FORMAZIONE Un buon tecnico è un buon C.T.U.?
ENERGIE RINNOVABILI
Minieolico: investimento in sostenibilità
EDILIZIA
Dal Piano Casa una boccata d’ossigeno all’Edilizia.
Azimut
Periodico regionale a cura del Collegio dei Geometri e Geometri Laureati della Provincia di Ancona Corso Garibaldi 91/a - 60123 Ancona (AN) collegiodeigeo@angeom.191.it - http://www.geometrian.it/ Anno XXXV - N. 3/2011 Spedizione in a.p. - 45% - art. 2 Comma 20/b Legge 662/96 Filiale di Ancona
Sommario
PUBBLICAZIONE TRIMESTRALE Reg. Trib. Ancona 8 Luglio 1975
DIRETTORE RESPONSABILE Fabio Bartolucci
COORDINAMENTO EDITORIALE Davide Amicucci d.amicucci@presscom.it REDAZIONE PressCom srl Riccardo Collamati Diego Sbaffi Roberto Ceccarelli Tonino Ortolani
HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO: Paolo Frediani, Matteo Tarabelli, Paola Valeri, Luigi Morra
CONSULENTI PER LA COMUNICAZIONE Gianni Moreschi (g.moreschi@presscom.it)
IMPAGINAZIONE Studio FLORIO - Via Aldo Moro, 38 62010 Sambucheto di Montecassiano (MC) STAMPA Industria Grafica Bieffe srl Via M. Guzzini - 62019 Recanati (MC) www.bieffesrl.com - info@bieffesrl.com CREDITI FOTOGRAFICI Archivio AZIMUT
Editoriale
Delibera del Consiglio Direttivo................... 2
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Azimut
Comitato di Redazione PressCom-Comunicazione Integrata Piazza Ciabotti, 8 - 60035 Jesi (AN) Tel. 0731.215278 - Fax 0731.213352 info@presscom.it
Formazione
l Un buon tecnico è un buon C.T.U.?........ 3 Testimonianze sul corso di Ancona ........ 7
Aziende
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La rivoluzione del lavoro fatto bene........ 8
Collegio
l Protocollo di intesa tra la Camera di Commercio di Ancona e il Collegio dei Geometri e dei Geometri Laureati della Provincia di Ancona in tema di mediazione ................................................................. 9
Aziende
l Ristrutturazioni e qualità: soluzioni contro la crisi edilizia ............................................... 11 l Nuovi sistemi di impermeabilizzazione in resina....................................................... 14
PUBBLICITÁ CONCESSIONARIA AZIMUT PressCom - Piazza Ciabotti, 8 60035 Jesi (AN) Tel. 0731.215278 - Fax 0731.213352 Emanuele Anselmi e.anselmi@presscom.it
Energie Rinnovabili
Azimut viene inviato gratuitamente agli iscritti agli Albi Professionali del Collegio dei Geometri e Geometri Laureati della Provincia di Ancona, agli uffici decentrati del Genio Civile, agli uffici tecnici dei Comuni e delle Province, a tutti gli enti pubblici e a tutti coloro che hanno rapporti con la categoria. La collaborazione è aperta a tutti i singoli professionisti e agli organi rappresentativi di categoria. Manoscritti, dattiloscritti, elaborati, disegni, fotografie, anche se non pubblicati, non vengono restituiti. Ogni autore risponde direttamente delle proprie affermazioni che non impegnano nè la redazione nè il Collegio. Gli scritti possono essere pubblicati anche siglati o anonimi, per desiderio degli autori i cui nomi restano comunque reperibili presso la redazione.
l Un approccio rivoluzionario alla vendita di abitazioni ................................................. 18
Inserzionisti: a Alseo...................................... 2 di Cop. Edil System............................ Pag. 8 D-Motica................................ Pag. 12 Microsoftware........................ Pag. 13 Assicurazioni Generali........... Pag. 20 Edilmazzarini.......................... Pag. 22 Wall&Technology................... Pag. 23 a Subissati................................ 3 di Cop. a Sicap...................................... 4 di Cop.
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Minieolico: investimento in sostenibilità ... 16
Aziende
Edilizia
l Dal piano casa una boccata d'ossigeno . all'edilizia.................................................. 21
Condominio
l Al SAIE di Bologna anche il Condominio è protagonista ............................................ 24
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Editoriale
Editoriale Questo numero di Azimut è caratterizzato dal tema della mediazione. Iniziamo subito con l'articolo di Paolo Frediani sulle qualità del Consulente Tecnico d'Ufficio che non si esauriscono nelle sole competenze tecniche ma, per il carattere di attività di mediazione che deve svolgere, devono comprendere anche delle capacità relazionali. Di seguito abbiamo riportato le testimonianze di due geometri del Collegio di Ancona che hanno partecipato al corso e che esprimono le loro positive considerazioni sul seminario. Abbiamo ritenuto utile pubblicare il testo del Protocollo di intesa tra la Camera di Commercio di Ancona e il Collegio dei Geometri e dei Geometri Laureati della provincia di Ancona che, con questo documento, intendono avviare una collaborazione sul tema della mediazione definito all'articolo 1 del testo “strumento di risoluzione delle controversie economico, efficace, rapido, in grado di assicurare il rispetto dei principi di riservatezza e privacy”. Per le energie rinnovabili ci occupiamo, con un articolo che si concluderà nel prossimo numero, di minieolico, cioè l'eolico fino a una potenza di 200 kW, analizzando i vantaggi e gli svantaggi di questa fonte di energia e il suo possibile impiego nelle civili abitazioni. Da ultimo proponiamo una nostra inchiesta sui permessi a costruire rilasciati in un campione di comuni della provincia di Ancona e cioè: Ancona, Senigallia, Jesi, Osimo, Fabriano, Falconara Marittima, Ostra e Arcevia, indagine che evidenzia le difficoltà del settore. Buona lettura!
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Formazione
Un buon tecnico è un buon C.T.U.?
Valutazioni e riflessioni intorno all’aspetto (frequentemente sottovalutato) delle qualità del consulente tecnico di ufficio.
di Paolo Frediani (*) L’attività di consulente tecnico di ufficio e perito, ovvero quelle figure di ausilio fondamentale alle attività dell’autorità giudiziaria nei settori civile e penale hanno da sempre affascinato i professionisti; sì è frequentemente osservato quelle attività con rispetto, ed anche (da parte dei più giovani) con un po’ di soggezione, dovute principalmente al fatto che le conoscenze e competenze tecniche private del tecnico vengono poste al servizio della pubblica giurisdizione, sia essa civile che penale, come qualificato contributo per trarne un giudizio. D’altra parte per coloro che svolgono costantemente il detto ruolo, il compito è vissuto come fonte di prestigio professionale, tanto da manifestarne l’esercizio attraverso biglietti da visita, carta intestata e targhe all’ingresso dello studio. Ed infatti il consulente tecnico di ufficio svolge una funzione giurisdizionale importante per il giudice. Esso rappresenta “l’occhio specialistico” del magistrato quando questi si trova a dover decidere su aspetti che esulano dalle proprie competenze e conoscenze. Occorre altresì osservare che sempre più spesso – ancor di più nello stato attuale della giustizia nel nostro paese – il risultato del lavoro dell’esperto (la c.d. relazione peritale), quando la questione controversia si risolve in aspetti esclusivamente tecnici – diventa la sostanza della decisione del magistrato. Pertanto non appare eccessivo sostenere che il consulente tecnico finisce per decidere, in quei casi, l’esito della controversia. La figura del consulente tecnico di ufficio, anche per questi motivi, da lungo tempo, è stata frutto di trattazioni in pubblicazioni, seminari e convegni di studio nel mondo delle professioni, in particolare di quelle tecniche, ambiti nei quali si è rivolto costantemente l’interesse alle funzioni precipue dell’ausiliario giudiziario, alle proprie attività ed alle risultanze del lavoro peritale. Viceversa dobbiamo laconicamente registrare come non si sia mai posto al centro dell’attenzione il tema delle qualità e conoscenze che un consulente tecnico di ufficio dovrebbe poter garantire per lo svolgimento corretto e compiuto del proprio ruolo. Non parliamo tanto delle conoscenze proprie del professionista, garantite dalla “speciale competenza tecnica” statuita dalle disposizioni codicistiche, quanto di quelle specifiche dell’ambito
di svolgimento della propria opera, ossia le regole e norme del processo che, ove sottovalutate, finiscono soventemente per condizionarne gli esiti. E’ da constatare come nel percorso scolastico ed universitario non si siano mai curate in modo specifico la formazione e la specializzazione del futuro esperto del giudice, ancorché a questi vengano, da sempre, affidati compiti di rilevante responsabilità ed incombano, ove le liti si risolvano in questioni di natura tecnica, le responsabilità di decidere l’esito della controversia. Si è da sempre osservato l’attività di consulenza tecnica di ufficio come “parte” dell’attività professionale quotidiana, talvolta riservandole tempi e spazi marginali rispetto ai ben più remunerativi settori della progettazione, topografia ed altri. D’altra parte lo stesso codice di procedura civile, nelle sue disposizioni attuative, da, per così dire, per scontata la conoscenza giuridica del consulente. Difatti all’art. 15 disp.att. c.p.c.1 questo stabilisce i requisiti in: • speciale competenza tecnica in particolari materie; • specchiata condotta morale; • iscrizione nelle rispettive associazioni professionali; competenza tecnica: è, come si è detto, una speciale competenza tecnica che deve, non solo, essere spiegata dal titolo di studio acquisito, dall’appartenenza a una categoria professionale o ancora dallo svolgimento di una attività professionale, ma soprattutto dall’acquisizione di titoli, dalla partecipazione a percorsi di formazione specifici nella materia, dall’aver svolto pubblicazioni o attività di insegnamento. È nella sostanza non sufficiente dimostrare il “poter fare” ma occorre esprimere il “saper fare”, in quel determinato settore. Art. 15 disp. att. c.p.c. Iscrizione nell’Albo – Pos sono ottenere l’iscrizione nell’Albo coloro che sono forniti di speciale competenza tecnica in una determinata materia, sono di condotta morale specchiata e sono iscritti nelle rispettive associazioni professionali. Nessuno può essere iscritto in più di un Albo. Sulle domande di iscrizione decide il comitato indicato nell’articolo precedente. Contro il provvedimento del comitato è ammesso reclamo entro quindici giorni dalla notificazione al comitato previsto nell’art.5.
