Liceo classico “A. Oriani” - Corato
Appunti I.R.C.
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prof. Antonio de Palma
IV°ginnasio Modulo didattico
Fenomenologia della religione
Fenomenologia della religione • • • • • • • • • •
Perchè studiare la religione.. e le religioni ? Il fenomeno religioso e la sua universalità. La religiosità: definizione e origini. Trascendenza e immanenza (divino e umano) Sacralità e ierofania. Che cos'è la "religione"? Etimologia e definizione. Tante culture, tanti modi di intendere la religione. Come vengono classificate le religioni? Quali sono le risposte dell’uomo alla religione: Teismo, Ateismo, Agnosticismo. Le principali religioni oggi
Perchè studiare.. la religione? Oggi lo studio della RELIGIONE si colloca nell’orizzonte culturale come una esigenza strategica perché la complessità sociale e culturale di fronte alla quale ci troviamo impone non solo… una sempre più approfondita conoscenza delle nostre radici culturali, ma anche la necessità di dotarci di strumenti per comprendere le altre culture. Ora, l’elemento fondante di ogni cultura è la religione. Se la scuola secondaria superiore ha come finalità “lo sviluppo della personalità degli alunni e la costruzione di un più alto livello di conoscenza e di capacità critica”, tale finalità non può essere perseguita, in modo completo, senza l’insegnamento della religione come fatto culturale e antropologico. In diverse occasioni la stessa Corte Costituzionale (Sentt. 203/1989; 13/1991; 290/1992), ha affermato che l’insegnamento della religione è impartito nel "quadro delle finalità della scuola" ed è "compreso tra gli altri insegnamenti del piano didattico, con pari dignità culturale", quindi è un insegnamento scolastico che non attiene alla fede individuale né ha lo scopo di generarla. E’ un insegnamento che lo Stato garantisce a tutti coloro che non vogliono restare in una condizione di analfabetismo circa i fatti e i “significati” religiosi, a partire dai testi sacri del monoteismo fino agli eventi dei giorni nostri.
Perché studiare… la religione cattolica? L’insegnamento della religione deve riguardare e partire dalla quella Cristiano-cattolica, perché da duemila anni è la religione alle radici della nostra civiltà. Ignorare questo significa non poter (o.. non voler !!) comprendere appieno la nostra storia e noi stessi.
Motivazione culturale Tra la religione cattolica e la cultura italiana esistono legami strettissimi. Tale motivazione sta anche alla base della legge 121 del 25-3-1985. Infatti l’articolo 9.2 sull’insegnamento della religione nella scuola dice: «La Repubblica Italiana, riconoscendo il valore della cultura religiosa e tenendo conto che i principi del cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico del popolo italiano, continuerà ad assicurare, nel quadro delle finalità della scuola, l'insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche non universitarie di ogni ordine e grado». Segni vivi di questo patrimonio sono le innumerevoli espressioni d’arte che la fede e la religione hanno ispirato: l'architettura, la pittura, la letteratura, la poesia, la musica, e poi le feste cristiane, la spiritualità elevata di tanti santi nati dal popolo italiano, la catena di istituzioni di pietà, di cultura, di carità alle quali le nostre popolazioni hanno dato vita lungo i secoli con sempre rinnovata originalità… Motivazione sociale È un dato di fatto che la maggioranza degli alunni/e sono cristianicattolici, hanno ricevuto il Battesimo, la prima Comunione, la Cresima. La cultura religiosa popolare è connessa ai modi di vivere della gente comune. Le varie feste dell’anno liturgico (l’Immacolata, il Natale, la Pasqua, l’Assunta, Tutti i Santi, i Morti) le feste patronali.., sono altrettanti aspetti della vita quotidiana che si ispirano a Cristo e che ormai sono nell’esperienza di tutti. Avvalersi dell'istruzione religiosa vuol dire conoscere con serietà critica il fatto religioso con il quale la vita di ognuno di noi ha un contatto quotidiano.
Motivazioni psicologiche È un dato comune che, prima o poi, per i motivi più diversi, ogni persona è posta di fronte agli eterni e assillanti interrogativi che riguardano il senso della vita umana, il perché del dolore, del male, della morte, il destino che dopo la morte attende l'uomo, il valore della legge morale, dei rapporti sociali e via dicendo. Questi interrogativi si confondono con i gravi problemi della felicità, della giustizia umana, della pace. Ogni uomo, comunque, cerca una risposta a tali domande. Tra le tante risposte, v'è anche quella offerta dalla religione cattolica, che la scuola ha il compito di presentare. L'alunno/a può accettare o rifiutare tale risposta; ma per scegliere, deve prima conoscere.
