Liceo classico “A. Oriani” - Corato
Appunti I.R.C. www.religioweb.it
prof. Antonio de Palma
Il fascicolo intende fornire dati fondamentali su temi etici per riflessioni individuali e dibattiti in gruppo.
AMBIENTE terra • • • • • • • •
ECOLOGIA LA NATURA SVILUPPO SOSTENIBILE INQUINAMENTO EFFETTO SERRA L’ACQUA , oro blu LA DEFORESTAZIONE OGM organi geneticamente modificati
Il termine ECOLOGIA deriva dal greco oikos che significa casa e fu usato per la prima volta nel 1987, dal biologo tedesco Ernest Haeckel, che la definì “la scienza delle relazioni fra gli esseri viventi e il mondo che li circonda”.
ECOLOGIA LO STUDIO dell’ECOSISTEMA
La teoria da cui ha origine l’ecologia, strettamente legata alla prospettiva evoluzionista, che con il concetto di nicchia e di adattamento aveva già individuato una relazione fra gli organismi viventi e il loro ambiente, è che la Terra è una grande casa dove ogni individuo dipende dagli altri e dall’ambiente in cui vive. La sopravvivenza di qualsiasi forma di vita è garantita dal fatto di far parte di un sistema organizzato, ecosistema, che a sua volta . funziona solo se tutte le sue componenti funzionano. L’ecosistema è dunque l’insieme interdipendente degli organismi viventi (mondo biologico o ambiente biotico) e degli ambienti fisici che essi abitano (mondo fisico inanimato o ambiente abiotico). I primi sono gli animali (uomo compreso) e i vegetali, i secondi sono i fattori che ne controllano l’esistenza e l’evoluzione (luce, calore, acqua, nutrimento). Alla base della vita dell’ecosistema c’è la catena alimentare: attraverso la fotosintesi, grazie all’energia solare, gli elementi dell’aria e del suolo si trasformano in materia vegetale, cioè piante, che sono mangiate dagli animali erbivori, che a loro volta sono mangiati da animali carnivori, mangiati poi da altri carnivori. L’ecosistema può essere studiato solo considerando l’interazione fra le sue componenti. CHE COSA DICE LA LEGGE Così mentre i diversi aspetti del sistema sono studiati separatamente da discipline diverse “PRINCIPI GENERALI (biologia, fisica, chimica, zoologia, ecc.), l’ecologia studia l’intero ecosistema, tenendo conto 1. La natura sarà rispettata e i suoi processi essenziali non delle relazioni reciproche fra le sue componenti. Lo studio delle relazioni vita-ambiente fa saranno alterati dell’ecologia una scienza interdisciplinare ma indipendente: il clima in quanto tale, la composi2. La viabilità genetica sulla zione chimica delle acque o del suolo sono prese in considerazione solo in relazione ai fenomeni Terra non sarà vitali; allo stesso modo la descrizione di animali o piante riguarda solo la relazione con compromessa; i livelli della popolazione di ogni forma di l’ambiente. vita selvatica e domestica Gli ecosistemi possono essere molto vasti come una foresta o un oceano, o piccoli come un dovranno essere almeno giardino o un acquario. La Terra intesa come l’insieme delle specie viventi e degli ambienti è sufficienti ad assicurarne la sopravvivenza e gli habitat detta biosfera o ecosistema globale.
PROBLEMI ETICI
3.
L’ecologia, come scienza autonoma, si sviluppa a partire dai primi decenni del secolo scorso. Nata come disciplina che studia il funzionamento dei sistemi viventi che compongono la biosfera, l’ecologia si è dovuta ben presto confrontare con l’impatto del progresso umano sull’ambiente. Infatti, molte delle modificazioni operate dall’uomo che sembrano determinare un miglioramento della qualità della vita, in realtà, forzando un ecosistema la cui sopravvivenza è garantita solo dal mantenimento del delicato equilibrio interno, provocano un peggioramento, quando non la distruzione, della vita.
necessari a tal fine saranno salvaguardati. Questi principi di conservazione saranno applicati in ogni area detta superficie del globo, terre o mari, una protezione speciale sarà accordata alle aree che sono uniche, a campioni rappresentativi di tutti i differenti tipi di ecosistemi e agli habitat delle specie rare o in pericolo”.
Usando la metafora della casa, è come se una famiglia desse fondo a tutte le provviste della Carta mondiale della Natura dispensa, senza pensare a garantirsi il modo di rifornirle: i primi giorni passerebbero nell’allegria 1992 di pranzi e merende luculliane, quelli successivi nel timore di non trovare più risorse per sopravvivere. Quando un ambiente non è più in grado di garantire la sopravvivenza, o diventa pericoloso per la vita che ospita, allora si ha un problema ecologico. La crisi causata dal rapido accrescimento della popolazione e dalla progressiva diminuzione delle risorse con la conseguente accelerazione del deterioramento dell’ambiente terrestre, sono il problema ecologico per eccellenza. Nell’affrontare i problemi ecologici ci si trova a dover fare i conti anche con questioni di carattere morale. La Terra esiste esclusivamente a beneficio dell’umanità? Gli esseri umani hanno degli obblighi morali nei confronti della natura? Hanno il diritto di sfruttare le risorse solo per se stessi? Qual è la responsabilità dell’uomo nel governo della Terra? Le altre specie hanno il diritto al rispetto e all’esistenza? Questi e altri interrogativi simili sono oggetto dell’etica ambientale, la cui riflessione sulla responsabilità dell’uomo (diritti e doveri nei confronti della natura, altri esseri umani compresi) sostiene l’impegno dell’ecologia per preservare la casa in cui viviamo (la natura) e mantenere una qualità di vita accettabile, e in definitiva salvare la Terra dalla distruzione.
Posizione delle DIVERSE religioni L’induismo è una religione panteista. Ogni aspetto della natura e dell’universo è impregnato impre della presenza divina. Brahaman haman,, il creatore dell’universo, è presente in ogni cosa e ogni cosa deve essere perciò rispettata Poiché l’ambiente è la condizione di vita degli esseri umani, per capire come sta l’umanità l’uma è sufficiente guardare come sta la Terra: solo chi è molto indietro sulla via della saggezza gezza può distruggere ciò che gli consente di vivere. vivere Nonostante non esistano posizioni ufficiali, il discorso ecologico può essere interpretato come necessità di mantenere l’armonia fra Natura e esseri viventi. .
Secondo la visione coranica Adamo è posto nel paradiso terrestre come califfo, cioè come co custode del creato: il suo compito è salvaguardare la Terra che Allah gli ha affidato. Il mondo creato è un sistema equilibrato, fatto e ordinato da Dio. Leggendo Prv 8,22-31 8,22 31 si osos serva come il mondo degli esseri viventi è progettato “secondo la loro specie”, come è scritto anche in Gn 1,2 1.24.25. Si può dire che questa osservazione afferma afferma il principio della biodibiodi versità: ”secondo la loro specie” compare infatti 10 volte nel racconto della creazione e indica una volontà creatrice alla base della specificità delle singole specie viventi. Il mondo dunque si presenta fin dalle prime pagine del d Genesi come un ecosistema in equilibrio dove ogni essere vivente è legato all’altro e interdipendente. Nella creazione di Dio niente è inutile e tutto ha la sua importanza. La BIBBIA indica alcune cose da realizzare e da evitare. In Dt 20,19, parlando dell’assedio alle città, si afferma che non bisogna distruggere gli alberi: la distruzione della natura è proibita. Si potrebbe definire questo come principio della salvaguardia e della conservazione dell’ambiente. dell’am In Gn 9,9-11 11 Dio rinuncia a distruggere la Terra a invita l’uomo a fare altrettanto, a rinunciare ri cioè alla sua capacità tecnica di deteriorare teriorare la vita sulla Terra. Momento magico è l’alleanza che Dio stringe con Noè nel segno stupendo dell’arcobaleno. Altra cosa da evitare è l’uso senza limiti limit delle risorse della Terra. Tutte le riflessioni della Chiesa cattolica si sviluppano sviluppano a partire dagli stessi principi ecologici, presenti nell’Antico Testamento, che il cristianesimo condivide con l’ebraismo. Il tema ecologico è inoltre presente in molti documenti ecclesiali. Nel documento del Sinodo dei Vescovi deI 1983 al n. 120 si legge: “Tra l’altro gli studi ecologici trovano particolare rispondenza nella rivelazione cristiana: non si dà riconciliazione tra gli uomini senza, in generale, una riconciliazione riconciliazione con l’intera natura [...]“ e si cita san Francesco d’Assisi come esempio, valido anche oggi per i credenti. L’enciclica Sollicitudo Rei Socialis del 1987 di Giovanni Paolo Il sottolinea l’importanza del rispetto della natura e rileva come nella panoramica del mondo moderno ci sia sempre più preoccupazione ecologica: “Tra i segnali positivi del presente occorre registrare ancora la maggiore consapevolezza olezza dei limiti delle risorse disponibili disponibi la necessità di rispettare l’integrità tegrità e i ritmi della natura e di tener conto della programmazione dello sviluppo invece di sacrificarlo sacrificarlo a certe concezioni demagogiche dello stesso. È quella che oggi va sotto ili nome di preoccupazione pazione ecologica” (n. 26). Il documento del 1988 del Pontificio Consiglio Cor Unum, n. 1560, metteva in relazione il propro blema della fame del mondo con alcuni fattori tra cui quelli ecologici: ecologi : la distruzione delle risorse naturali, l’inquinamento, la distruzione delle foreste, la desertificazione, desertificazione, l’uso intensivo dei fertilizzanti e le scorie radioattive dioattive. Sulla stessa linea si pone il Messaggio della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro che denuncia i numerosi danni provocati dalla frattura fra economia ed etica. Al n. 367 il Messaggio invita le comunità comunit cristiane a conservare I’habitat habitat affinchè affinch gli uomini di oggi e le future generazioni possano vivere sereni e sicuri.
PAROLE CHIAVE Ambiente È l’insieme delle condizioni fisicochimiche e biologiche che permettono e favoriscono la vita degli esseri viventi. Biotico Relativo agli organismi viventi. Gli elementi biotici di un ecosistema sono costituiti da piante e animali. Abiotico Indica la mancanza di qualsiasi organismo vivente. Gli elementi abiotici di un ecosistema comprendono il clima, la luce, il suolo. Bioma È l’insieme di animali e vegetali che vivono in una determinata zona geografica, insieme che ha raggiunto una relativa stabilità, ad esempio la tundra, la taiga, la prateria, ecc. Biosfera Parte della superficie terrestre e dell’atmosfera immediatamente sovrastante, abitata da organismi viventi. Sinecologia Analizza gli ecosistemi nella loro globalità e ne studia l’equilibrio o l’evoluzione. Autoecologia Studia i rapporti ecologici all’interno di una singola specie (nicchia ecologica) e quindi del ruolo che ogni organismo svolge nell’ambito delle specie che abitano il suo habitat.
Il termine NATURA, dal latino natus (nato), indica l’insieme di ciò che costituisce l’universo (cose ed esseri viventi ) insieme che è governato da leggi proprie.
LA NATURA LA CRISI AMBIENTALE
Come insegna l’ecologia, l’uomo, gli animali, le piante e tutte le cose esistenti sul nostro pianeta sono in rapporto reciproco e con l’ambiente circostante, e sono governate da leggi che non possono essere ignorate. L’uso delle risorse della natura disgiunto dal rispetto delle sue leggi, ha infatti creato una situazione di enorme disequilibrio che è all’origine dell’attuale crisi ambientale, crisi che coinvolge ogni aspetto della natura.
Atmosfera
- L’emissione di gas tossici inquinanti nell’aria, ha prodotto la progressiva distruzione dello strato di ozono e l’aumento dell’effetto serra, provocando un riscaldamento globale del pianeta.
Acque dolci - Se tutta l’acqua della terra potesse essere contenuta in un bidone di cinque litri, l’acqua dolce realmente disponibile per l’uomo, riempirebbe solo un cucchiaio. Per giunta le fonti di acqua vanno sempre più esaurendosi a causa dell’inquinamento dei corsi d’acqua, dell’esaurimento delle falde acquifere, dell’uso eccessivo,fino allo spreco, per l’irrigazione, gli usi domestici e industriali.
