Appunti I.R.C.
1° liceo
prof. Antonio de Palma
modulo didattico
Liceo classico “A. Oriani” - Corato
www.religioweb.it
La dottrina della salvezza nelle religioni.
Soteriologia
LA SOTERIOLOGIA (la dottrina della salvezza) •
nelle religioni cosmico-mistiche: o o
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Induismo Buddhismo
nelle religioni monoteistico-profetiche: o o o
Islam, Ebraismo, Cristianesimo
Introduzione Nell'ambito della storia delle religioni, la soteriologia (dal greco σωτηρìα = "salvezza", e da λόγος = "parola", "ragione") è lo studio della salvezza nel senso di liberazione da uno stato o una condizione non desiderata. Gli studiosi affermano comunemente che “nel problema della salvezza si tocca il cuore vivo della religione.” In verità la funzione primordiale di qualsiasi religione è soprattutto quella soteriologica, quella cioè di offrire la salvezza attraverso la risposta agli enigmi della condizione umana, che ieri come oggi turbano profondamente il cuore dell'uomo. Il termine “salvezza” assomma nel vocabolario umano tutte le aspirazioni dell’uomo a conservare e migliorare la condizione esistenziale in cui si trova. Rimanda variamente a uno stato di limite, di paura, di solitudine, di dolore del quale si invoca il superamento e la cancellazione per raggiungere una condizione di libertà, sicurezza, comunione e pace. Salvezza è perciò connessa con la speranza e l’attesa, che sono strutture vitali per l’uomo. La domanda sulla salvezza scivola così spontaneamente sul terreno delle religioni, venendo fin quasi a identificarsi con le finalità stesse della religione. Poiché in nessuna parte del mondo v’è coincidenza tra il reale e l’ideale, tra l’esperienza e il desiderio, tra la vita e la perfezione, emerge dovunque un’aspirazione generale alla salvezza che si tematizza nelle religioni. E ne deriva un quadro dove si contrappongono il termine di partenza, cioè la situazione esistenziale precaria, e quello di arrivo, cioè la mèta ideale, la quale appare come liberazione nella storia, o al termine di essa, come nell’ebraismo, nel cristianesimo e nell’islam; oppure come «liberazione dalla storia» e dall’esistenza individuale, quale è il caso dell’induismo, del buddhismo e in genere delle spiritualità orientali e cosmiche. Per raggiungere la salvezza, ogni religione indica • il tipo di risposta alla domanda se la salvezza si possa conseguire con le sole forze dell’uomo, o sia invece necessaria una donazione dall’alto, una «parola divina», come presagiva Socrate alla vigilia del grande passaggio all’altra vita (Fedone 85d). • le vie e i mezzi da seguire (ad esempio la
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preghiera, il sacrificio, le azioni rituali, la meditazione, l’osservanza di certe norme e leggi morali, l’ascetismo..)
le persone che servono da guide, mediatori e intercessori di salvezza;
Le religioni cosmico-mistiche ....propongono la salvezza attraverso la liberazione da uno stato di colpa, dalla miseria morale e materiale, dalla paura del male, dal tempo ciclico, dagli attaccamenti ai beni terreni e materiali. ..
Induismo
Esistere è sofferenza , questa è la verità che è evidente a tutti gli esseri senzienti. Come uscire dalla sofferenza-esistenza e raggiungere uno stato di felicità duratura? Le scritture sacre indù, i libri Veda, ma soprattutto le Upanishad additano le radici della fragilità umana nel desiderio (Kama), che indeboliscono l’agire umano (Karma) accrescendo l’incatenamento dell’uomo all’esistenza fenomenica e obbligandolo alla rinascita, alle reincarnazioni. (Samsara) Per l'INDUISMO la vita dell’uomo sulla terra può essere sintetizzata con queste tre parole: Kama, Karma e Samsara. ► Kama ha il significato di desiderio, cioè di un amore non ancora posseduto. ► Al kama segue il Karma o azione, che può essere buona o cattiva; a seconda di essa l’uomo sarà buono in misura maggiore o minore, con la conseguenza dell’esistenza in una determinata casta o la conseguenza reincarnazione in una casta inferiore o superiore. Solo chi è veramente saggio e totalmente puro si libera dalla legge del Karma e ritorna all’Assoluto per non fare più ritorno al mondo nel ciclo del samsara. ► Il Samsara (reincarnazioni) è una sorta di viscosità che lega ed impantana lo spirito umano al maya, a ciò che è apparenza in quanto emanazione di Brahman. Per disgrazia propria l’uomo si lascia sedurre dal maya (mondo dell’illusione che ottenebra la mente dell’uomo), vincolandosi ad esso, ed il samsara non rappresenta altro che il legame soggettivo, umano con il maya. L’uomo riuscirà a raggiungere la salvezza solo quando spezzerà i fili che lo legano al maya L'INDUISMO indica la via della salvezza con la parola moksa. Moksa significa liberazione dalla fragile condizione umana. Tale liberazione porta all'immortalità, all'estasi, alla suprema felicità, al Brahman che è lo stato finale e definitivo, il terminus ad quem della salvezza, delineato in altri testi sacri indù in maniera teistica. ..
