Quaderno dei temi
Scuola Media Statale G. Girardini – Motta di Livenza (Treviso) –
Sede staccata di Cessalto
Classe: 1D Anno: 2008-2009
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Sommario Pagine
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Avventura a Londra (Chiara)
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Il mio compleanno sfortunato (Alessio)
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Incontro a New York: uno scambio pericoloso (Irena)
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L'amicizia (Alessia)
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La mia cantante preferita: Laura Pausini (Camilla)
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La rivincita dei giocattoli (Irene)
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Storia di due ragazze (Sara K.)
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Una bella lezione (Francesco)
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Una strega strana (Sara B.)
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Avventura a Londra (Chiara) Lucia si è appena trasferita a Londra e poiché non conosce ancora la zona ha deciso di chiedere alla sua amica Tracy di accompagnarla a fare shopping. Così, il pomeriggio seguente, le due amiche si dirigono in centro. Percorrono il tragitto nel modo più comodo, la metropolitana. Finalmente, dopo quindici minuti trascorsi pressate all’interno del mezzo pubblico, si trovano davanti ai grandi magazzini Harrod’s, famosi in tutto il mondo. Lucia è stupita: nel suo piccolo paese del Montana, perso tra le montagne, non ci sono negozi del genere! Le due amiche si fermano ad osservare la merce esposta nei vari reparti prima di trovare qualcosa da acquistare. Per circa due ore fanno compere di ogni genere e poi decidono di fare una pausa the in uno dei più rinomati locali all’interno del centro commerciale, prima di tornare ciascuna al proprio appartamento. Tra i tanti acquisti il più soddisfacente è un delizioso impermeabile rosso, che, oltre ad essere molto fashion, tornerà presto utile a Lucia, visto che nella City piove spesso. Arriva il momento di salutarsi, Tracy pensa che per Lucia sia ora di fare nuove conoscenze e perciò invita l’amica a passare la serata in sua compagnia. Dopo aver stabilito ora e luogo, Lucia si dirige verso casa, carica di borse. Decide di prendere per un tratto la metropolitana e poi di proseguire a piedi, immergendosi nel meraviglioso verde di St Jame's Park. Tutto le sembra magico, quando si trova ad affrontare un pezzo di marciapiede scarsamente illuminato da un lampione. In lontananza si vede il Big Ben, ne rimane incantata: tutte quei bagliori le ricordano le stelle visibili al suo paese, dove non ci sono luci artificiali e il cielo sembra un dipinto perfetto uscito dalla mano di un pittore. Camminando verso l’appartamento, sente uno strano rumore; fa finta di niente e continua per la sua strada a passo veloce. Il rumore si ripete, Lucia si gira cercando di capire da dove proviene: si avvicina al bidone della spazzatura e aprendolo trova un cucciolo di dalmata abbandonato, sporco e decisamente puzzolente! Impietosita, passa le borse su un braccio e con l’altro lo raccoglie con cautela. Lo porta a casa e decide di lavarlo subito, dopodiché gli dà del latte mentre sistema la spesa. L’indomani sarebbe senza dubbio andata dal veterinario. Un animale non poteva arrivare in un momento migliore, era sola e un po’ di compagnia non le dispiaceva. Telefonò a Tracy dicendole, senza troppi preamboli, che non poteva uscire. Poi, stanca, si mise a dormire vicino a Birillo: così voleva chiamarlo quel cane. Si addormentò subito ma fu svegliata dal suono assordante di una chitarra 5
elettrica; a quanto pare il vicino aveva iniziato le prove una band! Pazienza ne avrebbe approfittato per mangiare un sandwich e per guardare un po’ la TV.