Oceani - Inquinamento di ogni genere, domestico, agricolo, industriale, commerciale (maree nere),ha causato un forte degrado dei litorali e delle acque costiere. Vittime di un esercito di cinque milioni di navi da pesca, le riserve ittiche vanno rapidamente esaurendosi. Al riscaldamento della terra è seguito quello dell’acqua, che ha provocato la morte di molte specie viventi (come i coralli) e dato origine a uragani e cicloni devastanti e al fenomeno del Niño.
Suolo - La crescita demografica si accompagna a uno sfruttamento irragionevole delle risorse biologiche della terra. Nelle regioni tropicali le terre, denudate dalla deforestazione necessaria per procurare il legname o disporre di nuovi terreni per il pascolo e l’agricoltura, si erodono, provocando la desertificazione di intere regioni. Nelle regioni temperate le terre sono contaminate dai rifiuti industriali o ridotte all’inferiorità dagli eccessi dell’agricoltura intensiva. Ovunque la biodiversità è minacciata dalle attività umane.
CHE COSA DICE LA LEGGE “a) L’umanità fa parte della natura e la vita dipende dalla continuità del funzionamento dei sistemi naturali che sono la fonte di energia e di nutrimento b) La civiltà ha le proprie radici nella natura che ha modellato la cultura umana e influenzato tutte le realizzazioni artistiche e scientifiche e il vivere in armonia con la natura offre agli esseri umani le migliori opportunità per sviluppare la loro creatività e per il riposo e lo svago”.
Carta mondiale della Natura 1982
PROBLEMI ETICI I problemi ecologici possono essere classificati in due gruppi principali, a seconda che si presentino su scala locale o globale.
Nei problemi locali esiste una sostanziale identità fra inquinati e inquinatori: gli abitanti di un’area producono guasti su quell’area (emissione di gas tossici, consumo energetico).
Nei problemi globali il comportamento degli inquinatori non determina conseguenze ambientali dirette: queste dipendono dalla somma dei comportamenti di tutti (mutamenti climatici, desertificazione). Diretta o indiretta, la responsabilità è sempre dell’uomo, poiché la specie umana è l’unica in grado di agire sulla natura, di modificarla e trasformarla per soddisfare le proprie esigenze. L’etica ambientale è dunque innanzi tutto un’etica della responsabilità. Usare in modo responsabile le risorse della natura significa avere sempre presente il bene di tutti coloro che di esse devono vivere, considerando le generazioni presenti e future. Una comunità internazionale capace di convivenza e collaborazione può veramente far fronte alle questioni ambientali, ormai troppo grandi per un singolo popolo e un singolo stato: un intervento distruttivo in un’area del pianeta può avere effetti duraturi e catastrofici su tutto l’ecosistema e quindi ripercussioni negative su tutta l’umanità e sulle generazioni future. La consapevolezza che gli uomini sono tutti abitanti di un unico pianeta e che gli equilibri ecologici sono patrimonio e responsabilità collettiva, produce, come atteggiamento morale e sociale, la solidarietà e la cooperazione tra le nazioni più avanzate e quelle più povere, che consente di elaborare strategie efficaci per la salvaguardia della natura, subordinando gli interessi egoistici e invasivi al bene comune..
Posizione delle DIVERSE religioni La vita dell’uomo, come quella del cosmo, è regolata dalla legge del DHARMA (destino) con il quale è necessario vivere in armonia, sia a livello individuale che universale. La natura e l’uomo sono due elementi dinamici in rapporto dinamico, nel senso che la vita vita dell’uno dipende dalla vita dell’altro. Perché il rapporto sia buono il rispetto e la comprensione comprensione sono fondamentali. Il confucianesimo si sviluppa come razionalizzazione di culti precedenti: il culto degli antenati antenati e quello delle divinità silvestri. Il concetto di armonia è fondamentale nel rapporto con la Natura. .
La natura non appartiene all’uomo, ma gli è stata affidata perché ne usi i frutti e ne abbia cura. Secondo alcuni pensatori islamici il petrolio è un dono che Allah ha fatto al popolo musulmano La dottrina della creazione è alla base della concezione della natura che l’ebraismo condivide con il cristianesimo. I primi versetti del Genesi parlano di dominio da parte dell’uomo sulla natura (Gn 1,28): la natura è frutto della creazione di Dio che ne affida all’uomo la custodia. L’uomo è il partner di Dio, suo collaboratore e amministratore fedele che rispetta la volontà del suo padrone:“Il “Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino dell’Eden perché lo coltivasse e lo custodisse” (Gn 2,15). L’antropocentrismo opocentrismo biblico non si oppone allo sviluppo della scienza e della tecnica, ma all’arbitrarietà di comportamento dell’uomo dell’uo nei confronti della natura. La Chiesa cattolica ha dedicato molte riflessioni al tema dell’ambiente e ha promosso ricerche ecclesiali sulla salvaguardia vaguardia del creato. Il Concilio Vaticano II nella costituzione Gaudium et Spes indica una relazione positiva tra l’attività umana e la natura creata, e afferma afferma il dominio dell’uomo su di essa attraverso il supporto della scienza e della tecnica (n. 33a). L’attività umana corrisponde alle intenzioni del Creatore e quindi ha la possibilità di sottomettere a sé la terra (n. 34). “Quando nel primo capitolo della Bibbia sentiamo che l’uomo deve soggiogare soggiogare la terra, noi sappiamoo che queste parole si riferiscono a tutte le risorse che il mondo visibile visibile racchiude in sé, messe a disposizione dell’umanità [...] e per poter far fruttificare queste risorse sorse per il tramite del suo lavoro, l’uomo si appropria di piccole parti delle diverse ricchezze della natura: del sottosuolo, del mare, della terra, dello spazio “: è quanto ribadisce papa Giovanni Paolo Il nell’enciclica Laborem Exercens (n. 12). Il lavoro oro dell’uomo trasforma la natura, ma deve rispettarla (enciclica Sollicitudo Rei Socialis del 1987) e non danneggiarla. I nuovi sviluppi tecnologici fanno emergere alcuni fattori che influiscono negativamente, come indica la “crescente presa di coscienza della limitatezza del patrimonio naturale e del suo insopportabile inquinamento” (Laborem ( Exercens, 1). La natura con i suoi innumerevoli beni va rispettata e il cristiano deve impegnarsi per la concon servazione dell’ambiente: “Il senso missionario della comunità com cristiana deve esprimersi anche che nell’impegno solidale, perchè attraverso la ricerca, lo studio e iniziative responsabilmente programmate e saggiamente attuate, l’habitat conservi e offra all’uomo una dimora sicura e sese rena, per la presente e per le future generazioni” (CEI, Messaggio in occasione della giornata nana zionale del Ringraziamento 1986 n 367) L uomo deve essere capace di gioire delle cose del la natura Ci sarebbe anche bisogno di un paziente sforzo di educazione per imparare o imparare di nuovo a gustare semplicemente le molteplici gioie umane che il Creatore mette già sul nostro cammino gioia esaltante dell’esistenza e della vita. Il gioia pacificante della natura e del silenzio ( ) La gioia cristiana suppone un uomo capace di gioie naturali naturali Molto spesso partendo da queste, il Cristo ha annunciato il regno di Dio” (Esortazione apostolica di Paolo VI Gaudete in Domino sulla gioia cristiana 1975) Il Catechismo della Chiesa cattolica tratta il tema della natura nel paragrafo il cielo e la terra terr (numeri 337 349 con il titolo il mondo visibile) La natura e lode di Dio (n 337) creata dal nulla dal suo Creatore (n 338) e in se buona perche riflette un raggio della sapienza di Dio per questo 1 uomo deve rispettarla senza usarne in modo disordinato pena pena il disprezzo a Dio Creatore con conseguenze negative per l’uomo stesso e per il suo ambiente di vita (n 339) L’uomo deve riconoscere l’armonia e la diversità degli esseri e deve riscoprire le leggi che regolano l’esistenza e la vita della natura attraverso erso l’uso della scienza (n 341) L’uomo e al vertice della creazione (n 343) ma non e il padrone del creato. In occasione del Messaggio di pace del 1990 papa Giovanni Paolo II disse La società odierna non troverà soluzione al problema ecologico se non rivedrà seriamente il suo stile di vita
PAROLE CHIAVE Impronta ecologica (Ecological Footprint, EF) Per sapere di quanta superficie hanno bisogno gli esseri umani sul pianeta si calcola l’impronta ecologica cioè la quantità di territorio biologicamente produttivo utilizzato da un individuo, una famiglia, una città, un Paese o l’intera umanità per produrre le risorse che consuma e per assorbire i rifiuti che produce. La EF è conteggiata in ettari. Attualmente (dati forniti dal WWF nel 2005) ciascun uomo ha in media bisogno di 1,9 ettari di superficie terrestre per soddisfare i suoi bisogni. In realtà l’impronta ecologica dei Paesi ricchi è sei volte superiore a quella dei Paesi poveri: un Americano ha bisogno di 10 ettari, un Europeo di 5 ettari, un Africano di meno di 2 ettari. Se ciascun abitante della Terra avesse I livello di vita di un Americano, non basterebbero cinque Terre. World Wide Fund for Nature (WWF) Organizzazione indipendente che si occupa della protezione della natura. Biodiversità Varietà di organismi viventi presenti in un determinato ambiente. Questa ricchezza è spesso minacciata dall’aumento dei fattori inquinanti e dalla riduzione degli habitat, Riserve naturali Territori situati sia in superficie sia in profondità, che per motivi di ordine naturalistico, scientifico e estetico sono sottratti all’attività dell’uomo e controllati dal potere pubblico o da associazioni ecologiche, per garantirne la conservazione naturale.
Nel RAPPORTO BRUNDTLAND elaborato nel 1987 nell’ambito delle Nazioni Unite, documento meglio noto come OUR COMMON FUTURE, si trova la seguente definizione: “Lo sviluppo è sostenibile se soddisfa i bisogni delle generazioni presenti senza compromettere le possibilità per le generazioni future di soddisfare i propri bisogni”.
SVILUPPO SOSTENIBILE TIMORI PER LE SORTI DELL’UMANITA’
I principali “salti “ di civiltà” dell’evoluzione umana, sebbene rappresentino tappe fondamentali nella trasformazione della del società e della qualità di vita, sono da sempre stati caratterizzati terizzati da un cambiamento nell’uso dell’ambiente e delle del sue risorse. A partire dalla seconda metà del secolo scorso, con l’impetuosa trasformazione economica industriale, industriale di espansione demografica e urbana, urba l’uomo ha modificato la natura più rapidamente e profondamente che in qualsiasi altro periodo della storia. sto Lo sviluppo delle nostre società sembra, per la prima volta, aver superato le capacità del pianeta di fornire risorse naturali na e di assorbire ulteriori alterazioni e inquinamento. Fornire cibo, acqua, energia e materiali a una popolazione in crescita continua ha comportato in molte aree un prezzo altissimo per i complessi sistemi sist biologici. Lo sfruttamento eccessivo (per esempio la pesca intensiva, non rispettando rispettando il ciclo naturale di riproduzione dei pesci, non assicura ad altri e a se stessi la possibilità di continuare questa questa attività) o irrazionale (l’introduzione di un pesce estraneo può provocare gravi danni all’ecosistema e all’economia delle le popolazioni umane che ne fanno parte; la conversione di terreni agricoli in pascoli assicura grandi quantità di animali da macellare all’occidente carnivoro, carnivoro, ma riduce la produzione ne di cereali, affamando i Paesi poveri); gli sprechi (intere foreste reste vengono distrutte per produrre carta che viene utilizzata per imballaggi tanto accurati quanto inutili; litri e litri di acqua sono lasciati scorrere quando ci laviamo le mani mentre in molti Paesi si fanno chilometri per raggiungere un pozzo); l’inquinamento (aumentando il consumo deve aumentare la produzione così aumenta il livello di inquinamento e la produzione produzione di rifiuti), sono tutte pratiche che riducono le risorse e aumentano l’incertezza e il timore per le sorti dell’umanità. Si profila un futuro polveroso, fatto di aria irrespirabile e cambiamenti di clima, di carenza d’acqua e di pochi pesci nei mari, di terreni improduttivi a causa dell’inquinamento e della desertificazione. In molti casi il danno è avvenuto ed è irrimediabile, ma qualcosa si può ancora fare per invertire la rotta.
