Prima Visione Aprile

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IL VOLTO DELL'ALTRA

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BIANCA COME IL LATTE ROSSA COME IL sangue

jimmy bobo

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SOMMARIO PRIMAVISIONE

Editore: Aemme Gruppo Editoriale Multimediale sas v.le Andrea Doria, 32 - 20124 Milano - tel/fax 0270638308 aemmegem@fastwebnet.it - aemmegem@tiscali.it

Hanno collaborato a questo numero: Donatella Lolli, M.C.Petrignano, Stefano G.Cennamo Grafica a cura di: Andrea Carducci

Direttore Responsabile: Adriana Pederzani Direzione e redazione: v.le Andrea Doria, 32 - 20124 Milano PubblicitĂ : Aemme Gruppo Editoriale Multimediale sas v.le Andrea Doria, 32 - 20124 Milano - tel/fax 0270638308 aemmegem@fastwebnet.it - aemmegem@tiscali.it

Autorizzazione Tribunale di Milano: n.122 del 15.02.1992 Iscrizione ROC: n.10515 (Registro degli Operatori di Comunicazione) Stampa: MEDIAPRINT Srl - Milano Tiratura: 200.000 copie Distribuzione: nazionale

Edizione sfogliabile online su http://issuu.com/primavisione pagina 2


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TRON: LEGACY

DA GIOVEDÌ 11 APRILE AL CINEMA

Puoi trovare

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IRONMAN 3

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TRENO DI NOTTE per lisbona

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ATTACCO AL POTERE

“ObLIVION” by M83 (FEAt. SuSANNE SuNDFøR)

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OBLVION

SOuNDtRACk AVAILAbLE ON bACk LOt MuSIC FEAtuRING thE ORIGINAL SONG

CI VEDIAMO DOMANI

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PRIMAVISIONE in omaggio anche a bordo dei treni ITALO e nelle salette VIP degli aeroporti di Bari e Brindisi. pagina 3



JIMMY BOBO Jimmy Bobo - Bullet to the Head racconta la storia di James Bonomo, un sicario di New Orleans (Sylvester Stallone) che non conosce le buone maniere e che medita vendetta contro Keegan (Jason Momoa), un mercenario senza scrupoli che prova a 'liquidarlo' dopo avergli commissionato un omicidio. Lo aiuterà Taylor Kwon (Sung Kang), un detective di Washington D.C. col vizio del BlackBerry e della navigazione virtuale, al quale salva la vita. Jimmy e Taylor metteranno le mani su documenti scottanti e su un politico corrotto, che vorrebbe cambiare faccia alla città e poi lucrare sull'edilizia. Nel cast di Bullet to the Head ci sono anche Sung Kang (Fast Five), Sarah Shahi (“The L Word Showtime” in onda su Showtime), Adewale Akinnuoye-Agbaje (G.I. Joe: La nascita dei Cobra), Christian Slater (lo show televisivo “Breaking In”), John Seda (l“The Pacific” in onda su HBO), Weronika Rosati (“Luck”

di HBO), e Jason Momoa (“Game of Thrones” di HBO). Hill ha diretto il film basandosi su una sceneggiatura dello scrittore nominato all’Oscar Alessandro Camon (Oltre le regole The Messenger), che a sua volta si è ispirato alla graphic novel Du Plomb Dans La Tête, scritta da Matz, illustrata da Colin Wilson, e pubblicata da Casterman. Il film è prodotto da Alexandra Milchan (Sfida senza regole), Alfred Gough (“Smallville” per la TV), Miles Millar (“Smallville” per le TV), e Kevin KingTempleton (la serie cinematografica I mercenari). Stuart Ford, Brian Kavanaugh-Jones, Deepak Nayar, Steve Squillante, Joel Silver, Courtney Solomon, Allan Zeman, Steve Richards e Stuart Besser sono i produttori esecutivi del film. La squadra comprende anche il direttore della fotografia Lloyd Ahern, lo scenografo Toby Corbett, il montatore Tim Alverson, e la costumista Ha Nguyen. La musica è composta da Steve Mazzaro.