L’indù che va alla ricerca della salvezza può contare sull’aiuto dei guru, dei mantra e dei rituali sacri. ► Il guru è un maestro spirituale, che fa da mediatore tra lui e l’ultima realtà, il Brahman. Senza la sua guida è praticamente impossibile raggiungere la salvezza. Egli è un’autorità assoluta per il discepolo, dal quale riceve onori e appellativi divini. Solo il guru può assegnare al discepolo ►il mantra, cioè una formula sacra, la cui meditazione e ripetizione assidua portano alla salvezza. Per la gran massa del popolo indiano, però, molto spesso la ricerca della salvezza avviene attraverso.. ►i rituali sacri come la visita ai templi sacri, ai centri di pellegrinaggi, o attraverso l’immersione nei fiumi sacri (Gange) dove devozione e magia, preghiera e rito, purificazione delle colpe e acquisto di meriti, ingenuità e sfruttamento si fondono in un amalgama che in nessun posto del mondo raggiunge l’intensità e il colore dell’India.
Buddhismo Il Buddismo, nato come una grande "eresia" del Brahmanesimo induista , si è sviluppato come dottrina universale del riscatto dalla sofferenza tra il sec. VI a.C. e l'VII d.C. Oggi è la quarta comunità religiosa mondiale, dopo Cristianesimo, Islam e Induismo, e conta almeno 400 milioni di seguaci. Verso il V° secolo a.C. il principe indiano Gautama Siddharta, percorrendo una Via Mistica diversa da quella induista la " Via di Mezzo" , oltre i sensi, oltre la mente, oltre l'anima ( l'IO, l'Atman, il Sè) , entra in una Coscienza Iilluminata, libera da tutti i karma , libera dal Samsara, libera dalla sofferenza. E' la coscienza portata ( non è detto da Chi o da che cosa ) nel " Vuoto di esistenza" , nel Sunyata , nella Estinzione ( del desiderio e dei karma ), Nirvana. E' il Buddha ,l'illuminato, la Coscienza Pura della ChiaraLuce, che irradia Compassione . Nel grande affresco della ricerca della salvezza nell’India il messaggio del Buddha si è autopresentato come la via per eccellenza, la via equilibrata, la «via media» accessibile a tutti per giungere al porto della pace imperturbabile. Un detto di Buddha suona: «Come l’oceano è pervaso da un solo sapore, quello del sale, così il mio messaggio ha un sapore unico, quello della liberazione». Si tratta della liberazione dal dolore esistenziale che pungola ogni vivente dalla nascita alla morte. .
Il messaggio centrale del Buddha è racchiuso nel discorso che egli diede a Benares ai primi cinque discepoli. E' chiamato il discorso delle «Quattro nobili verità»: . .
1°
«Ecco, o monaci, la prima verità. E' la nobile verità del dolore: la nascita è dolore, la vecchiaia è dolore, la malattia è dolore, la morte è dolore. L’unione con ciò che non si ama e la separazione da ciò che si ama, è dolore. Non ottenere ciò che si desidera, è dolore,ecc . 2° La seconda verità: essa rivela l’origine del dolore: è il desiderio che produce la rinascita e la reincarnazione. 3° La terza verità: essa insegna che il dolore può essere soppresso, annullato, distrutto. 4° La quarta verità indica gli otto sentieri da seguire per sopprimere il dolore: «retta visione, retto volere, rette parole, rette azioni, retti mezzi di esistenza, retto sforzo, retta attenzione, retta concentrazione». . .
Al vertice di questa «via media», la via per eccellenza, la via più equilibrata, sta il nirvana che designa la salvezza. Nirvana letteralmente vuol dire spegnimento; quindi liberazione, «terra pura», il paradiso di Buddha.. . Nessun dio, nessun mediatore può intervenire nell’impresa; l’uomo deve trovare in sé le risorse necessarie per estinguere i desideri e raggiungere l’illuminazione (bodhi ) che sfocia nella pace suprema del Nirvana. .
