanus. Sulla base della lettera domenicale si riconosceva in quale giorno della settimana ci si trovava. I singoli giorni sono indicati sul calendario con le lettere da “a” a “g”. Bastava appurare in quale data cadesse la prima domenica dopo il Capodanno e che lettera fosse riportata vicino a questa data di gennaio, e sul quadrante del calendario tale lettera indicava quindi tutte le domeniche dell’anno. Per cisiojanus si intende poi un testo in versi dal quale si potevano mnemonicamente ricavare
i nomi e le date delle feste dei maggiori santi e dei giorni importanti dell’anno. Il quadrante del calendario esiste in questa forma dal 1866. Il quadrante originale del calendario portava scritti soprattutto i nomi dei santi, alla data si risaliva in base alla festa di quelli più importanti. Anche l’atto del borgomastro con cui si annuncia la costruzione dell’orologio astronomico da parte dell’orologiaio Mikuláš di Kadaň nel 1410 è datato “giovedì prima di san Gallo”. Oggi sull’orologio troviamo la tavola del calendario dipinta nel 1866 da Josef Mánes, o meglio: qui c’è la sua copia. Josef Mánes è stato un importante pittore ceco, nato proprio nella Città Vecchia di Praga nel 1820. È stato un rappresentante del romanticismo ceco, ma soprattutto il fondatore dell’arte nazionale ceca, che ben presto era stata presa a modello dai pittori della generazione del Teatro Nazionale. L’originale del suo calendario era stato in seguito trasferito nel museo cittadino. La tavola del calendario dipinta da Mánes era andata a sostituirne una precedente, il cui aspetto approssimativo si è conservato
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sull’incisione del pittore Wilhelm Kandler eseguita secondo un disegno di Alois Czermak del 1836. Come curiosità aggiungiamo che Josef Mánes aveva dipinto la tavola del calendario nonostante gli avessero offerto solo la metà dell’onorario da lui richiesto e che un suo amico, lo scultore Josef Worlíček, lo aveva superstiziosamente ammonito perché secondo un’antica leggenda “chiunque lavori all’orologio
impazzirà o morirà in breve tempo”. Era stata così creata quest’opera importante, che in seguito avrebbe influenzato il lavoro di molti altri pittori cechi. Non molto tempo dopo, però, si era avverata anche la vecchia leggenda da cui il vecchio amico aveva messo in guardia Mánes. Nel dicembre del 1871 Mánes aveva ceduto a una progressiva malattia mentale, probabilmente la conseguenza di un processo infiammatorio non curato nella testa di questo geniale pittore.
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L’ORIGINALE DELLA TAVOLA DEL CALENDARIO DI MÁNES Il calendario nel suo aspetto odierno fa parte dell’orologio astronomico dal 1866. Reca i nomi dei santi (1) per ciascun giorno dell’anno, riporta il numero ordinale dei giorni del mese e la lettera domenicale (2), lungo il suo perimetro sono poi scritte le sillabe del cisiojanus (3), dei detti in versi che servivano quale aiuto mnemonico per ricordarsi i giorni importanti dell’anno. Sulla tavola sono raffigurate scene di vita rurale tipiche dei singoli mesi dell’anno (4), i motivi figurali rappresentano invece i segni dello zodiaco (5). Al centro della tavola è collocato l’emblema storico della Città Vecchia di Praga (6).
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RAFFIGURAZIONE STORICA DELL’OROLOGIO ASTRONOMICO Sulla fotografia dell’Archivio della Città di Praga è raffigurata l’incisione di Wilhelm Kandler che rappresenta l’aspetto dell’orologio nel 1836. Vi si può vedere la versione più antica della tavola del calendario, sostituita nel 1866 dal calendario di Josef Mánes, oppure lo zodiaco dell’astrolabio ancora nel suo aspetto figurale.
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SVILUPPO DELL’OROLOGIO E DEI SUOI COMPONENTI Decorazione in pietra L’orologio astronomico della Città Vecchia è letteralmente coperto di decorazioni scultoree che si presentano non solo sotto forma di tipici pinnacoli gotici, ma anche di altri dettagli architettonici e di una ricca decorazione figurale. Questa venne realizzata in origine dai lapicidi della bottega di Parler. Peter Parler (in ceco Petr Parléř) fu architetto, scultore e capomastro tra i più importanti in Europa nel periodo culminante del tardogotico. Era arrivato in Boemia molto giovane all’inizio degli anni cinquanta del XIV secolo su invito del re Carlo IV. La sua officina di costruzioni vi avrebbe in seguito realizzato un’enorme mole di lavoro. Significativa fu la partecipazione di Peter Parler alla costruzione della cattedrale di San Vito e del Ponte Carlo a Praga, nonché alla costruzione del castello di Karlštejn e della cattedrale di Santa Barbara a Kutná Hora. Peter Parler, tuttavia, non fu solo un capomastro, fu anche un eccellente scultore. Dopo la sua morte, nel 1399, la sua bottega continuò a operare in Boemia fino allo scoppio delle rivolte hussite. Con ogni probabilità, le guerre hussite furono anche la causa della distruzione di gran parte della decorazione dell’orologio astronomico. L’esecuzione del capo dell’ala radicale degli hussiti, il sacerdote Jan Želivský, da parte dei consiglieri della Città Vecchia nel cortile del locale municipio all’inizio dell’estate 1422 causò la reazione dei suoi seguaci, che si concretizzò in attacchi all’edificio del municipio che non potevano rimanere senza conseguenze. La maggior parte della decorazione di Parler venne poi sostituita da una decorazione tardogotica realizzata alla fine del XV secolo probabilmente dalla bottega dello scultore e capomastro Matěj Rejsek. La sua decorazione tardogotica è tematicamente orientata in senso molto alchemico, perciò il complesso simbolismo rivolto agli iniziati può risultare di difficile comprensione per l’osservatore odierno. Parte della decorazione di Parler si è tuttavia conservata sulla spalletta dell’astrolabio. A quel periodo forse risale anche l’angelo (probabilmente un angelo custode) collocato 8
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nella parte superiore dell’orologio. L’indice della mano destra dell’angelo sulla cornice è puntato verso il basso, a ricordare la cura che Dio ha per tutti i pellegrini terreni.