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Formazione Condotta morale: il riferimento della norma è da leggersi come generale condotta morale del richiedente e quindi, in concreto, formano condizioni limitanti non solo i casi di condanne penali, civili ma anche l’irrogazione di sanzioni disciplinari e amministrative per fatti non inerenti all’incarico di C.T.U., ma che possono incidere sull’esercizio della professione o che comunque denotano, in chi le ha subite, spregio della legalità o mancanza di senso civico. È da precisare, in ogni caso, che è precipuo compito del comitato, in ordine all’esito della domanda, valutare la situazione particolare in relazione alle effettive condizioni fatte registrare dalle singole circostanze. Iscrizione nell’ordine o collegio professionale: tale condizione, con ogni evidenza, vale per quelle categorie professionali (architetti, ingegneri, commercialisti, geometri, periti industriali ecc.) mentre per gli altri vale l’iscrizione negli appositi elenchi conservati presso le camere di commercio industria agricoltura ed artigianato Dalla analisi svolta ne discende l'importanza ed il valore del quadro di conoscenze giuridiche e di regole del processo per l'esperto del giudice; frequentemente tali condizioni non si registrano nella Comunità dei Consulenti. In tal senso non appare scontato rammentare che questi dovrebbe – come in una comune prestazione professionale richiesta da un cliente – astenersi nel caso che non fosse in grado di adempiere o non potesse dedicare il necessario grado di attenzione al compimento dell’incarico. Il complesso quadro delle responsabilità dovrebbe fornire a ciò adeguato deterrente. L’esperienza quotidiana indica, difatti, che il professionista è spesso portato, erroneamente, a ritenere che la propria competenza, motivata dall’iscrizione ad un ordine o collegio professionale e gli anni di esperienza, possa di per sé essere sufficiente a garantire il corretto assolvimento del mandato giurisdizionale. In verità – e ciò assume ancor più un particolare rilievo alla luce dalle riforme del processo del 2006 e del 2009 – non appare scontato il fatto che un buon tecnico possa rappresentare necessariamente un buon consulente tecnico, poiché per svolgere efficacemente l’attività di ausiliario del giudice, questi deve possedere particolari conoscenze e qualità, in un certo senso anche autonome rispetto alle mere competenze scientifiche e professionali. Ed è quello che contraddistingue la figura del consulente tecnico di ufficio rispetto a quella di un professionista tecnico in senso lato. Ed in tal senso non è detto che una consulenza tecnica ineccepibile da un punto di
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vista scientifico possa anche esserlo sotto quello della procedura civile. Ma d’altra parte nel nostro paese non si è mai sviluppata una seria riflessione sul concetto della professionalità (e quindi qualità) che il consulente tecnico di ufficio deve poter garantire; né da parte delle categorie professionali né da quella della magistratura. Certamente, come già osservato, i requisiti per l’iscrizione all’albo non sono né sufficienti né idonei a rendere plausibile il corretto, compiuto e soddisfacente assolvimento all’incarico. Dovrebbe invece, a parere di questo autore, farsi strada una considerazione diversa del ruolo contraddistinta da un riconoscimento anche formale (certificazione) da ottenersi attraverso un percorso formativo specifico da realizzarsi dapprima nell’ambito dei cicli scolastici e successivamente da svolgersi nell’ambito dei percorsi d’indirizzo professionale da definirsi a cura dalle categorie professionali unitamente, perché no, al corpo della magistratura. Insomma è necessario dare definitivamente priorità al saper fare piuttosto che al poter fare. Il sapere dell’esperto può individuarsi in: — sapere tecnico; — sapere giuridico; — sapere relazionale. Sapere tecnico Riguarda la competenza specialistica nel settore in cui l’esperto svolge la propria attività. Nel descrivere la figura di coloro che possono richiedere l’iscrizione all’Albo dei consulenti tecnici l’art. 15 disp. att. c.p.c. stabilisce che “… Possono ottenere l’iscrizione nell’Albo coloro che sono forniti di speciale competenza tecnica in una determinata materia, …” .Un approfondimento etimologico del termine ci introduce alla definizione dal francese “spècialiste” specializzato in una particolare tecnica e disciplina ed anche dal latino “specialem” ossia non comune, particolare, di qualità eccellente. Pertanto il termine vuol significare che il soggetto deve possedere non già una competenza purchessia (come quella meramente spiegata dall’iscrizione ad un ordine o collegio professionale) ma una competenza tecnica “particolare” ovvero specifica in un determinato settore. Poiché un esperto non è in grado né può conoscere adeguatamente ogni ambito della propria sfera di attività, è da escludere (e nella specie se ciò non avvenisse il consulente prescelto dovrebbe astenersi dall’incarico) la possibilità che un giudice conferisca incarico a un consulente che non risulti adeguatamente esperto nel settore oggetto della controversia (ad
Formazione es. incarico di analisi chimiche e fisiche di un terreno conferito a un geometra); al contrario, se l’accertamento ricade nell’ambito più generale di una specifica attività professionale di quella categoria, ciò assume carattere di normalità (ad es. accertamenti di conformità ediliziourbanistici, verifiche catastali, computo metrico estimativo di lavori edili, calcolo danni conseguenti ad imperizia nella esecuzione di lavori di ristrutturazione ad un edificio). Occorre comunque evidenziare la necessità che all’atto della domanda di iscrizione all’Albo dei consulenti tecnici il richiedente deve indicare le proprie specializzazioni, eventualmente supportate da titoli e qualifiche, al fine di consentire al giudice una più agevole scelta. Sapere giuridico Il tecnico che espleta l’attività di C.T.U. deve conoscere compiutamente le norme che regolano l’ambito nel quale la propria attività trova esplicazione. Tale concetto può sembrare di una imbarazzante banalità, ma spesso coloro che affrontano l’attività di consulente tecnico di ufficio, in particolar modo coloro che la svolgono saltuariamente, la ritengono, nei fatti, una parte diretta ed accessoria della professione, trascurando la portata che talune obbligazioni stabilite dall’ordinamento processuale e dal codice di procedura civile rappresentano per il corretto e valido svolgimento dell’incarico. D’altra parte, come già rilevato in precedenza, nessuno si è mai preoccupato di far capire ai consulenti che per svolgere correttamente l’incarico è necessario conoscere il codice di procedura civile e tutte le regole ed obbligazioni processuali che esso definisce. Negli incarichi di consulente tecnico di ufficio le norme di diritto e di procedura influiscono e condizionano in modo decisivo il lavoro dell’esperto. Potremmo dire che — la norma rappresenta nella consulenza tecnica di ufficio quello che il sale rappresenta per la pasta: come il sale non si vede, ma se non c’è, appena assaggiata la prima forchettata, si sente! Il mancato rispetto del contraddittorio e del diritto alla difesa, ovvero assumere documentazione irrituale nel corso dell’incarico o per quella acquisita non garantirne la consegna alle parti od ancora dare inizio o prosecuzione alla operazioni senza darne avviso alle parti, possono rappresentare circostanze e fatti idonei a spiegare la possibile nullità della consulenza tecnica di ufficio con le eventuali conseguenze sul piano delle responsabilità disciplinari, civili e penali. Per il tecnico, per sua stessa natura non “tecnico del diritto”, si impone pertanto la conoscenza approfondita dell’intero
quadro normativo che consente di poter svolgere nel migliore dei modi la propria attività, mettendosi al riparo da eventuali spiacevoli conseguenze. Il consulente deve quindi conoscere approfonditamente le norme che regolano la propria attività e specificamente quelle relative alle disposizioni regolanti l’iscrizione, la tenuta, la formazione dell’Albo dei consulenti tecnici (artt. 13 disp. att. c.p.c. e ss.), nonché quelle relative alle sanzioni e responsabilità cui è soggetto, quelle relative alla propria attività e quella dei consulenti di parte (artt. 90 disp. att. c.p.c. e ss.), le disposizioni generali (artt. 61 c.p.c. e ss.) e quelle concernenti il processo di cognizione (artt. 191 c.p.c. e ss.). Sapere relazionale Un ulteriore aspetto delle conoscenze del consulente – tutt’altro che scontato – è rappresentato dal sapere relazionale che con altro termine potrebbe definirsi il saper essere, ovvero quell’insieme particolare di modelli comportamentali, relazionali e di sensibilità che l’ausiliario deve saper utilizzare nello svolgimento del compito. Nella generalità, tra gli esperti giudiziari, si registra come modello diffuso quello ispirato allo stile autoritario; se vogliamo ciò è indotto anche dalla percezione di “ordine imposto” con il quale viene connotato, nella visione comune ed in un certo senso convenzionale, l’incarico giudiziario. Tale modello se da un lato può rispondere ad esigenze di ritualità nello svolgimento delle fasi tipiche dell’incarico dall’altra non risulta né funzionale né tantomeno efficace laddove, in altre fasi del mandato, la priorità debba essere indirizzata a privilegiare caratteri di relazionalità e confronto con i diversi soggetti coinvolti come accade, ad esempio, nei tentativi di conciliazione, che tratteremo ampiamente nei prossimi capitoli. Ed è in queste fasi che emergono con ogni evidenza i limiti del detto modello. Con lo stile autoritario il consulente non detiene la forza che invece viene riconosciuta a chi adotta quello cooperativo (negoziale) che implica l’autorevolezza. Il primo si impone, il secondo viene riconosciuto. Ed è questo uno dei limiti nella dinamica di azione che – allo stato attuale – non consente al consulente di connotare positivamente i propri esperimenti conciliativi e che spesso – in una visione parziale ed errata – porta a ritenere che la conciliazione non possa essere raggiunta in corso di causa. E invece l’esperienza indica che è proprio vero il contrario. E’ essenziale comprendere per il consulente che solo attraverso il dialogo è possibile offrire un cambiamento di prospettiva della controversia alle parti. Proprio
