ETICA e SESSUALITA'

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Liceo classico “A. Oriani” - Corato

Appunti I.R.C. www.religioweb.it

prof. Antonio de Palma

Il fascicolo intende fornire dati fondamentali su temi etici per riflessioni individuali e dibattiti in gruppo.

SESSUALITA’ • • • • • • • •

LA SESSUALITA’ LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE LE VIOLENZE SESSUALI LA PROSTITUZIONE L’OMOSESSUALITA’ LA CONTRACCEZIONE I RAPPORTI PREMATRIMONIALI LA CONVIVENZA


La SESSUALITA’ è una componente fondamentale della persona, un suo modo di essere, di manifestarsi, di comunicare con gli altri, componente che esprime una dimensione sia biologica sia sociale. Da un punto di vista biologico la sessualità è finalizzata alla riproduzione, da un punto di vista sociale e psicologico è uno strumento di comunicazione e di relazione interpersonale.

LA SESSUALITA’ Nel corso della storia ogni civiltà ha rappresentato o occultato, in modi differenti e specifici, la sessualità e l’amore, elaborando una propria morale sessuale, cioè un insieme di norme e costumi destinati a regolamentare e controllare il soddisfacimento dei bisogni sessuali. Durante il Novecento la morale sessuale ha subito enormi trasformazioni. Se consideriamo la società italiana, il cambiamento fondamentale è stato il passaggio da una concezione della sessualità legata unicamente alla procreazione a un’idea del sesso come segno di amore tra i coniugi. In realtà già in passato esisteva una doppia morale che condannava pubblicamente il sesso non finalizzato alla riproduzione, ma lo ammetteva tacitamente, purché di nascosto e al riparo della vita privata. Fino alla seconda guerra mondiale, durante l’epoca fascista, il codice morale esaltava la madre prolifica e l’uomo virile fecondatore,la famiglia sana, la sessualità appunto separata dall’amore. Una donna sterile era ritenuta inutile e un uomo incapace di procreare era intollerabile. La doppia morale pretendeva un uomo esemplare in famiglia ma amante libertino nelle case di tolleranza; i fidanzati si incontravano alla presenza di testimoni e mai dormivano sotto lo stesso tetto. Dopo la seconda guerra mondiale, negli anni della ricostruzione e del benessere, cominciò una democratizzazione delle relazioni sessuali, determinata sia dall’emancipazione culturale ed economica della donna, sia da una maggiore libertà sessuale dovuta all’allentarsi dei vincoli morali tradizionali. La rivoluzione sessuale arrivò in Italia verso il 1968 con i grandi movimenti di contestazione studentesca. I mezzi di comunicazione di massa contribuirono a diffondere il movimento e in poco tempo, uno dopo l’altro, si sbriciolarono i vecchi tabù.

PROBLEMI ETICI La rivoluzione sessuale ha innanzi tutto modificato la morale sessuale tradizionale che riservava alla donna un ruolo subalterno, legato alla maternità, e all’uomo una posizione di potere, legittimata dal fatto di essere colui che proteggeva e sosteneva la famiglia, permettendo anche ad altre realtà sessuali (gli omosessuali), di uscire allo scoperto reclamando il diritto al riconoscimento. Ha inoltre ridefinito il contesto dell’attività sessuale, rendendo legittima una sessualità vissuta al di fuori del matrimonio e non legata alla finalità riproduttiva, contribuendo all’affermazione di un’idea di sessualità come sfera etica autonoma. Da un’etica sessuale basata su prescrizioni e divieti, si è così passati ad un’etica individualistica che affida alla sensibilità e alla coscienza del singolo tutte le scelte relative alla propria sessualità. Questi cambiamenti hanno provocato diverse reazioni:

► la perplessità di coloro che li considerano causa di disordine sociale; ► la condanna di coloro che ritengono che la sessualità non possa essere separata dalla sua funzione procreativa,

la preoccupazione per una sessualità che l’individualismo ha trasformato in un sistema di consumo (l’invito a cedere alle proprie pulsioni, a consumare per soddisfarle, riguarda anche il sesso, una merce di consumo come le altre). Nel complesso panorama di rivendicazioni e timori, c’è una cosa che va affermata con forza e che dovrebbe vedere tutti concordi: la convinzione che nessuna morale sessuale può prescindere dal rispetto. Rispetto per se stessi e per gli altri, per la dignità e la libertà di ciascuna persona, nella convinzione che la sessualità è una sfera della vita così importante, intima e delicata che nessuno, né i singoli individui, né la società, ha il diritto di calpestarla, manipolarla, utilizzarla e ridurla a strumento di potere.

CHE COSA DICE LA LEGGE La sfera della sessualità appartiene alle singole persone umane traducendosi in un diritto personalissimo seppure in larga misura disponibile. La stessa Corte Costituzionale nella sentenza n 561 del I8 Dicembre dei I987 ha affermato che “essendo la sessualità uno degli essenziali modi d’espressione della persona umana il diritto di disporre liberamente è senza dubbio un diritto soggettivo assoluto, che va ricompreso tra le posizioni soggettive direttamente tutelate dalla Costituzione e inquadrato tra i diritti inviolabili della persona umana che I’art 2 della Costituzione impone di garantire”. La Commissione delle Nazioni Unite sui diritti umani nell’aprile 2003 ha adottato una risoluzione sul diritto alla salute con cui chiede agli Stati di “proteggere e promuovere la salute sessuale e riproduttiva quali elementi fondamentali del diritto di ciascun individuo a ottenere i massimi standard in materia di salute fisica e mentale”.


Posizione delle DIVERSE religioni Nell’induismo esiste uno stretto legame tra religione e sessualità. Il sesso è rappresentato sotto sotto forma di divinità e l’attività sessuale contribuisce all’evoluzione spirituale dell’individuo. Il sesso in sé non è considerato cattivo, ma la tradizione buddhista considera tutti i desideri, desi compreso quello sessuale, causa di dolore e ostacolo al raggiungimento del nirvana.

La sessualità maschile non è oggetto di norme o divieti, mentre quella femminile è considerata consi solo in relazione alla procreazione. L’islam islam considera positivamente la sessualità umana, che è strettamente strettamente regolata sulla base ba del CORANO e degli insegnamenti di Maometto. Nella legge ebraica il sesso non è considerato come vergognoso, peccaminoso o osceno, e non ha solo una funzione riproduttiva. È un istinto vitale come la fame e la sete, e come tutti gli istinti va incanalato e soddisfatto al momento, nel luogo e nel modo giusto. Molte religioni hanno delimitato l’amore umano con molte regole e norme morali, legando talvolta l’esperienza amorosa rosa a sentimenti di colpa e di impurità. Anche la religione cristiana cristiana è stata accusata di diffondere il tabù del sesso. In realtà la rivelazione biblica, in particolare la tradizione dizione profetica, descrivendo il rapporto tra Dio e il suo popolo, usa l’immagine dell’amore umano tra gli sposi come simbolo dell’amore ’amore di Dio. L’uomo ’uomo è stato creato a immagine di Dio che è amore (Gv 4,8). L’amore è la prima e fondamentale vocazione di ogni essere umano (Familiaris Consortio, 11; Catechismo della Chiesa cattolica, 1604). La vocazione dell’uomo all’amore coinvolge coin la persona umana nella sua interezza secondo se la sua realtà di spirito incarnato. Ogni uomo e ogni donna quindi è chiamato a vivere l’amore come totalità unificata di spirito e corpo, di cui la sessualità è parte integrante. Nel documento dei Vescovi italiani ita del 1989 intitolato Evangelizzazione lizzazione e cultura della vita umana, al n. 27 si legge: “La sessualità, sualità, oltre a determinare l’identità l’i personale di ciascuno, rivela vela come ogni uomo e ogni donna nella loro individualità e complementarietà, siano fatti per la comunione e la donazione. La sessualità, infatti, dice come la persona sona umana sia intrinsecamente caratterizzata dall’apertura all’altro all’al e solo nel rapporto e nella comunione munione con l’altro trova la verità di se stessa. Così la sessualità, che pure è minacciata dall’egoismo dall’ e può essere falsificata e ridotta attraverso at il ripiegamento di cia- I scuno su di sé~ richiede, per sua stessa natura, di essere orientata, elevata, integrata e vissuta nel dinamismo dinamismo di donazione disinteressata, disinte tipico dell’amore”.

PAROLE CHIAVE Amore a. affetto intenso, inclinazione verso qualcuno o qualcosa; b. attrazione per una persona fondata sull’istinto sessuale

Sesso a. caratteristica del corpo, determinata deter biologicamente, che distingue gli esseri viventi in specie diverse: femminile, maschile, ermafrodita; b. l’attività sessuale.

Sessualità Concerne il desiderio e l’orientamento l’orienta personale: eterosessuale, omosessuale, transessuale. Più in generale indica l’attività sessuale intesa come modalità di relazione fra gli individui.