Il mio compleanno sfortunato (Alessio) Il due agosto era il mio compleanno. Ero tutto felice. Chiedevo alla mia mamma ad ogni momento che ora era, perché alle 19 e 30 arrivavano i miei cugini, i miei zii, zie, cugine e qualche amico. Mentre aspettavo che arrivassero, mi ero fatto male il dito del piede sinistro tirando un calcio. Dovevo tirarlo al pallone, ma ho sbagliato e l’ho tirato al cemento. Alle 19 e 30 sono arrivati tutti. E mentre venivano a farmi gli auguri, mi chiedevano che cosa mi ero fatto al piede. Io e mio cugino più piccolo, che ha quattro anni, giocavamo con i trattori, a lui si rompeva sempre l’aratro, e quindi io dovevo sempre aggiustarlo. Lui lo portava a suo papà, che gli diceva di portarlo me, ed io ormai avevo modificato molti attrezzi. Si faceva sempre più buio. Io, nonostante il male al piede, volevo giocare a pallone. Ho chiesto, alla mia mamma se potevo e lei mi ha risposto di sì. Fortuna che c’era bel tempo. Sono andato a cambiarmi e ho indossato la maglietta del mitico Gian Luigi Buffon: calzettoni neri e pantaloncini corti della Juventus, parastinchi e scarpette da calcio. Mio fratello mi ha prestato i suoi guanti da portiere perché quello è il suo ruolo in campo. Ne ho parate molte di pallonate quel giorno. I miei zii tiravano delle bombe così pazzesche, che quelli dentro casa pensavano che fuori tirassero dei petardi. Alle 22 e 30 per il buio non si vedeva più il pallone. Allora siamo entrati per mangiare la torta. I miei zii sono rimasti a chiacchierare fino all'una di notta. Poi sono andati a casa loro perché la mattina dovevano alzarsi presto. A fine serata ho fatto la resa dei conti della giornata e ho pensato che in fondo anche se mi ero fatto male avevo passato un bellissimo compleanno.
Incontro a New York: uno scambio pericoloso (Irena) La famiglia di Lucinda va a New York, per trascorrere le vacanze pasquali, nel modo migliore possibile. La città di New York appare loro come un’immensa stella lucente, che apre il suo splendore ai magici monumenti. Durante i primi tre giorni di vacanza nella grande città, Lucinda e la sua famiglia fanno alcune visite ai musei e naturalmente non perdono occasione per ammirare la bellissima statua della Libertà. Mentre la giovane turista passeggia, si avvicina una donna misteriosa. Era alta e magra, i suoi capelli brillavano di un bel biondo chiaro e i suoi grandi occhi fissavano la ragazza mettendola sotto pressione. Insomma, era molto carina! Subito il nuovo personaggio ha accennato a dire: -Scusa mi potresti, per favore, accompagnare alla gelateria più vicina? Sai sono nuova di queste parti. Anche se Lucinda si trovava lì da poco, aveva ormai memorizzato la mappa del 6
quartiere e possiamo dire che questo posto era diventato per lei una nuova casa. Così accompagna la donna alla gelateria. – Scusami tanto, sono proprio una maleducata, non mi sono neanche presentata. Piacere Jennifer! – Piacere Lucinda! Jennifer diviene ormai come un’amica per la ragazza, ma Lucinda era all’oscuro di una cosa molto importante: Jennifer era una ricercata. Jennifer, vista la gentilezza della giovane, decide di offrirle un frappè alla fragola. Accade però una cosa incredibile! Jennifer e Lucinda, bevendo la bevanda, contemporaneamente si scambiarono i corpi. La ricercata però sapeva che questo sarebbe accaduto. Infatti, faceva parte del suo diabolico piano per liberarsi della polizia, scaricando sulla vittima tutta la colpa dei suoi crimini. – Ma cosa succede? Io, sono nel tuo corpo! Com’è possibile? Jennifer si mise a ridere a crepapelle, lasciando la povera ragazza nella confusione totale. A Lucinda non dispiaceva essere una ragazza ricca e famosa, ma non capiva perché Jennifer non provava la sua stessa confusione. Improvvisamente, i genitori di Lucinda la chiamarono e Jennifer richiusa nel corpo di della ragazza, corse subito là. Lucinda non poteva starsene con le mani in mano, doveva assolutamente far capire ai suoi che era lei la vera Lucinda e non quella approfittatrice. Così, senza perdere tempo andò a casa sua, per chiarire la situazione. Mentre si avviava verso la sua dimora, vide che qualcuno la inseguiva. Ma chi poteva essere? All’improvviso la figura misteriosa si avvicinava sempre di più e Lucinda riuscì ad intravvedere una luce rossa. – Oh no! E’ la polizia, cosa mai vorranno da me? Io non ho fatto niente. Lucinda capì che la polizia non stava cercando lei ma Jennifer. Sarebbe stato inutile dire ai poliziotti che non era la ricercata, perché non le avrebbero mai creduto. Per questo motivo accellerò il passo. Arrivata a casa raccontò tutta la verità ai suoi genitori, ma nessuno le credeva, quando… Il tempo del incantesimo era finito e Lucinda ritornò nel proprio corpo. Lucinda, stavolta ha rischiato di finire in prigione, ma le cose si sono risolte all’ultimo minuto e Jennifer fu arrestata.
