Elementi di Cristologia

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Liceo classico “A. Oriani� - Corato

Appunti I.R.C. www.religioweb.it

prof. Antonio de Palma

Elementi di

Cristologia

IV

ginnasio

Modulo didattico


ELEMENTI di

CRISTOLOGIA • •

Introduzione Gesù Cristo: cosa si sa di Lui? - fonti dirette cristiane (canoniche e non canoniche) - fonti indirette non cristiane (giudaiche, romane, greche)

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L'ambiente geografico L'ambiente storico e sociale L'ambiente culturale e religioso Cronologia della Sua vita

Introduzione Avvicinarsi alla figura di Gesù non è così facile. E’ incredibile come questo personaggio, vissuto duemila anni fa, abbia potuto resistere all’usura del tempo con una originalità e una freschezza fuori dal comune. Ma ..

Certo, nonostante questo personaggio sia ormai storicamente ben “situato”, in molti i dubbi sulla sua vera identità restano: e se fosse solo un grande uomo, solo un saggio, un maestro di morale? E’ stato solo un grande uomo.. o il Figlio di Dio? Un profeta.. o uno sfortunato innocente crocifisso? Colui che offre un senso inedito alla vita,.. o il superstar, il guru che dispensa ricette di felicità?

L'archeologia (dal greco ἀρχαιολογία, composto dalle parole ἀρχαῖος, "antico", e λόγος, "discorso" o "studio") è la scienza che studia le civiltà e le culture umane del passato e le loro relazioni con l'ambiente circostante, mediante la raccolta, la documentazione e l'analisi delle tracce materiali che hanno lasciato (architetture, manufatti, resti biologici e umani). Venne definita in passato come scienza ausiliaria della storia, adatta a fornire documenti materiali per quei periodi non sufficientemente illuminati dalle fonti scritte. In alcuni paesi, e specialmente negli Stati Uniti d'America è stata sempre considerata come una delle quattro branche dell'antropologia. L'archeologia paleocristiana è lo studio del Cristianesimo dei primi secoli attraverso il recupero, la documentazione e l'analisi delle tracce materiali che si sono conservate. I reperti archeologici sono utilizzati per gli studi riguardanti la storicità di Gesù e l'origine del cristianesimo.

Per poter fare chiarezza, è necessario capire i motivi della sua insuperabile originalità.

Cosa si sa di lui? Il cristianesimo non è una religione basata su un sistema di pensiero, un mito o una leggenda. Alla base vi è la storia di un uomo che è vissuto in Palestina 2000 anni or sono e che 2 miliardi di cristiani nel mondo riconoscono come il Messia, il Figlio di Dio. Tutta la sua vita, i suoi sentimenti e le sue decisioni, i suoi miracoli e i suoi gesti, la sua nascita e la sua morte ed infine la sua risurrezione, ... tutta la persona di Gesù sta alla radice della fede cristiana. Gesù non ha mai scritto nulla di proprio o, almeno, non ce ne è giunto alcun documento ed è altamente improbabile, considerati i tempi storici, che possa aver scritto qualcosa. Però, Gesù non è più un problema insolubile per gli storici. Dall’epoca illuministica, ci si chiese se fosse possibile o meno ricostruire con le fonti a nostra disposizione un storia attendibile di Gesù. Nacque così la cosiddetta “Ricerca sul Gesù storico”, che con metodi e presupposti sempre nuovi si è proposta di rispondere a questa domanda. La ricerca dell’ultimo cinquantennio è stata propiziata da uno studio nuovo delle fonti già note e dalla scoperta di fonti nuove e dal materiale proveniente dagli scavi archeologici, soprattutto quelle di ..

Nag Hammadi

► Cittadina situata a circa 50 km da Qina (Egitto centrorientale), dove nel 1945 furono rinvenuti 52 manoscritti di età paleocristiana redatti in copto. Tra gli scritti, attribuiti a diversi apostoli, è il Vangelo di Tommaso, che raccoglie i detti di Gesù, molti dei quali sono simili a quelli presenti nel Nuovo Testamento.