La Dichiarazione sull’eliminazione della violenza contro le donne adottata dalle NAZIONI UNITE nel 1993 stabilisce che “sono violenza contro le donne tutti gli atti di violenza diretti contro il sesso femminile, che causano o possono causare alle donne una danno o delle sofferenze fisiche, sessuali o psicologiche, ivi compresa la minaccia di tali atti, l’assoggettamento o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica che in quella privata”.

LA VIOLENZA contro le donne UN FENOMENO MONDIALE Secondo uno studio del 1999 basato su 50 ricerche svolte in tutto il mondo, almeno una donna su tre, nel corso della sua vita, è stata picchiata, costretta a rapporti sessuali o maltrattata. (L. HEISE, M. ELLESBERG, M. GOTFEMOELLER, Ending Violenve Against Women, in “Population Reports”, Serie 1, n.11, Johns Hopkins University School of Public Health, Baltimora, dicembre 1999). Il fenomeno non riguarda solo un determinato sistema politico o economico, ma è presente a livello mondiale in qualsiasi società, indipendentemente dal grado di benessere, dalla razza e dalla cultura. Le violenze di cui sono vittime le donne possono essere raggruppate in tre grandi categorie a seconda dei luoghi in cui si esercitano, e cioè la famiglia, lo Stato e la collettività. Per ciascuna di queste categorie le violenze possono essere di tipo fisico, psicologico o sessuale. La violenza all’interno della famiglia comprende le percosse da parte del partner e le violenze psicologiche, ma soprattutto le violenze a carattere sessuale: abuso sessuale di

bambine, stupro da parte del coniuge. La violenza istituzionale comprende tutte le forme di violenza esercitate o tollerate dallo Stato. In molti Paesi le leggi e la mentalità sono apertamente discriminatorie. Le donne non hanno il diritto di guidare, di votare, di scegliersi il marito, di ereditare, di aprire un conto in banca. A volte devono anche subire pratiche stabilite dalla tradizione: mutilazioni genitali, crimine d’onore, infanticidio selettivo, che priva innumerevoli donne della vita stessa. La violenza sociale ed economica è quella esercitata sul luogo di lavoro, a scuola, nella collettività in generale. Anche quando sono protette dalla legge e non subiscono alcuna aggressione o pratica discrimiriatoria ufficiale, nella vita quotidiana le donne sono sottomesse a violenze meno visibili ma che rivelano ugualmente delle ingiustizie connesse alla loro appartenenza al genere femminile, contrapposto a quello maschile: possibilità diverse di accedere all’educazione e al mercato del lavoro, disuguaglianza dei salari, dei contratti e delle carriere, ripartizione ineguale dei compiti domestici.

PROBLEMI ETICI Secondo la Dichiarazione delle Nazioni Unite sull’eliminazione della violenza contro le donne, questa violenza “è la manifestazione di un rapporto fra uomini e donne storicamente disuguale che ha condotto gli uomini a prevaricare e a discriminare le donne, frenando la loro emancipazione, ed è uno dei principali meccanismi sociali ai quali è dovuta la subordinazione delle donne agli uomini”. Questo tipo di violenza è ciò che si chiama violenza di genere, praticata cioè sulla base dell’appartenenza al genere maschile (che la esercita) e al genere femminile (che la subisce). La sua enorme diffusione non significa che è naturale o inevitabile, ma piuttosto che è l’espressione di valori e tradizioni storicamente e culturalmente radicati, alla base dei quali c’è la volontà da parte dell’uomo di affermare e mantenere il proprio dominio sulla donna, e la difficoltà da parte di quest’ultima di ribellarsi.

CHE COSA DICE LA LEGGE Uno dei maggiori traguardi nella lotta alle violenze contro le donne è stato il riconoscimento del fatto che la violenza contro le donne è una violazione dei diritti umani. Questo ha spostato la violenza da un piano privato a una questione di pubblico interesse sulla quale devono intervenire gli Stati. La Convenzione delle Nazioni Unite sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne (CEDAW) nella Raccomandazione n. 19 del 1992, definisce la violenza contro le donne una discriminazione e invita gli Stati membri a “adottare appropriate misure per eliminare la discriminazione nei confronti delle donne da parte di qualsiasi individuo, organizzazione o entità”.

Povertà, emarginazione, analfabetismo, ma anche paura, vergogna, prostrazione, perdita di autostima, sfiducia nella giustizia, impediscono a molte donne di difendersi o di reagire agli abusi. Per uscire dal circolo vizioso della violenza bisogna fornire alle donne i mezzi per riappropriarsi dei loro diritti, ma soprattutto abbandonare l’ideologia della supremazia maschile. L’intervento di organismi internazionali, governi locali e associazioni per la difesa dei diritti umani sono importanti, ma fino a quando gli schemi di pensiero dominanti saranno quelli che legittimano queste violenze, non potranno agire diversamente, non solo gli uomini, ma nemmeno le donne. L’evoluzione delle mentalità passa per una presa di coscienza collettiva, uomini e donne insieme, e attraverso l’educazione delle generazioni future.


Posizione delle del DIVERSE religioni Una famosa sentenza indiana recita: “Quando è ragazza, dipenda dal padre; dal marito quando è giovane; dai figli alla morte: la donna non sia mai indipendente”. La negazione del valore della donna in quanto tale, e non solo per la sua posizione di moglie e di madre, ma consentì la diffusione della pratica del suicidio rituale compiuto dalle vedove che spesso si immolavano sul rogo del marito. Il buddhismo considera la violenza contro le donne un atto gravissimo. Le donne danno la vita e in questo senso sono superiori agli uomini. Nella tradizione confuciana la donna non gode di una grande considerazione. Così dice un antico proverbio cinese: “Quando torni a casa la sera, picchia tua moglie. Tu non sai perché ché lo fai, ma lei si”. Nel CORANO si legge: “Gli uomini sono preposti alle donne, perché Dio ha prescelto pre alcuni esseri sugli altri e perché essi donano dei loro beni per mantenerle; le donne sono dunque devote a Dio e sollecite della propria castità, così come Dio è stato sollecito con loro; quanto a quelle di cui temete atti di di disobbedienza, ammonitele, poi lasciatele sole so nei loro letti, poi battetele; ma se vi ubbidiranno, allora non cercate pretesti per maltratmaltrat tane; ché Iddio è grande e sublime:’ (Sura IV, 34). Nell’ebraismo permangono, derivanti dalle tradizioni arcaiche, prescrizioni e tabù relativi alla sessualità, sentita come impura e peccaminosa. In una società maschilista il sospetto e il timore della carne si traduceva in sospetto per la donna: l’uomo viene sollevato dalle sue responsabilità con la scusa della della provocazione della donna, ed è su quest’ultima che si scarica la colpa. Nella tradizione ebraica gli uomini si rivolgevano in questo modo a Dio: “Che tu sia benedetto, Signore, perché non mi hai fatto gentile, donna o ignorante!”, mentre le donne si rassegnavano ssegnavano a dire: “Che tu sia lodato, Signore, perché mi hai fatto secondo il tuo volere!” Eppure nella RIVELAZIONE divina si afferma con chiarezza che l’uomo uomo e la donna hanno pari dignità davanti a Dio: “E Dio creò l’uomo a sua immagine. A immagine di Dio lo creò. Maschio e femmina li creò” (Gnn 1,27). Ciò significa che la dignità dell’uomo e della donna è determinata dal fatto di essere immagine di Dio, indipendentemente dalla dal loro caratterizzazione sessuale. sess Considerando la tradizione antifemminista propria delle società arcaiche filtrata nell’ebraismo prima e nel cristianesimo poi aggravata dall’esegesi del primo capitolo del Genesi che vedeva nel peccato originale un peccato di sesso e ne addossava la responsabilità sabilità primaria alla donna si comprende perchè Tertulliano parli della donna come di porta dell’inferno e Clemente d’Alessandria affermi “Ogni Ogni donna dovrebbe essere oppressa dalla vergogna, al solo pensiero di essere donna”. Naturalmente il pensiero della Chiesa si è evoluto in direzione di una maggiore apertura nei confronti della donna: fino a non molti decenni fa alle donne non era consentita la lettura del Vangelo durante la Messa e il semplice accesso al presbiterio. Rimane Rimane ancora aperta la questione dell’esclusione dal sacerdozio, che impedisce tuttora alla donna di avere una posizione di reale parità nell’ambito ecclesiale. Eppure ecco ciò che si legge nel Catechismo: “L’uomo e la donna sono creati, cioè sono voluti da Dio. Dio. in una perfetta uguaglianza, per un verso, in quanto persone umane, e, per l’altro verso, nel loro rispettivo essere di maschio e di femmina. ‘Essere uomo’, ‘essere donna’è una realtà buobuo na e voluta da Dio: l’uomo e la donna hanno un ‘insopprimibile dignità, dignità, che viene loro direttamente mente da Dio, loro Creatore. L’uomo e la donna sono, con una identica dignità, ‘a immagine di Dio Nel loro essere uomo ed essere donna riflettono la sapienza e la bontà del creatore (Catechismo della Chiesa cattolica n 369)

PAROLE CHIAVE Discriminazione Dal verbo discriminare, dividere, indica l’azione di separare le persone riservando privilegi ad alcune e negando diritti ad altre. Chi è oggetto di discriminazione subisce un trattamento diverso e penalizzante. Tabù Indica un divieto relativo a persone, luoghi, oggetti, situazioni, verso i quali vanno adottati comportamenti particolari. Supremazia Posizione di predominio sugli altri. Subordinazione Condizione di dipendenza e sottomissione Emancipazione L’atto di rendersi liberi e indipendenti. Si parla di emancipazione femminile in riferimento alla liberazione dalla condizione di inferiorità giuridica, economica e sociale rispetto agli uomini.


