Da "VILLABALZANA La Sforia e le Memorie di una piccola e vivace comunità nei Colli Berici" - Le Memorie
I GIOCHI NELLACORTE
E NEI CAMPI
I Giochi I bambini di Villabalzana, corne tutti i bambini di questo mordo, oltre a divefùsi con i giochi "classi ci" impamtì dagli altn, si sono sbizzaÍiÌi nell'inventame di propri o ncl rnodficare quegli appÌ€si adàt todoli alle lorc esigenze. Sono giochi "poveri" neì materiali. ma ricchi di estlo e di fanÌasìa. Omai ron si fanno più e rischiano di scompadrc anche dalla memoria. Vale la pena, percìò, di Ìranandarli nella ve$ione che ci è stata fomita dai nostri anziani. ...Píè pe' sok, Piè penin, Anda batanda e le loro \anand sono tipici esempi di eiochi destinati a eoinvolgere parecchie persone, di ogni età ed in qurlsi.ìsì stagionc. Sia che fosse d'invemo nei falò, o d'estate all'apùto,l'importante era averc una panca o un nurctto dove far sedere i giocatori con i piedi h.n in vista. II resto dipendcva dalla maestria di chi conduceva il gioco nello scandire le parole delie fila strccche toccando dì volta i' volla j piedi di ogni partecipante ed eliminando quelo dove la filastrocca finiva. L ultimo ad esserc eliminato "pagava pegno". Si gicava seduti in cerchio. Un bambino con un fàzzolcllo in mano girava intomo a; corÌpagni e deponeva il frìzzoletto diero uno di loro. Chi 10 trovav! doveva Ípercorere il cerchjo in senso inveno cercando di Íentmre al Foprio posto. Se non cì riusciva, dovevi sostitùùe il compagno fuori del cer.hió Mentre gI Ur z. i' hàmhin. ripc( va. Chi rè che
Lo
b nnanta
co anda? (= Io ruote)
et
Jiol
deL rc ,
Di paÍicolarc, in questo gioco praticaÌo da tuttì i bambini, c'eú in quel di V Ilabalzana
Ia
fiI.ìstrocca che
Ia vtia in mezzo al nzndo CasM l'elefanîe con îre cawle bianche, Casca ld st?la,îúîi -<o pat îen.
(diWîlly Rappo) Stanarc i grim Il gioco si faceva nelle calde semte estive, grilo cantìcchiando questa cantilena:
sùesi
sul prîto. Si introdoceva unapagliuzza nellà tana di un
Rteio, eteio canpanaro
w
a so úe la unpaneLLt ch. xe nortu ro sorcla-
\ rnce\l chi lre\! usri\ pcr prino rl grJlo. (Testimonianza di Bepi Colombara) Seleshèra sul pajarc Per giocare, ricorda Beppina Meùarin, ci sj disponeva in cerchio, possibilmente in dieci Ad ognuno venivx assesnato un numero da uùo a d;eci- Chi aveva il nunerc I dovcva iniziare e dicevr: "r€?e8&è ta sul pajaro, sul pojatu o la njo, La nendo al n. ...". e chiamava a voce alÌa questo numerc. Chi d: l'aveva. dovev.ì pronlamente rispondere: .hil...ni?" e l'altro: "ri....r)!", oppxre: "rr, no!". Il pìimùi A qnesÌo punto I'interpellato doveva pronìrnciare subito un altro numero. Se non ci riusciva in fretta o sbagliava il dialogo con boÍa e risposta, doveva uscire dîl gioco. \Ànceva chi dmaneva per ultìmo
fttlil[
Itenù $tand Oastrunomico BrGoLt ALL'ANIrRA -
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PoLENTA E FoRMAGGto
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venerdi a4 lrtglio
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Inizlo testeggiamenti Apertura stand gastronomíco
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La peisona chc conduceva il gioco. prima di iniziare, avvicnuvr ad uno dd uno i pafecipanri e' cor fin: rniJterioso e convinccrte. sussurava tì ciascuno di non riderc issolutamente, qualsiasi cosa fosse AUt cessa agli altri dunnte il gioco. Dopodiché il condùtlore di nascosto si sporcava le mmi con del carbo ne e, nèssi in fila imrlcapilali,lì passava in m.ssegm pronunciardo la fatidica frdre "pìsreso e no'tidoÌ c danlo loro nel contempo un bcl pizzicchetto sull€ guance. Pul osservàndo ciò che accadeva agli altd' ognùno rimarìeva impassìbile pensando di esserc ltato rispffmiato. E; fàcile imnaginare chi fosse in rcaltà I'unico a riderc. ùatuúlmente pronto a svignarsela. Era frequente cnncntani per gioco jn una prova di coraggio e agiliti: saltare da Spesso i pìù grdndi