► Qumràn

(Khirbat Qumran, 'Rovine di pietra'), antico insediamento ebraico in Palestina, presso il quale furono rinvenuti, nel 1947, i manoscritti del mar Morto. Agli inizi dell'era cristiana, Qumran era il centro di una grande comunità religiosa, probabilmente della setta degli esseni i quali, separatisi dagli ebrei nel II secolo a.C. e perseguitati dai maccabei, si erano rifugiati in terre desolate, adatte al loro ascetico stile di vita. Manoscritti del Mar Morto Nel 1947, un pastore scoprì in una caverna di Qumran alcuni rotoli che contenevano frammenti di testi biblici. Si diede inizio ben presto a una campagna di scavi, che riportarono alla luce un corpus di testi in ebraico e aramaico, più antico di almeno mille anni rispetto ai testi ebraici allora conosciuti.


Gli studiosi distinguono le • fonti dirette quelle “cristiane” che parlano esplicitamente di Cristo che a loro volta si distinguono in o canoniche riconosciute dalla Chiesa (sostanzialmente i libri del Nuovo Testamento), e quelle o non canoniche, ossia non riconosciute dalla Chiesa, alle quali appartengono i libri apocrifi (= nascosti), come il Vangelo di Pietro e gli Atti di Paolo. • quelle indirette, che non parlano direttamente di Cristo ma contribuiscono a ricostruire l’ambiente geografico, sociale, politico, religioso ed economico in cui Gesù visse. ► FONTI DIRETTE canoniche Se i documenti giudaici e pagani attestano l'esistenza storica di Gesù, è a queste fonti che dobbiamo rivolgerci per conoscere chi sia veramente Gesù, la sua vita, il suo messaggio. Le fonti cristiane, ossia i 27 libri del Nuovo Testamento, costituiscono la documentazione più antica ed autorevole.

I VANGELI In quattro redazioni diverse ci mettono in contatto con la figura storica di Gesù e con il suo insegnamento, ossia con quello che Gesù ha detto e fatto nella sua vita pubblica, fino alla sua morte e risurrezione. Scritti in greco nella seconda metà del I secolo, vennero attribuiti dalla antica tradizione a quattro autori diversi. Due apostoli: Matteo e Giovanni; due discepoli di apostoli: Marco e Luca.

ATTI DEGLI APOSTOLI L'autore degli Atti è identificato dalla tradizione della Chiesa con Luca. Con il terzo vangelo in principio costituirono una sola opera che noi oggi intitoleremmo "Storia delle origini cristiane". L'arco di tempo considerato va dall'anno 30 al 63. È riportato il primo annuncio su Gesù fatto da Pietro ai suoi contemporanei, quando ancora questo poteva essere controllato dai testimoni oculari dei fatti. La separazione dal testo del vangelo avvenne quando i cristiani desiderarono possedere i quattro vangeli in un solo codice (libro). Ciò dovette avvenire molto presto, prima del 150.

LETTERE DI S. PAOLO (redatte tra il 50 e il 67 circa) L'apostolo delle genti ci è noto, più di qualsiasi altra personalità del N.T., dalle sue Lettere e dagli Atti degli Apostoli. Da accanito persecutore della giovane Chiesa cristiana, fu improvvisamente convertito sulla via di Damasco dall'apparizione di Gesù risorto che, manifestandogli la verità della fede cristiana, gli annunciò la sua speciale missione di apostolo dei pagani. Lo stesso Paolo dichiara di aver confrontato la sua fede e averne ricevuta l'approvazione da Pietro e dagli altri Apostoli. Fanno parte del N.T. anche le Lettere cattoliche e l'Apocalisse. ►