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"RISOLVO PROBLEMI, BUTTO VIA LA SPAZZATURA"-jimmy bobo

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"QUESTO film è un atto d'amore" Giacomo campiotti

Leo ha sedici anni, per lui la vita ha solo due colori: il Bianco e il Rosso. Non si pettina mai, gioca a calcetto, ascolta musica a tutto volume, così non si pensa. Detesta fare i compiti ma se ne frega perché sa che li copierà. La scuola è bella ma solo al pomeriggio, quando i prof non ci sono. Il Bianco è il vuoto assoluto, il silenzio, la noia e fa paura. Da evitare. Il Rosso è il sangue che pulsa nelle vene prima di una partita, è il colore dei capelli di Beatrice, la ragazza dei suoi sogni. Da rincorrere. Farebbe qualunque cosa per lei perché è innamorato, innamorato pazzo di Beatrice. Anche se lei ancora non lo sa. Quando finalmente trova il coraggio di avvicinarsi alla ragazza, scopre che Beatrice sta attraversando un grande dolore. Di fronte alla sua sofferenza, Leo si trova a crescere e fare delle scelte intorno al suo mondo che lo guarda e lo incoraggia: i genitori, i compagni, un professore davvero “speciale”. E poi c’è Silvia, l’amica di sempre, la confidente fedele di ogni suo segreto…

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"Una commedia brillante e ironica sul mondo contemporaneo." Pappi Corsicato Bella (Laura Chiatti) è la splendida ed esuberante conduttrice di un famoso programma televisivo sulla chirurgia estetica. René (Alessandro Preziosi) è suo marito, un medico chirurgo che nello stesso programma effettua gli interventi sugli ospiti. Il film inizia con il licenziamento di Bella. La motivazione è che gli ascolti dello show sono in calo, il pubblico è ormai stanco di vedere la sua faccia. Bella, infuriata, lascia lo studio televisivo e, sulla via del ritorno a casa, ha un brutto incidente d'auto e rimane fortemente sfigurata . Quello che potrebbe sembrare il colpo di grazia che sancisce la fine della carriera di Bella, si rivela invece essere un' ottima occasione per rilanciare la propria immagine.

Bella decide infatti di farsi ricostruire dal marito un volto totalmente nuovo, un volto con il quale vendicarsi di chi la dava per finita e riconquistare l'attenzione e l'amore del suo pubblico. Questa notizia crea ovviamente non poca curiosità ed eccitazione, soprattutto tra i pazienti della clinica in cui Bella è ricoverata. Proprio questa clinica, situata tra le montagne incontaminate del Sud Tirolo, diventerà scenario di personaggi, situazioni divertenti e paradossali: una suora (Iaia Forte) con l’ossessione di somministrare purghe a tutti, l’addetto all’impianto fognario (Lino Guanciale) con velleità canore, ecc… Intanto tutti si chiedono una sola cosa: come sarà il nuovo volto di Bella?