Il meccanismo dell’orologio astronomico All’interno della struttura in pietra, dietro l’astrolabio dell’orologio astronomico, ancor oggi il Sole, la Luna e le stelle sono mossi dall’antico meccanismo dell’orologio. L’orologio astronomico di Praga è il più antico al mondo a custodire al suo interno la macchina originale miracolosamente conservatasi. Nel corso dei secoli ha rischiato molte volte di andare distrutto, è stato modificato più volte ma, nonostante tutte le modifiche, il meccanismo originale è stato preservato ed è ancora funzionante. Il meccanismo primigenio non era troppo complesso. Consisteva solo di un organo motore con un regolatore di marcia con scappamento a verghe, da un sistema di trasmissione della rotazione dall’ingranaggio dell’organo motore alle lancette del Sole, della Luna e allo zodiaco e del meccanismo della soneria. La trasmissione alle parti rotanti dell’astrolabio, al Sole, alla Luna e allo zodiaco era realizzata in modo molto semplice: da un unico pignone comune con 24 denti. Il pignone faceva ruotare tre grandi ruote montate sugli alberi coassiali del Sole, della Luna e dello zodiaco. Il meccanismo della soneria emetteva solo un breve suono prima dell’avviamento del meccanismo di percussione. Mandava l’avvertimento che dopo un attimo il meccanismo di percussione avrebbe cominciato a battere le ore e si doveva quindi prestare attenzione al numero dei colpi battuti. Il meccanismo di percussione avviato dalla soneria, tuttavia, in origine non si trovava direttamente sull’orologio. In precedenza l’avremmo dovuto cercare un po’ più in alto, e cioè al di sopra alla cappella del municipio sul pavimento inferiore della torre. Si trattava del residuo di un antico orologio, forse degli anni sessanta del XIV secolo, che al momento della costruzione dell’orologio astronomico ormai non era più pienamente operativo a causa delle sue cattive condizioni.
L’ANGELO CUSTODE La statua dell’angelo di pietra è una delle parti più antiche della decorazione scultorea dell’orologio, dovuta probabilmente alla bottega di Peter Parler. La fotografia dell’Archivio della Città di Praga lo raffigura nell’aspetto precedente la seconda guerra mondiale. Dopo l’incendio del municipio della Città Vecchia nel 1945 è stato sostituito con una copia. La statua originale, che era notevolmente danneggiata, è a tutt’oggi dispersa. OROLOGIO ASTRONOMICO
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“RELAZIONE SULL’OROLOGIO ASTRONOMICO DI PRAGA” DI JAN TÁBORSKÝ Jan Táborský aveva dedicato alla cura dell’orologio astronomico di Praga gran parte della sua vita. L’opera che ci ha lasciato, scritta nel 1570, è il primo documento storico che descrive questo monumento dal punto di vista tecnico. Il libro è oggi conservato nelle collezioni dell’Archivio della Città di Praga.
Il creatore dell’orologio astronomico, Mikuláš di Kadaň, ne usò poi il telaio, per il quale fabbricò delle nuove ruote. Il meccanismo di percussione veniva quindi avviato a distanza dalla macchina dell’orologio tramite un filo metallico e dopo l’avviamento batteva sul cimbalo tanti colpi quante erano appunto le ore.
Gli autori dell’orologio astronomico Negli ultimi sei secoli è stata molte volte modificata anche la facciata esterna dell’orologio astronomico. Intorno al 1558 fu dotata di una copertura completamente nuova costituita da una tettoria rinascimentale con una finestra posta nel mezzo della struttura in mattoni costruita ex novo alle spalle dell’angelo in pietra. A quel tempo la macchina era gestita dall’astronomo Jan Táborský, che si prese cura dell’orologio astronomico dal 1552 al 1556 e poi dal 1560 al 1570. Ci ha lasciato un libro, scritto a mano su sedici pergamene, nel quale sono descritti i problemi incontrati con l’orologio astronomico e anche tutte le riparazioni o le modifiche da lui eseguite.