Sono molte e difficili da definire con precisione, ma riguardano tentativi di stupro, stupro, contatti fisici, pose fotografiche o visione di video porno, ecc. Sono atti compiuti con l’uso della forza o approfittando di uno stato di soggezione e caratterizzati dalla assenza del consenso di chi ne è vittima.

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VIOLENZE SESSUALI I PIU’ COLPITI: DONNE E BAMBINI

Quello della violenza sessuale è un fenomeno in costante aumento anche nelle società occidentali, dove la presenza di istituzioni democratiche sembrerebbe garantire i più elementari diritti umani. Radicata in una cultura che spesso “comprende” invece di condannare, la violenza sessuale colpisce soprattutto donne e bambini, cioè la parte più vulnerabile della società. Può assumere innanzi tutto la forma di molestia sessuale, particolarmente diffusa sul luogo di lavoro. Si manifesta con contatto fisico, allusioni, scherzi e osservazioni a carattere sessuale, inviti pressanti, telefonate oscene e pedinamenti, tutti comportamenti che lungi dall’essere sollecitati, vengono vissuti dalla vittima come intimidatori e umilianti. Può essere esercitata con le mutilazioni degli organi genitali femminili: l’infibulazione (cucitura parziale delle piccole labbra, tranne una fessura per urinare) per garantire la verginità prima del matrimonio, e l’escissione (asportazione del clitoride e di parte delle piccole labbra) per purificare il corpo femminile. Queste operazioni hanno conseguenze drammatiche sulla salute fisica e psicologica di chi le subisce. Può prendere la forma dello stupro. Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) una donna su cinque è vittima di uno stupro o di un tentativo di stupro nel corso della sua vita. È in aumento il cosiddetto stupro istituzionale: dei prigionieri nelle carceri, dei malati negli ospedali, dei rifugiati nei campi profughi. Lo stupro in tempo di guerra è ormai praticato sistematicamente. Ma è soprattutto all’interno della famiglia o del cerchio ristretto delle relazioni personali, che donne e bambini corrono i pericoli maggiori.

PROBLEMI ETICI Qualunque sia la forma che assume, la violenza sessuale è sempre una dimostrazione di potere, un atto che afferma la superiorità e il controllo di una persona su di un’altra. Le mutilazioni genitali non sono altro che un modo per controllare il comportamento sessuale delle donne. Ad esempio, una donna che ha subito l’infibulazione o l’escissione soffre ogni volta che ha un rapporto sessuale, così non avrà la tentazione di tradire il marito. Del resto una donna non ha alcun diritto al piacere sessuale. Lo stupro non ha niente a che fare con un rapporto sessuale, ma è un’aggressione destinata ad affermare il dominio, tramite la forza, dell’aggressore sulla vittima. Per fermare la violenza, riaffermare il dovere e il diritto al rispetto, bisogna che tutti comprendano che la violenza nasce dalla discriminazione ed è una manifestazione di potere, un’espressione di dominio. È necessario cambiare il punto di vista anche per modificare le leggi e il trattamento che la giustizia riserva alle donne, altrimenti continueremo a vedere assolti i colpevoli di stupro, anche quando la legge ne prevede la condanna, a causa della mentalità diffusa che vuole le vittime responsabili come gli aggressori, O ad assistere a processi in cui lo stupro consumato all’interno del matrimonio non è giudicato un reato, e nel caso, gode di tutte le attenuanti possibili.

Secondo il Rapporto delle Nazioni Unite sulla Violenza sui Bambini presentato il 13 ottobre 2006 la violenza ai danni dei minori è una emergenza internazionale che riguarda ogni paese del mondo e di cui sono vittime, ogni anno 40 milioni di bambini sotto i 15 anni. Attualmente il 97% dei minori del mondo non gode della stessa protezione e tutela giuridica riservata agli adulti. Le violenze possono assumere molte forme: quella dell’abuso sessuale, delle punizioni fisiche, della tortura, dei lavoro coatto, dello sfruttamento sessuale, delle pratiche tradizionali pregiudizievoli della salute (per esempio le mutilazioni sessuali), i matrimoni precoci, lo stupro e anche l’omicidio.


Posizione delle DIVERSE religioni PAROLE CHIAVE L’induismo pur essendo una religione radicalmente non violenta, prevede delle pratiche problematiche. Alcune sette prevedono infatti riti di iniziazione a carattere sessuale, e nel Tantrismo che considera l’energia sessuale, kundalini, una via di conoscenza, sono praticati ticati anche atti di violenza sessuale. Il buddhismo condanna ogni forma di violenza sessuale. La prospettiva culturale del confucianesimo non è certo favorevole alle donne. Al di là delle le condanne ufficiali delle violenze sessuali, è facile immaginare che nei fatti le cose vadano diversamente. È’ difficile pensare che una cultura religiosa che prevede la poligamia e che relega le donne ne in una condizione di inferiorità, preservi chi è in una situazione di sottomissione dal subire abusi sessuali. Anche se in teoria la violenza sessuale è condannata può essere problematico non solo sottrarsi ma addirittura esserne consapevoli. La violenza sessuale è duramente condannata. condanna Un rapporto sessuale violento, è un atto che “uccide” chi lo subisce, mentre il suo fine è quello di creare la vita. La sessualità è voluta e creata da Dio, ma come ogni altra attività umana può diventare causa di peccato se l’ordine di Dio viene stravolto. Ciò avviene sia quando viene negata la funzione zione procreativa, sia quando la sessualità diventa una ricerca egoistica del piacere. In quest’ultimo caso il partner è abbassato al livello di una cosa, di un puro mezzo di godimento. Ogni forma di violenza sessuale, è un crimine contro la persona umana. Lo afferma il Catechismo della Chiesa cattolica nella parte sulla “Dignità della Persona umana”. Lo stupro, in particolare, è un crimine che offende la castità, castità intesa come la virtù che rende capace la persona di vivere la sessualità in modo umano. La castità porta l’uol’uo mo a realizzarsi in modo costruttivo insieme con la donna e a diventare con lei creatore di vita. Ogni mancanza contro la castità disumanizza disuma la persona. Per questo lo stupro, oltre a uccidere moralmente chi lo subisce, disumanizza disuma anche chi lo commette. “Lo stupro indica ca l’entrata con forza, mediante violenza, nell’intimità sessuale di una persona. Esso viola la giustizia e la carità. Lo stupro stupr lede profondamente il diritto di ciascuno al rispetto alla libertà all’integrità fisica e morale. (Catechismo della Chiesa cattolica n 2356)

Aggressione sessuale Ogni atto a carattere sessuale commesso su qualcuno attraverso la violenza, la costrizione, la minaccia o la sorpresa. Molestia sessuale Ogni atto o comportamento indesiderato, anche verbale, a connotazione sessuale, che reca offesa alla dignità e alla libertà della persona che lo subisce, oppure atto che possa creare ritorsioni o un clima di intimidazioni nei suoi confronti. Stupro Rapporto sessuale imposto a una persona non consenziente. Le vittime possono essere maschi o femmine, minori o maggiorenni, deboli o malati, drogati o sofferenti di deficit mentali, costretti a cedere al rapporto con l’uso della forza. Pedofilo Etimologicamente “colui che ama i bambini”. In realtà colui che ne abusa sessualmente. La pedofilia è un grave disturbo del comportamento, da cui però è affetta solo una minima parte degli uomini che abusano sessualmente dei bambini. Pedopornografia Pornografia che utilizza bambini.