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Un abbraccio infinito e commovente che in se stesso significa: “Eternità è poter dire ogni giorno: “Ci vediamo domani”.” Un matrimonio fallito, un licenziamento dopo l'altro, investimenti sbagliati e un bel po' di debiti: Marcello Santilli (Enrico Brignano) è un quarantenne buono ma irrequieto, costantemente alla ricerca della svolta che gli cambi la vita. Un giorno legge una notizia di costume: tra le montagne della Puglia c'è un paese abitato da tanti vecchi ottuagenari. Santilli ha una folgorazione: aprire un'agenzia di pompe funebri! Con i proventi di quei funerali sicuri risolverà in poco tempo i suoi problemi e recupererà la stima di sua figlia Melania (Giulia Salerno), una undicenne già adulta, l'unica con la quale non riesce proprio a barare. Chiede un finanziamento a un direttore di banca “amico” che lo concede ma solo a fronte di un'ipoteca sulla casa dell'anziana nonna, la madre che lo ha cresciuto e amato dopo la morte dei suoi genitori. Nel paese più vecchio d'Italia, al volante di un carro funebre anni '80, Santilli è arrivato alla resa dei conti. Ha preso una piccola stalla di proprietà di un vecchietto dagli occhi vivaci e dal passato misterioso, Palagonia (Burt Young), e l'ha trasformata in un agenzia funebre. Ma i giorni passano. Ecco l'autunno, l'inverno. E nemmeno un decesso, non una malattia, né un piccolo malore. Sembra impossibile: in quel paese non si muore! Il direttore della banca lo chiama: c'è l'ipoteca della casa della nonna da pagare. Santilli non sa che fare mentre i vecchi approfittano della sua presenza per chiedergli servizi, assistenza e favori. Lui gli va a comprare le medicine, li sopporta, li aiuta come un badante di gruppo. Finché un giorno scopre che Camicioli (Ricky Tognazzi), il direttore di banca ora è il compagno della sua ex moglie (Francesca Inaudi) e si propone come padre credibile per sua figlia! È il colpo di grazia: Santilli si ammala seriamente e adesso sono i vecchietti a curarlo. Ma quando il direttore di banca sta per procedere, la nonna muore. Santilli, sconvolto, assiste all'unico funerale che non avrebbe mai voluto vedere. Adesso è solo, pieno di debiti e senza un futuro, perché per quei nonni acquisiti prova un profondo, sincero affetto. Ma, tornato al paesino, accade qualcosa di inaspettato: una lettera sparita, un lungo viaggio e un colpo di scena finale cambiano per sempre la vita a Santilli.

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“ObLIVION” by M83 (FEAt. SuSANNE SuNDFøR)

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TRON: LEGACY

DA GIOVEDÌ 11 APRILE AL CINEMA


la terra è un ricordo per cui vale la pena lottare

Tom Cruise è il protagonista di Oblivion, un evento cinematografico originale e rivoluzionario dal regista di TRON: Legacy e dal produttore de L'Alba del Pianeta delle scimmie. In un spettacolare pianeta Terra del futuro che si è evoluto fino a diventare irriconoscibile, un uomo si confronta col passato che lo porterà ad affrontare un viaggio di redenzione e ricerca mentre si batterà per salavare l'umanità. Jack Harper (Cruise) è uno degli ultimi riparatori di droni operanti

sulla Terra. Parte di una massiccia operazione per estrarre risorse vitali dopo decenni di guerra contro una terrificante minaccia conosciuta come Scavs, la missione di Jack è quasi terminata. Vivendo e perlustrando gli straordinari cieli da migliaia di metri d'altezza, la sua esistenza crolla quando salva una bella straniera da uno spacecraft precipitato. Il suo arrivo innesca una serie di eventi che lo costringono a mettere in questione tutto ciò che conosceva e mettono nelle sue mani il destino dell'umanità.

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QUAND

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Quando dei terroristi Nord Coreani assaltano la Casa Bianca, un ex agente dei servizi segreti tenterà di salvare il presidente e preservare la sicurezza degli Stati Uniti d’America. Attacco al potere - Olympus Has Fallen, thriller elettrizzante e geniale diretto dall’acclamato regista Antoine Fuqua (Training Day), porta sul grande schermo una vicenda che si ispira alle recenti tensioni tra gli Stati Uniti e la Corea del Nord, che, nonostante le dure condanne del presidente Obama e del segretario generale Onu, ha continuato imperterrita nella sperimentazione di ordigni nucleari. Un piccolo gruppo di estremisti, armati fino ai denti e meticolosamente addestrati, da il via a un audace agguato in pieno giorno alla Casa Bianca, oltrepassando l’edificio e prendendo in ostaggio il Presidente Benjamin Asher (Aaron Eckhart) e il suo staff all'interno dell’impenetrabile bunker presidenziale sotterraneo. Il loro obiettivo è quello di mettere sotto scacco l’intera nazione degli Stati Uniti, attaccandoli con le loro stesse armi. Mentre infuria una battaglia campale sul prato della Casa Bianca, l'ex responsabile della sicurezza presidenziale, Mike Banning (Gerard Butler), si unisce alla mischia, scoprendo che è l’unico membro dei Servizi Segreti ancora vivo nell’edificio assediato. Banning usa la sua preparazione e la dettagliata conoscenza della residenza presidenziale per divenire gli occhi e le orecchie del Portavoce della Casa Bianca Allan Trumbull (Morgan Freeman) e dei suoi consiglieri. Nel momento in cui gli invasori iniziano a giustiziare degli ostaggi