FONTI DIRETTE, non canoniche Vangeli apocrifi

Sono posteriori ai vangeli. Scritti da autori ignoti, per dar loro maggior credito sono stati a volte falsamente attribuiti a qualche apostolo (es. Protoevangelo di Giacomo, Vangelo di Pietro, di Tommaso, ecc.). Se da una parte manifestano il loro aperto carattere leggendario, dall'altra confermano l'esistenza storica di Gesù e l'interesse notevole suscitato dalla sua persona. Non si può tuttavia escludere che contengano qualche ricordo autentico su Gesù. La Chiesa non li ha mai accettati perché privi di autorità storica. Questo rifiuto rivela la preoccupazione di conservare e trasmettere inalterati i testi autentici dei quattro vangeli, dichiarati canonici, ossia normativi per la fede cristiana di tutti i tempi. Agrafa e Loghia sono invece raccolte di frasi dette da Gesù, la maggior parte di queste scritte dal II secolo d.C al X secolo. Accenni minimi facciamoli anche agli gnostici, lo gnosticismo era una corrente filosofica-religiosa che ebbe una grande diffusione nel 2° secolo d.C. Ma era già presente in Oriente e considerava il dio al pari dell'uomo.. ►

FONTI INDIRETTE giudaiche

Queste fonti non riportano molte notizie su Gesù e in genere dimostrano un atteggiamento ostile. TALMUD BABILONESE È una raccolta di riflessioni e di tradizioni ebraiche. "Viene tramandato: Alla vigilia (del sabbat e) della pasqua si appese Jesu (il nazareno). Un banditore per quaranta giorni andò gridando nei suoi confronti: "Egli (Jesu il nazareno) esce per essere lapidato, perchè ha praticato la magia e ha sobillato e deviato Israele. Chiunque conosca qualcosa a sua discolpa, venga e l'arrechi per lui". Ma non trovarono per lui alcuna discolpa, e lo appesero alla vigilia (del sabbat e) della pasqua".

Il Talmud riporta notizie su Gesù non conformi a verità, però è importante perché indica come data della morte di Cristo il 14 di Nisan, la stessa segnalata nel vangelo di Giovanni.


TARGUM Versione in aramaico di parti dell'Antico Testamento adottata nelle sinagoghe della Palestina. La traduzione si rese necessaria per spiegare quanto si leggeva nelle Scritture quando, dopo la cattività babilonese del VI secolo a.C., l'aramaico divenne la lingua parlata dal popolo, sostituendo l'ebraico.

GIUSEPPE FLAVIO Storico di rilievo della nazione giudaica. Nato a Gerusalemme nel 37 da famiglia di stirpe sacerdotale, abitò a lungo in questa città. Conobbe la prima comunità cristiana di cui si interessò con atteggiamento critico. Passato al servizio della dinastia dei Flavi, partecipò con i romani alla distruzione di Gerusalemme nell'anno 70. Nella sua opera Antichità giudaiche, pubblicata a Roma intorno al 93, si trovano due passi importanti. ►

FONTI INDIRETTE romane

Si trovano notizie su Gesù nelle opere di alcuni scrittori e storici latini che in alcune ► digressioni (che hanno la funzione di completare una narrazione storica) attestano che egli è veramente esistito.

PUBLIO CORNELIO TACITO (55-120 d.C.). Verso il 116 Tacito, grande storico romano, scrive la storia dell'impero tra gli anni 14 e 68 d.C. servendosi anche delle Storie di Plinio il Vecchio, testimone della caduta di Gerusalemme. Nei suoi Annali descrive tra l'altro l'incendio di Roma verificatosi nell'anno 64. Incendio che il popolo attribuì a Nerone il quale, per scagionarsi non trovò di meglio che accusare i cristiani: "l'oltraggiosa convinzione che l'incendio fosse stato ordinato non cessava né con mezzi umani, né con le elargizioni sovrane, né con i sacrifici espiatori, per cui Nerone, volendo mettere a tacere questa diceria, diede la colpa ad altri e punì con raffinati supplizi coloro che la gente chiamava "crestiani" e che, a causa delle loro scelleratezze, erano odiati da tutti. Questo nome ha avuto origine da Cristo, che fu condannato a morte sotto il regno di Tiberio dal procuratore Ponzio Pilato".