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Formazione quel dialogo che manca in un conflitto che viene acuito dall’assenza della comunicazione tra le parti; queste, nel corso del procedimento giudiziario mantengono il dialogo, normalmente, solo attraverso i propri legali che mediano ogni scambio comunicazionale, per iscritto, a mezzo di lettere, atti ed istanze. Le parti, raramente sono chiamate a doversi confrontare direttamente sui temi specifici formanti la controversia e, se obbligati, tendono a frapporre filtri di varia natura. L’abituarsi nuovamente al dialogo per le parti è un po’ come per una persona che a seguito di un trauma, ricomincia una lenta e dolorosa fase di riabilitazione per riprendere pienamente le proprie funzioni deambulative; le prime azioni saranno limitate e circospette per poi, man mano che si riappropria della giusta confidenza e naturalezza, lasciare spazio ad una iniziativa accompagnata da maggiore forza e convinzione. Sono proprio le difficoltà di ordine comunicativo a rappresentare il vero scoglio in questi contesti e la cui gestione è tale da richiedere al consulente una preparazione specifica ed adeguata. Fin quando i consulenti – ed i magistrati – non comprenderanno che la conciliazione è una vera e propria attività professionale che richiede preparazione ed una formazione specifica – i risultati, se non demandati alla buona volontà del singolo, non potranno sostanzialmente mutare. Ma la dinamica per così dire cooperativa non premia solo le attività della sfera conciliativa nell’incarico del consulente. Al consulente, oltre a fornire una esauriente e motivata risposta alle questioni poste dal giudice istruttore, si chiede di dare attuazione a un reale e concreto confronto
con le parti (legali e consulenti tecnici di parte, qualora nominati), onde consentir loro di esprimere giudizi e le motivate osservazioni in merito alle questione riguardanti gli accertamenti, anche a mezzo delle osservazioni alla c.d. bozza della relazione peritale che, con la riforma del processo legge n°69/2009, il consulente deve inviare alle parti Questo ha un duplice scopo: — concretizzare il rispetto del contrad dittorio, permettendo ai soggetti in causa di avanzare ogni utile osserva zione all’esperto nel momento in cui questi forma il proprio convincimento; — contenere i tempi del giudizio, prevenendo l’eventuale chiamata a chiarimenti o la richiesta di supplemento di consulenza tecnica. La detta condizione presuppone anche la capacità da parte del C.T.U. di mettersi in discussione, accettando critiche al proprio operato nella responsabile consapevolezza che la propria relazione andrà a costituire la base e la sostanza della decisione del giudice. Tale qualità risulta anche indispensabile quando per il giudice risulta inevitabile chiamare a chiarimenti il consulente. Solo in questo modo l’incarico potrà rispondere pienamente alle esigenze giurisdizionali indirizzate al soddisfacimento di avere una giustizia più rapida e concreta per i reali bisogni della collettività.
L’autore dell’articolo è stato relatore al corso “L’esperto del giudice: le attività ed, i compensi” svolto presso il Collegio dei Geometri e Geometri Laureati della provincia di Ancona. Il percorso formativo analizza in modo puntuale il ruolo e le attività dei tecnici nell’esercizio dell’incarichi originati dalle procedure civili e penali nella pubblica giurisdizione alla luce delle modifiche sostanziali apportate dalla riforma del processo della legge n°80/2005 e dalla più recente Legge n°69/2009 fornendo a chi non è un tecnico del diritto ma che è chiamato, in vario modo a compiere il delicato compito di esperto per il Giudice, gli strumenti ed i mezzi di valutazione e comprensione per consentirgli di poter adempiere in modo corretto e compiuto al mandato affidato. Il corso analizza e svolge in modo pratico ed innovativo anche attraverso esemplificazioni, casi di studio ed una lettura combinata tra prassi, dottrina e norma le diverse fasi delle attività del consulente, la redazione dell’elaborato peritale ed il calcolo dei compensi. Il percorso formativo proposto, si inserisce a pieno titolo nell’ambito della formazione permanente, componente imprescindibile della vita del professionista in particolare nel settore delle attività per l’autorità giudiziaria e della composizione negoziale delle controversie ove le responsabilità e la specializzazione del tecnico diventano sempre più rilevanti.
(*) Paolo Frediani è un geometra libero professionista. Svolge prevalentemente attività di CTU e perito nei processi civili e penali e da tempo conduce studi ed approfondimenti sulla materie. Da più di dieci anni è relatore in corsi di formazione, autore di numerose pubblicazioni sulla materia e pubblicista per quotidiani e riviste professionali. Per maggiori informazioni www.paolofrediani.it
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Formazione
Testimonianze sul corso per Conciliatori Mediatori di Ancona di Salvatore Cicero
Innanzitutto vorrei esprimere gratitudine a tutti quelli che si sono operati a far decollare il corso per Conciliatori-Mediatori ad Ancona. Non ci si rende conto della poliedricità di questo corso se non dopo essercisi "immersi". Ogni parola spesa a descriverlo non gli fa merito e non esprime tutta la potenzialità insita in questo corso. Non si tratta di un mero corso di aggiornamento su materie a noi conosciute, ma di un velo che si dischiude e ci fa intravedere un modo nuovo di far funzionare la Giustizia e di affrontare e risolvere quei conflitti che la nostra professione ogni giorno ci sottopone. La vita tutta è piena di conflitti e questo corso mi ha insegnato come gestirli e non farli diventare guerra. Il fatto di non voler cercare chi ha torto o ragione, in base al codice civile, ma di cercare la vera ragione del conflitto, quindi i bisogni insoddisfatti e non narrati delle parti è già un approccio inusuale alla conciliazione. Poi, il fare in modo che siano le parti, autonomamente, ma aiutate indirettamente da Voi, a giungere all'accordo che risolverà il problema è altrettanto strano. Posso affermare che è un corso aggregante. Noi ci siamo sentiti uniti e con una gran voglia di fare esperienza di conciliazione e dividerla tra noi, ed è anche per questo che stiamo facendo chiedendo al Collegio che ci proponga, con adeguati protocolli, alla Camera del Commercio (ormai in dirittura d'arrivo), al Ministero di Giustizia, dove si è formata una camera di conciliazione, ed a organismi privati accreditati dal Ministero di Giustizia e operanti nella nostra provincia.
di Giorgio Genangeli
Da anni opero come Consulente tecnico d'ufficio e di parte nei Tribunali, sono naturalmente orientato a tutte le attività per giungere ad accordi tra le parti in lite. Frequentando il corso ho trovato parecchie conferme, spesso innate nel mio DNA ed alcune sorprese: mi sono reso conto che nella mia attività ho avuto la fortuna di raggiungere tante "transazioni" ma probabilmente poche vere "Conciliazioni". Ho compreso che "la Mediazione è un'ARTE", l'arte di facilitare la risoluzione di controversie, e la ricetta per non dare ragioni o torti ma per far trovare agli attori coinvolti la soluzione nel bene di tutti. La mediazione: Favorisce il dialogo, la comunicazione diretta dalle parti (non solo dei delegati) agevolando il mutare delle dinamiche (ci si guarda negli occhi); Sposta l'attenzione dalle ragioni e torti (che saranno accertati dalla Giustizia Ordinaria in tempi lunghi e con esiti incerti rispetto alle attese) alle esigenze di "qui ed ora"; Allarga la torta delle possibili soluzioni aumenta le scelte e le opzioni di risoluzione; Da spazio alle emozioni e consente di superare formalismi e blocchi emotivi; Aiuta a ricostruire rapporti tra le parti che diventano volano di positività. Tale arte è attuabile a qualsiasi contesto di vita ed assicuro che dona benessere ed autostima a chi la esercita.