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a d a m al cine minacciando di ucciderne molti di più se non vengono esaudite le loro richieste, Banning, cerca di individuare il giovane figlio del presidente, nascosto da qualche parte all’interno dell’edificio, e salvare il presidente stesso prima che i terroristi possano mettere in atto il loro piano. Quando il numero delle vittime aumenta e il tempo sta per scadere, diventa chiaro che Banning rappresenta l’unica speranza degli Stati Uniti per evitare la catastrofe.

ATTACCO AL POTERE - OLYMPUS HAS FALLEN

ha per protagonisti Gerard Butler (300, Chasing Mavericks, Quello che so sull’amore facendo), e i premi Oscar Melissa Leo (The Fighter, Frozen River) e Morgan Freeman (Million Dollar Baby, Il Cavaliere Oscuro - Il ritorno), Aaron Eckhart (Il Cavaliere Oscuro, The Rum Diary- Cronache di una passione), Dylan McDermott (American Horror Story, Candidato a sorpresa), Angela Bassett (What’s Love Got To Do With It, Una spia non basta), Ashley Judd

(Il Collezionista), Robert Forster (Jackie Brown), Cole Hauser (Die Hard- Un buon giorno per morire), Radha Mitchell (Man On Fire- Il fuoco della vendetta) e Rick Yune (Fast and the Furious). Il regista Antoine Fuqua (Training Day, Brooklyn Finest) dirige una sceneggiatura originale scritta dagli esordienti ​​ Creighton Rothenberger e Katrin Benedikt. Il film è prodotto da Alan Siegel (Chasing Mavericks, Machine Gun Preacher), Gerard Butler, Danny Lerner (I Mercenari 2) e Ed Cathell (Angry Drive, Quello che so sull’amore). Il direttore della fotografia è Conrad W. Hall (Panic Room, The Punisher). Il montaggio è affidato a John Refoua (Avatar, Safe House). Le scenografie sono di Derek R. Hill (W., Into the Wild). I costumi sono di Doug Hall (Crazy Heart, A Walk to Remember- I passi dell’amore). Il coordinatore degli stunt è Keith Woulard (Black Hawk Down, Iron Man 2). I produttori esecutivi sono Avi Lerner (The Iceman, I Mercenari 2), Heidi Jo Markel (Quello che so sull’amore, Lovelace), John Thompson (Brooklyn Finest, Quello che so sull’amore), Trevor Short (The Mechanic) e Boaz Davidson (I Mercenari 2). Will French (Jimmy Bobo-Bullet to the head, Cogan-Killing Them Softly) e Stephen Roberts (Cogan-Killing Them Softly, Killer Joe) sono co-produttori esecutivi.

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TRENO DI NOTTE PER LISBONA Tratto dal romanzo di Pascal Mercier che ha venduto oltre 2 milioni di copie, il film è uno straordinario thriller filosofico, è la storia di Raimund Gregorius, un professore svizzero che, dopo aver salvato a Berna una giovane donna portoghese che stava per buttarsi da un ponte, si imbatte in un libro affascinante di un autore portoghese. La lettura di questo testo dopo l’incontro imprevisto con la bella sconosciuta, lo spinge a lasciare improvvisamente la sua tranquilla vita per andare incontro all’avventura. Arrivato a Lisbona alla ricerca dell’autore, Gregorius agisce come un detective, mettendo insieme i pezzi di un puzzle che coinvolge strani personaggi, intrighi politici e sentimentali, mentre la posta in gioco diventa sempre più alta. Il suo è un viaggio che trascende il tempo e lo spazio e lo porterà indietro fino all’ultimo periodo della dittatura Salazar alla ricerca di sè stesso. Ma “Treno di notte per Lisbona” è anche una romantica e originale storia di un insegnante di 60 anni di scuola superiore, completamente immerso nel suo tran-tran. Decide, apparantemente senza un motivo particolare, per uscire dalla sua routine quotidiana, di essere “insensibile” nel senso migliore della parola e di vivere la vita che si era negato fino ad ora, di andare incontro all’avventura. Nel piccolo e ben rilegato libro che contiene la storia di Amadeu Prado, Gregorius trova uno specchio di sè stesso. E’ irresistibilmente attratto dall’idea di cambiare. Si scopre nuovo e, rimanendo comunque fedele a sè stesso, diventa qualcun altro. Proprio lui nella sequenza di apertura quando salva la ragazza dal suicidio, dice: “Non sai che puoi cambiare la tua vita in un istante?”

