Liceo classico “A. Oriani� - Corato
Appunti I.R.C. www.religioweb.it
prof. Antonio de Palma
IV
ginnasio
Modulo didattico
Il luogo sacro nelle religioni
IL LUOGO SACRO •
Introduzione:
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le montagne, gli alberi, le acque le grotte e le caverne le pietre e i megaliti il tempio nelle antiche civiltà
Il "luogo sacro" nelle religioni abramitiche:
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la mentalità arcaica unitaria i luoghi ierofanici e cultuali il culto di una religione
I primi luoghi sacri:
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nelle religioni
dal Tempio di Gerusalemme alla sinagoga dalla domus.. alla Basilica.. alla chiesa dalla Ka'ba ..alla Moschea
Il "luogo sacro" nelle religioni asiatiche
Introduzione ► Gli studi antropologici ed etnologici, a tutt'oggi, ci dicono che la mentalità arcaica era unitaria, a-duale cioè in essa c'era la percezione di una fondamentale non-distanza, non-separazione tra spirituale e materiale, tra corpo e anima, tra spazio e tempo, tra sacro e profano. Per l'uomo arcaico la dualità sacro-profano era anzi una iattura (una cosa indesiderabile e nefasta). Lo sforzo dell'uomo antico era quello di mantenere l'unità tra il sacro e la vita ordinaria, perchè una vita de-sacralizzata sarebbe stata per loro una vita de-potenziata.
► Inoltre, per gli antichi popoli preistorici,
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tutto il cosmo era considerato come possibile luogo di ierofania (=manifestazione del sacro). Però c'erano anche alcuni luoghi che manifestavano in modo straordinario la presenza del sacro. Luoghi che inizialmente erano individuati nella natura, come montagne, alberi, acque, grotte, pietre, considerati sacri forse.. perché contenevano oggetti e forme ritenute sacre… perchè, per la capacità attrattiva dovuta alla loro straordinaria atmosfera, scatenavano, più di altri luoghi, la percezione o la presenza del sacro.
► Soltanto con le antiche civiltà (in Mesopotamia, Egitto, Grecia..) si cominciarono a costruire vere e proprie strutture architettoniche utilizzate come luoghi di culto.
► Cos'è il culto di una religione? Il culto di una religione, indipendentemente dalle sue sacre scritture, dalla sua teologia, o dalla fede personale dei suoi credenti, è la totalità della pratica religiosa esteriore, la cui trascuratezza è definita come empietà. Il culto è letteralmente la "cura" dovuta al dio e al suo sacrario. (Il termine "culto" deriva direttamente dal latino cultus, che significa "cura, coltivazione, adorazione", participio passato di colere, "coltivare".) L'insieme delle pratiche religiose servivano a "COLTIVARE" il sentimento religioso. La stessa parola CULTURA ha origine da cultus: la "cura verso gli dei e i luoghi sacri", secondo gli antropologi ed etnologi, una delle più antiche attività dell'uomo.
►In tutte le culture umane, troviamo
LUOGHI SACRI.
Diceva il filosofo Plotino (205-270 d.C.): «Quegli antichi saggi che cercavano di assicurarsi la presenza degli dèi costruendo templi e santuari e statue, ..essi percepivano che l'Anima, sebbene sia rintracciabile dovunque, la sua presenza può essere assicurata più facilmente quando viene costruito un ricettacolo adeguato, un spazio capace di ricevere qualche porzione di essa, qualcosa che la riproduca o la rappresenti e che faccia da specchio e che catturi la sua immagine...»
Le MONTAGNE SACRE In qualsiasi paesaggio le montagne sono grandi presenze e molti popolazioni del mondo le hanno rivestite di sacro. Sui monti troviamo templi e santuari in tutte le religioni. Nell’antica Grecia Giove abita sul monte più alto della Grecia, l'Olimpo e a Creta sul monte Ida.Il monte Fuji per lo shintoismo è sacro. In Cina ci sono 9 montagne sacre: 5 Taoiste e 4 Buddiste e tutte sono meta di pellegrinaggi. Secondo il Taoismo esse contengono l'energia tellurica simboleggiata dal dragone che corre sottoterra. Nel Tibet, in una delle aree più remote del mondo, una delle vette dell'Himalaya, il monte Kailash è la montagna più sacra, ospita le sorgenti del Gange ed è meta di pellegrinaggi per Induisti, Buddhisti e Giainisti. Per loro è l'ombelico del mondo... Nello sciamanesimo l'asse di rotazione della Terra rappresenta lo Spirito. L'asse cosmico ha la sua base al centro della Terra e il suo termine in Cielo. Le montagne si ergono verticalmente dal centro della Terra al Cielo ed il loro asse è simbolo dell'asse cosmico. A 45 Km da Mexico City si trovano le due montagne sacre degli Aztechi: Popocatepeti (che significa montagna fumante (5452 mt) vulcano) e l’ Iztaccihuatl. (che significa signora dormiente cioè vulcano spento 5286 mt). Numerose rovine di santuari indicano che i luoghi erano adibiti al culto. Nel Perù è famoso il Machu Pichu = 'Vecchio Picco' nella lingua Quechua. Il sito Inca era adibito a cerimonie sacrificali segrete. La montagna di Dio è un elemento presente in molte religioni. Questa credenza vale anche per le religioni monoteistico-profetiche: Ebraismo. Cristianesimo, Islam. Ad esempio: il monte Tabor in Israele, il Sinai in Egitto, il monte Calvario, il monte Hira dove Maometto ebbe la prima visione dell’arcangelo Gabriele, ecc.
GLI ALBERI SACRI In tutte le culture troviamo alberi che sono stati rivestiti di Sacro e più o meno in tutte le religioni antiche ritroviamo ”alberi sacri”. L'Albero Cosmico è una rappresentazione simbolica dello Spirito Universale come Asse del Mondo o Centro del Mondo. Questa simbologia si ritrova in tutte le religioni antiche e nelle religioni sciamaniche. Con le sue radici penetra nelle profondità della Terra , nel Sottoterra,e con le sue fronde raggiunge le altezze del Cielo. L'albero cosmico unisce il Sottoterra con la Terra e con il Cielo: unisce i mondi dei defunti, degli uomini e degli dèi. Pilastri in legno Irmensul (“colonne giganti”) rappresentanti l'Albero dell'Universo venivano eretti sulla sommità delle colline da alcune tribù germaniche. Un Irmensul molto venerato si trovava nella attuale Westphalia e venne abbattuto dal re cristiano Carlo Magno nel 772. Anche nell'antica cultura greca troviamo gli alberi sacri. Il bosco sacro più famoso rimane quello di Zeus, l'Atlis ad Olympia (V,7.1,11). Anche la quercia era sacra a Zeus specie al santuario oracolare di Dodona: le sue foglie vibravano la voce di Zeus; le vibrazioni venivano interpretate da sacerdotesse. La quercia era un albero sacro anche a Pan, mentre il mirto era sacro ad Afrodite. Nel Pandrosium presso il tempio Erechteum sull'Acropoli di Atene vi era un olivo sacro ad Athena. Alberi sacri li troviamo nelle culture antiche dei Romani e dei Celti, degli Assiri, etc, per i quali il tasso era simbolo di immortalità. L'albero sacro più famoso rimane quello del Paradiso Terrestre: l'albero della Vita o l'albero della conoscenza del Bene e del Male quello, per intenderci, della mela che causò la cacciata di Adamo ed Eva dall’Eden. Famoso anche l'albero della Illuminazione del Buddha venerato nel santuario di Bodh Gaya. In India ,gli alberi ficus religiosa e ficus indica sono la dimora delle anime in attesa di liberazione o rinascita. In Cina la pianta del Loto è considerato il confine tra l'umano e il divino. In India , a Bali, in Giappone esistono ancora foreste sacre.