I partecipanti al corso
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Aziende
La rivoluzione del lavoro fatto bene “Essere essenziali e concreti”: non ha dubbi Daniel Goffi quando deve definire i caratteri distintivi che accomunano le persone della sua azienda. Sicur Clean oggi è un riferimento nel settore dei trattamenti e soluzioni per pavimenti e superfici in genere, grazie all'esperienza maturata in 20 anni di attività, in cui l'azienda ha saputo evolversi arricchendo la propria offerta. Dalla professionalità nelle pulizie a una logica di collaborazione totale, che permette a Sicur Clean di affiancare il cliente nella ricerca della soluzione più adatta al suo tipo di esigenza. Il segreto è saper ascoltare per dare risposte giuste ed efficaci, frutto di una dedizione che traspare nelle parole del titolare dell'azienda marchigiana: “La nostra forza è fare bene il nostro lavoro, tradurre in soluzioni semplici i problemi più complessi. Non sono risultati che si raggiungono a caso, serve una squadra coesa, di persone che condividono lo
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stesso obiettivo e che sanno lavorare bene insieme”. Concetti semplici per arrivare a spiegare risultati rivoluzionari: “E' la stessa logica con cui serviamo i nostri clienti – sottolinea Daniel Goffi. Abbiamo investito in ricerca e formazione per perfezionare le nostre competenze e oggi, in un mercato, quello della pulizia e del trattamento dei pavimenti e superfici, che ha accusato gli effetti della crisi, siamo una realtà vivace e in crescita”. Questa è la forza di Sicur Clean, una squadra di persone con idee chiare, competenza e serietà, che alle domande dei clienti sanno rispondere sempre con i fatti.
Collegio
Protocollo di intesa tra la Camera di Commercio di Ancona e il Collegio dei Geometri e dei Geometri Laureati della Provincia di Ancona in tema di mediazione Con il presente Protocollo di intesa tra la Camera di Commercio di Ancona nella persona del Presidente Rodolfo Giampieri e il Collegio dei Geometri e dei Geometri Laureati della Provincia di Ancona con sede in Ancona nella persona del Presidente Fabio Bartolucci PREMESSO CHE • la Camera di Commercio di Ancona da tempo opera nel settore della giustizia alternativa, offrendo sia il Servizio di Mediazione tradizionale, sia il Servizio di Mediazione on line, che consente di svolgere la procedura interamente via web, senza spostamenti fisici dei soggetti interessati; • il Servizio di Mediazione della Camera di Commercio di Ancona è oggi organismo iscritto al n. 284 del Registro degli organismi abilitati a svolgere la mediazione istituito presso il Ministero della Giustizia; • la mediazione amministrata dalla Camera di Commercio di Ancona offre i seguenti vantaggi: la garanzia di conta re su un elenco di mediatori formati ed in continuo aggiornamento; la pre senza di un codice etico e di un re golamento condiviso da tutto il siste ma camerale a tutela della trasparen za e della qualità del servizio; l’adozio ne di indennità di mediazione in linea con i parametri normativi; l’assisten za nello svolgimento della procedura; • la Camera di Commercio di Ancona sta potenziando e consolidando il proprio Servizio di Mediazione al fine di rispondere in maniera ancora più efficiente alle esigenze di giustizia di imprese,consumatori, utenti, professio nisti; • in questi anni la Camera di Commercio di Ancona ha acquisito riconosciuta es perienza e professionalità nel campo della risoluzione alternativa delle controversie, tanto da essere chiamata a partecipare al Tavolo Nazionale sulla Conciliazionecoordinato da Unioncamere; • l’Ente camerale ritiene strategico in vestire nella formazione dei
propri mediatori, costituendo un elenco di professionisti qualificati e preparati sia con riferimento alle novità normative, sia in relazione alle tecniche di mediazio ne, di negoziazione e di comunicazione; • il D. Lgs. 4 marzo 2010, n. 28, in attuazione dell’art. 60 della L. 69/2009, individua la mediazione come condizione di pro cedibilità in una serie di materie di enorme importanza come condominio, diritti reali, divisioni, successioni eredi tarie, patti di famiglia, locazione, comodato, affitto di aziende, risarcimento del danno derivante dalla circolazione di veicoli e natanti, da responsabilità medica e da diffamazione con il mezzo della stampa o con altro mezzo di pubblicità, contratti assicurativi, bancari e finanziari; • il Collegio dei Geometri e dei Geometri Laureati della Provincia di Ancona è attento al tema della mediazione e dei metodi di risoluzione delle contro versie alternativi alla giustizia ordinaria; • tali strumenti possono rappresentare un valore aggiunto ed un arricchimento professionale per gli iscritti al Collegio che possono così misurarsi con queste nuove tematiche e offrire un servizio in più ai propri clienti; • è interesse del Collegio dei Geometri e dei Geometri Laureati della Provincia di Ancona della provincia di Ancona e della Camera di Commercio di Ancona operare sinergicamente per offrire sul territorio un Servizio di Mediazione qualificato ed efficiente; Tutto ciò premesso e ritenuto parte integrante e sostanziale del presente atto SI CONVIENE QUANTO SEGUE I – Scopi generali del Protocollo Articolo 1 Il Collegio dei Geometri e dei Geometri Laureati della Provincia di Ancona e la Camera di Commercio di Ancona concordano di avviare una collaborazione in tema di mediazione, strumento di risoluzione delle controversie economico, efficace, rapido, in grado di assicurare il
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Collegio rispetto dei principi di riservatezza e privacy. Articolo 2 La Camera di Commercio di Ancona mette a disposizione del Collegio dei Geometri e dei Geometri Laureati della Provincia di Ancona il proprio Servizio di Mediazione con esperienza decennale per la risoluzione delle controversie di natura civile e commerciale. La Camera di Commercio di Ancona mette anche a disposizione del Collegio i propri Servizi di Mediazione on line e di teleconciliazione. Di tali Servizi ci si avvarrà ogniqualvolta per le parti risulti antieconomico incontrarsi face to face. L’Ente camerale fornirà al Collegio l’assistenza tecnica e tecnologica necessaria. Il Collegio dei Geometri e dei Geometri Laureati della Provincia di Ancona promuoverà il Servizio di Mediazione della Camera di Commercio di Ancona per la risoluzione delle controversie civili e commerciali, informando dell’esistenza di questa via alternativa alla giustizia ordinaria, anche mediante l’inserimento nei contratti e nei regolamenti della apposita clausola di mediazione. Articolo 3 Le mediazioni tradizionali ed on line verranno svolte secondo il Regolamento di Mediazione del Servizio di Mediazione della Camera di Commercio di Ancona sulla base dei principi di trasparenza, efficacia, imparzialità, equità. II – Attività formativa Articolo 4 Il Collegio dei Geometri e dei Geometri Laureati della Provincia di Ancona e la Camera di Commercio di Ancona si impegnano a promuovere congiuntamente attività formative in tema di mediazione a vantaggio degli iscritti al Collegio; ciò al fine di formare mediatori-geometri ed erogare sul territorio un servizio di mediazione di qualità e di eccellente livello. La formazione seguirà la normativa e gli standard nazionali adottati dal sistema camerale e sarà organizzata direttamente dal Collegio dei Geometri. Verranno valorizzati l’interscambio delle informazioni e la circolazione delle esperienze tra le parti per una crescita comune e l’acquisizione di competenze specialistiche che permettano di offrire un servizio di mediazione sempre più qualificato. III – Attività promozionali e di studio Articolo 5 Le parti si impegnano a pianificare e gestire congiuntamente eventi promozionali (convegni, tavole rotonde, workshop..) per sensibilizzare alla mediazione gli iscritti al Collegio. In tal senso potranno
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realizzare anche materiale divulgativo e illustrativo dedicato (opuscoli, guide, depliant …) per la promozione della mediazione alla luce delle nuove disposizioni normative. Il Collegio dei Geometri e dei Geometri Laureati della Provincia di Ancona e la Camera di Commercio di Ancona si propongono di programmare e realizzare congiuntamente campagne di comunicazione capillari e mirate, in modo da accrescere l’impatto del Protocollo e facilitare l’approccio con la mediazione. Articolo 6 Il Collegio dei Geometri e dei Geometri Laureati della Provincia di Ancona e la Camera di Commercio di Ancona si impegnano congiuntamente a promuovere iniziative finalizzate alla divulgazione, all’applicazione e all’implementazione del presente Protocollo d’intesa. Gli aspetti organizzativi saranno di volta in volta concordati in relazione alle singole iniziative promosse. Daranno altresì visibilità al Protocollo mediante la pubblicazione nei propri siti internet. IV – Durata e sottoscrizione Articolo 7 Il presente Protocollo di intesa ha durata sperimentale di tre anni a decorrere dalla data della sottoscrizione. Al termine del periodo di sperimentazione le parti sottoscrittrici potranno concordare un rinnovo del Protocollo di intesa, apportando, ove necessario, le eventuali modifiche per migliorare la qualità e l’efficienza del servizio. Il protocollo è stato deliberato in data 17/10/2011