Perchè studiare.. le altre religioni? La nostra religione Cristiano-cattolica, pur essendo la religione più diffusa nel mondo, è solo una parte della più vasta realtà religiosa che interessa gli uomini. La Chiesa, poi, “nulla rigetta di quanto è vero e santo nelle altre religioni”, come afferma il Concilio, e quindi la loro conoscenza ci aiuterà a cogliere un raggio di quella verità che esse riflettono e che illumina gli uomini di ogni tempo. (Nostra aetate) .
La scuola, poi, deve aprirsi all’intercultura: ogni materia fa conoscere meglio la nostra cultura nazionale, ma ci mette anche a contatto con altre culture, diverse ma non per questo meno ricche e stimabili. Abbiamo detto che l’elemento fondante di ogni cultura è la religione. Perciò se compito della scuola è quello di attrezzare i giovani a vivere nel pluralismo culturale, ne consegue che essa deve far aprire gli occhi non solo sulla religione cristiana che è alla base della cultura occidentale, ma anche sulle altre tradizioni religiose, a cominciare da quelle con cui si entra ormai a contatto quotidiano. Con queste culture diverse occorre saper dialogare, altrimenti ci saranno il sospetto e l’intolleranza.
Il fenomeno religioso e la sua.. universalità: un dato inconfutabile. L’antropologia
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(dal greco ànthropos = "uomo" e lògos = nel senso di "studio") è la scienza che studia l'uomo dal punto di vista culturale cioè i suoi comportamenti nella società e in particolare l’antropologia delle religioni quella parte dell'antropologia che si occupa dei sistemi storici religiosi, riconosce che l'uomo ha esercitato una qualche forma di attività religiosa fin da quando è comparso sull'orizzonte della storia.
L’etnologia (dal greco ethnos: persone) è la disciplina che si occupa di studiare, classificare, confrontare popolazioni e razze umane, con particolare riguardo ai popoli cosiddetti primitivi. (Nella terminologia moderna l’etnologia rappresenta un ramo specialistico all’interno dell’antropologia culturale.) Gli etnologi sono riusciti a contare nella storia umana ben 5.000 diversi popoli e affermano che:
Non esiste nessun popolo spontaneamente ateo. Ogni popolo ha una sua cultura e quindi anche una forma di religiosità che può variare secondo la sua collocazione geografica, la sua evoluzione storica e la sua sensibilità antropologica. Dunque, non v'è cultura nella storia, nè sistema sociale o tradizione d'arte che non rechi visibile o addirittura macroscopico lo stigma dell'ispirazione religiosa. Lo affermava, già ai suoi tempi, lo storico Plutarco (46 ca. - 120 d.C.), scrittore greco:
«Se tu andassi in giro per il mondo, potresti trovare città prive di mura, di lettere, di re, di case, di monete, ignare di ginnasi e di teatri; ma una città priva di templi e di dèi... nessuno vide mai. ». Il FENOMENO RELIGIOSO : 1. nasce con l'uomo che con la sua intelligenza e le sue emozioni, non ha soltanto cercato di risolvere i problemi pratici della vita, ma anche di interessarsi ai valori spirituali, metafisici, ponendosi al di sopra della dimensione biologica e sensoriale.» J. RIES (antropologo-Università di Lovanio): "Lungo il progredire della sua esistenza e nel più profondo di sé l'uomo avverte l'ascendente di una realtà misteriosa. E' una esperienza che si manifesta in modo diverso secondo le culture e le epoche ma è sempre un tentativo di sorpassare se stesso, l'esistenza quotidiana e la condizione umana." M. ELIADE (storico delle religioni): "in qualsiasi contesto sia vissuto l'Homo Religiosus ha dato prova di credere in una realtà assoluta che trascende il mondo in cui si svolge la sua vita."
2. può essere osservato nei suoi molteplici segni storici.
3. può essere "spiegato" e studiato in modo scientifico e critico
attraverso le scienze
religiose: filosofia delle religioni, psicologia delle religioni, sociologia delle religioni, teologia delle religioni, storia delle religioni, antropologia religiosa, archeologia, arte, etc.