L’ amicizia (Alessia) L’ amicizia è un dono che proviene dal cuore e dall’anima. Conoscere un amico alla mia età è molto difficile perché non sai di chi fidarti. Un amico è colui che ti accetta per come sei, che non ti giudica ma ti accetta per come sei. Un amico è leale, sincero, spontaneo. Un proverbio dice che “chi trova un amico trova un tesoro”perché un amico ci aiuta, e ci sostiene. Mamma e papà, alla nostra età, sono i nostri veri amici. Ho cominciato la scuole medie e ho rincontrato quelle che io chiamo simpaticamente le mie “befane”, cioè Irene, Chiara e Camilla. Con loro ho iniziato a praticare la pallavolo, e anche se sbaglio qualche palleggio insieme ci ridiamo sopra, anche se la allenatrice ci fa fare qualche giro di campo e 7
un po' scalini. Spero che questo rapporto passa sbocciare in una vera e propria amicizia, di quelle che durano. Concludo dicendo che gli amici sono molto importanti e non sono come stracci da buttare nel cestino. Bisogna averne molta cura.
La mia cantante preferita: Laura Pausini (Camilla) Laura Pausini è la mia cantante preferita fin da quando avevo otto anni. Il primo CD che ho ricevuto in regalo l’ho rovinato a forza d’ascoltarlo, senza stancarmi mai, tanto che poi ho dovuto ricomprarlo. Nell’ultimo periodo dalla mia cameretta provengono spesso le note di “Primavera in anticipo”, l’ultimo lavoro di Laura; conosco tutti i testi di questo disco a memoria. Questa cantante è nata in Emilia Romagna, trentaquattro anni fa, sotto il segno del Toro, canta fin da quando era piccolina perché accompagnava il papà suonatore nei locali di pianobar. Successo dopo successo è diventata un’artista famosa ed apprezzata in tutto il mondo, anche perché canta in tante lingue oltre all’italiano, ad esempio in spagnolo, portoghese ed inglese. Durante i suoi quindici anni di carriera ha venduto quarantacinque milioni di dischi ed ha conquistato molti premi tra cui l’Oscar della musica nel 2006. Laura Pausini è diventata un mito e rappresenta la bella musica italiana nel mondo. Per questa sua fama il Presidente della Repubblica le ha assegnato il titolo di “commendatore” che di solito viene dato alle persone che si impegnano e si distinguono dalle altre nel lavoro, nello sport e per altri motivi molto importanti. La sua voce melodiosa e la grinta che mette nelle canzoni mi emoziona e mi coinvolge. Quando è ospite di qualche programma televisivo sembra una ragazza timida e spesso si emoziona fino alle lacrime se ascolta qualche storia triste; non ama molto parlare di se stessa e dei suoi sentimenti, non le piace truccarsi troppo o indossare abiti o gioielli vistosi ed i suoi capelli castano scuro sono sempre acconciati in modo semplice. La sua grinta viene fuori tutta quando è davanti al microfono o durante i concerti e così si trasforma in una leonessa spavalda e coraggiosa. Io penso che lei piaccia, e sia quasi un mito, proprio perché è una ragazza a posto, intelligente e non si è montata la testa anche se è diventata una star internazionale. Questo inverno ha presentato l’ultimo CD “Primavera in anticipo” scendendo dalle scale di Piazza di Spagna a Roma, senza che fosse stato organizzato, come in un concerto. L’ho vista in televisione con il suo cappotto nero, sotto la pioggia, infreddolita, ma come al solito meravigliosa, cantare sotto la pioggia tra la gente incuriosita. Ecco perché mi piace questa artista, amo tanto la forza che mette nelle sue canzoni ma soprattutto la semplicità che la rende famosa. 8