Aziende
Ristrutturazioni e qualità: soluzioni contro la crisi edilizia
Ristrutturazione fabbricato sito in Cingoli loc. Avenale
Il settore edile nazionale sta vivendo una fase negativa che si protrae ormai da qualche anno e trova origine in diversi fattori quali la crisi finanziaria, la saturazione del mercato e la prudenza negli investimenti da parte delle famiglie che hanno timore ad intestarsi un mutuo in un momento così incerto. In questo contesto, le imprese edili marchigiane vivono una fase intensamente critica caratterizzata da penuria dei lavori, concorrenza spietata per l'accaparramento delle commesse che vengono vinte con ribassi insostenibili nei costi, enormi ritardi nei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni e dei privati, nonché la stretta creditizia delle banche che diventano sempre più diffidenti. Le Marche stanno diventando “terra di conquista” per le imprese edili sia del Sud che del Nord, sempre più concorrenziali, e numerose sono le imprese, sia grandi che piccole che sono state costrette a chiudere. Secondo Patrizia Paoloni del Gruppo Ma.Pa. - Cannelloni Costruzioni, queste aziende rappresentano un valore per il territorio e un motore indispensabile per l'economia globale. Vanno per questo salvaguardate e sostenute, non ulteriormente ostacolate come spesso succede. Per valorizzarle occorrerebbe mettere in
atto uno sgravio fiscale e burocratico che permetta di lavorare di più e meglio, un accesso al credito più semplice, pagamenti in tempi più brevi e un ridimensionamento delle gare d'appalto. Oggi i ribassi vincenti, per le gare di importo superiore al milione,si aggirano intorno al 50% di sconto sul prezzo di appalto basato sul prezzario regionale. Questo porta conseguenze negative sia a carico dell'impresa che della stazione appaltante. “Vincere una gara d'appalto, oggi, è quasi impossibile, pertanto noi del Gruppo Ma.Pa. - Cannelloni Costruzioni – afferma Patrizia Paoloni, membro del Consiglio Direttivo del Collegio Costruttori e della Giunta di Confindustria Ancona - abbiamo puntato molto al privato riuscendo ad ottenere un congruo pacchetto di ottimi risultati, soprattutto grazie alla specializzazione in ristrutturazioni di edifici rurali in pietra”. Per il Gruppo l'edilizia civile e le ristrutturazioni hanno rivestito da sempre un'importanza particolare. L'azienda è attiva in lavori edili civili e industriali come ristrutturazioni di edifici pubblici e privati, lavorazioni e manutenzioni stradali, fognature, metanodotti e acquedotti. Realizzano inoltre pareti mobili in cartongesso, pavimenti sopraelevati, controsoffitti, compartimentazioni REI e offrono la formula
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Aziende “chiavi in mano” eseguendo tutto l'iter lavorativo che porta dalla progettazione dell'opera sino al benestare del cliente, attraverso la certificazione o collaudo da parte degli organi preposti. Il Gruppo, inoltre, per ovviare alle difficoltà legate alle gare d'appalto al ribasso, è attualmente attivo anche nella zona de L'Aquila per le ristrutturazioni post-sisma. Anche l'evento sismico che ha colpito il territorio dell'Umbria e delle Marche, nel 1997, ha avuto come conseguenza, una crescita del lavoro per le imprese edili, che ha interessato l'ultimo decennio. Dal 1999, il Gruppo Ma.Pa. - Cannelloni Costruzioni ha eseguito lavori di ristrutturazione post-terremoto nei comuni di S.Marcello, Cupramontana, Mergo, Serra San Quirico, Camerino, Fabriano, nel centro storico e nelle frazioni di Campodonico, Cupo e Vallina. Oggi che la ricostruzione è avvenuta resta un minimo residuo di lavoro che riguarda la messa a norma di edifici scolastici e pubblici. Il terremoto ha anche comportato un impegno maggiore nella realizzazione di nuovi edifici, affinché siano costruiti seguendo tutte le normative antisismiche, e garantendo a chi li abita una totale sicurezza. Per far fronte a questo momento critico
dell'economia il Gruppo Ma.Pa. - Cannelloni Costruzioni ha anche potenziato sia l'area tecnica che contabile, con una rete informatica all'avanguardia. E' inoltre in possesso della certificazione di qualità secondo le norme Uni En Iso 9002 dal luglio del 2000 poiché ha posto la politica della qualità al primo posto nella formulazione del proprio programma strategico, ritenendo che tutti gli obiettivi dell'azienda siano perseguibili solo attraverso il miglioramento della qualità e dell'organizzazione interna, unici strumenti che permettono di soddisfare le esigenze e le attese dei clienti. Nonostante tutto ciò, conclude Patrizia Paoloni “le prospettive per il settore edile italiano non sono ancora rosee, almeno finché non si verifica, a livello globale, una ripresa dell'economia. La famiglie non riescono a risparmiare per acquistare una casa di proprietà e le banche difficilmente sono di supporto. Le imprese del comparto edilizio devono puntare più che altro sulla riqualificazione di zone fatiscenti, che rischiano di diventare ghetti per immigrati e senza tetto, con la conseguente costruzione di aree dedicate ai servizi di vario tipo. L'altra prospettiva riguarda invece la riqualificazione energetica degli immobili”.
Energie rinnovabili: una scelta strategica
Il costo dell’energia sta diventando un problema per i bilanci delle famiglie e delle aziende. Scegli l’energia della natura, una fonte senza sorprese.
rivenditore
D.motica progetta ed installa impianti: • solari fotovoltaici e termici • eolici • geotermici • di cogenerazione Vi aiutiamo a migliorare le vostre nanze e il nostro pianeta
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Aziende
NUOVI SISTEMI DI IMPERMEABILIZZAZIONE IN RESINA Tecnoresina Vernici : 40 anni d’esperienza al vostro servizio
1 ) Impermeabilizzazione gradinate nuovo Stadio Centrale del Tennis Foro Italico - Roma
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2 ) Impermeabilizzazione scalinate Stadio Olimpico – Roma
3 ) Applicazione della membrana a spruzzo
Nel corso degli anni la resina ha ottenuto un ruolo di primaria importanza nel mondo dell’edilizia sia industriale che civile; grazie a questa espansione e soprattutto ai suoi 40 anni di esperienza nel settore la Tecnoresina Vernici è riuscita a sviluppare e perfezionare cicli di lavorazione tali da essere considerata leader nazionale nel settore. Tecnoresina opera infatti sia in ambito civile che industriale eseguendo pavimentazioni e rivestimenti in resina, impermeabilizzazioni di coperture e parcheggi, ristrutturazioni edili e rinforzi in carbonio il tutto con proprio personale specializzato ed in conformità alla Normativa di qualità ISO 9001:2000. Tecnoresina interviene sia in fase di
costruzione del manufatto che in fase di manutenzione e, grazie all’Associazione “CONPAVIPER”, all’ “ASSIMP ITALIA” ed ai vari partners internazionali, riesce a proporre soluzioni altamente tecnologiche e performanti con il giusto rapporto qualità-prezzo. Una delle applicazioni che Tecnoresina è riuscita a perfezionare e che nel corso degli ultimi anni sta avendo una forte espansione è l’impermeabilizzazione di strutture mediante l’ausilio di resine altamente performanti a catalisi immediata. È un fatto appurato infatti che avere una costruzione con coperture e superfici impermeabilizzate con trattamenti inadeguati può ripercuotersi non solo sulla funzionalità ma anche sulla
Aziende vita utile dell’intera struttura con pesanti conseguenze anche dal punto di vista economico. PRINCIPALI APPLICAZIONI DEL SISTEMA: • Impermeabilizzazioni di coperture
le azioni sterzanti delle ruote sono solo un esempio dei fattori che determinano un elevatissimo stress chimico e meccanico a cui il rivestimento è soggetto
4) Impermeabilizzazione copertura con fotovoltaico – Ancona
5) Impermeabilizzazione copertura scuola – Roma
I nostri sistemi impermeabilizzanti sono ideali per nuove e vecchie coperture di qualsiasi tipologia (tetti piani, tetti in pendenza, tetti rovesci, terrazze). Grazie alle loro caratteristiche le ns. membrane riescono ad adattarsi a qualsiasi tipo di substrato (cemento, guaina bituminosa, guaina arde siata, lamierini e qualsiasi tipo di supporto metallico) resistendo perfettamente ai movimenti strutturali ed agli shock termici. A differenza dei sistemi tradizionali in fogli, l’applicazione effettuata a spruzzo con apposito macchinario bi-mixer evita la formazione di punti deboli quali sovrapposizioni, sal dature o linee di giunzione garantendo che qualsiasi punto, anche il più complicato, quali lucernari, comignoli e ventilatori venga trattato ed impermeabilizzato nell’arco di pochi secondi.