Nella storia dell’uomo e dei popoli il FENOMENO RELIGIOSO si presenta in triplice veste: parte dal cuore dell’uomo come seme di (religiosità) via via.. si fa esperienza popolare = (pratica) = forma culturale di un popolo = (religione) quando essa si consolida e si diffonde diventa = (Sistema STORICO religioso) Ma, è bene chiarire questi ultimi passaggi …
Che cos’è la religiosità? .
.. che inconfutabilmente ha caratterizzato da sempre la storia dell'uomo e che si ritrova universalmente in tutte le comunità umane.
L’antropologia culturale distingue la RELIGIOSITA' : ► INDIVIDUALE, è intesa come un "sentimento" profondo e soggettivo (quindi
che varia da persona a persona a secondo della sensibilità) che porta l'uomo.. ad avvertire i limiti delle proprie
conoscenze ordinarie, e quindi a mettersi alla ricerca della "Verità" più profonda, fino a intuire la presenza del "Mistero", ad approfondire il rapporto con la trascendenza, con il divino,.. senza necessariamente arrivare a scegliere o legarsi a una particolare religione storica; ► COLLETTIVA , è intesa come "esperienza condivisa", quindi l'insieme delle attività che una comunità, un popolo svolge nel suo rapportarsi al trascendente, al divino.
.. qual è l’origine della religiosità? La religiosità (individuale o collettiva) nasce e si manifesta quando gli uomini si pongono..
i grandi interrogativi esistenziali, i perchè fondamentali della vita. È un dato comune che, prima o poi, per i motivi più diversi, ogni persona è posta di fronte agli eterni e assillanti enigmi che riguardano il senso della vita umana, il perché del dolore, del male, il senso della della morte, il destino che dopo la morte attende l'uomo, il valore della legge morale, il valore dei rapporti sociali e via dicendo. Enigmi che si confondono con i gravi problemi della felicità, della giustizia umana, della pace.
Ogni coscienza umana si trova nella sua età matura, di fronte al Mistero… e accusando il limite insuperabile delle proprie capacità conoscitive si mette in cerca di risposte. Allora in tutti nasce un bisogno costitutivo di "rivelazione" (intesa come conoscenza che permette di superare i limiti delle loro possibilità conoscitive ordinarie), ... anche se.. non tutti si mettono alla ricerca di "rivelazioni", non tutti trovano una "rivelazione" che li soddisfi pienamente. .
Queste domande riguardano il passato, il presente e il futuro. L’uomo, comunque, ha tentato (e tenta ancora oggi) di dare una risposta a tali domande. ,
Come?
Trascendenza e immanenza (divino e umano) Negli antichi miti, nelle filosofie, nelle intuizioni teologiche delle religioni naturali e dei politeismi, nelle teologie rivelate delle grandi religioni monoteistiche la REALTA’ è legata, in generale, a una concezione dualistica, per la quale l'essere assoluto del divino si contrappone al mondo, l'eternità si contrappone al tempo, il soprannaturale trascende l'ordine naturale. In filosofia e in teologia questi concetti sono definiti trascendenza e immanenza.
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Il termine "trascendenza" (dal latino trans+ascendere, "salire oltre") designa un principio, un essere o un valore che è situato "al di là", che è posto al di fuori del mondo dell'esperienza e che rimane inattingibile ai sensi. In riferimento alla filosofia greca, trascendente può essere definito il mondo delle idee teorizzato da Platone; ma nella storia del pensiero la trascendenza è un connotato soprattutto di Dio, così com'è stato pensato dal monoteismo ebraico e dal cristianesimo, dando poi origine alla teologia medievale, nella quale confluivano diversi elementi del pensiero greco (ad esempio, la concezione di Aristotele di Dio come motore immobile dell'universo).
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La parola "immanenza" (dal latino in+manere) designa un principio, un essere o un valore che invece "rimane in" cioè nel mondo dell'esperienza.
Questa opposizione può assumere diverse forme, ma nella sua più ampia generalità riguarda la diversa concezione del principio di tutte le cose, ovvero di Dio, che le dottrine collegate all'idea di immanenza concepiscono Dio come intrinseco alla realtà del mondo e della natura, mentre le dottrine opposte concepiscono Dio come separata da tale realtà, anzi origine della realtà. Per alcune religioni questo Principio Trascendente non solo ha creato l'universo ma si è manifestato agli uomini attraverso una Rivelazione, che ci viene tramandata attraverso dei Libri Sacri.