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LA PROSTITUZIONE IL MERCATO DEL SESSO In tutti i tempi gli Stati hanno garantito agli uomini, la cui attività sessuale è da sempre considerata dominante, l’accesso a una categoria di donne chiamate prostitute, motivando la necessità della prostituzione con un presunto ruolo di controllo sociale (se sfogano i loro “bisogni” con le prostitute i maschi lasciano in pace — non violentano — le altre donne), ma in realtà sfruttando un sistema che è fonte di grandi guadagni e che oggi si è trasformato in un settore dell’economia mondiale in piena espansione. Il corpo di donne e bambini, e sempre di più anche quello degli uomini, è diventato un “prodotto”, oggetto di una commercializzazione senza limiti e fonte di favolosi profitti.

CHE COSA DICE LA LEGGE La legge del 20 febbraio 1958 n.75 detta legge Merlin ha vietato l‘ esercizio delle case di prostituzione e dichiarato illegale lo sfruttamento della prostituzione. La prostituzione in se stessa non costituisce un reato E’ punito penalmente chi induca alla prostituzione un minorenne o ne favorisca o sfrutti la prostituzione. E’ anche punito penalmente chi compia atti sessuali con un minore di età compresa tra i quattordici e i sedici anni in cambio di denaro o di altra utilità economica. Il rapporto sessuale con minori di anni quattordici è sempre vietato e punito penalmente. Sono un reato I’adescamento (chi in luogo pubblico o aperto al pubblico invita al libertinaggio in modo scandaloso o molesto; chi segue per via le persone invitandole con atti o parole al libertinaggio) e lo sfruttamento della prostituzione. In merito alla lotta alle nuove schiavitù (art. 600 del Codice Penale) e al traffico di esseri umani (protocollo aggiunto alla Convenzione di Palermo) ogni Stato deve perseguire la condotta illecita della tratta intesa come “reclutamento, trasporto, ospitalità o accoglimento di persone con I’ impiego o la minaccia della forza”. Interessanti sono le suggestioni provenienti dalla legge 269 del 1998 che ha introdotto I’articolo 600 bis del Codice Penale il quale punisce molto severamente lo sfruttamento della prostituzione e i fruitori delle prestazioni.

Due fenomeni caratterizzano questo aspetto perverso della globalizzazione che va sotto il nome di mercato del sesso, controllato sia dalle organizzazioni criminali che dagli Stati.

PROSTITUIRSI In generale significa vendere ciò che secondo i principi morali di una società non può essere oggetto di lucro (onore, dignità, ideali, affetti, corpo). Nell’accezione più comune, oggetto del nostro tema, la prostituzione consiste nell’offerta di prestazioni sessuali in cambio di denaro o beni materiali.

Il primo è la forte crescita del traffico di esseri umani destinati ad alimentare il mercato della prostituzione, traffico che prospera grazie alle disparità economiche fra donne e uomini e fra le diverse Il giro di affari della regioni del mondo: si stima che 0,5 milioni di donne e bambini prostituzione del mondo destinati alla prostituzione, raggiungano ogni anno l’Europa ammonterebbe occidentale, provenienti dall’Asia e dall’Europa centrale e orientale. a 60 miliardi di euro, dei quali 10 in Europa. Spesso le ragazze vengono ingannate con la promessa di un lavoro e poi costrette a prostituirsi; a volte le famiglie stesse vendono un figlio sapendo che finirà a prostituirsi; molto spesso donne e bambini vengono rapiti per finire nel mercato del sesso. L’epidemia di AIDS, poi, aumenta la domanda di prostitute sempre più giovani, perché i clienti esigono dei partner non contaminati.

Il secondo è l’aumento del turismo sessuale, che permette ai clienti occidentali di raggiungere luoghi esotici dove possono approfittare di prezzi irrisori, dell’anonimato, della povertà e della sottomissione di donne e bambini, che per la loro origine e condizione sono ancora più facilmente considerati non come esseri umani ma come semplici oggetti sessuali. Da tutto ciò risulta che la prostituzione è un fenomeno complesso, non riducibile a un fatto individuale, ma strettamente legato alle strutture di potere e all’economia, e che riflette le relazioni disparitarie fra uomini e donne, adulti e bambini, Paesi ricchi e Paesi poveri.

PROBLEMI ETICI Con l’eccezione di coloro che vorrebbero attribuirle una funzione sociale (certi “bisogni” vanno pur soddisfatti), o giustificarla sulla base della sua costante storica (è il mestiere più antico del mondo), la prostituzione è da tutti ritenuta moralmente e umanamente inaccettabile. Annullando la dimensione affettiva e relazionale, infatti, non solo priva l’atto sessuale del suo senso esistenziale profondo (l’amore e il sostegno reciproci e la procreazione), ma trasforma la persona stessa in un oggetto, anonimo e intercambiabile, privandola del riconoscimento di quell’identità che imporrebbe una relazione di rispetto e di libertà. La condanna però non può prescindere da una riflessione sulla responsabilità: a volte anzi, prima di chiedersi se un comportamento è moralmente lecito, bisogna verificare che non sia l’unica possibilità per la persona che lo ha adottato, perché una scelta obbligata, fatta in mancanza di reali alternative, ha un significato diverso per chi la compie e per chi la giudica.

Questo non significa che deve mutare il giudizio di condanna, ma piuttosto che per risvegliare la coscienza morale, vanno prima risolti i problemi concreti. Nel caso di chi si prostituisce, spesso qualcun altro o qualcos’altro decide per chi poi si trova sul marciapiede: la necessità economica, il degrado sociale e culturale, la mancanza di scrupoli di chi, magari egli stesso vittima di ambienti disagiati, sfrutta queste situazioni. Diverse sono le considerazioni circa le responsabilità di chi sfrutta donne e bambini per accumulare enormi guadagni e dei clienti che l’opinione comune vuole innocenti e che si concedono il diritto alla più totale irresponsabilità, mentre è per loro che è organizzata la prostituzione. Gli esseri umani non sono merci, i loro corpi non possono essere venduti e acquistati: di fronte alla mercificazione crescente bisogna avere il coraggio di condannare e combattere una mentalità che fa del sesso uno strumento di potere e di profitto e di ripristinare una morale sessuale rispettosa della persona umana.


Posizione delle DIVERSE religioni Nell’induismo la sessualità è finalizzata alla procreazione e all’armonia della coppia, e va vissuta solo all’interno del matrimonio. La prostituzione, vesiya, è condannata perché è un comportamento sessualmente impuro, contraria alla disciplina religiosaa che vieta lo sfruttamento di un’altra persona. Confucio non condannava la prostituzione, almeno dal punto di vista del maschio che poteva teva usufruirne a suo piacimento. Del resto le donne nel confucianesimo antico non solo non potevano esprimere un punto di vista, ma neanche averlo. Tutti i rapporti sessuali al di fuori del matrimonio sono proibiti, in particolare il rapporto con le prostitute. Per evitare il rischio di non riuscire a controllare il desiderio sessuale, è fortemente raccomandato il matrimonio. matrimonio Nell’ebraismo, la prostituzione è proibita perché favorisce l’adulterio. Un figlio nato da una relazione con una prostituta è ritenuto un “bastardo” e non può celebrare un matrimonio ebraico Il cristianesimo condanna la prostituzione perché perché rappresenta una sessualità vissuta al di fuori delle sue caratteristiche stiche fondamentali di unione della coppia e di generazione. L’immagine negativa della prostituzione è evidenziata da un brano brano del Nuovo Testamento dell’apostolo Paolo che, nella prima lettera let ai Corinti, capitolo 6, versetti l5-20, dice: “Non sapete che i vostri stri corpi sono membra di Cristo? Prenderò dunque le membra di Cristo e ne farò membra di una prostituta? Non sia mai! O non sapete sapete voi che chi si unisce alla prostituta forma con essa un solo corpo [...] O non sapete che il vostro corpo è tempio deldel lo Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio, e che non appartiene a voi stessi? [...} Glorificate dunque Dio nel vostro corpo!” Il Catechismo della Chiesa cattolica affronta il tema della prostituzione quando spiega il sesto comandamento. “La prostituzione prostituzione offende la dignità della persona che si prostituisce, ridotta al piacere venereo che procura. Colui che paga pecca gravemente contro se stesso: viola la castità, alla quale lo impegna il Battesimo e macchia il suo corpo, tempio dello Spirito Santo. La prostituzione costituisce una piaga piaga sociale. Normalmente colpisce donne, ma anche bambini o adolescenti scenti (in questi due ultimi casi il peccato è, al tempo stesso, anche uno scandalo). 11 darsi alla prostituzione prostitu è sempre gravemente peccaminoso, tuttavia via l’imputabilità della colpa può essere attenuata dalla miseria, dal ricatto e dalla pressione pressio sociale.” (Catechismo della Chiesa cattolica, 2355).