Dal 18 Aprile al cinema

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IRON MAN “L’aspetto più emozionante di Iron Man 3 è il fatto che non si tratta solo del culmine dei primi due film, ma fa anche seguito al film The Avengers" Per Robert Downey Jr. la tra-Kevin Feige

C’è molta angoscia esistenziale in The Avengers che va ad alimentare l’evoluzione di Tony Stark. Prima di The Avengers Tony Stark credeva di essere l’unico Supereroe al mondo e in Iron Man 3 deve affrontare la rivelazione di non essere l’unico. Come spiega Kevin Feige: “In The Avengers affronta un evento che stravolge il suo mondo, che non comporta solo il fatto di vedere i poteri di altri Supereroi, ma anche di avere un portale verso un altro mondo aperto sopra la sua testa”.

sformazione di Tony Stark nel franchise di Iron Man è tra le più vicine al pubblico. “L’aspetto fantastico di Iron Man 3 è che stiamo veramente tornando indietro per operare una sorta di espansione e continuazione di alcune delle cose che hanno fatto decollare il franchise all’inizio” afferma Downey. “Con la realizzazione e l’incredibile successo di The Avengers abbiamo conquistato l’opportunità di non dover allestire un altro film e possiamo davvero esplorare il personaggio di Tony Stark in modi molto connessi tra loro e sfruttare la forza del franchise”.


Banche Popolari: nella loro storia con il territorio l’informazione e la fiducia Negli ultimi anni, soprattutto dopo la diffusione della crisi finanziaria ed il prolungarsi dei suoi effetti, si è accresciuta la consapevolezza che i risparmiatori debbano essere adeguatamente informati per quanto concerne le nuove possibilità di investimento o dei canali di credito messi a disposizione. Questa tendenza ad “educare” maggiormente i risparmiatori ha interessato tutti i principali paesi industrializzati, in particolare la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, dove sono stati sviluppati e promossi i programmi più strutturati per preparare la popolazione all’uso consapevole degli strumenti economici e finanziari messi a disposizione dal mercato. In particolare, in questi paesi si è investito molto per organizzare e realizzare una strategia nazionale di lungo periodo per il miglioramento della cultura finanziaria, come testimonia il caso britannico della FSA (Financial Services Authority) a cui è stato conferito il compito e la responsabilità di promuovere e diffondere la cultura finanziaria in tutto il Regno Unito. In Italia, numerose banche hanno realizzato diverse iniziative nella consapevolezza che accrescere livello di educazione finanziaria sia un elemento essenziale per promuovere una crescita stabile, equilibrata ed equa. In questo modo sarà possibile per un individuo operare delle scelte migliori per sé e per la sua famiglia, oppure un lavoratore potrà meglio comprendere la necessità o meno di ricorrere ad una pensione integrativa. Aumentare l’educazione finanziaria dei cittadini non rappresenta solamente una difesa dei consumatori, ma consente la crescita equilibrata di tutto il mercato e, di conseguenza, di tutto il Paese. Le Banche Popolari si sono sempre contraddistinte per una particolare attenzione nel realizzare numerosi progetti di educazione finanziaria per le comunità e la propria clientela in particolare. Questa attenzione è da riconnettere alla natura delle banche popolari che si caratterizzano innanzitutto per essere banche del territorio, istituti votati al localismo ovvero al sostegno dell’attività non solo economica ma anche sociale delle comunità servite. La natura cooperativa e localistica delle banche popolari e la caratteristica modalità di relazione con la clientela che da essa ne discende le rende da sempre interlocutore di riferimento dell’economia locale anche per tutte le tematiche legate allo sviluppo economico e sociale. L’attenzione alla propria compagine sociale ed al territorio si traduce in un modus operandi fatto di innumerevoli iniziative a favore delle aree servite. Una posizione privilegiata che pone però le Banche popolari di fronte alla responsabilità di contribuire alla crescita della fiducia e della consapevolezza economica dei territori nei quali operano nella convinzione che la prosperità di un territorio dipendono anche dall’educazione finanziaria della popolazione. Una maggiore informazione e una migliore comprensione dei fenomeni economici da parte della clientela non possono che avere un impulso positivo nella diffusione , a livello nazionale, di quella crescita economica sostenibile che localmente le Banche Popolari hanno promosso nel corso della loro storia, dove il legame di lungo periodo costruito con il cliente ha visto l’instaurarsi di un rapporto di reciproca fiducia forte, apprezzato proprio dai risparmiatori, come conferma la crescita del numero dei clienti di circa 1,5 milioni registrata dal Credito Popolare proprio negli anni della crisi, a sottolineare quanto il modello operativo del Credito Popolare continui ancora oggi ad essere attuale e sostenibile.