PROBLEMI ETICI Invertire il degrado e al tempo stesso affrontare la domanda crescente di beni e di servizi è ancora possibile, ma occorre fare un uso più saggio delle risorse naturali. Nella ricerca di nuove modalità per ridurre l’impatto ambientale am nelle società, a livello vello sia locale sia globale, dalle moderne e inquinate città dei Paesi ricchi fino ai poverissimi poverissimi villaggi del Sud del mondo, si è affermata l’idea di sviluppo luppo sostenibile, che propone una revisione degli attuali tuali modelli economici dominanti, integrando la difesa delle risorse della natura con tutte le dimensioni della vita e dello sviluppo delle società, nel rispetto dei diritti universali universali di tutti i popoli, della solidarietà, della giustizia economica mica e della cultura della pace. Consideriamo brevemente brevemente i temi fondamentali dello sviluppo sostenibile, affrontando affrontando i quali si potrà cercare di soddisfare i nostri bisogni za compromettere la vita di parte del pianeta e delle genegene i, razioni future.
CHE COSA DICE LA LEGGE “PRINCIPI GENERALI 1.Gli ecosistemi e gli organismi, come le risorse terrestri, marine e atmosferiche utilizzati dagli esseri umani saranno amministrati in modo che conseguano e mantengano la loro produttività ottimale e sostenibile, ma in modo di non compromettere l’integrità degli altri ecosistemi o delle altre specie con i quali essi coesistono.” (Carta mondiale della Natura, 1982). Agenda 21. Si tratta del principale documento sottoscritto alla Conferenza delle Nazioni Unite sull’Ambiente e lo Sviluppo, tenutasi a Rio de Janeiro nel 1992; sintetizza le azioni specifiche e le strategie che i 183 Paesi firmatari si impegnano ad attuare per il conseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile [...] più attento alla qualità della vita e capace di mantenere un equilibrio stabile fra l’uomo e l’ecosistema, il cui patrimonio di riserve naturali e biologiche deve essere preservato per il bene delle generazioni future.
• Giustizia sociale. Il diseguale accesso e sfruttamento sfruttamen delle risorse naturali caratterizza le rrelazioni relazioni economiche e politiche po fra i Paesi ricchi e quelli poveri del mondo: il 20% della del popolazione mondiale consuma circa l’80% delle risorse globali. Essendo la Terra un sistema chiuso e limitato, per garantire re un uguale diritto a tutte t le persone, di oggi e di domani, mani, è necessario che ognuno (singolo o nazione), limiti l’utilizzo delle risorse.
• Modello di crescita economica. I modelli di sviluppo dominanti, guidati dalla logica del massimo profitto immediato, to, non tengono conto dei costi ambientali (disastri ecologici, ci, danni alla salute, ecc.). Considerare i limiti biologici della natura significa privilegiaree tecnologie e sistemi di produzione produ in grado di ridurre l’uso dell’energia e di materie prime ime e contemporaneamente l’emissione di sostanze nocive e la produzione di rifiuti.
• Responsabilità. Il maggiore o minore consumo di prodotti prodo è causa di gran parte dell’inquinamento e della riduzione riduzion delle risorse naturali. Ciascun individuo deve modificare valori,, attitudini, stili di vita e passare dalla cultura dell’usa getta a una nuova cultura della manutenzione, della condivisione, divisione, della solidarietà tra le persone e tra le specie che ch vivono sul nostro pianeta.
Posizione delle DIVERSE religioni religi Trattandosi di una religione diffusa nel subcontinente indiano, dove la povertà è la condizione condizio di vita normale e lo sviluppo una prospettiva quasi del tutto inesistente, è comprensibile che non si sia sviluppata nessuna forma di riflessione in merito allo sviluppo sostenibile. Il buddhismo condanna le scelte insostenibili e appoggia il protocollo di Kyoto. Non ci sono riflessioni in merito allo sviluppo sostenibile. Bisogna però ricordare che le civiltà dell’estremo oriente, soprattutto la Cina, conoscono lo sviluppo economico solo da pochi anni. .
Secondo il CORANO ogni musulmano deve dare la ZAKKAT, l’elemosina rituale, che serve per finanziare la causa di Allah ma anche per sostenere la carità. ca La umma (comunità dei credenti) deve infatti provvedere ai poveri, affinché la società sia equa. Non esistono però indicazioni sulla necessità di sfruttare le risorse in modo ragionevole. ra Nella tradizione biblica si trova espressa una grande sensibilità rispetto al rapporto rap di equità che deve esistere fra la comunità dei viventi e la Terra. Il documento conciliare Gaudium et Spes afferma l’importanza della salvaguardia del creato: “Dio ha destinato la terra e tutto quello che essa contiene all’uso di tutti gli uomini e ai popoli” (n. 69). In altri documenti, come l’Octogesima Adveniens di Paolo VI, si sviluppano le riflessioni conciliari relative alle tematiche temati ecologiche. In particolare Giovanni Paolo Il, sottolineando l’importanza dell’integrità e dell’equilibrio del creato che l’umanità deve salvaguardare, così si esprime nel Messaggio per la giornata mondiale della Pace del 1990 dal titolo Pace con Dio creatore, pace con tutto il creato: “Teologia, filosofia e scienza concordano nella visione di un universo armonioso cioè di un vero cosmo dotato di una sua integrità e di un suo interno e dinamico equilibrio. Quest’ordine deve essere rispettato: l’umanità è chiamata a esplorarlo, a scoprirlo sco con prudente cautela e a farne poi uso salvaguardando la sua integrità” Nel Compendio della lla Dottrina sociale della Chiesa tutto il capitolo 10 è dedicato al tema dell’ambiente. l’ambiente. Nel fare riferimento alla comune responsabilità per l’ambiente, che è un bene di tutti il documento parla non solo delle esigenze per il presente ma anche di quelle per pe il futuro che va preparatoo oggi con la prevenzione e 1’attenzione 1’ ai mutamenti climatici alla tutela della biodiversità e all‘emergenza idrica.. La relazione fra il rispetto dell’ambiente e il futuro dell’umanità e al centro dell’attenzione attenzione della Chiesa cattolica che ha promosso un convegno dal titolo Futuro della nostra terra. terra Dal Convegno si sono sviluppati una sene di seminari annuali che hanno no prodotto rapporti relativi al clima (2001) a liturgia e creazione (2002) a comunicazione e ambiente (2003) agli gli stili di vita (2004) al problema dei rifiuti (2005). Questi seminari hanno dato la possibilità di approfondire con la Conferenza dei vescovi italiani gli stessi terni relativi alla salvaguardia vaguardia del creato. creato Per questi motivi la Chiesa italiana li ha considerati una sfida pastorale.
PAROLE CHIAVE Sviluppo In senso economico lo sviluppo si riferisce alla crescita del reddito pro capite; in senso sociale all’aumento del reddito si aggiungono altre variabili sociali come istruzione, sanità, diritti civili e politici, il cui miglioramento è indice di sviluppo. Sostenibile Si definisce sostenibile la gestione di una risorsa se, stabilita la sua capacità di riproduzione, non si eccede nello sfruttamento fino a rendere impossibile il suo rinnovamento. Cosmo L’universo o lo spazio con i corpi celesti, considerato come un grandioso complesso armonico ed equilibrato. Spesso viene contrapposto al termine caos. Lo studio del cosmo ha dato origine nei secoli alla scienza dell’astronomia e alla riflessione filosofica sull’origine e le finalità del cosmo (cosmologia). Sfida pastorale Impegno concreto da parte di un vescovo ad affrontare e risolvere, secondo la via indicata dal Vangelo, le problematiche più urgenti che ostacolano il cammino spirituale dei suoi fedeli.
Si parla di INQUINAMENTO di fronte a una contaminazione della biosfera a opera di sostanze velenose o pericolose, di solito prodotti di scarto domestici, industriali o chimici.
INQUINAMENTO LE VARIE FORME DELL’INQUINAMENTO Inquinamento acustico. I rumori provenienti dal traffico, dagli aeroporti, dalle
industrie, ecc., sono nocivi per la salute sia quando superano una certa soglia sonora, sia quando l’esposizione al rumore è prolungata. Anche negli oceani delfini e balene subiscono gravi danni a causa di sonar militari, esplosioni provocate nella ricerca del petrolio, rumori a bassa frequenza emessi dai radar delle navi.
Inquinamento atmosferico. È determinato dal rilascio di sostanze, derivanti dai
CHE COSA DICE LA LEGGE
motori, dalle centrali elettriche, dalle fabbriche, ecc., che solitamente non sono presenti nella composizione dell’aria o se lo sono, si trovano a livelli di concentrazione molto bassa. I gas rilasciati nell’atmosfera, ossidi di carbonio e azoto, si mescolano all’acqua delle nuvole, provocando il fenomeno delle piogge acide, che fa morire la vegetazione e contamina laghi e fiumi. Le polveri sottili invece, costituite da metalli pesanti come piombo e mercurio, sono responsabili, ingenti attraverso l’inalazione o i cibi contaminati, della morte di oltre centomila persone all’anno nella sola Europa.
“11. Le attività che possono avere un incidenza sulla natura saranno controllate e saranno impiegate le migliori tecniche disponibili, suscettibili di diminuire l’entità dei rischi o di altri effetti nocivi sulla natura In particolare: a) le attività che rischiano di causare danni irreversibili alla natura saranno evitate 12. Sarà evitata ogni discarica di sostanze inquinanti in sistemi naturali: a) se non è possibile evitarlo queste sostanze saranno trattate all’origine utilizzando i migliori metodi disponibili, b) precauzioni speciali saranno prese allo scopo di impedire la discarica di residui radioattivi o tossici” Carta mondiale della Natura 1982
Inquinamento idrico. Le piogge acide, cariche di sostanze tossiche, avvelenano le acque di fiumi e laghi, e, penetrando nel terreno, anche le falde acquifere. Nelle acque sotterranee finiscono anche pesticidi, concimi e altre sostanze inquinanti usate in agricoltura. Molte industrie utilizzano i fiumi come discariche: le fabbriche di carta sono fra le più inquinanti. Solo una parte delle ac-que sporche dei nostri scarichi (lavandino, lavatrice, vasca da bagno, water) viene depurato, il resto finisce nei fiumi e poi nel mare. Gli oceani sono il grande bidone della spazzatura della terra, inquinati per il 77% dai fiumi, per il 12% da navi e petroliere e per il 10% da discariche abusive di rifiuti. Inquinamento del suolo. L’attività industriale non inquina solo l’aria e l’acqua; il
suolo è spesso il ricettacolo dei rifiuti industriali. Anche l’agricoltura, con l’uso di pesticidi e concimi, contribuisce all’inquinamento del suolo, così come le piogge acide che riportano a terra le sostanze nocive presenti nell’atmosfera.
PROBLEMI ETICI Le sostanze inquinanti si distinguono in primarie e secondarie: le primarie sono immesse direttamente nell’ambiente, le secondarie si formano dalle primarie per modificazioni di varia natura, ma all’origine di tutti i processi di inquinamento troviamo sempre e solo l’uomo. Tutte le affività umane consumano energia e producono rifiuti, fenomeni entrambi altamente inquinanti.
Per porre rimedio al problema dell’energia è necessario ridurre il consumo energetico e introdurre l’uso di energie alternative. • Si può banalmente cominciare col diminuire l’uso dell’auto, che è una delle principali fonti di inquinamento, privilegiando l’uso dei mezzi pubblici o percorrendo a piedi le brevi distanze per cui invece di solito utilizziamo l’auto. Uscendo da una stanza, bisognerebbe ricordare di spegnere la luce, il televisore, il computer. Per quanto riguarda il riscaldamento, sarebbe meglio non surriscaldare i nostri appartamenti. E il climatizzatore, che consuma molta energia, è davvero necessario? Spesso un ventilatore sarebbe più che sufficiente. • Risparmiare tuttavia non è sufficiente, occorre impegnarsi anche nella ricerca e nell’utilizzo delle energie alternative che potrebbero risolvere non solo il problema dell’inquinamento, ma anche quello dell’esaurimento delle fonti. Infatti rispetto a quelle tradizionali (carbone, petrolio, gas), sporche e non rinnovabili, le energie alternative sono pulite (il loro impatto sull’ambiente è minimo) e rinnovabili (non si esauriscono).