PAROLE CHIAVE Protettore Chi aiuta, assiste o protegge la prostituzione di altri e ne trae profitto. Traffico d’ esseri umani Termine che indica il commercio di esseri umani a fine di prostituzione e altre forme di sfruttamento sessuale, di schiavitù domestica, di lavori forzati, ecc. Abolizionismo Movimento d’opinione che chiede l’abolizione di tutte le forme di regolamentazione della prostituzione, come le case chiuse, i controlli medici, ecc. Condanna tutte le forme di sfruttamento e pone l’accento sulla necessità della prevenzione e del reinserimento di chi si prostituisce. Legalismo Movimento che considera la prostituzione come un male necessario che conviene organizzare e controllare (case chiuse, quartieri riservati, controlli medici).


OMOSESSUALE è chi prova attenzione per persone del suo stesso sesso. Un uomo attratto da altri uomini è chiamato gay; una donna attratta da altre donne lesbica. Circa il 2% (12 milioni) delle donne e il 4% (24 milioni) degli uomini del mondo sono omosessuali. Amnesty International, 2000.

OMOSESSUALITA’ IL PROBLEMA DELLA DIVERSITA’ SESSUALE In più di settanta paesi nel mondo l’omosessualità è considerata un crimine e in almeno quattro, Arabia Saudita, Iran, Mauritania, Sudan, è punita con la pena di morte. Anche quando la legge non la condanna, il pregiudizio è così forte che gli omosessuali continuano a essere vittime di discriminazioni e violenze. A lungo l’omosessualità è stata considerata una malattia (dipendente da alterazioni organiche o derivante da traumi psichici psichici durante la prima infanzia e l’adolescenza) o una perversione per (dovuta alla corruzione dei costumi propria di alcune al civiltà ed epoche storiche). Nel primo caso si trattava di curarsi, nel secondo di convertirsi convertirsi a una vita moralmente retta. Nel 1973 l’APA (American Psychiatric Association) ha cancellato cellato l’omosessualità dal DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), in cui sono catalogati tutti i disturbi psichici e mentali. Sulla scia di questa decisione anche l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) si occupò oc di omosessualità sualità solo in relazione al disagio interiore e alla tensione psichica che potevano derivarne, fino a cancellarla definitivamente dall’elenco delle malattie nel 1991.

PROBLEMI ETICI

Il problema della diversità sessuale è un problema di diritti umani. In ogni epoca sono esistite persone la cui identità di genere non corrisponde a come esse sentono di essere e che a causa della loro differenza hanno visto e vedono calpestati i loro diritti umani: il diritto di essere ciò che sono senza subire violenze lenze e persecuzioni; il diritto di avere relazioni sessuali suali consenzienti senza perdere la vita, la libertà, il lavoro; il diritto di essere considerati cittadini come tutti gli altri e di venir trattati con il rispetto che è dovuto do a ogni persona. Le leggi e le pratiche che costringono una persona a correggere correggere o a negare il proprio orientamento sessuale attaccano un aspetto fondamentale della sua personalità. [...J Legato com ‘è ai più interiori affari del cuore, ai più reconditi desideri della mente e alle più intime espressioni sioni del corpo, l’orientamento sessuale è uno degli elementi costitutivi dell’essere umano. Il diritto di determinare terminare liberamente il proprio orientamento sessuale e il diritto di esprimerlo senza paura sono diritti umani nel senso più completo del termine” (AA.VV, Identità negata, Amnesty International,Torino 2003).


Posizione delle DIVERSE religioni L’induismo ha un atteggiamento ostile rispetto all’omosessualità, che molti considerano un’importazione occidentale e perciò estranea alla cultura induista. Dal momento che lo scopo del sesso è la procreazione, l’omosessualità non è altro che un abuso dei sensi e perciò fermamente condannata. L’omosessualità è considerata accettabile, anche se dannosa per la psiche e debilitante per il corpo. L’omosessualità è considerata un profondo errore, un peccato. L’islam afferma che gli esseesse ri umani non sono omosessuali per natura ma lo diventano a causa dell’ambiente in cui vivi vono. Le motivazioni di condanna nei Paesi in cui si applica la legge islamica, la sharia variano dall’offesa alla pubblica moralità al crimine contro natura. Dei 26 Paesi in cui si applica la sharia, 18 Paesi puniscono gli omosessuali con il carcere, la fustigazione fustigazione e i lavori forzati, mentre 8 Paesi prevedono la pena di morte. Nell’ebraismo, allo stesso modo che nel cattolicesimo, l’omosessualità come inclinazione non è condannata, lo sono invece gli atti.

Poiché la vita sessuale, per essere lecita, deve svolgersi svolgersi esclusivamente all’interno del matrimonio e avere come duplice plice finalità il sostegno all’amore fra i coniugi e la trasmissione della vita, l’omosessualità non è ammessa dal cristianesimo, anche se alcune confessioni (battisti, episcopali, presbiteriani) adottano un atteggiamento di relativa tolleranza. La Chiesa cattolica opera una netta distinzione tra orientamento (incolpevole) e pratica sessuale (colpevole). La persona omosessuale omoses va accolta con “rispetto, compassione e delicatezza. A loro riguardo guardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione” (Catechismo della la Chiesa cattolica, n. 2358). I rapporti omosessuali sono invece condannati perché “gli atti omosessuali sono intrinsecamente disordinati” (Catechismo della Chiesa cattolica, n. 2357) e contrari alla legge naturale. Gli omosessuali devono osservare osservare la castità. “Attraverso le virtù della padronanza di sé [...] con la preghiera e la grazia sacramentale, possono e devono, gradatamente gradatamente e risolutamente, avvicinarsi alla perfezione cristiana”. (Catechismo della Chiesa cattolica, cat n. 2359). “Scegliere un ‘attività sessuale con una persona dello stesso sesso equivale ad annullare il ricco simbolismo e il significato, per non parlare dei fini, del disegno del Creatore a riguardo della realtà sessuale. L’attività omosessuale non esprime un ‘unione complementare, capace di trasmettere smettere la vita e pertanto contraddice la vocazione a un ‘esistenza vissuta in quella forma di auto-donazione auto donazione che, secondo il Vangelo, è l’essenza stessa della vita cristiana [...]. La persona umana, creata ad immagine di Dio, non può essere ssere definita in modo adeguato con un riduttivo riferimento solo al suo orientamento sessuale [...]. Le persone omosessuali sono chiamate come come gli altri cristiani a vivere la castità [...1. I Vescovi si premureranno di sostenere con i mezzi a loro disposizione disposizione lo sviluppo di forme specializzate di cura pastorale per le persone omosessuali” omosessuali” (Lettera ai Vescovi della Chiesa cattolica della Congregazione per la Dottrina della Fede — La cura pastorale delle persone omosessuali, 1986 — 7, 16, 12, 17).

PAROLE CHIAVE Orientamento sessuale Attrazione sessuale, fisica e affettiva, per un sesso o per l’altro. Si può essere omosessuali, bisessuali o eterosessuali. Coming out Processo individuale di riconoscimento, e rivelazione pubblica della propria omosessualità. Outing Azione con cui viene rivelato l’orientamento sessuale di una persona che aveva deciso di tenerlo segreto. Transessuale Persona il cui sesso anatomico non coincide con la corrispondente identità di genere. Per superare la dolorosa percezione di essere nati nel corpo sbagliato, alcuni si sottopongono a interventi di riattibuzione chirurgica del sesso. Trasgender Si dice di persona che non riconosce la dicotomia di genere maschile e femminile, e transita variabilmente da un genere all’altro. Omofobia Atteggiamento determinato da pregiudizi, paura e odio nei confronti delle persone omosessuali


La contraccezione è l’insieme dei metodi che consentono di avere rapporti sessuali di coppia senza incorrere in gravidanze indesiderate.

LA CONTRACCEZIONE I metodi anticoncezionali

Il controllo delle nascite è un problema che l’umanità si è posta fin dalle sue origini, ma è solo a partire dall’inizio del secolo scorso che si è cominciato a parlare apertamente di contraccezione e ad affrontare scientificamente la messa a punto di tecniche contraccettive. Possiamo classificare in quattro diversi gruppi i metodi anticoncezionali: naturali, meccanici o di barriera, chimici e chirurgici.

I metodi naturali, ad eccezione del coito interrotto, sono quelli basati sull’astinenza periodica. Ne fanno parte: l’OginoKnaus, il Billings e la temperatura basale. Sono metodi ritenuti poco affidabili e di scarsa efficacia in ordine alla contraccezione, ma sono gli unici accettati da coloro che condannano la contraccezione come pratica che separa l’atto sessuale dalla sua funzione procreativa. I metodi naturali, infatti, non intervengono modificando il processo riproduttivo, ma semplicemente sfruttandone le naturali fasi di infertilità.

I

metodi meccanici consistono nell’impedire agli spermatozoi di raggiungere la cellula uovo, frapponendo degli ostacoli per arrestarne il cammino. Sono il preservativo, il diaframma e la spirale o Iud.