EMILIO ZANETTI

Presidente Associazione Nazionale fra le Banche Popolari Banche Popolari: segnali incoraggianti da un 2012 difficile L’anno appena concluso ha visto l’economia del nostro Paese attraversare una fase recessiva profonda che continua tuttora a mostrare in misura evidente i suoi effetti negativi. Le stime più aggiornate indicano, infatti, che nel 2012 il prodotto interno lordo dovrebbe essere diminuito in termini reali di oltre il 2% e anche per l’anno in corso si prevede un’ulteriore riduzione, sia pure più contenuta. La disoccupazione, per effetto di tutto ciò è aumentata, arrivando ad un tasso del 10,6% e colpendo, in particolare, le generazioni più giovani. A ciò, si sono aggiunte le tensioni che hanno interessato in parte il rendimento dei titoli di stato italiani, e che hanno raggiunto il livello massimo nel luglio scorso. In questo contesto estremamente difficile e complesso le Banche Popolari hanno proseguito la loro opera di banca del territorio continuando ad erogare credito, soprattutto alle piccole e medie imprese e alle famiglie, e raccogliendo attraverso il semplice strumento dei depositi i risparmi di una clientela che ha continuato ancora a crescere di circa 250mila unità per un totale di quasi 12,5 milioni di clienti, un risultato che testimonia ancora la fiducia espressa a livello locale ad una istituzione che proprio dalla coerenza dimostrata durante la crisi di continuare ad essere un punto di riferimento per il territorio trae la propria forza. I primi dati disponibili relativi alla chiusura dell’anno confermano questa tendenza. Nel corso del 2012, infatti, le Banche Popolari hanno registrato una variazione positiva degli impieghi dello 0,1% contro un dato medio nazionale pesantemente negativo (-1,3%). Tale risultato può sembrare

a prima vista modesto, ma, al contrario, risulta estremamente positivo se si considera quello che è stato il contesto economico generale di crisi profonda dell’economia reale. Inoltre, nel corso del 2012 tutte le banche, e tra queste anche le Popolari, hanno dovuto continuare ad impegnarsi per soddisfare i requisiti minimi di patrimonializzazione previsti dalla nuova disciplina prudenziale di Basilea 3, con uno sforzo supplementare proprio per quelle banche strettamente legate al territorio e più dedite alle attività retail, a causa di una penalizzazione maggiore che tali banche tendono a subire dall’introduzione delle nuove regole e che, al contrario, andrebbero ancora di più salvaguardate per la loro capacità di resilienza e di essere un fattore importante di stabilizzazione del ciclo e dell’attività economica. Malgrado ciò, il Credito Popolare ha erogato nuovi finanziamenti alle piccole e medie imprese, oltre 36 miliardi di euro, evidenziando solo una leggera flessione rispetto agli anni passati ed in linea con quanto riportato nel 2009, altro anno di profonda recessione per l’economia nazionale. Inoltre, a conferma dell’attenzione riposta nei confronti delle imprese di dimensione più contenuta, la quota di nuovi finanziamenti a PMI sul portafoglio totale è rimasta invariata al 50%, contro un dato medio nazionale inferiore al 40%. Se le Banche Popolari non avessero continuato ad essere vicine ai territori di riferimento non si spiegherebbe, altrimenti, la crescita della clientela e dei depositi (8,6% contro il 5,7% medio nazionale) e che trova la sua motivazione proprio nel modello operativo basato sulla prossimità e sulla creazione di un legame di lungo periodo con i clienti.