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Fu il primo ad avanzare l’ipotesi che l’orologio fosse stato costruito dal Maestro Hanuš intorno al 1490. Era tormentato infatti dal pensiero che non si conoscesse il creatore di un monumento così importante e che non fosse nemmeno chiaro quando l’orologio fosse stato costruito. Tale ipotesi aveva poi cominciato a vivere di vita propria. Bohuslav Balbín, sacerdote e storico, aveva arricchito la legenda facendo di Maestro Hanuš un rinomato astronomo dell’Università di Praga, e nei racconti popolari il Maestro Hanuš, dopo aver realizzato l’orologio, era stato fatto accecare dai membri del consiglio in modo da non essere in grado di ricostruire altrove un’opera tanto meravigliosa ed eccezionale. Entrambe le storie sono senza dubbio inventate, ma il Maestro Hanuš (Jan Růže) in quel periodo aveva realmente lavorato all’orologio. Abitava poco distante, in via Jilská, ed era chiamato “l’orologiaio dei signori della Città Vecchia di Praga”. Non sappiamo invero se abbia lasciato dietro di sé qualche modifica all’orologio, è comunque certo che lo riparava e lo manteneva in funzione. Di storie sull’origine dell’orologio astronomico la storia è piuttosto
ricca. Un noto archivista ceco, Karel Jaromír Erben, scrittore e poeta del XIX secolo, cita un suo contemporaneo, lo storico Řehoř Volný, dove questi riporta che “padre e maestro dell’orologio astronomico di Praga fu Anton Pohl, di stirpe sassone”. Va ricordata anche la popolare leggenda sul giovane cieco che avrebbe costruito l’orologio in un lontano passato. Oggi prevale l’assai diffusa opinione di Zdeněk Horský, noto esperto della storia dell’orologio astronomico, che nel 1967 indica come principale creatore dell’orologio Jan Šindel, professore dell’Università di Praga. Secondo i suoi calcoli, l’orologiaio di corte Mikuláš
di Kadaň avrebbe solo provveduto alla sua realizzazione. L’ipotesi di una partecipazione di Jan Šindel alla creazione dell’orologio non è tuttavia basata su alcuna fonte attendibile e viene contraddetta da una serie di fatti. Per esempio dallo stesso testo dell’atto del borgomastro del 1410, conservatosi in trascrizione, che riporta come costruttore dell’orologio astronomico “il maestro Mikuláš di Kadaň, maestro giurato del nostro orologio” e nel quale si scrive inoltre che “il detto maestro Mikuláš con la maestria e la ragione a lui propri ha fatto l’astrolabio a onore di questa città e della comunità tutta”. In quanto tale la
DETTAGLI DEI LAVORI DI FORGIA DEL MECCANISMO DELL’OROLOGIO Il meccanismo dell’orologio astronomico è una dimostrazione dei precisi lavori di forgiatura del medioevo e di altri secoli. OROLOGIO ASTRONOMICO
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VISTA DELL’INTERNO DELL’OROLOGIO ASTRONOMICO All’interno della struttura in pietra annessa alla torre del municipio si trova un vero gioiello della tecnica. È l’antico meccanismo dell’orologio astronomico di Praga. La sua base fu creata dall’orologiaio Mikuláš di Kadaň già nel 1410. Oggi l’orologio astronomico della Città Vecchia è il più antico l’orologio astronomico del mondo che ha ancora in funzione il suo meccanismo originale.
struttura di un astrolabio di tipo così arcaico non era particolarmente complicata e non corrisponde nemmeno alla struttura precisa di un astrolabio astronomico. Per questo, quindi, le divergenze dalla dimensione teoricamente esatta dei tropici che si riscontrano sull’orologio mettono seriamente in dubbio la partecipazione del matematico e astronomo Jan Šindel a quest’opera. Le teorie di Horský non tengono inoltre conto delle straordinarie capacità del maestro orologiaio Mikuláš di Kadaň, che non avrebbe potuto ottenere il suo titolo senza la necessaria istruzione e che senza le competenze specialistiche e l’abilità artigianale non avrebbe potuto costruire il meccanismo dell’orologio, incluso l’astrolabio.