incita!:ìno i piccolinì
.ìlta, pnma del salto dalle rnurc, quesla
a
,a'ieÈ
o
murettì
a
secco
vjncerc le paÌue iniziali tencndoli per mano e rccitando a voce
tilasftcca Propìziatoria:
nel huso d?L Paradiso! La sig.ra Giuseppina Menarin ncorda con nostalgia c un po' dì commozione. la gentilczzì di Tiherio Dalh Rosa ( di poco più grande di lei)nel insegnrlc il gioco e lafilxsrocca
I giocattol:
I-€ notizie più lontanc relaÌive a gjochi e giocattoli ci advano dai ricordi di nonna lda Mattiello AÙolin che nel 192b. all'età di 8 annì, ela un'abile giocabice di caúe Gli alÌri gjocaltoli possedutj da lei e d'i
2o13: ll discorso del Presidente
Bll,lfill
Giochi e giocattoli suoi coetanei non era dìfficile repedrli e, sopraÌtutÌo, non comportavano aldna spesa. Si îrattava di !ec' ctu bottoni. nòccioli di pesca e albicocca. sassolini tondeggianti per i classici giochi "o.!5?t , " e "rd$e'
il gioco della corda e quando la ròga rera dopdtù i statt o ci cd,npi" avveniva una rapida e tunzionale sostituzione con un bel "vrrò," (jl fusto lungo e flessibile della rampicante vitalba) di cu; abbondavano boschi e cespugli alora come adesso. lf, bambine più fotunate potevano giocan: con bambole fatte in casa utilizzando pezze e vecchi stracci. Intomo agli annì '30 le possibjljtà economiche dele famiglie del luogo crano ancon così scarse da rcn dere pnticamente impensabile l'acquisto di un qualsiasi giocatlolo. A decretarc f inutilità di tali oggetti era ancora I'opinione abbastanza diffùsa che il loro ùso distogliesse 1ànciuli e ragazzi dai buoni propositi dì ubbidienza nel daÌe aiuto ìn casa o di nnparaÌe un lavoro seguendo gli adulti in varie mansioni tuori dalle lnura donesliche. Come sopperie? Ai bambini di allora non mancavano certo fàntasia, iÍùnaginazione. ingegno e tanta voglia di giocarel Prcprìo gruie a qucste doti, comurìi a tùtli j bambini del mondo e di ogni epocr. dnche a Villabalzrna vennerc crcati giocrttoli molto semplici , a volte rudimentali, ma sicunrnente rispondenti alle esigenze ludìche del momento. sug gerite spesso d.rue c.ùattedsliche dell'ambienÌe e da ciò che esso otrriva. Tra ì1 1940\'45 giochie giocàftoli furono quasì dimenticati e sostitùitìcon gli inconÌri alîilò. Nel perio do della guena i bambini impdr.lvano i canti inscgnati dai partigiani che di sera si dftgiavano nelle con tade e di giomo incitavano i bambini a cantffli pcr le strade. Sul finnc deìla gueÍa Ìra il '45 e il ',16. ricorda la sig.ra Pmozzo Maria Mena.in alìora bambina, segri va la nadre Teresa Ilno alla sorgenG degli Alól in qurnto provvis(a di varie vasche di úccol{a dell'acqua con lavàtoi in piclra. Mente la madre lavava, lei insieme ad altd comp.ì8ni di gioco, .ì tumo andavano carponi tra il muretto della vasca e la roccia viva del monte Rno a raggiungere un piccolo antro creaÌo dalla sorgente stessa. L acqua scendeva con poca forza ma sùfficiente a depositare dell'aryi lla- I-a prezíosa prd .red prcsa con le màni da ciascùno, dopo I'ardua inpresa, servíva a fonÌare delle palline di varia dimensione o. asgìunge la sis.ra Bepp;na, anche a modellare delle sÌatuine. Una volta cotte col Non mancava
Giochi e giocattoli sole o in forno e colorate, Ic prlline diventavano vere e prcprie biglic con cui giocare. le statrinc iúvcce indavano conseNate e servivano .ì tcrÌpo debilo a creare ìl prescpc.