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Cooperazione Bancaria argine all’impoverimento di comunità e territori Nelle ultime settimane, le proposte e le discussioni che stanno interessando amministratori e sindacati della Banca Popolare di Milano in merito ad una possibile trasformazione dallo status di cooperativa a quello di società per azioni, hanno portato nuovamente ad accendere i riflettori sulle Banche Popolari e sul loro ruolo all’interno del sistema economico italiano. Come può essere noto a molti ma non a tutti, la trasformazione di una società cooperativa in una per azioni in cui il principio cooperativo del voto capitario (una testa un voto) viene sostituito da quello del voto per azione, rappresenta un cambiamento di tale portata che, inevitabilmente, tende a modificare in modo netto e deciso quella che è la struttura ed il modello operativo di una società. Tuttavia, alla luce dei risultati raggiunti dalla Cooperazione Bancaria e dalle Banche Popolari non risultano chiari quali possano essere i vantaggi di una simile trasformazione. L’efficacia e la modernità della forma cooperativa si è confermata, infatti, anche negli ultimi anni, quando la crisi economica e finanziaria ha colpito duramente il tessuto imprenditoriale e sociale del nostro Paese. Una tendenza confermata dai dati afferenti la Cooperazione Bancaria in Europa, di cui le Banche Popolari italiane sono parte integrante, e che testimoniano una crescita costante dell’incidenza di queste realtà bancarie nel sistema creditizio e di quanto risultino indispensabili per il funzionamento del tessuto produttivo. D’altronde, esistono precedenti reali che dimostrano come la trasformazione da banca cooperativa a banca commerciale non sia stata foriera di migliori risultati né per il territorio di riferimento né per la banca stessa. Su tutti, la storia della Banca Antonveneta, divenuta da Popolare cooperativa una società per azioni, acquisita prima dalla banca olandese ABN AMRO nel 2006, poi dallo spagnolo Banco Santander e, infine, dal Monte dei Paschi di Siena. Ciò è avvenuto in appena due anni e si presume ragionevolmente che non si sia tradotto in un vantaggio per le comunità del veneto se dalle autorità locali è stato proprio di recente rinnovato l’auspicio che si possa formare una cordata di imprenditori espressione del territorio che possa riassumere il controllo della banca. Risulta invece vero il contrario. Nel corso degli ultimi anni le Banche Popolari hanno, infatti, ampliato la propria presenza sul territorio nazionale acquisendo realtà bancarie precedentemente esterne alla Categoria. Grazie alla lungimiranza e all’impegno profuso dal Cav. Emilio Zanetti Presidente della Banca Popolare di Bergamo, un esempio è il Credito Agrario Bresciano, entrato a far parte del gruppo UBI Banca e che ha portato ad un aumento tra il 2006 e il 2012 della quota di mercato degli impieghi nella provincia di Brescia dal 33,3% al 35,3% e in quella di Bergamo dal 36,7% al 41,5%. Dato, questo, comune ad altre operazioni simili condotte dalle Popolari negli ultimi venti anni e confermato anche dalla percentuale di risparmio reinvestito nelle aree di origine (75%) dalle banche acquisite e che testimonia come per le banche entrate a far parte del Credito Popolare la vocazione localistica non si sia attenuata ma, invece, rivitalizzata e sviluppata. La crisi che stiamo attualmente attraversando è grave e seria. Occorre quindi valutare bene ed approfonditamente ciò che può realmente essere utile per il Paese nel suo insieme, per la gente e per le comunità. La storia recente ha dimostrato concretamente come le Banche Popolari siano ancora oggi una risorsa primaria per le economie locali e come, al contrario, il loro venir meno per effetto di azioni che ne portino a snaturare o deformare la mission originaria siano deleterie. Non riflettere su tutto questo potrebbe risultare pericoloso per il futuro stesso della nostra economia nazionale.