La decorazione scultorea Quando nel 1659, dopo la Guerra dei Trent’anni, l’orologio astronomico fu sottoposto a 12
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riparazioni, sulla sua facciata esterna vennero aggiunte delle nuove statue barocche in legno. Tre di queste, che sono mobili, furono installate sulle mensole nella fila superiore, dove sono andate ad aggiungersi a quella che è la più famosa delle statue policrome dell’orologio astronomico: la Morte. Lo scheletro sorridente è un’allegoria della morte beata a cui fa seguito la salvezza, ed è a una tale morte che la statua annuisce muovendo la testa. Rovesciando la clessidra ad ogni ora, arresta simbolicamente il passare del tempo e col suono della campana a morto ci ricorda che il tempo elargito a ciascuno di noi un giorno inevitabilmente finirà. E che la morte che un giorno ci coglierà non dovrebbe essere una morte deplorevole alla quale al momento del Giudizio Universale facciano seguito, per i gravi peccati commessi, la dannazione e la caduta nell’inferno. Le altre statue nella parte superiore rappresentano appunto le allegorie
dei tre peggiori peccati umani: la superbia, l’avarizia e l’invidia. Le allegorie dei peccati sono completate dalle tre statue nella fila inferiore. In opposizione alle statue collocate al di sopra, esse rappresentano le più belle virtù umane: la compassione, la generosità e la modestia. Le sculture indossano degli abiti orientali, in modo che le allegorie dei vizi non possano essere considerate possibili caricature di importanti personaggi dell’epoca. Accanto al quadrante del calendario, nel luogo in cui si trova oggi l’arcangelo Michele con lo scudo e la spada, c’era fino alla fine del XVIII secolo la figura di Chronos quale allegoria del tempo eterno, controparte dell’allegoria della Morte, che ricorda invece il tempo riservato alla vita umana. Possiamo vedere la sua sagoma, che ricorda un vecchio, in alcune raffigurazioni storiche del municipio della Città Vecchia. Probabilmente a causa del cattivo stato della scultura, al suo posto era stato collocato l’angelo che vediamo oggi: l’arcangelo Michele, custode della porta meridionale del paradiso. In origine la statua si trovava probabilmente sull’edificio del corpo di guardia cittadino e era stata trasferita sull’orologio quando questo era stato demolito.
Le statue degli apostoli Un evento importante nella storia dell’orologio astronomico dovette essere l’installazione degli apostoli nella macchina. Neppure di questo avvenimento abbiamo alcuna registrazione, ma dal libro dello storico Bohuslav Balbín del 1682 sappiamo che “non vi si scorgono giochini artificiali o ninnoli, non ci sono vecchiette che danzano con la Morte, angeli che suonano il violino (...) e non escono su delle assicelle omini e donnine per essere ammirati dai ragazzi e dai bambini che ancora non hanno l’uso della ragione e dai contadini quando vengono a portare il fieno e la legna in città”. Ancora alla fine del XVII secolo gli apostoli, quindi, non potevano esserci. Invece nel diario di Emanuel Swedenborg del 1733, nella parte che descrive l’orologio astronomico, sono già menzionate “varie statue qua e là sui piedistalli e nelle porticine”. Si può quindi supporre che gli apostoli siano stati
montati sull’orologio astronomico tra il 1680 e il 1733. Non è del tutto chiaro quando ciò sia avvenuto. Potrebbe essere stato nell’estate del 1723 in occasione dell’incoronazione a re ceco di un cattolico molto devoto, l’imperatore Carlo VI. Questi si era trattenuto in Boemia per quattro mesi, e oltre all’imperatrice Elisabetta Christine lo accompagnava anche la figlia di sei anni, Maria Teresa. I consiglieri della Città Vecchia, e soprattutto il borgomastro Jan Kašpar Prandt, avevano evidentemente sentito la necessità di migliorare la decorazione dell’orologio astronomico, fino ad allora indirizzata in senso molto ateistico e alchemico, con un importante tema cattolico, che potrebbe essere stato appunto il motivo degli apostoli. Nel corso del XIX secolo le statue originali degli apostoli erano andate gradualmente perdute. Tre di queste – S. Pietro, S. Paolo e il Cristo – erano state successivamente ritrovate e affidate alle collezioni del museo cittadino. Nel 1865 le statue mancanti erano state sostituite da nuovi apostoli realizzati da Eduard Veselý, un importante scultore della seconda metà del XIX secolo. Al momento attuale sull’orologio si trova quella che è nell’ordine la terza serie di apostoli. Sono stati creati dallo scultore e burattinaio Vojtěch Sucharda nel 1948 in sostituzione degli apostoli di Eduard Veselý, andati a fuoco l’8 maggio 1945 nelle ultime ore della seconda guerra mondiale.
Eventi del periodo moderno Negli anni 1864 – 1865 l’orologio astronomico fu sottoposto a una delle più grandi riparazioni eseguite fino a quel momento. Si procedette alla sua ricostruzione dopo i molti decenni precedenti in cui il suo funzionamento era stato completamente interrotto a causa del cattivo stato in cui versava. Il restauro dell’orologio astronomico venne condotto con grande sensibilità e con coscienza del fatto che si trattava di un monumento unico. Gli artigiani dell’epoca conservarono la macchina originale dell’orologio e apportarono solo le modifiche che ritenevano indispensabili. Eliminarono il regolatore di marcia con scappamento a verghe, piuttosto impreciso, e lo sostituirono con un cronometro molto preciso, collocato accanto. Ed è proprio questo ad assicurare che ad OROLOGIO ASTRONOMICO
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PANORAMICA DELLE SCULTURE SULLA FACCIATA DELL’OROLOGIO Le statue barocche furono installate sulla facciata dell’orologio nel XVII secolo come allegorie dei vizi e delle virtù umane. Alcune delle sculture sono state modificate nel XX secolo dallo scultore Vojtěch Sucharda, che ha posto nelle loro mani nuovi attributi, privando così le sculture del loro significato originale. 1 – il Vanitoso (originariamente allegoria della Superbia) 2 – allegoria dell’Avarizia 3 – la Morte 4 – il Lussurioso (originariamente allegoria dell’Invidia) 5 – lo Scrivano (originariamente allegoria della Compassione) 6 – l’Arcangelo Michele 7 – l’Astronomo (originariamente allegoria della Generosità) 8 – il Cronachista (originariamente allegoria della Modestia)
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RAFFIGURAZIONE STORICA DELLE STATUE Le fotografie dell’Archivio della Città di Praga mostrano due sculture – le allegorie della Modestia (A) e della Compassione (B) – prima della riparazione dell’orologio astronomico nel 1911. In seguito l’intagliatore Sucharda ha posto in mano ad una di esse un libro e all’altra una penna e un rotolo, cambiando così il simbolismo delle statue: la personificazione della Modestia è diventata il Cronachista e la raffigurazione della Compassione invece lo Scrivano.