I

metodi ormonali e chimici consistono nella somministrazione di sostanze ormonali, la pillola, che bloccano l’ovulazione, oppure nell’utilizzo di sostanze spermicide.

I

metodi chirurgici consistono in interventi di sterilizzazione, che rendono cioè stabile una condizione di non fecondità. Sono due, entrambe irreversibili: la legatura delle tube per le femmine e la vasectomia per i maschi. La vasectomia era illegale fino a quando, con la legge sull’aborto n. 194 del 22 marzo 1978, è stato cancellato il divieto legale alla sterilizzazione.

PROBLEMI ETICI Quando si tratta di discutere della liceità della contraccezione, emergono due orientamenti che, pur facendo appello allo stesso principio, quello della responsabilità, giungono a considerazioni diametralmente opposte.

►In una prospettiva laica, vivere la sessualità in modo responsabile significa anche considerare la possibilità di concepire un figlio, e se non ci sono le condizioni perché ciò avvenga in modo sereno, prendere le precauzioni necessarie per evitarlo. Il controllo delle nascite è poi più che mai necessario nei Paesi in cui, essendo la crescita demografica superiore alla disponibilità delle risorse necessarie per la sopravvivenza, molti bambini sono destinati a non sopravvivere alle malattie e alla fame. ►In una prospettiva religiosa, invece, la sessualità responsabile è quella vissuta all’interno del matrimonio, cioè di un progetto di coppia finalizzato al sostegno reciproco e alla procreazione. La responsabilità consiste nell’impegno alla fedeltà reciproca e alla realizzazione del disegno divino: se un figlio è parte di questo progetto, va ricevuto come un dono, e la coppia sarà pronta ad accettarlo in qualsiasi momento arrivi. Usare metodi contraccettivi (a eccezione di quelli naturali) significa svuotare l’atto sessuale della sua finalità procreativa e andare contro la volontà di Dio.

PAROLE CHIAVE Pillola Contraccettivo orale composto da due sostanze simili agli ormoni prodotti normalmente dall’organismo femminile, che regolano l’attività dell’apparato riproduttore, bloccando l’ovulazione.

Preservativo Mezzo contraccettivo di tipo meccanico che agisce trattenendo il liquido seminale. Se ben utilizzato, la sua efficacia nella contraccezione è abbastanza buona. Esso può avere inoltre una importanza fondamentale nella protezione dal contagio di malattie a trasmissione sessuale (AIDs, sifilide, gonorrea, ecc.).

Diaframma Strumento anticoncezionale costituito da una piccola cupola di gomma morbida che, inserita profondamente nella vagina in modo da coprire l’imboccatura dell’utero, costituisce una barriera al passaggio degli spermatozoi. Generalmente, per accrescere l’efficacia del diaframma, prima dell’uso, esso viene spalmato su entrambi i lati con uno spermicida. Si raggiunge così una sicurezza pari al 90/95%.

Ogino-Knaus Consente di fare una “predizione” del momento fertile, considerando fecondi i giorni che vanno dal 100 aI 18° giorno a partire dall’inizio dell’ultima mestruazione.

Billings Metodo basato sulla capacità della donna di riconoscere il periodo fecondo osservando le perdite vaginali che durante la fase preovulativa, diventano più abbondanti.

Temperatura basale Si basa sul fatto che durante l’ovulazione si ha un aumento della temperatura basale, pertanto occorre misurare la temperatura interna tutti i giorni alla stessa ora, segnandone l’andamento su un grafico. Si può così riuscire a predire quando avverrà l’ovulazione e quindi comportarsi di conseguenza.

Spirale o IUD La spirale o IUD (Intra-Uterine Devices) è un piccolo dispositivo flessibile di plastica da collocare nell’utero, dove svolge un’azione anticoncezionale. Tale azione si esplica a livello strettamente locale impedendo l’annidamento dell’uovo attraverso una modificazione della mucosa uterina, senza influenzare sensibilmente la funzione delle ovaie e quella delle tube.


Posizione delle DIVERSE religioni L’induismo non condanna apertamente la contraccezione, ma nemmeno la considera una pratica desiderabile, perché la procreazione è uno dei doveri centrali della legge morale. Il buddhismo considera la contraccezione accettabile, purché non sia abortiva. abortiva Inoltre non deve essere praticata per scopi egoistici: vi è differenza fra decidere di non avere avere figli o un altro figlio, per motivi di armonia familiare o perché non si vuole la responsabilità respon di un figlio. L’atteggiamento atteggiamento nei confronti della contraccezione è neutrale, di conseguenza ognuno può decidere come crede. .

La religione islamica consente la contraccezione solo all’interno della coppia sposata e quando c’è coincidenza di opinione tra i due coniugi. È ammessa, ma nel rispetto di una sessualità legata alla procreazione. La contraccezione è accettabile ma solo con mezzi che non disperdono il seme maschile: ammessa la pillola antifecondativa, dativa, proibito il preservativo. L’uso di metodi contraccettivi è però consentito solo dopo la nascita di due figli. La religione cristiano-ortodossa ortodossa, riconoscendo do alla sessualità coniugale solo uno scopo procreativo, indica nell’astinenza ’astinenza sessuale l’unico mezzo contraccettivo permesso. Le altre confessioni cristiane ammettono, o comunque non condannano, condannano, la contraccezione. Così si esprime un testo della Chiesa luterana: “Le persone hanno il diritto di non avere figli, senza essere re accusate di tradire il piano divino e ogni figlio ha il diritto di essere es stato voluto.” o.” (Sex, Marriage and Family Life, 1970). La Chiesa cattolica,, invece, non ritiene legittimo un rapporto sessuale che non sia aperto alla procreazione e divida il fine unitivo del matrimonio matrimonio da quello riproduttivo. È accettabile solo la regolazione naturale ale della fertilità (come il metodo Billings, approvato dall’Enciclica Humanae vitae di papa Paolo VI), ), che è sostanzialmente sostanzialmente aperta al dono della vita, anche se questa non è generata. Domande e risposte nella religione cattolica DOMANDA — Quale significato signific ha l’atto coniugale? RISPOSTA — L’atto coniugale ha un duplice significato: unitivo (la mutua donazione dei coniugi) e procreativo (l’apertura alla trasmissione della vita). Nessuno deve rompere la connessione inin scindibile che Dio ha voluto tra i due significati dell’atto coniugale, escludendo l’uno o l’altro di essi. DOMANDA — Quando è morale la regolazione delle nascite? RISPOSTA — La regolazione delle nascite, che rappresenta uno degli aspetti della paternità e mama ternità responsabili, è oggettivamente conforme alla moralità quando è attuata dagli sposi senza sen imposizioni esterne, non per egoismo, ma per seri motivi e con metodi conformi ai criteri oggettivi della moralità, e cioè con la continenza periodica e il ricorso ai periodi infecondi. infecon DOMANDA — Quali sono i mezzi immorali per la regolazione delle nascite? RISPOSTA — È intrinsecamente immorale ogni azione — come, per esempio, la sterilizzazione diretta ta o la contraccezione —,, che, o in previsione dell’atto coniugale o nel suo compimento o nello sviluppo delle sue conseguenze naturali, si proponga, come scopo o come mezzo, di impedire la procreazione. (Catechismo della Chiesa cattolica, cat Compendio, 496-498).


rapporti prematrimoniali i rapporti sessuali Si definiscono

praticati in età adolescenziale e al di fuori del matrimonio. Questa espressione è nata in un’epoca in cui, essendo il matrimonio l’unica condizione che legittimava l’unione sessuale (e dunque una via obbligata per chiunque intendesse avere una vita sessuale), ed essendo i matrimoni celebrati di norma alla fine della adolescenza, i rapporti sessuali fra gli adolescenti erano appunto definiti prematrimoniali.

I RAPPORTI PREMATRIMONIALI La maturazione psico-sessuale Basterebbe sfogliare i libri dei secoli scorsi per trovare, allora come ora, le stesse difficoltà dei giovani di fronte alla maturazione sessuale. In uno di quei libri, alla fine del Settecento, si legge che il predicatore raccomandava alle mamme di vigilare affinché, quando le famiglie si radunavano d’inverno nelle stalle, i giovani non ne approfittassero per amoreggiare tra la paglia e il fieno. Cambiano oggi modi e stili, ma il problema è sempre lo CHE COSA DICE LA LEGGE stesso. Quando ci si sente attratti da una persona è Il Codice Penale reato avere difficile essere prudenti e affidare al vaglio della ragione considera scelte e comportamenti che potrebbero essere carichi di rapporti con minori di sedici anni come espresso dall’art conseguenze. 530 (corruzione di minoNella società contemporanea i giovani però manifestano renni) maggiori difficoltà in relazione alla maturazione psico-ses- “Chiunque, fuori dei casi preveduti dagli articoli 519 suale a causa di alcune difficoltà:

la società contemporanea facilita una mentalità di possesso e di consumo. Il giovane manifesta notevole disagio sia nel non riuscire ad avere le cose che ritiene importanti, sia nel dover differire la soddisfazione dei propri bisogni.Tra tutte queste “esigenze” c’è il rapporto affettivo e sessuale;

i tempi di attesa per formare una famiglia si sono notevolmente allungati, in modo anormale. Dalle ricerche risulta infatti che il 50% dei giovani italiani alle soglie dei trent’anni vive ancora con i propri genitori e il fidanzamento, quando c’è, può deteriorarsi,

i giovani cercano l’intimità non semplicemente per ricevere piacere, ma anche per alimentare un amore messo a dura prova da lunghi tempi di attesa;

spesso è difficile comprendere e assumersi la responsabilità che comporta una relazione sessuale, in una società che insiste su rapporti superficiali, in cui ognuno ricerca solo la soddisfazione personale.