Le ACQUE SACRE L'acqua è l'elemento naturale più diffuso sul pianeta e in tutte le culture essa e' il simbolo della vita e della fecondità. Uno dei sette saggi dell'antichità, il filosofo Talete, identificava il principio e la natura di tutte le cose nell'acqua. Numerosi sono i miti e le leggende relativi a sorgenti e fontane dell'eterna giovinezza e della vita, le credenze sulle acque miracolose che guariscono da tutte le malattie dell'anima e del corpo; nella Genesi è scritto che "lo Spirito di Dio aleggiava sulle acque" e nel quinto giorno della Creazione Dio comandò che "le acque brulicassero di esseri viventi", mentre con quelle del diluvio punì l'umanità peccatrice e salvò Noè che rispettava le sue leggi; presso gli antichi egizi il Nilo veniva raffigurato con una prole di fiumi e, in una statua, con la cornucopia (l'abbondanza) in mano; nella mitologia greca Oceano e' la personificazione dell'acqua che circonda il mondo generando con Teti i fiumi e, attraverso le figlie (Oceanine), le sorgenti e i ruscelli. Divinità legate all'acqua si ritrovano in tutte le antiche culture. nel Cristianesimo, il Sacramento del Battesimo, viene inteso come morte simbolica e quindi nascita di un uomo nuovo, rigenerato dalla fede e poi in molti luoghi sante e madonne prendono il posto delle ninfe, antiche divinità protettrici dei pozzi e dei corsi d'acqua; La Bibbia e i Vangeli parlano della Piscina di Siloe a Gerusalemme dove gli ammalati attendevano il segno di turbolenze per immergersi. A quel segnale molti avevano ricevuto la guarigione.
Quindi nelle culture di tutti i continenti l’acqua è l’elemento fondante delle religioni, dai miti cosmogonici ai rituali di purificazione, dalle tecniche per provocare la pioggia benefica e la rinascita delle sorgenti, della vegetazione e dell’agricoltura per la vita degli animali e degli uomini, essa è al centro dei luoghi sacrali, elemento universalmente legato alle ierofanie. In tutte le culture ritroviamo: fonti della giovinezza, fonti della salute, fonti della conoscenza, fonti dell'immortalità. La storia delle acque termali e minerali è lunghissima e continua ai nostri giorni. .
Le GROTTE SACRE Le grotte o caverne possono essere di origine sia naturale che artificiale. Le une e le altre fanno parte della cultura umana da sempre. Collocate spesso sotto il livello del terreno, grotte e caverne sono state associate alla Madre Terra come fossero parte del suo Grembo; venivano associate ai processi generativi, di vita e degenerativi, di morte. Continuamente in tutto il pianeta si scoprono grotte che sono state luoghi sacri, di culto, di antichissimi nostri antenati. Lo scrittore neoplatonico Porfirio (234-305) scrive che prima che fossero costruiti i templi le cerimonie religiose avvenivano nelle grotte.
Le PIETRE SACRE
e i MEGALITI
Pietre di varie specie e taglia sono state investite di sacro fin dai tempi della preistoria e ovunque nel mondo. Queste strutture preistoriche costituite da grandi pietre infisse verticalmente nel terreno o disposte a formare una costruzione, erano erette a fini di culto, funerari o celebrativi. I megaliti (dal greco: mega=grande lithos=pietra ) sono testimonianze dell'antichità costruite con grandi massi anche di 400.000 Kg. Alcuni studiosi parlano di religione megalitica per indicare tutte quelle culture che segnavano i luoghi sacri con blocchi di pietra sistemati simbolicamente. Alcuni resti religiosi megalitici si trovano in Africa e in Europa (i più antichi sono in Inghilterra e nella Spagna; il più famoso è quello di Stonehenge in Inghilterra). A partire dal 5000 a.C. vennero eretti megaliti grezzi o rozzamente scolpiti in tutta Europa. Solo nell' Europa Settentrionale sono sopravvissuti almeno 40.000 megaliti.
Questi
monumenti megalitici europei vengono solitamente divisi in quattro categorie:
►
menhir o monolito = Il nome deriva dal bretone men (pietra) e hir (lunga), ed è costituito da un’unica pietra, più o meno lavorata, conficcata verticalmente nel terreno. Di probabile significato magico o religioso, hanno una forma cilindrica o tendente al parallelepipedo e un’altezza variabile tra uno e dieci metri (ma in Francia ne esiste uno alto più di 20 metri). La superficie è talvolta scolpita, in modo variamente accurato, per raffigurare tratti antropomorfi oppure armi e ornamenti. Si rinvengono soprattutto isolati, ma anche allineati o disposti a cerchio come a Stonehenge. In Italia sono presenti soprattutto nel Salento (pietrefitte), in Sardegna (betili), in Lunigiana e intorno a Merano. Si attribuisce il nome di stele a una pietra eretta larga e sottile, spesso lavorata e decorata. Le stele vengono definite antropomorfe quando sono lavorate in modo tale da presentare un profilo che vuole rappresentare una figura umana.
►dolmen = Il nome viene dal
bretone dol (tavola), e men (pietra). E' una costruzione preistorica costituita da due o più lastre in pietra non tagliata (megaliti) conficcate nel terreno a sostenere una lastra che, posta orizzontalmente, funge da tetto. I dolmen possono anche essere molto elaborati. Alcuni presentano una serie di lastre verticali, affiancate e di altezza ridotta, che conducono alla camera del dolmen vero e proprio: a tali lastre si dà il nome di corridoio. Altri possono avere delle camere laterali più piccole, collegate o meno con la camera principale. La pianta di un dolmen può assumere forme diverse: nel caso più semplice è quadrata o rettangolare, ma esistono dolmen con i lati non paralleli, altri che presentano una pianta complessa, altri ancora che sono piegati a gomito, particolare che fa sospettare l'esistenza di momenti diversi di realizzazione dell'opera. Talvolta essi erano legati da significati specifici, spesso di carattere astronomico. Recentemente, infatti, l'archeoastronomia, scienza che studia le conoscenze di astronomia delle popolazioni antiche, e le relative connessioni con la vita religiosa e sociale dell'epoca, ci ha consentito di capire che spesso le direzioni individuate dai megaliti (un allineamento o l'asse di un dolmen, per esempio) erano tutt'altro che casuali e andavano invece a indicare alcuni punti dell'orizzonte nei quali si verificavano particolari fenomeni astronomici. Gli orientamenti più comuni riguardavano i punti del sorgere, o del tramontare, del sole in date particolari, come gli equinozi e i solstizi, oppure i punti estremi raggiunti dalla luna nel suo moto complesso. Così i megaliti erano, a volte, utilizzati come veri e propri osservatori astronomici; altre volte, invece, erano orientati su punti particolari dell'orizzonte per motivi rituali. Infatti, nell'antichità, si era venuta lentamente a costruire una sorta di religione astrale. Naturalmente le interpretazioni astronomiche non tolgono nulla alle ipotesi tradizionali.