Il problema dei rifiuti è tipico della società consumistica, che produce tonnellate di rifiuti la cui gestione è sempre più difficile. Confezioni che spesso hanno più un valore estetico che funzionale, borse di plastica onnipresenti, oggetti che hanno vita breve perché vengono gettati quando non sono più di moda; materiali non biodegradabili, rifiuti chimici tossici, scorie nucleari: la situazione è preoccupante. Bisognerebbe intanto ridurre i consumi (non occorre cambiare cellulare ogni 2 mesi) e diventare consapevoli delle abitudini che contribuiscono all’inquinamento (chiedere sempre la borsa di plastica, anche quando si è comprato un bottone). Contemporaneamente bisognerebbe investire di più nel riciclaggio dei rifiuti, anche degli oggetti di uso casalingo: prima di buttare qualcosa bisognerebbe domandarsi se non può essere utilizzato in modo diverso o servire a qualcun altro. I governi dovrebbero incentivare, e i cittadini praticare, la raccolta differenziata dei rifiuti, che consentirebbe appunto il riutilizzo di carta, vetro e plastica, altrimenti dispersi nell’ambiente.
Posizione delle DIVERSE religioni Anche se non esiste una riflessione ufficiale, si può intuire che sporcare e distruggere il creato non è un’azione buona, poiché la presenza divina è ovunque. L’inquinamento è indice di un rapporto sbagliato con la natura: l’uomo ha il diritto di migliorare gliorare la propria condizione attraverso e non a scapito della natura. L’inquinamento produce una rottura dell’equilibrio sul quale si fonda l’armonia universale. .
L’islam, come l’ebraismo e il cristianesimo, afferma il principio secondo il quale Dio è il creatore dell’universo, al centro del quale ha posto l’uomo perché ne abbia cura e goda dei suoi frutti. Inquinare è un atto di spregio nei confronti della generosità del Creatore. Considerando il libro del Genesi è possibile individuare le conclusioni, c in relazione al problema blema dell’inquinamento, a cui giungono sia ebrei che cristiani. La creazione è espressione dell’amore di Dio ed è un frutto buono: “E Dio vide che era cosa buona [...]“(Gn 1,17.21.25). Nel racconto finale, a proposito della creazione delle piante, te, dei semi e di ogni erba, l’aggettivo buono viene rafforzato dall’avverbio molto:”E così avvenne. venne. Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona.” (Gn 1,31). L’uomo è oggetto dellaa creazione di Dio ma nello stesso tempo viene chiamato a collaborare alla creazione: “Il “ Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse” (Gn 2,15). Dio consegna all’uomo un bene prezioso di cui l’uomo dovrà avere a cura, coltivandolo e preservandolo. L’uso del termine giardino sottolinea questo concetto di bene durevole e prezioso. Nell’esperienza biblica il giardino è un luogo ricco e felice, dove vi è abbondanza di acqua, ombra, vegetazione e frutti della terra, terr e in cui tutte le creature vivono in armonia. AI giardino dino si oppongono il deserto e la steppa, luoghi dove, al contrario, la vita è difficile e la lotta ta per la sopravvivenza durissima. Nel giardino Dio pone ogni vivente, ogni vegetale e Adamo stesso con c tutti i suoi discendenti affinché possano vivere bene, nel rispetto reciproco proco e dell’ambiente che Dio affida loro. Spesso gli atteggiamenti egoistici inducono gli uomini uomi a tradire il progetto divino. Nella lettera apostolica di Paolo VI, Octogesima Adveniens, n. 21, si afferma: “[...} l’ambiente materiale diventa una minaccia permanente: perma inquinamenti e rifiuti, nuove malattie, potere distruttivo totale [...] creandosi così per il domani un ambiente che potrà essergli intollerabile [...]“. Nel documento sinodale La giustizia nel mondo, del 1971 al n. 1245 viene sottolineata la nuova coscienza di solidarietà che l’umanità ha maturato rispetto ai problemi della terra: “Gli uomini, inoltre, cominciano ad avvertire una nuova e più radicale dimensione nsione dell’unità, scoprendo che le risorse, come i preziosissimi tesori dell’aria e dell’acqua, da cui la vita non può prescindere, e la piccola e fragile ‘biosfera’ del complesso di tutti gli esseri che vivono sopra la terra, non sono illimitate illimita ma che, invece, devono essere conservate e preservate come un patrimonio unico di tutta l’umanità”. La Chiesa afferma infine che il cambiamento risolutivo rispetto ai grandi problemi dell’ambiente, biente, parte dal cuore dell’uomo, dal suo diverso atteggiamento interiore: interio la cura del giardino si realizza nell’atteggiamento cristiano di gratitudine verso Dio che gli ha donato la natura, e di ringraziamento e lode, in attesa di “cieli e terra nuova”.
PAROLE CHIAVE Decibel L’unità di misura del rumore è il decibel (dB). Ci sentiamo a partire da 20 dB e non tolleriamo rumori superi superiori a 120 dB. I! rumore di una conversazione versazione è pari a 40 dB, quello di un’auto o di una lavastoviglie a 80 dB e quello di un mar martello pneumatico a 120 dB. La costante esposi esposizione a un rumore di 75 dB può danneggiare l’udito, il dolore fisico si presenta a 120 dB.
Maree nere Le operazioni di trasporto e di trasferimento del petrolio sono la principale causa dei 600 milioni di tonnellate di idrocarburi che ogni anno si riversano negli oceani. Parte del petrolio disperso disper in mare raggiunge le coste coprendole coprend di catrame. Parte si deposita sul fondo, avvele avvelenando il plancton (vedi p. 265) e le alghe, e uccidendo molluschi e crostacei, In superficie gli uccelli si ricoprono di petrolio viscoso.
Rifiuti tossici Sono classificati come rifiuti tossici e nocivi tutti quei rifiuti industriali e urbani che contengono sostanze tossiche come l’arsenico, il mercurio cromo e il piombo e i rifiuti radioaffivi. L’industria mondiale produce più di 400 milioni di tonnella di rifiuti tossici ogni anno. tonnellate In Europa solo il 60% dei rifiuti tossici viene smaltito sotto streffa sorveglianza veglianza e solo il 15% viene riciclato. Poiché lo smaltimento dei rifiuti tossici è costoso, molti industriali disonesti si liberano dei rifiuti disperdendoli disper nell’ambiente. Attualmente lo smalti-mento smalti illegale dei rifiuti è una delle attività più lucrose della mafia. Molti Paesi del terzo mondo sono la meta ideale, grazie alle amministrazioni compiacenti, del traffico dei rifiuti tossici.
Nel 1986 il rapporto dell’Ufficio meteorologico mondiale e delle Nazioni Unite confermava ciò che gli scienziati avevano da tempo osservato: l’aggravarsi di un fenomeno, la ciclica diminuzione dello strato di ozono, che tra la fine e l’inizio della primavera può arrivare anche al 50% dello spessore normale.
IL BUCO NELL’OZONO I PERICOLOSI RAGGI ULTRAVIOLETTI Lo strato di ozono che avvolge la Terra, proteggendola dai raggi solari nocivi (ultravioletti), si sta assottigliando, producendo dei buchi sui Poli, soprattutto sull’Antartide. L’ozono, che è un gas derivato dall’ossigeno, forma uno strato nell’atmosfera, fra i 15 e i 50 chilometri di altitudine, che funziona un po’ come un parasole, proteggendoci dalle radiazioni dannose. In generale, si osserva che quando i raggi ultravioletti (UvA e UvB) raggiungono la Terra, rallentano la crescita delle piante e ne bloccano la fotosintesi; negli oceani si riduce la produzione di plancton. Meno erba significa meno mucche, meno plancton meno pesci: meno ozono vuoi dire dunque meno cibo per tutti.
In particolare nell’uomo un’esposizione moderata ai raggi ultravioletti può provocare delle scottature superficiali e delle forme di congiuntivite. Un’esposizione prolungata aumenta il rischio di invecchiamento cutaneo e cancro della pelle, e può essere causa di cataratte e di un abbassamento del sistema immunitario. Secondo una stima dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), una riduzione del 10% dello strato di ozono provoca un aumento di mela-nomi maligni (le forme più gravi di cancro della pelle) pari al 3,5%. Ogni anno nel mondo 60000 persone sono vittime di neoplasie cutanee: i melanomi maligni provocano 48.000 vittime, mentre 12.000 sono i decessi imputabili a altri tumori cutanei.
PROBLEMI ETICI La principale causa di questo fenomeno è il massiccio rilascio di gas contenenti cloro, i CFC (clorofluorocarburi), utilizzati a partire dagli anni trenta per le bombolette spray, i frigoriferi e successivamente per tutti i sistemi di diffusione del freddo, dai congelatori, che consentono di trasportare i cibi dai luoghi di produzione a quelli di vendita, ai climatizzatori, nuovi totem del comfort estivo. Nel 1987, 25 Paesi hanno firmato il Protocollo di Montreal, impegnandosi a sostituire i CFC con dei prodotti senza cloro, gli HFC (idrofluorocarburi). Dal 1996 i CFC sono stati vietati in più di 160 Paesi. Il problema non può però considerarsi risolto per diversi motivi. Il primo dipende dal fatto che, non essendo stati ritirati gli apparecchi ancora in funzione al momento in cui è stato proibito l’uso dei CFC, frigoriferi e condizionatori hanno continuato a inquinare. Si calcola che la sostituzione di questi gas non sarà completa fino al 2030. Una seconda ragione è da ricercare nel fatto che i CFC sono diventati una merce di contrabbando, importati illegalmente dai Paesi in cui la produzione non è proibita, per ricaricare ad esempio gli impianti di condizionamento dell’aria, la cui modifica o sostituzione sarebbe più costosa. Infine, si è scoperto che gli HFC sono dannosi per l’effetto serra.
PAROLE CHIAVE L’unità Ozono Gas costituito da 3 atomi di ossigeno (03) che protegge tuffo il nostro Pianeta dai pericolosi raggi ultravioletti provenienti dal Sole.
Atmosfera Strato che circonda la terra, spesso circa 500 chilometri, composto da gas incolori e inodori, chiamati collettivamente aria.
Plancton Organismi vegetali (fitoplancton) e animali (zooplancton) che vivono nello strato superficiale del mare o dei laghi. Il plancton costituisce la prima fase della catena alimentare.
Catena alimentare Gerarchia di alimentazione strutturata in livelli, attraverso la quale l’energia sotto forma di cibo passa da un organismo di livello inferiore a uno di livello superiore. La maggior parte delle catene alimentari comprendono tre livelli: i produttori primari (piante), i consumatori primari (erbivori) e i consumatori secondari (carnivori).
Fotosintesi Processo che ha luogo nelle molecole di clorofiHa delle cellule delle piante verdi, e che consiste nella combinazione, mediante l’energia solare, dell’anidride carbonica (proveniente dall’atmosfera) con l’acqua e i sali minerali (provenienti dal suolo), per produrre zuccheri semplici come il glucosio. Attraverso la fotosintesi clorofilliana si nutrono gli organismi autotrofi (che si nutrono da sé), cioè le piante.
Bisogna tuttavia dire che qualche risultato è stato raggiunto: il fenomeno di distruzione dello strato di ozono si è stabilizzato e gli scienziati prevedono che si possa tornare alla normalità entro il 2050, genere umano permettendo, naturalmente.
Posizione delle DIVERSE religioni Non ci sono elaborazioni in merito al problema del buco dell’ozono. Comprendere il fenomeno è un modo per riflettere su ciò che la stupidità umana può causare. cau Il fenomeno del buco dell’ozono è assimilabile a qualsiasi altra azione che, danneggiando danneggian la Terra, rompe l’armonia dell’universo. dell’universo .