Sacralità e ierofania Per comprendere il significato di SACRALITA’ e IEROFANIA occorre far riferimento ai due concetti precedenti: quello di «immanenza» e quello di «trascendenza» che teologi e antropologi chiamano la realtà del «divino». Una realtà che, come abbiamo detto, oltrepassa le nostre capacità di comprensione, che sta al di là dei nostri sensi e del nostro intelletto, e che proprio perchè è «altra» rispetto alla nostra esperienza, rimarrebbe inaccessibile, estranea, oltre che irriducibilmente diversa. Ora, perché il divino diventi significativo per l'uomo, occorre che entri, in qualche modo, a far parte delle sue esperienze; questo può avvenire tramite una mediazione, che consenta al divino di esprimersi senza con ciò perdere la sua irriducibilità.
La
sacralità è il luogo mediazione tra il divino e l'umano.
della
Ogni oggetto mediatore tra il divino e l'umano è sacro perchè ierofanico.
La parola «ierofania» è stata introdotta nel vocabolario storico-religioso dall'antropologo Eliade Mircea (rumeno, storico delle religioni) che dà questa definizione: costituisce ierofania ogni documento, oggetto, persona attraverso cui il divino, in modo vario e molteplice, si manifesta all'umano. Il vocabolo «ierofania» deriva dal greco
ieros, (sacro), e phainein, (manifestare, far apparire o apparire).
Che cos'è la “religione”? Definire la religione non è di per sé difficile. Intanto..
• Marco Tullio Cicerone
(Arpino 106 Formia 43 a.C., scrittore, politico, filosofo
dell’antica Roma), nel suo “De natura deorum”, un'opera filosofica scritta nel 45 a.C., utilizza per
primo e definisce così la parola “religio” scrivendo:
« Religio est, quae superioris naturae, quam divinam vocant, curam caerimoniamque effert » Cioè… « è tutto ciò che riguarda la cura e la venerazione rivolti ad un essere superiore la cui natura definiamo divina »
Di conseguenza possiamo ricavarne una prima definizione di religione, una definizione minimale, che però ci permette di delineare il movimento dell’esperienza religiosa: per religione si intende quel particolare rapporto che unisce l’uomo (soggetto) al sacro, al trascendente, al divino, che è l’oggetto. Abbiamo alcune ipotesi etimologiche che ci aiutano ad andare più in profondità. Il termine "religione" deriva dalla parola latina religio che a sua volta…
• Lattanzio,(scrittore latino (240-320 ca), convertitosi al Cristianesimo, scrisse un importante trattato di filosofia cristiana: Le “Divinae Istitutiones”) ritiene di poterla estrarre dal verbo latino ligo, avi, atum, are
(legare, annodare, unire) e la particella in composizione con il verbo, per indicare ripetizione, rinnovazione, ritorno.. quindi re-ligare,.. come attività attraverso la quale l'uomo consolida il suo vincolo di pietà che lo unisce a Dio. Secondo alcuni il termine religare, ovvero "legare insieme con fermezza ", ci rivela qualcosa di molto importante sulla natura sociale della religione. Le religioni legano insieme le persone attraverso usanze e dottrine comuni; le dirigono verso un medesimo senso della vita.
• Sant’Agostino, (Importante filosofo e teologo nato in Numidia, attuale Algeria, (354-430). Dopo una giovinezza turbolenta si convertì al Cristianesimo grazie al vescovo di Milano Sant'Ambrogio. Divenne vescovo di Ippona e lasciò testimonianza della sua esperienza spirituale nel famoso libro ”Le Confessioni”.) nel suo libro “De civitate
Dei”, la parola religio la fa derivare dal verbo re-eligere (riscegliere) come se l'uomo dovesse di nuovo scegliere Dio, dopo averlo tradito con il peccato.
possiamo definire la religione: l’insieme di credenze, dogmi, riti con i quali l’uomo esprime sentimenti di devozione, rispetto, fiducia nei confronti di un Essere Superiore comunemente chiamato Dio.
Alla luce di queste ipotesi etimologiche, da un punto di vista storico,
Che cosa si intende per “religione”? Attenzione, quando si confrontano diverse tradizioni religiose, diverse culture, bisogna non dare per scontata la propria idea di che cosa sia una religione.