►tumulo
I dolmen erano talvolta coperti di terra, così da
formare collinette artificiali (tumuli), probabilmente camere funerarie; molti sono circondati da altri megaliti. E' il monumento megalitico più diffuso nell'Europa occidentale: tra i 50.000 esempi rinvenuti vi sono anche varianti come la tomba a corridoio e le gallerie coperte; le pareti e le volte sono talvolta decorate con motivi geometrici o figurativi. La maggior parte dei tumuli oggi noti, rinvenuti nell’Europa occidentale, risale al Neolitico e all’età del Bronzo.
►henge = menhir disposti a cerchio o a file. Gli henge a cerchio sono formati da numerosi monoliti ordinati in modo radiale, come a Stonehenge e ad Avebury in Inghilterra e a Callanish in Scozia. Stonehenge, (pietra sospesa, da stone, pietra, ed henge, che deriva da hanging, sospendere: in riferimento agli architravi) presso Salisbury (Wiltshire) è la più
celebre fra le costruzioni di pietra, il simbolo stesso della cultura megalitica europea. Stonehenge è un cromlech, cioè un cerchio di pietre. In realtà, della struttura circolare complessiva resta solo un colossale frammento, perché nel Medioevo i monoliti di Stonehenge furono usati per costruire edifici, e sono così andati dispersi. Si tratta di una superficie circolare di 100 m di diametro delimitata all'esterno da un fossato e più internamente da un recinto di 56 fosse. In mezzo, lungo quattro cerchi concentrici, sono disposti blocchi di pietra verticali sormontati da lastroni orizzontali. L'edificazione del terrapieno circolare e del fossato sono state datate al 3100 a.C.. Dall'inizio dell'Ottocento molte pietre caddero e furono rimesse nella loro posizione attuale dagli ingegneri vittoriani. Il sito è stato aggiunto alla lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO nel 1986. Le pietre di Stonehenge sono allineate con un significato particolare ai punti di solstizio ed equinozio. Di conseguenza alcuni sostengono che Stonehenge rappresenti un "antico osservatorio", anche se l'importanza del suo uso per tale scopo è dibattuta. Stonehenge è attualmente luogo di pellegrinaggio per molti neo-druidi e seguaci di credenze neopagane.
Gli henge a fila sono formati da numerosi monoliti disposti in modo lineare. Esempio di questo tipo di costruzione è l’isola di Pasqua. L'isola fu così chiamata dall'esploratore olandese Jakob Roggeween, che vi sbarcò nel giorno di Pasqua del 1722, e fu annessa al Cile nel 1888. La caratteristica più importante e originale dell'isola è la presenza di circa 300 grandi statue di pietra dalle forme antropomorfe dette Moai, alte da 3 a 10 m, erette su piattaforme. Del tutto sconosciuti sono il significato, l'epoca di creazione e gli autori di tali statue, scolpite probabilmente da antichi abitatori dell’isola.
Il TEMPIO
nelle grandi civiltà e religioni dell'antichità .
Il Tempio è un edificio sacro dedicato a una o più divinità. Il termine deriva dal latino templum ("spazio delimitato"), e definisce sia uno spazio sacro, circoscritto, riservato all’incontro con la divinità, sia la dimora stessa della divinità, sia, infine, il luogo sacro in cui è possibile comunicare con il divino quindi adibito alle cerimonie religiose. In senso lato può indicare anche la moschea, la sinagoga, la chiesa e qualsiasi edificio deputato ad accogliere pratiche o attività religiose. E' lo spazio in cui materia e spirito si incontrano, è il luogo della manifestazione del sacro . ► Le prime forme architettoniche vengono a costituirsi verso il 3000 a.C. Il tempio è costruito - a pianta rettangolare o quadrata, o più raramente circolare, - a sviluppo verticale, con volumi gradatamente ridotti verso l'alto, come le piramidi o i templi a terrazze sovrapposte, e quelli ...
- a sviluppo orizzontale, comprendenti una successione di stanze, il santuario e colonnati esterni o altre elaborate soluzioni. .
►Nelle civiltà mesopotamiche e in particolare presso i Sumeri il tempio comprende più edifici e la torre (=Ziqqurat) costituita da percorsi a gradoni che conducono alla sommità. Le ziqqurat furono la tipologia più diffusa per un lungo periodo. L'esempio meglio conservato è costituito dalla ziqqurat di Nanna a Ur (XXI secolo a.C., rifatta nel VI secolo a.C.). ►Anche in Egitto il tempio si compone di più edifici, però si distingue dalle piramidi (=costruzioni in pietra adibite al culto dei faraoni defunti). Piramidi Edifici funerari o destinati al culto, comuni presso gli antichi egizi e presso alcuni popoli dell'America centrale e meridionale precolombiane. ►Anche i templi delle civiltà precolombiane dell'america centrale (Aztechi e Incas) sono complessi di vari edifici, vere e proprie «città-tempio» erette attorno a un terrapieno, rivestito di pietra e in forma di grandi piramidi a gradoni. ► In Iran viene introdotta la cupola come simbolo della volta celeste. .
► Nelle grandi civiltà e religioni dell'antichità, (Egizi, Mesopotamici, Persiani, Druidici, etc.) come nelle culture più civilizzate (dai Greci, ai Romani,) troviamo i grandi templi , luoghi sacri in cui si svolgevano i riti religiosi dell'impero, dedicati alle divinità: Essi erano costituiti essenzialmente da tre elementi: la parte profana accessibile al popolo, i laici, la parte sacra (il fano=sacro) accessibile al clero e.. nel fano c'è sempre il santuario che è una edicola o una costruzione in cui si trova il santo dei santi. Esso è lo spazio della divinità e nessuno può accedervi a meno di essere reso sacro, consacrato alla divinità stessa. Quindi accessibile solo in determinati tempi ai sommi sacerdoti. ► Solo nella cultura greca, al tempo dello sviluppo della filosofia apparve la concezione della dualità anima-corpo, la separazione tra spirito-materia, apparenza-essenza, sacro-profano. Tale mentalità entrò nell’ambito della religione pagana, per cui in essa troviamo spazi e luoghi ordinariamente separati per il sacro e il profano. Questa mentalità duale nata, appunto, nella cultura greca permane a tutt'oggi nella nostra cultura occidentale. Infatti nelle religioni monoteistiche-profetiche (ebraismo, cristianesimo, islam), il sacro e il profano vengono ritenute come realtà indipendenti e separate in quanto il sacro è percepito come qualcosa di puro, di perfetto e il profano come qualcosa di impuro, di imperfetto: il profano che invade il sacro provoca una profanazione e solo un rito di purificazione può ristabilire l'ordine. L'uomo però, pur appartenendo al profano, può essere santificato dalla potenza del sacro e così può entrare nella dimensione del sacro. Sacro e profano possono comunicare secondo un ordine preciso stabilito da Dio: il rito religioso, come abbiamo visto, mira proprio a questa comunicazione perchè in esso l'uomo riceve l'inseminazione della potenza salvifica divina (la benedizione nell'ebraismo e nell'islam , la grazia santificante nel cristianesimo), ma nell’ordinarietà della vita, è indispensabile mantenere la netta separazione tra sacro e profano.