Anche questo fenomeno rivela l’ingratitudine dell’uomo nei confronti di Dio. Nella tradizione ebraica l’azione creatrice di Dio è espressa con il concetto dello zim-zum: “Il Dio che crea è un Dio che si espande, ma quando crea l’uomo uomo si ritira per concedere all’uomo all’uomo la sua libertà”. Dunque l’uomo è pienamente responsabile del male che fa alla Terra.. La condizione umana è segnata dalla presenza del peccato. La rivelazione del peccato riguarda la presa di coscienza co della condizione di perdizione in cui l’uomo si trova e dalla dalla quale può essere salvato solo da Cristo. Il peccato ha anche una dimensione sociale che si esprime quando la responsabilità di azioni moralmente inaccettabili e gravi non è di una sola persona, ma di più persone che condividono lo stesso comportamento sbagliato. L’irresponsabilità nei confronti della natura, la distruzione di delle risorse naturali sono solo alcune delle manifestazioni manifestazioni che scaturiscono dal disordine provocato e alimentato alimentat dal peccato, considerato nella sua dimensione sociale. L esperienza di peccato sociale e descritta nella Bibbia . In Es 3 7 Dio ascolta il gemito del suo popolo che era ridotto in schiavitù dagli Egizi:”Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sorveglianti; conosco in fatti le sue sofferenze. ferenze. Sono sceso per liberarlo dalla mano dell’Egitto”. Dio ascolta, cioè vuole che l’opera della del sua creazione continui. Ogni credente, davanti alla situazione di peccato e di sofferenza, deve ve sentirsi coinvolto e interpellato a collaborare e continuare la creazione di Dio. Gesù stesso, durante la sua vita pubblica, combatte il peccato e lotta contro la sofferenza. Egli prova compassione per le persone pe che soffrono, ne condivide ndivide la vita e cerca di dare segni positivi po di cambiamento: Mc 8,1; Mc 3,1-6. 6. Significativo è il passo di Paolo nella lettera agli Ebrei 5,7-99 che traccia una particolare sintesi del profilo di Gesù:”Egli nei giorni della sua vita terrena terre offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime a colui che poteva liberarlo dalla morte e fu esaudito per la sua pietà. Pur essendo Figlio Fig imparò l’obbedienza delle cose che patì pat e, reso so perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli g obbediscono”.
CHE COSA DICE LA LEGGE Il Protocollo di Montreal sulle sostanze che danneggiano la fascia dell’ozono e i suoi emendamenti regolano la messa al bando delle sostanze lesive dello strato di ozono (Ozone Destroyng Substances, Substan ODS) sta per quanto riguarda la loro produzione che il loro utilizzo. Sotto I’egida del Protocollo di Montreal diverse organizzazioni internazionali relazionano sul fenomeno del deterioramento deterio della fascia di ozono, favoriscono i progetti volti all’abbandono degli ODS e forniscono un forum per discussioni discus politiche. Oltre a ciò il Fondo Multilaterale fornisce risorse alle nazioni in via di sviluppo per pro muovere il loro passaggio alle tecnologie che garantiscano ga la conservazione dell’ozono. Adottato nel 1987 da un gruppo gruppo di venticinque Paesi e divenuto effettivo il 1° gennaio 1989, il Montreal Protocol on Substances that Deplete the Ozone Layer aveva come obiettivo per i Paesi sviluppati, la riduzione della produzione e del consumo di clorofluorocarburi al 50% dei livelli livelli del 1986 entro il 1988 e la stabilizzazione della produzione e del consumo di halon (polveri chimiche, che modificano i combustibili in modo da renderli non più atti alla combustione) ai livelli del 1986, onde contenere il danno che possono arrecare allo scudo d’ozono. Ai Paesi in via di sviluppo, invece invece il Protocollo di Montreal concedeva un periodo di adattamento di dieci anni I vincoli stabiliti dal Protocollo sono stati in seguito irrigiditi dal London Meetings ofthe Protocol Parties del giugno 1990 990 che stabiliva l’eliminazione dei clorofluorocarburi e dell’halon entro il 2000, Circa settanta Paesi tra quelli che producono produ il 90% del volume mondiale dei clorofluorocarburi, aderirono al Protocollo.
In passato i cambiamenti climatici avvenivano molto lentamente ed era difficile che un essere vivente li percepisse nel corso della sua esistenza. Oggi a causa dell’effetto serra, e più in generale del degrado ambientale, succede il contrario: a causa della rapidità gli ecosistemi non hanno il tempo di ricostruire il loro equilibrio e gli organismi viventi di adattarsi alle nuove situazioni.
L’EFFETTO SERRA e i cambiamenti climatici IL PREOCCUPANTE AUMENTO DELLA TEMPERATURA
Il clima è determinato dal Sole, grazie al calore del quale si produce il movimento dei venti e delle correnti oceaniche, che a loro volta determinano la pioggia e il bel tempo. Durante i suoi 5 miliardi di anni di vita, la Terra ha conosciuto periodi di glaciazione e periodi di surriscaldamento, e si pensa che proprio le variazioni climatiche siano all’origine dell’estinzione di molte specie viventi, come i dinosauri. Gli scienziati sono convinti che oggi sia in atto una fase di riscaldamento del pianeta e sono preoccupati per la rapidità con cui si sta manifestando: nel corso del XX secolo la temperatura terrestre è aumentata di 0,6 gradi e nel corso del XXI secolo potrebbe aumentare da 1,4 a 5,9 gradi. Questo significa che, mentre in passato ci sarebbero voluti fra i 10.000 e i 20.000 anni, oggi un simile aumento avverrebbe in un secolo, cioè cento volte più rapidamente. La causa principale del riscaldamento climatico è l’aumento nell’atmosfera della quantità di gas responsabili dell’effetto serra (anidride carbonica, metano, azoto, ozono, ecc.). In realtà l’effetto serra è un fenomeno naturale che consente la vita della biosfera. La Terra riceve calore dal Sole e emette a sua volta calore. Questo processo, che determina la temperatura terrestre, è governato dallo strato di gas presenti nell’atmosfera che fanno da filtro regolatore allo scambio di calore e generano l’insieme dei fenomeni atmosferici che definiamo clima. Questi gas agiscono come una lastra di vetro in una serra: lasciano passare la luce e trattengono parte del calore proveniente dal sole, contribuendo a mantenere un temperatura equilibrata. Se non ci fosse l’effetto serra la temperatura media della Terra sarebbe di -18 gradi. Quando però, a causa del consumo energetico per usi industriali, domestici e per i mezzi di trasporto (combustione di legno, carbone e petrolio, che bruciando si trasformano in anidride carbonica, il maggior responsabile dell’inquinamento) e della distruzione delle foreste (divoratrici di anidride carbonica) la concentrazione di questi gas aumenta, la quantità di calore trattenuto supera quella del calore liberato nello spazio, con conseguenze catastrofiche.
Conseguenze dell’effetto serra aumento del livello dei mari e degli oceani, causato dallo scioglimento delle calotte polari e dalla crescita del volume dell’acqua, che si dilata riscaldandosi, che provoca inondazioni e fenomeni come EI Nino; cambiamento della distribuzione delle regioni climatiche (già oggi assistiamo a copiose nevicate nel sud dell’Italia) con conseguente alterazione delle regioni agricole e perdita di biodiversità; fenomeni climatici estremi come tornado, cicloni, onde anomale, che ogni anno causano danni enormi e mietono migliaia di vittime.
PROBLEMI ETICI Nel 1997 molti Paesi hanno sottoscritto il Protocollo di Kyoto, impegnandosi a ridurre le emissioni di gas a effetto serra, misura indispensabile per risolvere il problema del riscaldamento della Terra. Il protocollo entrato in vigore nel 2005, non è però stato ratificato da Paesi come Stati Uniti, Cina e India. Non a caso i Paesi che sono maggiormente responsabili del degrado ambientale, rifiutano di impegnarsi a ridurre i loro consumi: non vogliono rinunciare ai benefici che traggono dallo sfruttamento incondizionato e illimitato delle risorse della Terra, e si disinteressano di quale sia il prezzo da pagare e di chi lo debba pagare. Si è calcolato, per esempio, che la capacità della Terra di assorbire l’anidride carbonica (con una popolazione di 6 miliardi) è pari a 2,8 tonnellate all’anno a persona: un tedesco ne emette 12, un americano 20,un indiano 0,8,un brasiliano 1,8.E mentre l’americano guida il fuoristrada e divora hamburger, l’indiano muore o di fame o spazzato via da un uragano. Il problema del riscaldamento climatico è sostanzialmente un problema di consumo energetico. Abbiamo sempre più bisogno di energia, ma le fonti da cui la traiamo (petrolio, carbone, gas) sono responsabili dell’aumento dei gas a effetto serra, oltre che destinate a esaurirsi. Per ridurre l’emissione di questi gas e far fronte alla necessità di energia, bisogna dunque ridurre il consumo di petrolio e carbone e trovare delle fonti di energia alternative, che siano cioè rinnovabili e non inquinanti. Vediamo quali sono le più impiegate. ►L’energia idroelettrica, già intensivamente sfruttata nelle aree industrializzate, è sempre più contestata perché la costruzione di dighe altera la funzionalità degli ecosistemi. ►L’energia eolica, cioè l’utilizzo della forza del vento, è sempre più diffusa ovunque nel mondo. ►L’energia geotermica, che si avvale del calore della Terra, richiede però impianti che condizionano pesantemente il paesaggio. ►L’energia solare rappresenta un enorme potenziale in grado di soddisfare una gran parte dei fabbisogni energetici, ma per ora il suo utilizzo è condizionato da forti limiti tecnologici.
Posizione delle DIVERSE religioni PAROLE CHIAVE Tornado Poiché la natura è nelle mani di Dio, tutti i fenomeni fe naturali dipendono dalla volontà del creatore. Anche le catastrofi causate dai cambiamenti cam climatici non sono attribuibili alla responsabilità sponsabilità dell’uomo. L’uomo è parte della Natura, un fenomeno fra gli altri. .
Nell’islam è ancora presente l’idea che l’uomo, sottomesso al suo creatore, non abbia alcuna cuna parte nel determinare ciò che accade nella Natura. Tuttavia l’idea della responsabilità lità umana riguardo alle catastrofi naturali non è estranea alla riflessione contemporanea. In Gn 2 si legge che Dio affida la Terra a Adamo, perché ne abbia cura. Il principio che la Terra non è dell’uomo ma di Dio, è un caposaldo della teologia giudaico-cristiana. Sul principio cipio che la terra è di Dio si fonda l’istituzione religiosa del giubileo, continuato ntinuato anche dalla dal tradizione cattolica. L’anno giubilare, che veniva celebratoo ogni 50 anni, come l’anno sabbatico sab (celebrato ogni 7 anni) è un periodo durante il quale non è consentito sfruttare la terra e i suoi frutti appartengono a tutti i poveri del d popolo che ne godono. La Bibbia ammonisce monisce il pio israelita a rispettare l’anno sabbatico (Lv 25,1-8) 25,1 e ad astenersi dal lavoro e dalle attività; come dice Dt 5,15. La pausa settimanale costituisce per il vero credente il ritmo rit del mondo creato e della vita. Il giubileo ha esattamente il compito di ricordare ai credenti cre quale deve essere il vero rapporto con la Terra, chi ne è il proprietario, l’usufruttuario l’usufruttua e le modalità di intervento volute da Dio (Es 23,11; Lv 25,8-17). 25,8 In passato la Chiesa interpretava le catastrofi naturali na come segni dello sdegno divino, attribuendo loro un significato morale: Dio puniva gli uomini per i loro peccati attraverso eventi naturali turali drammatici. Oggi la Chiesa ha abbandonato questa prospettiva, va, anche sulla base bas della considerazione che Dio non può volere la distruzione della Terra: è quanto sperimenta Noè che su preciso ordine di Dio costruisce l’arca (Gn 6,13), salvando la propria vita e quella della sua famiglia, oltre che di tutte le specie animali. La riflessione ssione della Chiesa insiste sul concetto di custodia del creato, principio che, come abbiamo visto, condivide con l’ebraismo (vedi p.275).Anche la pratica delle periodiche interruzioni delle attività lavorative sono presenti nella tradizione cristiana stiana con il medesimo significato di celebrazione e di rispetto per l’opera di creazione di Dio. Di fronte alla crescente mancanza di rispetto e alle sempre più frequenti catastrofi naturali, la Chiesa ha elaborato già nel 1981 un documento, a cura del Pontificio Po Consiglio Cor Unum, dal titolo Disastri di lunga durata. Si tratta di una serie di riflessioni che esprimono preoccupazione rispetto ai fenomeni ambientali bientali che causano sofferenza alle popolazioni del mondo. Le cause evidenziate sono tre: quelle le naturali (n.1828) come terremoti,cicloni,inondazioni e siccità; quelle le dovute all’attività dell’uomo (n. 1829) tra cui, oltre alle guerre, i disastri ecologici dovuti alla mancanza di una piena padronanza del progresso scientifico; scien infine quelle miste te (n. 1830) quando cioè si verificano disastri contemporaneamente mente di ordine naturale e di ordine umano, uma e ai primi non si riesce a far fronte perché per i secondi lo impediscono.