Infatti, la parola "religione" racchiude almeno tre aspetti e due dimensioni sottolineati e vissuti in modo differente dalla diverse culture e religioni:
3
aspetti
2 dimensioni
Religione come “pratica” è un insieme di riti tradizionali, abitudini e cerimonie che vengono trasmessi di generazione in generazione. Religione come “morale” è un sistema di regole di vita che definisce ciò che è giusto e ciò che è sbagliato e quindi, offre una certa "visione del mondo". Religione come “teologia” è una dottrina che spiega il rapporto dell'essere umano con tutto ciò che sta al di là della realtà materiale, cioè con la trascendenza Religione come “atteggiamento intimo” è un rapporto individuale e spirituale che ciascuna persona sviluppa con ciò che è sacro. Religione come “esperienza collettiva” è ritenuta necessaria in molte religioni fino ad assumere un peso ed una funzione sociale con la capacità di creare aree di appartenenza e di riconoscimento.
Come vengono classificate le religioni? L'antropologia culturale religiosa nel comparare le diverse religioni della storia, le classifica ipotizzando diverse tipologie. Ne presentiamo alcune: .
● Le religioni naturali sono quelle che derivano dalla ricerca dell’uomo sul problema religioso; ● Le religioni rivelate quelle che scaturiscono dalla la manifestazione di Dio (ebraismo, cristianesimo) o dalla convinzione che Dio si sia manifestato in modo particolare (islamismo).
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●Le religioni etniche sono quelle racchiuse nell'ambito di clan, famiglie, gruppi, nazioni; ●Le religioni universali quelle che superano l’area nazionale per estendersi in altre nazioni. ●Le religioni politeiste credono in più divinità. ●Le religioni monoteiste affermano l'esistenza di un solo Dio
Alcuni studiosi suddividono le religioni in
tre grandi famiglie o raggruppamenti:
religioni abramitiche Sono le tre religioni monoteiste - l'Ebraismo, il Cristianesimo e l'Islam - che rivendicano Abramo (in , Padre di molti ; in Arabo "Ibrahim" ) ميهارباnoto personaggio della Bibbia, che rifiutò politeismo ed idolatria imperanti nella sua città natale, Ur, e nella sua stessa famiglia, per abbracciare l'idea del Dio unico. come parte della loro storia sacra. Nell'Antico Testamento è narrato che Abramo, a causa della sterilità della moglie Sara, prese come concubina la serva egiziana Agar, e da questa ebbe un figlio, Ismaele (in ebraico לכעמשי, Ishmael, Dio mi ascoltò); successivamente la moglie Sara ebbe un figlio, Isacco (in ebraico קחצי, Yitzchak, rise perché Sara aveva riso all'annuncio della gravidanza, vista la sua tarda età). Queste religioni vengono anche chiamate .. ●Religioni del Libro: inizialmente solo l'EBRAISMO e CRISTIANESIMO (..dal mondo islamico) ma ultimamente molte enciclopedie inseriscono anche l'ISLAM in questa definizione, perchè, anche se in modo differente, tutte queste religioni credono in un Dio che si è rivelato all'umanità, che ha parlato attraverso i suoi profeti e il suo messaggio è stato scritto nei Testi Sacri (intendendo la Bibbia per Ebrei e Cristiani e il Corano per i musulmani).
religioni darmiche sono la famiglia di religioni originate nel subcontinente indiano. Includono l'antica religione vedica (Vedismo), l'Induismo e il Buddhismo. Ma anche altre religioni come il Giainismo e Sikhismo. Dharma è un termine sanscrito che presso le filosofie orientali riveste numerosi significati. Può essere tradotto come Legge, (Legge cosmica, Legge Naturale). Vivendo in accordo con questa Legge, è possibile porre fine alla sofferenza dovuta al ciclo delle nascite e delle morti (Samsāra). Poiché tutte le azioni (Karma) producono frutti (alcuni piacevoli e altri spiacevoli, a seconda del tipo di azione), l'unico modo per ottenere gradualmente la Liberazione (Moksa) è attenersi all'Ordine Universale (dharma), e vivere in armonia con esso.