Religioni cinesi La mentalità cinese è orientata alla perfezione dell'uomo interiore come condizione di felicità. L'identità cinese è legata alla Tradizione culturale antica e questa custodisce 3 vie per raggiungere l'obiettivo della perfezione • la Via Taoista • la Via Buddista • la Via di Confucio .
Tutte e tre le vie sono "la religione cinese". "Tre dottrine una dottrina" dicono i cinesi: tre tradizioni religiose antiche che si distinguono, non si contrappongono e lasciano a ciascuno la libertà di adesione a una , due o a tutte e tre. Nel clima di relativa tolleranza oggi vigente in Cina, il governo comunista mantiene una netta distinzione tra 5 grandi religioni istituzionalizzate:(Confucianesimo, Taoismo, Buddhismo, Islam, Cristianesimo) che godono di una certa libertà Il Confucianesimo è la dottrina di Confucio e dei suoi seguaci che ha dominato per oltre duemila anni la vita etica, politica e religiosa della Cina. Secondo il pensiero taoista (che in questo non si discosta da quello confuciano) esiste un’armonia universale che lega tutti i livelli del cosmo: terra, uomo e cielo. Il principio su cui si fonda il Taoismo è il tao, termine di difficile interpretazione, tanto che un verso del Taodeing recita: “Il tao che può essere definito col nome non è il tao costante”. Il tao, che è presente in ogni cosa e la condiziona, è un flusso vitale che ha dato origine a tutto, e che scorre incessantemente, mutando sempre e rimanendo sempre lo stesso. Associata al tao è la concezione dello yin yang. Yin e yang sono i due princìpi che mantengono l’ordine naturale del tao: yin è il principio femminile, passivo ed oscuro, identificato con la luna; yang il principio maschile. Yin e yang sono opposti e complementari tra di loro, relativi (si può essere yin sotto un certo aspetto e yang sotto un altro) e non antitetici, tanto che nella pienezza dell’uno è implicita l’origine dell’altro. Il loro alternarsi determina tutte le cose. hile, attivo e luminoso, identificato con il sole. L’obiettivo del Taoismo filosofico è quello di raggiungere la santità, lo stato di perfetta armonia con il mondo naturale, uno stato che si acquista uniformandosi ad esso tramite meditazione ed estasi, che permettono l’identificazione con il tao. La natura non deve essere alterata dall’azione umana, e per questo il taoista pratica e predica il “non agire” (wu wei) in tutti i campi (anche in quello politico), non lasciandosi turbare né dai mutamenti, né dalla morte. Come religione popolare, il Taoismo mise in atto diverse pratiche per potenziare e per rendere immortale il corpo: • diete alimentari di vario tipo, • tecniche respiratorie (come lo yoga cinese), ginniche, sessuali, e contemplative.
Le religioni monoteistiche-profetiche ...propongono la salvezza come "progetto" di Dio che interviene nella storia e salva. .
L'Islam si presenta come una religione di sicurezza e di prosperità più che di salvezza. Il terminus ad quem della soteriologia islamica è assicurare la felicità dell’uomo in questa e nell’altra vita vita. Una felicità espressa in termini concreti: • sulla terra il “successo”, • nell’al di là il “paradiso” descritto con immagini di godimento, come un’oasi senza confini. ("Paradiso"è un termine di derivazione iranica che significa "giardino", "parco recintato" e che nel greco della Bibbia dei Settanta indica il nome del luogo in cui fu posta la prima coppia umana (Genesi 2:4b ss.). Nel racconto della Genesi la creazione, e in essa l'uomo e la donna, appare come armoniosa e corrispondente a un provvidente disegno di Dio così che il giardino dell'Eden diviene spazio ove compiere una felice esperienza del Dio creatore. Tutto questo prima del peccato: con il peccato, invece, viene introdotto un elemento che impedisce all'uomo di poter adeguatamente cogliere l'immediata relazione con Dio, esperienza che viene descritta con l'immagine della cacciata di Adamo ed Eva )
Per il musulmano il “successo temporale” è prova del favore divino e viceversa l’”insuccesso” come uno scandalo per la fede, perciò ogni gesto, ogni lotta di liberazione.. viene visto come una “guerra santa”, come riconquista del favore divino che assicura il paradiso. Nel Corano il paradiso viene descritto come un giardino di delizie. Le sure 56,10-39 e 76,12-22 ne danno questa descrizione: «..Riposeranno sopra letti ornati di gemme,.. andranno attorno ad essi garzoni che saranno conservati eternamente giovani, con coppe senza manico e un calice di bevanda fresca e limpida.., e con frutta della specie prescelta e di carne di volatili come desidereranno. Vi saranno huri (lett.“le bianche”) dai grandi occhi simili a perle nascoste a ricompensa di quanto avranno operato...» (56,15ss). Nell'Islam, le Huri sono splendide fanciulle che abitano il paradiso e ricompensano i fedeli con il piacere sensuale della loro compagnia. Per ottenere il “successo” in questa vita e la felicità eterna in Paradiso, condizione indispensabile è la fede accompagnata dalle opere. Le opere necessarie alla fede e quindi alla salvezza consistono nel fare totalmente la volontà di Dio (Sharìa) che è fondata sui cinque pilastri: 1 ► la professione di fede, 2 ► la preghiera, 3 ► il digiuno del Ramadan, 4 ► l'elemosina, 5 ► il pellegrinaggio alla Mecca.