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GLI APOSTOLI ORIGINALI DELL’OROLOGIO I primissimi apostoli apparvero sull’orologio astronomico forse prima della metà del XVIII secolo. In seguito le statue barocche sono andate perdute e solo tre di esse – Cristo (1), san Pietro (2) e san Paolo (3) – si trovano oggi nei depositi del Museo della Città di Praga.
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GLI APOSTOLI DI EDUARD VESELÝ Le statue barocche dei dodici apostoli andate perdute furono sostituite, durante la grande riparazione dell’orologio astronomico nel 1865, dalle figure neogotiche realizzate dallo scultore Eduard Veselý. Alcune di esse erano persino mobili: san Giovanni benediceva, san Tommaso scuoteva la testa, san Paolo annuiva e san Pietro levava un braccio al cielo. Queste statue resistettero all’interno dell’orologio astronomico fino al 1945, quando furono inghiottite dalle fiamme durante l’incendio del municipio della Città Vecchia causato dal bombardamento nazista. Le loro foto sono conservate nell’Archivio della Città di Praga. A – S. Andrea B – S. Giovanni C – S. Simone D – S. Tommaso E – S. Giacomo il Minore F – S. Paolo G – S. Pietro H – S. Giacomo il Maggiore I – S. Mattia J – Cristo K – S. Bartolomeo L – S. Matteo
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ogni minuto l’ingranaggio della macchina ruoti appunto di un minuto. Il quadrante dell’astrolabio dell’orologio astronomico, originariamente formato da lamiere rettangolari unite da ribattini, venne realizzato ex novo, come pure le lancette e lo zodiaco. Lo zodiaco originale con i segni zodiacali dipinti a motivi figurali venne sostituito con un nuovo zodiaco, la cui circonferenza, però, aveva per errore la dimensione corrispondente sull’astrolabio alla circonferenza dell’equatore, cioè molto più piccola. Nel 1866, per correggere l’errore, venne fissato al perimetro dello zodiaco un cerchio di nastro d’acciaio del diametro esatto, completato poi nel 1882 con linee radiali che suddividevano il
perimetro dello zodiaco in partizioni di cinque gradi. In questo modo, originariamente per errore, è stato quindi creato quel bel dettaglio caratteristico dell’orologio astronomico: la „scala graduata“ dorata attorno allo zodiaco. Nel 1882 venne poi aggiunto sull’orologio astronomico il gallo d’oro, che canta dopo la sfilata degli apostoli, agitando tre volte le ali e inclinando tre volte la testa. Oggi è difficile immaginare che tutto l’orologio astronomico fosse originariamente policromo, compresa la sua decorazione in pietra. I colori della decorazione in pietra sono oggi scomparsi, dato che negli ultimi secoli non sono
CONFRONTO TRA LE DUE VERSIONI DELLO ZODIACO Nei depositi del Museo della Città di Praga è conservato a tutt’oggi lo zodiaco dell’astrolabio dell’orologio astronomico di Praga con i segni zodiacali dipinti a motivi figurali. Nel 1866 fu sostituito da una nuova versione, in cui i segni dello zodiaco sono raffigurati dai loro simboli astronomici. Questo zodiaco con la sua caratteristica scala graduata dorata attorno al perimetro è oggi l’elemento più iconico dell’orologio astronomico.