CAIO SVETONIO TRANQUILLO (75-150 d.C.). In qualità di segretario privato sotto l'imperatore Traiano e Adriano, aveva libero accesso agli archivi imperiali. Scrisse verso il 120 la Vita dei dodici Cesari nella quale a proposito di Claudio (41-54 d.C.) riferisce: "espulse da Roma i Giudei i quali, istigati da un certo Crestos, provocavano spesso tumulti". È molto probabile che con l'espressione "impulsore Chresto " ci si riferisca a Cristo; ciò risulta dal fatto che era usuale accanto a "Christus" anche la scrittura "Chrestos". Anche Tacito parla di "Chrestiani" e dal contesto risulta evidente che si riferisce ai seguaci di Cristo. ► corrispondenze tra il potere romano centrale e le sue ramificazioni provinciali. Per es: PLINIO IL GIOVANE (62-114 d.C.). Quando era governatore della Bitinia, in una lettera inviata all'imperatore Traiano nel 112, domanda come debba comportarsi nei confronti dei cristiani. Traiano risponde in modo tollerante: non ricercare i cristiani, ma se denunciati bisogna punirli se non accettano di sacrificare agli Dei. Un secolo più tardi Tertulliano rimprovererà all'imperatore la illogicità di questa strana sentenza affermando: se ritieni colpevoli i cristiani, perché non vai anche a cercarli? Se non li ritieni colpevoli perché condanni quelli che vengono denunciati? ► spunti polemici o satirici di pagani, Ebrei e filosofi contro i Cristiani: Petronio, Trifone, Apuleio, Marco Aurelio, Luciano, Galeno, Epitteto e Celso. ►

FONTI INDIRETTE greche

Si parla di Gesù anche in un documento in greco antico ritrovato nel XIX secolo dall'orientalista William Cureton. La Lettera di MARA BAR SERAPION, stoico siriano, è indirizzata al figlio (fratello), Serapione, lontano a causa di una guerra e da lui invitato a cercare virtù, saggezza e moderazione. Sono state avanzate diverse datazioni per la lettera, a partire dall'anno 73 fino al III secolo. La lettera è conservata nel manoscritto British Museum Syriac MS Additional 14658, al British Museum di Londra. La lettera fu tramandata probabilmente in virtù dei suoi insegnamenti morali o per la presenza di un riferimento ad un personaggio identificato dai cristiani siriani con Gesù. Nella lettera si dice: "Che vantaggio trassero gli ateniesi dal condannare a morte Socrate?... gli uomini di Samo dal bruciare Pitagora?... i giudei dal giustiziare il loro sapiente Re? Fu proprio dopo tale [delitto] che il loro regno fu distrutto [evidentemente la distruzione di Gerusalemme]. Dio giustamente vendicò questi tre uomini saggi: gli ateniesi morirono di fame; gli uomini di Samo furono sopraffatti dal mare; i giudei, rovinati e cacciati dalla loro terra, vivono in completa diaspora. Ma Socrate non morì per i buoni; continuò a vivere nell'insegnamento di Platone. Pitagora non morì per i buoni; continuò a vivere nella statua di Hera. Né morì per i buoni il Re sapiente; continuò a vivere nell'insegnamento che aveva impartito" .

A differenza dei precedenti documenti, qui il riferimento a Gesù è indiretto, tuttavia il testo che presenta Socrate e Pitagora quali personaggi storici, pone accanto a loro come figura storica anche il "saggio Re" dei Giudei. Questi non può essere che Gesù di Nazaret, il quale fu giustiziato (crocifisso) e con il suo messaggio dette "nuove leggi" all'umanità.”


Gesù Cristo: un uomo della storia e nella storia. Egli si staglia su uno sfondo ben noto agli esperti. Oggi non c’è più nessuno studioso, che metta in dubbio la storicità di Gesù.

Ma quali sono le coordinate principali della sua persona? Qual è stato il suo ambiente geografico, storico, sociale, culturale?