religioni taoiche sono quei sistemi religiosi basati o influenzati, sul o dal, concetto estremorientale del Tao, un termine cinese che significa via, sentiero, ma che può essere inteso come una Divinità cosmica immanente che permane l'universo. Le dottrine taoiche hanno origine da un'unica teologia, quella sviluppata nel VI secolo a.C. dal mistico e filosofo cinese Laozi. La religione che si è formata propriamente sulle basi della dottrina taoica è il Taoismo, nato nel II secolo a.C. delle comunità dei seguaci di Laozi e attingendo ampiamente dalle antiche forme di religiosità sciamanica. Parallelamente al Taoismo, nacque il Confucianesimo, sebbene non sviluppò mai aspetti istituzionali e mantenendosi piuttosto una corrente di pensiero morale. Il Taoismo si diffuse rapidamente al di fuori della Cina contribuendo alla formazione dello Shintoismo moderno. Gli studiosi definiscono sia le religioni darmiche che quelle taoiche come "vie di liberazione" perchè le loro dottrine propongono la liberazione dell'anima dal ciclo doloroso delle rinascite (Reincarnazione) per raggiungere e fondersi nel Assoluto Cosmico (...dolce naufragio nell'oceano dell'Assoluto dove è vinto il fascino ingannatore delle realtà terrestri).
Oggi ►Nella
tavolozza religiosa dell'umanità, sociologi e studiosi
fondamentali caratterizzati dal modo diverso di rappresentarla Religioni monoteistiche o storico-profetiche, nelle quali l’Assoluto è concepito come un Essere personale distinto e diverso dal cosmo, al quale anzi, ha dato origine con D un atto di creazione e nel quale interviene attraverso i profeti: I EBRAISMO, CRISTIANESIMO e ISLAM
O T R A S C E N D E N T E
A) MONOTEISTICHE:
Esiste un Dio unico (e non una molteplicità di dei) creatore (creatore e creatura sono due realtà ben distinte) personale (che rispetta e non annulla la libertà umana, e che non si identifica con la natura).
B) STORICO-PROFETICHE: Si basano su una Rivelazione che un Dio personale ha fatto di sé agli uomini, per mezzo dei profeti, Gesù, Maometto. La Bibbia e il Corano sono i testi attraverso i quali Dio ha rivelato se stesso. Storiche: perché si sostanziano in fatti ed eventi storici e perché la storia ha un'importanza fondamentale in quanto Dio cammina sempre a fianco del suo popolo. Una concezione lineare della storia: essa parte da un evento, la Creazione, e sfocia in un evento finale che giudica e chiude la storia; il Giudizio universale che per i cristiani si collega alla venuta finale di Gesù Cristo sulla Terra.
distinguono le religioni
in due gruppi
la natura divina e la realtà ultima e primordiale: Le religioni monistiche o cosmico-mistiche, nelle quali l’Essere Supremo è considerato come una realtà onnipervadente, una realtà che forma un tutt’uno con gli uomini, gli animali e le cose. Es: INDUISMO, BUDDISMO, TAOISMO, CONFUCIANESIMO e SHINTOISMO.
A) MONISTICHE: Da "Monos", cioè uno. Il Divino è l'Assoluto impersonale, il Tutto Cosmico che tutto pervade, da cui tutto deriva, in cui tutto confluisce, che prende vita in mille forme e colori.. L'universo, l'uomo, Dio sono un'unica realtà anche se all'apparenza sembrano distinte. Il Divino è il Grande Oceano da cui emergono e in cui sfociano tutti gli esseri.
B) COSMICO-MISTICHE: Non pongono l'accento su una Rivelazione gratuita di Dio, ma sullo sforzo ascetico dell'uomo, spesso austero e sofferto, per penetrare il mistero di Dio (o del Divino) in questo mondo effimero e caduco. La storia non ha alcun valore in quanto è concepita come ciclica: è un eterno ritornare su se stessa, un continuo distruggersi e rigenerarsi . Cosmiche: il loro respiro si inserisce nel respiro del grande cosmo e universo. Mistiche: la fiducia non è posta nella razionalità, ma nelle facoltà irrazionali dell'uomo nel suo sforzo verso il divino.
D I O I M M A N E N T E
Le risposte dell’uomo
alla domanda religiosa
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L’uomo di sempre, di fronte al fenomeno religioso, ha dato e dà risposte diverse che possiamo così sintetizzare:
1. C’è la risposta TEISTICA ● Si dice teista chi afferma l'esistenza di un essere supremo, personale, creatore dell'universo. Si distingue..
dal deista che è generalmente inteso come colui che pur riconoscendo l'esistenza di Dio, nega però la sua provvidenza cioè la sua presenza attiva nella vita delle persone e del mondo. dal panteista che nega il carattere personale di Dio e identifica Dio con l'intero universo; e dal politeista che crede in molti dei escludendo la unicità di Dio.
