Da "VILLABALZANA.
kt
di D.Boesso-T-Dal lngo
Storin e le Memorie di una piccola e vivace comunità nei Berici" . Le Mernorie
IL PORTEGO E GLI ARNESI DA LAVORO ...Usciti dalla stalla si entrava nel portego, il luogo principe dove venivano posti gli atîrezzi agicoli, un patrimonio che tutte le famiglie possedevano,ìia pure in quàntità divèrse. Il portico era lo spazio di collegamento fra-la stalla e la parte abitativa. Nei nostro paese non esistevano le ville padronali o le grandi "boarie" con staccate le barchesse, pei cui solo in alcune corti c'eia il portico separato dal fabbiicato principale. Il portico era costituito, e lo è tuttora, da ùn unico ampio vano che si alzava fino ai coppi, in modo da facilitare le operazioni di qgmpimento e di arieggiamento del fienile, q:uest'ultimo quasi sempre posizionato sopra la stalla. In casi ràri, nei piccoli rustici quando gli spazi erano ridotti, il fie-nile si trovava direttamente sopra il portico. A completamento di questa struttur,a c'era spesso una serie di baracche e piccole tettoie che "integravano" l'alloggio delTe iffrezzaf.trg 9 dggli amesi da lavoro. Il portego, duique, aveva una sua indiscutibile impolanza nel contesto dell'abitazione rurale. In un preciso ordinedis^ordiÀe in cui-solo i contadini sanno districarsi, trovavano posto praticamente tutte le attrezzatrtre rwab. In fondo, o nell'angolo più scomodo, c'erano glj.attrezziche si usavano stagionalmente come I'aratro (tTfarsoro),1'etpice (\'arpega) e, quando c'era, la rastelona;p1ù avanti, perché usati quasi quotidianamente, il carro in,legno con le iluattro ruoie, soprà al quale c'era sempre qualcosa (qualche zappa, qualóhe vanga, qualche rastello, un po'di fieno...); talvolta c'era uÀchelabarela (c^ano iliù piccolo con due rubte).Seguivano poi tufia una serie di attrezzi che hanno fatto la storia della vita rurale. Spiccavà, lurnga e snella, la scala a pioli in legno per salirg nel fienile; attaccati a dei grossi chiodi nel muro della stalla c'erano la sella ed il basto per i cavalli, o i muli, ed tl, dovo conle,s.enge .per le muéche; sempre attaccati a dei chiodi o paletti, la serie di rastelll e poi, direttamente appoggiati ai vecchi muri, la grande varietà drzappe e zappette, vanghe e vanghetti, forche, falci, badili, fochese e fochesette, roncole, menare e manarini, picconi e pà{i di ferro, ognuno dei quali aveva la sua precisa funzione. Ai giomi irostri , glt'atr:ezzi più gr"andi sono {uasi hrtti stati sodiituiti con altri p!9 moderni e funzionali; molti sono finiíi nel ferro íeEchio, i più fortúnatl sono esposti nei giardini o nei dintomi delle abitazioni dove orgogliosamente vanno a formare l'arredo giardino delle case. Mantengòno praticamente ancora inalterate le loro funzioni quelli più piccol -'quelli col manego" . Tutti i veèchi strumenti di lavoro, a lasciarli parlare, oggi, avrebbero molte cose da raccontarci dei loro padroni. I1 solo pensiero che, di padre in fìglio, molti di quégli oggetdsiano passati di mano in mano a così tanta g.qnle, li trasforma ài nostri occhi irrveri e prof'ri cimeli storièi. Se le nosre mani-, abituate a ben altri lavori, nonsono più in -grado di utiilrzzarh o di capime le funz^ioni, il fatto di poterli conoscere e immaginare nel momento del loro uso ce li rende preziosi e magici. Essi ci aiutano a riflettere su cosa significasse un tempg "una vita_di duro lavoro", quel duro lavoro grazte al qúale le passate generazioni hanno tenuto àbada I'espandersììnarrestabile del bosco edi quei rovi inestrióabili chebra piario pianoli irppadroniscono di strade e sentieii. Sono loro che hanno sotfratto al bosco rive e rivette, che hanno àissodàto questi piccoli appezzamenfirendendoli fertili così da farli sembrare orti e giardini. Vi si coltivavano persino ífioi,primaiere e pllcre che, con i narcisi spontanei del sottobosco, "con le sporte piene de masseti 'ndavimo a vendare in piassa, sotto la Basilica." La storia che ci tramandanó questi atúezzi è storia di vite fatte di sacrificio, ma anche di grande tenacia e di grande dignità nel superare ie diîficolià, nel migliorare la vita quotidiana per renderla degna di essere vissuta in un luogo bello ma a volte duro e inospitale. Con questo intendimeirto, cavallo degli anni 60-70 ci testimonia Maurizio Panozzo al fine di modemizzare la nostra agricoltura con I'introduzione dl nuove tecnologie e varietà di prodotti, vennero organizzatinelYiceltino alcuni corsiói aggiomamento per i lavoratori dei campi. fcorsi, che si svolgevano solitamente di sera nel periodo invernale, erano s-o'ito il controllò del locale Uffrcio Provinciale del Lavoro e dell'Ispettorato all'Agricoltura, ed erano tenuti da docenti tecnicamente preparati. 