La rivincita dei giocattoli (Irene) Lucia si era appena addormentata, quando ad un tratto la finestra della sua cameretta si spalancò: la tenda blu a pois cominciò a sventolare e le coperte si spostarono scoprendola. Uno strano vortice entrò nella stanza da cui ne uscì un'ombra molto misteriosa. Questo spirito le indicava di seguirla e per tranquillizzarla, ma anche per darle fiducia, le mostrò la sua torcia che emetteva una luce abbagliante. La bambina incuriosita dall'ombra, decise di seguirla: cammina, cammina si ritrovò nel bel mezzo del bosco; impaurita, chiese aiuto all'ombra, che improvvisamente però era scomparsa. Lucia allora, decise di seguire il sentiero e alla fine di esso vi trovò una baracca, la quale aveva qualcosa di familiare. Aprì la porta pian piano cercando di trovare qualcosa per fare luce. Quando ne fu in mezzo, la porta di colpo si chiuse, spaventadola moltissimo. In quel preciso istante, delle piccole luci, appese al soffitto si accesero. Con grande stupore, vide che era circondata da tutti i suoi giochi, quelli che lei stessa aveva trattato male e rinchiuso in cantina. A questo punto i giochi cominciarono a trattarla male: la fatina le legò le mani, l'orsetto le chiuse la bocca con il nastro adesivo, il coniglio le lanciava addosso cubi colorati e il trenino le pestava i piedi. La cosa più spaventosa però stava arrivando portata da un grosso elefante e da una giraffa: era un enorme tino contenente dell'acqua bollente e di colore rosso. Lucia era terrorizzata, cominciò a dimenarsi cercando di gridare, ma con scarso risultato; le si avvicinarono due grossi orsacchiotti che la presero e cercarono di immergerle la testa. In quel momento si sentì la voce della mamma che la chiamava: “Lucia, Lucia, svegliati, è pronta la colazione!” La bambina si svegliò soprassalto e si rese conto che era stato tutto un incubo. Senza perdere un attimo, corse in cantina e con l'aiuto della mamma prese tutti i suoi vecchi giocattoli e li risistemò nella sua cameretta. Da quel giorno, la bambina non trattò più male i suoi giocattoli, imparando ad apprezzarli.
Storia di due ragazze (Sara K) C'erano una volta, in un piccolo villaggio, due ragazze. Una di loro si chiamava Nicol e l'altra Adelaide. Nicol era bruna, occhi azzurri. Era un'adolescente impertinente, egoista, viziata e schizzinosa. Aveva quindici anni. Al contrario di Adelaide, che era bionda con occhi neri come la pece. Lei era dolce, gentile, altruista ed educata. Aveva tredici anni. Un giorno Nicol andò alla fontana del paese per prendere un po' d'acqua. Lì trovò un vecchio malato che le chiese un po' d'acqua dalla sua brocca. Lei, che provava disgusto e ripugno per quel miserabile, lo cacciò dicendo che era come un vecchio albero marcio e che non gli avrebbe mai dato dell'acqua dalla sua giara. L'uomo allora le disse: “Spero che tu prenda un buon marito”. La ragazza sorrise soddisfatta e se ne andò. Dopo poco, anche Adelaide incontrò alla fontana lo stesso 9
vecchio. Mentre Nicol l'aveva cacciato, Adelaide gli diede dell'acqua con gentilezza ed amore per il prossimo. L'uomo a lei rispose: “Spero che tu prenda un cattivo marito”. Adelaide lo guardò e cercò inutimente di trovare una motivazione nei suoi occhi di quella risposta tanto spietata. Quando arrivò a casa non riuscì a trattenere le lecrime e si mise a piangere. Sua nonna e sua madre vedendola in quello stato cercarono di consolarla. Le dissero che lei il carattere di un cattivo marito poteva correggerlo, mentre Nicol, che aveva raccontato il suo incontro con il vecchio, doveva essere corretta da un buon marito. Passarono gli anni e le