Colonne d’aria che si formano sopra la Terra e che girano vorticosamente. vorti Possono misurare fino a 1,6 km di diametro, muoversi a una velocità di 105 km/h e generare rare venti che soffiano fino a 482 km/h. La loro durata è piuttosto breve ma sufficiente a produrre pro notevoli disastri.
Cicloni Si formano sopra l’acqua. In certe zone le acque degli oceani sono più calde del normale. Sopra queste que zone si radunano nubi enormi, con un diametro superiore a molte centinaia di chilometri. Grazie all’influenza della rotazione ro terrestre, a poco a poco formano un’immensa spirale che gira vorticosamente cosamente intorno a una zona di calma (l’occhio del ciclone). I cicloni vengono chiamati uragani nell’Atlantico e nell’Oceano Indiano, tifoni nel Pacifico.
El Niño Fenomeno climatico che si manifesta a intervalli irregolari, generalmente gene ogni 3-5 anni. Deve il suo nome al fatto che fu rilevato per la prima volta nella zona tropicale le a est dell’Oceano Pacifico, durante il periodo natalizio (EI Niñò in spagnolo significa “il bambino”, riferito a Gesù Bambino). Si tratta di una corrente calda di acqua equatoriale che fluisce verso sud lungo la costa nord-occidentale nord del sud America. Se prolungata p e persistente comporta cambiamenti climatici in molte aree del globo.
Tsunami È una serie di onde che hanno origine da un terremoto, terremoto ter sottomarino, attività vulcanica, frane, impatti meteoritici nel mare o vicino a esso. Gli tsunami causano gravi distruzioni su coste e isole.
Onde anomale Fenomeno marino di cui non si conoscono cono nè le cause nè l’origine. Sono state osservate onde anomale alte da 25 a 30 metri, che sembrano formarsi in modo imprevedibile. La differenza principale tra le onde anomale e gli tsunami. Sta nel fatto che le onde anomale si producono anche in pieno oceano, mentre gli tsunami si amplificano solo avvicinandosi a verso le coste.
Nel 1995 Ismail Serageldin, vicepresidente della Banca Mondiale, parlando dell’insufficienza idrica affermò; “Se le guerre del XX secolo sono state combattute per il petrolio, quelle del XXI avranno come oggetto del contendere l’acqua”.
L’ACQUA, l’ORO BLU IN PERICOLO IL PREOCCUPANTE AUMENTO DELLA TEMPERATURA La crisi dell’acqua è uno degli aspetti più gravi e meno visibili della devastazione ecologica della Terra. Fino a qualche decennio fa si pensava che l’acqua fosse una risorsa pressoché inesauribile, ma già nel 1998 si contavano 28 Paesi con problemi legati alla scarsità idrica, e oggi si prevede che entro il 2025 il loro numero salirà a 56.
In effetti, nonostante i 2/3 del pianeta siano costituiti da acqua, quella potabile non rappresenta che il 2,5%. Inoltre il 98% dell’acqua potabile si trova, non direttamente utilizzabile, nei ghiacciai e nelle falde sotterranee. Alla fine dunque l’uomo può disporre solo del 2% dell’acqua potabile (e solo dello 0,05% di tutta l’acqua presente sulla Terra), percentuale che attualmente corrisponde a circa 8000 metri cubi all’anno per abitante, ma che si stima scenderà a 1000 metri cubi entro una ventina d’anni. Se si considera che la soglia al di sotto della quale la mancanza d’acqua mette in crisi i sistemi di sussistenza e di sviluppo è calcolata a 1000 metri cubi, e che al di sotto dei 500 metri cubi la sopravvivenza umana è seriamente compromessa, si può avere un’idea della gravità del fenomeno. Fenomeno che appare in realtà ancora più grave se si considera che queste cifre sono calcolate facendo delle medie fra dati molto diversi fra di loro. Poiché infatti l’acqua non è uniformemente diffusa sul pianeta, vi sono Paesi in cui l’acqua è così abbondante che ci si può prendere il lusso di sprecarla, e altri in cui la crisi idrica sta già provocando carestie e morti. Mediamente ciascun abitante della Terra consuma 600 metri cubi di acqua all’anno (di cui 50 di acqua potabile),cioè 137 litri al giorno. Ma un Americano consuma ben più di 600 litri al giorno, contro i 250/300 consumati da un Europeo e i 10/20 litri consumati da un abitante dell’Africa sub-sahariana.
CHE COSA DICE LA LEGGE “10. Le risorse naturali non saranno sprecate, ma utilizzate nella misura che dettano i principi enunciati nella presente carta e ciò secondo le regole seguenti: a) Le risorse che non sono consumate con l’uso compresa l’acqua saranno riutilizzate e riciclate. b) Le risorse non rinnovabili che sono consumate con I’uso saranno sfruttate con misura, tenuto conto della loro abbondanza delle ragionevole possibilità di trasformarle per il consumo e della compatibilità del loro sfruttamento con il funzionamento dei sistemi naturali” Carta mondiale della Natura 1982
PROBLEMI ETICI Le fasi attraverso le quali l’acqua potabile si rinnova (l’evaporazione, la formazione di nubi, le piogge che alimentano torrenti, falde acquifere e fonti sotterranee, impedendo che l’acqua si esaurisca) costituiscono il ciclo idrologico. La possibilità per un ecosistema di mantenere costanti le riserve di acqua dipende dal funzionamento di questo ciclo, che a sua volta dipende da caratteristiche ambientali come clima, vegetazione, geologia. I guasti prodotti dall’uomo a ciascuno di questi livelli,hanno devastato le risorse idriche, sia compromettendo la possibilità del rinnovamento delle fonti, sia inquinando l’acqua disponibile. La deforestazione e le attività minerarie hanno pregiudicato la capacità del terreno di trattenere l’acqua. L’agricoltura intensiva e le monoculture hanno prosciugato interi ecosistemi. L’uso di combustibili fossili ha prodotto inquinamento atmosferico e cambiamenti climatici tali da causare inondazioni, cicloni e siccità. I metalli pesanti (cadmio, zinco, piombo) e gli idrocarburi nelle produzioni industriali, i pesticidi in agricoltura, inquinano l’acqua direttamente (scaricati nei fiumi) e indirettamente (assorbiti dal terreno, raggiungono le falde acquifere e avvelenano le fonti di acqua potabile). In merito alle possibili soluzioni, alcuni sostengono che la crisi idrica deriva dall’assenza di un commercio dell’acqua: bisogna venderla a prezzi sufficientemente alti per ridurne lo spreco e trasferire l’acqua nelle regioni in cui scarseggia. Secondo quanto affermano Terry L. Anderson e Pamela Snyder, studiosi di economia ambientale: “Al crescere del prezzo di una merce si tende a ridurne il consumo e a cercare mezzi alternativi per raggiungere il fine desiderato. L’acqua non fa eccezione”. La logica del mercato evidentemente non considera i limiti ecologici (l’acqua non è inesauribile), né quelli economici e di sostenibilità sociale (a differenza delle altre merci, l’acqua non è sostituibile): “Per le donne del terzo mondo scarsità d’acqua significa maggiori distanze da percorrere per procurarsela. Per i contadini significa fame e miseria quando la siccità distrugge i raccolti. Per i bambini significa disidratazione e morte. Un sostituto di questo liquido prezioso, indispensabile per la sopravvivenza biologica di animali e piante, semplicemente non esiste” (Vandana Shiva, Le guerre dell’acqua, Feltrinelli, Milano 2003). La crisi idrica è in realtà un problema ecologico che richiede una soluzione ecologica: bisogna smettere di devastare il pianeta, adottare politiche volte a salvaguardare le risorse idriche e maturare la consapevolezza che l’accesso all’acqua è un diritto umano fondamentale. Dice ancora Vandana Shiva: “L’acqua è limitata e può esaurirsi se usata in maniera non sostenibile. Nell’uso non sostenibile rientra il prelevarne dall’ecosistema più di quanta la natura possa rifonderne (non sostenibilità ecologica) e il consumarne più della propria legittima quota, dati i diritti degli altri a una giusta parte (non sostenibilità sociale)”.
Posizione delle DIVERSE religioni Per comprendere l’importanza dell’acqua basta ricordare che nell’induismo molti fiumi sono so considerati sacri. L’acqua è un elemento fondamentale che va rispettato. L’acqua è un elemento vitale e perciò va preservata. L’acqua è un bene particolarmente prezioso per una società, come come quella islamica, che è nata e si è sviluppata in luoghi dove l’acqua spesso era scarsa. Anche per l’ebraismo l’acqua è sinonimo di vita. E’ interessante te notare come in molti orizzonti religiosi l’acqua è un mezzo di salvezza ma anche un elemento di distruzione, si pensi alla fuga dall’Egitto (Es 14) e al diluvio universale (Gn 6,1 9,29). -
L’Australia, in cui vive 1’1% % della popolazione mondiale, possiede il 5% delle risorse se idriche del globo. Il Medio - Oriente in cui vive il 5% della popolazione mondiale possiede l’1 % delle risorse idriche. Un Americano consuma 600 litri di acqua al giorno un Africano 20 litri (quando non muore di sete). E ogni tanto qualcuno dice a proposito degli immigrati che non si lavano dimenticando che c provengono da Paesi in cui l’acqua acqua quando si trova e cosi preziosa che non la si spreca per lavarsi. lavarsi Queste considerazioni ni ci portano a riflettere sull’egoismo sull’ del mondo occidentale in cui l’unica unica legge ormai è quella del mercato Unn uomo ha valore per quel che possiede non per quello che è: non solo non ci si preoccupa di chi è meno fortunato (d’altra tra parte non si possono posson sottrarre tempo e energie all’accumulo accumulo di ricchezza) ma si guarda con disprezzo chi è povero. A proposito di chi ha come unico obiettivo il raggiungimento del proprio benessere materiale ma le Gesù Ges disse Non accumulate tesori sulla terra dove tignola e ruggine consumano [ ] (Mt 6 19) Per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete mangeret o berrete e neanche per il vostro tro corpo di quello che indosserete { I Guardate gli uccelli del cielo [ ] osservate come crescono i gigli del campo { J Non affannatevi [ ] Cercate prima ma il Regno di Dio e la sua giustizia giustizia e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta Non affannatevi dunque nque per il domani perché il domani avrà le sue inquietudini (Mt 6 2534) Celebre è la frase che Gesù rivolse al giovane ricco: ricco Se vuoi essere perfetto va vendi quello che possiedi e dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo poi vieni e seguimi (Mt 19 21) Gesù avverte del pericolo che i beni materiali o le ricchezze rappresentano per chi lo segue Quanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entreranno nel Regno di Dio [ ] È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago , che un ricco entri nel Regno di Dio (Mc 10 2325) Addirittura in Lc 6 2425 Gesù minaccia i ricchi che hanno già consolazione nei beni terreni t e ne godono avidamente L’invito invito continuo del Rabbi di Nazareth azareth e di stare lontano dall’abbondanza. E disse loro Guardatevi e tenetevi lontano tano da ogni cupidigia perché se uno è nell’abbondanza abbondanza la sua vita non dipende dai suoi beni (Le 12 13 15) Tragica e la fine dell’uomo uomo ricco che pur pieno di beni accumulati nei suoi granai di notte la scia questa terra all’improvviso improvviso viene definito stolto (Le 12 1621) La rinuncia agli averi materiali teriali e la condizione indicata da Gesù per essere suo discepolo (Le 14 33) La Chiesa seguendo le indicazioni evangeliche di Gesù, Ges non può che prendere le distanze da un comportamento non evangelico come il consumismo. consumismo L’enciclica di Paolo VI Populorum Progressio del 1967 al n 18 definisce legittimo il desiderio del necessario e anche il lavoro per ottenerlo ma deplora i accumulo dei beni temporali mporali perche conducono alla cupidigia e alla tentazione di accrescere sempre più la propria potenza
PAROLE CHIAVE Ciclo idrologico dell’acqua Descrive il ciclo dell’acqua attraverso l’ambiente: l’acqua che cade al suolo come pioggia o neve, scorre sulla terra o raggiunge il mare e poi evapora di nuovo in atmosfera.