L’ambiente geografico La Palestina: è il cuore della «mezzaluna fertile», la zona geografica dove si svolgono i grandi fatti biblici. E’ la terra promessa da Dio al suo popolo. Qui nasce e vive Gesù. Essa si estende su una superficie è di circa 25.000 kmq (poco meno della Sicilia che è di 25.500 kmq). Si legge nel Vangelo di Matteo al cap. 4: «E Gesù percorreva tutta Galilea insegnando nelle loro sinagoghe e predicando il vangelo del Regno... E giunse la sua fama in tutta la Siria ... E lo seguirono grandi folle dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea, e dal paese che è oltre il Giordano». In pochi versetti è riassunta la suddivisione geografica della Palestina. Essa è… • orizzontalmente divisa in due parti dalla spaccatura del fiume Giordano, la più profonda depressione della superficie terrestre (208 m. sotto il livello del mare al lago di Tiberiade; 394 m. al pelo dell'acqua del Mar Morto). Questa fossa divide la Cisgiordania (ovest) dalla Transgiordania (est); • verticalmente distinguiamo tre fasce, partendo da nord: A nord, la Galilea, caratterizzata da una serie di colline dominate a settentrione dal monte Ermon (da cui nasce il Giordano) e seguite a meridione da una fertile pianura, quella di lzreel. È l'ambiente delta vita privata di Gesù (Nazaret), ma anche del suo primo ministero pubblico (lago di Tiberiade, Cafarnao, Cana). Al centro la Samaria, che si stende su un'area montuosa con l'omonima capitale e il tempio costruito in alternativa a quello di Gerusalemme. Gesù attraversa spesso questa regione per recarsi a Gerusalemme. Al sud la Giudea, formata da monti desertici, ruota attorno a Gerusalemme ed è lo scenario della seconda parte del ministero pubblico di Gesù e della sua morte e risurrezione.

Gerusalemme

è oggi la città santa degli ebrei, dei cristiani e degli arabi. Essa sorge su due colli, in una regione montuosa a circa 750 metri sul livello del mare. In Gerusalemme vi è il Tempio, dove Dio vuole onorata la sua misteriosa presenza in mezzo alla nazione. Per questo motivo la città ha un'importanza fondamentale nella storia di Gesù. Da essa Gesù riceve ufficialmente il riconoscimento di Messia e Figlio di Dio. Da qui si espande il cristianesimo. Al tempo di Gesù era popolata da circa 30.000 abitanti, è dominata dalla meraviglia del Tempio e, nella parte occidentale, dal maestoso palazzo reale: la splendida Fortezza Antonia.

L’ambiente.. storico e sociale Le fonti di informazione La vita e l’opera di Cristo sono inconfutabilmente radicate nel contesto storico, sociale della Palestina ebraica del I° secolo. Tale contesto è ricostruibile in base a: • notizie e informazioni pervenuteci da scrittori antichi, quali Strabone (60 a.C.-21 d.C.), Plinio il Vecchio (123-79 d.C.) Giuseppe Flavio (37-100 d.C.), Filone di Alessandria (20 a.C.-50 d.C.) • reperti archeologici relativi a località citate nei Vangeli; • papiri dell’archivio di Zenone, funzionario di Tolomeo II° ritrovati in Egitto, che informano sull’economia palestinese nell’epoca appena precedente la venuta di Gesù. ..allora: • Il periodo storico vissuto da Gesù è segnato da una data: il 6 d.C., quando la Palestina diventa provincia romana sottoposta all'autorità di un procuratore imperiale, comandante cinque coorti con 3000 uomini. La lista dei procuratori comprende personaggi differenti per qualità politiche. Il più famoso è Ponzio Pilato, in carica dal 26 al 36 d.C. Ostile ai giudei, li sottopone a vessazioni, culminate nella strage di Samarìa, che gli costerà la procura.


La vita politico-amministrativo-giudiziaria dei cittadini ebrei è regolata dal Sinedrio, consiglio presieduto dal sommo sacerdote in carica e composto da 71 membri: sommi sacerdoti emeriti, «anziani» (o senatori), che rappresentano la nobiltà sacerdotale e l'aristocrazia terriera, e «scribi», laici esperti in Bibbia. La situazione sociale. Le famiglie aristocratiche e sacerdotali, i funzionari imperiali (esattori di tasse e dazi, cioè i «pubblicani»), gli scribi e i sacerdoti minori vivono nell'agiatezza e nel lusso. Al contrario, i lavoratori a giornata, i contadini dipendenti dai latifondisti, i pescatori e la massa dei mendicanti sono nella miseria. La valuta greca (la dracma) e quella romana (il denaro) circolano liberamente, ma per la tassa del Tempio è necessario ricorrere, per motivi di purità religiosa, a una moneta interna (il siclo) cambiata nei cortili del Tempio da cambiavalute.