stati rinnovati. Ciò si deve a una disposizione dell’imperatore Giuseppe II, che con un decreto aveva proibito la colorazione delle statue. Resti di colore rosso e ocra si possono oggi trovare solo oggi negli angoli nascosti della spalletta di pietra. Il momento più fatale nella storia dell’orologio astronomico della Città Vecchia si è avuto alla metà del XX secolo. Alla fine della seconda guerra mondiale, la mattina dell’8 maggio 1945, l’orologio astronomico e l’intero edificio del municipio erano stati gravemente danneggiati da un enorme incendio. A causarlo era stato il fuoco dell’artiglieria diretto contro l’edificio e la sua torre soprattutto dai bordi della 18
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spianata di Letná. Il fuoco si era propagato all’orologio dall’adiacente cappella: le fiamme avevano raggiunto dapprima gli apostoli in legno ed erano poi avanzate verso il basso fino al meccanismo stesso dell’orologio. Erano bruciati i pavimenti in legno sotto gli apostoli e sotto l’organo motore dell’orologio, l’intera macchina si era ridotta a un ammasso di travi ardenti e di rottami delle figure degli apostoli, il calore aveva fatto colare anche i cuscinetti di ottone della macchina. Dopo la guerra, quando venne demolita la parte del municipio andata a fuoco, si progettò anche di costruire un orologio astronomico moderno e completamente nuovo. Lo scultore
Vojtěch Sucharda intendeva corredare l’intero orologio di sedici nuove statue che corrispondessero allo spirito del tempo e che potessero eseguire vari movimenti. Riteneva di cattivo gusto le statue barocche originali sulla facciata dell’orologio astronomico, forse perché non capiva affatto il loro significato primario. Per fortuna, le modifiche da lui proposte non vennero apportate. Una gran parte del merito nell’aver salvato l’orologio astronomico spetta allo storico Václav Vojtíšek, che riuscì ad ottenere che il vecchio orologio astronomico fosse riparato e riportato allo stato precedente l’incendio. La tettoia con la torretta sopra l’orologio astronomico era andata bruciata, quindi venne ricostruita, la decorazione in pietra venne riparata e furono eseguite nuove copie delle statue barocche in legno della facciata. Vojtěch Sucharda non riuscì a far accettare l’idea di trasformare l’orologio astronomico, ma è comunque l’autore dei nuovi apostoli risalenti al dopoguerra, da lui scolpiti secondo i suoi
I PESI E I TAMBURI DELLE LE FUNI DELLA TRAZIONE DELL’OROLOGIO Nel 2018 ha avuto luogo un restauro generale dell’intero orologio astronomico. Le riparazioni, che sono durate nove mesi, hanno restituito alla macchina la sua trazione originale, assicurata da pesi sostenuti da funi di canapa che fanno girare i tamburi di legno.
stessi disegni. Il meccanismo dell’orologio venne riparato e dotato di una nuova trazione. Questa veniva ora assicurata da pesi sollevati da motori elettrici e appesi per mezzo di catene su pignoni montati sull’albero dove originariamente si trovavano i tamburi delle funi. Questo sistema di trazione è stato però rimosso durante il restauro del 2018, quando la macchina dell’orologio è stata non solo restaurata, ripulita dalla corrosione e dagli strati di vernice, ma anche restituita alla sua trazione originale. Che viene nuovamente assicurata, al modo antico, da pesi di pietra appesi a funi di canapa che fanno girare i rinnovati tamburi di legno. L’orologio astronomico di Praga è senza dubbio l’orologio astronomico più visitato e ammirato al mondo. Ogni ora ci si raccolgono davanti centinaia di turisti da tutto il mondo in attesa del corte degli apostoli. Ogni anno milioni di persone vengono ad ammirarlo.
L’INCENDIO DELL’OROLOGIO ASTRONOMICO L’insurrezione di Praga nel maggio 1945 trasformò la Piazza della Città Vecchia in un campo di battaglia. Come testimonia la fotografia dell’Archivio della Città di Praga, uno degli obbiettivi della sparatoria degli occupanti fu il municipio della Città Vecchia con il suo prezioso orologio astronomico. Invano cercheremmo nella storia del municipio della Città Vecchia un disastro maggiore di quello subito dallo storico edificio durante gli avvenimenti di quel maggio.
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IL MUNICIPIO DELLA CITTÀ VECCHIA NEL MAGGIO 1945 La fotografia dell’Archivio della Città di Praga documenta la devastazione subita dal municipio di Praga e dal suo orologio astronomico l’8 maggio 1945. L’antico edificio venne bombardato dai nazisti e subì gravi danni. Dopo la guerra, mentre gran parte del devastato municipio fu demolita, l’orologio astronomico venne ricostruito e riportato al suo aspetto storico.
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PANORAMICA DEGLI APOSTOLI ODIERNI Le statue dei dodici apostoli che ornano attualmente l’orologio astronomico di Praga sono opere del dopoguerra. Fanno parte della macchina dal 1948. Sono state create dall’intagliatore Vojtěch Sucharda su suo disegno. 1 – S. Filippo 2 – S. Mattia 3 – S. Pietro 4 – S. Bartolomeo 5 – S. Simone 6 – S. Paolo 7 – S. Giacomo il Minore 8 – S. Andrea 9 – S. Giuda Taddeo 10 – S. Barnaba 11 – S. Giovanni 12 – S. Tommaso È interessante sapere che l’insieme delle sculture di Vojtěch Sucharda comprendeva in tutto quattordici statue. Ma due di esse – Cristo (A) e Giuda (B) – alla fine non vennero installate sull’orologio.