PROBLEMI ETICI

520 e 521 commette atti di libidine su persona o in presenza di persona minore di anni sedici e punito con la reclusione da sei mesi a tre anni. Alla stessa pena soggiace chi induce persona minore degli anni sedici a compiere atti di libidine su se stesso sulla persona del colpevole, o su altri. La punibilità è esclusa se il minore è persona già moralmente corrotta”. La legge consente ai minori di avere rapporti fra loro nel caso in cui abbiano superato il tredicesimo anno di età a condizione che non vi sia una differenza di età superiore ai tre anni.

Vista la giovane età dei ragazzi che si affacciano alla vita sessuale, le riserve relative ai rapporti prematrimoniali sono soprattutto di carattere psicologico e sociale. Il parere comune presso i ragazzi è che un rapporto sessuale è possibile e giusto quando “ci si sente pronti”. Ma come si fa a capire quando si è pronti? Di certo non è sufficiente sentirsi attratti, provare desiderio, perché un’esperienza sessuale non è solo una prestazione fisica, terminata la quale ognuno va per la sua strada come se nulla fosse successo. Bisogna essere capaci di valutare il significato affettivo, psicologico e anche relazionale di un rapporto sessuale, ed essere pronti a farsi carico delle sue conseguenze. È solo quando si impara a essere responsabili delle proprie azioni che ci si può dire pronti per una relazione sessuale, sapendo che può diventare una cosa molto seria, compromettere il futuro e magari portare la nascita di un figlio. Sulla base di queste considerazioni si vuole invitare alla prudenza, alla pratica del rispetto verso se stessi e verso la persona di cui ci si innamora, con la consapevolezza che la sessualità, per essere vissuta in modo sereno, ha bisogno di maturità e responsabilità. Più problematica è la posizione della Chiesa cattolica, che non ammette i rapporti sessuali al di fuori del matrimonio, luogo deputato alla consacrazione dell’amore di coppia e alla procreazione. Anche se la relazione sessuale di una coppia stabile, che ha già responsabilmente deciso di impegnarsi nel matrimonio, può essere considerata con un atteggiamento più comprensivo.

Approccio sociologico: i dati delle ricerche Attraverso le più recenti indagini relative alla sessualità giovanile, è possibile coglierne le principali tendenze. Ne scaturisce un quadro in cui hanno perso importanza i valori tradizionali mentre prevalgono la tolleranza, la parità e l’autonomia nelle scelte e nei comportamenti. Ecco in sintesi alcuni dei dati più significativi: 1. la grande maggioranza dei giovani praticanti si sente affrancata dalla Chiesa in materia di etica sessuale (86%) mentre solo il 14% guarda alla Chiesa come a un’importante guida anche nel campo sessuale; 2. le ricerche hanno evidenziato la nascita di un’area eticamente neutrale, dove non hanno più spazio i concetti di «giusto” o di «sbagliato”, niente risulta agli occhi di un giovane veramente positivo o negativo (63%), ciascuno rivendica il diritto a giudicare da sé; 3. i rapporti prematrimoniali sono considerati accettabili dall’88% degli intervistati; 4. il 78% pensa che per avere rapporti sessuali non si debba aspettare il matrimonio; 5. il 71% dei maschi e i’87% delle femmine non considera importante la verginità; 6. la promiscuità sessuale è infine condannata dal 37% dei giovani.. In sintesi: ciò che negli anni Cinquanta e Sessanta era vissuto come regolato dalla morale tradizionale e dopo il Sessantotto e per tutti gli anni Settanta era oggetto di contrapposizione e di conquista, oggi appare semplicemente un dato di fatto un diritto acquisito.


Posizione delle DIVERSE religioni L’induismo ritiene che i matrimoni che non hanno relazioni precedenti alle spalle, sono più forti e raramente entrano in crisi. Non solo è quindi raccomandata la castità prematrimoniale, prematrimoniale, ma sono fermamente condannati i rapporti prematrimoniali. I rapporti prematrimoniali sono comunemente accettati, anche se molti buddhisti seguono seguo la tradizione della castità prematrimoniale. La castità è essenziale per la donna ma non per l’uomo. .

I rapporti prematrimoniali sono duramente condannati. Nel Corano si raccomanda comanda la castità prematrimoniale: “E quelli che non trovano moglie si mantengano casti finché Dio li arricchisca della sua grazia” (Surah (Sura 24,33). La castità prematrimoniale è raccomandata soprattutto alle donne (la mancanza di verginità di una sposa può essere causa di divorzio). Nel caso di una coppia stabile, i rapporti prematrimoniali prematrimoniali sono considerati parte del processo che condurrà all’unione matrimoniale. Le Chiese ortodosse,, insieme a un buon numero di altre Chiese cristiane, sostengono rigorosamente la norma tradizionale nale che il rapporto sessuale ha la sua piena verità solo se è espressione sione di un amore già fermamente impegnato nel matrimonio. Tutti i movimenti religiosi americani, americani in particolare la Chiesa cristiana stiana avventista del settimo giorno, giorno rifiutano la sessualità vissuta ta al di fuori dal vincolo matrimoniale. Anche la Chiesa cattolica condanna i rapporti prematrimoniali e afferma il valore della castità: “Nella visione cristiana sessualità e castità non si pongono in antitesi alternativa, ma in convergenza armoniosa: la castità ca è il modo virtuoso, cioè autenticamente umano, umano, di assumere e vivere i valori della sessualità” sessua (Santa Teresa di Gesù, Pensieri, Il passero solitario, Roma 1980). Secondo la Congregazione per l’Educazione Cattolica: “Affinché ffinché il valore della sessualità raggiunga rag la sua piena realizzazione, è del tutto tut irrinunciabile l’educazione alla castità [...] che rende la persona capace di rispettare e promuovere il ‘significato sponsale ‘del corpo. Essa consiste consiste nella padronanza di sé nella capacità di orientare l’istinto sessuale al servizio dell’amore e di integrano integrano nello sviluppo della persona [..] Orientata verso il dialogo interpersonale, la sessualità sessualità contribuisce alla maturazione integrale dell’uomo, aprendolo al dono di sé nell’amore. Legata, inoltre, nell’ordine della creazione, alla fecondità e alla trasmissione della vita, è chiamata ad essere fedele anche in questa sua interna finalità”. Nella dichiarazione Persona Humana della Congregazione per la Dottrina della Fede sulle questioni di etica sessuale del 1975, al numero mero 7 si afferma: “Molti oggi rivendicano vendicano il diritto all’unione sessuale ses prima del matrimonio, almeno quando una ferma volontà di sposarsi e un affetto, in qualche modo già coniugale nella psicologia gia dei soggett4 richiedono questo completamento, che essi stimano stimano connaturale; ciò soprattutto so quando la celebrazione del matrimonio monio è impedita dalle circostanze esterne, o se questa intima relazione re sembra necessaria perché sia consentito l’umore. Questa opinione è in contrasto con la dottrina cristiana, secondo la quale ogni atto genitale tale deve svolgersi nel quadro del matrimonio”.

PAROLE CHIAVE Maturità sessuale biologica Si fa per lo più coincidere con la raggiunta capacità di procreare.

Maturità sessuale psicologica Si riferisce alla capacità di farsi carico di una relazione sessuale e affettiva, cioè di essere responsabili nei confronti di un’altra persona e delle conseguenze che derivano dal rapporto.


Si parla di CONVIVENZA quando due persone vivono insieme more uxorio, cioè come se fossero marito e moglie, ma senza essere sposate.