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I LUOGHI SACRI nelle religioni abramitiche
►Dal Tempio di Gerusalemme alla Sinagoga
nell'Ebraismo
• Il tempio di Salomone
(ebraico: שדקמה תיב, Beit HaMikdash), anche conosciuto come Primo Tempio, fu, secondo il Tanach, il primo tempio di Gerusalemme ebraico. Costituì il punto focale della religione e fu il luogo dei sacrifici. Finito di costruire nel X secolo a.C., fu distrutto dai Babilonesi nel 586 a.C. Dopo l'esilio babilonese i Giudei ricostruirono il tempio di Gerusalemme: questa ricostruzione prese il nome di Secondo Tempio.
• Sinagoga
deriva dal greco synagogé, "assemblea, luogo di riunione"; in ebraico תסנכ תיב (Beit Kenneset, appunto casa di riunione). La sinagoga col tempo è passata a definire il luogo di culto della religione ebraica. E' l'edificio destinato alle preghiere collettive, allo studio e alla vita sociale delle comunità ebraiche; è un'istituzione fondamentale dell'ebraismo. Gli ebrei dell'Europa centrale e orientale chiamavano le proprie sinagoghe shuls ("scuole" in yiddish) il quale corrisponde all'usanza ebraico-italiana di riferire alla sinagoga come "scola"; gli ebrei riformati usano a volte il termine "tempio". CARATTERISTICHE Sebbene l'architettura delle sinagoghe non sia mai stata uniformata, vi sono alcuni elementi pressoché costanti: - di grandissima importanza il tabernacolo che conserva la Torah, che si trova sulla parete rivolta verso Gerusalemme; - il ner tamid ("fiamma perpetua"), ossia un lume sempre acceso davanti al tabernacolo; - un grande tavolo su una piattaforma elevata (bimah) dall'alto del quale viene letta la Torah alla congregazione di fedeli; - un piccolo leggio da cui viene condotta la funzione e da cui il rabbino può tenere il sermone; - infine, i posti a sedere per i fedeli. Tradizionalmente, uomini e donne siedono in sezioni separate, anche se le sinagoghe riformiste e conservatrici non osservano tale usanza. Il candelabro a sette braccia (menorah) è un tipico elemento ornamentale.
Sinagoga di Roma Sita nel quartiere detto Portico di Ottavia, dove anticamente era il ghetto, la sinagoga di Roma è il punto di riferimento della comunità israelitica di Roma, che conta attualmente circa 16.000 persone. In una parte dell'edificio è allestito il museo ebraico.
ORIGINI Le origini della sinagoga come istituzione sono oscure; il reperto archeologico in assoluto più antico che ne testimoni l'esistenza è un'iscrizione egiziana del III secolo a.C., mentre in Palestina è un'iscrizione greca del I secolo a.C. che ne evidenzia la funzione didattica, "per la lettura della Legge e l'insegnamento dei comandamenti". Le più antiche sinagoghe scoperte, a Masada e a Herodium, risalgono al I secolo d.C. , prima della distruzione del Tempio di Gerusalemme. Le testimonianze letterarie del I secolo d.C. (le opere del filosofo Filone di Alessandria e dello storico Flavio Giuseppe, come anche il Nuovo Testamento) parlano della sinagoga come di un'istituzione ormai consolidata. Finché non venne distrutto, il centro del culto ebraico fu il Tempio di Gerusalemme e la sinagoga fungeva da luogo di incontro per studiare e, probabilmente, per pregare; quando il Tempio fu raso al suolo nel 70 d.C., la sinagoga lo sostituì. Gran parte della liturgia dell'ebraismo rabbinico – compresi i momenti precisi per pregare e il numero di funzioni da celebrarsi durante lo Shabbath e le feste – fu studiata in modo tale da corrispondere ai rituali e ai ritmi dello scomparso culto del Tempio. Fin dall'antichità la sinagoga servì anche da centro per la comunità e persino da ostello per ebrei in viaggio.
►La chiesa nel Cristianesimo Con il cristianesimo il luogo di culto viene considerato in modo nuovo; non è tanto una costruzione di mattoni, quanto una realtà spirituale, personale e vivente. È pur vero che i primi cristiani frequentano le sinagoghe, ne hanno di proprie, si riuniscono nel Tempio di Gerusalemme, adattano le case dei credenti a luoghi di culto e, quando queste non bastano più, costruiscono sale (come attesta il pagano Porfirio, che nel 268 parla di «amplissime sale dove i cristiani si riuniscono per pregare») e, infine, basiliche e chiese. Ma Gesù dichiara apertamente che con Lui «è giunto il momento in cui né su questo monte [Garizim], né in Gerusalemme adorerete il Padre... I veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità” (Gv4,21 23).
• La Chiesa
(architettura) E' l'edificio destinato al culto nella religione cristiana. L'edificio ecclesiastico come è attualmente inteso non si è potuto sviluppare prima dell'Editto di COSTANTINO del 313, anno in cui è stata concessa la libertà di culto ai cristiani. Il Cristianesimo, nato come religione minoritaria, di piccoli gruppi, diventa in occidente, sotto il governo dell' Imperatore TEODOSIO (dopo il 330 d.C.) religione dell' Impero e perciò religione di massa. Fino ad allora i cristiani usavano riunirsi in edifici privati, chiamati domus ecclesiae (case della comunità). Con la libertà di culto si pose anche il problema di come costruire gli edifici necessari per la liturgia cristiana, che poteva essere celebrata pubblicamente.