L’ambiente… culturale e religioso. Le tre istituzioni: il Tempio. Centro

unico ed universale dell’ebraismo era Il Tempio di Gerusalemme: quello esistente al tempo di Gesù venne iniziato nel 19 a.C. e portato a termine solo nel 64 d.C., appena sei anni prima di essere saccheggiato dai romani. Tre volte l’anno gli ebrei osservanti salivano a per soddisfare l’obbligo del pellegrinaggio in occasione delle tre feste annuali: Pasqua o festa degli azzimi intorno al 15 di Nisan (aprile); Pentecoste o cinquanta giorni dopo Pasqua; la festa dei Tabernacoli il 15 di tishri (ottobre). Nel Tempio, la collocazione delle persone riproduceva rigorosamente la distinzione dei gruppi sociali.

la Legge. Fondamento dello Stato e della civiltà ebraica, fin dal tempo di Mose, è la Legge. Dopo l’esilio di Babilonia, interpretato dai profeti come un castigo divino per la disobbedienza alla Legge, se ne volle accentuare talmente lo studio al punto che gli ebrei vennero poi soprannominati “ il popolo del Libro ”. Gli scribi, commentatori di professione della Legge, ne avevano fatto un feticcio: erano riusciti, per esempio a stabilire 39 tipi di azioni proibite di sabato (tra cui lo strappare una spiga dal campo e sfregarla tra le mani: cfr.Lc 6,1ss). Anche al tempo di Gesù gli scribi erano riusciti a farsi notare per la loro meticolosa preoccupazione per i minimi dettagli della legge esteriore, dimenticando però spesso lo spirito fondamentale secondo cui la Legge andava osservata (Mc 7,1-13; Mt 23.23). •

la sinagoga. Centro della vita religiosa e civile della comunità ebraica. Essa serviva: - come locale della preghiera pubblica e della lettura-commento della Scrittura, ogni sabato mattina e nei giorni delle grandi festività, presente tutta la popolazione, uomini da una parte, donne dall’altra, sotto la guida di un presidente; - come sede della scuola per i ragazzi maschi dai 6 ai 12 anni ; - come centro della vita della comunità e del suo governo: gli anziani sono i detentori dell’autorità e fungono da magistrati e tutori della morale pubblica; Gruppi e movimenti socio-religiosi Il quadro socio-religioso di Gerusalemme al tempo di Gesù è piuttosto sconsolante. Le lotte intestine dell'alto clero, i molti sacerdoti divisi in 24 classi, i leviti destinati al servizio liturgico nel Tempio, gli scribi molto rigidi (si diventa dottori della legge attorno ai 40 anni), la liturgia celebrata con rigorosa fedeltà esterna, l'osservanza delle prescrizioni rituali e sociali imposte dalla tradizione legale giudaica... generano, a volte, forme di pratica superficiale, e, non raramente, oppressiva. Gesù, più volte, condanna il ritualismo esteriore e le inique strutture sociali ed economiche. In questo periodo, politicamente turbolento, si rafforzano tra i giudei le correnti religioso-politiche che, nate intorno all'epoca dei Maccabei, alimentano le speranze d’Israele. Tra le più importanti si ricordano i sadducei, i farisei, gli zeloti, gli esseni. I primi tre gruppi sono spesso citati nei Vangeli.

I SADDUCEI Essi si ritengono discendenti da Sadoc (= Zadoc), sommo sacerdote dell'epoca di Salomone, rappresentano quasi esclusivamente l'aristocrazia sacerdotale da cui il Sinedrio riceve i sommi sacerdoti e gli anziani.. Politicamente poco influenti, anzi arrendevoli di fronte ai soprusi del potere romano, sono religiosamente tradizionalisti e conservatori, istruiti e benestanti., sono le persone dell’ordine costituito ed esercitano spesso nel Sinedrio la professione di giudici, insieme ai farisei. Giovanni Battista, dal deserto, li apostrofa «razza di vipere» (Mt 3.7). Gesù si scontra con loro più volte; essi lo considerano una minaccia alla tranquillità della nazione giudaica sotto il controllo romano.