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CRONOLOGIA DELL’OROLOGIO ASTRONOMICO XIV secolo – costruzione della torre del municipio È in corso la costruzione della torre del municipio. Dopo il suo completamento, non si sa precisamente quando, nella torre viene installata una macchina che batte le ore. Dopo che nel 1410 Mikuláš di Kadaň ha realizzato l’orologio astronomico, l’intera macchina tuttavia non è più in funzione. L’orologiaio provvede quindi modificarla: il meccanismo di percussione viene dotato di nuove ruote dentate da lui fabbricate e la macchina dell’orologio astronomico viene messa in funzione. 1410 – creazione dell’orologio astronomico di Praga La realizzazione dell’orologio da parte dell’orologiaio Mikuláš di Kadaň viene annunciata dall’atto del borgomastro del 9 ottobre 1410. 1475 – 1497 – modifiche tardogotiche all’orologio Il Maestro Hanuš (Jan Růže) lavora all’orologio. Matěj Rejsek, capomastro e scultore, esegue la nuova decorazione in pietra della facciata dell’orologio nello stile tardogotico detto “di Vladislao”. 1552 – 1570 – l’orologiaio Jan Táborský Jan Táborský entra nella storia e diventa uno dei più famosi orologiai di Praga. All’orologio astronomico si è dedicato per quasi due decenni (negli anni 1556 – 1560 è stato temporaneamente sostituito nella funzione di orologiaio da Václav Tobiáš). intorno al 1558 – la tettoia sopra l’orologio astronomico Sopra l’orologio viene costruita una tettoia con torretta e davanzale, sui pilastri accanto all’orologio astronomico trovano posto due meridiane. 1629 – trasferimento del meccanismo di percussione dalla torre all’orologio Dalla torre il meccanismo di percussione viene trasferito a fianco della macchina dell’orologio e fissato ad essa. Fino a quel momento aveva colpito la campana dopo essere stato azionato con un tirante di filo metallico dall’orologio. 1659 – la facciata decorata con statue barocche Sulla facciata anteriore dell’orologio vengono collocate delle statue in legno. A crearle è probabilmente qualcuno della cerchia dello scultore Jan Jiří Bendl, autore della colonna mariana eretta nel 1652 sulla piazza della Città Vecchia. 1723 – gli apostoli sull’orologio È forse in questo momento, in occasione dell’incoronazione di Carlo VI a re ceco, che gli apostoli compaiono per la prima volta sull’orologio. 1787 – il monumento sull’orlo della liquidazione Dopo la fusione delle quattro città storiche di Praga nel 1784, il vecchio municipio viene ampliato e ristrutturato. L’orologio astronomico, non funzionante, avrebbe dovuto essere eliminato e venduto come ferro vecchio. A impedirne la distruzione è il vice-borgomastro Fischer. 1791 – Ferdinand Londensperger ripara l’orologio 1824 – stagnazione dell’orologio Negli anni 1824 – 1838 l’orologio viene messo in moto solo durante le solennità. Dopo l’inizio nel 1838 della grande ricostruzione neogotica del municipio, l’orologio non viene caricato affatto.
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L’OROLOGIO PRIMA DELLE GRANDI RIPARAZIONI Una delle più vecchie fotografie dell’orologio della Città Vecchia che si siano conservate mostra il monumento prima delle grandi riparazioni degli anni 1864 – 1865. La foto appartiene alle collezioni dell’Istituto di Storia dell’Arte dell’Accademia delle Scienze della Repubblica Ceca.
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1842 – l’orologio rischia nuovamente di venire eliminato In concomitanza con la ricostruzione neogotica del municipio della Città Vecchia, sulla torre dell’edificio compaiono delle crepe. Il governo della città ordina perciò di smantellare la torre. Al tempo stesso vengono però discusse anche le possibilità di salvarla. 1846 – l’orologio viene conservato Si provvede a consolidare la statica compromessa di alcuni punti nelle parti più vecchie del municipio. Viene definitivamente confermata la conservazione della torre con l’orologio astronomico. Parallelamente si tratta anche per il rinnovamento dell’intera facciata dell’orologio. 1864 – 1865 – grande riparazione dell’orologio L’orologio astronomico non funzionava dal 1838. Ora si decide di ripararlo. Il 1 settembre 1864 l’intera macchina viene smontata e portata in officina. Vengono effettuati vari interventi ma nel complesso la macchina originale viene preservata. Viene rimosso il vecchio regolatore di marcia originale e viene approntato un nuovo cronometro di precisione secondo i disegni del progettista Romuald Božek. Lo scultore Eduard Veselý scolpisce dei nuovi apostoli, la loro camera viene dotata di nuove finestrelle. Sulle fiancate dell’orologio astronomico la ditta L. Hainz installa due orologi con quadrante trasparente e retroilluminato. 1866 – il nuovo calendario Il pittore Josef Mánes crea un nuovo calendario per l’orologio astronomico della Città Vecchia. 1880 – altro restauro dell’orologio In novembre viene inaugurato un grande restauro della torre. L’orologio astronomico con tutti gli apostoli viene smantellato dalla ditta L. Hainz e portato in officina. La macchina, riparata, viene riavviata il 31 dicembre 1882. Il calendario originale di Mánes viene sostituito da una copia del pittore Emanuel Krescenc Liška. Sul bordo dello zodiaco viene montata la suddivisione in cinque gradi, col risultato di creare la caratteristica „scala graduata“ dorata
IL GALLO MECCANICO L’aspetto del gallo originale dell’orologio astronomico della Città Vecchia. Orna la facciata del monumento già dal 1882. Il suo scopo è chiaro: con il suo canto e con i singoli movimenti conclude la sfilata dei dodici apostoli allo scoccare delle ore. Ma è anche il simbolo della nascita di un nuovo giorno: spaventa la morte e i demoni notturni.