Origine della basilica cristiana La basilica era la tipologia più ricorrente di edificio pubblico in epoca romana. La destinazione d'uso era piuttosto varia, ma comunque sempre a carattere "laico", poiché il culto religioso ufficiale, quello pagano, si svolgeva presso i templi. E' per questo motivo che Costantino, dovendo realizzare edifici cristiani, adottò la tipologia della basilica, facendone un edificio nuovo, grazie a lievi ma determinanti modifiche (ad esempio l'entrata su uno dei lati brevi di fronte all'unica abside che si apriva sul lato opposto). (Nel disegno in alto: la basilica di S. Pietro, fatta realizzare da Costantino) La tipologia del tempio, che tanta fortuna avrà in seguito alla riscoperta della classicità, era troppo legata alla religione pagana per essere accettata dai cristiani. Oltre a ciò, con le sue celle riservate ai sacerdoti ed inaccessibili al pubblico non era adatta a un culto comunitario. La basilica era un edificio eminentemente funzionale, in cui il grande spazio interno non solo permetteva di accogliere la comunita religiosa in un'assemblea di popolo, ma soprattutto, con il suo sviluppo longitudinale, guidava lo sguardo dei fedeli verso il centro ideale, l'altare sopraelevato, circondato dall'abside. Di lato: la basilica di Massenzio (IV secolo) La struttura architettonica era sobria. La grande aula era divisa in 3 o 5 navate, separate da filari di colonne unite fra loro da un architrave o da arcate, che terminavano nella parete di fondo dove si apriva l'abside a coronamento dell'altare. La navata centrale, sopraelevata, si apriva lungo le pareti laterali in grandi finestre che riversavano nell'interno una luminosità intensa. La copertura era realizzata con tetto a spioventi sorretto da capriate e coperto con tegole. Le basiliche coperte a volta - come quella di Massenzio costituivano un' eccezione: saranno una norma solo dopo vari secoli, dall'epoca romanica in poi La basilica romana generalmente si trovava proprio nel cuore della città, cioè su un lato del Foro, a fianco dei templi dedicati agli dei più venerati. Le basiliche costantiniane furono realizzate invece in posizione molto periferica, come si addiceva ad una religione emergente, ma destinata ad occupare un ruolo di assoluto rilievo.
Funzione primaria della chiesa è quella di ospitare la comunità dei fedeli per consentirle di partecipare alla celebrazione del rito religioso. La chiese delle sedi vescovili, dette cattedrali, sono generalmente imponenti, arricchite da splendidi apparati decorativi e articolate internamente in spazi destinati a diverse pratiche e momenti liturgici. Ma poiché per alcune confessioni il culto si svolge con una breve cerimonia, per altre secondo un rituale elaborato, le chiese rispecchiano queste differenze in una vasta tipologia di strutture e arredi: l'edificio sacro può essere ad esempio abbellito da statue e dipinti, oppure presentarsi completamente spoglio. Comune a tutte le chiese è tuttavia il simbolismo espresso attraverso lo schema planimetrico:
I due impianti fondamentali nelle chiese cristiane sono: ► a pianta centrale (circolare, quadrata o poligonale), con un ampio spazio al centro, spesso sormontato da una cupola.. e ► a pianta basilicale, sviluppata lungo un asse che termina da un lato con la facciata (nella quale si apre il portale), dall'altro con la parete di fondo e l'altare. Santa Costanza a Roma, esempio di chiesa a pianta centrale, è costituita da un corpo cilindrico sovrastato da una cupola e circondato da due deambulatori circolari. La cattedrale di Saint-Sernin a Tolosa, invece, presenta una pianta a croce latina, in cui la navata maggiore è intersecata verso l'estremità da un transetto.
Le due forme di base sono talvolta coniugate tra loro ed entrambe presentano sovente bracci aggiuntivi, che formano la struttura.. ► a croce , evidente richiamo alla Passione di Cristo. Si dice croce greca quella i cui bracci sono di uguale misura; croce latina quella in cui il braccio principale (corrispondente alla navata centrale) è intersecato perpendicolarmente da un braccio più corto (transetto).
CHIESE PALEOCRISTIANE La basilica paleocristiana era costituita da un insieme di ambienti, ciascuno dei quali svolgeva una funzione liturgica o assistenziale. La classificazione della comunità in vari gradi e la necessità di assicurare ad ogni categoria il proprio posto. Questi erano: •
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l’atrio (atrium), un "quadriportico" che precedeva l'aula di culto ed era riservato ai gradi più bassi della comunità, ai catecumeni; uno dei lati del quadriportico metteva in comunicazione l'atrio con la chiesa, non direttamente, ma con un ambiente trasversale, detto nartece, che precedeva l'ingresso della basilica. l’interno della chiesa era costituito da una grande sala rettangolare, suddivisa per mezzo di colonne o pilastri. Queste suddivisioni presero il nome di navate, il numero delle navate era sempre dispari: una, tre, cinque sette, nove. La maggior parte delle basiliche era a tre navate; al di sopra delle navate laterali, alcune basiliche paleocristiane presentavano un piano soprelevato, illuminato da finestre proprie, lunghe quanto le navate sottostanti e talora estese anche alla facciata interna. Queste gallerie furono chiamate anche "tribune" o matronei perché erano destinate ad accogliere le donne; era invece riservato al clero lo spazio del presbiterio, situato nella parte terminale della navata maggiore detto anche sacrarium e naòs, termine proprio della cella del tempio pagano, gli organismi che lo componevano, fondamentali per le funzioni liturgiche, erano: l'altare, l'abside, la cattedra, i banchi per il clero, l'ambone e i cancelli; l’altare era ed è tuttora il luogo sacro per eccellenza, dove si compie il sacrificio, l'altare poteva essere di marmo, pietra, legno e muratura; poteva essere rivestito di metallo prezioso (oro, argento, bronzo); poteva essere fisso o mobile; sopra l'altare s’innalzava spesso il ciborio, un baldacchino sostenuto da quatto colonne con una copertura a piramide o a cupola, alla quale si fissavano quattro veli, che venivano chiusi per nascondere l'altare al momento della consacrazione;
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la cattedra, sedile con schienale alto e braccioli, forma un insieme inscindibile con l'abside, generalmente soprelevata con qualche gradino, era prerogativa delle chiese episcopali, titolari e monastiche, ed era destinata al vescovo, al presbitero o al capo della comunità monastica; l'ambone era una specie di tribuna soprelevata sostenuta da colonne o da un basamento, con balaustra perimetrale, destinata alla lettura dei testi sacri e alle omelie. Esso generalmente aveva l'aspetto di una piattaforma a ferro di cavallo con l'ingresso fiancheggiato da cancelli; l'abside era lo spazio della chiesa alle spalle del presbiterio, nell'architettura romana absidi semicircolari coperte erano largamente impiegate in diversi tipi di costruzioni, si trattava di uno spazio a pianta semicircolare, coperto da una calotta emisferica in muratura o in blocchi, che ospitava la "cattedra" fiancheggiata dai subsellia; talvolta, tra le navate e l'abside s’inseriva una navata trasversale, che veniva chiamata transetto per il fatto di trovarsi oltre i cancelli che delimitavano il presbiterio. Il transetto poteva avere la stessa larghezza dell'edificio oppure sporgere oltre il muro perimetrale.
CHIESE DELL'EUROPA MEDIEVALE .
Nel mondo occidentale, la pianta basilicale fu dapprima adottata ►nelle chiese romaniche (XI-XII secolo), ►poi in quelle gotiche (XII-XV secolo). Erano provviste di archi e volte, quelle romaniche a tutto sesto, quelle gotiche a sesto acuto. Le chiese romaniche sorsero non di rado, soprattutto in Francia, presso fiorenti comunità di monaci, che furono anche sapienti architetti e valenti costruttori. La prima struttura interamente gotica fu l'abbazia di Saint-Denis, vicino a Parigi, costruita intorno alla metà del XII secolo su disegno dell'abate Suger. Nel XIV secolo nella maggior parte delle città europee furono erette cattedrali gotiche di vaste e complesse forme, illuminate internamente da ampie vetrate e impreziosite all'esterno da numerose guglie (di particolare bellezza e rilevanza il Duomo di Milano in Italia e quello di Colonia in Germania).