I FARISEI (dall'ebraico perusìm = separato). I Farisei costituiscono un movimento «laico» all'interno del popolo, formano un gruppo colto, più preoccupato della fedele osservanza religiosa che dei problemi sociali o politici e perciò detti «separati».. All'inizio sono un gruppo minoritario; poi, pian piano, il loro influsso si estende sull'intera vita religiosa, sia in Palestina che nella diaspora. In qualità di scribi e di esperti della Scrittura, dopo la catastrofe del 70 d.C., conservano il patrimonio dell'ebraismo e incrementano il suo sviluppo. Si deve a loro la codificazione scritta della Legge, arricchita da insegnamenti e tradizioni che prendono il nome di Mishnah e Talmud. Il loro scopo è infatti la pratica letterale della Legge in ogni occasione della vita quotidiana: dal modo di stare a tavola alle regole del digiuno, dal modo di trattare i non ebrei alla proibizione di toccare cadaveri o oggetti impuri.


Gli ZELOTI Gli zeloti (cioè zelanti o fanatici della Legge e della causa di Dio) sono convinti assertori dell'elezione del popolo d’Israele ad essere la guida del mondo. Sono ribelli al giogo romano e per questo combattono per la libertà politica di Israele, motivando i loro appelli patriottici col fatto che la sudditanza a Roma è un tradimento di Dio l’unico vero re d’Israele. Il loro attivismo antiromano crebbe fino a far esplodere la grande insurrezione (66-70 d.C.) che avrebbe poi indotto l’esercito romano di Tito a distruggere la capitale Gerusalemme nel 70. Sono pronti a subire ogni tortura, fino alla morte. Gli zeloti estremisti sono i «sicari» (da sica = pugnale). Essi scelgono le assemblee festive per le loro azioni violente, poiché, dopo aver ucciso la vittima, si mescolano tra la folla, senza essere identificati. Tra i discepoli di Gesù vi sono due appartenenti a questo gruppo: Simone, lo zelota, e Giuda Iscariota.

Gli ESSENI Gli Esseni sono una setta di “monaci” (dall'aramaico hasayya: i pii, i santi o, anche, i taciturni) che vivono nel deserto che costeggia il mar Morto, segregati in piccole comunità, lontani dalla società. Sono fedelissimi all'osservanza del patto mosaico, Gli studiosi pensano che, presumibilmente, il loro gruppo più numeroso sia vissuto nella regione di Qumran.

Cronologia della vita di Cristo È in questo ambiente geografico, storico, sociale, culturale, religioso.. così problematico, connotato da dolori e ingiustizie, ma anche da attese messianiche, che nasce e vive Gesù Cristo. Il nome "Gesù" deriva dall'ebraico "Yehoshuah" (Jehovah è liberazione). L’appellativo "Cristo" deriva dal greco "christòs" ("l'unto") che significa "messia", persona consacrata. La vita di Gesù si divide in due periodi: La vita nascosta: è il periodo successivo alla nascita, che comprende un arco di circa trenta anni, di cui le fonti storiche parlano di meno. La vita pubblica: circa tre anni è il periodo che ci viene descritto in maniera accurata dai vangeli, dal battesimo sul fiume Giordano, alla risurrezione di Cristo.

Di seguito si riportano in breve i principali avvenimenti della vita di Cristo:

La nascita e la giovinezza Gli unici evangelisti che parlano della nascita e della giovinezza di Gesù sono Luca e Matteo. Gesù, concepito in modo straordinario da Maria, moglie di Giuseppe, nacque a Betlemme dove i genitori si recarono, in seguito all'emanazione dell'editto romano sul censimento, in quanto discendenti della tribù di Giuda.