Finita Ìa guera tècenr la compana i pimi gtucatloli veri e propri: ccrchi, cerchietti e costfuzioni in lcglÌo, pallottoÌen, giochi daiavolo. meccaniccc. con qualche únìida prcscnza di oggelti in plàstica. Tr.ì gli anni '60 e '70 erano molto ambii i tertini iù legno e cartone. il foftino con la bella palizzu in legno indispcnsabilc per giocire a indiani e cow boys,le collezioni di biglic di vctro, il gioco dell oca. jl flipper... ma onmi tra pislde. soldatini. bambolc di oglìi rìpo era la plftlica ad nÌperversare. Nonostante l'^mpia poftat.ì dcl fcnoneno, i ngazzjni Ìon manc.lr()no di metter e alla prova il loro ingegno e le loro abilità di .osrruttori.
lò o era \n pezzo grosso di lcgùo. posto per terra veÍicalmcnte. che ur concorrcnte cer di laÌ cadere e I altro di impedirglìelo. Colrlc? I giocatori si mettevaúo di spalle. a gambe di\ari càtc,cd rlfcÍavano lo slesso paletlo facendoloprssarc tra le gambe.Ambedue tiavano dalla loro pafe 1,À sone ,Jellà bo.a del Jbùo dipendeva da chì dei duc liravr più fòÍre. La boe rl"l cava
ll
gioco risalc al Scîtc Otlocenlo e veniva tàtto mche .ì lila). (Tcslhonianzr di Bcpi Colonbara)
Concio Era un pezzo di legno lùngo circa l0 cm, di lbmìa ovale bishnrga. Lo si poggiava per lclla c lo si Iì€rcuoieva suÌla punta con un bastoncino per larlo vol €. Quando era in aria lo !i cdpìva il più fol1e possibilc. Vinceva chi con tre cotpi lo maùdava più lontano. (Testjnroniaùza di wally R{ppo) Èra costruita con un filo di fèrro comune.legg€ú) c pieghevole. lungo 25 cn circa. Dè un capo c'ctu un tondjno.dall'rltroùaappuntito. Veniva preso tra l indice e il Ìnignolo. lencndo il medio e l dnulat lit gali ve$o il palmo dclla nano. Lo si lanciava così vclao un nncchio di srbbìa, possibilmenie bagnria Vìnceva chi facevr rimàncrc la prj?ld conficcah ncll.ì sabbia. dritr vcficalmente, il piu x lungo.(Testimonian za di Wrlly Rappo)
Racconta la sig.ra Meùarin Giuseppina Volpato che ncgli anni'30 per iúgazzitn i 10e 15 annilo strumento di gioco che andavà per la magsiore elnno le .rò.tt re, specie di rudimentali trampoli di rià altczza, a seconda dell'età e. sopratlulto, dell'abilità di chi li usava. La prnna diftìcoltà del giocatore consifcla neÌ riuscjrc a trcvàre nel bosco un paio di rami o di giola ri arcnchi adaúo alo scopo ossia con la clxssicalbr.sd, una diúmrzione che. taglìata al punÌo giuslo. costituiva una spccie di uncino rovesciato ertro il quale si inseriva il piede. consentendo di elcvarsi ad una certà altezza da tcrfa. Il bello poi consistevà nel riuscie a camminàre sn questi lrampoli inprovvisati, mostraDdo la prcpria abjlità nella velocità jmpressa all'andatua. I campioni del tempo, Luigi Ceslonam, Tiberio Dallà Rosx e AnÌonio Fiscato, si sfìdavano anche nel costruire .mrrolé semprc più nltc con le quali rìuscivano poi a compiere vetc c propde acrobazie cone quella di procedere su stnde e sentieri coperti di spesso stràto di ghiaccio o da un bel manto di neve ''... e alora ghe ne wgtlea.ro tanta!" Prima di quostc nÌprese intagliavano il piùr possibile le l:ròssole in nodo che Ísultassero bcn appuntic