CHIESE RINASCIMENTALI E BAROCCHE Stampa del Duomo di Firenze ► Questa antica stampa raffigura la pianta e la facciata esterna del Duomo di Firenze. La costruzione della chiesa, iniziata nel 1296 dall'architetto Arnolfo di Cambio, si protrasse per circa 150 anni; l'edificio è considerato oggi un capolavoro dell'arte rinascimentale.
stile rinascimentale nacque in Italia e di qui si diffuse in tutto il resto d'Europa. Come tutte le opere architettoniche di questo periodo, anche le chiese furono edificate secondo forme e moduli ispirati all'antichità classica romana. Elementi caratterizzanti sono le sobrie arcate a tutto sesto, i colonnati e le cupole, accordati tra loro in proporzioni armoniche (in netta contrapposizione con la forte spinta ascensionale delle cattedrali gotiche nordiche). Nel XVI secolo lo schema della chiesa italiana fu esportato oltremare, in particolare a opera dei gesuiti. Nello stesso tempo anche le chiese riformate protestanti, dapprima legate a un tipo semplificato di edificio di matrice medievale, assorbirono gradualmente i principi architettonici del Rinascimento. Lo
Nel XVII secolo fino alla prima metà del XVIII si diffuse anche nell'architettura sacra il barocco, uno stile mosso, teso a trasmettere emozioni attraverso forme prevalentemente curvilinee. Il barocco nacque a Roma nell'epoca della Controriforma ed ebbe grande fortuna, oltre che in Italia, anche nell'America latina, in Spagna e nelle zone cattoliche della Germania e dell'Europa centrale.
CHIESE NEOCLASSICHE ED ECLETTICHE Nel XVIII secolo le chiese di molti paesi europei risentirono del neoclassicismo, che in Inghilterra assunse caratteri propri e fu denominato stile georgiano. Tale stile si affermò anche nell'America settentrionale, dove furono eretti edifici religiosi a pianta basilicale con guglie alte e appuntite. Verso la metà dell'Ottocento, nel generale revival degli stili storici, fu il neogotico ad affermarsi in particolare nell'architettura religiosa. CHIESE DEL XX SECOLO Già alla fine del XIX secolo cominciarono a sorgere chiese dagli impianti innovativi, resi possibili dalle moderne tecniche costruttive e dall'uso di materiali nuovi come l'acciaio. Venne riproposto il modello della chiesa a pianta centrale, con l'altare posto in mezzo ai fedeli. La rinascita dell'arte religiosa portò ad arricchire i nuovi edifici ecclesiastici con sculture, mosaici e vetrate. Gli esempi più interessanti di chiese novecentesche sono Notre-Dame du Haut a Ronchamp (1950-1955) di Le Corbusier e la chiesa di San Giovanni Battista (nota come chiesa sull'Autostrada, 1960-1964) di Giovanni Michelucci, presso Firenze.
Le Corbusier: Notre-Dame-du-Haut, Ronchamp La chiesa di Notre-Dame-du-Haut a Ronchamp, progettata dall'architetto francese Le Corbusier e realizzata tra il 1950 e il 1955, è una delle creazioni più originali dell'architettura contemporanea. La cappella segna inoltre un momento di rottura nello stile di Le Corbusier, il quale, distaccatosi dal rigore compositivo del razionalismo, ricercò un linguaggio più libero e fantasioso, come si può notare dalla forma del tetto, dal grande campanile, dalla varietà e dalla disposizione irregolare delle aperture verso l'esterno.
Un interessante esempio di chiesa degli ultimi decenni del secolo è quello del santuario di Padre Pio, progettato da Renzo Piano, in corso di realizzazione nei dintorni di Foggia.
►La moschea nell' Islam .Nell'Islam, i fedeli di Allah si riuniscono nelle moschee, che non sono templi ma semplici luoghi di riunione che rende visibile la comunità religiosa agli uomini e ad Allah. Masgid (moschea) viene dalla radice araba Sa-gia-da, che vuole dire prostrarsi, quindi in senso etimologico la moschea significa ed è "luogo di prostrazione", in essa i musulmani si radunano per prostrarsi in preghiera, specialmente il venerdì che è il giorno dell'assemblea. Le moschee sono, secondo il corano "case che Dio ha permesso di costruire, affinché il suo nome venga in esse menzionato" (Sura 24,36). La storia narra che appena il Profeta Mohammed arrivò a Medina fece iniziare la costruzione della moschea che divenne poi il centro dell'attività sociale, politica e religiosa. La prima moschea fu il cortile della casa di Maometto a Medina. Il muro rivolto verso la città santa della Mecca aveva una parte coperta da una tettoia dove si recitavano le preghiere; le altre pareti erano fiancheggiate da basse arcate.
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Modello di moschea Elementi architettonici fondamentali della moschea sono ► il cortile con una fontana per le abluzioni, , ► la sala della preghiera (spesso articolata in più navate) e ► il muro che chiude quest'ultima in direzione della Mecca (quibla), al centro del quale si apre la nicchia del mihrab. Vicino al mihrab si trova il minbar, il pulpito dal quale viene recitato il sermone del venerdì. Il cortile è circondato da un portico coperto, che può lasciare posto su uno o più lati al liwan, grande ambiente voltato, spesso coronato da una cupola centrale. All'esterno le moschee hanno normalmente un .. ► minareto (possono essere tondi o quadrati, a spirale oppure ottagonali, bassi e tozzi oppure alti e sottili) da dove il Muezzin (Muadhhdhin) fa l’appello alla preghiera. La decorazione proliferò nella forma di intarsi, inserti, mosaici e dipinti che, per il divieto islamico di rappresentare forme umane o animali, assunsero la forma di disegni geometrici, foglie e arabeschi.
L'Imam è colui che guida la preghiera. Nelle società di religione prevalentemente islamica le moschee hanno finalità sociali e politiche oltre che religiose: sono infatti anche la sede di numerose funzioni pubbliche e fungono da tribunale, scuola, sala per assemblee e perfino da spazio per parate. Spesso nei locali adiacenti si trovano biblioteche, scuole, ospedali o tesorerie. Per insegnare e interpretare il Corano, oltre che per lo studio delle scienze, vengono fondate accanto alle moschee anche numerose madrasa, conventi e università.
Il venerdì (yawm al-giumu’ah) è il giorno nel quale la comunità si raduna (come indica il nome di giumu’ah). Si raduna a mezzogiorno per la preghiera pubblica seguita dalla khutbah, cioè il discorso tenuto dal Khatib (colui che insegna) che, in realtà non è una predica cioè un commento al Corano. Questo discorso affronta le questioni dell’ora presente: politiche, sociali, morali, eccetera. Ecco perchè in molti Paesi musulmani – per esempio in Egitto, il più popoloso Paese musulmano arabo – tutte le moschee sono sorvegliate il venerdì e le più importanti sono circondate dalla polizia speciale. Il motivo è semplice: le decisioni politiche partono dalla moschea, durante la khutbah del venerdì. La moschea, quindi è un vero centro socio politico culturale, non solo un luogo di culto. .