L’ebraismo, che è il prototipo delle religioni monoteiste, interpreta la sua storia come storia di un Dio che salva il suo popolo, dalla schiavitù d'Egitto, nel dono della Legge, nella missione dei profeti, nella salvezza che porterà il Messia. I due aspetti, temporale ed eterno, della salvezza sono presenti anche nell’ebraismo come vediamo, ma con caratteristiche proprie e inconfondibili. Si può anche dire che la spina dorsale dell’ebraismo è la speranza della salvezza. Di questa speranza Israele è persuaso di essere testimone per tutta l’umanità. La salvezza è opera di Dio, che compie con l’onnipotenza del suo braccio nella storia, ma l’ebreo è tenuto a collaborare con la fedeltà alla Legge e l’impegno per la giustizia, la pace e la libertà.
Il patto di alleanza con Dio che sta alla base dell’esistenza del popolo è in funzione della salvezza e Dio “ per realizzarla manderà il suo Servo” (Is 49,6). Dove, quando, come sarà, l’ebreo non lo conosce, ma certo egli deve prepararsi e affrettare con opere di giustizia il giorno della sua venuta.
Il Cristianesimo riconosce il “Servo di Dio” e la presenza di Dio salvatore nella persona di Gesù Cristo “autore e principio di salvezza” (cfr. Eb 2,10;5,9). Figlio dell’ebraismo, anche il cristianesimo si presenta come religione di speranza e di salvezza futura, ma annuncia con vigore una salvezza già presente nella storia, operata nella morte e risurrezione di Cristo. Essa consiste nella liberazione dal peccato e nel dono dello Spirito di Dio. Grazie a tale dono, che si riceve con la fede e il battesimo, l’uomo è risanato dalle ferite del peccato, reso libero interiormente e assimilato a Cristo dallo Spirito Santo. Esso realizza tutte le aspirazioni più profonde dell’uomo. Nel Nuovo Testamento il passaggio alla salvezza viene definito con varie espressioni: passaggio dalla morte alla vita, dalla schiavitù alla libertà dei figli di Dio, dalla vita nella «carne» alla vita nello Spirito, dallo stato di inimicizia a quello di pace e amicizia con Dio, spogliazione dell’uomo vecchio e rivestimento dell’uomo nuovo, partecipazione alla natura divina... Si tratta, come si vede, di una realtà primariamente interiore che è fonte di gioia spirituale e produce un dinamismo di vita nuova, ed è essenziale rilevare che si tratta di un avvenimento passato, presente e futuro. San Paolo dichiara, infatti, con eguale certezza che «siamo stati salvati» (Rm 8,24), «siamo salvati» (1 Cor 15,2) e «saremo salvati» (Rm 5,9). Per la Chiesa Cattolica, la salvezza non è solo una liberazione passiva del peccato (peccato originale e peccato attuale) e suoi effetti: l'azione di Dio è una liberazione attiva che eleva gli esseri umani ad uno stato sovrannaturale, alla vita eterna, in un piano spirituale superiore alla vita terrena, per unirsi in un solo corpo mistico con Cristo, una delle tre Persone della Trinità e accedere alla dignità di figli di Dio, per vederlo "come egli è" (1 Gv 3:2), in comunione di vita e amore con la Trinità e tutti i santi (Catechismo della Chiesa Cattolica, 1023, 1025, 1243, 1265-1270, 2009)