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attorno al suo perimetro. Nell’apertura sopra le finestrelle degli apostoli viene collocato un gallo, realizzato per l’occasione da František Kamberský, un dipendente della ditta L. Hainz. 1911 – modifica delle statue barocche e restauro dell’orologio Lo scultore Vojtěch Sucharda modifica le statue sulla facciata dell’orologio astronomico: al Turco nella parte inferiore della facciata vengono messi in mano una penna e un rotolo e al Turco alla destra della Morte un liuto. Il significato originale delle sculture viene così indebitamente cambiato: l’allegoria della Compassione diventa lo „Scrivano“ e la personificazione dell’Invidia diventa la „Lussuria“. Gli elementi in pietra dell’orologio astronomico vengono restaurati, il calendario è riparato. La macchina dell’orologio astronomico viene smontata e ricostruita. L’orologio astronomico perde gli ultimi resti delle meridiane, che vengono rimossi. 1912 – nuova illuminazione dei quadranti laterali L’illuminazione a gas originale degli orologi laterali dell’orologio astronomico viene tramutata in elettrica. 8 maggio 1945 – incendio del municipio della Città Vecchia Il municipio della Città Vecchia si trova ad affrontare l’attacco dei nazisti. L’edificio viene bombardato e va a fuoco. Le conseguenze sono gravi anche per l’orologio astronomico con tutti i suoi componenti: danneggiato il meccanismo, bruciate le figure degli apostoli, rovinati la decorazione in pietra della facciata e il calendario di Liška. 1945 – 1948 – ricostruzione postbellica dell’orologio Tutte le parti dell’orologio astronomico vengono smantellate e ricostruite, vengono restaurati la facciata dell’orologio e anche il suo interno. Il pittore Bohumír Číla fa una nuova copia del
LA RICOSTRUZIONE DELL’OROLOGIO DOPO LA GUERRA La ricostruzione del monumento danneggiato dalla guerra durò tre anni. Le parti della macchina rovinate dal calore vennero riparate e rimontate dai fratelli Rudolf e Jindřich Vesecký, gli ingranaggi dell’orologio, una volta riparati, entrarono di nuovo in funzione il 1 luglio 1948.
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quadrante del calendario, lo scultore Vojtěch Sucharda scolpisce dei nuovi apostoli. L’angelo gotico tra le finestrelle degli apostoli viene sostituito da una copia. La trazione dell’orologio astronomico riparato viene modificata a carica automatica, i perduti tamburi delle funi del meccanismo dell’orologio astronomico vengono sostituiti da corone a catena. Cambia anche il modo di battere le ore: mentre prima si batteva l’antica ora boema, adesso si battono le ore secondo il tempo dell’Europa centrale (tempo civile). 1966 – ulteriore modifica delle statue barocche Analogamente a quanto accaduto nel 1911, lo scultore Sucharda cambia gli attributi di altre statue sulla facciata dell’orologio. Al Turco a destra del quadrante del calendario viene messo in mano un cannocchiale, al Turco suo vicino invece un libro. L’allegoria della Generosità diventa un “Astronomo” e la personificazione dell’Umiltà si trasforma in un “Cronachista”. 1993 e 2005 – riparazione dell’orologio in officina 2018 – revisione generale dell’intero orologio Dall’orologio viene rimossa la trazione a carica automatica con pesi sostenuti da catene e su proposta dell’orologiaio Petr Skála viene reintrodotta la trazione sotto forma di pesi di pietra sospesi a funi di canapa avvolte su nuovi tamburi di legno. La carica automatica della macchina è nascosta all’interno dei tamburi di legno delle funi. Si esegue un restauro completo della decorazione in pietra dell’orologio astronomico, delle statue lignee della facciata e degli apostoli. Sulla base di fotografie storiche vengono rinnovate le finestre a vetri piombati nella camera con gli apostoli e la pittura del cielo blu scuro con stelle dorate sulla superfice inferiore della tettoia che sovrasta le finestre degli apostoli ed anche nella stanza in cui questi si trovano. Il pittore Stanislav Jirčík dipinge una nuova copia del quadrante del calendario: si tratta della terza copia del calendario di Mánes dal 1882.
LA MACCHINA DELL’OROLOGIO DURANTE LA RIPARAZIONE NEL 2018 Durante il grande restauro del 2018 il meccanismo dell’orologio astronomico è stato completamente smontato e trasportato nell’officina dell’orologiaio per una revisione completa. L’immagine a sinistra ci offre una veduta eccezionale, possibile solo quando la macchina è smontata al di fuori dell’orologio stesso: in condizioni normali, infatti, da questa angolazione il meccanismo è coperto dal quadrante astronomico e non è visibile. Un’altra fotografia mostra il meccanismo dal lato opposto, così come si può comunemente vedere nella sala dell’orologio astronomico all’interno del municipio della Città Vecchia.
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