• Impermeabilizzazioni di giardini pensili Le membrane poliuretaniche possono essere utilizzate in ambienti destinati ai giardini pensili im pedendo all’acqua di passare ed evitando così danni alla struttura del tetto ed ai beni sottostanti. Altro punto di forza del rivestimento è la resistenza alla penetrazione delle radici che evita l’aggiunta di ulteriori barriere antiradice con un ritorno in termine sia di tempi che in costi d’esecuzione.
• Impermeabilizzazioni di parcheggi Grazie alle caratteristiche di elevatissima elasticità ed alle proprietà di resistenza all’abrasione, slittamento e scivolamento i nostri sistemi di impermeabilizzazione trovano larghe applicazioni nelle impermeabilizzazioni di coperture adibite a parcheggi. Le coperture adibite a parcheggio e le complesse strutture dei parcheggi a silos sono infatti soggette a sollecitazioni meccaniche, termiche e chimiche molto severe. I cicli di gelo e disgelo, la semina di sali disgelanti, il gocciolamento di carburanti ed olii,
CARATTERISTICHE PRINCIPALI DEI SISTEMI IMPERMEABILIZZANTI: Elevata elasticità Adesione su qualsiasi tipo di supporto e conformazione senza necessità di sormonti Realizzazione di superfici continue senza giunti Superfici impermeabili e pedonabili già dopo 10 secondi I lavori eseguiti possono essere garantiti con polizza assicurativa postuma di rimpiazzo opere della durata di anni 10. La Tecnoresina Vernici offre sopralluoghi e consulenze gratuite per ogni esigenza sia in ambito civile che industriale. Per informazioni, appuntamenti e richieste di sopralluogo potete contattare il centralino allo 0731-704233 oppure inviare una mail a info@tecnoresinavernici.it
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Energie Rinnovabili
Minieolico: investimento in sostenibilità
di Paola Valeri - GreenActions
Cos’è un impianto minieolico ? Si definisce impianto minieolico un impianto eolico di piccola taglia che si basa su di una tecnologia in grado di trasformare l’energia cinetica del vento in energia meccanica. Quest’ultima poi, attraverso un generatore elettrico, viene trasformata a sua volta in energia elettrica. Dal punto di vista della potenza il minieolico è caratterizzato da taglie di potenza intermedia comprese tra i 20 kW ed i 200 kW. Infatti,gli impianti con potenze nominali fino a 20 kW, che producono energia sufficiente a soddisfare il fabbisogno di piccole utenze domestiche, vengono denominati micro-eolici, mentre si parla di grande eolico se la potenza supera i 200kW. Come è composto un impianto mini eolico Esistono due diverse tipologie di impianti per il minieolico e si definiscono impianti ad asse orizzontale ed impianti ad asse verticale. I primi possono essere bipala, tripala e multipla. All'aumentare del numero di pale diminuisce la velocità di rotazione, aumenta il rendimento e cresce il prezzo. In essi l’asse del rotore (costituito dalle pale collegate al mozzo) è disposto parallelamente rispetto alla direzione del vento e ed il rotore ruota su un piano perpendicolare alla direzione del vento. Si tratta degli impianti più diffusi, derivati dalla tecnologie delle grandi centrali eoliche. Gli impianti ad asse verticale dove il rotore è in asse con il palo di sostegno sono caratterizzati invece dalla capacità di riuscire a prendere il vento da ogni direzione (non si devono direzionare), garantendo quindi una maggiore producibilità a bassi regimi di vento, una minore rumorosità e anche minori vibrazioni che ne permettono l'applicazione anche sui tetti. Si che siano orizzontali o verticali, gli aerogeneratori hanno al loro interno un alternatore che fatto girare dalla forza del vento produce elettricità. Le dimensioni del rotore degli impianti di micro eolico possono variare dai 4 ai 6 metri di diametro e l’altezza non supera i 15 metri. Mentre per il mini eolico le dimensioni, sono dell’ordine di 5 -20 metri per il rotore e le torri possono arrivare fino a 25 metri d’altezza.
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Vantaggi del minieolico Molteplici sono i vantaggi che derivano dalla scelta di realizzare un impianto di mini eolico per la produzione di energia elettrica. Tra questi un ridotto impatto ambientale, la possibilità di fornire energia anche ad edifici o siti posti in luoghi molto isolati, ed occupare una superficie ridotta se paragonata ad esempio a quella necessaria per l’installazione di impianti fotovoltaici. E poi, in comune con tutte le altre fonti rinnovabili: assenza totale di emissioni inquinanti; risparmio dei combustibili fossili. A ciò si aggiungono anche costi ridotti per la manutenzione dell’impianto. Il minieolico permette, infine, di coprire meglio la curva oraria dei consumi in impianti che possiamo definire "misti", ossia realizzati con fotovoltaico ed eolico. Svantaggi del minieolico Per gli impianti domestici, una delle principali barriere alla diffusione del mini eolico è determinata dal costo più elevato rispetto a quello di un impianto fotovoltaico. Per i piccoli impianti eolici, ad esempio, i costi medi sono attorno a 4-5000 euro per kW di potenza per l'impianto chiavi in mano. Molto di più, per ora, dei 1200-1500 euro raggiunti dal fotovoltaico. A ciò va ad aggiungersi un ulteriore costo che è quello della rilevazione anemometrica ovvero della stima del livello di ventosità del sito scelto per l’installazione (vedi di seguito). Tale perizia può costare dai 3mila ai 15 mila euro. Si tratta di costi che non verrebbero mai recuperati nel caso in cui ad esempio l’esito della rilevazione risultasse negativo. Operazioni preliminari all’installazione In previsione dell’installazione di un impianto mini eolico per prima cosa è importante verificare è che il sito scelto abbia caratteristiche di ventosità minime tali da poter giustificare l'investimento. Infatti per ottenere energia elettrica con il vento è necessario che nel sito prescelto sia presente un vento medio pari o superiore a 4-5 m/s e che permetta alle pale eoliche di lavorare per oltre 1500 ore all'anno. La verifica può essere fatta in riferimento alle mappe eoliche nazionali o ai dati delle misurazioni anemometriche delle stazioni meteorologiche più vicine. Per una stima più precisa può essere necessario ricorrere ad l’indagine anemometrica al fine di poter valutare: la
Energie Rinnovabili distribuzione di frequenza della velocità del vento e la curva di durata anemometrica al fine di poter valutare: la distribuzione di frequenza della velocità del vento e la curva di durata della velocità del vento. Tale stima deve essere svolta da un’azienda affidabile perché il costo dell’indagine può arrivare a varie migliaia di euro. Naturalmente le zone più adatte all’installazione di questo tipo di impianto sono quelle collinari o montuose o in prossimità delle coste. Sconsigliabile invece è il posizionamento in zone di pianura (ad es. Pianura Padana) dove la ventosità è molto ridotta. Scelto il posto, bisogna verificare che nella zona non esistano se esistano vincoli di qualche tipo ad esempio paesaggistici o urbanistici. Altra verifica importante è quella della distanza dalle linee elettriche (se sono inesistenti, la loro realizzazione può costituire un costo imprevisto ed anche elevato) in alternativa considerare la possibilità che l'impianto debba funzionare ad isola, cioè “off grid”, non connesso alla rete elettrica nazionale. Nel caso dell'installazione sul tetto di un'abitazione vanno presi in considerazione la sua resistenza, il rumore e le vibrazioni generati dall’impianto. Per quanto riguarda le pratiche per l'autorizzazione, sono necessarie: la richiesta del preventivo di connessione (al gestore di rete locale; 20 giorni), la richiesta di connessione alla rete elettrica (al gestore di rete, 45 giorni) nel caso non si tratti di impianto “off grid”, la presentazione DIA –Dichiarazione di Inizio Attività al Comune. Gli impianti micro-eolici di potenza non superiore ai 20 kW generalmente non sono soggetti a Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e sotto i 60KWh è sufficiente presentare una DIA. Le macchine eoliche di potenza superiore ai 20 kW sono assoggettate a verifica di esclusione dalla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, quindi i siti di installazione vanno selezionati tenendo in considerazione i vincoli ambientali, archeologici, demaniali esistenti. Attenzione, perché le regole non sono uniformi: tra Comuni, Province e Regioni diverse ci possono essere molte differenze. Per la presentazione di tutta la documentazione necessaria è possibile, oltre che seguire l'iter burocratico direttamente, affidarsi ad uno studio di progettazione/ consulenza esperto, oppure richiedere al fornitore dell'impianto minieolico il servizio "chiavi in mano". In caso di condominio, serve una delibera dell’assemblea condominiale, come nel caso di impianti fotovoltaici e sarà l’amministratore a fare la richiesta di tutte le autorizzazioni necessarie per la costru-
zione dell’impianto. Costi Il prezzo degli impianti è molto variabile e il parametro più significativo di cui si deve tener conto è il costo per 1 kW installato. Di seguito una tabella che riporta in modo indicativo le fasce di prezzo. Il costo per kW decresce all’ aumentare della potenza dell’impianto: Potenza 2-5 kW 10 kW 20-30 kW 50-60 kW 100-200 kW
Costo chiavi in mano per 1 kW 6000-7000 € 5000-6000 € 4000-5000 € 3500-4000 € 2500-3500 €
Le pratiche burocratiche necessarie all’installazione hanno un costo variabile da comune a comune. A questi valori va aggiunto anche il costo dell’analisi anemometrica preventiva. Scelta modello turbina Come già accennato il mini eolico utilizza sia aerogeneratori "ad asse verticale" (eolico verticale), più facili da istallare e più adatti per l'ambiente urbano ed ai regimi di vento cittadini di direzione e portata variabili , sia i classici aerogeneratori "ad asse orizzontale" (eolico orizzontale), più indicati per gli spazi aperti. I generatori ad asse verticale non hanno bisogno di orientamento, in quanto offrono al vento la superficie utile in un arco di 360°, producono pochi rumori e vibrazioni e possono rappresentare una soluzione interessante per condomini, per edifici con tetti non esposti verso sud e per piccoli terrazzi. Come controindicazione però hanno difficoltà ad autoavviarsi e producono meno energia. Il micro-minieolico se destinato all’alimentazione di utenze isolate (ad es case in montagna) viene soprannominato offgrid in questo caso il generatore microeolico deve essere collegato a una serie di batterie. Per la connessione alla rete di distribuzione, invece, è indispensabile un inverter, in quanto è necessario che l’elettricità prodotta sia conforme agli standard di rete. Mini eolico ad asse orizzontale
Continua nel prossimo numero...