Precipitazioni Umidità sotto forma di gocce di acqua (pioggia) o cristalli di ghiaccio (neve) abbastanza grandi e pesanti da cadere dalle nubi.
Cirro Prefisso utilizzato per indicare formazioni nuvolose, bianche e allungate, costituite da cristalli di ghiaccio, che si formano sopra i 5000 metri.
Cumulo Nube, piatta alla base e con ammassi rotondeggianti in cima, formata da una massa di aria calda che si condensa, salendo dalla terra o dal mare.
Cumulonembo È fra le più grandi nubi cumuliformi e produce i temporali.
Verga Pioggia che evapora prima di raggiungere il suolo.
Falda acquifera Strato di terreno permeabile in cui le acque piovane filtrano liberamente, chiuso alla base da uno strato di terreno impermeabile che le trattiene.
Con il termine deforestazione si intende in generale il taglio di alberi che supera il tasso di rigenerazione (si tagliano più alberi di quanti possano riprodursi).
LA DEFORESTAZIONE UN MASSICCIO ABBATTIMENTO DI ALBERI
La deforestazione è praticata da sempre e in molte parti del mondo sia per riscaldarsi e cucinare, sia per avere nuovi campi da coltivare o da usare per il pascolo. Negli ultimi decenni però, questo fenomeno ha assunto dimensioni preoccupanti, non tanto nei Paesi industrializzati, dove comunque si continua ad abbattere alberi per far posto a città, strade, ferrovie, piste da sci, alberghi e quartieri residenziali, ma soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, dove viene praticata una deforestazione costante e massiccia sia per motivi di sopravvivenza, sia per ragioni di sfruttamento da parte dei Paese ricchi. Si calcola che vengano distrutti da 20 a 50 ettari di foresta al minuto, il che significa che ogni anno spariscono 250.000 chilometri quadrati di foresta (la superficie dell’Italia è di circa 300000 chilometri quadrati). Diverse sono le cause della deforestazione: CHE COSA DICE LA LEGGE
È in costante crescita la richiesta di legnami pregiati da parte dei Paesi ricchi. La legna da ardere è l’unica fonte di energia per quasi 2 miliardi di persone. Paesi come il Nepal dipendono da questo combustibile per oltre il 90% del loro fabbisogno.
La crescita demografica aumenta la necessità di terre coltivabili per le produzioni alimentari.
L’alimentazione prevalentemente carnivora dei Paesi industrializzati comporta un incremento dell’allevamento di animali da carne, e quindi la necessità di nuove terre da pascolo.
Infine molte foreste vengono abbattute per produrre carta. PROBLEMI ETICI Consideriamo alcuni fenomeni dei quali la deforestazione è causa o concausa, senza dimenticare che in un ecosistema le relazioni di causa-effetto non sono mai semplici e lineari e che ciascun fenomeno può avere cause molteplici e produrre a sua volta effetti differenti.
“Le foreste svolgono una funzione essenziale per preservare gli equilibri ecologici fondamentali in particolare per quanto riguarda il suolo, il regime delle acque, il clima, la fauna e a flora. Tali equilibri ecologici sono indispensabili per un’agricoltura sostenibile e per la gestione dello spazio rurale… (3) E’ opportuno prendere in considerazione l’importanza della foresta negli ecosistemi degli Stati membri della Comunità. Regolamento (CE) n 148412001 del Parlamento europeo e del Consiglio dell’Unione europea del 27 giugno 2001 che modifica il regolamento (CEE) n 3528/86 del Consiglio relativo alla protezione delle foreste nella Comunità contro I’inquinamento atmosferico.
►Desertificazione. È la trasformazione di una regione in deserto. Quando si tagliano gli alberi, la terra, non più tenuta insieme dalle loro radici, viene lavata via dalle piogge e rimane solo la roccia da cui non cresce più nulla. Inoltre, senza piante, che contribuiscono con la traspirazione a mantenere l’aria umida, le piogge diminuiscono e il clima diventa arido. ►Effetto serra. L’accumulo di gas, come l’anidride carbonica, aumenta la temperatura del pianeta. Poiché gli alberi consumano l’anidride carbonica, soprattutto in fase di crescita, abbatterli significa favorire le concentrazioni di un gas a effetto serra. Inoltre, quando brucia, la legna libera una grande quantità di anidride carbonica. ►Dissesto idrogeologico. La terra, non più trattenuta dalle radici degli alberi, è trascinata via provocando frane, colate di fango e alluvioni. Gli interventi nelle zone a rischio (opere murarie, scavi, dighe) possono poco di fronte ad alterazioni sempre più gravi dell’habitat naturale. ►Perdita di biodiversità. Più un ecosistema è ricco di specie animali e vegetali e di microrganismi, cioè vario e complesso, più è stabile, il che significa che è meno soggetto alle alterazioni e che ha più probabilità di sopravvivere. Poiché le foreste primarie (non modificate dall’uomo e quindi più ricche in biodiversità) sono essenzialmente quelle tropicali, distruggerle significa ridurre il numero delle specie viventi di tutta la Terra, rendere sempre più precario l’equilibrio della biosfera e compromettere seriamente il futuro del pianeta.
Posizione delle DIVERSE religioni L’induismo riconosce addirittura l’esistenza di alberi sacri. Il fondatore del buddhismo. Siddharta , cercando di scoprire la causa del dolore do nel mondo e il modo per raggiungere una felicità duratura, capì che solo con la meditazione me personale avrebbe scoperto la via della salvezza. Fu dopo 45 giorni di meditazione medita sotto un albero di pipal (fico) che raggiunse l’illuminazione, divenendo così Buddha. I giardini e i boschi rivestono un ruolo importante nel confucianesimo. I boschi sacri evocano evo quel tipo po di armonia con il mondo e con il divino che è fondamentale per l’uomo. L’uomo non è padrone dei beni della Terra. Non può disporne come gli pare, ma deve riri spondere di ciò che fa al Creatore. Distruggere le foreste significa deturpare il dono di Dio. L’uomo, nell’orizzonte biblico, è collaboratore di Dio e quindi responsabile di tutti i danni che provoca all’ambiente naturale, distruzione degli alberi compresa. Inoltre tradisce la fiducia di Dio che gli ha affidato la Terra non perché la distruggesse, ma perché ne avesse cura. Nella Bibbia sono numerosi i riferimenti rimenti agli alberi e alle foreste. Durante gli avvenimenti descritti dalla la Bibbia la maggior parte delle zone erano coperte da foreste. Le piante nominate nella Bibbia sono anzitutto alberi e arbusti da frutto: mandorlo (Nm 17,18), fico e sicomoro (Am 7,14; Lc 19,4), ricino (Gio 4,6), palma (Cv 12,13), melograno (Es 28,33 e 1 Re 7,20), vite (Nm 13.20; Mt 9,17). Poi alberi e arbusti non da frutto: acacia (Es 25,10), cedro (1 Re 6,15; Ez 31), abete e pino (1 Re 5,8; Ez 27,5), mirto, quercia (2 Sam 18,9-10; 18,9 1 Re 13,14: Is 2,13), pioppo (Cn 30,37; Sal 137,2), terebinto e salice. In particolare è molto interessante leggere la descrizione che il profeta Ezechiele, al capitolo 31, fa del cedro, paragonandolo all’Assiria ssiria: “Ecco, l’Assiria era un cedro del Libano, bello di rami e folto di fronde, alto di tronco; fra le nubi era la sua cima [...] aveva superato in altezza tutti gli alberi dei campi.. i cedri non l’uguagliarono nel giardino di Dio, i cipressi non gli assomigliavano migliavano con le loro fronde, i platani non erano neppure come uno dei suoi rami: nessun albero bero nel giardino di Dio lo pareggiava in munificenza [...”. La Chiesa, nella tradizione biblica iblica di rispetto nei confronti del creato, condanna le violenze contro doni della natura, sacrificati alla logica del profitto. Nelle Giornate del Ringraziamento molto spesso i documenti dei Vescovi fanno riferimento al problema della natura e in modo particolare rticolare al problema della deforestazione. Contro gli incendi boschivi la Chiesa afferma:”[...] nè si sono attenuati in vasti territori boschivi, gli effetti provocati dal triste fenomeno degli incendi, frequentemente dolosi:’ (Giornata del Ringraziamento del 1982, n. 1079). Lo stesso pensiero viene ripreso nella giornata del 1985, al n. 2919. Nel Messaggio del 1989 al n.1983 così si esprime la Chiesa: “Rivolgendo lo sguardo in casa nostra, non possiamo assistere as con fredda assuefazione e rassegnata passività al fenomeno ricorrente degli incendi di boschivi. Per contrastare e superare tale dramma economico e sociale occorre una vivace reazione delle coscienze, una mobilitazione mobili culturale e popolare, come è avvenuto to per le forme più gravi di criminalità c organizzata … sia per la prevenzione dei danni, sia per la custodia gelosa di un bene così cos raro quale è il patrimonio forestale nella nostra Italia”.
PAROLE CHIAVE Foreste tropicali Attraverso la fotosintesi, sono di fatto le principali produttrici d’osd’os sigeno, un gas fondamentale per la vita.
Foresta equatoriale (o pluviale) Chiamata anche foresta vergine, occupa vaste regioni intorno all’equatore e ospita migliaia di specie animali e vegetali. La più grande foresta pluviale del mondo, con un territorio di circa 7 milioni di km2, è quella dell’Amazzonia.
Selva tropofila o foresta tropicale decidua Si estende nelle zone battute dai monsoni ed è particolarmente svisvi luppata attorno all’Oceano Indiano, India dove si trova la giungla. Si distinguono due strati di alberi: quello superiore perde le foglie nella stagione secca quello inferiore inferio le conserva.
Selva secca È presente nelle regioni dell’America latina caratterizzate da clima secco e caldo. Le piante presenti in questa foresta si sono adattate alla siccità mediante la riduzione della traspirazione o la costituzione costituzio di riserve d’acqua.
Foreste a mangrovie Si estendono lungo i litorali e le lagune salmastre delle isole tropitropi cali e subtropicali della Florida del Brasile, del Senegal e dell’Angola. Gli alberi caratteristici di questa formazione possono vivere su suoli prevalentemente asciutti oppure possono crescere su terreni te inondati dalle alte maree come le mangrovie.
Gli OGM sono batteri, funghi, virus, piante e animali le cui caratteristiche genetiche sono state modificate in laboratorio, grazie alle tecniche dell’ingegneria genetica. Queste tecniche sono applicate in campo medico-farmaceutico, in zootecnica e agricoltura. L’ambito in cui l’utilizzo degli OGM si è maggiormente sviluppato, destando grandi preoccupazioni, è quello dell’agricoltura.