Inizio della missione pubblica I tre vangeli sinottici (Matteo, Marco, Luca) fanno durare circa un anno l'inizio della missione di Gesù, mentre il Vangelo di Giovanni la fa risalire alla scelta dei primi discepoli (nel seguire le orme di Gesù) e la fa durare circa tre anni. Tutti e tre i vangeli sinottici descrivono il battesimo di Gesù nel fiume Giordano, grazie a Giovanni Battista, e annotano il ritiro di Gesù nel deserto, raccontando le tentazioni a cui Gesù fu sottoposto. Quindi, Gesù tornò in Galilea, dove non accettato passò a Cafarnao. Chiamò a sé alcuni discepoli tra i quali Pietro (Simone), Giacomo, Giovanni ed iniziò ad insegnare, proclamando l'avvento del Regno di Dio. L'essenza di questi insegnamenti è presentata nel "Discorso della montagna", che mostra le "beatitudini" e contiene il "padre nostro". L'attività missionaria provoca le ostilità con i farisei, timorosi del fatto che quegli insegnamenti indebolissero l'autorità della Legge (Torah); altri al contrario temevano che la sua attività mal disponesse le autorità Romane nei confronti della restaurazione della monarchia in Israele. Nonostante ciò la popolarità di Gesù aumentava, specialmente tra gli umili e gli oppressi. L'entusiasmo indusse i seguaci a "costringerlo a diventare re", ma questa proposta fu subito rifiutata da Gesù che si ritirò con i discepoli a Cafarnao dove tenne un discorso nel quale si proclamava "pane della vita". Con il passare del tempo i discorsi e i miracoli compiuti, soprattutto quello di Lazzaro, convinsero molte persone a credere in lui. Il momento più importante della sua missione pubblica fu quando Simon Pietro capì che Gesù era il CRISTO, benchè Gesù non l'avesse mai rivelato ai discepoli.

Gli ultimi giorni Quando arrivò la Pasqua, Gesù si diresse per l'ultima volta a Gerusalemme. La domenica precedente alla Pasqua, Gesù entrò a Gerusalemme, dove fu accolto dalla folla acclamante: qui il lunedì e il martedì, scacciò dal tempio i mercanti e i cambiavalute che avevano il permesso di commerciare e discusse con i sacerdoti. Gesù, festeggiando la pasqua con i suoi discepoli, benedisse il vino, spezzo il pane e lo distribuì raccomandando di fare altrettanto in sua memoria. Questi gesti restarono ben impressi nei suoi apostoli che li hanno tramandati fino ai nostri giorni.

Il processo di crocifissione Secondo Giovanni, Gesù, dopo l'arresto venne condotto da Anna per un primo interrogatorio. I sinottici riferiscono che Gesù venne condotto davanti al consiglio supremo degli ebrei, il SINEDRIO, dove il sommo sacerdote gli chiese di dichiarare se era "il CRISTO e FIGLIO DI DIO". Alla risposta, Gesù venne condannato a morte come blasfemo. Poiché solo il procuratore romano aveva la facoltà di infliggere la pena capitale, Gesù il venerdì mattina venne condotto davanti a Ponzio Pilato, il quale, prima di condannarlo gli chiese se era il RE DEI GIUDEI; Gesù replicò "tu l'hai detto". Pilato cercò vari espedienti per salvare Gesù prima di lasciare la decisione al popolo. Quando la folla invocò la sua morte, Pilato ordinò l'esecuzione. Gesù, fu condotto sul Golgota, dove venne inchiodato accanto a due ladroni su una croce sulla quale, al di sopra del suo capo, posero la motivazione scritta della sua condanna: INRI "Jesus Nazareno Rex Judeorum" (questi è Gesù, il re dei giudei). Più tardi il corpo venne deposto in una tomba.

La resurrezione La domenica mattina, "Maria di Magdala e Maria di Giacomo", recatesi alla tomba per ungere il corpo di Gesù, la trovarono vuota. Nel corso della stessa giornata, Gesù apparve alle donne e ad altri discepoli in vari luoghi a Gerusalemme. La maggior parte dei discepoli non negò di aver visto e udito il maestro, tuttavia all'inizio qualcuno, che non era presente alle apparizioni, ne dubitò sia la resurrezione che le apparizioni. Come riportato nel Nuovo Testamento la resurrezione di Gesù venne considerata dalle dottrine cristiane di maggior forza, in quanto dava all'umanità speranza di vita dopo la morte. Le dottrine riguardanti Gesù furono sviluppate successivamente nei dogmi della teologia cristiana; la vera natura di Cristo, divenne oggetto della disciplina teologica.


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