articoli a cura di

Giuseppe de lucia lumeno

Segretario Generale Associazione Nazionale fra le Banche Popolari

La Cooperazione inglese esempio per l’Europa

In Inghilterra il vento sembra essere cambiato e, dopo l’approvazione di importanti provvedimenti legislativi come il Localism Act 2011 e il Public Service Act 2012, volti a favorire lo sviluppo della cosiddetta Big Society, l’esecutivo guidato da David Cameron ha disposto nuove misure volte a sostenere economicamente il mondo del non-profit. Basti pensare all’istituzione dell’Investment and Contract Readiness Fund necessario a sostenere le organizzazioni del Terzo settore inglese. Le risorse del fondo saranno destinate primariamente a quelle realtà del Terzo settore che vogliono partecipare a bandi pubblici per la fornitura di servizi ma che, per diverse ragioni, si trovano nell’impossibilità di farlo. Attraverso queste misure i soggetti promotori del fondo ritengono di poter sostenere la crescita delle organizzazioni non-profit in quegli ambiti, come il settore dei servizi pubblici, in cui spesso non hanno la possibilità di concorrere ad armi pari con le imprese private. Fa riflettere la costituzione di un siffatto strumento che mostra ancora il rinnovato impegno del Governo britannico nell’attuare misure che possano favorire lo sviluppo di social business in grado di affiancarsi al welfare pubblico che, in tutta Europa, si trova sempre più in difficoltà per via dell’attuale situazione economica e dei limiti strutturali che lo contraddistinguono. Da quello che sembra negli ultimi mesi l’esecutivo, nonostante le aspre critiche a cui il progetto Big Society è soggetto, attraverso la nascita di questa iniziativa pare più che mai deciso a investire nel Terzo settore anche in termini economici, e anche il Localism Act, ad un anno esatto dal varo, ne è una chiara dimostrazione. Esso mostra un crescente interesse per il modello cooperativo e le comunità, con nuove forme di partecipazione pubblico-privato, e proprio questo è il momento giusto per prendere in considerazione il potenziale delle comunità e dei territori. L’importanza attribuita dal legislatore inglese alle comunità locali nei processi decisionali che le riguardano è rilevante e senza precedenti in particolare se confrontata al resto dell’Europa. Rientra infatti nella finalità di questa politica la previsione di responsabilizzazione degli enti locali, tenuti a fornire giustificazione degli aumenti richiesti direttamente ai contribuenti elettori. Tra le altre disposizioni della legge vale la pena citare quelle che abilitano gli enti locali a determinare, in esercizio delle loro competenze e nei rispettivi ambiti territoriali, riduzioni di oneri finanziari al fine di attrarre insediamenti produttivi ed incentivare la creazione di posti di lavoro, nonché quelle dirette ad introdurre criteri di flessibilità nel settore dell’edilizia sociale (social housing) attraverso la previsione di più brevi limiti di durata dei contratti di locazione sottoscritti in tale ambito e la verifica dell’effettiva sussistenza dei requisiti dei soggetti che si avvalgono delle relative agevolazioni. Il fatto che tutti questi provvedimenti trovino ora ampio spazio in Inghilterra segnando un profondo cambio di tendenza rispetto al passato deve farci riflettere. Tale nuovo modo di concepire l’economia, la società e la cooperazione nelle varie declinazioni è andato accelerando proprio negli anni più duri della crisi, quale chiara risposta alle energie espresse dal basso. Nel nostro Paese, pur con una grande tradizione nello sviluppo e nella valorizzazione del modello cooperativo, non assistiamo ad un’analoga attenzione verso le esperienze della cooperazione e del Terzo Settore che continuano ad operare – nonostante la crisi – in un quadro legislativo che non ne permette lo sviluppo che potrebbero esprimere.

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Anche sul canale

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