NeÌla làscia d'età tru gli 8 e i 12 anni era frequente xnche l'Ìrso del monopattino, altro giocattob rigorosamente e inieramente costrui(o a mano dai ragazzi stcssj . Due piccole assì di legno. una posta in senso orizzontale. I'tìltra in senso veficalc Fopotzionata all'al tez;del pmprietario e. a completamento, una piccol^ mota in legno del diametro di 10 centimetri o poco piir e un pi.iolo Íunubflo. Èiù che un gioiattoto era quasi considerato un vero e proprio mezzo di traspollo, visto che abbreliava
notevolnente tempi e dislanze . Anche in questo caso corÌc per le ".ro$ol€" em già moÌivo di gÉndi orgoglio dcrlo, figurarsi poì ì1 mostusi capaci di prodezze variel
Giochi e giocattoli
LlBlLl[il
il
solo fxtto di posse-
Questo giocattob lo si costruiva utilizzando un bel ramo di sambuco. La prima opeEzione da farc eÉ qùella di npúlire bene I'intemo del rano dala massa moliccia conGnente la linfa, in modo da otienere úna specieìi cauale vuoto e molÌo Liscio. Si prendeva poi un altro ramo e 1o si smussava in mod6 da fàllo entrare giusto giusto nel canaletto scavato prima, mantcncndo la pafle finale più spessa e simìlc ad un manico che non consentiva di andarc olllc. A panc si prepamwno delle palline di stoppa ben bagùa ta col... salivo dei ragazzi siessi (iorse era un ingediente necessario rìlla buona riììscita!). Ogni pallina veniva inserita nel ramo col canaletto e qùindi spinta fuori con forza con I'altJo legùetto appuntito. Si lrodxceva così un $an runorc, €l r ctrco, simile a quello degli attuali petardi. Scclte Ie r,rl" più adatte, di solito abbastarza giovani , daÍa pla].'ra de sttopàto, nosekrc, conùk, rtsùo o cartegnaru, le si piegayaro a semicerchio tendendo i due capi con uno spago. Í risultaÌo ela abbastanza simile ad un arco. Preparate le "frecce" con bastoncini appùntiti da un lato e con un po' di uncino dal l'altro. in modo da potedi tendcrc sullo spago, iriziava la grrà a chi tinva più ìn alto (unica d;rezione prevista p€r le hecce). Questa specie di sfida, svoltà prevalentemente d'estate, em molto in uso dcbe tra i pii grandi e non disdegnava di pafecipae anche qualche ragazza.
Ricorda ancora la sig.ra Giuseppina che tra il 1941\'42 i ngazzi più grandicelli, quindicenni o giù di 1ì. sotfaevano in casa qualche pezzo d1,:1îbwo,marer]alè ìsaÌo per iluminare gli ambienti. PazienÌemenÌe lo rcmpevano in tanle scagliette della dimensione dì rn'unghia, quindi lo bagnavano con il solito mag;co ingledienre... iì loro salivo! Iniziava I'opcrazionc pìù delicata. hcso ùn barattolo di lat(a vlrolo, (oprivano per qxalche secondo il carbum che Foduceva del gas. Pmticito un foro nella pafc alta del baràró lo, gti si accoslava un fiammifero e po;--. VIAA! II botto era dssic$ato.
Lu
sufr!)