due ragazze si sposarono. Come aveva detto il vecchio, Nicol ebbe un buon marito, Adelaide invece uno pessimo. Col passare del tempo però Adelaide mutò il carattere del suo compagno e lui divenn buono come la moglie. Il marito di Nicol, invece, cercando di cerreggerla, impazzì assieme a lei. Un giorno, come per magia, quel vecchio torno per incontrare Nicol, che allora era unamatura donna sposata. Le chiese: “Se tu dovessi scegliere il periodo migliore della tua vita, tra la gioventù e la vecchiaia, quale preferiresti?” La donna rispose irritata: “Ovviamente la gioventù!” Il vecchio allora esaudì il suo ovvio, come aveva detto, desiderio. Qualche tempo più tardi anche Adelaide incontrò il vecchio mago. Lui le porse la stessa domanda, ma ebbe una risposta diversa. Pure il suo desiderio venne esaudito. Il vecchio sparì definitivamente. Mentre Nicol se la “spassava” con la sua ritrovata gioventù, Adelaide lavorò e sudò per poi trascorrere una vecchiaia lunga e felice. Nicol infine si pentì della sua risposta. Adelaide capì che quel vecchio era Dio e che la gentilezza e l'amore non sono mai troppi.
Una bella lezione (Francesco) Ecco. Finalmente ci siamo. È il giorno 4 dicembre 2006. Oggi devo giocare l'ultima partita di calcio prima della pausa invernale. Secondo me è un giorno come gli altri, infatti mi chiedo perché sto scrivendo questo racconto. Non importa. Manca un minuto alle tre. Devo ancora prepararmi per l'incontro. Ero troppo occupato a pensare ai difensori della Julia per preparare la borsa sportiva. Quella squadra non è tanto forte in attacco, però ha una forte difesa. Finalmente smetto di pensare e mi dedico alla preparazione della borsa. Scarpe, tuta... c'è tutto! Ore tre, inizia la partita. Il Mister dà le ultime indicazioni e si scende in campo. La palla è nostra. Cerco di attaccare ma vengo marcato stretto. Tento un passaggio lungo per Carlo che riceve la palla e me la rilancia, la prendo, ma vengo atterrato in area. Calcio di rigore! Posiziono la palla sul dischetto, prendo la rincorsa, ma... devo fermarmi! Un reppellente ragazzino continua a insultarmi e l'arbitro reclama il silenzio, ma niente da fare. Devo eliminare l'individuo. Prendo la rincorsa e tiro una palla-bomba che lo colpisce in pieno viso. Il bamboccio scappa frignando ed io vengo squalificato per venticinque giornate. Bella partita.
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Una strega strana (Sara B.) Quando si parla di una strega, la maggior parte della gente immagina una vecchierella grinzosa e rinsecchita che si trascina sulla schiena una grossa gobba, ha la faccia piena di verrucche pelose e un unico dente che le balla in bocca. La strega Pallina era l'esatto contrario di tutto questo. E' piuttosto piccola di statura, ma in compenso è incredibilmente grassa ed è più larga che alta. Il suo abbigliamento consiste in un abitino da sera a righe nere su fondo giallo, che la fa assomigliare a un grosso calabrone, soprattutto quando cavalca la sua scopa. E' stracarica di ori e di gioelli, perfino i suoi denti sono tutti d'oro. Le sue grosse dita a salssicciotto sono ricoperte di anelli e anche le sue lunghissime unghie sono laccate d'oro. Sulla sua testa tondeggiante troneggiava un cappello grande come una gomma d'automobile. Pallina non è un nome che le piace, però ne è molto fiera. Ai piedi porta calzini a striscie che le stanno sempre a fisarmonica e indossa scarpe grandi, a punta, come quelle di un clown. Pallina è un bell'esemplare di strega.
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