LA KAABA
ةبعك,
(in arabo cubo) o più precisamente, Ka'ba è una costruzione che si trova a Mecca, di 10 × 12 metri di lato, per un altezza di circa 15 metri (ma prima dell'avvento dell'Islam di misure assai più contenute, con un ingresso sopraelevato) che in età preislamica era dedicata al culto della divinità maschile di Ḥubal, per poi essere successivamente identificata dall'Islam come il primo tempio dedicato al culto monoteistico fatto discendere da Dio direttamente dal Paradiso. La tradizione islamica ricorda come il primitivo edificio fosse stato distrutto dal Diluvio Universale, non prima che se ne fosse messo in salvo un pezzo: la Pietra Nera, nascosta nelle viscere di una montagna presso Mecca ed estratta per la sua opera di riedificazione da Ibrāhīm) aiutato dal figlio Isma-īl (l'Ismaele biblico), che collocarono la Pietra Nera all'altezza di circa 1 metro dal suolo, nell'angolo di Sud-Est dell'edificio, dove è poi rimasta sia pur incastonata dopo i danni subiti in un successivo incendio.
Secondo le medesime tradizioni i Banu Quraysh della Mecca avrebbero però aperto le porte del santuario a un gran numero di altre divinità venerate in tutta l'Arabia, così da invogliare alla sosta i mercanti provenienti per i loro affari nella città e richiamare altri pellegrini, traendone i relativi lucrosi vantaggi. Maometto (Muhammad in arabo), che avrebbe partecipato da giovane a uno dei restauri della Ka'ba, eliminò ogni idolo dal suo interno al momento della sua conquista della Mecca nel 630, sanzionando con un pellegrinaggio il rituale da seguire in futuro per il hajj, che alla Mecca ha per l'appunto uno dei suoi punti di preghiera collettiva più imponenti e qualificati. L'edificio è normalmente coperto da una kiswa, un preziosissimo tessuto nero, riccamente intessuto di lamine d'oro che ripropongono scritte coraniche. Tale rivestimento viene rinnovato ogni anno e la vecchia copertura viene tagliata in pezzi che si distribuiscono ai fedeli che lo conservano come preziosa reliquia. All'interno - normalmente accessibile solo agli inservienti e alle personalità più illustri che ne hanno la custodia (attualmente la famiglia reale saudita) - la Ka-ba ospita un pozzo, ormai essiccato, un tempo destinato a raccogliere il sangue delle vittime sacrificali e a conservare il tesoro della divinità, mentre 3 colonne aiutano pressoché simbolicamente a scaricare il peso del tetto, dotato di una grondaia (mizāb) che fuoriesce perpendicolarmente al lato occidentale, con uno gocciolatoio che è chiamato "barba del mizāb". Sul lato settentrionale vi è la porta di accesso, difesa da inservienti e dalla speciale polizia incaricata di sovrintendere alla tranquillità dei riti religiosi impedendo l'ingresso ai fedeli più eccitati, mentre a breve distanza dal lato occidentale corre un basso muretto (ḥaṭīm) che delimita un'area interdetta al calpestìo e che si crede sia stato il luogo di sepoltura di Ismaele e della madre Hāgar, mentre tutta l'area circostante l'edificio (maṭāf) sarebbe stato il luogo d'inumazione di un altissimo numero di profeti che avrebbero preceduto Muhammad.
I luoghi sacri
delle religioni asiatiche
Nell'Asia prevalgono l’Induismo e il buddismo, che in Cina è affiancato da altre due religioni tradizionali, il taoismo e il confucianesimo, in Giappone dallo Shintoismo e dallo Sciamanesimo. Seguono le due principali religioni minoritarie del Paese, ossia il Cristianesimo e l'Islam. Per accompagnare ogni religione nei paesi asiatici sono presenti luoghi tipici di culto.
► Tempio indù Nell'epoca vedica il rituale era svolto in luoghi aperti costruendo di volta in volta l'altare per l'oblazione del fuoco. Successivamente nasce il concetto di "casa di Dio" o il "luogo d'incontro con Dio". Il tempio diventa il centro della cultura. L'arte, la musica, la danza, la poesia, la pittura, l'architettura, la scultura pulsano nei templi e nei suoi monumentali edifici. Il tempio è la casa della divinità e ogni devoto vi si reca, secondo le sue necessità o aspirazioni, a "pregare" la divinità principale del tempio dove vengono celebrati i differenti rituali di adorazione. Là, egli può cantare gli inni devozionali, recitare le scritture, portare le offerte per la divinità: frutta, fiori, polveri colorate a seconda della divinità adorata. All'interno del tempio si svolge il rituale, puja, durante la quale il pujari (celebrante) porge alla divinità le offerte dei devoti, restituendo ad essi il cibo divinizzato, la fiamma che rappresenta la conoscenza e vari altri simboli. Le immagini nei templi divengono, attraverso riti speciali, veri e propri canali di energia spirituale, che nella loro forma sottile trasmettono potenti impressioni positive ai devoti influenzando le loro correnti vitali interiori attraverso la semplice "vista", darshana. L'immagine della divinità all'interno del tempio può essere antropomorfica (murti) o simbolica come ad esempio uno yantra (diagramma mistico). Negli ultimi decenni sono sorti templi indù in ogni parte del mondo, persino in Italia. Vi sono templi in tutta Europa, America, Australia, Africa e naturalmente se ne trovano migliaia in Asia.
► Templi buddisti I templi buddisti vengono chiamati O-Tera, erano spesso costruiti su alture, o comunque in posizioni strategiche, per poter meglio controllare eventuali invasioni durante le guerre di potere. Prima di entrare nell'area del tempio, ci si trova di fronte a due statue dall'aspetto inquietante, chiamate "Dewa", a guardia del tempio e rivolte verso nord, poiché è da quella direzione che arrivano le forze del male. rima di arrivare al tempio i fedeli spesso acquistano dei bastoncini di incenso per poterli poi accendere ai piedi della statua del Budda, o, sbattendo un contenitore cilindrico, prendono dei foglietti di carta con su scritte delle preghiere, che poi legano alle piante od ai supporti che trovano nei dintorni del tempio, come buon augurio. Una volta entrati nel tempio, si nota la grande ricchezza dei materiali e dell'architettura, dei dipinti e delle sculture. Non è raro entrare in un tempio e trovarsi immersi nei suoni dei gong o dei martelletti che accompagnano le continue e cicliche preghiere dei monaci. L'intera struttura dell'O-Tera, inoltre, è rialzata da terra da uno o più gradini, per evitare l'ingresso agli spiriti del male, che non si possono staccare dal terreno. Le strutture dei templi sono frequentemente integrate dai "Kodo", ovvero saloni per gli incontri, per le letture o destinate alla mostra di oggetti sacri. Un'altra struttura quasi sempre presente è una grande campana posta su un piano rialzato. Affianco agli O-Tera sorgono spesso i "To", o pagode, o torri, che trovano in India le loro origini.