Le uniche fanjglie che un tempo possedevano una vela slitta erano quelle dei villeggianti estivi e inver ùali. Ricorda Giuseppina che, mente leì fin dal mattino era inÌenta a trasportarc rpt arrl dal bosco a casa. osservava i figli di questi signori che Siocavano con la slitta, divefendosi un nondo. Sperava che arrivasse Festo il tardo pomeriggio qrando, finilo il lavoro, a\Ìebbe potuto chiedere in Festito la sliÌta e divertirsi un po'prima che facessc buio. E così accadeva. Le slìttc costruiie dai ngazzi del posto erano molto semplici c a volte poco adàtte propdo perché anche ogùi singolo pezzo di legìo contava nell'economia delle famiglie e poteva essere venduto. L€ slitte hanno sempre conscrvalo un'attrazionc cd una cu.a speciali, naturale conseguenza della situazione climatico ambientale del luogo che regalava Í,gni ànno più o meno abbondanú nevicate. Si ricorda ancora l'enorme slitta di Robcro Mattìello da lui stes so costruita. in grado di tasportare più di rna decina di pe$one in quanro dotat.ì di "rinorchio" attacc! to alla parte posterioE con tanÌo di sisiema henante sia davanÌi che dieto. Altra versione di sliÌta afigianaie era quella costituiÌa da paraufi di vecchie auto, tenuti insieme con le stesse modalitàr dellc altre, ossia talole o palefti orizzontali, rìtti anche ad attulire i colpi ìn caso di ulti imprevisti. La bella cromatùa estemà pemefteva di scivolàre a velocità dawem incredibili ma armenlava così anche il ischio. In mancanzn di materiali per il " fai da te ", si ùtilizzavano glì oggelti piir impensati per scivolare sulla neve. Oltle a pneumatici. sacchettj di nylon e juta imbottili di pagUa e fieno, figù rdvano anche il tipico r.dlo". scala di foína triangolàre di soliÌo usata per potare, che, stesa oriTzontàl merte con il vertice puntaÌo sul pendio diventava simile ad un veloce spafineve e, meglio ancora. car dole e canioloni che, capovolii, con i loro lunghi manici in legno,lucidi e ljsci p€I l'uso, otrrivano un oÌtimo sostituto agli sci. Il problerna era daùo dalla ruota che nelle lunghe discese sollevava nubi di neve polvemsa lali da nascondere evcntuali ostacoli. I più fortunati scansavano filari di viti o alberi da ftutto appena in tempo o. all'ùltimo momento. si abbandonava il mezzo prima dello schianto alÌdnìenti si portàva a casa... qualche bel bernoccolo! 11 divellinento ela comunquc assicurato.(TesÌìmonianze di Donatella Boesso e di AIuìa e Carlo Cappelaro) I-a cosîruzione del /o.àeo dchiedeva pazienza e peizia nel'iDtagliarc a dislanza regolare lc c]assiche tappe che trasformavano il rocchetÌo di legno in xna specie di ninuscolo caramato semovente, grazie ad un elastico cd un bastoncino latcrale chc nc dctemìnavano il movìmento. Il toc.o finale per ottenerc ilm;gUor risultàto in gaú eù una belhpassata con la cera di ona candela.
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domenica 16 luglío oúe 9.:]D:
Partenza cronoscalata cíclisÉca T{'RnI I'I ARCUGNANO VTI.LABAI,ZANA: 2?p G.P. G.S. TOnME[{Oincotlaborazione eon il OOMTAfi' SAGRA d YIII.ABAI,IZANA e ASSESSORAIO atlo SPORÎ del Comrune
díANCUGNAI{O ofe 9.45:
S. Messa Solerme
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ORIENIEERING orglnfuata
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percorso per bambinit lanriglie e agonisti. Apertura stand gastúonodco Sfrttacofo di ctown e scrrola di clrco del
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da Arces OK AllI) - Mani$estazione sportiva aperta a tuttl atla scoperta det temitotio di Vitlabalzana.
DOrfirR CtOlVNtTAflA S6atadaúsflrte con ttoúchest:à
MARILISA MANIERO EMARCO NEGRT
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Lo mogi<r dell'infrorosso
di vinorío Botdin
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Goro oflta souDlBtErÀ PNOIOTfl E OGGETTI OT1IA &nfilDE lffiGÀ
lunedi I7 luglio ore I8.3O3 Apertura stand gastronomico ore 2o.3o: Serata danzante con ltorchestra BARBARALUCCHI T' MASSIMO YENÎURT
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(Gruppo Giovani)
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Lo mqsio dell'infrorosso 'VIOSTRA
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Accoglie: gruppi, associazioni, scout, famiglie
Pre prenotazioni contattare il responsabile della casa:
Danilo Cappellaro Tel. 0444 273252