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Aziende
Un approccio rivoluzionario alla vendita di abitazioni Cosa direste se la concessionaria che vi assicura che l'ultimo modello di automobile percorre 25 chilometri con un litro si dichiarasse disposta a pagare per 10 anni il 50% della benzina che consumate? Questo è quello che propone nel mondo immobiliare Uniforcasa, innovativa impresa di costruzioni con sede ad Osimo, a tutti i suoi clienti con la formula Accordo Tandem. Abbiamo intervistato Luciano Foresi, amministratore di Uniforcasa. Da dove nasce l'idea di Accordo Tandem? Questa proposta scaturisce da una mia profonda riflessione su quello che è oggi il ruolo dell'imprenditore nella società. Sono convinto che le enunciazioni non bastano e che è tempo di dedicarsi, ognuno nel suo specifico campo di attività lavorativa, ad instaurare rapporti più veritieri tra le persone e a lasciare un paese migliore di quello che ci è stato consegnato dai nostri genitori. Io posso incidere in questa direzione attraverso la qualità del mio lavoro e delle case che costruisco. Sentiamo spesso parlare di certificazioni, ma nessuno è disposto a garantire che i consumi energetici dichiarati sono così bassi da voler partecipare alla spese. Con Accordo Tandem è proprio quello che facciamo. Dal punto di vista pratico come si articola la vostra proposta? Accordo Tandem è un vero e proprio cambiamento radicale nel rapporto tra
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venditore e acquirente. A fronte della presentazione delle bollette corrisponderemo la metà dell'importo per 10 anni. Possiamo proporre questa offerta perché siamo sicuri che le nostre case hanno un bassissimo consumo in termini di energia, grazie alle tecniche e i materiali che impieghiamo nella costruzione. In Italia, secondo uno studio apparso nel numero di settembre 2011 della rivista Altroconsumo, la bolletta del gas è la più alta in Europa. In che modo si può contribuire a sanare questa anomalia? Con Accordo Tandem l'acquirente della casa e utente del gas metano risparmia 2 volte: la prima volta grazie ai minori consumi dovuti alla maggior efficienza energetica della casa che abita e la seconda avendo questo costo, già più limitato del solito, ridotto della metà. Accordo Tandem è replicabile anche per gli altri consumi della abitazioni? In questa prima fase l'Accordo Tandem riguarda i consumi del gas metano per il riscaldamento, ma l'azienda sta già valutando nel futuro la partecipazione ai costi dell'energia elettrica a fronte di progetti abitativi completi di pannelli fotovoltaici ed altri dispositivi di produzione di energia rinnovabile. Avete deciso di applicare questa vostra filosofia di vendita ad una bene importante come la casa. Crediamo fortemente in questo progetto
Aziende
perché riteniamo che su un bene primario come la casa di proprietà ci sia bisogno di grande chiarezza. Secondo gli ultimi dati Istat circa il 75% degli italiani sono proprietari dell'abitazione in cui vivono e spesso la scelta di acquistare un particolare immobile è per sempre. Con la nostra proposta vogliamo che si stabilisca un rapporto di fiducia completa tra noi che con il nostro lavoro costruiamo la casa e coloro che andranno ad abitarla”. Dove state costruendo le abitazioni su cui applicherete l'Accordo Tandem? L'Accordo Tandem è operativo da subito nei 20 appartamenti in costruzione a Castelfidardo e nelle ultime abitazioni disponibili in una lottizzazione ad Ancona. In seguito sarà la volta di 30 ville in un complesso residenziale a Polverigi. Uniforcasa opera prevalentemente ad Ancona, Osimo, Loreto, Castelfidardo, Polverigi e Porto Recanati. La sottoscrizione di Accordo Tandem non comporta alcun aggravio di spesa per l'acquirente, infatti il costo delle abitazioni
rimane invariato. Abbiamo creato il sito www.uniforcasa.it per chi vuole conttattarci e avere tutte le necessarie informazioni. Da quanti anni operate nel settore dell'edilizia? Uniforcasa fa parte di un gruppo nato nel 1978. Inizialmente operante nel settore delle coperture con un particolare knowhow nell'uso delle resine polimeriche bicomponenti, da 7 anni ha iniziato ad impiegare l'esperienza acquista in tutta Italia, costituendo Uniforcasa, una divisione che si occupa di edilizia residenziale. Sono 15 i dipendenti diretti e 20 quelli dell'indotto. Il Gruppo Foresi è composto da 4 aziende, di cui 3 specializzate nella realizzazione e vendita di immobili residenziali e nello sviluppo di nuove aree abitative, ed una operante nelle costruzioni in genere, sia civili che industriali, nonché nel campo delle bonifiche ambientali e delle energie rinnovabili alternative.
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Edilizia
DAL PIANO CASA UNA BOCCATA D'OSSIGENO ALL'EDILIZIA.