► Le pagode buddiste Una pagoda è un edificio caratteristico dell' architettura Buddista, costituito da diversi piani ciascuno dei quali dotato di un proprio tetto a falde spioventi con gli spigoli inferiori curvati verso l'alto, generalmente di forma quadrangolare o ottagonale. Questi "To" possono arrivare ad avere fino a 13 piani, ma solitamente ne hanno solo cinque (a rappresentare aria, fuoco, terra, acqua e vento) o tre (a rappresentare passato, presente e futuro). La parola deriva probabilmente dal cinese per "torre a otto angoli". È un edificio principalmente, ma non esclusivamente, destinato a scopi religiosi, comune soprattutto in Corea, Cina, Giappone, Nepal; in Thailandia inoltre il nome è usato anche per riferirsi ad altri luoghi di culto. Un'altra delle funzioni della pagoda è probabilmente quello di attirare i fulmini: ciò avviene spesso a causa della loro altezza e per via del pennacchio appuntito presente sulla cima, spesso decorato con motivi religiosi, che agisce da vero e proprio parafulmine. Scaricando l'energia dei fulmini sulla pagoda si mettevano al sicuro le altre aree del tempio vicino, non di rado fatto di legno. Sebbene la maggioranza delle pagode avesse scopo religioso, la forma dell'edificio, che consentiva di raggiungere grandi altezze, è stata utilizzata anche per altri scopi. Le pagode in verità sono un'evoluzione dello STUPA indiano il quale però aveva come scopo principale quello di ospitare reliquie sacre; nel corso della storia gli stupa seguirono il Buddismo nella sua espansione, perdendo in parte il significato originario e adattando la propria architettura ai vari paesi (gli stupa più antichi erano semplici cumuli di terra).
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Lo Stupa La struttura di uno stupa è la stessa in tutti i paesi di religione buddista. Deriva dagli otto tumuli sotto i quali, secondo l'uso funerario indù, furono seppelliti i resti del Buddha dopo la sua morte. Questi edifici, collegabili originariamente ai tumuli funerari, divennero poi soprattutto reliquiari e sorgono nei luoghi in cui si crede che abbiano vissuto santi o divinità. Sono sormontati da una cupola suddivisa in cinque sezioni. Esse rappresentano architettonicamente gli elementi che costituiscono l'universo: lo spazio, l'aria, il fuoco, l'acqua e la terra. Gli stupa conservano al loro interno ceneri e corpi di santi, sacre scritture e reliquie. Sono inoltre circondati da un corridoio processionale, entro il quale, camminando in senso orario, si compie il rituale di preghiera. Lo stupa e' di diverse grandezze e per un buddista e' la rappresentazione simbolica dell'universo. Davanti allo stupa si innalzano pilastri, colonne commemorative di episodi della vita di Budda (celebre e' la colonna di Sarnath).
► Templi cinesi I templi cinesi sorgono generalmente in posizioni molto belle, circondati da montagne, corsi d’acqua, laghetti e boschi. Templi tipicamente cinesi ripropongono le caratteristiche peculiari di quella architettura con i tetti multicolori (verdi o gialli), le colonne decorate, i cortili che si susseguono, i padiglioni che ospitano le varie statue di Buddha ed i Bodhisattva, A-Ma, la dea protettrice dei pescatori, Kun Iam, la divinità della misericordia, Kwan Tai, il dio guerriero e saggio, che protegge la letteratura, la ricchezza, i negozi. Divinità minori sono poi adorate dalle fanciulle che cercano marito, dagli studenti che devono sostenere gli esami, dalle donne che vogliono avere figli, dagli invalidi, dai poveri e così via. Non esistono momenti particolari per invocare l'aiuto delle varie divinità, come non vengono fatte cerimonie collettive: ognuno prega e fa offerte quando ritiene più opportuno. Proprio grazie a questa estrema libertà di culto chiunque, anche il turista, ha libero accesso a tutti i templi. La visita a questi numerosi ed eterogenei templi conferma l'impressione di trovarsi in un luogo in cui il folclore si mescola alla religione, alle leggende, alle credenze popolari.
► Tempio shinto I templi shintoisti sono chiamati Jinja e si distinguono dal classico ingresso costituito da due grossi pali (o colonne) che sostengono una "trave" orizzontale (o più). Di solito questi "ingressi", chiamati torii, sono tre, e servono per purificarsi. Se costruiti in legno, spesso, sono di colore rosso e la loro origine è legata al traliccio su cui si trovava il gallo che, con il suo canto, fece uscire la dea sole Amaterasu dalla caverna dove si era isolata causando lo sprofondamento del mondo nelle tenebre. Attraversati i torii, prima di arrivare al vero e proprio Jinja, ci si purifica con dell'acqua: il rituale prevede che ci si lavi prima la mano sinistra, poi quella destra, ed infine che ci si lavi la bocca utilizzando la mano sinistra. La purificazione, nei templi shinto, può avvenire anche tramite il fuoco, la sabbia, il sale o il sake. Spesso infatti si vedono dei contenitori colmi di sabbia in cui vengono infilzati dei bastoncini di incenso, ed i credenti ne respirano il fumo, muovendo l'aria verso sé stessi con le mani. In seguito si raggiunge la campana del tempio, sopra o vicino la scatola dedicata alle offerte, e si suona tirando la corda legata al battente, chinando il capo due volte; poi si battono le mani, come in preghiera, per due volte di seguito, si suona la campana chinando nuovamente il capo ed infine si lascia un'offerta. Sempre per la dea Amaterasu, molti ingressi dei templi Shinto sono orientati ad est, per accogliere il sole che sorge. Qui si trovano spesso i Koma-inu (o "shishi"), ovvero le statue di cani-leoni a guardia del tempio. A volte, proprio a causa dell'intreccio tra lo shintoismo ed il buddismo, queste statue possono trovarsi anche in alcuni templi buddisti. Si pensa che siano stati introdotti nella cultura giapponese insieme alle influenze buddiste provenienti sia dalla Cina che dalla Corea. Di solito i koma-inu sono due: uno è rappresentato con la bocca aperta, così da scacciare e spaventare i demoni, mentre l'altro è rappresentato con la bocca chiusa, per proteggere e trattenere gli spiriti benevoli. Spesso i fedeli lasciano delle offerte in denaro, o in cibo, prima di andarsene. Un altro rito praticato nei templi Shinto è quello di lasciare delle strisce di carta, dopo averle conquistate con un'offerta, con su scritte frasi di fortuna o di negatività: se il biglietto è legato alla fortuna, verrà portato a casa; in caso contrario, verrà annodato ad un apposito supporto, in modo che lo spirito del tempio possa esorcizzare la sfortuna. I Jinja sono spesso molto semplici e costruiti in legno, anche di dimensioni molto ridotte, e sono numerosissimi, sparsi per tutto il Giappone. Al loro interno, non contengono statue degli dei, ma reliquie sacre, come lo specchio, la spada ed i gioielli (riproduzioni degli oggetti sacri delle divinità) ed all'esterno, al contrario dei templi buddisti, non ci sono cimiteri.