● Si definisce credente colui che,
pur ritrovandosi a praticare una religione per nascita e tradizione, compie un cammino di maturazione nella propria dimensione religiosa. Questo implica un percorso conoscitivo e formativo attraverso il quale trovare liberamente la propria sintesi, la propria maturità religiosa e abbraccia con fede un credo religioso. Questo non avviene sempre agevolmente: ► certe volte la religiosità, pur incontrando le religioni, non trova risposte soddisfacenti, o, come si dice più comunemente, non ricevono nessuna fede: è l'ateismo più genuino; ► altre volte non si matura pienamente la coscienza del senso religioso e si continua a praticare una religione per tradizione, per abitudine o per costrizione; ► altre volte ancora non si aderisce a nessuna religione per ignoranza, cioè per la mancanza di percorsi educativi. Si vive allora in un infantilismo religioso o in una religiosità incompiuta,.. finendo per rivolgersi, da creduloni, ai maghi , ai veggenti, ai sensitivi, agli astrologi, agli occultisti e quant'altro.
.La
scelta teistica può, comunque, esprimersi in diversi atteggiamenti: ESCLUSIVISTA: è del credente che dice: “La sola vera religione è la mia. Le altre sono false, sono prive di ogni verità”. Questo atteggiamento che denota una idea religiosa forte, solida e convinta è apparentemente positivo infatti rischia facilmente di tramutarsi in pericolose forme di integrismo, integralismo o fondamentalismo. INCLUSIVISTA: E’ del credente che dice:“Amo la mia religione ma rispetto le altre perchè tutte contengono aspetti spiritualmente positivi ” TEOCENTRICO: E’ del credente che dice: “Le religioni sono sentieri diversi che conducono tutte all’unica realtà: Dio. Nessuna religione può pretendere di possedere la totale verità su Dio”. SINCRETISTICO: E’ del credente che dice: “La religioni sono tutte uguali, sono ugualmente importanti, tutte contengono elementi utili alla mia vita spirituale”.
2. C’è la risposta ATEISTICA
E’di colui che nega l’esistenza della trascendenza o di qualsiasi realtà divina. Esiste un..
ATEISMO "teorico" (dal greco a, "non"; theós, "dio") fondato dottrine filosofiche.
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Secondo Ludwig Andreas Feuerbach, Dio non è che la proiezione di ciò che l'uomo vorrebbe essere. Alla fede in Dio si deve sostituire la fede nell'uomo: "homo homini deus est" (l'uomo è dio per l'uomo).
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La filosofia di Feuerbach ebbe grande influenza sulle teorie dei cosiddetti "maestri del sospetto" (Marx, Nietzsche e Freud).
●Karl
Marx le applicò al campo della politica. Per lui la religione aveva funzione consolatoria nei confronti di una realtà dolorosa e insoddisfacente e si configurava come l'"oppio dei popoli", perché distoglieva l'uomo dalla lotta per cambiare le strutture economiche ingiuste, promettendo il paradiso in un'altra vita.
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Dal canto suo, Friedrich Nietzsche annunciò la "morte di Dio", che determina non solo la negazione di Dio da parte dell'uomo, ma pure il ribaltamento di tutti gli ideali e i valori tradizionali: in particolare, Nietzsche annunciò la fine del cristianesimo, che esalta la "morale dei deboli" enfatizzando la compassione, la sofferenza, l'ascesi. Dall’800 fino al nostro secolo molti pensatori hanno ritenuto di poter fare a meno di Dio, ma la loro riflessione si è spesso fermata davanti a questo bivio: quale senso dare alla vita se oltre la vita c’è il nulla ? Per l'ateo esiste solo l’uomo, unico padrone della propria vita, che deve essere in grado di portare la responsabilità della propria esistenza.
ATEISMO "pratico" o indifferenza religiosa Un fenomeno sociale di difficile definizione che nella sua forma più radicale indica disinteresse totale nei confronti di Dio e della dimensione religiosa dell'esistenza. Attualmente essa sembra provocare disagio e inutilità dinanzi alle domande fondamentali dell'uomo. Le cause: la grande rivoluzione tecnicoscientifica, la filosofia materialista che tende ad apprezzare solo i beni e i piaceri materiali e l'ideologia del consumismo che giudica valido ed efficace solo ciò che si può consumare.