Ma restano al palo le nuove costruzioni. Ed i comuni annaspano. di Matteo Tarabelli
La crisi del mercato immobiliare mette a dura prova i bilanci comunali. Crollano gli oneri di urbanizzazione, imprescindibile risorsa territoriale per programmare investimenti in nuove opere pubbliche. Ed il patrimonio municipale, strategico e non, finisce sul mercato, spesso a copertura della spesa corrente (non più sostenuta dal gettito dell'Ici sulla prima casa). Le tariffe locali di conseguenza aumentano, intaccando pesantemente il risparmio delle famiglie. Risultato: i grandi interventi edilizi restano al palo. I Permessi a Costruire rilasciati nel quadriennio 2007-2010 dai Comuni di Ancona, Senigallia, Jesi, Osimo, Fabriano, Falconara Marittima, Ostra e Arcevia fungono da valida cartina di tornasole per quantificare le criticità del periodo ed, implicitamente, il grado di fiducia di cittadini ed imprese. A prima vista, non vi sono state contrazioni di rilievo (ad eccezione delle autorizzazioni riguardanti le attività produttive). C'è addirittura chi, grazie anche all'effetto del Piano Casa, ha registrato un trend leggermente positivo. Di sicuro, ristrutturazioni, manutenzioni e cambi di destinazione agli immobili esistenti hanno risentito meno della congiuntura economica. Discorso completamente diverso per le nuove costruzioni finalizzate alla vendita: la pesante diminuzione degli oneri di urbanizzazione deriva principalmente dal decremento altrettanto rilevante dei piani di recupero più ambiziosi. Ancona ha accordato 286 Permessi a Costruire sia nel 2007 che nel 2008, 288 nel 2009 e 288 pure nel 2010. Stando ai valori parziali di agosto 2011, la flebile ascesa sembra confermata. «Ma è opportuno fare un distinguo – spiega l'architetto Giacomo Circelli, Dirigente del Settore Gestione Edilizia del capoluogo - Se da una parte le istanze ed i relativi permessi rilasciati hanno avuto un trend positivo, gli oneri di urbanizzazione incassati sono notevolmente inferiori rispetto al passato. Degli interventi richiesti, solo pochissimi hanno riguardato nuove costruzioni o ristrutturazioni importanti, essendo principalmente rivolti alla manutenzione straordinaria e a piccoli ampliamenti. Si-
curamente la legge sul Piano Casa ha contribuito all’aumento delle richieste da parte dei cittadini». Più altalenante la situazione a Senigallia: dalla spiaggia di velluto sono stati rilasciati 233 Permessi a Costruire nel 2007, 215 nel 2008, 205 nel 2009 e ben 254 nel 2010. «Il decremento, limitato e non lineare, è di difficile interpretazione – afferma l'assessore all'urbanistica senigalliese Simone Ceresoni – E' presumibilmente il frutto degli effetti della crisi economica e quindi di incertezze e difficoltà nella capacità di investimento delle famiglie e delle imprese Arcevia - Palazzo Comunale nei progetti edilizi. A ciò va anche aggiunto che molti di questi permessi sono frutto di progettazione che nella nostra città insistono in programmi di recupero e di sostituzione di tessuti edilizi in degrado, piuttosto che su aree non ancora antropizzate». Andamento analogo a Jesi (119 Permessi a Costruire nel 2007, 98 nel 2008, 52 nel 2009 e 75 nel 2010). Dal Comune federiciano, che punta forte sul nuovo Piano Regolatore per rilanciare gli investimenti, i tecnici sottolineano che «la crisi dell'edilizia ha inevitabilmente avuto i suoi effetti, specialmente tra il 2008 ed il 2009. Gli oneri di urbanizzazione sono calati in maniera significativa di quasi il 40%. Ma in questi ultimi due anni, per fortuna, si sta assistendo ad una stabilizzazione». Osimo ha fotografato ancora meglio il contesto, scorporando dai Permessi a Costruire per l'edilizia quelli per le attività produttive (176 autorizzazioni residenziali e 66 produttive nel 2007, 254 residenziali e 33 produttive nel 2008, 233 residenziali e 22 produttive nel 2009 e 223 residenziali e 15 produttive nel 2010). Prospettive cupe per il 2011 (ad oggi 111 Permessi residen-
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Edilizia ziali e 14 produttivi). «La contrazione più consistente è avvenuta proprio quest'anno, anche in considerazione del fatto che la maggior parte dei Permessi a Costruire per residenzialità scaturisce dalle richieste inerenti il "Piano Casa" – precisa l'assessore all'urbanistica di Osimo Giancarlo Alessandrini - Per le attività produttive il calo è più evidente ed è il risultato della grave crisi che stiamo attraversando e che in primis colpisce proprio le attività industriali, commerciali ed artigianali». Stesso copione per Fabriano, zona che più di altre sta facendo i conti con la pessima fase economica (227 Permessi nel 2007, 208 nel 2008, 134 nel 2009, 147 nel 2010 e 99, fino ad ora, nel 2011). Flessione nel biennio 2008-2009, dunque. E poi, su spinta del Piano Casa, una lievissima ripartenza. Falconara Marittima non è da meno. «Molte famiglie – sostiene il sindaco falconarese Goffredo Brandoni - desistono dall’acquisto della casa dovendo far fronte ad un innalzamento dei costi relativi all’energia e alla stretta del settore creditizio. Pertanto, diverse imprese edili ed immobiliari hanno beni invenduti, che ne penalizzano la liquidità per nuovi investi-
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menti e l'accesso al credito». Andamento abbastanza simile nei Comuni più piccoli. Ad Ostra sono stati rilasciati 50 fra concessioni e Permessi a Costruire nel 2007, 55 nel 2008, 46 nel 2009 e 57 nel 2010. «Tale autorizzazione – precisa l'ingegnere Fabrizio Libanori, Responsabile del Settore Servizi Tecnici di Ostra - è un atto che è stato sostituito dalla Dia o miniDia, senza che si siano prodotti particolari decrementi, se non qualitativi, delle opere». Infine, Arcevia (43 Permessi a Costruire nel 2007, 60 nel 2008, 49 nel 2009 e 42 nel 2010). «La riduzione riscontrata non risulta così verticale come ci si sarebbe potuto aspettare, ma questo deriva in gran parte dalle dimensioni del mercato edilizio e dalle dinamiche immobiliari territoriali – afferma l'architetto Massimo Bergamo, Responsabile dell'Area Urbanistica di Arcevia – I numeri sono modesti ed oltretutto la stragrande maggioranza degli interventi edilizi riguarda operazioni sul patrimonio esistente ed, in misura minore, su attrezzature legate all'agricoltura».
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Condominio
Al SAIE di Bologna anche il Condominio è protagonista di Luigi Morra
In questo momento storico di crisi per l’edilizia, il settore che più sta dando un valido respiro è quello della ristrutturazione degli edifici. In questo scenario anche la figura professionale dell’Amministratore di Condominio sta cambiando, anche in relazione alla nuova proposta di legge in discussione al Senato. Per questo motivo nasce SAIE CONDOMINIO, la prima manifestazione fieristica che avvicina gli amministratori di condominio alle aziende del settore. La Fiera è stata caratterizzata da questo evento che ha messo in risalto molteplici aspetti che ruotano intorno al Condominio. Tra i più rilevanti: Le Imprese, la manutenzione degli edifici e gli Amministratori di Condominio e la nuova riforma legislativa per il Condominio. Tra le imprese protagoniste e organizzatrici principali di “SAIE Condominio” il Consorzio CONVALIDO e tra gli Amministratori di Condominio c’è stato il validissimo contributo di autorevoli relatori, membri delle Associazioni convenzionate al Consorzio Convalido, tra cui L’A.L.A.C. Molti sono stati gli argomenti trattati nella “Piazza di SAIE Condominio”: 1.I molteplici aspetti della sicurezza nel mondo condominio; 2.Le nuove responsabilità dell’amministratore di condominio; 3.La mediazione nell’ambito condominiale; 4.Direttiva Comunitaria 2005/36CE e centralità della formazione specialistica nella figura emergente di Amministratore di immobili professionista; 5.La previdenza integrativa dell’Amministratore di Condominio; 6.Ascensori in condominio; 7.Le tecnologie e la Domotica al servizio dell’amministratore di condominio: House PAD, la bacheca condominiale; 8.Le nuove tecnologie legate all’energia per i condomini, l’Amministratore di Condominio come “Energy Manager”. Durante il periodo fieristico, gli amministratori A.L.A.C. e i membri del direttivo Nazionale e dei delegati provinciali, hanno organizzato sabato mattina 8 ottobre un Meeting Nazionale presso il Centro
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Congressi della Fiera di Bologna. Nel pomeriggio dello stesso sabato, all’interno della sala Europa del Centro Congressi della Fiera di Bologna, si è conclusa l’avventura fieristica del Condominio, con un Convegno Nazionale al quale hanno partecipato le associazioni degli Amministratori di Condominio aderenti al Consorzio CONVALIDO (A.L.A.C. – U.N.A.I. – F.N.A.). Tema del Convegno è stato: La riforma del Condominio negli Edifici, la Mediazione, la sicurezza. “Come potrebbe cambiare la figura dell’Amministratore di Condominio”. Il convegno è stato moderato dalla Dott. ssa Fulvia Sisti, giornalista RAI, ed è intervenuto per illustrare la nuova riforma del diritto condominiale il Senatore Avv. Franco Mugnai. Durante il convegno tutti gli autorevoli relatori, uniti ai rappresentati delle associazioni, tra cui in prima linea L’A.L.A.C. con il suo Presidente Nazionale l’ Avv. Paolo Gatto, si sono confrontati, proponendo attività comuni sui temi più rilevanti per gli amministratori, primo fra tutti la riforma del Diritto Condominiale. E’ da precisare che il ruolo dell’A.L.A.C. Marche, con il suo direttivo e con i suoi associati, ha portato in seno a questo prestigioso evento un contributo rilevante, sia nell’organizzazione, sia per i contenuti. Quella marchigiana, infatti, è stata la prima sede regionale dell’A.L.A.C. che ha attivato un protocollo d’intesa provinciale con la Camera di Commercio di Ancona per la mediazione D.lsg. 28/10. (pubblicato su sito www.alac.marche.it). L’A.L.A.C. Marche è finalmente una vera e propria realtà sia sullo scenario Nazionale che Regionale; molti sono i progetti che l’A.L.A.C. Marche elabora e porta sul suo territorio con soddisfazione e con estenuante e costante lavoro. Si ringraziano tutti coloro che hanno attivamente partecipato al SAIE Condominio e, un personale ringraziamento lo esterno verso il Collegio dei Geometri di Ancona e in particolare al Presidente geom. Fabio Bartolucci e il suo consiglio direttivo, per la sensibilità che dimostra nei confronti della materia condominiale e per la nostra Associazione.
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