41 termine era previsto un colloquio-èsame. Anche a Villabalzana l'Unione Provinciale Agricoltori, organiùazrone di categoria risà1ente agli inizi del '900, tenne nei pnlq an41 '7-0_ un.corso con buona affluenZa di presenz"e vivamenie interesíate. Al termine"Oel corso fu orgwizzatauna visita alla fabbrica di trar trici SAME a Treviglio. Questa iniziativa e il secolare sacrificio delle passate generazioni ci hanno tramandato un ambiente trasformato e sicuramente più vivibile. Bepi Colombara ePanozzo Agneseii parlano anche degli atfrezzi che per motivazioni varie erano tenuti anche in caà. Quelli che solitamente sitenevanò in casa non erano molti. Si trattava in genere dr fòchesi, menàre, cortQle, attrezzì ctoè dotati di lama. La sera, al ritomo dal campo o dal bosco, si depositavano accanto alla porta o si infilavano in una fessura creata allo scopo o in un paletto.àppositamente jnfisso alla porta.. Questa Îo1..era un'abitudine casuale poiché in questo modo esii non andavano dimènticati in giro, erano .cómodi e p.ron{ all'uso I'indomani. Inoltre, nel rigido feriodo invemale, si rischiava che le lame di questi aftrezzi "salúassero" se lasciate all'aperto. In casa si potevaio tròvare con facilità anche r coàri, corni di vacca còntelenti la -pria, cioè un pezzo di selce con il quale si affilaivano le lame, soprattutto le falci. Qualche altrc attrezzo a volte 10 si infilava sotto 9 gopra le gledeqze.per poterlo avere più comodo in èaso di lavoretti di manutenzione come intagliare i denti rovinati dei rastelí, sostituire i manici in legno troppo pesanti o che erano andati rotti. Tutti altrt anreizí erano riposti sotto il portico o nella vicina barchessa ed il resto "..:vegnèa molà là, ogni posto xera bon purché el fusse al coèrto".
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venerdi rg luglio
ore lt.30s
Inizio lesteggíamenti Apertura stand gastronomíco
ore 2l.',o? Serata di musica LUI(A €t NIKE Country Tour l)i's
.ALCOOL
RICCA PESCA DI BENEFICENZA
+ GUSTÙ (Gruppo Giovani)
MENU' Sm***k$ - **S*€* - sopressa - patatine - costine - bruschette vini - bibite - birra - caffè e tante... "frittole'n
ípanifl ontott
sabato 19 luglio
ore l8.3os ore 2O.3O3 ore 2Í.OOt
Apertura stand gastronomico Inaugurazione Mostre Ballo eon ltorchestra
TTMARILISA MANIERO
NEGRI" A metà serata: GRANI'E e MARCO
RICCA PESGA DI BENEFICENZA
CUCCAGNA
MOSTRA FOTOGRAFICA
Stronezze e curiosità in nqturq dÍ Toní Dol Lago
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domeníca 20 lugtío ore 9.3Ot
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TONAIDIARCUGNANOM 24o G.P. G.S. îORI}IENO
in collaborazione Gon
iIG|OMITAIOSAGRAdiM
e.ASSESSORATO allo SPORT del Comune
díARCU6NAIìIO dalle 1o alle t6: Ilrmostrazione Automodelli radíocomandaú Fuorístrada o8e II.OO3 ore IE.3O: one 19.OO:
ore 20.30t
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Apertura stand gastronomico SoqrendentÍ glochí nagicí per grandi e piccini Gon Ít MAG{O ZAG{O Serata danzante con ltorchesúra
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lunedi 2r luglío ore 18.30: Apertura stand gastrgPqico ore 2O.3o3 Serata dranzante con ltorchestra D'ANIMOSBAND
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Stronezze e curiositù in nqluro dì Toní Dal Lago
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Accoglie: gruffir associazioni, scout, famiglie
il responsabile della casa: Danilo Cappellaro Tel. 0444 273252
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