3. C’è la risposta AGNOSTICA ● Agnosticismo = indica un atteggiamento
concettuale con cui si sospende il giudizio rispetto a un problema, poiché non se ne ha (o non se ne può avere) sufficiente conoscenza. In senso stretto è l'astensione sul problema della realtà del divino E' un atteggiamento filosofico secondo cui l'esistenza di Dio e di altri principi metafisici o entità spirituali, (ad esempio l'anima) non è dimostrabile con certezza e quindi non può essere oggetto di conoscenza. Il termine deriva dal greco agnostikós ("che non sa"). Al centro del sistema dei valori universali (Dichiarazione ONU dei Diritti dell' Uomo) si trova la persona. La persona può trovarsi a vivere una religiosità matura (atea o di fede che sia), così come come può trovarsi a vivere una religiosità immatura, fideista, credulona, fondamentalista, integrista, etc.
Ogni persona va rispettata ...in tutte le sue scelte religiose.
Le principali religioni di oggi
Cristianesimo
Il Cristianesimo è la religione più diffusa nel mondo, in particolare in Occidente (Europa, Americhe, Oceania). Le forme storiche del cristianesimo sono molteplici, ma è possibile indicare tre principali suddivisioni o confessioni: il Cattolicesimo, il Protestantesimo, l'Ortodossia. Tutte queste tradizioni cristiane riconoscono, seppure con piccole varianti, che il loro fondatore, Gesù di Nazareth, è il Figlio di Dio, e lo riconoscono come Signore. Credono altresì, che Dio è uno in tre persone: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Inoltre, seppure con qualche differenziazione sul numero dei libri, considerano la Bibbia un testo ispirato da Dio. La Bibbia dei cristiani è composta dall'Antico Testamento, il quale corrisponde alla Septuaginta versione e adattamento in lingua greca del Bibbia ebraica con l'aggiunta di ulteriori libri, e dal Nuovo Testamento: quest'ultimo ruota interamente sulla figura di Gesù Cristo e del suo "lieto annuncio" (Vangelo).
Ebraismo Secondo la tradizione con Avraham, Isacco e Giacobbe l’ebraismo è la religione monoteistica dalla quale derivano il Cristianesimo e l'Islām. I principali testi sacri dell'Ebraismo sono raggruppati nel Tanakh, composto da Torah (pentateuco), Neviim (profeti) e Ketuvim (agiografi). Oltre a questi è riconosciuto il Talmud, testo fondamentale della pratica religiosa ebraica. Gli ebrei attendono la venuta del Messia.
Islām L'Islām è la più recente delle tre principali religioni monoteiste. Ha come principale riferimento il Corano considerato libro sacro. Il testo in lingua araba, una raccolta di predicazioni orali, è relativamente breve rispetto ai testi sacri ebraici o hindū. Il termine Islām significa letteralmente "sottomissione", intesa come fedeltà alla parola di Dio. L'Islām condivide con l'Ebraismo e il Cristianesimo gran parte della tradizione dell'Antico Testamento, legittimando il riferimento biblico secondo cui Isacco/Israele (progenitore degli ebrei) e Ismaele (progenitore degli arabi) erano entrambi figli di Abramo. Riconosce la vita e le opere di Gesù ritenendolo però solo un profeta. La figura di riferimento dell'Islām è Muhammad (Maometto), vissuto nel VII secolo nella penisola arabica, di cui la Sunna raccoglie gli aneddoti. Le due suddivisioni principali di questa religione sono l'Islām sunnita e l'Islām sciita.
Induismo L'Induismo è un insieme di dottrine, credenze e pratiche filosofico-religiose che hanno avuto origine in India, luogo dove risiede la maggioranza dei suoi fedeli. Secondo la tradizione, questa religione è eterna (Sanātana dharma, religione eterna) non avendo né un principio né una fine. L'Induismo fa riferimento ad un insieme di testi sacri che per tradizione suddivide in Śruti e in Smṛti. Tra questi testi occorre ricordare in particolar modo i Veda, le Upaniṣad e la Bhagavadgītā. religione
Buddhismo Il Buddhismo nel mondo Il Buddhismo è una religione che comprende una varietà di tradizioni, credenze e pratiche, in gran parte basata sugli insegnamenti attribuiti a Siddhārtha Gautama, vissuto in India intorno al VI secolo a.C., comunemente appellato come il Buddha, ossia "il Risvegliato". Le numerose scuole dottrinarie afferenti a questa religione si fondano e si differenziano in base alle raccolte scritturali riportare nei Canoni buddhisti e agli insegnamenti tradizionali trasmessi all'interno delle stesse scuole.