OGM
GLI ORGANISMI GENETICAMENTE MODIFICATI L’ingegneria genetica L’evoluzione delle biotecnologie alimentari ha fatto un salto di qualità con l’avvento dell’ingegneria genetica. Fino agli anni Ottanta le tecniche di miglioramento genetico operavano unicamente attraverso la selezione di varietà vegetali e animali nella ricerca di una resa maggiore: si raccoglievano e seminavano solo i semi prodotti dalle piante ritenute migliori; si incrociavano fra di loro gli esemplari di animali che manifestavano caratteristiche desiderabili. Con gli strumenti forniti dall’ingegneria genetica diventa invece possibile intervenire in modo mirato sul patrimonio genetico, per esempio di una pianta, e accorciare i tempi che prima erano necessari per lo sviluppo di una nuova varietà. Gli OGM sono dunque organismi il cui patrimonio genetico viene modificato in laboratorio. In genere, uno o più geni presi da organismi estranei (transgeni) vengono introdotti nel patrimonio genetico (DNA) dell’organismo che si vuole modificare. Una volta introdotti, i nuovi caratteri si trasmettono anche alla discendenza.
In agricoltura, dove gli OGM sono largamente utilizzati, il 97% delle piante è modificato per due soli caratteri: la resistenza ai diserbanti e la resistenza ai parassiti. Altre modifiche riguardano la produzione di grassi insaturi, l’arricchimento di vitamine, la resistenza alla marcescenza, ecc. In Europa è autorizzata la coltivazione e il commercio di 18 tipologie di prodotti transgenici, negli Stati Uniti di 52. •
Il pomodoro è stata la prima pianta transgenica immessa sul mercato (USA, 1994):
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Il riso transgenico è privo di allergeni e fabbrica vitamine, antivirali e vaccini. Questo
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cereale, che è la principale e a volte unica fonte di sussistenza per le popolazioni orientali, costituisce una dieta povera di vitamina A, la cui carenza può causare gravi disturbi, addirittura la cecità. Un riso capace di produrla risolverebbe i problemi legati alla sua mancanza. Il mais, nella variante mais bt, è il più noto alimento transgenico, molto più produttivo rispetto al fratello “naturale”, grazie alla capacità di resistere agli erbicidi. La soia viene arricchita di acidi grassi per risolvere molte patologie cardiovascolari (trombosi, arteriosclerosi, ecc.).
dimensioni maggiori e conservazione più lunga sono le sue caratteristiche principali.
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PROBLEMI ETICI
CHE COSA DICE LA LEGGE “In merito all’utilizzo degli OGM nell’agricoltura I’Italia ha scelto la via della cautela La legge consente la sperimentazione solo su terreni previamente autorizzati dal Ministero della Sanità. Ogni progetto deve indicare lo scopo i tempi i modi le precauzioni adottate e le interazioni con l’ambiente. E’ obbligatorio inoltre che vi sia una barriera tra il terreno sperimentale e quelli tradizionali oltre a lasciare un certo spazio di rispetto tra la coltura transgenica e le altre. E’ vietato lasciare infiorescenze nelle piante OGM e occorre polverizzarle dopo ogni raccolto e interrarle in un campo che va lasciato appositamente incolto per circa due anni. E’ da osservare come l’Italia, in applicazione delle normative europee che hanno scelto la strada della tracciabilità a differenza degli Stati Uniti deve applicare I’etichettatura sui prodotti OGM In Italia prosegue il programma di monitoraggio e di controllo sul mais e sulla soia indispensabile per garantire agli agricoltori sementi sicure e ai consumatori cibi genuini. Non ci sono invece certezze sulle farine di soia importate dall’Italia per uso zoo tecnico sono più di 3 milioni le tonnellate all’anno”.
Le biotecnologie alimentari sono l’evoluzione del processo di industrializzazione dell’agricoltura iniziato negli anni Settanta con la cosiddetta “rivoluzione verde”, che individuò nell’agricoltura intensiva — monoculture estensive associate alla meccanizzazione e all’uso massiccio di fertilizzanti e pesticidi — il sistema per aumentare la produzione e risolvere il problema della fame nel mondo. In realtà gli effetti dell’agricoltura intensiva si sono rivelati disastrosi per l’ambiente e per la salute dell’uomo: coltivare la stessa specie su superfici immense, ha aumentato il rischio di veder distrutti da un unico parassita interi raccolti; ha ridotto la biodiversità; ha incentivato la deforestazione; ha provocato l’inaridimento del terreno, favorendone la desertificazione; ha inquinato il suolo, l’acqua e l’aria; ha aumentato i consumi energetici (per la produzione e il trasporto degli alimenti), contribuendo al riscaldamento globale. Alla fine i Paesi poveri si sono ritrovati ancora più poveri, perché depredati delle già scarse risorse naturali. Con l’introduzione degli OGM, si ripete un copione molto simile. I sostenitori delle nuove tecnologie affermano che con gli OGM si risolveranno i problemi dell’alimentazione mondiale (raccolti abbondanti e garantiti grazie alla “robustezza” delle piante e possibilità di coltivare terreni difficili grazie alla robustezza dei semi); si ridurrà l’inquinamento, perché, grazie alle modifiche introdotte, serviranno meno erbicidi e pesticidi; sarà possibile migliorare la dieta, variando le caratteristiche nutrizionali e organolettiche degli alimenti. In realtà, considerando il business miliardario delle piante geneticamente modificate, possiamo immaginare quanto stiano a cuore, a chi controlla il mercato delle sementi, gli interessi e il benessere dei Paesi poveri (e dell’umanità intera). Poche grandi multinazionali posseggono i brevetti degli OGM, che in quanto organismi artificiali sono appunto brevettabili, e mantengono il monopolio dello sfruttamento commerciale. Inoltre, per impedire di utilizzare i semi del raccolto, viene introdotta una modifica genetica che li rende non fertili, costringendo gli agricoltori ad acquistare ogni anno nuove sementi. Dunque l’economia dei Paesi, soprattutto di quelli poveri, è subordinata agli interessi delle multinazionali. Riguardo al minore impatto ecologico degli OGM, va osservato che la tolleranza agli erbicidi, che è una delle modifiche più diffuse, comporta un’intensificazione dell’uso dei prodotti chimici: se le piante sono invulnerabili, si possono usare pesticidi in quantità, con il risultato di raccolti più floridi e ambiente più inquinato. Gli OGM sono anche responsabili della perdita di biodiversità, causata dall’inquinamento genetico (incroci tra piante naturali e piante transgeniche) e dalla formazione di specie più forti delle altre. La presenza degli OGM nell’agricoltura e di conseguenza sul mercato alimentare, sotto forma di materie prime (per esempio il mais), di derivati (olio di mais) e nella preparazione di alimenti (maionese), e in questo caso non sempre facilmente rintracciabili, ha creato una diffusa preoccupazione sui possibili rischi relativi alla salute umana.
Posizione delle DIVERSE religioni Si tratta di una religione diffusa in un continente dove il problema della fame è ancora gravissimo. Si capisce perciò che le tematiche su cui si concentra la riflessione dell’induismo smo sono lontane dal dibattito sulle moderne tecnologie. Il buddhismo non si oppone alla ricerca scientifica, purché abbia come scopo il raggiungimento raggiungimento di un valore positivo per gli esseri umani. L’utilizzo degli 0CM è ampiamente accettato, perché non rompe il rapporto di armonia fra uomo e natura L’islam islam non mostra un atteggiamento di diffidenza nei confronti della ricerca scientifica, purche non entri in contrasto con i principi etici del Corano. Nel caso de gli OGM M non esistono particolari problemi. Nella cultura ebraica, così come in quella cristiana, è radicata l’immagine dell’uomo che cerca di carpire i segreti della natura per sostituirsi a Dio e cade vittima della propria. propria Anche in ambito cattolico la questione degli OGM, che è una questione bioetica, fa molto discutere. Le questioni sollevate sono sostanzialmente le seguenti tre: 1. Gli OGM M sono davvero utili per risolvere la fame nel mondo? 2. È giusto brevettarli? 3. Sono dannosi per la specie umana? L’atteggiamento che prevale le fra i cattolici è di preoccupazione e diffidenza nei confronti di pratiche che sembrano più motivate dagli interessi economici che da quelli umani e sociali. La fame nel mondo, ad esempio, non viene risolta da un diverso utilizzo delle tecnologie poiché il vero problema è la cattiva distribuzione delle risorse di cibo sulla Terra. Inoltre la questione stione dei brevetti accresce questa posizione di scetticismo, poiché essi costano e i poveri del Terzo Mondo non hanno i soldi per acquistare le ‘nuove sementi’ i’ di cui le ricche multinazionali, multina li, attraverso i brevetti, si assicurano il possesso. Sui brevetti, inoltre, la coscienza cristiana solleva parecchie riserve perché gli esseri viventi non possono essere brevettati: la natura infatti è un dono dono fatto da Dio a tutta l’umanità in modo assolutamente gratuito, affinché tutti ne possano godere. go Nel libro del Genesi infatti è scritto:” saranno vostro cibo .. io do in cibo ...(1,29-30)”. Lo stesso è ribadito in Gn. 2,16 nel celebre passo del Paradiso terrestre:”[. ..] tu potrai mangiare dii tutti gli alberi del giardino, ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare man { ...]“.Il progresso deve dunque costituire un reale vantaggio per tutta l’umanità e non può risolversi in un ulteriore profitto per alcuni. Un’altra preoccupazione eoccupazione che la Chiesa avverte è relativa alle conseguenze di queste mutazioni mutazio transgeniche nel lungo periodo: queste infatti potrebbero segnare, nel bene e nel male, l’ambiente l’ambiente delle future generazioni, gli equilibri degli ecosistemi e la salute umana. uma Ricordiamo alcuni principi di bioetica: Il principio di benevolenza: qualsiasi pratica deve essere giustificata dal bene che ne può derivare oppure dal fatto che è l’unica possibilità per salvare vite umane; Il principio di giustizia sociale: bisogna stabilire chi è veramente beneficiato dalle innovazioni innova tecnologiche. Nel caso degli OGM sembra solo un piccolo gruppo di grandi imprese; Il principio di trasparenza:: prima di introdurre una nuova tecnologia le persone andrebbero andreb informate e messe esse in grado di esprimere il loro parere; Il principio di precauzione:: è adottato da molte nazioni nella loro legislazione. La valutazione valutazione del rischio deve esser~1_en considerata prima di adottare una nuova tecnologia. Giovanni Paolo II, parlando all’Associazione Associazione mondiale il 29 ottobre 1983,a proposito della ‘ma‘ nipolazione genetica’ invitava alla riflessione equilibrata e prudente:”A dire il vero, l’espressio ssione ‘manipolazione genetica‘ resta ambigua e deve essere oggetto di vero discernimento morale, perché nasconde da una parte dei tentativi avventurosi tendenti a promuovere una sorta di superuomo superuomo e, d’altra parte, dei tentativi positivi volti alla correzione di anomalie, quali alcune malattie malattie ereditarie, senza parlare poi delle applicazioni benefiche che nei campi della biologia animale e vegetale utili per la produzione alimentare”.
PAROLE CHIAVE Biotech Contrazione della parola inglese biotechnology, cioè biotecnologia, indica una qualsiasi tecnica che utilizza gli organismi viventi per ottenere dei prodotti, per migliorare piante e animali o per sviluppare microrganismi da usare per scopi ben precish-~i possono distinguere una biotecnologia tradizionale, il complesso di tecniche convenzionali, impiegate da secoli per produrre birra, vino, formaggi e un gran numero di altri alimenti, e una biotecnologia moderna che comprende tuffi i metodi di modificazione basati sulle tecniche di manipolazione genetica.
Filiera È l’intero percorso di un alimento attraverso tutte le fasi della produzione, della trasformazione e della distribuzione.
Tracciabflità È la capacità di ricostruire la storia di un alimento “dal campo alla tavola”, grazie a documentazioni sulle trasformazioni subite nella filiera produttiva, in modo da aumentare le garanzie per i consumatori sugli ingredienti presenti e sulla sicurezza del prodotto.
Brevetti Sono proprietà intellettuali,giuridicamente registrate, che garantiscono il diritto esclusivo di sfruttamento industriale. Per il loro utilizzo, ad esempio per godere di un farmaco, occorre versare cifre rilevanti.