LA CONVIVENZA Le “coppie di fatto”

Diffusasi inizialmente, come fase di transizione che si concludeva quasi sempre con il matrimonio (soprattutto con l’arrivo del primo figlio), la convivenza si è progressivamente trasformata in una scelta alternativa alle unioni legalizzate, in un vero e proprio modello di vita indipendente e spesso in contrasto con il matrimonio. Si decide di non legalizzare la propria unione perché non si ritiene giusto che la vita privata e intima di una coppia sia sottoposta a controllo giuridico, o perché si teme che questo controllo comprometta l’autenticità e la spontaneità del rapporto di coppia, fino a soffocare l’amore. Diverso è il caso delle coppie omosessuali per le quali non esistono alternative alla convivenza, non essendo previsto nessun riconoscimento giuridico per le loro unioni. Gli omosessuali rivendicano il diritto al ”matrimonio”, a un’unione cioè che veda garantiti i diritti legali, come il diritto a ereditare o alla pensione. In realtà la richiesta di estendere i diritti previsti dal matrimonio anche alle convivenze è un’istanza che i governi si trovano sempre più spesso a dover affrontare, con la preoccupazione di non intaccare l’istituto della famiglia. Questa è la finalità con cui sono nati, con una legge approvata in Francia il 15 aprile 1999, i PACS (Pact Civil de Solidarité), patto di solidarietà civile, che tante polemiche suscitano anche oggi in Italia. Si tratta di un contratto sottoscritto fra due persone maggiorenni, di sesso differente o dello stesso sesso, anche non legate da un rapporto sentimentale, in cui vengono stabiliti i reciproci diritti e doveri allo scopo di fornirsi reciproco aiuto. La difficoltà della società a riconoscere dignità giuridica alle coppie di fatto, va ricercata da un lato nella diffidenza che nuovi modelli di vita sempre ispirano, dall’altro nella condanna da parte della Chiesa cattolica di tutte le unioni che non sono sancite dal sacramento del matrimonio.

PROBLEMI ETICI

CHE COSA DICE LA LEGGE In quasi tutte le nazioni europee la convivenza è sancita e garantita legalmente già da parecchio tempo: ha iniziato l’Olanda, poi la Francia, il Belgio, la Germania e in ultimo la Spagna. In particolare il 16 marzo 2000 una risoluzione del Parlamento europeo chiedeva ai Paesi dell’Unione di “porre fine agli ostacoli frapposti al matrimonio di coppie omosessuali, ovvero a un istituto equivalente, garantendo pienamente diritti e vantaggi del matrimonio e consentendo la registrazione delle unioni”. In Italia il testo di riferimento è l’articolo 29 della Costituzione che al primo comma afferma: “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”. Il DPR 223/89 stabilisce come, ai fini anagrafici, per famiglia si intenda anche “la comunità fondata su vincoli affettivi e caratterizzata dal rapporto di convivenza”. Il sistema normativo italiano dunque, pur negando l’equiparazione giuridica di una convivenza a un matrimonio, non nega alcuni diritti tipici previsti dall’istituzione matrimoniale (come il diritto alla pensione di reversibilità, il diritto al mantenimento in caso di separazione, il godimento dell’eredità per testamento, l’ottenimento dei congedi lavorativi per assistenza al partner ammalato, ecc.).

La convivenza non è un fenomeno nuovo. In passato, anche se socialmente condannata e considerata moralmente inaccettabile, era l’unica possibilità in diverse circostanze: quando un matrimonio finiva (non essendoci il divorzio); in caso di vedovanza (per non perdere la pensione, condizione garantita però anche dal matrimonio solo religioso); per le persone molto povere (nel sud dell’Italia la “fuitina”, la fuga che si conclude con il matrimonio riparatore, avveniva spesso con la complicità delle famiglie, che non avrebbero potuto affrontare le spese di matrimonio regolare). La diffusione crescente e la progressiva accettazione da parte della società, non ha tuttavia cancellato le riserve di carattere morale relative alle unioni non legalizzate. Il fatto stesso che la convivenza da scelta di necessità, praticata cioè in mancanza di alternative (potendo scegliere tutti avrebbero preferito il matrimonio), sia diventata, quasi sempre, una scelta consapevole fatta per affermare la libertà e l’autonomia individuali, ha in qualche modo insinuato il sospetto che si tratti in realtà di un atto egoistico e di una fuga dalle responsabilità. Si decide di non legalizzare un’unione perché non si crede che l’amore possa durare. Così non si investe in modo sufficiente nel rapporto di coppia e basta la minima difficoltà per mandare tutto a monte, visto che è anche più facile interrompere una convivenza che un matrimonio. È comunque sufficiente la pressione della tradizione, il “cosa direbbe la gente”, a mantenere viva la condanna di queste unioni, a riprova del fatto che i pregiudizi sono spesso più forti della ragione, perché rifiutano di confrontarsi con la realtà e soprattutto non prevedono il rispetto per ciò che è differente. Chi maggiormente si oppone alla convivenza è la Chiesa cattolica, che la considera una minaccia per la famiglia, la formazione e il mantenimento della quale sono garantite solo dal matrimonio. Il matrimonio consacra il legame che unisce nell’amore l’uomo e la donna, rende visibile al mondo l’unità d’amore che lega Cristo alla sua Chiesa e nello stesso tempo diventa strumento di santificazione per gli sposi.


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Posizione delle DIVERSE religioni Il matrimonio è sacro e finalizzato alla crescita spirituale degli sposi e alla procreazione. È l’unico luogo in cui può formarsi la famiglia, che l’induismo ritiene così importante da essere superiore alla vita monastica. La possibilità della convivenza non è nemmeno n presa in considerazione.

PAROLE CHIAVE Matrimonio civile Accordo stipulato tra un uomo e una donna con un rito celebrato ai soli fini giuridici.

Per i buddhisti il matrimonio non è un’unione sacra, ma un impegno sociale e personale, che sancisce l’indissolubilità di sesso e amore. Qualsiasi attività sessuale al di fuori del matrimonio, ma e quindi la convivenza, non è accettabile.

Matrimonio religioso

Per il confucianesimo imo la famiglia coincide con il matrimonio, all’interno del quale è confinata finata la sessualità, almeno della donna.

Unioni civili

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Ogni unione deve essere sancita dal matrimonio, che è il luogo dove la sessualità può essere sere controllata e indirizzata all’unione fra i coniugi e alla nascita dei figli. Il matrimonio è un segno d’amore profondo e un dovere religioso. Il celibato bato non è visto di buon occhio, la convivenza con assolutamente condannata.

Accordo stipulato davanti a un ministro di culto, che nel caso del cattolicesimo ha valore di sacrasacra mento. Tutte quelle forme di convivenza fra due persone, legate da vincoli affettivi e economici, che non accedono volontariamente al matrimonio, o che sono impossibi impossibilitate a contrario, alle quali gli ordinamenti ordi giuridici abbiano dato rilevanza o alle quali abbiano riconosciuto rico uno status giuridico.

PACS

Il Catechismo della Chiesa cattolica, cattolica citando l’esortazione apostolica di Giovanni Paolo II Familiaris Consortio, così si esprime a proposito della convivenza:“Si “Si ha una libera unione quando l’uomo e la donna rifiutano di dare re una forma giuridica e pubblica a un legame che implica l’intimità l’inti sessuale. L’espressione è fallace: che senso può avere un ‘unione in cui le persone sone non si impegnano l’una nei confronti dell’altra, manifestando in tal modo una mancanza di fiducia nell’altro, in se stessi o nell’avvenire? L’espressione abbraccia situazioni diverse: concubinato, rifiuto del matrimonio come tale,, incapacità di legarsi con impegni a lungo termine. Tutte queste situazioni costituiscono un ‘offesa alla dignità del matrimonio, distruggono l’idea stessa della famiglia; indeboliscono il senso sen della fedeltà. Sono contrarie alla legge morale: l’atto sessuale ses deve avere posto esclusivamente nel matrimonio al di fuori fuo di esso costituisce sempre un peccato grave ed esclude dalla comunione comu sacramentale. Molti attualmente reclamano una specie spe di diritto alla prova quando c’è intenzione di sposarsi. [... L’unione L’ carnale è legittima solo quando tra l’uomo e la donna si sia instaurata instaura una comunità di vita definitiva. L’amore umano non ammette la prova. Esige un dono totale e definitivo delle persone tra loro:’ (Catechismo della Chiesa cattolica, cattoli nn. 2390-2391).

Patti Civili di Solidarietà approvati in Francia nel 1999. Si tratta di contratti cont per regolare rapporti di convivenza etero e omosessuali, fra persone che possono avere una relazione sentimentale, ma anche fra amici o persone che, faticando ad arrivare alla fine del mese, potrebbero sostenersi a vicenda. La loro funzione è di ga garantire la tutela giuridica normalmente riservata al matrimomatrimo nio: diritti di successione, comu comunione dei beni, assistenza sanita sanitaria, norme fiscali per consentire la denuncia dei redditi in comune, e facilitazioni per mantenere l’appartamento l’ap in affitto affitt nei caso di morte dell’intestatario.


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